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Pietro<br />
Scotti<br />
(1899- 1982)<br />
Illustre podenzanese, Scrittore erudito,<br />
scienziato severo, fervente apostolo<br />
di San Giovanni Bosco.
Pietro<br />
Scotti<br />
Podenzanese Illustre,<br />
(1899- 1982)<br />
Scrittore erudito, scienziato<br />
severo, fervente apostolo<br />
di San Giovanni Bosco.
Presentazione<br />
Nel 2012 ricorrono trenta anni dalla morte del salesiano don<br />
Pietro Scotti (1899 -1982), un piacentino di fama internazionale<br />
autore di studi fondamentali di etnologia, membro di vari<br />
istituti scientifici, relatore in numerosi congressi, professore<br />
presso le università di Genova e di Brescia.<br />
Ha scritoo di oltre duecento pubblicazioni che oltre all’etnologia<br />
trattano di geografia, folclore e a altre discipline. I suoi saggi<br />
colgono inattese e inusitate prospettive fornendo al lettore la<br />
conoscenza reale dei molti problemi connessi allo studio delle<br />
civiltà, ossia dell’uomo considerato come produttore della cultura<br />
tecnica e spirituale della società.<br />
I suoi studi e le sue opere, ben noti in Liguria e nel mondo accademico<br />
non solo italiano, dopo la morte sono stati progressivamente<br />
ignorati, molto a torto, nella provincia di origine.<br />
L’Amministrazione comunale di Podenzano ha ora condiviso la<br />
proposta di persone conoscitrici del valore dell’opera del prof.<br />
don Pietro Scotti, di ricordarne la figura attraverso la stampa<br />
di questa pubblicazione che fa memoria della vita dell’insigne<br />
studioso, educatore e scienziato, protagonista della cultura ligure<br />
e italiana che in diverse opere richiama “I vivi ricordi d’infanzia<br />
e puerizia in Podenzano, i molti Sacerdoti, ed anche sane e sante<br />
persone del popolo, del buon popolo, attaccato alla Chiesa, alla<br />
pratica della virtù ...”.<br />
I
La monografia è il risultato della ricognizione di documenti<br />
e immagini rinvenuti da varie fonti tra le quali la Biblioteca<br />
Comunale Passerini Landi di <strong>Piacenza</strong>, l’Istituto Salesiano<br />
don Bosco di Genova e l’Accademia Ligure di Scienze e Lettere,<br />
della quale lo Scotti è stato prima Socio Corrispondente e poi<br />
Segretario.<br />
Completano il saggio il ricordo inedito di don Alberto Rinaldini<br />
(luglio 2010) dell’Istituto Salesiano don Bosco di Genova, una<br />
testimonianza del prof. Giovanni Varnier, preside della Facoltà<br />
di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Genova, e lo<br />
studio della dott.ssa Marina Facconi presentato al XIV Seminario<br />
Permanente di Storia Locale, all’Università di Genova,<br />
facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 2004/2005.<br />
Le figure tratte da dipinti sono particolari degli affreschi segni<br />
di arte rara e preziosa, che il pittore Luciano Ricchetti, (<strong>Piacenza</strong><br />
26 aprile 1897 – 30 novembre 1977), ha lasciato alla Chiesa<br />
di Podenzano dedicata a San Giovanni Bosco, associato al<br />
primo patrono San Germano.<br />
Renato Passerini, maggio 2012<br />
II
Attraverso la biografia di don Scotti, l’autore ne fa emergere lo<br />
spirito cristiano che lo ha contraddistinto.<br />
Il lettore è invitato in un viaggio temporale che lo accompagna<br />
fra i luoghi di don Pietro, luoghi talvolta sconosciuti a noi contemporanei,<br />
ma che la maestria di Renato ha saputo rendere<br />
vivi, magici, impregnandoli dello spirito del venerabile prelato.<br />
È come se riuscissimo a vederlo camminare fra le strade di Podenzano,<br />
si ferma davanti alla vecchia chiesa per un saluto al<br />
Santissimo ed osserva orgoglioso le fondamenta dell’asilo poste<br />
da sua madre.<br />
Nella sua vita ricca di studi, che lo ha portato alle più alte cariche<br />
accademiche, traspare sempre l’animo caritatevole legato<br />
alla semplicità del Vangelo che lo rendeva sempre disponibile<br />
agli altri.<br />
Tra onorificenze e titoli accademici si scopre l’uomo, non il personaggio,<br />
colui che per chi lo ha conosciuto è soltanto “uno di<br />
noi” l’uomo che attraverso il sapere scientifico ha saputo trasferire<br />
l’amore di Dio a chi gli stava accanto.<br />
Grazie all’impegno nello studio della geografia e delle scienze,<br />
ha scoperto il dono della natura del Creatore e sapientemente<br />
ha saputo trasferirlo, attraverso i suoi scritti, affinché ci potessimo<br />
accorgere dell’amore di Dio che si espande in tutto ciò che<br />
circonda l’uomo.<br />
III<br />
dott.ssa Lorena DADATI<br />
Presidente del Centro Culturale “G. Scotti”
Indice<br />
Renato Passerini Presentazione I - II<br />
Loredana Dadati III<br />
Renato Passerini Podenzano e la famiglia Scotti 1<br />
Giuseppino e Pierino Scotti 7<br />
Gli anni dell’insegnamento 10<br />
L’accademico don Pietro 14<br />
Podenzano luogo privilegiato 18<br />
di ricordi<br />
L’indirizzo culturale 27<br />
Pietro Scotti poeta 31<br />
Don Alberto Rinaldini L’uomo, il professore, il Salesiano 37<br />
Renato Passerini La scomparsa. Commemorazioni 46<br />
Giovanni B. Varnier L’insegnamento di P. Scotti 54<br />
Marina Facconi Il contributo di padre Pietro 61<br />
Scotti all’insegnamento<br />
dell’Etnologia<br />
Renato Passerini Catalogo informatico nazionale 87<br />
Opac e pubblicazioni presso la<br />
Biblioteca comunale<br />
Passerini Landi di <strong>Piacenza</strong>
Ringraziamenti<br />
Nicola Scotti<br />
per la condivisine del progetto e le ricerche condotte a Genova<br />
Accademia Ligure di Scienze e Lettere<br />
e Istituto Salesiano don Bosco di Genova<br />
per la pronta e cortese disponibilità<br />
Oreste Grana<br />
per l’ottimizzazione delle immagini<br />
Elena Barbieri<br />
per l’impaginazione<br />
Il presente volume è a cura di Renato Passerini<br />
1ª edizione maggio 2012<br />
Lir edizioni<br />
Via Romagnosi,31 - 29121 <strong>Piacenza</strong><br />
tel. 0523-338474 www.libreria Romagnosi.it
Podenzano<br />
Una piazza, un carretto vuoto con le stanghe alzate con<br />
accanto, un po’ di mercanzia esposta a terra e tre ceste<br />
con altre povere cose da vendere, sullo sfondo i bianchi<br />
tendoni di poche, disertate, bancarelle.<br />
È la piazza di Podenzano agli inizi del ‘900.<br />
Qualche anno prima l’Atlante storico piacentino del cav.<br />
Gugliemo Cella, stampato dalla tipografia f.lli Bertola,<br />
descrive il paese come un villaggio “con case sparse entro<br />
il perimetro di presso un miglio e divise in 9 gruppi<br />
appellati le Cascine, la Galla, il Cantone, il Torrazzo, la<br />
Piazza, il Castello, la Strada, le Caselle e le Corti” che,<br />
nell’insieme, costituivano un nucleo residenziale di 1560<br />
persone.<br />
1
Il comunello comprendeva poi le parrocchie di Altoè e<br />
Maiano con 293 abitanti, Turro e Gariga 713, San Polo<br />
1.000. La popolazione complessiva era di 3.566 unità.<br />
Podenzano “Il Torrazzo”<br />
I terreni ubertosi – si legge nell’opera del Cella - abbondevolmente<br />
producono granaglie, uve ed ortaggi nelle<br />
cosiddette melonaie; la porzione più fertile è quella delle<br />
Caselle. Vi si veggono prospere piantagioni di gelsi e<br />
buone strade. Numeroso bestiame grosso e molto pollame<br />
e bachi da seta. Podenzano è sede di scuola primaria<br />
e di chirurgo condotto.…<br />
2
La famiglia Scotti<br />
Negli ultimi anni dell’Ottocento era medico condotto<br />
molto stimato di Podenzano il dottor Antonio Scotti. Giunto<br />
dalla provincia pavese, aveva sposato Luigia Elisabetta<br />
Caminati.<br />
Cresciuto nelle scuole salesiane, il dottor Antonio dei salesiani<br />
aveva sempre mantenuto vivo lo spirito. Uomo di<br />
cultura e di fede cattolica, spesso rinunziava ad essere<br />
pagato dalla povera gente che andava curare a domicilio;<br />
altre volte la visita era ricambiata dalle famiglie contadine<br />
con uova, pollame, conigli e vivande casalinghe.<br />
I coniugi risiedevano alla “Berlinazza”, nucleo di case<br />
nella via di fronte alla chiesa parrocchiale che conduce<br />
al “Torrazzo”. La loro casa il 18 marzo 1899 fu allietata<br />
dalla nascita di Pietro Eugenio. Nell’anno successivo, il<br />
16 marzo da quella del secondogenito Giuseppino.<br />
Podenzano. L’attuale via N. Bracchi, un tempo la “Berlinazza”; sulla destra della foto<br />
sorgeva la casa della famiglia Scotti.<br />
3
Atto di nascita di Pietro Scotti<br />
La signora Luigia Caminati Scotti scrive Gaia Corrao<br />
nella monografia dedicata a Giuseppe Scotti, fratello di<br />
Pietro (1900-1925), fervido apostolo dell’Azione Cattolica,<br />
edita nel marzo 2006 da “Il nuovo giornale”, settimanale<br />
della Diocesi di <strong>Piacenza</strong>,<br />
“Era una donna tutta d’un pezzo, con un carattere d’acciaio,<br />
forte e volitivo. In gioventù avrebbe voluto farsi religiosa,<br />
ma per problemi di salute dovette rinunciare al suo proposito.<br />
Non rinunciò tuttavia alla fede, anzi apparteneva alle<br />
dame di Carità di San Vincenzo de’ Paoli e aiutava l’attività<br />
della Azione Cattolica.<br />
4
Se è vero che la buona riuscita dei figli dipende in gran parte<br />
dalla virtù e dall’ impegno dei genitori, possiamo dire che<br />
l’ambiente profondamente cristiano in cui furono educati<br />
Pietro e Giuseppe, fu certamente la culla della vocazione<br />
che più tardi entrambi i fratelli ricevettero. La madre teneva<br />
costantemente d’occhio i figli nei loro giochi, anche se aveva<br />
l’abitudine di lasciarli piuttosto liberi di correre, bagnarsi e<br />
sporcarsi anche in pieno inverno e con la neve. Quando poi i<br />
bimbi rientravano in casa tutti zuppi e con le mani e i piedi<br />
pieni di geloni per aver a lungo giocato nella neve, lei preparava<br />
bagni caldi e approfittava di quel tempo in cui i due<br />
bimbi stavano in ammollo al caldo, per far recitare loro le<br />
preghiere al Sacro Cuore di Gesù…”.<br />
La chiesa parrocchiale di San Germano sostituita, negli anni Quaranta del secolo<br />
scorso, dal nuovo tempio dedicato ai santi Giovanni Bosco e Germano.<br />
5
Come allora era usanza nelle famiglie di un certo livello sociale,<br />
l’istruzione scolastica avvenne nella grande casa di famiglia,<br />
contornata da orti e prati, priva di luce elettrica come tutte le<br />
case del paese, per opera di una maestra scelta di proposito.<br />
Quanto al catechismo fu la signora Luigia a preparare i bambini<br />
sino alla prima Comunione. Il 1909 per i due fratelli fu l’anno<br />
del distacco dalla famiglia da Podenzano. Il papà che, come<br />
detto, in gioventù aveva studiato dai salesiani, volle che anche<br />
i suoi figli fossero istruiti alla stessa scuola; fu così che il 17 ottobre<br />
del 1909 i due ragazzini furono accolti nel Collegio San<br />
Giovanni Evangelista di Torino dove rimasero sino al 1915.<br />
Negli anni della prima Guerra Mondiale, il curato di Podenzano,<br />
don Lodovico Rizzi, e i coniugi Scotti con i figli Pietro<br />
e Giuseppino, si fecero animatori di un asilo temporaneo che,<br />
in poco tempo, raccolse in un’aula del Comune più di settanta<br />
bambini. Ai promotori della benefica iniziativa si affiancò<br />
successivamente un Comitato composto da Margherita Soresi,<br />
Teresa Stefani, Celeste Fortunati, Luigi Scotti, dall’arciprete don<br />
Antonio Novellini, dall’on. Camillo Piatti. I componenti, incalzati<br />
da don Rizzi e dalla signora Luigia Scotti, si attivarono nella<br />
raccolta di fondi sino a giungere, il 2 febbraio 1920, alla posa<br />
della prima pietra dell’attuale benemerito Asilo San Giuseppe.<br />
A sinistra la Casa di riposo, a destra l’asilo San Giuseppe.<br />
6
Giuseppino e Pierino Scotti,<br />
le tappe della formazione<br />
Giuseppino Scotti, fratello minore di Pietro, nel 1917<br />
entrò al Politecnico di Torino ove conseguì la laurea in<br />
ingegneria.<br />
Nel 1924 entrò nei Salesiani iniziando il Noviziato nella<br />
casa di Foglizzo Canavese. A Podenzano divenne attivo<br />
membro dell’Azione Cattolica, organizzò il Circolo giovanile<br />
“Fides et Labor”; la sua opera fu determinante anche<br />
per l’erezione dell’Asilo infantile.<br />
Colpito da grave malattia polmonare morì serenamente<br />
all’alba del 9 agosto 1925, alla giovane età di 25 anni.<br />
Nel settembre 1953 la salma fu traslata, con plebiscito<br />
memorabile di folla, dal Cimitero di Podenzano nella<br />
chiesa parrocchiale,<br />
dove, da quel giorno,<br />
un monumento funebre<br />
eretto dall’arciprete<br />
mons. Zurla<br />
su disegno del prof.<br />
Giovanni Casali e con<br />
un’epigrafe di mons.<br />
Teodoro Pallaroni ne<br />
ricorda il sentimento<br />
religioso e la vita cristiana<br />
che ha segnato<br />
Giuseppino Scotti, epigrafe<br />
nella Chiesa dei santi Giovanni<br />
Bosco e Germano<br />
7
la sua esistenza terrena. Sempre nel capoluogo Giuseppino<br />
Scotti è ricordato dalla intitolazione di una via e da un<br />
Circolo culturale.<br />
Pietro Scotti, dopo il ginnasio frequentato a Torino, conseguì<br />
la maturità classica al Liceo salesiano di Oneglia<br />
(Imperia 1917) dove aveva conosciuto, come condiscepolo<br />
più anziano, il futuro Presidente della Repubblica<br />
Italiana Sandro Pertini.<br />
Negli anni della prima guerra mondiale la sua vita ebbe<br />
una non breve parentesi militare; prima fu alla Scuola<br />
Militare di Parma (1917), poi, giovane tenente di fanteria,<br />
sui fronti dai nomi significativi di Tolmino, Caporetto,<br />
Piave, Grappa, Albania, Dalmazia. Per la sua condotta<br />
meritò la stellata Croce di guerra, seguita molto più tardi,<br />
dalla Croce e dalla Medaglia di Vittorio Veneto.<br />
Nell’immediato periodo postbellico era ritornato in famiglia<br />
a Podenzano e dall’estate del 1923 aveva frequentato<br />
regolarmente l’Ospedale Civile di <strong>Piacenza</strong>, sezione<br />
Medicina, diretta dal Primario dottor Carlo Zanetti. Qui<br />
aveva collaborato con il dottor Alfonso Cervini ad uno<br />
studio sperimentale intorno alla proteinoterapia aspecifica<br />
nelle infezioni da tifo.<br />
Iscritto alla Facoltà di Medicina e Chirurgia di Torino,<br />
vi si laureava nel luglio 1924; alcuni mesi dopo entrava<br />
nella Società Salesiana don Bosco e compiva due anni di<br />
studi filosofici e quattro teologici. Il 1° maggio nel 1930<br />
era ordinato sacerdote ed entrava nella Congregazione<br />
dei Salesiani.<br />
Nel 1936 a Torino conseguì il dottorato in Scienze Naturali<br />
(1936) su argomento etnologico africanista; la tesi (I<br />
8
Podenzano nei primi decenni del Novecento, l’attuale via Roma percorsa dai binari<br />
del “tramway” <strong>Piacenza</strong>-Grazzano-Ponte dell’Olio-Bettola<br />
Negri Bantu dell’Africa centrale) fu premiata dal Senato<br />
Accademico e dal Consiglio di Facoltà, come la migliore<br />
dell’anno accademico.<br />
Nel 1941 era al Liceo Salesiano di Alassio per insegnare<br />
Scienze Naturali e Catechismo; l’anno dopo otterrà la libera<br />
docenza in Etnologia, che gli sarà confermata nel 1947.<br />
Il 110 e lode accompagnava la laurea in Geografia conseguita<br />
a Genova nell’ottobre 1943, su argomento etnologico<br />
americanistico.<br />
Nel 1949 e nel 1954 conseguiva la docenza in Geografia,<br />
poi, nel 1947, era la volta del Diploma di Paleografia, diplomatica<br />
e Archivistica all’Archivio di Stato di Genova.<br />
9
Gli anni dell’insegnamento<br />
Il docente il prof. Scotti ha tenuto i suoi insegnamenti<br />
superiori presso il Pontificio Ateneo Salesiano negli anni<br />
1939-1941, alla Università di Genova dal 1944 agli anni<br />
Sessanta. Docente di Geografia (1968-71) alla facoltà di<br />
Magistero dell’ Università Cattolica di Milano, sezione di<br />
Brescia, il prof. Scotti ha avuto occasione di rinverdire<br />
gli anni giovanili vissuti a Podenzano, con il prof. Ferdinando<br />
Arisi che nello stesso ateneo ha insegnato Storia<br />
dell’Arte Medievale e Moderna per 24 anni (dal 1967 al<br />
1991).<br />
Il prof. Scotti iniziò a insegnare geografia al Magistero<br />
di Brescia (Università Cattolica di Milano) nel novembre<br />
1967. Concluse il suo insegnamento con l’anno accademico<br />
1970-1971. I libretti dei Corsi conservati dal prof.<br />
Arisi ci documentano i programmi del prof. Scotti:<br />
Anno Accademico 1967-1968<br />
Le regioni geomorfoloighe. Geografia umana. Geografia<br />
della storia. Geografia politica ed economica. Geografia<br />
sociale. Una monografia di Paesi europei (Grecia-Jugoslavia).<br />
Una monografia di un paese del terzo mondo (il<br />
Congo). Esercitazioni di cartografia.<br />
Anno Accademico 1968-1969<br />
Geografia economica generale. Geografia del turismo.<br />
Geografia del paesaggio. Elementi di cartografia.<br />
10
Libretto Università Brescia<br />
11
Anno Accademico 1970-1971<br />
Geografia generale, parte II (geografia umana. Cenni<br />
di geografia politica e sociale). Il terzo mondo: visione<br />
generale; una monografia. Una lettura a scelta fra quelle<br />
che saranno indicate durante il corso. Cartografia (per gli<br />
allievi del primo anno).<br />
Avvertenze<br />
Tutti gli studenti del primo anno sono tenuti a frequentare le esercitazioni<br />
di Cartografia e a presentare una prova scritta prima dell’esame<br />
orale. Gli studenti del secondo anno avranno particolari seminari.<br />
Coloro che desiderano seguire il terzo corso di Geografia<br />
dovranno chiedere lo speciale programma al professore. Si consiglia<br />
tale terzo corso ai laureandi con tema geografico.<br />
Settembre 1969 a Bettola (Pc).<br />
Il primo sacerdote a destra è il prof. Pietro Scotti, in primo piano a sinistra il prof.<br />
Ferdinando Arisi con accanto lo studioso Serafino Maggi, tutti e tre di Podenzano.<br />
Accanto al prof. Scotti è mons. Guido Tammi, professore di Filologia Romanza a<br />
Brescia, al suo fianco il prof. Roberto Andreotti, presidente della Deputazione Storia<br />
Patria per le Province Parmensi e il vice presidente prof. Emilio Nasalli Rocca.<br />
12
Dal 4 aprile 1949 don Pietro<br />
risulta iscritto all’albo dei<br />
giornalisti pubblicisti della<br />
Liguria. Da allora ha collaborato<br />
attivamente a diverse<br />
riviste tra le quali: Convivium,<br />
Natura, Vita e pensiero, Le vie<br />
del mondo, La scena illustrata,<br />
Scuola vita, “Meriian Heft”<br />
(Amburgo), “Nuova Antologia<br />
(Roma), “Rivista Liguria” (Genova),<br />
“Rivista Arte e Stampa”<br />
(Genova) e altre; ai giornali:<br />
Osservatore Romano, Corriere<br />
del Popolo, Nuovo Cittadino e a<br />
<strong>Piacenza</strong> ha scritto su Il Nuovo<br />
Giornale e Libertà.<br />
Dalla Direzione editoriale<br />
della S.E.I. Torino, fu incaricato<br />
della direzione scientifica<br />
di una Collana di pubblicazioni<br />
molto divulgativa<br />
nei vari rami della Scienza<br />
moderna.<br />
Tuttora ricordati sono i frequenti<br />
energici e spesso ironici<br />
interventi sui quotidiani<br />
liguri, a rettificare o smentire,<br />
faziose “Lettere al pubblico”,<br />
su temi inerenti alla fede.<br />
13
L’accademico don Pietro<br />
Il prof. Pietro Scotti fu membro attivo di enti e società<br />
di cultura quali l’Accademia Archeologica Italiana, l’Accademia<br />
Ligure di Scienze e Lettere, la Società di Storia<br />
Patria di Genova e altre. Il 25 giugno del 1950 a Verona<br />
contribuì alla ricostituzione della Società Speleologica<br />
Italiana, presso il Museo Civico di Storia Naturale e ne<br />
fu il presidente dopo l’entomologo Leonida Boldori e il<br />
geografo Giuseppe Nangeroni.<br />
Dall’anno 1954 è stato Socio corrispondente della sezione<br />
piacentina della Deputazione di Storia Patria.<br />
Il 18 gennaio 1956 il comunicato stampa n° 6 della Camera<br />
di Commercio Industria e Agricoltura di Genova<br />
pubblicava la notizia della elezione del prof. Scotti a Segretario<br />
Generale della Accademia Ligure di Scienze e<br />
Lettere. Il prestigioso ente culturale lo aveva accolto quale<br />
socio corrispondente il 14 aprile 1948 e promosso effettivo<br />
nella classe di Lettere, Scienze Morali e storiche, il<br />
16 ottobre 1953.<br />
Nel quasi trentennale mandato curò la pubblicazione degli<br />
Atti dell’Accademia, sviluppò interessanti ed erudite<br />
conferenze, organizzò assemblee, tornate e riunioni di<br />
cultura e di studio. In tutte queste manifestazioni e nei<br />
collaterali contatti umani, fece prevalere il suo pacato<br />
spirito di moderazione e il suo cordiale intendimento di<br />
semplificazione accantonando rigidi schemi strutturali e<br />
organizzativi.<br />
Pellegrino ideale di cultura, ma anche di fede, in Europa e in<br />
America ha rappresentato l’Istituzione nelle più alte sedi<br />
14
italiane e in differenti parti del mondo tra le quali: Vienna,<br />
Parigi, Philadelphia, Mosca, Rio, Stoccolma, Messico,<br />
Spagna, Argentina. Nell’estate 1966 è relatore ad un corso<br />
di Antropologia culturale nella Royalton University del<br />
Vermont.<br />
Per oltre tre decenni ha diretto “con vivace competenza”<br />
il semestrale “L’ Eco di don Bosco”. La sua attività di “erudito<br />
poliedrico” e i vasti campi del sapere umano approfonditi,<br />
trovano ampio riscontro nelle oltre 200 pubblicazioni<br />
delle quali abbiamo notizia: i testi spaziano dalla<br />
Etnologia ed Antropologia a Geografia, Medicina, Sociolo-<br />
15<br />
Atti della Accademia
gia, Folclore, sino alla poesia ed alle arti figurative.<br />
Come scienziato, ha portato il contributo delle sue ricerche<br />
anche negli Stati Uniti ed in Germania nei più sofisticati<br />
laboratori di antropologia culturale; ha tenuto un<br />
ciclo di lezioni nella Hoyalton University (South Hoyalton<br />
- Vermont), intervenendo a congressi di Vienna, Parigi,<br />
Philadelphia, Mosca. Alcune sue pubblicazioni sono<br />
tradotte in lingua tedesca ed inglese.<br />
Oltre alla già citata Croce al merito di guerra, ebbe le nomine<br />
a Cavaliere di Vittorio Veneto, Cavaliere del Santo<br />
Sepolcro di Gerusalemme (1961) e Commendatore onore<br />
merito della Repubblica Italiana (1975).<br />
Tra le sfaccettate elevate eccellenze di grande spessore,<br />
della sua vita di uomo di cultura, è forse prevalente quella<br />
dell’etnologo–geografo, ovvero del docente universitario,<br />
di carattere piuttosto severo ed esigente, dalla battuta<br />
determinata e pungente ma pronto a rientrare, ad effetto<br />
ottenuto, nella sua amabilità piuttosto discreta e comprensione<br />
sensibile.<br />
Il prof. don Pietro Scotti morì a Genova il 23 maggio 1982.<br />
16
17<br />
Certificato di morte di don Pietro Scotti
Podenzano luogo privilegiato<br />
di ricordi<br />
Nonostante i molteplici impegni di ricercatore, scrittore,<br />
docente, relatore in numerosi congressi, ricordò sempre<br />
con piacere la sua Podenzano che nella lirica “Il mio paese”,<br />
pubblicata nell’antologia “La gerla”, agosto 1981 descrive<br />
realisticamente:<br />
18
Particolari del ciclo di affreschi parietali eseguiti dal prof. Luciano<br />
Ricchetti nel 1958 nella chiesa parrocchiale di Podenzano: alcuni<br />
edifici podenzanesi, la nuova chiesa, il castello duecentesco, le<br />
fabbriche, la linea elettrica, i simboli dello studio (i quaderni) e<br />
del lavoro (sega).<br />
19
Il mio paese<br />
Non è in montagna<br />
né sulla marina<br />
non è in collina<br />
è un solito<br />
paese di pianura<br />
verde, grassa,<br />
pomodori e grano<br />
meliga gialla<br />
e belle vacche rosse.<br />
Dolce paese<br />
con pretese industri<br />
officinette<br />
sorgenti di metano<br />
e un po’ di cinema<br />
si chiama Podenzano.<br />
Non lungi è la città.<br />
Ma in quel paese<br />
amo una torre antica<br />
amo un castello;<br />
l’edera sale<br />
20<br />
su quei vecchi muri<br />
simbolo certo<br />
di estrema fedeltà.<br />
Da quella torre<br />
suona una campana,<br />
è ancora quella<br />
che suonò pei morti<br />
e che risveglia i vivi;<br />
è la campana<br />
della libertà.<br />
T’amo paese mio<br />
nuovo ed antico<br />
amo le genti,<br />
ed amo il campanile,<br />
amo i ricordi …<br />
C’è ancora il vecchio pomo<br />
alla cui ombra<br />
quando ero fanciullo<br />
sognavo di acquisire celebrità?
In uno scritto indirizzato alla “Associazione Santa Giovanna<br />
d’Arco” di Podenzano che operava nell’ambito della<br />
parrocchia di San Germano e Giovanni Bosco, si legge:<br />
“Vivi ricordi d’infanzia e puerizia mie in Podenzano: la<br />
Mamma e il Papà, così religiosi e sereni; don Zilocchi, l’arciprete<br />
vecchio e santo; don Rizzi, sanamente e santamente<br />
attivo; don Nobellini, pio e saggio e molti altri Sacerdoti.<br />
Ed anche sane e sante persone del popolo, del buon popolo,<br />
attaccato alla Chiesa, alla pratica della virtù ... “- poi<br />
aggiungeva - “Quanti ricordi di feste comuni col Circolo<br />
Femminile Cattolico, quanti ricordi di lotte, di Congressi,<br />
di preghiera e di azione. E come tutto era sereno fra noi!<br />
Ricordo con sommo piacere spirituale la notte passata in<br />
bianco a preparare un grande banco di beneficenza per<br />
l’Asilo infantile; presiedeva il “Curato” si lavorava insieme,<br />
ragazzi e ragazze, donne e uomini cattolici ...” .<br />
Don Scotti ritornò di frequente a Podenzano; tra le tante<br />
occasioni il 23 settembre 1953, quando per richiesta degli<br />
abitanti “i resti mortali dell’angelico giovane Giuseppino<br />
Scotti”, ottenute le necessarie autorizzazioni, furono traslate<br />
nella chiesa parrocchiale; poi in occasione della scomparsa<br />
del parroco mons. Ettore Zurla (settembre 1955) e il<br />
30 gennaio 1976, quando invitato dall’amico arciprete don<br />
Teodoro Pallaroni, partecipò alla commossa Commemorazione<br />
del 50° anniversario della morte del fratello Giuseppino.<br />
22
Ritratto di mons. Teodoro Pallaroni - particolare<br />
dell’affresco ascensionale “Via Crucis”<br />
nella Chiesa parrocchiale di Podenzano<br />
(Luciano Ricchetti)<br />
23
Il giorno seguente venne celebrata la festa di San Giovanni<br />
Bosco in quanto il tempio di Podenzano è dedicato ai santi<br />
Germano e Giovanni Bosco.<br />
In quella occasione don Pierino Scotti narrò a grandi tratti<br />
di don Bosco giunto a Podenzano. Ne riprendiamo il racconto<br />
da “Giuseppe Scotti, ingegnere e apostolo”, edizione<br />
aggiornata nel 1981 da don Pierino Scotti, dell’opuscolo<br />
edito nel 1953 dal sacerdote missionario salesiano Michele<br />
Lupo.<br />
In realtà il Santo a Podenzano mai vi era giunto di persona,<br />
ma c’era una volta … un fabbro che dimorava nel Pavese<br />
presso il Po; aveva l’istruzione delle elementari, ma di<br />
notte studiava i manuali Hoepli; divenne così impresario,<br />
dando anche modo di lavorare durante l’inverno ai suoi<br />
conterranei, i quali lo vollero sindaco del paese. Quest’uomo<br />
ebbe vari figlioli che studiarono in quei collegi che don<br />
Bosco istituì non solo per gli operai, ma anche per i giovani<br />
studenti di condizione modesta. Uno di questi studenti<br />
fu: il dottor Antonio Scotti, ben ricordato dai Podenzanesi,<br />
anche perchè ebbe a soffrire vere persecuzioni al tempo<br />
dell’incipiente fascismo.<br />
Egli conobbe don Bosco, si confessò da lui, il Santo gli chiese<br />
se mai avesse avuto idea di farsi prete; il giovanetto rispose<br />
di no; “Ebbene, sarai un buon cristiano”. Davvero<br />
egli fu un buon cristiano e un buon cittadino. Allevò cristianamente<br />
i suoi figli, partecipò alla Azione Cattolica e<br />
a 75 anni meritò il “Diploma Alexander” attribuito dagli<br />
inglesi ai “patrioti” che hanno reso importanti servizi alle<br />
formazioni partigiane nelle colline piacentine di Villò.<br />
24
I santi Germano di Auxerre e Giovanni<br />
Bosco, patroni della chiesa di Podenzano.<br />
(particolare dell’affresco di Luciano Ricchetti)<br />
25
Rivolgendosi in particolare ai giovani, don Pietro mise in evidenza<br />
che la via tracciata da don Bosco e seguita dagli esempi<br />
del fratello Giuseppino, “è la strada giusta, la strada della serietà,<br />
della modestia, delle attività sociali inspirate a vera democrazia,<br />
cioè alla libertà, libertà anche per la Religione”.<br />
Il sacerdote ebbe occasione in questa circostanza di incontrare<br />
varie persone che avevano conosciuto i suoi<br />
familiari; singolare la conversazione con la signora Angiolina<br />
Carenzi, che ricordava chiaramente la morte di<br />
Giuseppino Scotti: in quella circostanza, disse, parecchie<br />
persone avevano tagliato lembi dei suoi panni quasi per<br />
reliquia; essa stessa ne mostrava un frammento.<br />
Podenzano anno 1938. La consacrazione di don Ettore Ansaldi (<br />
1912-2006) negli Scalabriniani, al centro della foto. Il secondo in alto<br />
da sinistra è il dott. Antonio Scotti detto “Duturon”; il salesiano don<br />
Pietro è il penultimo della stessa fila.<br />
26
L’indirizzo culturale<br />
Quali le cause, naturali ed umane, ambientali ed occasionali<br />
del fenomeno?<br />
Quale la sua genesi, il suo sviluppo, la sua entità attuale?<br />
Quali le forme con le quali si è tracciato nel paesaggio locale?<br />
Queste le chiavi di indagine utilizzate dallo studioso Pietro<br />
Scotti per l’approccio e l’approfondimento dei temi di volta<br />
in volta trattati, da quelli inerenti alla storia delle civiltà,<br />
alla evoluzione del paesaggio naturale e culturale; dalle antiche<br />
vicende geologiche fino alle più recenti manifestazioni<br />
del pianeta.<br />
Per i suoi apprendimenti medici e naturalistici, ma pure<br />
nutrito di studi filosofici, teologici, storici, ha considerato<br />
l’Etnologia come una scienza che ha non pochi contatti<br />
con la geografia, la biologia, la medicina, l’economia, la<br />
sociologia, le varie letterature. Questa una sua considerazione<br />
guida:<br />
La cultura, anzi le culture, presentano in realtà elementi assai<br />
vari pur sempre segnati dal carattere creativo dell’uomo.<br />
Ovviamente nella realtà non si trovano quasi mai culture<br />
pure, si può dire che ogni cultura, così come in Medicina servono<br />
i quadri clinici, ma ogni malato è un malato. La mia<br />
produzione non è solo etnologica; talora ciò mi viene criticato,<br />
ma mi sembra ingiustamente. Il contatto con scienze<br />
affini arricchisce, non impoverisce.<br />
Con un termine apparentemente contraddittorio si parla di<br />
“letteratura orale”. Cioè anche gli analfabeti hanno una ric-<br />
27
ca letteratura (chiamiamola così), molti proverbi e leggende<br />
e poesie e concezioni cosmologiche, mitologiche, perfino religiose,<br />
non scritte, ma vive e reali. Tutta Europa, fino a pochi<br />
decenni era analfabeta nella sua maggioranza. Anche questi<br />
popoli erano “illetterati, ma talora … declamavano Tasso ed<br />
Ariosto e raccontavano perfino i sublimi brani del Vangelo,<br />
appresi, solo oralmente, dal prete.<br />
Dapprima mi sono volto specialmente agli studi di oggetti;<br />
ciò anche per l’indirizzo presente all’università di Torino,<br />
da cui provenivo. Ma gradualmente come si può constatare<br />
dalle mie pubblicazioni, ho esteso i miei interessi a tutta la<br />
cultura nel suo insieme.<br />
Il prof. don Pietro Scotti, nello studiare le manifestazioni<br />
culturali delle popolazioni primitive seguì quindi prima<br />
l’indirizzo storico-culturale, avvalendosi anche delle sue<br />
polivalenti conoscenze utilizzando, successivamente, anche<br />
le concezioni strutturalistiche dell’antropologo, psicologo<br />
e filosofo francese Levi-Strauss.<br />
Pur attingendo i temi delle sue indagini nelle zone africane,<br />
non ha tralasciato il folclore del nostro Appennino.<br />
Nel 1939 collaborò con illustri cultori e professori universitari<br />
alla illustrazione della Santa Sindone nel convegno<br />
italiano tenuto a Torino, pubblicando anche il volume<br />
“La Santa Sindone nelle ricerche moderne”, ove tratta dei<br />
problemi sindologici per la parte chimica apportando un<br />
notevole contributo al fine di stabilire l’autenticità della<br />
reliquia da accertare con profonda conoscenza, basata su<br />
argomenti rigorosamente scientifici.<br />
Una frase che ricorre in alcuni suoi <strong>libri</strong>, evidenzia il rigore<br />
intellettuale e la modestia del sacerdote “Termino col chie-<br />
28
dere un favore. Se qualcuno trova qualche punto meno felice,<br />
meno ben esposto, meno scientifico o meno pratico,<br />
mi usi la cortesia di informarmene; gliene sarò altamente<br />
riconoscente”.<br />
29<br />
Alcune copertine dei <strong>libri</strong> di don Pietro
Pagina autografa di don Pietro<br />
30
Pietro Scotti poeta<br />
A confermare la poliedrica attività del prof. Scotti vi è anche<br />
la vena poetica. Nel 1952 vinse il premio Gastaldi di<br />
poesia con alcuni brani pubblicati nel volume “La gerla”,<br />
Milano 1965. Altre pubblicazioni delle quali si ha notizie:<br />
“Tre foglie rosse”, Ivrea 1964, “Poeti: Mammina, Masetta,<br />
Robaud, Scotti” (Ivrea 1964). Il volume “10 autori scelti”<br />
Ivrea 1965, Clem editore, contiene 10 poesie dello Scotti<br />
ed è catalogato alla Biblioteca comunale di Roma con segnatura<br />
Misc I 1109/3.<br />
Alcune liriche tratte da “Rassegna di Giovani e Vecchi<br />
Poeti con brevi poesie” e altri volumi conservati alla Biblioteca<br />
comunale di Ivrea:<br />
31
BIONDO VIRGULTO<br />
Giocosa gara<br />
di floridi fanciulli<br />
attorno ad un pallone<br />
va discorrendo<br />
per il breve piano<br />
d’alberi verdi ombrato.<br />
Nel nobil gioco<br />
te scorgo tra il fogliame,<br />
biondo fanciullo<br />
in abito vermiglio,<br />
bello e gentile,<br />
flessuoso ed agile<br />
nel veloce ritmo<br />
come in lieve danza.<br />
Te guardo.<br />
E sogno. Chi sei?<br />
Virgulto forse<br />
di nobil Casa?<br />
Che fai?<br />
Candido ancor sei?<br />
Ma fino a quando?<br />
Ah, molti amori<br />
susciteranno<br />
tue giovanili<br />
egregie forme!<br />
Te guardo.<br />
Sogno.<br />
Per te tremando<br />
palpito.<br />
32
Da Voce Nostra, rassegna letteraria a cura di Lorenzo Masetta<br />
Edizioni C.l.e.m. Ivrea 1965:<br />
PIOPPI<br />
Nastro d’argento<br />
fra le verdi rive,<br />
pesci guizzanti<br />
in seno a chiare acque.<br />
Ronzio di api<br />
e profumati fiori ...<br />
In angolo remoto<br />
nascoste fra gli ontani<br />
tre fanciulle bionde<br />
si bagnano ridendo<br />
e cinguettando.<br />
Rispondon gli usignoli.<br />
Al di sopra di queste umili cose<br />
alti come gran signori<br />
regnate, pioppi,<br />
sul fiume regnate,<br />
su le api e i pesci,<br />
sulle fanciulle al bagno.<br />
Siete forse gli eredi<br />
di un castello antico<br />
che vedo all’orizzonte;<br />
siete marchesi e conti,<br />
o duchi,<br />
o principini ?<br />
Ma no. Voi siete trèmuli,<br />
sembrate timorosi<br />
e con le vostre foglie<br />
(ali d’angeli biondi)<br />
velate le fanciulle ….<br />
agli aviatori!<br />
33
VECCHIO TRENO<br />
Giovane fosti un tempo<br />
sembravi allora un diavolo<br />
e disturbavi i sonni<br />
dei nostri nonni.<br />
Il fumo tuo (dicevano)<br />
distruggeva le messi.<br />
Ora sei vecchio.<br />
come un malato<br />
come un pensionato,<br />
anche se ti lustri ...<br />
con la brillantina.<br />
O lunga serie<br />
di vagoni merci<br />
disuguali<br />
vecchi e neri<br />
da vaporiera fumante<br />
trainati<br />
faticosamente.<br />
O rapido convoglio<br />
(vernice nuova<br />
come una pomata),<br />
nastro d’argento<br />
che passi fra le nevi eterne.<br />
Sei pur sempre<br />
vecchio e lento,<br />
uno strisciante serpente<br />
sotto le aviatorie ali<br />
nel ciel sfreccianti.<br />
34
35<br />
Il trenino a vapore della linea <strong>Piacenza</strong>-<br />
Grazzano–Pontedellolio i cui binari dal<br />
1881 al 1933 correvano sulla “Strada<br />
Podenzana”, l’attuale via Roma.
NEVE E ABETI<br />
Verdeggian gli abeti<br />
nell’ampia radura.<br />
Di gioia che dura<br />
i bimbi son lieti.<br />
Tornato è il Natale.<br />
La notte è assai scura,<br />
ma non c’è paura:<br />
nessuno fa male.<br />
È festa dei buoni,<br />
di luci, di stelle,<br />
di belle fiammelle.<br />
Si sentono suoni.<br />
L’abete è adornato<br />
di candide trine,<br />
di lavoro fine<br />
che ha fatto il creato.<br />
È scesa la neve,<br />
ornato ha l’abete,<br />
tessuta ha una rete;<br />
vien giù lieve lieve.<br />
Le gocce di pianto<br />
che sembrano gemme<br />
scendon lemme lemme<br />
sul tronco suo infranto.<br />
Oh, notte di luna:<br />
un nimbo d’argento,<br />
di cori un concerto<br />
circonda la cuna.<br />
36
Don Pietro Scotti<br />
L’uomo, il professore, il salesiano… nel ricordo<br />
della sua Comunità religiosa.<br />
di don Alberto Rinaldini (luglio 2011)<br />
“Si spense silenzioso com’era vissuto”.<br />
Un’osservazione del<br />
prof. Orbetello - Presidente<br />
dell’Accademia<br />
Ligure di Scienze e<br />
Lettere di cui il prof.<br />
Scotti è stato per quasi<br />
trent’anni segretario<br />
generale - che bene<br />
riassume il comportamento<br />
di un grande la<br />
cui grandezza risalta<br />
maggiormente dopo<br />
la scomparsa. Lo stesso<br />
Presidente aggiunge<br />
nell’elogio funebre: “ Una folta presenza di soci dell’Accademia<br />
partecipò alle sue onoranze funebri nella grande<br />
chiesa salesiana in Sampierdarena, fitta di suoi confratelli,<br />
di amici, estimatori e discepoli, ma soprattutto di popolo e<br />
di giovani”.(1). Al funerale c’era anche qualche superstite<br />
dei ragazzi del ‘99.<br />
37
La semplicità che caratterizza la personalità di don Pietro<br />
Scotti è testimoniata visivamente anche dalla sua camera,<br />
al don Bosco, le cui pareti e persino il pavimento<br />
erano solo pieni di <strong>libri</strong>… Alla semplicità s’aggiunga l’incoraggiante<br />
disponibilità per chiunque a lui si rivolgesse<br />
e la meticolosa precisione nell’assolvere i propri impegni.<br />
Lo ricorda don Livio che ha vissuto nella comunità<br />
salesiana di Sampierdarena con don Pietro dal 1966 fino<br />
al 1982. “La mia attenzione è stata ripetutamente attirata<br />
dal comportamento di don Scotti, docente di Etnologia<br />
all’Università di Genova. Oltre il prendere parte alla vita<br />
comunitaria con l’assiduità, consentitagli dai suoi impegni<br />
accademici e l’incoraggiante disponibilità nei confronti di<br />
quanti sollecitavano la sua competenza professionale, don<br />
Scotti mi ha colpito per la cronometrica puntualità con cui<br />
in mattinata usciva - qualunque fossero le condizioni meteorologiche<br />
- con l’immancabile cartella sotto il braccio,<br />
per recarsi a celebrare la S. Messa presso le vicine suore<br />
di Sant’Anna”. Poi prendeva la strada per l’Università. La<br />
serena umanità e la disponibilità è ben evidenziata anche<br />
dalle pagine dell’Eco di don Bosco di Sampierdarena,<br />
Rivista che lo ha avuto direttore per 30 anni. Don Scotti<br />
viene ricordato nel suo 50° di sacerdozio come “Maestro<br />
di umanità e di salesianità, valori che ha saputo arricchire<br />
e comunicare nella sua missione educativa di sacerdote e<br />
docente universitario, sulle orme di insigni maestri salesiani<br />
come don Paolo Ubaldi e don Sisto Colombo”(2). Un<br />
giudizio che sottoscrivono quanti l’hanno conosciuto nella<br />
sua lunga sosta operosa a Genova. E non siamo pochi.<br />
38
Nella seduta commemorativa all’Università di Genova del<br />
24 marzo 1983 il prof. Vitaliano Rocchiero inizia la commemorazione<br />
con queste parole: “Dire di Pietro Scotti non<br />
è possibile senza rivederne laggiù nell’angolo dell’antisala, a<br />
fianco del suo scrittoio la figura asciutta, leggermente curva,<br />
cimata dalle canizie ed avvolta dalla talare pronta ad accogliere<br />
con un sorriso contenuto, con un lampo degli occhi e<br />
con fare faceto chi, come noi, più o meno tutti (…).<br />
Per lunghissimi anni è stato là ad attenderci, sollecito ed attento.<br />
Oggi parlando di lui lo ricordiamo, lo rivediamo e lo<br />
abbracciamo, perché - come felicemente ebbe a dire Alfredo<br />
Orbetello - l’Accademia gli fu amica e madre, ed in conseguenza<br />
noi fedeli figli dell’Istituzione stessa gli fummo amici,<br />
fratelli e stimatori”.<br />
Senza l’Università di Genova don Scotti non sarebbe lui.<br />
Come si deduce da queste parole autorevoli, ma l’amore al<br />
suo Ateneo lo percepiva anche la sua Comunità salesiana<br />
ove puntualmente rientrava a mezzogiorno e a sera. Un<br />
alone di simpatia e di stima accompagnava il suo lavoro<br />
di cattedratico. Lo si intuiva, anche se lui non ne parlava,<br />
perché non desiderava sentirsi diverso da noi.<br />
Col tempo la sua grandezza si staglia più nitida, anche per<br />
noi che l’abbiamo conosciuto come “uno di noi”. I titoli<br />
accademici, le sue opere e le sue onorificenze le conosciamo<br />
pienamente solo ora…Il don Bosco lo sapeva docente<br />
universitario, benvoluto. Sapevamo che molti studenti<br />
chiedevano di essere seguiti e guidati da Lui nella tesi di<br />
Laurea. Nessuno di noi sapeva che poteva indossare la<br />
mozzetta bianca, crociata di vermiglio, di cavaliere dell’Ordine<br />
equestre del S. Sepolcro di Gerusalemme “piattonato”<br />
nel 1961. Chi di noi sapeva che nel 1980 era stato insigni-<br />
39
to del titolo di commendatore dell’Ordine al Merito della<br />
Repubblica Italiana? Sono informazioni che attingiamo dal<br />
volume di Vitaliano Rocchiero”( 3).<br />
Solo ora vengo a conoscere che don Pietro Scotti era anche<br />
poeta. Ho letto varie poesie nel volume presente nella<br />
nostra biblioteca. Come annota il professor Vitaliano: “Qui<br />
si ritrova, quasi incredibilmente, l’uomo libero e gioioso,<br />
schietto e limpido, che non esita a cantare: “Io non so se son<br />
poeta/ né lo voglio pur saper; / scrivo, canto un po’ dipingo/<br />
getto versi in libertà”.<br />
Con lui abbiamo condiviso per anni l’ ideale salesiano, lui<br />
all’Università noi impegnati con i giovani delle scuole del<br />
don Bosco o, come il sottoscritto, con i giovani dei Licei<br />
della città. Nei pochi momenti liberi dall’impegno universitario<br />
passati in comunità “sentivamo” la semplicità adorna<br />
di umiltà dell’uomo di cultura e non lo faceva pesare, sentivamo<br />
il fascino di una personalità serena che t’accoglie col<br />
sorriso.<br />
Una fioritura di note che diventano leitmotiv di una mirabile<br />
sinfonia: felice sintesi tra fede e scienza, tra la saggezza del<br />
sapiente e la rasserenante umiltà di chi comunica lo stupore<br />
del cercare ancora. E nel silenzio spende con gioia il suo<br />
sacerdozio e dispensa il sapere che invita ad andare oltre.<br />
Tale sinfonia si spegnerà nel grandioso finale degli 83 anni,<br />
ma solo dopo il suo transito possiamo “risentirla” e apprezzarla<br />
in tutta la sua portata.<br />
Le radici di questa sinfonia - il colore e il calore della sua<br />
vita - vengono da lontano. Le scopriamo dalle sue stesse parole,<br />
tratte dall’intervista rilasciata alla Redazione dell’Eco<br />
di don Bosco in occasione della festa per i 50 anni di sacerdozio.<br />
40
-Don Pietro, ci conceda qualche istante, e incominci pure…<br />
da lontano<br />
Sì…Sì…Volentieri!…Nato e vissuto in un paese vicino a<br />
<strong>Piacenza</strong>. Famiglia cristiana solida e lieta. Mio padre era<br />
medico condotto. Mondo rurale. Dopo le scuole elementari<br />
entrai nel collegio S. Giovanni di Torino per il ginnasio;<br />
più tardi ad Alassio per il Liceo. Erano due collegi<br />
salesiani dove si respirava una vita di famiglia. Ne ho un<br />
ricordo bellissimo sia riguardo ai professori, sia ai compagni.<br />
Verso la primavera del 1917 fu interrotto.<br />
- con… “ i ragazzi del ‘99”<br />
Infatti… Chiamata alle armi, scuola militare e poi al fronte<br />
come ufficialetto di Fanteria. Nella ritirata di Caporetto<br />
con la mia compagnia…circa quattrocento chilometri<br />
a piedi! Ma non eravamo fuggiaschi: nessun episodio di<br />
ribellione fra i soldati. Fui a Tolmino, poi al Grappa, al Piave,<br />
in Albania. Molti disagi, qualche pericolo.<br />
-Ma come maturò la sua vocazione in quel clima?<br />
Col fratello Giuseppino che studiava da ingegnere fui a<br />
Torino per medicina. Lì ebbi modo di partecipare attivamente<br />
all’Azione Cattolica sia al partito popolare. Noi<br />
cattolici eravamo presi di mira sia dai socialisti ( e poi dai<br />
comunisti) sia dai fascisti; questi si comportavano verso di<br />
noi con modi violenti; mio padre e noi due fratelli fummo<br />
minacciati e anche percossi, dai fascisti, no dai socialisti.<br />
Erano gli anni, a Torino, di Pier Giorgio Frassati e, in altro<br />
campo, di Gramsci e Togliatti. Nel clima dell’Azione<br />
Cattolica e di vari gruppi torinesi di spiritualità si sviluppò<br />
41
la mia vocazione, specialmente in base a una vita di pietà<br />
eucaristica e mariana, dapprima curata da mia mamma,<br />
dall’esempio di mio padre ex allievo salesiano, poi dai Salesiani.<br />
-E dei primi anni tra i Salesiani?<br />
Fui presentato a Don Rinaldi da una signora torinese che<br />
molto curava le vocazioni, anche maschili: un’anima eccezionale,<br />
di pochi studi, ma di rara sapienza e pietà. Feci<br />
il noviziato a Foglizzo subito dopo la laurea in medicina.<br />
Desideravo partire per le Missioni, ma i superiori mi destinarono<br />
all’Aspirantato di Penango Monferrato; frequentai<br />
uno studentato minore di teologia. Fui ordinato sacerdote<br />
il 1° maggio 1930, nel collegio con una lieve festa. Da<br />
Penango nel 1930 passai a Foglizzo tra i chierici studenti<br />
(Filosofia), per ritornarvi dopo aver conseguito la laurea<br />
in Scienze naturali. Intanto si apriva il nostro Ateneo; per<br />
due anni insegnai materie scientifiche, specialmente antropologia<br />
e Etnologia.<br />
-Così ebbe inizio la sua carriera di docente universitario…<br />
Nel 1941 venni in Liguria e mi preparai alla libera docenza,<br />
alla quale ero stato incoraggiato da Padre Gemelli, in<br />
seguito ad un mio contributo sulla Sindone nel Convegno<br />
di Torino 1939 (Gemelli era Presidente). Appunto Egli mi<br />
consigliò Etnologia. Ho insegnato questa disciplina poi a<br />
Genova, a Pisa, e Geografia, dopo la libera docenza nel<br />
‘47. Negli ultimi anni del mio insegnamento universitario<br />
ho insegnato nel Magistero della Cattolica a Brescia, dove<br />
42
ebbi molti allievi. Per alcuni anni chiamato da un nostro<br />
ex allievo italiano, collaborai a corsi estivi in un’ Università<br />
del Vermont (USA), partecipando in seguito con pubblicazioni<br />
e ricerche a molti congressi, da Vienna a Mosca…<br />
-Dunque, prete e professore tra i giovani…<br />
La mia preparazione a trattare con i giovani si può dire<br />
venne già dalla mia famiglia: mio padre era serio ma assai<br />
comprensivo e largo di vedute; mia madre pure; nei collegi<br />
di don Bosco veniva attuato il metodo preventivo assai<br />
bene; la vita militare poi mi aveva fatto conoscere il mondo<br />
dei contadini-soldati, meridionali, sardi ecc…; gente seria,<br />
ricca del senso del dovere e di buon senso… A Torino fra il<br />
1924 e il 1929 avevo partecipato attivamente sia all’azione<br />
della Gioventù cattolica ( facevamo anche catechismo) sia<br />
nel Partito popolare; ancora nel 1923 al Congresso di Torino<br />
ebbi modo di vedere don Sturzo prendere chiara posizione<br />
contro il fascismo imperante, con senso di realismo<br />
e di fermezza, armonicamente congiunti. Con questa varia<br />
preparazione mi sono sempre trovato bene con i miei allievi<br />
universitari, specialmente a Genova, dove nel ‘68-’69<br />
ci fu un po’ di maretta ma…molto meno che a Milano.<br />
-E nell’ambiente universitario, tra scelte culturali e posizioni<br />
diverse?<br />
All’Università e poi all’Accademia di via Balbi ebbi sempre<br />
relazioni cordiali con i colleghi; anzi per vari anni i professori<br />
incaricati mi vollero presidente. Erano di correnti<br />
diverse, ma si andava d’accordo… Tutti naturalmente<br />
43
conoscevano le mie posizioni, anche perché all’ Università<br />
ho sempre portato la talare. Solo a Mosca, Praga e in Jugoslavia<br />
vestii civile, per essere più libero di parlare e partecipare…in<br />
situazioni diverse assai interessanti talora. A Mosca,<br />
per esempio, sia io sia altri sacerdoti partecipanti a un<br />
Congresso, potemmo celebrare la Messa nella nota chiesa<br />
di S. Luigi dei Francesi. Ci fu in quell’occasione un episodio<br />
curioso. Alcuni di noi in taxi andammo alla Chiesa,<br />
di pomeriggio, per combinare circa la Messa. Piovigginava;<br />
noi eravamo riparati da una specie di pensilina. Si fece<br />
avanti una vecchietta magra, mal vestita, che rimanendo<br />
sui gradini sotto quella pioggerella, ci disse: Io sono cattolica,<br />
apostolica, romana…” e ci diede tutte le indicazioni…<br />
Così potemmo poi celebrare. Io ero servito da un signore<br />
polacco che parlava latino. Mi disse poi che era stato professore<br />
a Leningrado. Gli chiesi: Et tunc? Rispose: Et tunc<br />
nihil...Era un pensionato povero…ed era tutti i giorni alla<br />
Messa. […] (4).<br />
Nei ricordi di don Scotti nessun accenno alle onorificenze,<br />
a premi come al “Premio della poesia Gastaldi” (1952)<br />
o alle medaglie ottenute nella grande guerra. Sottolineava<br />
con patriottica devozione di essere uno dei “ragazzi del<br />
‘99”.<br />
Sul resto silenzio eloquente!<br />
Un Pieghevole della Comunità Salesiana di Genova -<br />
Sampierdarena del 28 luglio 1982 recita:<br />
“Era forse l’ultimo di quella schiera di professori Salesiani<br />
delle prime generazioni che hanno onorato la cattedra<br />
universitaria italiana con un magistero esemplare per serietà<br />
scientifica e sapienza educativa, vissuta e partecipata<br />
44
nello spirito e nello stile di don Bosco …”. E l’Eco di don<br />
Bosco aggiunge: “Essi (i giovani) avevano intuito come<br />
sapesse associare, con schietta semplicità, la sua fede religiosa<br />
di apostolo generoso alle esigenze di una cultura<br />
criticamente tesa nella ricerca della verità”(5). Lo ripetono<br />
i tanti universitari che io stesso ho incontrato al don Bosco:<br />
venivano per cercare materiale di don Scotti o su don<br />
Scotti.<br />
Un salesiano ricorda che, ancora bambino, una domenica<br />
alla S. Messa don Scotti, al momento dell’omelia, sottolineò<br />
con grande gioia che suo padre medico aveva conosciuto<br />
don Bosco, suo nonno aveva conosciuto don Bosco,<br />
suo zio aveva conosciuto don Bosco... Tale entusiasmo salesiano<br />
l’accompagna per tutta la vita.<br />
Note<br />
(1) Da Vitaliano Rocchiero, Seduta Commemorativa 24 marzo 1983-<br />
Estratto Atti Accademia Ligure di Scienze e Lettere vol. XL -1983- Genova<br />
1984.<br />
(2) L’Eco di don Bosco luglio-dicembre 1980.<br />
(3) Pietro Eugenio Scotti”, SDB; O.E.SS.G; O.M.R. 1899-1982) -Segretario<br />
Generale dell’Ente Morale accademia Ligure di Scienze e Lettere<br />
(1955.1982) di Vitaliano Rocchiero.<br />
(4) Eco di don Bosco gennaio-giugno 1980.<br />
(5) “La scomparsa di don Scotti”- luglio-dicembre 1982.<br />
45
La scomparsa.<br />
Commemorazioni e elogi funebri<br />
Professore,<br />
non ci vedremo più…<br />
Non verrò a salutarla<br />
né sentirò la sua voce<br />
al telefono;<br />
il suo viaggio non ha ritorno<br />
Padre Scotti,<br />
ha raggiunto l’Isola degli Spiriti<br />
che i Polinesiani vanno<br />
cercando,<br />
come dice nei suoi <strong>libri</strong><br />
interessanti..<br />
Ora parla con il Creatore<br />
il nostro buon Dio. Il Potente<br />
venerato dal Piccoli Uomini.<br />
Piango silenzioso<br />
e vorrei non piangere<br />
più<br />
e rivederla ...<br />
Preghi per mia mamma e me<br />
Professore ...<br />
46<br />
Franco Baglietto
Vitaliano Rocchiero alla Accademia<br />
Ligure di Scienze e Lettere<br />
Seduta del 24 marzo 1983<br />
“ Dire di Pietro Scotti non è possibile .. (omissis, vedi don<br />
Rinaldini pag. 37) … gli scritti già accumulatisi attorno alla<br />
personalità dello scomparso - cito quelli del Bruzzone (In<br />
memoria di P. S., «Rivista Arte Stampa Liguria », Genova,<br />
Maggio-Giugno, 1982, 8), del Costa (I nostri morti, S.<br />
S. P., «Rivista della Famiglia Salesiana», Roma, Gennaio<br />
1983,33), della Comunità Salesiana di Sampierdarena, del<br />
Consiglio di redazione dell’«Eco di D. Bosco» di Genova,<br />
degli Atti dell’Archeologia di Roma (V. R. - G. P. P., Passaggio<br />
all’ Albo «ad memoriam », P. S., « La cultura nel<br />
mondo », Roma, Ottobre-Dicembre 1982, 64), dell’Albo<br />
delle memorie della «Rivista Liguria» (V. Rocchiero, Protagonisti<br />
della cultura ligure ed italiana, ibidem, Genova,<br />
Luglio-Agosto 1983, 34/35) - mettono in luce, di volta in<br />
volta, gli aspetti dell’etnologo, del geografo, dell’antropologo,<br />
dello speleologo, del demologo, dell’americanista ed<br />
anche del sindonologo.<br />
Di quest’ultimo aspetto come non ricordare la lucida e<br />
scabra relazione sulla Sindone, svolta in questa stessa sede<br />
accademica, dopo la sua partecipazione al 1° Congresso<br />
Nazionale per la Sindone, e la stesura di differenti studi<br />
scientifici in argomento, continuando e perfezionando, da<br />
parte Salesiana, l’opera svolta da D. Noguier e da D. Tonelli.<br />
Fra i summenzionati aspetti è indubbiamente prevalen-<br />
48
te quello dell’etnologo-geografo, ovvero del docente universitario,<br />
di carattere piuttosto severo ed esigente, dalla<br />
battuta determinata e pungente, e, comunque, pronto, ad<br />
effetto ottenuto, a rientrare nella sua amabilità piuttosto<br />
discreta e nella sua comprensione piuttosto sensibile.<br />
Pietre fondamentali del suo costruttivo insegnamento<br />
furono la docenza nel Pontificio Ateneo Salesiano (1939-<br />
1941); i professorati nell’Università di Genova (1944-1969)<br />
e nell’Università di Pisa (un anno); i corsi nel Royalton College<br />
di Vermont, negli Stati Uniti d’America (1966-1970);<br />
ed ancora il professorato nel Magistero dell’Università<br />
Cattolica, Sezione di Brescia (1968-1974). In tutti questi<br />
Istituti egli ha insegnato, con serietà scientifica e sapienza<br />
educativa, oltre alle discipline predilette, anche antropologia,<br />
geografia umana, politica ed economica.<br />
Per le ricerche effettuate, per gli studi svolti, per le pubblicazioni<br />
realizzate, che superano le duecento, per i congressi<br />
internazionali frequentati a Vienna, Parigi, Chicago, Mosca,<br />
Messico City, Stuttgart ed a Roma, il professor Scotti<br />
venne ascritto all’Accademia-Ateneo di Brescia, all’Accademia<br />
di Scienze Politiche della Colombia University di<br />
New York, all’Accademia Archeologica Italiana di Roma,<br />
alla Società Speleologica Italiana (che presiedette dal 63 al<br />
1969), all’Associazione Internazionale degli Americanisti<br />
di Parigi, e, naturalmente, alla nostra Accademia dal 1948,<br />
conseguendovi un’anzianità di 34 anni.<br />
Eletto nel 1955 Segretario Generale dello stesso Ente Morale,<br />
conseguì nella carica l’ invidiabile anzianità di 27<br />
anni, morendo - a lui combattente ben si addice - con le<br />
armi ... segretariali in pugno!<br />
Con la morte di Pietro Scotti, segretario della massima<br />
49
Istituzione scientifica e letteraria della Liguria, avvenuta a<br />
Genova Sampiedarena il 23 maggio 1982, finisce una certa<br />
tradizione di segretariati accademici affidati a longevi eruditi<br />
in veste talare. Infatti è qui opportuno ricordare che la<br />
citata tradizione era cessata, nei confronti della consorella<br />
Accademia Ligustica di Belle Arti, il 1° dicembre 1796 con<br />
la morte dell’Abate Antonio Giolfi, segretario della massima<br />
istituzione artistica della Liguria per ben 43 anni.<br />
Almeno a tutto il 1967 le pubblicazioni scientifiche, storiche<br />
ed anche letterarie del nostro, sono fortunatamente<br />
catalogate in un paio di opuscoli editi dalla Libreria degli<br />
Studi di Genova. Il loro completamento si propone doverosamente<br />
al nostro futuro impegno, anche se i prestigiosi<br />
atti dell’Accademia Ligure di Scienze e Lettere sono folti<br />
di sue memorie, facilmente reperibili.<br />
Qui purtroppo dovrò limitarmi, bibliograficamente parlando,<br />
a poche citazioni importanti, come: Biopsicologia<br />
pedagogica, Torino, 1931; Oceania misteriosa, Torino,<br />
1940; Etnologia, Milano, 1941; I popoli della terra, Torino,<br />
1941; Civiltà primitive, Milano, 1949; L’ade dei popoli primitivi,<br />
Milano, 1952; Comunismi non marxisti, Milano,<br />
1954; Civiltà africana Genova, 1958; La vita sociale dei popoli<br />
primitivi, Brescia, 1964. Parte di queste pubblicazioni<br />
hanno raggiunto molteplici edizioni. Caso limite il volume<br />
dell’ Etnologia, stampato da Hoepli, che ha toccato, nel<br />
1955, la diciottesima edizione. Ascritto all’Albo dei giornalisti<br />
pubblicisti della Liguria, dal 4 aprile 1949, Pietro<br />
Scotti collaborò attivamente a riviste e giornali quotidiani.<br />
Allo Scotti poeta - ripeto poeta, Diploma Gastaldi di Poesia<br />
1952 - risalgono le ricerche raccolte nei volumi degli<br />
Amici di Tolenio (1963); delle Tre foglie rosse (1964) della<br />
50
Gerla (1965). Qui si ritrova, quasi incredibilmente, l’uomo<br />
libero e gioioso, schietto e limpido, anche il piemontese<br />
di formazione per il verde Canavese descrive: «Ma più mi<br />
piace /il tenero tuo verde / fra la Dora e l’Orco, / la grassa<br />
erba / fluente / come la chioma dei tuoi puledri », e conclude:<br />
«O verde Canavese / o dolce piano, / ancor qui ascolto<br />
/ la lene melodia / del tuo Gozzano ».<br />
Ora, davvero, la sua svelta e simpatica figura è nuovamente<br />
fra noi. È fra noi per lo scambio di un ultimo sereno<br />
sorriso; per lo scambio di un’ultima buona parola; per lo<br />
scambio di un’ultima cordiale stretta di mano. Questo il<br />
nostro ricordo. Il suo viene dall’alto.<br />
Bollettino Storico Piacentino,<br />
dicembre 1982<br />
Pietro Scotti<br />
È deceduto nel maggio 1982 a Genova presso l’ Istituto<br />
don Bosco, lo studioso piacentino don Pietro Scotti, nato<br />
a Podenzano il 18 marzo 1899, e noto nella nostra città<br />
per la sua collaborazione a « Libertà », oltre che per i suoi<br />
fondamentali studi di etnologia.<br />
Dopo aver partecipato alla prima guerra mondiale, si laureò<br />
in Medicina e Chirurgia, entrando successivamente<br />
nella Congregazione dei Salesiani e conseguendo varie<br />
altre lauree (filosofia, teologia e scienze naturali). La sua<br />
specializzazione in Etnologia e Geografia, che si concretò<br />
in una vasta serie di pubblicazioni, ebbe la convalida di<br />
due libere docenze in ambedue le discipline (rispettiva-<br />
51
mente nel 1947 e nel 1954).<br />
Membro di vari istituti scientifici e relatore in numerosi<br />
congressi, fu professore di Etnologia all’Università di Genova<br />
e di Geografia al Magistero a Brescia. È autore di un<br />
centinaio di pubblicazioni, articolate in vari gruppi: etnologia,<br />
etnologia popolare (folklore), speleologia, geografia<br />
umana, storia. Nello studio delle manifestazioni culturali<br />
delle popolazioni primitive egli seguì l’ indirizzo storicoculturale,<br />
avvalendosi anche delle sue polivalenti competenze,<br />
dato che l’etnologia ha non pochi contatti con la geografia,<br />
la biologia, la medicina, l’economia, la sociologia,<br />
la filosofia, la religione. In tempi successivi ha utilizzato<br />
anche le concezioni strutturalistiche di Lévi-Strauss.<br />
Pur attingendo i temi delle sue indagini nelle zone africane,<br />
non ha disdegnato il folklore delle nostre valli; nell’elenco<br />
dei suoi titoli troviamo: Attrezzi usi ed alimenti dei<br />
contadini dell’alta Val di Taro, in «Folklore », 1946; L’insediamento<br />
stagionale nell’alta Val Taro, Torino, 1947; Canti<br />
e leggende dell’alta Val Taro, Alessandria, 1946. Fra i volumi<br />
più significativi ricordiamo: Freud, Brescia, La Scuola,<br />
1948; L’arte de popoli primitivi, Milano, Bompiani, 1952;<br />
Comunisti non rnarxisti, Milano, Bompiani, 1954 (studia<br />
l’aspetto sociale dei popoli primitivi); Etnologia, antropologia<br />
culturale, Milano, HoepIi, 1955; La vita sociale dei<br />
popoli primitivi, Brescia, Morcelliana, 1963.<br />
52
Il Nuovo Giornale<br />
La sua generosità, scrisse il Nuovo Giornale di <strong>Piacenza</strong> in<br />
un ricordo del 25 dicembre 1982, “ha lasciato tracce profonde<br />
anche nel servizio sacerdotale della predicazione,<br />
ma è sempre stata avvolta nella penombra della più signorile<br />
modestia. Anche in questo senso era un tipico prodotto<br />
della nostra terra, uno di quei piacentini che – per dirla<br />
con un felice articolo di Corrado Sforza Fogliani – non si<br />
mettono in vetrina.<br />
53
La testimonianza<br />
L’INSEGNAMENTO DI PIETRO SCOTTI S.D.B.<br />
NELL’UNIVERSITA’ DI GENOVA<br />
SCIENZIATO ED EDUCATORE<br />
di Giovanni B. Varnier, Preside della Facoltà di Scienze Politiche<br />
dell’Università degli Studi di Genova<br />
È con commozione che ho aperto il fascicolo personale del<br />
professore Pietro Scotti, conservato nell’archivio dell’ Università<br />
degli Studi di Genova. Commozione perché Padre<br />
Scotti – come impropriamente era chiamato dagli studenti<br />
– rappresentava il volto mite del sapere accademico.<br />
Questo atteggiamento si notava ancora di più in una Università<br />
baronale, dove per un docente era titolo di considerazione<br />
il fatto di lanciare via il libretto dello studente, che<br />
impreparato osava presentarsi all’esame.<br />
Egli fu il severo ma sensibile professore a cui ricorrere se<br />
c’era bisogno di superare almeno un esame senza troppe<br />
difficoltà e poter continuare a rinviare sinedie la chiamata<br />
al servizio militare; altre volte c’era la necessità di laurearsi<br />
in fretta e per la media bassa o per i docenti troppo esigenti<br />
non si riusciva a trovare un relatore.<br />
Eppure tutti intuivano la serietà scientifica di questo insegnante,<br />
ne conoscevano il rigore, la precisione formale,<br />
l’estrema discrezione ma il fatto che fosse sacerdote induceva<br />
lo studente ad attendere da lui comprensione per le<br />
umane debolezze.<br />
Dunque egli fu un docente serio ma comprensivo, che per<br />
54
tutti aveva sempre un sorriso contenuto e anche se poteva<br />
apparire triste, con la vivacità dello sguardo compensava la<br />
naturale scarsa loquacità.<br />
I suoi corsi di Etnologia e di Geografia politica ed economica<br />
erano molto seguiti sia nella Facoltà di Lettere e Filosofia sia<br />
in quella di Giurisprudenza; questo perché bastava aver sostenuto<br />
almeno due esami di Geografia per poter presentarsi<br />
all’abilitazione per insegnare materie geografiche nelle scuole<br />
superiori.<br />
Nelle lezioni emergeva sempre l’elogio per l’opera dei missionari<br />
salesiani, ma anche qualche cenno al padre medico che<br />
si recava con il calesse a curare gli infermi e il ricordo dell’esperienza<br />
militare nella grande guerra, che probabilmente segnò<br />
in profondità quel giovane passato nei giorni della ritirata<br />
di Caporetto dall’ambiente raccolto del collegio salesiano al<br />
fronte bellico.<br />
Don Scotti viveva allora a Sampierdarena nel grande Istituto<br />
scolastico fondato dallo stesso Don Bosco e con una precisione<br />
assoluta negli orari si spostava in treno tra le due stazioni<br />
contigue di Genova-Sampierdarena e Genova-Principe.<br />
Personalmente mi parlò di lui, ancora prima di arrivare all’ Università,<br />
un indimenticabile professore di liceo, originario di<br />
Alessandria e legatissimo ai Salesiani non soltanto come ex<br />
allievo ma per il fatto non trascurabile che questi ultimi, nascondendolo<br />
in attesa di tempi migliori, gli salvarono la vita<br />
nei giorni turbolenti seguiti al 25 aprile 1945.<br />
Tornando al fascicolo personale esso ci consente di conoscere<br />
l’esatto curriculum accademico del docente: laureato<br />
in Medicina e Chirurgia il 16 luglio 1924 e in Scienze<br />
Naturali il 7 luglio 1936 presso l’Università di Torino; in<br />
55
Geografia il 30 ottobre 1943 presso l’Università di Genova;<br />
abilitato alla libera docenza in Etnologia il 28 aprile 1942<br />
e confermato il 4 ottobre 1947; in Geografia il 12 gennaio<br />
1949 e confermato il 27 agosto 1954; supplente e più tardi<br />
incaricato nelle Facoltà di Lettere e Filosofia e nella Facoltà<br />
di Giurisprudenza di Geografia nel 1944-45; di Storia delle<br />
esplorazione geografiche nel 1945-46; di Etnologia dal<br />
1946-47 al 1968-69; di Geografia ed etnologia dell’Africa<br />
dal 1948-49 al 1968-69; di Geografia politica ed economica<br />
dal 1953-54 al 1968-69.<br />
Tra la documentazione conservata troviamo anche la sua<br />
scheda personale del 23 luglio 1943, redatta con un modello<br />
che risultava ancora quello in uso durante il regime<br />
fascista e che merita di essere riprodotta.<br />
56
Sempre tra le medesime carte c’è un altro documento, coevo<br />
del precedente, ma più vivo e di maggiore interesse<br />
storico: si tratta di una sorta di memoria, redatta con probabilità<br />
dallo stesso Scotti, per difendersi dalla possibile<br />
accusa di aver insegnato durante la R.S.I.<br />
“Sac. Pietro Scotti, libero docente. Combattente nel 1917-<br />
18 come tenente di Fanteria e decorato di Croce di guerra.<br />
Nel dopoguerra, prima di essere sacerdote, aderì al movimento<br />
democratico cristiano attivamente ed ebbe quindi<br />
a subire, insieme con la famiglia, vessazioni da parte del<br />
fascismo. Né lui personalmente né alcuno della famiglia<br />
aderì mai al partito fascista.<br />
Durante il governo fascista pubblicò vari opuscoli in cui<br />
apertamente si sostenevano le dottrine democratiche cristiane,<br />
perciò ebbe varie volte delle noie da parte delle autorità;<br />
un suo volume subì anzi il fermo politico a Torino.<br />
Durante l’anno accademico 1944-45 in lezioni di Geografia<br />
manifestò, su basi scientifiche, l’ inconsistenza delle teorie<br />
razziste e geopolitiche tedesche, nonostante che alcuni<br />
elementi di vigilanza frequentassero le sue lezioni.<br />
Pochi mesi prima della liberazione, mentre la pressione<br />
nazista e fascista era più acuta, pubblicò due volumi (Lineamenti<br />
di geografia scientifica e Geografia politico-sociale),<br />
nei quali, sempre su basi scientifiche, si dimostrava la infondatezza<br />
delle teorie naziste.<br />
Nel corso dell’anno accademico 1944-45 superò non lievi<br />
pericoli personali nei viaggi fra Alassio e Genova, per tenere<br />
il corso universitario; nel novembre 1944, mentre si<br />
trovava nella sede di Alassio (Liceo Don Bosco), elementi<br />
fascisti repubblichini fecero nell’Istituto una perquisizio-<br />
59
ne notturna a mano armata durante la quale si eseguirono<br />
sparatorie di fucileria e si ricorse ad altre minacce contro il<br />
personale della Casa.<br />
Anche la propria famiglia ebbe a superare gravi pericoli<br />
nello stesso periodo fascista repubblichino; un proprio<br />
parente partigiano fu imprigionato e riuscì a sfuggire allacondanna<br />
a morte a mala pena; il proprio padre, medico<br />
in pensione, più volte affrontò gravi disagi e pericoli per<br />
curare di nascosto alcuni ufficiali inglesi che insieme ai<br />
partigiani si trovavano nell’Appennino Piacentino”.<br />
A trent’ anni dalla scomparsa, don Pietro Scotti merita<br />
di essere ricordato come sacerdote, che, sempre in<br />
un corretto abito talare fu educatore sapiente, studioso<br />
scientificamente qualificato e apprezzato nell’Università<br />
di Genova dai colleghi e da diverse generazioni di giovani<br />
studenti.<br />
60
Podenzano Il cinema teatro Vittoria abbattuto alla fine degli anni Settanta<br />
Il contributo di padre Pietro Scotti<br />
all’insegnamento dell’Etnologia presso<br />
la Scuola di Geografia dell’Università<br />
di Genova.<br />
Relazione della dott.ssa Marina Facconi al XIV<br />
Seminario Permanente di Storia Locale, a.a. 2004/2005<br />
In questo mio breve lavoro ho cercato di risalire al tipo di<br />
contributo che lo Scotti diede agli studi dell’ Etnologia e del<br />
Folklore all’ interno dell’ Ateneo genovese, dove fu docente<br />
per un lungo periodo di 25 anni, presso il corso di Geografia.<br />
Queste due discipline vengono affrontate contemporaneamente<br />
e risultano intimamente connesse l’una all’altra,<br />
tanto che talvolta risulta difficile comprendere il punto di<br />
discriminazione.<br />
61
L’ INSEGNAMENTO DELL’ ETNOLOGIA PRESSO LA<br />
SCUOLA SPECIALE DI GEOGRAFIA (1946-1969)<br />
L’attività di docenza di Pietro Scotti presso la Scuola Speciale<br />
di Geografia con cattedra in Etnologia ha inizio tre<br />
anni dopo il rettorato di Mattia Moresco, che durò dal<br />
1925 al 1943, periodo caratterizzato dal clima fascista e<br />
militaresco 1 . Detta attività giunge a seguito di previe esperienze<br />
formative per il Padre Salesiano, tra le le più importanti<br />
è da ricordare la libera docenza in Antropologia<br />
ed Etnologia presso l’Ateneo Pontificio Salesiano di Torino<br />
(1939- 1941 e nel 1942 a Roma) e la libera docenza in Geografia<br />
a Roma nel 1947.<br />
La formazione dello Scotti è particolarmente ampia poiché,<br />
come si evince dal curriculum depositato presso l’Accademia<br />
Ligure di Scienze e Lettere, nel 1917 consegue la<br />
maturità classica ad Oneglia, nel 1924 è Dottore in Medicina<br />
e Chirurgia a Torino, segue la Laurea in Scienze naturali<br />
nel 1936 ed infine ottiene un’altra laurea in Geografia<br />
a Genova nel 1943.<br />
Tuttavia, come accennato, la sua più longeva attività è<br />
l’ insegnamento della disciplina etnologica presso il capoluogo<br />
ligure. Lo Scotti ci dà, in una sommaria sintesi, il<br />
succedersi delle diverse personalità alla cattedra di Etnologia<br />
prima del suo arrivo, presso la Scuola Speciale di Geografia<br />
2 , istituita per ordinanza ministeriale nel novembre<br />
del 1924 con direttore Paolo Revelli e destinata a forma-<br />
1- Massimo Quaini, La geografia.<br />
Una disciplina all’incrocio delle scienze naturali e umane in Tra storia<br />
e geografia. Ricerca e didattica a Genova tra XIX e XX secolo, Genova<br />
2004.<br />
62
e gli insegnanti di geografia delle Scuole Secondarie ed<br />
i funzionari delle organizzazioni di caratteri geografico 3 .<br />
La cattedra di Etnografia acquista maggiore importanza<br />
quando il Ministero dell’ Educazione Nazionale nel 1935-<br />
36 consacra un corso biennale con laurea in Geografia,<br />
annesso alla facoltà di Lettere (che va a sostituire la Scuola<br />
Specialistica sopracitata) in cui l’ Etnologia figura come insegnamento<br />
fondamentale 4 .<br />
Tra i predecessori che occupano la cattedra di Etnografia<br />
viene ricordato Nicola Pende (Geografia Etnologica d’ Italia,<br />
1933-1935); Ettore Remotti (Antropologia ed Etnografia,<br />
1935-1937); Giuseppe Rosso (Geografia ed Etnografia<br />
coloniale, Etnografia, 1937-1938); Paolo Revelli (Etnologia<br />
dal 1938) e ancora il Rosso con Geografia ed Etnografia<br />
dell’Africa italiana.<br />
Nel 1942-1943 il Revelli lascia l’ insegnamento per limiti<br />
d’età e viene sostituito dal Rosso che rimane fino al 1945-<br />
1946, anno dal quale lo Scotti tiene la cattedra fino al 1969<br />
(Etnologia, Geografia ed Etnografia dell’Africa).<br />
2- Pietro Scotti, Il corso di laurea in Geografia, Bruno Raccagni editore, Genova 1950.<br />
Sono da leggersi le parole dell’Autore riguardo all’insegnamento della detta materia:<br />
« In quel tempo (agli inizi del ‘900) era riserbato ai professori di Scienze<br />
Naturali l’insegnamento della Geologia nelle scuole medie superiori; questo insegnamento<br />
era solo in parte geografico in quanto si occupava di geografia fisica<br />
[…]. I naturalisti si occupano del terreno, rocce, piante, animali […] con mentalità<br />
molecolare ». Lo Scotti rivendica, per lo studio della Geografia, così come<br />
per quello dell’Etnologia, una interrelazione tra una Geografia Fisica e fattori<br />
umani, storici, sociali; se infatti inizialmente lo studio della Geografia è diviso in<br />
un dualismo uomo/ ambiente, aspetti naturalistici e fisici da un lato e dall’altro<br />
aspetti storici, sociali e antropici, lo Scotti auspica un’integrazione tra le due<br />
parti, che non possono essere divise. E ci spiega il perché: «Ricordo una discussione<br />
avvenuta nel seno della Società di Ricerche e Studi Geografici di Genova,<br />
intorno a variazioni di spiaggia nel territorio di Chiavari. Sembrava all’aspetto<br />
che esse dovessero spiegarsi con fattori fisici, in modo quasi esclusivo; ma poi si<br />
63
Assunta la cattedra in Etnologia nel 1946, mi preoccupai<br />
subito di dare ai miei allievi un indirizzo storico-culturale,<br />
non però chiuso ad altre correnti recenti e particolarmente<br />
all’ indirizzo funzionalistico. Già nel 1941 avevo apprezzato<br />
questo moderno indirizzo in un mio lavoro Etnologia funzionalistica<br />
e Problemi coloniali (pubblicato in Rivista di<br />
Biologia Coloniale, Roma 1941) 5 .<br />
Da tale articolo si evince come e in che misura l’ Etnologia,<br />
e in particolare il metodo d’ indagine funzionalista, talvolta<br />
sia stato strumento utile ai fini della colonizzazione e<br />
questa a sua volta abbia fornito il luogo e le finanze agli<br />
antropologi stessi. É un dibattito ancora aperto e spinoso<br />
che impegna la disciplina stessa in un’autoanalisi non indifferente<br />
6 .<br />
L’ Etnologia funzionalistica non si limita ad osservare la<br />
morfologia degli oggetti etnografici o dei costumi; non si<br />
limita a tracciarne la storia […] tutto questo è lasciato in<br />
vede che i fattori umani avevano un peso non minore in tali modificazioni […].<br />
Partito dal campo naturalistico ed entrato nella ricerca geografica, ho sentito<br />
la mancanza di taluni elementi storico-sociali ed ho dovuto occuparmi di Etnologia,<br />
Paleografia, Statistica, Sociologia se volevo spiegare certi elementi del<br />
paesaggio geografico ». In un saggio coevo, I corsi di specializzazione geografica,<br />
Atti del XV Congresso Geografico Italiano, Torino- Aprile 1950, l’autore richiama<br />
l’attenzione sulla necessità di un corso di specializzazione geografica e, cosa<br />
altrettanto importante, ne chiedeva l’autonomia.<br />
3- M. Quaini, La geografia.<br />
Una disciplina all’incrocio delle scienze naturali e umane, op. cit. p. 234<br />
4- Pietro Scotti, XXV anni di Etnologia nell’Ateneo genovese (1934-1958)<br />
contenuto in Atti dell’Accademia Ligure di Scienze e Lettere, vol. XV, Genova<br />
1959, annata 1958, pp. 89-90.<br />
64
penombra […] interessa approfondire quale funzione abbiano<br />
fra gli indigeni gli oggetti e le istituzioni, inoltre quali<br />
reazioni si determinino negli indigeni al contatto con oggetti<br />
ed istituzioni europee civili. Di questi dati l’ etnologo funzionalista<br />
si vale soprattutto a fini pratici, per orientare non<br />
tanto ricerche teoretiche, quanto piuttosto la condotta pratica<br />
(sociale, politica, educativa, ed anche io direi, religiosa,<br />
evangelizzatrice, ossia pastorale).<br />
Lo Scotti è favorevole ad un incontro tra le diverse metodologie<br />
dell’Etnologia: tra quella ciclico-culturale, l’evoluzionistica,<br />
e la funzionalista; la peculiarità positiva di<br />
quest’ultima è di essere un metodo attivo, che applica la<br />
pratica dei dati raccolti sul campo alla teoria della colonizzazione.<br />
D’altro canto,<br />
dal campo pratico affluiscono materiali di studio, oggetti,<br />
dati sperimentali, che aprono nuove vie, che portano l’etnologo<br />
al senso del concreto […] non è un caso qui esemplificare<br />
perché tutti i musei etnografici sono appunto costituiti<br />
con questi apporti 7 .<br />
5- Ibidem, p.90. Già il Revelli, formatosi alla scuola torinese di Guido Cora,<br />
«aveva avviato una concezione storico – sociale della Geografia, non estranea<br />
ai richiami della geografia esploratrice e delle sue applicazioni coloniali» cfr.<br />
M. Quaini, op. cit. p. 124. Tale cooperazione viene ribadita a distanza di alcuni<br />
anni, nell’articolo Etnologia o Antropologia Culturale? In Atti dell’Accademia<br />
Ligure di Scienze e Lettere del 1964, in cui Scotti richiama all’attenzione<br />
l’esigenza di una collaborazione tra Antropologia e Storia, questa volta però<br />
muovendo critica agli antropologi della Scuola Britannica come Margaret Mead,<br />
Evans-Pritchard (che avevano criticato l’indirizzo storico-culturale intrapreso<br />
dall’antropologia ed etnologia), dei quali però condivideva il relativismo culturale,<br />
dove ogni cultura è di per sé giustificata. In questo Scotti dimostra di essere<br />
studioso addentro ai dibattiti etnologici e antropologici a lui coevi, questo grazie<br />
65
Gli studi geografici ed etnologici sono spesso orientati in<br />
base a richieste e necessità pratiche (economiche, politiche,<br />
commerciali). Scotti ne ammette il legame.<br />
La conoscenza relativa a gran parte dei paesi stranieri<br />
non superava o superava di poco, alla fine del secolo scorso,<br />
quella fase di primo diretto contatto che scaturiva dalla<br />
pubblicazione dei rapporti dei viaggiatori e degli esploratori<br />
[…]. Si rifletteva nella descrizione dei paesi stranieri con<br />
un’ abbondanza di immagini di colore destinata a colpire<br />
l’immaginazione piuttosto che l’intelletto 8 . Tale indirizzo (di<br />
interesse verso i paesi extraeuropei) viene documentato da<br />
una non trascurabile partecipazione alla discussione su vari<br />
problemi africani, specialmente quelli relativi al settore del<br />
continente che ricadeva nella sfera d’influenza economica<br />
o politica italiana. Fra i paesi che suscitarono un più rilevante<br />
interesse per i geografi italiani dobbiamo ricordare in<br />
particolare l’ Albania, la quale per ragioni di vicinanza e di<br />
rapporti economici e politici con l’Italia, era già stata oggetto<br />
di interessanti osservazioni anche anteriormente la prima<br />
anche alle partecipazioni a congressi nazionali ed internazionali, a collaborazioni<br />
con diverse riviste e giornali quotidiani (L’eco di don Bosco, Rivista di<br />
etnografia, Il nuovo Cittadino, Rivista Arte- Stampa- Liguria, etc. è questo un<br />
incompleto elenco desunto dal necrologio di Vitaliano Rocchiero, Pietro Eugenio<br />
Scotti, in Atti dell’Accademia Ligure di Scienze e Lettere, Genova 1986. Ma<br />
dagli Annali dell’ Istituto Genovese se ne può trarre uno più completo).<br />
6- Luciano Li Causi, Uomo e potere, Una introduzione all’Antropologia politica,<br />
Carocci Editore, 2005.<br />
7- Pietro Scotti, Etnologia funzionalistica e problemi coloniali, op.cit. Vol. IV,<br />
fasc. 6.<br />
66
guerra mondiale, da parte di G. Cora, G. Brunitati, e specialmente<br />
A. Baldacci 9 . Tale interesse veniva sollecitato da<br />
alcune circostanze politiche, come quelle riguardanti le rettifiche<br />
di confine della Libia e della Somalia (1926) o quelle<br />
relative alla campagna italo-etiopica 1935-1936 10 .<br />
Passati gli anni della guerra, l’interesse dei geografi e degli<br />
etnologi per i paesi d’oltre confine, specie sul piano della<br />
conoscenza dei paesi africani, non viene smorzandosi. L’ Italia,<br />
firmando il trattato di pace perde i territori coloniali<br />
conquistati durante il fascismo e improvvisa uno spirito a<br />
favore della liberazione dei popoli; se infatti Palazzo Chigi<br />
continua sino al 1949 con una linea dura di rivendicazione<br />
di tutti i propri possedimenti extra nazionali, dopo quella<br />
data la diplomazia italiana tenta la strada del compromesso.<br />
L’obiettivo è sempre quello di affermare la presenza italiana<br />
nel Mediterraneo ma con strumenti diversi: l’ Italia<br />
si sarebbe da quel momento proposta come anello di congiunzione<br />
tra civiltà araba e civiltà europea.<br />
8- A. Brusa, Contributi alla conoscenza geografica dei paesi stranieri, in Un<br />
sessantennio di Ricerca Geografica italiana, memorie della Società Geografica<br />
Italiana, volume XXVI, pubblicato in occasione del XX Congresso Geografico<br />
Internazionale (Londra 1964), Roma- Società Geografica Italiana, 1964, p. 601.<br />
9- Ibidem, p.605. Anche lo Scotti scrive una monografia sulla Jugoslavia (Jugoslavia,<br />
Libreria degli studi di Genova, 1966). Ha un impianto didattico-didascalico,<br />
riscontrabile in altre monografie in cui i primi capitoli sono di ordine<br />
storico- geografico, si prosegue descrivendo le caratteristiche produttive ed<br />
economiche della zona ed il lato turistico, culturale e folklorico per terminare;<br />
forse in questo è del tutto simile al lavoro dello stesso autore sul Fezzan libico,<br />
L’Etnologia del Fezzan, editrice L.U.P.A., Genova, 1949, nella cui introduzione<br />
si legge che «L’Italia ha contribuito alla civilizzazione e alla conoscenza scientifica<br />
del Fezzan; ha donato a questa regione una vita e un benessere mai goduti:<br />
comunicazioni automobilistiche, da Tripoli e da Misurata; assistenza sanitaria;<br />
67
Per farlo ha anche bisogno di indagare le terre sulle quali<br />
ha intenzione di intervenire e di imprimere una nuova<br />
forma di colonialismo, conoscerne la geografia, la geologia<br />
ad esempio per sapere ove è possibile costruire o meno<br />
infrastrutture. Si pone anche la necessità di conoscere la<br />
distribuzione della popolazione sul territorio e le eventuali<br />
distinzioni etniche-tribali per un più efficacie intervento.<br />
È dunque necessaria una commistione di studi riguardanti<br />
le caratteristiche fisico-naturali della regione e studi di<br />
tipo etnologico-antropologico.<br />
Tuttavia con la fine del secondo conflitto mondiale sono<br />
andate sviluppandosi ricerche geografiche ed etnologiche<br />
volte anche a descrivere le caratteristiche delle proprie regioni,<br />
l’attività economica del Mediterraneo Occidentale,<br />
la geografia urbana, gli insediamenti rurali; è andata costituendosi<br />
una storia locale.<br />
Lo Scotti sembra riflettere questa dinamica bidirezionale<br />
intrapresa dalle discipline geografica ed enologica, per cui<br />
ad interessi e studi globali, extra-europei, affianca inte-<br />
servizi amministrativi nei capoluoghi, scuole italo arabe; servizio agrario; poste<br />
e telegrafi etc […]. Nel campo scientifico iniziative di Enti si associarono a quelle<br />
di privati per gettare luce su questo lembo sahariano »; e poi continua: « [le<br />
genti che risiedevano nei] Fezzan prima dell’occupazione italiana erano divise<br />
nelle categorie di liberi (Ahràr), figli di negri nati nella regione (Sciuascena),<br />
servi affrancati (della zona di Gat) e schiavi (Abid). Con l’occupazione italiana<br />
scomparvero gli schiavi e quindi i liberti; tutti divennero uomini giuridicamente<br />
liberi, anche se praticamente nella vita sociale rimasero sentimenti e pregiudizi<br />
di differenza sociale, non facili a cancellarsi d’un tratto». Lo Scotti traccia quindi<br />
la storia del paese sino a ricostruire la nascita del nuovo Stato. Un excursus<br />
sulle qualità agricole e forestali, le industrie , le comunicazioni, il commercio, il<br />
turismo e il suo sviluppo, le abitazioni, la scuola-cultura e per finire una sezione<br />
sulla musica e la letteratura.<br />
9- Ibidem, p. 607<br />
68
essi locali, legati all’area mediterranea e ligure. Per avere<br />
un’ idea di ciò basterebbe scorrere il lungo elenco delle sue<br />
pubblicazioni riguardanti lo studio dell’etnologia extra<br />
continentale ed il folklore locale, la vita tra i Guayaki del<br />
Paraguay e le tradizioni nella Val di Taro, lo studio sugli<br />
Indiani d’America e l’interesse per le metodologie d’allevamento<br />
negli alpeggi locali.<br />
La formazione dello Scotti è di tipo medico-naturalistico,<br />
come del resto lo era quella di molti suoi contemporanei<br />
insegnanti di Etnologia.<br />
È lui stesso a ricordarci, tra gli altri, di Nicola Pende, professore<br />
di Geografia Etnologica d’ Italia, che insegnava anche<br />
Medicina, mentre il professor Ettore Remotti abbinava<br />
l’Antropologia Somatica all’ Etnografia 11 .<br />
Ma è da notare quanto<br />
fin dal 1911, in Italia gli studi di Antropologia Somatica siano<br />
ben distinti da quelli di Antropologia Culturale: siano<br />
poi questi di Etnologia o di Etnografia o di Folklore o di Demopsicologia<br />
12 .<br />
Secondo lo Scotti in Italia l’Antropologia è considerata una<br />
disciplina che<br />
studia il soma umano, il suo lato corporeo dal punto di vista<br />
collettivo, fino a sfociare nella classificazione delle razze<br />
(la Razziologia è un ramo dell’Antropologia). L’ Etnologia è<br />
un’ antropologia noologica o psicologica se vogliamo e studia<br />
le civiltà dei vari gruppi umani (soprattutto le civiltà dei<br />
popoli meno civili; meglio ancora le civiltà diverse da quella<br />
europea- occidentale) 13 .<br />
69
Scotti non ha dedicato delle opere allo studio specificatamente<br />
dell’Antropologia Somatica (tipica forse di studiosi<br />
di tempi a lui precedenti), nonostante il citato testo Etnologia<br />
contenga un capitolo, il III, in cui Scotti vi si è totalmente<br />
dedicato (addirittura il nome di un sottocapitolo è<br />
classificazioni razziali); questa è una pubblicazione che -<br />
ricordiamo - uscì nel 1941 e che vuole aderire strettamente<br />
al tempo di Mussolini, come si legge nella nota iniziale<br />
della collana.<br />
Nonostante ciò lo Scotti non esita a sottolineare che<br />
nell’uomo non esistono razze pure mendeliane, tutte le<br />
popolazioni sono una mescolanza più o meno eterogenea<br />
di linee e razze differenti 14 .<br />
Un sottocapitolo di Etnologia è intitolato Etnie “superiori”<br />
ed “inferiori”, ma, a dispetto delle supposizioni che<br />
possono nascere d’impatto alla lettura del solo titolo, che<br />
propone una tale distinzione qualitativa tra popolazioni, il<br />
contenuto smentisce il pregiudizio.<br />
Già le virgolette che racchiudono i due antitetici aggettivi<br />
fanno intuire la posizione di Scotti riguardo al dualismo<br />
discriminatorio vigente: se esiste una superiorità di razza<br />
o di cultura<br />
11- Lo Scotti prosegue la critica avviata da Guido Cora il quale lamentava il<br />
fatto che « in Italia hanno maggiore favore i momenti fisici e naturalistici della<br />
geografia» laddove bisognerebbe dare prevalenza ad una base storica e sociale.<br />
M. Quaini, op.cit. p. 124.<br />
12- Da XXV anni di Etnologia nell’Ateneo genovese (193-1958); art. cit.<br />
13- Pietro Scotti, Etnologia, centonovantanove illustrazioni, una carta fuori<br />
testo, Ulrico Hoepli, Milano 1941- XIX.<br />
70
isogna ben vedere in base a quale criterio si stabilisce una<br />
superiorità. A volte si tiene conto solo dell’elemento materiale,<br />
ergologico; quanto al soma si tiene conto delle forme armoniche,<br />
con estetismo che può anche essere superficiale 15 .<br />
Se è vero che,<br />
molte volte la cultura materiale superiore si accompagna<br />
ad un livello spirituale non mediocre […] è anche<br />
vero che questo non avviene sempre [...] La decadenza<br />
delle grandi etnie antiche ci ammaestra al riguardo, in<br />
esse la cultura materiale toccava il vertice dello splendore,<br />
mentre la politica, morale e religione andavano<br />
in sfacelo 16 .<br />
Ho voluto sin qui lasciar emergere, attraverso le dirette<br />
parole di Pietro Scotti il suo approccio all’Etnologia,<br />
la sua “filosofia etnologica”, che in qualche punto<br />
mi è parsa particolarmente interessante sottolineare.<br />
L’approccio culturalistico dei suoi studi, che intendono<br />
indagare le caratteristiche di una popolazione anche<br />
sotto il punto di vista sociale e noologico, mette<br />
lo Scotti in linea con i grandi nomi dell’Etnologia del<br />
tempo.<br />
Talvolta si può notare una chiusura in senso nazionalistico<br />
delle sue tesi, atteggiamento che non è estraneo<br />
neppure ai suoi contemporanei, i quali affidano<br />
alla loro scienza il compito di elencare o di esaltare<br />
i primati italiani nelle esplorazioni di Africa e Ame-<br />
71
iche, compiute da geologi, cartografi e missionari.<br />
Nel saggio Pionieri d’America lo Scotti si lascia andare<br />
all’elencazione di numerosi tra esploratori e missionari<br />
italiani e alla descrizione delle loro opere che<br />
apportarono elementi positivi nella cultura del nuovo<br />
continente 17 .<br />
Interessanti sono anche una serie di studi che lo Scotti<br />
affrontò sull’esploratore Guido Boggiani, il quale si<br />
recò presso i Caduvei nel Matogrosso e «seppe apprezzare<br />
i lavori di quegli indigeni ». Lo Scotti, dopo aver<br />
14- Lo Scotti, citando le parole dette da un tecnico del museo preistorico ed<br />
etnografico Pigorini di Roma « li chiamano selvaggi ma ci vuol dell’intelligenza<br />
e dell’abilità per costruire un oggetto come questo e con i mezzi che hanno loro»;<br />
poi prosegue Scotti «in qualsiasi pezzo etnografico, al di là dello strumento possiamo<br />
vedere un corpo e uno spirito, un bagliore di intelligenza, una rivelazione<br />
di personalità, un germe che attende la nostra opera civilizzatrice » cfr. Etnologia,<br />
cap. III, op. cit. p. 313.<br />
15- Ibidem.<br />
16- Ibidem.<br />
17- L’autore ricorderà per esempio il Codazzi, Niccolò de Scalzi, Gaetano Osculati,<br />
Antonio Raimondi, Giacomo Bove, il Salesiano A. M. De Agostini (Pionieri<br />
d’America, ed. La Scuola, 1948, pp. 101-103.). Dedica un capitolo, Il Martirio<br />
di un grande italiano, incentrato sulla figura dell’italiano Giuseppe Bressani,<br />
gesuita fatto prigioniero tra i pellirossa, dove dovette subire angherie di ogni<br />
genere. Rilasciato tornò in Europa da dove ripartì subito per tornare ancora in<br />
Canada, dove, viene detto nel libro, «il frutto delle sue fatiche e di quelle dei<br />
compagni, fu mirabile», poiché riuscirono a convertire in pochi anni 12 mila<br />
indigeni e a fondare 23 tra case e stazioni missionarie (Ibidem, p. 97). In un<br />
lavoro di un anno successivo P. Scotti e N. Notarnicola, Conquistatori del Congo,<br />
“la Scuola“ editrice, Brescia, 1949, p. 189 in cui viene ricordata l’attività<br />
missionaria in Congo ed i benefici apportati alla popolazione in termini di opere<br />
sociali, igieniche, ospedaliere, scolastiche e propriamente scientifiche.<br />
72
svolto delle ricerche, recandosi anche a casa della famiglia<br />
Boggiani alla ricerca di scritti e dipinti,pubblica<br />
diversi lavori su questa personalità particolare, a metà<br />
strada tra l’esploratore e l’artista. Cito solo due tra gli<br />
altri articoli che lo riguardano:<br />
La misteriosa fine di Guido Boggiani in Novaria, Novara,<br />
agosto 1952; Ricordo di Guido Boggiani, artista e<br />
pioniere del Gran Ciaco, in Libertà, <strong>Piacenza</strong>, 4 novembre<br />
1952, e altri (la lista completa è reperibile negli Annali<br />
dell’Università di Genova dagli anni 1944 agli anni<br />
1969) corredati da buoni disegni che l’artista eseguì<br />
durante i suoi viaggi, che ritraggono per lo più la gente<br />
dei Caduvei e le loro interessanti pitture corporali.<br />
Anno 1960, il prof P. Scotti riceve<br />
un riconoscimento culturale dal<br />
prefetto di Genova<br />
73
ETNOGRAFIA, GEOGRAFIA E FOLKLORE:<br />
dalle monografie geografiche alle guide turistiche<br />
Nel 1958 Pietro Scotti stila un elenco delle sue pubblicazioni,<br />
facendo una distinzione tra temi ad argomento etnologico<br />
e altri ad argomento folklorico; non è facile capire<br />
esattamente quale sia la soglia di divisione tra le due<br />
discipline, giacché si trovano ricerche sul folklore ligure,<br />
campano piuttosto che di altre regioni e province italiane,<br />
o talvolta sul folklore catalano; mentre è ritenuto etnologico<br />
ciò che riguarda lo studio di usi costumi e tradizioni di<br />
Africa , Sud America o Asia.<br />
Gli studi folklorici svolti dallo Scotti sono paralleli e complementari<br />
a quelli etnologici, dal momento in cui, riprendendo<br />
le parole dettate dal Mochi, durante il I Congresso<br />
di Etnografia Italiana del 1911 il folklore viene considerato<br />
un capitolo dell’etnografia 18 .<br />
Dimostrativo di tali interessi è l’assegnazione di numerosi<br />
titoli a tema folklorico-etnologico per le tesi di laurea dei<br />
suoi studenti.<br />
Le loro ricerche davano modo di avere materiale raccolto<br />
direttamente col quale lavorare. Frutto di queste ricerche<br />
sono varie pubblicazioni […] personalmente (le ho) illustrate<br />
in vari convegni e congressi 19 .<br />
Come si evince dai piani studio rinvenuti presso l’Ateneo di Genova questi testi<br />
venivano anche consigliati come manuali di studio proposti agli studenti.<br />
18- Pietro Scotti, XXV anni di Etnologia nell’Ateneo genovese (193-1958); art.<br />
cit. p.91<br />
19- Ibidem<br />
74
Da notare è la pubblicazione del Separata das “ Actas do<br />
Congresso internacional de etnografia” de 10 al 18 de Julho<br />
de 1963 di Lisbona, in cui lo Scotti propone le sue Recherches<br />
sur le folklore de la Ligurie in cui afferma che questi<br />
lavori derivano anche dall’aver chargé de quelques recherches<br />
de mes élevés, qui en ont présenté les résultats dans les<br />
thèses de doctorat.<br />
Queste ricerche riguardano le migrazioni legate all’allevamento,<br />
soprattutto bovino, altre sono incentrate sulle case<br />
rurali; queste due sono seguite da Emilio Scarin 20 e pubblicate<br />
sulla rivista di Geografia da lui diretta, con i titoli:<br />
L’insediamento stagionale in Liguria: le sedi dell’allevamento<br />
pastorale; e La casa rurale nella Liguria, entrambe in Annali<br />
di Ricerche e studi di Geografia, Genova, 1957; altre riguardano<br />
il tema delle diocesi liguri; e ancora sull’usanza,<br />
soprattutto in montagna, di sfruttare in comune il bosco.<br />
Scotti raccoglie anche delle canzoni di partigiani liguri, in<br />
20- Emilio Scarin, che insegna Geografia a Genova dal 1942 e Geografia politica<br />
e Geografia ed Etnografia dell’Africa (come lo Scotti), presso il centro di<br />
Studi Coloniali dell’Istituto Superiore Cesare Alfieri di Firenze. La sua opera di<br />
studioso fu per lo più incentrata sullo studio dell’Africa coloniale italiana, sulla<br />
sua «opera di pacificazione della colonia » capace di «vincere tutte le difficoltà<br />
ambientali in un paese che sembrava refrattario a qualsiasi colonizzazione ».<br />
Francesco Surdich, Una Geografia per l’espansione coloniale e commerciale,<br />
contenuto in Tra storia e geografia. Ricerche e didattica a Genova tra XIX e XX<br />
secolo, op.cit. pp. 226-227.<br />
21- Tra le ricerche svolte troviamo anche uno scritto titolato Le condizioni geoeconomiche<br />
di Laigueglia sul finire del secolo XVIII secondo un manoscritto inedito,<br />
Genova 1950; tale inedito fa riferimento alle minute ritrovate dallo stesso<br />
Scotti riguardanti una relazione su Laigueglia, ai tempi dell’inchiesta napoleonica.<br />
E’ naturalmente da considerarsi un evento fortuito che siano sopravvissuti<br />
75
cui si possono notare delle variazioni di canzoni militari<br />
di altri tempi e con influssi sovietici. Tutte queste ricerche<br />
sono confluite in opere che ad elencarsi sono troppe, ma<br />
sono rintracciabili all’interno della Bibliografia dei sopra<br />
citati Atti del Congresso di Lisbona 21 .<br />
Da tali tesi vengono attinte informazioni e ne viene data<br />
sommaria sintesi in Tuttitalia, enciclopedia dell’Italia antica<br />
e moderna- Liguria, Sansoni, Firenze 1961. Questa è<br />
redatta da più autori, tra cui lo Scotti, a cui viene affidata la<br />
sezione folkloristica e delle tradizioni e costumi delle province<br />
liguri 22 . Emergono interessanti notizie, curiosità e<br />
leggende da questi studi:<br />
la città di Genova è la dote che la Madonna portò a San<br />
Giuseppe come si può constatare dai rogiti del notaio Tanghero<br />
23 .<br />
In un capitolo viene anche fatta menzione di una genovesità<br />
che è insieme generosità, insofferenza (per via dei con-<br />
tali documenti perché la maggior parte di quelli dei tempi dell’inchiesta napoleonica,<br />
alla caduta dell’impero vennero distrutti. Lo Scotti suggerisce in primis<br />
di controllare presso i mairies (sindaci-comuni) o presso i paroisses parroci) se<br />
ne esistono ancora.<br />
22- Numerosi sono gli studi che il lo Scotti svolgerà attorno al territorio Ligure;<br />
ciò è forse dovuto anche ad una caratteristica della regione stessa che ben si presta<br />
agli studi etno-folklorici, poiché «la Ligurie, du point de vue des traditions<br />
populaires, présente des grandes différences; la cote est bien differente de la<br />
montagne; et la Ligurie occidentale (le Ponente) est bien différente da la Ligurie<br />
orientale (le Levante)», è una regione caratterizzata da forti differenze tra una<br />
località e l’altra. Atti del Congresso di Lisbona, op. cit.<br />
23- Tuttitalia, op.cit<br />
24- Tuttitalia, op.ci<br />
76
tinui mugugni e lamenti), ma è anche amore per la cultura<br />
che qui è un hobby mentre in altre regioni è una professione 24 .<br />
I frutti dei suoi interessi folklorici non si esauriscono qui;<br />
lo Scotti pubblica numerosi scritti, tra cui monografie, articoli<br />
per riviste o guide turistiche (dall’impianto piuttosto<br />
differente da come noi oggi potremmo intendere una<br />
guida turistica) o interventi a convegni. Esemplificativa è<br />
Alassio 25 , in cui basta dare un’occhiata all’ indice per renderci<br />
conto che sono occhi da geografo quelli che hanno<br />
indagato la città e hanno scritto l’opera.<br />
Lo schema della trattazione si ripete in tutte le monografie:<br />
precede una parte fisica (orografia, idrografia, clima, vegetazione),<br />
poi si intercala una sintesi delle vicende storiche e<br />
segue una parte antropica (insediamento umano, sviluppo<br />
agricolo e industriale), infine si tratta dell’arte e della letteratura<br />
regionale e, interessante novità, della geografia urbana.<br />
Ad eccezione di alcuni autorevoli specialisti, la stesura delle<br />
monografie fu affidata a studiosi di diversa formazione e<br />
tendenza, sicché risulta evidente la disparità tra monografia<br />
e monografia rispetto alla prospettiva geografica. Del resto<br />
era nei propositi di fare una collana di divulgazione e quindi<br />
soprattutto di descrivere, associando alla geografia, l’archeologia,<br />
l’ arte, il folklore 26 ;<br />
e così continua:<br />
non va poi del tutto trascurata l’iniziativa presa dal Touring<br />
Club Italiano 1914 di dedicare volumi di guide particolari<br />
alle regioni italiane; infatti se tali guide rispondono nel loro<br />
insieme alle semplici esigenze del turista, tuttavia contengo-<br />
77
no premesse geografiche 27 .<br />
Nonostante ciò, contemporaneamente esce Genova e le<br />
sue riviere, itinerario turistico, dove lo Scotti si preoccupa<br />
di dare anche tutt’altro tipo di informazioni: folkloriche,<br />
gastronomiche, di pernottamento. Ma nella presentazione<br />
avverte che in questa guida<br />
si è voluto dare qualcosa di più; un itinerario dello spirito,<br />
una guida culturale […] Il viaggio diviene così cultura e godimento<br />
dello spirito.<br />
E ancora,<br />
Il turista che vuole scoprire questo vecchio mondo folkloristico<br />
deve abbandonare le strade automobilistiche e inerpicarsi<br />
sulle mulattiere. Troverà un mondo ignoto ai frettolosi<br />
frequentatori delle spiagge e dei casinò 28 .<br />
La differenza tra le due guide turistiche probabilmente è<br />
conseguenza del diverso pubblico a cui sono indirizzate:<br />
Alassio infatti l’ ho trovata inserita nel piano di studi proposto<br />
presso la facoltà di Magistero dell’Università Cattolica<br />
di Brescia.<br />
Ho notato, a seguito della lettura del già citato saggio del<br />
prof. Quaini, che sono questi gli anni in cui è vivo e forte<br />
l’ interesse per lo studio delle tradizioni popolari, per ciò<br />
che è locale. Lo studio del folklore viene incentivato dalla<br />
Riforma Gentile del 1923, che introduce l’ insegnamento<br />
delle Tradizioni popolari e dei dialetti nelle Scuole elementari,<br />
cosiddette Scuole di Avviamento. Tale Riforma<br />
78
ha tuttavia durata breve; ma sarà comunque da considerarsi<br />
sintomatica parte di una realtà vigente: forse la necessità<br />
di costruire un’ identità italiana, che, come spesso<br />
si dice, è fatta di tante e variegate identità (conseguenza<br />
questa anche di una morfologia fisica: a tanta diversità di<br />
paesaggio corrisponde tanta diversità di culture). Inoltre<br />
studiare folklore è un po’ come riappropriarsi delle proprie<br />
radici, dando fondamento alla propria identità. Il Cocchiara<br />
denuncia che<br />
in Italia gli studi folklorici sono più orientati verso lo studio<br />
delle tradizioni orali a discapito del settore che indaga<br />
le tradizioni oggettive che presuppone una preparazione etnologica<br />
29 .<br />
Ai tempi dello Scotti gli studi folklorici sono oramai ben<br />
avviati. Troviamo ad esempio il nome del nostro studioso<br />
salesiano tra gli aderenti al VI Congresso Nazionale delle<br />
tradizioni popolari, organizzato dai comuni di Cagliari,<br />
Nuoro e Sassari, nelle giornate del 25 aprile fino al 1 maggio<br />
1956.<br />
E’ lo stesso Scotti a ricordarci che<br />
tale disciplina (Storia delle tradizioni popolari) ha sempre<br />
avuto in Italia notevoli cultori 30 .<br />
79
Podenzano, la torre a lanterna sopravvissuta alla demolizione<br />
della vecchia chiesa parrocchiale avvenuta nel 1940<br />
80
Conclusioni<br />
L’apporto intellettuale dello Scotti alle discipline Etnologiche<br />
e Demologiche si inserisce all’interno del panorama<br />
italiano di prima metà del novecento che non brilla<br />
se confrontato con gli esiti ottenuti da queste discipline<br />
in altri paesi. A tale proposito è utile ricordare quali sono<br />
i nomi che hanno sviluppato il pensiero Etno-antropologico,<br />
antecedenti o contemporanei all’esperienza dello<br />
Scotti, che non possono non risultare altisonanti anche<br />
ai meno esperti in materia: in Francia troviamo Lucien<br />
Levy-Bruhl, Emile Durkheim, Marcel Mauss, Claude Lévy-<br />
Staruss; in Gran Bretagna Edward Tylor, A.R. Radcliffe<br />
Brown, Bronislaw Malinowski, E. E. Evans-Pritchard, Mary<br />
Douglas e negli Stati Uniti Lewis Henry Morgan, Franz<br />
Boas, Margaret Mead e Talcott Parsons.<br />
Questo non significa sminuire la figura del Nostro Autore,<br />
ma semplicemente contestualizzarlo. Bisogna ammettere<br />
che il panorama italiano in quegli anni è di diversa<br />
natura rispetto a quello anglosassone e francese<br />
per vari motivi. Il nostro paese attira studiosi di folklore<br />
e di etnologia per le sue caratteristiche culturali fortemente<br />
marcate. Questo naturalmente non impedisce la<br />
nascita di interessanti personalità nostrane che diventano<br />
grandi nomi all’interno delle discipline demo-etnoantropologiche,<br />
come si suole designare questo campo<br />
di studi. Basterebbe citare Giuseppe Cocchiara, Ernesto<br />
De Martino, Vittorio Lanternari e Diego Carpitella.<br />
I primi articoli scritti da Pietro Scotti a carattere antropologico<br />
risalgono alla fine degli anni ’30 e se è vero che<br />
81
solo i titoli ricordano un approccio fisico-naturalistico<br />
all’antropologia (Sopra alcuni casi di albinismo fra i negri<br />
del Manganica in Rivista di Antropologia, vol.XXXI, Roma,<br />
1937; L’ibridismo fra Negri e Pigmei centroafricani, in Rivista<br />
di Biologia Coloniale, Roma, 1939) esistono anche articoli<br />
di poco successivi che affrontano l’argomento dal punto<br />
di vista sociale e culturale (Gli strumenti musicali africani<br />
del museo Pigorini, in Archivio per l’antropologia e l’Etnologia,<br />
vol. 70, p. 51, 1940; Cosmografia ebraica e cultura moderna,<br />
in Urania, Torino, 1943). Questo è un punto importante<br />
perché più volte lo Scotti ribadisce la necessità per l’Etnologia<br />
e la Geografia di emanciparsi dalle descrizioni<br />
fisico-naturalistiche e di abbracciare anche i lati più culturali,<br />
storici e sociali di una popolazione.<br />
In questo lo Scotti dimostra di essere a conoscenza degli<br />
sviluppi di teorie antropologiche ed etnologiche a lui<br />
coeve e che varcano i confini nazionali: il funzionalismo<br />
antropologico nasce proprio negli anni ’30 e lui nei suoi<br />
saggi ne condivide approccio e metodo di indagine.<br />
Altro punto da sottolineare è che in certi passi dei suoi<br />
scritti lo Scotti, da antropologo sveste la talare e ogni<br />
elemento di paragone occidentale non giudicando certi<br />
atteggiamenti indigeni, ma limitandosi a riportarli e a<br />
descriverli; quando parla del cannibalismo fra i Caribi<br />
ed altri popoli dell’Amazzonia, giustifica l’atto secondo il<br />
punto di vista dell’Altro 31 ; dimostra una certa filantropia<br />
anche quando si lascia andare a considerazioni sull’importanza<br />
di ogni creazione umana materiale, perché il<br />
produttore non è una causa meramente fisica, è l’uomo con<br />
la sua psicologia, con la sua personalità, con la sua libertà.<br />
82
Esiste certamente un fondo comune umano, ma esistono anche<br />
delle grandi differenze nelle manifestazioni umane […]<br />
esistono tante culture quanti sono gli uomini che sono stati,<br />
sono e saranno 32 .<br />
Il suo ruolo all’interno dell’Ateneo non è da sottovalutare<br />
anche per la grande mole di studi folklorici svolti<br />
(da lui personalmente o da lui diretti ma affidati ai suoi<br />
studenti). Questi studi sfoceranno in convegni, pubblicazioni<br />
e guide turistiche anche di buon livello. Certo<br />
questo non è in controtendenza con il suo tempo, come<br />
più volte accennato in questo saggio; anzi è da notarsi<br />
una “scienza del ritorno”, ossia se da una parte gli antropologi<br />
tanto s’affannano ad indagare società distanti<br />
fisicamente e culturalmente, da un altro lato nasce l’interesse<br />
per lo studio di ciò che è locale, circoscritto attorno<br />
ad un campo fisico o di indagine. Lo Scotti, come<br />
dicevo, spinge un buon numero di studenti a portare tesi<br />
di laurea su tali argomenti folklorici. Osvaldo Raggio ne<br />
fa menzione quando, parlando degli insegnamenti storici<br />
nei primi anni ’50, nota come questi producano un<br />
numero di tesi inferiore rispetto a quelli a tema etnografico,<br />
promosse da Scotti che danno vita ad un numero<br />
imponente di tesi […] fino a metà degli anni ‘60. 33<br />
Si potrebbe anche ipotizzare che i vasti ed eterogenei<br />
interessi siano un precoce tentativo di insegnamento interdisciplinare,<br />
dove la geologia convive con la geografia,<br />
lo studio delle tradizioni popolari locali corre parallelo<br />
agli studi sulle musiche africane, le teorie evoluzionistiche<br />
non cozzano con gli insegnamenti di catechesi.<br />
83
29- Cocchiara, Giuseppe, Palumbo G. B. Storia degli studi delle tradizioni<br />
popolari in Italia, Editore, Palermo 1947<br />
30- Tratto da Rivista di Etnografia, vol. XV, anno 1961, alla quale Scotti collaborava,<br />
scrivendo articoli, recensendo <strong>libri</strong>, o stilando rendiconto di convegni,<br />
come in questo caso, in cui partecipa al I congresso di Scienze Antropologiche,<br />
Etnologiche e di Folklore tenutosi a Torino (19-23 settembre 1961).<br />
31 Pietro Scotti, Pionieri d’America, cit. p105<br />
32- Pietro Scotti, Etnologia, cit. p.324<br />
33- Osvaldo Raggio, Storia e Storia Moderna. Storiografia e didattica della<br />
storia, 1860-1970, in Tra storia e Geografia. Ricerca e didattica a Genova tra<br />
XIX e XX secolo, op.cit. p.28<br />
84
Bibliografia<br />
AA.VV. Genova e le sue riviere, itinerario turistico, a cura di P.<br />
Scotti e collaboratori, ed. LUPA, Genova 1950<br />
AA.VV. Rivista di Etnografia, vol. XV, anno 1961<br />
Brusa, A. Contributi alla conoscenza geografica dei paesi stranieri,<br />
da Un sessantennio di Ricerca Geografica italiana, memorie<br />
della Società Geografica Italiana, volume XXVI, pubblicato<br />
in occasione del XX Congresso Geografico Internazionale (Londra<br />
1964), Roma, Società Geografica Italiana, 1964<br />
Cocchiara, G. e Palumbo G. B. Storia degli studi delle tradizioni<br />
popolari in Italia, Editore, Palermo1947<br />
Guerci, A. L’Antropologia, in Tra i palazzi di via Balbi. Storia<br />
della facoltà di lettere e filosofia dell’Università degli studi di<br />
Genova, a cura di Giovanni Assereto, Genova 2004<br />
Li Causi, L. Uomo e potere. Una introduzione all’Antropologia<br />
politica, Carocci Editore, 2005<br />
Pracchi, R. Gli studi regionali sull’Italia e le monografie regionali,<br />
in Un sessantennio di Ricerca geografica in Italia memorie<br />
della Società Geografica Italiana, volume XXVI, pubblicato in<br />
occasione del XX Congresso Geografico Internazionale (Londra<br />
1964), Roma- Società Geografica Italiana, 1964<br />
Raggio O., Quaini M., Surdich F. Tra storia e Geografia. Ricerca<br />
e didattica a Genova tra XIX e XX secolo, Genova 2004<br />
Rocchiero, V. Pietro Eugenio Scotti, in Atti dell’Accademia<br />
Ligure di Scienze e Lettere, Genova 1986<br />
Scotti, P. Alassio, ed. LUPA, Genova 1950<br />
85
Scotti, P. XXV anni di Etnologia nell’Ateneo genovese (1934-<br />
1958) contenuto in Atti dell’Accademia Ligure di Scienze e Lettere,<br />
vol. XV, Genova 1959, annata 1958<br />
Scotti, P. Le condizioni geoeconomiche di Laigueglia sul finire<br />
del secolo XVIII secondo un manoscritto inedito, Genova 1950<br />
Scotti, P. e N. Notarnicola, Conquistatori del Congo, “la<br />
Scuola“ editrice, Brescia, 1949<br />
Scotti, P. Etnologia o Antropologia Culturale? In Atti dell’ Accademia<br />
Ligure di Scienze e Lettere del 1964<br />
Scotti, P. Etnologia, centonovantanove illustrazioni, una carta<br />
fuori testo, Ulrico Hoepli, Milano 1941- XIX<br />
Scotti, P. L’Etnologia del Fezzan, editrice L.U.P.A., Genova,<br />
1949<br />
Scotti, P. Etnologia funzionalistica e Problemi coloniali, in Rivista<br />
di Biologia Coloniale, Roma 1941<br />
Scotti, P. I corsi di specializzazione geografica, Atti del XV<br />
Congresso Geografico Italiano, Torino- Aprile 1950<br />
Scotti, P. Il corso di laurea in Geografia, Bruno Raccagni editore,<br />
Genova 1950<br />
Scotti, P. Pionieri d’America, ed. La Scuola, 1948<br />
86
Opere presenti nel catalogo informatico<br />
nazionale OPAC<br />
(in sequenza anno di pubblicazione 1931 - 1980)<br />
L’(*) indica la presenza del volume nel Catalogo della Biblioteca Passerini<br />
Landi di <strong>Piacenza</strong><br />
1. Perfetta letizia: le Beatitudini della Bibbia, raccolte e<br />
illustrate / Sac. Pierino Scotti<br />
Torino: Società editrice internazionale, 1931.<br />
2. La dottrina spirituale di don Bosco / Pierino Scotti,<br />
Milano: premiata Tip. pontificia e arcivescovile san<br />
Giuseppe, 1932.<br />
3. Bibbia e cosmografia / P. Scotti, Milano : Premiata<br />
tipografia pontificia ed arcivescovile San Giuseppe, 1935.<br />
4. Medici cattolici / Pietro Scotti, Torino : SEI, 1935.<br />
5. Briozoi fossili del miocene della collina di Torino:<br />
collezione Rovasenda Torino : [s.n.], 1936. (*)<br />
6. Un accantonamento di Aquilegia alpina L. nell’alta<br />
Valtournanche, Breuil Alessandria : Tip. Ferrari, 1937.<br />
7. In viaggio / Pietro Scotti, Torino:<br />
Societa editrice internazionale, 1937.<br />
8. In viaggio Torino : Soc. Ed. Internazionale, 1937 (S. Benigno<br />
Canavese, Scuola Tip. D. Bosco).<br />
9. Sopra alcune nuove stazioni di Dianthus superbus L. nelle<br />
Alpi occidentali<br />
Alessandria : Tip. Ferrari, 1937.<br />
10. Sopra alcuni casi di albinismo fra negri del Tanganica<br />
/ Pietro Scotti Roma : Societa italiana per il progresso delle<br />
scienze, 1937. (*)<br />
11. Sopra alcuni casi di albinismo fra negri del Tanganica /<br />
Pietro Scotti [Roma : Societa romana di antropologia, 1935-<br />
1937]. (*)<br />
12. Lesioni traumatiche dell’apparato visivo: manuale pratico<br />
di diagnostica, terapia, infortunistica / Pietro Scotti ;<br />
87
prefazione di Luigi Maggiore, Padova : CEDAM, 1938.<br />
Nota: probabile omonimia di autore.<br />
13. Nel deserto polare / Pietro Scotti, Torino: Società editrice<br />
internazionale,1938. (*)<br />
14. Un caso di nidificazione del Circus pygargus L. in Piemonte:<br />
(Boschi del T. Orco, presso Foglizzo Canavese) / Pietro<br />
Scotti, Pavia : Premiata Tipografia Successori Fratelli Fusi,<br />
1939 . (*)<br />
15. La dottrina spirituale di don Bosco, Torino : Soc. Ed.<br />
Internazionale, 1939, Scuola Tip. don Bosco. (*)<br />
16. Elementi di chimica generale e inorganica / Piero Scotti,<br />
Milano: Sonzogno, stampa 1939.<br />
17. Il mistero dell’uomo: soma e psiche / Pietro Scotti, Milano :<br />
Vita e pensiero, stampa 1939. (*)<br />
18. Il mistero dell’uomo / Pietro Scotti, Milano : Vita e pensiero,<br />
1939.<br />
19 -20 Un Pioniere italiano dell’A. O. : il beato Giustino de Jacobis<br />
(1800-1860) / sac. Pietro Scotti Torino : Soc. Editr.<br />
internaz., 1939.<br />
21. Lo spirito e l’attività scientifica di Pio 11. Pietro Scotti.<br />
22. Gli studi sulla Sindone di Torino e la esegesi evangelica /<br />
Pietro Scotti, Venegono Inferiore : La scuola cattolica, 1939. (*)<br />
23. Barbet, Pierre Le cinque piaghe di Cristo: studio anatomico<br />
e sperimentale sui dati della Sindone / dott. Pietro Barbet;<br />
prima versione italiana ... per cura del sac. Pietro Scotti<br />
Torino : Società editrice internazionale, stampa 1940.<br />
24. Lavori in pelle e osso umani nei musei etnografici italiani /<br />
Pietro Scotti [S.l..s.n., 1940?].<br />
25. Lineamenti di etnologia / Pietro Scotti Torino:<br />
Litogr. Gili, 1940.<br />
26. Nuovi reperti di conchiglie musicali nel folclore e nei<br />
Musei etnografici d’Italia / Pietro Scotti Milano : [s.n.], 1940. (*)<br />
27. Oceania misteriosa / Sac. Pietro Scotti, Torino : Soc. Editr.<br />
internaz., 1940. (*)<br />
28. Gli strumenti musicali africani del Museo antropologico-<br />
etnografico dell’Istituto di Antropologia della R. Università<br />
di Torino / Pietro Scotti, Roma : Societa italiana per<br />
88
il progresso delle scienze, 1940.<br />
29. Le antiche “badie dei giovani” / Pietro Scotti, Torino [etc.] :<br />
Societa editrice internazionale, [1941?].<br />
30 - 31 Contributi di L. M. D’Albertis alla etnologia della Nuova<br />
Guinea. Torino: C. Ranotti, 1941. (*)<br />
32. Etnologia / Pietro Scotti Milano: Hoepli, 1941. - Etnologia -<br />
199 illustrazioni in carta fuori testo, Milano, 1941 e 1976 (*)<br />
33. Etnologia e concezioni razziologiche : Risultati di una<br />
esercitazione collettiva svolta fra gli allievi del Pontificio<br />
Ateneo salesiano di Torino. Laboratorio di antropologia ed<br />
etnologia. Anno accademico 1940-41. Alassio: Tip. F.lli<br />
Pozzi, 1941. (*)<br />
34. Etnologia funzionalistica e problemi coloniali / P. Scotti,<br />
[S.l.:s.n., 1941?]. (*)<br />
35. Etnologica / Pietro Scotti Milano : editore Ulrico Hoepli,<br />
1941.<br />
36 Un grande artiere: Luigi Cappa / Sac. P. Scotti, Torino : Soc.<br />
Editr. internaz., 1941.<br />
37. Un grande artiere : Luigi Cappa, Torino : Sei, Soc. Ed.<br />
Internazionale, 1941 (San Benigno Canavese, Scuola Tip.<br />
Don Bosco).<br />
38. Lineamenti di biopsicologia pedagogica: Biotipologia<br />
pedagogica, igiene pedagogica, psicologia sperimentale,<br />
Torino : Lice, Lega Italiana Catt. Ed. R. Berruti e C.,<br />
1941, Tip. C. Accade.<br />
39. Lineamenti di biopsicologia pedagogica: biotipologia<br />
pedagogica, igiene pedagogica, psicologia sperimentale /<br />
Pietro Scotti, Torino : L.I.C.E., stampa 1941.<br />
40. Museo etnografico missionario salesiano: Progetto Torino :<br />
Tip. F. Sosso, 1941.<br />
41. Una raccolta etnografica dei Caraia (Brasile) / Pietro<br />
Scotti, Milano: [s.n.], 1941(*)<br />
42. La Santa Sindone nelle ricerche moderne : [Risultati del<br />
Congresso nazionale di studi sulla Santa Sindone, Torino<br />
2-3 Maggio 1939] / [Presentazioni di Pietro Scotti, Cesario<br />
Borla e Maurilio Fossati]. Torino: L.I.C.E., 1941.<br />
43. Gli strumenti musicali africani del R. museo Pigorini, Roma;<br />
89
Firenze,1941(*). 44. Lineamenti di biopsicologia<br />
pedagogica: biotipologia, igiene, psicologia / D. Pietro Scotti.<br />
Torino: LICE-Berruti, stampa 1943.<br />
45. Determinismo scientifico e personalità umana / Pietro<br />
Scotti, Torino: L. I. C. E. : Berruti, 1944.<br />
46. Geografia politico-sociale Genova: Soc. Ed. Universale,<br />
1945, Tip. Goffi.<br />
47- 48 Lineamenti di geografia scientifica / Pietro Scotti,<br />
Torino [etc.]: Società editrice internazionale, 1945<br />
(Genova: Scuola tipografica Opera Ss. Vergine di Pompei).<br />
49. L’opera scientifica di Federico Ratzel: nel 1°Centenario<br />
della nascita / Pietro Scotti<br />
Milano : [s.n.], 1965.<br />
50. La collezione etnografica sudamericana di Guido Boggiani.<br />
Parte 1, Caingua, Guayaki, Paiagna / Pietro Scotti, [S.l.:s.n.,<br />
1946?].<br />
51. Le “comunalie” nella Liguria orientale / Pietro Scotti,<br />
Alessandria : Tipografia Ferrari-Occella e C., 1947. (*)<br />
52. Le cascine i barchi e i casoni nell’Appennino ligure<br />
orientale / Pietro Scotti<br />
Torino: Lice : R. Berruti e C., [1947?]. (*)<br />
53. La collezione etnografica sudamericana di Guido Boggiani.<br />
Parte 2, I Caduvei (1) / Pietro Scotti. [S.l.:s.n., 1947?].<br />
54. L’insediamento stagionale nell’alta Val Taro / Pietro Scotti,<br />
Torino : L.I.C.E. : Berruti, [1947?]. (*)<br />
55. Manoscritti inediti di Guido Boggiani / Pietro Scotti,<br />
[S.l.:s.n., 1947?]<br />
56. I popoli della terra / Pietro Scotti; Torino : SEI, 1947. (*)<br />
57. L’ alta Val Borbera in alcune memorie del secolo 19. /<br />
Pietro Scotti Torino [etc.] : SEI, 1948.<br />
58. Canti e leggende della Val di Taro / P. Scotti, Alessandria:<br />
Tip. Ferrari-Occella e C., 1948.<br />
59. Canti partigiani liguri / [a cura di] Pietro Scotti Alessandria:<br />
Tip. Ferrari-Occella e C., 1948.<br />
60. Il clima di Alassio dal 1882 al 1941 / Pietro Scotti,<br />
Alessandria : Tip. Ferrari-Occella e C., 1948. (*)<br />
61. La collezione etnografica sudamericana di Guido Boggiani.<br />
90
Parte 3, Ciamacoco e Tumanaha (1) / Pietro Scotti, [S.l.:s.n.,<br />
1948?].<br />
62-63-64 Freud / Pietro Scotti, Brescia: La scuola, stampa 1948.<br />
65. Geografia dell’alluminio italiano, Genova: Lupa, Libri<br />
Universitari Pubblic. Affini, 1948 (Alessandria, Tip. Ferrari-<br />
Occella e C.). (*)<br />
66. Geografia dell’alluminio italiano, Genova : Edizioni Lupa,<br />
Libri Univ. Pubblicazioni Affini, 1948 (Alessandria, Occella e C.).<br />
67. Pionieri d’America / Pietro Scotti, Brescia: La scuola,<br />
stampa 1948. (*)<br />
68. Il Porto di Genova prima e dopo Guerra, Genova: Soc. Ed.<br />
Internazionale, 1948 (Alessandria, Tip. Ferrari - Occella e<br />
C.). (*)<br />
69. Civiltà primitive / di Pietro Scotti, Milano: Bompiani, 1949. (*)<br />
70. I conquistatori del Congo / Pietro Scotti e Nino<br />
Notarnicola, Brescia: La scuola, 1949. (*)<br />
71. Dio creatore, Colle Don Bosco, Asti.<br />
72. L’ etnologia del Fezzan / Pietro Scotti, Genova: LUPA, 1949.<br />
73. Alassio / Piero Scotti, Genova : LUPA, 1950. (*)<br />
74. La collezione etnografica sudamericana di Guido Boggiani.<br />
Parte 4, Toba e Pilaga, Lengua, Angaite, Sanapana, Sapuki,<br />
Guana / Pietro Scotti; [S.l.:s.n., 1950?].<br />
75. Il Commonwealth britannico: sintesi geoeconomica /<br />
Pietro Scotti, Genova : LUPA, stampa 1950. (*)<br />
76. Genova e le sue riviere : Itinerario turistico a cura di<br />
Pietro Scotti e collaboratori (*) Genova: Lupa, Libri<br />
Universitari Pubblicazioni Affini, 1950 (Asti, Tip. Arethusa).<br />
77. La Santa Sindone nelle ricerche moderne: Risultati del<br />
Convegno Nazionale di studi sulla Santa Sindone. [torino,<br />
2-3 Maggio 1939. Avvertenza di Pietro Scotti]<br />
Torino : Lice, Lega Ital. Cattolica Ed. Di R. Berruti e C.,<br />
1950 (Tip. Spe, Stab. Poligr. Edit. Di C. Fanton).<br />
78. Il tabacco, Pisa : Ed. Vallarini, 1950 (Alessandria, Tip. Ferrari-<br />
Occella e C.).<br />
79. La vita pastorale nell’alta valle della Dora Baltea, Roma:<br />
, 1950.<br />
80. La vita pastorale nell’Appennino Ligure orientale / P. Scotti,<br />
91
Lisbonne : [s.n.], 1950.<br />
81. L’arte dei popoli primitivi / di Pietro Scotti Milano:<br />
Bompiani, 1951, stampa 1952.<br />
82. Concetti etnologici di Colombo / Pietro Scotti, Genova:<br />
Pubblicazioni del Civico istituto colombiano, [1951?].<br />
83. Il primo convegno internazionale di Sindonologia / Pietro<br />
Scotti, Torino: SEI, 1951.<br />
84. L’ arte dei popoli primitivi / di Pietro Scotti, Milano [etc.]:<br />
Bompiani, stampa 1952.<br />
85. Le culture dell’Africa / Pietro Scotti, Genova: Lupa, 1952.<br />
86. Gli Amerindi del Rio Negro, Amazzonia, Roma: Ramo,<br />
1953.<br />
87. L’ antico territorio velleiate: considerazioni geografiche /<br />
Pietro Scotti Alessandria: Tip. Ferrari, Ocella e C., 1954.<br />
88. Comunicazioni presentate al 14. Congresso geografico<br />
italiano: Padova-Venezia, aprile 1954. [1. La distribuzione<br />
degli esercizi commerciali in Ventimiglia. 2. L’Isola di<br />
Giannutri nel quadro geografico- turistico della Costa<br />
d’argento. 3. Le aziende idroelettriche delle Alpi Orobie],<br />
Alessandria: Tip. Ferrari, Ocella e C., 1954.<br />
89. Comunismi non marxisti: saggio storico-etnologico / di<br />
Pietro Scotti, Milano: Bompiani, ristampa 1954. (*)<br />
90. Comunismi non marxisti: Saggio storico etnologico, Milano:<br />
V. Bompiani, 1954 (Varese, Tip. La Tipografica Varese). (*)<br />
91. La medicina popolare in Liguria / Pietro Scotti, Napoli:<br />
L’arte tipografica, [1954?].<br />
92 -93. I toponimi di una carta della “Magnifica comunità e valle<br />
di Andora”: (presentata nell’adunanza del 19 dicembre<br />
1953) / Pietro Scotti, Genova: Accademia Ligure di scienze<br />
e lettere, 1954.<br />
94. Africa: Lineamenti etnologici Genova: Ed. Libreria Degli<br />
Studi, 1955 (Alessandria), Tip. Ferrari-Occella e C.).<br />
95. La civiltà dei maya, Genova : Libreria Degli Studi, 1955<br />
(Alessandria, Tip. Ferrari-Occella e C.).<br />
96. I contributi americanistici di Guido Boggiani: saggio critico<br />
/ Pietro Scotti Genova : Libreria degli studi, 1955<br />
(Alessandria: Tip. Ferrari, Occella e C.).<br />
92
97. Il contributo di Guglielmo di Rubruc all’etnografia<br />
dell’Asia: nel 7.Centenario del suo viaggio (1253-1255) /<br />
Pietro Scotti, Napoli: [s.n.], 1955.<br />
98. Etnologia : antropologia culturale / Pietro Scotti, Milano :<br />
Hoepli, 1955.<br />
99. Medicina indigena paraguayana, Genova: Libreria Degli<br />
Studi, 1955 (Alessandria, Tip. Ferrari-Occella).<br />
100-101 I popoli della terra / Pietro Scotti, Torino : SEI, 1955.<br />
102. Lineamenti di biopsicologia pedagogica: Biotipologia. Igiene.<br />
Psicologia<br />
Torino: Lice, Lega Ital. Cattol. Editr. R. Berruti e C., 1956<br />
(Tip. Spe, Stab. Poligr. Editoriale di C. Fanton).<br />
103. Verrill, Alpheus Hyatt, Strani usi e costumi / A. H. Verrill,<br />
Milano: Corticelli, 1956.<br />
104. Catasto e cartografia delle grotte italiane / P. Scotti, [S.l. :<br />
s.n.!, 1957.<br />
105. Una colonia collettivista francese nel bacino del Mississippi<br />
/ Pietro Scotti Genova : [s.n.], 1957.<br />
106. Civiltà africane, Genova : Libr. degli studi, 1958.<br />
107. Il folklore delle “duemila grotte” / Pietro Scotti, [S.l.:s.n.,<br />
1958?].<br />
108-109 I popoli della terra / Pietro Scotti, Torino : SEI, 1958.<br />
110. Ricerche sull’etnologia e il folklore delle grotte / Pietro<br />
Scotti, Putignano : Officina grafica A. De Robertis & figli,<br />
[1958?].<br />
110. Ricerche sull’etnologia e il folklore delle grotte / Pietro<br />
Scotti, Putignano : Officina grafica A. De Robertis & figli,<br />
[1958?]<br />
111. Elementi di geografia / Pietro Scotti, Genova: Libreria degli<br />
studi, 1959.<br />
112. Il folklore delle grotte / Piero Scotti, Firenze: Olschki, 1959.<br />
113. Vergine madre studi e spunti mariani: LICE; Torino: R.<br />
Berruti e C., 1959.<br />
114. Evoluzioni della struttura economica e della distribuzione<br />
della popolazione nella provincia di Pavia nell’ultimo<br />
93
decennio / G. Piovano, Pietro Scotti, [S.l. : s.n., 1965].<br />
115. Le immigrazioni recenti dal punto di vista etno-culturale:<br />
relazione presentata al Convegno di studi economici e<br />
sociali Città di Genova, 4-7 febbraio 1960, Genova: Tip.<br />
SAGA, [1960].<br />
116. Mario Ricca-Barberis / Pietro Scotti, Genova: [Accademia<br />
Ligure di Scienze e Lettere], 1960.<br />
117. Romeo Vuoli / P. Scotti, Genova: [Accademia Ligure di<br />
Scienze e Lettere], 1960.<br />
118. Seria e faceta geografia risorgimentale / Pietro Scotti,<br />
Genova: [s.n.], 1960.<br />
119. Aspetti di geografia risorgimentale / Pietro Scotti, Trieste :<br />
[s.n.], 1961.<br />
120. Paolo Arnaldo Cassinis / Pietro Scotti, Genova: [Accademia<br />
Ligure di Scienze e Lettere], 1961.<br />
121. R. Anselmi / P. Scotti, Genova: [Accademia Ligure di<br />
Scienze e Lettere], 1961.<br />
122. Federico Ricci / P. Scotti, Genova: Accademia Ligure di<br />
Scienze e Lettere, 1963.<br />
123. I giornali della crociera dannunziana in Grecia (1895) /<br />
Pietro Scotti [Milano]: Mondadori, [1963?].<br />
124. Guido Boggiani: nel centenario della sua nascita / Pietro<br />
Scotti, Roma: Società geografica italiana, 1963 e Libertà,<br />
quotidiano di <strong>Piacenza</strong>, 4 novembre 1952. (*)<br />
125. Lettere inedite di Guido Boggiani / Pietro Scotti, Genova:<br />
[s.n.], 1963.<br />
126. I popoli della Terra / Pietro Scotti, Torino: Società editrice<br />
internazionale, 1963.<br />
127. La seconda spedizione di Guido Boggiani fra i Caduvei<br />
(1897) / Pietro Scotti<br />
[S. l. : s. n., dopo il 1963] (Firenze : Parenti).<br />
128. Speleologia e antropologia culturale / Pietro Scotti,<br />
[S.l.:s.n., 1963?].<br />
129. La vita sociale dei popoli primitivi / Pietro Scotti, Brescia:<br />
Morcelliana, 1963. (*)<br />
130. Africa : razze e civiltà, Genova: Libreria degli studi, 1964.<br />
131. Etnologia o antropologia culturale? / Pietro Scotti, Genova:<br />
94
[s.n.], 1964.<br />
132. I popoli della terra / Pietro Scotti, Torino : Società editrice<br />
internazionale, 1964.<br />
133. Quattro poeti: Mammina Giuseppe, Masetta Lorenzo,<br />
Robaud Bartolo, Scotti Pietro Ivrea: CLEM, 1964 .<br />
134. Religione e magia nei popoli primitivi / P. Scotti, Brescia :<br />
Morcelliana, [1964]. (*)<br />
135. Antropologia culturale / Pietro Scotti, Milano : Gastaldi,<br />
1965.<br />
136. In Grecia : relazioni di viaggio: Chateaubriand, Boggiani e<br />
D’Annunzio, De Lacretelle, Sergio Gratico, Lalla Romano,<br />
Ch. Rand, G. F. Vene, Genova: Libreria degli studi, 1965.<br />
137. Lineamenti di geografia Genova: Libreria degli studi, 1965.<br />
138. Cultura o civiltà ? / Pietro Scotti, Genova: [s.n.], 1966<br />
(Pavia: Fusi).<br />
139. Due americanisti cecoslovacchi che hanno proseguito o<br />
approfondito l’opera etnografica di Guido Boggiani / Pietro<br />
Scotti, Genova: 1966 (Pavia : Editrice succ. F.lli Fusi).<br />
140. Jugoslavia, Genova: Libreria degli studi, 1966.<br />
141. Studi e ricerche di americanistica / P. Scotti, Genova:<br />
Libreria degli studi, 1966.<br />
142. Alassio: Baia del Sole / Pietro Scotti, Genova: Libreria degli<br />
studi, 1967.<br />
143. Appunti di psicologia sociale Genova: Libreria degli studi,<br />
1967.<br />
144. Curriculum e pubblicazioni: geografia / Pietro Scotti,<br />
Genova: Libreria degli studi, (stampa 1967) (Alessandria :<br />
Ferrari, Occella e C.).<br />
145. L’etnologia (antropologia culturale) nell’Università di<br />
Genova (1934-1966) / Pietro Scotti, Genova: [s.n.!, 1967<br />
(Pavia: Fusi).<br />
146. Il Congo: ieri, oggi, domani, Genova: Libreria degli studi,<br />
1968.<br />
147. Torre, Mariangela: L’ etnomusicologia in Italia: tesi di laurea<br />
/ Mariangela Torre ; relatore Pietro Scotti, , A.A. 1968-69.<br />
148. Lineamenti di geografia / Pietro Scotti Genova: Libreria<br />
degli studi, 1968.<br />
95
149. Argomenti geografici / Pietro Scotti, Genova: Libreria degli<br />
studi, 1969.<br />
150. Lehmann-Alberto. La collezione etnografica sudamericana<br />
Boggiani del museo etnologico di Berlino / Alberto<br />
Lehmann e Pietro Scotti, Genova: [s.n.], 1971.<br />
152. Alassio: baia del sole / Pietro Scotti, Parma: Tecnografica,<br />
1973.<br />
153. Il problema della violenza in Manzoni / Pietro Scotti, Genova:<br />
Accademia Ligure di Scienze e Lettere, 1974.<br />
154. Considerazioni epistemologiche sulla culturologia / Pietro<br />
Scotti Genova: [Accademia Ligure di Scienze e Lettere],<br />
[1975?].<br />
155. Etnologia: antropologia culturale / P. Scotti, Milano:<br />
Cisalpino-Goliardica, 1976.<br />
156. Le Accademie prima e dopo l’Arcadia / Pietro Scotti,<br />
Genova: [s.n.], 1977.<br />
157. Missioni salesiane 1875-1975 : studi in occasione del<br />
Centenario / a cura di Pietro Scotti, Roma : LAS, 1977.<br />
158. L’ Istituto Nazionale (Genova 1798-1806) / Pietro Scotti,<br />
Genova: [Accademia Ligure di Scienze e Lettere], 1979.<br />
159. Archeologia della Sindone / Pietro Scotti ; con nota di<br />
Emilio Biagini Genova . [Accademia Ligure di Scienze e<br />
Lettere], 1980.<br />
160. Il problema del clero indigeno in America ai tempi di<br />
Pietro Martire d’Anghiera / Pietro Scotti: Genova Monotipia<br />
Erredi, 1980.<br />
161. La Santa Sindone nelle ricerche moderne: atti dei convegni<br />
di studio, Torino 1939, Roma e Torino 1950. Riedizione<br />
anastatica per cura di Pietro Scotti Genova: Marietti, pref.<br />
1980.<br />
96
Altre pubblicazioni rilevate nella bibliografia dello stesso<br />
autore:<br />
• Le condizioni geoeconomiche di Laiguelia sul finire del<br />
secolo XVIII, secondo un manoscritto inedito, Raccagni,<br />
1900.<br />
• La Società speleologica italiana (1950-1965), Alessandria.<br />
Ulteriori opere presenti alla Biblioteca Comunale Passerini<br />
Landi di <strong>Piacenza</strong><br />
• Il corso di laurea in Geografia, Genova 1950<br />
• Il “Forest Negro” di Johnston e “Le nigre paleotropical” di<br />
G. Moutaudou (contributi al problema raziologicio africano,<br />
Milano, 1938<br />
• Gli uomini fossili d’Italia (Paleolitico e neolitico), Milano,<br />
1939<br />
• Il porto mercantile de La Spezia, Firenze, 1950<br />
• Metodologia etnologica, Torino 1941<br />
• Orientamenti filosofici e metodi etnologici, Milano, 1941<br />
• Scienza e filosofia nei seminari, Milano,1939 novembre<br />
1952.<br />
97
© Edizioni L.I.R.<br />
Via Romagnosi, 31 - <strong>Piacenza</strong>