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N.1 di giugno 2018<br />
Autori:<br />
Beatrice De Santis<br />
Valentina Gaeta<br />
Mèlanie De Fazio<br />
Annachiara Innocenzio<br />
Elisa Corlianò<br />
Antonio Verri<br />
Mauro Scarpa<br />
Emanuele Perrone<br />
Jacopo Tommasi<br />
Lorenzo Tommasi
Autori<br />
Pag 2 Pag 12 Pag 18 Pag 28<br />
Pag 44 Pag 52 Pag 58 Pag 64
Sono Lorenzo, ho 22 anni, vivo a Calimera,<br />
in provincia di Lecce, e sono un graphic designer.<br />
“Scrivi” nasce da un mio desiderio che<br />
è quello di unire le persone attraverso le loro<br />
passioni e di creare qualcosa che dia spazio<br />
alla creatività che ognuno di noi potenzialmente<br />
ha.<br />
Tramite una storia su instagram e un post nel<br />
gruppo di facebook dell’Accademia di Belle<br />
Arti di Lecce, sono venuto in contatto con gli<br />
autori delle poesie di questo numero. Alcuni<br />
di loro potevo dire di conoscerli ma non sapevo<br />
che scrivessero ed è questo che mi ha<br />
spronato ancora di più alla realizzazione della<br />
rivista. Perchè non bisogna vergognarsi di<br />
ciò che si ama e il miglior modo di coltivare le<br />
proprie passioni è quello di condividerle.<br />
Spero che altri, dopo aver letto questa rivista,<br />
sentano il bisogno di scrivere di ciò che gli è<br />
accaduto durante la giornata, della propria<br />
vita o di quello che succede intorno a loro.<br />
“Scrivi” è un’esortazione alla scrittura libera,<br />
sincera, come strumento di conoscenza di sè<br />
stessi. Scrivere per guardare, urlare, lottare,<br />
ricordare, imparare, crescere, ascoltarsi.<br />
1
L A S T<br />
Beatrice De Santis<br />
SCRIVI<br />
C H E V O<br />
R A C c O N<br />
2
La storia che voglio raccontare ha inizio tanto tempo fa,<br />
quando ero una bambina con tanti pensieri nella testa e un<br />
grembiulino blu con il merletto intorno al collo. A scuola la<br />
maestra d'italiano ci dava dei bellissimi compiti di svolgere,<br />
erano dei temi da inventare o da completare. A me piaceva<br />
l'idea che qualcuno volesse leggere i miei pensieri e quindi<br />
lasciavo che parlassero e blaterassero nella testa senza sosta,<br />
come il flusso di un fiume in piena, con l'irruenza di una<br />
cascata. Alla fine sfociavano tuffondosi sul foglio.<br />
Mi piaceva parlare, che fosse tramite un foglio o a voce non<br />
importava. Sentivo l'impellente bisogno di comunicare.<br />
Oggi, rovistando tra i ricordi, a volte sorrido quando<br />
ripenso alla frenetica infanzia di quella bambina con il<br />
grembiulino blu che proprio non sapeva aspettare, non<br />
sapeva contenere un'emozione.<br />
O R I a<br />
Mi chiedo dove sia finita ora quella bambina, magari sta<br />
solo dormendo. Magari tornerà a strillare. Presto. Ma<br />
finchè dorme io rimango zitta ad ascoltare. Ed è questa la<br />
seconda tappa della mia storia: mi piace ascoltare. Forse<br />
tempo fa ho parlato troppo e ora ho esaurito le parole. Mi<br />
piace ascoltare.<br />
Ascolto, ed emerge il lato nascosto delle cose, quello che di<br />
solito sfugge alla frenetica corsa degli “occupati”, troppo<br />
indaffarati per fermarsi e tendere l'orecchio al brusio del<br />
mare, al suono di una chitarra scordata, alla risata di un<br />
bambino, all'urlo del vento. Quando ho capito di aver<br />
bisogno di stare in silenzio e di lasciar parlare gli altri, ho<br />
iniziato ad appassionarmi al cinema: chiedo che mi venga<br />
raccontata una storia e il film inizia. Sento e osservo. Poi me<br />
Mi chiamo Beatrice De Santis,<br />
21 anni, residente a Calimera<br />
(LE). Sono una studentessa di<br />
lettere e mi piacerebbe, un<br />
giorno, essere qualsiasi cosa,<br />
lo porto dentro e lascio che mi trasformi.<br />
g L I O<br />
purché mi renda soddisfatta.<br />
Colmata. Piena. In armonia<br />
con ciò che mi piace fare: e a<br />
me piace conoscere.<br />
E' come quando leggo un libro e dopo l'ultima pagina penso<br />
all'autore: cosa avrà voluto dirmi? Non importa se mi sia<br />
piaciuto o meno, importa quanto possa adattarsi e mescolarsi<br />
alle mie amozioni, ai miei desideri, alle mie convinzioni.<br />
Il film è un libro che prende vita, le pagine si<br />
sfogliano da sole, basta guardare. Terza tappa della storia:<br />
mi piace osservare.<br />
Non voglio essere un libro bianco o un film muto, per<br />
questo cerco di assorbire quante più immagini posso, le<br />
conservo nell'album delle cose che ognuno tiene per sé,<br />
dentro si sé, come il più prezioso dei segreti. Quando apro<br />
la finestra la mattina, non mi aspetto che ci sia il sole: se c'è<br />
mi lascio attraversare dalla luce, la catturo e la tengo per<br />
me; se piove mi porto dentro un po' di gocce; se c'è vento<br />
lascio che mi spazzi via.<br />
Sono curiosa, per questo<br />
leggo.<br />
Sono presuntuosa e per<br />
questo scrivo.<br />
Scrivo quello che mi capita e<br />
lo faccio spesso, senza che vi<br />
sia un reale motivo. Mi piace<br />
ascoltare sia gli altri che me<br />
stessa e questo posso farlo<br />
solo scrivendo: i miei pensieri,<br />
se scritti, hanno una forma<br />
T A r E<br />
migliore. Non risiede, nella<br />
mia scrittura, uno scopo preciso<br />
e non penso che lo si<br />
debba per forza ricercare.<br />
Scrivo fin da quando ho appreso<br />
le prime nozioni di<br />
grammatica e no, questo non<br />
è successo da poco, lo giuro.<br />
Nessuno può essere spinto da<br />
altri nel fare qualcosa, non se<br />
non ha già una propensione<br />
nel farlo, ma penso abbia influito<br />
molto il fatto che i miei<br />
genitori non hanno mai considerato<br />
stupido un mio pensiero,<br />
e quando probabilmente<br />
lo era non me lo hanno mai<br />
detto. Loro gioivano con me<br />
per ogni mia scoperta.<br />
La mia maestra delle elementari<br />
aveva la buona e ormai<br />
3
SCRIVI<br />
L A S T<br />
Beatrice De Santis<br />
rittura, uno scopo precinon<br />
penso che lo si<br />
per forza ricercare.<br />
C H E V O<br />
fin da quando ho aple<br />
prime nozioni di<br />
atica e no, questo non<br />
esso da poco, lo giuro.<br />
no può essere spinto da<br />
l fare qualcosa, non se<br />
già una propensione<br />
lo, ma penso abbia inolto<br />
il fatto che i miei<br />
ri non hanno mai consistupido<br />
un mio pensiequando<br />
probabilmente<br />
non me lo hanno mai<br />
Loro gioivano con me<br />
ni mia scoperta.<br />
R A C c O N<br />
maestra delle elemeneva<br />
la buona e ormai<br />
4
La storia che voglio raccontare ha inizio tanto tempo fa,<br />
quando ero una bambina con tanti pensieri nella testa e un<br />
grembiulino blu con il merletto intorno al collo. A scuola la<br />
maestra d'italiano ci dava dei bellissimi compiti di svolgere,<br />
erano dei temi da inventare o da completare. A me piaceva<br />
l'idea che qualcuno volesse leggere i miei pensieri e quindi<br />
lasciavo che parlassero e blaterassero nella testa senza sosta,<br />
come il flusso di un fiume in piena, con l'irruenza di una<br />
cascata. Alla fine sfociavano tuffondosi sul foglio.<br />
Mi piaceva parlare, che fosse tramite un foglio o a voce non<br />
importava. Sentivo l'impellente bisogno di comunicare.<br />
Oggi, rovistando tra i ricordi, a volte sorrido quando<br />
ripenso alla frenetica infanzia di quella bambina con il<br />
grembiulino blu che proprio non sapeva aspettare, non<br />
sapeva contenere un'emozione.<br />
O R I a<br />
Mi chiedo dove sia finita ora quella bambina, magari sta<br />
solo dormendo. Magari tornerà a strillare. Presto. Ma<br />
finchè dorme io rimango zitta ad ascoltare. Ed è questa la<br />
seconda tappa della mia storia: mi piace ascoltare. Forse<br />
tempo fa ho parlato troppo e ora ho esaurito le parole. Mi<br />
piace ascoltare.<br />
Ascolto, ed emerge il lato nascosto delle cose, quello che di<br />
solito sfugge alla frenetica corsa degli “occupati”, troppo<br />
indaffarati per fermarsi e tendere l'orecchio al brusio del<br />
mare, al suono di una chitarra scordata, alla risata di un<br />
bambino, all'urlo del vento. Quando ho capito di aver<br />
bisogno di stare in silenzio e di lasciar parlare gli altri, ho<br />
iniziato ad appassionarmi al cinema: chiedo che mi venga<br />
raccontata una storia e il film inizia. Sento e osservo. Poi me<br />
lo porto dentro e lascio che mi trasformi.<br />
g L I O<br />
E' come quando leggo un libro e dopo l'ultima pagina penso<br />
all'autore: cosa avrà voluto dirmi? Non importa se mi sia<br />
piaciuto o meno, importa quanto possa adattarsi e mescolarsi<br />
alle mie amozioni, ai miei desideri, alle mie convinzioni.<br />
Il film è un libro che prende vita, le pagine si<br />
sfogliano da sole, basta guardare. Terza tappa della storia:<br />
mi piace osservare.<br />
Non voglio essere un libro bianco o un film muto, per<br />
questo cerco di assorbire quante più immagini posso, le<br />
conservo nell'album delle cose che ognuno tiene per sé,<br />
dentro si sé, come il più prezioso dei segreti. Quando apro<br />
la finestra la mattina, non mi aspetto che ci sia il sole: se c'è<br />
mi lascio attraversare dalla luce, la catturo e la tengo per<br />
me; se piove mi porto dentro un po' di gocce; se c'è vento<br />
lascio che mi spazzi via.<br />
T A r E<br />
5
SCRIVI<br />
Beatrice De Santis<br />
La sera non si accendono stelle ma parole, le guardo e le<br />
ascolto. Poi mi porto dentro anche quelle. Un magazzino di<br />
immagini, un bagaglio di ricordi, un'officina di sogni, un<br />
mosaico di speranze, si mescolano dentro di me e mi<br />
rendono quella che sono: un'adolescente a cui piace<br />
immergersi nella magia dei film e a cui piace immaginare<br />
che ciò che vede proiettato su di uno schermo può, potrà<br />
concretizzarsi, se non all'esterno almeno dentro. Attraverso<br />
i film vivo il mio presente. Non so cosa mi troverò davanti<br />
ma penso che valga la pena scoprirlo.<br />
Ci fanno credere di essere in un mondo di corruzione,<br />
falsità, ipocrisia, ignoranza e cattiveria e si, sarà pure vero.<br />
Ma non ha senso condannare, biasimare, deplorare una<br />
realtà che ci appartiene, che è così perchè l'abbiamo resa<br />
tale. Non serve predicare, giudicare tutto spazzatura e poi<br />
girare lo sguardo dall'altra parte perchè «tanto uno solo che<br />
può fare?» Forse niente, forse resterà tutto uguale. Ma<br />
prendiamoci dentro al cuore un pezzo del nostro film<br />
<strong>quot</strong>idiano, un pezzo di mare, un pezzo di prato, di<br />
spiaggia, di cielo, di strada e in nome di quel mare, prato,<br />
spiaggia, cielo e strada rivendichiamo ciò che appartiene<br />
all'uomo: la meraviglia di ciò che ci circonda, che è un<br />
peccato sprecare, che è un peccato rovinare. E non c'è<br />
tempo migliore per agire se non questo, se non da giovani,<br />
quando abbiamo ancora davanti una vita che ci sorride.<br />
Niente è perduto, nè i nostri sogni, nè la nostra gioventù.<br />
L A S T<br />
rittura, uno scopo precinon<br />
penso che lo si<br />
per forza ricercare.<br />
Beatrice De Santis<br />
C H E V O<br />
fin da quando ho aple<br />
prime nozioni di<br />
atica e no, questo non<br />
esso da poco, lo giuro.<br />
no può essere spinto da<br />
l fare qualcosa, non se<br />
già una propensione<br />
lo, ma penso abbia inolto<br />
il fatto che i miei<br />
ri non hanno mai consistupido<br />
un mio pensiequando<br />
probabilmente<br />
non me lo hanno mai<br />
Loro gioivano con me<br />
ni mia scoperta.<br />
R A C c O N<br />
maestra delle elemeneva<br />
la buona e ormai<br />
6
La storia che voglio raccontare ha inizio tanto tempo fa,<br />
quando ero una bambina con tanti pensieri nella testa e un<br />
grembiulino blu con il merletto intorno al collo. A scuola la<br />
maestra d'italiano ci dava dei bellissimi compiti di svolgere,<br />
erano dei temi da inventare o da completare. A me piaceva<br />
l'idea che qualcuno volesse leggere i miei pensieri e quindi<br />
lasciavo che parlassero e blaterassero nella testa senza sosta,<br />
come il flusso di un fiume in piena, con l'irruenza di una<br />
cascata. Alla fine sfociavano tuffondosi sul foglio.<br />
Mi piaceva parlare, che fosse tramite un foglio o a voce non<br />
importava. Sentivo l'impellente bisogno di comunicare.<br />
Oggi, rovistando tra i ricordi, a volte sorrido quando<br />
ripenso alla frenetica infanzia di quella bambina con il<br />
grembiulino blu che proprio non sapeva aspettare, non<br />
sapeva contenere un'emozione.<br />
O R I a<br />
Mi chiedo dove sia finita ora quella bambina, magari sta<br />
solo dormendo. Magari tornerà a strillare. Presto. Ma<br />
finchè dorme io rimango zitta ad ascoltare. Ed è questa la<br />
seconda tappa della mia storia: mi piace ascoltare. Forse<br />
tempo fa ho parlato troppo e ora ho esaurito le parole. Mi<br />
piace ascoltare.<br />
Ascolto, ed emerge il lato nascosto delle cose, quello che di<br />
solito sfugge alla frenetica corsa degli “occupati”, troppo<br />
indaffarati per fermarsi e tendere l'orecchio al brusio del<br />
mare, al suono di una chitarra scordata, alla risata di un<br />
bambino, all'urlo del vento. Quando ho capito di aver<br />
bisogno di stare in silenzio e di lasciar parlare gli altri, ho<br />
iniziato ad appassionarmi al cinema: chiedo che mi venga<br />
raccontata una storia e il film inizia. Sento e osservo. Poi me<br />
lo porto dentro e lascio che mi trasformi.<br />
g L I O<br />
E' come quando leggo un libro e dopo l'ultima pagina penso<br />
all'autore: cosa avrà voluto dirmi? Non importa se mi sia<br />
piaciuto o meno, importa quanto possa adattarsi e mescolarsi<br />
alle mie amozioni, ai miei desideri, alle mie convinzioni.<br />
Il film è un libro che prende vita, le pagine si<br />
sfogliano da sole, basta guardare. Terza tappa della storia:<br />
mi piace osservare.<br />
Non voglio essere un libro bianco o un film muto, per<br />
questo cerco di assorbire quante più immagini posso, le<br />
conservo nell'album delle cose che ognuno tiene per sé,<br />
dentro si sé, come il più prezioso dei segreti. Quando apro<br />
la finestra la mattina, non mi aspetto che ci sia il sole: se c'è<br />
mi lascio attraversare dalla luce, la catturo e la tengo per<br />
me; se piove mi porto dentro un po' di gocce; se c'è vento<br />
lascio che mi spazzi via.<br />
T A r E<br />
7
SCRIVI<br />
Senti che bel sole n.1<br />
Tu sei n.2<br />
Beatrice De Santis<br />
8
9
Beatrice De Santis<br />
SCRIVI<br />
10
11
Valentina e Mèlanie<br />
SCRIVI<br />
12
e almeno nu bacio nci la ta dari.<br />
Ardori di aranci e mandarini<br />
e stannu picciati tutti li camini<br />
mu è ora cu ncasamu<br />
ci no qua nu custipu ni pigghiamu<br />
li piccinni po tutti mbacuccati<br />
madonna mea respirati.<br />
Li valigia agghiu priparatu<br />
e ncunu ricalu agghiu scaffatu<br />
quanta strada pi viniri<br />
mata da tutti milli liri<br />
ma pi la famiglia mia qustu è atru<br />
nta quattru e quattrotto magghiu raquagghiatu.<br />
Ogni vota ca vi vesciu<br />
no sapiti quantu mi prescio<br />
e tant’è ca si enchi lu cori<br />
ca mi sentu totta nu firvori.<br />
Pi quistu agghia sta cu la famiglia mia<br />
pi sta in buona compagnia<br />
e cu stamu in allegria e festeggiari<br />
tutti insieme ama manciari.<br />
Luci, arvuli e pastorelli<br />
la mamma è nchiutu tutti li padelli<br />
ce profumu ce ardori<br />
tutti li cristiani escunu daffori<br />
vititi cu vi manisciati<br />
ca li vicini so tutti nancati.<br />
Sono Valentina Gaeta, ho 19<br />
anni, sono di San Vito dei<br />
Normanni. Frequento il corso<br />
di grafica lʼAccademia di belle<br />
arti di Lecce e gioco a calcio,<br />
in futuro mi piacerebbe<br />
lavorare nel campo della grafica<br />
pubblicitaria.<br />
La banca è pronta sta tuttu apparecchiatu<br />
ma mancu cu vennu sannu degnatu<br />
no soltanta ata cucinari<br />
puru a unu a unu la chiamari.<br />
E quannu finalmente n’amu quadratu<br />
sembra quasi ca ni manca lu fiatu<br />
a ci scioca a carti,<br />
a ci faci atri arti,<br />
a ci spittegulescia<br />
e allu piccinnu cu lu ricalu ca tuttu si prescia.<br />
Mi chiamo Mèlanie De Fazio,<br />
ho 21 anni, sono di Latiano.<br />
Frequento il corso di decorazione<br />
allʼAccademia di belle<br />
arti di Lecce, e ancora non ho<br />
le idee chiare sul mio futuro.<br />
Tutti a ritiri e a scherzari<br />
ma alla fini l’esame nui l’agghia fari<br />
Tutto è nato per gioco, mentre<br />
tra coinquiline ci stuzzicavamo<br />
sui dialetti dei nostri paesi,<br />
che seppure vicini risultano<br />
essere molto diversi tra loro.<br />
Così una sera passeggiando<br />
per il centro storico di Lecce ci<br />
siamo ritrovate in piazza Duomo,<br />
dove una bellissima atmosfera<br />
ci ha incitate a scrivere<br />
delle rime che esaltassero la<br />
bellezza del luogo. In seguito,<br />
in occasione del Natale, abbiamo<br />
pensato di scrivere alcune<br />
rime da leggere in famiglia,<br />
creando un clima armonioso.<br />
Le nostre poesie sono<br />
scritte in dialetto perché ci<br />
piace mantenere vive le nostre<br />
radici, perciò continueremo<br />
a creare altre rime. Come<br />
ben sappiamo per costruire<br />
qualcosa nel presente cʼè bisogno<br />
di conoscere il passato.<br />
13<br />
mo no è ora cu pinsamu alla scola<br />
ca qua lu tiempu pigghia e vola<br />
mancu vu alla fatia<br />
ca lu natali e solu na scia<br />
sta festa pigghia e passa, ma no vi murtificati<br />
stannu atri festi cu manciati e spittigulati<br />
sta capodanno, la befana<br />
e li scali po ci li nchiana<br />
mancia di qua e mancia di dà<br />
e alla fine ni tocca sci scappà.<br />
Alli chiacchiere però no nci badamu<br />
ca sta festa è fatta cu commemoramu<br />
cu lu cervieddu e cu lu cori<br />
ama fa nasci nostru signori.<br />
San Giuseppe e la Madonna<br />
sotta na grotta si ni scera<br />
ma ni l’ama ricurdà puru<br />
ca parlamu di n’atra era.<br />
Mu n’ama manisciari<br />
ci no tutti ni n’hanna cacciari<br />
assai amu parlatu<br />
ma no ni diciti ca è stato fiato sprecato.<br />
L’amu critta cu tanta amore<br />
cu vi tinimu di buon umore.<br />
Mo sta bella compagnia<br />
cu faci na colletta a signuria.<br />
Tanta auguri a tutti vui<br />
mu è sicuru ca no nci parlamu chiui.
SCRIVI<br />
Valentina e Mèlanie<br />
ritrovate in piazza Duove<br />
una bellissima atmoi<br />
ha incitate a scrivere<br />
ime che esaltassero la<br />
a del luogo. In seguito,<br />
asione del Natale, abpensato<br />
di scrivere alime<br />
da leggere in famireando<br />
un clima armo-<br />
Le nostre poesie sono<br />
in dialetto perché ci<br />
mantenere vive le nodici,<br />
perciò continuerereare<br />
altre rime. Come<br />
appiamo per costruire<br />
sa nel presente cʼè bidi<br />
conoscere il passato.<br />
14
e almeno nu bacio nci la ta dari.<br />
Ardori di aranci e mandarini<br />
e stannu picciati tutti li camini<br />
mu è ora cu ncasamu<br />
ci no qua nu custipu ni pigghiamu<br />
li piccinni po tutti mbacuccati<br />
madonna mea respirati.<br />
Li valigia agghiu priparatu<br />
e ncunu ricalu agghiu scaffatu<br />
quanta strada pi viniri<br />
mata da tutti milli liri<br />
ma pi la famiglia mia qustu è atru<br />
nta quattru e quattrotto magghiu raquagghiatu.<br />
Ogni vota ca vi vesciu<br />
no sapiti quantu mi prescio<br />
e tant’è ca si enchi lu cori<br />
ca mi sentu totta nu firvori.<br />
Pi quistu agghia sta cu la famiglia mia<br />
pi sta in buona compagnia<br />
e cu stamu in allegria e festeggiari<br />
tutti insieme ama manciari.<br />
Luci, arvuli e pastorelli<br />
la mamma è nchiutu tutti li padelli<br />
ce profumu ce ardori<br />
tutti li cristiani escunu daffori<br />
vititi cu vi manisciati<br />
ca li vicini so tutti nancati.<br />
La banca è pronta sta tuttu apparecchiatu<br />
ma mancu cu vennu sannu degnatu<br />
no soltanta ata cucinari<br />
puru a unu a unu la chiamari.<br />
mo no è ora cu pinsamu alla scola<br />
ca qua lu tiempu pigghia e vola<br />
mancu vu alla fatia<br />
ca lu natali e solu na scia<br />
sta festa pigghia e passa, ma no vi murtificati<br />
stannu atri festi cu manciati e spittigulati<br />
sta capodanno, la befana<br />
e li scali po ci li nchiana<br />
mancia di qua e mancia di dà<br />
e alla fine ni tocca sci scappà.<br />
Alli chiacchiere però no nci badamu<br />
ca sta festa è fatta cu commemoramu<br />
cu lu cervieddu e cu lu cori<br />
ama fa nasci nostru signori.<br />
San Giuseppe e la Madonna<br />
sotta na grotta si ni scera<br />
ma ni l’ama ricurdà puru<br />
ca parlamu di n’atra era.<br />
Mu n’ama manisciari<br />
ci no tutti ni n’hanna cacciari<br />
assai amu parlatu<br />
ma no ni diciti ca è stato fiato sprecato.<br />
L’amu critta cu tanta amore<br />
cu vi tinimu di buon umore.<br />
Mo sta bella compagnia<br />
cu faci na colletta a signuria.<br />
Tanta auguri a tutti vui<br />
mu è sicuru ca no nci parlamu chiui.<br />
E quannu finalmente n’amu quadratu<br />
sembra quasi ca ni manca lu fiatu<br />
a ci scioca a carti,<br />
a ci faci atri arti,<br />
a ci spittegulescia<br />
e allu piccinnu cu lu ricalu ca tuttu si prescia.<br />
Tutti a ritiri e a scherzari<br />
ma alla fini l’esame nui l’agghia fari<br />
15
SCRIVI<br />
Guarda ce bella serata<br />
qua faceva na bella sirinata<br />
a te ca sinti la vagnona mia innamorata<br />
Amu giratu pi li libri qua e là<br />
no l’amu truvatu ce ama fa<br />
sordi n’annu fattu sparagnà<br />
Pi li stratoddi di lecce amu giratu<br />
e tutti insiemi n’amu cucchiatu<br />
n’ama turnà a casa di pressa<br />
ci no la paura ni faci fessa<br />
Viti ce bellu duomo atru ce Milano<br />
ca pi la nebbia mancu lu fittamu<br />
Guarda ce luci guarda ce amore<br />
a tutti li cristiani faci stupore<br />
Finestri e finistreddi<br />
tutti li scorci so beddi<br />
Guarda ce iertu stu campanili<br />
a tutti li uecchi faci catiri<br />
No sapiti ce vi pirditi<br />
vu ca no nci viniti<br />
vi ni facitivi na passeggiata<br />
ca l’accoglienza è ricalata<br />
Valentina di santu vitu<br />
e Mélanie di latiano<br />
a tutti vui nu baciu vi damu.<br />
Valentina e Mèlanie<br />
16
17
SCRIVI<br />
FSE<br />
Forse esisteva una via<br />
per entrare nella mente<br />
attraverso lo specchio<br />
Il vetro è appannato<br />
più avanti vi hanno disegnato<br />
un fuoco d'artificio<br />
con i propri capelli<br />
Ma da questo lato<br />
oggi voglio vedere<br />
solo colori indistinti<br />
Come condannati<br />
attendono<br />
pazientemente<br />
la condanna<br />
della propria routine<br />
Annachiara Innocenzio<br />
Il fuoco d'artificio<br />
è scomparso<br />
gli hanno asciugato le lacrime<br />
come l'amante<br />
alla sua bambina<br />
18
Sono Annachiara Innocenzio<br />
e ho 28 anni. Sono originaria<br />
della provincia di<br />
Lecce ma vivo a Sheffield da<br />
due anni. Vorrei specializzarmi<br />
nel sottotitolaggio.<br />
Scrivere è una necessità e<br />
scrivo per me stessa. Scrivere<br />
mi ha sempre permesso di<br />
autoanalizzarmi e di dare<br />
un significato alla realtà che<br />
vivo. O a scapparne.<br />
Mi piace scrivere racconti<br />
brevi. Ho iniziato a scrivere<br />
diari a 14 anni e da allora<br />
non ho mai smesso di scrivere,<br />
anche se a intervalli.<br />
Ho cercato una canzone<br />
che fosse adatta a lei<br />
nessun accordo o sinfonia<br />
era in grado di contenerla.<br />
Lʼho vista lasciarsi andare<br />
alla frenesia di una danza dionisiaca<br />
lʼho vista nella donna arcaica<br />
e in quella futurista<br />
fissava la gorgone Medusa dritta negli occhi<br />
senza essere pietrificata<br />
rabbia diluita in colpi di tosse…<br />
Ho un elenco nella testa con ciò che mi ha insegnato<br />
ma molte cose sfuggono a ogni classifica<br />
Ho visto i suoi occhi ululare<br />
ma mai di vergogna<br />
era il suono incessante e gutturale del suo spirito<br />
invischiato in un fango di routine<br />
Eppure riesco a scorgerla<br />
eccola sulla salita e poi allʼorlo del precipizio<br />
ignora che il fondo del burrone<br />
è solo unʼillusione ottica<br />
quel buco profondo porta<br />
allʼaltro lato del mondo.<br />
19
SCRIVI<br />
FSE<br />
Forse esisteva una via<br />
per entrare nella mente<br />
attraverso lo specchio<br />
Il vetro è appannato<br />
più avanti vi hanno disegnato<br />
un fuoco d'artificio<br />
con i propri capelli<br />
Ma da questo lato<br />
oggi voglio vedere<br />
solo colori indistinti<br />
Come condannati<br />
attendono<br />
pazientemente<br />
la condanna<br />
della propria routine<br />
Annachiara Innocenzio<br />
Il fuoco d'artificio<br />
è scomparso<br />
gli hanno asciugato le lacrime<br />
come l'amante<br />
alla sua bambina<br />
20
Ho cercato una canzone<br />
che fosse adatta a lei<br />
nessun accordo o sinfonia<br />
era in grado di contenerla.<br />
Lʼho vista lasciarsi andare<br />
alla frenesia di una danza dionisiaca<br />
lʼho vista nella donna arcaica<br />
e in quella futurista<br />
fissava la gorgone Medusa dritta negli occhi<br />
senza essere pietrificata<br />
rabbia diluita in colpi di tosse…<br />
Ho un elenco nella testa con ciò che mi ha insegnato<br />
ma molte cose sfuggono a ogni classifica<br />
Ho visto i suoi occhi ululare<br />
ma mai di vergogna<br />
era il suono incessante e gutturale del suo spirito<br />
invischiato in un fango di routine<br />
Eppure riesco a scorgerla<br />
eccola sulla salita e poi allʼorlo del precipizio<br />
ignora che il fondo del burrone<br />
è solo unʼillusione ottica<br />
quel buco profondo porta<br />
allʼaltro lato del mondo.<br />
21
Annachiara Innocenzio<br />
SCRIVI<br />
22
Se solo gli umani<br />
potessero scegliersi<br />
solo annusandosi i genitali<br />
se solo immaginassero<br />
la gioia dionisiaca di una lotta<br />
senza armi se non la propria<br />
Natura.<br />
Si dovrebbero<br />
leccare e mordere per igiene<br />
niente spugne e bagnoschiuma<br />
dagli odori esotici o<br />
balsami addolcenti con<br />
nomi evocativi – Silk Milk<br />
solo la propria<br />
ruvida lingua umidiccia<br />
avrebbero forse il coraggio<br />
di leccare via i residui<br />
dell’ultima evacuazione?<br />
Sarebbero così arditi<br />
da confondersi coi colori intorno<br />
o azzannare le loro<br />
“aspettative”?<br />
Non saprebbero mai in che direzione<br />
muovere la coda<br />
perché non sanno nemmeno<br />
cosa vogliono dire<br />
solo davanti a uno specchio ondulato<br />
sanno riconoscersi<br />
e cioè sono<br />
inutili alla<br />
immensa labirintica<br />
imbarazzante Natura.<br />
23
A VOLTE SPIO I PRO<br />
ALTRI SOLO PER SE<br />
Annachiara Innocenzio<br />
SCRIVI<br />
24
FILI FACEBOOK DI<br />
NTIRMI MIGLIORE<br />
25
Annachiara Innocenzio<br />
SCRIVI<br />
26
Sapevo che sarebbero arrivati questi incubi<br />
sognare le tue mani che mi toccano i capelli<br />
per poi scoprire che non sono i miei.<br />
Arriva l’alba e si ripete tutto daccapo<br />
posso immaginare ogni singola conversazione<br />
la tua lingua<br />
il tuo sospirare dal naso<br />
per la bocca occupata.<br />
Fammi essere senza scrupoli<br />
non puoi capire, questo non puoi.<br />
E la vita mi scorre via dalla carne<br />
mentre la tua arrossisce<br />
sotto i colpi della tua<br />
lussuriosa vendetta.<br />
Lei guida,<br />
una mano sul volante<br />
l’altra sulle tue gambe.<br />
Sorride allo specchietto retrovisore<br />
ti lascia uscire dal suo petto<br />
in un cesso di casa sua<br />
sorridendo, sempre sorridendo.<br />
Mette la quinta mentre corre verso te<br />
e tu farai il simpatico con lei<br />
anche oggi<br />
E lei lo sa?<br />
Lo sa che esisto<br />
nei miei squallidi<br />
22 anni di niente.<br />
Lo sa quanto vale la sua vanità?<br />
E la tua.<br />
Come hai potuto<br />
far ripetere questo strazio<br />
pensare che mi avrebbe cancellata<br />
pensare che ti meritavi la sua stupidità.<br />
Oh, non ho bisogno di parlarci.<br />
Ecco adesso quanto sembro sicura<br />
mentre ti fisso<br />
coi miei occhi scintillanti<br />
dall’oscurità in fondo al precipizio<br />
è stato più facile stuprare<br />
la tua solitudine<br />
che fissare l’orizzonte<br />
dell’alba che svanisce.<br />
Lei adesso ti tira i capelli<br />
li sposta dal tuo viso<br />
per vederti godere meglio.<br />
Un incubo sarei voluta essere<br />
una visione paranoica<br />
il flash che ti balza agli occhi<br />
mentre stai per venire<br />
apri gli occhi e trovi lei.<br />
Peggio ancora, lei sarà dolce con te<br />
“povero corpicino martoriato”<br />
ti avrà detto.<br />
Povero uomo distrutto<br />
e io non ero nemmeno una donna ancora<br />
e sono distrutta comunque.<br />
Lasciami adirare adesso<br />
lasciami impazzire<br />
nessuno toccherà<br />
questo corpo infame.<br />
E non lamentarti se sfiorisco<br />
voglio diventare invisibile<br />
ogni cosa mi attraverserà<br />
niente potrà rimanermi<br />
dentro o addosso.<br />
Se chiudo gli occhi<br />
sento le sue risate e i suoi gemiti<br />
non puoi salvarmi da tutto questo.<br />
Ho capito cosa meritavo<br />
e non era questo.<br />
No, non così tanto.<br />
27
Elisa Corlianò<br />
SCRIVI<br />
28
Pensa non m’importi,<br />
crede sia l’orgoglio;<br />
ignoro ragioni<br />
pretesti sinceri<br />
della sua asserzione<br />
pungente e lontana<br />
da quella che egli sa<br />
essere la realtà.<br />
Quello che tu fai<br />
ora capirai<br />
è apparso scontato<br />
a chi ti ha gettato<br />
addosso parole<br />
che pesano come<br />
quelle che non dice<br />
e non sentirai.<br />
Ma resti sconfitta<br />
in nuovo conflitto,<br />
spero in una resa<br />
che forse giungerà<br />
a spazzare via<br />
con vento violento<br />
nubi sovrastanti<br />
la tua delusione.<br />
Sorridi e dimostra<br />
che nel tuo vestito<br />
cucito di errori<br />
non ci son rimpianti<br />
o maligne azioni.<br />
Mantieniti pura e<br />
pur se perirai<br />
sarai ancora intera.<br />
Vola alto e non voltarti.<br />
Non ascoltare chi ti dice<br />
che hai sbagliato questo o quello,<br />
non fermarti al giudizio<br />
di chi parla ma non sa.<br />
Punta al sole e non temere<br />
che la cera ti abbandoni;<br />
con leggerezza, Icaro mio,<br />
schiva pietre e dardi<br />
che chi non comprende<br />
invidioso scaglierà.<br />
Godi del raggio,<br />
il tuo iride illuminato<br />
quanto amore avrà vissuto<br />
quanta vita avrà ammirato.<br />
segui il petto<br />
ovunque dica<br />
che è più giusto andare.<br />
Vola alto Icaro mio,<br />
vola alto e non voltarti.<br />
Sono Elisa Corlianò, ho diciannove<br />
anni e vivo a Calimera,<br />
nella provincia di Lecce.<br />
Proprio in questi giorni mi sto<br />
diplomando Certo tu vorresti al liceo classico<br />
G. Palmieri<br />
finisse la guerra,<br />
e dopo lʼestate<br />
chiedi dove andare<br />
sarò studentessa presso la facoltà<br />
più di un lettere posto in classiche; cui stare, spe-<br />
a una te che non ha<br />
ro un voglia giorno di lottare di poter mostrare<br />
ai senza giovani mai capire la bellezza e la<br />
perché egli colpirà.<br />
moralità che, spesso, vi è nascosta<br />
dietro.<br />
Scrivo ogni qualvolta qualcosa<br />
mi susciti un sentimento forte<br />
e lo faccio per me più che<br />
per gli altri, per conservare<br />
quel sentimento, per poterlo<br />
rivivere integro.<br />
Ho sempre avuto la passione<br />
per la scrittura, ma posso dire<br />
che essa si sia veramente concretizzata<br />
solo da un anno a<br />
questa parte e che per me il<br />
mettere per iscritto ciò che vivo<br />
o ciò che semplicemente<br />
immagino sia divenuto un vero<br />
e proprio bisogno, il creare<br />
qualcosa che possa resistere<br />
al tempo che fugge e ai<br />
sentimenti che si affievoliscono<br />
e scompaiono.<br />
Attendi e preserva<br />
il tuo essere vera<br />
lungi da commenti<br />
che non accogli più.<br />
sboccia profumata<br />
e vermiglia rosa,<br />
con le tue spine<br />
sola difenditi.<br />
29
Elisa Corlianò<br />
SCRIVI<br />
parte e che per me il<br />
e per iscritto ciò che viciò<br />
che semplicemente<br />
ino sia divenuto un veroprio<br />
bisogno, il crealcosa<br />
che possa resistetempo<br />
che fugge e ai<br />
enti che si affievoliscocompaiono.<br />
30
Pensa non m’importi,<br />
crede sia l’orgoglio;<br />
ignoro ragioni<br />
pretesti sinceri<br />
della sua asserzione<br />
pungente e lontana<br />
da quella che egli sa<br />
essere la realtà.<br />
Quello che tu fai<br />
ora capirai<br />
è apparso scontato<br />
a chi ti ha gettato<br />
addosso parole<br />
che pesano come<br />
quelle che non dice<br />
e non sentirai.<br />
Ma resti sconfitta<br />
in nuovo conflitto,<br />
spero in una resa<br />
che forse giungerà<br />
a spazzare via<br />
con vento violento<br />
nubi sovrastanti<br />
la tua delusione.<br />
Sorridi e dimostra<br />
che nel tuo vestito<br />
cucito di errori<br />
non ci son rimpianti<br />
o maligne azioni.<br />
Mantieniti pura e<br />
pur se perirai<br />
sarai ancora intera.<br />
Vola alto e non voltarti.<br />
Non ascoltare chi ti dice<br />
che hai sbagliato questo o quello,<br />
non fermarti al giudizio<br />
di chi parla ma non sa.<br />
Punta al sole e non temere<br />
che la cera ti abbandoni;<br />
con leggerezza, Icaro mio,<br />
schiva pietre e dardi<br />
che chi non comprende<br />
invidioso scaglierà.<br />
Godi del raggio,<br />
il tuo iride illuminato<br />
quanto amore avrà vissuto<br />
quanta vita avrà ammirato.<br />
segui il petto<br />
ovunque dica<br />
che è più giusto andare.<br />
Vola alto Icaro mio,<br />
vola alto e non voltarti.<br />
Certo tu vorresti<br />
finisse la guerra,<br />
chiedi dove andare<br />
a una te che non ha<br />
più un posto in cui stare,<br />
voglia di lottare<br />
senza mai capire<br />
perché egli colpirà.<br />
Attendi e preserva<br />
il tuo essere vera<br />
lungi da commenti<br />
che non accogli più.<br />
sboccia profumata<br />
e vermiglia rosa,<br />
con le tue spine<br />
sola difenditi.<br />
31
SCRIVI<br />
Elisa Corlianò<br />
Tutto il giorno aspetto sera<br />
tra gli affanni mascherati<br />
da scommese col destino,<br />
che non cambia se ti fermi,<br />
se alzi i tacchi e te ne vai.<br />
Tutto il giorno aspetto sera<br />
tra un fai tardi e un devo andare<br />
di chi è come me nel turbine<br />
dei volti indaffarati<br />
e tutto il giorno aspetto sera.<br />
Tutto il giorno aspetto sera<br />
tra una lancetta e l’altra,<br />
troppo lente e arruginite<br />
nel pensiero di chi attende<br />
solamente un cinguettio.<br />
Tutto il giorno attendo sera<br />
perchè la sera sono in pace;<br />
la bufera ormai si placa<br />
ed il mondo ora contorna<br />
l’incurvarsi della bocca tua.<br />
Tutto il giorno aspetto sera<br />
e non pensare io sia assente<br />
sotto i raggi che dan vita,<br />
è solo che, se sei presenza,<br />
la sera non è più infinita.<br />
Come in quella foto<br />
tu luminosa e fiera<br />
lui incredulo ti guarda,<br />
cosa resta del momento<br />
se la foto manca?<br />
La luce impressa sulla carta<br />
la tieni bene a mente,<br />
cosa cambia amore mio<br />
se il mondo non sa di te?<br />
Il passato non si annulla<br />
ed è inutile provarci,<br />
può tentare di negarlo<br />
ma infondo tu lo sai<br />
e infondo lui lo sa.<br />
32
E se la luna<br />
non ha luce propria,<br />
candida perla,<br />
brilla dell’amore che ho per te.<br />
Mi baci piano<br />
le labbra<br />
e non sai<br />
che l’anima<br />
è a un passo.<br />
33
Elisa Corlianò<br />
SCRIVI<br />
34
Le pareti di una stanza<br />
con l’intonaco scrostato,<br />
gli infissi di una porta,<br />
una finestra senza il vetro,<br />
l’odore d’estate,<br />
il caldo, la salsedine,<br />
un materasso a terra<br />
quanti cuori avrà ospitato,<br />
quattro braccia<br />
che si cercano,<br />
due respiri<br />
che si sommano.<br />
Cosa serve<br />
se non questo.<br />
Mi fa ridere<br />
che inventi le parole<br />
e tutti ormai lo sanno<br />
che ce n’è una per me:<br />
quella che marchi<br />
più delle altre<br />
e che poni alla fine<br />
di ogni singola frase<br />
perché suoni più limpida<br />
perché suoni più forte.<br />
Se l’amore<br />
non si può spiegare<br />
inventeremo nuovi modi<br />
per provarci.<br />
Così noi ci capiamo<br />
senza destare l’attenzione<br />
come in un mondo tutto nostro<br />
senza regole e convenzioni,<br />
solo uno sguardo<br />
che accende e riscalda.<br />
35
Elisa Corlianò<br />
SCRIVI<br />
36
Le pareti di una stanza<br />
con l’intonaco scrostato,<br />
gli infissi di una porta,<br />
una finestra senza il vetro,<br />
l’odore d’estate,<br />
il caldo, la salsedine,<br />
un materasso a terra<br />
quanti cuori avrà ospitato,<br />
quattro braccia<br />
che si cercano,<br />
due respiri<br />
che si sommano.<br />
Cosa serve<br />
se non questo.<br />
Mi fa ridere<br />
che inventi le parole<br />
e tutti ormai lo sanno<br />
che ce n’è una per me:<br />
quella che marchi<br />
più delle altre<br />
e che poni alla fine<br />
di ogni singola frase<br />
perché suoni più limpida<br />
perché suoni più forte.<br />
Se l’amore<br />
non si può spiegare<br />
inventeremo nuovi modi<br />
per provarci.<br />
Così noi ci capiamo<br />
senza destare l’attenzione<br />
come in un mondo tutto nostro<br />
senza regole e convenzioni,<br />
solo uno sguardo<br />
che accende e riscalda.<br />
37
Elisa Corlianò<br />
SCRIVI<br />
38
Potevi guardarci da fuori,<br />
invalicabili colonne d’Ercole,<br />
impenetrabili come fortini.<br />
Chiunque avrebbe pensato<br />
che fossimo gruppo per necessità,<br />
ma così non era.<br />
Ci vedevi camminare a testa alta,<br />
ridere insieme con o senza bicchiere<br />
e, si sa, che senza qualcosa da bere<br />
non è sempre facile<br />
perché solo nel posto giusto<br />
hai ancora voglia di ballare<br />
quando la musica si placa.<br />
Potevi sentirci piangere,<br />
incapaci di trattenere lacrime amare<br />
se una cadeva e non trovava la forza;<br />
potevi sentirci cantare<br />
lontane da tutto, al sole, in mezzo al mare,<br />
o trovarci al solito posto<br />
con il solito tè,<br />
Il solito “oggi però pago io”.<br />
Ci potevi incrociare,<br />
pensare che fosse assurdo<br />
riuscire ad accordare tante ragazze<br />
e, te lo assicuro, lo era davvero<br />
ma mai che ciò ci fermasse.<br />
Sono sicura che a volte ci invidiassi<br />
quando eravamo noi,<br />
puramente noi.<br />
Sono sicura che, almeno una volta,<br />
avrai desiderato avere anche tu<br />
qualcosa di autentico ed eterno<br />
e di essere fortunato<br />
come lo siamo state noi.<br />
Sapevamo<br />
che nulla ci avrebbe divise,<br />
che ci saremmo sempre<br />
tenute nel cuore<br />
perché mai,<br />
per nessuna ragione,<br />
ci saremmo perse noi.<br />
39
Elisa Corlianò<br />
SCRIVI<br />
40
Asserire che mi manchi molto più della bella stagione, anche se<br />
alle nostre coordinate è già primavera: questo aprile, uggioso e<br />
carico di pioggia, si può dire che mi tormenti appena un terzo<br />
di quanto fai tu restandomi lontano, seppur con l’orologio ben<br />
in vista.<br />
Tu, amore, mi manchi almeno due volte più del sole.<br />
Mi manchi sul finir della giornata, quando sono esausta e<br />
penso di voler sentire solo il ritmo del tuo cuore steso proprio<br />
accanto al mio.<br />
Mi manchi mentre attendo l’aria mite che fa sbocciare rose profumate<br />
ed eleganti, che tu sai suscitarmi infinita ammirazione.<br />
Mi manchi anche se son felice e non posso confidarti il motivo<br />
del sorriso più sincero, spuntato dopo quello che mi concedi tu.<br />
Lo dico che mi manchi e lo ripeto perché ti sfiori il pensiero di<br />
me che sono qui a pensarti mentre il tempo scorre inesorabile,<br />
come vento sopra le nostre teste.<br />
Asserisci che ti sono mancata e posso riprendere ad aspettare il<br />
sollievo di vederti tornare.<br />
Se ti tengo a mente e so che tu fai lo stesso, non può la mancanza<br />
concretizzarsi nel non possedersi affatto: pensarsi è non<br />
lasciarsi andare, è un “Sai che odio attendere per ore, ma non<br />
sei qui e ti aspetto anche se tardi”.<br />
41
SCRIVI<br />
F U O C O<br />
Entri nella stanza<br />
e ti sfili il cappotto<br />
perché avverti il tepore,<br />
le membra tue si snodano,<br />
il tempo si distende<br />
e senti che pervade<br />
la serenità.<br />
Lo scoppiettio del legno<br />
che s’imbrunisce e crepa,<br />
il tempo suo si stringe<br />
e passa e finirà.<br />
La magia del colore<br />
che sfuma oltre gli stadi<br />
dal rosso al giallo al blu;<br />
di continuo ravvivato<br />
quasi immobile ci pare,<br />
come fiore in mezzo a un prato<br />
o corallo giù nel mare.<br />
Elisa Corlianò<br />
Possa tu<br />
Tu ammiri la fiammaPossa tu essere felice<br />
poi ti volti e guardi me, e vivere di piccole cose<br />
fai cenno con la testa di gioie vere e preziose.<br />
verso quello spettacolo, Guardarti all’interno e credere<br />
mi dici che l’amore che è sei fuoco stato almeno una volta fortunato<br />
ricordarti quello che credi di aver dimenticato.<br />
e il fuoco ha tempo limitato,<br />
quando però Possa si spegne tu strappare i sorrisi alla gente<br />
ha comunque e riscaldato, vedere crescere dove hai vacillato<br />
ma se sai alimentarlo la forza che dentro hai conservato.<br />
(anzi dici “se sapremo”) Nel tuo zaino blu qualche quaderno delicato<br />
puoi non coprirti raccoglie più. le sfumature rosa<br />
della mariposa che hai disegnato.<br />
Io prendo della legna<br />
Possa tu soffiare nelle tue vele<br />
e te la porgo e sorridendo spingerti lontano<br />
il porto che avevi fatto tuo<br />
«mi seggo là e<br />
si<br />
ti<br />
è<br />
aspetto:<br />
già inabissato col suo capitano.<br />
ne avremo per un po'.»<br />
42
Al Faro<br />
Di chi ti fidi adesso?<br />
Da chi ti farai ascoltare?<br />
Vado al faro, solo e senza paura<br />
anche nella notte scura.<br />
Quando il mare è agitato<br />
e quando è posato.<br />
Che al faro non sai mai chi puoi trovare,<br />
due vecchi a passeggiare al mattino,<br />
che come dolci amanti su di un barchino,<br />
si stringono felici e guardano il faro e il mare<br />
che un giorno tanti anni fa li fece incontrare.<br />
E mi fido del mare,<br />
e parlo solo con lui,<br />
quando devo brindare<br />
in silenzio ogni bicchiere lo dedico a lui!<br />
Mi chiamo Antonio Verri, sono<br />
di Caprarica di Lecce, ho<br />
23 anni, studio Ingegneria Industriale.<br />
Amo le due ruote, i motori, il<br />
sapere e altre forme d'arte.<br />
Seguo le mie passioni e cerco<br />
di perseguire i miei sogni.<br />
Ho un forte senso di adattamento<br />
e spirito d'avventura.<br />
Non amo essere al centro<br />
dell'attenzione e cerco di dare<br />
sempre il meglio di me per<br />
le persone che mi sono vicine.<br />
Scrivo piccoli bozzetti, incipit<br />
e mie idee personali per togliere<br />
le tensioni dalla mente<br />
e "viaggiare gratis" ma anche<br />
per scacciare malumori e "rotture<br />
multiple". Spesso scrivo<br />
la sera prima di andare a dormire;<br />
soprattutto nei periodi<br />
in cui sono teso scrivo piccole<br />
poesie, prendendo spunto da<br />
scene che ho visto, vissuto o<br />
immaginato.<br />
Non ho la pretesa di comunicare<br />
alle persone qualcosa di<br />
preciso, perché credo che il<br />
lettore estrapola il significato<br />
che più si avvicina al proprio<br />
vissuto e sceglie di apprezzare<br />
o non condividere le idee e<br />
le espressioni di una poesia o<br />
di un pensiero scritto.<br />
Non seguo una metrica precisa<br />
o degli schemi classici perché<br />
scrivo quasi di getto, mi<br />
soffermo di più sui suoni delle<br />
parole e sul loro legame.<br />
Mi sono accorto che leggere<br />
e scrivere mi arricchisce i pensieri<br />
e mi fa scoprire nuove<br />
cose.<br />
43
Antonio Verri<br />
SCRIVI<br />
Possa tu<br />
Possa tu essere felice<br />
e vivere di piccole cose<br />
di gioie vere e preziose.<br />
Guardarti all’interno e credere<br />
che sei stato almeno una volta fortunato<br />
ricordarti quello che credi di aver dimenticato.<br />
Possa tu strappare i sorrisi alla gente<br />
e vedere crescere dove hai vacillato<br />
la forza che dentro hai conservato.<br />
Nel tuo zaino blu qualche quaderno delicato<br />
raccoglie le sfumature rosa<br />
della mariposa che hai disegnato.<br />
Possa tu soffiare nelle tue vele<br />
e spingerti lontano<br />
il porto che avevi fatto tuo<br />
si è già inabissato col suo capitano.<br />
44
Al Faro<br />
Di chi ti fidi adesso?<br />
Da chi ti farai ascoltare?<br />
Vado al faro, solo e senza paura<br />
anche nella notte scura.<br />
Quando il mare è agitato<br />
e quando è posato.<br />
Che al faro non sai mai chi puoi trovare,<br />
due vecchi a passeggiare al mattino,<br />
che come dolci amanti su di un barchino,<br />
si stringono felici e guardano il faro e il mare<br />
che un giorno tanti anni fa li fece incontrare.<br />
E mi fido del mare,<br />
e parlo solo con lui,<br />
quando devo brindare<br />
in silenzio ogni bicchiere lo dedico a lui!<br />
Mi chiamo Antonio Verri, sono<br />
di Caprarica di Lecce, ho<br />
23 anni, studio Ingegneria Industriale.<br />
Amo le due ruote, i motori, il<br />
sapere e altre forme d'arte.<br />
Seguo le mie passioni e cerco<br />
di perseguire i miei sogni.<br />
Ho un forte senso di adattamento<br />
e spirito d'avventura.<br />
Non amo essere al centro<br />
dell'attenzione e cerco di dare<br />
sempre il meglio di me per<br />
le persone che mi sono vicine.<br />
Scrivo piccoli bozzetti, incipit<br />
e mie idee personali per togliere<br />
le tensioni dalla mente<br />
e "viaggiare gratis" ma anche<br />
per scacciare malumori e "rotture<br />
multiple". Spesso scrivo<br />
la sera prima di andare a dormire;<br />
soprattutto nei periodi<br />
in cui sono teso scrivo piccole<br />
poesie, prendendo spunto da<br />
scene che ho visto, vissuto o<br />
immaginato.<br />
Non ho la pretesa di comunicare<br />
alle persone qualcosa di<br />
preciso, perché credo che il<br />
lettore estrapola il significato<br />
che più si avvicina al proprio<br />
vissuto e sceglie di apprezzare<br />
o non condividere le idee e<br />
le espressioni di una poesia o<br />
di un pensiero scritto.<br />
Non seguo una metrica precisa<br />
o degli schemi classici perché<br />
scrivo quasi di getto, mi<br />
soffermo di più sui suoni delle<br />
parole e sul loro legame.<br />
Mi sono accorto che leggere<br />
e scrivere mi arricchisce i pensieri<br />
e mi fa scoprire nuove<br />
cose.<br />
45
Antonio Verri<br />
SCRIVI<br />
, prendendo spunto da<br />
che ho visto, vissuto o<br />
inato.<br />
o la pretesa di comunille<br />
persone qualcosa di<br />
, perché credo che il<br />
estrapola il significato<br />
ù si avvicina al proprio<br />
e sceglie di apprezzan<br />
condividere le idee e<br />
essioni di una poesia o<br />
ensiero scritto.<br />
guo una metrica preciegli<br />
schemi classici perrivo<br />
quasi di getto, mi<br />
o di più sui suoni delle<br />
e sul loro legame.<br />
o accorto che leggere<br />
ere mi arricchisce i penmi<br />
fa scoprire nuove<br />
Possa tu<br />
Possa tu essere felice<br />
e vivere di piccole cose<br />
di gioie vere e preziose.<br />
Guardarti all’interno e credere<br />
che sei stato almeno una volta fortunato<br />
ricordarti quello che credi di aver dimenticato.<br />
Possa tu strappare i sorrisi alla gente<br />
e vedere crescere dove hai vacillato<br />
la forza che dentro hai conservato.<br />
Nel tuo zaino blu qualche quaderno delicato<br />
raccoglie le sfumature rosa<br />
della mariposa che hai disegnato.<br />
Possa tu soffiare nelle tue vele<br />
e spingerti lontano<br />
il porto che avevi fatto tuo<br />
si è già inabissato col suo capitano.<br />
46
Al Faro<br />
Di chi ti fidi adesso?<br />
Da chi ti farai ascoltare?<br />
Vado al faro, solo e senza paura<br />
anche nella notte scura.<br />
Quando il mare è agitato<br />
e quando è posato.<br />
Che al faro non sai mai chi puoi trovare,<br />
due vecchi a passeggiare al mattino,<br />
che come dolci amanti su di un barchino,<br />
si stringono felici e guardano il faro e il mare<br />
che un giorno tanti anni fa li fece incontrare.<br />
E mi fido del mare,<br />
e parlo solo con lui,<br />
quando devo brindare<br />
in silenzio ogni bicchiere lo dedico a lui!<br />
47
Antonio Verri<br />
SCRIVI<br />
48
Luce, caldo sole che rischiara<br />
tutto esplode senza una trama.<br />
Tutto nuovo, tutto è luce<br />
è la vita che rinasce e il sorriso ricuce.<br />
Gli amici in bici vanno per le campagne<br />
pedalano come quando erano piccini<br />
e ridono felici ora che passati gli anni<br />
ancora sanno come ritrovarsi bambini.<br />
Perché la felicità e la primavera<br />
sono nelle cose semplici<br />
nei fiori dei campi e nei pulcini,<br />
nei bambini<br />
e nella sottile voce dei micini.<br />
La stagione che vorrei essere,<br />
la stagione della gente allegra<br />
che inizia a scoprirsi<br />
e si colora con pochi abiti leggeri anche alla sera.<br />
Mani nelle mani<br />
Lontano dal porto<br />
gli amanti si incontrano.<br />
Passano lì la notte,<br />
ognuno nel suo cappotto arrivano silenziosi a<br />
piedi.<br />
Un abbraccio, una carezza e un bacio.<br />
si dicono parole dolci con un fiato di voce<br />
contro il freddo vento per riscaldarsi,<br />
occhi negli occhi e mani nelle mani.<br />
Fino alla prossima alba.<br />
Perché per fare cose così belle e semplici<br />
bisogna nascondersi come criminali<br />
mentre per spararsi e odiare<br />
la gente non prova vergogna?<br />
E il mare pian piano si riscalda<br />
prepara la festa,<br />
perché presto estate sarà<br />
portando la musica in strada e la gioia nel cuore.<br />
Arriva senza far rumore<br />
quando l’inverno lascia il campo<br />
Persefone si manifesta con cura<br />
nello spettacolo della fioritura.<br />
Ancora mesi la Dea qui si trattiene<br />
e nelle persone il sangue freme nella vene<br />
i giovani in amore si rincorrono e si abbracciano<br />
la bellezza dei colori sulla loro pelle appaiono.<br />
49
Antonio Verri<br />
SCRIVI<br />
50
Caffè dei fiori<br />
Colleziona caffè con sconosciute<br />
e non trova più gli stessi sapori<br />
gli stessi aromi, gli stessi colori.<br />
Coglie tutti i fiori<br />
e gli strappa con tutte le radici<br />
spera che così resteranno felici,<br />
ma anche il fiore lontano dalla terra<br />
presto marcisce, e la luce più non vuole,<br />
preferisce la luna che lo nasconde alla luce del sole.<br />
Corre come un funambolo sul bordo della tazzina,<br />
non appena è sveglio la mattina.<br />
Caduto nel suo caffè vaga nella sua testa<br />
ripide salite come una scalata<br />
e poi giù in picchiata come fosse ricercato<br />
ripete questo folle su e giù immobile e sfinito.<br />
È sveglio ma non ancora desto.<br />
Ricorda il fiore di ieri<br />
andato già via dai suoi pensieri.<br />
A volte è felice ma a volte ha fame<br />
lanciato in macchina schiva pericolose le lame.<br />
È il suo modo di distrarsi<br />
preferisce questo per non ammalarsi.<br />
Ride sprezzante e corre veloce,<br />
ma piange quando la luce della luna illumina il volante.<br />
Al mare andava lì dove la luna si vede più grande<br />
aspetta l’eclissi che rende tutto il resto insignificante<br />
la luna protagonista gli uomini a guardare.<br />
51
Mauro Scarpa<br />
SCRIVI<br />
52
Sono Mauro Scarpa, ho 43<br />
anni e vivo a San Cesario. Ho<br />
trascorso alcuni anni tra Torino<br />
e, soprattutto, Roma dove<br />
ho studiato e insegnato recitazione.<br />
Ho iniziato a scrivere relativamente<br />
tardi (27 anni). Lavoravo<br />
in una ludoteca, proprio a<br />
Calimera. Ho ricevuto moltissimi<br />
stimoli che mi hanno permesso<br />
di trovare un mio modo<br />
di comunicare. Negli ultimi<br />
anni, la scrittura è diventata<br />
un lavoro appassionante che<br />
porto avanti insieme all'insegnamento<br />
e alla mia professione<br />
di pedagogista.<br />
La grande scommessa è sempre<br />
stata quella di coniugare<br />
arte e educazione. Lavoro anche<br />
nel cinema, collaboro con<br />
le librerie e le biblioteche,<br />
conduco laboratori espressivi.<br />
Tutto ciò che faccio è "pieno"<br />
di scrittura. Scrivo tutti i giorni,<br />
in orari non sempre strutturati.<br />
Scrivo albi illustrati, romanzi,<br />
scrivo per il teatro. Ho scritto<br />
per il cinema, per riviste, antologie.<br />
La mia parola preferita<br />
è restituzione (dei significati).<br />
Ho un blog, www.mauroscarpa.wordpress.com,<br />
dove raccolgo<br />
testi per l'infanzie, racconti<br />
per adulti e testi teatrali.<br />
Prima o poi scriverò anche<br />
canzoni.<br />
53
Mauro Scarpa<br />
SCRIVI<br />
co laboratori espressivi.<br />
iò che faccio è "pieno"<br />
tura. Scrivo tutti i giorni,<br />
i non sempre strutturati.<br />
albi illustrati, romanzi,<br />
per il teatro. Ho scritto<br />
inema, per riviste, anto-<br />
La mia parola preferita<br />
tuzione (dei significati).<br />
blog, www.mauroscarrdpress.com,<br />
dove ractesti<br />
per l'infanzie, racer<br />
adulti e testi teatrali.<br />
o poi scriverò anche<br />
ni.<br />
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55
SCRIVI<br />
Amore è ribellione.<br />
Protesta contro la solitudine,<br />
coro di orgasmi,<br />
sentiero.<br />
Fiducia.<br />
Scommessa.<br />
Amore è sconveniente,<br />
è barca,<br />
Mauro Scarpa<br />
mazzata in testa,<br />
ululato di cane.<br />
Amore è vicinanza,<br />
passaggio,<br />
misantropia,<br />
perizia.<br />
Amore non sei tu,<br />
non ti puoi amare da solo,<br />
amore è il testimone che ti fa certo, e poi meschino.<br />
56
57
Emanuele Perrone<br />
SCRIVI<br />
58
Il mio nome è Emanuele Perrone.<br />
Sono Italiano, nato sfortunatamente<br />
in Salento, una terra<br />
arida e senza futuro, ma<br />
fottutamente bella e altrettanto<br />
comoda e ospitale.<br />
Ho appena ventitre anni e<br />
scrivo da sempre per sfogo.<br />
Alle volte non la musica, non<br />
la compagnia, non il paesaggio<br />
sono mezzi per contemplare<br />
se stessi, scrivere mi serve.<br />
Ma per diletto... A livello<br />
professionale la uso solo in<br />
musica, che è la mia vita, ciò<br />
che faccio e ciò che mi auguro<br />
di fare... fino ai 27 almeno...<br />
Se davvero la società è così<br />
chiusa come ci danno a credere<br />
allora quella è la soglia per<br />
me: un portale verso un'altra<br />
avventura. E allora lì comincerei<br />
daccapo con grandi difficoltà<br />
ma senza paura.<br />
Faccio musica 24h/24h , lavoro<br />
non-stop. Anche quando cazzeggio<br />
faccio musica dentro di<br />
me.<br />
Quello che vorrei diventare è<br />
solamente ciò che sono ma<br />
con più consapevolezza di<br />
me, degli altri e di ciò che faccio.<br />
Niente dal niente.<br />
Dalla società in cui noi ci riflettiamo<br />
e supponiamo di essere<br />
pretendo solamente una cosa:<br />
il cash in contante.<br />
So Long!<br />
59
Emanuele Perrone<br />
SCRIVI<br />
a senza paura.<br />
musica 24h/24h , lavoro<br />
p. Anche quando cazfaccio<br />
musica dentro di<br />
che vorrei diventare è<br />
nte ciò che sono ma<br />
iù consapevolezza di<br />
gli altri e di ciò che faciente<br />
dal niente.<br />
ocietà in cui noi ci riflete<br />
supponiamo di essere<br />
do solamente una cosa:<br />
in contante.<br />
g!<br />
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Emanuele Perrone<br />
SCRIVI<br />
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Sono Jacopo Tommasi, ho 21<br />
anni.<br />
Vivo a Torino, la black city,<br />
ma cuore e mente permangono<br />
nel mio paese natale, Calimera,<br />
una piccola cittadina di<br />
appena settemilacinquecento<br />
abitanti, praticamente, lì, ogni<br />
individualità è famosa: ci conosciamo<br />
tutti.<br />
Studio ingegneria biomedica,<br />
sono al terzo anno, ma da<br />
sempre ho manifestato una<br />
certa passione e curiosità non<br />
tanto nella letteratura, quanto<br />
do<br />
delle Parole.<br />
Saper parlare per me è una<br />
vera e propria arte, una dote,<br />
che può conferire classe ed<br />
eleganza a chi la rispetta ed<br />
è in grado di usarla.<br />
Da sempre, nella mia vita, essendo<br />
una persona abbastanza<br />
timida, ho cercato di manifestare<br />
la mia “intelligenza”<br />
agli altri usufruendo prorprio<br />
delle parole, fino a farne il<br />
mio punto di forza.<br />
Più tardi, specialmente negli<br />
ultimi tre anni, in un momento<br />
abbastanza scomodo e complicato<br />
della mia vita, ho trovato<br />
nella scrittura non solo<br />
una valvola di sfogo, ma anche<br />
un modo per restare consapevole<br />
della mia sensibilità.<br />
Scrivevo principalmente in prosa,<br />
perché mi sembrava il modo<br />
migliore per misurarmi, in<br />
quanto, a mio avviso, si ha<br />
una maggiore libertà nella<br />
composizione dello scritto, potendo<br />
utilizzare a piacimento<br />
periodi più o meno brevi per<br />
esprimere emozioni.<br />
65
SCRIVI<br />
una persona abbastanida,<br />
ho cercato di manila<br />
mia “intelligenza”<br />
tri usufruendo prorprio<br />
parole, fino a farne il<br />
nto di forza.<br />
rdi, specialmente negli<br />
re anni, in un momento<br />
tanza scomodo e comdella<br />
mia vita, ho troella<br />
scrittura non solo<br />
lvola di sfogo, ma anmodo<br />
per restare conle<br />
della mia sensibilità.<br />
o principalmente in prorché<br />
mi sembrava il moliore<br />
per misurarmi, in<br />
, a mio avviso, si ha<br />
aggiore libertà nella<br />
sizione dello scritto, poutilizzare<br />
a piacimento<br />
i più o meno brevi per<br />
ere emozioni.<br />
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Q U AN d O n O N<br />
E s I S T E VA N O l E<br />
N O t I F I C He . . .<br />
C O L L E Z I O N E P R I V A T A D I C A R T O L I N E<br />
69
Collezione privata<br />
SCRIVI<br />
70
71
Collezione privata<br />
SCRIVI<br />
72
73
Collezione privata<br />
SCRIVI<br />
74
75
SCRIVI<br />
Ciò che non sono<br />
Vorrei essere più carismatico<br />
e meno invisibile<br />
non avere l’aria sfigata.<br />
Vorrei essere loquace<br />
e non impacciato.<br />
Vorrei fare sempre la scelta giusta<br />
e mai figure di merda.<br />
Sapere sempre cosa dire<br />
avere tante cose da raccontare<br />
perchè la mia vita è piena di avventure.<br />
Invece non succede mai niente<br />
nessuna scoperta<br />
incontro<br />
opporunità<br />
cambio di rotta.<br />
Forse ho una scelta<br />
ma forse non mi piace neanche quella.<br />
Lorenzo Tommasi<br />
Vorrei essere più giovane<br />
ma sembrare più grande,<br />
accettarmi per quel che sono.<br />
Fregarmene di quello che dicono le persone<br />
e non avere rimpianti<br />
perchè so cogliere le occasioni al volo.<br />
Vorrei avere maggior controllo sulla mia vita<br />
senza limiti di tempo e di spazio.<br />
Vorrei saper scrivere canzoni.<br />
76
77
SCRIVI<br />
La<br />
Autori<br />
scrittura può essere un momento di sfogo,<br />
di svago, di riflessione. Molti degli autori raccolti<br />
in questa rivista scrivono proprio per questo,<br />
spesso in segreto, senza aver mai fatto<br />
leggere a nessuno le loro parole e prima di<br />
incontrarmi non immaginavano che i loro testi<br />
sarebbero mai stati pubblicati.<br />
Per questo spesso i contenuti sono intimi, con<br />
riferimenti alla vita dell’autore, sensazioni vere,<br />
scritte a caldo subito dopo avvenimenti che<br />
toccano la sensibilità di chi scrive. Sembra di<br />
spiare nel loro diario personale. E se in un primo<br />
momento alcuni di loro volevano mantenere<br />
l’anonimato successivamente hanno trovato<br />
il coraggio di aprirsi e di condividere le<br />
loro poesie e i loro pensieri.<br />
Non mancano le eccezioni. A volte la forma<br />
si fa più composta e la metrica più attenta e<br />
ricercata con l’intenzione di esprimere sentimenti<br />
condivisibili e di facile comprensione.<br />
Altre volte lo scopo è il puro intrattenimento.<br />
Ringrazio gli autori per avermi dato questa<br />
opportunità e di aver dimostrato entusiasmo<br />
per questo progetto.<br />
Pag 2 Pag 12 Pag 18 Pag 28<br />
Pag 44 Pag 52 Pag 58 Pag 64<br />
Lorenzo Tommasi<br />
78
“Scrivi” n.1 di giugno 2018<br />
Progetto di tesi di Lorenzo<br />
Tommasi per laurea triennale<br />
all’Accademia di Belle Arti di<br />
Lecce corso di Grafica<br />
Impaginazione e scansioni di<br />
Lorenzo Tommasi con stampante<br />
Epson XP-245<br />
Sede: cameretta di casa mia ma<br />
con la testa altrove.<br />
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La<br />
Autori<br />
scrittura può essere un momento di sfogo,<br />
di svago, di riflessione. Molti degli autori raccolti<br />
in questa rivista scrivono proprio per questo,<br />
spesso in segreto, senza aver mai fatto<br />
leggere a nessuno le loro parole e prima di<br />
incontrarmi non immaginavano che i loro testi<br />
sarebbero mai stati pubblicati.<br />
Per questo spesso i contenuti sono intimi, con<br />
riferimenti alla vita dell’autore, sensazioni vere,<br />
scritte a caldo subito dopo avvenimenti che<br />
toccano la sensibilità di chi scrive. Sembra di<br />
spiare nel loro diario personale. E se in un primo<br />
momento alcuni di loro volevano mantenere<br />
l’anonimato successivamente hanno trovato<br />
il coraggio di aprirsi e di condividere le<br />
loro poesie e i loro pensieri.<br />
Non mancano le eccezioni. A volte la forma<br />
si fa più composta e la metrica più attenta e<br />
ricercata con l’intenzione di esprimere sentimenti<br />
condivisibili e di facile comprensione.<br />
Altre volte lo scopo è il puro intrattenimento.<br />
Ringrazio gli autori per avermi dato questa<br />
opportunità e di aver dimostrato entusiasmo<br />
per questo progetto.<br />
Pag 2 Pag 12 Pag 18 Pag 28<br />
Pag 44 Pag 52 Pag 58 Pag 64<br />
Lorenzo Tommasi