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numero 7 - Amici dei Popoli

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APRILE 1999- STAMPATO IN PROPRIO25ANNI DI...AMICIORGANO DI INFORMAZIONE DELL’O.N.G. AMICI DEI POPOLI1


varie cariche lavorano veramente per il benecomune? Lo spettacolo del “teatrino della politica”, che anche in questi giorni abbiamo sottogli occhi, è veramente sconcertante.Manca inoltre a mio parere la capacità di vederelontano: si pensa solo all’immediato.A Suo avviso quali sono le priorità a cui l’uomodeve quanto prima rispondere?Una più equa ridistribuzione delle risorse; è impensabileche nel duemila ci sia ancora tantagente che muore di fame. Occorre poi una maggioregiustizia sociale, che tutti possano averediritto all’istruzione, al lavoro dignitoso e giustamenteretribuito, che cessi lo sfruttamento <strong>dei</strong>minori e delle donne.Quali sono, a suo parere, i principali strumentiper una ridistribuzione delle risorse e delle ricchezze?E che ruolo possono avere gli <strong>Amici</strong> <strong>dei</strong><strong>Popoli</strong> in questa strategia?Il problema della ridistribuzione delle risorse e dellericchezze deve essere innanzitutto risolto a livello<strong>dei</strong> governi delle maggiori potenze industriali chedevono rendersi conto che non è possibile perpetuarel’attuale ingiustizia per cui un terzo della popolazioneconsumi due terzi delle risorse, se si voglionoevitare inevitabili esplosioni di violenza daparte <strong>dei</strong> paesi poveri. Occorre favorire invece losviluppo <strong>dei</strong> popoli, condonare i debiti, favorirel’istruzione, etc. Una O.N.G. come la nostra nonpuò certo fare molto sul piano pratico, ma devedare soprattutto testimonianza con uno stile di vitasobrio, evitare il consumismo sfrenato, favorire ilcommercio equo e solidale.Che senso ha una scelta di solidarietà verso gli“ultimi”, in un mondo dominato dal libero mercatoe da una concezione della vita basata esclusivamentesulla competitività?Significa che cerchiamo veramente di vivere ilCristianesimo, che non consiste solamente nell’andarea Messa, che crediamo veramente diessere figli dello stesso Padre, che siamo membridella stessa famiglia; per cui non è possibileche pochi vivano bene a spese di tanti.In quale modo dobbiamo impegnarci per diventareartefici di un vero cambiamento?Soprattutto come un grande dono che ci è statodato dalla Provvidenza, prima di tutto per migliorarenoi stessi e poi per poter essere di aiuto a tanti.Don Ferdinando e Camillo Paganoni7


ATTUALITÀCarissimi amici,vorrei poter scrivere al singolare connome e cognome di ciascuno, così è nel cuore enella preghiera, ma questa lettera invece accettatelain forma collettiva.Venticinque anni fa Padre Tiziano mialfabetizzava, permettendomi di fare con lui econ i cari amici di Reggio Emilia e di Treviglio, ilprimo viaggio in Rwanda. Per molti di noi è statala “conversione”. Al ritorno, dalla pienezzadel cuore, è nato il movimento degli <strong>Amici</strong> delRwanda che continua tuttora, in forma più omeno strutturata, a Reggio Emilia, a Treviglio, aPadova, ad Altamura, a Bologna e in ogni luogodove abita qualcuno <strong>dei</strong> duemila che hanno fattol’esperienza formativa di un mese con noi.Il cammino è stato consolidato dal sacrificiodi Padre Tiziano e di Don Gigi; dal martiriodi Antonia Locatelli, di Padre Valmajo e ditante vittime innocenti di una assurda guerrache ancora sconvolge tante regioni dell’Africa,perché dietro ci sono i crescenti interessi commerciali<strong>dei</strong> Paesi ricchi a cui anche noi apparteniamo.Altri amici ci proteggono dal cielo: LuisaCanevisio, Fiorenza Perico, Felice Secchia, PadreCroy, Padre Manolo, Don Gabriele Sanità,la principessa Thérese, Roger ZanardiNshirnirimana, .....Dalle conoscenze fatte in gruppo sononate tante famiglie, si sono formate coppie traregioni d’Italia diverse e tra i paesi del Sud e delNord e sono nati un <strong>numero</strong> incalcolabile dibambini, di cui alcuni sono ormai, a loro volta,alla vigilia del matrimonio. Qualcuno è entratoin convento e molti hanno scelto di regalare aipoveri due o più anni della loro vita come volontari.Tutti hanno impostato la loro vita consensibilità e dimensioni nuove.La valutazione più difficile, che lascio alSignore, è che cosa ha significato questa nostraCARISSIMI AMICI . . .“storia umana” per le persone <strong>dei</strong> Paesi Poveria cui ci siamo affiancati nello snodarsi della loroe della nostra vita.Abbiamo ricevuto per noi luce e criteri di valutazionedella vita e abbiamo donato parte dinoi stessi per alimentare la loro speranza, illoro coraggio.Abbiamo cercato di essere fedeli e costanti nellasolidarietà e oggi ci ritroviamo capaci di giudicaree contestare scelte egoistiche che la nostracultura consumistica vorrebbe giustificare.Negli ultimi anni il gruppo ha apertol’orizzonte <strong>dei</strong> suoi interessi ad altri <strong>Popoli</strong>, adaltri poveri, ad altre persone: ritengo che sia uncriterio sicuro per crescere e maturare. Esserefedeli ai poveri e rispondere, nei limiti che cisono consentiti, al loro bisogno di umanità, didignità: è l’unico motivo serio che ci induce amantenere in vita strutture organizzative e progettidi sviluppo o a sentirci AMICI DEI POPO-LI.Per segnare in modo sostanziale questoventicinquesimo anno di vita vi propongo ungesto concretissimo che tutti e ciascuno dovrebberofare: impegnare nel sostegno a distanza diun ragazzo o ragazza per i prossimi tre anni:2000 vite in crescita nei Paesi Poveri sostenutedalle nostre 2000 vite che sono state arricchiteproprio dai poveri nelle esperienze di questi 25anni.Vi invito tutti a trovarvi a Treviglio, il25 aprile 1999, quando insieme rifonderemola nostra solidarietà, molto più consapevoli delleimplicazioni umane e religiose di questo gesto.Venite benedetti del Padre mio... perché avevofame, ero nudo, ero prigioniero...Venite a ringraziare insieme il Signore che ci haaperto gli occhi e ha guarito il nostro egoismo.Un affettuosissimo abbraccio da chi staancora imparando ad amare e si ostina a frequentarela scuola <strong>dei</strong> poveri.Don Ferdinando8


ATTUALITÀCAMMINARE INSIEME___________________________a cura di Ferdinando ColomboLa prima parte di quest’articolo è già stato pubblicato nel <strong>numero</strong> di Unsolomondo di aprile 1994 suiprimi vent’anni del gruppo. Don Ferdinando condivide tutt’oggi quanto ha scritto, dove leggete 20anni, potete leggere 25. Lo riproponiamo come premessa alla parte che riguardagli anni più recenti.Le originiIl mio primo amore per l’Africa è della primavera1968 quando da Pavia, dove animavo un foltocircolo di universitari, scrissi a Lubumbashi inZaire, chiedendo ai salesiani di accogliermi conun gruppo di giovani per un’esperienza di lavoro.L’ispettore mi rispose di pensare ai nostriproblemi locali. Erano gli anni <strong>dei</strong> “figli <strong>dei</strong> fiori”,giovani avventurieri vagamente anarchicie un po’ sognatori che giravano per l’Africa provocandodanni morali e vivendo alle spalle <strong>dei</strong>missionari. Don Mario Ardenghi, salesianotrevigliese, mi propose nel 1971 di andare conlui in Rwanda. Ma è solo nel 1974 che PadreTiziano Guglielmi, Padre Bianco, in partenza perun mese di esperienza in Rwanda, mi permettedi unirmi al suo gruppo di giovani reggiani conaltre tre persone: Marco Cernuschi, Paolo Scagliae la moglie di quest’ultimo, Maria. Il bigliettocostò 220.000 lire! Ma soprattutto mi costòottenere i permessi dell’ispettore don GiuseppeBertolli, del direttore Don Angelo Viganò e... dimia mamma.Sono partito attrezzato per catturare l’avventurae non sapevo che il Signore mi aspettava al varcoper aprirmi gli occhi e il cuore all’amore per iFamiglia davanti alla sua capanna9


poveri.Il Rwanda di vent’anni fa non ha paragoni conquello di oggi. Kigali aveva 60.000 abitanti, nessunatraccia di violenza, pochi negozi all’europea,una solo banca. L’unica strada asfaltata andavadall’aeroporto all’ufficio postale della capitaledove si trovava anche l’unico telefono in gradodi collegarsi con il resto del mondo; la polvererossa e le buche trasformavano ogni viaggio inuna penosa avventura di durata imprevedibile.L’Ospedale di Rwamagana, gestito da un solomedico belga, ci permise di affacciarci sugliaspetti più drammatici della vita di un popoloche sapeva dissimulare con molta dignità laparte dolorosa della sua esistenza: mortalità infantile,tubercolosi, denutrizione, vita media di40 anni, ecc.Le danze delle donne, i loro canti ricchi di tantaumanità erano intrisi di malinconia ma anche diquell’orgoglio che viene dalla loro identità culturalee che diventava la forza per costruire unfuturo colorato di speranza.In quel primo viaggio, da parte mia nel segretodel cuore e nella chiara decisione della volontà,avevo stabilito un vincolo di fedeltà di cui nonriuscivo ancora ad intravedere gli sviluppi.Al ritorno in Italia le bellissime diapositive scattatecon la Zeiss prestata dal Dott. Faconti divenneroil documento per sostenere la testimo-nianza e per agregare le persone. Con il sostegnodel Sig. Oggionni e del fotografo Cesni nacquerole prime iniziative: serate di diapositive,articoli di giornale, mostre di beneficenza, marcenon competitive, ecc.L’anno dopo partivamo in 32 con un’equipe dioculisti, un’altra di tecnici di laboratorio e soprattuttocon la coscienza di essere il Gruppo<strong>Amici</strong> del Rwanda.A scuola dai poveriSono passati 20 anni (25), è tempo di bilanci.Ritengo che la prima sottolineatura positiva possaessere l’esistenza concreta di un gruppo dipersone che in varie città d’Italia continua a sentirsiunito dalla scelta di dedicare parte dellapropria vita ai poveri. La qualità di questa sceltala trovo nel cambiamento del nome dell’Organismoche ci fa passare dall’amicizia per ilRwanda a quella per i <strong>Popoli</strong>.E’ naturale il passaggio da una singola esperienzaseria, profonda, fedele, alla percezione divalori universali che ti abilitino ad essere cittadinodel mondo.E’ coscienza di mondialità non come esaltazioneonnipotente di chi colleziona esperienze,di chi ha visto molto perchè ha viaggiato,ha fatto, ha detto . . . ma al centro mette semprese stesso.Gruppo esperienza estiva - primi anni10


E’ invece una chiara consapevolezza di aver trovatoil proprio posto e il proprio ruolo e di averimparato dai poveri a vivere meglio. Il secondoelemento positivo è la presenza di 5 sedi di gruppoautonome e coordinate con una gestione totalmentein mano a laici. Questo significa unpiù profondo inserimento nel territorio,coinvolgimento di un maggior <strong>numero</strong> di persone,ma anche confronto con più modi di vedere.Ogni sede ha fatto delle scelte preferenzialiper qualcuna delle missioni del Rwanda: èun segno di fedeltà alle persone con cui si vienein contatto. Ma tutte insieme condividono l’impegnoper i progetti più significativi.Ogni sede ha avuto una sua evoluzione; con unanon siamo riusciti a mantenere la comunione:gli amici di Reggio Emilia continuano per contoloro l’impegno verso l’ospedale Padre Tiziano diMunyaga.Ripensando alle vicende delle varie sedi, mi sembradi poter indicare nella presenza di una guidaspirituale l’elemento determinante per la crescitadelle persone e per la qualità delle scelte;le motivazioni di fede determinano la capacitàdi decidere una gerarchia di valori nella vita personalee nell’uso <strong>dei</strong> beni; una forte tensionemorale frena egoismi, gelosie, facili critiche, preparandole condizioni per una convergenza diintenti che diventa comunione di tutto l’organismonel servizio ai poveri. Solo a queste condizionisi può superare l’efficientismo e ilpersonalismo e in definitiva il neocolonialismo.Dolorosamente dobbiamo constatare che in questomomento nessuna sede di gruppo ha un sacerdoteche si senta responsabile di questo ruolodi guida; abbiamo <strong>dei</strong> laici formati che lo fannocon la testimonianza della loro vita, ma ritengoche, come facciamo tanti sforzi per trovaree preparare <strong>dei</strong> volontari, così dovremmodarci da fare per coinvolgere un sacerdote nellavita della sede.Quantità e qualitàL’impegno dell’ONG è cresciuto sia di quantitàche di qualità. Non è facile realizzare una comunioneoperativa tra persone che abitano acentinaia di chilometri di distanza, ed in effettiquesto è il punto debole degli ultimi anni, ancheperché il cammino delle singole sedi non èstato omogeneo anche a livello di valori.Per tutte le sedi il concetto guida è quello dellosviluppo umano: dalle prime esperienze di interventipensati da noi con la nostra voglia diaiutare, di dare loro degli oggetti che facevanoparte del nostro consumismo, siamo passati abbastanzavelocemente al coinvolgimento personale,al dialogo serio e costante con le autoritàlocali e in parte con la gente. Per tutti è chiaroche non c’è sviluppo se non è umano, ossialegato alla qualità della vita, alla partecipazionedella gente, alla progettazione e realizzazionedelle trasformazioni per un cambiamento.Quello che ci differenzia tra sede e sede è il livellopolitico dell’intervento: alcuni preferisconomettersi in posizione di attesa vigilante perrispondere ad eventuali richieste, altri ritengonoche in qualche modo la collaborazione prevedaanche una fase propositiva che stimoli lacontroparte a muoversi, ad immaginare soluzionidi cui non ha ancora esperienza. Qualcunomisura la risposta sulle risorse che è possibileraccogliere con il proprio lavoro e con la solidarietàmotivata <strong>dei</strong> privati, altri pensano chesi debba accedere ai fondi pubblici che permettonouna programmazione più duratura anchese impongono molta burocrazia.Si potrebbe pensare che ci sono due anime, ame sembrano invece due ricchezze che dannospirito a tutto il gruppo. Un ONU ha il doverepolitico di studiare strategie di largo respiro ecreare opportunità che un individuo da solo nonpotrebbe mai realizzare; le singole persone chefanno parte dell’ONU devono, invece, tenereviva l’attenzione alla qualità del rapportoattingendo alle motivazioni di fondo che abbiamocondensato nei Principi Fondamentali.Umanità e VangeloUn rilievo tutto particolare va dato ai due elementiche hanno determinato le persone a sentirsiparte di un gruppo: l’accoglienza e le motivazionidi fede.L’aggregazione delle persone è avvenuta percontagio, per amicizia, da persona a persona.Fin dagli inizi si era creata una profonda amiciziaumana alimentata dalla condivisione di la-11


uguali.Molti di coloro che agli inizi ci deridevano ora cistanno imitando ed alcuni organismi che nonhanno puntato sulla formazione degli appartenentihanno dovuto chiudere i battenti.I volontariLa vitalità di un ONG si misura dalla capacitàdi mobilitare il volontariato. I nostri volontari,sempre presenti in questi 20 anni (25), hannorispecchiato il momento culturale e operativoche il gruppo stava vivendo.La nostra attenzione nei primi anni è stata principalmenteper i problemi strutturali: sanità, accessoall’acqua potabile, strutture di assistenza perbambini, per scolari, per malati. E’ un impegnoche dura ancora; per questo è lunghissimol’elenco <strong>dei</strong> tecnici che hanno passato in Rwandaperiodi di tempo di molti mesi in funzione dellarealizzazione <strong>dei</strong> progetti. Mi sembra doverosoricordare il compianto Felice Secchia ma soprattuttoil nostro più fedele capomastro AntonioCarminati.Gli corrispondono strutture effettivamente funzionanti.Una per tutte: l’acquedotto di Mushache dà acqua potabile da 16 anni. Ma gli elementipiù significativi sono altri: la formazioneprofessionale di personale locale abilitato concretamentea svolgere un lavoro autonomo equindi la manutenzione ordinaria <strong>dei</strong> nostri edi altri manufatti nel settore tecnico o edile; lacontinuità negli interventi medici perché agliospedali sono state lasciate tutte le attrezzaturee il personale locale è stato abilitato ad utilizzarle.Il volontariato di lunga durata è iniziato quandoancora non avevamo nessun riconoscimentoufficiale: Attilio Sartirani e Guido Acquarolihanno iniziato nel l978 e continuano tuttora ilprimo con il lavoro tecnico, la supervisione <strong>dei</strong>progetti e l’impegno concreto per la costruzionedella Cattedrale di Embu (Kenia), il secondocon una presenza stabile di tutta la famiglia(Anne Marie e le due piccole Chiara eSara)prima in Rwanda, poi in Albania, ora inItalia, poi chissà. Questo costituisce la vera testatadi un ponte umano tra il nostro organismoe il popolo di questa amata nazione.Poi la sensibilità del gruppo si é arricchita dell’attenzioneai problemi educativi e a questo periodocorrispondono le attività di patronage e ilmoltiplicarsi delle presenze estive in molte località.Il frutto più maturo è il progetto di accoglienza<strong>dei</strong> ragazzi di strada di Kigali e la loroformazione professionale in collaborazione coni salesiani già presenti e già impegnati sul posto,cui poi sono seguiti quelli in molti altri paesi.L’organismo è così entrato in un nuovo periodoin cui diventa fondamentale l’impegno per la formazione.Il “mercato” italiano del volontariatonon offre un prodotto già finito che abbia contemporaneamentele doti umane, cristiane, professionalied educative necessarie per affrontarei problemi umani generati dalla miseria delleperiferie sovrappopolate <strong>dei</strong> Paesi Poveri. È statopiù difficile trovare all’interno dell’ONG i candidativolontari educatori, ma abbiamo saputocoagulare tutte le nostre forze su percorsi formativiper i volontari che provenivano dall’esternodell’ONG. Il risultato più significativoè la circolazione di idee nuove, di sensibilità piùaccentuata per i problemi dello sviluppo, unamaggior umiltà nell’incontro con le culture diverse.Proprio da questo tessuto sta ora nascendo unnuovo progetto di largo respiro pensato e studiatoda veterani del gruppo che si propongonodi collaborare all’“Animazione sociale delRwanda” attivando un processo di formazioneper animatori locali che avranno il compito dicoordinare attività di promozione sociale.Un aspetto da non sottovalutare è il dono di personeformate dagli <strong>Amici</strong> <strong>dei</strong> <strong>Popoli</strong> che stannovivendo il volontariato con altri organismi in altripaesi. Ne trovate l’elenco in questa pubblicazione.Perché questo esodo? Potrebbe essere ilsegno dell’apertura o molto più probabilmentedi qualche difficoltà interna.Sconfitte parzialiCi sono due situazioni che si ripetono ogni annoe che non siamo in grado di dominare o di comprendere:l’aggregazione di nuovi amici e l’allontanamentodi altri.In questi venti anni (25) possiamo indicare in13


almeno duemila il <strong>numero</strong> delle persone chehanno vissuto con noi alcuni mesi di preparazionein Italia, l’esperienza formativa di un mesein Rwanda o in altri paesi, un certo periodo ditempo al ritorno.I gruppi delle sedi sono formati da queste persone,ma sono soltanto una piccola percentuale,molti hanno scelto altre strade che speriamosiano ancora caratterizzate dallo stile delvolontariato. Come riflessione interna è doverosochiederci quali elementi formativi e strutturalici mancano per dare una maggiorecontinuità alla nostra azione.L’altra difficoltà è perfettamente speculare a questa:come aggregare giovani, soprattutto comericominciare insieme un cammino che permettaloro di ripercorrere quei passaggi di mentalitàche ci hanno consentito, in venti anni (25),di raggiungere una certa maturità nel campodel volontariato e della cooperazione.A questo scopo sognamo di entrare in tutte lescuole per collaborare con gli insegnanti nel proporreun’ Educazione allo Sviluppo e allaMondialità che dilati il cuore <strong>dei</strong> giovani al di là<strong>dei</strong> confini del loro piccolo mondo, che faccianascere in loro il desiderio di confrontarsi conculture diverse, di farsi carico <strong>dei</strong> problemi dell’umanità,soprattutto <strong>dei</strong> più poveri.Probabilmente questa è la strada maestra persuperare le due difficoltà di cui sopra.²²²²²²²²²²²²²²²²²1994 in RwandaE’ l’anno del sangue. Quasi tutti i nostri collaboratorirwandesi vengono massacrati. Nellasola chiesa di Musha. 1187 uccisi! Un brancodi giovani sbandati, arruolati e drogati attiranoun giudizio di ferocia “bestiale” su una popolazione,di Hutu e di Tutsi, che invece fugge pernon essere ammazzata, ma anche per non essereobbligati ad ammazzare.Milioni di profughi si assiepano lungo il confinee la morte continua a mietere vittime.Vogliamo consegnare alla storia il nostro giudizio.Gli interessi <strong>dei</strong> fabbricanti di armi, ma soprattuttogli interessi strategici e politici della Franciae degli Stati Uniti con il codazzo di commerciantie di Enti internazionali (Banca Mondiale e FMI)hanno scatenato questa carneficina che continuaad infiammare tutta l’Africa <strong>dei</strong> GrandiLaghi. Petrolio, diamanti, niobio ed uranio, ramee oro sono l’unico obiettivo della diplomazia internazionale.Visto che gli africani sono poveri e quindi noncostituiscono un mercato commerciale proficuoper i grandi interessi delle multinazionali, sfruttiamolialmeno per i loro territori, ricchi di fontidi energia e di materie prime. Le persone, lo sviluppoumano vengono valutate come utopie dalasciare alle Chiese e alle ONG.Gli <strong>Amici</strong> <strong>dei</strong> <strong>Popoli</strong> non hanno tradito la loroispirazione. Dopo alcuni mesi di profonda riflessionesulla fragilità di ogni struttura di sviluppoquando non viene formata la persona umana,dopo aver constatato che eravamo stati privatidelle cose che avevamo costruito e proprio perquesto eravamo chiamati ad intensificare i rapportiumani, siamo ritornati in Rwanda, negliorfanotrofi strapieni, a fianco di missionari coraggiosi,nei campi profughi e, ultimamente, neicampi <strong>dei</strong> rientrati.Il volontariato ne è risultato rinvigorito e approfondito:un gruppo notevole di persone hannocontinuato e continuano il loro servizio tantopiù importante quanto più è difficile svolgerlo.Siamo controllati in ogni spostamento ein alcuni casi ostacolati perché stiamo con i piùpoveri, che in questo momento non interessanoa chi detiene il potere.La novità delle motivazioni e delle metodologieche ha puntato sulla qualità della vita, sulla per-² ² ² ² ² ² ² ²²² ² ² ² ² ² ² ²Amo stare nella morte coi poveriChe non trovarono tempo di studiarlaMentre li bastonavano coloro che posseggonoIl cielo diviso e regolato.² ² ² ² ² ² ² ²²² ² ² ² ² ² ² ²Pablo Neruda14


sona ha arricchito anche la riflessione <strong>dei</strong> gruppiin Italia. Un progetto in particolare, “Amìzero”,ci sta facendo riscoprire la gioia di accompagnarei piccoli passi delle famiglie più povere, di incoraggiarei sogni di una rinnovata socialità daparte di coloro che hanno il coraggio di superarela ferita delle stragi vicendevoli. E’ un progettoche permette anche a noi, in Italia, di parteciparesecondo le possibilità di ciascuno e proprioper questo ci fa sentire più partecipi di unosviluppo umano solidale.Dare speranza, sostenere le loro piccole iniziative,ricostituire tessuto umano sono oggi i nostriobiettivi principali.L’educativoI nostri progetti si sono allargati all’Argentina eaII’Uruguay, al Vietnam e al Burundi, alla RepubblicaDemocratica del Congo e a SantoDomingo, ma l’obiettivo è andato concentrandosisempre di più su una scelta strettamentelegata allo sviluppo umano.Abbiamo potenziato i progetti per i ragazzi distrada, per i minori non accompagnati, per illoro recupero, inserimento, scolarizzazione, formazioneprofessionale, inserimento nei cicli produttivie nella partecipazione democratica allavita della società.Per questo sta cambiando la vita <strong>dei</strong> gruppi inItalia. Era più facile parlare di muri, di costruzioni,che non di formazione <strong>dei</strong> formatori e diproblemi pedagogici. Oggi i nostri incontri sisono arricchiti di temi sui diritti umani, sull’economiainternazionale, sullo sviluppo umano.Da questa nuova sensibilità siamo spinti a lavoraredi più sull’Educazione alla Mondialità inEducazione interculturale nelle scuole (Padova)Italia, ad entrare nelle scuole, a partecipare amomenti di studio, a collaborare con altre ONGe altre forze educative.Alcuni <strong>dei</strong> nostri progetti sono consortili con ilV.I.S. Volontariato Internazionale per lo Sviluppo,al quale ci unisce il medesimo assistente spirituale,ma soprattutto la medesima ispirazioneeducativa con una particolare sensibilità versoi ragazzi di strada. Anche nella selezione eformazione <strong>dei</strong> volontari lavoriamo insieme,convinti che è la risorsa umana quella che dàtono ai nostri interventi di sviluppo.Anche nello stile che caratterizza il mese estivodi formazione nei Paesi Poveri abbiamo fatto ununico percorso che ora è fortunatamente “copiato”da tante altre organizzazioni: riteniamoche l’obiettivo non sia quello di lavorare per loro,bensì quello di stare con loro per imparare avivere. Il povero in cattedra, noi frequentiamoper un mese questo corso di specializzazione perscoprire le vere ricchezze che permettono di ricominciareogni giorno a lottare per la vita,nonostante la mancanza delle cose che normalmenteriteniamo necessarie.Ritengo che tutto questo sia una grazia del Signoree costituisca una chiara indicazione dellastrada da percorrere. Non lasciamoci frenare danostalgie di esperienze già vissute, ma lasciamociaffascinare dall’ebbrezza che ci nasce nelcuore quando ci affacciamo ai problemi dell’uomo,soprattutto del più povero.Verso il futuroStiamo vivendo un trapasso epocale veloce ecomplesso. Non è facile prevedere con precisionelo sviluppo <strong>dei</strong> rapporti tra paesi ricchi epaesi poveri, ma di sicuro ci troveremo a viverein situazioni in cui i poveri, sempre più poveri,saranno anche sempre più <strong>numero</strong>si e aumenterannola pressione alle nostre frontiere fisichee culturali.D’altra parte le problematiche economiche, politiche,ecologiche, hanno ormai un’ innegabiledimensione planetaria e le soluzioni non possonoessere cercate in ambiti limitati o settoriali.Infine è ormai chiaro per tutti gli operatori chelo sviluppo umano è in radice un problema divalori culturali, di educazione, di abilitazione diogni individuo a conoscere e esplicare le sue15


potenzialità.Per questo è più che mai urgente la formazionedi persone adulte nello spirito che siano apertealla mondialità, coscienti dell’interdipendenzache ci rende tutti responsabili di tutti, e decise aspendere la propria vita a servizio della giustiziae della pace.Questo obiettivo richiede una metodologia appropriatache vorrei condensare in queste sollecitazioni:1. Ogni persona “amica <strong>dei</strong> popoli” deve consideraresuo impegno sostenere con la presenza,il lavoro, la solidarietà economica e soprattuttocon la sua maturazione culturale e spirituale leattività della sede di gruppo a cui appartiene.2. Qualcuno di ogni sede deve assumere con piùprecisione la responsabilità di essere animatoredi questo cammino di maturazione che non privilegial’attivismo di chi non vuole pensare eneppure riduce a conferenze la solidarietà con ipoveri.3. L’Organismo deve aprirsi ad orizzonti più vastisia dal punto di vista culturale come da quellodi un impegno fattivo in più paesi di diversi con-tinenti.4. Il volontariato con la legge n. 49 o “fuori legge”deve diventare il segno della vitalità di ognisede e dell’Organismo. La proposta va fatta concoraggio e accompagnata con un’accoglienzaumana più sostanziosa che generi la fiducia dichi deve decidersi a mettere la propria vita adisposizione <strong>dei</strong> poveri appoggiandosi alla nostrastruttura organizzativa.RingraziamentiLa mia vita è cambiata completamente graziealle esperienze umane e religiose che ho vissutocon voi. Altrettanto possono dire molti di voi emolti rwandesi. Per questo voglio ringraziare ilSignore che ci ha aperto gli occhi per vedere e ilcuore per amare. Lo ringrazio perché nella testimonianzadi Padre Tiziano e di AntoniaLocatelli ci ha ricordato che non c’è amore piùgrande di chi dà la vita per le persone che ama.Lo ringrazio perché nonostante le nostre fughee le nostre resistenze continua ad aver fiduciain noi e ad affidarci il compito di essere la suapresenza paterna per tanti fratelli.² ²²² ²² ²²² ²Non è che il canepreferisca gli ossialla carne, è chenessuno gli dà lacarne.(proverbio akan - Africa)Il rimedio delfreddo è ilfuoco; il rimediodella tristezza èla bontà(Proverbio bantu - Africa)² ²²² ²² ²²² ²di Martina Raiola classe III A Ist. Valle Padova16


DAL GRUPPOVENTICINQUE___________________________ANNI DI CAMMINOa cura di Anna Fagnani e Gianfranco Riello1974- 16 partenti Rwamagana- Nel mese di dicembre si costituisce il Gruppo“<strong>Amici</strong> del Rwanda”1975Gruppo esperienza estiva primi anni ‘70- 37 partenti - Musha, Rwamagana- 29 maggio 1° Marcia non competitiva aTreviglio- 6/8 dicembre 1° Mostra di artigianato africanoa Treviglio1976Gruppo esperienza estiva fine anni ‘7017


- 56 partenti - Kiziguro, Musha, Rilima,Rwamagana- 15/23 maggio settimana del Rwanda. Proiezionedi diapositive: “Terzo Mondo: cooperazionee sviluppo’’1977- 44 partenti - Butare, Cyahinda, Musha,Nyamata, Rilima- 5-6-12-13 novembre l° Campo di lavoro conraccolta ferro, carta e stracci per fondi acquedottodi Musha.1978- 75 partenti - Karama, Kicukiro, Kiziguro,Musha, Nyamata, Rilima, Rwesero- E’ portato a termine il progetto dell’acquedottoa Musha- 11 settembre Don Nando Colombo lasciaTreviglio per la parrocchia “S. Giovanni Bosco”di Bologna.1979- 44 partenti - Musha...1980- 57 partenti - Kimihurura, Kigali, Kiziguro,Musha, Rilima, Rwamagana- 25-27 aprile a Treviglio primo Convegno ditutti i gruppi “<strong>Amici</strong> del Rwanda”: “Analisi dellanostra presenza in Rwanda dal ’74 ad oggi, everifica <strong>dei</strong> contenuti che ne sono alla base”- 19 maggio muore padre Tiziano Guglielmi.- 14 luglio Marco e Marinella Cernuschi partonoper due anni in servizio volontario all’ospedaledi Kiziguro1981- 96 partenti- 26 settembre a Reggio Emilia Congressoautunnale: “Collegamenti con i volontari stabilmentepresenti in Rwanda. Fisionomia futuradel Gruppo”1982- 58 partenti - Kiziguro, Musha, Makarange, Nyarusange,Rilima, Rwamagana- 15-16 maggio 4° Congresso annuale aTreviglio: ‘’Il volontariato. Rifondazione delGruppo”- A giugno il Vescovo di Byumba è in visita aTreviglio1983- 78 partenti - Kibungo - Kigarama, Kiziguro, Musha,Nyarusange, Rilima, Rukara, Rwamagana- 9-10 aprile 5° Congresso annuale a Bologna.Sandro Calvani: “Terzo Mondo chi è”. FeliceRizzi: “Volontariato e cooperazione internazionale”.- 24 settembre Congresso d’autunno a Bologna:“Responsabili per crescere”.- Daniele Bertozzo e Alessandra Morelli partonoin servizio volontario a Dilla (Etiopia).- 9 ottobre il nunzio apostolico Mons. Morandiniper il Rwanda è in visita a Treviglio.Primi interventi (Enrico e Cesare)1984- 58 partenti - Kicukiro, Kigarama, Kiziguro,Musha, Rilima- 28-29 aprile 6° Congresso annuale a Treviglio:“La fraternità con il Terzo Mondo: motivazionie prospettive”.Assemblea straordinaria per la votazione del RegolamentoAmmissione del nuovo gruppo “Padova”e “Comacchio”- 27-28 ottobre Congresso d’autunno a Bologna18


1985- 54 partenti - Kiziguro, Kigarama, Nyamata,Musha, Rilima- 27-28 aprile 7° Congresso annuale aTreviglio: “Maturare uno stile di volontariato”.Padre Alessandro Zanotelli: “L’Africa come arteficedel proprio sviluppo”- 2-3 novembre Congresso d’autunno a Bologna- Visita in Italia <strong>dei</strong> sindaci di Gikoro e Biciumbi,Paul Bisengimana e Laurent SemanzaGruppo esperienza estiva 1983- Inizia la realizzazione del Centro per orfani ehandicappati di Rilima1986- 77 partenti - Cyahinda, Gatenga, Kigarama, Musha,Mugombwa, Nyamata, Rilima- 19-20 aprile 8° Congresso annuale aTreviglio. Don Luc Van Looy: “Pace Nord-Sud”.On. Francesco Forte.- 1 - 2 novembre Congresso d’autunno a Bologna:“Valutazione critica dell’esperienza ’86"Gruppo esperienza estiva 198319


1987- 86 partenti - Gatenga, Kigarama, Mugombwa,Musha, Nyamata, Rilima, Rwamagana- Gli amici del Rwanda si costituiscono come“Organismo non governativo” (O.N.G.)- 26 settembre Congresso autunnale a Bologna- 15 gennaio a Treviglio incontro con donValentino Salvoldi: “I problemi dell’Africa trarealtà, tradizioni e futuro”.- 13 febbraio da parte del MAE: idoneità a formaree ad inviare volontari nei PVS, e a realizzareprogetti di cooperazione.- 25-26 aprile 9° Congresso annuale a TreviglioMons. Luigi Bettazzi: “Il cammino della Chiesadalla Populorum Progressio ad oggi”On. Gilberto Bonalumi: “La nuova legge n. 49del 26.2.97 sul volontariato”- 14-15 novembre Congresso d’autunno a Bologna.Don Aldo Benevelli: “Il volontariato: unimpegno originale per la cooperazione tra i popoli”1988- 104 partenti - Gatenga, Kigarama, Kiziguro,Mugombwa, Musha, Nyamata, Nyamatete,Rilima, Rwamagana, Valle Gahoko- 27 febbraio muore Fiorenzo Perico- 23-24-25 aprile 100 Congresso annuale aBrescia. Prof. Antonino Zichichi: “Ilcoinvolgimento <strong>dei</strong> PVS e il compito <strong>dei</strong> volontarinel nuovo ruolo della scienza per i grandiprogetti di collaborazione internazionale”- Il segretario generale della Presidenza dellaRepubblica rwandese, mr. CallixtaNzabominara, e il consigliere Jean JacquesBouchet sono a Treviglio, in visita al Gruppo.- 22 luglio inaugurazione ufficiale da parte delPresidente del Rwanda del Centro per Orfani ehandicappati “S. Maria” di Rilima- 5-6 novembre Congresso d’autunno a Bologna.Discussione in assemblea del programmadi volontariato, animazione e sostegno dell’agricoltura,dell’artigianato, dell’attività scolasticae sanitaria- Inizia la realizzazione del “Centre des Jeunes”di Gatenga1989- 59 partenti - Gatenga, Kigarama, Mugombwa, Musha,Nyamata Rwamagana- 22-23 aprile 11° Congresso annuale a Padova.Dott. Leopoldo Salmaso e dott. MarziaFranzetti: “Il volontario e’ un educatore’’. Prof.Giuliano Giorio: ‘’Il volontario é un testimone”.Presentazione per l’approvazione del progettodi “Animazione, addestramento ed avviamentoal lavoro <strong>dei</strong> giovani nei settori dell’agricoltura/zootecniae delle attività artigianali”.- A giugno i “Gatenga” (ragazzi della stradarecuperati) sono in tourneè in Italia con unospettacolo di acrobati, giocolieri e con musicheafricane del complesso “Imena”.- 4-5 novembre Congresso d’autunno a Bolo-Esperienze di conoscenza della cultura Rwandese (Giancarlo, Enzo, . . .)20


1993- 48 partenti - Gatenga, Mwgombwa, Musha,Burundi (Rukago), Deplacés, Cambogia- Corso di formazione per volontari a lungo termine- 24-25 aprile 15° Congresso annuale a Padova.Padre Giuseppe Cavallini: “L’Africa verso ilmultipartitismo: le ragioni dell’evoluzione e ilpensiero delle Chiese”- 13-14 novembre Congresso d’autunno a Bologna.Giampiero Forcesi: “Informazione e dirittiumani”. “Informazione: primo dovere di solidarietà.I mass media e l’informazione negata.Il ruolo delle ONG”- Modifica della denominazione dell’ONG da“<strong>Amici</strong> del Rwanda” a “<strong>Amici</strong> <strong>dei</strong> <strong>Popoli</strong>” e modifichestatutarie, con atto notarile- Roberta Brusaferri, Davide e Nicoletta Zanattapartono in servizio volontario per il progetto MAE aGatenga.Il 6 Aprile 1994 viene abbattuto l’aereo su cuiviaggiava il Presidente Habyarimana, il presidentedel Burundi e sei ministri burundesi; l’assassiniodel Presidente del Rwanda, quando ilconflitto era già in atto sin dal 1990, innesca loscoppio della guerra civile che causerà più diun milione di morti.Il 22 agosto scade il mandato ufficiale delleNazioni Unite ai francesi dell’OperazioneTurquoise, intanto milioni di rwandesi terrorizzatitravolgono le barriere di confine e siriversano nei paesi vicini soprattutto Zaire eTanzania.I nostri volontari sono rimpatriati grazie all’interventodel Console italiano Costa che si adoperaanche per far pervenire i viveri, i medicinalie il personale sanitario che riusciamo adinviare, in particolare all’Orfanotrofio diNyanza, che progressivamente raccoglie1.500 bambini non accompagnati.In questo periodo, svolgiamo una cospicua seriedi manifestazioni per sensibilizzare l’opinionepubblica su quanto sta accadendo nel lontanoRwanda. Gli interventi si tengono presso scuole,gruppi parrocchiali, sedi di quartiere, centriculturali, associazioni giovanili, centri missionaridiocesani delle varie città in cui sono presentile sedi del nostro organismo.1994Esperienza estiva- 32 partenti - località: Lomè-Burkina, San Paolo-Brasile,Humaità-Brasile, Amazzonia-Brasile,Ngara-Tanzania campo profughi di Lumasi.Campo profughi:. . . . in attesa .22


- Corsi di formazione per volontari a breve elungo periodo. Temi toccati: “Ragazzi di strada”,“Profughi e rifugiati”, “Educazione allamondialità”, “Situazioni di emarginazione”.- Convegno a Padova sul tema: “Un nuovo stiledi vita”. Relatore Don Giulio Battistella.- Congresso di primavera a Treviglio sul tema:“1974-1994 VENT’ANNI DI GRUPPO”. Relatorivari.- Congresso d’autunno a Bologna sul tema:“L’esperienza estiva nei paesi poveri aperturaalla mondialità, formazione al volontariato,cammino di fede”. Relatori vari.- Pubblicazioni: oltre allo strumento di informazionedell’o.n.g. “UN SOLO MONDO” iniziala pubblicazione di un NOTIZIARIO INTERNO,a cadenza mensile e riservato ai soci, contenentele ultime notizie sull’o.n.g. e le attività in corsodi realizzazione.Volontari :- Don Luigi Consonni per il progetto “Idèplacès de guerre” si trova in Rwanda giàdall’ottobre ‘93.- Partono i medici GiovanniGalli, GigiMussi, Pesando, l’infermieraMotta comepersonale medicosanitarionel primoperiodo della guerra.- Partono dr. AlbertoStella, Cassano, Bulgarelli,Gotti e PaolaSiragusa nel periodosuccessivo.- Don Luigi Consonni sitrasferisce nei campiprofughi della Tanzania.1995Esperienza estiva:- 11 partenti - Nyanza,Mugombwa - Rwanda,Montevideo - Uruguay.- Corsi di formazione pervolontari a breve e lungoperiodo con i seguentitemi: “Interdipendenza economica Nord-Suddel mondo”, “ Educazione alla mondialità”,“Profughi e rifugiati”.- Congresso di primavera a Padova sul tema:“Rwanda-Burundi, Ex-Yugoslavia. Diritti umanie violenza della guerra. Che fare?”. Relatore:Don Albino Bizzotto (Beati costruttori di Pace).- Congresso d’autunno a Bologna sui temi: “Lavita degli <strong>Amici</strong> <strong>dei</strong> <strong>Popoli</strong>”, “Il Rwanda tra storiae progettualità”, “Il servizio solidale”, “Ilvolontariato come vocazione”. Relatori vari.- Attività di informazione ed educazione allo sviluppocon interventi di sensibilizzazione del territoriosulla situazione rwandese, raccolta fondi,conferenze, spettacoli, concerti di musicaafricana, adozioni a distanza.Volontari :- Partono Loredana Sabatucci, RobertaBrusaferri, Giuliano Berizzi per gli interventia favore <strong>dei</strong> profughi nei campi della Tanzaniaed i ripristini degli edifici in Rwanda.1996Gruppo esperienza estiva 1994 a S. Paolo del BrasileEsperienza estiva:- 45 partenti - Gatenga-Rwanda, Mugombwa-Rwanda, Humaità-Brasile, Gatare-Rwanda,Lumumbashi-Zaire,Kikuit-Zaire, Embu-Kenia.- Corsi di formazione peroperatori di breve periodoe per volontari a lungotermine. Preparazionesulle problematiche dellacooperazione e dello sviluppoe sull’esperienzanei vari campi, con informazionespecifica suitemi: educazione,costruzioni, attività tecnico-artigianali,agricoltura,sanità.- Congresso di primaveraa Padova sul tema:“Quale futuro e qualeprogettualità per i giova-23


ni <strong>dei</strong> paesi poveri? Giovani e sviluppo”.Relatori: Ispettori salesiani del Vietnam,Rep.Dominicana, Zaire-Rwanda-Burundi,Uruguay, Padri: Peter Van De, Juan Linares, MarioValente, Amilcar Visentini e Padre AngeloAdemir Mazzari per i Padri Rogazionisti.- Congresso d’autunno a Bologna sul tema: “LeO.n.g. di fronte alle sfide culturali del nostrotempo”. Relatore: Don Giulio Battistella.- 31-12-1996 Smobilitazione <strong>dei</strong> campi profughiin Tanzania, i rwandesi sono costretti arientrare in Rwanda.Volontari:- Partono Paola Siragusa, Maria Vittoria Fabbri,Paolo Maracani, Mara Nuzzi per il progettonei campi profughi della Tanzania ele ricostruzioni in Rwanda.1997Esperienza estiva:- 21 partenti - località S.Miguel de Tucumàn-Argentina, Humaità-Brasile, Gatenga-Rwanda.- Nell’ambito delle attività di ogni sede ci sonocorsi di formazione per operatori a breve periodoe incontri di formazione permanente degliaderenti. Temi toccati: “Ragazzi di strada”,“Profughi e rifugiati”, “Mondialità”, “Cooperazionee volontariato internazionale”, ”Problemisanitari”, “Educazione alla tolleranza e alla solidarietà”.- Congresso di primavera a Padova sul tema:“Nuove frontiere del Volontariato, il ruolo delleO.n.g.”. Relatore: Emanuele Alecci (presidenteM.O.V.I.).- Congresso d’autunno a Bologna sul tema:“Identità cristiana degli <strong>Amici</strong> <strong>dei</strong> <strong>Popoli</strong>”.Relatori interni dell’O.n.g.Volontari:- Partono Loredana Sabatucci, GabriellaFurlan, Giuliano Berizzi, Agostino Cavalloper l’avvio del progetto Amìzero a favore <strong>dei</strong>profughi rientrati in Rwanda e le ricostruzioni.- 28-8 Muore don Gabriele Sanità“Comunicare è stato per don Gabriele un attod’amore. Ha intessuto legami tra le personeaiutandole. Ha fatto loro vivere la comunionecon Maria e con Gesù”.1998Esperienza estiva- 23 partenti - località : S.Miguel de Tucumàn-Argentina, Gatenga-Rwanda;- Nell’ambito delle attività di ogni sede si tengonoCorsi di formazione permanente degli aderentie attività di formazione per operatori dibreve periodo con corso di preparazione sui temi:“Ragazzi di strada”, “Profughi e Rifugiati”,“Mondialità”.- Continua il Cammino specifico di formazioneper Volontari a lungo termine iniziato dal 1997.- Congresso di primavera a Padova sul tema:“Valori evangelici e scelta di volontariato”.Relatore: Don Luigi Ciotti (Gruppo Abele - TO).- Congresso d’autunno a Bologna sul tema: “Affamatied assetati di giustizia, costruttori dipace”. Relatore: Francesco Tosi (presid.te Cefa).Volontari:- Partono Paolo Maracani, Giulio Baraldi, LorenzaSoffritti, Giuliano Berizzi per la prosecuzionedel progetto Amìzero, la costruzionedella sala polivalente di Gatare e le sistemazionidegli edifici di Gatenga in Rwanda.Gruppo esperienza estiva 1998 in Rwanda24


TESTIMONIANZEPARTIRE PER L’AFRICA___________________________a cura di Antonella GuiottoDonna rwandese con i suoi bambiniPartire per l’Africa o per qualsiasi altro Paesein via di sviluppo è più facile di ciòche appare.Ci si sente presuntuosamente utili, perfino esoticamentestimolati, indiscutibilmente “votati”al sacrificio (un mese di ferie, a lavorare.!!!, inAfrica per giunta. Siamo davvero i migliori!....).In realtà, solo chi parte per esperienze di almenodue o tre anni può dire di venire a contattocon l’ambiente, la gente, le storie, le abitudini...ma chi sceglie l’esperienza di un mese deve accontentarsidi un’annusatina veloce (in certi casil’odore non è <strong>dei</strong> più facili!). E’ importante, inquest’ultimo caso, accettare umilmente la condizionedi ospiti, con il pericolo di sentirsi esclusi,ridicoli, banali, fuori posto. Diciamocelo chiaramente:non si cambia il mondo in un mese!Noi stessi sì però. Si può iniziare un viaggio interessanteall’interno del nostro essere personae scoprire aspetti positivi e lati che non ci piacciono(e forse neppure agli altri piacciono); scoprireche è una gran fortuna poter bere il caffèal mattino, avere il pasto assicurato, una casaaccogliente con la luce elettrica! Quando, inquella parte del mondo dove ci si trovaoccasionalmente per un mese soltanto, d’abitudinemanca l’acqua, non c’è elettricità, la radioè un lusso da turisti.E noi “poveri” occidentali, affoghiamo nel benessere,tristi e depressi mentre gli africani (chemangiano una volta al giorno se sono fortunati)sorridono sempre, danzano, ringraziano, vivono,anche se brevemente. E’ questo che ti cambia.Ti senti enormemente disturbato da quei ragazziniurlanti, sporchi e comunque festanti cheti girano intorno, ti toccano, allegri, solari, conil segreto della spensieratezza che nessun ragazzinoeuropeo possiede ormai. Ti senti perfinoinvidioso per tanta ingenuità pacifica, rilassata.Anche nei loro occhi puoi leggere il dolore:sia fisico sia quello portato dalle varie guerre,ma è fugace perchè‚ amano troppo la vitaper fermarsi a commiserarsi. E’ una dignità talmentecoraggiosa da far paura, non si spezza.E’ per questo motivo che gli occidentali temonomoltissimo questi popoli, non conoscono la fiacchezzadi una poltrona comoda e sanno viveremisurandosi ogni giorno con la terra bruciata.Al di là <strong>dei</strong> paesaggi e <strong>dei</strong> cieli, non si possonodescrivere ma solo vedere, è il modo con cui cisi guarda intorno che modifica le nostre percezioni.Lì, in qualche modo, liberandosi finalmentedelle zavorre di conformismo con cui siamoquotidianamente abituati a relazionarci, si puòvedere, ascoltare, essere noi stessi. Forse è perquesto che c’è il mal d’Africa. Si ama e ci si ama,nonostante i difetti, le manchevolezze, ledisattenzioni, i vestiti sporchi, i capelli arruffatie i corpi sudati. Scusatemi se è poco.E’ il ritorno a casa che può diventare difficile. E’però questo il campo dove ciascuno è costretto amisurarsi. Per vedere se quel mese in Africa l’hafatto crescere un po’ o se è stato solo uno <strong>dei</strong> tantiviaggi all’estero da raccontare agli amici.25


TESTIMONIANZEUN ACQUEDOTTO COME SIMBOLO___________________________a cura di Dario RavazziNegli anni ’70 la missione rappresentavaancora una realtà lontanissima (nonsolo fisicamente) e una Vacanza trascorsain quelle terre era considerata quasi ailimiti dell’avventura. Pur con tutta la disponibilitàe col più ampio senso di carità nei confrontidegli abitanti <strong>dei</strong> Paesi poveri, eravamoconvinti che la nostra vita scorresse su binaricompletamente separati dai loro.Si arrivava “al gruppo” certissimi che la rinascita<strong>dei</strong> cosiddetti “Paesi in via di sviluppo”(qualcuno 1incompreso, cominciava a chiamarli“impoveriti”) dipendesse dalla nostra disponibilitàa “dare qualcosa”. Noi, in definitiva, dopoaver raggiunto un buon livello sociale, culturalee tecnico, ci sentivamo in grado di voltarci eoffrire una mano ai popoli, meno “capaci” dinoi (pensavamo), che non riuscivano ad usciredal pantano del sottosviluppo.Il ’78 tracciò un solco. Dare ciò che ci avanzavanon risolveva niente; occorreva dare quelloche era fondamentale anche per noi. Si cominciavaa scoprire solo allora la reale portata della“Populorum progressio” di Paolo VI.La provvidenziale idea di Nando (don Colombo)di stendere, sotto forma di “principi fondamentali”le linee ispiratrici della nostra azione,ci ha portato a riflettere, e quindi a valorizzaremolti elementi fin da allora considerati poco piùche stereotipi. Una breve poesia di Camus hapoi contribuito ad impreziosire, ai nostri occhi,quell’ ” <strong>Amici</strong>” col quale ci presentiamo; non èamico solo chi aiuta, ma anche, o soprattutto,chi accompagna e si fa carico <strong>dei</strong> problemi altrui,condividendone la fatica.Quel “Rwanda” nel nome, inoltre, si è progressivamentedilatato: “Rwanda”, ora, è ogni luogo,ogni situazione in cui persiste sfruttamento,emarginazione, sottosviluppo. Saremo, d’ora inpoi, amici di tutti i “Rwanda” del mondo.Ecco allora la scelta di lavorare “CON”, e non,com’è più facile, efficientistico e gratificante,lavorare “PER”.Come banco di prova ecco subito un impegnonotevole: l’acquedotto di Musha (una delle sedistoriche del gruppo). Per iniziare a raccogliere ifondi s’infittiscono i “campi di lavoro” (primosistema di autofinanziamento del gruppo), checi hanno portato tra la gente. Si moltiplicanoanche le serate (scuole, oratori, gruppi, ecc.);primi tentativi di quella che, negli anni successivi,diverrà un’attività specifica del gruppo: lasensibilizzazione, che a sua volta, opportunamentecanalizzata e messa a punto, porterà aquell’azione di “Educazione allo Sviluppo” cheora, riconosciuta dalla stessa U.E., costituisceuno <strong>dei</strong> due elementi portanti della cooperazione.In questo campo il nostro organismo agisceall’interno del tessuto sociale che lo circondamediante azioni mirate di formazione econtroinformazione.Siamo partiti, convinti di portare anche, unaventata di cristianesimo: siamo tornati dopoaver scoperto come si vive da cristiani.L’acquedotto di Musha ha costituito il primotentativo di applicare (con alcune difficoltà) inuovi orientamenti cercare di non risolvere iproblemi al posto loro ma, pur assistendo sostenendoconsigliando, lasciar fare a loro le scelte.Ma “l’adduction d’eau” costituisce anche laprima risposta al nuovo impulso di agire là dovesi identificava l’origine <strong>dei</strong> problemi: ACQUAPULITA = SALUTE = VITA.La storia successiva è stata un’escalation: dall’allevamentodel bestiame alla coltivazione (alimentazione),dalla costruzione di dispensari (salute),a quella delle scuole e alla formazione giovanile(educazione), sempre con l’occhio allapossibile creazione di posti di lavoro.Mentre il gruppo stava provando questa nuovaapertura, ci siamo trovati completamentespiazzati: Nando se ne va ,nella parrocchiasalesiana di Bologna. Il senso di disorientamentoe di incapacità ci ha colto tutti alla sprovvista,impreparati. Era finito tutto!E’ stato, invece, un voltar pagina, anzi, un passoavanti.Questo, però, lo abbiamo scoperto dopo.26


TESTIMONIANZEUN PEZZO DI STRADA INSIEME___________________________a cura di Floriana MoscaDiciassette anni fa Santino ed io ci sposavamo iniziando un percorso impegnativo che ci avrebbe condotto allaformazione di una famiglia “transoceanica”. Allora(era il 1982) non lo sapevo, ma una certavocazione extraeuropea già doveva germogliarein me, anzi in noi, se quello stesso anno nonseppi resistere alla tentazione di seguire l’amicoGianmaria ad un Rwandone di primavera chesi teneva a Treviglio, dopo aver visto le suediapo. Ricordo una sala stipata di persone intentea prendere decisioni importanti su progettidi intervento in località remote degli altipianicentrali africani. E giovani (e meno giovani)desiderosi di spendere parte del propriotempo, delle proprie capacità, delle proprieenergie e delle proprie vacanze all’insegna dellagenerosità verso i poveri.Negli anni che seguirono le persone sconosciuteassunsero un nome e un’identità ben precisae le località remote del Rwanda mi divennerofamiliari insieme ai volti <strong>dei</strong> bambini, delle donnee degli uomini che avevo incontrato durantele due esperienze estive a Rilima .Già ... le esperienze estive in Rwanda . . ed orain Brasile, in Argentina: quanto se n’è parlato!Che significato hanno? Perché farle? Come prepararle?Quale impatto possono provocare? . . .I dubbi, le perplessità, le riflessioni scaturite daun’attenta analisi delle relazioni e delle reazionisuscitate hanno fatto crescere nel gruppol’esigenza di maturare una preparazione individualee collettiva di fronte alle moltepliciproblematiche incontrate “nell’andare in Africa”e nel prendere coscienza della realtà ingiustae sconcertante in cui sono costretti a viveretanti nostri fratelli.Le mie esperienze in Rwanda, che risalgono al1983 e al l987, hanno il sapore di un dono specialeche ho ricevuto e attraverso il quale hopotuto sperimentare, nel mio piccolo, le tragedieeconomiche del Sud del mondo, l’umanitàper tanti versi esemplare <strong>dei</strong> più diseredati e laforza dell’amore fraterno e cristiano.Certo, più semplicemente, potrei dire che hannoi volti di Leonard, di Valentine, di Simone, diRose, di padre Minghetti, delle suore spagnole,<strong>dei</strong> malati del dispensario, delle mamme del centronutrizionale, <strong>dei</strong> ragazzi del CERAI, <strong>dei</strong> bambiniricoverati a tre a quattro per lettino perchéPatronage a Musha (Rwanda)27


colpiti dalla dissenteria . . . e di Rino, di Lina, diGianfranco che di Rilima erano e sono i primi<strong>Amici</strong>.Erano anni in cui, per me e per gli amici chegravitano intorno a Milano, l’impegno per ilRwanda significava impegno a favore di Rilima,dell’ospedale prima e del Centro per orfani edhandicappati dopo.E intanto ci si caricava, rinforzando le fila e allargandoil cerchio per far posto a chi desideravaoffrire qualcosa di proprio per la realizzazione<strong>dei</strong> progetti in Africa. Giungeva la decisionedi creare, pur fra qualche difficoltà e disaccordo,una sede degli A.d.R. a Milano e conessa il mio incarico di responsabile.Fu un’iniziativa azzardata, sfortunata?. . . L’esitonon sembrerebbe dare spazio a giudizi conclusivipositivi, che in parte sono veri e riferibilia cause contingenti, ma io un po’ egoisticamentee un po’ ottimisticamente ricordo quel periodocome una ricca occasione di scambiinterpersonali carichi di significato, di approfondimentodialettico <strong>dei</strong> valori che ci tenevanoinsieme e di continui e magari faticosi sforzi persostenere le iniziative del gruppo ,prima fra tuttequella relativa al Progetto per i ragazzi di strada.Sono gli anni dell’andirivieni tra Padova,Treviglio, Bologna, Brescia, <strong>dei</strong> gioiosi incontricon tanti amici vecchi e nuovi e <strong>dei</strong> forti richiamialla coerenza cristiana di don Ferdinando,che non si stancava e non si stanca mai (grazieNando !) di ricordarci “il bene grande d’essereamati da un Padre buono” e il nostro dovere diriversare quest’amore su chi nel mondo ne soffrela mancanza sotto varie forme, anche a causanostra.Poi la decisione di allargare l’impegno di solidarietàad altre realtà e ad altri <strong>Popoli</strong>, la grandetragedia della guerra civile in Rwanda nel ’94,l’arrivo in Italia <strong>dei</strong> piccoli profughi, l’allontanamento“ verso altre strade” da parte di qualcunodi noi . . . .Ed ora eccoci qua: ci ritroviamo idealmente perconsiderare quanta e quale strada abbiamo percorsoin questi 25 anni.E così vorrei approfittare di questa magnificaoccasione per salutare Lina, Pierangela,Gianfranco e Lucina, Gianmaria ed Elisabetta,Pietro e Pia, Bruna, Giuliano e Paola, Enrico ePatrizia, Gino, Franco e Raffaella, Gianmario,Elena, Lorenzo e Sandra, Maurizio e Marita,Michele e Grazia, Anna, Cristina, Luigi eAntonella, Caterina, Simonetta, Rosella, Gianni,Barbara, Katia, Elisabetta, Eugenio, Rossella,Monica, Massimiliano, don Bombardieri e ringraziarlicon tanto affetto per il tempo spesoinsieme.³²³²³²³²²²³²³²³²³Non si sale su un albero con unamano sola(Proverbio pangue - Africa)³²³²³²³²²²³²³²³²³Donna rwandese con il suo bimbo28


TESTIMONIANZEL’attività di questi anni ha richiesto, da partedi chi ha sostenuto la sede dal giorno della sua formazione, una forte dose di fiducianei principi che muovono tutta l’attivitàdegli <strong>Amici</strong> <strong>dei</strong> <strong>Popoli</strong> in Italia. Questo perchéper lungo tempo (e tuttora) manca il sostegnodel “gruppo”; è vero, la voce degli amici di Bologna,Padova, Treviglio è sempre stata rassicurantee ci ha fatto sentire sempre parte di ungrande gruppo di persone animate dagli stessiideali, ma i momenti in cui sentirsi scoraggiati,quelli, non sono mancati.Ada, Gino, Franca, Saverio, Caterina e più recentementeTonio, Marcello, Nicola, Teresa hannoa turno o insieme aiutato il sottoscritto a superarequei momenti in cui l’obiettivo sembravatroppo difficile da raggiungere con le nostreforze... e siamo ancora qui.Sempre accesa la memoria del viaggio in Burundie l’emozione per chi, grazie al nostro incontro,riesce a ripetere una tale esperienza. Sempre divertentel’idea di metter su una festa per coglierel’occasione per parlare ai nostri amici e a chinon ci conosce, <strong>dei</strong> nostri progetti e chiedere disostenerli. Sempre pronti al sacrificio della riunionealle nove di sera (alla fine di una giornatadi lavoro, di bambini...etc.) per raccogliere ilconsuntivo e gli accordi su una iniziativa daDALLA SEDE DI ALTAMURA___________________________a cura di Raffaele <strong>Popoli</strong>ziorealizzare. Tutto questo mantiene viva la spintaa continuare per la nostra strada; tutte le personeincontrate in Africa o in Italia mantengonovivo il desiderio di trasmettere agli altri l’emozionedella... solidarietà.Un pensiero che ho voglia di comunicare attraversoquesto mio piccolo contributo è quello dellapiacevole sensazione provata in questi ultimidue anni, da quando cioè è presente il nostrosito su Internet: varie persone della nostra provinciae di provincie vicine, come Matera e Foggia,ci hanno contattato per sapere di più dellanostra O.N.G. e delle esperienze estive. Questoci ha dato la misura della nostra presenza alSUD e, per molti versi, dell’unicità di un’associazionecome la nostra, tra le poche a proporreun’esperienza di gruppo per un mese in unPaese in via di sviluppo.Purtroppo spesso non siamo riusciti a dare seguitoa queste richieste, e ce ne rammarichiamo;nonostante tutto continuiamo a lavorareper mantenere in vita questo piccolo riferimento“da Bologna in giù” che siamo stati in tutti questianni.Un saluto calorosissimo a tutti gli“amici” degli <strong>Amici</strong> <strong>dei</strong> <strong>Popoli</strong>.Stand <strong>Amici</strong> <strong>dei</strong> <strong>Popoli</strong> alla Fiera del Levante (BA)29


TESTIMONIANZEL’esperienza che stiamo conducendo conalcune classi di 14/15 -enni del Liceo diMatera è per noi ogni volta occasione digioia e di crescita. La loro sensibilità li guida e liaiuta a comprendere situazioni che spesso è difficilepoter immaginare.Non sono solo emozioni suscitate da un raccontoo da un incontro che si spengono non appenaun’altra occasione prende il loro posto. Questeemozioni diventano ragione e si traducono negliimpegni concreti della quotidianità di ragazzigiovanissimi che prendono coscienza del lororuolo importante nella società dell’oggi e deldomani.Noi, <strong>Amici</strong> <strong>dei</strong> <strong>Popoli</strong>, abbiamo una grossa responsabilitànei loro confronti, non dimentichiamolo.FORZA RAGAZZI!LARGO AI GIOVANISSIMI___________________________a cura di Ada De Stefano e Marina CalculliPER UNA SOLIDARIETÀ PIÙCONCRETACarta di Peters o carta di Mercatore?Sulla scia di questo fantomatico enigma e sottola validissima guida della nostra affezionata“amica <strong>dei</strong> popoli” Ada De Stefano, è cominciato,l’anno scorso, il nostro iter per un’educazionealla mondialità alla ricerca di una solidarietàconcreta e costruttiva. Se all’inizio ci è sembratoun gioco o un’impresa ben più ardua èdifficile dirlo, certo è che, incantato nella dimensionecomunitaria creata da noi ragazzi e abbracciatodalla solerte coordinazione dellaprof.ssa Antonella Forlenza e della prof.ssaPaola Colella, il progetto è diventato qualcosadi concreto, oggi è vivo e non ha nessuna intenzionedi sfaldarsi.L’evento che poi ha coronato le nostre operoseiniziative e che ha fatto esplodere il nostro entusiasmoè stato l’incontro con una personamolto speciale, Padre Hermann, missionarioprofondamente immerso nella realtà rwandese,con i suoi ragazzi, giovani sfuggiti alla fame, aimassacri <strong>dei</strong> loro paesi; uno spaccato di una tristee difficile quotidianità, in cui si lotta per vivere,in cui nulla è dovuto e tutto è perso. Toccarecon mano la disperazione ci ha inquadratiin un gioco, ben differente da quello che ognunodi noi aveva ipotizzato, in cui il nostro ruolonon era più quello di fare semplice solidarietà,spesso non concreta ed effimera, ma quello disensibilizzare una società indifferente, ignoranteed estranea alla realtà del globo. Affisse dunquele cartine di Peters sui muri della scuola e ... dellamente, siamo partiti con una nuova concezionedel mondo e <strong>dei</strong> suoi popoli, colorando ilnostro spazio entro ed oltre i confini della comunitàscolastica di iniziative solidali - quali leadozioni a distanza e l’allestimento di “banchiper la solidarietà” - accompagnate da una fortee mirata opera di sensibilizzazione comune.Nel mondo dell’indifferenza non è facile farsisentire ma, da veri ardimentosi “<strong>Amici</strong> <strong>dei</strong> <strong>Popoli</strong>”,sulla scia di chi ci ha insegnato a nonuniformarci con l’apatia generale, cercheremodi trasmettere le nostre idee.Un grazie parti colare ad Ada De Stefano, a PadreHermann e ai suoi ragazzi, nostri costantipunti di riferimento, e a tutti gli <strong>Amici</strong> <strong>dei</strong> <strong>Popoli</strong>un sorridente arrivederci, speriamo in unmondo più giusto ed equilibrato!Marina Calculli V B Liceo Classico - MateraRagazzo rwandese che trasporta l’acqua per la famiglia30


PROGETTIELENCO DEI PROGETTI REALIZZATIA) PROGRAMMA DlSVILUPPO INTEGRATOSOCIO-EDUCATIVOSANITARIO NEI COMU-NI DI GIKORO EBICIUMBI.Il nostro organismo promuoveun interventoplurisettoriale di appoggioalle istituzioni locali(in particolare, i Comunidi Gikoro e Biciumbi ela Parrocchia di Musha),rivolto:- alla realizzazione distrutture di pubblica utilità(attualmente gestitedalle controparti locali);- alla formazione dellapopolazione, in particolaredella fascia giovanile;- al sostegno <strong>dei</strong> centrisanitari di base, con lapresenza di personalemedico specializzato edinfermieristico e la fornitura di farmaci e dimateriale sanitario.1) Acquedotto di Musha (1978) - CofinanziatoCCE.Costo complessivo L. 200.000 000.2) Acquedotto di Duha (1980) - CofinanziatoCCE.Costo complessivo L. 76.555.600.3) Mulino per cereali, Musha (1982) -Cofinanziato CCE.Costo complessivo L. 17.940.000.4) Centro Nutrizionale di Musha (1983) -Cofinanziato CCE.Costo complessivo L. 151.000 000.5) Centro Sanitario di Rubona (1984) -Cofinanziato CCE.___________________________a cura della sede di Treviglio e Gianfranco RielloQui di seguito, in sintesi, vengono illustrati i principali progetti realizzati dall’ONG .Acquedotto di MushaCosto complessivo L.335.702.060.6) Atelier-Foyer perragazze a Musha(1985) - CofinanziatoAmbasciata USA.Costo complessivo L.40.000.000.7) Centro sociale aJanjagiro (1987) - A caricototale dell’organismoe della controparteCosto complessivo L.120.000.000.8) Acquedotto diNyagasambu (1987) -Cofinanziato CCE.Costo complessivo L.140.000.000.9) Sala polivalentedi Nyamatete (1987) -Cofinanziato CCE.Costo complessivo L.283.776 000.10) Interventi di animazionee formazione giovanile:Musha, Janjagiro (Comune di Gikoro);Kigarama, Nyamatete (Comune di Biciumbi) -Cofinanziamento CCE (1982/1987/1988/1989).Tali interventi sono stati realizzati annualmentedal 1982 al 1994 con la presenza di animatoriformati e coordinati da operatori dell’organismoin breve missione. Settori di intervento:- attività di promozione femminile (taglio e cucito,economia domestica, igiene e alimentazione);- stages di avviamento tecnico-professionale(idraulica, elettricistica, meccanica, carpenteriametallica);- attività formative e ricreative per ragazzi (igienepersonale e ambientale, alimentazione, atti-31


vità manuali e pratiche).11) Interventi a sostegno delle strutture sanitariedi base (1978-1989).In appoggio ai Centri di sanità della zona, l’organismoha inviato per missioni di breve periodopersonale medico specialistico e infermieriche, operano a fianco degli operatori sanitarilocali, hanno contribuito alla loro formazioneprofessionale.12) Elettrificazione del Centro Amministrativodel Comune e delle Stazioni dì pompaggio dell’acquedotto(1993) - Cofinanziamento CCE.Costo complessivo L. 685.717.160.13) Elettrificazione della stazione di pompaggiodi Byimana e Centro di Sanità di Rubona (1993)- Cofinanziato CCE .Costo complessivo L. 815.717.490.B) PROGRAMMA DI SVILUPPO INTEGRATOSOCIO-EDUCATIVO-SANITARIO NELLA LO-CALITÀ Dl MUGOMBWA (Comune diMuganza).Anche in questa zona, il nostro organismo hapromosso da alcuni anni un programmaplurisettoriale in appoggio alle istituzioni locali(Comune di Muganza e Parrocchia diMugombwa).1) Silos per lo stoccaggio di cereali - Mugombwa(1988) - Cofinanziato CCE.Costo complessivo L. 67.311.000.2) Centro di formazione permanente -Mugombwa (1988) - Cofinanziato CCE.Costo complessivo L. 537.689.000.3) Interventi di animazione e formazione giovanile.Analogamente al progetto di cui al punto A), apartire dal 1986 sono stati realizzati annualmenteinterventi con la presenza di animatorilocali formati e coordinati da operatori dell’organismoin breve missione.Settore di intervento:- attività di promozione femminile (taglio e cucito,economia domestica, igiene e alimentazione);- attività formativo-ricreative per ragazzi (igienepersonale e ambientale, alimentazione, attivitàmanuali e pratiche).4)Interventi a sostegno del Centre de Santé diMugombwa (1986-1989).In appoggio al Centro di Sanità della zona, l’organismoha inviato per missioni in breve periodopersonale medico e un’ostetrica (stages di 3mesi negli anni ’88 e ’89) che operando a fiancodegli operatori sanitari locali, hanno contribuitoalla loro formazione professionale.5)Interventi di ampliamento e completamentodell’Orfanotrofio di Nyanza (1990-91-92) -Cofinanziato CCE con “Donazione globale”.Costo complessivo L. 86.241.103.In appoggio alle attività dell’Orfanotrofio si èprovveduto alla costruzione di una casa-dormitorio,del blocco sanitari (docce e wc) e allafornitura di macchine per falegnameria.C) PROGRAMMA Dl SOSTEGNO AL “CENTREDES JEUNES” DI GATENGA GESTITO DAI PA-DRI SALESIANI.1) Costruzione e gestione per 3 anni del “Centrodi Accoglienza per i giovani di strada” (1988-93) – Cofinanziato CCE.Costo complessivo L. 476.360.000.2) Interventi di animazione e formazione giovanile.Iniziative analoghe a quelle già illustrate (a partiredal 1986).D) INTERVENTI DI SOSTEGNO AL C.E.R.A.I.(Centro di Educazione Rurale e Artigiana Integrata)E ALLA PARROCCHIA DI NYAMATA (Comunedi Kanzenze).1) Lavori di manutenzione ai locali esistenti erealizzazione di un magazzino e di cisterne perla raccolta di acqua piovana - Cofinanziato CCE/ Caritas Italiana.Costo complessivo L. 65.503.000.2) Interventi di animazione e formazione giovanile.Iniziative analoghe a quelle già illustrate a partiredal 1986.E) PROGRAMMA Dl INTERVENTO SANITARIONELLE LOCALITÀ Dl RWAMAGANA EMUNYAGA (prefettura di Kibungo) (1983-1985).1)Realizzazione dell’Ospedale Padre Tiziano diMunyaga.32


Costo complessivo L. 599.937.000.2)Interventi di chirurgia oculistica pressol’Ospedale di Rwamagana (1987-89).Realizzati con la presenza di equipes specializzatein missioni di breve periodo per:- depistage oculistico di base,- operazioni di cataratte congenite, senili e patologiche.A totale carico dell’organismoCosto complessivo L. 85.000.000 ca. per anno.3)Costruzione e gestione per 2 anni di un pensionatoper ragazze a Rwamagana (1991) -Cofinanziato CCE.Costo complessivo L. 735.283.800.F) REALIZZAZIONE DEL CENTRO PER ORFA-NI E HANDICAPPATI Dl RILIMA (Comune diGashora) - Cofinanziato CCE.Costo complessivo L. 608.421.000G) PROGETTO M.A.E. - Programma di animazione,addestramento e avviamento al lavoro <strong>dei</strong>giovani nei settori dell’agro-zootecnia e delleattività artigianali (N. prot. MAE: 1058/ADR/RU del 24.05.89).In corso di realizzazione nelle località diGATENGA - MUSHA e VALLE GAHOCO, bloccatodalla recrudescenza della guerra, riprenderàpresto per il suo completamento.Progetto Abadacogora per i ragazzi di strada di KigaliH) ALTRI PROGETTI1)Mulino per Orphelinat Memorial Gisimba(1981).Costo L. 5.000.000.2)Costruzione di un Centro Nutrizionale eDispensario a Nemba (1983) - CofinanziatoCaritas Italiana.Costo complessivo L. 32.000.000.3)Costruzione di una Sala Polivalente aCyahinda - Comune di Butare (1987)-Cofinanziato CCE.Costo complessivo L. 219.795.000.4) Costruzione e gestione per 2 anni di unaScuola Elementare ad Adami Tullo - Showa -Etiopia (1988) - Cofinanziato CCE.Costo complessivo L. 670.060.000.5) Intervento di chirurgia oculistica pressol’Ospedale di Kikwit - Zaire.Realizzato nel corso delle estati ’90 e ’91, è costituitoin operazioni di cataratte, interventi varidi microchirurgia oculistica, dépistage oculisticodi base, ha permesso di approfondire e aggiornarele conoscenze del personale medico locale.Costo medio per ognuno <strong>dei</strong> due interventi L.40.000.000.1994RWANDA – Gatenga - “Programma di anima-33


zione, addestramento e avviamento al lavoro <strong>dei</strong>giovani nel settore del’agricolatura-zootecnia edelle attività artigianali” Prosegue il progetto“M.A.E.”, è interrotto nel mese di aprile ’94 acausa dello scoppio della guerra civile.RWANDA – “ I déplacès de guerre” - In collaborazionecon la F.O.C.S.I.V. e con altri 6 o.n.g.operanti in Rwanda, con il sostegno della ConferenzaEpiscopale Italiana, continua l’interventoin favore delle migliaia di persone che, persfuggire alla guerra scoppiata nel 1990 al norddel Rwanda, si erano ammassate in campi persfollati siti in zone meno pericolose. Il progettoha visto la formazione di piccole equipes di animatoriper gestire interventi nel settore igienico-sanitarioe nel settore educativo-formativo.Iniziato nel novembre del 1993 con la presenzadi Don Luigi Consonni in funzione di coordinatore,il progetto si è interrotto nel mese diaprile ’94 a causa dello scoppio della guerra civile.RWANDA – Rwamagana – “Costruzione e arredamentodi una Casa della Giovane” già costruitadal gruppo, viene arredata per consentirnel’uso per 80 ragazze disagiate.RWANDA – Biciumbi – “Elettrificazione dellaDistruzioni della guerra in Rwandastazione di pompaggio di Byimana” interrottonel mese di aprile ’94 a causa dello scoppio dellaguerra civile.RWANDA – Gikoro – “Elettrificazione del CentroAmministrativo del Comune e delle stazionidi pompaggio dell’acquedotto” interrotto nelmese di aprile ’94 a causa dello scoppio dellaguerra civile.RWANDA - Nyanza – “Intervento a favore <strong>dei</strong>bambini rwandesi non accompagnati, ospiti dell’orfanotrofio”.L’esigenza di questo interventoè nata dalla situazione di drammatica emergenzavenutasi a creare a partire dal 6 aprile ‘94.La nostra o.n.g. ha attivamente collaborato alsostegno dell’orfanotrofio di Nyanza tramite l’inviodi personale sanitario e materiale sanitario,l’approvvigionamento di viveri e di generi diprima necessità.TANZANIA - Ngara – “Intervento a favore <strong>dei</strong>rifugiati rwandesi nel campo di Lumasi”.In conseguenza della ripresa violentissima dellaguerra in Rwanda, milioni di rwandesi si rifugianonei campi profughi della Tanzania, delBurundi e dello Zaire. Lo scopo del nostro interventoè quello di sostenere i ragazzi 12/18anni, costretti ad una condizione di inattività34


totale e facile oggetto di reclutamento da partedegli estremisti. Vengono creati centri giovanili(tettoie di legno coperte con canne e nylon) conattività di alfabetizzazione, prevenzione AIDS,attività di artigianato, attività di gruppo di educazionealla pace.1995RWANDA - Nyanza – “Intervento a favore <strong>dei</strong>bambini non accompagnati ospiti dell’orfanotrofio”.Continua l’invio di volontari, viveri emateriale sanitario.TANZANIA - Ngara – “Intervento a favore <strong>dei</strong>rifugiati rwandesi nel campo di Lumasi”. Continuain Tanzania questo progetto “educativoculturale”.I settori di intervento sono:alfabetizzazione, corsi di lingua, taglio e cucito,disegno, ceramica, pittura, scultura, gestione diuna biblioteca. Il nostro lavoro consiste nel seguiree coordinare la formazione permanentedegli animatori.Campo profughi: file per la distribuzione del cibo.TANZANIA - Campi di Benaco, Musuhura,Lumasi, Lukole, Chabalissa – “Intervento di sostegnoper i profughi”. In collaborazione con laC.E.I. si dà aiuto fornendo utensili necessari allavita quotidiana come pentole ,coperte, teli di plasticaper ripararsi dalla pioggia, abiti e alimenti.Sono state acquistate 8 tende utilizzate comeluoghi di preghiera e sono state costruite unasala riunioni e due uffici. Sostenuto un gruppodi ragazze che confeziona vestiti per i casi piùbisognosi. E’ stato inoltre istituito un fondo dicarità per orfani, vedove, handicappati ed anzianisoli.RWANDA - Nyanza – “Costruzione di cisterneper acqua” per l’orfanotrofio <strong>dei</strong> PadriRogazionisti.RWANDA - Gatenga- “Riabilitazione del “Centredes Jeunes”. Ripristino delle strutture danneggiatedalla guerra.RWANDA - Mugombwa- “Costruzione di cisterneper acqua per il Centre de Santè e interventosanitario”.BRASILE – AMAZONAS - Humaità – “Acquistoed invio di attrezzature per il “Centro do menor”.BURKINA FASO - Goundi-Koudougou – “Costruzionedi un serbatoio d’acqua e perforazionedi un pozzo” per il “Centro Oasis J.Bosco“.URUGUAY - Sarandi del YI – “Progetto dielettrificazione rurale” per il “Instituto Paiva35


Irisarri”.ARGENTINA - Buenos Aires- Sostegno agli“Hogares Don Bosco” “Para los chicos de la calle”.ARGENTINA - Tucum«n – “Progetto di formazionein apicoltura e produzione di miele e polline”.ALBANIA - Tirana – “Realizzazione di prefabbricatiper corsi di formazione professionale”.ZAIRE - Ngangi – “Costruzione di un laboratoriodi falegnameria”.RWANDA - Nyarutarama - Kigali – “Acquistoattrezzature per i laboratori Groupe scolaire desAnciens de Don Bosco”.KENYA - Embu – “Invio attrezzature per formazioneoperai edili”.1996TANZANIA - Ngara – “Intervento a favore <strong>dei</strong>rifugiati rwandesi nel campo di Lumasi”. Continuain Tanzania questo progetto fino al rientroforzato <strong>dei</strong> profughi in Rwanda il 31-12-1996.RWANDA - Gatenga –“Riabilitazione struttureed attività educative e formative sui temi dellapace” al “Centre des Jeunes”.RWANDA - Gatare –“Manutenzione edifici,attività di animazione dell’orfanotrofio, collaborazionealla conduzione del Centro di Santè”con l’invio di materiale e personale paramedicoal Centro di sanità e Orfanotrofio.1997VIETNAM – Xuan Hiep – “Formazione professionaleed avviamento al lavoro <strong>dei</strong> giovani”.Sono costruiti gli edifici per la formazione <strong>dei</strong>giovani delle fasce più povere ed iniziati i corsiprofessionali.URUGUAY – Montevideo – “Centro di accoglienzae formazione professionale per i ragazzidi strada” – Progetto “TACURU’”. Questo intervento,realizzato in collaborazione con laCaritas Italiana, vuole dare un contributo aldrammatico fenomeno <strong>dei</strong> “ragazzi di strada”che è in forte espansione. Si iniziano gli edificiper la formazione <strong>dei</strong> giovani delle fasce piùpovere ed i corsi professionali e di animazioneRagazzi del progetto “Tacurù” a Montevideo (Uruguay)36


sociale.RWANDA - Gatenga. “Centre des Jeunes”. Continuanole attività educative, di animazione eformative sul tema della pace. Dal mese di ottobreAgostino Cavallo (nostro volontario) haattuato, in collaborazione con gli animatori delCentro, un progetto di pianificazione ambientale,per sfruttare pienamente il terreno e valorizzarele risorse disponibili utilizzandole inmaniera più efficiente.RWANDA - Gatare – “ Collaborazione con Centrodi Santè e Orfanotrofio”. Continua con ilsostegno alle attività del Centro con l’acquistodi farmaci e contributi per il pagamento del personalelocale.RWANDA -Nyarurema - Progetto “AmÍzero”(speranza). Questo progetto, in collaborazionecon Caritas Italiana, inizia nel Nord del Rwanda,zona di Nyarurema, per le popolazioni rientratedai campi profughi. L’obiettivo è di stimolarela capacità di autosviluppo e di piccolaimprenditoria <strong>dei</strong> diversi membri <strong>dei</strong> gruppi dibase e delle associazioni che si sono costituite.Inizia nel settembre con Loredana Sabatucci eGabriella Furlan, è costituito da tanti micro-progetti:- Borse di studio per 40 giovani,- Panificio,- Piccolo commercio,- Produzione cesti,- Allevamento capre, montoni, mucche e polli,- Commercio ambulante,- Costruzione magazzini,- Educazione alla pace e alla riconciliazione“Colomba di Noè”,- Corso di formazione all’educazione alimentare,- Acquisto di sementi da dare a credito.1998VIETNAM – Xuan Hiep – “Formazione professionaleed avviamento al lavoro <strong>dei</strong> giovani”.Continuano i corsi professionali: informatica,segretaria d’azienda, sartoria, ricamo edelettricistica.Questo ultimo intervento, realizzato in collaborazionecon la Caritas Italiana, ha avuto comefinalità la formazione di operatori professionaliin grado di affrontare installazioni diimpiantistica civile ed industriale e di riparazionedi macchine elettriche.Ragazze <strong>dei</strong> corsi di sartoria a Xuan Hiep (Vietnam)37


URUGUAY – Montevideo – “Centro di accoglienzae formazione professionale per i ragazzidi strada” – Progetto “TACURU’. Finiti gli edifici,si è strutturato un corso intensivo di idraulicaper 24 ragazzi di strada, con la finalità dicreare operatori professionali in grado di affrontareinstallazioni e riparazioni idrauliche.URUGUAY - Montevideo – “Progetto a favore<strong>dei</strong> giovani in difficoltà”. Formazione <strong>dei</strong>formatori.Questo intervento, realizzato in collaborazionecon la C.E.I. ha come finalità, la formazione dioperatori locali, attraverso stages e corsi diapprofondimento delle tecniche educative e professionali.Sono stati realizzati laboratori avanzatidi perfezionamento professionale per gliinsegnanti in muratura, installazioni elettriche,idraulica ,falegnameria, taglio e cucito.RWANDA - Gatenga – “Centre des Jeunes”. Riabilitazionestrutture ed attività educative eformative sui temi della pace.RWANDA -Nyarurema - Progetto “AmÍzero”.Questo progetto, in collaborazione con CaritasItaliana, è in piena esplicazione. Si sviluppa nelNord del Rwanda, zona di Nyarurema. La finalitàdel progetto è quella di favorire le personeProgetto Amìzero (Rwanda) - Fabbricazione candeleche si sono associate, a prescindere dalle barriereetniche, allo scopo di aiutarsi reciprocamente,lavorando insieme, ricucendo questa retedi solidarietà spezzata. Partono, come volontari,Gabriella Furlan ed Agostino Cavallo diVicenza, Giulio Baraldi e Lorenza Soffritti di Bolognaed attualmente Domenico Castellani eMaria Volpini con il piccolo Angelo di Padova.Progetto Amìzero (Rwanda) - studenti con borse di studio38


SEGNALIAMOAPPARTENENZA___________________________a cura di Augusto BonaiutiUn articolo per il <strong>numero</strong> di Unsolomondodel Congresso.Secondo tale richiesta mi sono apprestato,in estremo ritardo, a scrivere alcune righesull’attività di <strong>Amici</strong> <strong>dei</strong> <strong>Popoli</strong> ed ho scelto, comeangolo di osservazione, per esprimere alcuneidee, la segreteria operativa dell’organismo; realtàche “dovrei conoscere” in quanto, dal settembre1997, lì lavoro, curando (per quanto miè possibile) il coordinamento dell’ufficio tra progetti,attività in Italia, rapporti con le contropartie con i volontari all’estero e in formazione.Attualmente <strong>Amici</strong> <strong>dei</strong> <strong>Popoli</strong> operano in Centroe Sud America (Rep. Dominicana, Uruguayed Argentina), nell’area <strong>dei</strong> Grandi Laghi Africani(Rwanda, Repubblica Democratica delCongo , Burundi e prossimamente in Tanzania)ed in Vietnam nel sud est asiatico.Durante il 1998 per missioni di verifica edesplorative ho avuto il singolare privilegio divisitare tutti i progetti sopraccitati e, al ritorno,l’unica nota di profondo rammarico è chetali interventi, sono poco vissuti dalla base delgruppo. La cosa che mi provoca molto dispiacereè sentire anche soci di <strong>Amici</strong> <strong>dei</strong> <strong>Popoli</strong>dire: “Ma oltre al Rwanda, dove avete progetti?”. “ Dove abbiamo progetti ! ” rispondoprontamente “Non siamo più solo <strong>Amici</strong> delRwanda, siamo <strong>Amici</strong> <strong>dei</strong> <strong>Popoli</strong>”.E’ comprensibile che molti di noi siano legati alpaese delle mille colline, ma la storia di moltidimenticati della terra ci ha portato a conoscereanche altre realtà oltre a quella africana e daqueste ultime abbiamo imparato moltissimo,soprattutto in ambito educativo.Non posso far altro che pensare che si debbafar molto di più sul piano dell’appartenenza adun gruppo vitale ed in costante movimento.Appartenenza non è, ovviamente, solo attività,efficienza, che spesso sfocia in efficientismo,appartenenza è anche capire che si deve lavorarenon tanto per gli altri, ma con gli altri affinchési possa concretizzare, nelle vita di ognisocio di AdP, il motto scelto da Don Milani: “Icare” (Mi interessa), quindi interessiamoci, informiamoci,controinformiamo, divulghiamo esosteniamo i nostri progetti che si rivolgono,soprattutto, a ragazzi e ragazze di strada, personeche, anche camminando con noi, possonocostruirsi un futuro.A tal fine, ricordo che nei mesi autunnali riprenderemouna campagna soci che vuol coinvolgereanche coloro che, da un po’, ci domandanodove abbiamo progetti...Centro obispo Colombres a S. Miguel de Tucumàn (Argentina) - Officine per i corsi professionali39


SEGNALIAMOC’E CHI HA GIOCATO UNA PARTE DELLA PROPRIAVITA___________________________a cura della sede di Treviglio, Segreteria operativa e Paola MarianiLa storia del nostro gruppo è una storia di persone, “tante storie che hanno incrociato il nostro cammino”,tante storie con gli sviluppi più imprevedibili, almeno per noi, . . . non per Chi tutto vede e sa.Speriamo sempre che l’incontro con noi e/o con le persone del sud del mondo, sia una tappa perintraprendere una maturazione che porti ad un forte impegno di volontariato, anche in ambiti diversi.Un saluto a tanti, tanti amici:ËÌËÌËËÌËÌËËÌËÌËËÌËÌËËÌËÌËËÌËÌËVOLONTARI A LUNGO TERMINE con gli AMI-CI DEI POPOLI:Acquaroli Guido e Anne Marie ChiesaRWANDABaraldi Giulio e Lorenza Soffritti RWANDABerlendis RinoRWANDABrusaferri Roberta RWANDA-TANZANIACastellani Domenico e Maria VolpiniRWANDACavallo AgostinoRWANDACernuschi Marco e MarinellaRWANDA-TANZANIACodeluppi AntonioRWANDAColonna Giandomenico RWANDA-ZAIREConsonni don Luigi RWANDA-TANZANIADe Tomas Mario e Lorenzina FontanaRWANDAFantini ClaudioRWANDAFurlan GabriellaRWANDAGabbiadini GiovitaRWANDAGalligani GermanoRWANDAPanigada LinaRWANDAPelosi VincenzoRWANDAPerico FiorenzoRWANDASabbatucci Loredana TANZANIA-RWANDASecchia FeliceRWANDAZanatta Davide e Nicoletta De LissandriRWANDACarminati ErminioRWANDACurnis ItaloRWANDAFabbri Maria Vittoria TANZANIAGalli GiovanniRWANDAGritti AlfredoRWANDAGritti MarioRWANDAMaracani PaoloRWANDANuzzi MaraT ANZANIASartirani AttilioRWANDASiragusa Paola.T ANZANIASiamo orgogliosi delle scelte <strong>dei</strong> VOLONTARI ALUNGO TERMINE con ALTRI ORGANISMI:Biondo SandraBRASILECastelli AngelaEX-ZAIREColombo DanieleEX-ZAIRECostalunga DanieleBURUNDIGalli Giovanni RWANDA-UGANDAGoisis Bruno e Daniela Plebani M A L IMartinelli MiriamSOMALIA-ETIOPIA-GIBUTIMarcarini VittoriaRWANDAMorganti Patrizia T ANZANIAParigi EnricoM A L IRebeschini AlbertoKENIASanti CristianE C U ADORSartirani Attilio e Lorenza Bianchi KENIATassoni MonicaCAMEROUNValvassori Adolfo E C U ADORDa Aggiungere i preziosissimi VOLONTARI PERBREVI PERIODI:Berizzi GiulianoRWANDACarminati AntonioRWANDAQualcuno ha maturato scelte ancor più impegnative,sono diventati RELIGIOSI:Colonna don Saverio,40


Melandri Silvia,Raspanti Rossella,Scramoncin Alessia.Qualcun altro ci ha lasciati con il ricordo delsuo impegno e della sua testimonianza, sonoTORNATI AL PADRE:Brovia Laura,Canevisio Luisa,Cortinovis Giulio,Croyman Padre Herman,Gramola Aida,Guglielmi Padre Tiziano,Guglielmi Padre Luigi,Leonardi Eugenio,Locatelli Antonia,Ntamitalizo Padre Jacques,Padre Manolo,Perico Fiorenzo,Principessa Therese,Sanità don Gabriele,Secchia Felice,Valmajo Padre Joachim,Zanardi Nshimirimana Roger.Dalle parole di Padre Tiziano Guglielmi: “Davveroci occorre tanta fede per credere che le viedel Signore non sono le nostre. . . Ci aiuti lo SpiritoSanto a saper cogliere veramente l’essenzialee convincerci che la Missione èinnanzitutto opera del Padre”.Abbiamo fatto anche incontrare molte personeche poi hanno scelto di sposarsi, sono nate molteFAMIGLIE “INTERREGIONALI”:- Bertoncelli Claudio di Bologna e Danelli Cristinadi Treviglio,- Brambilla Marco di Treviglio e Nanni Monicadi Bologna,- Codeluppi Antonio di Reggio Emilia ed Euxodiedel Rwanda,- Guidi Andrea di Bologna e Dolfus Cristina diFirenze,- Marchetti Lorenzo di Bologna e Bosoni Alessandradi Milano,- Milani Michele di Bologna e Ida Miccoli di Padova,- Muyumba Koya dell’ex-Zaire e FedericaMartin di Padova,- Sartirani Attilio di Treviglio e Bianchi Lorenzadi Bologna,- Sudano Giuseppe di Bologna e Resmini Miriamdi Treviglio,- Zucchinali Giancarlo di Treviglio e GasperiniLicia di Bologna.Tantissime le unioni all’interno dellastessa sede di gruppo, tantissimi i bambiniche speriamo siano in futuro, ancorpiù di noi, “<strong>Amici</strong> <strong>dei</strong> <strong>Popoli</strong>”.ËÌËÌËËÌËÌËËÌËÌËËÌËÌËËÌËÌËËÌËÌËAnche se la menzogna parte dibuon mattino e la verità solo versosera, la verità raggiungerà lamenzogna.(Proverbio Peul - Africa)Don Gabriele SanitàËÌËÌËËÌËÌËËÌËÌËËÌËÌËËÌËÌËËÌËÌË41


CAMPAGNEIl nostro ONG è formato da persone che offronoil loro lavoro di volontariato per ortareavanti vari progetti, principalmente di tipoeducativo. Quasi tutti coloro che vi lavorano,si sono recati in questi paesi, offrendo lapropria professionalità, ma anche solo lapossibilità di fare amicizia, allacciando legamiche continuano da molto tempo.IL NOSTRO OBIETTIVOPRIMARIO E’Dare la possibilità a molti ragazzi egiovani, di poter avere <strong>dei</strong> progettiper il futuro,Di pensare al proprio domani,Di vedere una via d’uscita allasituazione di precarietà edemarginazione in cui si trovano.SE ANCHE TU- Pensi che l’indifferenza possa essere pericolosaquanto la malvagità,- Credi che si debba lottare per la giustizia,che si debba essere operatori di pace,- Reputi di poter condividere parte del tuodenaro con chi deve continuamente lottareper sopravvivere,- Non hai paura di essere chiamato in causadalla sofferenza degli altri, perché temiche la tua impossibilità a cambiare le cosepossa sopraffarti,- Desideri capire, essere informato, saperecosa c’è dietro le informazioni superficialidate dai mass-media,Non smarrirti pensando chepuoi fare pocoQuesti ragazzi non sono volti indistinti,ma individualità ben precise e ciascuno coltivasogni ed ha in sé potenzialità che potrebberocontribuire allo sviluppo del propriopaese e, perché no? Anche del nostro.stiamo promuovendo unacampagna di sostegno a distanza,nel percorso scolastico e diformazione professionale, per molti giovani dipaesi in via di sviluppo.Il tuo contributo, piccolo o sostanzioso, ciaiuterà a portare avanti il nostro lavoro, masarà soprattutto il rispetto con cui noi, tu,altri, ci accosteremo alla vita di questi giovaniche potrà portarli a ritrovare una dignitàdi sé che per molti è perduta.Attualmente gli AMICI DEI POPOLI stannoattuando progetti di sviluppo umano in varielocalità, dove é possibile partecipare al programmadi sostegno aderendo a una delleproposte descritte nella pagina a fianco.42


AFRICARWANDA- nel centro <strong>dei</strong> Giovani di Gatenga, a Kigali;- Gatare, Mugombwa, Nyanza: assistenza sanitaria esostegno orfanotrofi;- Regione del Mutara, Progetto Amìzero;- Rango-Butare, Centro giovanile;BURUNDI: Bujumbura - progetto sociale di avviamentoal lavoro per ragazzi e ragazze;REP. DEM. CONGO: Lubumbashi – accoglienza,recupero,formazione ragazzi di strada.Sostegno di un ragazzo per 1 anno (Assistenza di base:sostegno alimentare, igienico-sanitario) £. 400.000Sostegno alfabetizzazione ragazzo 1 anno (Assist. dibase, scolariz.) £. 500.000Sostegno formazione ragazzo per 1 anno(Scolarizzazione e convitto) £. 600.000Sostegno formazione professionale ragazzo 1 anno(Formaz. Profes., convitto, avviamento al lavoro)£. 800.000SUD AMERICAARGENTINA: San Miguel de Tucumàn - Centro socioeducativo per il barrio Chanarito;URUGUAY: Montevideo - Progetto Tacurù: per ragazzee ragazzi zona Saravia percorsi sociali, educativi,avviamento al lavoro.Sostegno di un ragazzo un anno (Assistenza di base:sostegno alimentare, igienico-sanitario) £. 600.000Sostegno alfabetizzazione ragazzo 1 anno (Assist. dibase, scolariz.) £. 750.000Sostegno formazione ragazzo per un anno(Scolarizzazione convitto) £. 900.000Sostegno formaz. Professionale ragazzo 1 anno(Formaz. profes., convitto, avviamento al lavoro)£. 1.200.000Il nostro stileNoi riteniamo importante seguire i ragazzinella loro realtà, sostenendoli con continuitàe fedeltà.Ti invitiamo pertanto a conoscere il progettoche sostieni, la realtà politica ed economicadel Paese, i responsabili sia religiosiche laici, i missionari, gli eventuali volontariche vi lavorano.Noi non proponiamo sostegni nominali, nondaremo le foto di singoli ragazzi per noncorrere il rischio di volerci impossessare delleloro vite, anche se da lontano.Periodicamente invieremo ai nostrisostenitori, un resoconto di ciò che si èrealizzato e di ciò che si pensa di realizzarecon i contributi raccolti.Gli AMlCl DEI POPOLI sono un Organismo Non Governativo(O.N.G.) riconosciuto idoneo a realizzare progetti disviluppo nei paesi poveri dall’Unione Europea (UE) sindal 1978, dal Ministero degli Affari Esteri Italiano (MAE)daI 1987 e, più recentemente, da altri Enti ed agenzie difinanziamento.Gli AMICI DEI POPOLI aderiscono alla FOCSIV (FederazioneOrganismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario)dal I 990.Come contattarci:Segreteria operativa/sede:Via Bartolomeo Maria dal Monte n. 1440139 Bologna - tel. 051460381,fax 05145I928 - http://www.volint.itAssadp@iperbole.bologna.itC/c postale 15411408Sedi periferiche:Via Zanovello, 1 - 24047 Treviglio (BG) tel. 036340758,Via A. Palladio, 32 bis - 35134 Padova tel. 049600313,fax 0498754717Via Taranto, 1/c - 70022 Altamura (BA) tel. 0808705222,Via G. Giusti, 3 - 22026 Mariano Comense (CO) tel.031749597,Le offerte erogate a favore degli <strong>Amici</strong> <strong>dei</strong> <strong>Popoli</strong> sonodeducibili dal reddito imponibile ai fini delle impostesui redditi delle persone fisiche e giuridiche, nei limitistabiliti dalla legge.Occorre richiedere la ricevuta al momento dell’inviodell’offerta indicando il proprio nome, indirizzo e codicefiscale.43


APPUNTAMENTI<strong>Amici</strong> <strong>dei</strong> <strong>Popoli</strong> O.N.G. Congresso annualeDOMENICA 25 APRILE 1999TREVIGLIO Ist. SalesianoVia Zanovello 11974 – 199925 ANNI INSIEMEUn obiettivo comune: FEDELTA’ AI POVERIUn impegno concreto· Sostegno al progetto Amìzero nel nord del Rwanda.· Sostegno scolastico per ragazze e ragazzi nei nostri progetti del Rwanda,Congo, Burundi, Argentina, Uruguay e Vietnam.Civitas1° Salone Nazionale dell’Economia Sociale e Civile, III EdizioneFIERA DI PADOVA 30 aprile, 1 e 2 maggioSalone espositivo <strong>dei</strong> prodotti, servizi e <strong>dei</strong> progetti ideati e realizzati da enti e organizzazioni non ascopo di lucro; appuntamenti culturali dedicati alle tematiche e alle questioni oggi più attuali checoinvolgono il mondo dell’economia sociale e civile.Partecipiamo come <strong>Amici</strong> <strong>dei</strong> <strong>Popoli</strong> con uno stand assieme al V.I.S. e con l’animazione per i bambini.INGRESSO GRATUITO orario 9,00 – 19,00Ricordiamo inoltre:15/16 Maggio 1999 a Padova: 19/20 Giugno 1999 a Bologna:Week-end formativo per tutti, in particolare per iGiornate dedicate ai partenti perpartecipanti al corsi di formazione per l’esperienza estiva.l’esperienza estiva, note tecniche.INCONTRI PERIODICIAMICI DEI POPOLISEDE DI ALTAMURA Tel. 080/3105222Riunione venerdì ore 20,00 Via Po, 5/B Altamura (BA)SEDE DI BOLOGNA Tel. 051/460381 Fax 051/451928Riunione alcuni giovedì del mese ore 21,00 c/oParrocchia S. Giovanni Bosco Via Bartolomeo Maria Dal Monte 14 – BolognaSEDE DI PADOVA Tel. e Fax 049/600313Riunione 2° e 4° martedì del mese, ore 21,00 c/oParrocchia Gesù Buon Pastore Via T. Minio, 19 – PadovaSEDE TREVIGLIO Tel. 0363/40758Riunione mercoledì ore 21,00 c/o Ist. Salesiano Via Zanovello, 1 Treviglio (BG)44

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