Project financing e concessione Soluzioni simili a confronto
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lica scelto dai vertici dell’Azienda ospedaliera<br />
perché “ben si adatta alla società multietnica<br />
in cui viviamo”, è stato realizzato attraverso il<br />
project <strong>financing</strong>. «La decisione d’intraprendere<br />
questa strada risale a una decina d’anni<br />
fa», ricorda Girolamo Strano, direttore del<br />
Dipartimento Risorse Economiche e Tecniche<br />
dell’Azienda Ulss 12 Veneziana, già responsabile<br />
unico del procedimento e ora responsabile<br />
della <strong>concessione</strong> del nuovo Ospedale di Mestre.<br />
«Il documento programmatico, risalente<br />
alla fine del 2000, fu inserito l’anno successivo<br />
nel piano triennale degli investimenti. Nel<br />
giugno del 2001 giunsero due proposte: alla<br />
fine dello stesso anno s’individuò quella di<br />
pubblico interesse». La legge allora prevedeva<br />
la gara di licitazione privata che fu indetta nel<br />
febbraio del 2002. Il mese seguente la conferenza<br />
dei servizi identificò gli elementi idonei<br />
per l’approvazione, così da giungere alla procedura<br />
negoziata. Dei sette potenziali partecipanti,<br />
se ne presentarono solo tre, dei quali solo<br />
due, di fatto, gareggiarono. «Nel frattempo<br />
le regole sono cambiate», spiega Strano. «La<br />
norma attuale è molto più snella e consente<br />
di scegliere il contraente anche a partire dagli<br />
studi di fattibilità». Ma quali sono i vantaggi<br />
del project <strong>financing</strong> nell’ambito dell’edilizia<br />
ospedaliera? «Sicuramente riguardano i tempi<br />
Il nuovo ospedale di Monselice sarà finanziato,<br />
per la prima volta in Veneto, attraverso la<br />
<strong>concessione</strong> di costruzione e gestione<br />
di realizzazione dell’opera», dice l’ingegnere<br />
del nuovo ospedale di Mestre; «se l’azienda<br />
non ha il denaro per portare avanti il progetto<br />
e non ci sono le condizioni per accendere<br />
un mutuo, né per accedere ad altre forme di<br />
finanziamento pubblico, il project <strong>financing</strong> è<br />
la soluzione ottimale». Tuttavia, affinché l’iter<br />
vada a buon fine senza intoppi è necessario<br />
che tutte le parti coinvolte nell’operazione<br />
collaborino in modo fattivo. «La sola presenza<br />
del privato non è garanzia di buona riuscita<br />
dell’operazione», avverte Strano. «In Italia ci<br />
sono diverse esperienze che sono naufragate<br />
o che hanno subito ritardi. Nel nostro caso, abbiamo<br />
avuto la fortuna di trovare l’appoggio<br />
dell’azienda in primis, ma anche della Regione<br />
e del Comune, che erano fortemente convinti<br />
della bontà di questa soluzione, al punto che<br />
in un’unica seduta della conferenza dei servizi<br />
riuscimmo ad assumere tutte le decisioni<br />
a riguardo». Superato lo scoglio iniziale, dice<br />
Strano, a questo punto sì che la presenza del<br />
privato rappresenta una garanzia, soprattutto<br />
rispetto ai tempi di realizzazione. «È suo inte-<br />
TECNICA OSPEDALIERA<br />
ottobre 2012<br />
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