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Chantal e il suo cuckold

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SABATO SERA<br />

CHANTAL E IL CUCKOLD<br />

DI DENIS QUIDAM<br />

PRIMO CAPITOLO<br />

Giorgio li scruta nel buio della sala cinematografica, approfittando dei cambi<br />

di luce delle scene che si susseguono sullo schermo. Osserva i loro gesti, i loro<br />

movimenti, per cogliere l’attimo in cui la mano di Diego si poserà sul ginocchio<br />

di <strong>Chantal</strong>, la sua ragazza. Dentro di sé sente una voce che gli sussurra: «Dai,<br />

toccala. Forza, non aver timore. Voglio vederla la tua mano che risale lungo le<br />

sue cosce morbide. Non hai idea di quanto la sua pelle sia serica. Toccala, dai,<br />

toccala». Secondo Giorgio, <strong>il</strong> ginocchio è <strong>il</strong> punto più indifeso e ogni possib<strong>il</strong>e<br />

assalto alla fedeltà della sua <strong>Chantal</strong> comincerà da lì. Ma non sembra accadere<br />

nulla. La ragazza segue attentamente le immagini sullo schermo. Diego, l’amico<br />

che dovrebbe insidiare la fedeltà di <strong>Chantal</strong> e cornificare Giorgio, sembra una<br />

statua di gesso. Nulla che preannunci toccamenti e carezze. Eppure a Giorgio<br />

sembra che le premesse siano state chiare e che tutto debba congiurare per<br />

spingere <strong>Chantal</strong> tra le braccia di Diego e viceversa. Il cinema è parso<br />

l’ambiente più propizio. Vi proiettano un f<strong>il</strong>m raffinatamente erotico, softcore,<br />

di cui tutti consigliano la visione e che lui ha scelto apposta per accendere i<br />

sensi di lei. Ma non sta succedendo nulla. Lui, <strong>Chantal</strong> seduta tra loro, e Diego<br />

sull’altro lato, sembrano paralizzati. E sì che ciascuno ha un ruolo da svolgere:<br />

la femmina disponib<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> toro da monta e <strong>il</strong> potenziale cornuto. La loro paralisi<br />

non è sicuramente merito della trama del f<strong>il</strong>m. Quel poco di erotismo che scorre<br />

sullo schermo è annegato in una melassa psicanalitica. Il loro è solo imbarazzo.<br />

Nessuno sa cosa fare. Giorgio vorrebbe favorire l’evolversi degli eventi<br />

sollevando leggermente la gonna di <strong>Chantal</strong> e accarezzandole vistosamente le<br />

cosce, in modo che Diego se ne accorga e comprenda cosa fare. Però non vuole.<br />

Per sé desidera un ruolo completamente passivo, quasi una vittima degli eventi,<br />

<strong>il</strong> primo passo verso la propria cornificazione. <strong>Chantal</strong> può essere disponib<strong>il</strong>e<br />

ad ogni toccamento, ma non può certo cominciare. Chi la vuole possedere, deve<br />

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in qualche modo conquistarla. Che figura farebbe se si offrisse e fosse respinta?<br />

Nonostante abbia solo ventidue anni è smaliziata e sa che una dama si concede,<br />

non si propone. Questa regola una donna la conosce, indipendentemente<br />

dall’età: una donna sta ferma immob<strong>il</strong>e e attende che i maschi giungano a lei,<br />

anche quando, di fronte alla loro titubanza, muore dalla voglia di andarli a<br />

prendere a schiaffi e a dire loro “baciami, stupido”. Quindi <strong>Chantal</strong> attende.<br />

Diego ha i polpastrelli in fibr<strong>il</strong>lazione, ma può osare? La sua non è timidezza. Sa<br />

bene cosa fare. Se fosse una coppia di sconosciuti tutto sarebbe più semplice.<br />

Ma questi due li conosce. Giorgio è <strong>il</strong> <strong>suo</strong> capufficio, e <strong>Chantal</strong>, la ragazza del<br />

capo, l’ha incontrata più volte, rimanendo affascinato dalla sua bellezza. Un’ora<br />

prima, minuto più minuto meno, durante la cena nel ristorantino tipico vi erano<br />

state allusioni sessuali spinte, ma – Diego riflette – come interpretarle<br />

correttamente? Erano segnali inviatigli, o si era trattato solo di un gioco di<br />

allusioni verbali, favorite dal vino? E se fosse solo uno scherzo nei <strong>suo</strong>i<br />

confronti? Non rischia di equivocare? È così fac<strong>il</strong>e sbagliare. I segni sono<br />

ambigui per natura. E poiché lei, per quanto desiderab<strong>il</strong>e, è la fidanzata del <strong>suo</strong><br />

diretto superiore, come deve comportarsi? Cosa accadrebbe in caso di<br />

interpretazione errata dei segnali? Nel dubbio, è meglio attendere. Il f<strong>il</strong>m è<br />

cominciato da poco. C’è tempo per rimediare.<br />

Finalmente, <strong>il</strong> colpo di scena: nel f<strong>il</strong>m si chiava. Non si vede purtroppo <strong>il</strong><br />

cazzo del protagonista, né la fica aperta dell’attrice, ma la simulazione del coito<br />

è realistica, anzi, osservando i movimenti di bacino del maschio, si è portati a<br />

credere che non sia una simulazione. L’unica discriminante dipende<br />

dall’erezione dell’attore. Se <strong>il</strong> <strong>suo</strong> cazzo è duro, allora la sta chiavando,<br />

altrimenti simula, dando però colpi veri contro l’inguine proteso di lei. Giorgio<br />

è così attratto da quella scena che lo costringe nel ruolo di guardone virtuale –<br />

laddove vorrebbe esserlo nella realtà – che per poco si perde l’approccio. La<br />

mano di Diego sta finalmente accarezzando <strong>il</strong> ginocchio di <strong>Chantal</strong>. È <strong>il</strong> tocco<br />

timido di chi teme un rifiuto o una reazione imbarazzante. Il palmo della mano<br />

rotea lentamente sul ginocchio, quasi un tocco casuale. Dopo qualche minuto, i<br />

polpastrelli aumentano la presa. Lo sguardo di Giorgio è costretto allo<br />

strabismo: vuole osservare i movimenti sempre più sicuri della mano masch<strong>il</strong>e<br />

e, contemporaneamente, le espressioni del viso di <strong>Chantal</strong>. Vedere quella mano<br />

all’opera lo eccita da morire. Finalmente, <strong>il</strong> desiderio prende corpo. L’emozione<br />

è fortissima, inesprimib<strong>il</strong>e. La mano di un maschio sta accarezzando le cosce<br />

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della sua ragazza. Risale sempre più sicura verso l’inguine. La gonna risale<br />

sospinta dalle dita. Le cosce di <strong>Chantal</strong> sono ormai completamente scoperte. Le<br />

belle cosce di <strong>Chantal</strong>. È un punto di non ritorno. Un <strong>suo</strong> collaboratore sta<br />

approfittando delle grazie della sua donna. Non riesce più a contenersi. Se non<br />

gli sembrasse sconveniente, si tirerebbe fuori <strong>il</strong> cazzo e comincerebbe a spararsi<br />

una sega. Ma non è un cinema a luci rosse, dove questo sarebbe lecito. La sala in<br />

cui siedono, e in cui le sue corna cominciano a materializzarsi, è un’elegante<br />

sala cinematografica del centro. Fortunatamente è semivuota e loro siedono<br />

nelle ultime f<strong>il</strong>e. Osserva <strong>il</strong> viso di <strong>Chantal</strong>: le pare impassib<strong>il</strong>e, concentrata sul<br />

f<strong>il</strong>m, come se nulla fosse, come se nessuna mano sconosciuta armeggiasse nelle<br />

vicinanze del <strong>suo</strong> slip, per scostarlo e frugarle la fica. Giorgio non è più in grado<br />

di intendere e volere. L’eccitazione è talmente forte che volentieri proporrebbe<br />

di abbandonare la sala per correre a casa, ma in omaggio al <strong>suo</strong> ruolo<br />

assolutamente passivo, deve lasciare che le cose seguano <strong>il</strong> loro corso. La mano<br />

di Diego è ormai parzialmente nascosta dalla gonna, perciò non può vedere fin<br />

dove si stia spingendo, e solo un gemito di <strong>Chantal</strong> gli fa intuire che le dita del<br />

maschio stanno penetrandola. <strong>Chantal</strong> chiude gli occhi, si lascia scivolare un po’<br />

sul sed<strong>il</strong>e, divarica le gambe per favorire la penetrazione e rovescia la testa<br />

all’indietro. È bellissima. In quella posizione, <strong>il</strong> <strong>suo</strong> seno prorompente, da vera<br />

maggiorata, svetta ancor di più. Anche Diego lo nota, e non resiste al desiderio<br />

di toccarlo. Con la mano libera comincia ad accarezzarlo al di sopra della<br />

camicetta. <strong>Chantal</strong> ha gli occhi chiusi. Qualunque cosa accada sullo schermo<br />

non le interessa più. In quel momento vuole solo che <strong>il</strong> contatto di quella mano<br />

nodosa e maschia continui all’infinito. Prova sensazioni indicib<strong>il</strong>i, quasi un<br />

viaggio nel tempo oltre che nel piacere. È in un cinema, come durante<br />

l’adolescenza, e si lascia toccare da un ragazzo – proprio come allora. La ricorda<br />

bene la prima volta che una mano masch<strong>il</strong>e le ha frugato la fica.<br />

Era una domenica pomeriggio, ed era in compagnia di due ragazzi e della<br />

sua migliore amica. I ragazzi, più grandi di loro di cinque o sei anni, le avevano<br />

convinte ad andare al cinema, con la promessa che non avrebbero fatto alcuna<br />

avance, ma poi, <strong>il</strong> buio in sala, <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m che raccontava una torbida adolescenza, <strong>il</strong><br />

respiro regolare del maschio al fianco, la voglia di fare cose da adulti, avevano<br />

fatto <strong>il</strong> resto. In realtà, <strong>Chantal</strong> non voleva cedere, ma quando vide la sua amica<br />

limonare con l’altro ragazzo, provò disappunto per molteplici motivi:<br />

innanzitutto, l’amica l’aveva tanto pregata di non lasciarsi andare, di non farsi<br />

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limonare, e poi al primo tentativo aveva ceduto. E con gusto, pure. In più si<br />

stava portando avanti. Stava diventando più adulta, più esperta di lei. Avrebbe<br />

avuto più cose di cui vantarsi con le amiche, e quando si comportava come se la<br />

sapesse lunga diventava insopportab<strong>il</strong>e. Bisognava rimediare. Così, quando <strong>il</strong><br />

“<strong>suo</strong>” accompagnatore provò a metterle un braccio sulle spalle non glielo tolse.<br />

Incoraggiato, <strong>il</strong> ragazzo osò di più ancora, finché trovò <strong>il</strong> coraggio di baciarla.<br />

Superate le resistenze di lei, constatata la disponib<strong>il</strong>ità al petting, i due ragazzi<br />

avevano agito con la sicurezza di chi ha più esperienza. Nell’assedio alla<br />

fortezza del loro pudore erano riusciti, approfittando del buio in sala, a<br />

limonarle, ad accarezzare loro i seni, ma soprattutto in maniera del tutto<br />

imprevista, e andando ben al di là delle intenzioni delle ragazze e delle loro<br />

stesse aspettative, erano riusciti a intrufolare le dita nelle loro fichette impuberi.<br />

Le ragazze, dopo qualche resistenza di facciata, lusingate dall’attenzione di due<br />

“grandi”, si erano lasciate fare. <strong>Chantal</strong>, ormai lanciata, stava surclassando la<br />

sua amica, non solo nella disponib<strong>il</strong>ità, ma anche nell’intraprendenza. Si spinse<br />

sino a toccare l’uccello del <strong>suo</strong> accompagnatore. A constatarne la ferrea durezza<br />

attraverso <strong>il</strong> tessuto dei jeans. Non ebbe <strong>il</strong> coraggio di spingersi oltre, ma le<br />

pareva di essere già donna.<br />

Le dita di Diego, infierendo con decisione dentro di lei, la riportano alla<br />

realtà. Rispetto a quella prima volta, c’è una grande differenza. Il maschio che le<br />

fruga la fica è un collaboratore del <strong>suo</strong> uomo, e di fianco a lei, alla sua sinistra, <strong>il</strong><br />

<strong>suo</strong> uomo la sta osservando. Le guarda le cosce ormai allargate oscenamente, e<br />

vede una mano intrufolarsi dentro di lei, spingerle dentro le dita. Quel porco<br />

del <strong>suo</strong> uomo la sta offrendo ad un altro. C’è riuscito, infine. Sono mesi che la<br />

lavora ai fianchi, che le inst<strong>il</strong>la <strong>il</strong> desiderio di provare ad essere posseduta da un<br />

altro davanti a lui, sotto <strong>il</strong> <strong>suo</strong> sguardo eccitato. Infine è finita in un cinema, con<br />

le cosce nude e larghe e un uomo che le caccia dentro vigorosamente le dita.<br />

Diego, ormai travolto dal desiderio, dimentica l’esistenza di possib<strong>il</strong>i limiti. Fin<br />

dove può osare? Non lo sa più e neppure vuole saperlo. Se si dovesse spingere<br />

oltre, ci penserà Giorgio a fermarlo, ma sa che non ci saranno conseguenze<br />

professionali negative. Dopo avergli offerto la donna, quale potere può più<br />

esercitare Giorgio? Non si sta consegnando a lui, legato mani e piedi? Quel<br />

cornuto e forse anche finocchio del <strong>suo</strong> capufficio ora è ricattab<strong>il</strong>e. Non potrà<br />

più vessarlo con quel <strong>suo</strong> tono tra <strong>il</strong> paternalistico e l’ironico. Ora che gli sta<br />

scosciando la donna in un cinema, sa che lo ha in pugno e Giorgio si è scavato la<br />

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fossa da solo. Senza pensarci oltre, Diego comincia a limonare <strong>Chantal</strong>, a<br />

cacciarle dentro tutta la sua ruvida ed eccitata lingua. E <strong>Chantal</strong> scosta le labbra<br />

per lasciarlo entrare, sotto lo sguardo stupefatto e smarrito di Giorgio. Il<br />

ragazzo ha spirito di iniziativa. Gli limona la donna con sicurezza, quasi fosse la<br />

sua donna e non quella che gli sta “prestando” <strong>il</strong> capufficio. Giorgio ha un<br />

attimo di paura. Diego conosce le regole del gioco? Sa quando dovrà fermarsi?<br />

Conosce i delicati equ<strong>il</strong>ibri che regolano <strong>il</strong> rapporto tra bull e <strong>cuckold</strong> nel<br />

possesso della donna? È consapevole che <strong>il</strong> bull ha un potere assoluto sul corpo<br />

della donna, ma delegatogli dal <strong>cuckold</strong>, e che se <strong>il</strong> <strong>cuckold</strong> interrompe <strong>il</strong> gioco,<br />

<strong>il</strong> bull deve ritirarsi in buon ordine? Teme anche per la vicinanza professionale<br />

di Diego. È un gran bel maschio, intelligente e prestante; questo ha spinto lui e<br />

<strong>Chantal</strong> a sceglierlo per inaugurare i loro giochi trasgressivi, ma è un <strong>suo</strong><br />

ambizioso subalterno. Questo è fonte di pericolo e di eccitazione al tempo<br />

stesso. A Giorgio piace giocare con <strong>il</strong> fuoco, e pur ripetendosi continuamente<br />

che ne è consapevole, si rende conto – mentre quel ragazzo inf<strong>il</strong>a tutta la lingua<br />

in bocca alla sua donna – di aver paura. Alla fine, però, constatando che <strong>il</strong><br />

maschio ci sa fare, l’eccitazione prevale. Il <strong>suo</strong> cazzo, nelle mutande, scalpita,<br />

chiede di uscire dai pantaloni, di prendere aria e di essere accarezzato, ma sa<br />

bene che se in un cinema una coppia limona non rischia l’accusa di atti osceni,<br />

che invece scatta automaticamente appena si snuda un cazzo. A volte gli<br />

sembra che questa sia un’ingiustizia, una vera e propria “discriminazione del<br />

cazzo”. Dello spettacolo sullo schermo non gli interessa più alcunché: <strong>il</strong> vero<br />

spettacolo accade di fianco a lui. La sua donna è di fianco, con le cosce aperte, la<br />

fica fottuta vigorosamente da quattro dita (tante sono diventate, grazie<br />

all’intraprendenza di Diego), mezzo metro di lingua in bocca e <strong>il</strong> capezzolo<br />

sinistro portato fuori dal reggiseno e dalla camicetta, e martoriato da due dita.<br />

Quel maschio è tentacolare, non c’è più via di scampo per <strong>Chantal</strong>, che invero<br />

non sembra neppure cercarne, di vie di scampo. Diego stantuffa la fica, <strong>Chantal</strong><br />

geme e gode, Giorgio non ha parole.<br />

Lo sguardo fisso su quanto accade non gli ha permesso di rendersi conto che<br />

un altro uomo, nella f<strong>il</strong>a precedente, si è voltato e – completamente dimentico<br />

del f<strong>il</strong>m – si sta godendo lo spettacolo della sua donna posseduta. Se ne è<br />

accorto solo quando <strong>il</strong> voyeur, per vedere meglio, si è avvicinato furtivamente.<br />

Nel primo momento d’ira vorrebbe cacciarlo, ma poi sente dentro di sé un altro<br />

piacere, diverso ma altrettanto intenso. Un altro uomo sta osservando le sue<br />

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corna nascenti. Perché sicuramente quel guardone deve essersi reso conto di chi<br />

sia lo stallone da monta e chi <strong>il</strong> cornuto. Senza farsi notare, Giorgio gli fa cenno<br />

d’avvicinarsi. Ha voglia di complicità con lo sconosciuto. Diego e <strong>Chantal</strong>,<br />

completamente travolti dal loro desiderio, non si accorgono di nulla:<br />

«Le piace la mia ragazza?»<br />

«È bellissima.»<br />

«Lui è un mio collaboratore.»<br />

«Bel maschio, direi. E pericoloso.»<br />

«A giudicare dal rigonfiamento che ha nei pantaloni, direi di sì.»<br />

«Si fidi di me, che sono un guardone esperto. Quello è un superdotato. Se le<br />

monta la donna, gliela sventra.»<br />

«È quello che desidero. Questa è la prima volta. Sono solo gli inizi.»<br />

«Direi che promettono bene. La sua fidanzata oltre che delle belle cosce ha<br />

anche delle belle tette».<br />

«Lo può ben dire, ha la quinta di reggiseno. Quando la vedo nuda impazzisco».<br />

«Peccato non potergliele accarezzare».<br />

«Se fosse per me, gliele farei toccare, ma non vorrei interrompere lo spettacolo<br />

in corso.»<br />

«Ha ragione, sarebbe un peccato. Uhu uhu, stia attento, c’è un altro passo avanti<br />

verso la crescita delle sue corna».<br />

Giorgio si volta e vede ciò che gli segnala <strong>il</strong> guardone: <strong>Chantal</strong> sta accarezzando<br />

la patta di Diego. Il movimento della sua mano è delicato e deciso al tempo<br />

stesso. Miracoli che solo <strong>il</strong> sesso sa fare. I due amanti – perché questo sembrano<br />

– sono talmente avvinghiati che forse non ricordano di essere in un cinema.<br />

Sotto lo sguardo voglioso e penetrante del cornuto e del guardone, <strong>Chantal</strong><br />

comincia a far scivolare verso <strong>il</strong> basso la cerniera dei pantaloni di Diego. Poi<br />

inf<strong>il</strong>a la mano e riprende a massaggiare l’uccello. Nonostante siano abituati<br />

all’oscurità della sala, i due osservatori gradirebbero volentieri una luminosità<br />

maggiore per vedere meglio, per vedere tutto. Poi, la ragazza estrae <strong>il</strong> cazzo di<br />

Diego. Un grosso e nodoso cazzo. Il voyeur ha avuto ragione, Diego è un<br />

superdotato. Giorgio è affascinato da quella visione. Non ha mai visto nulla del<br />

genere. E neppure <strong>Chantal</strong>, che sente <strong>il</strong> bisogno di esclamare:<br />

«Hai un cazzo enorme. Come può stare nelle mutande?»<br />

Diego gongola dentro di sé, ma non risponde. Per esperienza sa che quella è la<br />

sua arma segreta. Non c’è donna che, avendo visto <strong>il</strong> <strong>suo</strong> cazzo in erezione, non<br />

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si sia stupita. Ha un bel cazzo. Grosso e lungo, quasi minaccioso. <strong>Chantal</strong> glielo<br />

scappella e senza più parlare si abbassa fino a prenderglielo in bocca. Cosa sta<br />

succedendo? La ragazza sembra perdere attimo dopo attimo qualsiasi freno<br />

inibitore. Giorgio è sconvolto dalla piega che stanno prendendo gli eventi.<br />

<strong>Chantal</strong>, la sua <strong>Chantal</strong>, sta succhiando <strong>il</strong> grosso cazzo di un <strong>suo</strong> subalterno in<br />

un cinema. Per un attimo gli pare un’ingiustizia che un <strong>suo</strong> collaboratore abbia<br />

un cazzo più grosso del <strong>suo</strong>. Molto più grosso del <strong>suo</strong>. Chi gli ha dato<br />

l’autorizzazione di essere uno stallone così ben dotato?<br />

«Ha visto che è un superdotato? Glielo avevo detto» intervenne <strong>il</strong> voyeur.<br />

«Ha un cazzo meraviglioso, stupefacente».<br />

«Pensi a quando lo pianterà dentro la sua donna. Come minimo, gliela<br />

sventrerà. E immagini che voglia incularsela».<br />

«Non è possib<strong>il</strong>e, è troppo grosso. La sfonderebbe.»<br />

«E cosa crede che voglia farle? Restituirgliela vergine? Lei gli ha offerto la sua<br />

donna e lui vorrà approfittarne fino in fondo. Se la vorrà godere tutta, alla<br />

faccia delle sue lunghe corna.»<br />

«Lei si opporrà.»<br />

«Non lo farà. Per m<strong>il</strong>le motivi: per la curiosità di provarlo, per <strong>il</strong> naturale<br />

piacere di soddisfare ogni desiderio del bull, cui si concede anche ciò che si<br />

nega al proprio partner, per cornificare <strong>il</strong> <strong>suo</strong> cornuto fino in fondo, e cosa c’è di<br />

più forte emotivamente, di una poderosa inculata davanti al partner um<strong>il</strong>iato? E<br />

poi non dimentichi che se lui vorrà romperglielo, sarà così deciso che nessuno<br />

potrà opporsi. Non la sua ragazza, che sarà lì alla pecorina bloccata per i fianchi<br />

pronta ad un amplesso così animalesco, e non lei che sarà nudo in poltrona a<br />

spararsi una sega confrontando la notevole diversità di dimensioni tra lei e<br />

l’inculatore della sua donna.»<br />

Il loro confabulare viene interrotto. Improvviso come un lampo, giunge<br />

l’orgasmo di <strong>Chantal</strong>. Lei trema tutta, <strong>il</strong> <strong>suo</strong> bacino si scuote convulsamente,<br />

mentre la mano di Diego accelera la velocità e accresce la penetrazione,<br />

spingendo le dita ancor più in fondo, se possib<strong>il</strong>e. Lei morde la spalla di Diego<br />

per non gridare. Lui le sussurra qualcosa all’orecchio. Cosa? Giorgio<br />

pagherebbe per saperlo. Il voyeur, che ha gli occhi lucidi di eccitazione, quasi<br />

quanto Giorgio, ad un certo punto sbotta:<br />

«Beato lei che è cornuto. Io vorrei che mia moglie mi facesse le corna, ma si<br />

ostina a voler essere fedele. Appena accenno qualcosa, mi dà del debosciato e se<br />

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ne va. Se gliene parlo mentre siamo a letto e stiamo facendo l’amore, si ferma<br />

mi fa sf<strong>il</strong>are e va a chiudersi in bagno, tutta imbronciata. Non so come fare. Lei<br />

invece, a giudicare da questa prima volta, avrà un bel da fare per tenere a bada<br />

la sua ragazza. La sposi e le cresceranno due corna meravigliose, vedrà.»<br />

«Mi spiace per lei.»<br />

«Ah, non si preoccupi per me, ci sono abituato. Solo ogni tanto – di fronte a<br />

spettacoli come quello che ho appena visto – mi immalinconisco.»<br />

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SABATO NOTTE<br />

SECONDO CAPITOLO<br />

All’uscita dal cinema, camminano abbracciati per i due isolati che li separano<br />

da casa. <strong>Chantal</strong> in mezzo, con i <strong>suo</strong>i due cavalieri sottobraccio. Giorgio è<br />

colpito dalla risata cristallina di <strong>Chantal</strong>, inizialmente imbarazzata, poi via via<br />

più r<strong>il</strong>assata. Giunti a casa, Giorgio non riesce ad aprire la porta. Sembra che la<br />

serratura congiuri contro di lui e <strong>il</strong> <strong>suo</strong> desiderio.<br />

La voce di Diego lo sferza:<br />

«Apri, dai, che sono impaziente di chiavarmi la tua donna.»<br />

<strong>Chantal</strong> arrossisce e sferra un pugno sul braccio del maschio.<br />

«Scusami.» le sussurra Diego.<br />

Finalmente la porta si apre e Giorgio s’intrufola in casa precedendo i due<br />

giovani. Giunto in soggiorno si toglie le scarpe e sente la morbidezza della<br />

moquette sotto i piedi. Una sensazione piacevole... poi si accorge di essere solo.<br />

Dove sono scomparsi? Torna verso <strong>il</strong> corridoio. La sua ragazza è appoggiata<br />

alla parete. Il maschio la sta baciando con passione. La lingua dell'uomo ne<br />

esplora la bocca. Le mani masch<strong>il</strong>i le hanno sollevato la gonna fin sui fianchi. Le<br />

cosce di <strong>Chantal</strong> sono già nude e desiderab<strong>il</strong>i, leggermente abbronzate. Vedere<br />

le mani di quell'uomo che le toccano gli dà la scossa. Una fitta allo stomaco,<br />

un'emozione indescrivib<strong>il</strong>e, un'eccitazione frenetica, che così intensa non prova<br />

più dai tempi dell'adolescenza, dai tempi delle prime equivoche esperienze, dei<br />

fumetti erotici e delle riviste pornografiche di allora, quelle che mostravano le<br />

donne con i capezzoli e <strong>il</strong> pube coperti. Più intensa anche di quella provata poco<br />

fa al cinema, perché sa che qui non ci saranno limiti. Diego, <strong>il</strong> <strong>suo</strong> collaboratore,<br />

con dieci anni meno di lui e almeno dieci centimetri di cazzo in più, si chiaverà<br />

la sua <strong>Chantal</strong>.<br />

Tra Giorgio e <strong>Chantal</strong> ci sono vent’anni di differenza. Certi giorni Giorgio se<br />

ne dimentica, in altri se lo ricorda fin troppo bene. E per quanto lui sia un<br />

affascinante uomo di mezza età, teme che quei vent’anni possano diventare un<br />

solco insormontab<strong>il</strong>e, un confine invalicab<strong>il</strong>e che potrebbe separarli. Ama<br />

<strong>Chantal</strong> alla follia, sin dal giorno in cui l’ha conosciuta, tra le ragazze che si<br />

erano presentate per un casting pubblicitario. Era la più bella e la più in gamba.<br />

Intelligente, allegra, solare, con un corpo quasi perfetto. Quasi, perché l’unico<br />

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difetto, se tale può essere considerato, è quella quinta di seno che fa di lei una<br />

maggiorata. <strong>Chantal</strong> sa bene ciò che vale e ciò che vuole, sa anche come<br />

destreggiarsi per non bruciarsi tra le spire del mondo dello spettacolo. Dopo i<br />

primi provini presso le varie agenzie di modelle, era stata contattata da pseudo<br />

agenti cinematografici che reclutavano star per <strong>il</strong> mondo del porno, ma lei si era<br />

rifiutata, convinta di essere destinata ad una carriera di soubrette televisiva.<br />

Non solo una velina, perché lei sa cantare, ballare, recitare, imitare e fare m<strong>il</strong>le<br />

altre cose. Se solo una parte dei <strong>suo</strong>i talenti sarà conosciuta, la carriera sarà<br />

luminosa. Giorgio tutto questo quel giorno l’aveva intuito e – da buon direttore<br />

artistico di un’agenzia di modelle – aveva puntato su di lei. L’aveva rispettata e<br />

protetta, tenendola lontana dal giro delle ragazze immagine dei club privé e dei<br />

night. Anche <strong>Chantal</strong> si è innamorata di lui. Cosa veda in quell’uomo che ha<br />

quasi <strong>il</strong> doppio della sua età non lo sa, ma gli è piaciuto subito. In un mondo in<br />

cui le era già capitato di incontrare uomini dai modi volgari, se non rozzi,<br />

Giorgio le era parso distinto, un raffinato gent<strong>il</strong>uomo che sapeva ascoltarla,<br />

comprenderla e indirizzarla. Così, con la massima naturalezza si sono messi<br />

insieme e lei si è trasferita da lui, per vivere un sogno d’amore che sconfigge <strong>il</strong><br />

tempo, i vent’anni che li separano. In Giorgio affiora talvolta la paura di<br />

inadeguatezza e forse questa è la molla che lo spinge a proporle fantasie<br />

sessuali in cui lei viene chiavata da altri maschi possenti e lui la contempla<br />

muto. Nutre in sé l’idea che altri siano più adeguati per soddisfare l’esuberante<br />

sessualità giovan<strong>il</strong>e di <strong>Chantal</strong>, pensa che lei ne abbia diritto prima ancora che<br />

bisogno. In quel momento tutto ciò che hanno immaginato sta diventando<br />

realtà. Giorgio osserva in s<strong>il</strong>enzio. <strong>Chantal</strong>, a pochi passi da lui, è tra le braccia<br />

di un altro, un bel maschio per di più. Le cosce scoperte, nude, disponib<strong>il</strong>i al<br />

tocco delle mani di un altro. Sta accadendo, davvero. Il discorso interrotto al<br />

cinema è ripreso con la massima naturalezza. Lui è testimone diretto di come<br />

una fantasia si possa materializzare. Il Maschio – questo è Diego nella sua testa<br />

– sta progressivamente impossessandosi del corpo della sua donna. Il primo<br />

uomo dopo di lui, <strong>il</strong> primo di chissà quanti altri. I piedi di <strong>Chantal</strong>, bellissimi e<br />

civettuoli, si liberano dei sandaletti estivi, per rimanere nudi. Si appoggia sulle<br />

punte, come quando gira per casa a piedi nudi.<br />

Con gli occhi, Giorgio percorre le due figure. La sua ragazza ha insinuato<br />

una mano tra i loro corpi. Dove va quella mano? Già lì? Segno che le dimensioni<br />

di Diego l’hanno veramente impressionata. Dove è finita tutta la timidezza<br />

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ostentata fino a quel giorno? “Non so se sarò in grado, sai per me è una fantasia<br />

divertente, ma nella realtà chissà cosa farò. Magari fuggirò a gambe levate”.<br />

Questo era ciò che <strong>Chantal</strong> gli aveva ripetuto più volte, ed ora è lì a toccare la<br />

patta di un uomo. Perché lo fa? Curiosità, desiderio, voglia di assecondare lui o<br />

l'occasionale amante? La sua ragazza, la dolce <strong>Chantal</strong>, ha messo una mano, con<br />

le sue delicate dita, sul pacco di un altro uomo. Quel cazzo – che Giorgio<br />

immagina già duro – sprigiona una forza maschia, soprattutto se accostata alla<br />

delicatezza delle dita della ragazza. Lo sconcerta l’atteggiamento attivo di<br />

<strong>Chantal</strong>. Una cosa è lasciarsi toccare, concedersi, che è un atteggiamento<br />

passivo. Un’altra è toccare l'uccello di un uomo, deliberatamente, senza che lui<br />

le prenda la mano per appoggiarla sulla patta: questo è un atteggiamento attivo.<br />

Non è più subire, ma esprimere una volontà inequivocab<strong>il</strong>e. La sua donna<br />

vuole quell'uomo, vuole prenderlo ed essere posseduta da lui. Questo ormai è<br />

chiaro. È felice perché un sogno proibito si sta finalmente materializzando sotto<br />

i <strong>suo</strong>i occhi. È al tempo stesso infelice perché <strong>Chantal</strong> lo sta tradendo<br />

volontariamente con un altro uomo. Non è una bambola di carne. Vuole farsi<br />

scopare da quell'uomo e forse le piacerà più che con lui. Forse le piacerà troppo.<br />

Forse potrebbe innamorarsi di quel maschio dotato, forse... forse... quanti forse<br />

ha nella testa, Giorgio.<br />

Diego le bacia <strong>il</strong> collo, glielo mordicchia teneramente, mentre le sue mani<br />

frugano tra le cosce. Le dita hanno già superato la barriera degli slip. Stanno<br />

penetrando all'interno della vagina. Il Maschio le sussurra all'orecchio:<br />

«Ti piace?»<br />

«Sì! – sussurra con un soffio di voce la ragazza – Sei duro come <strong>il</strong> marmo.»<br />

<strong>Chantal</strong> massaggia con crescente vigore quel tronco di carne cruda e dura<br />

«Sei grossissimo!» aggiunge con voce strozzata dall’eccitazione.<br />

«E tu sei bagnata fradicia. Si vede che ti piace, piccola troia.»<br />

Troia?! Quel porco ha dato della troia alla sua ragazza. Si è già spinto sino a<br />

quel grado di confidenza e lei non reagisce! Porco, si sta già chiavando la sua<br />

donna con <strong>il</strong> linguaggio. Dalla mancata reazione di <strong>Chantal</strong>, Diego comprende<br />

che lei è già sua, che si è consegnata – arrendevole – a lui.<br />

«Cosa mi fai?!» È lei che parla.<br />

«Ti esploro, ti preparo tutta. Davvero pensi che <strong>il</strong> mio cazzo sia grosso?»<br />

«Sì, lo sento enorme.»<br />

«Pensa che tra un po' lo avrai tutto nella pancia.»<br />

11


«Sei troppo grosso, mi farai male.»<br />

«No, vedrai. Ti piacerà da morire.»<br />

<strong>Chantal</strong> sospira, e si lascia andare come se le gambe non fossero più in grado di<br />

sorreggerla. Diego la sostiene, sospingendola ancor più verso <strong>il</strong> muro. Giorgio<br />

osserva tutto, con <strong>il</strong> cazzo che gli scoppia nelle mutande. Diego volta <strong>Chantal</strong> e<br />

la fa appoggiare nuovamente al muro, poi spinge <strong>il</strong> bacino contro di lei. Nel<br />

frattempo, con le mani artiglia i lembi della gonna e li solleva, scoprendole le<br />

natiche. Con i polpastrelli saggia la consistenza delle chiappe. Gliele strizza<br />

come per accertarsi che siano vere, che non si tratti solo di un'<strong>il</strong>lusione. <strong>Chantal</strong><br />

geme schiacciata contro la parete. A quel punto Giorgio, non resiste oltre, si<br />

slaccia i pantaloni e mette a nudo <strong>il</strong> membro duro e paonazzo. Non vuole<br />

interferire, ma non può neppure conservare la tranqu<strong>il</strong>lità di uno spettatore<br />

durante un documentario naturalistico. I pantaloni gli scivolano lungo le gambe<br />

divaricate, fermandosi a metà polpaccio. Le mutande appena abbassate, in<br />

modo da lasciare libero <strong>il</strong> cazzo e i testicoli. La sua mano destra comincia a<br />

correre lungo l'asta di carne tosta. Si masturba, con un pizzico di vergogna,<br />

perché non ha saputo resistere e perché teme <strong>il</strong> confronto tra le sue poco<br />

rispettab<strong>il</strong>i misure e quelle dello stallone che gli fruga la donna. Così, mentre lo<br />

scopatore della sua ragazza è ancora vestito, lui è già nella posizione di<br />

sottomissione cerebrale nei confronti di un maschio. Sottomissione sessuale ad<br />

un altro uomo. Ecco quello che gli sta capitando. E <strong>Chantal</strong> ne è <strong>il</strong> tramite. Non<br />

è questo <strong>il</strong> solo motivo per cui ha desiderato metterla tra le braccia di un uomo,<br />

ma la sottomissione ne fa sicuramente parte. <strong>Chantal</strong> geme, perché ora Diego è<br />

aggrappato a lei, la sua mano destra aggira la coscia e dal davanti le tocca la<br />

clitoride. All'improvviso <strong>Chantal</strong> sente la carne dura del membro che si insinua<br />

tra le natiche. È carne nuda. Il maschio ha estratto l'uccello e lo appoggia contro<br />

le sue chiappe. Un uomo, un altro uomo, che non è <strong>il</strong> <strong>suo</strong> Giorgio, sfrega la<br />

cappella contro la sua pelle. È la prima volta, <strong>il</strong> primo uomo dopo Giorgio e<br />

davanti a Giorgio. Se le avessero detto che un giorno sarebbe finita tra le braccia<br />

di un semisconosciuto non ci avrebbe creduto, ma se le avessero detto che<br />

Giorgio sarebbe stato artefice e testimone di tutto questo, ci avrebbe creduto<br />

ancor meno. Eppure è quello che sta succedendo. Attraverso gli occhi<br />

semichiusi per <strong>il</strong> desiderio, <strong>Chantal</strong> cerca la presenza di Giorgio e lo vede. Ha i<br />

pantaloni abbassati, le mutande a mezza coscia e si spara una sega: per la prima<br />

volta gli pare ridicolo. Quel <strong>suo</strong> cazzo gli pare piccolo, misero, al confronto con<br />

12


quello di Diego. Sta sperimentando la differenza tra un uomo e un Maschio, un<br />

vero Maschio. Diego ha l’aria di saperci fare, di poterla dominare a <strong>suo</strong><br />

piacimento. Si sente posseduta fino in fondo ancor prima di essere chiavata.<br />

Giorgio vorrebbe dirle: «Eccomi qui, cara, sono vicino a te e ti guardo. Ho già i<br />

pantaloni abbassati e mi sparo una frenetica sega per te. Eccole le corna che ho<br />

tanto implorato: stanno per spuntare. Tra poco quel giovane montone ti<br />

penetrerà tutta, fino in fondo. A quel punto io, <strong>il</strong> tuo uomo diventerò un<br />

cornuto a tutti gli effetti, con le corna lucide e svettanti. Tra pochi minuti<br />

qualcuno ti chiaverà fino in fondo. Proprio come abbiamo immaginato più<br />

volte. Grazie, cara. Questo è <strong>il</strong> tuo regalo per me: un paio di corna nuove<br />

nuove”. Eccitato dal <strong>suo</strong> stesso linguaggio, Giorgio rischia di sborrare<br />

immediatamente. Ferma la mano per evitarlo. Non vuole sborrare, perché ha<br />

paura delle sue reazioni una volta passata l’eccitazione. Cosa prova un uomo<br />

non eccitato mentre vede un altro che sta per chiavargli la donna? E non sa<br />

ancora di essere parso ridicolo agli occhi di <strong>Chantal</strong>. Se lo sapesse, cosa farebbe?<br />

Interromperebbe tutto? Sarebbe in grado di farlo? O quel maschio sta già<br />

fottendosi anche <strong>il</strong> <strong>suo</strong> cervello?<br />

Diego non si pone questioni così sott<strong>il</strong>i. Lui desidera solo far sentire alla<br />

donna del <strong>suo</strong> capo quanto è duro e grosso <strong>il</strong> cazzo che ha tra le gambe, farle<br />

intuire quali sensazioni potrà procurarle quella sua nerchia grossa e lunga.<br />

Diego incrocia lo sguardo di Giorgio per un attimo. Poi, senza riflettere, gli<br />

indirizza <strong>il</strong> gesto delle corna. Giorgio si sente um<strong>il</strong>iato e sente le gambe cedergli,<br />

si deve appoggiare allo stipite della porta. Diego gli ha appena dato del<br />

cornuto, senza una sola parola. Quel gesto osceno, che corrisponde ad una<br />

incontrovertib<strong>il</strong>e verità, lo um<strong>il</strong>ia fino al degrado, fino a fargli percepire l’abisso<br />

in cui sta precipitando. È un cornuto. Saperlo è um<strong>il</strong>iante, ma se qualcuno te lo<br />

dice, l’um<strong>il</strong>iazione si amplifica. Ci sono uomini che sopportano le corna<br />

s<strong>il</strong>enziosamente e stoicamente, fino al giorno in cui qualcuno al bar insinua che<br />

siano cornuti, allora tornano a casa e uccidono la moglie e l’amante. Perché lo<br />

fanno? Perché l’um<strong>il</strong>iazione pubblica è insopportab<strong>il</strong>e. Diego, distolto lo<br />

sguardo dal <strong>suo</strong> cornificato, constata che l’uccello di Giorgio non è in grado di<br />

competere con <strong>il</strong> <strong>suo</strong> né per dimensioni, né per lunghezza. Perfidamente se ne<br />

rallegra e si convince ancor di più di voler trapanare la donna del <strong>suo</strong> capo<br />

senza alcuna pietà. Anche perché è proprio una gran bella fica. L’ha desiderata<br />

sin dalla prima volta in cui l’ha vista e se non ha provato a fare <strong>il</strong> cascamorto è<br />

13


solo perché sapeva chi fosse e quanto <strong>il</strong> capo tenesse a lei. Mai avrebbe<br />

immaginato di poter un giorno spingerle <strong>il</strong> cazzo contro <strong>il</strong> culo come sta<br />

facendo. Improvvisamente si scosta, la volta verso di sé. Torna a baciarla, poi la<br />

sospinge verso <strong>il</strong> basso, premendole le spalle, fino a farla inginocchiare. Poi le<br />

inf<strong>il</strong>a in bocca l'uccello che svetta fuori dalla cerniera. È ancora vestito, con <strong>il</strong><br />

cazzo fuori dai pantaloni allacciati, e sta facendoselo succhiare da <strong>Chantal</strong>. Cosa<br />

può desiderare di più? E se quel cornuto vuole farsi le seghe guardando <strong>il</strong> <strong>suo</strong><br />

grosso cazzo sparire dentro la bocca di lei, libero di farlo. Giorgio è incredulo. È<br />

proprio vero quello che vede? Tra le labbra di <strong>Chantal</strong> <strong>il</strong> cazzo di un altro<br />

uomo. E che cazzo! È così largo che gli pare che <strong>Chantal</strong> faccia molta fatica a<br />

prendere in bocca <strong>il</strong> glande. Ma Diego non pare sazio e, nonostante i modi<br />

gent<strong>il</strong>i, cerca di cacciarglielo tutto in gola.<br />

<strong>Chantal</strong> si arrangia come può. Quella è una situazione imprevista. Ha<br />

preventivato di succhiarglielo, ma non così presto e non in quella posizione. Il<br />

cazzo nodoso di Diego le trapana avanti e indietro la bocca fin quasi alla gola.<br />

Sempre più duro. Teme che venga rapidamente e che <strong>il</strong> <strong>suo</strong> sperma le inondi<br />

inesorab<strong>il</strong>mente la gola, costringendola a deglutire tutto. Sborra da bere tutta.<br />

L'um<strong>il</strong>iazione della donna del capo che beve la sborra di un subalterno.<br />

Francamente questo non lo ha messo in conto. Eppure la eccita. Anche Giorgio<br />

si chiede se Diego, mentre si fa spompinare dalla sua donna, intenda sborrarle<br />

in bocca. Diego sf<strong>il</strong>a <strong>il</strong> cazzo dalle labbra di <strong>Chantal</strong>. Lei ci rimane un po' male.<br />

Diego la solleva da terra e le sussurra:<br />

«Fermati, ti prego, altrimenti mi fai venire. Sei bravissima, succhi<br />

stupendamente.»<br />

A <strong>Chantal</strong> dispiace interrompere quel bocchino che sta facendo con grande<br />

passione. Anche perché quel cazzo, oltre che grosso, lungo, nodoso, duro e<br />

minaccioso, è anche buono. Ha un buon odore di maschio curato. Diego è<br />

proprio un affascinante esemplare di maschio. Lui la prende, la accompagna in<br />

soggiorno e la fa accostare al divano. Giorgio si sente un po' ridicolo con i<br />

pantaloni abbassati al polpaccio, un'espressione ebete e l'uccello teso fino a<br />

scoppiare. Ma nessuno bada a lui. Lei si allunga sul divano, assecondando <strong>il</strong><br />

giovane stallone. Le mani di lui le sollevano nuovamente la gonna, le<br />

divaricano le ginocchia, le scostano gli slip. Tutto questo accade in un'infinità di<br />

tempo o in una frazione di secondo? Giorgio non saprebbe dirlo: ha perduto la<br />

14


nozione del tempo. Quando la punta della lingua di Diego si insinua tra le<br />

piccole labbra della fica, <strong>Chantal</strong> sospira: «Ah!»<br />

La lingua comincia a percorrere la fica, soffermandosi sulla clitoride, per poi<br />

scivolare tra le piccole labbra e penetrare per quanto possib<strong>il</strong>e dentro. Uno<br />

sconosciuto sta baciandola in modo così intimo. Quel maschio è proprio un<br />

demonio. Sa come ottenere tutto da lei. È lì, sdraiata sul divano, a cosce aperte,<br />

con la testa di un uomo che bruca la sua fica, e si comporta come se fosse in<br />

paradiso. Non chiede nient'altro alla vita se non di prolungare quel momento<br />

all'infinito, cristallizzarlo per l'eternità. Giorgio è scomparso dalla sua mente.<br />

«Spogliami.» sussurra lei per sentirsi più libera nei movimenti. Diego con<br />

delicatezza interrompe quel magnifico cunn<strong>il</strong>ingus e la spoglia completamente.<br />

Quando la vede nuda, integralmente nuda, esclama:<br />

«Sei una dea, sei bellissima.» e la sua voce tradisce una leggera commozione.<br />

Poi si sdraia su di lei, facendole sentire la mazza dura contro <strong>il</strong> ventre. Le<br />

sussurra parole dolci e oscene, mentre scivola lungo <strong>il</strong> <strong>suo</strong> corpo per tornare poi<br />

alla fica. La lingua riprende <strong>il</strong> <strong>suo</strong> lavoro meraviglioso. Un tocco delicato e<br />

caldo. Il respiro di lui asciuga la scia di saliva, procurandole brividi e pelle<br />

d'oca. <strong>Chantal</strong> ansima con crescente coinvolgimento. Quella lingua che la fruga<br />

tutta comincia a tit<strong>il</strong>lare insistentemente la clitoride e due dita di Diego si<br />

intrufolano nella vagina. Si muovono con discrezione, come se non volessero<br />

ostacolare <strong>il</strong> lavoro della lingua, semmai aiutarla. Scivolano in profondità con<br />

dolcezza, con l'attenzione felpata di un ladro in un appartamento. Avanti e<br />

indietro, avanti e indietro, mentre la lingua procede nel <strong>suo</strong> metodico<br />

martellamento della clitoride. All'improvviso, come già al cinema, <strong>Chantal</strong> non<br />

comprende più nulla. Scuote la testa a destra e sinistra e comincia a gridare <strong>il</strong><br />

proprio piacere.<br />

- Ahhhh!<br />

Gode, gode. Non smette più di godere. È un piacere tanto prolungato da<br />

sembrare inesaurib<strong>il</strong>e. Diego continua a leccare con regolarità. Lei vorrebbe che<br />

lui si fermasse, perché la parte è ormai troppo sensib<strong>il</strong>e, ma lui la tiene bloccata<br />

per le cosce e insiste senza posa. Le sembra di dover morire lì, ma di piacere.<br />

Pian piano, con estenuante lentezza, le pare di tornare alla superficie della<br />

coscienza, di ritrovare un po' alla volta gli oggetti del soggiorno, la presenza<br />

delle persone, <strong>il</strong> mondo intero. Come se apparissero da una nebbia in<br />

dissolvimento. Apre gli occhi, e non vede nulla. Non si accorge di nulla. Solo<br />

15


dopo qualche secondo si rende conto di essere nuda, con la testa di un uomo,<br />

completamente vestito, tra le sue cosce aperte. Accarezza i capelli dell'uomo, ne<br />

constata la morbidezza. Poco dopo si accorge di un'altra figura di fianco a lei. Si<br />

accorge di Giorgio. Lo aveva dimenticato. Ha goduto intensamente davanti a<br />

lui, dimentica del <strong>suo</strong> sguardo. Ora pare vergognarsi della forza di tempesta di<br />

quell'orgasmo, più intenso di quelli provati con la lingua del <strong>suo</strong> uomo.<br />

Giorgio, quasi intuendo i <strong>suo</strong>i timori, si avvicina le prende la mano e le<br />

sussurra: «Sei meravigliosa.». lei non risponde, non ha <strong>il</strong> coraggio di rispondere.<br />

Lentamente la vergogna lascia <strong>il</strong> posto all'appagamento. <strong>Chantal</strong> torna a<br />

guardare la nuca di Diego, che quasi meccanicamente ha continuato ad<br />

accarezzare. Gli è grata per quel piacere e per aver saputo rendere quella prima<br />

trasgressione avvolgente, tutt'altro che sordida, come temeva.<br />

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SABATO NOTTE II<br />

TERZO CAPITOLO<br />

Diego è sdraiato sul divano. <strong>Chantal</strong> lo guarda estasiata. Tornata a percepire<br />

la realtà, dopo i postumi dell'orgasmo, lo spoglia lentamente, indumento dopo<br />

indumento. Dapprima sparisce la camicia. La f<strong>il</strong>a di bottoni sembra non dover<br />

terminare mai, ma alfine <strong>il</strong> petto esplode. Forte, bello e muscoloso. <strong>Chantal</strong><br />

comincia a baciarlo quel petto, dapprima con dolcezza, con piccoli tocchi di<br />

labbra, poi, trascinata da una forza misteriosa che si nutre del profumo di quella<br />

pelle maschia, si lascia andare a baci prolungati, alternando piccoli morsi a<br />

lunghe leccate. La lingua sfiora i peli e si sofferma vorace sulla pelle, i denti<br />

aguzzi si stringono provocandogli una piccola sofferenza, Diego ha la<br />

sensazione di essere in balia di una dolce belva vogliosa, capace di fargli del<br />

male se si sottraesse. Mentre la bocca di <strong>Chantal</strong> esplora quel petto magnifico, le<br />

sue mani armeggiano con la cintura per far cadere i pantaloni sulla moquette.<br />

Poi corrono ad impossessarsi del membro, stringendolo attraverso <strong>il</strong> tessuto<br />

degli slip. I polpastrelli delle dita le dicono che quella durezza sarà fonte di<br />

delizie. E i polpastrelli non le hanno mai mentito. Forse la testa qualche volta<br />

l'ha ingannata, forse lo sguardo, ma le dita mai. Il tatto, si sa, certifica più della<br />

vista. Quel cazzo che ha già preso in bocca senza poterlo veramente vedere,<br />

probab<strong>il</strong>mente, oltre che duro, si rivelerà bello. Molto più bello di quello di<br />

Giorgio. Le sue dita glielo dicono con assoluta certezza. Scivola con la lingua<br />

dal petto al ventre. Il <strong>suo</strong> mento tocca la punta svettante del membro. Scivola<br />

ancora, spostandosi sulla coscia ed evitando deliberatamente di leccare<br />

l'uccello. Il pompino può attendere.<br />

Giorgio osserva la sua donna sempre più incredulo. Dal momento in cui è stata<br />

schiacciata contro la parete del corridoio, non gli ha rivolto parola. Solo qualche<br />

furtivo sguardo. Si è dimenticata della sua presenza o si vergogna, perciò evita<br />

deliberatamente i <strong>suo</strong>i occhi? Lecca le cosce di Diego con una passione morbosa,<br />

insospettata. Si chiede se con lui lo abbia mai fatto, e per quanto vada indietro<br />

nel tempo, proprio non riesce a ricordare. Forse perché si erano amati<br />

timidamente, i primi tempi. Forse perché <strong>il</strong> loro è amore, mentre quello a cui sta<br />

assistendo è sesso puro. Passione carnale, senza sentimento. Almeno così crede<br />

e così spera. È dunque questa la differenza tra l'amore e <strong>il</strong> sesso? E <strong>il</strong> sesso è così<br />

travolgente da trasformare una tenera ragazzina in una vogliosa, insaziab<strong>il</strong>e<br />

17


femmina? <strong>Chantal</strong> giunge al ginocchio, mentre con le mani sf<strong>il</strong>a i mocassini<br />

all'uomo, per poi accarezzargli i piedi, grandi, forti. Perché fa questo? Perché si<br />

offre con la dedizione di una schiava? Giorgio non lo capisce. Gli sembra che lei<br />

si stia spingendo ben oltre <strong>il</strong> consentito. Se lo fa per compiacere <strong>il</strong> <strong>suo</strong> uomo è<br />

ancora accettab<strong>il</strong>e, se lo fa per la passione che la sta unendo allo stallone<br />

occasionale, allora sta esagerando. È giovane, come lo è Diego, quindi è<br />

comprensib<strong>il</strong>e che non conoscano i limiti non scritti dei giochi a tre, ma lui che<br />

cosa deve fare? Lasciar correre? È eccitato, ma anche un po' spaventato. Ha<br />

paura di aver tolto <strong>il</strong> coperchio al vaso di Pandora: cosa ne salterà fuori?<br />

<strong>Chantal</strong> invece sa bene perché succhia <strong>il</strong> ginocchio di un uomo, gli sf<strong>il</strong>a le<br />

scarpe, e poi ne accarezza i piedi. Un misto di eccitazione, gratitudine, e<br />

recitazione per essere all'altezza delle aspettative dei <strong>suo</strong>i due maschi. Così era<br />

all’inizio della serata, ma adesso si sta insinuando un piacere vero, un piacere<br />

puro. Le piace Diego, senza se e senza ma. È un bel maschio, che ha una decina<br />

d’anni più di lei. È prestante, forte, sa far l’amore bene e ha tra le gambe una<br />

taglia forte, molto forte. È consapevole dell'unicità di quell'occasione, e non<br />

vuole sprecarla.<br />

Diego è quasi nudo. Solo gli slip sono lì a difenderlo dagli assalti di quella<br />

mantide vogliosa. Ma lui la lascia fare perché sa come ristab<strong>il</strong>ire, in qualunque<br />

momento, la gerarchia del possesso. <strong>Chantal</strong> finalmente gli abbassa gli slip e<br />

viene colpita in fronte da un tronco di carne durissima. Le sue labbra sfiorano i<br />

testicoli, duri e grossi come pesche noci. Poi la lingua saetta sulla pelle dello<br />

scroto. Diego esprime <strong>il</strong> <strong>suo</strong> apprezzamento:<br />

«Mmhh. Che bello. Ci sai fare. E <strong>il</strong> tuo cornuto ti crede timida! Li succhi bene i<br />

coglioni. Ti piacciono?»<br />

«Sì, molto.» mugugna la donna, ma ne esce un <strong>suo</strong>no poco comprensib<strong>il</strong>e per<br />

via delle palle che le riempiono la bocca.<br />

«D<strong>il</strong>lo a Giorgio, quanto ti piacciono!»<br />

<strong>Chantal</strong> si vergogna. Giorgio la scruta, e lei sente <strong>il</strong> <strong>suo</strong> sguardo sulla pelle.<br />

Forse si chiede se lui la stia giudicando. Che cosa penso di lei? La disprezza?<br />

Poi vincendo ogni titubanza, sussurra a Giorgio, senza guardarlo in volto:<br />

«Mi piacciono. Ha delle palle di ferro. Dovresti sentirle. Sembrano quelle di un<br />

toro!»<br />

«Digli anche quanto è duro <strong>il</strong> mio cazzo.» insiste Diego<br />

18


«È di marmo. Guarda come è grosso. Vedi? Non riesco neppure a circondarlo<br />

tutto con le dita.»<br />

Nel frattempo comincia a far scorrere la mano su e giù lungo l'asta di carne.<br />

Diego gradisce quel tocco. <strong>Chantal</strong>, Giorgio lo sa, ha una delicatezza naturale,<br />

un tocco dolce e caldo.<br />

«È più grosso del <strong>suo</strong>?» chiede lo stallone. La domanda è inut<strong>il</strong>e, perché lo sa<br />

già. Ha già potuto confrontare <strong>il</strong> proprio tronco con <strong>il</strong> cazzetto del <strong>suo</strong> capo.<br />

«Sì!» sussurra <strong>Chantal</strong>.<br />

«D<strong>il</strong>lo a lui, non a me. Io lo so. Lo vedo bene.»<br />

«Guarda come è grosso. È più grosso del tuo. Te ne rendi conto? E mi vuole<br />

chiavare.»<br />

Questo lui non le ha detto di dirlo. È come se <strong>Chantal</strong> volesse dare a Giorgio<br />

un ultimo avvertimento: “Sapp<strong>il</strong>o, quest'uomo mi vuole fottere tutta. Questa è<br />

l'ultima occasione che hai per fermarmi.»<br />

Giorgio si è accomodato nella poltrona attigua al divano in modo da poter<br />

vedere tutto bene. Si masturba con esasperante lentezza. La tentazione di essere<br />

frenetico è lì ma, consapevole della straordinaria situazione che sta vivendo,<br />

non vuole sciupare tutto. Se venisse, se godesse, come reagirebbe dopo? Cosa<br />

farebbe? Si estranierebbe, pur essendo costretto a vedere senza più desiderio <strong>il</strong><br />

seguito di quello che si sta rivelando un incontro eccezionale? Oppure<br />

comincerebbe a soffrire per la profanazione della sua donna? Forse, si alzerebbe<br />

e, rivestitosi, inviterebbe Diego e <strong>Chantal</strong> a smettere. Dopo aver organizzato<br />

tutto, potrebbe diventare proprio lui <strong>il</strong> guastafeste? Intuisce bene che è troppo<br />

presto per sborrare, anche se <strong>il</strong> membro, vedendo la sua fidanzata accoccolata<br />

tra le gambe di un altro uomo nudo, gli sta scoppiando. Il glande è violaceo, e la<br />

mano stringe <strong>il</strong> tronco in una morsa decisa, quasi dolorosa. Mentalmente non<br />

può evitare <strong>il</strong> confronto tra <strong>il</strong> <strong>suo</strong> cazzo e quello di Diego. C'è da rimanerne<br />

schiacciati, affranti, ma d'altronde la realtà è questa: quel cazzo è <strong>il</strong> doppio del<br />

<strong>suo</strong>. Lui e <strong>Chantal</strong>, che Diego ce l’avesse grosso lo speravano sin dal primo<br />

momento in cui era entrato nelle loro fantasie, e se si fosse rivelato piccolo,<br />

sarebbero rimasti delusi.<br />

<strong>Chantal</strong> non parla più. Succhia voracemente <strong>il</strong> membro di Diego. Lo fa con<br />

gusto, non vi sono dubbi. Non è più in grado di fingere. È entrata nel gioco<br />

ipnotico del pompino e ha scoperto quanto le piaccia. Diego con decisione e<br />

delicatezza le preme la testa verso <strong>il</strong> proprio bacino, costringendola ad ingoiare<br />

19


più cazzo che mai. Ha faticato ad alloggiare nella sua bocca tutto <strong>il</strong> glande e ora<br />

quell'uomo pretende di metterglielo tutto dentro. Non è possib<strong>il</strong>e. Non ce la<br />

farà mai. Eppure centimetro dopo centimetro <strong>il</strong> cazzo si inoltra minaccioso nella<br />

bocca. <strong>Chantal</strong> sembra una di quelle pornostar che nei f<strong>il</strong>m lo prendono tutto,<br />

ma proprio tutto fino in fondo alla gola. A metà, però, deve desistere. Si sf<strong>il</strong>a,<br />

tossisce, si scusa. Il torello sorride malizioso e lei torna a succhiare la cappella.<br />

«Che buono <strong>il</strong> tuo cazzo!» sussurra, come se sperasse di non farsi sentire da<br />

Giorgio.<br />

Succhia, lecca, scivola lungo l'asta, slingua i testicoli. La sua lingua percorre<br />

tutta quella zona, con la voracità di una banda di predatori. Sta perdendo la<br />

nozione del tempo e dello spazio. In un punto indefinito dell'universo c'è lei con<br />

questa grossa nerchia in bocca. Perciò, quando Diego la interrompe, pare<br />

precipitare sulla terra. La fa voltare alla pecorina e le inf<strong>il</strong>a gradualmente due<br />

dita nella vagina. Comincia un metodico andirivieni dentro la sua fica, mentre<br />

con l'altra mano le carezza <strong>il</strong> culo. Un lento movimento rotatorio della mano che<br />

salomonicamente non fa torto a nessuna delle natiche. Le dita intanto frugano.<br />

Poco dopo, Diego scende con <strong>il</strong> mento tra le natiche e comincia a leccare <strong>il</strong><br />

«buchino», quello stretto, che le donne concedono solo a pochi priv<strong>il</strong>egiati<br />

amanti. <strong>Chantal</strong> si irrigidisce. Non è ancora pronta per un'intimità così<br />

profonda, ma la lingua calda e la saliva la fanno r<strong>il</strong>assare in poco tempo, anzi la<br />

fanno sciogliere, come un ghiacciolo in un giorno d'estate. È proprio fantastico<br />

quell'uomo. Ci sa fare, oltre che essere ben dotato. Quali difetti ha? Deve pur<br />

averne qualcuno. Non può essere così perfetto in tutto. Ma più la lingua si<br />

intrufola e le inumidisce l'ano, e meno si interroga. Infine, la sua testa tace per<br />

lasciar parlare solo le sensazioni. La lingua di lui si inf<strong>il</strong>a tra le chiappe di<br />

<strong>Chantal</strong> e lei risponde spingendo <strong>il</strong> bacino verso <strong>il</strong> giovane. Giorgio è felice e<br />

um<strong>il</strong>iata al tempo stesso. È di fronte allo spettacolo della bellezza dei corpi, uno<br />

spettacolo sempre meraviglioso, ma sente anche di esserne escluso. Anzi, se<br />

entrasse a far parte di quel quadro, rischierebbe di sgualcirlo. Giorgio non è più<br />

in grado di controllarsi. Si avvicina a Diego e in preda ad un impulso nuovo e<br />

incontrollab<strong>il</strong>e, accarezza la schiena di quel semidio dal corpo statuario, dal<br />

cazzo poderoso, dall'ab<strong>il</strong>ità amatoria sopraffina, insospettata in un trentenne.<br />

Tocca i muscoli delle braccia, con lo sguardo pieno di ammirazione. Vorrebbe<br />

toccare anche <strong>il</strong> membro, sentirne la consistenza, percepire in anteprima la<br />

durezza che devasterà, lacererà, squarterà la sua frag<strong>il</strong>e fidanzatina. Non ne ha<br />

20


<strong>il</strong> coraggio. Torna con le mani sulla schiena e sussurra parole di ammirazione<br />

per <strong>il</strong> maschio. Scivola sui capelli biondi e lisci di <strong>Chantal</strong>, li accarezza mentre la<br />

sente mugolare, sotto i colpi congiunti della lingua sul culo e delle dita nella<br />

fica:<br />

«Sei bellissima, e ti amo.» le sussurra all'orecchio.<br />

Ma lei non risponde, pare non sentirlo, come se una parete di vetro li dividesse.<br />

Vede tutto, capisce tutto, ma non può raggiungerlo. Quel maschio la sta<br />

trascinando in un mondo parallelo, visib<strong>il</strong>e, contiguo e non comunicante.<br />

Ed eccolo <strong>il</strong> momento più atteso. Diego senza una parola prende per mano<br />

<strong>Chantal</strong> e la porta in camera da letto, lasciando che lei lo guidi nei meandri<br />

della casa, poi la fa sdraiare sul letto dove di solito lei e Giorgio fanno l’amore.<br />

Sa come profanare un amore <strong>il</strong> porco. Giorgio è sconvolto. No, questo no. Non<br />

era previsto. Ma alla fine, quando Diego si insaliva la cappella, l’eccitazione<br />

mette a tacere ogni urlo, ogni rabbia contro quella profanazione. Poi con<br />

delicatezza appoggia <strong>il</strong> glande alla fica e piano piano penetra in <strong>Chantal</strong>. La<br />

ragazza sente un corpo estraneo intrufolarsi. Caldo, duro, enorme. Mai nulla di<br />

così grosso è penetrato in lei. Si sente aprire, d<strong>il</strong>atare con forza e dolcezza al<br />

tempo stesso. Le pare che quella inesorab<strong>il</strong>e infinita penetrazione debba<br />

lacerarle la carne. Si è completamente dimenticata del preservativo. Giorgio se<br />

n’è accorto, ma per <strong>il</strong> proprio piacere preferisce rischiare. Quel maschio sta<br />

montandogli la donna con <strong>il</strong> cazzo nudo. Non c’è rischio che gliela ingravidi,<br />

perché <strong>Chantal</strong> prende la p<strong>il</strong>lola. Peccato, pensa Giorgio e scopre che l’idea di<br />

<strong>Chantal</strong> ingravidata da un altro gli sferza ancor di più l’erezione.<br />

«Che cazzo grosso.... ahh, sei grossissimo...»<br />

«E tu sei stretta da morire.»<br />

«Ma quanto ce l'hai lungo? Non finisce mai?»<br />

«Voglio aprirti tutta. Fino in fondo.»<br />

«Sei enorme. Mi stai facendo male. Fai piano!»<br />

«Non preoccuparti, è solo un attimo, poi arriva <strong>il</strong> piacere.»<br />

«Non ne ho mai presi di così grossi. Tu mi fai sentire vergine.»<br />

«Vedrai che non te ne pentirai.»<br />

Il bull comincia a leccarle i capezzoli. <strong>Chantal</strong> non capisce più nulla. Ha le tette<br />

molto sensib<strong>il</strong>i. Si lascia andare e Diego ne approfitta per darle un colpo secco<br />

profondo. È trionfalmente entrato tutto dentro di lei, dentro la donna di<br />

Giorgio, davanti a Giorgio: è penetrato nell'intimità di una femmina bellissima<br />

21


<strong>Chantal</strong> è lì, nuda e trafitta, sotto di lui. E Giorgio guarda tutto. Non può far<br />

altro che prendere atto della superiore vir<strong>il</strong>ità di Diego, delle devastanti<br />

dimensioni del <strong>suo</strong> cazzo. Non può far altro che constatare come gli stia<br />

squartando la donna.<br />

«Sei proprio stretta.» constata a bassa voce Diego.<br />

«E tu – ansima <strong>Chantal</strong> – sei proprio grosso.»<br />

«E sei calda.»<br />

«Ti piace?»<br />

«Mi piaci tutta. Hai due tette fantastiche.» E per rendere meglio l'idea, le strizza<br />

i seni con le mani a coppa. Lei sorride lusingata dal complimento. Nel<br />

frattempo, Diego glielo spinge ancora più in fondo.<br />

«Ah!»<br />

«Hai mai preso cazzi così?»<br />

«No, mai.»<br />

«Allora ti sfonderò per bene. Ti monterò fino a sfinirti.»<br />

Con un altro colpo durissimo Diego le tocca l'utero. <strong>Chantal</strong> lancia un urlo,<br />

seguito da un lungo interminab<strong>il</strong>e gemito. È nuda, completamente nuda,<br />

d<strong>il</strong>atata da un cazzo robusto, posseduta da un vero stallone da monta. Ed è solo<br />

l'inizio. Cosa accadrà dopo? Per un momento ancora, forse l'ultimo prima di<br />

cedere le armi, <strong>Chantal</strong> sembra controllarsi. Forse pensa che sia meglio fermarsi<br />

e fuggire in bagno. Nulla è ancora veramente accaduto. Poi guarda Giorgio.<br />

Vede <strong>il</strong> <strong>suo</strong> sguardo perduto nella visione dei due stupendi corpi avvinghiati<br />

indissolub<strong>il</strong>mente. Un nuovo durissimo colpo di Diego le fa capire che l’idea di<br />

sottrarsi è solo un’<strong>il</strong>lusione. E da come si apre ancor più, si capisce che non<br />

vuole più sottrarsi. Dal momento in cui quel membro è penetrato in lei, Giorgio<br />

può considerarsi cornuto. Era quello che voleva? Tanto vale che quello che deve<br />

accadere accada. Si lascerà scopare, chiavare, montare, possedere, o come dir si<br />

voglia, da quello stallone davanti a Giorgio, quel cornuto del <strong>suo</strong> uomo. Le ha<br />

volute lui le corna, se le goda fino in fondo. Per un istante <strong>Chantal</strong> sembra<br />

rendersi conto che Diego la stava chiavando a cazzo nudo. Un brivido di paura<br />

le attraversa <strong>il</strong> corpo. È l'ultimo pensiero, poi le sensazioni prevalgono. I colpi<br />

del maschio, sempre più violenti, la scuotono tutta. Le tette ballonzolano, o<br />

meglio sono sballottate ad ogni colpo. Il lungo cazzo nudo si muove dentro e<br />

fuori con sicurezza. Ormai è piantato saldamente in lei. Ha preso possesso di<br />

quel buco stretto e profondo, ma non abbastanza profondo per impedirgli di<br />

22


arrivare a toccare l'utero. Non capisce più nulla. Scuote la testa in una direzione<br />

e nell'altra. Com'è duro. Com'è lungo. Come si conficca in lei, toccandole <strong>il</strong><br />

fondo. Quando poi si sofferma, piantato profondamente dentro la vagina, come<br />

per lasciarla respirare, si sente sospinta ai confini del mondo. Non c'è più nulla<br />

oltre quella sensazione di possesso completo, definitivo. E Diego comincia a<br />

martellarle la fica. Uno stantuffo che va avanti e indietro con ritmo regolare e<br />

una forza stupefacente. Nello specchio a parete, scopre i muscoli di quel<br />

maschio tesi allo spasimo durante la penetrazione. E li contempla rapita. Poi<br />

Diego le solleva le gambe e le appoggia sulle proprie spalle. La chiava, la<br />

monta. Quel porco chiava a cazzo nudo la donna di Giorgio, che guarda<br />

eccitatissimo. La sua mano ha un movimento irrefrenab<strong>il</strong>e. Una sega maestosa e<br />

prolungata, come quelle che si faceva durante l'adolescenza. Solo che questa<br />

volta, la sua donna geme, mugola, ogni tanto urla, sotto i colpi di un maschio<br />

cazzutissimo. Nelle chiappe dello stallone si forma una fossetta ogni volta che<br />

sprofonda in <strong>Chantal</strong>. Di tanto in tanto si sofferma dentro di lei e poi dà un altro<br />

colpo deciso, come per entrarle ancora di più. Quasi volesse metterle dentro<br />

anche i coglioni. Giorgio non ce la fa più. Non può più resistere. Ferma la mano,<br />

ma quando sente <strong>Chantal</strong> gridare, squassata da un orgasmo, si lascia andare e<br />

sborra. Sborra insieme alla sua donna, anche se è un altro che la monta. Unito<br />

alla sua donna da un orgasmo non procurato da lui. I fiotti di sborra, prolungati<br />

e generosi, intensi come non mai, rivelano la forza della sua eccitazione. Non<br />

credeva che si potesse godere così vedendo la propria donna sfondata da un<br />

altro uomo, da un cazzo più grosso e più lungo. Sensazione inenarrab<strong>il</strong>e. Com'è<br />

possib<strong>il</strong>e che ci siano uomini disposti ad uccidere per aver subito le corna?<br />

Dovrebbero goderne. Come si può non godere? Ora è definitivamente cornuto.<br />

Ora lo sanno in tre. Lui, <strong>Chantal</strong> e Diego, che continua a stantuffare quella<br />

povera fica, pronto a renderla dolorante a furia di colpi di martello. Quell'uomo<br />

non sembra voler smettere. L'uccello, con regolarità impressionante penetra a<br />

fondo, sempre più a fondo, e la sua ragazza si apre sempre di più, come a<br />

volerne accogliere oltre ogni limite. Diego progressivamente accelera <strong>il</strong> ritmo,<br />

più forte, più forte:<br />

«Troia, ti spacco tutta.»<br />

«Sì, sì, così... ah, godo, godo ancora... ah!!!»<br />

«Anch'io vengo. Non resisto più.»<br />

23


Diego non si sf<strong>il</strong>a dalla fica di <strong>Chantal</strong> e assesta alcuni colpi di cazzo<br />

cominciando a sborrare dentro la pancia di <strong>Chantal</strong>. Fiotti su fiotti, ogni colpo<br />

un nuovo fiotto. Un’ inesaurib<strong>il</strong>e fontana di sperma le inonda <strong>il</strong> ventre. Poi,<br />

l'uomo si accascia su di lei. Quando Diego sf<strong>il</strong>a <strong>il</strong> cazzo, ancora rigido, e si<br />

sdraia di fianco a <strong>Chantal</strong>, lo sperma comincia a colare fuori dalla fica, denso e<br />

f<strong>il</strong>amentoso. Senza una parola, lo stallone bacia la ragazza, o meglio la limona.<br />

La sua lingua penetra profondamente nella bocca. Pare divorarla. Infine si<br />

abbracciano e rimangono immob<strong>il</strong>i, come amanti. Allora Giorgio trova <strong>il</strong><br />

coraggio di avvicinarsi ai due, si china e, stupendo tutti, se stesso compreso,<br />

comincia a leccare quella sborra che cola. Con devozione lecca e deglutisce <strong>il</strong><br />

seme del semidio che gli ha sfondato la donna. Poi come in trance, con<br />

movimenti lenti, spalma una parte dello sperma lungo le cosce di lei. Diego<br />

osserva ciò che accade. Sa bene cosa ha fatto. Le ha sborrato dentro, senza<br />

preservativo. Ha preso possesso completamente e definitivamente della donna<br />

del capo. Potrà sempre orgogliosamente pensare, e forse raccontare agli amici,<br />

di averle sborrato dentro. Di averla riempita tutta, di averle lasciato la fica piena<br />

fino all’orlo. Sa di avere una grande quantità di sperma, lo ha imparato dallo<br />

stupore delle prime timide adolescenti che gli sparavano le seghe. Quando<br />

sborrava, finiva sempre – nonostante le precauzioni – a sporcare le loro<br />

camicette. Quello che non immaginava era l’ep<strong>il</strong>ogo. Ripensando ai giochi nel<br />

cinema, chi lo avrebbe immaginato? Giorgio non solo si è fatto fottere la donna,<br />

ma si è pure bevuto <strong>il</strong> <strong>suo</strong> sperma. Ora sa di avere in pugno <strong>il</strong> <strong>suo</strong> capo. Saprà<br />

trarne vantaggio.<br />

24


DOMENICA MATTINA<br />

QUARTO CAPITOLO<br />

Ti è piaciuto come ti ho chiavato la donna ieri sera?» gli chiede Diego<br />

entrando nudo in cucina?<br />

«Sì, ma questo non è <strong>il</strong> momento giusto per parlarne. Sto preparando la<br />

colazione.»<br />

«Lo so, lo so. Hai ragione, ma è stato così eccitante che non riesco a pensare ad<br />

altro. <strong>Chantal</strong> è bellissima.»<br />

«Lo so.» Giorgio è un po’ irritato dall’insistenza di Diego sull’argomento. Era<br />

proprio quello che temeva. I giovani sono così, si sa. Sono sempre eccessivi e<br />

non sanno distinguere un momento dall’altro.<br />

«Se non fosse la tua donna cercherei di rubartela.»<br />

«Ma è la mia donna.»<br />

«Già! Poi, perché rubartela, visto che posso fotterla quando voglio?»<br />

«Non quando vuoi tu, ma quando vogliamo noi.»<br />

«Hai ragione, scusa. Ma d’altra parte è piaciuto sia a te che a lei, perché<br />

dovreste non volere più?», soggiunge Diego con finta accondiscendenza.<br />

«Chi lo sa. Dipende.»<br />

«Stai barando. So bene che vorrete rifarlo. A lei, <strong>il</strong> mio cazzone è piaciuto<br />

troppo.»<br />

«Per favore, puoi smetterla? Devo preparare <strong>il</strong> caffè.»<br />

«Senti è domenica mattina. Perché non possiamo parlarne? Magari tra un po’<br />

<strong>Chantal</strong> ha voglia di nerchia e lo rifacciamo.»<br />

«Smett<strong>il</strong>a!»<br />

«Perché sei così serio? Ieri sera mentre leccavi la mia sborra che colava dalla fica<br />

di <strong>Chantal</strong> eri più simpatico.»<br />

Giorgio vorrebbe rispondere, ma è sferzato dall’immagine di se stesso che tra le<br />

cosce di <strong>Chantal</strong> beve la sborra di Diego. Quel porco sembra aver individuato <strong>il</strong><br />

<strong>suo</strong> punto debole. Per non tradire l’imbarazzo, Giorgio tace, ma non può<br />

nascondere <strong>il</strong> rossore del viso.<br />

«Dì la verità, ti sarebbe piaciuto succhiarmelo?»<br />

L’immagine del cazzo duro e grosso di Diego sconvolge Giorgio. Le sue gambe<br />

cederebbero, se non fosse appoggiato al mob<strong>il</strong>e della cucina.<br />

«Guardalo. Guarda com’è grosso. È più del doppio del tuo.»<br />

25


«Ma cosa fai? Sei pazzo? Non è <strong>il</strong> momento.»<br />

Ma Diego non gli dà retta. Il <strong>suo</strong> nerchione si erge tra le gambe muscolose, duro<br />

e minaccioso, come certi cazzi fotografati da Mapplethorpe. Lentamente si<br />

avvicina a Giorgio.<br />

«Guardalo, ti prego. Ho voglia che tu lo guardi come ieri. Pensa che questo<br />

cazzo ieri ti ha sventrato la femmina, la tua cara <strong>Chantal</strong>.»<br />

Giorgio è paralizzato. Cerca le energie per scostarsi, ma non le trova. Il <strong>suo</strong><br />

sguardo è incantato dall’uccello del ragazzo. Ieri sera, solo ieri sera lo ha visto<br />

entrare tutto nella pancia della sua donna e ora è lì che avanza minaccioso verso<br />

di lui.<br />

«Dì, cornuto, ti è piaciuta la mia sborra? Sì, che ti è piaciuta. L’ho visto bene. Ne<br />

vuoi bere ancora un po’?»<br />

«Tu sei matto.»<br />

«Non preoccuparti non sono ricchione. Ho solo voglia di farmi fare un bel<br />

pompino da te. Voglio vedere se succhi meglio della tua troia.»<br />

Dentro Giorgio una voce urla: “Dagli un pugno, fallo smettere.» Ma rimane in<br />

s<strong>il</strong>enzio e quando <strong>il</strong> cazzo giunge vicino a lui non può far altro che scivolare<br />

sino a portarlo all’altezza del <strong>suo</strong> viso, non può far altro che accarezzarlo e<br />

portarselo alla bocca. È la prima volta che prende in bocca un cazzo, e <strong>il</strong> fatto<br />

che sia lo stesso che ieri sera gli ha squartato la femmina, rende più simbolica la<br />

sottomissione che sta per compiersi. Giorgio ha tutta la cappella in bocca. Diego<br />

gli accarezza i capelli e preme la sua nuca per inf<strong>il</strong>argli dentro più cazzo.<br />

Giorgio per un attimo pensa a cosa direbbe <strong>Chantal</strong> se lo vedesse lì, in quel<br />

momento. Poi travolto dai sensi, dimentica tutto e si tuffa nel pompino.<br />

Abbandona ogni remora, si lascia stantuffare in bocca quel pistone mostruoso,<br />

quel meraviglioso tronco di carne cruda. “Perché questo piccolo bastardo deve<br />

avere tra le gambe un uccello così affascinante” si chiede Giorgio e si maledice<br />

per la propria debolezza, mentre con la lingua percorre tutta l’asta fino ai<br />

coglioni e poi risale al glande. Diego geme, segno che <strong>il</strong> trattamento gli piace.<br />

Giorgio ne è contento: saper dare piacere ad un uomo, lo eccita. Ha <strong>il</strong> timore di<br />

essere scoperto da <strong>Chantal</strong>. Per fortuna, riposa ancora. In quel momento, ci<br />

sono solo loro due in giro per casa, o almeno lo crede. Dopo qualche minuto di<br />

gratificante pompino, Diego ordina a Giorgio di togliersi <strong>il</strong> pigiama e di<br />

rimanere completamente nudo. Giorgio non è più in grado di opporre alcuna<br />

resistenza. Ammaliato dal fascino di quel maschio dal nerchione nodoso e dalla<br />

26


sua voce suadente, obbedisce. Quando Diego vede <strong>il</strong> cazzo di Giorgio in tiro, lo<br />

deride: «Cosa se ne fa <strong>Chantal</strong> di un cazzetto come <strong>il</strong> tuo? Lo raggiungerà<br />

ancora l’orgasmo ora che ha provato <strong>il</strong> mio? Ammetti che ce l’ho più grosso del<br />

tuo?»<br />

«Sì! Lo ammetto.»<br />

«E come mai sei tu <strong>il</strong> capufficio? Non credi che – date le dimensioni dell’uccello<br />

– <strong>il</strong> tuo posto spetterebbe a me?»<br />

Giorgio non risponde, ha solo voglia di riprendere in bocca quell’uccellone, ma<br />

Diego insiste e allora acconsente: «Sì, è vero. Spetterebbe a te, perché hai <strong>il</strong><br />

cazzo più grosso, più duro e perché mi scopi la donna.»<br />

«Bravo, vedremo di rimediare. Ora voltati.»<br />

Giorgio ora ha veramente paura, ma non è in grado di sottrarsi. Diego estrae dal<br />

mob<strong>il</strong>etto l’oliera:<br />

«Non temere, abbiamo <strong>il</strong> lubrificante. Sei vergine?»<br />

«Sì!»<br />

«Non poteva capitarti sverginatore migliore. E vedrai quando inculerò<br />

<strong>Chantal</strong>.» Troppe immagini nella testa di Giorgio, roba da capogiro. L’idea di sé<br />

voltato alla pecorina con Diego che lo sodomizza brutalmente, l’immagine del<br />

viso di <strong>Chantal</strong> mentre viene inculata da quel cazzo enorme, la visione del culo<br />

rotto di <strong>Chantal</strong> dopo <strong>il</strong> passaggio del cazzo di Diego. Giorgio ha le vertigini.<br />

Appoggia <strong>il</strong> petto al tavolo della cucina e allarga le gambe. Poi sente le dita di<br />

Diego che gli ungono <strong>il</strong> culo vergine, e lo esplorano fino in fondo. Il <strong>cuckold</strong><br />

sente fastidio, ma non può dire che gli faccia male. Immagina che <strong>il</strong> dolore<br />

giungerà nel momento in cui la cappella di Diego gli spaccherà l’ano, ma spera<br />

che l’eccitazione – così forte in questo momento – lo aiuti a resistere. E spera che<br />

<strong>il</strong> bull non sia troppo brutale. Non è ancora accaduto nulla, potrebbe sottrarsi,<br />

ma è soggiogato, e si lascerà inculare. Diego gli ha unto <strong>il</strong> buco del culo e si è<br />

cosparso <strong>il</strong> cazzo di olio. Ora appoggia <strong>il</strong> glande e comincia a fare pressione sul<br />

buco. Giorgio ha gli occhi chiusi e non si accorge di <strong>Chantal</strong> che appoggiata allo<br />

stipite osserva la scena. Non sa e non può sapere che Diego prima di<br />

raggiungerlo in cucina ha avuto l’accortezza di svegliarla e di preannunciarle<br />

che avrebbe rotto <strong>il</strong> culo del <strong>suo</strong> uomo.<br />

«Perché lo vuoi fare?» gli aveva chiesto <strong>Chantal</strong>.<br />

«Per mostrarti la verità. – aveva risposto Diego – Per farti capire che Giorgio<br />

non vuole essere solo cornuto, ma anche ricchione, e tu sei solo <strong>il</strong> tramite per<br />

27


sfogare la sua omosessualità. Ti ha fatta scopare da me per questo. In lui, più<br />

che <strong>il</strong> piacere di vedere la propria donna con un altro uomo prevale <strong>il</strong> piacere di<br />

vedere un altro uomo che gli fotte la donna. Il centro è <strong>il</strong> maschio, <strong>il</strong> cazzo del<br />

maschio. Infatti, hai visto che appena ha potuto si è bevuto la mia sborra? Sei<br />

sicura che questo sia l’uomo con cui vuoi vivere per tutta la vita?»<br />

<strong>Chantal</strong>, nell’ingenuità di sentimenti che si può avere solo a vent’anni o giù di<br />

lì, aveva risposto: «Lo amo.»<br />

«Certo, oggi, ma tra dieci anni? E a quanti uomini ti avrà offerta tra dieci anni<br />

pur di vedere i loro cazzi o bere la loro sborra? Non mi credi? Bene, stai attenta.<br />

Ora vado in cucina. Tu raggiungici senza far rumore tra un quarto d’ora e<br />

vedrai.»<br />

La sicurezza di Diego l’aveva sconcertata, così lo aveva assecondato.<br />

<strong>Chantal</strong> è lì che osserva la scena. È affascinata e inorridita al tempo stesso. È<br />

la prima volta che vede dal vivo un uomo prenderlo nel culo da un altro. Diego,<br />

una volta accortosi della presenza di <strong>Chantal</strong>, bloccò Giorgio per i fianchi e<br />

cominciò a premere con forza la cappella nel <strong>suo</strong> culo. Il sodomizzato vorrebbe<br />

fuggire, ma la forza delle braccia dell’inculatore e l’eccitazione pazzesca che gli<br />

devasta <strong>il</strong> cervello, glielo impediscono. Immob<strong>il</strong>e, si lascia trafiggere come un<br />

pollo allo spiedo. Quel cazzo è enorme, sente <strong>il</strong> glande d<strong>il</strong>atargli lo sfintere e<br />

pian piano superarlo come una nave che nella tempesta superasse le colonne<br />

d’Ercole. Diego spinge, sbuffa, suda, lo blocca con una forza belluina, poi<br />

all’improvviso <strong>il</strong> muscolo cede e <strong>il</strong> cazzo sprofonda in Giorgio, nel <strong>suo</strong> culo<br />

pronto per l’inculata vera e propria. Giorgio lancia un urlo soffocato<br />

mordendosi <strong>il</strong> braccio, per non svegliare <strong>Chantal</strong>: «Ahhh, porco, fai piano. Mi<br />

spacchi tutto.»<br />

«E non è quello che vuoi? Non sei forse qui con <strong>il</strong> culo all’aria per farti<br />

sverginare da me?»<br />

«Sì… sì… ma fai piano, ti prego.» Giorgio soffre ma è felice. All’età di<br />

quarant’anni sta realizzando un sogno di gioventù. Finalmente un maschio con<br />

<strong>il</strong> cazzo più grosso del <strong>suo</strong> – invero questo è fin troppo grosso, pensa – lo sta<br />

inculando. Gli sta sverginando <strong>il</strong> culo. Sente che ora <strong>il</strong> maschio può entrare in<br />

lui con minore fatica.<br />

«Lo sai che <strong>il</strong> culo ti sta sanguinando? Ti sto inculando a sangue, cornuto.»<br />

28


Un turbinio di immagini si affollano nella testa di Giorgio. Il culo rotto a<br />

sangue. Potrebbe sborrare per l’eccitazione, se non che <strong>il</strong> dolore impedisce al<br />

<strong>suo</strong> cazzo di rizzarsi. Vorrebbe toccarselo, ma la posizione glielo impedisce. È in<br />

balia del cazzo possente di Diego piantato completamente in lui, fino in<br />

fondo… e forse oltre.<br />

«Dì, ricchione, preferisci prenderlo nel culo da me o scopare con le donne.»<br />

Giorgio non risponde, non è in grado. Allora Diego si sf<strong>il</strong>a quasi del tutto e poi<br />

con un colpo poderoso glielo ricaccia tutto dentro. Giorgio lancia un nuovo urlo<br />

soffocato.<br />

«Allora? Cosa mi dici?»<br />

«Porco, preferisco essere inculato da te.»<br />

«Devo ammettere che è proprio divertente incularsi <strong>il</strong> proprio capo. Chissà cosa<br />

ne penserebbero in ufficio.»<br />

Giorgio, con <strong>il</strong> culo d<strong>il</strong>atato a dismisura, percepisce la perfidia del tono di Diego<br />

e comprende di aver fatto un terzo errore, dopo quelli di avergli fatto chiavare<br />

<strong>Chantal</strong> e di avergli bevuto la sborra. Ma <strong>il</strong> piacere di essere lì, prima ancora di<br />

un piacere fisico che tarda a venire, o meglio che affiora lentamente, man mano<br />

che <strong>il</strong> dolore si affievolisce, è più forte di qualunque timore, di qualunque<br />

vergogna. Se Diego lo svergognasse tra i colleghi gli darebbe molto fastidio,<br />

sarebbe persino capace di prenderlo a botte, ma non ora. Ora vuole solo che<br />

quel maschio cazzuto gli spacchi <strong>il</strong> culo.<br />

«Allora, è meglio prenderlo nel culo da me o scopare <strong>Chantal</strong>?»<br />

«Prenderlo nel culo da te.» Non è vero, Giorgio lo sa, ma sa anche che queste<br />

dichiarazioni sono <strong>il</strong> prezzo che deve pagare se vuole essere inculato ben bene.<br />

Diego, come placato nell’orgoglio, comincia a muoversi brutalmente dentro e<br />

fuori dal culo di Giorgio. Lo incula selvaggiamente, con forza e con ritmo. Il <strong>suo</strong><br />

cazzo ha la potenza di una locomotiva mentre sfonda quel povero culo<br />

martoriato. Ora che <strong>il</strong> culo si è adattato alla penetrazione, Giorgio sente <strong>il</strong><br />

piacere giungere. A fatica sposta un braccio in modo da poter afferrare <strong>il</strong><br />

proprio uccello e cominciare a menarselo mentre <strong>il</strong> maschio lo sfonda. Diego,<br />

accelera <strong>il</strong> ritmo fino a renderlo forsennato, poi si volge verso <strong>Chantal</strong> e le fa<br />

l’occhiolino. Ora vuole um<strong>il</strong>iare l’inculato fino in fondo, fino a sborrargli nel<br />

culo, sottometterlo fino a riempirgli tutto <strong>il</strong> culo di sperma. Lo incula senza<br />

pietà, per darsi ritmo lo insulta:<br />

29


«Cornuto, ti spacco <strong>il</strong> culo. Te lo sfondo tutto. Te lo allargo per sempre. Ti<br />

svergino.»<br />

Giorgio eccitato dal cazzo e dal linguaggio dell’ inculatore, accelera <strong>il</strong><br />

movimento della propria sega. Sente che Diego sta per sborrare e vuole venire<br />

insieme a lui, se possib<strong>il</strong>e. Vuole sentire <strong>il</strong> culo stringersi intorno a quel<br />

nerchione sotto le contrazioni del proprio orgasmo. Non sa se sarà doloroso o<br />

piacevole, ma sente che deve trattarsi di un’esperienza estrema. Godere insieme<br />

al proprio inculatore. Allora, lo incita:<br />

«Sì, dai, inculami porco. Spaccami <strong>il</strong> culo. Sfondami tutto. Aprimi in due,<br />

squartami…»<br />

Ed è in quel momento che entrambi raggiungono l’orgasmo. Diego ruggisce:<br />

«Sborro, troia, ti lavo <strong>il</strong> culo. Ahhh!»<br />

Il <strong>suo</strong> cazzo si ingrossa ancor di più e, dando colpi violenti, erutta tutta la sua<br />

sborra in fondo al culo del cornuto.<br />

«Sì, sborrami nel culo, lavami tutto. Lavami. Sono tuo… tuo… tuo.» Giorgio,<br />

sballottato dalla violenza del possesso e in completa balia del <strong>suo</strong><br />

sodomizzatore, gode con la mano e <strong>il</strong> <strong>suo</strong> sperma cade a fiotti sul pavimento<br />

della cucina. Poi, pian piano, ansimando, si placano. Scende un s<strong>il</strong>enzio rotto<br />

solo dal respiro affannoso dei due uomini, anche se solo uno può dirsi maschio.<br />

L’altro si è offerto come femmina sacrificale al rito della sodomia.<br />

Improvvisamente, Diego, con tono derisorio, esclama:<br />

«Hai visto, <strong>Chantal</strong>, <strong>il</strong> tuo uomo come si fa spaccare <strong>il</strong> culo in due? Hai sentito<br />

prima quando ha detto che preferisce farsi inculare da me che scopare con te?»<br />

Giorgio sente <strong>il</strong> sangue gelarsi nelle vene. Cerca di sottrarsi alla posizione<br />

sottomessa, ma <strong>il</strong> <strong>suo</strong> inculatore, prevedendo la reazione, gli ha bloccato le<br />

gambe tenendogliele divaricate e rafforzando la presa ai fianchi. Diego è in<br />

posizione più comoda ed è più forte, così gli è fac<strong>il</strong>e piantare un altro colpo<br />

poderoso fino in fondo al culo del cornuto.<br />

Giorgio riesce a malapena a girare la testa e con la coda dell’occhio intravede<br />

<strong>Chantal</strong>. Non vorrebbe che lei lo vedesse così sottomesso. Vorrebbe poter dire<br />

che è stato violentato, ma mentirebbe. Sotto quel maschio ci si è messo lui. Ha<br />

paura che <strong>Chantal</strong> lo disprezzi, che addirittura lo lasci. Sa che questa inculata<br />

non sarà senza conseguenze. Ora vorrebbe che ciò che è accaduto non fosse mai<br />

accaduto, ma sa che non è possib<strong>il</strong>e: ora, svanito <strong>il</strong> piacere, <strong>il</strong> senso di<br />

appagamento, rimane solo una grande vergogna per ciò che ha detto, per ciò<br />

30


che ha fatto, soprattutto per ciò che si è fatto fare. Diego è ancora piantato<br />

dentro di lui con aria di trionfo. Ha vinto. Ha inculato <strong>il</strong> <strong>suo</strong> capo davanti alla<br />

sua donna. Quando Diego si sf<strong>il</strong>a dal culo, avvicina <strong>il</strong> cazzo con qualche<br />

striatura di sangue, al viso dell’inculato: « Questo sangue è tuo. Guardalo bene<br />

questo cazzo. Osservalo attentamente. Perché sarà la tua ossessione.» Un<br />

s<strong>il</strong>enzio plumbeo accompagna l’uscita di Diego dalla cucina. Non c’è più la<br />

gioia dei sensi. Il sesso ha mostrato <strong>il</strong> <strong>suo</strong> volto più crudele. Quello<br />

dell’um<strong>il</strong>iazione senza godimento. Giorgio rimane immob<strong>il</strong>e. Non ha più voglia<br />

di muoversi, né di vivere. Sente <strong>il</strong> <strong>suo</strong> mondo andare in pezzi. E tutto per <strong>il</strong><br />

dubbio piacere di farsi rompere <strong>il</strong> culo da un <strong>suo</strong> collaboratore. Non poteva<br />

scegliersi un maschio qualsiasi? Uno sconosciuto qualsiasi. Diego non sarà<br />

l’unico maschio superdotato della città. Perché ha scelto un gioco così<br />

pericoloso? Perché ha <strong>il</strong> vizio di farsi del male da solo? In fondo neppure sapeva<br />

di aver voglia di farsi inculare. Con chiarezza lo ha scoperto quel mattino,<br />

quando quel porco si è presentato nudo in cucina, ostentando quel <strong>suo</strong><br />

mostruoso attrezzo di carne. Oltretutto, ora gli fa male <strong>il</strong> buchetto. Buchetto?<br />

Dopo <strong>il</strong> passaggio di Diego, dubita che lo si possa ancora chiamare buchetto. Se<br />

lo sente largo, gli pare che entri l’aria. Deve averglielo aperto come un tunnel<br />

ferroviario.<br />

<strong>Chantal</strong> ha assistito a quell’accoppiamento animalesco. Il <strong>suo</strong> uomo è appena<br />

stato posseduto da un giovane toro che ieri sera ha chiavato anche lei. Non sa se<br />

lei sarebbe capace di farsi inculare in quel modo. Forse con lei Diego sarebbe<br />

più delicato. Diego, Diego. In poco più di dodici ore è entrato nella loro vita<br />

come un ciclone e sta spazzando via tutto ciò che c’era prima. Sta portando alla<br />

luce <strong>il</strong> lato nascosto delle loro personalità. Ha avviato un processo dai m<strong>il</strong>le<br />

risvolti, alcuni francamente inquietanti. Si avvicina a Giorgio e lo accarezza con<br />

tenerezza. Ne comprende lo stato d’animo, ma ne sente pure la debolezza. Un<br />

<strong>suo</strong> collaboratore ha trionfato su di lui: gli ha mostrato un cazzo più duro, più<br />

grosso, più resistente, gli ha sventrato la donna e gli ha spaccato <strong>il</strong> culo. E<br />

domani? Domani che accadrà, quando dovranno tornare in ufficio? Diego saprà<br />

essere complice, come era nelle premesse? Diego è sfrontato, non teme nulla.<br />

Cosa accadrà domani?<br />

31


VENERDÌ, ORA DI PRANZO<br />

QUINTO CAPITOLO<br />

«Sai che stasera ho appuntamento con <strong>Chantal</strong>? Andiamo a ballare da soli.»<br />

Diego glielo comunica entrando nel <strong>suo</strong> ufficio nell’ora della pausa pranzo.<br />

Giorgio rimane allibito.<br />

«Stasera te la inculo, come mi sono inculato te.»<br />

«Io sto ancora lavorando.» Giorgio finge indifferenza, ma le parole di Diego<br />

hanno un effetto deflagrante dentro la sua testa. Quel bastardo intende vedere<br />

<strong>Chantal</strong> da sola. E lei? Lei ha accettato l’invito?<br />

«Ti piace l’idea che stasera te la inculerò tutta? D’altronde tu sai cosa si prova<br />

con <strong>il</strong> mio bastone nel culo» continua Diego, indifferente alla risposta di<br />

Giorgio.<br />

«Siamo in un luogo di lavoro.»<br />

«Lo so, lo so. Hai ragione, ma non riesco a pensare ad altro. Te l’ho già detto:<br />

<strong>Chantal</strong> è bellissima. È meglio chiavare lei che inculare te, sai?» Il tono è<br />

provocatorio prima ancora che di scherno.<br />

«Ne sono consapevole.» Giorgio, irritato dall’insistenza di Diego, si trincera<br />

dietro un linguaggio formale. Non sa quando la smetterà, così per precauzione,<br />

si alza e chiude la porta dell’ufficio.<br />

«Siamo nell’ora di pranzo. Non sei obbligato a lavorare.»<br />

«Non è <strong>il</strong> caso di continuare.»<br />

«Dì la verità, ti è piaciuto come ti ho inculato? Sai, la sola idea me lo fa<br />

diventare duro. Guarda!»<br />

Se lo è tirato fuori e lo sta mostrando a Giorgio, al <strong>suo</strong> capo. È già semieretto, <strong>il</strong><br />

porco.<br />

«Ti ho detto che devo lavorare!»<br />

«Lo so che muori dalla voglia di succhiarmelo. Cosa c’è di male se mi fai un<br />

pompino durante la pausa pranzo. In ufficio no c’è più nessuno, oltre a noi. In<br />

mancanza della bocca di <strong>Chantal</strong> <strong>il</strong> mio cazzo si accontenta della tua.»<br />

«Tu sei pazzo.» reagisce Giorgio, ma ha voglia di succhiarlo, di provare ancora<br />

<strong>il</strong> senso di pienezza che quel cazzo sa dargli. Ha <strong>il</strong> timore di essere scoperto,<br />

perché anche durante la pausa pranzo, capita che qualcuno si trattenga in<br />

ufficio oltre l’orario. In quel momento, dovrebbero esserci solo loro due, ma la<br />

certezza non c’è. Diego, mentre si avvicina al <strong>suo</strong> capo, continua imperterrito:<br />

32


«Immagina quando stasera questa cappella aprirà <strong>il</strong> culetto della tua <strong>Chantal</strong>,<br />

quel buchino così tenero e stretto. Una ragazzina nelle mani di un cazzo<br />

mostruoso, e tu lo sai perché lo hai provato. Stasera, da solo a casa, ti ecciterai<br />

da morire, fino a sborrare senza toccarti.»<br />

Giorgio non ne può più. Sta male per la gelosia e per l’eccitazione, ma alla fine<br />

attrae a sé <strong>il</strong> bacino di Diego e gli prende in bocca <strong>il</strong> cazzo, con l’unico desiderio<br />

di succhiarlo fino a berne lo sperma, fino a sentirlo gonfiarsi dentro la sua gola<br />

prima di esplodere i m<strong>il</strong>le fiotti di sborra di cui è capace quel bastardo. Quello<br />

che Giorgio non sa è che una piccola videocamera nascosta nel <strong>suo</strong> ufficio sta<br />

riprendendo questo pompino, posizionata in modo che si riconosca bene chi<br />

succhia e poco chi se lo fa succhiare. La perfidia di Diego non conosce limiti.<br />

Mentre succhia si chiede come abbia fatto a convincere <strong>Chantal</strong> ad uscire da<br />

sola con lui. Lei sa bene cosa questo significhi. Non c’è possib<strong>il</strong>ità che si<br />

trasformi in una serata in cui due amici vanno a bere qualcosa insieme in un<br />

pub. Lei sa chi è Diego, cosa vuole e cosa ha tra le gambe. Perché ha accettato? E<br />

perché non glielo ha ancora detto? Con che scusa uscirà? Amiche di lavoro?<br />

All’improvviso tutte queste domande si stemperano, si offuscano e<br />

scompaiono. Il pompino diventa l’unica realtà che conti. Giorgio succhia con<br />

passione, e <strong>il</strong> bull gli blocca la testa con decisione, per essere sicuro che non si<br />

sottragga fino alla fine, fino al momento in cui gli riempirà la bocca di sborra.<br />

Non manca molto: Diego sente l’orgasmo montare, sente lo sperma affluire dai<br />

coglioni fino alla punta del glande, sente <strong>il</strong> cazzo ingrossarsi a dismisura e<br />

finalmente esplodere nella gola di Giorgio. Il <strong>suo</strong> capo sta bevendosi la sua<br />

sborra. Un altro trionfo per <strong>il</strong> giovane e ambizioso collaboratore.<br />

VENERDÌ SERA<br />

Giorgio è solo in casa. <strong>Chantal</strong> è uscita con Diego. Non ha cercato scuse.<br />

Glielo ha solo comunicato, senza preamboli. Giorgio ricorda bene tutti gli<br />

attimi. Era seduto sul divano di fianco a lei.<br />

«Stasera esci?»<br />

«Lo sai già, perché lo chiedi?»<br />

«Perché spero che tu mi dica no»<br />

«Invece esco!»<br />

«È la prima volta da quando viviamo insieme che esci senza di me.»<br />

«E me ne pento. Dovevo farlo prima.»<br />

33


«Nessuno te lo ha mai impedito, mi pare.»<br />

«Ma allora non mi serviva.»<br />

«E adesso?»<br />

«Dopo quello che è accaduto tra sabato e domenica scorsi, ho bisogno di capire<br />

cosa voglio davvero, devo ridefinire <strong>il</strong> mio ruolo in tutta questa vicenda.»<br />

«E per capirlo esci con lui?» aveva chiesto Giorgio. Nella mente, <strong>il</strong> sorriso<br />

sardonico di lui, mentre si faceva succhiare <strong>il</strong> cazzo duro, l’aria di trionfo. Ci<br />

stava riuscendo. Gli stava rubando la donna.<br />

«Sei invidioso? Preferiresti uscirci tu?»<br />

«Perché senti <strong>il</strong> bisogno di ferirmi?»<br />

«Credi che non sappia cos’è successo oggi in ufficio?»<br />

«Vedo che vieni informata puntualmente. Ti ha anche detto che mi ha<br />

provocato deliberatamente lui?»<br />

«Naturalmente tu ti sei sottratto.»<br />

A quel punto, Giorgio aveva preferito tacere, rendendosi conto che ogni<br />

possib<strong>il</strong>ità di dialogo in quel momento era sepolta sotto una coltre di irritazione<br />

palpab<strong>il</strong>issima. Lei si era alzata per andare a preparasi. Lo scatto della serratura<br />

gli aveva segnalato che, contrariamente al solito, lei si era chiusa in bagno.<br />

Aveva acceso <strong>il</strong> televisore, ma non riusciva a seguire le immagini. La mente era<br />

distratta dal f<strong>il</strong>m che accadeva nella sua testa. Si era alzato e come in stato di<br />

ipnosi si era diretto verso <strong>il</strong> bagno. Con passo felpato si era avvicinato alla porta<br />

per captare i rumori al di là. Acqua, solo scrosci d’acqua. Poi <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio, quel<br />

s<strong>il</strong>enzio speciale che vi è in un bagno quando <strong>il</strong> getto d’acqua si interrompe.<br />

Allora, senza rendersi conto di quale impulso lo spingesse a tanto, si era<br />

inginocchiato per spiare la sua donna dal buco della serratura. Era nuda e<br />

bellissima. Si stava asciugando con un vasto asciugamano da mare. I <strong>suo</strong>i occhi<br />

la contemplavano. Era innamorato di lei come <strong>il</strong> primo giorno. I lunghi capelli<br />

biondi bagnati scendevano lungo le spalle, disordinati e in attesa dei colpi di<br />

spazzola. Poi lei si era voltata. Il <strong>suo</strong> seno di prof<strong>il</strong>o era sconvolgente. Era<br />

enorme, una quinta abbondante, eppure stava su da solo. Rispetto agli altri seni<br />

debordanti visti in vita sua, quello di <strong>Chantal</strong> aveva <strong>il</strong> grande fascino di non<br />

aver perso le proporzioni. Era equ<strong>il</strong>ibrato nelle proporzioni come una terza<br />

piena, ma più in grande. La bellezza classica di un seno, semplicemente<br />

maggiorato nelle dimensioni. Per quanti anni avrebbe resistito così sodo? Quel<br />

seno era la tortura di tutti i camerieri della città. Non ce n’era uno che non<br />

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avesse provato turbamento davanti alle scollature delle sue camicette estive. E<br />

ogni volta, allontanandosi dal caffè, ne avevano riso di gusto. E quella sera<br />

invece, lei era chiusa in bagno. Si sentiva sola, come lui? O era già proiettata<br />

nella serata che l’attendeva? Lei, aveva cominciato ad asciugarsi i capelli. Come<br />

amava quel momento. Uno dei momenti in cui la bellezza naturale di una<br />

donna risplende più che mai. Diego poteva anche chiavarla, incularla, farle bere<br />

tutta la sua copiosa e densa sborra, ma così non l’aveva mai vista. Questa<br />

intimità era solo sua, riservata a lui, come un premio speciale. Lei poi si era<br />

voltata e si era avvicinata alla porta per prendere qualcosa, e si era accorto che<br />

si era accorciata i peli del pube. Aveva lasciato un piccolo triangolo scuro.<br />

Questo dettaglio lo aveva sconvolto. Fino a quel momento aveva assistito alla<br />

preparazione di una donna che si preparava per uscire. Quel dettaglio rivelava<br />

quali fossero le intenzioni di <strong>Chantal</strong>. Se solo avesse coltivato la speranza che lei<br />

potesse limitarsi ad andare a ballare o a bere qualcosa con Diego, ora quella<br />

speranza poteva seppellirla. Lei voleva chiavare, farsi chiavare da lui. In quel<br />

momento si era ricordato una frase che Diego gli aveva detto durante la pausa<br />

pranzo con pompino: « Stasera te la inculo, come mi sono inculato te.» Vivida<br />

l’immagine di lei alla pecorina, con quel porco cazzuto che si ungeva <strong>il</strong> cazzo<br />

per sfondarle <strong>il</strong> culo, si era formata nella sua mente e aveva preso <strong>il</strong><br />

sopravvento, per poi ossessionarlo tutta la sera e tutta la notte. <strong>Chantal</strong> si era<br />

preparata la fichetta per farsi montare da quello stallone, ma non aveva<br />

minimamente idea di cosa avesse in serbo lui per lei, di quale parte di lei<br />

volesse spaccare in due. Lui sapeva bene in cosa consisteva e quali sensazioni<br />

potesse dare quel trattamento anale, lei no. Lei non ancora. Doveva avvertirla<br />

del pericolo? Lei non lo avrebbe ascoltato, non sarebbe servito a nulla. E lui<br />

sarebbe parso solo più antipatico. Eppure voleva che lei sapesse. Perché ci<br />

teneva tanto ad informarla? Solo per quel vecchio vizio degli anziani nei<br />

confronti dei giovani, che amano metterli in guardia per poter dire poi, “te lo<br />

avevo detto”, come se questo potesse far crescere di un grammo la<br />

considerazione e <strong>il</strong> rispetto? No, in realtà, sperava che l’accresciuta<br />

considerazione potesse aiutarlo a riconquistare la sua <strong>Chantal</strong>,<br />

momentaneamente infatuata di un giovinastro affascinante e cazzuto. Si era<br />

allontanato dal <strong>suo</strong> osservatorio e aveva vergato un foglietto, “Stai attenta,<br />

cercherà di sodomizzarti”, e glielo aveva inf<strong>il</strong>ato nella borsetta.<br />

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SABATO POMERIGGIO<br />

Com’è cambiata in una sola settimana la vita di tutti. Solo sette giorni prima,<br />

alla stessa ora, Giorgio fremeva eccitatissimo di fronte alla prospettiva<br />

dell’avventura della sua donna con Diego. <strong>Chantal</strong>, dopo mesi di insistenza e di<br />

assedio da parte di Giorgio, aveva accettato <strong>il</strong> coinvolgimento sessuale – una<br />

tantum – di un altro uomo in quello che si presentava come un intrigante gioco<br />

a tre. Diego in quel pomeriggio, era ignaro di tutto, o quasi. Sapeva solo che<br />

sarebbe uscito a cena con <strong>il</strong> <strong>suo</strong> capufficio e quella strafica della sua ragazza: la<br />

bellissima <strong>Chantal</strong>. Si stava preparando per essere affascinarla, senza sapere che<br />

<strong>il</strong> destino sessuale della serata era già scritto. Una settimana dopo, alla stessa<br />

ora, Giorgio è impaziente. <strong>Chantal</strong> non è ancora rientrata dalla sera precedente.<br />

Diego è sul letto nudo, mangiava albicocche, si tocca i coglioni e guarda una<br />

partita di tennis alla tv. <strong>Chantal</strong> sta rientrando nel portone di casa sua. Può<br />

ancora chiamarla sua, quella casa? Innanzitutto, l’appartamento è di Giorgio e<br />

da qualche ora non è più sicura di volerci rimanere.<br />

Lo scatto della serratura avverte Giorgio, che prepara <strong>il</strong> <strong>suo</strong> miglior sorriso.<br />

La gioia del ritorno di <strong>Chantal</strong> è vera, ma non è fac<strong>il</strong>e nascondere la paura di ciò<br />

che <strong>il</strong> viso di lei gli potrebbe rivelare. L’intento è lodevole: far finta che nulla sia<br />

accaduto, ma quando c’è una ferita, come nascondere <strong>il</strong> sangue che gocciola?<br />

Lei ha un sorriso stanco. Stanchezza fisica o morale, questo si chiede Giorgio.<br />

Eccesso di attività sessuale e di cazzo o fatica di tornare da lui? Chi lo può<br />

sapere. Ci sono volte in cui, infrangendo ogni comportamento assunto, <strong>il</strong><br />

desiderio prende <strong>il</strong> sopravvento. Senza neppure sapere come stia accadendo,<br />

Giorgio si trova abbracciato a <strong>Chantal</strong> e la bacia. Non le dà <strong>il</strong> tempo né di<br />

parlare, né di sottrarsi. La sommerge d’amore. Ed è così che si ritrovano tra le<br />

lenzuola. Lui per paura che lei abbia già dovuto subire troppi assalti la notte<br />

precedente, è dolcissimo e sfodera tutto <strong>il</strong> repertorio della sua ars amandi, quella<br />

che fino al giorno prima dell’apparizione di Diego, aveva garantito loro una<br />

intensa e felice vita sessuale. La copre di baci, le lecca le cosce e poi scivola sulla<br />

fica, poi la lingua si intrufola dentro. Le mani la accarezzano tutta, scivolano<br />

sulle natiche, percorrono <strong>il</strong> ventre, risalgono ai seni. Tutto procede<br />

meravigliosamente. Lei geme e si lascia fare senza alcuna protesta. Poi, la volta<br />

per leccarle le spalle e la schiena. Ogni curva dello splendido corpo di <strong>Chantal</strong> è<br />

baciata e leccata, fino alle natiche e quando gliele allarga per leccarle <strong>il</strong> buchino,<br />

con un colpo al cuore, constata <strong>il</strong> disastro. Il buco, molto più largo di come lo<br />

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icordava, gli fa capire che è stato sverginato duramente. È così largo che<br />

sembra essere stato posseduto da un cavallo. Per un attimo, ricordando <strong>il</strong><br />

trattamento subito la domenica precedente si chiede se anche <strong>il</strong> <strong>suo</strong> buco, nelle<br />

ore successive, fosse ridotto così. Poi spera che <strong>il</strong> culo di <strong>Chantal</strong>, con lo scorrere<br />

delle ore si richiuda un po’. Lei si è accorta che Giorgio si è fermato. Sente lo<br />

sguardo sul <strong>suo</strong> culo. Che fare? Che dire?<br />

«Sai, avevi ragione!»<br />

«A cosa ti riferisci?» chiede lui.<br />

«A ciò che avevi scritto nel biglietto che mi hai messo in borsa.»<br />

Dunque lo ha trovato, lo ha letto. Ma prima o dopo la sodomia? Deve<br />

chiederglielo? Giorgio non osa. Lei si volta, lo abbraccia e lo bacia<br />

appassionatamente, muovendo <strong>il</strong> bacino fino a che non lo costringe a penetrarla<br />

con quel <strong>suo</strong> cazzetto duro duro. “Quindici centimetri, solo quindici centimetri,<br />

pochi ma buoni”, pensa lei, confrontandoli con i centimetri di Diego, sia in<br />

larghezza che in lunghezza. Giorgio comincia a muoversi in lei immaginando<br />

ciò che lei e Diego hanno fatto la sera precedente. Li immagina sdraiati sul letto<br />

e l’ab<strong>il</strong>e lingua di <strong>Chantal</strong> sta leccandogli <strong>il</strong> cazzo, senza rendersi conto che sta<br />

mettendo a repentaglio la semiverginità del <strong>suo</strong> culetto. Qualche volta, Giorgio<br />

l’ha inculata, ma per un attrezzo delle proporzioni di Diego, ogni culo può<br />

essere considerato vergine. Nella testa di Giorgio, ora quel cazzo, che lo ha<br />

sfondato a sangue domenica mattina, è pronto per trafiggere <strong>Chantal</strong>. Giorgio<br />

scopa s<strong>il</strong>enziosamente abbracciato a lei, c’è nell’aria un’elettricità che <strong>Chantal</strong><br />

decide di interrompere: «Hai sentito cosa ti ho detto? Mi ha inculata, come<br />

avevi previsto.»<br />

Giorgio ansima e non commenta. Lei sente la sua eccitazione e riprende a sussurrargli<br />

nell’orecchio <strong>il</strong> racconto della notte precedente:<br />

“Avevamo già fatto l’amore una volta e poi io glielo stavo leccando, solo che<br />

quando gli è tornato duro mi ha voltata, facendomi inginocchiare alla pecorina<br />

sul letto. Poi mi ha detto di guardare come erano belli i nostri corpi riflessi nello<br />

specchio appoggiato alla parete. Effettivamente eravamo belli. Due magnifici<br />

corpi che stavano per diventare uno solo.<br />

Già, pensa Giorgio con un po’ di ironia, non un gruppo marmoreo, ma un bel gruppo<br />

“carnoreo”, tutto divertito dal gioco di parole.<br />

“Poi, io doc<strong>il</strong>mente l’ho assecondato, pur sapendo che in quella posizione <strong>il</strong> <strong>suo</strong><br />

grosso uccello si sarebbe potuto spingere ancor più in fondo, fino a trapanarmi<br />

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l'utero. Si è sputato sul glande scappellato e ha cominciato a penetrarmi. Mi<br />

mancava <strong>il</strong> fiato, così gli ho chiesto:<br />

«Per favore, fai piano. Sei troppo grosso. In questa posizione, mi squarti.»<br />

«È quello che voglio. – ha risposto lui – Voglio che tu mi senta dentro di te per<br />

sempre».<br />

Appena terminata la frase, mi ha piantato dentro un colpo di cazzo<br />

violentissimo. Sono rimasta senza respiro. Ho protestato:<br />

«Ah, porco, ti prego fai piano».<br />

«Troia, <strong>il</strong> mio cazzo ti piace?»<br />

E ha cominciato ad andare dentro e fuori dalla mia fica con minor irruenza,<br />

ogni tanto però dava colpi possenti. Io non ho risposto. Mi limitavo a gemere.<br />

Lui mi ha riposto la domanda:<br />

«Allora, troia, <strong>il</strong> mio cazzo ti piace, sì o no?»<br />

«Sì, mi piace. Lo sai già. Perché insisti?»<br />

«Più di quello di Giorgio?»<br />

«Lo sai. Ce l'hai più grosso, molto più grosso.»<br />

«Ma ti piace di più?»<br />

«Sì... sì... sì... Diego, sì...»<br />

Il cazzo di Giorgio ha un sussulto. Quel porco ha voluto um<strong>il</strong>iarlo anche a distanza.<br />

“Mi dava colpi che sembravano dovermi spaccare in due. Ho continuato a<br />

subire quel trattamento senza protestare.”<br />

Giorgio, mentre la fotte lentamente, come se volesse far durare l’amplesso per l’eternità,<br />

la immagina alla pecorina e ricorda che in quella posizione è sensualissima.<br />

“Ad ogni colpo di Diego, le mie tette ballonzolavano e mi inarcavo tutta,<br />

sollevando la testa e rovesciandola indietro.”<br />

Giorgio immagina i <strong>suo</strong>i capelli lunghi e biondi, mentre nel movimento del capo<br />

all’indietro disegnano un’onda.<br />

“Quel porco mi ha afferrato i capelli saldamente, come le briglie di un cavallo, e<br />

ha accelerato <strong>il</strong> ritmo. Ansimavo e gemevo. Diego pompava con forza. Non<br />

capivo più niente, Diego sembrava un toro alla monta. Poi ha cominciato ad<br />

armeggiare con la mano sinistra. Non so cosa stesse facendo. Solo dopo ho<br />

capito che aveva immerso le dita in un vasetto che era sul comodino. Poi ha<br />

cominciato a passarle tra le mie natiche. Spalmava della crema. Con delicatezza<br />

ha spinto un dito dentro. Mi chiavava e mi ficcava un dito nel culo.”<br />

«E tu? Tu cosa facevi? » le chiede con un f<strong>il</strong>o di voce, Giorgio.<br />

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“Nulla. Subivo senza ribellarmi. Ero vicina all'orgasmo, ma Diego per evitare<br />

che venissi, ha rallentato la velocità dei <strong>suo</strong>i movimenti, tenendomi sulla corda.<br />

Poi introducendo un secondo dito nel mio culo. Mi sono inarcata e ho<br />

mugolato:<br />

«Porco, cosa mi fai?»<br />

«Indovina.» Mi ha risposto lui con aria di trionfo.<br />

«Mi metti le dita nel culo.»<br />

«Per <strong>il</strong> momento, le dita.»<br />

«Non ci provare nemmeno. Sei troppo grosso.»<br />

«Ma sono bravo. Potrei far passare <strong>il</strong> cazzo anche in un’asola.»<br />

«Sto per godere, ti prego accelera.»<br />

«Non ci penso proprio. Voglio che tu rimanga così sulla corda.»<br />

Poi, si è sf<strong>il</strong>ato dalla mia fica grondante e ha appoggiato <strong>il</strong> cazzo sulle mie<br />

natiche. Avevo paura, molta paura, avevo ancora negli occhi l’immagine di te<br />

inculato da lui e temevo di fare la stessa fine. E al tempo stesso ero eccitata e<br />

curiosa. Cosa avrei provato con quel bestione nel culo? In fondo, anche tu alla<br />

fine avevi goduto intensamente.”<br />

Giorgio, rapito nel racconto di lei, immagina: ”Sta per incularla. La squarterà” e <strong>il</strong> <strong>suo</strong><br />

cazzo subisce un ulteriore indurimento. La cappella è gonfia come non mai.<br />

L’eccitazione, la dolorosa eccitazione di un paio di corna, gli sta facendo scoppiare <strong>il</strong><br />

membro.<br />

“Mugolavo:<br />

«Rimettimelo nella fica, ti prego.»<br />

«Tra un po' ci torno. Non aver paura e r<strong>il</strong>assati.»<br />

Diego ha puntato <strong>il</strong> cazzo tra le mie chiappe, poi ha cominciato a spingere l'asta.<br />

Alla prima vera pressione, ho cercato di sottrarmi, ma lui, da vero maschio, mi<br />

ha bloccata inesorab<strong>il</strong>mente con le sue forti braccia.<br />

«R<strong>il</strong>assati, vedrai che ti piacerà.»<br />

«No, ti prego. Ce l'hai troppo grosso.»<br />

Sostenevo di non volere, ma non mi dimenavo, né mi divincolavo. Un semplice<br />

scarto del bacino a destra o a sinistra gli avrebbe impedito di piantarmi dentro<br />

quel pezzo di carne dura, eppure non lo facevo.<br />

«Non preoccuparti. Ti farò godere, amore.»<br />

Con la mano destra, ha cominciato a sditalinarmi, e io eccitatissima gradivo<br />

quel tocco. Man mano che mi lasciavo trascinare nel piacere, lui ne approfittava<br />

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per far entrare <strong>il</strong> proprio uccello un po' di più. Lentamente, ma inesorab<strong>il</strong>mente,<br />

guadagnava centimetri nel mio culo. Mi d<strong>il</strong>atava <strong>il</strong> buco, poi si fermava per<br />

farlo adattare al grosso intruso. Qualche secondo e poi, aiutato dall'abbondante<br />

lubrificazione, riprendeva la penetrazione.”<br />

Mentre <strong>Chantal</strong> racconta, Giorgio immagina tutte le espressioni del viso di lei,<br />

immagina quanto la penetrazione la facesse soffrire e quanto la facesse godere.<br />

“Entrava senza sforzo apparente: lento, poderoso, inesorab<strong>il</strong>e. Solo i muscoli<br />

delle braccia rivelavano la dolce fatica che stava facendo. Mi stava inf<strong>il</strong>zando<br />

allo spiedo.<br />

«Ahhhh!» Il lamento mi si è strozzato in gola.<br />

«Passa subito vedrai, amore mio.»<br />

Il cazzo di Diego poi è entrato tutto. Mi si è piantato dentro fino in fondo.<br />

L'espressione del mio viso, riflessa dallo specchio, rivelava <strong>il</strong> senso di ingombro<br />

che <strong>il</strong> mio culo stava patendo. Ero invasa. Un paio di minuti per farmi r<strong>il</strong>assare,<br />

poi Diego ha cominciato a muoversi avanti e indietro. Lentamente, dolcemente,<br />

ma mi impalava tutta. Io boccheggiavo, mentre tentavo di non opporre<br />

resistenza per evitare la lacerazione del mio povero culetto. Non volevo fare la<br />

tua fine. Diego mi ha chiesto se mi faceva male, io gli ho detto di no, anzi quel<br />

trattamento mi stava piacendo.<br />

«Sei un porco, ma mi piaci.» gli ho detto.<br />

«Ti piace come te lo metto nel culo?»<br />

«Sì... ora comincia a piacermi, ma fai piano ti prego. Sei troppo grosso.»<br />

«Ti inculo meglio di lui?»<br />

«Sì!»<br />

«Giuralo!» mi ha ordinato, assestandomi un colpo più deciso.<br />

L’ho giurato, sai. Non so se ho detto la verità. È diverso. Con te è meno faticoso,<br />

con lui è un’esperienza estrema. Con te potrei farlo tutti i giorni, ma con lui mi<br />

sentivo posseduta e prossima alla follia<br />

Mi ha chiesto: «Sei mia?» e poi mi ha dato un altro colpo deciso<br />

«Sì, porco. Sono tua. Mi stai spaccando <strong>il</strong> culo. Fai piano.»<br />

«Te lo voglio sfondare, amore. Hai un culo meraviglioso.»<br />

«Ah... sì. Così amore, così.»<br />

Giorgio non può fare a meno di notare che <strong>Chantal</strong>, mentre veniva inculata, ha<br />

chiamato amore Diego.<br />

«Amore, ti inculo, ti inculo tutta. Fino in fondo.»<br />

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«Lo sento.... lo sento … sei enorme, porco... sei enorme, amore.»<br />

Il movimento di lui era diventato regolare. Un movimento di avanti e indietro<br />

che faceva scomparire quell'uccello tutto tra le mie chiappe, per poi farlo<br />

riapparire. La mia sicurezza era svanita. Ero un pezzo di carne tra le sue mani.<br />

Quello stallone mi bloccava i fianchi e mi rompeva <strong>il</strong> culo. Ogni tanto guardavo<br />

quello spettacolo animalesco nello specchio. Io rovesciavo la testa all'indietro<br />

come una leonessa posseduta, lui si aggrappava ai miei fianchi come un leone<br />

ruggente. Poi Diego ha cambiato posizione. Ha appoggiato i piedi sul letto,<br />

cominciando ad incularmi dall'alto. Poggiava le mani sulle mie spalle<br />

costringendomi a piegarmi verso <strong>il</strong> materasso. In questo modo <strong>il</strong> culo era ancora<br />

più esposto al possesso. I colpi dall'alto erano ancora più forti, mentre lui mi<br />

diceva:<br />

«Ti svergino <strong>il</strong> culo. Te lo svergino tutto, vero?»<br />

«Sì... sì...». Facevo fatica a parlare. Gemevo e mugolavo. Ogni volta che <strong>il</strong> cazzo<br />

affondava di più lanciavo un piccolo urlo. Diego mi cavalcava nel culo. Poi,<br />

all'improvviso si è fermato. Si è sf<strong>il</strong>ato con delicatezza. Mi ha voltata,<br />

baciandomi con passione. Mi ha riaperto le gambe, le ha sollevate per<br />

poggiarsele sulle spalle e mi ha ripiantato <strong>il</strong> cazzo nel culo. Ero nuovamente<br />

aperta. Completamente aperta. Mi teneva le caviglie per allargarmi le gambe a<br />

<strong>suo</strong> piacimento, e affondava fino al pube, senza alcuna pietà. Scuotevo la testa e<br />

gemevo in continuazione, fino al momento dell’orgasmo: violento, esplosivo.<br />

Godevo con un martello di carne piantato a forza nel mio culo.”<br />

Giorgio si rammarica di non aver potuto essere lì a vedere quell’inculata. Ricorda la<br />

s<strong>il</strong>houette di <strong>Chantal</strong>: elegante, raffinata. Poi torna ad immaginarla, nuda, ridotta ad un<br />

pezzo di carne mugolante in balia di un selvaggio inculatore. Non ne può più. Sente che<br />

la sborrata è vicina.<br />

“Scuotevo la testa a destra e a sinistra. Per quanto tempo mi ha impalata? Da<br />

quanto tempo mi inculava senza pietà? Come me lo aveva ridotto quel povero<br />

buco del culo? Gridai in preda ad un altro incontenib<strong>il</strong>e orgasmo. Era dunque<br />

quello ciò che ci univa! Diego mi stava rendendo felice, rompendomi<br />

inesorab<strong>il</strong>mente <strong>il</strong> culo, come tu non potrai mai fare. Poi ha cominciato a<br />

sborrare anche lui, lavandomi l’intestino, gli ho gridato:<br />

«Sì, amore, lavami, sborrami nel culo. Sì, riempimi tutta. Fammi tua fino in<br />

fondo. Tutta tua...».”<br />

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Giorgio non può resistere oltre. Accelera ulteriormente i movimenti della scopata. Nella<br />

sua fantasia, <strong>il</strong> buco del culo di <strong>Chantal</strong> è ormai larghissimo, d<strong>il</strong>atato a dismisura,<br />

slabbrato per sempre. Così come lo ha visto pochi minuti fa. Le si richiuderà o<br />

conserverà per sempre la circonferenza del cazzo di Diego? Sborra copiosamente nella<br />

fica di <strong>Chantal</strong>, ma lei no viene insieme a lui. Giorgio intuisce che non è l’orgasmo del<br />

maschio trionfante che possiede la femmina. È l’orgasmo del naufrago che si aggrappa<br />

alla zattera, con la speranza che lo salvi dalla tempesta. È la concessione che una donna<br />

ormai mentalmente lontana, fa al maschio come regalo d’addio. Per l’ultima volta, sarò<br />

tua, per rendere meno doloroso l’addio. O forse è l’ultimo gesto d‘amore. Giorgio è<br />

sfinito. Ha sborrato faticosamente, ma soprattutto ha sofferto le pene dell’inferno<br />

immaginando quella sodomia pazzesca. L’eccitazione è stata così forte da rendergli<br />

dolorante l’uccello. Una scopata interminab<strong>il</strong>e per ingannare <strong>il</strong> dolore, per distrarlo, ma<br />

ora che tutto è finito, ritorna prepotente. Purtroppo la scena nella sua testa non si è<br />

ancora spenta. Pensa che bisognerebbe inventare anche un telecomando per accendere e<br />

spegnere le fantasie. Nell’ultima scena, prima che la stanchezza lo faccia assopire tra i<br />

seni accoglienti della sua donna, Giorgio “vede” Diego che bacia <strong>Chantal</strong> con molta<br />

dolcezza, quasi a compensare la brutalità dell'inculata. Lei ricambia con <strong>il</strong> medesimo<br />

dolcissimo trasporto. Sembra innamorata del maschio che le ha appena sfondato <strong>il</strong> culo,<br />

riempiendoglielo di sborra. Sono teneramente abbracciati sul letto, ed è una tenerezza<br />

che gli fa male. Dal selvaggio amplesso alla tenerezza più avvolgente in una frazione di<br />

attimi. Com'è possib<strong>il</strong>e che gli amanti cambino stato d'animo così rapidamente?<br />

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LUNEDÌ, MATTINA<br />

SESTO CAPITOLO<br />

Mentre passa davanti alla reception dell’agenzia dove lavora, a Giorgio pare<br />

di sentire una voce bisbigliare: «Quando lo fai anche a me un pompino?»<br />

Giorgio si guarda intorno. Ci sono due dipendenti che confabulano tra loro e la<br />

receptionist. Possib<strong>il</strong>e? Un’allucinazione? O forse parlavano tra loro. Giorgio<br />

trova l’atmosfera un po’ surreale. Mentre si allontana, la receptionist lo<br />

richiama: «Mi scusi, dottore. Il direttore generale la sta attendendo.» Giorgio è<br />

stupefatto, perché ha la sensazione che dietro <strong>il</strong> tono apparentemente neutro<br />

della ragazza vi sia un sarcasmo ost<strong>il</strong>e. Non ha <strong>il</strong> tempo di soffermarsi per<br />

chiedere spiegazioni, deve prima capire perché <strong>il</strong> direttore intenda vederlo di<br />

prima mattina. Mentre si allontana, la voce masch<strong>il</strong>e ritorna: «Magari ora fa un<br />

pompino al direttore.» Si volta nuovamente e tutto appare normale, come<br />

prima. La ragazza smista, con aria compunta, la posta e i due impiegati<br />

parlottano tra loro. Preoccupato, Giorgio raggiunge l’ufficio del direttore<br />

generale, bussa:<br />

«Avanti!»<br />

«Buongiorno direttore, mi cercava?»<br />

«Si accomodi. Le devo parlare.»<br />

«Grazie!»<br />

«Si ricorda quella lettera di dimissioni in bianco che ha st<strong>il</strong>ato <strong>il</strong> giorno della sua<br />

assunzione presso di noi?»<br />

«Certo che ricordo. È una prassi consolidata che i dirigenti consegnino la lettera<br />

di dimissioni nel giorno stesso della firma del contratto di assunzione.»<br />

«È giunto <strong>il</strong> giorno in cui datare le sue dimissioni.»<br />

Giorgio è senza parole. La lunga pausa imbarazzata è interrotta dalla domanda<br />

più spontanea: «Perché?»<br />

«Per questo.» Il direttore volta lo schermo del computer verso Giorgio e appare<br />

un messaggio di posta elettronica: “Gent<strong>il</strong>e Direttore, le invio in allegato un f<strong>il</strong>mato<br />

molto istruttivo, in cui si vede bene in che modo <strong>il</strong> direttore artistico dell’agenzia<br />

impieghi <strong>il</strong> tempo della pausa pranzo. Io credo che un’azienda seria come la vostra non<br />

possa tollerare sim<strong>il</strong>i comportamenti. Quale danno deriverebbe all’agenzia se qualcuno<br />

ne venisse a conoscenza? Se non si provvederà immediatamente a risolvere la questione,<br />

sarò costretto ad inviare questo f<strong>il</strong>mato alla proprietà, alle agenzie di stampa e a farlo<br />

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diventare di pubblico dominio facendolo circolare in rete. Sicuro che saprà tutelare <strong>il</strong><br />

buon nome dell’agenzia, porgo distinti saluti.” Poi, precedendo ogni possib<strong>il</strong>e<br />

obiezione di Giorgio, avvia la riproduzione di un video in cui si vede<br />

nitidamente <strong>il</strong> volto di Giorgio mentre succhia un grosso cazzo. Alle spalle è<br />

distintamente riconoscib<strong>il</strong>e <strong>il</strong> <strong>suo</strong> ufficio. «L’ho ricevuto stamattina, per<br />

scrupolo l’ho girato io stesso al proprietario, e gli ho parlato al telefono prima<br />

che la notizia gli giungesse da qualcun altro. Tacere mi avrebbe reso ricattab<strong>il</strong>e<br />

a mia volta, non trova? Lui mi ha ordinato di provvedere affinché sim<strong>il</strong>i<br />

sconcezze non accadano più. Mi spiace, ma non ho alternative.»<br />

Giorgio si chiede chi possa aver fatto le riprese. Nell’ufficio c’erano solo lui e<br />

Diego. E finalmente capisce. Sente <strong>il</strong> mondo crollargli addosso: «Lei sa che mi è<br />

stata tesa una trappola.»<br />

«Anche ai topi, la si tende, e quando ci finiscono dentro ne pagano le<br />

conseguenze.»<br />

Nel frattempo <strong>il</strong> pompino sullo schermo procede, accompagnato dal sonoro dei<br />

risucchi labiali e del turp<strong>il</strong>oquio con cui Diego lo incita a succhiarglielo bene.<br />

«Perché tutto questo deve essere messo in relazione alla mia ab<strong>il</strong>ità<br />

professionale?»<br />

«Non finga di non capire. Direttamente non c’entra. Ma c’è lo scandalo. Lei lo<br />

ha fatto in ufficio non a casa sua. Chi ci ha inviato <strong>il</strong> video ha minacciato di<br />

immetterlo in rete e di inviarlo alla stampa, se lei non si dimetterà.»<br />

«A Diego cosa accadrà?»<br />

«Capisco ciò che intende dire. Può darsi che <strong>il</strong> maschio del video sia Diego, ma<br />

chi può dimostrarlo? Lì, si vede solo <strong>il</strong> <strong>suo</strong> volto, un robusto organo masch<strong>il</strong>e<br />

che le entra in bocca e <strong>il</strong> <strong>suo</strong> ufficio, con un manifesto della nostra agenzia che<br />

campeggia visib<strong>il</strong>issimo sulla parete. Chi ha fatto le riprese è stato ab<strong>il</strong>issimo.»<br />

«Quindi Diego rimane nell’agenzia?»<br />

«Certo. Per cacciare le persone ci vogliono prove. Lei può dimostrare che quel<br />

membro è di Diego? Ah, sì, certo, lei lo sa, ma come potrà dimostrarlo agli altri?<br />

Come lo convincerà a tirarsi giù i pantaloni e le mutande per mostrarlo affinché<br />

tutti possano riconoscerlo?»<br />

Nel tono del direttore si intuiva una grande irritazione.<br />

«Dovrò rivolgermi alla magistratura! E lo scandalo vi travolgerà lo stesso.»<br />

«Glielo sconsiglio. Nessuno darà credito alla vendetta tardiva di un dipendente<br />

che si è dimesso spontaneamente, come dimostra la firma in calce alla lettera di<br />

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dimissioni; l’agenzia la denuncerà per diffamazione: la spelleranno vivo e non<br />

troverà più nessun posto di lavoro. E non può neppure escludere che Diego la<br />

denunci per averlo costretto a subire quel trattamento approfittando del <strong>suo</strong><br />

ruolo gerarchico. Lasci perdere. Noi r<strong>il</strong>asceremo una dichiarazione alla stampa<br />

in cui la ringrazieremo per <strong>il</strong> <strong>suo</strong> operato e le augureremo buona fortuna per <strong>il</strong><br />

<strong>suo</strong> futuro professionale, e potrà accasarsi altrove senza difficoltà. Lei ha molti<br />

estimatori nell’ambiente.»<br />

«Quali garanzie ho che <strong>il</strong> video non circolerà ugualmente? Poco fa, quando<br />

sono arrivato ho colto alcuni commenti malevoli.»<br />

«Purtroppo è diffic<strong>il</strong>e frenare i pettegolezzi. L’assistente tecnico ne è al corrente<br />

ma è tenuto al segreto, pena <strong>il</strong> licenziamento, <strong>il</strong> video lo abbiamo già rimosso<br />

dal server e chi lo ha inviato, dopo <strong>il</strong> nostro colloquio, non avrà più interesse a<br />

farlo circolare.»<br />

«Chi prenderà <strong>il</strong> mio posto?»<br />

«È sicuro di volerlo sapere?» Giorgio annuisce<br />

«Un giovane e promettente rampollo di un'influente e facoltosa famiglia:<br />

Diego.»<br />

«Lei ha l’aria di saperla lunga. Perché, secondo lei mi ha incastrato?»<br />

«Credo che voglia <strong>il</strong> <strong>suo</strong> ruolo, più che <strong>il</strong> <strong>suo</strong> posto. La odia con assoluta<br />

perfidia. I primi tempi si è rivelato un giovane aperto, solare, simpatico, ma nel<br />

frattempo lavorava per la sua rovina. Vuole la sua <strong>Chantal</strong> oltre che <strong>il</strong> <strong>suo</strong> posto<br />

di dirigente. Vuole rubarle l’invidiab<strong>il</strong>e vita che conduce, o meglio che fino ad<br />

oggi ha condotto. Il motivo non lo so. Ma sembra che ci stia riuscendo. Io non<br />

lo avrei coinvolto in giochi a tre con mia moglie: troppo pericoloso.»<br />

«Si sa anche questo?»<br />

«Si sa tutto, cosa crede! Si sa anche che lei si è lasciato sodomizzare sul tavolo<br />

della cucina.»<br />

Giorgio arrossisce:<br />

«La carriera di <strong>Chantal</strong> è a repentaglio?»<br />

«No, perché al di là dell’amore che può provare per lei, salterà sul carro del<br />

vincitore. Diventerà la donna di Diego, e quindi sarà intoccab<strong>il</strong>e.»<br />

«Sgualdrina.»<br />

«No. È saggia. – commenta <strong>il</strong> direttore – Ha ventidue anni e una br<strong>il</strong>lante<br />

carriera davanti. Perché dovrebbe rimanere con un uomo che ama, ma che<br />

sembra destinato alla sconfitta? Perché non dovrebbe innamorarsi di un baldo e<br />

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giovane guerriero che sa combattere, che è disposto a tutto pur di vincere, che<br />

saprà difenderla in ogni momento della vita e potrà garantirle di realizzare se<br />

stessa e i <strong>suo</strong>i sogni di soubrette? Ricorda cosa diceva Pavese? “Le donne prima<br />

di sposare un m<strong>il</strong>ionario, hanno l’accortezza di innamorarsene”.»<br />

LUNEDÌ POMERIGGIO<br />

Stufo di ciondolare senza meta per la città Giorgio è tornato a casa. Apre la<br />

porta e si accomoda in soggiorno. Si versa da bere un tonico. Ne ha bisogno, poi<br />

si va a sdraiare sul letto. Per fortuna lei non c’è. La tempesta è rimandata. Non<br />

riesce a credere che sia potuta capitare una sim<strong>il</strong>e tragedia. E così rapidamente.<br />

Un sabato sera si inizia un gioco a tre e dieci giorni dopo si è sull’orlo dello<br />

scandalo, senza lavoro e forse senza donna. E tutto per colpa di un ambizioso<br />

rampollo di buona famiglia abituato a prendere tutto ciò che vuole, senza<br />

chiedere mai. Certo che con quel cazzo tra le gambe uno si sente autorizzato a<br />

tutto. Un sim<strong>il</strong>e uccello deve dare un grande senso di sicurezza, quasi di<br />

onnipotenza. Gli piacerebbe sapere cosa si prova ad avere tra le gambe un<br />

cazzo enorme, ma purtroppo non lo sa. Può solo immaginarlo. I <strong>suo</strong>i miseri<br />

quindici centimetri, per quanto valorizzati dall’esperienza amatoria,<br />

rappresentano <strong>il</strong> minimo sindacale cui un uomo ha diritto. La natura con lui è<br />

stata parca. Sovrappensiero, Giorgio si tocca l’uccello e pensa: tu, povero caro,<br />

perché non sei grosso come quello di Diego? O almeno quasi come <strong>il</strong> <strong>suo</strong>. Oggi<br />

<strong>Chantal</strong> non sarebbe tentata di lasciarmi. Forse. Ma soprattutto se avessi un<br />

cazzo così grosso non mi sarei lasciato soggiogare da quel bastardo. Quella<br />

domenica mattina in cucina non me lo sarei lasciato cacciare in culo in quel<br />

modo. E se avessi potuto dare io a <strong>Chantal</strong> certe dosi di cazzo, non avrei avuto<br />

bisogno di rivolgermi ad altri. Il tocco del <strong>suo</strong> uccello, eccitato dalle immagini<br />

della sodomia subita e di <strong>Chantal</strong> alle prese con l’enorme nerchia di Diego, si fa<br />

più vigoroso. Il desiderio di masturbarsi si fa impellente. Con un guizzo della<br />

volontà si trattiene. Non vuole sborrare ancora, sarebbe la seconda volta in<br />

poche ore, e lui vuole ricaricarsi per far l’amore con <strong>Chantal</strong>. Così, si volta<br />

dall’altra parte e cerca di riposare. Si sta appisolando quando sente lo scatto<br />

della serratura. È indeciso tra l’alzarsi e andare incontro alla sua donna o<br />

fingere di dormire. Lei ride e invita qualcuno a smetterla.<br />

«Perché dovrei?» risponde una voce masch<strong>il</strong>e «Ti desidero e ti prenderò.»<br />

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Giorgio riconosce la voce di Diego. Ecco come <strong>il</strong> bastardo si gode <strong>il</strong> giorno di<br />

ferie. Lui è in mezzo alla strada. In tutti i sensi. Non ha più un lavoro, teme di<br />

perdere <strong>Chantal</strong>, e se non troverà una soluzione, dovrà rinunciare<br />

all’appartamento e al tenore di vita, e quel figlio di puttana è in giro a<br />

spassarsela con la sua ragazza. Sent<strong>il</strong>i come ridono. Vorrebbe alzarsi e andare di<br />

là a spaccare la faccia a quel damerino figlio di puttana. Sebbene non sia sicuro<br />

di riuscirci. Ha già sperimentato, una domenica mattina, la forza delle braccia di<br />

Diego. Deve trovare qualcosa con cui colpirlo. Si guarda intorno. L’unico corpo<br />

contundente è un abat-jour del comodino. Stacca la spina e la impugna. Ne<br />

saggia <strong>il</strong> peso. Scagliata con forza sulla testa, può fare male davvero. <strong>Chantal</strong><br />

non glielo perdonerà. <strong>Chantal</strong>. <strong>Chantal</strong>. Se lui aggredisce Diego e finalmente<br />

regola i conti, lei come reagirà? Con chi si schiererà. Lei non sa ancora cos’è<br />

accaduto. Penserà ad un accesso di gelosia, non alla giusta vendetta del cornuto<br />

e mazziato. Lui sembrerà <strong>il</strong> crudele e Diego la vittima innocente. Paralizzato<br />

dall’indecisione, Giorgio riappoggia la lampada e addirittura riattacca la spina.<br />

Come quando da bambino rimetteva i fumetti pornografici dei genitori nel<br />

perfetto ordine in cui li aveva trovati affinché loro non si accorgessero che<br />

qualcuno li aveva letti, sfogliati, goduti.<br />

Dal soggiorno giungono solo mugolii. “Quei bastardi cosa stanno facendo”,<br />

si chiede Giorgio. “Ora faccio rumore, così capiscono che c’è qualcuno in casa”.<br />

Ma non lo fa. La curiosità è più forte. Lui si alza dal letto senza far rumore,<br />

percorre <strong>il</strong> corridoio e si inginocchia, poi sporge la testa quel tanto che basta per<br />

vedere ciò che sta succedendo. E rimane di sale. <strong>Chantal</strong> è nuda, in ginocchio<br />

sul tappeto, Diego è nudo sul divano, con le cosce aperte e <strong>il</strong> cazzone in piena<br />

erezione. Lei lecca devotamente le cosce del maschio e gli accarezza le<br />

ginocchia. Le mani in realtà scivolano lungo tutta la gamba, fino ad accarezzare<br />

quei piedi forti e larghi, solidi piedi di maschio. <strong>Chantal</strong> in quella posizione è<br />

fantastica. Molti uomini hanno adorato una dea, ma pochi conoscono la sublime<br />

sensazione di essere adorati da una dea. Giorgio l’ha provata e Diego la sta<br />

provando. In quella posizione, completamente abbandonato alle carezze della<br />

ragazza, Diego è indifeso. Ci vorrebbe un coltello, ma per raggiungere la cucina<br />

si deve attraversare <strong>il</strong> soggiorno. In bagno non ci sono rasoi, e Giorgio si<br />

maledice perché usa i rasoi monouso. Nel frattempo, però, lo spettacolo è<br />

ammaliante. <strong>Chantal</strong> è scivolata con la lingua fino ai piedi e lecca l’alluce destro<br />

del maschio. Ad ulteriore um<strong>il</strong>iazione Giorgio si accorge che quell’alluce è<br />

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grosso quasi quanto <strong>il</strong> <strong>suo</strong> cazzo. Perché la distribuzione dei centimetri di cazzo<br />

deve essere così ingiusta? Perché ci sono uomini che devono affrontare le donne<br />

e la vita con soli dodici centimetri di cazzo e altri che ostentato uccelli enormi,<br />

oltre i trenta centimetri. Maschi che non riescono neppure a fare <strong>il</strong> solletico alle<br />

proprie donne, pur nel pieno dell’erezione e altri che ce l’hanno così grosso da<br />

non riuscire a trovare femmine disposte a lasciarsi trapanare. In entrambi i casi<br />

si tratta di fenomeni da baraccone. Lui ha i <strong>suo</strong>i quindici modesti e dignitosi<br />

centimetri, e gli converrà tenerseli cari cari, anche perché un fallimentare<br />

tentativo di ingrossamento con quegli attrezzi a pompa che vendono per posta,<br />

in gioventù, lo ha fatto.<br />

<strong>Chantal</strong> lecca <strong>il</strong> piede sinistro di Diego. Sta passando la lingua tra le dita. Lui<br />

ha gli occhi chiusi, <strong>il</strong> cazzo svettante. Ecco, come potrebbe punirlo. Non è<br />

necessario ucciderlo, basterebbe tagliargli <strong>il</strong> cazzo, togliergli lo strumento<br />

dell’arroganza, quel meraviglioso uccello che ha tra le gambe, capace di<br />

soggiogare donne e uomini. Per un attimo Giorgio si chiede se Diego non si sia<br />

inculato anche <strong>il</strong> direttore generale, o addirittura <strong>il</strong> proprietario. <strong>Chantal</strong> passa<br />

al piede destro, per un attimo si unge <strong>il</strong> dito medio e poi lo porta verso le<br />

chiappe di Diego. Cosa vuole fare? Vuole provare a inf<strong>il</strong>argli un dito nel culo?<br />

«Vieni fuori da lì, cornuto». La voce è di Diego. Un fulmine a ciel sereno.<br />

<strong>Chantal</strong> si blocca, Giorgio è paralizzato.<br />

«Se proprio vuoi vedere, non farlo di nascosto.» Poi si rivolge a <strong>Chantal</strong>: «Non<br />

smettere, mia piccola dea. Continua a succhiarmi l’alluce mentre <strong>il</strong> cornuto ci<br />

guarda. Per qualche minuto, <strong>il</strong> gioco continua. Giorgio si è spostato nel<br />

soggiorno. Seduto per terra e appoggiato alla parete osserva la scena. Ma<br />

<strong>Chantal</strong> sa che lui è stato licenziato? Possib<strong>il</strong>e che possa dedicarsi con tanta<br />

dedizione a quel porco sapendo che cos’è successo? Giorgio si convince che lei<br />

non lo sappia. O forse ha bisogno di convincersene.<br />

<strong>Chantal</strong>, senza alcuna parola, con la femmin<strong>il</strong>ità delle sue movenze, si<br />

arrampica lungo <strong>il</strong> corpo di Diego, poi gli si pone a cavalcioni e si impala sul<br />

<strong>suo</strong> nerchione. Come un palo di legno che si conficchi nel terreno, <strong>il</strong> cazzo entra<br />

nella fica della ragazza. Una durezza estrema che strappa un gemito alla<br />

femmina. Dopo qualche secondo è tutta impalata. Tutta aperta con <strong>il</strong> palo<br />

ficcato dentro. Diego allunga le mani e le abbranca le natiche, poi gliele allarga.<br />

Un dito nodoso e impertinente si inumidisce con i liquidi della fica e poi si<br />

spinge nel buchetto posteriore fino a penetrare tutto. Maestosa la cavalcata di<br />

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<strong>Chantal</strong> su quel membro poderoso, maestosa. Giorgio non ne può più, si<br />

spoglia e scivola vicino ai due corpi in amore. La tentazione di sodomizzare<br />

<strong>Chantal</strong> mentre Diego la chiava è forte, ma non osa disturbare gli dei del sesso<br />

nel momento del loro accoppiamento. E poi, nel culo, c’è già un dito. Cosa fare?<br />

Come partecipare? Potrebbe alzarsi in piedi e mettersi all’altezza del viso di<br />

<strong>Chantal</strong>, nella speranza che lei gli succhi <strong>il</strong> cazzo, ma teme di essere trascurato.<br />

La ragazza è visib<strong>il</strong>mente impegnata. Così finisce per accoccolarsi tra le gambe<br />

divaricate di Diego e senza una parola prende <strong>il</strong> posto di <strong>Chantal</strong> nel leccargli i<br />

piedi. Poi, constatato che non viene cacciato in malo modo, come un fastidioso<br />

tafano, risale sino alle cosce e comincia a leccare i coglioni duri del maschio che<br />

si sta fottendo la sua donna. La sua lingua si fa sempre più convinta. Lappa i<br />

coglioni duri come noci, di tanto in tanto scivola lungo le cosce, poi si spinge<br />

sino a leccare <strong>il</strong> tronco di carne, approfittando del momento in cui fuoriesce<br />

parzialmente per poi sprofondare nel ventre caldo della femmina. Quel cazzo è<br />

umido degli umori della sua donna. La sua donna sta godendo con un altro<br />

uomo. Cerca di avvolgere quel tronco con le labbra, quasi a misurarne la<br />

larghezza per poi confrontarla con <strong>il</strong> buchetto della sua ragazza. Non riesce a<br />

credere che quella nerchia così larga sia potuta entrare nel culo della sua donna.<br />

Ma è ancora la sua donna? Il dubbio lo avverte. Beh, in fondo vive con lui.<br />

Giorgio lecca tutto ciò che può. Anche <strong>il</strong> dito di Diego che continua a procedere<br />

dentro e fuori dal culo di <strong>Chantal</strong>. Dai gemiti e dal respiro, Giorgio intuisce che<br />

<strong>il</strong> momento dell’orgasmo di <strong>Chantal</strong> si sta avvicinando. Un po’ gli dispiace,<br />

perché sa che quando anche Diego sarà venuto, tutto finirà. Vorrebbe<br />

prolungare questi attimi all’infinito, cancellare tutta la realtà circostante.<br />

Possib<strong>il</strong>e che questo maschio, così bello, così semidio, sia anche così perfido, al<br />

punto di distruggere la vita di una persona solo per un <strong>suo</strong> capriccio? Mentre<br />

<strong>Chantal</strong> gode, Giorgio ha le palle di Diego a portata di denti. Basterebbe poco<br />

per vendicarsi, ma se Diego fosse colpevole, avrebbe corso <strong>il</strong> rischio di farsi<br />

leccare le palle da un uomo che potrebbe nutrire sentimenti di vendetta? Chi<br />

sarebbe così sciocco da mettere i propri coglioni in bocca ad un coccodr<strong>il</strong>lo<br />

incazzato? Giorgio ne deduce che forse è innocente, anche se una voce dentro di<br />

lui gli ricorda che si sta ingannando. “Ti piacciono quelle palle – gli dice la<br />

vocina – leccale e non fare storie, ma non dirti le bugie. Lui è <strong>il</strong> bastardo che ti<br />

ha fatto licenziare e che vuole rubarti la donna. Te l’ha anche detto, ricordi?”<br />

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Mentre Giorgio lecca e monologa su questa faccenda, Giorgio sborra con forza,<br />

gridando <strong>il</strong> possesso, al punto che <strong>Chantal</strong> stessa teme che i vicini possano<br />

sentire e riconoscere che quella non è la voce del <strong>suo</strong> legittimo uomo. Pochi<br />

secondi dopo, mentre <strong>il</strong> cazzo è ancora piantato profondamente nella fica, la<br />

sborra comincia a colare lungo <strong>il</strong> tronco di carne. Giorgio è già lì, perciò gli<br />

viene spontaneo leccarla, raccoglierla tutta sulla punta della lingua e deglutirla<br />

amorevolmente. Poi <strong>Chantal</strong> si sf<strong>il</strong>a <strong>il</strong> cazzo dalla fica, si accoccola di fianco a<br />

Giorgio, prende tra le dita la cappella di Diego e la inf<strong>il</strong>a in bocca al <strong>suo</strong> uomo,<br />

premendo leggermente affinché anche le ultime gocce di sperma, quelle che di<br />

solito tendono a rimanere nel canale seminale, escano.<br />

Pochi minuti dopo, in preda ad una profonda vergogna e ad un odio per se<br />

stesso, per la propria incapacità di vendicarsi di un bastardo che gli sta<br />

rovinando la vita, Giorgio esce di casa. Si inventa un impegno per non dire la<br />

verità. <strong>Chantal</strong> è in cucina e prepara <strong>il</strong> caffè. Quando torna in soggiorno con le<br />

tre tazzine fumanti, si accorge che Giorgio non c’è. Le spiegazioni gliele dà<br />

Diego.<br />

LUNEDÌ SERA<br />

«E così, ti hanno licenziato!» sbotta <strong>Chantal</strong>. Giorgio è appena rientrato in<br />

casa dopo la passeggiata della vergogna. Non ha neppure potuto salutarla.<br />

«Sei già informata, vedo.» È bellissima, non può fare a meno di osservarla tutta,<br />

fino a perdersi nel <strong>suo</strong> sguardo glauco e intenso.<br />

«Certe notizie volano.»<br />

«Sento che sei irritata.»<br />

«Incazzata, vorrai dire.»<br />

«Va bene, ma perché te la prendi con me e non con quel bastardo che mi ha<br />

incastrato: l’angelico Diego?»<br />

«Perché lui mi ha giurato di non essere coinvolto in alcun modo. Anzi ha detto<br />

che gli piacerebbe spaccarti la faccia, visto che <strong>il</strong> culo te lo ha già spaccato. Per<br />

colpa tua ha rischiato di perdere <strong>il</strong> posto anche lui.»<br />

«Perché perdo tempo con un’ingenua come te? Non capisci come sono andate le<br />

cose? In quell’ufficio c’eravamo solo io e lui, e nessun altro può aver girato <strong>il</strong><br />

f<strong>il</strong>mato. Nella ripresa, si vede <strong>il</strong> manifesto dell’agenzia. L’unico angolo per<br />

ottenere quella prospettiva è occupato da un mob<strong>il</strong>e a vetri, quindi, qualcuno ha<br />

50


piazzato la videocamera nell’anta a vetri, nascondendola tra i documenti e i<br />

fascicoli. Io non potevo notarla…»<br />

«Già, eri troppo impegnato a succhiare.»<br />

«E comunque, lo sai che gli hanno dato <strong>il</strong> mio incarico?»<br />

«Ha dovuto accettarlo. L’azienda l’ha costretto per soffocare ogni possib<strong>il</strong>e<br />

scandalo. Lui non lo voleva <strong>il</strong> tuo posto, ed è molto dispiaciuto per te.»<br />

«Non capisci un cazzo. Allora chi avrebbe avuto interesse a far scoppiare lo<br />

scandalo, secondo te?»<br />

«Non lo so, sei tu l’investigatore, trovatelo da solo <strong>il</strong> colpevole. Io so solo che lui<br />

non è.»<br />

«Ti rendi conto che sta cercando di separarci?»<br />

«No! Sei tu, che con i tuoi comportamenti, stai facendo di tutto per perdermi!»<br />

Solitamente, quando è adirata è ancora più bella, ma la paura, questa volta<br />

impedisce a Giorgio di apprezzarla, quella bellezza selvaggia. La sta perdendo,<br />

lo sente. Lo intuiva già prima, ma ora è come una marea montante. Tra un po’<br />

lei si alzerà e uscirà dalla sua vita. Lei continua a parlare:<br />

«Ti rendi conto che benché io ti ami come prima, non sono più sicura di voler<br />

vivere con te?»<br />

«Io mi rendo conto solo di una cosa: tu hai già scelto.»<br />

«Non puoi pensare che tutto ciò che è accaduto mi lasci indifferente. Mi hai<br />

sbattuta tra le braccia di un altro, ti sei fatto sodomizzare da lui. Non sono più<br />

sicura che tu abbia bisogno di me.»<br />

«Non ti ho “sbattuta tra le braccia di un altro”, era un gioco complice che<br />

piaceva ad entrambi, o almeno lo credevo. Ciò che è accaduto quella domenica<br />

mattina non lo avevo messo in conto.»<br />

«Sei sicuro di non aver fatto tutto questo solo per arrivare ad aver a<br />

disposizione un bel cazzo tutto per te? Sei sicuro che io non sia solo l’alibi della<br />

tua omosessualità?»<br />

Ha ragione lei? È davvero così? No, se fosse così gli piacerebbe vedere un<br />

maschio scopare con qualsiasi donna. Lui non è gay, è <strong>cuckold</strong>, lo sa bene. Tutta<br />

la storia dei <strong>suo</strong>i desideri sessuali glielo conferma. Il nucleo di tutto è l’idea di<br />

un maschio che gli fotte la donna, che inf<strong>il</strong>a una grossa nerchia dentro la fica, e<br />

magari nel culo, della “sua” donna. Con qualsiasi altra femmina l’eccitazione<br />

non funzionerebbe. Diventerebbe un qualsiasi spettacolo pornografico, <strong>il</strong> cui<br />

successo dipenderebbe dall’identificazione. Giorgio prova a spiegarglielo:<br />

51


«No. Senza di te, Diego non mi sarebbe interessato. È solo perché ha posseduto<br />

te che ha potuto possedere anche me. E comunque, ti ricordo che anche lui ha<br />

compiuto gesti omosessuali, seppure attivi.»<br />

In quel momento nella sua testa ripassano le immagini della poderosa inculata<br />

subita, e <strong>il</strong> <strong>suo</strong> cazzo, che si era da poco tranqu<strong>il</strong>lizzato, ha un sussulto verso<br />

l’alto. Ha paura che <strong>Chantal</strong> se ne accorga.<br />

«Diego lo ha fatto solo per dimostrarmi quanto sei finocchio.» Nella voce di<br />

<strong>Chantal</strong> l’ira è palpab<strong>il</strong>e, quasi lui stia infangando <strong>il</strong> buon nome del <strong>suo</strong> nuovo<br />

fidanzato.<br />

«Dunque mentre me lo piantava nel culo, provava un grande schifo. E come<br />

mai aveva <strong>il</strong> cazzo così duro?»<br />

<strong>Chantal</strong> a questo non ha pensato. Ma non volendo ammetterlo, inventa:« Lo<br />

eccitava l’idea che io lo guardassi. Era a me che voleva mostrare la sua vir<strong>il</strong>ità, e<br />

spaccarti <strong>il</strong> culo era <strong>il</strong> modo estremo per farlo.» Con quale perverso gusto, lei<br />

dice “spaccarti <strong>il</strong> culo”. La discussione sta degenerando nella volgarità. Brutto<br />

segno.<br />

«Te lo ha detto lui?»<br />

«Certo.» mente lei.<br />

«Sei proprio giovane, se credi ad ogni menzogna che ti viene raccontata. Anche<br />

a lui piacciono i maschi, solo che per vergogna sceglie <strong>il</strong> ruolo attivo. Il giorno<br />

in cui si libererà lo prenderà nel culo come l’ho preso io. E se ti può interessare,<br />

mi è piaciuto farmi spaccare <strong>il</strong> culo. È una sensazione che nessuna donna può<br />

dare ad un uomo, neppure con un cazzo finto tra le gambe.»<br />

Giorgio si stupisce delle sue stesse parole che <strong>suo</strong>nano come liberazione e verità<br />

offensiva sbattuta in faccia a lei. Comprende un attimo dopo, di aver detto<br />

troppo, di averla offesa e di aver reso invalicab<strong>il</strong>e <strong>il</strong> solco che li divide.<br />

«D’ora in poi, potrai farti inculare da chi vorrai, senza problemi, ti lascio la casa<br />

libera. Anche se temo che dovrai rinunciare al cazzo di Diego.» Si alza e va in<br />

camera per preparare la valigia. Lui non si muove. È stata una giornataccia, è<br />

esausto, perché dovrebbe combattere invano? Lei getta gli abiti alla rinfusa nella<br />

valigia. È incazzata, sente di amarlo ancora, di amarlo più che mai, ma sente di<br />

non poter più vivere con lui, <strong>il</strong> <strong>suo</strong> futuro non è più in quella casa.<br />

Giorgio la raggiunge in camera: cerca di fermarla, di baciarla, ma viene<br />

respinto. Inesorab<strong>il</strong>mente. Allora, ferito, si lascia andare a frasi che complicano<br />

ulteriormente la discussione:<br />

52


«Vai a stare dai lui?»<br />

«Non lo so. Ci penserò!»<br />

«Solo perché ha <strong>il</strong> cazzo più grosso? È solo una questione di cazzo?» chiede<br />

sarcasticamente, lui, puntando dritto lo sguardo duro negli occhi azzurri e<br />

profondi di lei.<br />

«Capisco <strong>il</strong> tuo stato d’animo, ma è una questione di vita. La vita con te è<br />

diventata faticosa. Devo fare molti sforzi per farla funzionare e non riesco più<br />

ad immaginare un futuro nostro. Con Diego è tutto più semplice. Siamo quasi<br />

coetanei, abbiamo lo stesso punto di vista e abbiamo voglia di progettare un<br />

futuro insieme.» Risponde lei pacatamente, come placata dalla scelta appena<br />

compiuta.<br />

«Oh Oh, la vita è diventata faticosa in soli dieci giorni. La verità è un’altra. Ti è<br />

bastato prenderlo nel culo per desiderare un futuro con lui.» Dice Giorgio<br />

amaramente, e si volta per andarsene sul balcone. Non vuole vederla uscire di<br />

casa. Lei – colpita dall’amarezza di lui – si sente improvvisamente colpevole e<br />

prova a trattenerlo per <strong>il</strong> braccio:<br />

«Non capisci che pur amandoti, non posso vivere con te? Non riesco più ad<br />

immaginarla una vita insieme a te.»<br />

Lui si libera della presa e con cattiveria aggiunge: «Lasciami stare. Ci sono<br />

um<strong>il</strong>iazioni che danno piacere, come prenderlo nel culo e altre no. Ho ancora un<br />

briciolo di dignità. Vattene, ma risparmiami le menzogne.»<br />

«Non credi che sia meglio darci del tempo per capire cosa ci stia capitando?»<br />

«Si dice sempre così, quando si scarica l’altro. È una pietosa bugia. Ti crederei<br />

se tu andassi a vivere da sola, ma tu vai da Diego. Per capire meglio ciò che<br />

vuoi dal futuro, visto che sei confusa, potresti sempre andare per un po’ in<br />

convento, non credi?»<br />

Poi, se ne va. <strong>Chantal</strong>, in mezzo alla camera vorrebbe piangere e al tempo stesso<br />

gridargli una sf<strong>il</strong>za di insulti. Non ha <strong>il</strong> diritto di trattarla così. Trascura che<br />

l’abbandonato è Giorgio, non lei. Che lui ha più motivi per soffrire. Lei si sente<br />

troppo giovane per dover fare scelte così impegnative. Mentre lo vede di spalle<br />

sul balcone, si rende conto che ci sono momenti in cui anche i grandi amori non<br />

riescono più ad esprimersi. Sommersi dagli eventi, sembrano voler soccombere,<br />

e non rimane che sperare che sotto la cenere covi ancora una minuscola fiamma.<br />

53


UN ANNO DOPO, CIRCA<br />

SETTIMO CAPITOLO<br />

«Dai porco, fott<strong>il</strong>a. Squartala tutta. Faglielo sentire fino all’ombelico quel tuo<br />

grosso uccello. <strong>Chantal</strong>, ti piace <strong>il</strong> cazzo di Diego? Ti piace?» La voce di Giorgio<br />

invade la stanza.<br />

«Sì mi piace. Da morire, mi scopa divinamente. Molto meglio di te. Lui sì che sa<br />

come si chiava una donna. Guardalo quando lo tira fuori dalla mia fica. Guarda<br />

come ce l’ha grosso: è almeno <strong>il</strong> triplo del tuo. E ce l’ha più duro, più resistente<br />

e ha molta più sborra nelle palle. Il tuo è solo un misero cazzetto, non potrai<br />

mai fare godere una donna come fa lui.» Giorgio è vicino all’orgasmo, i due<br />

chiavatori, accorgendosene, accelerano <strong>il</strong> ritmo della scopata. Sanno che Giorgio<br />

sborrerà solo dopo che avrà visto <strong>il</strong> maschio godere. Quando è prossimo<br />

all’orgasmo, lo stallone estrae la sua grossa nerchia dalla fica della donna e<br />

gliela lava tutta. I fiotti di sborra sembrano non finire mai e le imbrattano anche<br />

i capelli. Lei gode, o finge di godere. Lui, no, lui non può fingere. Il <strong>suo</strong><br />

orgasmo è vero. Subito dopo anche Giorgio gode copiosamente. Qualche<br />

minuto più tardi, placati gli istinti di tutti, i due scopatori si baciano<br />

teneramente, si alzano dal letto, si rivestono, raccolgono i soldi dal comodino,<br />

salutano Giorgio e se ne vanno. Da circa un anno è così: ogni volta che ha un<br />

po’ di soldi, lui telefona e chiede se possono raggiungerlo. Ogni volta, Luana, la<br />

bella prostituta bionda e Boris <strong>il</strong> <strong>suo</strong> stallone si presentano da lui e mettono in<br />

scena una chiavata tra Diego e <strong>Chantal</strong>. Il maschio lo insulta, lei gli denigra <strong>il</strong><br />

cazzo, e Giorgio – pur sapendo che è una finzione – si spara una sega feroce fino<br />

a sborrare.<br />

Una volta, lei gli si è offerta, ma Giorgio – con tono contrito - ha rifiutato:<br />

«Sei gent<strong>il</strong>e, grazie. Ma non ci riesco. Da quando se n’è andata non posso più<br />

fare l’amore con nessuna donna. Mi dispiace.»<br />

In un’altra occasione, in preda ad una forte eccitazione ha chiesto al maschio di<br />

potergli toccare <strong>il</strong> cazzo. L’uomo, visib<strong>il</strong>mente seccato, voleva rifiutare, poi ha<br />

accettato su muta implorazione della sua compagna. Era come se lo sguardo di<br />

lei gli dicesse: “Poverino, fallo contento. Non vedi quanto soffre?” Giorgio era<br />

in ginocchio e come in stato ipnotico glielo accarezzava tutto, ne sentiva la<br />

consistenza, tastava i testicoli gonfi di sperma. Alla fine, <strong>il</strong> maschio, incuriosito<br />

gli aveva chiesto se Diego l’avesse grosso come <strong>il</strong> <strong>suo</strong>. In trance, Giorgio aveva<br />

54


isposto: «No, <strong>il</strong> tuo è più grosso e più bello.» Stava mentendo? «La prova è che<br />

<strong>il</strong> <strong>suo</strong> sono riuscito a prenderlo nel culo, <strong>il</strong> tuo non potrei. È troppo largo.» in un<br />

pomeriggio più sfrenato di altri, Giorgio chiese a Luana di farsi inculare dal <strong>suo</strong><br />

maschio. Dopo qualche sapiente reticenza e un cospicuo aumento della tariffa,<br />

lei aveva acconsentito. Era stata una bella inculata e Giorgio aveva goduto più<br />

del solito. Per un attimo, avevano colto sul <strong>suo</strong> viso un’espressione serena,<br />

pacificata. Negli incontri seguenti loro sarebbero stati disposti a farlo ancora,<br />

ma lui non poteva permettersi <strong>il</strong> lusso di quella tariffa, e lei non poteva per<br />

motivi professionali, fare sconti sulle prestazioni.<br />

Un bel giorno, come capita ai fidanzati, <strong>Chantal</strong> e Diego decidono di<br />

sposarsi. <strong>Chantal</strong> si chiede se sia <strong>il</strong> caso di invitare Giorgio al matrimonio, ma<br />

ne ha perduto le tracce. Forse tramite qualche amico comune potrebbe<br />

rintracciarlo, ma deve farlo? È opportuno farlo? Alla fine, risolve di non<br />

invitarlo, ma non si sente la coscienza a posto. Lei lo vorrebbe vicino a sé,<br />

seppure sia cosciente che <strong>il</strong> giorno del matrimonio seppellirà definitivamente <strong>il</strong><br />

loro grande amore, ma come spiegarlo allo sposo? Diego è un ragazzo<br />

meraviglioso, affascinante, intelligente e comprensivo, ma a tutto c’è un limite.<br />

Le chiederebbe perché ci tenga tanto ad invitare quello sfigato di Giorgio. Certo,<br />

lei potrebbe trincerarsi dietro <strong>il</strong> vess<strong>il</strong>lo dell’antica amicizia, ma saprebbe di<br />

mentire. Giorgio occupa ancora un posto speciale dentro di lei. Un posto che<br />

non tutti possono capire o apprezzare. A chi confidare quel peso sul cuore? A<br />

sua madre che vibra di felicità per questo matrimonio con <strong>il</strong> rampollo di una<br />

ricca famiglia cittadina? A <strong>suo</strong> padre che è sempre stato un po’ geloso di<br />

Giorgio, visto che li separavano pochi anni. Alle amiche, che le darebbero della<br />

matta? Cosa se ne fa di uno sfigato di vent’anni più vecchio di lei, quando ha la<br />

possib<strong>il</strong>ità di amare ed essere amata da un ragazzo fantastico e benestante come<br />

Diego? Solo la vecchia zia Sofia, che ha sacrificato all’amore l’intera vita,<br />

potrebbe capirla. Donna di temperamento romantico, era fuggita a Parigi in<br />

gioventù con un pittore spiantato e vanaglorioso. Dieci anni dopo era tornata<br />

alla casa paterna, con una cospicua dote. Nessuno aveva chiesto notizie del<br />

pittore e lei non ne parlò. Solo a <strong>Chantal</strong>, ormai diciottenne, aveva confidato che<br />

quei soldi erano <strong>il</strong> frutto del <strong>suo</strong> mestiere di ballerina, disposta ad arrotondare<br />

come squ<strong>il</strong>lo d’alto bordo. La zia le ha fatto sognare i lustrini e le pa<strong>il</strong>lettes del<br />

mondo dello spettacolo, le ha parlato dei grandi alberghi e dei palcoscenici,<br />

55


della considerazione di cui i ricchi circondano le fanciulle piacenti.<br />

Disgraziatamente la zia, all’età di sessant’anni era fuggita nuovamente, con un<br />

ballerino di flamenco di passaggio in città, e non si avevano più sue notizie.<br />

Giorgio ha saputo del matrimonio. Maledice ancora <strong>il</strong> giorno in cui ha<br />

presentato Diego a <strong>Chantal</strong>. Ormai le cose hanno imboccato quella strada. Non<br />

c’è più nulla da fare. Rapire la sposa? Si può fare, se lei acconsente. Ma <strong>Chantal</strong><br />

vuole sposarsi: questo riferiscono gli amici comuni. Il mattino della cerimonia,<br />

luminoso come un giorno perfetto, lui si nasconde in un piccolo caffè nelle<br />

vicinanze della chiesetta nuziale e osserva tutto. D’altronde è o non è un<br />

<strong>cuckold</strong>? Se è stato capace di godere vedendo la propria donna posseduta da un<br />

altro, perché non dovrebbe provare piacere masochistico nel giorno in cui lei si<br />

sposa? Giorgio li vede salire separatamente le scale. Diego è elegante come un<br />

figurino, ma lui sa quali muscoli possenti nascondano quell’abito, soprattutto<br />

tra le gambe, dove svetta l’organo principale. Poi giunge lei, accompagnata dal<br />

padre, fasciata da un abito che ne esalta la prorompente bellezza. E la sua<br />

quinta di seno, esplode in tutto <strong>il</strong> <strong>suo</strong> splendore. Giorgio vorrebbe avere in tasca<br />

una pistola o un’arma qualsiasi per sparare a Diego, o per obbligarlo a chiavare<br />

ancora <strong>Chantal</strong> davanti a lui. Quante volte prima di addormentarsi sogna di<br />

vederli scopare insieme. Di vedere <strong>Chantal</strong> nuda tra le braccia di lui, come quel<br />

sabato sera in cui cominciò la sua rovina.<br />

Con circospezione si avvicina un po’ alla chiesa. Gli sposi sono già dentro.<br />

Vorrebbe riuscire ad entrare anche lui, magari confondendosi tra i cantori del<br />

coro, o mimetizzandosi tra le vecchiette che approfittano di un’altra messa per<br />

assicurarsi <strong>il</strong> paradiso. Infine, nonostante la folla, riesce ad intrufolarsi e<br />

guadagna una posizione dietro una colonna da cui può seguire bene la<br />

cerimonia. Tutto ha inizio e procede secondo i dettami della liturgia, ma<br />

quando si avvicina <strong>il</strong> momento del sì, forse per colpa di un gesto maldestro,<br />

<strong>Chantal</strong> lo vede. Un tuffo al cuore, un lieve rossore subito dissimulato e poi<br />

torna a concentrarsi sulla cerimonia, ma quando dice “sì” le sfugge una lacrima,<br />

che tutti credono sia di felicità.<br />

56


CINQUE ANNI DOPO<br />

OTTAVO CAPITOLO<br />

L’appartamento è discreto e decoroso. L’altezza attutisce i rumori che<br />

provengono dal boulevard. Tutto è in ordine, tutto è lindo. Forse è stato<br />

riordinato in previsione di questo appuntamento. Si percepisce la mancanza del<br />

tocco femmin<strong>il</strong>e, d’altronde <strong>il</strong> maschio che l’ha trascinata lì vive solo. <strong>Chantal</strong><br />

non sa perché, non sa da quanto tempo. Sa che ci sarà tempo per parlare, ora è<br />

di altro che ha bisogno. Come se le leggessero i pensieri, come se sapessero di<br />

cosa ha bisogno, le mani di lui le accarezzano la vita e con una leggera<br />

pressione la fanno voltare. Quando si ritrovano viso a viso, nulla può impedire<br />

che si bacino. Li travolge la passione. Nessun ostacolo, né rimorso, si frappone<br />

tra loro. Ciò che sta accadendo non può non accadere. Non la coscienza, né la<br />

morale, né l’idea che stia tradendo <strong>suo</strong> marito, <strong>il</strong> <strong>suo</strong> amato Diego. E neppure la<br />

paura di mettere a repentaglio la sua reputazione di affermata star del mondo<br />

dello spettacolo, di donna che vive nel deludente mondo di lustrini e pa<strong>il</strong>lettes di<br />

cui le aveva parlato zia Sofia. Senza una parola, e senza interrompere <strong>il</strong> bacio<br />

prolungato, lei e <strong>il</strong> maschio si ritrovano nudi, senza alcuna difficoltà, né<br />

imbarazzo. Lui la prende in braccio e mentre la porta in camera da letto, le<br />

sussurra: «Benvenuta tra le mie braccia». Il maschio la appoggia sul letto, poi<br />

per un attimo si ferma a contemplare quel corpo meraviglioso. Dentro di sé<br />

percepisce un’emozione intensa: «Sei bellissima.» Poi, quasi a stemperare<br />

l’emozione, aggiunge scherzosamente: «Meglio che in televisione.» Si sdraia al<br />

<strong>suo</strong> fianco e comincia ad accarezzarla tutta, proprio tutta: dai capelli lunghi e<br />

biondi alle palpebre socchiuse, dalle labbra rosee al collo delicato, dalle spalle<br />

morbide al seno prorompente. Poi la mano scivola più giù, accarezza <strong>il</strong> ventre, <strong>il</strong><br />

pube, ma senza soffermarsi. Le cosce, le ginocchia, le gambe, i piedi:<br />

un’esplorazione che è una presa di possesso. I polpastrelli certificano che quella<br />

donna bellissima è veramente lì, sdraiata e disponib<strong>il</strong>e su quel letto di scapolo<br />

impenitente. Dal tocco al bacio, <strong>il</strong> passaggio è talmente naturale da parere<br />

impercettib<strong>il</strong>e. Lui la bacia dolcemente, ma tutta. Non c’è parte del corpo di<br />

<strong>Chantal</strong> che venga trascurata. E a lei piace essere coccolata in questa maniera. Si<br />

lascia andare ad occhi chiusi. Solo dopo un tempo che le pare senza fine, sente<br />

le mani dell’uomo farsi strada tra le cosce, allargargliele per permettere al<br />

glande di penetrarla. E lo lascia fare. Sapeva che sarebbe accaduto. Desidera<br />

57


essere presa da quell’uomo. Il cazzo del maschio non è grosso come quello di<br />

Diego, <strong>suo</strong> marito, ma le piace ugualmente. Si ripromette, in un attimo di<br />

coscienza, di succhiarglielo, quasi come un ringraziamento per tutta la dolcezza<br />

che le sta donando. E comunque compensa in durezza ciò che gli manca in<br />

grossezza. C’è qualcosa di r<strong>il</strong>assante nel lasciarsi penetrare da un uccello che<br />

non le riempie tutta la fica, che non la d<strong>il</strong>ata fino allo spasimo. Far l’amore così<br />

non implica alcuna fatica. E se anche <strong>il</strong> maschio dopo volesse incularla, lei si<br />

concederebbe, perché la cosa non la spaventa come talvolta le accade con Diego.<br />

I primi tempi, dopo gli inizi della loro convivenza, si sentiva molto attratta dalle<br />

situazioni di sesso estremo che le dimensioni del cazzo di Diego potevano<br />

garantirle. Uccello grosso, grande scopatore, ab<strong>il</strong>e inculatore. Cosa poteva<br />

chiedere di più? Sapeva di essere molto invidiata per questa fortuna, ma ogni<br />

amplesso la costringeva a dover essere all’altezza della prestazione. Alla lunga,<br />

calata la passione, poteva diventare una fatica. Ora, invece, in questo discreto<br />

appartamento parigino, con un uomo che ha dimensioni dell’uccello<br />

notevolmente più contenute e che però sa come amarla, non c’è alcuna ansia da<br />

prestazione, nessuna fatica da fare, nessun assalto da subire. Fanno l’amore a<br />

lungo. Non hanno bisogno di molte parole, qualche tenerezza, hanno solo<br />

bisogno di sentirsi, di sapere che sono lì abbracciati, quasi naufraghi su quel<br />

letto, nel bel mezzo di un mondo che pare un mare in tempesta. Dopo un tempo<br />

incalcolab<strong>il</strong>e, in cui i loro corpi hanno trovato la sincronia perfetta, giunge<br />

l’orgasmo: simultaneo e travolgente. È <strong>il</strong> momento in cui <strong>il</strong> loro incontro<br />

raggiunge la perfezione dell’essere. Dopo, non c’è più bisogno di nulla,<br />

potrebbero rimanere lì per l’eternità.<br />

<strong>Chantal</strong>, appoggiata alla ringhiera del balcone, osserva l’imbrunire e pensa.<br />

La mente rievoca giorni lontani. Ricorda momenti in cui dovette fare scelte<br />

dolorose. Quando Giorgio fu licenziato, lei dovette decidere se continuare a<br />

vivere con lui o lasciarlo. C’era Diego, ma era quasi un amore parallelo, che non<br />

collideva in alcun modo con quello provato per Giorgio. Era come se i due<br />

uomini occupassero, misteriosamente, due sfere separate della sua esistenza.<br />

Tanto romantico e bohémien era l’amore per Giorgio, quanto rassicurante si<br />

presentava l’amore per Diego. Lei avrebbe potuto continuare tranqu<strong>il</strong>lamente<br />

così, ma ci fu lo scandalo. Non era più possib<strong>il</strong>e farli convivere questi due<br />

amori, e poiché <strong>il</strong> futuro di Giorgio era divenuto assolutamente precario, non le<br />

58


imaneva che scegliere Diego. Non era una questione di calcolo, ma emotiva.<br />

L’incertezza contro la certezza. La realizzazione del proprio futuro contro la<br />

fine di tutti i propri sogni di soubrette. Chi preferirebbe un’insicurezza<br />

quotidiana a fronte di una rassicurante stab<strong>il</strong>ità? E se anche scegliesse<br />

‘incertezza, quanto tempo trascorrerebbe prima di cominciare a lamentarsene<br />

per rammaricarsi di non aver preferito la stab<strong>il</strong>ità? Se fosse rimasta con Giorgio,<br />

avrebbe dovuto rinunciare alla carriera cui aspirava, Diego, invece, che ne<br />

aveva preso l’incarico, le aveva rapidamente garantito parti interessanti in<br />

spettacoli che le avevano consentito di mettersi in luce, di mostrare <strong>il</strong> proprio<br />

talento e aspirare ad altro. Ma dovette chiudere con Giorgio. Lasciare un uomo<br />

quando non lo si ama più, è fac<strong>il</strong>e, ma come si fa a lasciare l’uomo che si ama? E<br />

per cosa? Una luminosa carriera? Un amore in cambio di un sogno. Un po’ poco<br />

forse. Ciò che, in realtà, l’aveva indotta a scegliere Diego era stata la paura<br />

dell’alternativa alla carriera. Si vedeva già casalinga con prole? No grazie.<br />

L’uomo la raggiunge sul balcone, e le offre un’albicocca. Lei lo guarda e<br />

sorride. Quasi proseguendo <strong>il</strong> corso dei <strong>suo</strong>i pensieri, bisbiglia: «E adesso siamo<br />

qui. <strong>Chantal</strong> e Giorgio sono qui, ancora insieme, a dispetto di tutto e di tutti.<br />

Contro lo scorrere del tempo e degli eventi. A volte credo che la vita sia<br />

bastarda perché si diverte ad intralciare i grandi amori, come se volesse metterli<br />

alla prova.»<br />

«Sembra che i grandi amori la infastidiscano. Forse perché la vita è meschina.»<br />

Eccolo <strong>il</strong> <strong>suo</strong> bohémien, lo riconosce. Il tempo non lo ha cambiato.<br />

«Da quanto tempo vivi a Parigi?»<br />

«Da dopo <strong>il</strong> tuo matrimonio. Quel giorno ho dovuto rendermi conto che non<br />

potevo trascorrere <strong>il</strong> resto della vita ad attenderti. Tu non saresti più tornata da<br />

me, così ha accettato un lavoro a Parigi.<br />

«Ma <strong>il</strong> caso ha voluto che ci incontrassimo nuovamente. Se non avessimo<br />

portato <strong>il</strong> nostro spettacolo a Parigi, ora non saremmo qui. Quando ti ho visto<br />

tra <strong>il</strong> pubblico ho provato un tuffo al cuore.»<br />

«Passavo per caso davanti al teatro, e quando ho letto <strong>il</strong> tuo nome sulla<br />

locandina sono entrato subito a prenotare. A costo di farmi sanguinare<br />

nuovamente <strong>il</strong> cuore, non potevo mancare.»<br />

La sera è scesa. <strong>Chantal</strong> deve andare. Lui le chiama un taxi. Si salutano davanti<br />

al portone con un bacio appassionato, poi lei sale sula vettura che si avvia.<br />

59


Mentre si allontana sa che ha deciso. Continuerà la sua vita con Diego, tutto<br />

sarà come prima perché è <strong>suo</strong> marito e perché lo ama, ma quando avrà bisogno<br />

del fascino di un uomo di mezza età, di una notte d’amore con un tocco<br />

dell’antica bohème, che <strong>il</strong> successo le sta rubando giorno dopo giorno, non<br />

dovrà far altro che tornare in quel piccolo appartamento di Boulevard Voltaire.<br />

E se la tournée andrà bene, sarà a Parigi almeno una volta l’anno. Giorgio,<br />

sapendo che lei lo ama ancora e che almeno una volta l’anno l’avrà tra le<br />

braccia, saprà accontentarsi. Si ameranno ancora. Si ameranno nell’unico modo<br />

che la vita consente. Si ameranno clandestinamente.<br />

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