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Linee Guida AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica)

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Per le forme localmente avanzate la estensione della resezione gastrica (gastrectomia subtotale<strong>di</strong>stale o gastrectomia totale) è con<strong>di</strong>zionata dalla sede della neoplasia. Nella grandemaggioranza dei casi per le forme T4 si rende necessaria una gastrectomia totale.Rispetto alle neoplasie meno avanzate, in cui le in<strong>di</strong>cazioni alla splenectomia sono controverse,i tumori T4 localizzati al terzo me<strong>di</strong>o e superiore, richiedono più frequentemente laasportazione della milza per la presenza <strong>di</strong> infiltrazione <strong>di</strong>retta, per una elevata incidenza <strong>di</strong>metastasi ai linfono<strong>di</strong> dell’ilo splenico, ed infine per un frequente interessamento pancreaticoche comporta una spleno-pancreasectomia <strong>di</strong>stale.Per i tumori T4 la pancreasectomia <strong>di</strong>stale si rende necessaria in presenza <strong>di</strong> una infiltrazioneper contiguità del pancreas. In questi casi è necessaria una accurata esplorazione della regioneparaortica laterale sinistra e, in presenza <strong>di</strong> linfoadenopatie dubbie in questa sede, da alcuniautori viene consigliata la surrenalectomia sinistra.Le resezioni del mesocolon, del colon trasverso, dei segmenti sinistri del fegato e del<strong>di</strong>aframma sono in<strong>di</strong>cate in presenza <strong>di</strong> una infiltrazione per contiguità <strong>di</strong> questi organi e <strong>di</strong>solito non comportano rilevanti <strong>di</strong>fficoltà tecniche.Conclusioni: (Forza delle raccomandazioni)A. La gastrectomia totale o subtotale ottengono gli stessi risultati Terapeutici. La gastrectomiatotale va riservata alle lesioni localizzate al terzo me<strong>di</strong>o con margini <strong>di</strong> resezione non adeguatie a quelle del terzo superiore.A. La splenectomia <strong>di</strong> principio va riservata ai casi in cui ci sia interessamento dei linfono<strong>di</strong>dell’ilo splenico o dell’arteria splenica.B. La linfoadenectomia dovrebbe essere preferibilmente una D2 o almeno comunque D1.C. La chirurgia laparoscopica dovrebbe essere riservata a centri esperti e a situazioni clinicheparticolari.B. Una chirurgia allargata puo’ essere praticabile in assenza <strong>di</strong> metastasi epatiche, peritoneali ea linfono<strong>di</strong> del gruppo 3.TERAPIE ADIUVANTILa chirurgia rimane l’unico trattamento con finalità curative, ma solo il 30% dei pazientisottoposti ad intervento chirurgico presenta un tumore ra<strong>di</strong>calmente operabile, inoltre anche sera<strong>di</strong>calmente operato le neoplasie dello stomaco presentano un elevato rischio <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>ve.Il fattore più importante nel determinare la prognosi rimane l’estensione <strong>di</strong> malattia alla<strong>di</strong>agnosi. Dopo sola chirurgia la sopravvivenza a 5 anni nei pazienti con malattia in sta<strong>di</strong>o I è del 70-80%,in sta<strong>di</strong>o II è del 40-45%, in sta<strong>di</strong>o III è del 10-20%; meno dell’1% <strong>di</strong> pazienti in sta<strong>di</strong>o IV è vivo a 5anni. Le se<strong>di</strong> più frequenti <strong>di</strong> ripresa <strong>di</strong> malattia sono: fegato, carcinosi peritoneale, polmone, osso ereci<strong>di</strong>va locoregionale (linfonodale ed anastomosi). Esistono alcune evidenze che il tipo istologico(intestinale vs <strong>di</strong>ffuso), l’entità dell’interessamento linfonodale possano in parte pre<strong>di</strong>re le possibili se<strong>di</strong> <strong>di</strong>ripresa: in particolare, il carcinoma <strong>di</strong>ffuso pre<strong>di</strong>lige la via peritoneale <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione mentre raramenteproduce metastasi epatiche. I risultati degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> chemioterapia a<strong>di</strong>uvante hanno prodotto risultaticontrastanti. In generale, la maggior parte dei trial clinici randomizzati ha <strong>di</strong>mostrato piccole <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong>sopravvivenza tra i pazienti sottoposti a chemioterapia a<strong>di</strong>uvante e quelli trattati con la sola chirurgia, nonstatisticamente significative. Per ottenere delle informazioni più atten<strong>di</strong>bili circa l’efficacia del trattamentoa<strong>di</strong>uvante , negli ultimi anni sono state effettuate <strong>di</strong>verse metanalisi degli stu<strong>di</strong> pubblicati che hannodocumentato una riduzione statisticamente significativa del rischio relativo <strong>di</strong> mortalità del 18% favoredella chemioterapia rispetto alla sola chirurgia (Livello <strong>di</strong> Evidenza III). Tutti i regimichemioterapici contenevano fluorouracile. Inoltre analisi <strong>di</strong> sottogruppi hanno evidenziato unmaggior beneficio in pazienti con malattia estesa a livello linfonodale (Livello <strong>di</strong> Evidenza III).La chemioterapia, preferenzialmente, va iniziata entro 6-8 settimane dall’interventochirurgico ra<strong>di</strong>cale.RADIOTERAPIA ADIUVANTE

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