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Photosophia n° 16

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Tullio Kezich (critico cinematografico e grande biografo di Fellini) scrive che la struttura della “Dolce vita” si<br />

ispira alle riviste illustrate dell’epoca e lo stesso Fellini dichiara che per le storie raccontate nel film ha preso<br />

ispirazione dai settimanali e cioè dal mondo dei fotografi mondani, con i quali era diventato amico e<br />

confidente. Fellini quindi traduce in altra forma di comunicazione fatti che i paparazzi avevano documentato,<br />

aggiungendo ovviamente la sua fantasia e creatività.<br />

Il termine paparazzo col tempo ha spesso assunto un significato negativo perché questi fotografi nel riprendere<br />

personaggi famosi in occasioni pubbliche o nella loro sfera privata cercano le situazioni più rare, più<br />

compromettenti e per raggiungere uno scatto commercialmente valido sono prontissimi ad utilizzare i sistemi<br />

più spicci ed invadenti. Le loro foto alimentano la stampa scandalistica che in quel periodo ha un notevole<br />

successo per la curiosità dei lettori che si illudono di potersi identificare con gli attori/attrici se ne conoscono i<br />

dettagli della vita, gli affari privati, i particolari meno edificanti, i vizi, le abitudini, i rapporti affettivi ecc..<br />

Foto Marcello Geppetti - (©) MGMC/dolceVita GALLERY - Brigitte Bardot sul set de "Il disprezzo", Roma, 1963<br />

PHOTOSOPHIA <strong>16</strong><br />

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