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Versione PDF - Basilica Santuario di Leuca

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Oggi siete qui convenuti<br />

per affermare che nel<br />

nuovo secolo voi non vi<br />

presterete ad essere strumenti<br />

<strong>di</strong> violenza e <strong>di</strong>struzione,<br />

<strong>di</strong>fenderete la pace, non vi rassegnerete<br />

ad un mondo in cui altri esseri<br />

umani muoiono <strong>di</strong> fame, vi sforzerete<br />

con ogni vostra energia a rendere questa<br />

terra sempre più abitabile per tutti.<br />

In realtà è Gesù che cercate quando<br />

sognate la felicità. E’ lui che vi aspetta<br />

quando niente vi sod<strong>di</strong>sfa <strong>di</strong> quello che<br />

trovate. E’ la bellezza che tanto vi attrae.<br />

E’ lui che vi spinge a deporre le<br />

maschere che rendono falsa la vita. Se<br />

sarete quello che dovete essere, metterete<br />

fuoco in tutto il mondo. Tornando a<br />

casa non <strong>di</strong>sperdetevi, guardate con<br />

fiducia a questa nuova umanità che si<br />

prepara anche per mezzo vostro. Testimoniate<br />

la propria <strong>di</strong>sponibilità a sacrificarvi<br />

per gli altri, magari anche scegliendo<br />

<strong>di</strong> farvi sacerdoti. Di questa<br />

VERSO L’AVVENIRE • Gennaio - Febbraio 2001 VERSO L’AVVENIRE • Gennaio - Febbraio 2001<br />

LA<br />

PAROLA<br />

DEL<br />

PAPA<br />

testimonianza ha estremo bisogno la nostra<br />

società, ne hanno bisogno più che<br />

mai i giovani spesso tentati dai miraggi<br />

<strong>di</strong> una vita facile e comoda, dalla droga<br />

e dall’edonismo, per trovarsi poi nella<br />

spira della <strong>di</strong>sperazione, del non senso,<br />

della violenza. E’ urgente cambiare strada<br />

nella <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Cristo, che è anche<br />

la <strong>di</strong>rezione della giustizia, della solidarietà,<br />

dell’impegno per una società e un<br />

futuro degni dell’amore. Conservate per<br />

tutta la vita gran<strong>di</strong> segni e gran<strong>di</strong> ideali:<br />

chinatevi sui mille volti dell’uomo e<br />

della donna, scoprirete in essi, nel povero<br />

e nell’ultimo, nell’affamato e nell’assetato,<br />

nello straniero e nell’ignudo,<br />

nell’infermo e nel carcerato, in chi è senza<br />

speranza e cerca un senso per la vita,<br />

il volto più bello tra i figli dell’uomo.<br />

Johannes Paulus II<br />

Nella notte <strong>di</strong> Tor Vergata,<br />

ai giovani <strong>di</strong> 159 paesi.<br />

2 3<br />

Carissimi,<br />

Sappiamo che la guerra, questo mostro preistorico causa <strong>di</strong> devastazioni,<br />

<strong>di</strong> inutili e spaventose stragi, <strong>di</strong> profonde lacerazioni morali, è<br />

antica quanto l’uomo: dal giorno in cui il possesso <strong>di</strong> un territorio<br />

ricco <strong>di</strong> selvaggina o <strong>di</strong> una sorgente d’acqua, mise per la prima volta l’abitante<br />

delle caverne contro il suo simile, – fino ad oggi, – l’umanità ha conosciuto solo<br />

pochi, brevi perio<strong>di</strong> interamente pacifici.<br />

Questa constatazione porta al convincimento che la guerra sia una fatalità<br />

inevitabile cui l’uomo, per la sua stessa carica <strong>di</strong> aggressività che si annida in lui<br />

non può sottrarsi. Da ciò la folle corsa agli armamenti, da ciò la ricerca affannosa<br />

<strong>di</strong> mezzi <strong>di</strong> <strong>di</strong>struzione sempre più nuovi e più potenti, in omaggio all’antica massima<br />

del: “Si vis pacem, para bellum”. Se vuoi la pace preparati alla guerra. E<br />

poiché ancora i conflitti fra gli uomini – per ampiezza e durata – hanno acquistato<br />

una nuova e più vasta <strong>di</strong>mensione, ecco che anche per gli armamenti bisogna<br />

profondere energie e risorse sempre più gran<strong>di</strong> e tali da superare quelle che<br />

si de<strong>di</strong>cano al progresso e al benessere. Infatti, ogni anno, si spendono nel<br />

mondo per armarsi, cifre da capogiro. E queste cifre, che danno appunto le vertigini,<br />

hanno già dato i loro frutti spaventosi: migliaia e migliaia <strong>di</strong> vittime innocenti<br />

che pagano un prezzo altissimo, assolutamente inadeguato allo scopo. Perciò<br />

se fino a ieri l’umanità si è potuta salvare, non lo si deve alla saggezza degli<br />

uomini, ma al fatto che essi non possedevano mezzi <strong>di</strong> <strong>di</strong>struzione così terrificanti:<br />

oggi – <strong>di</strong> converso – la potenza <strong>di</strong> queste armi mici<strong>di</strong>ali e il loro raggio d’azione<br />

rendono inefficace ed impossibile qualunque sistema <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa. E’ apocalittica<br />

la visione che aprirebbe il mondo <strong>di</strong> oggi, investito da una nuova contesa


globale, ma in qualunque momento della storia dell’uomo, la guerra, – proprio<br />

perché rappresenta la più crudele lacerazione della <strong>di</strong>gnità umana, perché alimenta<br />

nell’uomo gli istinti peggiori, perché infine lascia <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> sé un deserto<br />

<strong>di</strong> rovine e <strong>di</strong> lutti,– si è sempre presentata col suo tragico volto <strong>di</strong> sofferenza<br />

e <strong>di</strong> <strong>di</strong>sperata desolazione. E da quando ha perduto la caratteristica del conflitto<br />

<strong>di</strong> breve durata e localmente limitato, per assumere l’aspetto più terrificante<br />

<strong>di</strong> scontro tra numerosi stati, la sua opera rovinosa e <strong>di</strong>struttrice ha coinvolto<br />

anche la popolazione civile, che un tempo ne era risparmiata. Molte <strong>di</strong> queste<br />

conseguenze sono infatti ancora vive nelle mutilazioni e nelle ferite che presentano<br />

città e popolazioni <strong>di</strong> molti paesi del mondo. Ma basterebbero già le sole<br />

vittime militari a scoprire l’aspetto intollerabile e preoccupante che la guerra ha<br />

oggi assunto: poiché nessuna ban<strong>di</strong>era giustifica la carneficina della guerra<br />

moderna.<br />

Per questo, anche se faticosamente, l’opinione pubblica mon<strong>di</strong>ale, resa più<br />

pensosa e responsabile proprio dalle armi terribili e <strong>di</strong>struttive <strong>di</strong> cui è in possesso,<br />

cerca <strong>di</strong> ban<strong>di</strong>re la guerra come mezzo <strong>di</strong> risoluzione delle controversie<br />

tra i popoli, sostituendovi i lunghi pacifici negoziati e mettendo in pratica il me<strong>di</strong>tato<br />

invito del compianto Presidente degli Stati Uniti J.F.Kennedy: “non dobbiamo<br />

mai negoziare per timore, ma non dobbiamo mai aver paura <strong>di</strong> negoziare”.<br />

Lasciamoci allora <strong>di</strong>etro le spalle le lacrime, le devastazioni, le rovine del <strong>di</strong>fficile<br />

secolo appena trascorso e festeggiamo la pace con le armi pacifiche dell’amore,<br />

della comprensione, della fraternità cristiana. Ogni progetto <strong>di</strong> amicizia<br />

e <strong>di</strong> fratellanza fra i popoli sarà benedetto da Dio e sarà <strong>di</strong> lieto auspicio per<br />

tutti gli abitanti della terra <strong>di</strong> oggi e <strong>di</strong> domani.<br />

Buon Anno a tutti!<br />

VERSO L’AVVENIRE • Gennaio - Febbraio 2001 VERSO L’AVVENIRE • Gennaio - Febbraio 2001<br />

s<br />

Il vostro Rettore-Parroco<br />

Don Giuseppe Stendardo<br />

4 5<br />

olo vanità sono i figli dell’uomo,<br />

menzogna i mortali,<br />

su la bilancia, tutti insieme,<br />

son più leggeri d’un soffio.<br />

Non confidate nella violenza<br />

e nella rapina non sperate invano:<br />

se la ricchezza abbonda,<br />

non vi attaccate il cuore.<br />

(dal Salmo 82)<br />

traduzione <strong>di</strong> Fulvio Nardoni<br />

E<strong>di</strong>zioni Einau<strong>di</strong>


C’era una volta<br />

la famiglia...<br />

Il più bel dono che il cielo possa fare<br />

ad una giovane coppia è quello<br />

<strong>di</strong> un bimbo, meglio ancora <strong>di</strong><br />

molti bimbi. Specialmente se desiderati,<br />

cercati, attesi, sono il coronamento <strong>di</strong> una<br />

vita d’amore, quasi una promessa <strong>di</strong> eternità.<br />

Per loro si lotta, si resiste, si lavora e si<br />

risparmia, si superano con gioia <strong>di</strong>fficoltà<br />

enormi sacrificando eroicamente persino i<br />

propri punti <strong>di</strong> vista, le proprie convinzioni,<br />

tutte le cose in cui abbiamo creduto e<br />

che ci hanno gratificato. Per loro si tollera<br />

–o si dovrebbe– ogni sorta <strong>di</strong> sopraffazione,<br />

<strong>di</strong> insulto, <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>mento.<br />

Perché non è lecito <strong>di</strong>struggere una<br />

famiglia quasi fosse un castello <strong>di</strong> carta<br />

costruito per gioco!<br />

Il matrimonio è un sacramento e come<br />

tale va vissuto, rispettato e onorato giorno<br />

<strong>di</strong>etro giorno, qualunque cosa costi, qualunque<br />

rinuncia ci chieda.<br />

Ci pensino bene i giovani <strong>di</strong> oggi,<br />

così irresponsabili a volte, così frettolosi,<br />

così poco coscienti dei doveri e dei<br />

sacrifici che una salda unione cristiana<br />

richiede. Un tempo, quel fati<strong>di</strong>co “si”<br />

era per sempre e forse per questo –coscienti<br />

dei propri doveri– si partiva armati<br />

<strong>di</strong> santa buona volontà, con la quale<br />

superare ogni inevitabile scossone e ogni<br />

incidente <strong>di</strong> percorso. La comprensione<br />

reciproca e il perdono facevano parte<br />

integrante del ménage coniugale e non<br />

6<br />

VERSO L’AVVENIRE • Gennaio - Febbraio 2001<br />

era faticoso fare la pace dopo un litigio,<br />

prendendone magari per primi l’iniziativa<br />

a scapito dell’orgoglio che, nel matrimonio<br />

soprattutto, viene messo a dura<br />

prova. Cara saggezza antica, così superata,<br />

così anacronistica <strong>di</strong> questi tempi...<br />

così <strong>di</strong>sprezzata, ri<strong>di</strong>colizzata, quasi<br />

che i genitori <strong>di</strong> ieri fossero dei santi da<br />

burla o degli eroi <strong>di</strong> cartapesta, che si<br />

sforzavano coraggiosamente <strong>di</strong> portare<br />

avanti un rapporto magari logoro, pur <strong>di</strong><br />

non fare naufragio. Trascinando con loro,<br />

inevitabilmente, gli unici innocenti: i<br />

figli.<br />

Tutto è cambiato in peggio nel giro <strong>di</strong><br />

pochi lustri: quell’abito bianco che per la<br />

mia generazione era ancora un simbolo<br />

<strong>di</strong> preziosa purezza, oggi non è che una<br />

<strong>di</strong>visa senza significato alcuno, tranne<br />

quello <strong>di</strong> fare sfoggio <strong>di</strong> opulenza e spesso<br />

<strong>di</strong> cattivo gusto.<br />

VERSO L’AVVENIRE • Gennaio - Febbraio 2001<br />

Ogni cosa è stata <strong>di</strong>ssacrata, ogni valore<br />

<strong>di</strong>strutto e <strong>di</strong>menticato.<br />

Come possiamo allora pensare <strong>di</strong> costruire<br />

un mondo migliore?… Io penso<br />

che forse basterebbe riscoprire il vecchio<br />

e cercare <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>arlo, <strong>di</strong> capirlo. E <strong>di</strong><br />

imitarlo.<br />

Con umiltà, con intelligenza, con amore.<br />

Perché non tutto il passato è ciarpame<br />

da buttare via, soprattutto la costanza,<br />

la pazienza, la perseveranza, l’onestà<br />

anche degli intenti, andrebbero rivalutate<br />

e salvate e i valori perduti, ridotti<br />

a trofei del tempo che fu, dovrebbero<br />

tornare ad occupare le coscienze, loro<br />

habitat naturale.<br />

Sarà possibile tutto questo?<br />

Si, se lo vorremo con forza e determinazione.<br />

Se riusciremo a far comprendere<br />

alla gioventù “che vecchio è bello”,<br />

che tutto quanto <strong>di</strong> buono si è perduto,<br />

va recuperato, che il valore della famiglia<br />

è un bene immenso, sacro, inviolabile,<br />

inscin<strong>di</strong>bile, in<strong>di</strong>scutibile, inalienabile<br />

(e chi non ci crede farebbe<br />

bene a rimanere “single”, come usa<br />

<strong>di</strong>re oggi); che i figli non sono dei<br />

pacchi postali da spe<strong>di</strong>re ogni settimana,<br />

ogni mese con fermo posta<br />

ora presso l’uno, ora l’altro dei genitori<br />

separati; che sono “persone”,<br />

non “cose”, che vanno amati ma<br />

ancor <strong>di</strong> più vanno rispettati, e, anche<br />

se sono dei bambini, sono portatori<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti al pari <strong>di</strong> un adulto. Pensiamo<br />

un po’ alle antiche famiglie patriarcali,<br />

che garantivano una solida<br />

base perché un in<strong>di</strong>viduo potesse svilupparsi<br />

maturo ed equilibrato e (quin<strong>di</strong><br />

mentalmente più sano), in un contesto<br />

familiare multiplo, costituito,<br />

oltre che <strong>di</strong> numerosi fratelli, <strong>di</strong> nonni,<br />

<strong>di</strong> zii, <strong>di</strong> zie, <strong>di</strong> cugini, uniti non solo<br />

dall’affetto ma anche dalla solidarietà,<br />

7<br />

che garantiva loro una protezione ed una<br />

sicurezza, impensabili in una società<br />

strutturata come la nostra.<br />

Quando ero bambina le famiglie erano<br />

più numerose, ma a quei tempi non<br />

c’erano tutti i problemi che le affliggono<br />

oggi e forse è per questo che sono <strong>di</strong>ventate<br />

così piccole: madre, padre e uno o<br />

due figli.<br />

E quando i genitori non vanno d’accordo,<br />

tutta la famiglia ne risente. L’atmosfera<br />

pesante si avverte dappertutto. I<br />

figli cresceranno portandosi dentro il<br />

seme della sofferenza e non saranno mai<br />

veramente felici. Ma prima potevano<br />

rifugiarsi presso uno zio, una zia, o una<br />

nonna e trovare comprensione e conforto.<br />

C’era sempre qualcuno a cui ricorrere<br />

e l’atmosfera non era tanto minacciosa<br />

ed angosciante.


Né tanto desolata la solitu<strong>di</strong>ne che, <strong>di</strong><br />

solito, ingigantisce le pene. I nonni rappresentavano<br />

bene il meglio dell’infanzia,<br />

il miglior surrogato dei genitori.<br />

Sono questi che hanno sempre raccontato<br />

le fiabe ai bambini, per loro era ed è<br />

una grande gioia avere fra le braccia un<br />

nipotino, così tenero e caldo.<br />

Ma oggi i nonni, considerati inutile<br />

peso, sono mandati a vivere i loro ultimi<br />

anni con altri anziani.<br />

Una volta a settimana (quando tutto<br />

va bene), ricevono una visitina, dopo la<br />

quale si sentono ancora più soli.<br />

Ma le persone già avanti negli anni,<br />

hanno bisogno <strong>di</strong> stimoli per vivere<br />

bene l’ultima stagione della<br />

vita e nessuno stimolo è<br />

migliore <strong>di</strong> quello che<br />

può dare un bambino.<br />

I bimbi insegnano,accompagnano,rinnovano,<br />

trasmettono<br />

freschezza, positività,<br />

ottimismo,<br />

speranza nel futuro.<br />

Insomma, fare<br />

i nonni è un bellissimo<br />

mestiere e i pe<strong>di</strong>atri<br />

si affannano da<br />

sempre a ripetere che, “se<br />

i nonni non ci fossero bisognerebbe<br />

inventarli”, –tanto grande è il<br />

compito affettivo ed educativo che loro<br />

si riconosce –.<br />

Allora dovremmo impegnarci con<br />

serietà a fare un passo in<strong>di</strong>etro.<br />

Troppa tecnologia e i bisogni <strong>di</strong> ogni<br />

genere cresciuti a <strong>di</strong>smisura e ingiustificati–<br />

perché l’uomo non vive <strong>di</strong> solo<br />

pane–, hanno snaturato la vita della<br />

famiglia, le hanno tolto la poesia, la dol-<br />

8<br />

VERSO L’AVVENIRE • Gennaio - Febbraio 2001<br />

cezza dell’intimità, la gioia <strong>di</strong> vivere insieme,<br />

contribuendo pesantemente al suo<br />

fallimento.<br />

Prima <strong>di</strong> arrivare al punto <strong>di</strong> non ritorno,<br />

occorre dunque fare retromarcia:<br />

prendere in esame tutto il malessere, stu<strong>di</strong>are<br />

con attenzione tutto ciò che è negativo<br />

nella vita <strong>di</strong> coppia per poterne eliminare<br />

le cause <strong>di</strong> attrito e migliorarne la<br />

qualità. Cioè tornare a vivere cristianamente<br />

e responsabilmente in seno alla<br />

famiglia, piccola chiesa domestica, e<br />

farla tornare ad essere quella ch’è sempre<br />

stata e che non è più: focolare <strong>di</strong><br />

affetti, incontro <strong>di</strong> volti cari, esempio <strong>di</strong><br />

rettitu<strong>di</strong>ne per le nuove vite in essa<br />

sbocciate, quasi luogo <strong>di</strong> culto<br />

dove ritrovarsi e volersi<br />

bene, sia nella buona<br />

che nella cattiva<br />

sorte. Ai vecchi,<br />

così vicini alla soglia<br />

dell’eternità,<br />

occorre dare il<br />

conforto <strong>di</strong> una<br />

assistenza affettuosa,<br />

ai giovani,<br />

l’esempio <strong>di</strong> come<br />

si viva e si cresca<br />

in una famiglia vera,<br />

unita e solidale nei giorni<br />

<strong>di</strong> sole, come in quelli <strong>di</strong><br />

tempesta e <strong>di</strong> dubbio. E conclu<strong>di</strong>amo<br />

queste riflessioni con l’invocazione<br />

<strong>di</strong> Giovanni Paolo II: “…Possa la<br />

famiglia vivere in pace, così che da essa<br />

scaturisca la pace per l’intera famiglia<br />

umana.”<br />

VERSO L’AVVENIRE • Gennaio - Febbraio 2001<br />

H<br />

Il Nome<br />

o sentito il tuo pianto<br />

o mio Signore,<br />

quando il segno cruento<br />

della prima alleanza<br />

ha ferito la carne<br />

del figlio <strong>di</strong> Abramo.<br />

E fu il pianto<br />

d’un popolo antico.<br />

Ho u<strong>di</strong>to il tuo Nome<br />

o mio Signore,<br />

un nome struggente<br />

d’amore e tenerezza,<br />

il nome <strong>di</strong> salvezza<br />

d’una alleanza nuova…<br />

E un canto nuovo<br />

cantò il tuo popolo,<br />

o Signore e Salvatore!<br />

9<br />

S. Zardoni


Natale 2000<br />

Nell’era dell’“Internet”, mentre si naviga per<br />

le vie del mondo, è immaginabile collegarsi<br />

con gli Occupanti del Presepe?<br />

Se, per quanti credono nei valori dello spirito e dell’anima ciò è possibile,<br />

quale risposta potremmo avere?<br />

Quel tenero Bambino si affacciò alla vita così come tutti gli altri, con i<br />

pericoli che gli uomini <strong>di</strong> ogni tempo hanno posto in essere.<br />

Ora purtroppo li rubano, abusano <strong>di</strong> loro, dolorosamente forse li bendono<br />

o gli usano come pezzi <strong>di</strong> ricambio.<br />

Il caro Bambino Gesù corse gli stessi rischi sia pure per motivi e scopi<br />

<strong>di</strong>versi:<br />

“La strage degli Innocenti” alla quale miracolosamente scampò.<br />

La sua terra eternamente senza pace; la sua gente sempre armata per<br />

<strong>di</strong>fendersi o per ven<strong>di</strong>carsi: perchè?<br />

Mi chiedo: con i suoi poteri non poteva scegliere, per venire in umiltà fra<br />

noi, altri li<strong>di</strong> altri continenti o altre civiltà?<br />

Specie la nostra Puglia con spirito <strong>di</strong> accoglienza ammirevole lo avrebbe<br />

ospitato quantomeno in un container o in una roulotte.<br />

La civiltà cambia e si adegua ai tempi, evolvendosi.<br />

Il progresso ci porta sempre più in alto nello spazio sino a toccare il<br />

cielo; ma la gioia del presepe è sempre uguale e presente offrendo ai<br />

nostri cuori speranza, fraternità e tanto amore;<br />

ingre<strong>di</strong>enti benedetti capaci <strong>di</strong> far sopravvivere l’intero genere umano.<br />

VERSO L’AVVENIRE • Gennaio - Febbraio 2001 VERSO L’AVVENIRE • Gennaio - Febbraio 2001<br />

Alfredo Marasco<br />

E FFLUVII DEL C UORE DI C RISTO<br />

Identità del Cristo<br />

Il clima sociale in cui oggi viviamo è<br />

un clima caotico, irreversibile, pieno<br />

<strong>di</strong> incertezze, <strong>di</strong> paure, <strong>di</strong> preoccupazioni<br />

per tutti in<strong>di</strong>scriminatamente; è un<br />

vicolo chiuso senza via o sbocco <strong>di</strong> uscita.<br />

Il clima religioso non è meno<br />

caotico, poiché in esso abbiamo<br />

elevato a supremi valori, a supreme<br />

finalità della nostra<br />

vita: il materialismo, il benessere,<br />

il consumismo, il<br />

piacere, la licenziosità,<br />

che, mentre sembra che<br />

riempiano per qualche<br />

momento il nostro spirito,<br />

scavano poi un<br />

vuoto interiore così profondo<br />

ed incolmabile<br />

da spaventarci ed atterrirci.<br />

In questo stato <strong>di</strong><br />

cose quale incidenza,<br />

quale mordente, può<br />

esercitare nella nostra<br />

sfera religiosa l’identità<br />

del Cristo?<br />

Sembra un paradosso<br />

eppure è una realtà: mai come<br />

oggi specialmente tra i<br />

giovani c’è tanta ricerca e tanto<br />

ardore per la riscoperta dell’identità<br />

del Cristo autentico della fede, del Vangelo,<br />

rappresentato dal cuore che sprizza<br />

fiamme <strong>di</strong> giustizia, <strong>di</strong> fraternità, <strong>di</strong> pace, <strong>di</strong><br />

amore, <strong>di</strong> cui oggi siamo profondamente assetati.<br />

Per riscoprire la vera identità del Cristo<br />

della fede e del Vangelo, bisogna porre due<br />

domande:<br />

Prima domanda: “che cosa pensarono <strong>di</strong><br />

Cristo i suoi contemporanei”?<br />

10 11<br />

Seconda domanda: “che cosa <strong>di</strong>sse <strong>di</strong> se<br />

stesso Cristo?”<br />

RISPOSTA ALLA PRIMA DOMANDA<br />

Giovanni il Battista proclama il<br />

Cristo: “Ecco l’agnello <strong>di</strong> Dio”<br />

(Gv. 1,29). Questa espressione ci<br />

riporta al sacrificio dell’Agnello<br />

nella Pasqua dei Giudei,<br />

figura della Pasqua in cui si<br />

sarebbe immolato il vero<br />

Agnello <strong>di</strong>vino, Cristo,<br />

Cristo in espiazione dei<br />

nostri peccati.<br />

Con questo titolo<br />

s’allude anche alla profezia<br />

messianica d’Isaia,<br />

relativa al servo <strong>di</strong><br />

Iahvè, vittima <strong>di</strong> espiazione.<br />

(Cfr. Is. 52,13-14;<br />

53,7-8).<br />

Nei tre anni della vita<br />

pubblica che precedono il<br />

sacrificio del Cristo, il Cristo,<br />

profeta <strong>di</strong> Dio, annunzia<br />

il messaggio <strong>di</strong> Dio: la giustizia,<br />

la salvezza, la liberazione,<br />

la fraternità, la pace, l’amore.<br />

I suoi u<strong>di</strong>tori si stupivano all’u<strong>di</strong>rlo<br />

e <strong>di</strong>cevano: nessuno à mai parlato come<br />

lui; è una dottrina nuova; si meravigliavano<br />

ecc. Il Cristo ne da la spiegazione: la mia dottrina<br />

-parlava nella veste <strong>di</strong> uomo- è <strong>di</strong> colui<br />

che mi ha mandato (cfr. Gv. 7,15-16).<br />

Tutti, specie i <strong>di</strong>scepoli, ebbero la certezza<br />

che il Cristo era il Messia promesso e<br />

atteso che avrebbe riportato nel mondo ciò<br />

che l’umanità aspettava: la redenzione, la<br />

salvezza.


RISPOSTA ALLA SECONDA DOMANDA<br />

I titoli sotto cui Cristo presenta se stesso<br />

li troviamo quasi tutti nel quarto vangelo.<br />

“Io sono il buon pastore” (Gv. 10-11); “io<br />

sono la porta” (Gv. 10-7), “io sono il pane<br />

della vita” (Gv. 6-35), “io sono il pane <strong>di</strong>sceso<br />

dal cielo” (Gv 6,41); “io che ti parlo sono<br />

il Cristo” (Cfr. Gv. 4,25-26); “io sono la luce<br />

del mondo” (Gv. 8,12); “io sono la vera vite”<br />

(Gv. 15,1).<br />

Definisce la sua vera identità: “mi chiamate<br />

Maestro e Signore, e <strong>di</strong>te bene, perché<br />

lo sono” (Gv. 13,13). “Io sono la via, la<br />

verità e la vita” (Gv. 14,6). “Io sono la resurrezione<br />

e la vita” (Gv. 11,25). Nessuno ha<br />

detto e pensato tali cose del Cristo; egli stesso<br />

con assoluta certezza le à asserite.<br />

Dalla risposta alle due domande poste,<br />

come da due premesse, da due presupposti,<br />

scaturisce questa conclusione: Cristo è il<br />

AVVISI<br />

18-25 GENNAIO<br />

Settimana <strong>di</strong> preghiera<br />

per l’unità dei cristiani.<br />

4 FEBBRAIO<br />

GIORNATA IN DIFESA DELLA VITA.<br />

Ore 17.30 veglia <strong>di</strong> preghiera e Messa<br />

presieduta da S. Ecc. il vescovo.<br />

28 FEBBRAIO<br />

MERCOLEDÌ DELLE CENERI<br />

Ore 17.00 liturgia penitenziale<br />

ed imposizione delle ceneri.<br />

VERSO L’AVVENIRE • Gennaio - Febbraio 2001 VERSO L’AVVENIRE • Gennaio - Febbraio 2001<br />

figlio <strong>di</strong> Dio fatto uomo.<br />

Ecco il fulcro della rivelazione e del cattolicesimo.<br />

Se Cristo è il figlio <strong>di</strong> Dio fatto uomo;<br />

Cristo ci da la vera conoscenza <strong>di</strong> Dio e stabilisce<br />

i nostri veri rapporti con Dio e con i<br />

nostri fratelli.<br />

Ed ecco la vera <strong>di</strong>mensione nella storia,<br />

nella politica, nell’economia, nella pedagogia.<br />

Ed ecco l’obbligo per ogni coscienza <strong>di</strong><br />

prendere una posizione spirituale e morale<br />

decisiva sul significato e il valore della propria<br />

vita.<br />

Questa posizione spirituale e morale<br />

decisiva <strong>di</strong> ciascuno <strong>di</strong> noi ci porterebbe sul<br />

piano del bene, della onestà, della moralità e<br />

dei veri valori umani e cristiani.<br />

Don Franco Elia<br />

Don. Giovanni Milo:<br />

Sacerdote<br />

semplice e umile<br />

Improvvisamente, stroncato da<br />

un brutale incidente stradale,<br />

nelle ultime ore dell’anno 2000,<br />

don Giovanni Milo, è tornato alla casa<br />

del Padre per celebrare, in cielo, la liturgia<br />

<strong>di</strong> ringraziamento per il millennio<br />

che ci siamo lasciato <strong>di</strong>etro le spalle.<br />

Da circa 20 anni egli ha operato nella<br />

nostra <strong>Basilica</strong>-<strong>Santuario</strong> come confessore<br />

e guida spirituale.<br />

Entrato da bambino nel Seminario vescovile<br />

<strong>di</strong> Ugento, dopo la licenza me<strong>di</strong>a,<br />

attratto dall’anelito missionario, decideva<br />

<strong>di</strong> aggregarsi alla famiglia dei Padri<br />

della Consolata in Torino. Raggiunta la<br />

sua maturità vocazionale, dopo l’or<strong>di</strong>nazione<br />

sacerdotale, si laureava in lettere<br />

classiche presso l’università degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

Torino e si de<strong>di</strong>cava all’insegnamento<br />

per la preparazione e la formazione dei<br />

giovani studenti della sua Congregazione,<br />

fino al giorno in cui, per motivi <strong>di</strong><br />

salute, ha dovuto lasciare l’Istituto.<br />

Accolto nella sua Diocesi <strong>di</strong> origine<br />

ha ricoperto <strong>di</strong>versi incarichi: padre spirituale<br />

in Seminario, aiuto segretario del<br />

vescovo, vice parroco in Acquarica del<br />

Capo e a Presicce, parroco a San Dana<br />

insegnante presso <strong>di</strong>verse scuole statali,<br />

confessore or<strong>di</strong>nario presso la nostra<br />

<strong>Basilica</strong>-<strong>Santuario</strong>.<br />

Di lui ne abbiamo apprezzato, tra l’altro,<br />

il suo attaccamento allo stu<strong>di</strong>o, la<br />

12 13<br />

sua passione per la ricerca <strong>di</strong> storia locale,<br />

la sua incon<strong>di</strong>zionata <strong>di</strong>sponibilità<br />

per il servizio liturgico nel <strong>Santuario</strong>, la<br />

sua valentia come guida spirituale per<br />

moltissime anime, la sua semplicità, la<br />

sua umiltà, la sua devozione alla Madonna,<br />

il suo amore per lo Spirito Santo.<br />

La sua <strong>di</strong>partita ha lasciato in noi un<br />

vuoto <strong>di</strong>fficilmente colmabile.<br />

La Vergine Santa <strong>di</strong> <strong>Leuca</strong>, alla quale<br />

abbiamo affidata la sua anima appena<br />

avutane la dolorosa notizia, certamente<br />

lo avrà accompagnato al trono del Padre<br />

clemente per riceverne il premio riservato<br />

ai servi buoni e fedeli.<br />

Il giorno 31 gennaio –trigesimo della<br />

sua morte– con tutti i sacerdoti del <strong>Santuario</strong>,<br />

la schola cantorum e gli addetti<br />

alle opere, celebreremo, nella chiesa<br />

parrocchiale della sua Patù, una santa<br />

messa <strong>di</strong> suffragio.<br />

d. Giuseppe Stendardo


Il perché del dolore<br />

Di fronte al ripetersi <strong>di</strong> tante prove dolorose, mi sorge spontanea, angosciosa<br />

una domanda: che scopo ha il dolore? Un problema che, pur essendo stato<br />

stu<strong>di</strong>ato, me<strong>di</strong>tato, sviscerato in tutti i tempi ed in ogni sua accezione tuttavia<br />

rimane sempre nell’ambito del mistero. E mistero, io penso, rimarrà per la<br />

mente umana, anche se la ragione tenta <strong>di</strong> darne una risposta, e anche se la fede<br />

presenta motivi più vali<strong>di</strong> e convincenti.<br />

L’infermità, che in mille e in mille forme, colpisce il corpo umano e arriva a tormentarlo<br />

fino al parossismo, è uno degli aspetti che appartengono alla sfera del<br />

dolore. E, quin<strong>di</strong>, anche al suo mistero. Ma non è il “soffrire” nella sua <strong>di</strong>mensione<br />

misteriosa, che interessa questa nostra riflessione: bensì la sofferenza fisica intesa<br />

come malattia, nella sua dura imme<strong>di</strong>ata realtà.<br />

La domanda che ha tormentato lungo i secoli la mente <strong>di</strong> S. Agostino, <strong>di</strong> ogni filosofia,<br />

<strong>di</strong> ogni uomo, la rivolgo a Maria, la Vergine Madre. E lei, –la consolatrice<br />

degli afflitti, la donna dei dolori, – mi presenta la risposta invitandomi a riflettere<br />

sul mistero <strong>di</strong> un Dio fatto uomo, abbandonato dai suoi stessi <strong>di</strong>scepoli, solo sulla<br />

terra a conoscere tutta l’angoscia e l’abbandono della sua agonia, nell’orrore della<br />

notte del Getsemani.<br />

Egli si identifica con chi soffre, quando proclama il premio o la condanna nel giorno<br />

del giu<strong>di</strong>zio. Per cui, anche se Dio non ha voluto risparmiarci la morte, tuttavia<br />

l’ha vinta con la Resurrezione, e ne ha fatto un traguardo <strong>di</strong> redenzione. E se non ha<br />

voluto eliminare dalla nostra vita il dolore, la malattia ed ogni sofferenza, ne ha<br />

fatto un motivo ed un mezzo <strong>di</strong> salvezza. Vista così e contemplata nella carne mortale<br />

del Dio fatto uomo, la sofferenza acquista per il Cristiano un particolare senso<br />

<strong>di</strong> grandezza: <strong>di</strong>venta uno strumento <strong>di</strong> liberazione, sia perché purifica il cammino<br />

dell’ascesa, sia perché arricchisce <strong>di</strong> un amore nuovo il corpo mistico <strong>di</strong> Cristo.<br />

Del resto, Gesù ha ripetutamente invitato i suoi seguaci a rinnegare tutto l’”uomo<br />

vecchio”, ad abbracciare la Croce in ogni sua espressione e seguirlo fino al<br />

Calvario per vivere la redenzione che è venuto a portare, perpetuandola nei secoli.<br />

Anche la Chiesa riconferma con la sua esperienza e la sua autorità il valore salvifico<br />

della malattia e del dolore quando, attraverso il magistero del suo capo, rivolge<br />

la seguente esortazione:<br />

“Quando noi Cristiani facciamo l’esperienza del dolore, dobbiamo stare attenti a<br />

dargli il giusto significato. Esso non è un castigo, ma un’occasione <strong>di</strong> purificazione<br />

dei nostri peccati; in particolare è finalizzato al bene degli uomini, nostri fratelli:<br />

come per Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Unite –pertanto– me<strong>di</strong>ante<br />

la fede, le vostre tribolazioni e quelle patite da Lui. E’ sulle sue orme che dobbiamo<br />

VERSO L’AVVENIRE • Gennaio - Febbraio 2001 VERSO L’AVVENIRE • Gennaio - Febbraio 2001<br />

portare le nostre croci, altrimenti <strong>di</strong>ventano troppo pesanti. Ma con Gesù davanti a<br />

noi, cammineremo più spe<strong>di</strong>ti, perché Egli dà senso e slancio ad ogni nostro patimento”.<br />

(Johannes Paulus II agli ammalati).<br />

Nei “Dialoghi delle Carmelitane”, che molti considerano il testamento spirituale<br />

dello scrittore Georges Barnanos, noi troviamo espressa questa grande realtà: il<br />

valore salvifico della sofferenza. “Non si muore ciascuno per sè, ma gli uni per gli<br />

altri, e forse gli uni al posto degli altri, chissà…”<br />

Ci troviamo qui <strong>di</strong> fronte al mistero esaltante della Comunione dei Santi, che ci<br />

rende partecipi dell’agonia e della morte <strong>di</strong> Cristo, rivissuta nelle sue membra, –che<br />

siamo noi,– ogni qualvolta entriamo coscienti nel Getsemani e non vogliamo più<br />

uscirne, perché assorbiti fino in fondo dalla santa agonia <strong>di</strong> Gesù. E, poiché l’agonia<br />

<strong>di</strong> Cristo Redentore continua nella storia dei popoli, occorre qualcuno che espii<br />

per gli altri.<br />

Ma, –si ba<strong>di</strong> bene– continua lo scrittore, non è sempre il più forte a vegliare con<br />

Cristo, ma colui che ha il cuore luminoso e confidente.<br />

L’angoscia che accompagnò il Bernanos fin dall’adolescenza, per tutta la vita fino<br />

alla morte, gli fa esclamare negli ultimi istanti: “Ecco, io sono coinvolto nella santa<br />

Agonia”. E’ l’angoscia che prova ognuno <strong>di</strong> noi <strong>di</strong> fronte al dolore e che, però, non<br />

impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong> morire per sé e per gli altri.<br />

E’ l’angoscia –infine– che ci rende pronti a completare nella nostra carne quello che<br />

ancora manca ai patimenti <strong>di</strong> Cristo per la salvezza del mondo, nell’attesa che tutta<br />

la creazione, finalmente liberata, partecipi alla gloria dei figli <strong>di</strong> Dio. Per cui ogni<br />

dolore, sia fisico o morale che sia, capace <strong>di</strong> portare l’uomo all’orlo della <strong>di</strong>sperazione,<br />

lungi dall’essere motivo per male<strong>di</strong>re l’esistenza, <strong>di</strong>venterà una fonte <strong>di</strong> speranza<br />

e <strong>di</strong> salvezza. A patto che l’uomo sappia raggiungere quella “libertà interiore”,<br />

che lo rende capace <strong>di</strong> accettare la volontà <strong>di</strong> Dio, espressa in quell’infermità,<br />

in quell’ansia e in quella pena e <strong>di</strong> offrirgli senza sosta l’angoscia in cui si trova,<br />

qualunque sia la causa da cui essa proviene.<br />

A questo punto non posso non ricordare le parole <strong>di</strong> S. Massimiliano Kolbe:<br />

“Quante volte mi pare <strong>di</strong> non avere più speranza e <strong>di</strong> non sentire neppure l’amore.<br />

Il demonio insinua la domanda: “Perché sei giunto fin qui?” E la mia natura sente<br />

l’avversione <strong>di</strong> fronte alle preoccupazioni, ai fasti<strong>di</strong>, alle sofferenze, e vorrebbe una<br />

serenità pigra e sfaccendata… Ma poi la Vergine Immacolata mi conduce per mano<br />

forte e amorevole, e nel nome suo supero il dolore, gli affanni, le <strong>di</strong>fficoltà, gli abissi,<br />

i cicloni…”<br />

Facciamole nostre queste magnifiche parole perché tutti abbiamo provato o stiamo<br />

provando il pungolo mortale del dolore e offriamole alla Mamma celeste, affinché,<br />

arricchite dalla sua infinita sofferenza, tutto presenti all’Eterno Padre.<br />

E solo così troveremo conforto e pace.<br />

14 15


Cento anni per la croce monumentale<br />

Fu collocata in ricordo del Giubileo del 1901<br />

Compie cento anni la croce monumentale<br />

in carparo che accoglie i<br />

pellegrini nel piazzale della <strong>Basilica</strong>.<br />

E’ stata eretta a ricordo del pellegrinaggio<br />

<strong>di</strong>ocesano del 21 ottobre 1901, promosso da<br />

Mons. Luigi Pugliese in occasione dell’anno<br />

Santo. Le cronache dell’epoca ci narrano <strong>di</strong> un<br />

fiume <strong>di</strong> pellegrini che raggiunse il <strong>Santuario</strong><br />

della Madonna <strong>di</strong> <strong>Leuca</strong>. In quel periodo il<br />

<strong>Santuario</strong> si poteva raggiungere solo grazie ad<br />

una strada in terra battuta e si giungeva a <strong>Leuca</strong><br />

dopo un lungo cammino, su carri o a pie<strong>di</strong>.<br />

La croce monumentale, che ricorda quel grande<br />

evento si trova sul confine sud-ovest del<br />

piazzale. Presenta quattro iscrizioni inneggianti<br />

a Cristo redentore.<br />

Al lato est, rivolto al <strong>Santuario</strong>, oltre lo stemma<br />

<strong>di</strong> Mons. Pugliese è inciso:<br />

Alla Croce <strong>di</strong> Cristo<br />

Gloria dei secoli<br />

Speranza unica <strong>di</strong> salvazione<br />

Ai suoi seguaci<br />

Terrore agli ostinati nemici.<br />

Al lato nord:<br />

In quest’ultima rupe d’Italia<br />

nel primo anno del secolo ventesimo<br />

i credenti in Cristo Redentore<br />

posero questa Croce.<br />

Al lato ovest:<br />

Hic mendacii signa superstilio<br />

vi<strong>di</strong>t olim<br />

videat colatque nunc fides<br />

vi<strong>di</strong>t olim<br />

veritatis iustitiaque trophaeum<br />

Ecce vexillum<br />

Venite adoremus.<br />

Traduzione:<br />

Qui un tempo la superstizione vide i segni<br />

VERSO L’AVVENIRE • Gennaio - Febbraio 2001 VERSO L’AVVENIRE • Gennaio - Febbraio 2001<br />

della menzogna, ora la fede della Gente Salentina<br />

del XX secolo veda e onori il trofeo<br />

della verità e della giustizia. Ecco il vessillo<br />

venite adoriamo.<br />

Al lato sud:<br />

Christo Deo<br />

Sospitori humani generis<br />

Esto gloria in saecula<br />

XII Kal. Novem. MCMI<br />

Leo P.P. XIII<br />

Traduzione:<br />

A Cristo Dio Redentore del genere umano<br />

sia gloria nei secoli. 24 ottobre 1901. Papa<br />

Leone XIII.<br />

Il Concilio Ecumenico Vaticano secondo I<br />

Alla <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 34 anni della<br />

chiusura del «Concilio Ecumenico<br />

Vaticano II» (1966) voglio<br />

visualizzarvi e ricordarvi la tecnica del<br />

“Concilio”: 1) “l’annuncio”, 2) le varie “fasi”,<br />

3) i vari “aspetti”, 4) gli “argomenti”<br />

trattati, 5) chiusura del “Concilio”.<br />

L’annuncio del Concilio Ecumenico Vaticano<br />

II fu data dal Papa Giovanni XXIII il<br />

25 gennaio 1959; questo annuncio suscitò,<br />

una commossa e gioiosa risonanza mista a<br />

qualche trepidazione per la sua complessità<br />

dei problemi da affrontare e per le con<strong>di</strong>zioni<br />

storiche internazionali sul piano –possiamo<br />

<strong>di</strong>rlo senza tema <strong>di</strong> smentita– mon<strong>di</strong>ale.<br />

Da quella fausta data –albo signanda lapillo–<br />

il Concilio Ecumenico è <strong>di</strong>ventato l’avvenimento<br />

storico più importante del secolo,<br />

l’argomento del giorno, oggetto <strong>di</strong> commenti a<br />

catena, punto <strong>di</strong> partenza <strong>di</strong> previsioni più o<br />

meno rosee e lusinghiere da parte dei cattolici<br />

e non cattolici, dei cristiani e non cristiani,<br />

16 17<br />

dei fedeli e non fedeli.<br />

A darvi una idea esatta del Concilio Ecumenico<br />

permettetemi che io v’illustri in una<br />

visione panoramica e sintetica il Concilio<br />

Ecumenico sotto l’aspetto storico, teologico,<br />

giuri<strong>di</strong>co e tecnico.<br />

ASPETTO STORICO<br />

Nella chiesa i Concilii Ecumenici sono<br />

stati sempre convocati per debellare eresie o<br />

per legiferare su questioni <strong>di</strong> vitale importanza.<br />

Il primo esempio dei Concilii lo troviamo all’inizio<br />

della chiesa, nel 49 dopo Cristo, quando<br />

gli apostoli in assemblea presieduta da Pietro,<br />

fissarono le norme che tutti i cristiani dovevano<br />

osservare al fine <strong>di</strong> scongiurare una frattura<br />

tra i cristiani venuti dai pagani e quelli venuti<br />

dai giudei legati ai certi riti della antica legge.<br />

4 CONCILII BASILARI DELLA CHIESA<br />

1) Il concilio <strong>di</strong> “Nicea” (325) per stroncare<br />

l’eresia <strong>di</strong> Ario che negava la <strong>di</strong>vinità <strong>di</strong><br />

Cristo. Si compilarono norme organizzative<br />

e <strong>di</strong>sciplinari.


2) Il concilio <strong>di</strong> “Costantinopoli” (381)<br />

per confermare le decisioni <strong>di</strong> “Nicea” per<br />

precisare che lo “Spirito Santo” è uguale al<br />

Padre e al Figlio e perciò spetta allo “Spirito<br />

Santo” il culto <strong>di</strong> adorazione come al Padre e<br />

al Figlio.<br />

3) il Concilio <strong>di</strong> “Efeso” (431) per stroncare<br />

l’eresia <strong>di</strong> Nestorio, il quale ammetteva<br />

in Cristo due persone; e per proclamare<br />

«Maria Madre <strong>di</strong> Dio». Nestorio con i suoi<br />

seguaci rigettarono le decisioni del Concilio<br />

ed ecco lo scisma: «la Chiesa mentoriana».<br />

4) Il concilio <strong>di</strong> “Calcedonia” (451) per<br />

fissare la dottrina della «Incarnazione del<br />

Verbo»: «una Persona e due nature “<strong>di</strong>vina”e<br />

“umana” suppositate e sussistenziate dell’unica<br />

“Ipostasi <strong>di</strong>vina”, dell’unica “Persona<br />

<strong>di</strong>vina” del “Verbo”.<br />

Questi quattro concilii sono stati contemplati<br />

da tre altri concilii orientali:<br />

1) il concilio <strong>di</strong> “Costantinopoli” II (533);<br />

2) il concilio <strong>di</strong> “Costantinopoli” III<br />

(681) che fissò le due volontà in Cristo;<br />

3) il concilio <strong>di</strong> “Nicea” II (787) che<br />

importò la dottrina sul culto delle immagini<br />

contro gli Iconoclasti.<br />

Questi sette concilii furono riconosciuti<br />

dalla chiesa “ortodossa”; poi con il “Sinodo”<br />

<strong>di</strong> Costantinopoli (860-870) fu affermato il<br />

«Primato Pontificio» non <strong>di</strong> onore, ma <strong>di</strong><br />

giuris<strong>di</strong>zione, ed allora la chiesa “Orientale”<br />

si staccò dalla chiesa “latina”.<br />

Da quel momento i concilii seguenti furono<br />

celebrati tutti in “Occidente”.<br />

VERSO L’AVVENIRE • Gennaio - Febbraio 2001 VERSO L’AVVENIRE • Gennaio - Febbraio 2001<br />

Quattro concilii furono celebrati al Laterano<br />

in Roma:<br />

1) il concilio Laterano I (1123);<br />

2) il concilio Laterano II (1139);<br />

3) il concilio Laterano III (1179);<br />

4) il concilio Laterano IV (1215);<br />

in questi quattro concilii si stabilisce la<br />

<strong>di</strong>sciplina della Chiesa quanto all’elezione<br />

del Papa; il suo potere sulla cristianità; la<br />

repressione degli abusi.<br />

due concilii furono tenuti a Lione:<br />

1) il concilio <strong>di</strong> Lione I (1245);<br />

2) il concilio <strong>di</strong> Lione II (1274);<br />

in questi due concilii <strong>di</strong> Lione si tentò la<br />

riconciliazione tra Oriente e Occidente continuata<br />

nel concilio <strong>di</strong> “Vienna” (1311-1312);<br />

le <strong>di</strong>spute teologiche e il sorgere delle nazioni<br />

moderne che <strong>di</strong>videvano gli animi e si<br />

ebbe lo scisma <strong>di</strong> Occidente.<br />

Dopo un secolo ci fu il concilio <strong>di</strong> Firenze<br />

(1439-1445), in questo concilio i Vescovi<br />

orientali firmarono la “Bolla d’Unione”<br />

non eseguita, perché originata da ragioni<br />

politiche.<br />

Nel concilio <strong>di</strong> “Trento” (1545-1563): fu<br />

impostata la dottrina cattolica contro le tesi<br />

protestanti, e si operò una riforma nella chiesa<br />

da darle un volto che riscontriamo anche<br />

oggi.<br />

Ultimo in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> tempi: il concilio<br />

Vaticano I (1869-1870) interrotto dalla guerra<br />

tra la Germania e la Francia e ci fu l’occupazione<br />

<strong>di</strong> Roma. Non si potette realizzare il programma<br />

già stabilito. Si precisò la natura della<br />

fede cristiana e della Rivelazione e si ebbe la<br />

definizione dell’Infallibilità del Papa”.<br />

Finalmente siamo al «Concilio Ecumenico<br />

Vaticano II» (1959-1966). In questo<br />

concilio abbiamo avuto un programma vasto:<br />

à preso in esame «i problemi dottrinali e<br />

pratici per renderli sempre più corrispondenti<br />

alle esigenze della perfetta conformità<br />

all’insegnamento cristiano, ed alla e<strong>di</strong>ficazione<br />

e al servizio del “Corpo Mistico” e al<br />

servizio della sua missione soprannaturale e<br />

cioé: il libro sacro, la veneranda Tra<strong>di</strong>zione,<br />

i sacramenti, la preghiera, la <strong>di</strong>sciplina ecclesiastica,<br />

le attività caritative e assistenziali,<br />

l’apostolato laico, gli orizzonti missionari»;<br />

sempre secondo le in<strong>di</strong>cazioni del Santo<br />

Padre si prese in esame l’or<strong>di</strong>ne temporale<br />

delle cose, cioè la dottrina sociale che riguarda<br />

la famiglia, la scuola, il lavoro e la società<br />

civile con tutti i problemi connessi.<br />

ASPETTO TEOLOGICO<br />

Il concilio ecumenico e l’assemblea <strong>di</strong><br />

tutti i Vescovi del mondo cattolico presieduto<br />

dal Papa e da un suo “Legato” per vagliare<br />

e definire verità <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> morale e risolvere<br />

i problemi <strong>di</strong>sciplinari.<br />

E qui s’impone una <strong>di</strong>gressione che è in<br />

stretta relazione con l’“Aspetto teologico”.<br />

E’ echeggiata in Italia e all’Estero una lagnanza<br />

da parte dei fedeli, particolarmente<br />

dei laici, perchè non sono stati inseriti nelle<br />

Commissioni preparatorie del Concilio. Qualcuno<br />

ad<strong>di</strong>rittura à avanzato la tesi che essi<br />

avrebbero il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> partecipare attivamente<br />

al Concilio. Senza riportarmi ai principi<br />

fondamentali della “Costituzione” della chiesa<br />

– perchè ci sarebbe bisogno <strong>di</strong> un articolo<br />

a parte– devo <strong>di</strong>rvi che il Concilio è un atto<br />

formale del supremo magistero della “Chiesa<br />

Docente”, cioè dei vescovi uniti col Papa<br />

come “Pastore universale”. Nulla vieta che i<br />

laici attraverso i Vescovi, con umiltà e intelligenza,<br />

facciano giungere al Concilio i loro<br />

18 19<br />

“Desiderata” e le loro “Istanze”.<br />

Un accademico <strong>di</strong> Francia, Daniel Rosp,<br />

laico dotto e sapiente, alla domanda: «perchè<br />

i Vescovi soli?» risponde con la teologia:<br />

«perchè i Vescovi sono i “Testes Fidei”»; i<br />

Testimoni della fede dei loro fedeli; “doctores<br />

fidei”, membri costitutivi della Chiesa<br />

docente, “in<strong>di</strong>ces fidei”, giu<strong>di</strong>ci competenti<br />

per risolvere le questioni <strong>di</strong> fede. Essi si riuniscono<br />

per assumere questa triplice funzione.<br />

A <strong>di</strong>re il vero, il posto esclusivo che essi<br />

occupano nel Concilio non si comprende che<br />

in funzione <strong>di</strong> questa teologia del Vescovo<br />

che è veramente la cosa meno conosciuta<br />

dagli stessi cattolici», mentre talora si rappresenta<br />

il Vescovo come un prefetto in violacio.<br />

Fine della Digressione.<br />

Il Concilio ecumenico ci dà la configurazione<br />

della Chiesa docente riunita intorno al<br />

Capo della Chiesa, il Papa.<br />

Il Concilio ecumenico, essendo la Chiesa<br />

docente, è infallibile nelle sue definizioni<br />

dommatiche e morali. Lo Spirito Santo, in maniera<br />

invisibile ma reale partecipa a quella<br />

assemblea <strong>di</strong>sciplinando i lavori e assistendo<br />

nella formulazione dei decreti e dei rescritti.<br />

Gesù à promesso alla sua chiesa perenne<br />

assistenza da parte dello Spirito santo, il quale<br />

è l’anima della chiesa, cioè del “Corpo<br />

Mistico”, sociale, comunitario del Cristo; e come<br />

l’anima da vita e movimento al corpo,<br />

così lo Spirito Santo vivifica il “Corpo Mistico”<br />

del Cristo, lo <strong>di</strong>namizza e lo <strong>di</strong>rige nei<br />

suoi lavori e nella compilazione dei suoi decreti.<br />

Qui mi fermo e continueremo nel prossimo<br />

numero.<br />

Don Franco Elia


Le suore “Figlie <strong>di</strong> S. Maria <strong>di</strong> <strong>Leuca</strong>”<br />

Una presenza profetica a S. Maria <strong>di</strong> <strong>Leuca</strong><br />

L<br />

’azione dello Spirito non ha<br />

limiti e non conosce con<strong>di</strong>zionamenti.<br />

L’Opera <strong>di</strong> Dio,<br />

in tante situazioni della vita umana,<br />

anche quando le visioni dell’uomo interpretano<br />

finalità e scopi prettamente<br />

umani, risulta sempre positiva e a vantaggio<br />

dell’uomo redento.<br />

E’ vero che le “opere <strong>di</strong> Dio” sono incomprensibili<br />

ma <strong>di</strong>vengono chiare e<br />

<strong>di</strong>stinte nel progetto provvidenziale<br />

della storia della salvezza.<br />

Dio, infatti, manifesta il suo amore<br />

infinito con l’invio del suo Figlio,<br />

Cristo Gesù, il quale doveva re<strong>di</strong>mere<br />

VERSO L’AVVENIRE • Gennaio - Febbraio 2001 VERSO L’AVVENIRE • Gennaio - Febbraio 2001<br />

l’umanità e instaurare un nuovo modo<br />

<strong>di</strong> amare, <strong>di</strong> pace e <strong>di</strong> comunione tra gli<br />

uomini.<br />

E’ in questa <strong>di</strong>mensione che vanno<br />

interpretati tutti gli eventi della storia<br />

umana.<br />

La fondazione della Congregazione<br />

delle “FIGLIE <strong>di</strong> S.MARIA DI LEU-<br />

CA”; è indubbiamente uno dei tanti<br />

eventi esperienziali in cui il progetto<br />

della SS.Trinità vuole realizzare una<br />

delle sue “opere” incomprensibili a<br />

vantaggio del popolo <strong>di</strong> Dio.<br />

La Congregazione religiosa nasce nel<br />

1938 per opera <strong>di</strong> una donna pia e<br />

coraggiosa, Elisa Martinez <strong>di</strong> Galatina,<br />

che insieme a poche anime devote,<br />

ottiene dal vescovo della Diocesi<br />

<strong>di</strong> Ugento Mons. Giuseppe Ruotolo,<br />

<strong>di</strong> poter iniziare un cammino <strong>di</strong> vita<br />

religiosa nel paese <strong>di</strong> Miggiano, in<br />

provincia <strong>di</strong> Lecce.<br />

Fu lo stesso vescovo che suggerì <strong>di</strong><br />

dare alla Congregazione nascente il<br />

titolo glorioso <strong>di</strong> “Figlie <strong>di</strong> S. Maria<br />

<strong>di</strong> <strong>Leuca</strong>” e concesse l’erezione canonica<br />

<strong>di</strong> Diritto Diocesano il 15 Agosto<br />

del 1941. E due anni dopo, si ebbe il<br />

Decreto <strong>di</strong> lode <strong>di</strong> Diritto Pontificio<br />

esattamente il 29 Maggio del 1943.<br />

La giovane Fondatrice, nacque infatti,<br />

a Galatina il 25 Marzo del 1905, dette<br />

subito un impulso evangelico alla vita<br />

religiosa e apostolica del gruppo delle<br />

anime desiderose <strong>di</strong> consacrarsi totalmente<br />

a Dio. Queste, spinte dall’azione<br />

dello Spirito, volevano vivere un’esperienza<br />

<strong>di</strong> fede intensa attraverso una<br />

vita <strong>di</strong> preghiera e <strong>di</strong> comunione tra<br />

loro con la Chiesa locale.<br />

L’obiettivo evangelico e apostolico, recepito<br />

da molte comunità ecclesiali,<br />

fu realizzato in più parti e in varie località,<br />

motivo per cui si assiste alla<br />

fondazione <strong>di</strong> varie case religiose con<br />

una presenza <strong>di</strong> vocazioni proveniente<br />

da <strong>di</strong>versi ambienti.<br />

L’ambito della presenza delle Suore,<br />

pertanto, non fu solo il territorio italiano<br />

ma ben presto si estese oltre il<br />

confine nazionale. Le prime fondazioni<br />

fuori Italia si hanno nella Svizzera,<br />

nel 1947; negli Stati Uniti, nel Canada,<br />

1947-1951; in Francia nel 1958;<br />

20 21<br />

in Spagna nel 1965; in Portogallo nel<br />

1967; in In<strong>di</strong>a nel 1967-1968; nelle<br />

Filippine nel 1967-1969.<br />

LE SUORE A LEUCA<br />

Le suore sono approdate a <strong>Leuca</strong> nel<br />

maggio del 1944, dopo appena un<br />

anno dalla venuta dei Religiosi francescani<br />

nella Parrocchia <strong>di</strong> Cristo Re.<br />

I frati minori, infatti, vennero a <strong>Leuca</strong><br />

l’8 Agosto del 1943.<br />

Nella cronaca del Convento <strong>di</strong> <strong>Leuca</strong>,<br />

in riferimento al possesso canonico<br />

del Parroco P. Anselmo Raguso, avvenuta<br />

il 1° Novembre del 1944, leggiamo<br />

“Nel vespro <strong>di</strong> detto giorno, primo<br />

<strong>di</strong> novembre, il Vescovo (Mons. Ruotolo)<br />

intervenne alla recita fatta dalle<br />

bimbe dell’A.C. in occasione della festa,<br />

assistite dalle Suore, Figlie <strong>di</strong> S.<br />

Maria <strong>di</strong> <strong>Leuca</strong>, residenti in un <strong>di</strong>ficio<br />

<strong>di</strong> loro proprietà presso la villa della<br />

famiglia Romasi”.<br />

La seconda guerra mon<strong>di</strong>ale è terminata<br />

da poco e i suoi effetti <strong>di</strong> <strong>di</strong>struzione,<br />

<strong>di</strong> fame, <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio economico e <strong>di</strong> vita<br />

sociale si fanno sentire anche nella piccola<br />

citta<strong>di</strong>na. <strong>Leuca</strong> fu <strong>di</strong>chiarata<br />

campo profughi per cui in quegli anni<br />

la situazione generale fu quanto mai<br />

carente e nello stesso tempo bisognosa<br />

<strong>di</strong> aiuti economici, spirituali e umanitari.<br />

La presenza <strong>di</strong> profughi provenienti<br />

da oltre una trentina <strong>di</strong> paesi stranieri,<br />

con<strong>di</strong>zionò la vita dell’intero paese sia<br />

economicamente che spiritualmente.<br />

L’azione del francescani, attraverso<br />

l’attività <strong>di</strong> accoglienza religiosa e<br />

parrocchiale e la stretta collaborazio-


ne delle Suore con l’aiuto in Parrocchia<br />

e con la Scuola Materna per i<br />

bambini <strong>di</strong> <strong>Leuca</strong>, sono stati fondamentali<br />

per l’insorgenza e il mantenimento<br />

<strong>di</strong> una vita cristriana.<br />

Dal 1943, infatti, è iniziata a <strong>Leuca</strong><br />

una vita religiosa improntata sulla comunità<br />

<strong>di</strong> una presenza che per la prima<br />

volta, nella storia moderna della<br />

citta<strong>di</strong>na, ha visto nei Frati e nelle<br />

Suore punti <strong>di</strong> riferimento costanti,<br />

stabili e pieni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibilità per aiutare<br />

una Comunità in fase <strong>di</strong> adattamento.<br />

Non è facile descrivere l’attività che<br />

le Suore hanno svolto a <strong>Leuca</strong> dal lontano<br />

1944 fino ad oggi. La presenza,<br />

oggi, <strong>di</strong> tre Comunità religiose, della<br />

stessa Congregazione, ci <strong>di</strong>ce quanto<br />

sia stata ed è attualmente efficace e<br />

preziosa la loro attività espressa in<br />

tanti settori. Fotografando le tre case,<br />

abbiamo una visione chiara del lavoro<br />

silenzioso, ma altamente meritorio <strong>di</strong><br />

ciò che hanno fatto e fanno le suore a<br />

<strong>Leuca</strong>.<br />

1 A -CASA RELIGIOSA<br />

via Virgilio, 45<br />

Questa casa è stata fondata nel maggio<br />

del 1944.<br />

Le suore della prima comunità furono:<br />

Sr. Serafina Maffoni <strong>di</strong> Piacenza,<br />

Superiora<br />

Sr. Placida Spe<strong>di</strong>cato <strong>di</strong> Monteroni<br />

Sr. Gemma Romagnoli <strong>di</strong> Nettuno.<br />

L’attività <strong>di</strong> questa casa ha subito<br />

variazioni a seconda delle situazioni<br />

che si sono create nella vita pastorale<br />

22<br />

VERSO L’AVVENIRE • Gennaio - Febbraio 2001<br />

e civile della comunità sociale.<br />

Nata come presenza a vantaggio della<br />

comunità <strong>di</strong> <strong>Leuca</strong> a livello <strong>di</strong> Scuola<br />

Materna e <strong>di</strong> stretta collaborazione<br />

con la nascente Parrocchia, oggi non<br />

ha la Scuola materna ma dal 1958<br />

svolge un’attività sociale <strong>di</strong> alto livello<br />

a vantaggio delle ragazze madri. E’<br />

un’attività silenziosa e intensamente<br />

evangelica che le Suore svolgono in<br />

collaborazione col Tribunale per i<br />

Minorenni <strong>di</strong> Lecce.<br />

Attualmente vi sono 7 Suore:<br />

1. Madre Cecilia Luceri, Superiora<br />

2. Suor Matilde Rossetti<br />

3. Suor Gemma Romagnoli<br />

4. Suor Benigna Cera<br />

5. Suor Alfonsina Ookan (In<strong>di</strong>ana)<br />

6. Suor Debora Ocon (Filippina)<br />

7. Suor Doris Amora (Filippina).<br />

2 A CASA RELIGIOSA<br />

“Asilo Permanente” Via Enea, 82<br />

La casa è stata fondata il 3 Ottobre del<br />

1956.<br />

Le attività legate a questa casa sono:<br />

Asilo Nido e Scuola Materna. Questa<br />

attività è molto apprezzata anche dalle<br />

famiglie dei paesi vicini. Stretta collaborazione<br />

con la Parrocchia per la<br />

Catechesi e il Canto Sacro. Animazione<br />

liturgica in Chiesa.<br />

Attualmente vi sono 9 Suore:<br />

1. Madre Maria Luisa Cera, Superiora<br />

2. Suor Maria Francesca Galati<br />

3. Suor Arianna Peron<br />

4. Suor Irene Lungay (Filippina)<br />

5. Suor Josefa Paradela (Filippina)<br />

6. Suor Grazia Cainta (Filippina)<br />

VERSO L’AVVENIRE • Gennaio - Febbraio 2001<br />

7. Suor Antonia Payya<strong>di</strong>lly (In<strong>di</strong>ana)<br />

8. Suor Lia Ongcoy (Filippina)<br />

9. Suor Aureliana Casinillo (Filippina)<br />

3 A CASA RELIGIOSA<br />

<strong>Basilica</strong>-<strong>Santuario</strong><br />

La casa è stata fondata nel 1997 su<br />

interessamento del Penitenziere della<br />

<strong>Basilica</strong> Mons. Giuseppe Stendardo e<br />

dalla benevolenza dell’attuale Superiora<br />

Generale della Congregazione.<br />

Rev.ma Madre Elena Russo, nativa <strong>di</strong><br />

Corsano.<br />

L’attività specifica <strong>di</strong> questa comunità<br />

è il servizio liturgico presso il santuario<br />

e la testimonianza <strong>di</strong> una vita <strong>di</strong><br />

23<br />

consacrazione nella Congregazione<br />

de<strong>di</strong>cata alla Madonna <strong>di</strong> <strong>Leuca</strong>.<br />

La comunità è costituita da tre Suore:<br />

1. Madre Tarcisia Lecci, Superiora<br />

2. Suor Carmela Billona (Filippina)<br />

3. Suor Lutgarda Vedamuthu (In<strong>di</strong>ana)<br />

Complessivamente sono 19 Religiose<br />

(8 italiane e 11 straniere) che svolgono<br />

attività spirituale e sociale a vantaggio<br />

<strong>di</strong> una Comunità che tanto deve<br />

a queste anime consacrate che con sacrificio<br />

si prestano generosamente per<br />

la testimonianza <strong>di</strong> un ideale evangelico.<br />

P. Corrado Morciano


Sono giunti più <strong>di</strong> 1500 pulmann da tutto il mondo<br />

Un fiume <strong>di</strong> Pellegrini nell’anno del Giubileo<br />

C<br />

ome nelle previsioni, il 2000 è<br />

stato da record per i pellegrinaggi<br />

nella nostra <strong>Basilica</strong>. L’anno<br />

giubilare ha richiamato fedeli da ogni parte del<br />

mondo giunti con gruppi organizzati. A questi<br />

bisogna aggiungere i numerosi nuclei familiari<br />

che hanno fatto tappa nella nostra <strong>Basilica</strong> per<br />

la celebrazione del Giubileo e per l’acquisto<br />

delle indulgenze previste. Basti pensare che<br />

mercoledì 11 ottobre il piazzale della <strong>Basilica</strong><br />

era gremito da 26 pullman e 10 pulmini.<br />

Dal mese <strong>di</strong> aprile ad agosto si è registrato<br />

il maggior numero <strong>di</strong> viaggi organizzati.<br />

Nel mese <strong>di</strong> aprile i pullman sono stati 164, a<br />

maggio 250, a giugno 146, a luglio 176 e ad<br />

agosto 155.<br />

Complessivamente, nel corso dell’anno,<br />

sono giunti più <strong>di</strong> 1500 autobus che, moltiplicati<br />

per i posti <strong>di</strong>sponibili su ogni mezzo,<br />

in me<strong>di</strong>a 55, fanno un totale <strong>di</strong> 82500 pellegrini,<br />

giunti da ogni parte d’Italia e del<br />

Mondo a rendere omaggio alla Madonna De<br />

Finibus Terrae. Tra le nazioni estere in testa<br />

c’è la Germania con più <strong>di</strong> 100 autobus, seguito<br />

dall’Austria, Svizzera e Francia. Pelle-<br />

VERSO L’AVVENIRE • Gennaio - Febbraio 2001 VERSO L’AVVENIRE • Gennaio - Febbraio 2001<br />

grini poi sono arrivati anche dall’America,<br />

Stati Uniti, Inghilterra, Balcani, Praga, Grecia,<br />

Canada, Danimarca, Cecoslovacchia, Africa,<br />

Spagna, Canton Ticino, Yugoslavia, Slovenia,<br />

Olanda, Marocco, Venezuela e Londra.<br />

Un ulteriore richiamo per i fedeli è stata<br />

la pubblicazione della foto della nostra <strong>Basilica</strong>,<br />

con un breve cenno storico, sul calendario<br />

<strong>di</strong> Famiglia Cristiana, il settimanale<br />

cattolico più <strong>di</strong>ffuso nelle famiglie italiane.<br />

Per quanto riguarda i pellegrinaggi pugliesi,<br />

l’anno Giubilare è stato aperto dai<br />

giovani <strong>di</strong> azione cattolica <strong>di</strong> Depressa <strong>di</strong><br />

Tricase il 28 gennaio scorso, poi dai Padri<br />

Cappuccini della provincia monastica pugliese<br />

il 4 febbraio scorso. Il 16 aprile si è<br />

svolto il Giubileo della Gioventù e il 25 aprile<br />

quello delle suore “figlie <strong>di</strong> San Paolo”.<br />

Domenica, 2 luglio, si è celebrata la Giornata<br />

Giubilare del donatore <strong>di</strong> sangue; il 15 settembre<br />

l’appuntamento è stato con il giubileo<br />

degli anziani e degli ammalati. Quoti<strong>di</strong>ani<br />

i pellegrinaggi dalle varie parrocchie<br />

del Salento e della Puglia, giunti in alcuni<br />

casi anche a pie<strong>di</strong>, che hanno celebrato nella<br />

nostra <strong>Basilica</strong> il Grande Giubileo.<br />

Vita della <strong>Basilica</strong><br />

Questi ultimi due mesi sono stati d’intensa attività spirituale per la <strong>Basilica</strong>. E’ stato un flusso<br />

continuo <strong>di</strong> pellegrini provenienti da tutte le parti della Diocesi e della Provincia per lucrare<br />

l’indulgenza del giubileo.<br />

Molti, infatti, anziani, ammalati, mamme <strong>di</strong> famiglia, uomini e giovani che non hanno avuto la<br />

possibilità <strong>di</strong> recarsi a Roma, non si son fatta scappare questa grande opportunità spirituale.<br />

Anche alcuni parroci, sensibili alle richieste dei propri parrocchiani più poveri, hanno voluto<br />

organizzare dei pellegrinaggi giubilari fino all’ultimo giorno. Tra questi ricor<strong>di</strong>amo la Parrocchia<br />

del Sacro Cuore <strong>di</strong> Acquaviva delle Fonti con d. Vito Nardulli; la Comunità Emmanuel<br />

<strong>di</strong> Lecce con Padre Mario Marafioti; la Parrocchia <strong>di</strong> S. Antonio da Padova <strong>di</strong> Tricase con d.<br />

Donato Bleve; I ragazzi della Parrocchia M. Ausiliatrice <strong>di</strong> Taurisano con d. Leonardo Salerno;<br />

la Confraternita S. Maria della Stella <strong>di</strong> Ostuni; la Parrocchia della Natività <strong>di</strong> Tricase<br />

con d. Antonio Ingletto; il Gruppo Vincenziano <strong>di</strong> Supersano; la Parrocchia <strong>di</strong> Villa Convento<br />

e <strong>di</strong> Santeramo in Colle; da Trepuzzi ecc. ecc.<br />

A livello organizzativo <strong>di</strong>ocesano ricor<strong>di</strong>amo:<br />

IL GIUBILEO DEI CORI PARROCCHIALI<br />

Come programmato all’inizio dell’anno il 22 novembre –festa <strong>di</strong> Santa Cecilia– si è celebrato<br />

il giubileo <strong>di</strong> tutti i cori parrocchiali della Diocesi.<br />

E’ stata una bellissima esperienza. Per loro ha celebrato la S. Messa il <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong>ocesano per<br />

la musica sacra: don Leonardo Salerno in quanto il Vescovo si trovava in Ruanda per una<br />

visita missionaria da tempo organizzata. Non ha mancato comunque <strong>di</strong> far pervenire il suo<br />

messaggio e il suo saluto a tutti gli intervenuti.<br />

IL GIUBILEO DELLE FAMIGLIE<br />

Il 30 <strong>di</strong>cembre –festa della Sacra Famiglia– si è celebrato il Giubileo delle Famiglie, guidato<br />

da S. Ecc. Mons. Vito De Grisantis. Alle numerose coppie <strong>di</strong> sposi convenute il Vescovo<br />

–durante l’omelia– ha rivolto la sua competente e calorosa parola <strong>di</strong> esortazione e <strong>di</strong> incoraggiamento.<br />

Subito dopo c’è stata la professione <strong>di</strong> fede e il rinnovo delle promesse nuziali. Al<br />

termine della celebrazione il Vescovo ha offerto a tutte le coppie un suo ricor<strong>di</strong>no personale.<br />

FESTE NATALIZIE CON GLI ANZIANI<br />

E’ bello vedere le due estremità della vita unirsi insieme per imparare e ricordare. A rendere<br />

meno pesante la solitu<strong>di</strong>ne della vecchiaia il giorno 23 <strong>di</strong>cembre sono stati i ragazzi del catechismo<br />

<strong>di</strong> Corsano. Guidati dai rispettivi catechisti essi hanno offerto la loro spensieratezza<br />

con canti, danze, recite.<br />

Il giorno 29 <strong>di</strong>cembre a far festa ai nostri Anziani sono stati i ministranti della forania <strong>di</strong><br />

Mancaversa della Diocesi <strong>di</strong> Nardò-Gallipoli: quanta allegria e spensieratezza.<br />

Il giorno 30 <strong>di</strong>cembre, a far festa con gli Anziani sono stati i componente del coro della basilica.<br />

Anche qui vecchi canti popolari , “balli” d’altri tempi, <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> doni da parte del<br />

Babbo Natale e poi…–come per tutti gli incontri– spumante, panettone, dolci d’ogni tipo ecc.<br />

ecc.<br />

Per tutti, il responsabile legale, d. Giuseppe Stendardo, ha avuto parole <strong>di</strong> ringraziamento<br />

mentre gli anziani hanno chiesto <strong>di</strong> ritornare da loro con più frequenza.<br />

24 25


Pellegrinaggi<br />

NOVEMBRE<br />

1- 4 Pul. da Lecce.<br />

2- Dalla Svizzera; da Carovigno.<br />

3- Dalla Germania.<br />

4- Dalla Germania.<br />

5- 2 pul. da Bari; 2 pul. da Acquaviva delle Fonti; da Giovinazzo.<br />

6- da Londra; da Matera.<br />

7- Da Cosenza.<br />

8- Da Trapani; da Reggio Calabria.<br />

9- Da Mottola; da Scanzano.<br />

10- Da Rimini;<br />

11- Da Serrano; dalla Grecia.<br />

12- Da Trani; dall’Abruzzo.<br />

13- Dalla Svizzera; da Roma.<br />

14- Da Latina; dalla Svizzera.<br />

15-Dalla Danimarca; dal Belgio.<br />

16- Dalla Valtellina; da Latina.<br />

17- Dall’Austria.<br />

18- Dalla Grecia; da Varese.<br />

19- Da Latina; da Frosinone.<br />

20- Da Cassino; dalla Svizzera.<br />

21- Dalla Francia; da Copertino; da Gallipoli.<br />

22- Da Caserta; dal Lazio.<br />

23- Da Napoli; da Salerno.<br />

24- Da Reggio Calabria; Parrocchia S. Antonio <strong>di</strong> Tricase con d. Donato Bleve che ha celebrato.<br />

25- Da Collemeto con il parroco che ha celebrato.<br />

26- Da Ostuni; confraternita S.Maria della Stella; 2 pul. da Novoli; da Sondrio.<br />

27- Da Potenza; da Matera.<br />

30- Tricase; parrocchia natività <strong>di</strong> M.V. con d. Antonio Ingletto che ha celebrato.<br />

DICEMBRE<br />

2- 2 pul. da Taurisano.<br />

3- Da Mottola; 2 pul da Ostuni; da San Donato; da S.Vito dei Normanni.<br />

4- Da Roma.<br />

5- Da Genova.<br />

6- Da Genova; da Bologna.<br />

7- Santa Maria al Bagno con il parroco d. Antonio Giuri.<br />

9- Da Villa Convento; Gruppo Vincenziano da Supersano.<br />

10- Da Santeramo in Colle; da Martina Franca; da Caserta; da Napoli.<br />

11- Da Lugano.<br />

12- 2 pul. da Martina Franca.<br />

13- Dall’Austria; da Bergamo.<br />

14- Dal Veneto; dall’Emilia Romagna.<br />

15- Da Reggio Calabria; da Matera.<br />

16- Da Scanzano; da Bari.<br />

17- 2 pul. da Lecce; da Martina Franca.<br />

18- Dall’Austria; dalla Grecia.<br />

19- Da Taranto; da Cosenza.<br />

20- Dalla Svizzera; dalle Marche.<br />

21- Dalla Francia; dalla Germania.<br />

22- Da Felline; da Racale; da Aradeo.<br />

23- Da Foggia; 2 pul da Firenze.<br />

26- Dall’Austria; dalla Sicilia.<br />

27- Da Firenze; da Torino.<br />

28- Dalla Francia; dalla Svizzera; dal Veneto; dalle Marche; dall’Emilia Romagna.<br />

29- Da Foggia; da Trinitapoli; da Martina Franca.<br />

30- Da Zurigo; da Locorotondo; da Zapponeta; da Firenze; da Foggia.<br />

26<br />

VERSO L’AVVENIRE • Gennaio - Febbraio 2001<br />

VERSO L’AVVENIRE • Gennaio - Febbraio 2001<br />

25°<br />

Hanno celebrato il Anniversario <strong>di</strong> Matrimonio<br />

Francesca Sergi e Salvatore Marino<br />

Gagliano del Capo<br />

Antonia Bello e Biagio D’Amico<br />

Corsano<br />

Maria Margarito e Giovanni Ozza<br />

Ugento<br />

27<br />

Francesca Sergi e Salvatore Marino<br />

Gagliano del Capo<br />

Francesca Sergi e Salvatore Marino<br />

Gagliano del Capo<br />

50°<br />

Carmela Martella e Salvatore De Francesco<br />

Tiggiano

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