You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
SABATO SERA<br />
CHANTAL E IL CUCKOLD<br />
DI DENIS QUIDAM<br />
PRIMO CAPITOLO<br />
Giorgio li scruta nel buio della sala cinematografica, approfittando dei cambi<br />
di luce delle scene che si susseguono sullo schermo. Osserva i loro gesti, i loro<br />
movimenti, per cogliere l’attimo in cui la mano di Diego si poserà sul ginocchio<br />
di <strong>Chantal</strong>, la sua ragazza. Dentro di sé sente una voce che gli sussurra: «Dai,<br />
toccala. Forza, non aver timore. Voglio vederla la tua mano che risale lungo le<br />
sue cosce morbide. Non hai idea di quanto la sua pelle sia serica. Toccala, dai,<br />
toccala». Secondo Giorgio, <strong>il</strong> ginocchio è <strong>il</strong> punto più indifeso e ogni possib<strong>il</strong>e<br />
assalto alla fedeltà della sua <strong>Chantal</strong> comincerà da lì. Ma non sembra accadere<br />
nulla. La ragazza segue attentamente le immagini sullo schermo. Diego, l’amico<br />
che dovrebbe insidiare la fedeltà di <strong>Chantal</strong> e cornificare Giorgio, sembra una<br />
statua di gesso. Nulla che preannunci toccamenti e carezze. Eppure a Giorgio<br />
sembra che le premesse siano state chiare e che tutto debba congiurare per<br />
spingere <strong>Chantal</strong> tra le braccia di Diego e viceversa. Il cinema è parso<br />
l’ambiente più propizio. Vi proiettano un f<strong>il</strong>m raffinatamente erotico, softcore,<br />
di cui tutti consigliano la visione e che lui ha scelto apposta per accendere i<br />
sensi di lei. Ma non sta succedendo nulla. Lui, <strong>Chantal</strong> seduta tra loro, e Diego<br />
sull’altro lato, sembrano paralizzati. E sì che ciascuno ha un ruolo da svolgere:<br />
la femmina disponib<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> toro da monta e <strong>il</strong> potenziale cornuto. La loro paralisi<br />
non è sicuramente merito della trama del f<strong>il</strong>m. Quel poco di erotismo che scorre<br />
sullo schermo è annegato in una melassa psicanalitica. Il loro è solo imbarazzo.<br />
Nessuno sa cosa fare. Giorgio vorrebbe favorire l’evolversi degli eventi<br />
sollevando leggermente la gonna di <strong>Chantal</strong> e accarezzandole vistosamente le<br />
cosce, in modo che Diego se ne accorga e comprenda cosa fare. Però non vuole.<br />
Per sé desidera un ruolo completamente passivo, quasi una vittima degli eventi,<br />
<strong>il</strong> primo passo verso la propria cornificazione. <strong>Chantal</strong> può essere disponib<strong>il</strong>e<br />
ad ogni toccamento, ma non può certo cominciare. Chi la vuole possedere, deve<br />
1
in qualche modo conquistarla. Che figura farebbe se si offrisse e fosse respinta?<br />
Nonostante abbia solo ventidue anni è smaliziata e sa che una dama si concede,<br />
non si propone. Questa regola una donna la conosce, indipendentemente<br />
dall’età: una donna sta ferma immob<strong>il</strong>e e attende che i maschi giungano a lei,<br />
anche quando, di fronte alla loro titubanza, muore dalla voglia di andarli a<br />
prendere a schiaffi e a dire loro “baciami, stupido”. Quindi <strong>Chantal</strong> attende.<br />
Diego ha i polpastrelli in fibr<strong>il</strong>lazione, ma può osare? La sua non è timidezza. Sa<br />
bene cosa fare. Se fosse una coppia di sconosciuti tutto sarebbe più semplice.<br />
Ma questi due li conosce. Giorgio è <strong>il</strong> <strong>suo</strong> capufficio, e <strong>Chantal</strong>, la ragazza del<br />
capo, l’ha incontrata più volte, rimanendo affascinato dalla sua bellezza. Un’ora<br />
prima, minuto più minuto meno, durante la cena nel ristorantino tipico vi erano<br />
state allusioni sessuali spinte, ma – Diego riflette – come interpretarle<br />
correttamente? Erano segnali inviatigli, o si era trattato solo di un gioco di<br />
allusioni verbali, favorite dal vino? E se fosse solo uno scherzo nei <strong>suo</strong>i<br />
confronti? Non rischia di equivocare? È così fac<strong>il</strong>e sbagliare. I segni sono<br />
ambigui per natura. E poiché lei, per quanto desiderab<strong>il</strong>e, è la fidanzata del <strong>suo</strong><br />
diretto superiore, come deve comportarsi? Cosa accadrebbe in caso di<br />
interpretazione errata dei segnali? Nel dubbio, è meglio attendere. Il f<strong>il</strong>m è<br />
cominciato da poco. C’è tempo per rimediare.<br />
Finalmente, <strong>il</strong> colpo di scena: nel f<strong>il</strong>m si chiava. Non si vede purtroppo <strong>il</strong><br />
cazzo del protagonista, né la fica aperta dell’attrice, ma la simulazione del coito<br />
è realistica, anzi, osservando i movimenti di bacino del maschio, si è portati a<br />
credere che non sia una simulazione. L’unica discriminante dipende<br />
dall’erezione dell’attore. Se <strong>il</strong> <strong>suo</strong> cazzo è duro, allora la sta chiavando,<br />
altrimenti simula, dando però colpi veri contro l’inguine proteso di lei. Giorgio<br />
è così attratto da quella scena che lo costringe nel ruolo di guardone virtuale –<br />
laddove vorrebbe esserlo nella realtà – che per poco si perde l’approccio. La<br />
mano di Diego sta finalmente accarezzando <strong>il</strong> ginocchio di <strong>Chantal</strong>. È <strong>il</strong> tocco<br />
timido di chi teme un rifiuto o una reazione imbarazzante. Il palmo della mano<br />
rotea lentamente sul ginocchio, quasi un tocco casuale. Dopo qualche minuto, i<br />
polpastrelli aumentano la presa. Lo sguardo di Giorgio è costretto allo<br />
strabismo: vuole osservare i movimenti sempre più sicuri della mano masch<strong>il</strong>e<br />
e, contemporaneamente, le espressioni del viso di <strong>Chantal</strong>. Vedere quella mano<br />
all’opera lo eccita da morire. Finalmente, <strong>il</strong> desiderio prende corpo. L’emozione<br />
è fortissima, inesprimib<strong>il</strong>e. La mano di un maschio sta accarezzando le cosce<br />
2
della sua ragazza. Risale sempre più sicura verso l’inguine. La gonna risale<br />
sospinta dalle dita. Le cosce di <strong>Chantal</strong> sono ormai completamente scoperte. Le<br />
belle cosce di <strong>Chantal</strong>. È un punto di non ritorno. Un <strong>suo</strong> collaboratore sta<br />
approfittando delle grazie della sua donna. Non riesce più a contenersi. Se non<br />
gli sembrasse sconveniente, si tirerebbe fuori <strong>il</strong> cazzo e comincerebbe a spararsi<br />
una sega. Ma non è un cinema a luci rosse, dove questo sarebbe lecito. La sala in<br />
cui siedono, e in cui le sue corna cominciano a materializzarsi, è un’elegante<br />
sala cinematografica del centro. Fortunatamente è semivuota e loro siedono<br />
nelle ultime f<strong>il</strong>e. Osserva <strong>il</strong> viso di <strong>Chantal</strong>: le pare impassib<strong>il</strong>e, concentrata sul<br />
f<strong>il</strong>m, come se nulla fosse, come se nessuna mano sconosciuta armeggiasse nelle<br />
vicinanze del <strong>suo</strong> slip, per scostarlo e frugarle la fica. Giorgio non è più in grado<br />
di intendere e volere. L’eccitazione è talmente forte che volentieri proporrebbe<br />
di abbandonare la sala per correre a casa, ma in omaggio al <strong>suo</strong> ruolo<br />
assolutamente passivo, deve lasciare che le cose seguano <strong>il</strong> loro corso. La mano<br />
di Diego è ormai parzialmente nascosta dalla gonna, perciò non può vedere fin<br />
dove si stia spingendo, e solo un gemito di <strong>Chantal</strong> gli fa intuire che le dita del<br />
maschio stanno penetrandola. <strong>Chantal</strong> chiude gli occhi, si lascia scivolare un po’<br />
sul sed<strong>il</strong>e, divarica le gambe per favorire la penetrazione e rovescia la testa<br />
all’indietro. È bellissima. In quella posizione, <strong>il</strong> <strong>suo</strong> seno prorompente, da vera<br />
maggiorata, svetta ancor di più. Anche Diego lo nota, e non resiste al desiderio<br />
di toccarlo. Con la mano libera comincia ad accarezzarlo al di sopra della<br />
camicetta. <strong>Chantal</strong> ha gli occhi chiusi. Qualunque cosa accada sullo schermo<br />
non le interessa più. In quel momento vuole solo che <strong>il</strong> contatto di quella mano<br />
nodosa e maschia continui all’infinito. Prova sensazioni indicib<strong>il</strong>i, quasi un<br />
viaggio nel tempo oltre che nel piacere. È in un cinema, come durante<br />
l’adolescenza, e si lascia toccare da un ragazzo – proprio come allora. La ricorda<br />
bene la prima volta che una mano masch<strong>il</strong>e le ha frugato la fica.<br />
Era una domenica pomeriggio, ed era in compagnia di due ragazzi e della<br />
sua migliore amica. I ragazzi, più grandi di loro di cinque o sei anni, le avevano<br />
convinte ad andare al cinema, con la promessa che non avrebbero fatto alcuna<br />
avance, ma poi, <strong>il</strong> buio in sala, <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m che raccontava una torbida adolescenza, <strong>il</strong><br />
respiro regolare del maschio al fianco, la voglia di fare cose da adulti, avevano<br />
fatto <strong>il</strong> resto. In realtà, <strong>Chantal</strong> non voleva cedere, ma quando vide la sua amica<br />
limonare con l’altro ragazzo, provò disappunto per molteplici motivi:<br />
innanzitutto, l’amica l’aveva tanto pregata di non lasciarsi andare, di non farsi<br />
3
limonare, e poi al primo tentativo aveva ceduto. E con gusto, pure. In più si<br />
stava portando avanti. Stava diventando più adulta, più esperta di lei. Avrebbe<br />
avuto più cose di cui vantarsi con le amiche, e quando si comportava come se la<br />
sapesse lunga diventava insopportab<strong>il</strong>e. Bisognava rimediare. Così, quando <strong>il</strong><br />
“<strong>suo</strong>” accompagnatore provò a metterle un braccio sulle spalle non glielo tolse.<br />
Incoraggiato, <strong>il</strong> ragazzo osò di più ancora, finché trovò <strong>il</strong> coraggio di baciarla.<br />
Superate le resistenze di lei, constatata la disponib<strong>il</strong>ità al petting, i due ragazzi<br />
avevano agito con la sicurezza di chi ha più esperienza. Nell’assedio alla<br />
fortezza del loro pudore erano riusciti, approfittando del buio in sala, a<br />
limonarle, ad accarezzare loro i seni, ma soprattutto in maniera del tutto<br />
imprevista, e andando ben al di là delle intenzioni delle ragazze e delle loro<br />
stesse aspettative, erano riusciti a intrufolare le dita nelle loro fichette impuberi.<br />
Le ragazze, dopo qualche resistenza di facciata, lusingate dall’attenzione di due<br />
“grandi”, si erano lasciate fare. <strong>Chantal</strong>, ormai lanciata, stava surclassando la<br />
sua amica, non solo nella disponib<strong>il</strong>ità, ma anche nell’intraprendenza. Si spinse<br />
sino a toccare l’uccello del <strong>suo</strong> accompagnatore. A constatarne la ferrea durezza<br />
attraverso <strong>il</strong> tessuto dei jeans. Non ebbe <strong>il</strong> coraggio di spingersi oltre, ma le<br />
pareva di essere già donna.<br />
Le dita di Diego, infierendo con decisione dentro di lei, la riportano alla<br />
realtà. Rispetto a quella prima volta, c’è una grande differenza. Il maschio che le<br />
fruga la fica è un collaboratore del <strong>suo</strong> uomo, e di fianco a lei, alla sua sinistra, <strong>il</strong><br />
<strong>suo</strong> uomo la sta osservando. Le guarda le cosce ormai allargate oscenamente, e<br />
vede una mano intrufolarsi dentro di lei, spingerle dentro le dita. Quel porco<br />
del <strong>suo</strong> uomo la sta offrendo ad un altro. C’è riuscito, infine. Sono mesi che la<br />
lavora ai fianchi, che le inst<strong>il</strong>la <strong>il</strong> desiderio di provare ad essere posseduta da un<br />
altro davanti a lui, sotto <strong>il</strong> <strong>suo</strong> sguardo eccitato. Infine è finita in un cinema, con<br />
le cosce nude e larghe e un uomo che le caccia dentro vigorosamente le dita.<br />
Diego, ormai travolto dal desiderio, dimentica l’esistenza di possib<strong>il</strong>i limiti. Fin<br />
dove può osare? Non lo sa più e neppure vuole saperlo. Se si dovesse spingere<br />
oltre, ci penserà Giorgio a fermarlo, ma sa che non ci saranno conseguenze<br />
professionali negative. Dopo avergli offerto la donna, quale potere può più<br />
esercitare Giorgio? Non si sta consegnando a lui, legato mani e piedi? Quel<br />
cornuto e forse anche finocchio del <strong>suo</strong> capufficio ora è ricattab<strong>il</strong>e. Non potrà<br />
più vessarlo con quel <strong>suo</strong> tono tra <strong>il</strong> paternalistico e l’ironico. Ora che gli sta<br />
scosciando la donna in un cinema, sa che lo ha in pugno e Giorgio si è scavato la<br />
4
fossa da solo. Senza pensarci oltre, Diego comincia a limonare <strong>Chantal</strong>, a<br />
cacciarle dentro tutta la sua ruvida ed eccitata lingua. E <strong>Chantal</strong> scosta le labbra<br />
per lasciarlo entrare, sotto lo sguardo stupefatto e smarrito di Giorgio. Il<br />
ragazzo ha spirito di iniziativa. Gli limona la donna con sicurezza, quasi fosse la<br />
sua donna e non quella che gli sta “prestando” <strong>il</strong> capufficio. Giorgio ha un<br />
attimo di paura. Diego conosce le regole del gioco? Sa quando dovrà fermarsi?<br />
Conosce i delicati equ<strong>il</strong>ibri che regolano <strong>il</strong> rapporto tra bull e <strong>cuckold</strong> nel<br />
possesso della donna? È consapevole che <strong>il</strong> bull ha un potere assoluto sul corpo<br />
della donna, ma delegatogli dal <strong>cuckold</strong>, e che se <strong>il</strong> <strong>cuckold</strong> interrompe <strong>il</strong> gioco,<br />
<strong>il</strong> bull deve ritirarsi in buon ordine? Teme anche per la vicinanza professionale<br />
di Diego. È un gran bel maschio, intelligente e prestante; questo ha spinto lui e<br />
<strong>Chantal</strong> a sceglierlo per inaugurare i loro giochi trasgressivi, ma è un <strong>suo</strong><br />
ambizioso subalterno. Questo è fonte di pericolo e di eccitazione al tempo<br />
stesso. A Giorgio piace giocare con <strong>il</strong> fuoco, e pur ripetendosi continuamente<br />
che ne è consapevole, si rende conto – mentre quel ragazzo inf<strong>il</strong>a tutta la lingua<br />
in bocca alla sua donna – di aver paura. Alla fine, però, constatando che <strong>il</strong><br />
maschio ci sa fare, l’eccitazione prevale. Il <strong>suo</strong> cazzo, nelle mutande, scalpita,<br />
chiede di uscire dai pantaloni, di prendere aria e di essere accarezzato, ma sa<br />
bene che se in un cinema una coppia limona non rischia l’accusa di atti osceni,<br />
che invece scatta automaticamente appena si snuda un cazzo. A volte gli<br />
sembra che questa sia un’ingiustizia, una vera e propria “discriminazione del<br />
cazzo”. Dello spettacolo sullo schermo non gli interessa più alcunché: <strong>il</strong> vero<br />
spettacolo accade di fianco a lui. La sua donna è di fianco, con le cosce aperte, la<br />
fica fottuta vigorosamente da quattro dita (tante sono diventate, grazie<br />
all’intraprendenza di Diego), mezzo metro di lingua in bocca e <strong>il</strong> capezzolo<br />
sinistro portato fuori dal reggiseno e dalla camicetta, e martoriato da due dita.<br />
Quel maschio è tentacolare, non c’è più via di scampo per <strong>Chantal</strong>, che invero<br />
non sembra neppure cercarne, di vie di scampo. Diego stantuffa la fica, <strong>Chantal</strong><br />
geme e gode, Giorgio non ha parole.<br />
Lo sguardo fisso su quanto accade non gli ha permesso di rendersi conto che<br />
un altro uomo, nella f<strong>il</strong>a precedente, si è voltato e – completamente dimentico<br />
del f<strong>il</strong>m – si sta godendo lo spettacolo della sua donna posseduta. Se ne è<br />
accorto solo quando <strong>il</strong> voyeur, per vedere meglio, si è avvicinato furtivamente.<br />
Nel primo momento d’ira vorrebbe cacciarlo, ma poi sente dentro di sé un altro<br />
piacere, diverso ma altrettanto intenso. Un altro uomo sta osservando le sue<br />
5
corna nascenti. Perché sicuramente quel guardone deve essersi reso conto di chi<br />
sia lo stallone da monta e chi <strong>il</strong> cornuto. Senza farsi notare, Giorgio gli fa cenno<br />
d’avvicinarsi. Ha voglia di complicità con lo sconosciuto. Diego e <strong>Chantal</strong>,<br />
completamente travolti dal loro desiderio, non si accorgono di nulla:<br />
«Le piace la mia ragazza?»<br />
«È bellissima.»<br />
«Lui è un mio collaboratore.»<br />
«Bel maschio, direi. E pericoloso.»<br />
«A giudicare dal rigonfiamento che ha nei pantaloni, direi di sì.»<br />
«Si fidi di me, che sono un guardone esperto. Quello è un superdotato. Se le<br />
monta la donna, gliela sventra.»<br />
«È quello che desidero. Questa è la prima volta. Sono solo gli inizi.»<br />
«Direi che promettono bene. La sua fidanzata oltre che delle belle cosce ha<br />
anche delle belle tette».<br />
«Lo può ben dire, ha la quinta di reggiseno. Quando la vedo nuda impazzisco».<br />
«Peccato non potergliele accarezzare».<br />
«Se fosse per me, gliele farei toccare, ma non vorrei interrompere lo spettacolo<br />
in corso.»<br />
«Ha ragione, sarebbe un peccato. Uhu uhu, stia attento, c’è un altro passo avanti<br />
verso la crescita delle sue corna».<br />
Giorgio si volta e vede ciò che gli segnala <strong>il</strong> guardone: <strong>Chantal</strong> sta accarezzando<br />
la patta di Diego. Il movimento della sua mano è delicato e deciso al tempo<br />
stesso. Miracoli che solo <strong>il</strong> sesso sa fare. I due amanti – perché questo sembrano<br />
– sono talmente avvinghiati che forse non ricordano di essere in un cinema.<br />
Sotto lo sguardo voglioso e penetrante del cornuto e del guardone, <strong>Chantal</strong><br />
comincia a far scivolare verso <strong>il</strong> basso la cerniera dei pantaloni di Diego. Poi<br />
inf<strong>il</strong>a la mano e riprende a massaggiare l’uccello. Nonostante siano abituati<br />
all’oscurità della sala, i due osservatori gradirebbero volentieri una luminosità<br />
maggiore per vedere meglio, per vedere tutto. Poi, la ragazza estrae <strong>il</strong> cazzo di<br />
Diego. Un grosso e nodoso cazzo. Il voyeur ha avuto ragione, Diego è un<br />
superdotato. Giorgio è affascinato da quella visione. Non ha mai visto nulla del<br />
genere. E neppure <strong>Chantal</strong>, che sente <strong>il</strong> bisogno di esclamare:<br />
«Hai un cazzo enorme. Come può stare nelle mutande?»<br />
Diego gongola dentro di sé, ma non risponde. Per esperienza sa che quella è la<br />
sua arma segreta. Non c’è donna che, avendo visto <strong>il</strong> <strong>suo</strong> cazzo in erezione, non<br />
6
si sia stupita. Ha un bel cazzo. Grosso e lungo, quasi minaccioso. <strong>Chantal</strong> glielo<br />
scappella e senza più parlare si abbassa fino a prenderglielo in bocca. Cosa sta<br />
succedendo? La ragazza sembra perdere attimo dopo attimo qualsiasi freno<br />
inibitore. Giorgio è sconvolto dalla piega che stanno prendendo gli eventi.<br />
<strong>Chantal</strong>, la sua <strong>Chantal</strong>, sta succhiando <strong>il</strong> grosso cazzo di un <strong>suo</strong> subalterno in<br />
un cinema. Per un attimo gli pare un’ingiustizia che un <strong>suo</strong> collaboratore abbia<br />
un cazzo più grosso del <strong>suo</strong>. Molto più grosso del <strong>suo</strong>. Chi gli ha dato<br />
l’autorizzazione di essere uno stallone così ben dotato?<br />
«Ha visto che è un superdotato? Glielo avevo detto» intervenne <strong>il</strong> voyeur.<br />
«Ha un cazzo meraviglioso, stupefacente».<br />
«Pensi a quando lo pianterà dentro la sua donna. Come minimo, gliela<br />
sventrerà. E immagini che voglia incularsela».<br />
«Non è possib<strong>il</strong>e, è troppo grosso. La sfonderebbe.»<br />
«E cosa crede che voglia farle? Restituirgliela vergine? Lei gli ha offerto la sua<br />
donna e lui vorrà approfittarne fino in fondo. Se la vorrà godere tutta, alla<br />
faccia delle sue lunghe corna.»<br />
«Lei si opporrà.»<br />
«Non lo farà. Per m<strong>il</strong>le motivi: per la curiosità di provarlo, per <strong>il</strong> naturale<br />
piacere di soddisfare ogni desiderio del bull, cui si concede anche ciò che si<br />
nega al proprio partner, per cornificare <strong>il</strong> <strong>suo</strong> cornuto fino in fondo, e cosa c’è di<br />
più forte emotivamente, di una poderosa inculata davanti al partner um<strong>il</strong>iato? E<br />
poi non dimentichi che se lui vorrà romperglielo, sarà così deciso che nessuno<br />
potrà opporsi. Non la sua ragazza, che sarà lì alla pecorina bloccata per i fianchi<br />
pronta ad un amplesso così animalesco, e non lei che sarà nudo in poltrona a<br />
spararsi una sega confrontando la notevole diversità di dimensioni tra lei e<br />
l’inculatore della sua donna.»<br />
Il loro confabulare viene interrotto. Improvviso come un lampo, giunge<br />
l’orgasmo di <strong>Chantal</strong>. Lei trema tutta, <strong>il</strong> <strong>suo</strong> bacino si scuote convulsamente,<br />
mentre la mano di Diego accelera la velocità e accresce la penetrazione,<br />
spingendo le dita ancor più in fondo, se possib<strong>il</strong>e. Lei morde la spalla di Diego<br />
per non gridare. Lui le sussurra qualcosa all’orecchio. Cosa? Giorgio<br />
pagherebbe per saperlo. Il voyeur, che ha gli occhi lucidi di eccitazione, quasi<br />
quanto Giorgio, ad un certo punto sbotta:<br />
«Beato lei che è cornuto. Io vorrei che mia moglie mi facesse le corna, ma si<br />
ostina a voler essere fedele. Appena accenno qualcosa, mi dà del debosciato e se<br />
7
ne va. Se gliene parlo mentre siamo a letto e stiamo facendo l’amore, si ferma<br />
mi fa sf<strong>il</strong>are e va a chiudersi in bagno, tutta imbronciata. Non so come fare. Lei<br />
invece, a giudicare da questa prima volta, avrà un bel da fare per tenere a bada<br />
la sua ragazza. La sposi e le cresceranno due corna meravigliose, vedrà.»<br />
«Mi spiace per lei.»<br />
«Ah, non si preoccupi per me, ci sono abituato. Solo ogni tanto – di fronte a<br />
spettacoli come quello che ho appena visto – mi immalinconisco.»<br />
8
SABATO NOTTE<br />
SECONDO CAPITOLO<br />
All’uscita dal cinema, camminano abbracciati per i due isolati che li separano<br />
da casa. <strong>Chantal</strong> in mezzo, con i <strong>suo</strong>i due cavalieri sottobraccio. Giorgio è<br />
colpito dalla risata cristallina di <strong>Chantal</strong>, inizialmente imbarazzata, poi via via<br />
più r<strong>il</strong>assata. Giunti a casa, Giorgio non riesce ad aprire la porta. Sembra che la<br />
serratura congiuri contro di lui e <strong>il</strong> <strong>suo</strong> desiderio.<br />
La voce di Diego lo sferza:<br />
«Apri, dai, che sono impaziente di chiavarmi la tua donna.»<br />
<strong>Chantal</strong> arrossisce e sferra un pugno sul braccio del maschio.<br />
«Scusami.» le sussurra Diego.<br />
Finalmente la porta si apre e Giorgio s’intrufola in casa precedendo i due<br />
giovani. Giunto in soggiorno si toglie le scarpe e sente la morbidezza della<br />
moquette sotto i piedi. Una sensazione piacevole... poi si accorge di essere solo.<br />
Dove sono scomparsi? Torna verso <strong>il</strong> corridoio. La sua ragazza è appoggiata<br />
alla parete. Il maschio la sta baciando con passione. La lingua dell'uomo ne<br />
esplora la bocca. Le mani masch<strong>il</strong>i le hanno sollevato la gonna fin sui fianchi. Le<br />
cosce di <strong>Chantal</strong> sono già nude e desiderab<strong>il</strong>i, leggermente abbronzate. Vedere<br />
le mani di quell'uomo che le toccano gli dà la scossa. Una fitta allo stomaco,<br />
un'emozione indescrivib<strong>il</strong>e, un'eccitazione frenetica, che così intensa non prova<br />
più dai tempi dell'adolescenza, dai tempi delle prime equivoche esperienze, dei<br />
fumetti erotici e delle riviste pornografiche di allora, quelle che mostravano le<br />
donne con i capezzoli e <strong>il</strong> pube coperti. Più intensa anche di quella provata poco<br />
fa al cinema, perché sa che qui non ci saranno limiti. Diego, <strong>il</strong> <strong>suo</strong> collaboratore,<br />
con dieci anni meno di lui e almeno dieci centimetri di cazzo in più, si chiaverà<br />
la sua <strong>Chantal</strong>.<br />
Tra Giorgio e <strong>Chantal</strong> ci sono vent’anni di differenza. Certi giorni Giorgio se<br />
ne dimentica, in altri se lo ricorda fin troppo bene. E per quanto lui sia un<br />
affascinante uomo di mezza età, teme che quei vent’anni possano diventare un<br />
solco insormontab<strong>il</strong>e, un confine invalicab<strong>il</strong>e che potrebbe separarli. Ama<br />
<strong>Chantal</strong> alla follia, sin dal giorno in cui l’ha conosciuta, tra le ragazze che si<br />
erano presentate per un casting pubblicitario. Era la più bella e la più in gamba.<br />
Intelligente, allegra, solare, con un corpo quasi perfetto. Quasi, perché l’unico<br />
9
difetto, se tale può essere considerato, è quella quinta di seno che fa di lei una<br />
maggiorata. <strong>Chantal</strong> sa bene ciò che vale e ciò che vuole, sa anche come<br />
destreggiarsi per non bruciarsi tra le spire del mondo dello spettacolo. Dopo i<br />
primi provini presso le varie agenzie di modelle, era stata contattata da pseudo<br />
agenti cinematografici che reclutavano star per <strong>il</strong> mondo del porno, ma lei si era<br />
rifiutata, convinta di essere destinata ad una carriera di soubrette televisiva.<br />
Non solo una velina, perché lei sa cantare, ballare, recitare, imitare e fare m<strong>il</strong>le<br />
altre cose. Se solo una parte dei <strong>suo</strong>i talenti sarà conosciuta, la carriera sarà<br />
luminosa. Giorgio tutto questo quel giorno l’aveva intuito e – da buon direttore<br />
artistico di un’agenzia di modelle – aveva puntato su di lei. L’aveva rispettata e<br />
protetta, tenendola lontana dal giro delle ragazze immagine dei club privé e dei<br />
night. Anche <strong>Chantal</strong> si è innamorata di lui. Cosa veda in quell’uomo che ha<br />
quasi <strong>il</strong> doppio della sua età non lo sa, ma gli è piaciuto subito. In un mondo in<br />
cui le era già capitato di incontrare uomini dai modi volgari, se non rozzi,<br />
Giorgio le era parso distinto, un raffinato gent<strong>il</strong>uomo che sapeva ascoltarla,<br />
comprenderla e indirizzarla. Così, con la massima naturalezza si sono messi<br />
insieme e lei si è trasferita da lui, per vivere un sogno d’amore che sconfigge <strong>il</strong><br />
tempo, i vent’anni che li separano. In Giorgio affiora talvolta la paura di<br />
inadeguatezza e forse questa è la molla che lo spinge a proporle fantasie<br />
sessuali in cui lei viene chiavata da altri maschi possenti e lui la contempla<br />
muto. Nutre in sé l’idea che altri siano più adeguati per soddisfare l’esuberante<br />
sessualità giovan<strong>il</strong>e di <strong>Chantal</strong>, pensa che lei ne abbia diritto prima ancora che<br />
bisogno. In quel momento tutto ciò che hanno immaginato sta diventando<br />
realtà. Giorgio osserva in s<strong>il</strong>enzio. <strong>Chantal</strong>, a pochi passi da lui, è tra le braccia<br />
di un altro, un bel maschio per di più. Le cosce scoperte, nude, disponib<strong>il</strong>i al<br />
tocco delle mani di un altro. Sta accadendo, davvero. Il discorso interrotto al<br />
cinema è ripreso con la massima naturalezza. Lui è testimone diretto di come<br />
una fantasia si possa materializzare. Il Maschio – questo è Diego nella sua testa<br />
– sta progressivamente impossessandosi del corpo della sua donna. Il primo<br />
uomo dopo di lui, <strong>il</strong> primo di chissà quanti altri. I piedi di <strong>Chantal</strong>, bellissimi e<br />
civettuoli, si liberano dei sandaletti estivi, per rimanere nudi. Si appoggia sulle<br />
punte, come quando gira per casa a piedi nudi.<br />
Con gli occhi, Giorgio percorre le due figure. La sua ragazza ha insinuato<br />
una mano tra i loro corpi. Dove va quella mano? Già lì? Segno che le dimensioni<br />
di Diego l’hanno veramente impressionata. Dove è finita tutta la timidezza<br />
10
ostentata fino a quel giorno? “Non so se sarò in grado, sai per me è una fantasia<br />
divertente, ma nella realtà chissà cosa farò. Magari fuggirò a gambe levate”.<br />
Questo era ciò che <strong>Chantal</strong> gli aveva ripetuto più volte, ed ora è lì a toccare la<br />
patta di un uomo. Perché lo fa? Curiosità, desiderio, voglia di assecondare lui o<br />
l'occasionale amante? La sua ragazza, la dolce <strong>Chantal</strong>, ha messo una mano, con<br />
le sue delicate dita, sul pacco di un altro uomo. Quel cazzo – che Giorgio<br />
immagina già duro – sprigiona una forza maschia, soprattutto se accostata alla<br />
delicatezza delle dita della ragazza. Lo sconcerta l’atteggiamento attivo di<br />
<strong>Chantal</strong>. Una cosa è lasciarsi toccare, concedersi, che è un atteggiamento<br />
passivo. Un’altra è toccare l'uccello di un uomo, deliberatamente, senza che lui<br />
le prenda la mano per appoggiarla sulla patta: questo è un atteggiamento attivo.<br />
Non è più subire, ma esprimere una volontà inequivocab<strong>il</strong>e. La sua donna<br />
vuole quell'uomo, vuole prenderlo ed essere posseduta da lui. Questo ormai è<br />
chiaro. È felice perché un sogno proibito si sta finalmente materializzando sotto<br />
i <strong>suo</strong>i occhi. È al tempo stesso infelice perché <strong>Chantal</strong> lo sta tradendo<br />
volontariamente con un altro uomo. Non è una bambola di carne. Vuole farsi<br />
scopare da quell'uomo e forse le piacerà più che con lui. Forse le piacerà troppo.<br />
Forse potrebbe innamorarsi di quel maschio dotato, forse... forse... quanti forse<br />
ha nella testa, Giorgio.<br />
Diego le bacia <strong>il</strong> collo, glielo mordicchia teneramente, mentre le sue mani<br />
frugano tra le cosce. Le dita hanno già superato la barriera degli slip. Stanno<br />
penetrando all'interno della vagina. Il Maschio le sussurra all'orecchio:<br />
«Ti piace?»<br />
«Sì! – sussurra con un soffio di voce la ragazza – Sei duro come <strong>il</strong> marmo.»<br />
<strong>Chantal</strong> massaggia con crescente vigore quel tronco di carne cruda e dura<br />
«Sei grossissimo!» aggiunge con voce strozzata dall’eccitazione.<br />
«E tu sei bagnata fradicia. Si vede che ti piace, piccola troia.»<br />
Troia?! Quel porco ha dato della troia alla sua ragazza. Si è già spinto sino a<br />
quel grado di confidenza e lei non reagisce! Porco, si sta già chiavando la sua<br />
donna con <strong>il</strong> linguaggio. Dalla mancata reazione di <strong>Chantal</strong>, Diego comprende<br />
che lei è già sua, che si è consegnata – arrendevole – a lui.<br />
«Cosa mi fai?!» È lei che parla.<br />
«Ti esploro, ti preparo tutta. Davvero pensi che <strong>il</strong> mio cazzo sia grosso?»<br />
«Sì, lo sento enorme.»<br />
«Pensa che tra un po' lo avrai tutto nella pancia.»<br />
11
«Sei troppo grosso, mi farai male.»<br />
«No, vedrai. Ti piacerà da morire.»<br />
<strong>Chantal</strong> sospira, e si lascia andare come se le gambe non fossero più in grado di<br />
sorreggerla. Diego la sostiene, sospingendola ancor più verso <strong>il</strong> muro. Giorgio<br />
osserva tutto, con <strong>il</strong> cazzo che gli scoppia nelle mutande. Diego volta <strong>Chantal</strong> e<br />
la fa appoggiare nuovamente al muro, poi spinge <strong>il</strong> bacino contro di lei. Nel<br />
frattempo, con le mani artiglia i lembi della gonna e li solleva, scoprendole le<br />
natiche. Con i polpastrelli saggia la consistenza delle chiappe. Gliele strizza<br />
come per accertarsi che siano vere, che non si tratti solo di un'<strong>il</strong>lusione. <strong>Chantal</strong><br />
geme schiacciata contro la parete. A quel punto Giorgio, non resiste oltre, si<br />
slaccia i pantaloni e mette a nudo <strong>il</strong> membro duro e paonazzo. Non vuole<br />
interferire, ma non può neppure conservare la tranqu<strong>il</strong>lità di uno spettatore<br />
durante un documentario naturalistico. I pantaloni gli scivolano lungo le gambe<br />
divaricate, fermandosi a metà polpaccio. Le mutande appena abbassate, in<br />
modo da lasciare libero <strong>il</strong> cazzo e i testicoli. La sua mano destra comincia a<br />
correre lungo l'asta di carne tosta. Si masturba, con un pizzico di vergogna,<br />
perché non ha saputo resistere e perché teme <strong>il</strong> confronto tra le sue poco<br />
rispettab<strong>il</strong>i misure e quelle dello stallone che gli fruga la donna. Così, mentre lo<br />
scopatore della sua ragazza è ancora vestito, lui è già nella posizione di<br />
sottomissione cerebrale nei confronti di un maschio. Sottomissione sessuale ad<br />
un altro uomo. Ecco quello che gli sta capitando. E <strong>Chantal</strong> ne è <strong>il</strong> tramite. Non<br />
è questo <strong>il</strong> solo motivo per cui ha desiderato metterla tra le braccia di un uomo,<br />
ma la sottomissione ne fa sicuramente parte. <strong>Chantal</strong> geme, perché ora Diego è<br />
aggrappato a lei, la sua mano destra aggira la coscia e dal davanti le tocca la<br />
clitoride. All'improvviso <strong>Chantal</strong> sente la carne dura del membro che si insinua<br />
tra le natiche. È carne nuda. Il maschio ha estratto l'uccello e lo appoggia contro<br />
le sue chiappe. Un uomo, un altro uomo, che non è <strong>il</strong> <strong>suo</strong> Giorgio, sfrega la<br />
cappella contro la sua pelle. È la prima volta, <strong>il</strong> primo uomo dopo Giorgio e<br />
davanti a Giorgio. Se le avessero detto che un giorno sarebbe finita tra le braccia<br />
di un semisconosciuto non ci avrebbe creduto, ma se le avessero detto che<br />
Giorgio sarebbe stato artefice e testimone di tutto questo, ci avrebbe creduto<br />
ancor meno. Eppure è quello che sta succedendo. Attraverso gli occhi<br />
semichiusi per <strong>il</strong> desiderio, <strong>Chantal</strong> cerca la presenza di Giorgio e lo vede. Ha i<br />
pantaloni abbassati, le mutande a mezza coscia e si spara una sega: per la prima<br />
volta gli pare ridicolo. Quel <strong>suo</strong> cazzo gli pare piccolo, misero, al confronto con<br />
12
quello di Diego. Sta sperimentando la differenza tra un uomo e un Maschio, un<br />
vero Maschio. Diego ha l’aria di saperci fare, di poterla dominare a <strong>suo</strong><br />
piacimento. Si sente posseduta fino in fondo ancor prima di essere chiavata.<br />
Giorgio vorrebbe dirle: «Eccomi qui, cara, sono vicino a te e ti guardo. Ho già i<br />
pantaloni abbassati e mi sparo una frenetica sega per te. Eccole le corna che ho<br />
tanto implorato: stanno per spuntare. Tra poco quel giovane montone ti<br />
penetrerà tutta, fino in fondo. A quel punto io, <strong>il</strong> tuo uomo diventerò un<br />
cornuto a tutti gli effetti, con le corna lucide e svettanti. Tra pochi minuti<br />
qualcuno ti chiaverà fino in fondo. Proprio come abbiamo immaginato più<br />
volte. Grazie, cara. Questo è <strong>il</strong> tuo regalo per me: un paio di corna nuove<br />
nuove”. Eccitato dal <strong>suo</strong> stesso linguaggio, Giorgio rischia di sborrare<br />
immediatamente. Ferma la mano per evitarlo. Non vuole sborrare, perché ha<br />
paura delle sue reazioni una volta passata l’eccitazione. Cosa prova un uomo<br />
non eccitato mentre vede un altro che sta per chiavargli la donna? E non sa<br />
ancora di essere parso ridicolo agli occhi di <strong>Chantal</strong>. Se lo sapesse, cosa farebbe?<br />
Interromperebbe tutto? Sarebbe in grado di farlo? O quel maschio sta già<br />
fottendosi anche <strong>il</strong> <strong>suo</strong> cervello?<br />
Diego non si pone questioni così sott<strong>il</strong>i. Lui desidera solo far sentire alla<br />
donna del <strong>suo</strong> capo quanto è duro e grosso <strong>il</strong> cazzo che ha tra le gambe, farle<br />
intuire quali sensazioni potrà procurarle quella sua nerchia grossa e lunga.<br />
Diego incrocia lo sguardo di Giorgio per un attimo. Poi, senza riflettere, gli<br />
indirizza <strong>il</strong> gesto delle corna. Giorgio si sente um<strong>il</strong>iato e sente le gambe cedergli,<br />
si deve appoggiare allo stipite della porta. Diego gli ha appena dato del<br />
cornuto, senza una sola parola. Quel gesto osceno, che corrisponde ad una<br />
incontrovertib<strong>il</strong>e verità, lo um<strong>il</strong>ia fino al degrado, fino a fargli percepire l’abisso<br />
in cui sta precipitando. È un cornuto. Saperlo è um<strong>il</strong>iante, ma se qualcuno te lo<br />
dice, l’um<strong>il</strong>iazione si amplifica. Ci sono uomini che sopportano le corna<br />
s<strong>il</strong>enziosamente e stoicamente, fino al giorno in cui qualcuno al bar insinua che<br />
siano cornuti, allora tornano a casa e uccidono la moglie e l’amante. Perché lo<br />
fanno? Perché l’um<strong>il</strong>iazione pubblica è insopportab<strong>il</strong>e. Diego, distolto lo<br />
sguardo dal <strong>suo</strong> cornificato, constata che l’uccello di Giorgio non è in grado di<br />
competere con <strong>il</strong> <strong>suo</strong> né per dimensioni, né per lunghezza. Perfidamente se ne<br />
rallegra e si convince ancor di più di voler trapanare la donna del <strong>suo</strong> capo<br />
senza alcuna pietà. Anche perché è proprio una gran bella fica. L’ha desiderata<br />
sin dalla prima volta in cui l’ha vista e se non ha provato a fare <strong>il</strong> cascamorto è<br />
13
solo perché sapeva chi fosse e quanto <strong>il</strong> capo tenesse a lei. Mai avrebbe<br />
immaginato di poter un giorno spingerle <strong>il</strong> cazzo contro <strong>il</strong> culo come sta<br />
facendo. Improvvisamente si scosta, la volta verso di sé. Torna a baciarla, poi la<br />
sospinge verso <strong>il</strong> basso, premendole le spalle, fino a farla inginocchiare. Poi le<br />
inf<strong>il</strong>a in bocca l'uccello che svetta fuori dalla cerniera. È ancora vestito, con <strong>il</strong><br />
cazzo fuori dai pantaloni allacciati, e sta facendoselo succhiare da <strong>Chantal</strong>. Cosa<br />
può desiderare di più? E se quel cornuto vuole farsi le seghe guardando <strong>il</strong> <strong>suo</strong><br />
grosso cazzo sparire dentro la bocca di lei, libero di farlo. Giorgio è incredulo. È<br />
proprio vero quello che vede? Tra le labbra di <strong>Chantal</strong> <strong>il</strong> cazzo di un altro<br />
uomo. E che cazzo! È così largo che gli pare che <strong>Chantal</strong> faccia molta fatica a<br />
prendere in bocca <strong>il</strong> glande. Ma Diego non pare sazio e, nonostante i modi<br />
gent<strong>il</strong>i, cerca di cacciarglielo tutto in gola.<br />
<strong>Chantal</strong> si arrangia come può. Quella è una situazione imprevista. Ha<br />
preventivato di succhiarglielo, ma non così presto e non in quella posizione. Il<br />
cazzo nodoso di Diego le trapana avanti e indietro la bocca fin quasi alla gola.<br />
Sempre più duro. Teme che venga rapidamente e che <strong>il</strong> <strong>suo</strong> sperma le inondi<br />
inesorab<strong>il</strong>mente la gola, costringendola a deglutire tutto. Sborra da bere tutta.<br />
L'um<strong>il</strong>iazione della donna del capo che beve la sborra di un subalterno.<br />
Francamente questo non lo ha messo in conto. Eppure la eccita. Anche Giorgio<br />
si chiede se Diego, mentre si fa spompinare dalla sua donna, intenda sborrarle<br />
in bocca. Diego sf<strong>il</strong>a <strong>il</strong> cazzo dalle labbra di <strong>Chantal</strong>. Lei ci rimane un po' male.<br />
Diego la solleva da terra e le sussurra:<br />
«Fermati, ti prego, altrimenti mi fai venire. Sei bravissima, succhi<br />
stupendamente.»<br />
A <strong>Chantal</strong> dispiace interrompere quel bocchino che sta facendo con grande<br />
passione. Anche perché quel cazzo, oltre che grosso, lungo, nodoso, duro e<br />
minaccioso, è anche buono. Ha un buon odore di maschio curato. Diego è<br />
proprio un affascinante esemplare di maschio. Lui la prende, la accompagna in<br />
soggiorno e la fa accostare al divano. Giorgio si sente un po' ridicolo con i<br />
pantaloni abbassati al polpaccio, un'espressione ebete e l'uccello teso fino a<br />
scoppiare. Ma nessuno bada a lui. Lei si allunga sul divano, assecondando <strong>il</strong><br />
giovane stallone. Le mani di lui le sollevano nuovamente la gonna, le<br />
divaricano le ginocchia, le scostano gli slip. Tutto questo accade in un'infinità di<br />
tempo o in una frazione di secondo? Giorgio non saprebbe dirlo: ha perduto la<br />
14
nozione del tempo. Quando la punta della lingua di Diego si insinua tra le<br />
piccole labbra della fica, <strong>Chantal</strong> sospira: «Ah!»<br />
La lingua comincia a percorrere la fica, soffermandosi sulla clitoride, per poi<br />
scivolare tra le piccole labbra e penetrare per quanto possib<strong>il</strong>e dentro. Uno<br />
sconosciuto sta baciandola in modo così intimo. Quel maschio è proprio un<br />
demonio. Sa come ottenere tutto da lei. È lì, sdraiata sul divano, a cosce aperte,<br />
con la testa di un uomo che bruca la sua fica, e si comporta come se fosse in<br />
paradiso. Non chiede nient'altro alla vita se non di prolungare quel momento<br />
all'infinito, cristallizzarlo per l'eternità. Giorgio è scomparso dalla sua mente.<br />
«Spogliami.» sussurra lei per sentirsi più libera nei movimenti. Diego con<br />
delicatezza interrompe quel magnifico cunn<strong>il</strong>ingus e la spoglia completamente.<br />
Quando la vede nuda, integralmente nuda, esclama:<br />
«Sei una dea, sei bellissima.» e la sua voce tradisce una leggera commozione.<br />
Poi si sdraia su di lei, facendole sentire la mazza dura contro <strong>il</strong> ventre. Le<br />
sussurra parole dolci e oscene, mentre scivola lungo <strong>il</strong> <strong>suo</strong> corpo per tornare poi<br />
alla fica. La lingua riprende <strong>il</strong> <strong>suo</strong> lavoro meraviglioso. Un tocco delicato e<br />
caldo. Il respiro di lui asciuga la scia di saliva, procurandole brividi e pelle<br />
d'oca. <strong>Chantal</strong> ansima con crescente coinvolgimento. Quella lingua che la fruga<br />
tutta comincia a tit<strong>il</strong>lare insistentemente la clitoride e due dita di Diego si<br />
intrufolano nella vagina. Si muovono con discrezione, come se non volessero<br />
ostacolare <strong>il</strong> lavoro della lingua, semmai aiutarla. Scivolano in profondità con<br />
dolcezza, con l'attenzione felpata di un ladro in un appartamento. Avanti e<br />
indietro, avanti e indietro, mentre la lingua procede nel <strong>suo</strong> metodico<br />
martellamento della clitoride. All'improvviso, come già al cinema, <strong>Chantal</strong> non<br />
comprende più nulla. Scuote la testa a destra e sinistra e comincia a gridare <strong>il</strong><br />
proprio piacere.<br />
- Ahhhh!<br />
Gode, gode. Non smette più di godere. È un piacere tanto prolungato da<br />
sembrare inesaurib<strong>il</strong>e. Diego continua a leccare con regolarità. Lei vorrebbe che<br />
lui si fermasse, perché la parte è ormai troppo sensib<strong>il</strong>e, ma lui la tiene bloccata<br />
per le cosce e insiste senza posa. Le sembra di dover morire lì, ma di piacere.<br />
Pian piano, con estenuante lentezza, le pare di tornare alla superficie della<br />
coscienza, di ritrovare un po' alla volta gli oggetti del soggiorno, la presenza<br />
delle persone, <strong>il</strong> mondo intero. Come se apparissero da una nebbia in<br />
dissolvimento. Apre gli occhi, e non vede nulla. Non si accorge di nulla. Solo<br />
15
dopo qualche secondo si rende conto di essere nuda, con la testa di un uomo,<br />
completamente vestito, tra le sue cosce aperte. Accarezza i capelli dell'uomo, ne<br />
constata la morbidezza. Poco dopo si accorge di un'altra figura di fianco a lei. Si<br />
accorge di Giorgio. Lo aveva dimenticato. Ha goduto intensamente davanti a<br />
lui, dimentica del <strong>suo</strong> sguardo. Ora pare vergognarsi della forza di tempesta di<br />
quell'orgasmo, più intenso di quelli provati con la lingua del <strong>suo</strong> uomo.<br />
Giorgio, quasi intuendo i <strong>suo</strong>i timori, si avvicina le prende la mano e le<br />
sussurra: «Sei meravigliosa.». lei non risponde, non ha <strong>il</strong> coraggio di rispondere.<br />
Lentamente la vergogna lascia <strong>il</strong> posto all'appagamento. <strong>Chantal</strong> torna a<br />
guardare la nuca di Diego, che quasi meccanicamente ha continuato ad<br />
accarezzare. Gli è grata per quel piacere e per aver saputo rendere quella prima<br />
trasgressione avvolgente, tutt'altro che sordida, come temeva.<br />
16
SABATO NOTTE II<br />
TERZO CAPITOLO<br />
Diego è sdraiato sul divano. <strong>Chantal</strong> lo guarda estasiata. Tornata a percepire<br />
la realtà, dopo i postumi dell'orgasmo, lo spoglia lentamente, indumento dopo<br />
indumento. Dapprima sparisce la camicia. La f<strong>il</strong>a di bottoni sembra non dover<br />
terminare mai, ma alfine <strong>il</strong> petto esplode. Forte, bello e muscoloso. <strong>Chantal</strong><br />
comincia a baciarlo quel petto, dapprima con dolcezza, con piccoli tocchi di<br />
labbra, poi, trascinata da una forza misteriosa che si nutre del profumo di quella<br />
pelle maschia, si lascia andare a baci prolungati, alternando piccoli morsi a<br />
lunghe leccate. La lingua sfiora i peli e si sofferma vorace sulla pelle, i denti<br />
aguzzi si stringono provocandogli una piccola sofferenza, Diego ha la<br />
sensazione di essere in balia di una dolce belva vogliosa, capace di fargli del<br />
male se si sottraesse. Mentre la bocca di <strong>Chantal</strong> esplora quel petto magnifico, le<br />
sue mani armeggiano con la cintura per far cadere i pantaloni sulla moquette.<br />
Poi corrono ad impossessarsi del membro, stringendolo attraverso <strong>il</strong> tessuto<br />
degli slip. I polpastrelli delle dita le dicono che quella durezza sarà fonte di<br />
delizie. E i polpastrelli non le hanno mai mentito. Forse la testa qualche volta<br />
l'ha ingannata, forse lo sguardo, ma le dita mai. Il tatto, si sa, certifica più della<br />
vista. Quel cazzo che ha già preso in bocca senza poterlo veramente vedere,<br />
probab<strong>il</strong>mente, oltre che duro, si rivelerà bello. Molto più bello di quello di<br />
Giorgio. Le sue dita glielo dicono con assoluta certezza. Scivola con la lingua<br />
dal petto al ventre. Il <strong>suo</strong> mento tocca la punta svettante del membro. Scivola<br />
ancora, spostandosi sulla coscia ed evitando deliberatamente di leccare<br />
l'uccello. Il pompino può attendere.<br />
Giorgio osserva la sua donna sempre più incredulo. Dal momento in cui è stata<br />
schiacciata contro la parete del corridoio, non gli ha rivolto parola. Solo qualche<br />
furtivo sguardo. Si è dimenticata della sua presenza o si vergogna, perciò evita<br />
deliberatamente i <strong>suo</strong>i occhi? Lecca le cosce di Diego con una passione morbosa,<br />
insospettata. Si chiede se con lui lo abbia mai fatto, e per quanto vada indietro<br />
nel tempo, proprio non riesce a ricordare. Forse perché si erano amati<br />
timidamente, i primi tempi. Forse perché <strong>il</strong> loro è amore, mentre quello a cui sta<br />
assistendo è sesso puro. Passione carnale, senza sentimento. Almeno così crede<br />
e così spera. È dunque questa la differenza tra l'amore e <strong>il</strong> sesso? E <strong>il</strong> sesso è così<br />
travolgente da trasformare una tenera ragazzina in una vogliosa, insaziab<strong>il</strong>e<br />
17
femmina? <strong>Chantal</strong> giunge al ginocchio, mentre con le mani sf<strong>il</strong>a i mocassini<br />
all'uomo, per poi accarezzargli i piedi, grandi, forti. Perché fa questo? Perché si<br />
offre con la dedizione di una schiava? Giorgio non lo capisce. Gli sembra che lei<br />
si stia spingendo ben oltre <strong>il</strong> consentito. Se lo fa per compiacere <strong>il</strong> <strong>suo</strong> uomo è<br />
ancora accettab<strong>il</strong>e, se lo fa per la passione che la sta unendo allo stallone<br />
occasionale, allora sta esagerando. È giovane, come lo è Diego, quindi è<br />
comprensib<strong>il</strong>e che non conoscano i limiti non scritti dei giochi a tre, ma lui che<br />
cosa deve fare? Lasciar correre? È eccitato, ma anche un po' spaventato. Ha<br />
paura di aver tolto <strong>il</strong> coperchio al vaso di Pandora: cosa ne salterà fuori?<br />
<strong>Chantal</strong> invece sa bene perché succhia <strong>il</strong> ginocchio di un uomo, gli sf<strong>il</strong>a le<br />
scarpe, e poi ne accarezza i piedi. Un misto di eccitazione, gratitudine, e<br />
recitazione per essere all'altezza delle aspettative dei <strong>suo</strong>i due maschi. Così era<br />
all’inizio della serata, ma adesso si sta insinuando un piacere vero, un piacere<br />
puro. Le piace Diego, senza se e senza ma. È un bel maschio, che ha una decina<br />
d’anni più di lei. È prestante, forte, sa far l’amore bene e ha tra le gambe una<br />
taglia forte, molto forte. È consapevole dell'unicità di quell'occasione, e non<br />
vuole sprecarla.<br />
Diego è quasi nudo. Solo gli slip sono lì a difenderlo dagli assalti di quella<br />
mantide vogliosa. Ma lui la lascia fare perché sa come ristab<strong>il</strong>ire, in qualunque<br />
momento, la gerarchia del possesso. <strong>Chantal</strong> finalmente gli abbassa gli slip e<br />
viene colpita in fronte da un tronco di carne durissima. Le sue labbra sfiorano i<br />
testicoli, duri e grossi come pesche noci. Poi la lingua saetta sulla pelle dello<br />
scroto. Diego esprime <strong>il</strong> <strong>suo</strong> apprezzamento:<br />
«Mmhh. Che bello. Ci sai fare. E <strong>il</strong> tuo cornuto ti crede timida! Li succhi bene i<br />
coglioni. Ti piacciono?»<br />
«Sì, molto.» mugugna la donna, ma ne esce un <strong>suo</strong>no poco comprensib<strong>il</strong>e per<br />
via delle palle che le riempiono la bocca.<br />
«D<strong>il</strong>lo a Giorgio, quanto ti piacciono!»<br />
<strong>Chantal</strong> si vergogna. Giorgio la scruta, e lei sente <strong>il</strong> <strong>suo</strong> sguardo sulla pelle.<br />
Forse si chiede se lui la stia giudicando. Che cosa penso di lei? La disprezza?<br />
Poi vincendo ogni titubanza, sussurra a Giorgio, senza guardarlo in volto:<br />
«Mi piacciono. Ha delle palle di ferro. Dovresti sentirle. Sembrano quelle di un<br />
toro!»<br />
«Digli anche quanto è duro <strong>il</strong> mio cazzo.» insiste Diego<br />
18
«È di marmo. Guarda come è grosso. Vedi? Non riesco neppure a circondarlo<br />
tutto con le dita.»<br />
Nel frattempo comincia a far scorrere la mano su e giù lungo l'asta di carne.<br />
Diego gradisce quel tocco. <strong>Chantal</strong>, Giorgio lo sa, ha una delicatezza naturale,<br />
un tocco dolce e caldo.<br />
«È più grosso del <strong>suo</strong>?» chiede lo stallone. La domanda è inut<strong>il</strong>e, perché lo sa<br />
già. Ha già potuto confrontare <strong>il</strong> proprio tronco con <strong>il</strong> cazzetto del <strong>suo</strong> capo.<br />
«Sì!» sussurra <strong>Chantal</strong>.<br />
«D<strong>il</strong>lo a lui, non a me. Io lo so. Lo vedo bene.»<br />
«Guarda come è grosso. È più grosso del tuo. Te ne rendi conto? E mi vuole<br />
chiavare.»<br />
Questo lui non le ha detto di dirlo. È come se <strong>Chantal</strong> volesse dare a Giorgio<br />
un ultimo avvertimento: “Sapp<strong>il</strong>o, quest'uomo mi vuole fottere tutta. Questa è<br />
l'ultima occasione che hai per fermarmi.»<br />
Giorgio si è accomodato nella poltrona attigua al divano in modo da poter<br />
vedere tutto bene. Si masturba con esasperante lentezza. La tentazione di essere<br />
frenetico è lì ma, consapevole della straordinaria situazione che sta vivendo,<br />
non vuole sciupare tutto. Se venisse, se godesse, come reagirebbe dopo? Cosa<br />
farebbe? Si estranierebbe, pur essendo costretto a vedere senza più desiderio <strong>il</strong><br />
seguito di quello che si sta rivelando un incontro eccezionale? Oppure<br />
comincerebbe a soffrire per la profanazione della sua donna? Forse, si alzerebbe<br />
e, rivestitosi, inviterebbe Diego e <strong>Chantal</strong> a smettere. Dopo aver organizzato<br />
tutto, potrebbe diventare proprio lui <strong>il</strong> guastafeste? Intuisce bene che è troppo<br />
presto per sborrare, anche se <strong>il</strong> membro, vedendo la sua fidanzata accoccolata<br />
tra le gambe di un altro uomo nudo, gli sta scoppiando. Il glande è violaceo, e la<br />
mano stringe <strong>il</strong> tronco in una morsa decisa, quasi dolorosa. Mentalmente non<br />
può evitare <strong>il</strong> confronto tra <strong>il</strong> <strong>suo</strong> cazzo e quello di Diego. C'è da rimanerne<br />
schiacciati, affranti, ma d'altronde la realtà è questa: quel cazzo è <strong>il</strong> doppio del<br />
<strong>suo</strong>. Lui e <strong>Chantal</strong>, che Diego ce l’avesse grosso lo speravano sin dal primo<br />
momento in cui era entrato nelle loro fantasie, e se si fosse rivelato piccolo,<br />
sarebbero rimasti delusi.<br />
<strong>Chantal</strong> non parla più. Succhia voracemente <strong>il</strong> membro di Diego. Lo fa con<br />
gusto, non vi sono dubbi. Non è più in grado di fingere. È entrata nel gioco<br />
ipnotico del pompino e ha scoperto quanto le piaccia. Diego con decisione e<br />
delicatezza le preme la testa verso <strong>il</strong> proprio bacino, costringendola ad ingoiare<br />
19
più cazzo che mai. Ha faticato ad alloggiare nella sua bocca tutto <strong>il</strong> glande e ora<br />
quell'uomo pretende di metterglielo tutto dentro. Non è possib<strong>il</strong>e. Non ce la<br />
farà mai. Eppure centimetro dopo centimetro <strong>il</strong> cazzo si inoltra minaccioso nella<br />
bocca. <strong>Chantal</strong> sembra una di quelle pornostar che nei f<strong>il</strong>m lo prendono tutto,<br />
ma proprio tutto fino in fondo alla gola. A metà, però, deve desistere. Si sf<strong>il</strong>a,<br />
tossisce, si scusa. Il torello sorride malizioso e lei torna a succhiare la cappella.<br />
«Che buono <strong>il</strong> tuo cazzo!» sussurra, come se sperasse di non farsi sentire da<br />
Giorgio.<br />
Succhia, lecca, scivola lungo l'asta, slingua i testicoli. La sua lingua percorre<br />
tutta quella zona, con la voracità di una banda di predatori. Sta perdendo la<br />
nozione del tempo e dello spazio. In un punto indefinito dell'universo c'è lei con<br />
questa grossa nerchia in bocca. Perciò, quando Diego la interrompe, pare<br />
precipitare sulla terra. La fa voltare alla pecorina e le inf<strong>il</strong>a gradualmente due<br />
dita nella vagina. Comincia un metodico andirivieni dentro la sua fica, mentre<br />
con l'altra mano le carezza <strong>il</strong> culo. Un lento movimento rotatorio della mano che<br />
salomonicamente non fa torto a nessuna delle natiche. Le dita intanto frugano.<br />
Poco dopo, Diego scende con <strong>il</strong> mento tra le natiche e comincia a leccare <strong>il</strong><br />
«buchino», quello stretto, che le donne concedono solo a pochi priv<strong>il</strong>egiati<br />
amanti. <strong>Chantal</strong> si irrigidisce. Non è ancora pronta per un'intimità così<br />
profonda, ma la lingua calda e la saliva la fanno r<strong>il</strong>assare in poco tempo, anzi la<br />
fanno sciogliere, come un ghiacciolo in un giorno d'estate. È proprio fantastico<br />
quell'uomo. Ci sa fare, oltre che essere ben dotato. Quali difetti ha? Deve pur<br />
averne qualcuno. Non può essere così perfetto in tutto. Ma più la lingua si<br />
intrufola e le inumidisce l'ano, e meno si interroga. Infine, la sua testa tace per<br />
lasciar parlare solo le sensazioni. La lingua di lui si inf<strong>il</strong>a tra le chiappe di<br />
<strong>Chantal</strong> e lei risponde spingendo <strong>il</strong> bacino verso <strong>il</strong> giovane. Giorgio è felice e<br />
um<strong>il</strong>iata al tempo stesso. È di fronte allo spettacolo della bellezza dei corpi, uno<br />
spettacolo sempre meraviglioso, ma sente anche di esserne escluso. Anzi, se<br />
entrasse a far parte di quel quadro, rischierebbe di sgualcirlo. Giorgio non è più<br />
in grado di controllarsi. Si avvicina a Diego e in preda ad un impulso nuovo e<br />
incontrollab<strong>il</strong>e, accarezza la schiena di quel semidio dal corpo statuario, dal<br />
cazzo poderoso, dall'ab<strong>il</strong>ità amatoria sopraffina, insospettata in un trentenne.<br />
Tocca i muscoli delle braccia, con lo sguardo pieno di ammirazione. Vorrebbe<br />
toccare anche <strong>il</strong> membro, sentirne la consistenza, percepire in anteprima la<br />
durezza che devasterà, lacererà, squarterà la sua frag<strong>il</strong>e fidanzatina. Non ne ha<br />
20
<strong>il</strong> coraggio. Torna con le mani sulla schiena e sussurra parole di ammirazione<br />
per <strong>il</strong> maschio. Scivola sui capelli biondi e lisci di <strong>Chantal</strong>, li accarezza mentre la<br />
sente mugolare, sotto i colpi congiunti della lingua sul culo e delle dita nella<br />
fica:<br />
«Sei bellissima, e ti amo.» le sussurra all'orecchio.<br />
Ma lei non risponde, pare non sentirlo, come se una parete di vetro li dividesse.<br />
Vede tutto, capisce tutto, ma non può raggiungerlo. Quel maschio la sta<br />
trascinando in un mondo parallelo, visib<strong>il</strong>e, contiguo e non comunicante.<br />
Ed eccolo <strong>il</strong> momento più atteso. Diego senza una parola prende per mano<br />
<strong>Chantal</strong> e la porta in camera da letto, lasciando che lei lo guidi nei meandri<br />
della casa, poi la fa sdraiare sul letto dove di solito lei e Giorgio fanno l’amore.<br />
Sa come profanare un amore <strong>il</strong> porco. Giorgio è sconvolto. No, questo no. Non<br />
era previsto. Ma alla fine, quando Diego si insaliva la cappella, l’eccitazione<br />
mette a tacere ogni urlo, ogni rabbia contro quella profanazione. Poi con<br />
delicatezza appoggia <strong>il</strong> glande alla fica e piano piano penetra in <strong>Chantal</strong>. La<br />
ragazza sente un corpo estraneo intrufolarsi. Caldo, duro, enorme. Mai nulla di<br />
così grosso è penetrato in lei. Si sente aprire, d<strong>il</strong>atare con forza e dolcezza al<br />
tempo stesso. Le pare che quella inesorab<strong>il</strong>e infinita penetrazione debba<br />
lacerarle la carne. Si è completamente dimenticata del preservativo. Giorgio se<br />
n’è accorto, ma per <strong>il</strong> proprio piacere preferisce rischiare. Quel maschio sta<br />
montandogli la donna con <strong>il</strong> cazzo nudo. Non c’è rischio che gliela ingravidi,<br />
perché <strong>Chantal</strong> prende la p<strong>il</strong>lola. Peccato, pensa Giorgio e scopre che l’idea di<br />
<strong>Chantal</strong> ingravidata da un altro gli sferza ancor di più l’erezione.<br />
«Che cazzo grosso.... ahh, sei grossissimo...»<br />
«E tu sei stretta da morire.»<br />
«Ma quanto ce l'hai lungo? Non finisce mai?»<br />
«Voglio aprirti tutta. Fino in fondo.»<br />
«Sei enorme. Mi stai facendo male. Fai piano!»<br />
«Non preoccuparti, è solo un attimo, poi arriva <strong>il</strong> piacere.»<br />
«Non ne ho mai presi di così grossi. Tu mi fai sentire vergine.»<br />
«Vedrai che non te ne pentirai.»<br />
Il bull comincia a leccarle i capezzoli. <strong>Chantal</strong> non capisce più nulla. Ha le tette<br />
molto sensib<strong>il</strong>i. Si lascia andare e Diego ne approfitta per darle un colpo secco<br />
profondo. È trionfalmente entrato tutto dentro di lei, dentro la donna di<br />
Giorgio, davanti a Giorgio: è penetrato nell'intimità di una femmina bellissima<br />
21
<strong>Chantal</strong> è lì, nuda e trafitta, sotto di lui. E Giorgio guarda tutto. Non può far<br />
altro che prendere atto della superiore vir<strong>il</strong>ità di Diego, delle devastanti<br />
dimensioni del <strong>suo</strong> cazzo. Non può far altro che constatare come gli stia<br />
squartando la donna.<br />
«Sei proprio stretta.» constata a bassa voce Diego.<br />
«E tu – ansima <strong>Chantal</strong> – sei proprio grosso.»<br />
«E sei calda.»<br />
«Ti piace?»<br />
«Mi piaci tutta. Hai due tette fantastiche.» E per rendere meglio l'idea, le strizza<br />
i seni con le mani a coppa. Lei sorride lusingata dal complimento. Nel<br />
frattempo, Diego glielo spinge ancora più in fondo.<br />
«Ah!»<br />
«Hai mai preso cazzi così?»<br />
«No, mai.»<br />
«Allora ti sfonderò per bene. Ti monterò fino a sfinirti.»<br />
Con un altro colpo durissimo Diego le tocca l'utero. <strong>Chantal</strong> lancia un urlo,<br />
seguito da un lungo interminab<strong>il</strong>e gemito. È nuda, completamente nuda,<br />
d<strong>il</strong>atata da un cazzo robusto, posseduta da un vero stallone da monta. Ed è solo<br />
l'inizio. Cosa accadrà dopo? Per un momento ancora, forse l'ultimo prima di<br />
cedere le armi, <strong>Chantal</strong> sembra controllarsi. Forse pensa che sia meglio fermarsi<br />
e fuggire in bagno. Nulla è ancora veramente accaduto. Poi guarda Giorgio.<br />
Vede <strong>il</strong> <strong>suo</strong> sguardo perduto nella visione dei due stupendi corpi avvinghiati<br />
indissolub<strong>il</strong>mente. Un nuovo durissimo colpo di Diego le fa capire che l’idea di<br />
sottrarsi è solo un’<strong>il</strong>lusione. E da come si apre ancor più, si capisce che non<br />
vuole più sottrarsi. Dal momento in cui quel membro è penetrato in lei, Giorgio<br />
può considerarsi cornuto. Era quello che voleva? Tanto vale che quello che deve<br />
accadere accada. Si lascerà scopare, chiavare, montare, possedere, o come dir si<br />
voglia, da quello stallone davanti a Giorgio, quel cornuto del <strong>suo</strong> uomo. Le ha<br />
volute lui le corna, se le goda fino in fondo. Per un istante <strong>Chantal</strong> sembra<br />
rendersi conto che Diego la stava chiavando a cazzo nudo. Un brivido di paura<br />
le attraversa <strong>il</strong> corpo. È l'ultimo pensiero, poi le sensazioni prevalgono. I colpi<br />
del maschio, sempre più violenti, la scuotono tutta. Le tette ballonzolano, o<br />
meglio sono sballottate ad ogni colpo. Il lungo cazzo nudo si muove dentro e<br />
fuori con sicurezza. Ormai è piantato saldamente in lei. Ha preso possesso di<br />
quel buco stretto e profondo, ma non abbastanza profondo per impedirgli di<br />
22
arrivare a toccare l'utero. Non capisce più nulla. Scuote la testa in una direzione<br />
e nell'altra. Com'è duro. Com'è lungo. Come si conficca in lei, toccandole <strong>il</strong><br />
fondo. Quando poi si sofferma, piantato profondamente dentro la vagina, come<br />
per lasciarla respirare, si sente sospinta ai confini del mondo. Non c'è più nulla<br />
oltre quella sensazione di possesso completo, definitivo. E Diego comincia a<br />
martellarle la fica. Uno stantuffo che va avanti e indietro con ritmo regolare e<br />
una forza stupefacente. Nello specchio a parete, scopre i muscoli di quel<br />
maschio tesi allo spasimo durante la penetrazione. E li contempla rapita. Poi<br />
Diego le solleva le gambe e le appoggia sulle proprie spalle. La chiava, la<br />
monta. Quel porco chiava a cazzo nudo la donna di Giorgio, che guarda<br />
eccitatissimo. La sua mano ha un movimento irrefrenab<strong>il</strong>e. Una sega maestosa e<br />
prolungata, come quelle che si faceva durante l'adolescenza. Solo che questa<br />
volta, la sua donna geme, mugola, ogni tanto urla, sotto i colpi di un maschio<br />
cazzutissimo. Nelle chiappe dello stallone si forma una fossetta ogni volta che<br />
sprofonda in <strong>Chantal</strong>. Di tanto in tanto si sofferma dentro di lei e poi dà un altro<br />
colpo deciso, come per entrarle ancora di più. Quasi volesse metterle dentro<br />
anche i coglioni. Giorgio non ce la fa più. Non può più resistere. Ferma la mano,<br />
ma quando sente <strong>Chantal</strong> gridare, squassata da un orgasmo, si lascia andare e<br />
sborra. Sborra insieme alla sua donna, anche se è un altro che la monta. Unito<br />
alla sua donna da un orgasmo non procurato da lui. I fiotti di sborra, prolungati<br />
e generosi, intensi come non mai, rivelano la forza della sua eccitazione. Non<br />
credeva che si potesse godere così vedendo la propria donna sfondata da un<br />
altro uomo, da un cazzo più grosso e più lungo. Sensazione inenarrab<strong>il</strong>e. Com'è<br />
possib<strong>il</strong>e che ci siano uomini disposti ad uccidere per aver subito le corna?<br />
Dovrebbero goderne. Come si può non godere? Ora è definitivamente cornuto.<br />
Ora lo sanno in tre. Lui, <strong>Chantal</strong> e Diego, che continua a stantuffare quella<br />
povera fica, pronto a renderla dolorante a furia di colpi di martello. Quell'uomo<br />
non sembra voler smettere. L'uccello, con regolarità impressionante penetra a<br />
fondo, sempre più a fondo, e la sua ragazza si apre sempre di più, come a<br />
volerne accogliere oltre ogni limite. Diego progressivamente accelera <strong>il</strong> ritmo,<br />
più forte, più forte:<br />
«Troia, ti spacco tutta.»<br />
«Sì, sì, così... ah, godo, godo ancora... ah!!!»<br />
«Anch'io vengo. Non resisto più.»<br />
23
Diego non si sf<strong>il</strong>a dalla fica di <strong>Chantal</strong> e assesta alcuni colpi di cazzo<br />
cominciando a sborrare dentro la pancia di <strong>Chantal</strong>. Fiotti su fiotti, ogni colpo<br />
un nuovo fiotto. Un’ inesaurib<strong>il</strong>e fontana di sperma le inonda <strong>il</strong> ventre. Poi,<br />
l'uomo si accascia su di lei. Quando Diego sf<strong>il</strong>a <strong>il</strong> cazzo, ancora rigido, e si<br />
sdraia di fianco a <strong>Chantal</strong>, lo sperma comincia a colare fuori dalla fica, denso e<br />
f<strong>il</strong>amentoso. Senza una parola, lo stallone bacia la ragazza, o meglio la limona.<br />
La sua lingua penetra profondamente nella bocca. Pare divorarla. Infine si<br />
abbracciano e rimangono immob<strong>il</strong>i, come amanti. Allora Giorgio trova <strong>il</strong><br />
coraggio di avvicinarsi ai due, si china e, stupendo tutti, se stesso compreso,<br />
comincia a leccare quella sborra che cola. Con devozione lecca e deglutisce <strong>il</strong><br />
seme del semidio che gli ha sfondato la donna. Poi come in trance, con<br />
movimenti lenti, spalma una parte dello sperma lungo le cosce di lei. Diego<br />
osserva ciò che accade. Sa bene cosa ha fatto. Le ha sborrato dentro, senza<br />
preservativo. Ha preso possesso completamente e definitivamente della donna<br />
del capo. Potrà sempre orgogliosamente pensare, e forse raccontare agli amici,<br />
di averle sborrato dentro. Di averla riempita tutta, di averle lasciato la fica piena<br />
fino all’orlo. Sa di avere una grande quantità di sperma, lo ha imparato dallo<br />
stupore delle prime timide adolescenti che gli sparavano le seghe. Quando<br />
sborrava, finiva sempre – nonostante le precauzioni – a sporcare le loro<br />
camicette. Quello che non immaginava era l’ep<strong>il</strong>ogo. Ripensando ai giochi nel<br />
cinema, chi lo avrebbe immaginato? Giorgio non solo si è fatto fottere la donna,<br />
ma si è pure bevuto <strong>il</strong> <strong>suo</strong> sperma. Ora sa di avere in pugno <strong>il</strong> <strong>suo</strong> capo. Saprà<br />
trarne vantaggio.<br />
24
DOMENICA MATTINA<br />
QUARTO CAPITOLO<br />
Ti è piaciuto come ti ho chiavato la donna ieri sera?» gli chiede Diego<br />
entrando nudo in cucina?<br />
«Sì, ma questo non è <strong>il</strong> momento giusto per parlarne. Sto preparando la<br />
colazione.»<br />
«Lo so, lo so. Hai ragione, ma è stato così eccitante che non riesco a pensare ad<br />
altro. <strong>Chantal</strong> è bellissima.»<br />
«Lo so.» Giorgio è un po’ irritato dall’insistenza di Diego sull’argomento. Era<br />
proprio quello che temeva. I giovani sono così, si sa. Sono sempre eccessivi e<br />
non sanno distinguere un momento dall’altro.<br />
«Se non fosse la tua donna cercherei di rubartela.»<br />
«Ma è la mia donna.»<br />
«Già! Poi, perché rubartela, visto che posso fotterla quando voglio?»<br />
«Non quando vuoi tu, ma quando vogliamo noi.»<br />
«Hai ragione, scusa. Ma d’altra parte è piaciuto sia a te che a lei, perché<br />
dovreste non volere più?», soggiunge Diego con finta accondiscendenza.<br />
«Chi lo sa. Dipende.»<br />
«Stai barando. So bene che vorrete rifarlo. A lei, <strong>il</strong> mio cazzone è piaciuto<br />
troppo.»<br />
«Per favore, puoi smetterla? Devo preparare <strong>il</strong> caffè.»<br />
«Senti è domenica mattina. Perché non possiamo parlarne? Magari tra un po’<br />
<strong>Chantal</strong> ha voglia di nerchia e lo rifacciamo.»<br />
«Smett<strong>il</strong>a!»<br />
«Perché sei così serio? Ieri sera mentre leccavi la mia sborra che colava dalla fica<br />
di <strong>Chantal</strong> eri più simpatico.»<br />
Giorgio vorrebbe rispondere, ma è sferzato dall’immagine di se stesso che tra le<br />
cosce di <strong>Chantal</strong> beve la sborra di Diego. Quel porco sembra aver individuato <strong>il</strong><br />
<strong>suo</strong> punto debole. Per non tradire l’imbarazzo, Giorgio tace, ma non può<br />
nascondere <strong>il</strong> rossore del viso.<br />
«Dì la verità, ti sarebbe piaciuto succhiarmelo?»<br />
L’immagine del cazzo duro e grosso di Diego sconvolge Giorgio. Le sue gambe<br />
cederebbero, se non fosse appoggiato al mob<strong>il</strong>e della cucina.<br />
«Guardalo. Guarda com’è grosso. È più del doppio del tuo.»<br />
25
«Ma cosa fai? Sei pazzo? Non è <strong>il</strong> momento.»<br />
Ma Diego non gli dà retta. Il <strong>suo</strong> nerchione si erge tra le gambe muscolose, duro<br />
e minaccioso, come certi cazzi fotografati da Mapplethorpe. Lentamente si<br />
avvicina a Giorgio.<br />
«Guardalo, ti prego. Ho voglia che tu lo guardi come ieri. Pensa che questo<br />
cazzo ieri ti ha sventrato la femmina, la tua cara <strong>Chantal</strong>.»<br />
Giorgio è paralizzato. Cerca le energie per scostarsi, ma non le trova. Il <strong>suo</strong><br />
sguardo è incantato dall’uccello del ragazzo. Ieri sera, solo ieri sera lo ha visto<br />
entrare tutto nella pancia della sua donna e ora è lì che avanza minaccioso verso<br />
di lui.<br />
«Dì, cornuto, ti è piaciuta la mia sborra? Sì, che ti è piaciuta. L’ho visto bene. Ne<br />
vuoi bere ancora un po’?»<br />
«Tu sei matto.»<br />
«Non preoccuparti non sono ricchione. Ho solo voglia di farmi fare un bel<br />
pompino da te. Voglio vedere se succhi meglio della tua troia.»<br />
Dentro Giorgio una voce urla: “Dagli un pugno, fallo smettere.» Ma rimane in<br />
s<strong>il</strong>enzio e quando <strong>il</strong> cazzo giunge vicino a lui non può far altro che scivolare<br />
sino a portarlo all’altezza del <strong>suo</strong> viso, non può far altro che accarezzarlo e<br />
portarselo alla bocca. È la prima volta che prende in bocca un cazzo, e <strong>il</strong> fatto<br />
che sia lo stesso che ieri sera gli ha squartato la femmina, rende più simbolica la<br />
sottomissione che sta per compiersi. Giorgio ha tutta la cappella in bocca. Diego<br />
gli accarezza i capelli e preme la sua nuca per inf<strong>il</strong>argli dentro più cazzo.<br />
Giorgio per un attimo pensa a cosa direbbe <strong>Chantal</strong> se lo vedesse lì, in quel<br />
momento. Poi travolto dai sensi, dimentica tutto e si tuffa nel pompino.<br />
Abbandona ogni remora, si lascia stantuffare in bocca quel pistone mostruoso,<br />
quel meraviglioso tronco di carne cruda. “Perché questo piccolo bastardo deve<br />
avere tra le gambe un uccello così affascinante” si chiede Giorgio e si maledice<br />
per la propria debolezza, mentre con la lingua percorre tutta l’asta fino ai<br />
coglioni e poi risale al glande. Diego geme, segno che <strong>il</strong> trattamento gli piace.<br />
Giorgio ne è contento: saper dare piacere ad un uomo, lo eccita. Ha <strong>il</strong> timore di<br />
essere scoperto da <strong>Chantal</strong>. Per fortuna, riposa ancora. In quel momento, ci<br />
sono solo loro due in giro per casa, o almeno lo crede. Dopo qualche minuto di<br />
gratificante pompino, Diego ordina a Giorgio di togliersi <strong>il</strong> pigiama e di<br />
rimanere completamente nudo. Giorgio non è più in grado di opporre alcuna<br />
resistenza. Ammaliato dal fascino di quel maschio dal nerchione nodoso e dalla<br />
26
sua voce suadente, obbedisce. Quando Diego vede <strong>il</strong> cazzo di Giorgio in tiro, lo<br />
deride: «Cosa se ne fa <strong>Chantal</strong> di un cazzetto come <strong>il</strong> tuo? Lo raggiungerà<br />
ancora l’orgasmo ora che ha provato <strong>il</strong> mio? Ammetti che ce l’ho più grosso del<br />
tuo?»<br />
«Sì! Lo ammetto.»<br />
«E come mai sei tu <strong>il</strong> capufficio? Non credi che – date le dimensioni dell’uccello<br />
– <strong>il</strong> tuo posto spetterebbe a me?»<br />
Giorgio non risponde, ha solo voglia di riprendere in bocca quell’uccellone, ma<br />
Diego insiste e allora acconsente: «Sì, è vero. Spetterebbe a te, perché hai <strong>il</strong><br />
cazzo più grosso, più duro e perché mi scopi la donna.»<br />
«Bravo, vedremo di rimediare. Ora voltati.»<br />
Giorgio ora ha veramente paura, ma non è in grado di sottrarsi. Diego estrae dal<br />
mob<strong>il</strong>etto l’oliera:<br />
«Non temere, abbiamo <strong>il</strong> lubrificante. Sei vergine?»<br />
«Sì!»<br />
«Non poteva capitarti sverginatore migliore. E vedrai quando inculerò<br />
<strong>Chantal</strong>.» Troppe immagini nella testa di Giorgio, roba da capogiro. L’idea di sé<br />
voltato alla pecorina con Diego che lo sodomizza brutalmente, l’immagine del<br />
viso di <strong>Chantal</strong> mentre viene inculata da quel cazzo enorme, la visione del culo<br />
rotto di <strong>Chantal</strong> dopo <strong>il</strong> passaggio del cazzo di Diego. Giorgio ha le vertigini.<br />
Appoggia <strong>il</strong> petto al tavolo della cucina e allarga le gambe. Poi sente le dita di<br />
Diego che gli ungono <strong>il</strong> culo vergine, e lo esplorano fino in fondo. Il <strong>cuckold</strong><br />
sente fastidio, ma non può dire che gli faccia male. Immagina che <strong>il</strong> dolore<br />
giungerà nel momento in cui la cappella di Diego gli spaccherà l’ano, ma spera<br />
che l’eccitazione – così forte in questo momento – lo aiuti a resistere. E spera che<br />
<strong>il</strong> bull non sia troppo brutale. Non è ancora accaduto nulla, potrebbe sottrarsi,<br />
ma è soggiogato, e si lascerà inculare. Diego gli ha unto <strong>il</strong> buco del culo e si è<br />
cosparso <strong>il</strong> cazzo di olio. Ora appoggia <strong>il</strong> glande e comincia a fare pressione sul<br />
buco. Giorgio ha gli occhi chiusi e non si accorge di <strong>Chantal</strong> che appoggiata allo<br />
stipite osserva la scena. Non sa e non può sapere che Diego prima di<br />
raggiungerlo in cucina ha avuto l’accortezza di svegliarla e di preannunciarle<br />
che avrebbe rotto <strong>il</strong> culo del <strong>suo</strong> uomo.<br />
«Perché lo vuoi fare?» gli aveva chiesto <strong>Chantal</strong>.<br />
«Per mostrarti la verità. – aveva risposto Diego – Per farti capire che Giorgio<br />
non vuole essere solo cornuto, ma anche ricchione, e tu sei solo <strong>il</strong> tramite per<br />
27
sfogare la sua omosessualità. Ti ha fatta scopare da me per questo. In lui, più<br />
che <strong>il</strong> piacere di vedere la propria donna con un altro uomo prevale <strong>il</strong> piacere di<br />
vedere un altro uomo che gli fotte la donna. Il centro è <strong>il</strong> maschio, <strong>il</strong> cazzo del<br />
maschio. Infatti, hai visto che appena ha potuto si è bevuto la mia sborra? Sei<br />
sicura che questo sia l’uomo con cui vuoi vivere per tutta la vita?»<br />
<strong>Chantal</strong>, nell’ingenuità di sentimenti che si può avere solo a vent’anni o giù di<br />
lì, aveva risposto: «Lo amo.»<br />
«Certo, oggi, ma tra dieci anni? E a quanti uomini ti avrà offerta tra dieci anni<br />
pur di vedere i loro cazzi o bere la loro sborra? Non mi credi? Bene, stai attenta.<br />
Ora vado in cucina. Tu raggiungici senza far rumore tra un quarto d’ora e<br />
vedrai.»<br />
La sicurezza di Diego l’aveva sconcertata, così lo aveva assecondato.<br />
<strong>Chantal</strong> è lì che osserva la scena. È affascinata e inorridita al tempo stesso. È<br />
la prima volta che vede dal vivo un uomo prenderlo nel culo da un altro. Diego,<br />
una volta accortosi della presenza di <strong>Chantal</strong>, bloccò Giorgio per i fianchi e<br />
cominciò a premere con forza la cappella nel <strong>suo</strong> culo. Il sodomizzato vorrebbe<br />
fuggire, ma la forza delle braccia dell’inculatore e l’eccitazione pazzesca che gli<br />
devasta <strong>il</strong> cervello, glielo impediscono. Immob<strong>il</strong>e, si lascia trafiggere come un<br />
pollo allo spiedo. Quel cazzo è enorme, sente <strong>il</strong> glande d<strong>il</strong>atargli lo sfintere e<br />
pian piano superarlo come una nave che nella tempesta superasse le colonne<br />
d’Ercole. Diego spinge, sbuffa, suda, lo blocca con una forza belluina, poi<br />
all’improvviso <strong>il</strong> muscolo cede e <strong>il</strong> cazzo sprofonda in Giorgio, nel <strong>suo</strong> culo<br />
pronto per l’inculata vera e propria. Giorgio lancia un urlo soffocato<br />
mordendosi <strong>il</strong> braccio, per non svegliare <strong>Chantal</strong>: «Ahhh, porco, fai piano. Mi<br />
spacchi tutto.»<br />
«E non è quello che vuoi? Non sei forse qui con <strong>il</strong> culo all’aria per farti<br />
sverginare da me?»<br />
«Sì… sì… ma fai piano, ti prego.» Giorgio soffre ma è felice. All’età di<br />
quarant’anni sta realizzando un sogno di gioventù. Finalmente un maschio con<br />
<strong>il</strong> cazzo più grosso del <strong>suo</strong> – invero questo è fin troppo grosso, pensa – lo sta<br />
inculando. Gli sta sverginando <strong>il</strong> culo. Sente che ora <strong>il</strong> maschio può entrare in<br />
lui con minore fatica.<br />
«Lo sai che <strong>il</strong> culo ti sta sanguinando? Ti sto inculando a sangue, cornuto.»<br />
28
Un turbinio di immagini si affollano nella testa di Giorgio. Il culo rotto a<br />
sangue. Potrebbe sborrare per l’eccitazione, se non che <strong>il</strong> dolore impedisce al<br />
<strong>suo</strong> cazzo di rizzarsi. Vorrebbe toccarselo, ma la posizione glielo impedisce. È in<br />
balia del cazzo possente di Diego piantato completamente in lui, fino in<br />
fondo… e forse oltre.<br />
«Dì, ricchione, preferisci prenderlo nel culo da me o scopare con le donne.»<br />
Giorgio non risponde, non è in grado. Allora Diego si sf<strong>il</strong>a quasi del tutto e poi<br />
con un colpo poderoso glielo ricaccia tutto dentro. Giorgio lancia un nuovo urlo<br />
soffocato.<br />
«Allora? Cosa mi dici?»<br />
«Porco, preferisco essere inculato da te.»<br />
«Devo ammettere che è proprio divertente incularsi <strong>il</strong> proprio capo. Chissà cosa<br />
ne penserebbero in ufficio.»<br />
Giorgio, con <strong>il</strong> culo d<strong>il</strong>atato a dismisura, percepisce la perfidia del tono di Diego<br />
e comprende di aver fatto un terzo errore, dopo quelli di avergli fatto chiavare<br />
<strong>Chantal</strong> e di avergli bevuto la sborra. Ma <strong>il</strong> piacere di essere lì, prima ancora di<br />
un piacere fisico che tarda a venire, o meglio che affiora lentamente, man mano<br />
che <strong>il</strong> dolore si affievolisce, è più forte di qualunque timore, di qualunque<br />
vergogna. Se Diego lo svergognasse tra i colleghi gli darebbe molto fastidio,<br />
sarebbe persino capace di prenderlo a botte, ma non ora. Ora vuole solo che<br />
quel maschio cazzuto gli spacchi <strong>il</strong> culo.<br />
«Allora, è meglio prenderlo nel culo da me o scopare <strong>Chantal</strong>?»<br />
«Prenderlo nel culo da te.» Non è vero, Giorgio lo sa, ma sa anche che queste<br />
dichiarazioni sono <strong>il</strong> prezzo che deve pagare se vuole essere inculato ben bene.<br />
Diego, come placato nell’orgoglio, comincia a muoversi brutalmente dentro e<br />
fuori dal culo di Giorgio. Lo incula selvaggiamente, con forza e con ritmo. Il <strong>suo</strong><br />
cazzo ha la potenza di una locomotiva mentre sfonda quel povero culo<br />
martoriato. Ora che <strong>il</strong> culo si è adattato alla penetrazione, Giorgio sente <strong>il</strong><br />
piacere giungere. A fatica sposta un braccio in modo da poter afferrare <strong>il</strong><br />
proprio uccello e cominciare a menarselo mentre <strong>il</strong> maschio lo sfonda. Diego,<br />
accelera <strong>il</strong> ritmo fino a renderlo forsennato, poi si volge verso <strong>Chantal</strong> e le fa<br />
l’occhiolino. Ora vuole um<strong>il</strong>iare l’inculato fino in fondo, fino a sborrargli nel<br />
culo, sottometterlo fino a riempirgli tutto <strong>il</strong> culo di sperma. Lo incula senza<br />
pietà, per darsi ritmo lo insulta:<br />
29
«Cornuto, ti spacco <strong>il</strong> culo. Te lo sfondo tutto. Te lo allargo per sempre. Ti<br />
svergino.»<br />
Giorgio eccitato dal cazzo e dal linguaggio dell’ inculatore, accelera <strong>il</strong><br />
movimento della propria sega. Sente che Diego sta per sborrare e vuole venire<br />
insieme a lui, se possib<strong>il</strong>e. Vuole sentire <strong>il</strong> culo stringersi intorno a quel<br />
nerchione sotto le contrazioni del proprio orgasmo. Non sa se sarà doloroso o<br />
piacevole, ma sente che deve trattarsi di un’esperienza estrema. Godere insieme<br />
al proprio inculatore. Allora, lo incita:<br />
«Sì, dai, inculami porco. Spaccami <strong>il</strong> culo. Sfondami tutto. Aprimi in due,<br />
squartami…»<br />
Ed è in quel momento che entrambi raggiungono l’orgasmo. Diego ruggisce:<br />
«Sborro, troia, ti lavo <strong>il</strong> culo. Ahhh!»<br />
Il <strong>suo</strong> cazzo si ingrossa ancor di più e, dando colpi violenti, erutta tutta la sua<br />
sborra in fondo al culo del cornuto.<br />
«Sì, sborrami nel culo, lavami tutto. Lavami. Sono tuo… tuo… tuo.» Giorgio,<br />
sballottato dalla violenza del possesso e in completa balia del <strong>suo</strong><br />
sodomizzatore, gode con la mano e <strong>il</strong> <strong>suo</strong> sperma cade a fiotti sul pavimento<br />
della cucina. Poi, pian piano, ansimando, si placano. Scende un s<strong>il</strong>enzio rotto<br />
solo dal respiro affannoso dei due uomini, anche se solo uno può dirsi maschio.<br />
L’altro si è offerto come femmina sacrificale al rito della sodomia.<br />
Improvvisamente, Diego, con tono derisorio, esclama:<br />
«Hai visto, <strong>Chantal</strong>, <strong>il</strong> tuo uomo come si fa spaccare <strong>il</strong> culo in due? Hai sentito<br />
prima quando ha detto che preferisce farsi inculare da me che scopare con te?»<br />
Giorgio sente <strong>il</strong> sangue gelarsi nelle vene. Cerca di sottrarsi alla posizione<br />
sottomessa, ma <strong>il</strong> <strong>suo</strong> inculatore, prevedendo la reazione, gli ha bloccato le<br />
gambe tenendogliele divaricate e rafforzando la presa ai fianchi. Diego è in<br />
posizione più comoda ed è più forte, così gli è fac<strong>il</strong>e piantare un altro colpo<br />
poderoso fino in fondo al culo del cornuto.<br />
Giorgio riesce a malapena a girare la testa e con la coda dell’occhio intravede<br />
<strong>Chantal</strong>. Non vorrebbe che lei lo vedesse così sottomesso. Vorrebbe poter dire<br />
che è stato violentato, ma mentirebbe. Sotto quel maschio ci si è messo lui. Ha<br />
paura che <strong>Chantal</strong> lo disprezzi, che addirittura lo lasci. Sa che questa inculata<br />
non sarà senza conseguenze. Ora vorrebbe che ciò che è accaduto non fosse mai<br />
accaduto, ma sa che non è possib<strong>il</strong>e: ora, svanito <strong>il</strong> piacere, <strong>il</strong> senso di<br />
appagamento, rimane solo una grande vergogna per ciò che ha detto, per ciò<br />
30
che ha fatto, soprattutto per ciò che si è fatto fare. Diego è ancora piantato<br />
dentro di lui con aria di trionfo. Ha vinto. Ha inculato <strong>il</strong> <strong>suo</strong> capo davanti alla<br />
sua donna. Quando Diego si sf<strong>il</strong>a dal culo, avvicina <strong>il</strong> cazzo con qualche<br />
striatura di sangue, al viso dell’inculato: « Questo sangue è tuo. Guardalo bene<br />
questo cazzo. Osservalo attentamente. Perché sarà la tua ossessione.» Un<br />
s<strong>il</strong>enzio plumbeo accompagna l’uscita di Diego dalla cucina. Non c’è più la<br />
gioia dei sensi. Il sesso ha mostrato <strong>il</strong> <strong>suo</strong> volto più crudele. Quello<br />
dell’um<strong>il</strong>iazione senza godimento. Giorgio rimane immob<strong>il</strong>e. Non ha più voglia<br />
di muoversi, né di vivere. Sente <strong>il</strong> <strong>suo</strong> mondo andare in pezzi. E tutto per <strong>il</strong><br />
dubbio piacere di farsi rompere <strong>il</strong> culo da un <strong>suo</strong> collaboratore. Non poteva<br />
scegliersi un maschio qualsiasi? Uno sconosciuto qualsiasi. Diego non sarà<br />
l’unico maschio superdotato della città. Perché ha scelto un gioco così<br />
pericoloso? Perché ha <strong>il</strong> vizio di farsi del male da solo? In fondo neppure sapeva<br />
di aver voglia di farsi inculare. Con chiarezza lo ha scoperto quel mattino,<br />
quando quel porco si è presentato nudo in cucina, ostentando quel <strong>suo</strong><br />
mostruoso attrezzo di carne. Oltretutto, ora gli fa male <strong>il</strong> buchetto. Buchetto?<br />
Dopo <strong>il</strong> passaggio di Diego, dubita che lo si possa ancora chiamare buchetto. Se<br />
lo sente largo, gli pare che entri l’aria. Deve averglielo aperto come un tunnel<br />
ferroviario.<br />
<strong>Chantal</strong> ha assistito a quell’accoppiamento animalesco. Il <strong>suo</strong> uomo è appena<br />
stato posseduto da un giovane toro che ieri sera ha chiavato anche lei. Non sa se<br />
lei sarebbe capace di farsi inculare in quel modo. Forse con lei Diego sarebbe<br />
più delicato. Diego, Diego. In poco più di dodici ore è entrato nella loro vita<br />
come un ciclone e sta spazzando via tutto ciò che c’era prima. Sta portando alla<br />
luce <strong>il</strong> lato nascosto delle loro personalità. Ha avviato un processo dai m<strong>il</strong>le<br />
risvolti, alcuni francamente inquietanti. Si avvicina a Giorgio e lo accarezza con<br />
tenerezza. Ne comprende lo stato d’animo, ma ne sente pure la debolezza. Un<br />
<strong>suo</strong> collaboratore ha trionfato su di lui: gli ha mostrato un cazzo più duro, più<br />
grosso, più resistente, gli ha sventrato la donna e gli ha spaccato <strong>il</strong> culo. E<br />
domani? Domani che accadrà, quando dovranno tornare in ufficio? Diego saprà<br />
essere complice, come era nelle premesse? Diego è sfrontato, non teme nulla.<br />
Cosa accadrà domani?<br />
31
VENERDÌ, ORA DI PRANZO<br />
QUINTO CAPITOLO<br />
«Sai che stasera ho appuntamento con <strong>Chantal</strong>? Andiamo a ballare da soli.»<br />
Diego glielo comunica entrando nel <strong>suo</strong> ufficio nell’ora della pausa pranzo.<br />
Giorgio rimane allibito.<br />
«Stasera te la inculo, come mi sono inculato te.»<br />
«Io sto ancora lavorando.» Giorgio finge indifferenza, ma le parole di Diego<br />
hanno un effetto deflagrante dentro la sua testa. Quel bastardo intende vedere<br />
<strong>Chantal</strong> da sola. E lei? Lei ha accettato l’invito?<br />
«Ti piace l’idea che stasera te la inculerò tutta? D’altronde tu sai cosa si prova<br />
con <strong>il</strong> mio bastone nel culo» continua Diego, indifferente alla risposta di<br />
Giorgio.<br />
«Siamo in un luogo di lavoro.»<br />
«Lo so, lo so. Hai ragione, ma non riesco a pensare ad altro. Te l’ho già detto:<br />
<strong>Chantal</strong> è bellissima. È meglio chiavare lei che inculare te, sai?» Il tono è<br />
provocatorio prima ancora che di scherno.<br />
«Ne sono consapevole.» Giorgio, irritato dall’insistenza di Diego, si trincera<br />
dietro un linguaggio formale. Non sa quando la smetterà, così per precauzione,<br />
si alza e chiude la porta dell’ufficio.<br />
«Siamo nell’ora di pranzo. Non sei obbligato a lavorare.»<br />
«Non è <strong>il</strong> caso di continuare.»<br />
«Dì la verità, ti è piaciuto come ti ho inculato? Sai, la sola idea me lo fa<br />
diventare duro. Guarda!»<br />
Se lo è tirato fuori e lo sta mostrando a Giorgio, al <strong>suo</strong> capo. È già semieretto, <strong>il</strong><br />
porco.<br />
«Ti ho detto che devo lavorare!»<br />
«Lo so che muori dalla voglia di succhiarmelo. Cosa c’è di male se mi fai un<br />
pompino durante la pausa pranzo. In ufficio no c’è più nessuno, oltre a noi. In<br />
mancanza della bocca di <strong>Chantal</strong> <strong>il</strong> mio cazzo si accontenta della tua.»<br />
«Tu sei pazzo.» reagisce Giorgio, ma ha voglia di succhiarlo, di provare ancora<br />
<strong>il</strong> senso di pienezza che quel cazzo sa dargli. Ha <strong>il</strong> timore di essere scoperto,<br />
perché anche durante la pausa pranzo, capita che qualcuno si trattenga in<br />
ufficio oltre l’orario. In quel momento, dovrebbero esserci solo loro due, ma la<br />
certezza non c’è. Diego, mentre si avvicina al <strong>suo</strong> capo, continua imperterrito:<br />
32
«Immagina quando stasera questa cappella aprirà <strong>il</strong> culetto della tua <strong>Chantal</strong>,<br />
quel buchino così tenero e stretto. Una ragazzina nelle mani di un cazzo<br />
mostruoso, e tu lo sai perché lo hai provato. Stasera, da solo a casa, ti ecciterai<br />
da morire, fino a sborrare senza toccarti.»<br />
Giorgio non ne può più. Sta male per la gelosia e per l’eccitazione, ma alla fine<br />
attrae a sé <strong>il</strong> bacino di Diego e gli prende in bocca <strong>il</strong> cazzo, con l’unico desiderio<br />
di succhiarlo fino a berne lo sperma, fino a sentirlo gonfiarsi dentro la sua gola<br />
prima di esplodere i m<strong>il</strong>le fiotti di sborra di cui è capace quel bastardo. Quello<br />
che Giorgio non sa è che una piccola videocamera nascosta nel <strong>suo</strong> ufficio sta<br />
riprendendo questo pompino, posizionata in modo che si riconosca bene chi<br />
succhia e poco chi se lo fa succhiare. La perfidia di Diego non conosce limiti.<br />
Mentre succhia si chiede come abbia fatto a convincere <strong>Chantal</strong> ad uscire da<br />
sola con lui. Lei sa bene cosa questo significhi. Non c’è possib<strong>il</strong>ità che si<br />
trasformi in una serata in cui due amici vanno a bere qualcosa insieme in un<br />
pub. Lei sa chi è Diego, cosa vuole e cosa ha tra le gambe. Perché ha accettato? E<br />
perché non glielo ha ancora detto? Con che scusa uscirà? Amiche di lavoro?<br />
All’improvviso tutte queste domande si stemperano, si offuscano e<br />
scompaiono. Il pompino diventa l’unica realtà che conti. Giorgio succhia con<br />
passione, e <strong>il</strong> bull gli blocca la testa con decisione, per essere sicuro che non si<br />
sottragga fino alla fine, fino al momento in cui gli riempirà la bocca di sborra.<br />
Non manca molto: Diego sente l’orgasmo montare, sente lo sperma affluire dai<br />
coglioni fino alla punta del glande, sente <strong>il</strong> cazzo ingrossarsi a dismisura e<br />
finalmente esplodere nella gola di Giorgio. Il <strong>suo</strong> capo sta bevendosi la sua<br />
sborra. Un altro trionfo per <strong>il</strong> giovane e ambizioso collaboratore.<br />
VENERDÌ SERA<br />
Giorgio è solo in casa. <strong>Chantal</strong> è uscita con Diego. Non ha cercato scuse.<br />
Glielo ha solo comunicato, senza preamboli. Giorgio ricorda bene tutti gli<br />
attimi. Era seduto sul divano di fianco a lei.<br />
«Stasera esci?»<br />
«Lo sai già, perché lo chiedi?»<br />
«Perché spero che tu mi dica no»<br />
«Invece esco!»<br />
«È la prima volta da quando viviamo insieme che esci senza di me.»<br />
«E me ne pento. Dovevo farlo prima.»<br />
33
«Nessuno te lo ha mai impedito, mi pare.»<br />
«Ma allora non mi serviva.»<br />
«E adesso?»<br />
«Dopo quello che è accaduto tra sabato e domenica scorsi, ho bisogno di capire<br />
cosa voglio davvero, devo ridefinire <strong>il</strong> mio ruolo in tutta questa vicenda.»<br />
«E per capirlo esci con lui?» aveva chiesto Giorgio. Nella mente, <strong>il</strong> sorriso<br />
sardonico di lui, mentre si faceva succhiare <strong>il</strong> cazzo duro, l’aria di trionfo. Ci<br />
stava riuscendo. Gli stava rubando la donna.<br />
«Sei invidioso? Preferiresti uscirci tu?»<br />
«Perché senti <strong>il</strong> bisogno di ferirmi?»<br />
«Credi che non sappia cos’è successo oggi in ufficio?»<br />
«Vedo che vieni informata puntualmente. Ti ha anche detto che mi ha<br />
provocato deliberatamente lui?»<br />
«Naturalmente tu ti sei sottratto.»<br />
A quel punto, Giorgio aveva preferito tacere, rendendosi conto che ogni<br />
possib<strong>il</strong>ità di dialogo in quel momento era sepolta sotto una coltre di irritazione<br />
palpab<strong>il</strong>issima. Lei si era alzata per andare a preparasi. Lo scatto della serratura<br />
gli aveva segnalato che, contrariamente al solito, lei si era chiusa in bagno.<br />
Aveva acceso <strong>il</strong> televisore, ma non riusciva a seguire le immagini. La mente era<br />
distratta dal f<strong>il</strong>m che accadeva nella sua testa. Si era alzato e come in stato di<br />
ipnosi si era diretto verso <strong>il</strong> bagno. Con passo felpato si era avvicinato alla porta<br />
per captare i rumori al di là. Acqua, solo scrosci d’acqua. Poi <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio, quel<br />
s<strong>il</strong>enzio speciale che vi è in un bagno quando <strong>il</strong> getto d’acqua si interrompe.<br />
Allora, senza rendersi conto di quale impulso lo spingesse a tanto, si era<br />
inginocchiato per spiare la sua donna dal buco della serratura. Era nuda e<br />
bellissima. Si stava asciugando con un vasto asciugamano da mare. I <strong>suo</strong>i occhi<br />
la contemplavano. Era innamorato di lei come <strong>il</strong> primo giorno. I lunghi capelli<br />
biondi bagnati scendevano lungo le spalle, disordinati e in attesa dei colpi di<br />
spazzola. Poi lei si era voltata. Il <strong>suo</strong> seno di prof<strong>il</strong>o era sconvolgente. Era<br />
enorme, una quinta abbondante, eppure stava su da solo. Rispetto agli altri seni<br />
debordanti visti in vita sua, quello di <strong>Chantal</strong> aveva <strong>il</strong> grande fascino di non<br />
aver perso le proporzioni. Era equ<strong>il</strong>ibrato nelle proporzioni come una terza<br />
piena, ma più in grande. La bellezza classica di un seno, semplicemente<br />
maggiorato nelle dimensioni. Per quanti anni avrebbe resistito così sodo? Quel<br />
seno era la tortura di tutti i camerieri della città. Non ce n’era uno che non<br />
34
avesse provato turbamento davanti alle scollature delle sue camicette estive. E<br />
ogni volta, allontanandosi dal caffè, ne avevano riso di gusto. E quella sera<br />
invece, lei era chiusa in bagno. Si sentiva sola, come lui? O era già proiettata<br />
nella serata che l’attendeva? Lei, aveva cominciato ad asciugarsi i capelli. Come<br />
amava quel momento. Uno dei momenti in cui la bellezza naturale di una<br />
donna risplende più che mai. Diego poteva anche chiavarla, incularla, farle bere<br />
tutta la sua copiosa e densa sborra, ma così non l’aveva mai vista. Questa<br />
intimità era solo sua, riservata a lui, come un premio speciale. Lei poi si era<br />
voltata e si era avvicinata alla porta per prendere qualcosa, e si era accorto che<br />
si era accorciata i peli del pube. Aveva lasciato un piccolo triangolo scuro.<br />
Questo dettaglio lo aveva sconvolto. Fino a quel momento aveva assistito alla<br />
preparazione di una donna che si preparava per uscire. Quel dettaglio rivelava<br />
quali fossero le intenzioni di <strong>Chantal</strong>. Se solo avesse coltivato la speranza che lei<br />
potesse limitarsi ad andare a ballare o a bere qualcosa con Diego, ora quella<br />
speranza poteva seppellirla. Lei voleva chiavare, farsi chiavare da lui. In quel<br />
momento si era ricordato una frase che Diego gli aveva detto durante la pausa<br />
pranzo con pompino: « Stasera te la inculo, come mi sono inculato te.» Vivida<br />
l’immagine di lei alla pecorina, con quel porco cazzuto che si ungeva <strong>il</strong> cazzo<br />
per sfondarle <strong>il</strong> culo, si era formata nella sua mente e aveva preso <strong>il</strong><br />
sopravvento, per poi ossessionarlo tutta la sera e tutta la notte. <strong>Chantal</strong> si era<br />
preparata la fichetta per farsi montare da quello stallone, ma non aveva<br />
minimamente idea di cosa avesse in serbo lui per lei, di quale parte di lei<br />
volesse spaccare in due. Lui sapeva bene in cosa consisteva e quali sensazioni<br />
potesse dare quel trattamento anale, lei no. Lei non ancora. Doveva avvertirla<br />
del pericolo? Lei non lo avrebbe ascoltato, non sarebbe servito a nulla. E lui<br />
sarebbe parso solo più antipatico. Eppure voleva che lei sapesse. Perché ci<br />
teneva tanto ad informarla? Solo per quel vecchio vizio degli anziani nei<br />
confronti dei giovani, che amano metterli in guardia per poter dire poi, “te lo<br />
avevo detto”, come se questo potesse far crescere di un grammo la<br />
considerazione e <strong>il</strong> rispetto? No, in realtà, sperava che l’accresciuta<br />
considerazione potesse aiutarlo a riconquistare la sua <strong>Chantal</strong>,<br />
momentaneamente infatuata di un giovinastro affascinante e cazzuto. Si era<br />
allontanato dal <strong>suo</strong> osservatorio e aveva vergato un foglietto, “Stai attenta,<br />
cercherà di sodomizzarti”, e glielo aveva inf<strong>il</strong>ato nella borsetta.<br />
35
SABATO POMERIGGIO<br />
Com’è cambiata in una sola settimana la vita di tutti. Solo sette giorni prima,<br />
alla stessa ora, Giorgio fremeva eccitatissimo di fronte alla prospettiva<br />
dell’avventura della sua donna con Diego. <strong>Chantal</strong>, dopo mesi di insistenza e di<br />
assedio da parte di Giorgio, aveva accettato <strong>il</strong> coinvolgimento sessuale – una<br />
tantum – di un altro uomo in quello che si presentava come un intrigante gioco<br />
a tre. Diego in quel pomeriggio, era ignaro di tutto, o quasi. Sapeva solo che<br />
sarebbe uscito a cena con <strong>il</strong> <strong>suo</strong> capufficio e quella strafica della sua ragazza: la<br />
bellissima <strong>Chantal</strong>. Si stava preparando per essere affascinarla, senza sapere che<br />
<strong>il</strong> destino sessuale della serata era già scritto. Una settimana dopo, alla stessa<br />
ora, Giorgio è impaziente. <strong>Chantal</strong> non è ancora rientrata dalla sera precedente.<br />
Diego è sul letto nudo, mangiava albicocche, si tocca i coglioni e guarda una<br />
partita di tennis alla tv. <strong>Chantal</strong> sta rientrando nel portone di casa sua. Può<br />
ancora chiamarla sua, quella casa? Innanzitutto, l’appartamento è di Giorgio e<br />
da qualche ora non è più sicura di volerci rimanere.<br />
Lo scatto della serratura avverte Giorgio, che prepara <strong>il</strong> <strong>suo</strong> miglior sorriso.<br />
La gioia del ritorno di <strong>Chantal</strong> è vera, ma non è fac<strong>il</strong>e nascondere la paura di ciò<br />
che <strong>il</strong> viso di lei gli potrebbe rivelare. L’intento è lodevole: far finta che nulla sia<br />
accaduto, ma quando c’è una ferita, come nascondere <strong>il</strong> sangue che gocciola?<br />
Lei ha un sorriso stanco. Stanchezza fisica o morale, questo si chiede Giorgio.<br />
Eccesso di attività sessuale e di cazzo o fatica di tornare da lui? Chi lo può<br />
sapere. Ci sono volte in cui, infrangendo ogni comportamento assunto, <strong>il</strong><br />
desiderio prende <strong>il</strong> sopravvento. Senza neppure sapere come stia accadendo,<br />
Giorgio si trova abbracciato a <strong>Chantal</strong> e la bacia. Non le dà <strong>il</strong> tempo né di<br />
parlare, né di sottrarsi. La sommerge d’amore. Ed è così che si ritrovano tra le<br />
lenzuola. Lui per paura che lei abbia già dovuto subire troppi assalti la notte<br />
precedente, è dolcissimo e sfodera tutto <strong>il</strong> repertorio della sua ars amandi, quella<br />
che fino al giorno prima dell’apparizione di Diego, aveva garantito loro una<br />
intensa e felice vita sessuale. La copre di baci, le lecca le cosce e poi scivola sulla<br />
fica, poi la lingua si intrufola dentro. Le mani la accarezzano tutta, scivolano<br />
sulle natiche, percorrono <strong>il</strong> ventre, risalgono ai seni. Tutto procede<br />
meravigliosamente. Lei geme e si lascia fare senza alcuna protesta. Poi, la volta<br />
per leccarle le spalle e la schiena. Ogni curva dello splendido corpo di <strong>Chantal</strong> è<br />
baciata e leccata, fino alle natiche e quando gliele allarga per leccarle <strong>il</strong> buchino,<br />
con un colpo al cuore, constata <strong>il</strong> disastro. Il buco, molto più largo di come lo<br />
36
icordava, gli fa capire che è stato sverginato duramente. È così largo che<br />
sembra essere stato posseduto da un cavallo. Per un attimo, ricordando <strong>il</strong><br />
trattamento subito la domenica precedente si chiede se anche <strong>il</strong> <strong>suo</strong> buco, nelle<br />
ore successive, fosse ridotto così. Poi spera che <strong>il</strong> culo di <strong>Chantal</strong>, con lo scorrere<br />
delle ore si richiuda un po’. Lei si è accorta che Giorgio si è fermato. Sente lo<br />
sguardo sul <strong>suo</strong> culo. Che fare? Che dire?<br />
«Sai, avevi ragione!»<br />
«A cosa ti riferisci?» chiede lui.<br />
«A ciò che avevi scritto nel biglietto che mi hai messo in borsa.»<br />
Dunque lo ha trovato, lo ha letto. Ma prima o dopo la sodomia? Deve<br />
chiederglielo? Giorgio non osa. Lei si volta, lo abbraccia e lo bacia<br />
appassionatamente, muovendo <strong>il</strong> bacino fino a che non lo costringe a penetrarla<br />
con quel <strong>suo</strong> cazzetto duro duro. “Quindici centimetri, solo quindici centimetri,<br />
pochi ma buoni”, pensa lei, confrontandoli con i centimetri di Diego, sia in<br />
larghezza che in lunghezza. Giorgio comincia a muoversi in lei immaginando<br />
ciò che lei e Diego hanno fatto la sera precedente. Li immagina sdraiati sul letto<br />
e l’ab<strong>il</strong>e lingua di <strong>Chantal</strong> sta leccandogli <strong>il</strong> cazzo, senza rendersi conto che sta<br />
mettendo a repentaglio la semiverginità del <strong>suo</strong> culetto. Qualche volta, Giorgio<br />
l’ha inculata, ma per un attrezzo delle proporzioni di Diego, ogni culo può<br />
essere considerato vergine. Nella testa di Giorgio, ora quel cazzo, che lo ha<br />
sfondato a sangue domenica mattina, è pronto per trafiggere <strong>Chantal</strong>. Giorgio<br />
scopa s<strong>il</strong>enziosamente abbracciato a lei, c’è nell’aria un’elettricità che <strong>Chantal</strong><br />
decide di interrompere: «Hai sentito cosa ti ho detto? Mi ha inculata, come<br />
avevi previsto.»<br />
Giorgio ansima e non commenta. Lei sente la sua eccitazione e riprende a sussurrargli<br />
nell’orecchio <strong>il</strong> racconto della notte precedente:<br />
“Avevamo già fatto l’amore una volta e poi io glielo stavo leccando, solo che<br />
quando gli è tornato duro mi ha voltata, facendomi inginocchiare alla pecorina<br />
sul letto. Poi mi ha detto di guardare come erano belli i nostri corpi riflessi nello<br />
specchio appoggiato alla parete. Effettivamente eravamo belli. Due magnifici<br />
corpi che stavano per diventare uno solo.<br />
Già, pensa Giorgio con un po’ di ironia, non un gruppo marmoreo, ma un bel gruppo<br />
“carnoreo”, tutto divertito dal gioco di parole.<br />
“Poi, io doc<strong>il</strong>mente l’ho assecondato, pur sapendo che in quella posizione <strong>il</strong> <strong>suo</strong><br />
grosso uccello si sarebbe potuto spingere ancor più in fondo, fino a trapanarmi<br />
37
l'utero. Si è sputato sul glande scappellato e ha cominciato a penetrarmi. Mi<br />
mancava <strong>il</strong> fiato, così gli ho chiesto:<br />
«Per favore, fai piano. Sei troppo grosso. In questa posizione, mi squarti.»<br />
«È quello che voglio. – ha risposto lui – Voglio che tu mi senta dentro di te per<br />
sempre».<br />
Appena terminata la frase, mi ha piantato dentro un colpo di cazzo<br />
violentissimo. Sono rimasta senza respiro. Ho protestato:<br />
«Ah, porco, ti prego fai piano».<br />
«Troia, <strong>il</strong> mio cazzo ti piace?»<br />
E ha cominciato ad andare dentro e fuori dalla mia fica con minor irruenza,<br />
ogni tanto però dava colpi possenti. Io non ho risposto. Mi limitavo a gemere.<br />
Lui mi ha riposto la domanda:<br />
«Allora, troia, <strong>il</strong> mio cazzo ti piace, sì o no?»<br />
«Sì, mi piace. Lo sai già. Perché insisti?»<br />
«Più di quello di Giorgio?»<br />
«Lo sai. Ce l'hai più grosso, molto più grosso.»<br />
«Ma ti piace di più?»<br />
«Sì... sì... sì... Diego, sì...»<br />
Il cazzo di Giorgio ha un sussulto. Quel porco ha voluto um<strong>il</strong>iarlo anche a distanza.<br />
“Mi dava colpi che sembravano dovermi spaccare in due. Ho continuato a<br />
subire quel trattamento senza protestare.”<br />
Giorgio, mentre la fotte lentamente, come se volesse far durare l’amplesso per l’eternità,<br />
la immagina alla pecorina e ricorda che in quella posizione è sensualissima.<br />
“Ad ogni colpo di Diego, le mie tette ballonzolavano e mi inarcavo tutta,<br />
sollevando la testa e rovesciandola indietro.”<br />
Giorgio immagina i <strong>suo</strong>i capelli lunghi e biondi, mentre nel movimento del capo<br />
all’indietro disegnano un’onda.<br />
“Quel porco mi ha afferrato i capelli saldamente, come le briglie di un cavallo, e<br />
ha accelerato <strong>il</strong> ritmo. Ansimavo e gemevo. Diego pompava con forza. Non<br />
capivo più niente, Diego sembrava un toro alla monta. Poi ha cominciato ad<br />
armeggiare con la mano sinistra. Non so cosa stesse facendo. Solo dopo ho<br />
capito che aveva immerso le dita in un vasetto che era sul comodino. Poi ha<br />
cominciato a passarle tra le mie natiche. Spalmava della crema. Con delicatezza<br />
ha spinto un dito dentro. Mi chiavava e mi ficcava un dito nel culo.”<br />
«E tu? Tu cosa facevi? » le chiede con un f<strong>il</strong>o di voce, Giorgio.<br />
38
“Nulla. Subivo senza ribellarmi. Ero vicina all'orgasmo, ma Diego per evitare<br />
che venissi, ha rallentato la velocità dei <strong>suo</strong>i movimenti, tenendomi sulla corda.<br />
Poi introducendo un secondo dito nel mio culo. Mi sono inarcata e ho<br />
mugolato:<br />
«Porco, cosa mi fai?»<br />
«Indovina.» Mi ha risposto lui con aria di trionfo.<br />
«Mi metti le dita nel culo.»<br />
«Per <strong>il</strong> momento, le dita.»<br />
«Non ci provare nemmeno. Sei troppo grosso.»<br />
«Ma sono bravo. Potrei far passare <strong>il</strong> cazzo anche in un’asola.»<br />
«Sto per godere, ti prego accelera.»<br />
«Non ci penso proprio. Voglio che tu rimanga così sulla corda.»<br />
Poi, si è sf<strong>il</strong>ato dalla mia fica grondante e ha appoggiato <strong>il</strong> cazzo sulle mie<br />
natiche. Avevo paura, molta paura, avevo ancora negli occhi l’immagine di te<br />
inculato da lui e temevo di fare la stessa fine. E al tempo stesso ero eccitata e<br />
curiosa. Cosa avrei provato con quel bestione nel culo? In fondo, anche tu alla<br />
fine avevi goduto intensamente.”<br />
Giorgio, rapito nel racconto di lei, immagina: ”Sta per incularla. La squarterà” e <strong>il</strong> <strong>suo</strong><br />
cazzo subisce un ulteriore indurimento. La cappella è gonfia come non mai.<br />
L’eccitazione, la dolorosa eccitazione di un paio di corna, gli sta facendo scoppiare <strong>il</strong><br />
membro.<br />
“Mugolavo:<br />
«Rimettimelo nella fica, ti prego.»<br />
«Tra un po' ci torno. Non aver paura e r<strong>il</strong>assati.»<br />
Diego ha puntato <strong>il</strong> cazzo tra le mie chiappe, poi ha cominciato a spingere l'asta.<br />
Alla prima vera pressione, ho cercato di sottrarmi, ma lui, da vero maschio, mi<br />
ha bloccata inesorab<strong>il</strong>mente con le sue forti braccia.<br />
«R<strong>il</strong>assati, vedrai che ti piacerà.»<br />
«No, ti prego. Ce l'hai troppo grosso.»<br />
Sostenevo di non volere, ma non mi dimenavo, né mi divincolavo. Un semplice<br />
scarto del bacino a destra o a sinistra gli avrebbe impedito di piantarmi dentro<br />
quel pezzo di carne dura, eppure non lo facevo.<br />
«Non preoccuparti. Ti farò godere, amore.»<br />
Con la mano destra, ha cominciato a sditalinarmi, e io eccitatissima gradivo<br />
quel tocco. Man mano che mi lasciavo trascinare nel piacere, lui ne approfittava<br />
39
per far entrare <strong>il</strong> proprio uccello un po' di più. Lentamente, ma inesorab<strong>il</strong>mente,<br />
guadagnava centimetri nel mio culo. Mi d<strong>il</strong>atava <strong>il</strong> buco, poi si fermava per<br />
farlo adattare al grosso intruso. Qualche secondo e poi, aiutato dall'abbondante<br />
lubrificazione, riprendeva la penetrazione.”<br />
Mentre <strong>Chantal</strong> racconta, Giorgio immagina tutte le espressioni del viso di lei,<br />
immagina quanto la penetrazione la facesse soffrire e quanto la facesse godere.<br />
“Entrava senza sforzo apparente: lento, poderoso, inesorab<strong>il</strong>e. Solo i muscoli<br />
delle braccia rivelavano la dolce fatica che stava facendo. Mi stava inf<strong>il</strong>zando<br />
allo spiedo.<br />
«Ahhhh!» Il lamento mi si è strozzato in gola.<br />
«Passa subito vedrai, amore mio.»<br />
Il cazzo di Diego poi è entrato tutto. Mi si è piantato dentro fino in fondo.<br />
L'espressione del mio viso, riflessa dallo specchio, rivelava <strong>il</strong> senso di ingombro<br />
che <strong>il</strong> mio culo stava patendo. Ero invasa. Un paio di minuti per farmi r<strong>il</strong>assare,<br />
poi Diego ha cominciato a muoversi avanti e indietro. Lentamente, dolcemente,<br />
ma mi impalava tutta. Io boccheggiavo, mentre tentavo di non opporre<br />
resistenza per evitare la lacerazione del mio povero culetto. Non volevo fare la<br />
tua fine. Diego mi ha chiesto se mi faceva male, io gli ho detto di no, anzi quel<br />
trattamento mi stava piacendo.<br />
«Sei un porco, ma mi piaci.» gli ho detto.<br />
«Ti piace come te lo metto nel culo?»<br />
«Sì... ora comincia a piacermi, ma fai piano ti prego. Sei troppo grosso.»<br />
«Ti inculo meglio di lui?»<br />
«Sì!»<br />
«Giuralo!» mi ha ordinato, assestandomi un colpo più deciso.<br />
L’ho giurato, sai. Non so se ho detto la verità. È diverso. Con te è meno faticoso,<br />
con lui è un’esperienza estrema. Con te potrei farlo tutti i giorni, ma con lui mi<br />
sentivo posseduta e prossima alla follia<br />
Mi ha chiesto: «Sei mia?» e poi mi ha dato un altro colpo deciso<br />
«Sì, porco. Sono tua. Mi stai spaccando <strong>il</strong> culo. Fai piano.»<br />
«Te lo voglio sfondare, amore. Hai un culo meraviglioso.»<br />
«Ah... sì. Così amore, così.»<br />
Giorgio non può fare a meno di notare che <strong>Chantal</strong>, mentre veniva inculata, ha<br />
chiamato amore Diego.<br />
«Amore, ti inculo, ti inculo tutta. Fino in fondo.»<br />
40
«Lo sento.... lo sento … sei enorme, porco... sei enorme, amore.»<br />
Il movimento di lui era diventato regolare. Un movimento di avanti e indietro<br />
che faceva scomparire quell'uccello tutto tra le mie chiappe, per poi farlo<br />
riapparire. La mia sicurezza era svanita. Ero un pezzo di carne tra le sue mani.<br />
Quello stallone mi bloccava i fianchi e mi rompeva <strong>il</strong> culo. Ogni tanto guardavo<br />
quello spettacolo animalesco nello specchio. Io rovesciavo la testa all'indietro<br />
come una leonessa posseduta, lui si aggrappava ai miei fianchi come un leone<br />
ruggente. Poi Diego ha cambiato posizione. Ha appoggiato i piedi sul letto,<br />
cominciando ad incularmi dall'alto. Poggiava le mani sulle mie spalle<br />
costringendomi a piegarmi verso <strong>il</strong> materasso. In questo modo <strong>il</strong> culo era ancora<br />
più esposto al possesso. I colpi dall'alto erano ancora più forti, mentre lui mi<br />
diceva:<br />
«Ti svergino <strong>il</strong> culo. Te lo svergino tutto, vero?»<br />
«Sì... sì...». Facevo fatica a parlare. Gemevo e mugolavo. Ogni volta che <strong>il</strong> cazzo<br />
affondava di più lanciavo un piccolo urlo. Diego mi cavalcava nel culo. Poi,<br />
all'improvviso si è fermato. Si è sf<strong>il</strong>ato con delicatezza. Mi ha voltata,<br />
baciandomi con passione. Mi ha riaperto le gambe, le ha sollevate per<br />
poggiarsele sulle spalle e mi ha ripiantato <strong>il</strong> cazzo nel culo. Ero nuovamente<br />
aperta. Completamente aperta. Mi teneva le caviglie per allargarmi le gambe a<br />
<strong>suo</strong> piacimento, e affondava fino al pube, senza alcuna pietà. Scuotevo la testa e<br />
gemevo in continuazione, fino al momento dell’orgasmo: violento, esplosivo.<br />
Godevo con un martello di carne piantato a forza nel mio culo.”<br />
Giorgio si rammarica di non aver potuto essere lì a vedere quell’inculata. Ricorda la<br />
s<strong>il</strong>houette di <strong>Chantal</strong>: elegante, raffinata. Poi torna ad immaginarla, nuda, ridotta ad un<br />
pezzo di carne mugolante in balia di un selvaggio inculatore. Non ne può più. Sente che<br />
la sborrata è vicina.<br />
“Scuotevo la testa a destra e a sinistra. Per quanto tempo mi ha impalata? Da<br />
quanto tempo mi inculava senza pietà? Come me lo aveva ridotto quel povero<br />
buco del culo? Gridai in preda ad un altro incontenib<strong>il</strong>e orgasmo. Era dunque<br />
quello ciò che ci univa! Diego mi stava rendendo felice, rompendomi<br />
inesorab<strong>il</strong>mente <strong>il</strong> culo, come tu non potrai mai fare. Poi ha cominciato a<br />
sborrare anche lui, lavandomi l’intestino, gli ho gridato:<br />
«Sì, amore, lavami, sborrami nel culo. Sì, riempimi tutta. Fammi tua fino in<br />
fondo. Tutta tua...».”<br />
41
Giorgio non può resistere oltre. Accelera ulteriormente i movimenti della scopata. Nella<br />
sua fantasia, <strong>il</strong> buco del culo di <strong>Chantal</strong> è ormai larghissimo, d<strong>il</strong>atato a dismisura,<br />
slabbrato per sempre. Così come lo ha visto pochi minuti fa. Le si richiuderà o<br />
conserverà per sempre la circonferenza del cazzo di Diego? Sborra copiosamente nella<br />
fica di <strong>Chantal</strong>, ma lei no viene insieme a lui. Giorgio intuisce che non è l’orgasmo del<br />
maschio trionfante che possiede la femmina. È l’orgasmo del naufrago che si aggrappa<br />
alla zattera, con la speranza che lo salvi dalla tempesta. È la concessione che una donna<br />
ormai mentalmente lontana, fa al maschio come regalo d’addio. Per l’ultima volta, sarò<br />
tua, per rendere meno doloroso l’addio. O forse è l’ultimo gesto d‘amore. Giorgio è<br />
sfinito. Ha sborrato faticosamente, ma soprattutto ha sofferto le pene dell’inferno<br />
immaginando quella sodomia pazzesca. L’eccitazione è stata così forte da rendergli<br />
dolorante l’uccello. Una scopata interminab<strong>il</strong>e per ingannare <strong>il</strong> dolore, per distrarlo, ma<br />
ora che tutto è finito, ritorna prepotente. Purtroppo la scena nella sua testa non si è<br />
ancora spenta. Pensa che bisognerebbe inventare anche un telecomando per accendere e<br />
spegnere le fantasie. Nell’ultima scena, prima che la stanchezza lo faccia assopire tra i<br />
seni accoglienti della sua donna, Giorgio “vede” Diego che bacia <strong>Chantal</strong> con molta<br />
dolcezza, quasi a compensare la brutalità dell'inculata. Lei ricambia con <strong>il</strong> medesimo<br />
dolcissimo trasporto. Sembra innamorata del maschio che le ha appena sfondato <strong>il</strong> culo,<br />
riempiendoglielo di sborra. Sono teneramente abbracciati sul letto, ed è una tenerezza<br />
che gli fa male. Dal selvaggio amplesso alla tenerezza più avvolgente in una frazione di<br />
attimi. Com'è possib<strong>il</strong>e che gli amanti cambino stato d'animo così rapidamente?<br />
42
LUNEDÌ, MATTINA<br />
SESTO CAPITOLO<br />
Mentre passa davanti alla reception dell’agenzia dove lavora, a Giorgio pare<br />
di sentire una voce bisbigliare: «Quando lo fai anche a me un pompino?»<br />
Giorgio si guarda intorno. Ci sono due dipendenti che confabulano tra loro e la<br />
receptionist. Possib<strong>il</strong>e? Un’allucinazione? O forse parlavano tra loro. Giorgio<br />
trova l’atmosfera un po’ surreale. Mentre si allontana, la receptionist lo<br />
richiama: «Mi scusi, dottore. Il direttore generale la sta attendendo.» Giorgio è<br />
stupefatto, perché ha la sensazione che dietro <strong>il</strong> tono apparentemente neutro<br />
della ragazza vi sia un sarcasmo ost<strong>il</strong>e. Non ha <strong>il</strong> tempo di soffermarsi per<br />
chiedere spiegazioni, deve prima capire perché <strong>il</strong> direttore intenda vederlo di<br />
prima mattina. Mentre si allontana, la voce masch<strong>il</strong>e ritorna: «Magari ora fa un<br />
pompino al direttore.» Si volta nuovamente e tutto appare normale, come<br />
prima. La ragazza smista, con aria compunta, la posta e i due impiegati<br />
parlottano tra loro. Preoccupato, Giorgio raggiunge l’ufficio del direttore<br />
generale, bussa:<br />
«Avanti!»<br />
«Buongiorno direttore, mi cercava?»<br />
«Si accomodi. Le devo parlare.»<br />
«Grazie!»<br />
«Si ricorda quella lettera di dimissioni in bianco che ha st<strong>il</strong>ato <strong>il</strong> giorno della sua<br />
assunzione presso di noi?»<br />
«Certo che ricordo. È una prassi consolidata che i dirigenti consegnino la lettera<br />
di dimissioni nel giorno stesso della firma del contratto di assunzione.»<br />
«È giunto <strong>il</strong> giorno in cui datare le sue dimissioni.»<br />
Giorgio è senza parole. La lunga pausa imbarazzata è interrotta dalla domanda<br />
più spontanea: «Perché?»<br />
«Per questo.» Il direttore volta lo schermo del computer verso Giorgio e appare<br />
un messaggio di posta elettronica: “Gent<strong>il</strong>e Direttore, le invio in allegato un f<strong>il</strong>mato<br />
molto istruttivo, in cui si vede bene in che modo <strong>il</strong> direttore artistico dell’agenzia<br />
impieghi <strong>il</strong> tempo della pausa pranzo. Io credo che un’azienda seria come la vostra non<br />
possa tollerare sim<strong>il</strong>i comportamenti. Quale danno deriverebbe all’agenzia se qualcuno<br />
ne venisse a conoscenza? Se non si provvederà immediatamente a risolvere la questione,<br />
sarò costretto ad inviare questo f<strong>il</strong>mato alla proprietà, alle agenzie di stampa e a farlo<br />
43
diventare di pubblico dominio facendolo circolare in rete. Sicuro che saprà tutelare <strong>il</strong><br />
buon nome dell’agenzia, porgo distinti saluti.” Poi, precedendo ogni possib<strong>il</strong>e<br />
obiezione di Giorgio, avvia la riproduzione di un video in cui si vede<br />
nitidamente <strong>il</strong> volto di Giorgio mentre succhia un grosso cazzo. Alle spalle è<br />
distintamente riconoscib<strong>il</strong>e <strong>il</strong> <strong>suo</strong> ufficio. «L’ho ricevuto stamattina, per<br />
scrupolo l’ho girato io stesso al proprietario, e gli ho parlato al telefono prima<br />
che la notizia gli giungesse da qualcun altro. Tacere mi avrebbe reso ricattab<strong>il</strong>e<br />
a mia volta, non trova? Lui mi ha ordinato di provvedere affinché sim<strong>il</strong>i<br />
sconcezze non accadano più. Mi spiace, ma non ho alternative.»<br />
Giorgio si chiede chi possa aver fatto le riprese. Nell’ufficio c’erano solo lui e<br />
Diego. E finalmente capisce. Sente <strong>il</strong> mondo crollargli addosso: «Lei sa che mi è<br />
stata tesa una trappola.»<br />
«Anche ai topi, la si tende, e quando ci finiscono dentro ne pagano le<br />
conseguenze.»<br />
Nel frattempo <strong>il</strong> pompino sullo schermo procede, accompagnato dal sonoro dei<br />
risucchi labiali e del turp<strong>il</strong>oquio con cui Diego lo incita a succhiarglielo bene.<br />
«Perché tutto questo deve essere messo in relazione alla mia ab<strong>il</strong>ità<br />
professionale?»<br />
«Non finga di non capire. Direttamente non c’entra. Ma c’è lo scandalo. Lei lo<br />
ha fatto in ufficio non a casa sua. Chi ci ha inviato <strong>il</strong> video ha minacciato di<br />
immetterlo in rete e di inviarlo alla stampa, se lei non si dimetterà.»<br />
«A Diego cosa accadrà?»<br />
«Capisco ciò che intende dire. Può darsi che <strong>il</strong> maschio del video sia Diego, ma<br />
chi può dimostrarlo? Lì, si vede solo <strong>il</strong> <strong>suo</strong> volto, un robusto organo masch<strong>il</strong>e<br />
che le entra in bocca e <strong>il</strong> <strong>suo</strong> ufficio, con un manifesto della nostra agenzia che<br />
campeggia visib<strong>il</strong>issimo sulla parete. Chi ha fatto le riprese è stato ab<strong>il</strong>issimo.»<br />
«Quindi Diego rimane nell’agenzia?»<br />
«Certo. Per cacciare le persone ci vogliono prove. Lei può dimostrare che quel<br />
membro è di Diego? Ah, sì, certo, lei lo sa, ma come potrà dimostrarlo agli altri?<br />
Come lo convincerà a tirarsi giù i pantaloni e le mutande per mostrarlo affinché<br />
tutti possano riconoscerlo?»<br />
Nel tono del direttore si intuiva una grande irritazione.<br />
«Dovrò rivolgermi alla magistratura! E lo scandalo vi travolgerà lo stesso.»<br />
«Glielo sconsiglio. Nessuno darà credito alla vendetta tardiva di un dipendente<br />
che si è dimesso spontaneamente, come dimostra la firma in calce alla lettera di<br />
44
dimissioni; l’agenzia la denuncerà per diffamazione: la spelleranno vivo e non<br />
troverà più nessun posto di lavoro. E non può neppure escludere che Diego la<br />
denunci per averlo costretto a subire quel trattamento approfittando del <strong>suo</strong><br />
ruolo gerarchico. Lasci perdere. Noi r<strong>il</strong>asceremo una dichiarazione alla stampa<br />
in cui la ringrazieremo per <strong>il</strong> <strong>suo</strong> operato e le augureremo buona fortuna per <strong>il</strong><br />
<strong>suo</strong> futuro professionale, e potrà accasarsi altrove senza difficoltà. Lei ha molti<br />
estimatori nell’ambiente.»<br />
«Quali garanzie ho che <strong>il</strong> video non circolerà ugualmente? Poco fa, quando<br />
sono arrivato ho colto alcuni commenti malevoli.»<br />
«Purtroppo è diffic<strong>il</strong>e frenare i pettegolezzi. L’assistente tecnico ne è al corrente<br />
ma è tenuto al segreto, pena <strong>il</strong> licenziamento, <strong>il</strong> video lo abbiamo già rimosso<br />
dal server e chi lo ha inviato, dopo <strong>il</strong> nostro colloquio, non avrà più interesse a<br />
farlo circolare.»<br />
«Chi prenderà <strong>il</strong> mio posto?»<br />
«È sicuro di volerlo sapere?» Giorgio annuisce<br />
«Un giovane e promettente rampollo di un'influente e facoltosa famiglia:<br />
Diego.»<br />
«Lei ha l’aria di saperla lunga. Perché, secondo lei mi ha incastrato?»<br />
«Credo che voglia <strong>il</strong> <strong>suo</strong> ruolo, più che <strong>il</strong> <strong>suo</strong> posto. La odia con assoluta<br />
perfidia. I primi tempi si è rivelato un giovane aperto, solare, simpatico, ma nel<br />
frattempo lavorava per la sua rovina. Vuole la sua <strong>Chantal</strong> oltre che <strong>il</strong> <strong>suo</strong> posto<br />
di dirigente. Vuole rubarle l’invidiab<strong>il</strong>e vita che conduce, o meglio che fino ad<br />
oggi ha condotto. Il motivo non lo so. Ma sembra che ci stia riuscendo. Io non<br />
lo avrei coinvolto in giochi a tre con mia moglie: troppo pericoloso.»<br />
«Si sa anche questo?»<br />
«Si sa tutto, cosa crede! Si sa anche che lei si è lasciato sodomizzare sul tavolo<br />
della cucina.»<br />
Giorgio arrossisce:<br />
«La carriera di <strong>Chantal</strong> è a repentaglio?»<br />
«No, perché al di là dell’amore che può provare per lei, salterà sul carro del<br />
vincitore. Diventerà la donna di Diego, e quindi sarà intoccab<strong>il</strong>e.»<br />
«Sgualdrina.»<br />
«No. È saggia. – commenta <strong>il</strong> direttore – Ha ventidue anni e una br<strong>il</strong>lante<br />
carriera davanti. Perché dovrebbe rimanere con un uomo che ama, ma che<br />
sembra destinato alla sconfitta? Perché non dovrebbe innamorarsi di un baldo e<br />
45
giovane guerriero che sa combattere, che è disposto a tutto pur di vincere, che<br />
saprà difenderla in ogni momento della vita e potrà garantirle di realizzare se<br />
stessa e i <strong>suo</strong>i sogni di soubrette? Ricorda cosa diceva Pavese? “Le donne prima<br />
di sposare un m<strong>il</strong>ionario, hanno l’accortezza di innamorarsene”.»<br />
LUNEDÌ POMERIGGIO<br />
Stufo di ciondolare senza meta per la città Giorgio è tornato a casa. Apre la<br />
porta e si accomoda in soggiorno. Si versa da bere un tonico. Ne ha bisogno, poi<br />
si va a sdraiare sul letto. Per fortuna lei non c’è. La tempesta è rimandata. Non<br />
riesce a credere che sia potuta capitare una sim<strong>il</strong>e tragedia. E così rapidamente.<br />
Un sabato sera si inizia un gioco a tre e dieci giorni dopo si è sull’orlo dello<br />
scandalo, senza lavoro e forse senza donna. E tutto per colpa di un ambizioso<br />
rampollo di buona famiglia abituato a prendere tutto ciò che vuole, senza<br />
chiedere mai. Certo che con quel cazzo tra le gambe uno si sente autorizzato a<br />
tutto. Un sim<strong>il</strong>e uccello deve dare un grande senso di sicurezza, quasi di<br />
onnipotenza. Gli piacerebbe sapere cosa si prova ad avere tra le gambe un<br />
cazzo enorme, ma purtroppo non lo sa. Può solo immaginarlo. I <strong>suo</strong>i miseri<br />
quindici centimetri, per quanto valorizzati dall’esperienza amatoria,<br />
rappresentano <strong>il</strong> minimo sindacale cui un uomo ha diritto. La natura con lui è<br />
stata parca. Sovrappensiero, Giorgio si tocca l’uccello e pensa: tu, povero caro,<br />
perché non sei grosso come quello di Diego? O almeno quasi come <strong>il</strong> <strong>suo</strong>. Oggi<br />
<strong>Chantal</strong> non sarebbe tentata di lasciarmi. Forse. Ma soprattutto se avessi un<br />
cazzo così grosso non mi sarei lasciato soggiogare da quel bastardo. Quella<br />
domenica mattina in cucina non me lo sarei lasciato cacciare in culo in quel<br />
modo. E se avessi potuto dare io a <strong>Chantal</strong> certe dosi di cazzo, non avrei avuto<br />
bisogno di rivolgermi ad altri. Il tocco del <strong>suo</strong> uccello, eccitato dalle immagini<br />
della sodomia subita e di <strong>Chantal</strong> alle prese con l’enorme nerchia di Diego, si fa<br />
più vigoroso. Il desiderio di masturbarsi si fa impellente. Con un guizzo della<br />
volontà si trattiene. Non vuole sborrare ancora, sarebbe la seconda volta in<br />
poche ore, e lui vuole ricaricarsi per far l’amore con <strong>Chantal</strong>. Così, si volta<br />
dall’altra parte e cerca di riposare. Si sta appisolando quando sente lo scatto<br />
della serratura. È indeciso tra l’alzarsi e andare incontro alla sua donna o<br />
fingere di dormire. Lei ride e invita qualcuno a smetterla.<br />
«Perché dovrei?» risponde una voce masch<strong>il</strong>e «Ti desidero e ti prenderò.»<br />
46
Giorgio riconosce la voce di Diego. Ecco come <strong>il</strong> bastardo si gode <strong>il</strong> giorno di<br />
ferie. Lui è in mezzo alla strada. In tutti i sensi. Non ha più un lavoro, teme di<br />
perdere <strong>Chantal</strong>, e se non troverà una soluzione, dovrà rinunciare<br />
all’appartamento e al tenore di vita, e quel figlio di puttana è in giro a<br />
spassarsela con la sua ragazza. Sent<strong>il</strong>i come ridono. Vorrebbe alzarsi e andare di<br />
là a spaccare la faccia a quel damerino figlio di puttana. Sebbene non sia sicuro<br />
di riuscirci. Ha già sperimentato, una domenica mattina, la forza delle braccia di<br />
Diego. Deve trovare qualcosa con cui colpirlo. Si guarda intorno. L’unico corpo<br />
contundente è un abat-jour del comodino. Stacca la spina e la impugna. Ne<br />
saggia <strong>il</strong> peso. Scagliata con forza sulla testa, può fare male davvero. <strong>Chantal</strong><br />
non glielo perdonerà. <strong>Chantal</strong>. <strong>Chantal</strong>. Se lui aggredisce Diego e finalmente<br />
regola i conti, lei come reagirà? Con chi si schiererà. Lei non sa ancora cos’è<br />
accaduto. Penserà ad un accesso di gelosia, non alla giusta vendetta del cornuto<br />
e mazziato. Lui sembrerà <strong>il</strong> crudele e Diego la vittima innocente. Paralizzato<br />
dall’indecisione, Giorgio riappoggia la lampada e addirittura riattacca la spina.<br />
Come quando da bambino rimetteva i fumetti pornografici dei genitori nel<br />
perfetto ordine in cui li aveva trovati affinché loro non si accorgessero che<br />
qualcuno li aveva letti, sfogliati, goduti.<br />
Dal soggiorno giungono solo mugolii. “Quei bastardi cosa stanno facendo”,<br />
si chiede Giorgio. “Ora faccio rumore, così capiscono che c’è qualcuno in casa”.<br />
Ma non lo fa. La curiosità è più forte. Lui si alza dal letto senza far rumore,<br />
percorre <strong>il</strong> corridoio e si inginocchia, poi sporge la testa quel tanto che basta per<br />
vedere ciò che sta succedendo. E rimane di sale. <strong>Chantal</strong> è nuda, in ginocchio<br />
sul tappeto, Diego è nudo sul divano, con le cosce aperte e <strong>il</strong> cazzone in piena<br />
erezione. Lei lecca devotamente le cosce del maschio e gli accarezza le<br />
ginocchia. Le mani in realtà scivolano lungo tutta la gamba, fino ad accarezzare<br />
quei piedi forti e larghi, solidi piedi di maschio. <strong>Chantal</strong> in quella posizione è<br />
fantastica. Molti uomini hanno adorato una dea, ma pochi conoscono la sublime<br />
sensazione di essere adorati da una dea. Giorgio l’ha provata e Diego la sta<br />
provando. In quella posizione, completamente abbandonato alle carezze della<br />
ragazza, Diego è indifeso. Ci vorrebbe un coltello, ma per raggiungere la cucina<br />
si deve attraversare <strong>il</strong> soggiorno. In bagno non ci sono rasoi, e Giorgio si<br />
maledice perché usa i rasoi monouso. Nel frattempo, però, lo spettacolo è<br />
ammaliante. <strong>Chantal</strong> è scivolata con la lingua fino ai piedi e lecca l’alluce destro<br />
del maschio. Ad ulteriore um<strong>il</strong>iazione Giorgio si accorge che quell’alluce è<br />
47
grosso quasi quanto <strong>il</strong> <strong>suo</strong> cazzo. Perché la distribuzione dei centimetri di cazzo<br />
deve essere così ingiusta? Perché ci sono uomini che devono affrontare le donne<br />
e la vita con soli dodici centimetri di cazzo e altri che ostentato uccelli enormi,<br />
oltre i trenta centimetri. Maschi che non riescono neppure a fare <strong>il</strong> solletico alle<br />
proprie donne, pur nel pieno dell’erezione e altri che ce l’hanno così grosso da<br />
non riuscire a trovare femmine disposte a lasciarsi trapanare. In entrambi i casi<br />
si tratta di fenomeni da baraccone. Lui ha i <strong>suo</strong>i quindici modesti e dignitosi<br />
centimetri, e gli converrà tenerseli cari cari, anche perché un fallimentare<br />
tentativo di ingrossamento con quegli attrezzi a pompa che vendono per posta,<br />
in gioventù, lo ha fatto.<br />
<strong>Chantal</strong> lecca <strong>il</strong> piede sinistro di Diego. Sta passando la lingua tra le dita. Lui<br />
ha gli occhi chiusi, <strong>il</strong> cazzo svettante. Ecco, come potrebbe punirlo. Non è<br />
necessario ucciderlo, basterebbe tagliargli <strong>il</strong> cazzo, togliergli lo strumento<br />
dell’arroganza, quel meraviglioso uccello che ha tra le gambe, capace di<br />
soggiogare donne e uomini. Per un attimo Giorgio si chiede se Diego non si sia<br />
inculato anche <strong>il</strong> direttore generale, o addirittura <strong>il</strong> proprietario. <strong>Chantal</strong> passa<br />
al piede destro, per un attimo si unge <strong>il</strong> dito medio e poi lo porta verso le<br />
chiappe di Diego. Cosa vuole fare? Vuole provare a inf<strong>il</strong>argli un dito nel culo?<br />
«Vieni fuori da lì, cornuto». La voce è di Diego. Un fulmine a ciel sereno.<br />
<strong>Chantal</strong> si blocca, Giorgio è paralizzato.<br />
«Se proprio vuoi vedere, non farlo di nascosto.» Poi si rivolge a <strong>Chantal</strong>: «Non<br />
smettere, mia piccola dea. Continua a succhiarmi l’alluce mentre <strong>il</strong> cornuto ci<br />
guarda. Per qualche minuto, <strong>il</strong> gioco continua. Giorgio si è spostato nel<br />
soggiorno. Seduto per terra e appoggiato alla parete osserva la scena. Ma<br />
<strong>Chantal</strong> sa che lui è stato licenziato? Possib<strong>il</strong>e che possa dedicarsi con tanta<br />
dedizione a quel porco sapendo che cos’è successo? Giorgio si convince che lei<br />
non lo sappia. O forse ha bisogno di convincersene.<br />
<strong>Chantal</strong>, senza alcuna parola, con la femmin<strong>il</strong>ità delle sue movenze, si<br />
arrampica lungo <strong>il</strong> corpo di Diego, poi gli si pone a cavalcioni e si impala sul<br />
<strong>suo</strong> nerchione. Come un palo di legno che si conficchi nel terreno, <strong>il</strong> cazzo entra<br />
nella fica della ragazza. Una durezza estrema che strappa un gemito alla<br />
femmina. Dopo qualche secondo è tutta impalata. Tutta aperta con <strong>il</strong> palo<br />
ficcato dentro. Diego allunga le mani e le abbranca le natiche, poi gliele allarga.<br />
Un dito nodoso e impertinente si inumidisce con i liquidi della fica e poi si<br />
spinge nel buchetto posteriore fino a penetrare tutto. Maestosa la cavalcata di<br />
48
<strong>Chantal</strong> su quel membro poderoso, maestosa. Giorgio non ne può più, si<br />
spoglia e scivola vicino ai due corpi in amore. La tentazione di sodomizzare<br />
<strong>Chantal</strong> mentre Diego la chiava è forte, ma non osa disturbare gli dei del sesso<br />
nel momento del loro accoppiamento. E poi, nel culo, c’è già un dito. Cosa fare?<br />
Come partecipare? Potrebbe alzarsi in piedi e mettersi all’altezza del viso di<br />
<strong>Chantal</strong>, nella speranza che lei gli succhi <strong>il</strong> cazzo, ma teme di essere trascurato.<br />
La ragazza è visib<strong>il</strong>mente impegnata. Così finisce per accoccolarsi tra le gambe<br />
divaricate di Diego e senza una parola prende <strong>il</strong> posto di <strong>Chantal</strong> nel leccargli i<br />
piedi. Poi, constatato che non viene cacciato in malo modo, come un fastidioso<br />
tafano, risale sino alle cosce e comincia a leccare i coglioni duri del maschio che<br />
si sta fottendo la sua donna. La sua lingua si fa sempre più convinta. Lappa i<br />
coglioni duri come noci, di tanto in tanto scivola lungo le cosce, poi si spinge<br />
sino a leccare <strong>il</strong> tronco di carne, approfittando del momento in cui fuoriesce<br />
parzialmente per poi sprofondare nel ventre caldo della femmina. Quel cazzo è<br />
umido degli umori della sua donna. La sua donna sta godendo con un altro<br />
uomo. Cerca di avvolgere quel tronco con le labbra, quasi a misurarne la<br />
larghezza per poi confrontarla con <strong>il</strong> buchetto della sua ragazza. Non riesce a<br />
credere che quella nerchia così larga sia potuta entrare nel culo della sua donna.<br />
Ma è ancora la sua donna? Il dubbio lo avverte. Beh, in fondo vive con lui.<br />
Giorgio lecca tutto ciò che può. Anche <strong>il</strong> dito di Diego che continua a procedere<br />
dentro e fuori dal culo di <strong>Chantal</strong>. Dai gemiti e dal respiro, Giorgio intuisce che<br />
<strong>il</strong> momento dell’orgasmo di <strong>Chantal</strong> si sta avvicinando. Un po’ gli dispiace,<br />
perché sa che quando anche Diego sarà venuto, tutto finirà. Vorrebbe<br />
prolungare questi attimi all’infinito, cancellare tutta la realtà circostante.<br />
Possib<strong>il</strong>e che questo maschio, così bello, così semidio, sia anche così perfido, al<br />
punto di distruggere la vita di una persona solo per un <strong>suo</strong> capriccio? Mentre<br />
<strong>Chantal</strong> gode, Giorgio ha le palle di Diego a portata di denti. Basterebbe poco<br />
per vendicarsi, ma se Diego fosse colpevole, avrebbe corso <strong>il</strong> rischio di farsi<br />
leccare le palle da un uomo che potrebbe nutrire sentimenti di vendetta? Chi<br />
sarebbe così sciocco da mettere i propri coglioni in bocca ad un coccodr<strong>il</strong>lo<br />
incazzato? Giorgio ne deduce che forse è innocente, anche se una voce dentro di<br />
lui gli ricorda che si sta ingannando. “Ti piacciono quelle palle – gli dice la<br />
vocina – leccale e non fare storie, ma non dirti le bugie. Lui è <strong>il</strong> bastardo che ti<br />
ha fatto licenziare e che vuole rubarti la donna. Te l’ha anche detto, ricordi?”<br />
49
Mentre Giorgio lecca e monologa su questa faccenda, Giorgio sborra con forza,<br />
gridando <strong>il</strong> possesso, al punto che <strong>Chantal</strong> stessa teme che i vicini possano<br />
sentire e riconoscere che quella non è la voce del <strong>suo</strong> legittimo uomo. Pochi<br />
secondi dopo, mentre <strong>il</strong> cazzo è ancora piantato profondamente nella fica, la<br />
sborra comincia a colare lungo <strong>il</strong> tronco di carne. Giorgio è già lì, perciò gli<br />
viene spontaneo leccarla, raccoglierla tutta sulla punta della lingua e deglutirla<br />
amorevolmente. Poi <strong>Chantal</strong> si sf<strong>il</strong>a <strong>il</strong> cazzo dalla fica, si accoccola di fianco a<br />
Giorgio, prende tra le dita la cappella di Diego e la inf<strong>il</strong>a in bocca al <strong>suo</strong> uomo,<br />
premendo leggermente affinché anche le ultime gocce di sperma, quelle che di<br />
solito tendono a rimanere nel canale seminale, escano.<br />
Pochi minuti dopo, in preda ad una profonda vergogna e ad un odio per se<br />
stesso, per la propria incapacità di vendicarsi di un bastardo che gli sta<br />
rovinando la vita, Giorgio esce di casa. Si inventa un impegno per non dire la<br />
verità. <strong>Chantal</strong> è in cucina e prepara <strong>il</strong> caffè. Quando torna in soggiorno con le<br />
tre tazzine fumanti, si accorge che Giorgio non c’è. Le spiegazioni gliele dà<br />
Diego.<br />
LUNEDÌ SERA<br />
«E così, ti hanno licenziato!» sbotta <strong>Chantal</strong>. Giorgio è appena rientrato in<br />
casa dopo la passeggiata della vergogna. Non ha neppure potuto salutarla.<br />
«Sei già informata, vedo.» È bellissima, non può fare a meno di osservarla tutta,<br />
fino a perdersi nel <strong>suo</strong> sguardo glauco e intenso.<br />
«Certe notizie volano.»<br />
«Sento che sei irritata.»<br />
«Incazzata, vorrai dire.»<br />
«Va bene, ma perché te la prendi con me e non con quel bastardo che mi ha<br />
incastrato: l’angelico Diego?»<br />
«Perché lui mi ha giurato di non essere coinvolto in alcun modo. Anzi ha detto<br />
che gli piacerebbe spaccarti la faccia, visto che <strong>il</strong> culo te lo ha già spaccato. Per<br />
colpa tua ha rischiato di perdere <strong>il</strong> posto anche lui.»<br />
«Perché perdo tempo con un’ingenua come te? Non capisci come sono andate le<br />
cose? In quell’ufficio c’eravamo solo io e lui, e nessun altro può aver girato <strong>il</strong><br />
f<strong>il</strong>mato. Nella ripresa, si vede <strong>il</strong> manifesto dell’agenzia. L’unico angolo per<br />
ottenere quella prospettiva è occupato da un mob<strong>il</strong>e a vetri, quindi, qualcuno ha<br />
50
piazzato la videocamera nell’anta a vetri, nascondendola tra i documenti e i<br />
fascicoli. Io non potevo notarla…»<br />
«Già, eri troppo impegnato a succhiare.»<br />
«E comunque, lo sai che gli hanno dato <strong>il</strong> mio incarico?»<br />
«Ha dovuto accettarlo. L’azienda l’ha costretto per soffocare ogni possib<strong>il</strong>e<br />
scandalo. Lui non lo voleva <strong>il</strong> tuo posto, ed è molto dispiaciuto per te.»<br />
«Non capisci un cazzo. Allora chi avrebbe avuto interesse a far scoppiare lo<br />
scandalo, secondo te?»<br />
«Non lo so, sei tu l’investigatore, trovatelo da solo <strong>il</strong> colpevole. Io so solo che lui<br />
non è.»<br />
«Ti rendi conto che sta cercando di separarci?»<br />
«No! Sei tu, che con i tuoi comportamenti, stai facendo di tutto per perdermi!»<br />
Solitamente, quando è adirata è ancora più bella, ma la paura, questa volta<br />
impedisce a Giorgio di apprezzarla, quella bellezza selvaggia. La sta perdendo,<br />
lo sente. Lo intuiva già prima, ma ora è come una marea montante. Tra un po’<br />
lei si alzerà e uscirà dalla sua vita. Lei continua a parlare:<br />
«Ti rendi conto che benché io ti ami come prima, non sono più sicura di voler<br />
vivere con te?»<br />
«Io mi rendo conto solo di una cosa: tu hai già scelto.»<br />
«Non puoi pensare che tutto ciò che è accaduto mi lasci indifferente. Mi hai<br />
sbattuta tra le braccia di un altro, ti sei fatto sodomizzare da lui. Non sono più<br />
sicura che tu abbia bisogno di me.»<br />
«Non ti ho “sbattuta tra le braccia di un altro”, era un gioco complice che<br />
piaceva ad entrambi, o almeno lo credevo. Ciò che è accaduto quella domenica<br />
mattina non lo avevo messo in conto.»<br />
«Sei sicuro di non aver fatto tutto questo solo per arrivare ad aver a<br />
disposizione un bel cazzo tutto per te? Sei sicuro che io non sia solo l’alibi della<br />
tua omosessualità?»<br />
Ha ragione lei? È davvero così? No, se fosse così gli piacerebbe vedere un<br />
maschio scopare con qualsiasi donna. Lui non è gay, è <strong>cuckold</strong>, lo sa bene. Tutta<br />
la storia dei <strong>suo</strong>i desideri sessuali glielo conferma. Il nucleo di tutto è l’idea di<br />
un maschio che gli fotte la donna, che inf<strong>il</strong>a una grossa nerchia dentro la fica, e<br />
magari nel culo, della “sua” donna. Con qualsiasi altra femmina l’eccitazione<br />
non funzionerebbe. Diventerebbe un qualsiasi spettacolo pornografico, <strong>il</strong> cui<br />
successo dipenderebbe dall’identificazione. Giorgio prova a spiegarglielo:<br />
51
«No. Senza di te, Diego non mi sarebbe interessato. È solo perché ha posseduto<br />
te che ha potuto possedere anche me. E comunque, ti ricordo che anche lui ha<br />
compiuto gesti omosessuali, seppure attivi.»<br />
In quel momento nella sua testa ripassano le immagini della poderosa inculata<br />
subita, e <strong>il</strong> <strong>suo</strong> cazzo, che si era da poco tranqu<strong>il</strong>lizzato, ha un sussulto verso<br />
l’alto. Ha paura che <strong>Chantal</strong> se ne accorga.<br />
«Diego lo ha fatto solo per dimostrarmi quanto sei finocchio.» Nella voce di<br />
<strong>Chantal</strong> l’ira è palpab<strong>il</strong>e, quasi lui stia infangando <strong>il</strong> buon nome del <strong>suo</strong> nuovo<br />
fidanzato.<br />
«Dunque mentre me lo piantava nel culo, provava un grande schifo. E come<br />
mai aveva <strong>il</strong> cazzo così duro?»<br />
<strong>Chantal</strong> a questo non ha pensato. Ma non volendo ammetterlo, inventa:« Lo<br />
eccitava l’idea che io lo guardassi. Era a me che voleva mostrare la sua vir<strong>il</strong>ità, e<br />
spaccarti <strong>il</strong> culo era <strong>il</strong> modo estremo per farlo.» Con quale perverso gusto, lei<br />
dice “spaccarti <strong>il</strong> culo”. La discussione sta degenerando nella volgarità. Brutto<br />
segno.<br />
«Te lo ha detto lui?»<br />
«Certo.» mente lei.<br />
«Sei proprio giovane, se credi ad ogni menzogna che ti viene raccontata. Anche<br />
a lui piacciono i maschi, solo che per vergogna sceglie <strong>il</strong> ruolo attivo. Il giorno<br />
in cui si libererà lo prenderà nel culo come l’ho preso io. E se ti può interessare,<br />
mi è piaciuto farmi spaccare <strong>il</strong> culo. È una sensazione che nessuna donna può<br />
dare ad un uomo, neppure con un cazzo finto tra le gambe.»<br />
Giorgio si stupisce delle sue stesse parole che <strong>suo</strong>nano come liberazione e verità<br />
offensiva sbattuta in faccia a lei. Comprende un attimo dopo, di aver detto<br />
troppo, di averla offesa e di aver reso invalicab<strong>il</strong>e <strong>il</strong> solco che li divide.<br />
«D’ora in poi, potrai farti inculare da chi vorrai, senza problemi, ti lascio la casa<br />
libera. Anche se temo che dovrai rinunciare al cazzo di Diego.» Si alza e va in<br />
camera per preparare la valigia. Lui non si muove. È stata una giornataccia, è<br />
esausto, perché dovrebbe combattere invano? Lei getta gli abiti alla rinfusa nella<br />
valigia. È incazzata, sente di amarlo ancora, di amarlo più che mai, ma sente di<br />
non poter più vivere con lui, <strong>il</strong> <strong>suo</strong> futuro non è più in quella casa.<br />
Giorgio la raggiunge in camera: cerca di fermarla, di baciarla, ma viene<br />
respinto. Inesorab<strong>il</strong>mente. Allora, ferito, si lascia andare a frasi che complicano<br />
ulteriormente la discussione:<br />
52
«Vai a stare dai lui?»<br />
«Non lo so. Ci penserò!»<br />
«Solo perché ha <strong>il</strong> cazzo più grosso? È solo una questione di cazzo?» chiede<br />
sarcasticamente, lui, puntando dritto lo sguardo duro negli occhi azzurri e<br />
profondi di lei.<br />
«Capisco <strong>il</strong> tuo stato d’animo, ma è una questione di vita. La vita con te è<br />
diventata faticosa. Devo fare molti sforzi per farla funzionare e non riesco più<br />
ad immaginare un futuro nostro. Con Diego è tutto più semplice. Siamo quasi<br />
coetanei, abbiamo lo stesso punto di vista e abbiamo voglia di progettare un<br />
futuro insieme.» Risponde lei pacatamente, come placata dalla scelta appena<br />
compiuta.<br />
«Oh Oh, la vita è diventata faticosa in soli dieci giorni. La verità è un’altra. Ti è<br />
bastato prenderlo nel culo per desiderare un futuro con lui.» Dice Giorgio<br />
amaramente, e si volta per andarsene sul balcone. Non vuole vederla uscire di<br />
casa. Lei – colpita dall’amarezza di lui – si sente improvvisamente colpevole e<br />
prova a trattenerlo per <strong>il</strong> braccio:<br />
«Non capisci che pur amandoti, non posso vivere con te? Non riesco più ad<br />
immaginarla una vita insieme a te.»<br />
Lui si libera della presa e con cattiveria aggiunge: «Lasciami stare. Ci sono<br />
um<strong>il</strong>iazioni che danno piacere, come prenderlo nel culo e altre no. Ho ancora un<br />
briciolo di dignità. Vattene, ma risparmiami le menzogne.»<br />
«Non credi che sia meglio darci del tempo per capire cosa ci stia capitando?»<br />
«Si dice sempre così, quando si scarica l’altro. È una pietosa bugia. Ti crederei<br />
se tu andassi a vivere da sola, ma tu vai da Diego. Per capire meglio ciò che<br />
vuoi dal futuro, visto che sei confusa, potresti sempre andare per un po’ in<br />
convento, non credi?»<br />
Poi, se ne va. <strong>Chantal</strong>, in mezzo alla camera vorrebbe piangere e al tempo stesso<br />
gridargli una sf<strong>il</strong>za di insulti. Non ha <strong>il</strong> diritto di trattarla così. Trascura che<br />
l’abbandonato è Giorgio, non lei. Che lui ha più motivi per soffrire. Lei si sente<br />
troppo giovane per dover fare scelte così impegnative. Mentre lo vede di spalle<br />
sul balcone, si rende conto che ci sono momenti in cui anche i grandi amori non<br />
riescono più ad esprimersi. Sommersi dagli eventi, sembrano voler soccombere,<br />
e non rimane che sperare che sotto la cenere covi ancora una minuscola fiamma.<br />
53
UN ANNO DOPO, CIRCA<br />
SETTIMO CAPITOLO<br />
«Dai porco, fott<strong>il</strong>a. Squartala tutta. Faglielo sentire fino all’ombelico quel tuo<br />
grosso uccello. <strong>Chantal</strong>, ti piace <strong>il</strong> cazzo di Diego? Ti piace?» La voce di Giorgio<br />
invade la stanza.<br />
«Sì mi piace. Da morire, mi scopa divinamente. Molto meglio di te. Lui sì che sa<br />
come si chiava una donna. Guardalo quando lo tira fuori dalla mia fica. Guarda<br />
come ce l’ha grosso: è almeno <strong>il</strong> triplo del tuo. E ce l’ha più duro, più resistente<br />
e ha molta più sborra nelle palle. Il tuo è solo un misero cazzetto, non potrai<br />
mai fare godere una donna come fa lui.» Giorgio è vicino all’orgasmo, i due<br />
chiavatori, accorgendosene, accelerano <strong>il</strong> ritmo della scopata. Sanno che Giorgio<br />
sborrerà solo dopo che avrà visto <strong>il</strong> maschio godere. Quando è prossimo<br />
all’orgasmo, lo stallone estrae la sua grossa nerchia dalla fica della donna e<br />
gliela lava tutta. I fiotti di sborra sembrano non finire mai e le imbrattano anche<br />
i capelli. Lei gode, o finge di godere. Lui, no, lui non può fingere. Il <strong>suo</strong><br />
orgasmo è vero. Subito dopo anche Giorgio gode copiosamente. Qualche<br />
minuto più tardi, placati gli istinti di tutti, i due scopatori si baciano<br />
teneramente, si alzano dal letto, si rivestono, raccolgono i soldi dal comodino,<br />
salutano Giorgio e se ne vanno. Da circa un anno è così: ogni volta che ha un<br />
po’ di soldi, lui telefona e chiede se possono raggiungerlo. Ogni volta, Luana, la<br />
bella prostituta bionda e Boris <strong>il</strong> <strong>suo</strong> stallone si presentano da lui e mettono in<br />
scena una chiavata tra Diego e <strong>Chantal</strong>. Il maschio lo insulta, lei gli denigra <strong>il</strong><br />
cazzo, e Giorgio – pur sapendo che è una finzione – si spara una sega feroce fino<br />
a sborrare.<br />
Una volta, lei gli si è offerta, ma Giorgio – con tono contrito - ha rifiutato:<br />
«Sei gent<strong>il</strong>e, grazie. Ma non ci riesco. Da quando se n’è andata non posso più<br />
fare l’amore con nessuna donna. Mi dispiace.»<br />
In un’altra occasione, in preda ad una forte eccitazione ha chiesto al maschio di<br />
potergli toccare <strong>il</strong> cazzo. L’uomo, visib<strong>il</strong>mente seccato, voleva rifiutare, poi ha<br />
accettato su muta implorazione della sua compagna. Era come se lo sguardo di<br />
lei gli dicesse: “Poverino, fallo contento. Non vedi quanto soffre?” Giorgio era<br />
in ginocchio e come in stato ipnotico glielo accarezzava tutto, ne sentiva la<br />
consistenza, tastava i testicoli gonfi di sperma. Alla fine, <strong>il</strong> maschio, incuriosito<br />
gli aveva chiesto se Diego l’avesse grosso come <strong>il</strong> <strong>suo</strong>. In trance, Giorgio aveva<br />
54
isposto: «No, <strong>il</strong> tuo è più grosso e più bello.» Stava mentendo? «La prova è che<br />
<strong>il</strong> <strong>suo</strong> sono riuscito a prenderlo nel culo, <strong>il</strong> tuo non potrei. È troppo largo.» in un<br />
pomeriggio più sfrenato di altri, Giorgio chiese a Luana di farsi inculare dal <strong>suo</strong><br />
maschio. Dopo qualche sapiente reticenza e un cospicuo aumento della tariffa,<br />
lei aveva acconsentito. Era stata una bella inculata e Giorgio aveva goduto più<br />
del solito. Per un attimo, avevano colto sul <strong>suo</strong> viso un’espressione serena,<br />
pacificata. Negli incontri seguenti loro sarebbero stati disposti a farlo ancora,<br />
ma lui non poteva permettersi <strong>il</strong> lusso di quella tariffa, e lei non poteva per<br />
motivi professionali, fare sconti sulle prestazioni.<br />
Un bel giorno, come capita ai fidanzati, <strong>Chantal</strong> e Diego decidono di<br />
sposarsi. <strong>Chantal</strong> si chiede se sia <strong>il</strong> caso di invitare Giorgio al matrimonio, ma<br />
ne ha perduto le tracce. Forse tramite qualche amico comune potrebbe<br />
rintracciarlo, ma deve farlo? È opportuno farlo? Alla fine, risolve di non<br />
invitarlo, ma non si sente la coscienza a posto. Lei lo vorrebbe vicino a sé,<br />
seppure sia cosciente che <strong>il</strong> giorno del matrimonio seppellirà definitivamente <strong>il</strong><br />
loro grande amore, ma come spiegarlo allo sposo? Diego è un ragazzo<br />
meraviglioso, affascinante, intelligente e comprensivo, ma a tutto c’è un limite.<br />
Le chiederebbe perché ci tenga tanto ad invitare quello sfigato di Giorgio. Certo,<br />
lei potrebbe trincerarsi dietro <strong>il</strong> vess<strong>il</strong>lo dell’antica amicizia, ma saprebbe di<br />
mentire. Giorgio occupa ancora un posto speciale dentro di lei. Un posto che<br />
non tutti possono capire o apprezzare. A chi confidare quel peso sul cuore? A<br />
sua madre che vibra di felicità per questo matrimonio con <strong>il</strong> rampollo di una<br />
ricca famiglia cittadina? A <strong>suo</strong> padre che è sempre stato un po’ geloso di<br />
Giorgio, visto che li separavano pochi anni. Alle amiche, che le darebbero della<br />
matta? Cosa se ne fa di uno sfigato di vent’anni più vecchio di lei, quando ha la<br />
possib<strong>il</strong>ità di amare ed essere amata da un ragazzo fantastico e benestante come<br />
Diego? Solo la vecchia zia Sofia, che ha sacrificato all’amore l’intera vita,<br />
potrebbe capirla. Donna di temperamento romantico, era fuggita a Parigi in<br />
gioventù con un pittore spiantato e vanaglorioso. Dieci anni dopo era tornata<br />
alla casa paterna, con una cospicua dote. Nessuno aveva chiesto notizie del<br />
pittore e lei non ne parlò. Solo a <strong>Chantal</strong>, ormai diciottenne, aveva confidato che<br />
quei soldi erano <strong>il</strong> frutto del <strong>suo</strong> mestiere di ballerina, disposta ad arrotondare<br />
come squ<strong>il</strong>lo d’alto bordo. La zia le ha fatto sognare i lustrini e le pa<strong>il</strong>lettes del<br />
mondo dello spettacolo, le ha parlato dei grandi alberghi e dei palcoscenici,<br />
55
della considerazione di cui i ricchi circondano le fanciulle piacenti.<br />
Disgraziatamente la zia, all’età di sessant’anni era fuggita nuovamente, con un<br />
ballerino di flamenco di passaggio in città, e non si avevano più sue notizie.<br />
Giorgio ha saputo del matrimonio. Maledice ancora <strong>il</strong> giorno in cui ha<br />
presentato Diego a <strong>Chantal</strong>. Ormai le cose hanno imboccato quella strada. Non<br />
c’è più nulla da fare. Rapire la sposa? Si può fare, se lei acconsente. Ma <strong>Chantal</strong><br />
vuole sposarsi: questo riferiscono gli amici comuni. Il mattino della cerimonia,<br />
luminoso come un giorno perfetto, lui si nasconde in un piccolo caffè nelle<br />
vicinanze della chiesetta nuziale e osserva tutto. D’altronde è o non è un<br />
<strong>cuckold</strong>? Se è stato capace di godere vedendo la propria donna posseduta da un<br />
altro, perché non dovrebbe provare piacere masochistico nel giorno in cui lei si<br />
sposa? Giorgio li vede salire separatamente le scale. Diego è elegante come un<br />
figurino, ma lui sa quali muscoli possenti nascondano quell’abito, soprattutto<br />
tra le gambe, dove svetta l’organo principale. Poi giunge lei, accompagnata dal<br />
padre, fasciata da un abito che ne esalta la prorompente bellezza. E la sua<br />
quinta di seno, esplode in tutto <strong>il</strong> <strong>suo</strong> splendore. Giorgio vorrebbe avere in tasca<br />
una pistola o un’arma qualsiasi per sparare a Diego, o per obbligarlo a chiavare<br />
ancora <strong>Chantal</strong> davanti a lui. Quante volte prima di addormentarsi sogna di<br />
vederli scopare insieme. Di vedere <strong>Chantal</strong> nuda tra le braccia di lui, come quel<br />
sabato sera in cui cominciò la sua rovina.<br />
Con circospezione si avvicina un po’ alla chiesa. Gli sposi sono già dentro.<br />
Vorrebbe riuscire ad entrare anche lui, magari confondendosi tra i cantori del<br />
coro, o mimetizzandosi tra le vecchiette che approfittano di un’altra messa per<br />
assicurarsi <strong>il</strong> paradiso. Infine, nonostante la folla, riesce ad intrufolarsi e<br />
guadagna una posizione dietro una colonna da cui può seguire bene la<br />
cerimonia. Tutto ha inizio e procede secondo i dettami della liturgia, ma<br />
quando si avvicina <strong>il</strong> momento del sì, forse per colpa di un gesto maldestro,<br />
<strong>Chantal</strong> lo vede. Un tuffo al cuore, un lieve rossore subito dissimulato e poi<br />
torna a concentrarsi sulla cerimonia, ma quando dice “sì” le sfugge una lacrima,<br />
che tutti credono sia di felicità.<br />
56
CINQUE ANNI DOPO<br />
OTTAVO CAPITOLO<br />
L’appartamento è discreto e decoroso. L’altezza attutisce i rumori che<br />
provengono dal boulevard. Tutto è in ordine, tutto è lindo. Forse è stato<br />
riordinato in previsione di questo appuntamento. Si percepisce la mancanza del<br />
tocco femmin<strong>il</strong>e, d’altronde <strong>il</strong> maschio che l’ha trascinata lì vive solo. <strong>Chantal</strong><br />
non sa perché, non sa da quanto tempo. Sa che ci sarà tempo per parlare, ora è<br />
di altro che ha bisogno. Come se le leggessero i pensieri, come se sapessero di<br />
cosa ha bisogno, le mani di lui le accarezzano la vita e con una leggera<br />
pressione la fanno voltare. Quando si ritrovano viso a viso, nulla può impedire<br />
che si bacino. Li travolge la passione. Nessun ostacolo, né rimorso, si frappone<br />
tra loro. Ciò che sta accadendo non può non accadere. Non la coscienza, né la<br />
morale, né l’idea che stia tradendo <strong>suo</strong> marito, <strong>il</strong> <strong>suo</strong> amato Diego. E neppure la<br />
paura di mettere a repentaglio la sua reputazione di affermata star del mondo<br />
dello spettacolo, di donna che vive nel deludente mondo di lustrini e pa<strong>il</strong>lettes di<br />
cui le aveva parlato zia Sofia. Senza una parola, e senza interrompere <strong>il</strong> bacio<br />
prolungato, lei e <strong>il</strong> maschio si ritrovano nudi, senza alcuna difficoltà, né<br />
imbarazzo. Lui la prende in braccio e mentre la porta in camera da letto, le<br />
sussurra: «Benvenuta tra le mie braccia». Il maschio la appoggia sul letto, poi<br />
per un attimo si ferma a contemplare quel corpo meraviglioso. Dentro di sé<br />
percepisce un’emozione intensa: «Sei bellissima.» Poi, quasi a stemperare<br />
l’emozione, aggiunge scherzosamente: «Meglio che in televisione.» Si sdraia al<br />
<strong>suo</strong> fianco e comincia ad accarezzarla tutta, proprio tutta: dai capelli lunghi e<br />
biondi alle palpebre socchiuse, dalle labbra rosee al collo delicato, dalle spalle<br />
morbide al seno prorompente. Poi la mano scivola più giù, accarezza <strong>il</strong> ventre, <strong>il</strong><br />
pube, ma senza soffermarsi. Le cosce, le ginocchia, le gambe, i piedi:<br />
un’esplorazione che è una presa di possesso. I polpastrelli certificano che quella<br />
donna bellissima è veramente lì, sdraiata e disponib<strong>il</strong>e su quel letto di scapolo<br />
impenitente. Dal tocco al bacio, <strong>il</strong> passaggio è talmente naturale da parere<br />
impercettib<strong>il</strong>e. Lui la bacia dolcemente, ma tutta. Non c’è parte del corpo di<br />
<strong>Chantal</strong> che venga trascurata. E a lei piace essere coccolata in questa maniera. Si<br />
lascia andare ad occhi chiusi. Solo dopo un tempo che le pare senza fine, sente<br />
le mani dell’uomo farsi strada tra le cosce, allargargliele per permettere al<br />
glande di penetrarla. E lo lascia fare. Sapeva che sarebbe accaduto. Desidera<br />
57
essere presa da quell’uomo. Il cazzo del maschio non è grosso come quello di<br />
Diego, <strong>suo</strong> marito, ma le piace ugualmente. Si ripromette, in un attimo di<br />
coscienza, di succhiarglielo, quasi come un ringraziamento per tutta la dolcezza<br />
che le sta donando. E comunque compensa in durezza ciò che gli manca in<br />
grossezza. C’è qualcosa di r<strong>il</strong>assante nel lasciarsi penetrare da un uccello che<br />
non le riempie tutta la fica, che non la d<strong>il</strong>ata fino allo spasimo. Far l’amore così<br />
non implica alcuna fatica. E se anche <strong>il</strong> maschio dopo volesse incularla, lei si<br />
concederebbe, perché la cosa non la spaventa come talvolta le accade con Diego.<br />
I primi tempi, dopo gli inizi della loro convivenza, si sentiva molto attratta dalle<br />
situazioni di sesso estremo che le dimensioni del cazzo di Diego potevano<br />
garantirle. Uccello grosso, grande scopatore, ab<strong>il</strong>e inculatore. Cosa poteva<br />
chiedere di più? Sapeva di essere molto invidiata per questa fortuna, ma ogni<br />
amplesso la costringeva a dover essere all’altezza della prestazione. Alla lunga,<br />
calata la passione, poteva diventare una fatica. Ora, invece, in questo discreto<br />
appartamento parigino, con un uomo che ha dimensioni dell’uccello<br />
notevolmente più contenute e che però sa come amarla, non c’è alcuna ansia da<br />
prestazione, nessuna fatica da fare, nessun assalto da subire. Fanno l’amore a<br />
lungo. Non hanno bisogno di molte parole, qualche tenerezza, hanno solo<br />
bisogno di sentirsi, di sapere che sono lì abbracciati, quasi naufraghi su quel<br />
letto, nel bel mezzo di un mondo che pare un mare in tempesta. Dopo un tempo<br />
incalcolab<strong>il</strong>e, in cui i loro corpi hanno trovato la sincronia perfetta, giunge<br />
l’orgasmo: simultaneo e travolgente. È <strong>il</strong> momento in cui <strong>il</strong> loro incontro<br />
raggiunge la perfezione dell’essere. Dopo, non c’è più bisogno di nulla,<br />
potrebbero rimanere lì per l’eternità.<br />
<strong>Chantal</strong>, appoggiata alla ringhiera del balcone, osserva l’imbrunire e pensa.<br />
La mente rievoca giorni lontani. Ricorda momenti in cui dovette fare scelte<br />
dolorose. Quando Giorgio fu licenziato, lei dovette decidere se continuare a<br />
vivere con lui o lasciarlo. C’era Diego, ma era quasi un amore parallelo, che non<br />
collideva in alcun modo con quello provato per Giorgio. Era come se i due<br />
uomini occupassero, misteriosamente, due sfere separate della sua esistenza.<br />
Tanto romantico e bohémien era l’amore per Giorgio, quanto rassicurante si<br />
presentava l’amore per Diego. Lei avrebbe potuto continuare tranqu<strong>il</strong>lamente<br />
così, ma ci fu lo scandalo. Non era più possib<strong>il</strong>e farli convivere questi due<br />
amori, e poiché <strong>il</strong> futuro di Giorgio era divenuto assolutamente precario, non le<br />
58
imaneva che scegliere Diego. Non era una questione di calcolo, ma emotiva.<br />
L’incertezza contro la certezza. La realizzazione del proprio futuro contro la<br />
fine di tutti i propri sogni di soubrette. Chi preferirebbe un’insicurezza<br />
quotidiana a fronte di una rassicurante stab<strong>il</strong>ità? E se anche scegliesse<br />
‘incertezza, quanto tempo trascorrerebbe prima di cominciare a lamentarsene<br />
per rammaricarsi di non aver preferito la stab<strong>il</strong>ità? Se fosse rimasta con Giorgio,<br />
avrebbe dovuto rinunciare alla carriera cui aspirava, Diego, invece, che ne<br />
aveva preso l’incarico, le aveva rapidamente garantito parti interessanti in<br />
spettacoli che le avevano consentito di mettersi in luce, di mostrare <strong>il</strong> proprio<br />
talento e aspirare ad altro. Ma dovette chiudere con Giorgio. Lasciare un uomo<br />
quando non lo si ama più, è fac<strong>il</strong>e, ma come si fa a lasciare l’uomo che si ama? E<br />
per cosa? Una luminosa carriera? Un amore in cambio di un sogno. Un po’ poco<br />
forse. Ciò che, in realtà, l’aveva indotta a scegliere Diego era stata la paura<br />
dell’alternativa alla carriera. Si vedeva già casalinga con prole? No grazie.<br />
L’uomo la raggiunge sul balcone, e le offre un’albicocca. Lei lo guarda e<br />
sorride. Quasi proseguendo <strong>il</strong> corso dei <strong>suo</strong>i pensieri, bisbiglia: «E adesso siamo<br />
qui. <strong>Chantal</strong> e Giorgio sono qui, ancora insieme, a dispetto di tutto e di tutti.<br />
Contro lo scorrere del tempo e degli eventi. A volte credo che la vita sia<br />
bastarda perché si diverte ad intralciare i grandi amori, come se volesse metterli<br />
alla prova.»<br />
«Sembra che i grandi amori la infastidiscano. Forse perché la vita è meschina.»<br />
Eccolo <strong>il</strong> <strong>suo</strong> bohémien, lo riconosce. Il tempo non lo ha cambiato.<br />
«Da quanto tempo vivi a Parigi?»<br />
«Da dopo <strong>il</strong> tuo matrimonio. Quel giorno ho dovuto rendermi conto che non<br />
potevo trascorrere <strong>il</strong> resto della vita ad attenderti. Tu non saresti più tornata da<br />
me, così ha accettato un lavoro a Parigi.<br />
«Ma <strong>il</strong> caso ha voluto che ci incontrassimo nuovamente. Se non avessimo<br />
portato <strong>il</strong> nostro spettacolo a Parigi, ora non saremmo qui. Quando ti ho visto<br />
tra <strong>il</strong> pubblico ho provato un tuffo al cuore.»<br />
«Passavo per caso davanti al teatro, e quando ho letto <strong>il</strong> tuo nome sulla<br />
locandina sono entrato subito a prenotare. A costo di farmi sanguinare<br />
nuovamente <strong>il</strong> cuore, non potevo mancare.»<br />
La sera è scesa. <strong>Chantal</strong> deve andare. Lui le chiama un taxi. Si salutano davanti<br />
al portone con un bacio appassionato, poi lei sale sula vettura che si avvia.<br />
59
Mentre si allontana sa che ha deciso. Continuerà la sua vita con Diego, tutto<br />
sarà come prima perché è <strong>suo</strong> marito e perché lo ama, ma quando avrà bisogno<br />
del fascino di un uomo di mezza età, di una notte d’amore con un tocco<br />
dell’antica bohème, che <strong>il</strong> successo le sta rubando giorno dopo giorno, non<br />
dovrà far altro che tornare in quel piccolo appartamento di Boulevard Voltaire.<br />
E se la tournée andrà bene, sarà a Parigi almeno una volta l’anno. Giorgio,<br />
sapendo che lei lo ama ancora e che almeno una volta l’anno l’avrà tra le<br />
braccia, saprà accontentarsi. Si ameranno ancora. Si ameranno nell’unico modo<br />
che la vita consente. Si ameranno clandestinamente.<br />
60