Il jazz e le altre arti. È questo il filo conduttore del Torino Jazz Festival 2016: teatro, danza, arti visive, cinema, fotografia, letteratura. In fondo il jazz è stata la più grande novità musicale del Novecento, e ha sollecitato artisti e intellettuali a ripensare certe categorie estetiche occidentali (e non solo). Questa edizione del festival prova a scandagliare le mescolanze di linguaggi, come sempre con nuove produzioni ed esclusive: il teatro-jazz del Persecutore, dal famoso racconto di Julio Cortázar, con Vinicio Marchioni e il quartetto Francesco Cafiso; il racconto teatrale-musicale degli standard di Monica Demuru; la musica immersa nell’arte di Ultimo Cielo, con Battista Lena, una banda di ragazzi e le Pitture industriali di Pinot Gallizio; Antonio Sanchez che suona dal vivo durante la proiezione del film Birdman; gli happening della ballerina Marije Nie; gli spettacoli nei musei; la fusione di linguaggi di Pulse! Jazz and the City, la più ambiziosa delle produzioni di questa edizione, un viaggio nei suoni della città immaginato da Max Casacci, Daniele Mana e Emanuele Cisi, con una sfilza di grandi ospiti. Il Torino Jazz Festival è aperto, inclusivo, disponibile alle collaborazioni, coproduzioni, ospitalità. Il TJF Fringe, nato come sezione notturna, ora propone concerti a tutte le ore, e con residenze di artisti come Rita Marcotulli, Maria Pia De Vito, Gabriele Mirabassi, Karim Ziad, le produzioni originali, il ritorno dei Lingomania, senza contare la spettacolare musica sul fiume e sulle Torri in piazza Vittorio. È un desiderio di fare cultura nel tessuto della città. Il 25 aprile sarà la Festa della Liberazione, la festa di tutti, e sarà celebrata a suon di jazz, ovvero dalla musica della Liberazione, dal mattino a notte fonda. E il 30 aprile festeggiamo la Giornata Internazionale UNESCO per il Jazz con il programma più ricco d’Italia, che culmina nell’eccezionale Orchestra Nazionale Jazz Giovani Talenti (ospite Rosario Giuliani). Per dieci giorni - tale è la durata di questa edizione - la città sarà invasa dalla musica: l’anteprima prestigiosa con Robert Glasper, l’hard bop internazionale del Jazz Club Torino, la rassegna sulle più sorprendenti proposte italiane, le due grandi orchestre di Roy Paci e MinÁfric, accompagnate dalle grandi voci rispettivamente di Hindi Zahra e delle Faraulla, il nuovo spazio spirituale alla Gran Madre, il meglio del jazz contemporaneo con Tim Berne, l’omaggio di Fabrizio Bosso a Ellington, il jazz manouche nei teatri, in piazza e per le strade, e la festa del 1° maggio, dove esplodono le mescolanze con il rock progressive (Artchipel), il violino cubano di Yilian Cañizares, il rock duro (Giovanni Falzone sui Led Zeppelin) per culminare nel travolgente soul degli Incognito. Come sempre, il TJF non si limita ai concerti, ma tocca ogni mondo espressivo: i libri e i loro autori al Circolo dei lettori, film su jazz e batteria al cinema Massimo, una lectio magistralis all’Università. La parte didattica offre la collaborazione prestigiosa con il Conservatorio di Torino e la Juilliard School of Music di New York, con concerto finale e futuro scambio di allievi. Tutte le arti coinvolte, tutti i generi coinvolti, tutta la città coinvolta: questo è il Torino Jazz Festival 2016. Il direttore artistico Stefano Zenni 2 3