1 PETROPLINTITE 2 3 4 FRAGIPAN 5 SOLLEVAMENTO LOESS 1. a partire dal tardo Pleistocene me<strong>di</strong>o (250-130 mila anni fa) andò prendendo forma, a questa latitu<strong>di</strong>ne, una pianura <strong>di</strong> origine fluviale a prevalenti se<strong>di</strong>menti sabbioso-argillosi 2. all’inizio del Pleistocene superiore, nell’area geografica in questione, spinte tettoniche verticali sollevarono un lembo <strong>di</strong> tale pianura. In ambiente climatico caldo-umido (interglaciale Riss-Würm, 130-80 mila anni fa) <strong>di</strong> tipo sub-tropicale e tropicale. I processi pedogenetici originarono suoli lisciviati idromorfici, entro cui cominciò a prendere corpo una massa litica nodulare ferruginosa, spesso cementata o indurita, detta plintite o petroplintite; 3. mentre nelle aree circostanti andava via via deponendosi una coltre <strong>di</strong> alluvioni fluvio-glaciali, che finiranno per produrre il “Livello fondamentale della pianura” attuale, venti <strong>di</strong> ambiente steppico determinarono la deposizione <strong>di</strong> se<strong>di</strong>menti eolici (loess) sull’intera pianura. Cancellati successivamente da erosione e se<strong>di</strong>mentazione fluviale nelle aree circostanti, questi ultimi si conservarono, invece, sul pianalto in argomento, la cui superficie rialzata venne risparmiata da questi ultimi processi morfogenetici, che apparivano generalizzati sul resto della pianura; sempre l’erosione fluviale andava, nel frattempo, modellando i fianchi del pianalto; 4. in corrispondenza con le tre espansioni glaciali würmiane (80-10 mila anni fa) le fasi climatiche fredde produssero nello strato loessico fenomeni <strong>di</strong> gelivazione, provocando la creazione <strong>di</strong> un orizzonte a fragipan da permafrost; 5. le successive con<strong>di</strong>zioni climatiche oloceniche (ultimi 10 mila anni) più temperate, alternatamente umide e secche, produssero la brunificazione della porzione superficiale dei profili, oltre ad una modesta lisciviazione del fragipan. I suoli vennero parzialmente “decapitati” dall’erosione idrometeorologica, mentre la petroplintite assunse caratteri “fossili”, venendosi a trovare in un ambiente climatico del tutto <strong>di</strong>verso da quello d’origine. Come si capisce, il pianalto <strong>di</strong> Romanengo conserva nei suoi depositi la memoria <strong>di</strong> tutti i passaggi climatici succedutisi nella seconda metà del Quaternario. Ciò pone in evidenza in tutta la sua importanza il valore storico e naturalistico <strong>di</strong> questi suoli, anche nella loro stretta correlazione con i vari tipi <strong>di</strong> paesaggi che hanno caratterizzato la nostra pianura nel tempo, il che può dare la misura dell’interesse scientifico da essi rivestito in funzione dello stu<strong>di</strong>o evolutivo della pianura padana attraverso l’analisi <strong>di</strong> processi pedogenetici fossili così particolari e rari. <strong>Il</strong> che induce ad auspicare che per il futuro ulteriori stu<strong>di</strong> possano approfon<strong>di</strong>rne ancor più la conoscenza a favore <strong>di</strong> una crescita scientifica in continuo progresso e, soprattutto, a favore <strong>di</strong> una consapevolezza collettiva che contribuisca a salvaguardare l’integrità <strong>di</strong> questo monumento naturale <strong>di</strong> incomparabile valore. - 6 -
CARTA DEL NUCLEO TERRITORIALE, AEROFOTOGRAMMETRIA E CARTE STORICHE - 7 - CAPITOLO 2