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COMUNE DI RONCIGLIONE - Grundbauitalia.com

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ANNO 1942<br />

REGIONE LAZIO<br />

<strong>COMUNE</strong> <strong>DI</strong> <strong>RONCIGLIONE</strong><br />

PROVINCIA <strong>DI</strong> VITERBO<br />

CONSOLIDAMENTO DELLA VALLE DEL RIO VICANO<br />

PROGETTO PRELIMINARE <strong>DI</strong> FATTIBILITA’ PER LE PEN<strong>DI</strong>CI DELLA RUPE A RISCHIO <strong>DI</strong> STABILITA’<br />

TRATTO URBANO DA VIA MADONNA <strong>DI</strong> LORETO AL PONTE FF.SS. ORTE-CIVITAVECCHIA<br />

ANNO 2008 ANNO 2008<br />

COMMITTENTE:<br />

AMMINISTRAZIONE COMUNALE <strong>DI</strong> <strong>RONCIGLIONE</strong><br />

A R E A A S S E T T O E U S O D E L T E R R I T O R I O<br />

DATA:<br />

31.10.2011<br />

1


REGIONE LAZIO<br />

<strong>COMUNE</strong> <strong>DI</strong> <strong>RONCIGLIONE</strong><br />

PROVINCIA <strong>DI</strong> VITERBO<br />

CONSOLIDAMENTO DELLA VALLE DEL RIO VICANO<br />

PROGETTO PRELIMINARE <strong>DI</strong> FATTIBILITA’ PER LE PEN<strong>DI</strong>CI DELLA RUPE A RISCHIO <strong>DI</strong> STABILITA’<br />

TRATTO URBANO DA VIA MADONNA <strong>DI</strong> LORETO AL PONTE FF.SS. ORTE-CIVITAVECCHIA<br />

Copyright © Gruppo di Progettazione<br />

ARIOLLI Ing. Aldo<br />

<strong>DI</strong>AMANTI Ing. Lucio<br />

GAGLIOLI Ing. Giancarlo<br />

CRUCIANI Arch. Pino<br />

FANTUCCI Dott. Geol. Rosanna<br />

STOCCHI Dott. Geol. Vittorio<br />

BIANCHINI Geom. Fabio<br />

BIANCHINI Geom. Federico<br />

Proprietà letteraria e tutti i diritti riservati al Gruppo di Progettazione. La struttura e il contenuto della presente pubblicazione non possono<br />

essere riprodotti, neppure parzialmente, salvo espressa autorizzazione del Coordinatore del Gruppo di Progettazione. Non ne è altresì<br />

consentita la memorizzazione su qualsiasi supporto (magnetico, magnetico-ottico, ottico, fotocopie, ecc.).<br />

2


Per l’incarico ricevuto dal Comune di Ronciglione dell’aggiornamento del progetto preliminare e del<br />

progetto definitivo della messa in sicurezza della pendice e ricostruzione del muraglione crollato nel<br />

luglio 2008, si è costituito un Gruppo di Progettazione che ha esteso la propria progettualità, illustrata<br />

nel presente elaborato, mediante un preliminare di fattibilità per le opere urgenti necessarie per il<br />

Consolidamento delle pendici a rischio di stabilità della Rupe di Ronciglione per il tratto storico<br />

dell’abitato da Via Madonna di Loreto al Ponte della Ferrovia FF.SS. Orte-Civitavecchia.<br />

Il Gruppo di Progettazione ringrazia per la cortese collaborazione e per l’autorizzazione a riprodurre materiale<br />

tecnico:<br />

- Archivio di Stato sede di Viterbo.<br />

Si ringrazia inoltre per la preziosa collaborazione e i graditi suggerimenti:<br />

- Prof. Ing. Calogero Benedetti.<br />

- Ufficio Tecnico del Comune di Ronciglione (VT).<br />

- L’Amministrazione Comunale.<br />

- Il Sindaco.<br />

- Gli Assessori.<br />

Bibliografia:<br />

IN<strong>DI</strong>CE:<br />

PREMESSA pag. 04<br />

RELAZIONE TECNICA GENERALE<br />

01. INTRODUZIONE pag. 07<br />

02. DESCRIZIONE E TIPOLOGIA INTERVENTI PROPOSTI pag. 16<br />

03. QUADRO TECNICO ECONOMICO pag. 20<br />

04. TIPOLOGIA INTERVENTO MESSA IN SICUREZZA RUPE pag. 22<br />

SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE E PAESAGGISTICA pag. 26<br />

GEOLOGiA pag. 32<br />

- Flaviano Feliciano Fabbri, PER RICORDARE <strong>RONCIGLIONE</strong>, Ronciglione 1990<br />

- Francesco Maria D’Orazi, <strong>RONCIGLIONE</strong>, Ronciglione 1990<br />

Gruppo di Progettazione:<br />

ARIOLLI Ing. Aldo Coordinatore del Gruppo di Progettazione<br />

<strong>DI</strong>AMANTI Ing. Lucio Progettazione e Direzione Lavori<br />

GAGLIOLI Ing. Giancarlo<br />

CRUCIANI Arch. Pino Impatto Ambientale e Sicurezza<br />

Geologi Associati FANTUCCI Dott. Geol. Rosanna Geologia<br />

& STOCCHI Dott. Geol. Vittorio<br />

BIANCHINI Geom. Fabio Topografia, Ricerca Storico-Archivistica e Layout<br />

BIANCHINI Geom. Federico<br />

- Italia Vinciguerra, LA VALLE DEL RIO VICANO A <strong>RONCIGLIONE</strong> – UN PROGETTO <strong>DI</strong> RECUPERO STORICO E AMBIENTALE, <strong>RONCIGLIONE</strong> 2009.<br />

3


PREMESSA<br />

Il 21 luglio 2008 è crollato di notte senza alcun preavviso, e neppure in con<strong>com</strong>itanza di eventi<br />

meteorici di rilievo, un rilevante tratto di uno dei principali muraglioni di rivestimento e protezione<br />

dell’alta Rupe tufacea in fregio alla quale sorge la parte storica della cittadina di Ronciglione e<br />

propriamente la fascia edilizia risalente alla prima metà del secolo XVIII prospiciente il dirupo in fondo<br />

al quale scorrono le acque del Rio Vicano, emissario artificiale del lago di Vico (da cui il nome).<br />

La porzione crollata è quella antistante a un edificio storico di rilevanti dimensioni corrispondente al<br />

civico n°7 di Via Garibaldi, la via principale di accesso a Ronciglione sin dal XVI secolo. Qui la Rupe<br />

tufacea, che sovrasta il sottostante vallone del Rio Vicano da un’altezza di circa una quarantina di<br />

metri, culmina in una parete sub verticale di quasi 20 metri, alla cui protezione e sostegno era stata<br />

destinata la costruzione di un muraglione in pietra, avente tra fondazione e coronamento un’altezza<br />

di quasi 30 metri.<br />

Il crollo ha coinvolto una trentina di metri di muraglione e solo per un caso fortunato non vi sono state<br />

vittime ai locali del seminterrato dell’edificio coinvolto, sede di attività artigiana.<br />

La porzione di muraglione crollato è quella confinante con il canalone trasversale che accoglie<br />

l'incile di deflusso (collettore) delle fognature interrate lungo le Vie Garibaldi, Piazza Principe di<br />

Piemonte, Via dei Partigiani, Via delle Vigne, Via Ragazzi dell’99, Via S. Giovanni e altre limitrofe; il<br />

collettore, uno dei più importanti del Comune, serve una zona di circa 15 ettari ed ha circa 1.500<br />

utenti.<br />

L'edificio ha manifestato lesioni e fuori piombo e <strong>com</strong>e conseguenza diretta del crollo si è reso<br />

necessario lo sgombero dei residenti. La precaria stabilità del ciglio costituisce reale minaccia per gli<br />

edifici adiacenti presenti sul ciglio della Rupe, Infatti II pilone del Muraglione al limitare sud del tratto<br />

crollato è vistosamente e interamente scollato in sommità, a tutta larghezza e spessore, con un vuoto<br />

di non meno di 20 cm. dalla sovrastante muratura rimasta in bilico.<br />

Il crollo del muraglione ha determinato il dissesto del collettore con sversamento di nerastri liquami<br />

anche fognari che fuoriesce dal terreno scoperto dal crollo. Questo continuo imbibimento del<br />

terreno è la probabile causa del cedimento della fondazione dell’adiacente muraglione.<br />

Contemporaneamente il crollo ha <strong>com</strong>portato lo scoscendere del terreno a ridosso del Muraglione e<br />

lo svuotamento delle terre di riporto estese fino all’edificio. Inoltre tale crollo ha messo in evidenza<br />

l'apparecchio murario del Muraglione con una muratura disordinata di pietrame, priva di ricorsi e di<br />

legature; e ciò vi fu attuato dal suo antico costruttore pur trattandosi di un'Opera molto alta e di<br />

notevole impegno. Oltre alla scadente fattura e tessitura dell'apparecchio murario è da tenere<br />

presente la non molto pregevole qualità delle malte utilizzate all’interno dell’Opera e la sua scarsa<br />

aderenza con il pietrame; tale situazione è estendibile a tutti i muraglioni presenti in quanto costruiti<br />

nello stesso periodo.<br />

Lo stato di pericolosità della Rupe è un fatto noto. La storia recente di Ronciglione è sempre legata a<br />

una situazione d’immanente pericolo:<br />

1. Agli inizi del secolo il Comune di Ronciglione, è inserito in un elenco di <strong>com</strong>uni che potevano<br />

usufruire di fondi dello Stato per eseguire lavori di somma urgenza relativi alle opere di<br />

consolidamento dell’abitato (Regio Decreto 09 luglio 1908 n°. 445) per lo stato di pericolo del<br />

masso tufaceo su cui si erge parte dell’abitato di Ronciglione.<br />

2. Questi lavori di somma urgenza furono progettati dal Regio Corpo del Genio Civile, e furono<br />

eseguiti in più anni successivi tra gli anni ’20 e ’40 del secolo scorso; anche nel corso dei lavori si<br />

verificarono dei crolli, che portarono delle varianti per adeguarli all’evolversi della situazione.<br />

4


3. Che con nota prodotta dal Sindaco del Comune di Ronciglione nel corso dell’anno 1955, dopo la<br />

conclusione dei quasi trentennali lavori riguardanti le opere di consolidamento di parte<br />

dell’abitato, si evidenziava alla Prefettura e all’Ufficio del Genio Civile lo stato di pericolosità di<br />

ulteriori tratti del masso tufaceo.<br />

4. Tale denuncia rimasta inascoltata nel tempo e la mancanza d’interventi di messa in sicurezza, ha<br />

portato nel corso degli ultimi 60 anni ad ulteriori eventi franosi e di crollo, di cui si hanno le<br />

testimonianze ancora in loco, lungo gran parte del vallone a ridosso dell’abitato, e non, dei quali i<br />

più significativi sono:<br />

a. 1950 – 2011 distacco di numerosi blocchi tufacei di notevoli dimensioni; sono ancora visibili sul<br />

fondo valle, la strada(che corre a fondo valle corrisponde al tracciato della via Francigena ed<br />

è di servizio al depuratore), denota un’instabilità dei versanti.<br />

b. 1990-2000 movimento (in parte consolidato, ma già nuovamente lesionato), del masso<br />

tufaceo in prossimità della piazza Mons. Osvaldo Palazzi.<br />

c. 2010 crollo di una parte del masso tufaceo in corrispondenza della Chiesa di S. Maria della<br />

Provvidenza (sacrestia) e conseguente crollo della scala esterna per accesso ad essa.<br />

d. 2011 crollo del versante in prossimità di abitazioni in via la Pietra.<br />

e. Luglio 2008 - il movimento più importante, e per pura casualità non drammatico, il crollo del<br />

muraglione eretto nel 1938 su progetto del Regio Corpo del Genio Civile, quale opera di<br />

consolidamento dell’abitato, il quale interessa anche il fabbricato a strapiombo sul vallone,<br />

per cui se n’è ordinato l’immediato sgombero .<br />

5. La preoccupazione, manifestata a mezzo di missive nei confronti del Comune, da parte dei<br />

proprietari degli immobili prospicienti il vallone.<br />

Per ovviare a tale insostenibile situazione di emergenza di cui al precedente punto 5. è stato redatto<br />

dal Comune di Ronciglione un progetto preliminare riguardante solo gli effetti del crollo di cui al<br />

punto 4a) illustrato nella richiesta del 30 giugno 2011 inoltrata alla Regione, sulla base della quale è<br />

stato concesso un primo finanziamento ai sensi dell'art. 93 del Decr.n°. 163/2006 di €. 600.000,00 per la<br />

redazione del Progetto e delle Opere di “ Consolidamento della Rupe della Valle del Rio Vicano".<br />

Scopo del presente progetto preliminare di fattibilità redatto dal costituito Gruppo di Progettazione, è<br />

quello di evidenziare l’aspetto tecnico delle opere urgenti e necessarie da realizzare, valutandone<br />

nello stesso tempo gli impegni di spesa.<br />

E’opportuno sottolineare che dal punto di vista globale un intervento di manutenzione preventiva<br />

<strong>com</strong>e quello considerato ha un costo economico e sociale ben inferiore ad una serie di interventi di<br />

emergenza dopo il verificarsi di eventi catastrofici, che alla luce delle considerazioni sopra esposte<br />

non sono da considerarsi né imprevisti nè imprevedibili.<br />

Per le considerazioni sopraesposte, e per gli aspetti tecnico-scientifici argomentati nei capitoli a<br />

seguire del presente progetto, si evidenzia che la precaria stabilità della Valle Vicana per il tratto<br />

dell’abitato di Ronciglione sovrastante la Rupe può rappresentare l’inizio di una serie di ulteriori e non<br />

controllabili crolli che, <strong>com</strong>e per il tratto di muraglione già crollato, coinvolgerebbero le abitazioni e<br />

le attività presenti sul ciglio della Rupe anche con effetti che potrebbero risultare molto più critici e<br />

nefasti.<br />

E’ altresì inquietante e drammatico che per la Rupe e le sue pendici di cui è nota la pericolosità<br />

(carta PAI) non si conosca nel necessario dettaglio né la situazione statica né lo stato di<br />

conservazione delle opere a suo tempo realizzate.<br />

6


REGIONE LAZIO<br />

<strong>COMUNE</strong> <strong>DI</strong> <strong>RONCIGLIONE</strong><br />

PROVINCIA <strong>DI</strong> VITERBO<br />

CONSOLIDAMENTO DELLA VALLE DEL RIO VICANO<br />

PROGETTO PRELIMINARE <strong>DI</strong> FATTIBILITA’ PER LE PEN<strong>DI</strong>CI DELLA RUPE A RISCHIO <strong>DI</strong> STABILITA’<br />

TRATTO URBANO DA VIA MADONNA <strong>DI</strong> LORETO AL PONTE FF.SS. ORTE-CIVITAVECCHIA<br />

RELAZIONE TECNICA GENERALE<br />

INTRODUZIONE<br />

DESCRIZIONE E TIPOLOGIA INTERVENTI PROPOSTI<br />

QUADRO TECNICO ECONOMICO<br />

TIPOLOGIA INTERVENTO MESSA IN SICUREZZA RUPE<br />

A R E A A S S E T T O E U S O D E L T E R R I T O R I O<br />

Proprietà letteraria e tutti i diritti riservati al Gruppo di Progettazione. La struttura e il contenuto della presente pubblicazione non possono<br />

essere riprodotti, neppure parzialmente, salvo espressa autorizzazione del Coordinatore del Gruppo di Progettazione. Non ne è altresì<br />

consentita la memorizzazione su qualsiasi supporto (magnetico, magnetico-ottico, ottico, fotocopie, ecc.).<br />

8


01. INTRODUZIONE<br />

a. Territorio<br />

Da immagine aerea Wikipedia - Ronciglione con evidenziata la zona d’intervento<br />

Ronciglione, 8.900 abitanti è posto a 442 metri s.l.m., snodandosi in lunghezza lungo la Cassia Cimina<br />

e le pendici esterne del cratere vulcanico vanno dai 405 m. (stazione Ferroviaria) ai 600 m. di Poggio<br />

Cavaliere. Dista 21 km da Viterbo che si raggiunge percorrendo la Cassia Cimina scavalcando il<br />

Passo del Cimino (850 m.) e 54 km da Roma. IL territorio <strong>com</strong>unale si presenta collinare e raggiunge il<br />

culmine con la cima del Monte Fogliano (963 m) a nord-ovest del paese e degrada a sud a circa 280<br />

m in località XXX Miglia. Il suo paesaggio è ricco di verde; varia dalla zona boschiva che circonda la<br />

caldera del Lago di Vico, con i suoi faggi e querce secolari, castagni, carpini, fino ad un tappeto<br />

verdeggiante di noccioleti, che rappresentano la coltivazione preminente della zona.<br />

L'attuale territorio di Ronciglione è di circa Ha 5555 ed ha un orientamento da nord-ovest a sud-est.<br />

Infatti, partendo dalla punta di Monte Fogliano arriva alla Casa Cantoniera delle XXX Miglia; mentre<br />

a sud-ovest è stretto da quello di Sutri e a nord-est da quello di Caprarola. L'andamento altimetrico è<br />

poi a forte dislivello; si parte dalla piana che è a quota 253 s.l.m. per arrivare a quota 965 alla punta<br />

di Monte Fogliano. Però il dislivello viene superato a cinque ripiani: il primo dalle XXX Miglia a Case<br />

Campi (m. 253 - 304); il secondo da Case Campi a Ronciglione zona Cappuccini (m. 304 - 483); il<br />

terzo dai Cappuccini a Poggio Cavaliere (m. 483 - 608); il quarto da Poggio Cavaliere discende nella<br />

conca del Lago di Vico (m. 608 - 510); il quinto da Poggio Cavaliere da una parte e dalla conca del<br />

Lago o Valle di Vico dall'altra sale ripidamente alla vetta del Monte Fogliano (m. 608 - 510 - 965). In<br />

pochi chilometri di strada, intorno a 20 chilometri si sale un dislivello di ben 712 m.; e in linea d'aria i<br />

Km. sono molti di meno.<br />

Questo fatto, mentre da un aspetto abbastanza accidentato al territorio, viene ad essere allo stesso<br />

tempo l'accesso più facile e più breve per superare i monti Cimini e congiungere Roma con Viterbo e<br />

il nord.<br />

9


. Cenni storici<br />

La primitiva Ronciglione è collocata, <strong>com</strong>e gli antichi siti della Tuscia, sopra un grosso ciglione<br />

tufaceo, posto alla confluenza di due corsi d'acqua il Rio Vicano, emissario del Lago di Vico, e il Fosso<br />

Chianello che, dopo le colmate farnesiane del ‘500 ora scorre sotterraneo. Vi si aveva accesso da<br />

Porta Castello, presso Piazza dell'Olmo e da Ponte delle Tavole e Porta Pèntoma sotto la Torre-<br />

Campanile della Provvidenza. Il documento più antico in cui si trova il nome di Ronciglione, risale al<br />

1103. Una ricerca più accurata indica nel 1045 l'anno di fondazione da parte dei Prefetti di Vico.<br />

Ma fu con l'ascesa dei Farnese che, a partire dal 1526, Ronciglione visse il periodo di maggior<br />

sviluppo e splendore (fino al 1649), quando insieme a Castro fu Capitale del Ducato omonimo. Senza<br />

modificare l'assetto urbanistico esistente, gli architetti farnesiani, seguirono precisi criteri di sviluppo<br />

tanto che oggi si possono individuare la fase medioevale e quella rinascimentale e barocca. In<br />

pratica Ronciglione può vantare il fatto di essere l'unico esempio sopravvissuto, dell'urbanistica<br />

farnesiana applicata in modo organico nel contesto di una <strong>com</strong>plessa realtà urbanistica. E' sempre<br />

una delle città industriali più importanti dello Stato Pontificio. Ferriere, ramiere, cartiere, mulini,<br />

pastifici, concerie, zecca, stamperie (ha l'esclusiva delle carte da gioco, il 40% di quello che si legge<br />

a Roma è stampato a Ronciglione).<br />

Lo Stato di Ronciglione <strong>com</strong>prendeva dieci paesi: Ronciglione-vico, Caprarola, Fabrica, Valleranno,<br />

Corchiano, Carbognano, Canapina, Castel S. Elia, Borghetto, IsolaFarnese. Anche sotto l'aspetto<br />

culturale Ronciglione vanta un passato colmo d’interesse grazie alla presenza di varie accademie:<br />

Desiderosi, Cimina, Arcadico Cimina, Erculea Cimino .<br />

Le ferriere produssero l'attrezzatura servita per innalzare l'obelisco di piazza San Pietro a Roma.<br />

I Farnese provvidero a dare all'incremento edilizio della città un aspetto monumentale; chiamarono<br />

all'opera insigni architetti quali Antonio da Sangallo, Vignola, Pietro da Cortona, i quali impiantarono<br />

a Ronciglione una sistemazione urbanistica geniale. Fu tracciata una strada lunga 1 km che<br />

attraversava la città, oggi è la via principale; inizia con la Chiesa di S. Maria della Pace che fu<br />

costruita su disegno del Vignola, la strada corre larga verso Porta Romana da dove si scorge il borgo<br />

medioevale ed in primo piano il leggiadro Campanile di S. Maria della Provvidenza, la strada poi<br />

seguita tra due linee di palazzi verso Piazza della Nave (oggi Piazza Vittorio Emanuele) dove di fronte<br />

si scorge il Palazzo della Regina così chiamato perché nel 1768 ospitò la Regina Carolina d'Austria, di<br />

passaggio a Ronciglione diretta a Napoli per sposare Ferdinando IV di Borbone. Ne fa fede la lapide<br />

in latino; sulla sx la Chiesa di San Sebastiano sec XIII. La strada prosegue in salita chiamata<br />

Montecavallo (oggi Corso Umberto I) dove s’incontrano la Chiesa di S. Maria degli Angeli, detta del<br />

collegio e la Chiesa della SS. Annunziata a fianco della quale parte una strada che porta alla<br />

stupenda Piazza del Comune (oggi Piazza P. di Napoli), in mezzo alla quale fu innalzata la bella e<br />

monumentale Fontana Grande capolavoro del 1566 di Antonio Gentili da Faenza, sulla dx il Palazzo<br />

Comunale e di fronte si erge il Duomo. Tutti i palazzi che si ergono sulla via principale sono ornati da<br />

bellissimi stucchi che il turista non può fare a meno di guardare. Questa sua intraprendenza di attività<br />

e di traffici fu il motivo per cui Papa Benedetto XIII, Corsini, decorò Ronciglione del titolo d i Città, il 28<br />

Maggio del 1728, aggiungendo gloria e prestigio all'intensa attività che non era solamente<br />

economica. L’attività intensa di lavoro e la pace cittadina furono sconvolti dai moti antifrancesi,<br />

durante la prima Repubblica Romana del 1798-99. Il popolo insorto, con atto folle ma generoso, osò<br />

opporsi all'esercito straniero che in quegli anni doveva conquistare quasi tutta l'Europa. L'incendio,<br />

appiccato dalle truppe francesi del generale Valterre, divampò dal 28 al 30 luglio 1799 e distrusse 174<br />

edifici e tutto l'archivio storico.<br />

10


RICOSTRUZIONE STORICO PANORAMICA <strong>DI</strong> <strong>RONCIGLIONE</strong> prima del XVI sec circa<br />

In questa ricostruzione attribuibile ad A. Cordelli si nota che mentre è riportato il campanile di S. Andrea (1430) non figura il campanile della<br />

Provvidenza (XII-XII sec.) ma solo la sottostante torre.<br />

Veduta di Ronciglione, E. Friesger e L. Kuntz, litografia colorata a mano “bei P. Wagner”, Karlsruhe, 1826. Raccolta F. Maria D’Orazi<br />

(si noti il ciglio con costruzioni oggi s<strong>com</strong>parse per l’arretramento della parete ed i blocchi di frana al piede)<br />

11


c. Interventi nel XX Secolo sulla Rupe<br />

La cittadina sorge sulla pendice meridionale dell'apparato vulcanico Vicano, situato su un colle<br />

tufaceo a pareti subverticali, isolato e delimitato al piede dalle due strette e profonde valli, quella del<br />

fosso Chianello e quella molto più grande ed estesa da Nord a Sud del Rio Vicano. La cittadina è<br />

caratterizzata da un nucleo storico medioevale, sovrapposto a un più antico insediamento etrusco e<br />

poi Romano.<br />

Colmata in epoca Farnese la valle del fosso Chianello, l’abitato si è potuto espandere sul colle<br />

adiacente e sulla pendice destra della vallata e si è successivamente ampliata in epoca<br />

ottocentesca parallelamente al nuovo tracciato della strada principale di accesso al paese, che<br />

corre lungo il ciglio del versante destro della valle del Rio Vicano.<br />

La valle, scavata dall'erosione del Rio Vicano in un tempo geologico relativamente breve nelle<br />

formazioni piroclastiche dell'apparato Vicano ha sempre condizionato vita e sviluppo di Ronciglione.<br />

Ben incassata rispetto al pianoro vulcanico sovrastante si presenta con le caratteristiche di un<br />

profondo canyon dal fondo sub pianeggiante e le pareti subverticali, la cui altezza supera in qualche<br />

parte anche i cinquanta metri.<br />

Inizialmente il sito è stato scelto per le sue caratteristiche di luogo facilmente difendibile, ma<br />

successivamente la presenza della Rupe ha condizionato la vita dell'abitato poiché la valle del Rio<br />

Vicano, è soggetta a fenomeni d’instabilità, di erosione e ri-modellazione che coinvolgono le pareti<br />

della Rupe. Tali fenomeni d’instabilità, di tipo gravitativo legati alla geologia del territorio, sono<br />

intrinsechi e fanno parte dei processi di evoluzione naturale del versante ed i fenomeni sono iniziati<br />

molto prima della costruzione della cittadina. In conseguenza lungo la Rupe sono presenti nella parte<br />

destra della valle, sede dell’antica via Francigena, numerose opere di consolidamento, le più<br />

antiche risalenti probabilmente al periodo medioevale.<br />

L'evoluzione dei fenomeni gravitativi col progressivo instaurarsi di sollecitazioni può culminare nel<br />

verificarsi d’improvvise frane di crollo delle pareti di tufo della Rupe, con tutte le conseguenze sia sulle<br />

attività antropiche, sia sulla stabilità delle abitazioni poste lungo il ciglio. Un ulteriore motivo di<br />

preoccupazione è costituito dal fatto che in circostanze meteoriche eccezionali si sono verificati sul<br />

fondo della valle nella colluvione anche dei movimenti franosi locali che possono innescare frane di<br />

crollo. L’instabilità dei fianchi della Rupe si evince anche dalla presenza ai fianchi della valle di grossi<br />

prismi tufacei dovuti a crolli anche in periodo recente.<br />

Di conseguenza l’abitato di Ronciglione fu ammesso alla legge 9 luglio 1908 n° 445 e successivo<br />

Regio Decreto del 5 febbraio 1920 n° 221 nell’elenco dei Comuni da consolidare a spese dello Stato,<br />

e il Regio Genio Civile ritenne di intervenire sulla Rupe negli anni tra il 1920 il 1942, con una<br />

programmazione ventennale d’interventi di consistente rilevanza economica aventi la finalità di<br />

eliminare lo stato di pericolo allora esistente. Tali d’interventi hanno riguardato:<br />

a. il consolidamento delle pareti tufacee nelle zone, ritenute allora a rischio, attuato mediante la<br />

costruzione di una serie di grandi muraglioni di sostegno, uno dei quali oggetto del crollo cui si<br />

riferisce il progetto attualmente in corso di elaborazione.<br />

b. la circolazione idrica sul ciglio e sulle pareti della Rupe con interventi di costruzione e rifacimento e<br />

manutenzione degli impianti fognari esistenti<br />

I lavori di consolidamento previsti assumevano all’epoca un’importanza economica molto rilevante<br />

(circa un milione di lire) per cui il progetto, redatto dal Corpo Reale del Genio Civile, fu suddiviso<br />

inizialmente in 5 lotti e poi integrato con un sesto lotto.<br />

12


Opere di consolidamento dell’abitato di Ronciglione in prossimità del palazzo Della Manna in Viale Garibaldi, III Lotto - anno 1927<br />

Collettore di fogna in zono Piazza Principe di Piemonte, IV Lotto - anno 1932<br />

13


I lavori ebbero inizio nell’anno 1922 e si protrassero <strong>com</strong>e di seguito riportato:<br />

1. I Lotto: eseguiti negli anni 1922-23 interessarono il consolidamento della rupe posta sotto la Chiesa<br />

di Santa Maria della Provvidenza, il muro di sostegno del piazzale del Borgo di Sotto e del muro di<br />

sostegno sotto la Cassa di Risparmio;<br />

2. II Lotto: eseguiti negli anni 1924-25 interessarono il consolidamento del versante prospiciente Via<br />

del Montone fino al ponte del Lavatoio;<br />

3. III Lotto: eseguiti negli anni 1926-27 interessarono il consolidamento del costone sottostante il<br />

palazzo Della Manna su Viale Garibaldi e parte del <strong>com</strong>pletamento del muro su che scende da<br />

Via del Montone iniziato nel lotto di lavori precedente;<br />

4. IV Lotto: eseguiti negli anni 1930-31-32 interessarono la realizzazione del collettore di fogna da<br />

piazza Principe di Piemonte ai piedi del versante destro del Vallone del Rio Vicano, opere di<br />

consolidamento della rupe sottostante le case Benassi e Santarelli e la realizzazione di murature di<br />

sostegno dell’abitato denominato Borgo di Sopra;<br />

5. V Lotto: eseguiti negli anni 1932-33 interessarono il consolidamento dell’abitato lungo il versante<br />

prospiciente Viale Garibaldi.<br />

I lavori furono poi ripresi ed ampliati, a seguito del progetto per il VI Lotto redatto nell’anno 1936 dal<br />

Reale Corpo del Genio Civile, (<strong>com</strong>e da tavola a seguire – identificazione consolidamenti già<br />

effettuati negli stralci precedenti, e nuovi interventi previsti nel VI Lotto), nel febbraio dell’anno 1938<br />

protraendosi fino alla fine dello stesso. Le opere previste e realizzate in quest’ultimo stralcio di lavori<br />

interessarono il tratto di rupe ri<strong>com</strong>preso tra il palazzo Santarelli “… con una muratura di sostegno ad<br />

archi e pilastri più o meno profondamente ammorsati nella massa rocciosa...” e la “…la spalla della<br />

Porta del Vignola prospicente l’affaccio…”dove fu prevista la realizzazione “… di un pilone inferiore a<br />

sostegno del sovrastante strato sporgente di roccia in buone condizioni sul quale risulta poggiato un<br />

secondo pilone superiore (realizzato nei lotti precedenti) a effettivo sostegno della suddetta spalla<br />

della porta…”, fino al <strong>com</strong>pletamento del muraglione su via del Montone.<br />

Ulteriori lavori di consolidamento del Vallone del Rio Vicano sono ripresi degli anni 50’ e 60’ a<br />

<strong>com</strong>pletamento di quelli già eseguiti, <strong>com</strong>e da progetto redatto dall’Ufficio del Genio Civile di<br />

Viterbo nell’anno 1953 per opere in Piazza Principe di Piemonte.<br />

Negli anni a seguire l’opera di consolidamento ha riguardato prevalentemente la zona nord del<br />

Vallone, <strong>com</strong>e riporta una nota emessa dal Sindaco di Ronciglione verso l’ufficio del Genio Civile di<br />

Viterbo “…Mi permetto di far presente che la particolare configurazione di questo centro abitato, che<br />

sorge su una rupe di masso non <strong>com</strong>patto continuamente soggetto a sgretolamento, pone troppo<br />

spesso in grave difficoltà questa Amm.ne per i pericoli che in<strong>com</strong>bono sulla pubblica incolumità a<br />

causa del cedimento dei massi…”. Riscontrato il pericolo in<strong>com</strong>bente l’Ufficio del Genio Civile di<br />

Viterbo relazionò “notevoli problemi di stabilità del versante <strong>com</strong>preso tra il ponte a nord di via della<br />

Pietra e Vicolo n° 8”.<br />

14


Muro eseguito a sostegno del masso roccioso al di sotto della Chiesa di Santa Maria della Provvidenza, anno 1954<br />

Muri realizzati di cui è previsto il consolidamento anni 1920 – 1942 (foto all’atto del collaudo 1942)<br />

15


02. DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI URGENTI PROPOSTI DAL GRUPPO <strong>DI</strong> PROGETTAZIONE<br />

L'area potenzialmente a rischio ha un'estensione di circa 150.000 mq, il ciglio del canyon ha una<br />

lunghezza di circa 1.400 m e un'altezza dal fondo variabile sino a 45 metri circa. Attualmente mentre il<br />

fondo del vallone, costituito da tufo di ottime qualità, non è soggetto a particolari problemi salvo<br />

quello di una sistemazione idrogeologica già prevista, le pendici e le pareti della Rupe e molti dei<br />

muraglioni di contenimento, coperti da una rigogliosa vegetazione, sono in stato di potenziale<br />

pericolo.<br />

la presenza del manto vegetativo, arboreo sulla pendice e arbustivo ed erbaceo lungo la Rupe e sui<br />

muraglioni e la mancanza d’idonei accessi, impediscono di osservare direttamente nel dettaglio le<br />

pareti e di verificarne lo stato di stabilità, salvo che in punti singolari. Dall'esame di questi ultimi e dagli<br />

eventi franosi e di crollo avvenuti negli ultimi anni si deve supporre che <strong>com</strong>plessivamente vi siano<br />

molte situazioni d’instabilità e di potenziale pericolo.<br />

Anche la circolazione idrica può contribuire all’istaurarsi dei fenomeni di dissesto. L'alimentazione<br />

idrica della vegetazione parassita sulle pareti è sostenuta sia dalle acque zenitali di origine meteorica<br />

ed in alcune zone anche dalle continue perdite fognanti.<br />

Tuttavia, indipendentemente dalla verifica puntuale, è possibile prevedere la tipologia d’intervento<br />

più idonea per la salvaguardia dei luoghi. Ciò può essere fatto sulla base delle esperienze in interventi<br />

di consolidamento, realizzati e <strong>com</strong>pletati con successo negli ultimi trent'anni, in situazioni simili a<br />

salvaguardia di altri centri storici, quali ad esempio Orvieto, Orte, Civita di Bagnoregio.<br />

Gli interventi previsti di consolidamento dei dissesti, finalizzati nell’eliminazione delle cause presenti e<br />

potenziali, sono articolati <strong>com</strong>e segue:<br />

1. manutenzione straordinaria delle opere di consolidamento già realizzate nel periodo tra gli anni<br />

1921 e 1954, previo loro controllo;<br />

2. <strong>com</strong>pletamento con le nuove tecnologie messe a disposizione dall'evoluzione tecnologica del<br />

consolidamento della Rupe;<br />

3. controllo, revisione o rifacimento dei collettori fognanti presenti lungo il ciglio;<br />

L'esecuzione degli interventi dovrà essere preceduta da uno Studio della Stabilità del versante,<br />

articolato in un rilievo preliminare, Il quale prevede l’esecuzione di un rilievo di dettaglio, realizzato<br />

con tecnologia Laser Scanner 3D, integrata ed abbinata al rilievo GPS e celerimetrico, della Valle del<br />

Rio Vicano, che data la <strong>com</strong>plessità del sito, il metodo di rilievo laser scanner 3D, permette una<br />

dettagliata acquisizione di dati (metrici, materici e fotografici), che permette una migliore<br />

interpretazione progettuale.<br />

Rilievo delle principali reti dei sotto-servizi, attraverso video-ispezioni in prossimità dell’area d’interesse,<br />

e successiva elaborazione di dettaglio.<br />

Per lo Studio Geologico, Geomorfologico, e Geotecnico per determinare, la più idonea tecnologia<br />

d’intervento tra quelle disponibili si rimanda al capitolo GEOLOGIA.<br />

La scelta progettuale, per alcune opere potrà essere meglio definita dopo la <strong>com</strong>pleta asportazione<br />

della vegetazione presente.<br />

In sintesi, gli interventi progettuali previsti, possono essere raggruppati in due schemi d’intervento a<br />

seconda che si tratti di opere esistenti o di opere di nuova costruzione:<br />

A. sulle opere esistenti – muraglioni di sostegno ed impianti fognanti –<br />

si procederà ad un restauro statico conservativo che prevede la revisione <strong>com</strong>pleta delle opere,<br />

che ad oltre settant’anni dalla loro esecuzione mostrano i segni del tempo, dovuti oltre che alla<br />

naturale vetustà anche, probabilmente, al tipo di materiale impiegato <strong>com</strong>e legante della<br />

muratura in pietra in conseguenza dell'Autarchia. Le metodologie previste sono<br />

18


Borgo di Sotto - Santa Maria della Provvidenza - Tipologia d’Intervento A<br />

19


quelle messe a punto negli ultimi anni per interventi di tipo equivalente, similari a quelle più<br />

antiche – il cuci e scuci delle murature e la reintegrazione degli elementi lapidei sconnessi e/o<br />

lavorazioni analoghe ma con l'utilizzo di materiali di maggiore durabilità.<br />

La revisione dei paramenti ed il consolidamento delle murature in profondità saranno eseguiti<br />

mediante cuciture con barre in acciaio, successiva cementazione con materiali idonei (quali<br />

cementi extrafini) resistenti ai solfati, iniezioni di resine per i muraglioni in muratura.<br />

La revisione degli impianti fognanti prevede la re-impermeabilizzazione del fondo degli stessi, con<br />

materiali resistenti all'azione dei nuovi detersivi o solventi oggi utilizzati, e, ove necessario, anche il<br />

loro <strong>com</strong>pleto rifacimento.<br />

B. Sulle pareti tufacee della Rupe,<br />

Si prevede di utilizzare sistemi di ancoraggio con tiranti del tipo attivo e passivo, chiodature,<br />

<strong>com</strong>pletate da microdreni inclinati che evitino il formarsi di sovrapressioni interstiziali,<br />

consolidamenti locali con iniezioni armate di miscele cementizie, che oltre presentare un minor<br />

costo rispetto a dei muraglioni di contenimento, permette di mantenere inalterato nel rispetto<br />

dell’ambiente l'aspetto naturale della Rupe, Questo tipo di tecnologia sviluppata all'inizio degli<br />

anni sessanta del XX secolo è oggi ampliamente diffusa e collaudata ed è quella utilizzata per<br />

Orvieto, Orte, Civita di Bagnoregio.<br />

Tutto ciò premesso le opere di cui sopra saranno realizzate operativamente <strong>com</strong>e segue:<br />

1. Rilevamento topografico di dettaglio a integrazione e <strong>com</strong>pletamento della cartografia<br />

esistente;<br />

2. Indagini geologiche e geotecniche;<br />

3. Studio degli interventi di consolidamento necessari sulle pareti della Rupe e sulle opere esistenti;<br />

4. Consolidamento delle pareti della Rupe e messa in sicurezza della pendice.<br />

5. Manutenzione straordinaria delle opere di sostegno esistenti:<br />

6. Manutenzione degli impianti idrici e fognanti.<br />

Tuttavia è indispensabile, con la finalità di giungere ai necessari lavori di consolidamento o restauro,<br />

che le pareti della Rupe siano sottoposte a un costante monitoraggio che possa evidenziare<br />

tempestivamente situazioni di pericolo latente.<br />

Particolari dello stato dei luoghi<br />

Particolare di muro lesionato Lesione da apparato radicale Esempi di probabile erosione differenziale<br />

20


Frana di crollo1954<br />

Frana di crollo 2010<br />

Particolari dello stato dei luoghi<br />

Località La Preta - Via Marco Polo - Tipologia d’Intervento B<br />

Roccia fratturata Esempio di vegetazione lungo il versante ovest Esempio di fratturazione verticale della roccia<br />

21


03. QUADRO TECNICO ECONOMICO <strong>DI</strong> SPESA<br />

A) LAVORI:<br />

1. Consolidamento statico della Rupe.<br />

La lunghezza lineare d’intervento ipotizzata è di circa 1.000 metri, con<br />

pareti di altezza variabile fino a 35 m, per uno sviluppo <strong>com</strong>plessivo di<br />

circa 8.500 mq. Il lavoro sarà eseguito in parete con la seguente<br />

metodologia:<br />

a. costruzione delle strade di accesso;<br />

b. pulizia da essenze infestanti, messa in opera di ponteggi di lavoro,<br />

c. sarcitura delle lesioni beanti, disgaggi di elementi lapidei pericolanti,<br />

d. chiodature, tiranti attivi e passivi,<br />

e. interventi corticali localizzati con reti paramassi e spritz-beton armato,<br />

f. muri di contenimento al piede,<br />

g. drenaggi,<br />

Tali opere si stima incidano mediamente per circa 500,00 euro/mq<br />

d’intervento.<br />

2. Manutenzione straordinaria dei Muraglioni esistenti:<br />

La lunghezza lineare d’intervento ipotizzata è di circa ml 400,00, con<br />

pareti di altezza variabile fino a 25 m per uno sviluppo <strong>com</strong>plessivo di<br />

circa 5.000 mq. Il lavoro sarà eseguito in parete con la seguente<br />

metodologia:<br />

a. Costruzione delle strade di accesso e delle piazzole di lavoro,<br />

ponteggio di servizio, decespugliamento generalizzato della parete e<br />

ispezione della stessa, perforazione a carotaggio continuo per<br />

prelievo di campioni delle murature per verificarne lo stato di<br />

consistenza, pulizia delle superfici dei muraglioni con eliminazione<br />

delle essenze erbacee e arbustive, idrolavaggio delle superfici;<br />

b. scelta delle modalità specifiche d’intervento tra quelle previste,<br />

stuccatura delle lesioni e reintegrazione di partiti murari lacunosi,<br />

cuciture e iniezioni di parti di muratura particolarmente degradate,<br />

sottofondazione con micropali di opere di sostegno che<br />

presentassero problemi di stabilità;<br />

c. reintegrazione dei sistemi di drenaggio<br />

Tali opere si stima incidano mediamente circa euro/mq 200,<br />

d’intervento.<br />

3. Manutenzione straordinaria degli impianti fognanti di ciglio e di caduta,<br />

Tali interventi prevedono:<br />

euro 4.250.000,00<br />

euro 1.000.000,00<br />

22


a. la verifica degli spechi (situazione statica e impermeabilità degli<br />

spechi);<br />

b. il controllo degli allacci e i relativi lavori di revisione e<br />

impermeabilizzazione, sino a giungere ove è il caso al <strong>com</strong>pleto<br />

rifacimento;<br />

c. il controllo dei pozzi di caduta <strong>com</strong>presa la parte dei collettori di<br />

accesso;<br />

d. il collettore lungo via Garibaldi e parte dei collettori posi nel centro<br />

storico della cittadina.<br />

Tali opere si stimano mediamente in circa euro/collettore 150.000,00<br />

per un totale di 3 sistemi fognanti.<br />

euro 450.000,00<br />

4. Oneri per la sicurezza euro 300.000,00<br />

TOTALE DEI LAVORI EURO 6.000.000,00<br />

B) SOMME A <strong>DI</strong>SPOSIZIONE DELL’AMMINISTRAZIONE:<br />

1. Lavori in economia (IVA inclusa) euro 120.000,00<br />

2. Rilievi, accertamenti e indagini<br />

a. Rilievi, Topografia, ricognizione negli spechi fognanti con telecamere;<br />

indagine dendrologica e idrografica etc.; euro 75.000,00<br />

b. Indagini geotecniche e geofisiche euro 90.000,00<br />

c. Predisposizione di un sistema di monitoraggio delle pareti tufacee<br />

giudicate a rischio euro 30.000,00<br />

3. Allacciamenti a pubblici servizi ed espropri euro 60.000,00<br />

4. Imprevisti 5% (IVA inclusa) euro 300.000,00<br />

5. Spese tecniche generali:<br />

a. Progettazione preliminare euro 60.000,00<br />

b. Progettazione definitiva euro 150.000,00<br />

c. Progettazione esecutiva euro 90.000,00<br />

6. Progettazione Sicurezza euro 60.000,00<br />

7. Direzione lavori euro 120.000,00<br />

8. Spese di gara euro 12.500,00<br />

9. Collaudi euro 90.000,00<br />

10. IVA sui lavori 10% euro 600.000,00<br />

11. Oneri previdenziali euro 22.800,00<br />

12. IVA su Spese tecniche euro 119.700,00<br />

TOTALE SOMME A <strong>DI</strong>SPOSIZIONE EURO 2.000.000,00<br />

TOTALE EURO 8.000.000,00<br />

23


04. TIPOLOGIA DELL’INTERVENTO <strong>DI</strong> RICOSTRUZIONE DELLA RUPE CROLLATA<br />

DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA<br />

A – Situazione all’anno 1954<br />

B – Situazione dopo il crollo dell’anno 2008 (circa 1.000 mc)<br />

24


Lesione di fatica della muratura Perdite fognanti e detriti di crollo Stato della struttura muraria che<br />

evidenzia lacune nell’esecuzione<br />

25


SCHEMA DELLE FASI D’INTERVENTO<br />

La fase 01 prevede:<br />

a. la messa in sicurezza della fondazione dell’edificio, e<br />

del ciglio superiore della rupe crollata, mediante<br />

l’esecuzione di micropali a diverse profondità.<br />

b. esecuzione trave in cemento armato di collegamento<br />

in testa ai micropali.<br />

La fase 02 prevede:<br />

a. la rettifica del ciglio eliminando tutti gli elementi<br />

pericolanti e modellando opportunamente il ciglio;<br />

b. la messa in opera mediante idonea apparecchiatura di<br />

sospensione di rete paramassi debitamente ancorata al<br />

di sotto della quale sarà inserito idoneo strato di T.N.T. a<br />

protezione dell’erosione meteorica.<br />

Schema di perforazione Perforatrice per micropali Rete paramassi<br />

26


La fase 03 prevede:<br />

a. la messa in opera mediante idonea apparecchiatura<br />

di sospensione di ancoraggi attivi in barre Diwydag di<br />

idonee caratteristiche tecniche e dimensionali.<br />

Rocciatore Schema posa rete paramassi<br />

La fase 04 prevede:<br />

a. risanamento conservativo dei muraglioni adiacenti al<br />

tratto crollato<br />

b. la fondazione con micropali del plinto di sostegno del<br />

muraglione<br />

c. ricostruzione del muraglione crollato.<br />

27


Proprietà letteraria e tutti i diritti riservati al Gruppo di Progettazione. La struttura e il contenuto della presente pubblicazione non<br />

REGIONE LAZIO<br />

possono essere riprodotti, neppure parzialmente, salvo espressa autorizzazione del Coordinatore del Gruppo di Progettazione.<br />

Non ne è altresì consentita la memorizzazione su qualsiasi supporto (magnetico, magnetico-ottico, ottico, fotocopie, ecc.).<br />

<strong>COMUNE</strong> <strong>DI</strong> <strong>RONCIGLIONE</strong><br />

PROVINCIA <strong>DI</strong> VITERBO<br />

CONSOLIDAMENTO DELLA VALLE DEL RIO VICANO<br />

PROGETTO PRELIMINARE <strong>DI</strong> FATTIBILITA’ PER LE PEN<strong>DI</strong>CI DELLA RUPE A RISCHIO <strong>DI</strong> STABILITA’<br />

TRATTO URBANO DA VIA MADONNA <strong>DI</strong> LORETO AL PONTE FF.SS. ORTE-CIVITAVECCHIA<br />

SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE<br />

E PAESAGGISTICA<br />

A R E A A S S E T T O E U S O D E L T E R R I T O R I O<br />

Proprietà letteraria e tutti i diritti riservati al Gruppo di Progettazione. La struttura e il contenuto della presente pubblicazione non possono<br />

essere riprodotti, neppure parzialmente, salvo espressa autorizzazione del Coordinatore del Gruppo di Progettazione. Non ne è altresì<br />

consentita la memorizzazione su qualsiasi supporto (magnetico, magnetico-ottico, ottico, fotocopie, ecc.).<br />

28


La presente valutazione prevede la realizzazione dei seguenti interventi:<br />

1. Esecuzione rete di monitoraggio<br />

2. Consolidamento statico della Rupe.<br />

Il lavoro sarà eseguito in parete con la seguente metodologia:<br />

a. costruzione delle strade di accesso;<br />

b. pulizia da essenze infestanti, messa in opera di ponteggi di lavoro,<br />

c. sarcitura delle lesioni beanti, disgaggi di elementi lapidei pericolanti,<br />

d. chiodature, tiranti attivi e passivi,<br />

e. interventi corticali localizzati con reti paramassi e spritz-beton armato,<br />

f. muri di contenimento al piede,<br />

g. drenaggi,<br />

3. Manutenzione straordinaria dei Muraglioni esistenti:<br />

Il lavoro verrà eseguito in parete con la seguente metodologia:<br />

a. Costruzione delle strade di accesso e delle piazzole di lavoro, ponteggio di servizio,<br />

decespugliamento generalizzato della parete e ispezione della stessa, perforazione a<br />

carotaggio continuo per prelievo di campioni delle murature per verificarne lo stato di<br />

consistenza, pulizia delle superfici dei muraglioni con eliminazione delle essenze erbacee e<br />

arbustive, idrolavaggio delle superfici;<br />

b. scelta delle modalità specifiche d’intervento tra quelle previste, stuccatura delle lesioni e<br />

reintegrazione di partiti murari lacunosi, cuciture e iniezioni di parti di muratura<br />

particolarmente degradate, sottofondazione con micropali di opere di sostegno che<br />

presentassero problemi di stabilità;<br />

c. reintegrazione dei sistemi di drenaggio<br />

4. Opere d’ingegneria naturalistica.<br />

5. Manutenzione straordinaria degli impianti fognanti di ciglio e di caduta, tali interventi prevedono:<br />

a. la verifica degli spechi (situazione statica e impermeabilità degli spechi);<br />

b. il controllo degli allacci e i relativi lavori di revisione e impermeabilizzazione, sino a giungere<br />

ove è il caso al <strong>com</strong>pleto rifacimento;<br />

c. essi riguarderanno i pozzi di caduta <strong>com</strong>preso la parte dei collettori di accesso;<br />

d. il collettore lungo via Garibaldi e parte dei collettori posi nel centro storico della cittadina.<br />

Le operazioni sopra riportate avranno applicazione nell’ambito della sostenibilità ambientale e<br />

paesaggistica, rispettando quanto previsto dalle Norme Tecniche del Piano Territoriale Paesistico<br />

Regionale, art. 135, 143 e156 D.lvo 42/04 – art. 21, 22, 23 36 quater co.quater L.R. 24/98, qui di seguito<br />

per memoria riportati:<br />

I sistemi ed ambiti di paesaggio<br />

Le aree dove si viene ad operare sono identificabili:<br />

a) SISTEMA del PAESAGGIO NATURALE E SEMINATURALE che è costituito dai Paesaggi<br />

caratterizzati da un elevato valore di naturalità e seminaturalità in relazione a specificità<br />

geologiche, geomorfologiche e vegetazionali;<br />

b) SISTEMA del PAESAGGIO INSE<strong>DI</strong>ATIVO che è costituito dai Paesaggi caratterizzati da<br />

processi di urbanizzazione recenti o da insediamenti storico-culturali;<br />

01. Le unità geografiche del paesaggio<br />

29


Sistemi strutturali Unità geografiche<br />

Complesso vulcanico Laziale<br />

e della Tuscia<br />

8) Monti Cimini<br />

Tab. A) Paesaggio Naturale - Definizione delle <strong>com</strong>ponenti del paesaggio e degli obiettivi di qualità<br />

paesistica<br />

Componenti del paesaggio ed elementi da tutelare<br />

Coste dei laghi Coste del mare Corsi d’acqua pubblica Zone umide, Boschi, Montagne sopra i 1200<br />

metri, Biotopi, Monumenti naturali<br />

Obiettivi di tutela e miglioramento della qualità del paesaggio<br />

- Mantenimento delle caratteristiche, degli elementi costitutivi e delle morfologie del paesaggio<br />

naturale<br />

- Utilizzo delle risorse idriche <strong>com</strong>patibilmente con la salvaguardia della biodiversità e del sistema<br />

delle acque inteso quale risorsa ecologica e quale elemento di connessione dei paesaggi ed<br />

elemento strutturante degli stessi.<br />

- Valorizzazione dei beni naturali e culturali<br />

- Mantenimento delle biodiversità, e della funzione ecologica delle aree del bosco<br />

Fattori di rischio ed elementi di vulnerabilità del paesaggio<br />

- Riduzione del suolo dovuta ad espansioni urbane, seconde case e infrastrutturazione<br />

Abusivismo e frazionamenti fondiari con uso promiscuo Eccessivo uso del bene derivante dal<br />

turismo di massa Erosione, inondazioni, fenomeni d’inquinamento delle acque. Distruzione aree<br />

boschive dovute a incontrollata utilizzazione delle risorse boschive, incendi, urbanizzazioni,<br />

smottamenti del terreno, valanghe, Attività estrattive, discariche e depositi cielo aperto.<br />

02. Analisi dell’impatto ambientale delle opere da eseguire.<br />

La valutazione prevede la realizzazione dei seguenti interventi:<br />

1) Esecuzione rete di monitoraggio<br />

Le opere di monitoraggio consistono nella realizzazione di una serie di capisaldi di controllo,<br />

messa in opera d’inclinometri, fessuri metri ed estensimetri ed altra strumentazione di controllo.<br />

Tali strumenti sono di limitate dimensioni e saranno posti in opera quando visibili in costruzioni di<br />

muratura tufo <strong>com</strong>patibile con il territorio.<br />

2) Consolidamento statico della Rupe<br />

Le opere devono rispettare quanto previsto nell’art. 21 Tab. C 1.2 “rocce nude -<br />

Conservazione”. Le conformazione rocciose, in quanto caratterizzanti il paesaggio, non<br />

possono essere alterate, ma devono essere mantenute nel loro aspetto attuale. Non è<br />

consentita qualsiasi manomissione delle stesse. Di conseguenza il lavoro sarà eseguito in parete<br />

con la metodologia:<br />

30


a. Costruzione delle strade di accesso- saranno costruite al piede della Rupe in modo da<br />

poterle utilizzare al termine dei lavori nell’ambito di un percorso attrezzato lungo la valle<br />

<strong>com</strong>patibile con il territorio;<br />

b. pulizia da essenze infestanti mediante ponteggi provvisionali;<br />

c. sarcitura delle lesioni beanti – saranno eseguite preferenzialmente con elementi di tufo<br />

lapideo allettati con una sabbia di origine vulcanica e pozzolana;<br />

d. chiodature, tiranti attivi e passivi – le testate e gli apparecchi di tesatura saranno inseriti in<br />

apposite nicchie da chiudere con elementi di tufo lapideo <strong>com</strong>patibile con la parete;<br />

e. interventi corticali localizzati con rete paramassi e spritz-beton armato – saranno limitati ed<br />

analoghi a quelli già esistenti sulla spalla sinistra del ponte in c.a. sulla strada Ronciglione-<br />

Caprarola;<br />

f. muri di contenimento al piede- saranno realizzati preferibilmente in muratura con faccia<br />

vista in tufo o si porrà in opera delle biostuoie che ne permettano il successivo rivestimento<br />

da parte della vegetazione locale;<br />

g. drenaggi – i fori di drenaggio in parete sono previsti del diametro max di 2” e sono<br />

praticamente invisibili.<br />

3) Manutenzioni straordinaria dei Muraglioni esistenti<br />

Al <strong>com</strong>pletamento del lavoro di restauro statico conservativo l’opera si presenterà <strong>com</strong>e nello<br />

stato quo-ante, priva di vegetazione parassita, risarcita nei paramenti in muratura di tufo;<br />

4) Opere d’ingegneria naturalistica<br />

La messa in sicurezza della pendice ove sono visibili alcuni movimenti franosi avverrà o con<br />

paratie drenanti, realizzate al di sopra del piano campagna e chiuse in sommità da un manto<br />

vegetale, o con piccole opere di sostegno (muri, gabbioni) con la faccia vista in muratura di<br />

tufo. La rimodellazione della pendice potrà essere <strong>com</strong>pletata dalla piantumazione con<br />

essenze tipiche della zona. Completerà la sistemazione del vallone la pulizia da tutti i residui<br />

presenti.<br />

5) Manutenzione straordinaria degli impianti fognanti di ciglio e di caduta.<br />

La verifica degli spechi per la loro situazione statica e d’impermeabilità, il controllo degli allacci<br />

e relativi lavori di revisione ed impermeabilizzazione, ove necessario fino al loro <strong>com</strong>pleto<br />

rifacimento avverrà in sotterraneo senza variare l’aspetto esterno dei manufatti ed infine la<br />

captazione dei fognoli che scaricano al di fuori dei collettori. Tutto ciò permetterà di ripristinare<br />

le condizioni di paesaggio naturale.<br />

32


REGIONE LAZIO<br />

<strong>COMUNE</strong> <strong>DI</strong> <strong>RONCIGLIONE</strong><br />

PROVINCIA <strong>DI</strong> VITERBO<br />

CONSOLIDAMENTO DELLA VALLE DEL RIO VICANO<br />

PROGETTO PRELIMINARE <strong>DI</strong> FATTIBILITA’ PER LE PEN<strong>DI</strong>CI DELLA RUPE A RISCHIO <strong>DI</strong> STABILITA’<br />

TRATTO URBANO DA VIA MADONNA <strong>DI</strong> LORETO AL PONTE FF.SS. ORTE-CIVITAVECCHIA<br />

GEOLOGIA<br />

A R E A A S S E T T O E U S O D E L T E R R I T O R I O<br />

Proprietà letteraria e tutti i diritti riservati al Gruppo di Progettazione. La struttura e il contenuto della presente pubblicazione non possono<br />

essere riprodotti, neppure parzialmente, salvo espressa autorizzazione del Coordinatore del Gruppo di Progettazione. Non ne è altresì<br />

consentita la memorizzazione su qualsiasi supporto (magnetico, magnetico-ottico, ottico, fotocopie, ecc.).<br />

34


01. INQUADRAMENTO FISICO GENERALE<br />

Il territorio in esame appartiene al versante meridionale dell'apparato vulcanico vicano ed i terreni<br />

affioranti provengono dalla intensa attività eruttiva tardo pleistocenica (da circa 400.000 anni e<br />

oltre).<br />

I prodotti di tale attività si estendono per diverse centinaia di chilometri quadrati, con spessori anche<br />

notevoli, soprattutto in prossimità dei centri di emissione, appartengono ad un chimismo<br />

prevalentemente di tipo tefritico fonolitico e sono caratterizzati da abbondanti colate piroclastiche<br />

ed ignimbritiche a facies diverse, con intercalazioni di lave generalmente leucitiche.<br />

Fig. 1 - Schema geologico dei <strong>com</strong>plessi vulcanici<br />

1. Prodotti postcalderici;<br />

2. tufi e lave dell'attività precalderica;<br />

3. domi cimini;<br />

4. ignimbriti;<br />

5. sedimenti del Plio-Pleistocene;<br />

6. unità flyshoidi;<br />

7. alluvioni e detriti;<br />

8. travertini<br />

di Vico e dei Monti Cimini<br />

La morfologia del territorio è caratterizzata dalle pendici sud orientali dell’apparto vicano, che<br />

degradano abbastanza dolcemente verso la valle del Tevere.<br />

Il paesaggio è quello tipico dei vulcani del Lazio, laddove gli antichi centri abitati si affacciano sulle<br />

profonde incisioni fluviali, al fine di garantire la migliore difesa delle popolazioni.<br />

Il versante, infatti, è profondamente inciso dai corsi d’acqua orientati in direzione approssimata nord<br />

ovest – sud est, <strong>com</strong>e quello percorso dall’alveo del Rio Vicano.<br />

Siamo, quindi, in presenza di un reticolo idrografico esterno alla caldera, di tipo inizialmente radiale<br />

centrifugo, poi sub parallelo, caratterizzato da valli fluviali con pareti sub verticali.<br />

Fig. 2 - Immagine satellitare del <strong>com</strong>plesso vicano ed indicazione dell’area di Ronciglione<br />

Le grandi scarpate visibili lungo la valle presentano fenomeni geomorfologici evidenti anche se non<br />

diffusi, quali crolli con distacchi di materiale lapideo nonché erosione concentrata.<br />

Tali fenomeni sono tutt’altro che irrefrenabili, ma costituiscono una naturale evoluzione del versante<br />

che può essere, limitata o addirittura evitata con interventi di consolidamento preventivo.<br />

Per quanto concerne la cartografi del PAI, si segnala che la valle è parzialmente cartografata <strong>com</strong>e<br />

orlo presunto di scarpata in frana, sul lato ovest, <strong>com</strong>presa una piccola zona designata <strong>com</strong>e frana<br />

attiva di crollo o ribaltamento e classificata <strong>com</strong>e R4 (rischio molto elevato), mentre sul lato est è<br />

classificata <strong>com</strong>e frana di crollo attiva.<br />

L’area in esame, partendo dalla quote maggiori, vede la presenza dei prodotti ignimbritici emessi<br />

dalle fasi terminali dell’attività eruttiva vicana, <strong>com</strong>posti dalla formazione nota <strong>com</strong>e tufi cineritici<br />

finali.<br />

35


I tufi finali hanno chimismo prevalentemente trachitico fonolitico, sono caratterizzati da una facies<br />

localmente cineritica, a deposizione aerea, con abbondanti pomici, di colore giallastro e marrone,<br />

con strati di lapilli ed a blocchi, ondulazioni e pseudo stratificazioni.<br />

La stratificazione in superficie non è molto netta, a causa dello stato di alterazione cui è soggetto il<br />

tufo sub affiorante, il cui aspetto è quello di un tufo marrone chiaro, a consistenza variabile da sabbio<br />

limosa ad argillo-sabbiosa.<br />

La successione stratigrafica locale prosegue con la III^ colata piroclastica vicana od ignimbrite C, la<br />

quale costituisce il più esteso fenomeno eruttivo dell’intero apparato.<br />

La colata è costituita da un tufo di colore giallastro a matrice cineritica, con pomici chiare e scure,<br />

fenocristalli di sanidino e leucite, fiamme nere e xenoliti laviche; a tratti la litologia diventa<br />

prettamente pozzolanica e di colore violaceo.<br />

Al di sotto si rileva la presenza della seconda colata piroclastica od ignimbrite B (Locardi, 1965), con<br />

giacitura sub orizzontale, anch’essa dotata sia di facies pozzolanica che più <strong>com</strong>patta e priva di<br />

leucite.<br />

Lungo la valle affiora anche una colata lavica scura, parzialmente frattura, a chimismo tefritico<br />

fonolitico, visibile in prossimità del lavatoio.<br />

L’ultima colata ignimbritica, affiorante, è costituita dalla I^ colata piroclastica od ignimbrite A, la<br />

quale si presenta <strong>com</strong>e tufo grigio, cineritico, ricco di piccoli fenocristalli di leucite.<br />

Si segnala, inoltre, che tra le diverse colate possono presentarsi livelli di tufi stratificati e di paleosuoli,<br />

a testimonianza di periodi di stasi o di modifica dell’attività eruttiva.<br />

Lungo la porzione medio - bassa dell’incisione fluviale di Rio Vicano, affiorano su entrambe i versanti,<br />

delle diffuse coperture detritiche, formate prevalentemente da blocchi e frammenti più o meno<br />

alterati, di tufi e suolo provenienti dalle pareti sovrastanti.<br />

Sul fondovalle, in prossimità dell’incisione fluviale di Rio Vicano, sono presenti dei depositi di origine<br />

alluvionale recenti ed attuali (Fig.5), nonché residui di crolli antichi e recenti anche di grandi<br />

dimensioni.<br />

La falda acquifera principale ha una profondità media <strong>com</strong>presa tra i 60 - 70 metri dal fondovalle,<br />

cioè ad una quota di circa 350 metri sul livello del mare con portata discreta.<br />

La direzione del flusso idrico sotterraneo è diretta verso sud est, dove affiora lungo i fossi, che si<br />

gettano nella valle del Tevere, molto più a valle del tratto prossimo all’area in esame.<br />

Le acque superficiali drenano verso il Rio Vicano, attraverso piccoli carracci molto brevi e ripidi, con<br />

abbondante trasporto solido, più evidente in corrispondenza di affioramenti meno <strong>com</strong>patti.<br />

Le acque del centro abitato sono in parte raccolte dalla rete fognaria locale ed in parte sembrano<br />

defluire naturalmente verso valle.<br />

La permeabilità dei tufi superficiali è modesta, in virtù della matrice fine cineritica e dei fenomeni di<br />

alterazione (<strong>com</strong>e l’argillificazione), con possibilità di circolazioni idriche confinate.<br />

Il tufo sottostante è dotato di permeabilità medio - bassa, in funzione della facies presente ed in<br />

particolare dello stato di fratturazione.<br />

Il Rio Vicano scorre verso il fiume Treia, con portata abbastanza regolare durante l’anno, dovuta alla<br />

presenza delle opere di presa lungo il lago di Vico.<br />

Il Rio Vicano, infatti, viene alimentato direttamente dal Lago di Vico mediante una condotta<br />

sotterranea e relativa chiusa, di epoca farnesiana, la quale permette la regolazione del deflusso<br />

idrico e del livello del lago.<br />

E’ opportuno notare che solo in caso di piogge molto abbondanti e concentrate, si è rilevato un<br />

notevole apporto, Rio Vicano idrico proveniente dai versanti limitrofi, tale da provocare eventi<br />

alluvionali di notevole consistenza, e mettere in crisi anche la statica delle pareti del vallone.<br />

36


Fig. 3 – Stralcio Carta Geologica<br />

Fig. 4 – Stralcio Carta Idrogeologica<br />

37


In particolare si rileva un elevato trasporto solido, ed una grande capacità erosiva, in parte<br />

aggravata dalle tecniche di coltivazione del nocciolo, adottato in zona.<br />

Non sono presenti sorgenti lineari o puntuali in zona e non sono presenti prelievi idrici di pubblico<br />

interesse; è invece possibile la presenza di pozzi privati nelle vicinanze.<br />

La piovosità media annuale della zona è superiore ai 1000 mm e l’infiltrazione efficace media si<br />

attesta intorno al 25 %.<br />

L’area è sottoposta a vincolo inerente la presenza del fosso (legge 431/85) <strong>com</strong>e da cartografia<br />

allegata al P.R.G. <strong>com</strong>unale.<br />

Dal punto di vista sismico, il territorio <strong>com</strong>unale di Ronciglione è stato interessato da diversi terremoti,<br />

con epicentri localizzati nei Colli Albani e lungo la fascia appenninica.<br />

Al fine di evidenziare gli eventi sismici che hanno raggiunto il sito, sono stati estratti i terremoti dal<br />

Catalogo Terremoti INGV - CPTI04, dove sono evidenziate le intensità sismiche Is, di tutti i principali<br />

eventi sismici catalogati, che hanno raggiunto il sito e per i quali vengono indicati l'anno, l'area<br />

epicentrale, le intensità sismiche all'epicentro e le relative magnitudo Mw (vedi Scheda Terremoti<br />

allegata).<br />

Il territorio di Ronciglione risulta <strong>com</strong>preso nella zona sismogenetica ZS 42 (Fig.5) orientata in direzione<br />

nord ovest - sud est, parallelamente alla fascia Tirrenica.<br />

In base all’O.P.C.M. n° 3274 ed alla sua parziale modifica da parte della Regione Lazio (D.G.R. n. 387<br />

del 22/05/2009) è stato classificato in zona 3A (Fig.6).<br />

Le zone di scarpata potrebbero avere caratteristiche morfologiche tali da amplificare gli effetti di un<br />

eventuale sisma e pertanto possono essere considerate <strong>com</strong>e zone T2.<br />

Categoria<br />

topografica<br />

Caratteristiche della superficie topografica Ubicazione<br />

T1 Superficie pianeggiante, pendii e rilievi isolati<br />

con inclinazione media i�15°.<br />

dell’opera<br />

T2 Pendii con inclinazione media i>15°. Sommità del<br />

T3 Rilievi con larghezza in cresta molto minore<br />

che alla base e inclinazione media 15°�i�30°.<br />

T4 Rilievi con larghezza in cresta molto minore<br />

che alla base e inclinazione media i>30°.<br />

St<br />

- 1,00<br />

pendio<br />

1,20<br />

Cresta del rilievo 1,20<br />

Cresta del rilievo 1,40<br />

02. INDAGINI E RILIEVI PRELIMINARI AL PROGETTO<br />

Nelle situazioni più disagiate o a maggior rischio si potrà prevedere la messa in funzione di un sistema<br />

di monitoraggio e di allarme automatico. Tali sistemi di monitoraggio dovranno servire anche per il<br />

successivo controllo delle opere di messa in sicurezza eseguite lungo la rupe.<br />

Verrà effettuata un’analisi delle caratteristiche idrografiche e topografiche del reticolo idrografico<br />

naturale, non regimentato, mediante lo studio del ruscellamento delle acque superficiali, sia interne<br />

alla valle che periferiche. Sono previste anche misure di portata lungo il fosso, in grado di<br />

determinare il regime idraulico del Rio Vicano, con i relativi fenomeni di piena.<br />

E’ previsto il rilievo delle essenze arboree presenti lungo le scarpate e dello stato vegetazionale, al<br />

fine indicare gli elementi da rimuovere e le aree da sottoporre a taglio periodico manutentivo.<br />

Per alcune zone verrà eseguita un’analisi di tipo dendro-cronologico, finalizzata allo studio dei<br />

fenomeni che hanno influenzato lo stato di crescita delle essenze arboree, così da ipotizzare<br />

eventuali corrispondenze tra eventi metereologici e geomoroflogici e caratteristiche cronologici<br />

degli stessi.<br />

È prevista l’esecuzione di una serie di sondaggi geognostici con prelievo di campioni indisturbati e<br />

prove in foro, atti a definire l’esatta stratigrafia dei luoghi ed a determinare le caratteristiche fisi<strong>com</strong>eccaniche<br />

dei terreni; tali caratteristiche verranno definite mediante analisi di laboratorio sui<br />

38


campioni prelevati.<br />

All’interno di alcuni sondaggi verranno posti piezometri da utilizzare per lo studio ed il controllo della<br />

falda acquifera locale e di eventuali circolazioni superficiali. Ai sondaggi verranno affiancate prove<br />

penetrometriche, dinamiche o statiche, al fine di implementare lo studio geologico e di ottenere il<br />

maggior numero di dati utili.<br />

Le indagini in situ <strong>com</strong>prendono anche l’esecuzione di prove geofisiche “tipo MASW, tromografia,<br />

ecc.”, in grado di definire le caratteristiche sismiche dei terreni interessati, e di permettere un maggior<br />

dettaglio nella <strong>com</strong>prensione della situazione geologica locale.<br />

Sarà eseguito un rilievo geomeccanico della rupe, con l’ausilio di tecniche in parete e mediante la<br />

messa in opera di sistemi di controllo, degli spostamenti dei volumi di roccia, <strong>com</strong>prensivi di<br />

inclinometri posti all’interno di alcuni sondaggi.<br />

Fig. 5 – Zone sismogenetiche in Italia Fig. 6 – Classificazione sismica Regione Lazio D.G.R. 387/2009<br />

Fig. 7 – Stralcio Carta P.A.I.<br />

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