NERI

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7
a mio padre

© 2018
Tutti i diritti spettano a
Diano Libri srl
Via Pietro Giardini, 186
41124 Modena
www.palombieditori.it
Progettazione, realizzazione grafica
e assistenza redazionale a cura della Casa Editrice
Nessuna parte di questa pubblicazione può essere
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senza le dovute autorizzazioni
ISBN 978-88-6060-809-3
in copertina
Leggendo Ungaretti (part.)
2016
acrilico su masonite / acrylic on masonite
100 x 100 cm
8

con il patrocinio di / with the patronage of
A cura di / Edited by
Massimo Scaringella
Da un’idea di / Inspired by
Tiziana Carfagna
Organizzazione / Organized by
Associazione Culturale Attitude
Organizzazione e comunicazione
Organization and communication
Roberto Begnini
Segreteria organizzativa
Organizational secretariat
Federica Artusi
con / with
Maria Liccati
Ufficio Stampa / Press Office
StudioBegnini
Traduzioni / Translation
Lawrence Fort
Christopher Townsend
Revisione testi / Text editing
Flaminia Persichetti
Illuminazione e allestimento
Lighting and set up
Arch. Tiziana Carfagna
Fotografie / Photography
Mauro Di Schiavi
Progetto grafico mostra
Exhibition graphic design
Alessia Turriziani
L’Associazione Culturale Attitude
ringrazia / thanks
Mohamed Azhari
Riccardo Basso
Giuseppina Battista
Giacomo Bresolin
Alessandra Bonomi
Alessio Boschi
Emma e Claudio Busato
Adelina Cambre
Camilla Compagnoni
Alberto Corda
Maurizio Curtarelli
Sara e Shamsi Di Cunzolo
Emily e Filippo Andrea Doria Pamphilj
Fabio Francescangeli
Gianni Franchellucci
Gianluigi Giustiniani
Claudia Morettini
Emanuela Nobile Mino
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Massimiliano Porcelli
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Valerio Ramini
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Massimo Cuccurullo
Direttore / Director
Gustavo Cuccurullo
Assistente di Direzione
Assistant director
Alice Bolognesi
Tecnico audio luci e video
Sound light and video technician
Nino Mallia
9

10

sommario / contents
13 La natura dell’essenza
17 The nature of essence
21 Opere / Works
85 Biografia / Biografy
89 Terre incolte. Giovanni Neri e la sua pittura
93 Wild lands. Giovanni Neri and his paintings
11

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LA NATURA DELL’ESSENZA
di Massimo Scaringella
«Il mistero della creazione artistica è come il mistero della nascita naturale. Una donna può
amare, desiderare di diventare madre; ma il desiderio di per sé, per quanto intenso, non
può essere abbastanza. Un bel giorno lei sarà una madre, senza un preciso avvertimento
su quando è successo. Allo stesso modo un artista, vivendo, conserva in sé tanti germi di
vita e non può mai dire come e perché, in un dato momento, uno di questi germi vitali si
inserisce nella sua fantasia per diventare una creatura vivente in un piano di vita superiore
alla mutevole esistenza quotidiana».
Sei personaggi in cerca d’autore
Luigi Pirandello
Così come suggerisce Pirandello, l’artista, da sempre, ha
il diritto a vivere, a costruire o a creare in sintonia con
la sua personale storia e/o fantasia o con la sua spesso
accertata dualità. La sua legittimità è data dall’essere
sempre uno spirito libero in cui la base della sopravvivenza estetica
è la “ricerca” e non un risultato pratico. Per questo all’artista
che concepisce, rischia e assume questa realtà (a volte fisica)
non importa nulla del passare del tempo. In generale però, egli
esige per il suo lavoro un impatto di successo, di emozione e
intimità che ponga tutti coloro che entrano in contatto con la
sua opera, sia personalmente che attraverso altri mezzi di divulgazione,
in una simbiosi metaforica e analogica di dialogo. Un
quadro, un’opera pittorica o una qualsiasi produzione creativa di
sostanza non è un oggetto che si vede, ma qualche cosa con la
quale si vede. Anzi l’estetica tende per sua natura ad esplorare i
possibili modi di costruire e istituire i rapporti umani e i rapporti
fra le idee in termini inediti. L’arte rappresenta un’espressione
della ribellione del pensiero umano, trasformando l’artista in un
ricercatore di forma. E la forma è struttura, ossia rappresenta
ciò che si può trasformare in qualcosa che apparentemente
vive in una gabbia restrittiva ma sostanzialmente cela sempre
un’anima ribelle. Perfino l’opera più colorata e più aperta arriva
a definire e a limitare i propri temi, sentimenti e passioni varie,
frustrando l’innovazione e la genesi costante della sua poesia
creativa, del suo linguaggio aperto. Ma in realtà il lavoro vero
dell’artista percorre variazioni minime, quasi impercettibili, una
sorta di approfondimento concettuale che si dirige sempre più
verso l’essenzialità delle cose. Ed è per questo che il rappresentato
è degno di estrema attenzione per le sue ragioni e il
suo essere. Certo l’opera quasi sempre è un contenitore di forze
e di tensioni che si placano solo con il contatto aperto di chi
osserva l’incanto e l’inquietudine dell’artista. Ogni ingranaggio
dell’articolata struttura creativa costituisce attraverso le differenze
della materia e del colore una forte associazione evocativa
ed emotiva che ci fa entrare oltre l’immagine dell’opera stessa.
Questa è la struttura che l’artista elabora e questa forma vive
oggettivamente e teoricamente e si apre allo spettatore con il
fascino di un equilibrato mondo di un’arte che è nello stesso
tempo emozione e desiderio archetipico. Se si riesce ad entrare
nei meccanismi diversi entro cui si muove l’opera d’arte,
si acquista un nuovo metodo di pensiero, che al di là della
percezione conoscitiva esterna in cui convivono la quiete e il
moto, ci permettono una nuova accoglienza mentale e molte
volte anche fisica.
13

In questo senso, la pittura è, tra i mezzi espressivi, il più
utilizzato, il più autentico e naturale e, allo stesso tempo, il
più astratto, anche quando apparentemente sembra figurativa,
puro significato, in cui si accentua il centro della creatività
della forma, seguendone passo passo la sua genesi. Dice Paul
Klee «al principio c’è l’azione… al di sopra sta l’idea». L’opera
rappresenta quindi per l’artista un momento sperimentale e spontaneo
dell’ideazione creativa, che testimonia in modo evidente
il formarsi dell’immagine, il segno come scrittura che uscendo
dall’inconscio diventa pensiero visivo. E nei suoi lavori Giovanni
Neri esprime il senso di una essenzialità visiva e spontanea,
ma strutturalmente legata alla visione naturale e colorata della
vita: fieramente autodidatta, con l’impulso proprio di parlare
un linguaggio visivo. Orgogliosamente assimilato alla natura
che sempre è stata presente, anche in forma autoritaria, nella
sua vita, con la prepotenza delle forme e dei colori. Ma forse
l’elemento più importante del suo essere artista che tutto ha
appreso dalla natura è l’incorporazione nella sua storia creativa
del silenzio. Quel silentium che non è solo il tacere e nemmeno
l’assenza di suoni, di rumori, di voci. Il silenzio dell’artista
assomiglia più a quella pausa, a quell’intervallo perduto nella
convulsa dinamica della nostra società che il bravo Gillo Dorfles
ci ricordava lucidamente: «Una pausa, una rarefazione riempita e
arricchita dalla sua non commensurabile fantasia». Cominciando
il suo percorso artistico, Giovanni Neri ha sempre lavorato per
“temi” che sviluppa poi in serie di lavori, le cui tracce sono tratte
dalla sua vita personale, dalle sue emozioni, dalla sua sensibilità
di vedere il mondo. Ha iniziato fin da giovane, come molti artisti,
con la pittura figurativa, con serie di paesaggi a volte rarefatti a
volte più accuratamente veritieri, così come ritratti e autoritratti
in cui il colore forte sembra voler incarnare l’essenza della vita
e nature morte di netta derivazione morandiana, locus forte del
“silenzio” dell’artista. Dove, come teorizza Giulio Carlo Argan,
«l’opposto della rappresentazione o della forma, intese come
catarsi, non è il frammento, è il continuo: infatti la forma è limite,
il continuo è assenza, indeterminazione del limite».
Adducendo il colore, sempre centrale nella sua concezione
di pittura a metà tra linguaggio astratto e contenuto concreto,
simbolo del dialogo ininterrotto dell’artista con la natura dal
punto di vista emotivo e sensoriale, Giovanni Neri ha totalmente
abbandonato negli ultimi anni la pittura figurativa, evolvendo la
sua ricerca verso una sintesi tra segno, gesto e colore, tra pensiero
ed emozionalità. Dalla disseminazione della materia-colore
e dei segni, o dal loro assemblarsi fittamente nello spazio in
una sorta di horror vacui, lui va verso la rarefazione e il libero
fluttuare del segno nel colore, senza tuttavia perdere mai la sua
grande ricchezza pittorica. Il segno in è l’elemento di coesione
tra pensiero e gesto, spazio e colore, e attraverso l’interazione
di tutte queste componenti l’artista difende il ruolo centrale
ed essenziale del linguaggio della pittura. Esprime con il suo
incontenibile segno una depistante linea gestuale, guidata da una
manuale irruenza, identità piena di un espressionismo emotivo e
culturale inserito in una solida realtà. La struttura di ogni opera
è composta quindi come l’espressione di un pensiero non verbale,
trasformato in una struttura articolata e consolidata nella
rivelazione della realtà, dove si raccoglie un esercizio stilistico
capace di trasformare un desiderio nell’ironia della creatività, in
una dilatazione del tempo e dello spazio. Macchie, segni veloci
e prepotenze cromatiche contendono per la definizione dello
spazio, sfidando alla natura e alla poesia la inquieta ricerca delle
soluzioni formali dell’opera. I colori esplodono, le luci scintillano,
14

le forme si scatenano come milioni di fuochi che si alzano nel
cielo per prendere la luce della luna, e il rosso delle foglie
autunnali, degli aceri e degli incendi prorompe maestosamente:
a volte si ha l’impressione che tale tensione lirica non possa
essere espressa per mezzo di prototipi visivi, ma solo la musica
e un’improvvisa irruzione di luce-colore possano rivelare il suono
di questa vertigine. Neri con i suoi gesti istituisce un rapporto con
la vita, evolvendo il modo di vedere oltre l’espressione estetica
in una condizione di privilegio fantastico. Ancora una volta non
guarda fuori, ma dentro. Dentro alle sue origini, dentro al suo
essere, scegliendo il gesto ideale, la forma ideale, tra proporzioni
da contraddire, colori da esibire, parole da suggerire e segni
onirici da sublimare. Nel fare arte Giovanni Neri non elargisce
nessuna concessione allo stile, alle esigenze dello spettatore,
ma il tenace e paziente rincorrersi del segno alla ricerca della
superficie eletta esprime una ricerca di qualcosa che c’è, che
esiste. Spesso non c’è nemmeno una storia da descrivere, e si
arriva direttamente all’interno dell’immagine piegando la tecnica
all’esigenza espressiva della visione. Kant diceva: «l’artista fa
perché deve, non perché sa».
Con il costruirsi e decostruirsi delle forme che si liberano
dalla loro funzione di esprimere un concetto, i gesti dell’artista
rappresentano un punto d’arrivo, una definizione in sé della
forma con sofferti tentativi di riconoscere una realtà interiore e
parallela. Scaturisce in questo modo una dimensione poetica in
cui lo spazio, movimento, ritmo, luce e vibrazioni sono elementi
riferibili a spazi emotivi oggettivi di una visione onirica, in cui,
ancora una volta, il segno non è mai affidato al puro istinto ma
a una esigenza creativa e strutturata. In questa fase del suo
lavoro Giovanni Neri vuole far credere l’idea stimolante e allo
stesso tempo provocatoria che fare arte è entrare nell’anarchia
dell’assenza della struttura. Ma al contrario, questi lavori pieni
di luce e di colore rinviano a una visione concreta del mondo
dell’oggi, in cui l’artista ha ben presente le assimilazioni che
gli derivano dei diversi incroci culturali incontrati durante il suo
percorso umano e creativo. Ci dichiara fieramente che comunque
l’arte, anche oggi, rimane sempre l’unico segmento esistenziale
tra la speranza umana e la poesia.
E pertanto, se l’artista con il suo lavoro affronterà con
procedimenti dissacranti o artificiali il superamento del doppio
gioco della realtà o della fantasia, tutto questo si rifletterà meglio
sull’interesse crescente e contemplativo o addirittura partecipativo
dell’osservatore, con un significato e un contenuto che sono
una sfida alla sua spontaneità creativa. Ed è dunque cosciente
che la meraviglia della creatività umana è uno dei principi della
conoscenza e che se smettiamo di meravigliarci corriamo il
rischio di non conoscere.
«L’arte è per lo spirito ciò che è il nutrimento per il
nostro corpo; attraverso l’arte ci uniamo a un’entità
trascendentale, respiriamo con il suo ritmo e assimiliamo
l’energia necessaria per il nostro rinnovamento
spirituale».
Faust, J.W. Goethe
15

16

the nature of essence
by Massimo Scaringella
«The mystery of artistic creation is the same as that of birth. A woman who loves may
desire to become a mother; but the desire by itself, however intense, cannot suffice.
One fine day she will find herself a mother without having any precise intimation when
it began. In the same way an artist imbibes very many germs of life and can never say
how and why, at a certain moment, one of these vital germs inserts itself into his fantasy,
there to become a living creature on a plane of life superior to the changeable existence
of every day».
Six characters in search of an author
Luigi Pirandello
As Pirandello suggests, artists have always had
the right to live, build or create according to their
personal story and/or imagination or to their often
ascertained duality. Their legitimization derives
from always being free spirits for whom the basis of aesthetic
survival is a “research” and not a practical result. It’s for this
reason that artists who conceive, risk and assume this reality,
(at times physical) couldn’t care less about the passing of
time. But generally speaking, they demand for their works
of art an impact of success, emotion and intimacy that
puts all those who come into contact with their works, both
personally or via other means of diffusion, in a metaphoric
or analogical symbiosis of dialogue. A picture, a painting or
any substantial creative production is not an object to look at,
but something with which one can see. In fact, aesthetics by
nature tends to explore the possible ways of constructing and
establishing human relations and relations between ideas in
new terms. Art represents an expression of the rebellion of
human thought, transforming the artist into a researcher of
form. And the form is structure, meaning that it represents
what can be transformed into something that apparently lives
in a restrictive cage, but basically always has a rebellious
soul. Even the most colorful and open work of art manages
to define and limit its themes, feelings and various passions,
frustrating innovation and constant genesis of its creative
poetry, its open language. But in reality the true work of an
artist covers minimal variations, almost imperceptible, a sort
of conceptual in-depth study that increasingly leads towards
the essentiality of things. And that is why what has been
represented deserves great attention because of its reasons
and its being. Of course, a work of art is almost invariably
a container of forces and tensions that can only be calmed
thanks to the open contact of those who observe the artist’s
enchantment and restlessness. Each mechanism of the
articulated creative structure builds, through the differences
of materials and color, a strong evocative and emotional
association that allows us to go beyond the image of the work
itself. This is the structure that the artist develops and this
form lives both objectively and theoretically and opens up
to the viewer with the fascination of a balanced world of an
art that is at the same time emotion and archetypal desire.
If one manages to enter the different mechanisms within
which the work of art operates, a new method of thinking is
acquired, which, beyond the external cognitive perception in
17

which stillness and motion coexist, allows us to acquire a new
mental and often also physical receptivity.
In this sense, a painting is, among the means of expression,
the most used, the most authentic, the most natural and
at the same time, the most abstract, even when on appearance
it seems figurative, pure meaning, in which the center
of creativity of the form is accentuated, following its genesis
step by step. Paul Klee says «to start with there is action...
above is the idea». The work of art therefore represents for an
artist an experimental and spontaneous moment of creative
ideation, where he evidently testifies the formation of the image,
the signs as a form of writing that by emerging from the
unconscious becomes visual thought. And in his works Giovanni
Neri expresses the meaning of a visual and spontaneous
essentiality, but which is structurally linked to a natural and
colorful vision of life: fiercely self-taught, with the impulse to
speak a visual language. Proudly assimilated to nature that
has always been present, even in an authoritarian manner, in
his life, with the impertinence of shapes and colors. But perhaps
the most important element of being an artist that has
learned everything from nature is the incorporation of silence
into his creative story. That silentium isn’t just keeping quiet
and neither the absence of sounds, noises, and voices. The
artist’s silence is more like that pause, that interval lost in the
convulsive dynamics of our society that Gillo Dorfles reminds
us of lucidly: «A pause, a rarefaction filled and enriched by his
non-commensurable imagination». Since starting his artistic
career, Giovanni Neri has always worked following “themes”
that he then develops in series of works, the origins of which
can be found in his personal life, his emotions, and his sensitivity
when observing the world. He started off as a young
man, like many artists, with figurative paintings, with series of
landscapes, some rarefied, others were more accurately precise,
as well as portraits and self-portraits in which the bold
color seems to want to embody the essence of life and still
life paintings clearly inspired by Morandi, strong locus of the
artist’s “silence”. Where, as Giulio Carlo Argan theorized, «the
opposite of representation or form, understood as catharsis, is
not the fragment, but the continuum: indeed form is a limit, the
continuum is an absence, an uncertainty of the limit».
By using color, always central in his concept of painting
which is halfway between an abstract language and a concrete
content, a symbol of the artist’s uninterrupted dialogue with
nature from an emotional and sensorial point of view, Giovanni
Neri has in recent years totally abandoned figurative painting,
his research evolving towards a synthesis between sign, gesture
and color, between thought and emotionality. From the dissemination
of the matter-color and signs, or from their thick assemblage
in space in a sort of horror vacui , he heads towards
rarefaction and a free flow of sign in color, without ever losing
his great pictorial richness. The sign is the element of cohesion
between thought and gesture, space and color, and through
the interaction of all these components the artist defends the
central and essential role of the language of painting. He expresses
with his uncontainable sign a gestural line that sets on
the wrong track, guided by a manual impetuosity, identity of an
emotive and cultural expressionism inserted in a solid reality. The
structure of each work is thus composed like the expression of a
non verbal thought, transformed in an articulated and consolidated
structure in the revelation of reality, where it collects a stylistic
effort that’s capable of transforming a desire into a creative irony,
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into a dilation of time and space. Dots, quick signs and chromatic
boldness battle it out to define the space, challenging nature
and poetry for the restless search of the works’ formal solution.
Colors explode, lights shine, shapes go wild like millions of fires
that rise to the sky to take the light of the moon, and the red of
the autumn leaves, of the maples and fires majestically burst out:
at times one has the impression that this lyrical tension cannot
be expressed by visual prototypes, but only music and a sudden
burst of light-color can reveal the sound of this dizziness. Neri,
thanks to his gestures, builds a relationship with life, evolving
the way of seeing beyond aesthetic expression into a fantastic
condition of privilege. But once again he doesn’t look outside, but
inside. Inside his origins, inside his being, choosing the ideal gesture,
the ideal shape, between proportions to contradict, colors to
exhibit, words to suggest and oneiric signs to sublime. In making
art Giovanni Neri doesn’t make any concessions to style, to the
needs of spectators, but the firm and patient pursuit of the sign
seeking the chosen surface expresses the search for something
that is there and exists. Often there isn’t even a story to tell, and
we are taken directly inside the image modling the technique
to the expressive necessity of the vision. Kant said: «An artist
creates because he has to, not out of knowledge».
With the construction and deconstruction of the forms
that free themselves of their function of expressing a concept,
the gestures of the artist represent an arrival point, a definition
per se of the form with suffered attempts to recognize an interior
and parallel reality. In this way a poetical dimension gushes
out, in which space, movement, rhythm, light and vibrations
are elements referable to objective emotional spaces of an
oneiric vision, in which, once again, the sign is never entrusted
to pure instinct but to a creative and structured need. In this
phase of his work Giovanni Neri wants to make us believe the
stimulating and at the same provocative idea that making art
means entering the anarchy of an absence of structure. But
on the contrary, these works full of light and color take us to
a concrete vision of today’s world, in which the artist is well
familiar with the assimilations that derive from the different
cultural exchanges he has encountered during his personal
and creative evolution. He proudly declares that in any case
art, even today, always remains the only existential segment
between human hope and poetry.
And so, if the artist thanks to his work tries to overcome
the two faces of reality or of fantasy using desecrating or artificial
procedures, all this will reflect better on the growing and
contemplative or even participatory interest of the observer,
with a meaning and content that are a challenge for his creative
spontaneity. And so he’s aware that the marvel of human
creativity is one of the principles of knowledge and that if we
stop amazing ourselves we run the risk of not knowing.
«Art is to the spirit what bread is to the body; through
art we find oneness with a transcendental entity,
breathe its rhythm, and absorb the energy we need
for spiritual renewal».
Faust, J.W. Goethe
19

20

21
opere / works

22

1. Aggiustatore di reti
1989
tecnica mista su carta / mixed media on paper
37 x 29 cm
23

2. Case a Lerici
1990
tecnica mista su carta / mixed media on paper
29 x 38,5 cm
3. L’angelo e la donna
1996
pastello su carta gialla / pastel on yellow paper
43,5 x 32 cm
24

25

4. Città
1999
tecnica mista su cartone telato / mixed media on canvas board
39 x 49 cm
26

5. Chiesa
1999
acquerello su carta / watercolour on paper
29,5 x 40,5 cm
27

6. La mia campagna
2000
monotipo su carta / monotype on paper
29 x 33 cm
7. Dal Vangelo di San Giovanni
2001
sanguigna su carta / sanguine on paper
33 x 24 cm
28

29

8. chiesa
2003
acquerello su carta / watercolour on paper
18 x 19 cm
30

9. La flagellazione
2004
pastello su carta / pastel on paper
30 x 32 cm
31

10. Natura morta
2004
pastello su cartone telato / pastel on canvas board
33,5 x 29 cm
32

11. Fabbrica
2005
matite colorate su cartone / coloured pencils on cardboard
19 x 24 cm
33

12. Tramonto
2008
acquerello su carta / watercolour on paper
18,5 x 17 cm
13. Bambino Thai
2010
matite colorate su cartone telato / coloured pencils on canvas board
47,5 x 32,5 cm
34

35

14. Bambino Thai 2
2010
matite acquerellabili su cartone telato / watercolour pencils on canvas board
47,5 x 32,5 cm
36

15. Autoritratto
2014
acrilico su cartone telato / acrylic on canvas board
47 x 35 cm
37

16. Volto
2014
acrilico su cartone telato / acrylic on canvas board
47 x 35 cm
38

17. Kik
2014
acrilico su cartone telato / acrylic on canvas board
47 x 35 cm
39

18. Bottiglie
2015
pastello su carta / pastel on paper
33 x 47,5 cm
40

19. Vasetti
2015
pastello su carta / pastel on paper
22 x 32 cm
41

20. Omaggio a Morandi
2015
acrilico su tela / acrylic on canvas
80,5 x 80,5 cm
21 Natura morta
2015
pastello su carta / pastel on paper
47,5 x 33 cm
42

43

22. Omaggio a Morandi
2015
acrilico su tela / acrylic on canvas
80,5 x 80,5 cm
44

23. Omaggio a Morandi
2015
acrilico su tela / acrylic on canvas
100 x100 cm
45

24. Omaggio a Morandi
2015
acrilico su tela / acrylic on canvas
100 x 100 cm
46

25. Omaggio a Morandi
2015
acrilico su tela / acrylic on canvas
100 x 100 cm
47

26. Paesaggio 2
2015
acrilico su tela / acrylic on canvas
100 x 100 cm
48

27. Paesaggio 3
2015
acrilico su tela / acrylic on canvas
100 x 100 cm
49

28. omaggio a morandi
2015
Acrilico su tela / acrylic on canvas
100 x 100 cm
50

29. speranza
2016
acrilico su masonite / acrylic on masonite
100 x 100 cm
51

30. Leggendo Ungaretti
2016
Acrilico su masonite / acrylic on masonite
100 x 100 cm
52

31. Leggendo Ungaretti
2016
acrilico su masonite / acrylic on masonite
100 x 100 cm
53

32. Fiume
2016
tecnica mista su masonite / mixed media on masonite
100 x 100 cm
54

33. Leggendo Ungaretti 12
2016
acrilico su masonite / acrylic on masonite
100 x 100 cm
55

56

34. Leggendo Ungaretti
2016
acrilico su masonite / acrylic on masonite
100 x 100 cm
57

35. Leggendo Ungaretti 14
2016
acrilico su masonite / acrylic on masonite
100 x 100 cm
58

36. Leggendo Ungaretti 4
2016
acrilico su masonite / acrylic on masonite
100 x 100 cm
59

37. Fabbrica
2016
tecnica mista su tela / mixed media on canvas
50,5 x 70,5 cm
60

38. Calanchi 2
2016
tecnica mista su masonite / mixed media on masonite
50 x 70 cm
61

39. Senza titolo
2016
Tecnica mista su juta / mixed media on juta
35 x 50 cm
62

40. Omaggio a Saetti
2016
affresco / fresco
35 x 50 cm
63

41. Banner
2016
acrilico su cartone / acrylic on cardboard
100 x 570 cm
64

65

42. Banner 2
2016
acrilico su cartone / acrylic on cardboard
100 x 1000 cm
66

67

43. Primavera
2017
acrilico su tela / acrylic on canvas
120 x 100 cm
44. Bosco
2017
acrilico su tela / acrylic on canvas
150 x 100 cm
68

69

70

45. Composizione 1
2017
acrilico su polistirolo / acrylic on polystyrene
[(40 x 40 cm) x 3]
71

46. Composizione 2 (nucleo giallo)
2018
smalto su polistirolo / enamel paint on polystyrene
[(40 x 40 cm) x 6]
72

47. Composizione 3 (nucleo rosso)
2018
smalto su polistirolo / enamel paint on polystyrene
[(40 x 40 cm) x 6]
73

48. Superfici lunari I
2017
ossidi su polistirolo / oxides on polystyrene
41,5 x 38,7 cm
74

49. Superfici lunari II
2017
ossidi su polistirolo / oxides on polystyrene
39,2 x 41,2 cm
75

50. Superfici lunari III
2017
ossidi su polistirolo / oxides on polystyrene
39,5 x 42 cm
76

51. Superfici lunari IV
2017
ossidi su polistirolo / oxides on polystyrene
41 x 42 cm
77

52. Superfici lunari V
2017
ossidi su polistirolo / oxides on polystyrene
40 x 41,3 cm
78

53. Superfici lunari VI
2017
ossidi su polistirolo / oxides on polystyrene
42 x 40 cm
79

54. Trittico
2017
acrilico su polistirolo / acrylic on polystyrene
[(40 x 40 cm) x 3]
80

55. Senza titolo
2018
smalto su polistirolo / enamel paint on polystyrene
40 x 40 cm
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56. Senza titolo
2018
smalto su polistirolo / enamel paint on polystyrene
40 x 40 cm
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57. Senza titolo
2018
smalto su polistirolo / enamel paint on polystyrene
40 x 40 cm
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biografia / biography

Nato a Bologna nel 1951, vive e lavora tra
Valsamoggia e Roma.
Dipinge su diversi supporti tra cui tele, legno,
cartoncino e carta utilizzando diverse tecniche
(matite colorate, pastelli, acquerelli, acrilici,
tempera, gessetti, china, sanguigna, smalti,
vernici). Realizza anche monotipi
e puntesecche.
Born in Bologna in 1951, he lives and
works between Valsamoggia and Rome.
He paints on a number of supports, including
canvas, wood, cardboard and paper using different
techniques (colored pencils, pastels, water colors,
acrylic paint, tempera, chalk, indian ink,
sanguine, varnish and paints).
He also produces monotype and drypoint prints.
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ESPOSIZIONI / EXHIBITIONS
2017
Roma, “Raw”. Personale
Roma, Art Week. Esposizione “Opere recenti” e presentazione
“Terre Incolte. Giovanni Neri e la sua pittura”. Cortometraggio
2016
Vignola (Mo), “Salotto Muratori”. Personale
Bologna, Galleria De’ Marchi “Premio Galleria De’ Marchi”.
Sezione “Elaborazioni Fotografiche” 1° Classificato
2015
Bologna, Galleria De’ Marchi. Collettiva per Arte Fiera Bologna
Bologna, Galleria De’ Marchi “Premio Galleria De’ Marchi”
3° Classificato
Crespellano (Bo), Sala azzurra “Palazzo Garagnani”. Personale
Bologna, Galleria De’ Marchi. Personale
2014
Bologna, Galleria De’ Marchi “Un Critico, un Artista”. Collettiva
2013
Bologna, Galleria De’ Marchi “20x20”. Collettiva
2012
Bologna, Galleria De’ Marchi “Un Critico, un Artista”. Collettiva
Crespellano (BO), “Oratorio di Tutti i Santi”. Personale
2011
Riccione (Rn), Palazzo del Turismo “Art Show”. Collettiva
Bologna, Officine Minganti “Premio Minganti in Arte”
2010
Bologna, 15° Premio Internazionale “Le Caravelle”
1° Classificato tecniche miste
2009
Guiglia (Mo), “Guiglia Arte”. Collettiva
Bologna, Galleria De’ Marchi. Collettiva
Bologna, Officine Minganti “Premio Minganti in Arte”
2008
Bologna, “Barracano”. Collettiva
Bologna, Galleria De’ Marchi. Collettiva
2007
Bologna, “Barracano”. Collettiva
2006
Guiglia (Mo), “Guiglia Arte”. Personale
Bologna, Galleria De’ Marchi. Collettiva
2005
Guiglia (Mo), “Guiglia Arte”. Collettiva
Riccione (Rn), “Arte e Motori”. Collettiva
Casalecchio di Reno (Bo), 10° Concorso Internazionale
“Le Caravelle” 2° Classificato
2004
Crespellano (Bo), “Arte Fiera”. Personale
S. Cesario (Mo), Villa Boschetti. Collettiva
Vignola (Mo), Palazzo Barozzi. Personale
2003
Bologna, Galleria De’ Marchi. Personale
Riccione (Rn), “Arte e Motori”. Collettiva
Guiglia (Mo), “Guiglia Arte”. Collettiva
Vignola (Mo), Arqvus Spazio Arte. Personale
2002
Vignola (Mo), Arqvus Spazio Arte. Personale
Guiglia (Mo), “Guiglia Arte”. Collettiva
2000
Vignola (Mo), Arqvus Spazio Arte. Personale
Guiglia (Mo), “Guiglia Arte”. Collettiva
1994
Trieste, Galleria d’arte Minerva. Personale
1990
Roma, Galleria d’arte Lo Sguardo. Personale
Vasto (Ch), Galleria d’Arte Il Vaso di Pandora. Personale
Vasto (Ch), Galleria d’Arte La porta a quadretti. Collettiva
1970
Bologna, Circolo Commercianti. Personale
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terre incolte
Giovanni Neri e la sua pittura
un film di Gigi Giustiniani e Raffaele Rezzonico
documentario, 15 min.
produzione Esquilibrio
in collaborazione con La Fournaise
Italia, 2017
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«Il colore è quella cosa che mi permette di scaricare tutte le tensioni ed è sempre
stato così. Dipingere per me è vita, è fondamentale, non riesco più a vivere senza
dipingere. Posso prendere delle pause, dei momenti, senza toccare i colori ma
poi loro prepotentemente tornano fuori, e tornano ad essere fondamentali per me.
Io non dipingo per gli altri, io dipingo per me: è proprio una forma di vita.»
Giovanni Neri
Il racconto
Giovanni ha sempre dipinto, la pittura per lui è sempre stata
necessaria, ma la vita lo ha portato a fare l’agricoltore. Dipingere
gli ha dato la possibilità di fuggire dalle esigenze più pratiche
del lavoro e della famiglia e di ritrovare la sua visione più intima
della campagna.
Note degli autori
Quello che ci ha subito interessato nell’esperienza di Giovanni
è stata la difficile relazione fra la necessità interiore e
personale che lo spinge a dipingere e il contesto della vita
di campagna, vissuta come qualcosa di molto distante da sé.
Nei giorni passati da Giovanni a Crespellano, vicino Bologna,
abbiamo esplorato con lui il suo studio di pittura, la campagna
agricola e i terreni più selvaggi e incolti.
Poi gli abbiamo chiesto di registrare liberamente la sua voce,
quando era solo, e di raccontare di sé senza preoccuparsi di
dover apparire.
Così è nato questo piccolo film che intreccia alcuni dei testi di
Giovanni con visioni di lui, dei suoi quadri e del territorio che
circonda la sua casa di famiglia.
Dopo la produzione di Terre Incolte, l’esperienza di Giovanni è
diventata fonte di ispirazione per un lungometraggio.
Gli autori
Gigi Giustiniani
Filmmaker. Si occupa soprattutto di documentari d’arte, sociali
e di creazione.
Tra i suoi lavori principali troviamo Ninì, sua opera prima, con
cui vince la Genziana d‘Oro come miglior film d’alpinismo e il
Premio Città di Imola come miglior film italiano al 63° Trento
Film Festival, oltre ad altri 12 premi in festival internazionali;
Montagna dei Vivi, presentato al festival Visions du Réel di Nyon,
e film collettivi come Milano 55,1 (coordinato da B. Oliviero e L.
Mosso) presentato al Festival del Cinema di Locarno.
Vi sono poi collaborazioni con artisti come con lo scultore
Vincenzo Balena.
Raffaele Rezzonico
Lavora come drammaturgo e autore per il teatro ed il cinema
della realtà e come ideatore di interventi di arte partecipata.
Fra i suoi ultimi lavori La Soglia Giardino, (performance, 2018),
L’insonne, (teatro, regia: Claudio Autelli – Premio Inbox 2015),
Ninì (film, regia: Gigi Giustiniani – Genziana d’Oro al Trento
Film Festival 2015), Milena (teatro, con Elisa Bottiglieri –
Premio Intransito 2014), Montagna dei Vivi (film, regia: Gigi
Giustiniani, Festival Visions du Réel, Nyon, 2013), Milano 55,1
(film, Festival Locarno 2011), La morte di Ivan Il’ic (teatro, Teatro
dell’Arte di Milano, 2010).
La produzione
L’Associazione Esquilibrio produce opere cinematografiche
indipendenti di carattere documentaristico, attraverso progetti
autoriali e collaborazioni esterne che trattano arte, società e
tradizioni.
Crediti
Regia, scrittura, montaggio:
Gigi Giustiniani e Raffaele Rezzonico
Con: Giovanni Neri
Voce femminile: Paola Palmieri
Fotografia, musica, produzione: Gigi Giustiniani
Post produzione audio: Giovanni Isgrò
Produzione associata: Tiziana Carfagna
Produzione: Esquilibrio, in collaborazione con La Fournaise
Contatti
info@esquilibrio.org
www.esquilibrio.org
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wild lands
Giovanni Neri and his paintings
a film by Gigi Giustiniani e Raffaele Rezzonico
Documentary, 15 min.
An Esquilibrio production
in collaboration with La Fournaise
Italy, 2017
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«Color is what allows me to let off steam – and that’s how it’s always been. Painting
to me is life, it’s fundamental, I can’t live without painting anymore. I can take some
breaks, some time off without touching the colors, but then they overwhelmingly pop
out again, and painting becomes, once more, fundamental to me.
I don’t paint for others, I paint for myself: it’s a way to feel truly alive»
Giovanni Neri
The story
Giovanni always painted, even though life forced him to become
a farmer, because painting is a necessary act that allowed
him to regain a more intimate vision of the countryside.
Authors’ note
What we found most interesting at first in Giovanni Neri’s experience
is the difficult relationship between the inner necessity
that drives him to paint and the context of his life in the
countryside, which he experiences as something really distant
from his true self.
During the days spent at Giovanni’s house in Crespellano, near
Bologna, we explored together with him his atelier, the farmed
fields, and the wilder and uncultivated lands.
Then we asked him to record his voice freely, when alone,
and tell something about himself without the afterthought of
“appearing.”
This is how this short film was created, intertwining some of
Giovanni’s reflections about himself, his paintings and the land
surrounding his family house.
After the production of Wild Lands, Giovanni’s experience became
a source of inspiration for a feature film.
the authors
Gigi Giustiniani
Filmmaker. His work is focused on art, society, and creative
documentaries.
Among his main works: Ninì – his first feature film – winner of
the Genziana d’Oro for Best Mountaineering Film and the “City
of Imola” Award for the best Italian film at the 63rd Trento
Film Festival, in addition to 12 other awards in International
film festivals; Montagna dei Vivi presented in Nyon at the Visions
du Réel festival, and collective movies such as Milano 55,1 (coordinated
by B. Oliviero e L. Mosso) presented at the Locarno
International Film Festival.
He took part to more creative projects, together with artists
like sculptor Vincenzo Balena.
Raffaele Rezzonico
He works as playwright and author for theatrical plays and
documentaries, and he conceives participated interventions in
the artistic and educational fields.
Among his latest works, La Soglia Giardino (performance, 2018),
L’insonne (theater, directed by Claudio Autelli – 2015 Inbox
Award), Ninì (film, directed by Gigi Giustiniani – 2015 Trento
Film Festival Premio Genziana d’Oro), Milena (theater, with Elisa
Bottiglieri – 2014 Intransito Award), Montagna dei Vivi (film,
directed by Gigi Giustiniani, presented at the Visions du Réel
Festival, Nyon, 2013), Milano 55,1 (film, presented at the Locarno
International Film Festival, 2011), La morte di Ivan Il’ic
(theater, Teatro dell’Arte, Milan, 2010).
Production
Esquilibrio is an association producing independent films and
documentaries focused on art, society and traditions through
authorial projects and external collaborations.
Credits
Direction, Screenplay, Editing:
Gigi Giustiniani and Raffaele Rezzonico
With: Giovanni Neri
Woman’s voice: Paola Palmieri
Cinematography, Music, Production: Gigi Giustiniani
Audio Post-Production: Giovanni Isgrò
Associated Production: Tiziana Carfagna
Production: Esquilibrio, in collaboration with La Fournaise
Contacts
info@esquilibrio.org
www.esquilibrio.org
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Finito di stampare
nel mese di aprile 2018
Diano Libri Srl
Modena

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