ScuolaLavoro - Work in progress (R.L.Montalcini)

"L'inferno è solamente una questione personale,
all'improvviso è il posto che frequenti"
Lo statuto dei lavoratori
il lavoratore licenziato ingiustamente valeva solo per le
aziende dai 15 dipendenti in su. La legge 92/2012
(riforma Fornero) ha tuttavia apportato profonde modifiche
allo statuto dei lavoratori con riferimento in particolare
alla disciplina del licenziame. I giorni 26 e 27 settembre
2016 presso il Liceo Scientifico Rita Levi Montalcini
sono state tenute delle lezioni, incentrate sullo Statuto
dei lavoratori e sulla sua storia, dalla professoressa Claudia
Vittoria.
Il lavoro nel Medioevo si limitava ad attività svolte in
bottega, luogo di produzione e di apprendimento; il guadagno
era gestito dall’artigiano maestro o da un imprenditore.
Con la prima industrializzazione (1760-1830) il
lavoro, collettivo, segmentato e sorvegliato, è stato stravolto
dall’avvento delle macchine che hanno, in parte,
sostituito l’uomo. I diritti lavorativi era interamente a
favore degli imprenditori e di conseguenza il popolo iniziò
a ribellarsi.
A partire dal 1968 la sindacalizzazione si espande velocemente
all'interno dei luoghi di lavoro, spesso anche in
contrasto e in polemica con le grandi centrali sindacali
confederali e nel maggio del 1970 il Parlamento approvava
lo Statuto dei lavoratori. Non era più possibile in
fabbrica intimorire, perseguitare o,
addirittura, licenziare il lavoratore
sulla base delle scelte sindacali o
delle opinioni politiche. Esso puntava
a favorire lo sviluppo dell'azione
unitaria del sindacato, e in particolare
di quello fondato sui consigli di
fabbrica.
Nell’art. 18 si introduce il principio della tutela reale del
posto di lavoro, con l’obbligo di reintegrazione del dipendente
licenziato illegittimamente in imprese con più di
15 addetti; tale legge ha sostituito l’obbligo di reintegrazione
con il pagamento di una buona uscita (indennità
risarcitoria) di precisa delimitazione, a esclusione dei casi
di licenziamento discriminatorio e di alcuni casi di infondatezza
del licenziamento disciplinare.
Inoltre, sono state ascoltate le canzoni “Resistenza”, di
Neffa, e “Non ho che te”, di Ligabue, che denunciano la
situazione lavorativa attuale, ancora troppo precaria e
poco gratificante a tal punto da rendere il lavoro un inferno.
E’ stato poi visionato il film Suffraggette che mette
in evidenza la discriminazione lavorativa, tipica dell’industrializzazione,
ma tutt’oggi presente, soprattutto nei
riguardi del sesso femminile.
Flora Dellini
(Lezione tenutasi in Aula Magna dalla prof.ssa C. Vittoria)
Il diritto d'assemblea veniva sancito
garantendo per ogni lavoratore 10
ore retribuite all'anno. Essa però poneva anche una serie
di limiti all'estensione dei diritti. Il principale di essi era
che la “reintegra” per nto. Esso può essere di tipo discriminatorio,
disciplinare o economico.