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SCHILPARIO - Scalve.it

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<strong>SCHILPARIO</strong><br />

auLE DiDaTTicHE PER conoscERE LE MiniERE<br />

Oltre 100.000 euro sono stati stanziati dall’Unione<br />

Europea per contribuire ad illustrare agli studiosi<br />

ed ai c<strong>it</strong>tadini la v<strong>it</strong>a dei minatori e le attiv<strong>it</strong>à<br />

connesse alla escavazione e lavorazione del ferro.<br />

La nostra Valle è stata inser<strong>it</strong>a da alcuni anni in un grande<br />

progetto di valorizzazione delle ex miniere. è un progetto<br />

interregionale che, così come avviene per le cosiddette<br />

“Strade dei Vini”, prevede dei percorsi coordinati tra loro<br />

in cui le vecchie miniere e le attiv<strong>it</strong>à collegate trovano<br />

un loro spazio perchè non si perda la memoria non solo<br />

storica di un fenomeno riservato ormai ai paesi del terzo<br />

mondo.<br />

“Iron Route” (strada d’argento) è il nome del progetto a<br />

cui aderisce anche la Valle di <strong>Scalve</strong>. Con questa adesione,<br />

in Valle arriveranno interventi iniziali di almeno 112.600<br />

euro che saranno utilizzati direttamente dal gestore del<br />

progetto per fornire le ex miniere di nuove attrezzature ne-<br />

Giovani RisToRaToRi scaLvini EMiGRanTi<br />

R<strong>it</strong>engo giusto e doveroso parlare di alcuni giovani<br />

che sono emigrati per lavoro e per cercare fortuna<br />

fuori dalla loro Valle: voglio qui parlare di<br />

Marco Maj di 33 anni e Gianluca Raineri di 32, entrambi<br />

di Schilpario. Lavorano nel settore della ristorazione.<br />

Marco è emigrato in America da alcuni anni e gestisce<br />

con alcuni amici un ristorante sulla costa dell’Oceano Pacifico<br />

a san Diego, in California. Dopo aver consegu<strong>it</strong>o il<br />

diploma all’Ist<strong>it</strong>uto Tecnico Professionale Alberghiero di<br />

Darfo Boario Terme ha frequentato corsi di Formazione<br />

all’Ente Turismo Toscano, è entrato giovanissimo nel<br />

mondo della ristorazione alberghiera; parla con discreto<br />

livello inglese, spagnolo, francese e tedesco, ha fatto<br />

22 > La Comun<strong>it</strong>à della Valle di <strong>Scalve</strong> > Gennaio 2008<br />

cessarie per le vis<strong>it</strong>e in gallerie, l’installazione di pannelli<br />

multimediali con spiegazioni dei fenomeni geologici che<br />

danno origine alla formazione dei metalli, sistemi di comunicazione<br />

didattica per i vis<strong>it</strong>atori, specie scolaresche.<br />

L’intervento maggiore sarà l’aula didattica che è prevista<br />

ai Fondi di Schilpario, con cartellonistica, poster, descrizione<br />

dei processi minerari e sistemazione di attrezzi di<br />

lavoro in miniera, dai vagoncini alle rotaie, alle motrici.<br />

Ci saranno anche installazioni lungo le strade di accesso<br />

alla nostra Valle, con sagome che richiamano all’attiv<strong>it</strong>à<br />

mineraria e wood totem che forniranno le informazioni<br />

sulle specifiche caratteristiche di ogni ex miniera in<br />

Valle. Anche in questo caso si coordinerà il tutto tra le<br />

varie vecchie miniere, coinvolgendo quindi sia Colere<br />

che Schilpario e quindi la zona della Manina, per fare in<br />

modo che prosegua la valorizzazione di questo importante<br />

patrimonio della nostra terra.<br />

esperienze in gestione di sale, gestione del personale e<br />

sommelier. Marco prima di trasferirsi in California ha<br />

svolto la sua attiv<strong>it</strong>à in diversi ristoranti a 5 stelle, sia<br />

in Italia (Viareggio, Pescara, Firenze, Chieti, Livorno,<br />

Sondrio) che all’estero (Francia, Germania e Gran Bretagna).<br />

Dopo aver accumulato esperienze in tutte queste<br />

local<strong>it</strong>à, alcuni anni fa decise di trasferirsi a San Diego,<br />

dove tutt’ora si trova e gestisce un grande ristorante. Il<br />

curriculum di Luca Raineri lo conosco poco, ma so che è<br />

altrettanto bravo in questo settore ed ora sta lavorando in<br />

Grecia, dove pure lui gestisce un ristorante. Complimenti<br />

a questi due giovani scalvini che portano nel mondo il<br />

buon nome della Valle di <strong>Scalve</strong>. Tanti auguri e buona<br />

fortuna per la vostra carriera, perché lo mer<strong>it</strong>ate!<br />

Rino Maj


FinaLMEnTE in sEGGiovia<br />

Man mano che cresceva la neve, si faceva<br />

più sorridente il viso degli operatori turistici<br />

di Schilpario. Le nevicate dei giorni<br />

scorsi hanno consent<strong>it</strong>o finalmente di far funzionare<br />

a pieno regìme l’impianto di risal<strong>it</strong>a più tecnologico<br />

della Lombardia voluto dal gruppo Piantoni, da anni<br />

t<strong>it</strong>olare della Società Funivie di Schilpario.<br />

L’impianto era stato inaugurato nell’inverno<br />

2006/2007 ma la mancanza di neve nella parte bassa<br />

della seggiovia ha imped<strong>it</strong>o di farlo funzionare pie-<br />

namente. Durante l’estate è stato utilizzato da quanti<br />

hanno voluto salire fino alla Conca di Epolo e da qui<br />

percorrere i numerosi sentieri che portano a diversi<br />

alpeggi.<br />

La seggiovia è ad agganciamento automatico e porta<br />

contemporaneamente 4 persone, con un tettuccio che<br />

ripara da intemperie. Ha quindi una portata oraria<br />

molto consistente. Lo si è voluto così perchè si pensa<br />

già a sviluppare con altri impianti e nuove piste l’area<br />

a monte della Conca di Epolo.<br />

Finora gli sciatori che vengono a Schilpario hanno potuto<br />

usufruire, oltre della bellissima pista di fondo, dei<br />

Campi Paradiso, serv<strong>it</strong>i da una sciovia che consente<br />

di far svolgere lezioni di sci soprattutto ai principanti<br />

ma anche a tutti gli altri di divertirsi nella massima<br />

sicurezza.<br />

La pista che da Epolo scende fino alla partenza della<br />

seggiovia è invece più impegnativa.<br />

Qualche sciatore molto<br />

esperto e un pò spericolato<br />

aveva percorso questo tratto<br />

di pista anche nelle settimane<br />

scorse, a proprio rischio e pericolo.<br />

Ora le ultime nevicate<br />

hanno reso sicura la pista che<br />

un tempo era considerata tra<br />

quelle più impegnative della<br />

bergamasca.<br />

La neve caduta in abbondanza<br />

dovrebbe assicurare a tutta la<br />

stagione il massimo successo,<br />

specie in occasione di importanti<br />

manifestazioni come il<br />

Campionato Nazionale della Polizia ed il Trofeo<br />

Gennaro Sora riservato agli alpini.<br />

Anche gli scalvini sono inv<strong>it</strong>ati ad usufruire della<br />

nuova seggiovia e degli altri impianti di Schilpario.<br />

Per loro ci sono quotazioni speciali sugli abbonamenti<br />

e sui giornalieri. Basta presentare un documento che<br />

dimostri di essere uno scalvino. W.<br />

La Comun<strong>it</strong>à della Valle di <strong>Scalve</strong> > Gennaio 2008 > 23<br />

<strong>SCHILPARIO</strong>


<strong>SCHILPARIO</strong><br />

un PoMERiGGio nELLa vaLLE Di oGniDovE<br />

Ci si trova nel parcheggio di una frazione di<br />

Schilpario, Ronco, in Val di <strong>Scalve</strong>. Siamo un<br />

gruppo di circa venti persone, interessate alla<br />

presentazione del libro di Davide Sapienza “La Valle<br />

di Ognidove”. Mi pare che i convenuti si conoscano<br />

già un po’ tutti tra di loro. Io ed Albino, mio compagno<br />

di viaggio e di viaggi, abbiamo saputo dell’iniziativa<br />

da un giornale locale. Si cammina insieme, lungo<br />

un’antica mulattiera che nel tempo ha visto viandanti<br />

di vario genere, pastori, contadini, minatori, carbonai,<br />

escursionisti ed oggi noi, con Davide ed Imerio, un appassionato<br />

della montagna, che ci guida. Si entra in una<br />

f<strong>it</strong>ta abetaia quasi in silenzio e ci si ferma attorno ad un<br />

grande masso squadrato, in una radura. Altare druidico?<br />

Conglomerato della formazione “Verrucano lombardo”,<br />

con croce potenziata. “Saress”…<br />

è una bellissima pietra, solida, senza tempo. Giù, sul<br />

fondovalle, scorre l’acqua del torrente.<br />

Ci si inoltra nel bosco e si scende verso i resti di un<br />

antico maglio; siamo in local<strong>it</strong>à “Sersegn” o “la pest”.<br />

Spesso questi vecchi toponimi ci lasciano nomi che<br />

richiamano storie ormai quasi del tutto dimenticate.<br />

Accanto ai ruderi solo un occhio attento scorge le tracce<br />

di quello che un tempo poteva essere il canaletto che<br />

conduceva l’acqua alla fucina.<br />

Proseguendo lungo il sentiero, ci si imbatte in una “ral”,<br />

dove decenni fa i boscaioli producevano carbone di<br />

legna, costruendo il “poiat”. Mi torna in mente Bartolomeo,<br />

il carbonaio che Albino ed io abbiamo conosciuto<br />

l’estate scorsa. L’abbiamo cercato ed incontrato in un<br />

bosco dell’ Aspromonte (Calabria) intento al lavoro,<br />

ormai solo a perpetuare lì questo antico ed anche un po’<br />

misterioso r<strong>it</strong>o. Un maestro del fuoco. Sempre lungo il<br />

sentiero, Imerio ci mostra i resti di un forno fusorio per<br />

i minerali. Secondo me non è un caso che sia non molto<br />

24 > La Comun<strong>it</strong>à della Valle di <strong>Scalve</strong> > Gennaio 2008<br />

distante dalla “ral”: spesso erano gli stessi cavatori che,<br />

nella bella stagione, producevano il carbone da usare,<br />

insieme alla legna, per “arrostire” il minerale nella “regrana”.<br />

Ci togliamo dal sentiero e ci inerpichiamo sulla<br />

montagna tra l’erba secca (pare che lì qualcuno abbia<br />

appena tagliato l’erba, sino ad accennare un tracciato:<br />

l’ha fatto appos<strong>it</strong>amente per noi ?).<br />

Arriviamo, alcuni di noi col fiatone..., ad uno spiazzo<br />

erboso. Imerio ed una signora del gruppo ci offrono un<br />

bicchiere fumante di tè ai frutti di bosco e dei biscotti<br />

caserecci: un gesto gentile, pensato dalle mani di chi li<br />

ha preparati per noi.Lì, sul fianco della montagna, tra<br />

i maggiociondoli, ci sono dei massi singolari; alcuni<br />

di loro, enormi, sono sospesi su altri più piccoli, fino a<br />

formare una nicchia piuttosto capiente sotto di sé. Sono<br />

“le ba<strong>it</strong>e del Brüsa ”. Secondo alcuni servivano come<br />

ricovero per i minatori, Imerio preferisce ipotizzarle<br />

come riparo per i pastori ed i loro animali. Penso che<br />

anche la prima idea non sia da scartare, vista la presenza<br />

delle miniere e la vicinanza della “ ral”, della “regrana”,<br />

della fucina; presenze che paiono in stretto collegamento<br />

tra loro, rispetto alla funzione di ognuna nel ciclo<br />

della lavorazione del ferro. Cavatori,<br />

carbonai, fabbri: lavori duri, ma che<br />

erano arte.<br />

Questo luogo mi appare talmente magico<br />

da farmi immaginare qui, insieme<br />

ad Alessandra, una bimba che fa<br />

parte di questo gruppo, i convegni delle<br />

streghe… Albino ed io ci fermiamo<br />

un poco per fare foto, la sua passione<br />

da sempre; poi si raggiunge il gruppo.<br />

Una ragazza si attarda con noi a fotografare<br />

il Pizzo Camino. Sostiene di<br />

farlo spesso e di vederlo ogni giorno


con un colore diverso. Mentre scendiamo, parla con<br />

calore dei racconti di suo padre, che andava a tagliare<br />

l’erba magra per gli animali in cima alla montagna. Ora,<br />

dice, in quei luoghi l’erba non cresce più. Ci sono ancora<br />

giovani così! Scendiamo rapidi al torrente, lo guadiamo<br />

ed arriviamo in breve alla cascata del Vò.<br />

« Ma anche le fate fanno il bagno qui, insieme agli<br />

gnomi? Tu li hai visti?». Mi chiede la piccola Alessandra.<br />

La visione di una cascata è sempre affascinante<br />

per me; riuscire a vederci altri esseri la rende ancora<br />

più emozionante. « Se ci vieni d’estate ed aspetti in<br />

silenzio, li potrai vedere anche tu». Le rispondo. Si sta<br />

facendo buio. Proseguiamo il cammino nel bosco. Un<br />

morbido muschio verde ammanta il sottobosco. Imerio<br />

ci conduce nel luogo in cui un tempo era stata collocata<br />

una TEsi PER ToMaso aRTisTa<br />

Schilpario ha voluto ricordare la figura di uno<br />

dei suoi personaggi più noti, Tomaso Pizio, il<br />

compianto p<strong>it</strong>tore e scultore che nell’arte, non<br />

solo bergamasca, ha lasciato un segno importante. Il<br />

plurilaureato Giancarlo Stucchi di Vimercate, che a<br />

Schilpario ci viene da una v<strong>it</strong>a, ha presentato a Schilpario<br />

la sua tesi di laurea con l’illustrazione della storia ma<br />

soprattutto delle qual<strong>it</strong>à artistiche di Pizio. La serata è<br />

stata organizzata dalla Biblioteca Comunale nell’amb<strong>it</strong>o<br />

delle manifestazioni culturali curate con l’intervento<br />

del Comune e si è svolta presso la sala consiliare alla<br />

presenza di numeroso pubblico.<br />

L’autore della tesi ha destinto vari periodi della sua<br />

arte, sia figurativa che di scultura.<br />

Infatti chi ha in casa le sue<br />

prime tele riuscirà difficilmente<br />

a pensare che sono dello stesso<br />

Pizio che ha dipinto i quadri<br />

degli ultimi anni. La stessa cosa<br />

vale per le sculture, un tempo<br />

più figurative e successivamente<br />

più attente ad una interpretazione<br />

una teleferica per il trasporto del materiale utilizzato<br />

per la costruzione della strada mil<strong>it</strong>are, durante la prima<br />

guerra mondiale. Di tutta la struttura è rimasto solo un<br />

alto muro a secco, a ridosso del monte. A poco a poco<br />

il bosco si riappropria delle tracce che gli uomini vi<br />

lasciano. Ormai giunti sulla strada asfaltata, notiamo<br />

l’ingresso, ormai chiuso, di una miniera; ne fuoriesce<br />

dell’abbondante acqua sorgiva. Pietra, acqua, legno, per<br />

secoli sono state risorse v<strong>it</strong>ali degli uomini della valle.<br />

Il cerchio del nostro percorso si conclude qui. Ringrazio<br />

Imerio che l’ha preparato per noi. Grazie pure a Davide,<br />

che ha avuto l’idea di presentare un suo libro di viaggi<br />

(che non ho ancora letto) con questo viaggio.<br />

“Foto di Albino Bertuletti”<br />

Vanna Perini<br />

diversa della realtà. Basterà pensare alla celebre Madonnina<br />

dei Campelli. Per due ore il pubblico è stato rap<strong>it</strong>o<br />

dalle immagini delle sue opere, che sono state proiettate.<br />

La tesi di laurea era stata discussa con il Prof. Luciano<br />

Caramel presso la facoltà di Scienze e Beni Culturali<br />

della Cattolica di Milano.<br />

Alla manifestazione sono intervenute le autor<strong>it</strong>à locali<br />

ma anche i familiari dell’artista, con in testa il figlio<br />

Alessandro, che sta seguendo le orme del padre.<br />

Il Dr. Giancarlo Stucchi ha voluto lanciare un inv<strong>it</strong>o<br />

a tutti coloro che hanno conosciuto Tomaso Pizio o<br />

possiedono sue opere: avviare la catalogazione di tutto<br />

quanto lui ha fatto, per pubblicare ogni opera d’arte su<br />

un grande catalogo universale, per valorizzare questo<br />

importante patrimonio prima che vada disperso e soprattutto<br />

per ev<strong>it</strong>are i falsi. Per questo motivo si inv<strong>it</strong>ano<br />

tutti coloro che hanno opere di Tomaso Pizio<br />

di fotografarle e consegnare le foto alla Biblioteca<br />

Comunale di Schilpario. In questo modo si avvieranno<br />

le complesse procedure per realizzare questo<br />

importante evento.<br />

Walter<br />

La Comun<strong>it</strong>à della Valle di <strong>Scalve</strong> > Gennaio 2008 > 25<br />

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