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ATUTTOSCHERMOGianni Amelio“questo mio film è unatto d’amore”Gianni Amelio ha fatto “suoi” diversi passaggi autobiografici dell’operadell’autore de Il primo uomo: “Nell’infanzia di Albert Camus ad Algeriho r<strong>it</strong>rovato le tracce della mia Calabria nel secondo Dopoguerra. Asuo padre, così ostinatamente cercato, si è sovrapposta l’immagine delmio, lontano e sconosciuto. La nonna e la madre sono diventate le stessepresenze quotidiane di quando ero bambino”di Betty Giuliani«Ho accettato una sfida - diceGianni Amelio - senza maipensare a un confronto chesarebbe stato impossibile.So che il regista deve considerare il libro acui si ispira uno stimolo e non un tema daillustrare, ma questa volta era diverso.Il primo uomo non è un romanzo difinzione, ma un’opera autobiografica: nonsi trattava quindi di fedeltà a un testoletterario, questione opinabile, ma delrispetto per la v<strong>it</strong>a di una persona. Inoltrenon ho mai considerato Il primo uomo unlibro ‘incompiuto’, ma l’espressione piena ecoerente del pensiero di Camus, in linea conle sue opere più alte.E solo una lettura superficiale potrebbeimmaginarlo come un racconto nostalgicorivolto al passato. Penso invece che si trattidi un libro pol<strong>it</strong>ico nel senso più ampio deltermine, cioè urgente e profondo, un libro“necessario” nel momento in cui è statoscr<strong>it</strong>to e non solo.Il primo uomo è l’intervento potente di ungrande scr<strong>it</strong>tore sulla tragedia del proprioPaese e del proprio tempo, la confessioneche sgombra il campo da ogni sospetto direticenza e di ambigu<strong>it</strong>à rispetto alla guerradi liberazione algerina, di cui Camus hafaticato a liberarsi».Ma nessuna autobiografia, sostiene Amelio,può appassionarci se non tocca in parteanche la nostra v<strong>it</strong>a. «Nell’infanzia di Camusad Algeri ho r<strong>it</strong>rovato le tracce della miaCalabria nel secondo dopoguerra.A suo padre così ostinatamente cercatosi è sovrapposta l’immagine di mio padrelontano e sconosciuto. La nonna e lamadre sono diventate le stesse presenzequotidiane di quando ero bambino. E così lasua scuola è diventata la mia scuola, il suomaestro il mio maestro. Non cap<strong>it</strong>a spessoa un regista di avere in dono una storiacosì alta da raccontare. Io ho voluto che“I riferimentiall’attual<strong>it</strong>à,alla primaveraaraba,non dipendonodalla mia volontà.Non amo fare filmideologici,troppopol<strong>it</strong>icamentesottolineati.”1819

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