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Il tesoro degli intoccabili

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| Sud&credito |<br />

BENI SEQUESTRATI O CONFISCATI ALLA MAFIA NELLE PROVINCE SICILIANE DAL 2002 AL 2007<br />

BENI IMMOBILI BENI MOBILI BENI IN TITOLI TOTALE<br />

PROVINCIA SEQUESTRI CONFISCHE SEQUESTRI CONFISCHE SEQUESTRI CONFISCHE SEQUESTRI CONFISCHE<br />

Agrigento Numero di beni 4 80 0 49 2 30 6 159<br />

Valore provv.* n.d. 467.792 - n.d. n.d. 34.344 n.d. 502.136<br />

Caltanissetta Numero di beni 53 122 55 27 60 35 168 184<br />

Valore provv.* n.d. 139.150 n.d. n.d. 277.063 101.644 277.063 240.794<br />

Catania Numero di beni 7 33 1 14 1 14 9 61<br />

Valore provv.* n.d. 125.300 n.d. 1.859.266 n.d. 170.431 n.d. 2.042.277<br />

Enna Numero di beni 247 22 40 12 42 0 329 32<br />

Valore provv.* n.d. 263.500 n.d. n.d. 130.002 - 130.002 263.500<br />

Messina Numero di beni 7 134 15 63 14 60 36 257<br />

Valore provv.* n.d. 104.100 n.d. n.d. n.d. 431.920 n.d. 536.020<br />

Palermo Numero di beni 1.027 982 239 225 540 502 1.806 1.709<br />

Valore provv.* n.d. 1.948.636 n.d. 304.257 n.d. 12.380.758 n.d. 14.633.651<br />

Ragusa Numero di beni 7 16 6 7 2 11 15 34<br />

Valore provv.* n.d. 67.569 n.d. n.d. 20.848 n.d. 20.848 67.569<br />

Siracusa Numero di beni 45 9 26 51 11 8 82 68<br />

Valore provv.* 10.288.165 n.d. 125.000 n.d. 45.365 n.d. 10.458.530 n.d.<br />

Trapani Numero di beni 4 70 2 18 1 14 7 102<br />

Valore provv.* n.d. 1.510.454 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. 1.510.454<br />

* Dati in Euro relativi alla sola parte di beni di cui lo Stato conosce il valore - N.d.: non disponibile<br />

al 75%. <strong>Il</strong> che, tradotto, vuol dire che una procura su quattro<br />

non fornisce i documenti al ministero. In secondo luogo,<br />

i dati (proprio a causa della loro parzialità) non forniscono<br />

una vera e propria “fotografia” dei beni confiscati –<br />

sebbene aiutino di certo a capire il fenomeno – soprattutto<br />

per quanto riguarda il valore dei beni stessi. La percentuale<br />

di beni di cui è stato quantificato un valore, infatti,<br />

è oscillata da un massimo del 16,2% (nel 2003) ad un mi-<br />

Conosciamo solo una piccola parte<br />

del valore delle proprietà immobili<br />

e mobili confiscate. Più facile<br />

quantificare i beni in titoli:<br />

finora valgono 13 milioni di euro<br />

nimo del 5% (nel 2004). <strong>Il</strong> che significa che i “valori provvisori”<br />

attualmente in possesso del ministero della Giustizia<br />

sono significativamente inferiori rispetto a quelli reali.<br />

Secondo l’ultima relazione la provincia siciliana con<br />

il maggior numero di beni confiscati (dal 2002 ad oggi) è<br />

– nettamente – quella di Palermo, con oltre 1.700 confische<br />

(valore provvisorio: oltre 14 milioni e mezzo di euro).<br />

Rispetto al totale dei beni confiscati nella regione negli<br />

ultimi cinque anni – 2.606, per un valore provvisorio<br />

di oltre 202 milioni di euro – si tratta di oltre il 65%. Anche<br />

se raffrontati al totale complessivo dei beni confiscati<br />

alla mafia in Sicilia dal 1968 ad oggi (3.471, secondo<br />

l’Agenzia del demanio), il dato rimane significativo.<br />

Di tale “primato”, che certamente evoca una realtà<br />

“di frontiera” (basti pensare che nella provincia di Palermo<br />

sono presenti comuni come Corleone, San Giuseppe<br />

Jato, Cinisi o Monreale), si può tuttavia dare una lettura<br />

perfino positiva. <strong>Il</strong> grande quantitativo di confische, infatti,<br />

se da un lato è sintomo di un territorio in cui anche<br />

i muri delle case o le automobili parcheggiate “parlano”<br />

la lingua della mafia, dall’altro è il risultato dell’impegno<br />

di cooperative, consorzi, associazioni e cittadini onesti<br />

che con coraggio si sono impegnati per regalare una vita<br />

legale ai propri paesi. A partire proprio dalle confische dei<br />

patrimoni di Cosa nostra.<br />

Nella provincia di Messina, risultano confiscati 257<br />

beni per oltre mezzo milione di euro. Con oltre 100 beni<br />

sottratti al portafoglio della mafia negli ultimi cinque anni<br />

ci sono anche le province di Agrigento, Caltanissetta e<br />

Trapani. Solo alcune decine di beni confiscati, invece, per<br />

le province di Catania, Enna, Ragusa e Siracusa. Lascia<br />

perplessi soprattutto il dato relativo al territorio catanese:<br />

dal 2002 risultano eseguite solo 61 confische e 9 sequestri.<br />

Un po’ poco per una provincia in cui un certo Nitto<br />

Santapaola ha fatto affari miliardari per decenni, e che<br />

oggi è regno incontrastato delle famiglie Ercolano, Laudani,<br />

Savasta, Di Mauro e Sciuto.<br />

Case, barche, conti confiscati:<br />

che fine fanno?<br />

I dati pubblicati dal ministero della Giustizia si riferiscono<br />

a tre diverse tipologie di beni: immobili (case, terreni,<br />

FONTE: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA – DIREZIONE GENERALE DELLA GIUSTIZIA PENALE. DATI AGGIORNATI AL 31 LUGLIO 2007<br />

fabbricati, alberghi, cantieri, aziende), mobili (principalmente<br />

denaro contante, mezzi di trasporto e macchinari)<br />

e titoli (conti correnti, depositi, quote societarie, titoli<br />

di Stato, assegni o azioni). Nella provincia di Palermo, ad<br />

esempio, su 1.709 beni confiscati, in 982 casi si tratta di<br />

patrimoni immobiliari, 225 sono beni mobili e 502 sono<br />

stati classificati come titoli. In generale, il 56% dei beni<br />

sottoposti a confisca in Sicilia sono immobili, contro un<br />

26% di beni in titoli e un 18% di beni mobili.<br />

Ma quanto valgono, in media, gli immobili confiscati<br />

alla mafia? <strong>Il</strong> dato, stavolta, si può ricavare con ragionevole<br />

sicurezza. <strong>Il</strong> valore medio dei beni assegnati ai<br />

Comuni, calcolato per ciascun anno dal 2002 ad oggi,<br />

oscilla tra un minimo di 128 mila euro (nel 2004) e un<br />

massimo 284 mila euro (quest’anno). Quello <strong>degli</strong> immobili<br />

assegnati allo Stato, invece, è compreso tra i 105 mila<br />

euro del 2002 e i 613 mila euro del 2005. Questi numeri<br />

confermano come l’importanza delle confische non stia<br />

tanto nel valore in denaro dei beni, irrisorio a confronto<br />

<strong>degli</strong> imperi controllati dai boss, quanto piuttosto nel garantire<br />

un lavoro a persone che, altrimenti, avrebbero dovuto<br />

scegliere tra la disoccupazione e l’emigrazione.<br />

Più difficile, invece, assegnare a cooperative di lavoratori<br />

o ad enti locali i beni mobili confiscati alla mafia. Non<br />

è sempre facile, infatti, trovare chi ha bisogno ad esempio<br />

di un elicottero, di un quadro d’autore o di uno yacht per<br />

finalità sociali. Per questo tali beni sono solitamente trasformati<br />

in denaro contante e versati in un fondo prefettizio,<br />

al cui interno è presente anche il fondo per l’aiuto alle<br />

vittime del racket. Stessa destinazione per conti correnti,<br />

quote societarie o pacchetti azionari. Si tratta di beni il cui<br />

valore provvisorio è già di oltre 13 milioni di euro.<br />

BENI SEQUESTRATI O CONFISCATI ALLA MAFIA NELLE PROVINCE SICILIANE DAL 2002 AL 2007<br />

Comuni e Stato<br />

“convertono” gli immobili<br />

I beni confiscati possono essere assegnati allo Stato<br />

(principalmente per essere utilizzati per finalità istituzionali<br />

quali caserme, strutture di polizia o di amministrazione<br />

giudiziaria) o ai Comuni, che possono<br />

scegliere di mantenerne l’uso oppure destinarli in<br />

concessione gratuita a enti, associazioni o cooperative.<br />

Negli ultimi cinque anni oltre l’80% dei beni (il<br />

dato è riferito all’intero territorio nazionale) è stato<br />

assegnato ai Comuni. Di questi, uno su cinque è stato<br />

utilizzato per infrastrutture istituzionali, il 44%<br />

per “aree destinate a fini sociali” (parchi, strutture<br />

sportive) e il restante 35% per “centri destinati a finalità<br />

sociali” (luoghi di sostegno per anziani, extracomunitari<br />

o tossicodipendenti, sedi di associazioni<br />

o cooperative).<br />

Per molti piccoli centri siciliani si tratta di esperienze<br />

vitali. Ottime per rifugiarsi dalla strada, dalla<br />

disoccupazione, dal degrado sociale. Dai luoghi del<br />

reclutamento mafioso. L’attacco al patrimonio di Cosa<br />

Nostra può essere una carta vincente. A patto che<br />

la si giochi fino in fondo. A patto che lo Stato non abbassi<br />

la guardia. .<br />

| Sud&credito |<br />

Una legge efficace<br />

e moderna. Ma perfettibile<br />

La 109/96 è considerata un eccellente strumento di lotta alla mafia.In molti, però, ne chiedono un aggiornamento.<br />

ALEGGECHEHAINTRODOTTOINITALIA, PER LA PRIMA VOLTA, UNA<br />

disciplina organica delle procedure di confisca dei beni<br />

appartenenti alla criminalità organizzata risale al 1982.<br />

La cosiddetta “Rognoni – La Torre”<br />

di Andrea Barolini (la stessa che introduceva il “416<br />

bis”, l’articolo del codice penale che<br />

definisce con precisione il reato di associazione mafiosa) prevedeva<br />

infatti la nomina di un amministratore con il compito di provvedere<br />

alla custodia, alla conservazione e alla destinazione dei beni confiscati.<br />

<strong>Il</strong> “limite” della disposizione fu quello di non aver disciplinato<br />

accuratamente proprio le procedure di concessione dei beni.<br />

Per questo don Luigi Ciotti raccolse, a metà <strong>degli</strong> anni 90, oltre<br />

un milione di firme insieme all’associazione Libera (di cui è pre-<br />

sidente). Spinto anche dall’onda di quell’esperienza, il 7 marzo del<br />

’96 il parlamento licenziò la legge n. 109, accolta con grande favore<br />

da tutto il mondo cooperativo e delle associazioni. Secondo<br />

lo stesso Ciotti, la normativa - tuttora in vigore - «ha disturbato notevolmente<br />

i mafiosi perché li ha toccati nel portafoglio, che per<br />

loro rappresenta potere e forza». <strong>Il</strong> sacerdote aggiunge che, tuttavia,<br />

non mancano elementi di preoccupazione: «Lo Stato non<br />

sembra più in grado di scovare i beni dei mafiosi». Per questo Libera<br />

chiede ormai da tempo un aggiornamento della legge criticando,<br />

tra l’altro, la «scelta discutibile di affidare all’Agenzia del<br />

Demanio l’intera gestione dei beni». Libera chiede infatti<br />

l’istituzione di un’agenzia ad hoc, che si occupi cioè solamente di<br />

beni confiscati e sequestrati, «con personale e mezzi adeguati alla<br />

| X | valori | ANNO 7 N.55 | DICEMBRE 2007 / GENNAIO 2008 | | ANNO 7 N.55 | DICEMBRE 2007 / GENNAIO 2008 | valori | XI |<br />

L<br />

SICILIA ITALIA<br />

QUANTITÀ VALORE PROVV.* TOT. VALORE PROVV.* VALORE PROVV.* TOT. VALORE PROVV.*<br />

Tot. sequestri 2.458 10.886.443<br />

30.424.697<br />

30.682.844<br />

Tot. confische 2.606 19.796.401 202.196.602<br />

* Dati in Euro relativi alla sola parte di beni di cui lo Stato conosce il valore<br />

232.621.299<br />

FONTE: MINIST. GIUSTIZIA – DIR. GEN.<br />

GIUSTIZIA PENALE. DATI 31/07/07

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