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The weather conditions<br />

Infographic, Data Illustration<br />

4 INTERNAZIONALE<br />

IL GIORNO | Mercoledì 15 Giugno 2016<br />

Mercoledì 15 Giugno 2016 | IL GIORNO<br />

5<br />

Clima: da Kyoto agli Stati Uniti e Cina<br />

Cosa è stato fatto finora (e cosa no)<br />

Il dossier. Dopo anni di faticosi negoziati, accordi al ribasso e fallimenti<br />

Inizia a Parigi la conferenza Onu con i 147 leader politici di tutto il mondo.<br />

di Antonella Coppari<br />

3 min<br />

Dal 30 novembre al 12 dicembre Parigi ha<br />

ospitato la 21ª sessione della conferenza delle<br />

parti (COP 21) della convenzione quadro<br />

delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici<br />

(UNFCCC) e l’11ª sessione della riunione<br />

delle parti al protocollo di Kyoto (CMP 11).<br />

Il 12 dicembre le parti hanno raggiunto un<br />

nuovo accordo globale sui cambiamenti<br />

climatici. Si tratta di un risultato equilibrato<br />

con un piano d’azione per limitare il<br />

riscaldamento globale “ben al di sotto” dei<br />

2ºC.<br />

Carole Dieschbourg, ministro lussemburghese<br />

dell’ambiente che esercita la presidenza del<br />

Consiglio, ha affermato: “Oggi è un giorno<br />

di cui essere fieri. Abbiamo concluso il<br />

primissimo accordo sui cambiamenti climatici<br />

universale e giuridicamente vincolante, che<br />

consente al mondo di imboccare la strada<br />

giusta per evitare cambiamenti climatici<br />

pericolosi. Si tratta di una tabella di marcia<br />

per un mondo migliore, più giusto e più<br />

sostenibile. L’UE si è battuta per un accordo<br />

quanto più forte possibile. Nel corso di tutti<br />

i negoziati abbiamo svolto con successo un<br />

ruolo di mediazione. Ma non dimentichiamo<br />

che Parigi è solo l’inizio di un lungo viaggio.<br />

Insieme a tutti i soggetti interessati - le ONG,<br />

il mondo imprenditoriale e ciascun cittadino<br />

- avremo ora la responsabilità di tradurre<br />

l’accordo in azioni concrete.”<br />

Donald Tusk, presidente del Consiglio<br />

europeo, ha partecipato insieme ad altri 150<br />

leader all’evento di apertura il 30 novembre<br />

2015. Il Consiglio ha adottato formalmente<br />

una posizione negoziale per la conferenza nel<br />

settembre di quest’anno. Questa conferenza è<br />

di cruciale importanza poiché deve condurre<br />

ad un accordo internazionale sul clima che<br />

limiti il riscaldamento globale sotto i 2 ° C.<br />

Sulla base del lavoro della COP20 a Lima, si<br />

arriverà a raggiungere una serie di decisioni<br />

nel dicembre 2015.<br />

In primo luogo, un accordo ambizioso e<br />

vincolante per la sfida del cambiamento<br />

climatico, che si applicherebbe a tutti i paesi.<br />

In seguito, i contributi nazionali (iNDC),<br />

che rappresentano lo sforzo che ogni paese<br />

prevede di poter compiere. Il finanziamento<br />

della lotta al cambiamento climatico sarà<br />

anche una componente fondamentale, di<br />

cui una tappa è stata raggiunta con la prima<br />

capitalizzazione del Fondo verde con una<br />

somma di 9,3 miliardi dollari - di cui quasi<br />

un miliardo proveniente dalla Francia. Infine,<br />

le iniziative sviluppate all’interno degli<br />

stati, da parte delle comunità locali, delle<br />

organizzazioni della società civile e delle<br />

imprese potranno ampliare la mobilitazione,<br />

aggiungendosi di fatto ai contributi degli stati.<br />

Infatti, la futura presidenza francese ha scelto<br />

di promuovere un’ agenda di soluzioni in vista<br />

della Conferenza Parigi 2015. Si tratta di<br />

tutte le iniziative complementari all’accordo<br />

internazionale, intraprese a livello locale da<br />

parte dei governi, dalle autorità locali e degli<br />

attori non statali, contribuendo a rafforzare<br />

gli impegni degli stati nella riduzione<br />

delle emissioni di gas serra, l’adattamento<br />

all’impatto del cambiamento climatico e il<br />

finanziamento.Questa agenda delle soluzioni<br />

si basa su uno scambio delle buone pratiche,<br />

sul trasferimento delle conoscenze e delle<br />

tecnologie necessarie a una transizione verso<br />

delle economie a basso consumo di carbone.<br />

Il testo approvato alla Conferenza sul clima di<br />

Parigi parte da un presupposto fondamentale:<br />

“Il cambiamento climatico rappresenta<br />

una minaccia urgente e potenzialmente<br />

irreversibile per le società umane e per il<br />

pianeta”. Richiede pertanto “la massima<br />

cooperazione di tutti i paesi” con l’obiettivo<br />

di “accelerare la riduzione delle emissioni dei<br />

gas a effetto serra”.<br />

Corretto, limato e rivisto in 12 giorni e notti di<br />

negoziati a Le Bourget, alle porte della capitale<br />

francese, il documento è stato presentato con<br />

16 ore di ritardo rispetto alla chiusura prevista<br />

per la conferenza. Ma alla fine le delegazioni<br />

di 196 paesi hanno appianato le divergenze<br />

e hanno appoggiato l’accordo. Alle 19.26 del<br />

12 dicembre, il presidente della Conferenza e<br />

ministro degli esteri francese Laurent Fabius<br />

ha annunciato all’assemblea plenaria riunita<br />

da ore: “L’accordo di Parigi sul clima è stato<br />

adottato”.<br />

Per entrare in vigore nel 2020, l’accordo deve<br />

ora essere ratificato, accettato o approvato<br />

da almeno 55 paesi. Gli scienziati sono<br />

sostanzialmente unanimi nell’indicare la<br />

soglia da non oltrepassare: bisogna impedire<br />

che l’atmosfera media del pianeta aumenti di<br />

oltre due gradi centigradi.<br />

giornalisti

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