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La banalità del male: Eichmann a
Gerusalemme (Italian Edition)
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Description
Sono passati sessant’anni da quando questo libro uscì per la prima volta. Il resoconto del
processo a Eichmann, con la sua analisi di come lo sterminio di gran parte degli ebrei d’Europa –
una delle più terribili manifestazioni del Male – si fosse concretizzata a opera di uomini
normalissimi, non ha perso nulla della rilevanza che aveva nel 1963. Anzi, se possibile, il suo
valore si è andato accrescendo, suffragato da numerosi drammatici esempi di crudeltà e massacri
perpetrati da organizzazioni e Stati che fondavano (e fondano) il perseguimento dei crimini più
atroci su individui come Eichmann: persone sprovviste di qualsiasi tipo di eccezionalità,
semplicemente concentrate sulla corretta esecuzione del compito loro assegnato dall’autorità. Il
Male che Eichmann incarna, infatti, appare alla Arendt “banale”, e perciò tanto più terribile, perché
i suoi servitori più o meno consapevoli non sono che piccoli, grigi burocrati. I macellai di questo
secolo non hanno la “grandezza” dei demoni: sono dei tecnici, si somigliano e ci somigliano. È una
verità che ciascuno è chiamato a tenere presente, specialmente in un’epoca di rinnovate tensioni,
guerre e atrocità, come quella che stiamo vivendo. L’onestà intellettuale che Arendt mette in
campo in questo libro, e che le valse anche diversi attacchi dallo stesso mondo ebraico, è l’unica
arma che ci permette di riconoscere il Male, anche nelle sue forme più banali, quelle che
potrebbero allignare in ciascuno di noi.