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1_Where the oceans meet

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Verona Incanto<br />

INSIDEFELICITY


1<br />

<strong>Where</strong> <strong>the</strong> <strong>oceans</strong><br />

<strong>meet</strong><br />

<strong>Where</strong> <strong>the</strong> <strong>oceans</strong> <strong>meet</strong> è l a c a n z o n e c h eVerona<br />

Incanto dedica a San Zeno, ottavovescovodi<br />

Verona nonché santo patrono della città.<br />

San Zeno era originario della Mauretania (l’odierno<br />

Marocco) ed è ancora oggi a↵ettuosamente<br />

chiamato dai veronesi il ‘Vescovo Moro’. Arrivato<br />

a Verona come missionario, ha vissuto da<br />

religioso fino all’elezione a vescovo nel 362. Nei<br />

dieci anni del suo episcopato, Zeno ha battezzato<br />

e convertito Verona ed ha impresso alla Chiesa<br />

locale una forte vocazione missionaria, tuttora<br />

molto vitale, che trae la sua linfa direttamente<br />

dal carisma del patrono.<br />

Tutti i santi di Verona Incanto hanno avuto<br />

1


2 1. WHERE THE OCEANS MEET<br />

in qualche modo a che fare con le missioni. C’è<br />

chi è diventato missionario ad gentes egli stesso<br />

e chi indirettamente, fondando congregazioni che<br />

hanno dato vita a missioni sparse per il mondo.<br />

Don Bernardo Antonini ha vissuto questo carisma<br />

in modo tutto speciale, percorrendo in lungo<br />

e in largo la Russia e sognando un giorno di<br />

poter portare Cristo anche entro in confini della<br />

Cina. L’opera Don Calabria ha ora sedi in quattro<br />

continenti, mentre le figlie di don Giovanni<br />

Ciresola sono partite per il Brasile. Queste sono<br />

opere che hanno davvero fruttificato.<br />

San Zeno è anche un santo ecumenico, giacché<br />

è v e n e r a t o c o m e s a n t o a n c h e n e l l a C h i e s a O r t o -<br />

dossa.<br />

Monaco e poi vescovo, arrivato missionario e<br />

da allora sempre mobile: questa è la storia di un<br />

santo che oscilla per diciassette secoli tra la cattedrale<br />

e l’abbazia – e che non disdegna di ripercorrere<br />

di tanto in tanto il territorio dell’intera<br />

diocesi. L’ultima, recente, peregrinatio straordinaria<br />

dell’urna è del 2012-2013, in occasione dei<br />

1650 anni della sua consacrazione vescovile.


3<br />

<strong>Where</strong> <strong>the</strong> <strong>oceans</strong> <strong>meet</strong><br />

1. <strong>Where</strong> <strong>the</strong> waves are flowing 1<br />

where <strong>the</strong> waters’ bounds are 2<br />

where <strong>the</strong> <strong>oceans</strong> <strong>meet</strong>: 3<br />

yes, <strong>the</strong>re shall I find <strong>the</strong> sapphire 4<br />

that’s where humble eyes will dare <strong>meet</strong> you, 5<br />

if pure I have kept all my ways 6<br />

Rit Ti vedrò come mare splendente, 7<br />

ti vedrò come acque cangianti. 8<br />

Oh, I feel renewed! 9<br />

It’s so good to be here! 10<br />

Ti vedrò come fiume possente. 11<br />

2. In <strong>the</strong> course of life’s flows, 12<br />

when I’m torn asunder 13<br />

still <strong>the</strong> <strong>oceans</strong> <strong>meet</strong>. 14<br />

With patience again I’ll be made whole, 15<br />

with patience in stillness I’ll hear 16<br />

abreezehoverover<strong>the</strong>waters. 17<br />

Rit Ti vedrò come mare splendente, 18<br />

ti vedrò come acque cangianti. 19<br />

Oh, I feel renewed! 20


4 1. WHERE THE OCEANS MEET<br />

Dove gli oceani si incontrano<br />

1. Là dove le onde scorrono, 1<br />

dove le acque hanno i loro confini, 2<br />

dove gli oceani si incontrano: 3<br />

sì, là troverò lo za ro 4<br />

è là che occhi umili oseranno incontrarti, 5<br />

se avrò mantenuto pure tutte le mie vie: 6<br />

Rit Ti vedrò come mare splendente, 7<br />

ti vedrò come acque cangianti. 8<br />

Oh, mi sento rinnovato! 9<br />

Èbelloesserequi! 10<br />

Ti vedrò come fiume possente. 11<br />

2. Quando i flussi della vita 12<br />

mi separano in parti, 13<br />

gli oceani si incontrano lo stesso: 14<br />

con pazienza sarò di nuovo fatto integro, 15<br />

con pazienza nella quiete udirò 16<br />

una brezza che aleggia sulle acque: 17<br />

Rit Ti vedrò come mare splendente, 18<br />

ti vedrò come acque cangianti. 19<br />

Oh, mi sento rinnovato! 20


It’s so good to be here! 21<br />

Ti vedrò come fiume possente. 22<br />

Oh, I feel renewed! 23<br />

It’s so good to be here! 24<br />

Mi unirò nel tuo mare per sempre. 25<br />

Mi unirò 26<br />

nel tuo mare 27<br />

per sempre. 28<br />

5


6 1. WHERE THE OCEANS MEET<br />

Èbelloesserequi! 21<br />

Ti vedrò come fiume possente. 22<br />

Oh, mi sento rinnovato! 23<br />

Èbelloesserequi! 24<br />

Mi unirò nel tuo mare per sempre. 25<br />

Mi unirò, 26<br />

nel tuo mare 27<br />

per sempre. 28<br />

1.1 Le chiavi di lettura<br />

Il brano <strong>Where</strong> <strong>the</strong> <strong>oceans</strong> <strong>meet</strong> trae ispirazione<br />

dagli scritti di san Zeno. San Zeno non è molto<br />

noto come scrittore ecclesiastico – a torto, perché<br />

“Zeno aprì la grande schiera degli scrittori cattolici,<br />

fu il primo dei grandi Padri latini e meriterebbe<br />

quindi di essere collocato fra i Dottori<br />

della Chiesa, per la scienza testimoniata con i<br />

suoi scritti. 1 ”Grandepredicatore,fuanchedefi-<br />

1 Antonio Borrelli, nella pagina dedicata a S. Zeno<br />

(Zenone) di Verona su santiebeati.it


1.1. LE CHIAVI DI LETTURA 7<br />

nito il “Cicerone cristiano”, come Lattanzio, con<br />

il quale condivide lo stile e l’eleganza retorica.<br />

Questa prominenza di Zeno non è invece affatto<br />

sfuggita al Vescovo Zenti, che durante la<br />

ricognizione dei resti di San Zeno del 2012 ha<br />

disposto che il suo osso ioide fosse prelevato e<br />

collocato in modo permanente nella cripta della<br />

Cattedrale. L’osso ioide, un piccolo osso a forma<br />

di ferro di cavallo collocato nel collo, gioca una<br />

funzione chiave sia nell’equilibrio posturale generale<br />

della persona, sia nell’emissione della voce<br />

–edèpertantounperfettoriassuntosimbolico<br />

dell’azione evangelizzatrice di san Zeno. Per un<br />

progetto come Verona Incanto –cheèvocalee<br />

discografico e vuole dare voce ai nostri santi –<br />

ricapitolare i Discorsi di san Zeno è il punto di<br />

partenza naturale.<br />

<strong>Where</strong> <strong>the</strong> <strong>oceans</strong> <strong>meet</strong> vuole dunque sinteticamente<br />

raccogliere i fili della predicazione di<br />

san Zeno, che ci è giunta in parte sotto forma di<br />

sermoni o discorsi, 16 lunghi e 77 brevi. I Sermones<br />

coprono una vasta gamma di argomenti, tra i<br />

quali spiccano la dottrina trinitaria, i sacramenti<br />

(in particolare il Battesimo e l’Eucarestia), le


8 1. WHERE THE OCEANS MEET<br />

virtù cristiane, Maria.<br />

Il testo della canzone prende l’avvio da una<br />

pagina meravigliosa del sermone VII, in cui San<br />

Zeno ricorre all’immagine di due mari che si incontrano<br />

come analogia per la coeternità del Padre<br />

e del Figlio nella Santissima Trinità:<br />

Questo è il Padre che, rimanendo intatto<br />

il suo essere, si è trasfuso tutto<br />

nel Figlio, per non togliere nulla<br />

aSestesso. Perciòl’unoesultanell’altro,<br />

risplendendo d’una originale<br />

coeternità con la pienezza dello Spirito<br />

Santo, come due mari, se è lecito<br />

dire così, che si riversano in se stessi,<br />

congiunti da uno stretto che unisce<br />

insieme le onde che si alternano<br />

dall’una e dall’altra parte. E sebbene<br />

questi mari siano distinti per loro<br />

natura, i loro luoghi, i loro nomi, tuttavia<br />

una è la virtù della loro triplice<br />

profonda salsedine, una è la sostanza,<br />

una è la natura del loro scorrere<br />

né può essere divisa l’incomprensibile<br />

e comune grandezza dell’onda, che


1.1. LE CHIAVI DI LETTURA 9<br />

largamente passando dall’uno e dall’altro<br />

e appartiene ad entrambi non<br />

è esclusiva per nessuno di essi. Infatti<br />

so↵rirebbero un danno della loro abbondanza<br />

e bellezza, se si togliesse loro<br />

quello che, con un solo e medesimo<br />

riflusso, l’uno riceve a suo ornamento<br />

dall’altro. 2<br />

Una parte cospicua degli scritti che ci sono<br />

giunti è dedicata all’esegesi biblica dell’Antico<br />

Testamento; la si è voluta ricordare qui intrecciando<br />

all’immagine primaria altre immagini bibliche,<br />

piccole citazioni che arricchiscono il testo<br />

di echi. Questo anche per ricordare lo stile africano<br />

dei Sermones,caratterizzatodagiochidiparole<br />

e di continui rimandi e fertilizzazioni incrociate<br />

delle immagini.<br />

Un’altra importante parte della predicazione<br />

di Zeno riguarda le virtù della vita cristiana. Con<br />

<strong>Where</strong> <strong>the</strong> <strong>oceans</strong> <strong>meet</strong> ne si sono scelte tre – tre<br />

virtù per custodire la vista che indaga in questi<br />

mari il mistero Trinitario: la purezza (dal Discor-<br />

2 Zenonis Veronensis Tractatus, Libro I, Discorso VII.


10 1. WHERE THE OCEANS MEET<br />

so I sulla Pudicizia) per poter vedere con chiarezza;<br />

l’umiltà, perché solo agli umili Dio si rivela;<br />

la pazienza (dal Discorso IV), per difendere lo<br />

sguardo dalle perturbazioni – da echi di altri mari<br />

in tempesta, sui quali Pietro cammina e a↵onda.<br />

Il tutto echeggia e ripropone all’ascoltatore una<br />

delle beatitudini: Beati i puri di cuore, perché<br />

vedranno Dio. 3<br />

Un’ulteriore chiave interpretativa del testo è il<br />

rapporto tra le acque, i sacramenti e le virtù. Nel<br />

battesimo le acque scorrono nel Nome (singolare,<br />

non plurale!) del Padre, del Figlio e dello Spirito<br />

Santo. Il legame tra la professione trinitaria e<br />

l’acqua battesimale è dunque strettissimo. Sono<br />

poi le acque del battesimo a infondere un tesoro<br />

di virtù. C’è acqua, tanta acqua nel testo: oceani<br />

di acqua e grazia. L’unirsi alle acque, l’entrarci<br />

in una comunione vitale – prima per mezzo della<br />

vista alla riga 9 e poi nella pienezza definitiva alla<br />

riga 25 – è un riferimento all’Eucarestia, l’altro<br />

grande pilastro della predicazione sacramentale<br />

di S. Zeno.<br />

3 Mt 5,8


1.1. LE CHIAVI DI LETTURA 11<br />

1.1.1 La storia<br />

Il santo vescovo ci giunge dalla tradizione con un<br />

immaginario tutto legato all’acqua: un santo pescatore,<br />

che si procacciava da solo il pasto nell’Adige,<br />

perché amava pescare e per non essere sulle<br />

spalle della comunità. Questo tratto è così caratteristico<br />

da essere sigillato definitivamente: Zeno<br />

è p a t r o n o d e i p e s c a t o r i d ’ a c q u a d o l c e – u n d e g n o<br />

successore degli Apostoli, fatti pescatori di uomini.<br />

San Zeno è anche facilmente riconoscibile nelle<br />

sue immagini sacre per il pesciolino che pende<br />

dal pastorale, il bastone ricurvo da Vescovo.<br />

Oltre che per la pratica abituale della pesca,<br />

Zeno è associato all’acqua anche per i miracoli<br />

connessi agli straripamenti del fiume cittadino; e<br />

poi ancora per le acque del battesimo in cui ha<br />

immerso mezza Verona e per la riforma liturgica<br />

del battesimo per immersione completa. Zeno<br />

era anche esorcista e si sarebbe fatto portare dal<br />

demonio un pesantissimo battesimale in porfido<br />

rosso, a spalle fin da Roma. Ancora acqua – e<br />

acqua che dà la vita.<br />

L’episodio più straordinario è riferito alla fine


12 1. WHERE THE OCEANS MEET<br />

del sesto secolo da una fonte assai illustre, papa<br />

Gregorio Magno, che riporta notizia di un improvviso<br />

straripamento delle acque dell’Adige intorno<br />

al 589. La città fu sommersa, fino ai tetti<br />

delle chiese. Arrivate alle porte della chiesa –<br />

dove si erano appena concluse le nozze del re longobardo<br />

Autari con la principessa Teodolinda –,<br />

le acque si arrestarono improvvisamente alla porta<br />

(che era aperta), restando in sospensione, crescendo<br />

di livello ma senza riversarsi all’interno.<br />

Iveronesipoteronocosìaspettaresalviilcalare<br />

della piena. Questo miracolo, riportato dal notaio<br />

Coronato, ebbe grande fama. A Pistoia, soggetta<br />

alle piene del fiume Ombrone, si riconobbe<br />

la mano di Zeno quando le acque straripate nella<br />

piana si aprirono un varco per unirsi alle acque<br />

dell’Arno. I pistoiesi grati dedicarono a Zeno la<br />

loro cattedrale; da allora la statua del santo vescovo<br />

di Verona troneggia a fianco di quella di<br />

San Jacopo, patrono della città toscana.<br />

Zeno dunque in almeno due distinti episodi<br />

appone un freno alle acque, un segno assai ricco<br />

di rimandi biblici.


1.2. NOTE MUSICALI 13<br />

1.2 Note musicali<br />

<strong>Where</strong> <strong>the</strong> <strong>oceans</strong> <strong>meet</strong> è u n b r a n o p e r v o c e s o l i -<br />

sta, coro a 4 voci miste e orchestra. Èilprimo<br />

brano dell’album e rivela come Felicity intenda<br />

intraprendere il suo viaggio nel crossover. Ci sono<br />

sezioni classiche temperate da interventi pop,<br />

con le due realtà che cominciano a fondersi.<br />

Nonostante si tratti di un brano orchestrale,<br />

con assoli di clarinetto e l’uso di un coro polifonico,<br />

l’anima di questo brano è pop – un pop<br />

molto intimo e d’ambiente, capace di trasportare<br />

l’ascoltatore in un’altra dimensione. L’atmosfera,<br />

caratterizzata da un tono solenne e gioioso, riflette<br />

una contemplazione di largo raggio, di largo<br />

respiro, come ad abbracciare il mondo dall’alto.<br />

Il coro, sia nelle sezioni maschili che in quelle<br />

femminili, apporta una certa morbidezza vocale,<br />

che contribuisce a veicolare il tono paterno della<br />

presenza di San Zeno e ra↵orza il senso di serena<br />

apertura all’immensità del mondo. Per custodire<br />

questa impressione, si è cercato di non indirizzare<br />

musicalmente il brano verso una lettura ‘epica’<br />

del testo, preferendo invece insistere sulla sua


14 1. WHERE THE OCEANS MEET<br />

capacità di evocare immagini insieme di grande<br />

potenza e di grande tranquillità. Èunamusica<br />

descrittiva e spazializzata, un dipinto sonoro, che<br />

vuole evocare la vastità dei mari e l’immensità<br />

degli oceani.<br />

Giovanni si avvale di una gamma di strumenti<br />

per ricreare il naturale e fluido movimento delle<br />

onde. Mezzo espressivo privilegiato a questo scopo<br />

sono le sinuose arcate melodiche delle strofe,<br />

con il loro movimento ascendente e il loro<br />

scivolare con naturalezza verso il grave.<br />

Anche il movimento arpeggiato del pianoforte<br />

simula il continuo fluire delle onde marine. Agli<br />

archi e ai fiati è, invece, a dato un breve frammento<br />

melodico discendente, che si interseca con<br />

il canto tra le morbide armonie e che viene sovrapposto<br />

a se stesso più volte, a simulare onde<br />

che si accavallano. Tutto ciò, insieme al canto,<br />

di battuta in battuta costruisce una massa d’acqua<br />

in movimento che si va musicalmente ad “infrangere”<br />

sull’attacco del ritornello. Si ricrea così<br />

l’attimo in cui le onde del mare, con il loro naturale<br />

vigore, interagiscono con ciò che acqua non<br />

è . S i m b o l i c a m e n t e i l r i t o r n e l l o a s s u m e q u i n d i


1.2. NOTE MUSICALI 15<br />

ruolo di luogo privilegiato per “toccare il mare”.<br />

Il saliscendi delle onde nelle strofe e l’arpeggio<br />

del piano che fluisce via via dipingono una natura<br />

maestosa e serena – fino a a quando il tutto arriva<br />

al vero pieno contatto e si esclama, nel frangersi<br />

delle onde, Ti vedrò!<br />

Èsudimechesifrangequest’onda,questo<br />

moto di Dio che va verso l’uomo e lo circonda in<br />

un abbraccio. Ed è proprio qui che il canto esprime<br />

il desiderio di un profondo rinnovamento, di<br />

un’unione prima nella vista (“Ti vedro!”) e poi<br />

completa, nella sostanza. La voce solista propone<br />

questo anelito già nel primo ritornello, ma il significato<br />

fiorisce veramente quando viene proposto<br />

polifonicamente da tutto l’insieme corale.<br />

Il coro, nella sua formazione classica a 4 voci<br />

(soprani, contralti, tenori e bassi) non ha solo il<br />

compito musicale di dare forza vocale al brano:<br />

ad esso è a dato anche il ruolo di rappresentare<br />

la voce di tutta la comunità veronese, che in San<br />

Zeno trova l’apripista del suo cammino di fede.<br />

Anche la voce solista “traccia la strada” nella<br />

prima strofa e ritornello; la comunità segue nella<br />

seconda strofa. Nel ritornello successivo il coro


16 1. WHERE THE OCEANS MEET<br />

apprende ed echeggia quel che canta la voce solista.<br />

Poi i ruoli si invertono: la comunità predomina<br />

e la voce solista passa ai controcanti. Questa<br />

è una splendida metafora musicale di come un<br />

buon pastore non mantenga indefinitamente la<br />

posizione di guida e apripista, perché il suo scopo<br />

è di condurre gli altri alla stessa destinazione<br />

di cui già gode.<br />

1.3 Analisi testuale<br />

L’immagine originaria del trattato di Zeno è quella<br />

di due mari comunicanti connessi da uno stretto,<br />

per cui risulta facile localizzare i mari geograficamente<br />

ma impossibile attribuire ad uno o all’altro<br />

il dettaglio che si propaga tra i due, come<br />

il viaggiare di un’onda, o l’esatta appartenenza<br />

di una specifica goccia d’acqua.<br />

Il testo di <strong>Where</strong> <strong>the</strong> <strong>oceans</strong> <strong>meet</strong> è i m p e r n i a t o<br />

sul contrasto tra il fluire libero di un liquido e le<br />

superfici di discontinuità che incontra – bordi e<br />

confini – che fungono come punti di contatto.


1.3. ANALISI TESTUALE 17<br />

Dove scorrono le onde, dove sono i confini<br />

delle acque, dove si incontrano gli oceani (righe<br />

1–3): è una progressione misteriosa, che chiama<br />

l’occhio ad indagare questo indovinello visivo, visualizzando<br />

da una prospettiva sempre più ampia.<br />

Dove scorrono le onde ci richiama vicini all’acqua,<br />

a seguire con lo sguardo l’onda che increspa<br />

la superficie quieta delle acque e viaggia verso<br />

l’esterno. Ma subito l’immagine di questo luogo<br />

da scoprire si arricchisce di una sorpresa: queste<br />

acque che scorrono, sebbene scorrano, hanno<br />

confini. Confini in mare aperto? Nell’esperienza<br />

quotidiana le onde si infrangono agli argini dei<br />

fiumi e sulle coste. Qui c’è invece un confine in<br />

mare aperto, un confine liquido nel liquido. La<br />

riga 3 svela come risolvere correttamente l’immagine:<br />

questo è il luogo misterioso cui due mari distinti,<br />

con valori diversi di salinità o temperatura,<br />

si incontrano.<br />

Le onde si propagano ma le sostanze non si<br />

mescolano immediatamente. Due possenti masse<br />

scorrono l’una di fianco all’altra lungo questo<br />

confine; solo con estrema lentezza la temperatura<br />

o la salinità si di↵ondono attraverso il confine.


18 1. WHERE THE OCEANS MEET<br />

Sebbene siano a contatto e non ci siano ostacoli<br />

alla propagazione delle onde, le masse mantengono<br />

una loro visibile identità. Per sciogliere questo<br />

indovinello visivo lo sguardo si è ora dovuto allargare<br />

fino ad abbracciare due enormi masse di<br />

acqua. Èunospettacolomaestoso.<br />

La canzone si apre dunque con una progressione<br />

ad allargare il campo visivo, che è la risposta<br />

naturale di un occhio attento e indagatore nel<br />

cimentarsi con la descrizione delle righe 1–3.<br />

La riga 4 (Sì, qui troverò lo za ro) premiala<br />

fatica dell’ascolto rivelando un bagliore al centro<br />

dell’acqua. A questo punto, l’occhio indagatore<br />

si rivela come un occhio umano. Una presenza<br />

umana, e con essa una tensione verso la relazione,<br />

viene introdotta in questa immagine maestosa<br />

e serena. La frase inglese Yes, <strong>the</strong>re shall I<br />

find <strong>the</strong> sapphire ricorre all’artificio grammaticale<br />

dell’inversione, per veicolare enfasi e convinzione.<br />

La transizione capitalizza due impressioni della<br />

progressione precedente: il senso che c’è una<br />

ricerca in corso – un occhio che cerca di penetrare<br />

il mistero di questo luogo a partire dalla sua<br />

descrizione – e l’eco biblica dei confini posti alle


1.3. ANALISI TESTUALE 19<br />

Figura 1.1: Grenen, la lunga barra di sabbia all’estremo<br />

di Skagen Odde, Danimarca. La barra<br />

di sabbia marca la direzione lungo cui si incontrano<br />

le acque del mare Kattegat e dello stretto<br />

di Skagerrak. Il Kattegat ha salinità molto inferiore<br />

e le sue acque risultano di una tonalità più<br />

tendente al verde rispetto allo Skagerrak. 4


20 1. WHERE THE OCEANS MEET<br />

acque 5 .<br />

Il confine, usato inizialmente come strumento<br />

per illustrare la metafora trinitaria, spicca ora<br />

come un attributo dell’agire di Dio: porre confini<br />

alle acque. ÈilDiocreatoredellaGenesi. Questo<br />

eco rinforza la potenza e la serenità dell’immagine<br />

dei mari e allo stesso tempo suggerisce l’identità<br />

dello za ro – presente come cuore pulsante della<br />

massa d’acqua. C’è un profondo occhio azzurro<br />

che guarda. Ecco l’incontro. L’occhio che indaga<br />

i mari trova quest’occhio di za ro e gli si o↵re<br />

con umiltà.<br />

Lo za ro 6 ha anche una connessione biblica<br />

alla visione di Dio. Nel Libro dell’Esodo Mosè<br />

riporta Essi videro il Dio d’Israele: sotto i suoi<br />

4 Grenen <strong>the</strong> long sandbar at Skagen.<br />

Copyright c Ehrenberg Kommunikation, 2006. Quest’opera è resa disponibile<br />

nei termini della licenza Creative Commons Attribution–Share alike 2.0, il cui<br />

testo è disponibile alla pagina Internet https://creativecommons.org/licenses/<br />

by-sa/2.0/<br />

5 L’immagine di Dio che fissa per le acque confini da<br />

non oltrepassare si trova non solo nel racconto della Creazione<br />

ma in tutto l’Antico Testamento. Si vedano ad<br />

esempio Gb 38,8–11; Pr 8,29; Sal 104,9.<br />

6 L’ebraico sappiyr può essere tradotto sia come za ro<br />

che come lapislazzuli.


1.3. ANALISI TESTUALE 21<br />

piedi vi era come un pavimento in lastre di zaffiro,<br />

simile in purezza al cielo stesso (Es 24,10).<br />

Anche Ezechiele riporta qualcosa di molto simile:<br />

Sopra il firmamento che era sulle loro teste<br />

apparve come una pietra di za ro in forma di<br />

trono e su questa specie di trono, in alto, una<br />

figura dalle sembianze umane. (Ez 1,26). Il giudaismo<br />

insegna nel Talmud e nelle Mishnah che<br />

le tavole della Legge sui cui Dio scrisse i Dieci Comandamenti<br />

erano fatte di za ro – dello stesso<br />

materiale del suo Trono. Il testo quindi coniuga<br />

alla metafora di Zeno l’immaginario biblico della<br />

visione di Dio.<br />

Il ritornello è lanciato da una menzione della<br />

virtù della purezza. Dal contesto è chiaro che è<br />

mediante la pratica della virtù che lo sguardo si<br />

libera da impedimenti terreni. Il frutto è di poter<br />

vedere con chiarezza, di poter riconoscere ciò che<br />

si vede per quello che realmente è.<br />

San Zeno insegna che “la purezza è fedele solo<br />

asestessa,timorosasoltantodinoncorrispondere<br />

più al proprio nome, convinta di possedere ogni<br />

bene se si mantiene pura.” Le righe 5–6 cercano<br />

proprio di presentare il concetto che custodirsi


22 1. WHERE THE OCEANS MEET<br />

nella purezza è la chiave per possedere nella vista<br />

Dio, il bene che è ogni bene.<br />

Alle righe 7–8 il ritornello rivela ciò che si offre<br />

alla vista: una massa splendente e cangiante<br />

che è anche una persona (Ti vedrò). Qui si è passati<br />

alle immagini della rivelazione della Trinità<br />

nel Nuovo Testamento. Il riferimento all’episodio<br />

della Trasfigurazione 7 è r i n f o r z a t o a n c h e a l l a r i g a<br />

10: con It’s so good to be here diventiamo tutti<br />

Pietro che, travolto dall’emozione, dice Signore,<br />

è bello per noi restare qui (Mt 17,4).<br />

Il ritornello è dominato dalla luce: la forza di<br />

quest’impressione visiva è costruita sulle parole<br />

chiave splendente e cangiante. Questa brillante<br />

iridescenza richiama le vesti di Gesù che, secondo<br />

la testimonianza dei diversi evangelisti, divennero<br />

candide e sfolgoranti, osplendenti, bianchissime.<br />

Matteo riporta che il volto [di Gesù] brillò come<br />

il sole e le sue vesti divennero candide come<br />

la luce. Nell’abbondanza d’acqua di <strong>Where</strong> <strong>the</strong><br />

<strong>oceans</strong> <strong>meet</strong>, questi rimandi finiscono per portare<br />

all’occhio della contemplazione acque placide<br />

7 Mt 17,1–8; Mc 9,2–8; Lc 9,28–36.


1.3. ANALISI TESTUALE 23<br />

che riflettono il sole, con quei giochi di luce e<br />

scintillii che ci sono così familiari al mare d’estate.<br />

Ecco quindi evocato anche il secondo episodio<br />

evangelico in cui si manifesta la Trinità: il Battesimo<br />

di Gesù 8 . Di nuovo il Padre è presente nella<br />

voce e il Figlio nell’uomo mentre lo Spirito, prima<br />

presente come nube (anch’essa brillante) ora<br />

compare come colomba. Col battesimo Gesù santifica<br />

tutte le acque e le rende veicolo di grazia,<br />

cioè veicolo della sua presenza.<br />

Le acque del battesimo, così centrali nella predicazione<br />

di Zeno, ci cambiano e rinnovano. Perciò<br />

cantiamo alla riga 9 Oh, mi sento rinnovato!.<br />

Qui si vuole esprimere l’esultanza e la gioia di<br />

diventare una cosa sola, nella vista, con il mare<br />

divino. Questa comunione, che prefigura una<br />

comunione più profonda è già un principio che<br />

guarisce, rinnova e ricrea.<br />

Il ritornello si chiude alla riga 11, con la quale<br />

si imprime una dinamicità nuova a tutta la scena:<br />

le acque diventano fiumi (di acqua viva che<br />

scorrono dal Cristo). Con questo moto si intro-<br />

8 Mt 3,13–17; Mc 1,9–11; Lc 3,21–22.


24 1. WHERE THE OCEANS MEET<br />

duce l’Adige e si ancora nuovamente la canzone<br />

all’immaginario d’acqua legato a San Zeno.<br />

La seconda strofa introduce nella maestosa serenità<br />

del brano alcune perturbazioni. Questa<br />

visione di Dio non è facile sostenerla – è troppo<br />

grande, troppo maestosa. Come Pietro che cammina<br />

sulle acque, perdiamo il contatto e sprofondiamo.<br />

Cambia il contenuto emotivo, che si<br />

fa più scuro, e l’acqua tutt’a un tratto si fa più<br />

vicina, troppo.<br />

Qui si ritorna bruscamente a guardare le acque<br />

da vicino a una grana diversa, più fine, quella<br />

delle correnti. Alla riga 12, in <strong>the</strong> course of life’s<br />

flows traduce simultaneamente nei flussi della vita<br />

e nel corso dell’esistenza. Dinuovodiverseimmagini<br />

si sovrappongono a costruire una nuova<br />

metafora che si innesta sulla precedente. Piano<br />

piano si costruisce l’identificazione con l’acqua, a<br />

cui tende l’intero brano.<br />

Quando nella vita si manifesta un ostacolo,<br />

ecco una roccia che a ora e che costringe la corrente<br />

a separarsi per aggirarla. Quella corrente<br />

separata in parti è l’anima nella sua so↵erenza,<br />

che strappata diverge. Tuttavia, anche in questi


1.3. ANALISI TESTUALE 25<br />

momenti, è di soccorso e conforto la consapevolezza<br />

che gli oceani continuano ad incontrarsi –<br />

ecosìnelmiopiccoloanch’io,perquantoridotto<br />

in parti, sono sempre uno.<br />

C’è una roccia famosa nella storia di San Zeno,<br />

quella su cui secondo la tradizione egli era<br />

uso sedersi a pescare (e pensare). La roccia è ora<br />

conservata a S. Zeno in Oratorio. Proponiamo<br />

all’ascoltatore di immaginarla come una roccia<br />

nel fiume, che fa da spartiacque, sede da cui il<br />

santo Patrono contemplava Dio, la so↵erenza, il<br />

mondo.<br />

Zeno ci insegna che la virtù chiave per custodire<br />

la purezza e la capacità di contemplare<br />

Dio è la pazienza: “Senza di essa nulla si potrà<br />

né ascoltare, né comprendere, né insegnare [. . . ]<br />

è s e m p r e e q u i l i b r a t a , u m i l e , c i r c o s p e t t a , p r u d e n -<br />

te, provvida, contenta di fronte ad ogni di coltà,<br />

tranquilla in qualsiasi tempo di sconvolgimenti.<br />

Non sa o↵uscare con nubi la propria serenità.”<br />

Di nuovo il premio della virtù è la visione. La<br />

riga 17 fonde due passi biblici; il primo è tratto<br />

dal libro della Genesi, lo spirito di Dio aleggiava<br />

sulle acque (Gn 1,2). Il secondo riguarda l’epi-


26 1. WHERE THE OCEANS MEET<br />

sodio in cui il profeta Elia riconosce la presenza<br />

di Dio in una brezza leggera 9 . Ciò permette<br />

di chiudere il cerchio dei riferimenti incrociati:<br />

Mosé ed Elia sono infatti i due che compaiono<br />

alla Trasfigurazione a conversare con Gesù.<br />

Il ritornello ripropone nuovamente la promessa<br />

della visione di Dio, questa volta a partire dal<br />

lancio della riga 17, la brezza che aleggia sulle<br />

acque.<br />

Il sentirsi rinnovato della riga 20 questa volta<br />

è u n a r i s o l u z i o n e : r i s o l v e l o s t r a p p o n e l l ’ e s s e r<br />

della riga 13 e premia la pazienza. Due flussi<br />

che si sono separati sono ricostituiti e rispunta<br />

l’immagine del fiume, a cui allinearsi e con cui<br />

9 Gli fu detto: “Esci e fermati sul monte alla presenza<br />

del Signore”. Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento<br />

impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le<br />

rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento.<br />

Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era<br />

nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il<br />

Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio<br />

di un vento leggero. Come l’udì, Elia si coprì il volto con<br />

il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna. Ed<br />

ecco, sentì una voce che gli diceva: “Che fai qui, Elia?”<br />

(1 Re 19,11–13).


1.3. ANALISI TESTUALE 27<br />

confondermi. Questo passaggio prepara l’ultimo<br />

moto, quello con cui alla riga 25 ci si riunisce alle<br />

acque – realizzando così la piena comunione che<br />

è l o s c o p o d e l l a v i t a .<br />

Aconclusionedell’analisidelbranopiùricco<br />

di rimandi biblici, vogliamo proporre un ulteriore<br />

rivolgimento di prospettiva. Lo spirito aleggia<br />

sopra le acque. E la presenza del Padre e dello<br />

Spirito Santo scendono dai cieli aperti al Battesimo<br />

di Gesù. Lo za ro che sta al centro delle<br />

acque potrebbe non stare in basso. . . ma in alto.<br />

Le acque di <strong>Where</strong> <strong>the</strong> <strong>oceans</strong> <strong>meet</strong> sono le “acque<br />

di sopra”, quelle che nel racconto della Creazione<br />

10 il cielo separa dalle acque di sotto. Infatti in<br />

ebraico la parola firmamento (shamayin: cielo o<br />

cieli) è composta della radice mayim, le acque e<br />

significa “luogo dove sono le acque” o “le acque<br />

innalzate”.<br />

La conoscenza della Bibbia ci permette di godere<br />

le immagini di <strong>Where</strong> <strong>the</strong> <strong>oceans</strong> <strong>meet</strong> come<br />

se si stessero disegnando nel cielo. Ciò contribuisce<br />

a ra↵orzare il senso che si è di fronte a<br />

10 Dio disse: “Sia il firmamento in mezzo alle acque per<br />

separare le acque dalle acque.” (Gn 1,6)


28 1. WHERE THE OCEANS MEET<br />

qualcosa di grande e maestoso e funge da apertura<br />

per l’intero album, con l’annuncio che c’è nella<br />

vita qualcosa di grande da trovare, un gioiello per<br />

cui vale la pena spendersi.<br />

1.4 Ensamble Antica Pieve<br />

In Verona Incanto, ilcoroacuièa data<strong>Where</strong><br />

<strong>the</strong> <strong>oceans</strong> <strong>meet</strong> è l ’Ensemble Antica Pieve di<br />

Montorio Veronese, direttodalM Francesco<br />

De Biasi. Nel periodo in cui si svolge Verona Incanto,<br />

ilcoroècompostoda22coristi,suddivisi<br />

in quattro o più voci a seconda del repertorio.<br />

L’Ensemble Antica Pieve dimostra un’ottima<br />

coralità, che si manifesta attraverso un pregevole<br />

equilibrio tra le voci. Dal colore fresco e agile, il<br />

timbro o↵re la possibilità di sperimentare diverse<br />

opportunità sonore. Si tratta di un coro moderno<br />

che è a suo agio con la vocalità classica, perfetto<br />

per veicolare la grandezza di un santo antico e<br />

sempre attuale come il nostro patrono, San Zeno.<br />

L’Ensemble Antica Pieve è nato nella primavera<br />

del 2004 da un gruppo di appassionati di


1.4. ENSAMBLE ANTICA PIEVE 29<br />

musica polifonica che si ritrovavano a cantare nell’abside<br />

dell’antica Pieve di Montorio Veronese.<br />

Aquestoprimonucleosisonoaggiuntineltempo<br />

altri componenti provenienti da diverse esperienze<br />

musicali, associando al gruppo una piccola orchestra<br />

da camera stabile. Nel marzo 2008, l’Ensemble<br />

Antica Pieve si è costituito u cialmente<br />

come Associazione musicale.<br />

Fin dai suoi esordi, per le caratteristiche vocali<br />

e strumentali dei suoi elementi, la formazione<br />

si è indirizzata verso la musica antica e barocca.<br />

Più recentemente c’è stata un’evoluzione<br />

artistica, nella direzione di un repertorio più vario,<br />

comprensivo di importanti composizioni di<br />

musica contemporanea.<br />

L’obiettivo di questa formazione è di proporre<br />

dell’ottima musica – avvalendosi ora della forma<br />

più classica del concerto, ora sperimentando<br />

allestimenti multimediali. L’Ensamble Antica<br />

Pieve condivide con Verona Incanto l’attenzione<br />

alla sinergia tra le arti, per far arrivare il messaggio<br />

artistico al pubblico quanto più riccamente<br />

possibile.<br />

La formazione ha avuto l’onore di esibirsi in


30 1. WHERE THE OCEANS MEET<br />

Figura 1.2: L’Ensamble Antica Pieve di Montorio<br />

Veronese, guidato dal direttore M Francesco De<br />

Biasi, in occasione del concerto showcase del 19<br />

dicembre 2015.<br />

splendidi teatri e chiese del nord Italia, riportando<br />

importanti successi. Tra i riconoscimenti spicca<br />

nel 2008 il secondo premio assoluto nella XIII<br />

edizione del prestigioso Torneo Internazionale di<br />

Musica a Torino. L’Ensamble Antica Pieve si è<br />

imposto come miglior formazione italiana in gara.


1.5. LA STORIA NEL PROGETTO 31<br />

Ha anche collaborato con artisti internazionali<br />

e importanti formazioni musicali veronesi. Dal<br />

2006 propone la performance multimediale “Le<br />

Pietre di Pasqua” – musiche, letture ed immagini<br />

della Passione di Cristo – e dal 2013 il progetto<br />

multimediale “Madri”: un repertorio di brani<br />

musicali dedicati alla Beata Vergine Maria, legati<br />

fra loro da racconti di storie di madri capaci di<br />

impossibili atti d’amore.<br />

1.5 La storia nel progetto<br />

San Zeno è da subito presente in Verona Incanto.<br />

Insieme alla Stella di piazza Bra e a San Giovanni<br />

Calabria, è uno dei tre elementi certi del progetto,<br />

già dai tempi in cui questo era poco più<br />

che un abbozzo su carta. Verona Incanto a da<br />

san Zeno all’Ensamble Antica Pieve per la corrispondenza<br />

stilistica – uno stile fuori dal tempo,<br />

un classico sempre attuale e anche aperto alla<br />

sperimentazione.<br />

<strong>Where</strong> <strong>the</strong> <strong>oceans</strong> <strong>meet</strong> è e n t r a t o s u b i t o n e l -<br />

le corde del gruppo. Il loro percorso artistico si


32 1. WHERE THE OCEANS MEET<br />

caratterizza infatti per il desiderio di condurre<br />

l’ascoltatore, attraverso il linguaggio concertato<br />

degli strumenti e delle voci, nel dispiegarsi di una<br />

storia. Il brano a loro a dato è una piccola storia<br />

di una grande ricerca e di un ancor più grande<br />

appagamento e dà l’avvio alla collezione di piccole<br />

storie che Felicity ricava dalla più ampia storia<br />

della Chiesa veronese.<br />

1.6 S. Zeno tesoro di Verona<br />

Zeno è pilastro della Chiesa veronese anche da un<br />

punto di vista materiale: fu lui a fondare a Verona<br />

la prima chiesa. Non si conosce con certezza la<br />

sua collocazione esatta – se nei pressi dell’odierna<br />

cattedrale o dell’odierna basilica; quel che si conosce<br />

è che fu più volte danneggiata dai barbari<br />

e più volte ricostruita dai veronesi. Sia le reliquie<br />

di Zeno, diventate il vero tesoro di Verona, che il<br />

suo più famoso miracolo sono associati a questa<br />

chiesa. Danneggiata nell’804 e ricostruita su progetto<br />

dell’arcidiacono Pacifico, la chiesa venne ri-


1.6. S. ZENO TESORO DI VERONA 33<br />

consacrata l’8 dicembre 806 con grande solennità,<br />

nell’anniversario della consacrazione vescovile di<br />

Zeno. 11<br />

Il corpo di Zeno fu traslato nella basilica ricostruita<br />

il 21 maggio 807. Si tratta di una data<br />

importante, giacché è legata ad un altro segno<br />

della santità di Zeno. Pipino, forse apprestandosi<br />

alla guerra e cercando il favore del patrono, ordinò<br />

che il corpo fosse riportato nella ‘sua’ chiesa.<br />

Tuttavia, nessuno sembrava in grado di eseguire<br />

l’ordine. Il corpo pareva come inchiodato al suolo.<br />

Si dovette ricorrere dunque alla santità. Per<br />

il trasporto dei resti furono incaricati i due eremiti<br />

(e poi santi) Benigno e Caro di Malcesine,<br />

giudicati degni. La tradizione riporta che essi trasportarono<br />

senza sforzo san Zeno semplicemente<br />

sollevandolo, cosa che era riuscita impossibile a<br />

tutti coloro che prima di loro avevano provato. A<br />

memoria di questi fatti, nella diocesi di Verona la<br />

11 Zeno fu consacrato vescovo nel giorno che secoli dopo<br />

sarà dell’Immacolata. Ci è giunta notizia di ciò grazie<br />

al sermone in natale sancti Zenonis del santo vescovo<br />

Petronio. Con il giorno natale si intendeva all’epoca<br />

l’ordinazione episcopale.


34 1. WHERE THE OCEANS MEET<br />

festa liturgica del patrono Zeno non cade, come<br />

per il resto della Chiesa, il 12 aprile, ma proprio<br />

il 21 maggio.<br />

Acausadell’ennesimopericolodisaccheggio,<br />

le preziose reliquie vennero portate in salvo in<br />

cattedrale (Santa Maria Matricolare, il Duomo),<br />

dove rimasero fino al 921. Si decise allora di costruire<br />

a Verona una grande basilica, proprio per<br />

custodire e specialmente per difendere il corpo del<br />

santo: la basilica di San Zeno, capolavoro dell’arte<br />

romanica in Italia, semplice e possente come<br />

nello stile veronese.<br />

Qui è tutt’ora custodita l’Urna con i resti<br />

mortali di san Zeno. Come già menzionato, un<br />

frammento dello scheletro è stato recentemente<br />

traslato nella cripta della cattedrale, dove i vescovi<br />

di Verona riposano insieme ad un altro dei<br />

santi di Verona Incanto –anch’eglicostruttore<br />

di chiese. Questi santi hanno tutti edificato: chi<br />

non ha eretto nuove chiese ha eretto nuove congregazioni<br />

– che sono fiorite nel tempo, ciascuna<br />

con la loro casa madre e strutture.

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