Vincenzo Ciancico, leggi l'inchiesta di "S" - Live Sicilia Catania

CATANIA | IL CASO
ECCO
IL SISTEMA
CIANCICO
IL POTENTE NOTAIO È STATO
ARRESTATO PER TRUFFA,
PECULATO E FALSO.
VI SVELIAMO TUTTE
LE ACCUSE, ATTO PER ATTO.
CON DATE, IMPORTI, NOMI
E COGNOMI DEI TRUFFATI.
A PARTIRE DAGLI IMPRENDITORI
PIÙ IN VISTA
di Antonio Condorelli
Il calvario del notaio Vincenzo
Ciancico, il più potente di Catania,
inizia con una comunicazione
del consiglio notarile alla Procura
“con la quale - si legge nella
richiesta di custodia cautelare - venivano
segnalate alcune condotte irregolari”.
Già da qualche tempo il consiglio
notarile aveva iniziato un rapporto di
collaborazione con l’Agenzia delle Entrate,
uno scambio di dati e documenti
con lo scopo di “scongiurare - scrive
il pm Barbara Tiziana Laudani - intollerabili
e reiterati ritardi o addirittura
omissioni ascrivibili ai notai operanti
sul territorio catanese in relazione alla
registrazione degli atti da questi ultimi
rogati”. L’obiettivo era vedere chiaro
nella “registrazione degli atti”, nelle
“sistematiche errate autoliquidazioni
delle imposte” che rischiavano, secondo
il consiglio notarile, di incidere
“sul prestigio della professione”. Il 14
luglio del 2010 l’Agenzia delle Entrate
segnala una serie di liquidazioni noti-
cate al notaio Vincenzo Ciancico per
pagamenti delle imposte respinti dalle
banche, ma anche per “irregolarità
nelle autoliquidazioni”: quanto basta
per l’inizio di un procedimento disciplinare.
E per far iniziare una bufera.
Il pm Barbara Tiziana Laudani nella
richiesta di custodia cautelare accolta
dal gip con la concessione dei domiciliari,
parla di “gravi condotte poste
in essere dal notaio riscontrandosi
delle difformità tra taluni atti di compravendita
stipulati dal professionista
e conservati presso il suo studio, ed i
corrispondenti atti inviati all’Agenzia
delle Entrate per la registrazione e susseguente
liquidazione delle imposte”.
Gli investigatori scoprono che le copie
degli atti originali differiscono da
quelle effettivamente inviate all’Agenzia:
addirittura, in alcuni casi, lo stesso
atto viene redatto con clausole diverse
a seconda che destinatario sia il cliente
o l’Agenzia delle Entrate, visto che
i soldi destinati allo Stato sarebbero
niti nelle tasche del notaio, spesso in
un conto corrente cointestato con la
moglie Anna Maria De Lollis.
“Il notaio - scrive il pm Laudani - utilizzando
il suddetto espediente, mediante
la alterazione dell’atto originale,
effettuava una autoliquidazione
delle imposte, per ogni singolo atto in
rilievo, di gran lunga inferiore rispetto
a quella effettivamente dovuta, cosicché
il professionista versava all’Erario
una somma minima rispetto a quella
che avrebbe dovuto essere corrisposta
e contestualmente si appropriava della
ben più cospicua somma già versatagli
dai clienti e di immediata ed esclusiva
pertinenza dell’Erario”. Su queste basi,
nell’ordinanza di custodia cautelare,
è stato contestato il falso in atto pub-
SECONDO L’AGENZIA
DELLE ENTRATE CI SONO
ALCUNI ATTI PER I QUALI
NON SONO MAI STATE VERSATE
LE IMPOSTE. NEL MAGGIO 2010
IL NOTAIO È STATO SOSPESO,
A MARZO È ANDATO
IN PENSIONE. MA NON AVREBBE
SMESSO DI LAVORARE
blico per numerosi episodi, il peculato
per l’appropriazione delle somme nella
qualità di pubblico uf ciale, ma anche
la truffa: in alcuni casi Ciancico non
avrebbe comunicato ai clienti che avevano
diritto ad agevolazioni scali. Lo
comunicava soltanto all’Agenzia delle
Entrate intascando la differenza. Certe
volte i fondi venivano “trattenuti”
e non versati, in altri casi versati “con
ritardo”, sempre - per la magistratura
- in violazione delle leggi.
LA FINTA PENSIONE
Dopo il pensionamento di Ciancico,
la magistratura inquirente valuta
la sussistenza dei presupposti per
la custodia cautelare in carcere. Essendo
andato in pensione nel marzo
2011 è dif cile ipotizzare il rischio
di reiterazione dei reati. Il colpo di
scena avviene il 3 giugno, quando,
con una nota inviata dal presidente
del collegio notarile di Catania, viene
fuori che dopo il pensionamento
“era stata apposta una targa presso
il Comune di Palagonia, all’altezza
del civico 67 di via Palermo, munita
dall’emblema della Repubblica Italiana
e recante la seguente dicitura:
‘Studio Ciancico Avv. G. Ciancico
Notaio Avv. V. Ciancico’”.
I pm scoprono che Giuseppe, glio
del notaio, non esercita la professione
del padre. Contemporaneamente
sospettano che l’accostamento dei
due nomi, con tanto di scritta “notaio”,
possa servire ad “indurre in
errore i clienti in ordine alla fun-
Data
registrazione
zione dallo stesso esercitata, così
verosimilmente attirando i predetti
presso il suddetto studio per continuare
ad espletare attività connesse
alla pregressa funzione peraltro senza
averne più legittimazione alcuna
e con consequenziali gravi danni
patrimoniali per gli sfortunati fruitori
del ‘servizio’, i quali – facendo
af damento sulla notorietà del
Ciancico come notaio - potrebbero
stipulare ulteriori rogiti che poi non
108 S - IL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA IL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA - S 109
Importo
Pagamento
del cliente
Pagamento
all’Erario
17.03.10 6.090,00 15.02.10 28.07.10
22.03.10
26.03.10
02.04.10
08.04.10
09.04.10
12.04.10
14.966,00
737,00
6.506,00
324,00
398,00
2.278,00
336,00
324,00
526,00
824,00
324,00
734,00
866,00
12.680,00
22.02.10
22.02.10
24.02.10
23.03.10
Mai pagato
08.03.10
08.03.10
14.07.10
27.07.10
12.07.10
12.03.10
11.03.10
15.03.10
15.03.10
12.10.10
12.10.10
04.08.10
04.08.10
Mai versato
Mai versato
Mai versato
Mai versato
Mai versato
Mai versato
Mai versato
Mai versato
12.10.10
12.10.10
30.04.10 3.404,00 02.04.10 12.10.10
21.05.10
324,00
1.538,00
1.538,00
1.253,00
24.05.10
22.04.10
22.04.10
19.05.10
Mai versato
Mai versato
Mai versato
Mai versato
26.05.10 12.230,00 27.04.10 12.10.10
27.05.10 2.906,00 28.04.10 07.10.10
10.06.10
11.06.10
213,00
198,00
734,00
1.298,00
13.05.10
31.05.10
12.05.10
13.05.10
Mai versato
Mai versato
12.10.10
12.10.10
18.06.10 2.156,00 21.05.10 12.10.10
18.06.10
1.034,00
2.126,00
21.05.10
21.05.10
12.10.10
12.10.10
30.06.10 10.806,00 03.06.10 12.10.10
05.07.10
Ecco le transazioni arrivate in ritardo
2.315,00
9.656,06
07.06.10
07.06.10
12.10.10
19.11.10
potrebbero per ovvie ragioni essere
regolarmente registrati”.
Uno dei due numeri di telefono presenti
sulla targhetta coincide con quello
dello studio del notaio in piazza Trento,
a Catania. “Ciò - scrive il pm Laudani
- lascia signi cativamente presagire
che addirittura il Ciancico nutra
la concreta intenzione di continuare a
perpetrare condotte illecite utilizzando
lo studio già noto ai clienti come uno
degli studi notarili più in vista sul ter-

CATANIA | IL CASO
La rateizzazione
Ci sono altri 243.919 euro sui quali si so ermano i magistrati: secondo l’inchiesta, “disponendo
della somma di 243.919 euro”, Ciancico ne avrebbe versati 13.791 autoliquidandoli.
La di erenza, però, “veniva in parte restituita all’erario ed in parte rateizzata per la restituzione”
dopo la successiva liquidazione dell’Agenzia delle Entrate. Ecco il dettaglio.
N. reg.ne
e data
Imposte
auto-liquidate
ritorio catanese, in tal modo vieppiù
carpendo la buona fede degli stessi”.
Gli investigatori vogliono essere certi
che il notaio dopo il pensionamento
continui a svolgere la professione
notarile. Il brigadiere dei carabinieri
Mariano Grasso, così, nge di volere
stipulare una compravendita, telefona
e ssa un appuntamento col notaio.
Appuntamento confermato. Secondo
i pm, Ciancico continua “ad effettuare
prestazioni connesse alla funzione di
notaio in assenza di alcun titolo”.
Il pm Laudani de nisce questo comportamento
“emblematico della personalità
del Ciancico”: sottoposto a
procedimento disciplinare che aveva
portato in un primo momento alla
sospensione, era a conoscenza della
trasmissione di atti tra il consiglio notarile
e la Procura. Addirittura, il 27
ottobre, Ciancico aveva depositato
Imposte liquidate
dall’Ufficio
Saldo
da versare
12.12.06 1.286,00 10.450,00 9.164,00
31.08.07 336,00 196.470,00 196.134,00
31.08.07 336,00 11.230,00 10.894,00
25.10.07 3.507,00 6.049,00 2.542,00
26.11.07 734,00 6.398,00 5.664,00
05.11.08 336,00 2.430,00 2.094,00
26.02.10 4.180,00 7.480,00 3.300,00
Note
Ritardo
Rateizzazione
Versamento
integrale
Ritardo
Rateizzazione
Ritardo
Rateizzazione
Ritardo
Rateizzazione
Ritardo
€ 1.500,00
Non riscosso
€ 594,00
Versamento
integrale
Non versato
riliquidazione
21.05.10 1.538,00 1.706,00 168,00 Non riscosso
21.05.10 1.538,00 1.706,00 168,00 Non riscosso
UN CARABINIERE HA PROVATO
A CHIAMARE IL NUMERO
DELL’UFFICIO FINGENDO
DI DOVER FARE
UNA COMPRAVENDITA.
E L’APPUNTAMENTO
GLI SAREBBE STATO CONCESSO
COME SE NULLA FOSSE
una nota indirizzata al procuratore
capo Vincenzo D’Agata con la quale
“tentava di giusti care le sue ragioni”.
Su queste basi il pm sottolinea la
“spregiudicatezza del Ciancico la cui
propensione alla commissione di condotte
illecite non si è arrestata neanche
in presenza dei procedimenti disciplinari
e penali avviati nei suoi confronti,
ed anzi il predetto si è scientemente
determinato a sfruttare ulteriormente
il pregresso titolo per conseguire verosimili
ulteriori illeciti pro tti”.
ECCO TUTTE LE CONTESTAZIONI
Il 17 febbraio 2008 Mario Ciancio
San lippo cede per 1.394.400 euro
un terreno al gruppo Auchan. Vincenzo
Ciancico avrebbe “alterato” l’atto
chiedendo, nella copia trasmessa
all’Agenzia delle Entrate, un’agevolazione
scale prevista per “favorire la
ricomposizione fondiaria, aumentare
le economie di scala e ottimizzare il
ritorno degli investimenti nel settore
agricolo” non presente nella copia
per il cliente. Per questo Ciancico è
accusato di falso del pubblico uf ciale
aggravato. Ma non basta, perché
Auchan aveva diritto al trattamento
agevolato, ma non era stata informata
dal notaio.
Carte alla mano, il pm Barbara Tiziana
Laudani ricostruisce i movimenti di
denaro: Ciancico il 16 dicembre 2008
si è “fatto consegnare” dal rappresentante
del gruppo Auchan 265.395,60
euro di cui “euro 250.920,00 da destinarsi
per il pagamento dell’imposta di
registro (calcolata al 15% dell’importo
in euro 209.100,00), dell’imposta ipotecaria
(calcolata al 2% dell’importo
in euro 27.880,00) e dell’imposta catastale
(calcolata all’1% dell’importo
in euro 13.940,00)”. Secondo il pm la
somma da versare realmente era ridicola:
336 euro. In questo modo, secondo
il pm, Ciancico si sarebbe messo in
tasca la differenza, 250.584 euro. Per
questi fatti è accusato di truffa, ma anche
di peculato.
Il 20 aprile 2010 il suo studio ospita
una compravendita con riscatto anticipato
di leasing. Cedente è il Credito
Siciliano, acquirente la Palmeri Costruzioni
spa. Anche in questo caso
l’importo è molto grande: 4.980.000
euro. Ciancico – sono ancora i pm a
sostenerlo, che per questa vicenda è
indagato per falso – avrebbe alterato
l’atto al punto 11, che nella copia fornita
all’Agenzia delle Entrate stabiliva
che “tutte le imposte, tasse e spese relative
al presente atto, annesse e conseguenti,
saranno a carico dell’acquirente.
(...) Essendo la presente vendita
soggetta ad Iva, questo atto verrà registrato
con il pagamento dell’imposta
di registro in misura ssa”. Nell’atto
originale, però, c’è una clausola diversa:
“Le parti dichiarano che le imposte
ipotecaria e catastale sono dovute
in misura proporzionale con le
rispettive aliquote dell’1,50% e dello
0,50% e chiedono che siano applicate
sulla base di euro 6.540.000,00. (...)
Le parti dichiarano di avere registrato
telematicamente in data 31/01/2007
al numero 40 serie 3T, il contratto di
locazione nanziaria, nonché versato,
anche in più tempi, l’imposta di registro
dell’1% per un importo complessivo
pari ad euro 27.605,00. Conseguentemente
l’acquirente chiede che tale somma
sia portata a scomputo di quanto
dovuto a titolo di imposte ipotecaria e
catastale. (...) Essendo la presente vendita
soggetta ad IVA, questo atto verrà
registrato con il pagamento dell’imposta
di registro in misura ssa”. Questo
scambio di clausole porta anche a
un’altra accusa di peculato: il 20 maggio
2010, infatti, Ciancico riceve circa
121 mila euro: 168 per l’imposta di registro,
98.100 per l’imposta ipotecaria
e 32.700 per quella catastale. Secondo
i pm, però, all’Agenzia delle Entrate arriva
solo una parte esigua di quei soldi,
504 euro.
Il 19 febbraio 2010 un gruppo di proprietari
si reca dal notaio Ciancico per
una vendita. Si chiamano Teresa Spina,
Stefano Vinci, Maria Luisa Schonenberger.
Il prezzo è 1.440.000 euro e
l’acquirente è Pietro Cannizzo. Nuovo
atto, nuovo episodio contestato dalla
Procura. Ciancico “alterava l’atto”,
inserendo, nella copia inviata all’Agenzia
delle entrate, una clausola in cui si
richiedevano “bene ci scali” perché
l’immobile acquistato sarebbe stato rivenduto
“entro tre anni da oggi”. Questa
clausola, però, secondo il pm non è
presente nell’atto originale.
L’EDITORE MARIO CIANCIO SAREBBE
NELL’ELENCO DELLE VITTIME
DAGLI ATTI DATI CLAMOROSI:
PER IL PASSAGGIO DI TERRENI
DA MARIO CIANCIO ALL’AUCHAN
IL NOTAIO AVREBBE INTASCATO
250 MILA EURO PER LE IMPOSTE,
MA AVREBBE VERSATO
SOLO 336 EURO
Un’altra accusa di peculato riguarda
i 145 mila euro ricevuti dal rappresentante
della Progress Unipersonale
srl per una compravendita: nelle sue
tasche sarebbero niti 131.264 euro.
O meglio: i soldi sarebbero niti nel
conto corrente cointestato con la moglie,
mentre all’Agenzia delle Entrate
sarebbero andate le briciole, 14.736
euro.
Il 12 dicembre 2006, invece, Ciancico
avrebbe commesso “falso del pubblico
uf ciale con aggravante” registrando
l’atto di compravendita tra Rosario
Sporalli e Umberto Rao. Un atto
che, secondo le ipotesi della Procura,
sarebbe stato alterato inserendo, nella
copia inviata all’Agenzia delle Entrate,
una clausola non inserita nell’atto
originale. Al falso si aggiunge anche il
La difesa del notaio:
“C’è solo qualche svista”
La richiesta di custodia cautelare in
carcere per il notaio Vincenzo Ciancico
è stata accolta dal gip con la concessione,
però, degli arresti domiciliari.
Adesso Ciancico è indagato a piede
libero per falso, peculato e tru a. Ad
assisterlo legalmente è Giovanni Grasso,
luminare di diritto penale dell’Università
di Catania. In questo momento
le indagini non sono ancora concluse
e la magistratura sta indagando su
circa 40 casi. “Al momento - spiega
Grasso a ‘S’- è stata riconosciuta la
non sussistenza di esigenze cautelari
in capo al notaio Ciancico. Lo stesso
ha riconosciuto che in alcuni casi ci
sono stati degli errori e qualche svista,
attivandosi nella restituzione delle
somme. Non siamo a conoscenza di
ulteriori denunce e siamo in fase di valutazione”.
Adesso la parola passa alla
magistratura pertanto ogni valutazione
deve restare in sospeso. Bisogna
evitare di giungere a conclusioni
a rettate visto che ancora le indagini
non sono concluse e potrebbero esserci
colpi di scena. A. C.
peculato, visto che il notaio aveva ricevuto
13.500 euro: 6.650 per l’imposta
di registro, 1.900 per quella ipotecaria
e 950 per l’imposta catastale. Ciancico
si sarebbe messo in tasca 9.500 euro,
versando solo 1.286 euro in virtù di
un falso regime scale agevolato “non
spettante alla parte acquirente”.
L’ultimo caso contestato riguarda in-
ne la compravendita tra Mario Dominic
Tortorici e la Torrisi Salvatore
Legnami srl. Ciancico, il 14 dicembre
2007, avrebbe incassato 157.800
euro, dei quali 74.969 destinati alle
imposte. All’Agenzia delle Entrate
sarebbero arrivati 824 euro, e solo il
7 aprile 2008.
110 S - IL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA IL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA - S 111