La Cantina di Terlano Ã¨ il punto di riferimento dell'enologia ...

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(VIGNE SENZA TEMPO)La natura, e di riflesso i panorami, sono certamenteincantevoli. Il territorio indiscutibilmentegioca, come vedremo più avanti, unruolo di primaria importanza. E aggiungiamocipure che l’organizzazione sociale, conla sua precisione e puntualità, porta a considerarel’Alto Adige in generale, e il suo movimentovitivinicolo in particolare, come aun’isola felice nel panorama del Belpaese. Lasommatoria di questi fattori favorevoli, visibilia occhio nudo, porta se non a dimenticarealmeno a sottovalutare il lavoro che è statofatto a monte per ottenere certi risultati. Lavoroda ascrivere al merito dell’uomo e nongià a una combinazione astrale fortunata. Lastoria della Cantina di Terlano lo dimostra intutta la sua evidenza: non si arriva a esserericonosciuti, perfino tra gli stessi colleghi altoatesini,come i primi della classe, autenticomodello di efficienza, bravura e serietà, percaso, ma attraverso l’intelligenza e l’impegnodegli uomini che si sono susseguiti nella conduzioneenologica dell’azienda.Fondata nel 1893 da un manipolo di viticoltori(24 per la precisione) e in pochi anni ingrado di farsi conoscere e apprezzare per lacapacità di produrre vini particolarmentebuoni e longevi, Terlano ha iniziato a prenderela fisionomia attuale nel 1955, quandoad assumere il ruolo di maestro cantinierefu chiamato Sebastian Stocker, allora giovanee brillante tecnico fortemente legato alL’azienda nasce nel 1893 ed è stata fondata da 24 viticoltoriterritorio. Affinati i concetti che già eranostati applicati da chi lo aveva preceduto, egettate le basi sulle quali poter lavorare conmaggiore cognizione scientifica, diede il viaal percorso che ha portato la Cantina di Terlanoa divenire negli anni successivi il puntodi riferimento dell’enologia altoatesina soprattuttoper quel che riguarda la capacitàstraordinaria dei vini bianchi di esprimersicompiutamente nel tempo. Fissare quel potenzialeper farlo esprimere al meglio studiandoi processi di evoluzione del vino inbotte, è questo il chiodo fisso che ha animatosin da quei primissimi anni Stocker nellacreazione delle Riserve, selezioni particolarida destinare ai lunghi affinamenti in botte.Da allora nelle cantine di Terlano vengonoconservati sui lieviti, per anni e talvoltadecenni, vini bianchi da Chardonnay, Sauvignon,Gewürztraminer e soprattutto, comevedremo più in là, il protagonista della degustazione:Pinot bianco.Per qualche anno l’eredità di Stocker è stataraccolta da Hartmann Donà, cui va il meritodi avere dato continuità definendo il progettonei dettagli sia in vigna sia in cantina. Unlavoro certosino, accuratissimo, studiato eanalizzato incessantemente al fine di raccoglierequanti più dati possibili per arrivare aconoscere perfettamente ogni angolo di terreno.Che «il vino nasce in vigna» qui a Terlanolo sanno da sempre. E non è rimasta solouna frase fatta, uno slogan a effetto, e infattiRudi Kofler e Klaus Gasser, attuali responsabilirispettivamente della conduzionetecnica e commerciale della cantina, si guardanobene dal pronunciarla, ma un tappafondamentale di un percorso ben più complessoche ha visto impegnarsi a fondo ognicomponente della filiera produttiva, dal sociovignaiolo proprietario del più piccolo deimasi al tecnico di laboratorio responsabiledelle analisi più sofisticate. Un concetto diqualità globale costantemente monitorata, di-Qui sopra, Klaus Gasser, responsabile commerciale della cantina, durante la degustazione delle otto annate di Pinot bianco. Accanto, in basso, le vigne e, in alto, un momento della raccolta.A contraddistinguere la Cantina di Terlano (nell’altra pagina) sono soprattutto i vitigni a bacca bianca, come, oltre al protagonista della degustazione, Chardonnay, Sauvignon e Gewürztraminer.SPIRITO diVINO48SPIRITO diVINO49
(VIGNE SENZA TEMPO) I «VECCHI» BATTONO «I GIOVANI»: CHE VOTI PER 1979 E 1955! 1979 1955 1999 1996 Mantiene un riflesso verde che donabrillantezza e vivacità al giallooro; il naso è riempito di nuancefruttate e floreali (si colgono la mela,la salvia, erbe aromatiche, unagrumato delicato); vivissimo per latensione acida, al tempo stessomorbido, quasi dolce per la partearomatica e non per zuccheri o alcool(o alcoli) in eccesso. Straordinarioequilibrio e una ricchezza enitidezza al palato che arriva allaperfezione. Note: in questa annatail Pinot bianco è andato in sovramaturazionemantenendosi sano.Colore di un giallo oro denso (quasioleoso nel giro di bicchiere), madi grande luminosità; al naso i profumisono intensi ma delicatissimi,di mela e sidro, di fico, di pomodorosecco, bouquet di fiori dicampo; al palato si rivela in tutto ilsuo equilibrio, si stacca solo unpoco all’inizio ma al calore dellabocca si riprende quello che il tempoha compresso, perfetta la corrispondenzatra naso e palato. Note:il vino è stato imbottigliato nel1956 con 5,7-5,8 di acidità e zuccheriresidui inesistenti.Alla vista la nota di colore verde èqui ancora prevalente su quellaoro-lucido della maturità; la percezionedella freschezza, piacevolissima,arriva subito all’olfatto: lenote che prevalgono sono quelledi fiori, di biancospino, di agrumi,molto invitanti e decisamente giovani;percezioni che il palato confermaattraverso la notevolissimasapidità (mineralità) che si esaltanella freschezza acida, ha portamentoelegantissimo e una persistenzadavvero straordinaria. Note:in bottiglia magnum.Bellissimo il colore di un oro lucidobrillante attraversato da riflessiverdi; ha una tale sommatoriadi sentori (tutti molto buoni e netti)da costituire un bouquet di unacompletezza straordinaria, uniscein perfetto equilibrio la dolcezzadel frutto e la grinta di sentori piùverdi; l’equilibrio si trasferisce nelpalato senza sussulti, con la perfezionedell’armonia, è ricco emolto persistente. Note: imbottigliatonel 2007, l’annata ha datoun vino con un ph più basso dellanorma e quindi un’acidità elevata.97969594 2005 2002 1959 1980 Sovrastata com’è dall’evidente intensitàdei riflessi verdi, l’evoluzionevira verso un colore oro qui tuttain divenire; nei profumi prevalgonole note di frutta tropicale (banana,mango, litchi), contornateda altre note fresche e delicatamentearomatiche, piacevolissime(camomilla, salvia); al palato è sostanzioso,pieno, di un frutto dolceallo stesso tempo fresco e persistente.Note: nel bicchiere l’andamentodi questa annata è in continuodivenire; ancora adesso marcail desiderio di compostezza.Colore giallo oro intenso con riflessiverdi accennati; sulle noteminerali, al naso prevalgono lesensazioni morbide e dolci dellamela golden matura, di mandorla(dolce) e crema pasticciera; stessesensazioni al palato, che si arricchiscedi una nota amarognola(anche qui da mandorla); ha unapersonalità forte, diversa dallealtre annate; difficile ipotizzarecome evolverà. Note: l’ultima settimanadi maturazione è stata caratterizzatada un forte vento diföhn, causando disidratazione.Si presenta con un colore moltobello, oro lucido (meno pieno del’55 ma altrettanto lucente); seguonopoi sentori diritti, senzamorbidezze evidenti ma ancoraverdi e sferzanti, di pietra focaia(l’affumicatura figlia della mineralità)e funghi champignon; alpalato risulta netta e pungentela sensazione acida, il finale sapido-amaro(è molto iodato) accompagnail palato lasciando lemedesime note di affumicato giàcolte nei profumi. Note: è statoimbottigliato nel 1960.Il colore oro lucido meno intensodi chi lo ha preceduto è attraversatoda riflessi verdi ancora evidenti;i profumi che si staccano(anche fortissimi) sono quelli dimiele di acacia, di canfora, tè verde,fieno bagnato; al palato ha unatensione acida in rilievo, la freschezzalascia il posto a un finalepiù dolce, mieloso (come l’attaccodel naso), piacevole, fresco manon ricco e armonioso come i suoicompagni di viaggio. Note: probabilmentel’annata meno strutturatadel lotto in degustazione.89888786SPIRITO diVINO50SPIRITO diVINO51
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