SCARICA ARIA DI PRIMAVERA formato PDF - Lavinio Casarotto
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Aria di Primavera<br />
Indice 1<br />
Premessa pag. 03<br />
A Mio Padre “ 04<br />
La Fuga “ 04<br />
Gioia Di Vivere “ 05<br />
Lacrime Di Guerra “ 05<br />
Luce Dell’alba “ 05<br />
Lux Æterna “ 05<br />
Atto Di Forza “ 06<br />
Brezza Sul Mare “ 06<br />
Disperazione “ 06<br />
A Laura “ 07<br />
A Chi Servi “ 08<br />
Aria Di Primavera “ 09<br />
Conclusioni “ 29<br />
1
Studi e riflessioni<br />
- Premessa Pag. 30<br />
<strong>Lavinio</strong><br />
- 1° Del mondo umano cioè della natura dell’uomo. “ 31<br />
Giovanni Pico della Mirandola<br />
- 2° Distinzione fondamentale fra il “SE’ E L’IO” “ 33<br />
Renè Guènon<br />
- 3° Ciò che deve essere celato “ 35<br />
Al-Ghazali<br />
- 4° La prima chiave dell’Alchimia “ 38<br />
Basilio Valentino<br />
- 5° In Principio (Berescith). “ 40<br />
Giovanni Pico della Mirandola<br />
- 6° La Matesi cristiana “ 44<br />
Saint Yves D’Alveidre<br />
- 7° Nota sull’angeologia dell’alfabeto arabo “ 52<br />
Renè Guènon<br />
- 8°Il granello di senapa e il Regno dei Cieli “ 57<br />
Bibbia – Renè Guènon<br />
- 9°Jêsus hiez sine jüngern ûfgân “ 61<br />
Gesù ordinò ai suoi discepoli di salire su una barca<br />
e di traversare il furore. (Mt 14,22)<br />
Meister Eckhart<br />
- 10° Riflessioni – Rûh mirâya ÁllâH “ 64<br />
Dei nove studi<br />
2
Premessa<br />
Quando s’inizia a scrivere al fine di trasferire ad altri la concettualità del proprio<br />
essere e intendo “ESSERE” quale tramite di un’esperienza d’anni di ricerca del SE,<br />
scaturisce un impegno a me naturale d’umiltà e d’amore rivolgendomi a chiunque si<br />
ponga nella condizione di leggere questa esperienza e avrei piacere fosse intesa come<br />
una lettera che personalmente ho voluto inviarti e questa lettera “scaturisce” dalla<br />
quantità immensa d’amore che provo per tutto ciò che Dio ha creato.<br />
Pongo la mano a scrivere secondo coscienza, quella coscienza che mi ha guidato per<br />
molti degli ultimi anni, mi auguro continuerà a farlo fino all’ultimo dei miei giorni e Tu<br />
che poni lo sguardo su queste pagine fallo con l’occhio del cuore, privo di congetture e<br />
preconcetti saprai cogliere l’attimo che appartiene all’eternità al fine di accomunarci in<br />
questo grande bisogno d’AMORE.<br />
Per molti anni, offuscato dall’incomprensione, ho vagato e brancolato nel buio alla<br />
ricerca di cose senza senso, noncurante di appartenere alla condizione di un male che<br />
priva ognuno di noi della Luce Divina, indifferente agli errori e accecato da falsi<br />
bisogni, schiavo di mille congetture, ho sbagliato con molti di Voi, perdonatemi per tutti<br />
i fastidi arrecati, quando sarà il momento di partire per l’altra sponda vorrei farlo senza<br />
portarmi appresso odi e rancori, che Dio abbia pietà di me (non abbiate timore, di pietà<br />
ne ha avuta sin dall’inizio dei tempi, dalla creazione ad oggi e per tutti i tempi che<br />
appartengono all’eternità, come l’uomo appartiene al mondo).<br />
Coinvolto nella costante ricerca dell’ESSERE avverto la sensazione del Risveglio<br />
attraverso il continuo stato di gioia e le risposte alle mie domande non hanno più modo<br />
di esistere, svaniscono dando spazio alla consapevolezza d’Essere.<br />
Finalmente “SONO”.<br />
Compiaciuto dell’attenzione posta da parte Tua auguro a Te e a tutti coloro che<br />
intraprendono il cammino verso Dio il Risveglio per un amore nuovo, quell’Amore che<br />
ci rende ad immagine e somiglianza dell’Altissimo, sempre sia glorificato, (non<br />
facciamone di Dio la nostra immagine ma il preciso contrario).<br />
Ringrazio Dio per mio Padre e mia Madre quale meraviglioso tramite del germe che<br />
porto, che Dio li abbia entrambe in Luce e la pace sia su di loro.<br />
Giunto oltre la gobba del ponte della mia vita la discesa si prospetta sempre più<br />
dolce, è stato arduo sconfiggere me stesso ma ora vivifica in me la visione della fine del<br />
ponte, luogo in cui si abbandona la carne e la Luce del pensiero si nutre dell’Immenso<br />
procedere delle cose poste sotto leggi ancora a noi sconosciute.<br />
Il Risveglio è come la chiave della porta che conduce oltre la fine del ponte, non<br />
vediamo la porta ma ne avvertiamo l’Energia che è posta dietro, come in primavera allo<br />
sbocciare dei germogli cogliamo la sensazione dell’arrivo dell’estate.<br />
<strong>Lavinio</strong> di S.ta Croce<br />
3
A Mio Padre<br />
(In ricordo della Sua sofferenza e per la riconoscenza in merito all’eredità lasciatami)<br />
Con semplicità si tolse le scarpe per donarle a chi non ne aveva e se ne tornò a casa in<br />
ciabatte noncurante dell’inverno e della neve.<br />
Nei suoi ricordi di permanenza al campo di concentramento di Mauthausen e della ritirata<br />
di Russia non serbava rancore a chi aveva agito stoltamente ma ne combatteva l’ideologia<br />
affinché non avesse più a succedere un tale scempio.<br />
Io, onorato del tramite che per me è stato mio Padre, conservo il ricordo in cui nell’atto di<br />
morte mi ha lasciato l’eredità del perdono e dell’amore, oggi vivo la continuità di<br />
quell’energia che solo dopo molti anni ne comprendo l’Essenza.<br />
Grazie a Dio.<br />
Fuga<br />
Percorrevo una strada a me sconosciuta cercando di riscontrare intorno a me cose<br />
famigliari per rendere il cammino più gradevole.<br />
Ad un tratto avvertii la presenza di un grosso cane dal suo respiro affannoso e dal fatto che<br />
correva verso me con l’intenzione di porre i suoi canini nel mio polpaccio.<br />
Mi misi a correre ma la bestia riduceva sempre più la distanza dal suo obiettivo al che<br />
presi coscienza che era meglio affrontarlo, mi voltai e lo stupore fu enorme quando mi resi<br />
conto che la bestia ero io.<br />
Osservai intorno a me e m’accorsi in quell’istante che in quella strada tutto mi era più<br />
famigliare.<br />
4
Gioia Di Vivere<br />
Come l’inverno lascia spazio ai raggi del sole per l’arrivo della primavera.<br />
Come la primavera aiuta a sbocciare i fiori per l’arrivo dell’estate.<br />
Come l’estate da calore alla terra per il nuovo seme deposto in autunno.<br />
Come l’autunno colora le foglie di giallo che andranno a dormire d’inverno.<br />
Come l’inverno pone il silenzio e il riposo per dar spazio a nuova vita in primavera.<br />
Come la gioia di vivere.<br />
Lacrime Di Guerra<br />
Non vi è parola alcuna per descrivere lo straziante pianto di un bimbo che osserva sua<br />
madre che giace a terra priva di vita.<br />
E’ probabile che esista un termine che descriva coloro che determinano la causa di queste<br />
lacrime di guerra, lascio a voi il seguito poiché per me sono già morti.<br />
Luce Dell’alba<br />
Nell’attesa del nuovo giorno avverto la necessità di prepararmi affinché sia desto<br />
nell’attimo in cui la Luce dell’Alba verrà a ripristinare il giusto equilibrio tra l’uomo e quanto<br />
lo circonda e la conoscenza di Dio mi aiuta a preservarmi dalla lunga notte.<br />
Lux Æterna<br />
E il Verbo si fece carne e l’uomo continua a dubitare del Padre, brancola nel buio, inventa<br />
leggi delle quali è schiavo e si raccoglie in gruppo sotto un tetto per vedere il cielo.<br />
La chiave d’accesso all’Assoluto Supremo sta nel riconoscere chi ha pagato il riscatto per<br />
la nostra vita, Gesù, solo a Lui dobbiamo rendere conto per ottenere i benefici della Lux<br />
Æterna.<br />
5
Atto Di Forza<br />
Fino a che serbo in me la convinzione che le mie opinioni sono giuste non darò spazio<br />
alcuno alla possibilità di rendermi libero dalle congetture, è quindi un atto di forza e<br />
grandezza sapermi imporre condizioni che spesso al mio occhio appaiono incongruenti con le<br />
opinioni che conservo.<br />
Brezza Sul Mare<br />
Osservo con l’udito il passaggio della brezza sul mare, ascolto con lo sguardo la<br />
sensazione di piacere, tocco con mano i miei pensieri mentre viaggio a ritroso nella vita<br />
vissuta e nel frattempo avverto con coerenza di appartenere all’immensità dell’Universo tanto<br />
quanto ne appartiene la brezza sul mare.<br />
Disperazione<br />
La testa china sul palmo delle mani, lo sconforto mi assale come a soffocare ogni<br />
momento della mia esistenza, gli occhi colmi di lacrime osservano nel vuoto e dentro vivo la<br />
disperazione solo perché non concepisco l’accaduto.<br />
6
A Laura<br />
Note di una musica soave che trasale dentro di me come<br />
una sensazione di beatitudine nel cogliere il momento<br />
dell’incontro con Laura, creatura sublime innanzi al mio<br />
cammino che desidero teneramente abbracciare, dolce visione<br />
per un uomo giunto oltre la metà del suo percorso di vita, vita<br />
troppo spesso senza itinerari.<br />
Coglierò dal tuo cuore ogni battito d’amore quale<br />
nutrimento per lo Spirito al fine di innalzarmi a livelli<br />
superiori, Dio mi ha fatto dono della traccia da seguire<br />
ponendo Laura sul sentiero che da tempo percorro e mi<br />
disseto alla fonte della purezza che in te vive.<br />
Il dolce alito di vento che ti accarezza i capelli porta alle<br />
narici il profumo inebriante della primavera ricco di nuove<br />
sensazioni dando vita a pensieri senza tempo e senza fine, il<br />
mio cuore batte avido di quell’Amore Divino che nutre ogni<br />
cosa e mi sento ricco di quella ricchezza che alimenta la<br />
gratitudine verso Dio per aver fatto la tua conoscenza.<br />
Attendo con pazienza ogni evento ebro della tua presenza<br />
e nasce in me un fremito come un battito d’ali per la relazione<br />
d’amore scaturita tra noi, ora comprendo quanto è importante<br />
condividerlo con chiunque.<br />
Anche questa sera gioirò del piacere dei tuoi occhi, non<br />
sarò mai sazio del tuo amore e lo stato di purezza che ti<br />
appartiene fa rivivere in me la certezza dell’immenso Amore<br />
che l’Altissimo, sin dall’inizio dei tempi, ha posto nel nostro<br />
cuore.<br />
7
A Chi Servi<br />
Senti che la vita ti sfugge di mano Il pensiero ti strugge non puoi farne a meno<br />
E’ finito lo sballo senti che è la rovina La condanna è una sola si chiama eroina.<br />
Ti penso e ti vedo quando eri bambino Ti vedo che giochi in quel verde giardino<br />
Ti sento parlare del tuo mondo fatato E in un momento ti vedo cambiato.<br />
Mi dici che senti la mente volare Mi dici che il mondo lo senti parlare<br />
Ma le tue ali son solo di cera E ascolti soltanto una storia non vera.<br />
I tuoi occhi son stanchi non vedon più niente, Cieco da tempo il pensiero è nella mente<br />
Ciò che t’importa è solo bucarti Tua madre è vicina vuol solo baciarti.<br />
Ti guarda con gli occhi colmi di pianto E il dolore la uccide in ogni momento<br />
Ti resta vicina per strapparti alla morte Ti resta vicina d’una madre è la sorte.<br />
Vorrei tanto vederti ancora giocare Vorrei vedere il tuo sguardo gioire<br />
Ma il tempo è scaduto la vita è fuggita Tua madre accarezza della mano le dita.<br />
Di te resta solo una foto ricordo E tutti i giornali raccontan come sei morto<br />
La gente discute che in fondo non sei servito, Tanto che importa domani tutto è finito.<br />
Ma io mi soffermo un momento a pensare E penso alla gente che non riesce a capire<br />
E dice le cose senza poi valutare Che in fondo alla vita dobbiam tutti arrivare.<br />
E quando la morte ti viene a chiamare Ti senti un verme e ti metti a pregare<br />
Vorresti tornare al tempo passato Per chieder perdono del tuo peccato.<br />
Rivivi quel giorno in cui hai espresso un giudizio Su quel tale che è morto perché aveva un vizio<br />
E ricordi il momento in cui non ti fregava Se un tale moriva perché si drogava.<br />
Se adesso hai capito non perdere tempo Non lasciar che la droga porti un altro nel vento<br />
Altrimenti a che serve viver la vita Sei già morto da tempo la vita ormai t’e’ sfuggita.<br />
Di tutta la storia resta solo il concetto Che in tutti i casi siam sempre in difetto,<br />
Per chi se ne frega di chi muore di droga E chi per drogarsi sua madre rinnega.<br />
8
Aria Di Primavera<br />
Tutto ha inizio in un giorno d’inverno, stanco di vagare alla ricerca di me stesso, desolato<br />
da una vita d’errori e tensioni mirate all’arrivismo, proteso verso interessi finanziari e<br />
commerciali impongo a me stesso il desiderio di capire, colgo l’occasione dell’ospitalità di un<br />
caro amico, Giorgio, e soprattutto del suo sapere che fece scaturire in me la necessità di<br />
rivedere il percorso dell’esistenza vissuta sino a quel giorno, che abbia a perdonarmi dei<br />
disagi arrecati.<br />
Val Masino, ramo della Valtellina che conserva il ricordo degli amori e del mio<br />
mutamento, luogo di incontri proficui, ancor oggi gioisco al respiro del profumo dei fiori che<br />
anno dopo anno tornano a recitare il meraviglioso canto della vita come in una danza senza<br />
fine, residenza regale per lo Spirito, mi hai accolto come una madre pone tra le braccia suo<br />
figlio e ne ha cura, non c’è parola che possa descrivere la gratitudine che nutro per i luoghi<br />
che ti appartengono e per tutti coloro che vi abitano.<br />
Lunghi mesi d’inverno trascorsi ad osservare il calore del candore della neve, il sole tarda<br />
la sua prima apparizione in quel luogo in un tempo più lontano dell’anno e io continuo a<br />
meditare percorrendo con la mente le disavventure di una vita disordinata, assaporo il calore<br />
nel rimirare le pareti rocciose e di ghiaccio che favorite dalla loro altitudine sono baciate dai<br />
raggi del sole mattutino, punto di riferimento che mi indica l’Est.<br />
L’attenzione cade ad Oriente, seduto sul granito pongo il dorso nudo proteso verso il cielo<br />
nell’attesa di un segnale, la carne dei piedi scalzi avverte il contatto con la fredda terra e<br />
l’alito di vento mostra gli artigli su di me nel constatare temperature al di sotto dello zero di<br />
dieci gradi, eppure la sensazione è quella del tepore del sole.<br />
Godo della compagnia di due pastori maremmani, Chibu e Scardu, ai quali va tutto il mio<br />
affetto e di tanto in tanto getto loro un pezzo di pane secco che spesso funge da unico<br />
alimento non solo per loro e nel frattempo è come se riuscissi ad osservarmi e ciò mi permette<br />
di comprendere ciò che faceva scaturire il conflitto che alimentava la cecità, compagna di<br />
molte incomprensioni e disavventure.<br />
A chi rendere il debito di questa cecità se non a se stessi? Troppo spesso causa di<br />
delusioni che ho accreditato ad altri, porgo quindi maggior attenzione a me stesso affinché<br />
abbia termine il supplizio dell’attore, costernato a recitare la propria parte non mi accorgevo<br />
che la vita non era vissuta in quanto occupato a far altro.<br />
Unico servitore dei miei vizzi continuavo a pormi nel sonno dei legami, schivo alla<br />
propria verità porgevo la mano al permanere del mio flagello.<br />
9
Cara solitudine e beata privazione del cibo, mi avete mostrato chi sono e ne sono rimasto<br />
sconvolto, nudo, anteposto a me stesso osservo la povertà del tempo trascorso in balia di cose<br />
che non hanno seguito e ho avuto paura di me, mio unico nemico.<br />
Ciò che conta è produrre in se stessi, gioire di ciò che realmente si possiede senza alcuna<br />
pretesa, il risveglio è proporzionale alla costante osservazione di sé e la consapevolezza ne<br />
concorda l’evolversi.<br />
Quale rischio dimenticarsi di Dio, mio Signore aiutami a ricordarTi.<br />
RicordarTi in ogni cosa che osservo e che ascolto, nell’aria che respiro.<br />
La relazione col tempo svanisce, libero dall’impegno temporale mi accingo alla riflessione<br />
e alla preghiera e tutto ciò che ha sempre determinato la schiavitù in quel momento riceve la<br />
più totale indifferenza, lievita così una musica nuova dominata dal fragore del silenzio e dagli<br />
ampi spazzi montani colmi di neve.<br />
Il pianto trasale dagli occhi e il singhiozzare rompe la calma di questo mattino d’inverno,<br />
ubriaco del tutto che mi circonda assaporo il respiro d’amore e il pulsare della vita di ogni<br />
cosa e ancora una volta getto un tozzo di pane secco ai miei compagni d’avventura che ad<br />
ogni mia attenzione nei loro confronti manifestano la loro riconoscenza scodinzolando, è un<br />
vero peccato non percepire da loro questo insegnamento di fedeltà.<br />
Contemporaneo all’attimo il futuro non ha senso, presente, nel valore del tempo e di fatto,<br />
finalmente percepisco il presente e le afflizioni date dal peso degli errori si vestono di una<br />
luce diversa, la luce del perdono, della comprensione, della benevolenza, dell’armonia, della<br />
disponibilità, dell’amore.<br />
Abbandonare lo scudo dell’arroganza, della cattiveria, dell’orgoglio, dell’apparenza per<br />
dar spazio all’Essere.<br />
Ciò che apparentemente si mostrava come una disavventura per aver abbandonato la<br />
comoda mondanità di una vita fatta di niente fa invece emergere il senso più reale di quanto<br />
apparteniamo all’Universalità dell’Opera magnifica che è il Creato, svanisce al seguito ogni<br />
interesse per le futilità e tutto ciò al quale è attribuita l’indispensabilità.<br />
Se l’indispensabile è ciò che l’essere umano attribuisce al proprio comodo nelle cose che<br />
pensa di possedere è ricco del niente ma se l’indispensabile è la consapevolezza di<br />
appartenere a Dio è proprietario del tutto che lo circonda.<br />
Alito d’Amore soffiato da Dio nelle narici umane, posto nel plesso solare, rischiara il mio<br />
essere, indicami il cammino, guidami nel sentiero della vita al fine di esserne il Tuo tramite<br />
verso tutti coloro che incontro e che amo.<br />
Dono sublime, contaminato dalla gioia gli occhi continuano a versare lacrime per l’alba<br />
riservatami, pronto ad ogni evento attendo senza fretta ogni attimo di vita e ne colgo la<br />
fragranza come si coglie il profumo dei fiori o al passaggio del vento gli odori di luoghi<br />
diversi ne mostrano l’essenza e il cuore mi scoppia ricco di quell’energia che fa scaturire in<br />
me il desiderio di abbracciare l’Universo.<br />
Amaro calice dell’orgoglio ove ho posto le mie labbra a dissetarmi, quanti errori, troppe<br />
volte a spendere sentenze, a giudicare, radicato nella stupidità di comportamenti che<br />
alimentavano l’incomprensione condizionavo il mio stato d’essere nel sonno più totale.<br />
Felice risveglio questa mattina d’inverno che scrosta ogni sorta di etichetta postami a suo<br />
tempo, chi sono ? Dove giungono le mie radici ? Qual’è il compito di ognuno di noi ?<br />
Preservare le origini del nostro inizio, come un atto sacrale, al fine di onorare Dio per la<br />
natalità ricevuta, cogliere attimo dopo attimo l’immensa quantità d’Amore che Dio stesso ha<br />
riservato per ogni cosa, noi compresi.<br />
10
Osservo il magnifico mosaico del Creato e l’imbrunire conserva il segno della continuità<br />
di Dio, Padre e Madre di questo meraviglioso disegno che è la vita.<br />
Liberato dal torpore del sonno raccolgo le membra come in una posizione fetale ad<br />
indicare la rinascita di colui che si era smarrito in sentieri oscuri e la sensazione di calore è<br />
simile all’abbraccio materno.<br />
Dolce dimora della Val Masino, riuscirò a conservare la sensazione di beatitudine e di<br />
gioia di questo giorno ? Riuscirò a non mutare di fronte alle critiche e gli elogi ? O sarò<br />
ancora una volta preda di me stesso ?<br />
Non lascerò che il nemico che in me risiede abbia il sopravvento e laceri i miei pensieri<br />
ricchi di ricordi del tempo perduto, conserverò ogni alito d’amore.<br />
Molti anni sono trascorsi da questo giorno e ripercorro passo dopo passo le sensazioni dei<br />
lunghi mesi freddi d’inverno in cui attendevo l’arrivo della primavera e non mi accorgevo che<br />
il calore dell’Amore che in quel giorno in me è scaturito ne era l’aria, Aria di Primavera.<br />
I giorni trascorsi al seguito ne furono un continuo nutrimento di quell’aria e le esperienze<br />
che mi proponevo di vivere mostravano sempre più la dipendenza del Germe Primario che per<br />
volontà di Dio, sempre sia glorificato, è stato posto in ognuno di noi ed è da questo che ne<br />
riconosciamo la nostra somiglianza, soprattutto nel seguirne le orme.<br />
Quale potrebbe essere la gratificazione più grande se non il parlare di Lui, dell’Altissimo,<br />
di colui che attimo dopo attimo della nostra vita alita l’Aria di Primavera, sta quindi a noi<br />
avvertirla, farla nostra, respirarla fino a farsi scoppiare i polmoni e il cuore ne assapora il<br />
profumo.<br />
Ogni giorno cogliere qualcosa di nuovo che segnali la Sua presenza, nutrirsi di Lui e in<br />
ogni incontro esserne il tramite, la dimostrazione per coloro che ci osservano che Dio è<br />
Misericordioso, che Dio è Amore.<br />
Oggi, all’alba del terzo millennio, al verificarsi di un sistema in declino logorato dal<br />
consumismo, un sistema ormai giunto alla fine, mi dedico ad amici e conoscenti che come me<br />
hanno posto attenzione su sé stessi consoni dell’opportunità del risveglio, frustrati da falsi<br />
bisogni e da relazioni sempre più confuse e distorte, sono alla ricerca della Via da seguire.<br />
Ciò che conta durante il cammino è confidare in Dio, svuotarsi dalle congetture per<br />
lasciare spazio all’intuito che conduce alla conoscenza, un totale svuotamento al fine di non<br />
insozzare l’Acqua pura che in noi è versata e che consente di non aver più sete.<br />
Ripristinare l’equilibrio attraverso la costante attenzione di SE.<br />
Anche Tu che poni lo sguardo su queste righe, se hai aperto il cuore e i preconcetti non ti<br />
hanno offuscato, hai avvertito l’Aria di Primavera, non lasciarla fuggire, svegliati dal torpore<br />
del sonno che ci obbliga alla fuga e fai emergere l’Amore che in Te risiede, concedilo a tutti<br />
indistintamente e a tutto ciò che ti circonda.<br />
Iniziare ad estinguere in noi i desideri di falsi bisogni e porsi nello stato in cui ogni nostra<br />
azione assuma la funzione di preghiera rivolta all’Altissimo, ecco un modo per porre le basi<br />
della consapevolezza e del risveglio.<br />
Ricordo di una citazione menzionata da un amico al fine di rappresentare il reale possesso<br />
delle cose e vorrei Ti appartenesse, “SIAMO REALMENTE PROPRIETARI DELLE COSE<br />
NEL MOMENTO IN CUI CI OFFRIAMO L’OPPOPRTUNITA’ <strong>DI</strong> REGALARLE”.<br />
Ogni forma di possessione o di gelosia che manifestiamo nei confronti di persone o di<br />
cose è un legame che impone la dipendenza, nasce così la frustrazione nel momento in cui ne<br />
perdiamo il potere e ciò non consente di focalizzare la reale importanza del tutto che ci<br />
circonda.<br />
11
Siamo quindi il calvario di noi stessi e il nostro modo di porci innanzi ai rapporti<br />
nell’attimo in cui ci aspettiamo qualcosa ne è la manifestazione più sincera, siamo gratificati<br />
quando avvengono cose che abbiamo supposto in precedenza e frustrati quando ci attendiamo<br />
qualcosa che non avviene, perché mai porsi la convinzione delle nostre idee se poi si<br />
manifestano in noi sentimenti che inducono al sonno.<br />
Ad un illuminato fu posta la domanda in merito a quale fosse il desiderio più grande per<br />
lui, la sua risposta fu questa: “DESIDERO NON DESIDERARE”, in questo modo si poneva<br />
nella condizione di lasciar desiderare Dio per lui affinché non vi fosse la condizione<br />
dell’errore.<br />
Troppi desideri inutili hanno accecato il mio cammino ponendomi nell’errore, oggi opero<br />
su me stesso per acquisire quella ricchezza che, una volta giunti alla fine del ponte della vita,<br />
mi consentirà di ripagarmi degli errori commessi, il lavoro è lungo, non mi resta che confidare<br />
nell’aiuto di Dio.<br />
Sarò gratificato delle pene che Dio riterrà opportuno assegnarmi.<br />
Mai come ora assisto all’evolversi dell’Amore, si sono l’innamorato fedele e silenzioso,<br />
innamorato di ogni attimo della vita compresa la morte, questo germe posto all’inizio dei<br />
tempi e gioisco di una sensazione di pace che al seguito lascia profumo d’incenso e il<br />
sentimento d’Amore lo avverto per chiunque abbia condiviso anche un solo attimo del<br />
cammino.<br />
Sono l’innamorato fedele e silenzioso di mio Padre, di mia Madre, di mia figlia Marica, di<br />
mio fratello Onorio, di Laura di Mello, di suo Padre e sua Madre, di mia moglie Antonella, di<br />
Patrizia e i suoi Genitori, di Michela, Rossana, Erminio, di Ivan, Marinella, Erica, Giovanni e<br />
sua figlia Arianna, di Pino e suo figlio Stefano, di Francesco e Michela, di Roberto e<br />
Marcella, di Francesco, Patrizia e Leonardo, di Carlo, Roberta, Elèna, Massimiliano, Edoardo,<br />
Francesco di Pierino, Graziella, Lara, Ermanna e Alessia, di Silvia, Arnaldo e i loro figli, di<br />
Marisa, Elena, e come potrei non essere l’innamorato fedele e silenzioso di Denis e sua Madre<br />
e suo Padre, di Linda e dei ragazzi del gruppo e del cane Anco, di me stesso e di tutti coloro<br />
che non ho citato e come potrei non essere l’innamorato fedele e silenzioso di Dio che mi ha<br />
permesso tutto questo.<br />
Il mio cuore si è reso simile ad un ruscello ove ognuno che incontro si disseta secondo il<br />
suo piacere, gli occhi ne sono testimoni a chi osserva, la bocca onora i Nomi di Dio e i piedi<br />
proseguono il cammino sulla via dell’innamorato fedele e silenzioso ed ecco che ancora una<br />
volta assisto al passaggio dell’Aria di Primavera che rinnova ogni Spirito e mostra il reale<br />
stato d’Essere.<br />
Mio Dio cosa ho fatto per meritare tutto questo ?<br />
Gli occhi sgorgano lacrime di gioia in questo mattino piovoso di maggio nel ricordarmi di<br />
ogni evento vissuto, questo cammino oggi ebro di gioia non avrà mai fine se la mia bocca<br />
conserverà il sapore del miele nel parlare di Te, o mio Dio fa che ogni mia azione e ogni<br />
pensiero sia come una preghiera a Te rivolta.<br />
Non vi sono spiegazioni da fornire e ogni esempio ne risulterebbe riduttivo nel cercare di<br />
mostrare la magnificenza dell’Amore di Dio ma se può essere di auspicio per Te che poni<br />
interesse in queste righe sappi che ciò che mi ha colpito è paragonabile alla milionesima parte<br />
di un atomo di questo Amore che Dio ci offre e l’immaginazione non è sufficiente per<br />
realizzarne la visione.<br />
Porsi, rendersi disponibili al risveglio, consultare il cuore, luogo in cui lo psichismo dei<br />
falsi moralismi offuscano la visione della Luce Divina che vive in ognuno di noi.<br />
12
Perché continuare a cercarLa altrove ?<br />
Quando ci poniamo d’innanzi al sole l’ombra né resta dietro come quando ci poniamo<br />
d’innanzi alla Luce dell’Amore di Dio la parte buia di noi svanisce ai nostri occhi e ne resta<br />
solo il ricordo.<br />
Spogliarsi degli abiti diversi che di volta in volta indossiamo che celano la nostra entità,<br />
offrire la propria nudità a se stessi e agli altri condividendo ciò che siamo, evitare la<br />
frustrazione dell’errore, l’incomprensione per la morte, abbattere l’orgoglio per comprendere<br />
la nostra ignoranza in merito a comportamenti che pongono il declino sulla nostra sorte.<br />
Tutto prosegue come descritto, dono sublime che Dio ha rivolto all’uomo nelle Sacre<br />
Scritture, ogni cosa prosegue secondo i canoni prestabiliti, apparteniamo all’ultima<br />
generazione ed è probabile che assisteremo alla fine del sistema di gestione attuale, eppure le<br />
congetture ne celano il canto soave nella presenza e nel prosequio e intanto i quotidiani e le<br />
fonti di informazione proclamano la propria ignoranza ponendo confusione nei popoli.<br />
Povertà inaudita decretata da coloro che pongono attenzione e ne citano i contenuti come<br />
a definirsi culturati nell’usufruirne e farne propri i concetti senza rendersi conto degli<br />
innumerevoli segnali che Dio stesso ci ha fornito e che decantano la fine del sistema attuale.<br />
Lo Spirito lacerato dalla carne di donna a buon mercato non lievita a livelli superiori,<br />
tarpate le ali è soffocato dal magma del piacere a pagamento e rientrati alla propria dimora si<br />
mostra un altro abito ma il reale prezzo ancora non lo conosciamo e l’Anima ne subisce le<br />
conseguenze.<br />
Dio ci ha fatto dono della sessualità, il demonio ne ha fatto uno scempio con la<br />
pornografia.<br />
Il perdono è legato al pentimento sincero e al presupposto di agire in conformità alla<br />
consapevolezza.<br />
Il perdono è perdonare ed è sequenziale all’Amore.<br />
Quali parole potrebbero acconsentirci o riservarci la comprensione?<br />
La comprensione non si esprime verbalmente se non per fini diversi dal significato del<br />
termine ma ne è l’atto che conferma la consapevolezza, è la materializzazione dello stato<br />
dell’Essere risvegliato e l’arguto osservatore assiste all’alito d’Amore di chi la possiede.<br />
Comprendere è a sua volta anche perdonare.<br />
Proteso nella costante attenzione verso il Creatore e consapevole del grande bisogno<br />
d’Amore che ci alimenta Ti auguro che giunga l’alba che illumina il cuore e ristabilisce<br />
l’armonia con Dio, affinché anche Tu possa gioire dell’Aria di Primavera.<br />
Dedicarsi a Dio è dedicarsi a se stessi in quanto non vi è opportunità nelle cose che<br />
svaniscono nel tempo e che dobbiamo lasciare.<br />
Si perpetua il messaggio di Gesù nell’esempio che ci ha voluto fornire ed in ogni parola<br />
che nell’arco della Sua vita vissuta da Uomo ci ha lasciato, ne consegue l’atto sublime della<br />
morte a riscatto di noi, perché non cogliere il messaggio d’Amore ?.<br />
Ne cogliamo solo la parte storica di Lui, forse per rassicurarci che siamo Cristiani ma<br />
l’Essenza dell’amore di Gesù che risiede nella volontà del Padre resta lontana ai nostri occhi<br />
fino a che il cuore non subisce il mutamento del risveglio.<br />
Dio il Misericordioso osserva ogni nostra intenzione e la Provvidenza esercita l’intervento<br />
in coloro che lo riconoscono e ne conservano la riconoscenza, è sufficiente chiedere il Suo<br />
aiuto.<br />
13
Sapore di fragola nel cogliere la purezza di un neonato, i falsi moralismi degli adulti non<br />
hanno ancora leso lo stato d’integrità del candore dell’Anima, far nostro quest’esempio al fine<br />
di disimparare tutto ciò che ha divorato giorno dopo giorno la razza umana conducendola<br />
all’attuale condizione di sonno permanente.<br />
Ripristino in me ogni riconoscenza dovuta a Dio, a suo tempo dispersa per l’abito logoro<br />
che indossavo e ad ogni attimo trascorso riservo l’atto di gratificazione affinché il cuore abbia<br />
a ricevere il giusto nutrimento di Luce Divina, non sarò mai sazio d’Amore.<br />
Quanti accadimenti tornano alla mente, per molti anni incompresi, apparentemente senza<br />
significato oggi si mostrano sotto altra veste.<br />
Conservarne il ricordo e comprenderne il reale motivo mi pone in uno stato in cui<br />
riconosco la Via, liberatomi dalla dipendenza dell’orgoglio, dell’arroganza,<br />
dell’incomprensione, del possedere, mi diletto ad amare, amare con tutto me stesso ogni<br />
momento vissuto, faccio mio ogni attimo conservandolo come mio unico bagaglio.<br />
Amore, energia pura che pone ognuno al risveglio, termine purtroppo logorato da falsi<br />
attributi legati alla carne, dilaniato dai nostri bisogni e dai nostri scopi ci è stato donato da Dio<br />
per preservarci dal male.<br />
L’Amore non chiede e non pone condizioni, l’Amore è donazione di sé.<br />
Prego Dio affinché il mio essere sia posto costantemente nell’Amore e gli occhi possano<br />
gioire della visione e dell’incontro di voi tutti, nessuno escluso.<br />
Ogni delusione in me svanisce nel pormi in conformità alle Leggi Divine che regolano il<br />
giusto evolversi delle cose e l’io che evidenzia l’individualità lascia spazio all’origine del SE’,<br />
muore quindi ogni concatenamento che determina la conduzione di una vita apparente per<br />
favorire la rinascita.<br />
Gioco strano, apparentemente contrario a ciò che ci appare indispensabile, il soddisfare<br />
necessità reali equivale al proprio annullamento.<br />
Sgretolare ogni azione sensibile all’io che ne determina la conseguente frustrazione.<br />
Musica nuova, ai primi passi già si avverte l’Alito Divino che risiede in noi, un cammino<br />
inverso che spesso conduce all’incomprensione da parte di chi ci osserva e a riguardo ci<br />
scansa ma che importanza ridotta diamo agli altri se siamo risentiti solo perché il loro parere è<br />
diverso dal nostro o il comportamento ci pone nell’errore del giudizio.<br />
L’opportunità del risveglio pone ogni essere umano nella totale comprensione di ciò che<br />
lo circonda, tutti i sensi avvertono la giustezza del susseguirsi degli eventi e il permanere della<br />
gioia ne sono la conferma dello stato di ripristino di sé.<br />
L’intuito elargisce ad ogni attimo nuove conoscenze, gli occhi osservano senza pregiudizi,<br />
disposte all’ascolto le orecchie odono note di un canto angelico, le narici odorano il profumo<br />
della vita e al passaggio della brezza l’Essere riconosce l’Essenza di cose apparentemente<br />
lontane appartenenti ad un tempo aureo che risale a oltre seimila anni.<br />
Lo stato d’Essere, finalmente rinnovato, si apre ad ogni Evento Universale ponendo<br />
termine alle domande, le risposte sono colte come cogliamo i fiori sul prato, vivifica l’Unione<br />
con Dio quale unico reale centro di permanenza dell’Universo dal quale tutto scaturisce e nel<br />
contempo tutto permane in Lui.<br />
Il prosequio di tale rinnovamento dell’Essere favorisce il dissolversi dai legami della<br />
materialità, ogni condizione svanisce lasciando spazio alla totale unione con ciò che ci<br />
circonda, tutto è dentro di noi.<br />
Gli errori del passato non pongono più lo stato di frustrazione e si dissolvono dinnanzi alla<br />
consapevolezza del perdono e della comprensione che in noi vivifica.<br />
14
Viviamo un tempo in cui regna la confusione, prostrati dinnanzi al tecnicismo ormai reso<br />
il fine e non il mezzo sguazziamo nella menzogna, notizie sempre più terrificanti annunciano<br />
morti d’innocenti, schiavitù, nuove guerre, false religioni che si oppongono all’unione dei<br />
popoli, falsi profeti che inducono all’allontanamento da Dio, tutto questo è un chiaro<br />
messaggio già prescritto dell’avvicinarsi dell’Ora di Dio, tutto questo è opera del leone<br />
ruggente, il demone, ormai giunto alla fase finale del suo infame operato trascina con sé<br />
quanta più gente possibile.<br />
In virtù dell’Amore che Dio ha posto nel cuore di ognuno di noi e del compito che Lui<br />
stesso ci ha affidato nell’amare il prossimo mi faccio carico di inviarTi il presente messaggio<br />
quale atto di riconoscimento verso l’Altissimo affinché abbia a risvegliare in tutti noi la<br />
primordialità dell’Essenza che Lui stesso ci ha fatto dono.<br />
Distribuire il messaggio affinché possa scaturire in chi ci ascolta l’Aria di Primavera che<br />
conserva l’alba della rinascita ed essere deliziati dalle lacrime del pentimento e del perdono<br />
che conservano l’alito d’Amore, frutto della nostra natalità.<br />
Ogni attimo che ho condiviso con ognuno di voi assumerà il valore della preghiera verso<br />
Dio se il tramite che in me vive ha smosso nel vostro cuore, anche per un solo istante, la<br />
sensazione della Sua Eterna Presenza.<br />
Perseguire la Gnosi mi sovviene naturale, quale primo e ultimo atto della consapevolezza<br />
e dello stato comprensivo mi rimetto alla volontà del Padre, il nulla e il tutto mi conducono<br />
nella medesima direzione e riscontro che quanto vive in apparenza fuori di me è in me.<br />
L’importanza non ha più importanza, muore il “ME” e rinasce il “SE”, qualunque<br />
accadimento non sovverte lo stato d’Essere, il dolore diventa parte integrante del piacere, il<br />
caldo e il freddo conservano l’identica natura e nella complementarietà si dissolvono<br />
nell’unione, la gioia persiste durante questo cammino ove tutt’intorno si diffonde il profumo<br />
della Vita.<br />
Il passato diventa un insieme di punti circostanziati dalla sola importanza che solo ognuno<br />
di noi vuole attribuirgli a proprio piacimento ma non lasciano nulla al seguito in virtù<br />
dell’irrealtà delle cose temporali.<br />
Gli accadimenti legati alla materialità sono come i castelli di sabbia, non creano reale<br />
profitto.<br />
Realizzare di noi il Tempio di Dio affinché la somiglianza ne rispecchi la realtà<br />
dell’immagine, non vi è illuminazione se lo specchio dell’Anima non brilla di Luce Divina,<br />
non vi è risveglio se non si è desti nello Spirito.<br />
L’innamorato fedele e silenzioso si accinge in ogni attimo della propria esistenza in vita a<br />
perdere tutto ciò che apparentemente possiede, anche la vita stessa, al fine del completamento<br />
a favore dell’Unione con l’ALTISSIMO, sempre sia glorificato.<br />
Abbandonare il bigottismo delle convinzioni religiose per dar spazio alla Dottrina di Gesù<br />
il Vivente in relazione all’insegnamento che Lui stesso ci ha fornito durante il Ministero in<br />
veste di Uomo.<br />
Il demonio vivifica e incrementa il suo potere su di noi in relazione alle nostre debolezze e<br />
in particolar modo alla mancanza di conoscenza, è quindi importante la continua attenzione<br />
verso gli insegnamenti di Gesù e di tutte le citazioni delle Sacre Scritture.<br />
Lasciare il dominio di ciò che siamo nelle Sue mani e come un seme morire per dar frutto<br />
a nuova vita, rinascere in vita, annullare ogni nostro desiderio ponendo la massima attenzione<br />
su ciò che Lui desidera, l’Amore.<br />
15
Come un alito di vento sfoggia il profumo del gelsomino che a poca distanza propone la<br />
meraviglia dei suoi fiori, così il cammino intrapreso quel giorno d’inverno torna in ogni<br />
istante a rinnovare la memoria dell’Aria di Primavera che mostra a noi stessi ciò che siamo.<br />
Statico nel movimento e nel pensiero lascio che il tutto che mi circonda ruoti intorno e<br />
come ogni attimo muore per dar vita ad altro attimo e in ognuno si conserva la propria<br />
apparente verità, in quanto una volta trascorso ne resta il niente perché legato alla temporalità,<br />
così mi discosto dagli interessi temporali della materialità che mostrano il proprio<br />
inderogabile declino.<br />
Anche il corpo carnale appartiene alla temporalità e per quanto importante ne sovviene il<br />
declino per dar corpo alla Spiritualità, intuire quindi l’importanza che il corpo di carne è<br />
simile ad un insieme di attimi.<br />
Dare importanza alle cose del mondo è come garantirsi il legame alla temporalità, a breve<br />
avremo terminato il cammino e non vi sarà seguito ma se abbandoniamo le cose del mondo al<br />
fine di perseguire la ricerca della Verità che in noi risiede nella nostra origine, la Luce Divina<br />
ci mostrerà la fratellanza in Cristo, allora avremo trovato il Regno dei Cieli.<br />
Si perpetua in noi l’Amore del Padre attraverso il Figlio e con il Figlio e la Santa<br />
Spiritualità, Madre Universale, esercita il completamento dell’Essere di ognuno di noi,<br />
abbandonare quindi le cose del mondo per favorire l’Unione attraverso la Morte in Vita.<br />
Spogliarsi dell’abito logoro che il sistema attuale esige e che apparentemente ci offre<br />
l’illusione della felicità e del piacere ma che in realtà conserva la povertà delle cose che hanno<br />
fine, questo è l’atto iniziatico dell’Innamorato Fedele e Silenzioso, il quale, simile alla<br />
centesima pecora, salta il recinto e Gesù l’ama più delle altre a tal punto di lasciare le altre 99<br />
per andare a cercarla.<br />
Avverto una nuova melodia e l’Amore che nutro per tutti Voi non pone peso e impegno<br />
ma si mostra con naturalità, mio Signore fa che io non cada più nella tentazione del rancore e<br />
del sonno.<br />
Anche oggi ho assistito al procedere delle cose, come il susseguirsi delle note di un<br />
pianoforte che offre vibrazioni sonore piacevoli simili al vociare di bambini in tenera età che<br />
usufruiscono del linguaggio ludico durante il loro giocare e non vi è altro se non il ringraziare<br />
l’Altissimo per tutto ciò al quale mi fa assistere.<br />
Alcune volte, preso dall’iniziativa di voler procedere alla realizzazione di questo piccolo<br />
messaggio d’amore, colgo l’occasione per una breve pausa ed esco a osservare lasciando che<br />
gli occhi sfiorino le vette circostanti e avverto la sensazione del richiamo verso quei luoghi<br />
della Val Masino alla quale sono teneramente riconoscente per ciò che rappresenta in<br />
relazione alla mia Spiritualità e nel contempo ascolto lo scorrere dell’acqua della fontana<br />
posta nelle vicinanze dell’abitazione che mi ospita e che da più di cinquant’anni sgorga acqua<br />
fresca e pura, delizie che i sensi mi offrono e ne colgo la fragranza del piacere della vita.<br />
Affascinato dal sublime canto degli uccelli che di volta in volta si vengono a posare sulle<br />
betulle e sui pini circostanti gioisco per l’attenzione amorevole che il Creatore ha riservato<br />
all’uomo, in che modo potrò sdebitarmi ?.<br />
Lasciate almeno che parli di Lui, che esprima la mia riconoscenza e solo Lui sa quanto<br />
vorrei renderVi tutti partecipi di questo atto di gioia che giorno dopo giorno mi allieta il<br />
cuore, ecco, ancora una volta odo il profumo dell’Aria di Primavera e il nodo in gola mi<br />
obbliga ad una breve interruzione, coglierò l’occasione per pregare nella speranza che anche<br />
Tu che in questo momento offri attenzione a questo messaggio possa assaporare la stessa<br />
maestosa sensazione d’Amore che ne scaturisce.<br />
Abbandonarsi a Dio, nutrirsi della Sua Eterna Presenza, esserne l’Innamorato Fedele e<br />
Silenzioso nell’attesa dell’Unione, esercitare in se stessi la continua attenzione verso il<br />
16
proprio totale annullamento al fine di ripulire l’Anima per renderla uno specchio sul quale sia<br />
riflessa la Sua immagine.<br />
Abbattere i limiti del tempo, divenire l’aria che respiro e l’acqua che mi disseta, offrire<br />
tutto ciò che mi è stato affidato e lasciare che tutto proceda secondo il Suo volere affinché il<br />
mio Essere abbia l’opportunità di accedere a livelli superiori.<br />
Nei ricordi di molti di voi avverto ancora l’incomprensione per la caratterialità e il<br />
comportamento spesso irascibile che un tempo erano radicati in me ed è per questo che ad<br />
oggi affermo che per molti anni della vita ho dormito nel sonno del perdente, non sono certo<br />
stato un esempio da considerare ma vivere nei ricordi cela il presente e l’errore risiede<br />
nell’occhio di chi guarda ponendo le radici nella critica.<br />
Cogliere sensibilmente l’opportunità dell’autocritica, della continua autoanalisi ponendosi<br />
in terza persona su di se, scavare nel più profondo del nostro essere fino alla fonte, sradicare<br />
convinzioni e congetture, tornare quindi alla primordialità delle origini alle quali<br />
apparteniamo, quando tutto ciò è realmente avvenuto si scopre che la critica su ciò che sono<br />
gli accadimenti non ha più ragion d’essere ma si dissolve per dar spazio alla comprensione.<br />
Il percorso è tortuoso ma non per questo ci priva della gioia e i risultati non tardano a<br />
mostrarsi anzi spesso ho la sensazione di ricevere ancor prima di agire.<br />
Cos’altro posso pretendere, ho già tutto ciò che serve e la verità risiede nel fatto che ciò<br />
che apparentemente non ho è solo perché non lo riesco a vedere o ad avvertire in quanto<br />
distratto.<br />
Ad ognuno di noi è stato fornito sin dalle origini ciò che realmente si rende necessario per<br />
riscoprire il Regno dei Cieli e il compito sta nel riconoscere e ripristinare questo equilibrio<br />
che alla base conduce alla riconoscenza, prima di ogni altra azione, dell’Altissimo e Gesù<br />
Cristo lo ha chiaramente spiegato consigliandoci di abbandonare le cose del mondo, eppure il<br />
sistema persiste in questa continua corsa verso la rovina.<br />
Troppo spesso si cade nell’errore e le circostanze dimostrano come il sistema attuale,<br />
gestito dalla bestia, oscura l’opportunità della Conoscenza che comunque non va intesa come<br />
semplice cultura, sarebbe troppo riduttivo paragonare la Conoscenza alla cultura in quanto per<br />
cultura si intende un insieme di informazioni memorizzate mentre la Conoscenza è frutto della<br />
volontà Divina che illumina il cammino.<br />
Il contrario del bene è il bene, il male è frutto dell’incomprensione umana come del resto<br />
il contrario della gioia è la gioia, l’infelicità è l’atto di incomprensione verso gli accadimenti.<br />
Ad oggi l’uomo non basta a se stesso ma necessita della metà che in origine lo completava<br />
e la metamorfosi che subisce nel riconoscere il completamento attraverso la scoperta della<br />
propria metà lo rende “uno” al fine della consapevolezza che a tutt’oggi viene a mancare, non<br />
vi è dunque opportunità alcuna in colui che ritiene di essere “uno”, Adamo e la sua progenie<br />
ha temporaneamente perduto la sua completezza nel momento in cui si è separato da Eva,<br />
originariamente erano Uno.<br />
Che cosa invade il cuore dell’uomo?, un insieme di frustrazioni basate sulle congetture<br />
che la civiltà, apparentemente organizzata, non lascia spazio se non alle convinzioni di vivere<br />
una vita sempre più indignitosa e disastrosa, sempre più lontana dai reali bisogni dell’uomo,<br />
l’Uomo necessita, al fine del prosequio della propria esistenza, della Conoscenza di Dio e per<br />
ottenere tale Conoscenza Divina non vi è altra Via se non quella del ritorno alla Primordialità.<br />
La maggior parte delle tribù che conservano queste origini sono frutto di attenzioni da<br />
parte degli occidentalisti che nella convinzione di far loro del bene o per proprio interesse,<br />
impongono insegnamenti privi di opportunità per la crescita armonica senza rendersi conto<br />
che l’insegnamento primordiale proviene proprio da queste tribù che da millenni conservano<br />
simboli e immagini delle origini dell’uomo.<br />
17
Il Cristo, con la Sua presenza in terra, ha ridato questa opportunità ed il messaggio è stato<br />
più che chiaro, ABBANDONARE LE COSE DEL MONDO, chi perde la vita in Suo nome la<br />
riceverà in eterno.<br />
Il declino della carne lascia spazio alla spiritualità, la vecchiaia è solo un processo di<br />
metamorfosi legata alla temporalità della carne, la somiglianza dell’Uomo a Dio sta<br />
nell’opportunità dell’unificazione con Dio stesso e Gesù ci ha insegnato che la morte in vita<br />
consente il Risveglio al fine di concepire la rinascita a favore della scoperta della<br />
Primordialità.<br />
Canto soave e angelico il Risveglio, come cogliere un frutto dolce dal sapore di miele e<br />
l’aria s’invade di profumo d’incenso, invisibile all’occhio del profano ogni cosa mostra la<br />
propria essenza conservando in se la perfezione del Creato, la sensazione è sublime e chi<br />
assiste ne resta meravigliato, quasi spaventato e sbigottito, rigoglio di acque fresche che<br />
dissetano il cuore come per la bocca un bacio d’amore e nell’attimo mi osservo cogliendo la<br />
comprensione di appartenere ad un immenso mosaico, ecco, ciò che appare è l’Unità, senza<br />
tempo, non vi è parola che possa soddisfare una corretta comprensione, ogni spiegazione<br />
sarebbe a dir poco riduttiva a favorirne la visione, non resta altro che morire in vita e l’attimo<br />
assume il valore dell’eternità.<br />
Prostrato dinnanzi all’Altissimo, sempre sia lodato, non vi è desiderio, tutto ciò che sono è<br />
sempre stato in me, la mia residenza è la continua ricerca della Sua presenza ed io proseguo<br />
nella Via per fare di me il Tempio.<br />
Vivere lo scorrere del tempo non è altro che un modo apparente dello stato di<br />
allontanamento dalla realtà, come l’acqua che sgorga dalla fonte e va al fiume che alimenta le<br />
acque del mare per poi tornare sorgente così anche l’uomo tornerà allo stato originario, dove<br />
la pace e la gioia sono permanenti nell’animo di colui che intraprende la Gnosi.<br />
Non attendiamoci gratificazioni in questa fase di vita in quanto il piacere di essere<br />
appagati dagli elogi di coloro che appartengono al sistema attuale conferisce l’allontanamento<br />
dalla Via, anzi al contrario, se siamo derisi ed incompresi o tanto più l’attributo che ci è<br />
accollato è quello di “pazzi” è probabile che la Via sia quella indicata dal Cristo.<br />
Kipling soleva dire: “Ogni errore infruttuoso è un passo avanti verso la meta”, è dagli<br />
errori che l’uomo cresce, si rende quindi necessario un continuo lavoro su se stessi offrendoci<br />
l’opportunità di essere comprensivi e amorevoli a partire dalla nostra persona in quanto se non<br />
impariamo ad amarci non vi sarà comprensione in relazione all’Essenza di ciò che siamo.<br />
Il vantaggio che ne consegue è inimmaginabile, a tal punto che lo stato comprensivo della<br />
consapevolezza mostra la diversità dal sonno che in precedenza celava la Conoscenza Divina<br />
dell’Universalità delle cose e ogni conversazione in merito che ponga l’esempio non serve<br />
agli occhi di chi è schiavo della congettura, chi sa taccia e chi è incuriosito chieda, ad ognuno<br />
si fornisca la risposta alla condizione che chi chiede sia posto nella genuinità dello<br />
svuotamento e dell’interesse di Se, diversamente non vi è opportunità comprensiva, ogni<br />
sforzo sarebbe vano e i Simboli e le immagini continueranno a celare la propria Essenza.<br />
Più appare in noi il ritorno dell’integrità dell’Anima maggiormente i Simboli e le<br />
Immagini mostrano l’entità della Verità Universale, si rende quindi necessario un lavoro di<br />
totale svuotamento dalle inculturazioni acquisite, come un secchio deve obbligatoriamente<br />
essere ripulito dalle impurità al fine di preservare la limpidezza e la freschezza dell’acqua di<br />
fonte, contrariamente l’acqua, per quanto limpida e pura, verrebbe contaminata.<br />
Questo lavoro di totale svuotamento da pregiudizi, convinzioni e quant’altro offusca la<br />
mente, svolge da iniziazione riflessiva sull’Anima, riflessiva intesa come immagine riflessa e<br />
non come termine occidentalizzato del pensare concentrando l’attenzione su un qualsiasi<br />
argomento o avvenimento e solo attraverso questa pulizia dello specchio dell’Anima<br />
18
ipristiniamo il canale comunicativo dell’Intuitività che elargisce il reale significato del<br />
contenuto dei Testi Sacri che Dio sia glorificato anche per questo.<br />
Diversamente da tutto questo la reazione dell’uomo si mostrerebbe come quella di un<br />
pazzo a cui venga posta la domanda se è pazzo, la risposta sarebbe ovviamente di senso<br />
negativo in relazione alla mancanza di equilibrio e intendo equilibrio propriamente come lo si<br />
attribuisce alla bilancia in quanto le relazioni conoscitive esistenti in noi non siano sbilanciate<br />
dal disequilibrio dell’interesse personale, dipendendo quindi dal peso di una o dell’altra parte.<br />
La Coscienza viene quindi posta similmente ad un filtro in ingresso e in uscita degli<br />
accadimenti, il pensare e l’agire sono in perfetto equilibrio con la comprensione intesa come<br />
essere comprensivi, contrariamente al significato che in seguito é stato attribuito riferito al far<br />
proprio un pensiero o nell’ipotesi una formula scientifica, è quindi di vitale importanza<br />
rendere il reale significato al termine “Comprensione” al fine di porci nello stato di<br />
appartenere e allo stesso modo contenere quanto ci circonda, a tale scopo la Coscienza è<br />
implicita alla Conoscenza perché sostenuta dall’Intuitività e l’equilibrio ne è di fondamento,<br />
Eckhart fornisce una chiara visione in merito ed espone che Dio, sempre sia la Sua Volontà su<br />
di me, Crea ponendo Se stesso in ciò che Crea e lo Crea dentro di Se (SERMONI<br />
TEDESCHI).<br />
Questo stato di permanenza garantisce l’integrità dei canali ricettivi e trasmissivi<br />
liberandoci dallo stato di sonno, la Spiritualità favorisce la pulizia dell’Anima e la Corporalità<br />
legata al Pensiero e alla Carne è secondo Coscienza, vivifica la Conoscenza, contrariamente,<br />
l’allontanamento, alimenta lo stato di sonno, celando la presenza di Dio, sempre sia<br />
glorificato.<br />
Mi chiedo cos’altro sia di più indispensabile per lo Spirito se non lo stato di totale<br />
consapevolezza dell’Essere, inteso come riconoscenza di SE’ e riconoscersi è riscoprirsi, ossia<br />
ripristinare in noi quell’equilibrio primordiale che ci conduce al risveglio e quindi alla<br />
somiglianza di Dio.<br />
In merito a tali argomenti sono stati scritti una notevole quantità di libri e trattati e mi<br />
sembra opportuno, al termine di questo piccolo lavoro, citare alcuni personaggi che, sebbene<br />
di religioni diverse ma di un’unica dottrina, indubbiamente attraverso il loro operato hanno<br />
contribuito alla crescita Spirituale di molti ma se l’insegnamento più consono lo otteniamo<br />
dall’esempio, chi meglio di Gesù può trasferire in noi l’interesse al risveglio ?<br />
Tomaso Giuda Didimo, gemello spirituale di Gesù, nel suo Vangelo tornato alla luce dopo<br />
1900 anni e non a caso, mostra una visione del Cristo molto significativa e invito chiunque a<br />
farne proprio il contenuto al fine di mettere in pratica ciò che il Figlio dell’Uomo ci ha<br />
lasciato per intraprendere la Gnosi, la Via che conduce al Padre, la Patria.<br />
Nel grande stato confusionale in cui il sistema attuale è imperniato emerge la difficoltà ad<br />
individuare il percorso per una corretta riconoscenza della Primordialità, soprattutto in<br />
relazione alla terminologia che nell’arco dei tempi ha subito significati diversi da quelli<br />
originari, dobbiamo quindi porre maggior attenzione ai Simboli e alle Immagini in quanto<br />
conservano il reale significato in merito a ciò che necessita a colui che si pone alla ricerca di<br />
questa Primordialità ma non intendo dilungarmi oltre nei meandri, oriento quindi l’attenzione<br />
del presente messaggio sull’esperienza favorita dall’Intuitività in quanto il percorso della vita<br />
mi ha posto nello stato di visione attuale mostrandomi l’Essenza che il Padre ha impresso in<br />
tutto il Creato, si tenga comunque in considerazione il fatto che, per una corretta chiave di<br />
lettura dei Simboli e delle Immagini che conservano la Verità, occorre appunto l’Intuitività ed<br />
il continuo lavoro che la sviluppa è la continua osservazione di se in relazione alle Sacre<br />
Scritture.<br />
Ogni qualvolta mi si offre l’opportunità di commentare sugli argomenti sopra citati prego<br />
Dio affinché ponga il mio stato d’essere nell’equilibrio della consapevolezza ed è ciò che mi<br />
19
obbligo a fare nell’ambito di questo messaggio, prego Dio al fine di rendermi tramite della<br />
Sua volontà e di quanto le Sacre Scritture mi insegnano.<br />
Spesso le domande sono orientate all’esistenza di satana, che Dio lo maledica, ed al suo<br />
manifestarsi attraverso le persone, orbene sarebbe consono e indispensabile orientare il<br />
proprio interesse esclusivamente a Dio e rendergli gloria al fine di evitare ogni possibile<br />
caduta in quanto in ogni caduta offuschiamo la Sua presenza a nostro rischio e pericolo ed è<br />
proprio in questo che satana trova terreno fertile.<br />
Pregare e lodare Dio per scopi legati alla propria individualità è meschino, Dio va<br />
glorificato in quanto Dio.<br />
Questo libero arbitrio costa caro ma ci consente la scelta per la Vita Eterna.<br />
Riprendo dopo molti mesi questo racconto in cui ho ritenuto opportuno offrire un<br />
messaggio su quanto sia stato importante focalizzare la visione del mio stato d’essere e vorrei<br />
che per ognuno di voi accadesse ciò che si definisce la Volontà di Dio, sempre sia glorificato,<br />
al fine di adempiere al compito riservatoci.<br />
Ora avverto di appartenere al disegno, l’individualità si affievolisce e ciò che resta da fare<br />
è liberarmi dal peso della polvere che ancora permane, l’ultimo soffio di vento mi appare<br />
come l’Aria di Primavera e ad ogni istante rimuove gli ultimi granelli di questa polvere che<br />
offusca la mia anima.<br />
Libero il campo dalla presenza individuale affinché il seme deposto cresca e dia frutto e<br />
non resta altro da fare che il niente in senso assoluto affinché sia Lui e non io, mi prostro<br />
quindi inesistente per essere e il cuore si libera dalle frustrazioni dei pensieri della mente per<br />
colmarsi della Sua Eterna presenza in un matrimonio senza fine.<br />
Solo a distanza di tempo sento con certezza che nulla è dato al caso ed il cammino<br />
percorso mi ha condotto a Lui, in quel luogo che Gesù Cristo indicava agli apostoli affinché<br />
trovassero il Regno dei Cieli, dentro e fuori ognuno di noi.<br />
Ora che tutte le indicazioni mostrano l’Essenza non resta che coglierLa.<br />
Favorito dall’arrivo dell’estate mi dirigo a monte, in un luogo in cui l’elevazione abbia a<br />
spogliarmi dal peso della carne, un luogo ove la Rosa posta al centro lasci l’essenza odorosa<br />
nelle narice di colui che avverte, quanto tempo trascorso alla ricerca di questo profumo<br />
inebriante che dissolve la sostanza del piombo per ricavarne l’essenza dell’oro purissimo.<br />
Resterò in attesa dell’inverno consapevole dell’arrivo della nuova primavera.<br />
Quante mani tese verso me affinché avessi a giungere a destinazione, come tralci di una<br />
vite mi avete mostrato la radice ed ognuno di voi, per quanto alcuni ne siano inconsapevoli,<br />
mi ha indicato un passo del cammino e di questo sono grato a Dio.<br />
Prego Dio per tutto ciò che Lui desidera.<br />
Inebriato dal tutto mi sento come se il cuore dovesse scoppiare ricco di quell’amore che<br />
mai annoia, privato da me stesso conserverò l’alito di Vita.<br />
Ora che il luogo raggiunto a monte presenta la quiete, in quel della Scengia del Pomer di<br />
Bema, attendo il profumo della Rosa, il luogo è magnifico, ricco di sensazioni e profumi<br />
l’Aria di Primavera invade ancora una volta il mio essere, come molti anni fa in Val Masino.<br />
Riservo i primi giorni di permanenza per piccoli lavori manuali tra cui, il più significativo,<br />
una Croce che invito chiunque venire a rimirare quale simbolo e chissà, è probabile che<br />
l’invito sia rivolto proprio a te che stai leggendo queste righe, smosso da una sensazione<br />
intuitiva avverti il dubbio che la vita non è solo da quando si nasce a quando si muore e se un<br />
fremito ti ha colto, non attendere oltre, ti aspetto in questo luogo paradisiaco ove il tempo si<br />
ferma e la presenza di Dio in noi ristabilisce il giusto equilibrio con lo Spirito.<br />
20
Quanto tempo trascorso ad inseguire la Verità, meditando sulle Sacre Scritture, pregando,<br />
cercando di pormi in equilibrio in ogni piccola esperienza e in ogni incontro ma ciò che conta<br />
è spogliarsi dell’io, abbandonare le cose del mondo e la sua materialità, solo così il mistero<br />
della vita si svela e giorno dopo giorno la Luce di Cristo Gesù mostra la Via da seguire, quella<br />
dell’Amore, perché è con l’Amore a Dio e per tutto il Creato che dimostriamo di aver<br />
realmente compreso ciò che Cristo ci ha insegnato.<br />
Spesso interrompo di scrivere carpito dal canto degli uccelli che attimo dopo attimo<br />
inneggiano la lode a Dio, sempre sia glorificato e osservando l’alba di questo mattino della<br />
fine di maggio trasale il pianto di gioia, il nodo in gola prorompe in lacrime per l’immenso<br />
amore che provo per tutti voi.<br />
L’immeritata benignità che il Padre Eterno riserva all’essere umano viene giorno per<br />
giorno dimenticata dalla maggior parte delle genti, fino a giungere all’odierna situazione in<br />
cui il sistema attuale dimostra interessi non conformi, anzi contrari, alla Legge Divina.<br />
Le religioni son molte ed ognuna conserva le proprie congetture nella convinzione di esser<br />
nella ragione ma la ragione, che appartiene allo stato mentale, è uno stato grossolano e quindi<br />
legato all’esteriorità dell’uomo, si rende necessario far chiarezza opportuna sulla sede<br />
dell’intelletto che è il cuore, luogo in cui va cercata la Luce di Cristo Gesù e Lui non è venuto<br />
per dividere ma bensì per unire.<br />
Tale punto di unione non può obbligatoriamente escludere nessuno che sia conforme<br />
all’Amore Divino, è quindi integrante con la Dottrina, indipendentemente dalla religione di<br />
appartenenza di ogni individuo.<br />
Tutte le religioni monoteiste parlano di Dio e della Sua benevolenza infinita, lode a Lui in<br />
eterno, ma il comportamento di chi vi appartiene è in conformità ai propri bisogni e non<br />
secondo la Sua volontà essendo nella convinzione di possedere la conoscenza ma chi<br />
realmente possiede anche una goccia di conoscenza non agisce in funzione ai propri bisogni,<br />
anzi se ne libera per fare solo ed esclusivamente la Sua volontà ed è qui che ognuno di noi,<br />
distintamente da ogni altro, imbocca la strada che conduce alla Verità, allora i nostri occhi<br />
vedranno per Lui, le nostre orecchie udranno per Lui, la nostra bocca parlerà di Lui e il cuore<br />
palpiterà per quell’Amore che ha reso possibile tutto questo, Dio.<br />
Ognuno di noi, indistintamente dalla razza o dal colore della pelle, ogni cosa manifesta e<br />
non manifesta è segno indiscutibile del Suo Amore, ogni parola o pensiero in merito è<br />
limitazione del nostro stato comprensivo ma ora mi rivolgo a te che hai richiesto il seguito di<br />
questo racconto, cosa ti abbia spinto a farlo non lo so, una cosa è certa, stai mostrando<br />
interesse a Dio e questa attrazione per Lui non è casuale, nulla è casuale, pertanto sarei lieto<br />
conoscerti e magari percorre insieme la Via che conduce a Lui, Amen, Amen, Amen.<br />
Il germe posto in te, piccolo quanto un seme di senape ma più grande dell’universo, sta<br />
germogliando, liberati dalle congetture, rimuovi l’orgoglio e non badare alla fatica di<br />
affrontarti, lascia che sia Dio ad agire per te senza aspettarti nulla, poni in Lui la massima<br />
fiducia, e la libertà e la gioia si mostreranno in te con tale imponenza costringendoti al pianto<br />
e l’immaginazione per un tale avvenimento è a dir poco riduttiva.<br />
Viviamo un tempo in cui il male si è impossessato e sovrasta il mondo e questo è un segno<br />
dei tempi, già descritto duemila anni fa in Rivelazione a Giovanni o se preferisci<br />
nell’Apocalisse ma non intendo dilungarmi su questo tema, pongo piuttosto maggior<br />
attenzione verso coloro che sono alla ricerca dell’Amore Divino e della Sua Luce, rivolgi<br />
sempre l’attenzione all’Altissimo invocando il Cristo in quanto ne siamo i Suoi servitori,<br />
unisciti a Cristo e scoprirai di aver sempre avuto un Padre immensamente amorevole, siamo<br />
noi ad aver abbandonato Lui, non certo il contrario.<br />
21
Dio ci mette alla prova nell’agio, le disgrazie e i disagi siamo noi a crearceli e aggiungerei<br />
inoltre una citazione di Gandhi che rende molto chiaro il concetto di come l’uomo dovrebbe<br />
agire:<br />
“Dio non chiede niente di meno che la rinuncia a se stessi come prezzo per la sola vera<br />
libertà che valga la pena possedere.<br />
E quando un uomo abbia così perduto se stesso, immediatamente si ritrova al servizio<br />
della Creazione di Dio” ma se andiamo ancora indietro nel tempo, prima della venuta di<br />
Cristo, i Padri del Taoismo davano una chiara visione degli accadimenti e delle conseguenze<br />
in merito alle scelte dell’uomo e ritengo opportuno citare un capitoletto tratto da Chuang-tzu:<br />
“Aver la pretesa di riformare la natura riconducendola al suo stato originario, fondandosi<br />
sugli studi che ci conducono nelle scuole di pensiero attuali; voler migliorare le tendenze<br />
illudendosi di illuminarle con i ragionamenti canonici esteriori; tutto ciò è dar prova di una<br />
cecità ben grande.<br />
I Saggi dell’antichità, di scienze conoscevano solo quelle che emanavano spontaneamente<br />
dalla calma della loro natura, la semplice assimilazione delle cose, che non li disturbava<br />
affatto.<br />
Nacquero così queste nozioni del tutto semplici; bontà: il sopportare tutto; equità: l’essere<br />
equilibrati.<br />
All’equità corrispose la lealtà; la verità francamente espressa produsse la gioia, e la sua<br />
espressione la musica; la mutua comprensione produsse l’educazione, e la sua espressione i<br />
riti.<br />
Più tardi, quando furono falsati, i riti e la musica diventarono un elemento di perversione,<br />
come succede di tutto ciò che non è più conforme alla natura.<br />
Ai primordi gli uomini erano semplici, come la natura nel suo principio.<br />
Nulla turbava i movimenti naturali; le forze fisiche non provocavano nessun disordine.<br />
Il corso delle stagioni era regolare, gli esseri non conoscevano la sofferenza, sconosciuta<br />
era la morte prematura, non c’erano ne teorie né scienze artificiali.<br />
Fu l’età dell’unità e dell’unione perfette, dell’uomo con la natura e degli uomini fra loro.<br />
Nessuno interferiva con l’ordine naturale.<br />
E tuttavia giunse la decadenza. Essa incominciò a partire dalle istituzioni di Scei-genn e di<br />
Fu-hi (produzione artificiale del fuoco, leggi sul matrimonio e la famiglia), le quali ebbero<br />
l’apparenza di un progresso, ma furono l’inizio della rovina per la semplicità e la vita in<br />
comune dei primi tempi.<br />
La decadenza si accrebbe al tempo di Scienn-unng e di Hoang-ti (abbandono della vita<br />
nomade, agricoltura, formazione dello stato); il benessere aumentò, ma a spese dell’antica<br />
spontaneità.<br />
La decadenza si accentuò molto di più sotto il regno di Yao e di Sciunn, i quali<br />
introdussero l’idea del miglioramento sistematico mediante leggi e scuole e la pratica<br />
obbligatoria di un sedicente bene convenzionale.<br />
Fu la fine dei modi di vivere primitivi.<br />
Da allora gli uomini sostituirono l’istinto innato con le loro teorie artificiali, razionali e la<br />
pace disparve dall’impero.<br />
Infine, il progresso delle lettere e delle scienze terminò di soffocare ciò che ancora restava<br />
della semplicità naturale, e riempì gli animi di distrazioni.<br />
22
Di conseguenza ora è soltanto più disordine e confusione.<br />
Da questo excursio storico si deduce che l’adozione di costumi convenzionali è stata la<br />
rovina dei modi di vivere originari, e che tale rovina della natura originaria è stata anche la<br />
rovina del mondo.<br />
Natura e convenzionalità sono in contraddizione inconciliabile.<br />
I partigiani di queste due vie non possono coesistere insieme.<br />
Addirittura non possono compiacersi reciprocamente, perché il loro linguaggio è appunto<br />
contraddittorio.<br />
Un Saggio della schiera della natura taoista non avrà neppure bisogno di andare a<br />
nascondersi sui monti o nelle foreste; vivendo in mezzo ai propri contemporanei rimarrà<br />
sconosciuto, perché non sarà capito.<br />
Questo stato di cose non dato da ora soltanto, risale ad abbastanza presto nel tempo.<br />
Gli antichi Saggi, che commentano sono chiamati i Celati, gli Esoterici, non si rendevano<br />
volutamente invisibili, non tenevano la bocca chiusa, non dissimulavano deliberatamente la<br />
propria saggezza.<br />
Non si nascondevano. E’ la loro totale opposizione al proprio tempo che li nascondeva,<br />
che li mascherava alla vista comune, mantenendoli sconosciuti e incompresi.<br />
In tempi favorevoli avrebbero forse ri<strong>formato</strong> il mondo, riconducendolo alla perduta<br />
semplicità.<br />
Ma poiché i tempi non propizi gli impedivano di farlo, passarono la loro vita tenendo per<br />
se la nozione della perfezione primitiva ed aspettando tranquilli.<br />
Erano uomini che non cercavano conoscenze disparate con sottili disquisizioni, come<br />
fanno gli attuali pensatori sofisti; né volevano tutto sapere in dettaglio o tutto potere.<br />
Piuttosto riservati, quasi timidi, rimanevano al loro posto e meditavano sulla loro natura.<br />
D’altronde, la materia è abbastanza vasta da impegnare un uomo, e abbastanza difficile da<br />
consigliare il riserbo.<br />
Farsi passare per maestri della dottrina del Principio, essendo solo in possesso di una<br />
scienza e di una condotta imperfette, significa nuocere alla dottrina, non servirla.<br />
Essi lavorano perciò alla loro propria persona, traendo la loro soddisfazione dalla propria<br />
tensione verso l’obiettivo.<br />
Essi non seguivano, come gli ambiziosi dei giorni nostri (confucianisti), di gradi e<br />
distinzioni.<br />
Cos’hanno a che vedere, queste cose artificiali, con la perfezione della natura?<br />
Assolutamente nulla!<br />
Anzi, esse sono una ben misera soddisfazione, perché assai precaria, dal momento che chi<br />
le abbia ottenute non può mai essere sicuro di conservarle.<br />
I Saggi veri sono indifferenti sia alla fortuna che alla sfortuna; non si rallegrano e non si<br />
affliggono davanti a nulla.<br />
Se un acquisizione fa gioire, se una perdita fa soffrire, è segno che si era legati a quel che<br />
ne era l’oggetto; e affetto e afflizione sono due disordini.<br />
Coloro che imprestano il loro affetto a qualunque essere, che violentano il loro istinto<br />
naturale a causa di qualsivoglia convenzione, costoro fanno il contrario di ciò che dovrebbero.<br />
23
Costoro dovrebbero seguire soltanto il loro istinto e vivere in modo assolutamente<br />
distaccato.”<br />
Credo che il messaggio sopraccitato abbia reso sufficientemente un’idea chiara su come<br />
l’essere umano ha completamente dimenticato la Primordialità facendone dell’immagine di<br />
Dio, sia lode in eterno, il proprio comodo e la conseguenza di ciò la apprendiamo attimo dopo<br />
attimo dagli accadimenti riportati dai quotidiani o da qualsiasi altra fonte informativa e siamo<br />
giunti a tal punto in basso che in questo immondezzaio ci viviamo e troviamo pure delle<br />
giustificazioni forse per non sentirci in colpa, tanto che importa prima o poi, nell’arco di pochi<br />
giorni, tutto passa nel dimenticatoio e questo viene definito benessere e progresso.<br />
Caro amico, scusami ma da questa imbarcazione ho deciso di scendere prima che coli a<br />
picco, non mi rendo partecipe di questo scempio.<br />
Torniamo ora alla Scengia del Pomer, luogo in cui un gruppo di amici di Bema<br />
appartenenti alla Pro Loco, ha realizzato un ambiente di accoglienza per chi sente di<br />
trascorrere una giornata in sintonia con la natura ed è grazie a loro e con il loro consenso che<br />
posso usufruire delle attrezzature poste in loco e chissà, magari ricevere la tua visita per<br />
commentare sulla vita o altro, oppure gioire in silenzio sull’immeritata benignità che Dio ci<br />
riserva in ogni attimo.<br />
Questa piccola parte di Valtellina conserva il rispetto per chi vi risiede, cervi, camosci,<br />
caprioli e chissà quali e quante altre specie animali, non dimenticarti di loro, nel caso avessi<br />
deciso di far visita a questo luogo porta con te un po’ di frutta o pane secco, queste creature di<br />
Dio ne sono ghiotte.<br />
Favorito e circondato da questo ambiente mi diletto spesso ad approfondire quel niente<br />
che mi è stato concesso di comprendere e alcuni giorni fa ho intrapreso ed approfondito uno<br />
studio su come l’essere umano sia stato creato ad immagine e somiglianza di Dio; ti sei mai<br />
chiesto in che modo e quali siano le circostanze in cui l’uomo conserva questa somiglianza?<br />
E’ curioso come oggi tutto ciò che tenda all’approfondimento di tali argomenti passi<br />
inosservato, quasi a far si che qualcuno voglia celarli o comunque, non si abbiano più termini<br />
sufficienti per favorirne la comprensione.<br />
E’ molto probabile che chi a suo tempo era in possesso delle chiavi della conoscenza le<br />
abbia nascoste e che ad oggi non sappia neppure lui dove risiedano.<br />
La condizione odierna non offre certo l’opportunità a Saggi ed Esoterici, ovvero coloro<br />
che appartenendo alle genti d’eccezione, di manifestarsi pubblicamente, sta a noi cogliere<br />
attraverso l’intuitività l’opportunità di individuarli al fine di apprendere con maggior facilità<br />
argomenti, attraverso esperienze dirette di vita quotidiana, che conducono al risveglio e a<br />
quanto pare la condizione di arrivare in modo solitario a questo stato è molto scarna.<br />
Pertanto, tornando alla somiglianza con Dio da parte dell’uomo, rimane un argomento<br />
essenzialmente distante da intuire in quanto stiamo parlando dell’Altissimo, lode eterna a Lui.<br />
Eppure la chiave di lettura si cela proprio nel ripristinare quell’equilibrio naturale che in<br />
questo ciclo è scomparso dando agio, contrariamente al reale fabbisogno dell’uomo, a quello<br />
che viene definito il regno delle quantità, non a caso ad oggi viene data importanza alla<br />
possessione e alla sostanza delle cose che non all’Essere ed all’Essenza, da qui si rende ovvio<br />
il motivo base per il quale non vi è più chiarezza in merito al fatto che l’uomo sia stato creato<br />
a Sua immagine e somiglianza.<br />
Se di fatto abbiamo una visione distorta del nostro stato d’essere e non vediamo l’essenza<br />
di ciò che siamo non possiamo neppure renderci conto della nostra primordialità, è<br />
conseguenza inequivocabile che ci venga a mancare il fulcro principale al fine di poter<br />
comprendere chi siamo e quale cammino intraprendere a favore dello svelamento di tali<br />
24
misteri ed è qui che torno a ribadire fino alla nausea ciò che Gesù Cristo riferiva agli Apostoli<br />
“LIBERARSI DELLE COSE DEL MONDO E DELLA SUA MATERIALITA’”.<br />
Anche nell’ambito di come gli Apostoli avrebbero dovuto pregare Dio, Gesù Cristo ha<br />
insegnato una preghiera da rivolgere al Misericordioso ed è il PADRE NOSTRO, nella quale<br />
si espone che sia fatta la Sua Volontà, ciò a determinare l’importanza di liberarsi da se stessi e<br />
quindi di non porre più interessi o desideri se non nel Padre Eterno!<br />
Tale concetto può risultare contraddittorio, stranamente l’opportunità comprensiva e di<br />
crescita è inversamente proporzionale all’abbandono dei propri desideri; sta quindi ad indicare<br />
che le necessità imposte dal sistema attuale di cose non è conforme alla Legge Divina e quindi<br />
non in sintonia.<br />
E’ proprio così !<br />
Volenti o nolenti noi stessi siamo l’oscuramento del Segreto, è il nostro cuore a non<br />
vivificare con lo Spirito ed è essenziale il riconoscimento che va dato al principale nutrimento<br />
dell’uomo; d’altronde anche per l’aspetto corporale il primario elemento per l’esistenza della<br />
vita terrena è l’ossigeno, eppure questa sostanza non riusciamo a vederla, ne usufruiamo senza<br />
poterne contemplare la sua sostanza, come possiamo quindi concepire che ancor prima<br />
dell’ossigeno vi sia il calore e ancor di più l’Amore.<br />
Si rende necessaria una citazione di Dante nella Divina Commedia in merito ad una<br />
possibile definizione dell’Altissimo “L’AMOR CHE MOVE IL SOL E L’ALTRE STELLE”.<br />
In un certo senso e a maggior ragione vale la stessa regola per ciò che rappresenta il<br />
nutrimento dell’Anima; addirittura in questo caso facciamo fatica a riconoscerne l’Essenza,<br />
figuriamoci a nutrirsene.<br />
Se prima non poniamo attenzione a noi come potremmo comprendere il modo in cui Dio,<br />
la gloria eterna a Lui, ha posto la propria somiglianza nell’uomo e tutto questo viene alla luce<br />
soltanto liberandoci dalle scorie che sono rappresentate dalla nostra parte esteriore in quanto è<br />
una questione di priorità nell’ambito umano dare maggior importanza all’anello di<br />
congiunzione con Dio, e questo anello di congiunzione è lo Spirito e non viceversa la carne in<br />
quanto legata all’esteriorità.<br />
Approfondendo meglio il discorso ed al fine di una corretta esemplificazione propongo<br />
un’analisi più dettagliata di un’eventuale azione svolta da qualsiasi essere umano: prima di<br />
procedere alla scelta di una qualsiasi azione il cervello compie un’elaborazione che smuove la<br />
volontà ad agire attraverso il potere che implica il dominio agli arti che conseguentemente<br />
agiscono simultaneamente in conseguenza ad un’esigenza o desiderio da soddisfare.<br />
Tutto ciò potrebbe comunque mostrarsi insoddisfacente in quanto incompleto in<br />
conseguenza ad un probabile psichismo ma se l’azione esercitata è smossa dall’intelletto che,<br />
come in precedenza citato risiede nel cuore, funge da interlocutore con gli stati superiori<br />
dell’Essere Supremo, allora ripristiniamo l’equilibrio naturale ed il coinvolgimento del nostro<br />
stato d’essere è totale a tal punto da trovarci in perfetta sintonia con le Leggi Divine, è<br />
conseguenza il ritrovarsi conformati all’equilibrio universale in relazione all’assenza del<br />
desiderio di agire.<br />
Suggerisco in merito all’argomento la lettura di un capitolo a dir poco illuminante, scritto<br />
da AL GAZZALI “LA NICCHIA DELLE LUCI”<br />
Nulla più procede al fine di ottenere ma bensì di essere.<br />
Pertanto nell’azione o nella non azione non si verifica alcuna differenza, in quanto la<br />
volontà esercitata non dipende dalla nostra individualità ma da ciò che ne consegue in<br />
relazione alla nostra esistenza in vita, ossia Dio, conseguentemente alla Sua volontà!<br />
25
In relazione a questo stato comportamentale ne esercitiamo al seguito il cosiddetto<br />
esempio che ne risulta essere il miglior mezzo d’insegnamento per chi assiste al nostro agire o<br />
non agire, distaccato da ogni legame o desiderio terreno il tutto entra in relazione armonica ed<br />
i sensi agiscono da ricettori a favore di Colui che ci ha voluti; da tutto ciò ne consegue la<br />
libertà di cui parlava Gandhi ed è conseguenza che la gioia entri a far parte del nostro stato<br />
d’essere nel senso più completo del termine.<br />
Chi non possiede nulla non può neppure essere derubato, se in tale circostanza attribuiamo<br />
correttamente all’esistenza in vita il dono di Dio all’uomo, perché mai preoccuparsi della<br />
morte ?<br />
Nessuno mai potrà privarci di quella Vita che Gesù Cristo ha riscattato per noi.<br />
In tal caso e a fronte di un comportamento uni<strong>formato</strong> alla Dottrina Divina non possiamo<br />
che essere tramite della Sua Volontà, esercitando su chi ci osserva un conseguente stato di<br />
piacevole sensazione di benevolenza e amore che non deriva dall’individualità ma da quella<br />
Primordialità posta dal Divino, a Lui gloria e lode in eterno.<br />
A conferma di quanto esposto vorrei citare al seguito alcune delle esperienze dirette nelle<br />
quali amici, ovviamente interessati a fortificare la propria conoscenza con Dio, hanno reso<br />
beneficio oltre che allo Spirito anche al corpo; ad oggi, in relazione alla vostra probabile<br />
scarsa esperienza in merito, vi parrà strano che ciò possa accadere ma sappiate che D. un<br />
giorno di alcuni anni fa, confidandomi le sue incomprensioni in merito agli stati<br />
comportamentali nell’ambito della propria famiglia, iniziò a perseguire i suggerimenti che di<br />
volta in volta gli venivano forniti, sebbene il continuo stato di malessere allo stomaco, causato<br />
da queste incomprensioni continuava ad infastidirlo, il suggerimento che diedi fu quello di<br />
abbandonare totalmente l’assunzione di farmaci che col tempo l’avrebbero portato<br />
all’assuefazione.<br />
Iniziammo così un cammino orientato alla riconoscenza di sé per poi ampliarlo in<br />
relazione a Dio, da qui la comprensione rivolta verso ciò che riteneva sbagliato in relazione al<br />
comportamento dei suoi famigliari svanì, anzi si mutò in comprensione favorito dall’amore<br />
che man mano si ingigantiva dentro lui.<br />
Ne conseguì a distanza di mesi che oltre a riequilibrare i suoi rapporti con i famigliari il<br />
malessere scomparve e senza neppure orientare la propria alimentazione su cibi particolari.<br />
Altro caso fu quello di M. che ormai da anni assumeva psicofarmaci in relazione allo stato<br />
depressivo che regolarmente si veniva a manifestare durante ogni cambio di stagione;<br />
l’interruzione dell’assunzione dei farmaci condusse M. ad una iniziale catastrofe, ci volle<br />
qualche mese di amore ed attenzioni a tempo pieno, mesi in cui la sensazione di morte e<br />
frustrazione conducevano M. ad uno stato continuo di convulsioni e pianti ma anche in<br />
questo caso, grazie all’Amore di Dio, M. ritrovò quell’equilibrio che a tutt’oggi permane.<br />
Mi sovviene naturale pensare che la scienza attuale si dibatte in continui e incongruenti<br />
studi su come migliorare la vita ed allungarla, questo perché non tiene in considerazione la<br />
medicina primaria: L’AMORE!<br />
Molti altri sono i casi similari a cui ho potuto assistere e nei quali ho posto l’impegno, ciò<br />
che li accomuna tutti è questa mancanza d’Amore.<br />
Prego <strong>DI</strong>O affinché ognuno di voi ne sia baciato dall’Essenza di questo Amore.<br />
Ora che il cammino mi ha condotto alla Scengia del Pomer di Bema, liberato dalla<br />
mondanità del sistema ormai giunto alla fine, mi rendo disponibile, senza alcuna presunzione,<br />
con chiunque ritenga di voler porre le basi conoscitive della Benignità di Dio, lascio a Te<br />
intuire quale via intraprendere al fine di acconsentirTi i favori e i benefici che il Padre<br />
attraverso Suo Figlio unigenito Gesù Cristo ti ha voluto concedere, ma il percorso è ancora<br />
26
lungo e quante volte ancora dovrò cadere o mio Signore nell’oblio dei mie pensieri viziati,<br />
fatti di una misera conoscenza fondata a volte su frasi prese in prestito da libri?<br />
A che serve mostrare ciò che non siamo se non a decretare lo stato di caos che offusca la<br />
vista del cuore? la presenza di Dio viene meno al nostro cuore quanto più tendiamo a<br />
soddisfare bisogni e desideri che noi stessi facciamo maturare nella mente.<br />
Il sistema solare è come una colonia di germi sul dorso di una balena in un oceano senza<br />
fine e il chicco di senape che è posto dentro ognuno di noi conserva tutto questo e non solo,<br />
eppure continuiamo a girovagare cercando ciò che già è dentro noi sebbene Il Figlio<br />
dell’Uomo nell’osservare la moltitudine della gente che lo circondava esprimeva con<br />
chiarezza il rammarico di come tanta meraviglia fosse presente nella vergogna umana.<br />
Un neonato non sapendo nulla sa tutto, un adulto che sa tutto è frustrato da falsi<br />
moralismi e come dice un caro amico “SA TUTTO, PECCATO CHE E’ TUTTO CIO’ CHE<br />
SA” ed è per questo che il Messia ha preso come esempio i bambini “SE NON VI FARETE<br />
UMILI COME QUESTI BAMBINI NON ENTRERETE NEL REGNO DEI CIELI”.<br />
Confesso che nell’ultimo anno, ciò nonostante, la presunzione di poter aiutare chiunque<br />
mi ha condotto ad un errore fondamentale che mi ha trascinato in uno stato di inquietudine e<br />
ringrazio Dio di tutto ciò, è quindi facile fare degli errori anche e soprattutto quando si forma<br />
in noi la convinzione di conoscere in che modo procedere.<br />
Tutto sommato è ciò che mi doveva accadere e non entrerò nel merito del contesto al fine<br />
di rispettare l’opinione dell’interessata ma non posso far altro che pentirmi profondamente per<br />
questo errore.<br />
Una sola è la cosa che intendo citare ed è che alla soglia dei cinquant’anni Dio mi ha fatto<br />
dono di un figlio che ho voluto, in accordo con la madre, chiamare Jehoshua Thomas,<br />
probabilmente per ricordarmi che l’immeritata benignità è posta su tutti coloro che cercano<br />
Dio e sebbene questo figlio percorrerà una strada diversa dalla mia, porterà sempre con sé il<br />
segno di questa immeritata benignità Divina.<br />
Auguro a Jehoshua di mantenere inalterato il candore dell’Anima incontaminata e che il<br />
Cuore conservi la presenza di Dio, in quanto unica nostra Luce e a me non resta altro che<br />
gioire in quanto Dio perpetua Amore e Benignità e tutto ciò che rimane è un profondo nodo<br />
in gola che gonfia gli occhi di pianto per la gioia non dando più spazio se non<br />
all’incontenibile grandezza e maestosità del Creato.<br />
Eppure nel corso degli ultimi anni, sebbene la benevolenza di Dio mi abbia sempre<br />
ricondotto a Lui, come uno stolto l’ho tradito con la mia presunzione, sommamente ignorante<br />
che sono non trattengo più le lacrime e a fatica riesco a distinguere le lettere da battere e<br />
ancora una volta nel corso della vita mi ritrovo ad inchinarmi dinnanzi a Lui per chiedere<br />
umilmente perdono.<br />
Spesso matura in me il concetto di lasciare qualche traccia da seguire e quante volte nel<br />
contesto di una lettura, per anni, ho cercato la chiave ma mai nessuno volle parlar chiaro, fu<br />
solo al seguito che compresi che la chiave è in ognuno di noi in quanto la chiarezza non è<br />
sinonimo di verità fino a che non solleviamo il velo da ciò che è rivelato.<br />
Non dobbiamo essere permissivi ai nostri desideri, fino a quando ciò permane resta il velo<br />
ponendo il mistero sulla Verità, ognuno di noi ha quindi l’opportunità di aprire il proprio<br />
cuore e scoprire il mistero che si cela agli occhi velati di colui che pone se stesso primo<br />
sebbene in realtà ultimo; “GLI ULTIMI SARANNO I PRIMI”, si rende necessario un duro<br />
lavoro di risveglio al fine di porre termine a questo torpore illusivo.<br />
Molti saranno coloro che si presenteranno in Sua vece per trascinare la gran massa<br />
nell’oblio di una vita senza confini e quel momento è ora, mai come oggi dilaga la necessità<br />
27
di una spiritualità è quindi più facile farsi abbindolare da coloro che molto probabilmente non<br />
sanno neppure quale servo stiano servendo allontanandoci dal Punto.<br />
Quale il proposito di coloro che diffondono inadeguatamente notizie pur non conoscendo,<br />
mostrano solo uno stato di psicosi dalla quale non propongono alternativa se non quella di uno<br />
stato di continua dipendenza e a conferma di tutto ciò ne basti osservare la condizione attuale,<br />
“ COMPLETAMENTE <strong>DI</strong>SARMONICA”, è sufficiente quindi osservare con quale impegno<br />
ognuno trafuga la Verità allo scopo di favorire un interesse temporaneo e personale.<br />
Non v’è dubbio, di Lui, gloria eterna a Dio, se ne parla troppo poco e male, eppure in<br />
considerazione al fatto che la “SPIRALE DEL TEMPO STRINGE AL CENTRO”<br />
(I SIMBOLI NE SONO LA CONFERMA) a decretare la fine del ciclo, si dovrebbe almeno<br />
far mente locale che la nostra esistenza in vita e di ciò che ci circonda è opera Sua, anche se<br />
comprendo che siamo a tal punto presi dai sensi che non lasciamo più spazio all’aspetto<br />
interiore.<br />
Intendo “SPAZIO” nel senso del Tutto, ovvero “luogo” in cui dovrebbe risiedere Dio e<br />
solo Lui può risiederVi, a patto che vi sia la “CONSONA CON<strong>DI</strong>ZIONE.<br />
Ma in cosa consista questa “CONSONA CON<strong>DI</strong>ZIONE” pare l’abbiamo dimenticato.<br />
Proviamo ad immaginare un’attribuzione diversificata dei due termini:<br />
CONSONA ----------- CON SUONO<br />
CON<strong>DI</strong>ZIONE -------- CON <strong>DI</strong>ZIONE (PAROLA)<br />
Ovvero il suono della PAROLA entra in noi o per meglio esporla, il suono del SEGRETO<br />
o MISTERO entra in noi.<br />
Sta di fatto che necessita la cosiddetta predisposizione, ossia una disposizione<br />
PRIMOR<strong>DI</strong>ALE, ciò a determinare che il SEGRETO o MISTERO di <strong>DI</strong>O, intrinseco,<br />
inscindibile e indiscutibile delle SACRE SCRITTURE che risiede in Gesù Cristo, si<br />
manifesta in noi nell’attimo in cui ripristiniamo la PRIMOR<strong>DI</strong>ALITA’.<br />
Da ciò ne risulta che i sensi posti quali ricettori in ingresso manifestano, allo stato<br />
mentale, l’influenza di disordine nel caso non fossero posti sotto il dominio dello Spirito, a<br />
discapito dell’Anima, luogo in cui la Luce di Gesù Cristo vivifica in relazione a quanto<br />
sopraccitato.<br />
Dalla dimenticanza dell’ordine corretto:<br />
SPIRITO ----- ANIMA ------- CORPO<br />
Si deduce che l’influenza dei sensi entrano in relazione esclusivamente con lo stato<br />
grossolano del corpo e della mente, e la memoria che risiede nel mentale viene occupata da<br />
stimoli che inducono al desiderio esteriore e dal riproponimento di tali sensazioni.<br />
Anche nel caso in cui non vi sia desiderio, come del resto l’ipotesi di un impegno o<br />
dovere, in mancanza del giusto equilibrio, l’azione è mossa comunque dal desiderio di<br />
ottenere o apparire e in entrambe i casi il flusso dell’azione favorisce l’individualità.<br />
Sta di fatto che se nel primo caso si dorme di un sonno profondo, nel secondo caso stiamo<br />
proprio sognando in quanto ci si basa su probabili falsi moralismi.<br />
Ma torniamo al concetto prioritario ossia ripristinare quell’equilibrio che induce ogni<br />
essere umano a far si che l’Anima sia “PRE<strong>DI</strong>SPOSTA” a riceve il SEGRETO o MISTERO e<br />
qui necessita obbligatoriamente un passo del Vangelo di Giovanni 14:5-6<br />
Tomaso gli disse: “SIGNORE NON SAPPIAMO DOVE VAI. COME CONOSCIAMO<br />
LA VIA? “ GESU’ GLI RISPOSE :” IO SONO LA VIA E LA VERITA’ E LA VITA.<br />
NESSUNO VIENE AL PADRE SE NON PER MEZZO <strong>DI</strong> ME.”.<br />
28
Orientare quindi desideri ed interessi in Gesù Cristo, liberandoci dalla propria<br />
individualità e dalle futilità proposte dal caos del sistema attuale è porre l’Anima alla<br />
predisposizione al fine di ricevere il SEGRETO o MISTERO, GESU’ CRISTO.<br />
Suggerisco di leggere attentamente i primi 18 Versetti del Vangelo secondo Giovanni,<br />
ponendo particolarmente attenzione proprio alle prime 2 parole “IN PRINCIPIO” che non a<br />
caso risiedono all’inizio della GENESI, lascio a voi dedurre la relazione dell’aspetto della<br />
Gnosi del Vangelo di Giovanni e la Creazione di Dio quale indicazione di ritorno a Lui,<br />
sempre sia glorificato.<br />
L’INNAMORATO FEDELE E SILENZIOSO<br />
Conclusioni<br />
Se l’interesse ti ha condotto alla pazienza di sopportare la lettura integrale del messaggio<br />
sopracitato e ha fatto scaturire in te quel fremito d’Amore è segno che il Seme è caduto in<br />
terra fertile.<br />
Sta ora a te farlo germogliare .<br />
29
Studi e riflessioni<br />
L’insegnamento ricevuto mi consiglia di non dire altro in merito se non ciò che è già stato<br />
riportato e ciò che verrà al seguito.<br />
Premessa<br />
Nel corso degli ultimi anni gli studi sulle tematiche della Dottrina mi hanno<br />
obbligatoriamente condotto a riflessioni di cui non posso negare il notevole apporto<br />
comprensivo.<br />
Necessita fare un appunto in merito agli attimi in cui mi è stata offerta l’opportunità di<br />
comprendere, non va pertanto dimenticato che lo stato in cui ciò avviene è subordinato alla<br />
già citata “CONSONA CON<strong>DI</strong>ZIONE”.<br />
Questo piccolo capitolo non si pone certo l’obiettivo di fornire spiegazioni in merito,<br />
sarebbe certamente presuntuoso e non vi è dubbio alcuno che nuocerebbe alla Dottrina ma si<br />
pone l’obiettivo di far scaturire nel paziente lettore l’interesse per Dio attraverso l’intuitività,<br />
in modo che consenta una visione diversa dalla logica umana al fine di dissetarsi nelle Sacre<br />
Scritture, tenendo sempre in primo piano che l’Esoterismo è sequenziale ad una condizione di<br />
totale Devozione (Essoterica/Exoterica) fondata sulla Fede.<br />
Solo alla Fede totale in Dio, sempre sia lodato, unita allo sforzo diligente mirato alla<br />
continua ricerca della Conoscenza (con Scienza – ILM – alif lam mim – 1, 30, 40 = 71) si<br />
avverte una visione sempre più profonda che mostra chi realmente siamo in rapporto a Dio ed<br />
è proprio per questo che si rende indispensabile la conoscenza di “SE’”, altrimenti non<br />
possiamo sapere in quanto il sapere è strettamente legato all’ESSERE.<br />
Torniamo comunque al tema iniziale, non ho pertanto la pretesa di spiegare nulla ma cerco<br />
umilmente di spronarvi alla riflessione in merito all’importanza che ognuno di voi ha.<br />
Sono certo che state osservando con interesse, in quanto mi avete sopportato fino ad ora,<br />
ciò determina che gli argomenti trattati in Aria di Primavera vi hanno posto il dubbio in<br />
merito al fatto che la vita non è solo da quando si nasce a quando si muore (questa è la<br />
risultanza più esteriore della manifestazione di Dio).<br />
Beh, fraternamente e benevolmente, ti auguro una curiosa lettura.<br />
30
Tratto dall’analisi del seguente libro:<br />
Prima Esposizione<br />
TITOLO: HEPTAPLUS (la settemplice interpretazione dei Sei Giorni della Genesi)<br />
AUTORE: JOANS PICVS MIRANDVLA – Giovanni Pico della Mirandola<br />
E<strong>DI</strong>TRICE: ARKTOS<br />
Sia ben chiaro che la volontà di riportare il titolo, l’autore e l’editrice non mira certo ad<br />
uno scopo pubblicitario, bensì a divulgare e valorizzare il lavoro di coloro che hanno senza<br />
dubbio indicato la Strada Maestra che conduce al primo passo verso noi stessi, il “SE’”.<br />
La quarta esposizione di questo libro riguarda questo argomento: DEL MONDO UMANO<br />
CIOE’ DELLA NATURA DELL’UOMO.<br />
Il Primo punto di tale esposizione che mi ha particolarmente colpito è come J.P.M. abbia<br />
dato per scontato l’importanza di quanto sia utile e necessaria all’uomo la “CONOSCENZA<br />
<strong>DI</strong> SE’”, tant’è che al seguito il riferimento è molto chiaro e dice: “E PER CERTO E’<br />
<strong>DI</strong>SONESTO E TEMERARIO LO STU<strong>DI</strong>O <strong>DI</strong> COLUI CHE, ANCORA IGNARO <strong>DI</strong> SE’,<br />
NON SAPENDO SE PUO’ SAPERE QUALCOSA, ASPIRA TUTTAVIA CON TANTA<br />
AUDACIA ALLA CONOSCENZA DELLE COSE CHE SONO TANTO LONTANE DA<br />
LUI”.<br />
Quale disgrazia quindi l’ignoranza di SE’ e per esporre al meglio riporto al seguito un<br />
passo delle Sacre Scritture tratto dal Vangelo di San Matteo 6: 19-33<br />
“19 SMETTETE <strong>DI</strong> ACCUMULARVI TESORI SULLA TERRA DOVE LA TIGNOLA<br />
E LA RUGGINE CONSUMANO, E DOVE I LADRI SFONDANO E RUBANO. 20<br />
PIUTTOSTO, ACCUMULATEVI TESORI IN CIELO, DOVE NE’ LA TIGNOLA NE’ LA<br />
RUGGINE CONSUMANO E DOVE I LADRI NON SFONDANO NE’ RUBANO. 21<br />
POICHE’ DOVE E’ IL TUO TESORO, LA SARA’ ANCHE IL TUO CUORE.<br />
22 LA LAMPADA DEL CORPO E’ L’OCCHIO. SE DUNQUE IL TUO OCCHIO E’<br />
SEMPLICE, TUTTO IL TUO CORPO SARA’ ILLUMINATO. 23 MA SE IL TUO<br />
OCCHIO E’ MALVAGIO, TUTTO IL TUO CORPO SARA’ TENEBRE. SE IN REALTA’<br />
LA LUCE CHE E’ IN TE E’ TENEBRE, COME SONO GRAN<strong>DI</strong> TALI TENEBRE 24<br />
NESSUNO PUO’ ESSERE SCHIAVO <strong>DI</strong> DUE SIGNORI; POICHE’ O O<strong>DI</strong>ERA’ UNO (1)<br />
E AMERA’ L’ALTRO, O SI ATTERRA’ ALL’UNO (1) E <strong>DI</strong>SPREZZERA’ L’ALTRO.<br />
NON POTETE ESSERE SCHIAVI <strong>DI</strong> <strong>DI</strong>O (1) E DELLA RICCHEZZA.<br />
25 PER QUESTO VI <strong>DI</strong>CO SMETTETE <strong>DI</strong> ESSERE ANSIOSI PER LA VOSTRA<br />
ANIMA, <strong>DI</strong> CIO’ CHE MANGERETE O <strong>DI</strong> CIO’ CHE BERRETE, O PER IL VOSTRO<br />
CORPO, <strong>DI</strong> CIO’ CHE INDOSSERETE. NON VALE L’ANIMA PIU’ DEL CIBO E IL<br />
CORPO PIU’ DEL VESTITO ? 26 OSSERVATE ATTENTAMENTE GLI UCCELLI DEL<br />
CIELO, PERCHE’ ESSI NON SEMINANO NE’ MIETONO NE’ RACCOLGONO IN<br />
DEPOSITI; EPPURE IL VOSTRO PADRE CELESTE LI NUTRE. NON VALETE VOI<br />
PIU’ <strong>DI</strong> LORO ? 27 CHI <strong>DI</strong> VOI PUO’, ESSENDO ANSIOSO, AGGIUNGERE UN<br />
CUBITO ALLA DURATA DELLA SUA VITA ? 28 E RIGUARDO AL VESTIRE,<br />
PERCHE’ SIETE ANSIOSI ? IMPARATE UNA LEZIONE DAI GIGLI DEL CAMPO,<br />
COME CRESCONO, ESSI NON SI AFFATICANO, NE’ FILANO. 29 MA IO VI <strong>DI</strong>CO<br />
CHE NEMMENO SALOMONE IN TUTTA LA SUA GLORIA SI ADORNO’ COME UNO<br />
<strong>DI</strong> QUESTI. 30 SE DUNQUE <strong>DI</strong>O RIVESTE COSI’ LA VEGETAZIONE DEL CAMPO,<br />
31
CHE OGGI E’ E DOMANI E’ GETTATA NEL FORNO,NON RIVESTIRA’ MOLTO <strong>DI</strong><br />
PIU’ VOI, UOMINI <strong>DI</strong> POCA FEDE ? 31 QUIN<strong>DI</strong> NON SIATE MAI ANSIOSI,<br />
<strong>DI</strong>CENDO: “CHE MANGEREMO ? “ O “CHE BERREMO ?” O “CHE INDOSSEREMO ?”<br />
32 POICHE’ TUTTE QUESTE SONO LE COSE CHE LE NAZIONI CERCANO<br />
ANSIOSAMENTE . INFATTI IL VOSTRO PADRE CELESTE SA CHE AVETE<br />
BISOGNO <strong>DI</strong> TUTTE QUESTE COSE.<br />
33 CONTINUATE DUNQUE A CERCARE PRIMA IL REGNO E LA SUA<br />
GIUSTIZIA, E TUTTE QUESTE COSE VI SARANNO AGGIUNTE.”<br />
Quale lavoro più importante se non quello di interessarsi a noi stessi tant’è che J.P.M. dice<br />
di procedere sulle orme di Mosè, entriamo in noi stessi, nei penetrali dell’animo, per<br />
conoscere felicemente in noi tutti i mondi, il Padre, la Patria.<br />
E’ dentro di noi che risiede l’Immagine e Somiglianza di Dio.<br />
Tornando a J.P.M. si nota subito dall’esposizione del primo capitolo come la struttura<br />
dell’uomo consta d’un corpo e di un’anima razionale e come l’anima razionale sia detta cielo<br />
e il corpo terra, terra in virtù di ciò che Mosè scrisse in quanto “DETTE IL NOME <strong>DI</strong><br />
UOMO A QUELLO CHE ERA STATO FORGIATO CON L’HUMUS (TERRA). Ma tra il<br />
corpo terreno e la sostanza celeste dell’anima, fu necessario un legame mediatore che<br />
connettesse fra loro due sostanze tanto distanti.<br />
A questa funzione fu destinato quel Corpo Sottile detto Spirito.<br />
Determinando al meglio tale Spirito quale “sostanza particolarmente luminosa che per<br />
nessuna cosa si riscalda e si ristora più che per la Luce.”<br />
Chiaramente non intendo riportare integralmente il contenuto del libro, cerco di esporre<br />
alcuni punti non necessariamente i più significativi, allo scopo, come citato in precedenza, di<br />
incuriosirti.<br />
Pertanto sarà la tua volontà a spingerti in un eventuale approfondimento degli argomenti<br />
andando a cercare i testi citati.<br />
Consentimi comunque di riportare un punto determinante che ci consente una visione<br />
ancor più approfondita:<br />
“Si è visto far menzione di tre parti della sostanza umana: cioè della parte razionale, di<br />
questo corpo mortale e dello Spirito che sta nel mezzo.<br />
Infatti, tra la parte razionale per cui siamo uomini e tutto ciò che di corporeo è in noi (che<br />
sia pesante leggero o sottile) sta la parte sensuale per cui comunichiamo coi bruti.<br />
E poichè non abbiamo minor relazione con gli Angeli che coi bruti, come al di sotto della<br />
ragione c’è il senso per cui comunichiamo con gli animali, così al di sopra della ragione c’è<br />
l’Intelletto che rende possibile il detto di Giovanni “LA NOSTRA COMUNICAZIONE E’<br />
CON GLI ANGELI”.”<br />
Se non vado errato Giovanni Pico Della Mirandola nasce nel 1463 e scrive Heptaplus<br />
all’età di 26 anni, un libro di poche pagine ma di un’intensità mirabile che vi esorto allo<br />
studio.<br />
Non mi dilungo oltre in ciò che J.P.M. propone in relazione al Mondo Umano cioè della<br />
natura dell’uomo, ciò nonostante conservo l’attenzione sull’argomento del “SE’”<br />
rivolgendomi allo studio di un altro testo<br />
32
Seconda Esposizione<br />
TITOLO: L’UOMO E IL SUO <strong>DI</strong>VENIRE SECONDO IL VEDANTA<br />
AUTORE: RENE’ GUENON (PALINGENIUS)<br />
E<strong>DI</strong>TRICE: ADELPHI<br />
Renè Guenon incorpora nel secondo capitolo “<strong>DI</strong>STINZIONE FONDAMENTALE FRA<br />
IL SE’ E L’IO” un’ampia visione in ciò che concerne l’Essere Umano e per meglio<br />
“focalizzare” l’argomento dice:<br />
”E’ importante delineare innanzi tutto, il più nettamente possibile, la fondamentale<br />
distinzione fra il “SE’”, che è il principio stesso dell’Essere, e “L’IO” individuale.”<br />
Al seguito Guenon tiene a precisare che la personalità , il “SE’”, deve essere considerata<br />
superiore all’individualità e a tal scopo dice:<br />
“Il “SE’” è il principio trascendente e permanente in cui l’essere manifestato, l’Essere<br />
Umano per esempio, non è che una modificazione transitoria e contingente, modificazione<br />
che non può d’altronde alterare in alcun modo il Principio.<br />
Il “SE’”, come tale, non è mai individualizzato, né può esserlo, poiché, dovendo essere<br />
sempre considerato sotto l’aspetto dell’eternità e dell’immortalità, che sono gli attributi<br />
necessari dell’Essere Puro, non è evidentemente suscettibile di alcuna particolarizzazione, che<br />
lo farebbe essere “altro da se stesso”.<br />
Immutabile nella propria natura, esso sviluppa soltanto le possibilità indefinite che<br />
racchiude in sé, con il passaggio relativo dalla potenza all’atto attraverso un’indefinità di<br />
gradi, senza che la sua permanenza essenziale ne sia compromessa, proprio perché questo<br />
passaggio non è che relativo, e perché questo sviluppo è tale, a dire il vero, solo nella misura<br />
in cui la si considera dal lato della manifestazione, fuori dalla quale non può esistere alcuna<br />
successione, ma soltanto una perfetta simultaneità, per cui ciò che sotto un certo aspetto è<br />
virtuale si trova non di meno realizzato nell’”ETERNO PRESENTE”.<br />
Quanto alla manifestazione, si può dire che il “SE’” sviluppa le sue possibilità in tutte le<br />
modalità di realizzazione, in moltitudine indefinita, che per l’essere integrale sono altrettanti<br />
33
stati differenti, stati di cui uno solo, sottomesso a condizioni di esistenza particolarissime che<br />
lo definiscono, costituisce la parte, o meglio la determinazione peculiare di quell’essere che è<br />
l’individualità umana.”<br />
Da quanto espone Guenon il “SE’”, nell’ambito della dottrina secondo il Vedanta si<br />
concepisce come il centro vitale dell’Essere Umano sia la dimora di BRAMA, tant’è che<br />
aggiunge:<br />
“Il “SE’”, come abbiamo visto in ciò che precede non dev’essere distinto da ATMA; e,<br />
d’altra parte, ATMA è identificato con BRAMA stesso: possiamo chiamare ciò<br />
l’”IDENTITA’ SUPREMA””.<br />
Non dilunghiamoci oltre sull’argomento sopraccitato, mi limito a rifletterne il pensiero in<br />
merito alle spiegazioni riportate da due punti apparentemente diversi e distanti a causa della<br />
nostra profonda ignoranza, ma che nel più profondo fanno emergere un unico punto di<br />
riferimento sulla natura dell’uomo citando al seguito una frase di LAO-TZU:<br />
“CIO’ CHE PER IL BRUCO E’ LA FINE DEL MONDO IN REALTA’ E’ UNA<br />
BELLISSIMA FARFALLA”.<br />
Abbiamo quindi sentito parlare Giovanni Pico della Mirandola della natura dell’uomo<br />
intrinseco alla Genesi ed in seguito Renè Guenon del divenire dell’uomo secondo il Vedanta,<br />
ritengo doveroso volgere lo sguardo, in merito all’argomento della natura dell’uomo, anche a<br />
Al-Ghazali, una tra le più significative figure dell’Islam.<br />
34
Terza Esposizione<br />
TITOLO DEL CAPITOLO: CIO’ CHE DEVE ESSERE CELATO<br />
AUTORE: AL-GHAZALI<br />
(Il testo dal quale è stato tratto il capitolo sopraccitato è disponibile presso la Biblioteca<br />
Civica di Morbegno e raccoglie un insieme di trattati tra cui “MISKAT AL ANWAR”, LA<br />
NICCHIA DELLE LUCI della quale ne consiglio la lettura, anche se già suggerito in<br />
precedenza)<br />
DOMANDA: Che significano le parole del Profeta: “ID<strong>DI</strong>O CREO’ ADAMO A SUA<br />
IMMAGINE (sùra)” o, come dice altra tradizione: “A IMMAGINE DEL<br />
MISERICOR<strong>DI</strong>OSO” ?<br />
RISPOSTA: La parola sùra ha vari significati: talvolta si usa per la disposizione ordinata<br />
delle parti di un corpo delle quali alcune sono distinte da altre, e la struttura si presenta varia:<br />
è questa la sùra (forma) che si percepisce coi sensi; a volte si usa per indicare la coordinazione<br />
delle idee che non sono sensibili, però hanno un ordine, una struttura e una interdipendenza, e<br />
anche questa si chiama sùra. Quindi si dice “la sura delle questioni (ossia il modo in cui si<br />
presenta la questione) è così e così”, e si dice “la sùra dell’ora che cade” (ossia il modo in cui<br />
avverrà il Giudizio finale), e si dice: “la sùra (lo svolgimento) di una questione matematica o<br />
razionale è così”. Nella tradizione suddetta, ove si stabilisce l’equiparazione dell’uomo a Dio,<br />
sùra va intesa in quest’ultimo senso, ossia in senso ideale, alludendosi a quella certa<br />
somiglianza di cui abbiamo parlato e che riguarda l’essenza, gli attributi e le azioni.<br />
La reale essenza dello spirito è che esso è sussistente di per sé; non è accidente, né corpo,<br />
né sostanza che occupi spazio, non si trova in un luogo o in una direzione, non è unito al<br />
corpo umano o al mondo né è da essi separato, non sta dentro i corpi del mondo o al corpo<br />
umano ne è fuori di essi. Tutto ciò si può dire egualmente della realtà della essenza di Dio<br />
eccelso.<br />
Per quanto riguarda gli attributi, l’uomo è stato creato vivo, sapiente, potente, volente,<br />
udente, veggente, parlante, e Dio eccelso è così.<br />
Per quanto riguarda le azioni, l’origine dell’azione umana è una volontà il cui impulso si<br />
manifesta dapprima nel cuore, quindi da esso un impulso si diffonde per mezzo dello spirito<br />
35
animale – il quale spirito animale è un vapore sottile sito nel profondo del cuore e che sale al<br />
cervello - ; poi da questo se ne diffonde un altro ai nervi che si dipartono dal cervello, e dai<br />
nervi ai tendini e ai legamenti collegati con i muscoli; quindi i tendini sono tirati e per mezzo<br />
di essi, ad esempio, le dita si muovono e con le dita la penna e con la penna l’inchiostro.<br />
Quindi da quest’ultimo nasce la sùra di ciò che si voleva scrivere sul foglio di carta secondo<br />
l’immagine che si era formata nel tesoro dell’immaginazione, giacchè fin tanto che non si sia<br />
formata dapprima nella immaginazione la sùra di ciò che si intende scrivere non è possibile<br />
riprodurla sul bianco della carta.<br />
Orbene chi esamini accuratamente le azioni di Dio eccelso e il modo con cui Egli produce<br />
piante e animali sulla terra tramite il movimento dei cieli e degli astri – e ciò grazie<br />
all’obbedienza degli angeli che mettono in moto i cieli – apprende che il governo esercitato<br />
dall’uomo nel suo mondo, ossia nel suo corpo, somiglia al governo del Creatore nel<br />
macrocosmo, al quale il microcosmo è simile. A lui si rivela che: la forma del cuore per<br />
quanto riguarda il governo umano è come quella del Trono; il cervello è come il Seggio; i<br />
sensi sono come gli angeli i quali obbediscono naturalmente senza fare opposizione; i nervi e<br />
le membra sono come i cieli; il potere, che si trova nelle dita, è come la natura asservita che<br />
risiede nei corpi; la carta, la penna e l’inchiostro sono come gli elementi, matrici ricettive<br />
dell’unione, della composizione e della separazione; lo specchio dell’immaginazione è come<br />
la Tavola preservata. Colui che si rende conto di questo parallelismo capisce il senso delle<br />
parole del Profeta: “<strong>DI</strong>O CREO’ ADAMO A SUA IMMAGINE” …..<br />
(Madre Teresa di Calcutta era solita definirsi una penna nelle mani di Dio)<br />
DOMANDA: Che senso hanno le parole del Profeta: “CHI CONOSCE SE STESSO<br />
CONOSCE IL SUO SIGNORE ?”<br />
RISPOSTA: “Le cose si conoscono per mezzo delle loro simili e di quelle a loro analoghe.<br />
Se non ci fosse la somiglianza di cui prima si è parlato, l’uomo non potrebbe elevarsi dalla<br />
conoscenza di se stesso alla conoscenza del Creatore. Se non fosse che Dio eccelso ha riunito<br />
nell’uomo elementi che sono rassomiglianze del macrocosmo – tanto che si può dire essere<br />
l’uomo una copia ridotta di quello e signore dentro il suo mondo ove governa sovrano -,<br />
sicuramente non potrebbe conoscere né il mondo, né il governo, né la signoria, né l’intelletto,<br />
né la potenza, né la scienza, né gli altri attributi divini. Ma l’anima è per la sua rassomiglianza<br />
e parallelismo con Dio una scala che porta alla conoscenza del suo Creatore.<br />
Quale commento si potrebbe proporre in relazione al capitolo sopraccitato?, ogni<br />
commento rischierebbe di condizionarne la profondità del significato, nonostante ciò provo ad<br />
esporre una umile analisi su ciò che mi fa parecchio pensare.<br />
Se Dio, sempre sia glorificato, quando crea, crea ponendo SE’ STESSO in ciò che crea<br />
(non una parte ma SE’ STESSO) e lo crea dentro di SE’, secondo quanto riportato dai tre<br />
studi sopracitati l’uomo è stato posto all’apice della creazione o manifestazione di Dio, non a<br />
caso la Bibbia, nel I° capitolo della Genesi dice:<br />
[ ]In principio Dio creò il cielo e la terra.<br />
………………………………….<br />
[26]E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini<br />
sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti<br />
i rettili che strisciano sulla terra».<br />
[27]Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li<br />
creò.<br />
36
[28]Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra;<br />
soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente,<br />
che striscia sulla terra».<br />
[29]Poi Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e<br />
ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo.<br />
[30]A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano<br />
sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne.<br />
[31]Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina:<br />
sesto giorno.<br />
Non vi è dubbio che tutto ciò che è stato creato è in Dio in quanto Dio stesso lo ha voluto<br />
e questo in virtù che nulla è fuori da Dio in quanto infinito e ogni attributo o aggettivo legato<br />
all’infinito ne offuscherebbe il reale significato, ma per meglio chiarire la posizione<br />
dell’uomo in relazione al creato riporto al seguito un’analisi che, ancora una volta, Giovanni<br />
Pico della Mirandola ci sottopone, dandoci l’opportunità di acquisire una chiave di lettura<br />
esoterica della Bibbia, siane certo della veridicità di quanto esposto da Pico, se conserverai<br />
questa “chiave” e ne farai buon uso, conservando nel contempo l’umiltà resa indispensabile ai<br />
fini comprensivi, gli occhi si apriranno in modo inaspettato a tal punto da non poter trattenere<br />
le lacrime per la gioia e la riconoscenza verso Dio la riscontrerai nella tua Essenza e in ogni<br />
cosa del creato, tutto ciò che è nel mondo è nell’uomo, tutto ciò che è nell’Universo (verso<br />
l’uno) è in Dio, sempre sia lodato e glorificato, ma prima di procedere all’esposizione<br />
dell’argomento seguente che espone quanto Dio ha riservato all’uomo, sottopongo un’analisi<br />
di questa natura:<br />
Perché, quando l’essere umano si incammina verso la conoscenza di SE’ e ne scopre le<br />
radici non tende più a fare la propria volontà ma bensì quella di Dio ?<br />
Si termina così di remare contro corrente, ossia si procedeva nel senso inverso, ciò che<br />
prima ci dirigeva verso l’esterno a causa del desiderio e della sensualità, tende a svanire<br />
ponendoci nella condizione di liberazione da cui ne consegue la felicità e la gioia.<br />
Chi non ha nulla non perde nulla, chi ritiene di aver qualcosa presuppone che gli manchi<br />
tutto il resto.<br />
Questo continuo possedere ci induce al non essere, quindi cela al cuore la visione del<br />
mistero.<br />
“UN MISTERO T’E’ STATO SVELATO <strong>DI</strong> CUI ERI TU STESSO IL VELO”<br />
(Ibn Al-Arabi – Sedute Mistiche – Editrice l’Ottava)<br />
Di certo non credo sia opportuno aggiungere oltre se non il primo capitolo di un certo<br />
Basilio Valentino in relazione alla prima de “Le Dodici Chiavi dell’Alchimia”, chissà perché<br />
proprio dodici ?.<br />
Si faccia molta attenzione in quanto il lavoro che ne consegue è a dir poco arduo e come<br />
base si consiglia di applicare in primis “I Versi D’Oro di Pitagora” che Fabre D’Olivet ci<br />
sottopone.<br />
Tornando quindi a Basilio Valentino riporto come promesso la prima delle dodici chiavi,<br />
citando innanzi tutto quanto raffigurato in copertina “VITRIOL – Visita Interiora Terrae<br />
Rectificando Invenies Occultum Lapidem (da non scordare mai).<br />
37
Quarta Esposizione<br />
TITOLO: LE DO<strong>DI</strong>CI CHIAVI DELL’ALCHIMIA<br />
AUTORE: BASILIO VALENTINO<br />
E<strong>DI</strong>TRICE: E<strong>DI</strong>ZIONI REBIS<br />
PRIMA CHIAVE “Sappi, amico mio, che tutte le cose impure o macchiate non sono utili<br />
alla nostra opera. La loro natura lebbrosa non contribuisce in alcun modo agli interessi della<br />
nostra Arte ed è molto più probabile che quanto in esse vi è di buono sia rovinato da ciò che è<br />
impuro .<br />
Tutte le cose estratte dalle miniere hanno il loro proprio valore (non rivolgiamoci al<br />
materiale), ma se sono falsificate o adulterate esse divengono improprie e perdono la loro<br />
efficacia, non essendo più adatte come parevano, alla stessa Opera.<br />
E come il medico, per mezzo delle sue cure, può purgare e pulire le parti interne dei corpi,<br />
rimovendo la materia malsana, così le nostre sostanze metalliche devono essere purificate e<br />
purgate di tutte le loro impurità, affinché nella nostra generazione sia raggiunta la perfezione.<br />
Perciò i nostri Maestri richiedono un corpo puro e immacolato, che non sia alterato da<br />
aggiunte o misture estranee, le quali in effetti costituiscono la lebbra dei nostri metalli.<br />
Che il diadèma del Re (chi raffigura costui?)sia di oro puro e che la Regina (cercala dentro<br />
te), a lui unita in matrimonio, sia casta e immacolata.<br />
Se vorrai operare per mezzo dei nostri corpi, prendi un avido e feroce lupo grigio (cerca<br />
nel Bestiario del Cristo – Louis Charboneaua Lassay – consultabile presso la Biblioteca<br />
Civica di Morbegno), che sebbene in considerazione del suo nome sia soggetto al dominio<br />
del bellicoso Marte (ferro), è per sua razza di nascita figlio del vecchio Saturno (piombo) ed<br />
erra nelle valli e montagne del mondo, feroce e affamato. Getta a questo Lupo il corpo del Re,<br />
affinché ne riceva nutrimento, e quando l’avrà divorato fai un gran fuoco nel quale getterai il<br />
Lupo fino a consumarlo interamente. Attraverso questo processo il Re sarà liberato; e quando<br />
questo sarà compiuto tre volte il Leone avrà trionfato sul Lupo e non troverà più niente da<br />
divorare in esso. Allora i nostri corpi saranno resi adatti per la prima fase della nostra Opera.<br />
Sappi che questa via è la unica giusta e legittima per purificare la nostra sostanza: dato che<br />
il Leone purifica se stesso con il sangue del Lupo, e la tintura del suo sangue(rosso) si<br />
armonizza meravigliosamente con la tintura del Leone, essendo entrambi liquidi mutualmente<br />
uniti per una certa affinità di parentela. Quando la fame del Leone è appagata, il suo spirito<br />
diventa più potente di prima e i suoi occhi scintillanti come il Sole (in entrambe i casi, sia il<br />
Leone che il Sole, simboleggiano la figura di Cristo) . La sua natura interna è adesso di<br />
inestimabile valore per l’eliminazione di tutti i difetti e la guarigione di ogni malattia. E<br />
allorquando in questa maniera, sarà stato preparato, i figli dell’uomo, tormentati dall’epilessia<br />
e da altre gravi affezioni, gli renderanno grazia. Egli è inseguito da dieci uomini lebbrosi, i<br />
quali desiderano bere il suo sangue e la sua anima; e tutti coloro che sono tormentati da ogni<br />
tipo di malattia si ristorano profondamente nel suo spirito.<br />
Chiunque beva a questa fontana d’oro, assiste alla rinnovazione della sua intera natura,<br />
sente la soppressione di ogni male, un fresco affluire di sangue, un rinvigorimento del cuore e<br />
una perfetta sanità di tutte le parti comprese nel corpo, sia interiormente che esteriormente.<br />
Essa apre tutti i pori, attraverso i quali espelle tutto ciò che è di ostacolo alla perfetta sanità<br />
del corpo, ma permette a quanto vi è di benefico di rimanere e dimorare in esso indisturbato.<br />
Ma sia il mio amico scrupolosamente attento, di conservare la fontana di vita limpida e chiara.<br />
(per quanto si versi acqua pura in un secchio sporco, l’acqua s’imputridisce)<br />
38
Nessuna acqua estranea deve essere mescolata alla nostra sorgente, poiché ne deriva un<br />
aborto e da salutare pesce (“VI FARO’ PESCATORI <strong>DI</strong> UOMINI”) ne nasce un serpente. Se<br />
ancora contiene alcuni dei solventi usati per la sua dissoluzione, devi attentamente purgarla da<br />
essi. Nessuna acidità può essere di minimo aiuto per combattere le malattie interne, per la sua<br />
penetrazione distruttiva che genera le malattie. Ma che la nostra fontana sia senza veleno, per<br />
quanto il veleno debba essere scacciato con il veleno.<br />
Ripeto: “VITRIOL – Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem (da<br />
non scordare mai).<br />
Quando un albero produce dei frutti acidi e malsani, i rami devono essere separati dal<br />
tronco e su questo tronco devono essere innestati virgulti di alberi migliori, con un’altra<br />
specie di frutto. I nuovi rami si uniscono organicamente al tronco, il quale nonostante sia<br />
nutrito dalla stessa linfa vitale, produce sani e piacevoli frutti.<br />
Il Re percorre sei regioni nel firmamento celeste e fissa la sua dimora nella settima. In<br />
questo luogo il palazzo reale è ornato di tappeti d’oro. Se tu capisci il significato di quanto io<br />
dico, avrai la chiave per aprire la prima porta; ma se tu non capisci, nessuna vista naturale<br />
potrà aiutarti a comprendere quanto segue. Lucius Papirius mi ha istruito a non dire niente di<br />
più intorno a questa Prima Chiave.”<br />
Il Bestiario e i Simboli trattati nell’argomento di Marsilio Ficino in relazione alla Prima<br />
Chiave ci obbliga ad una ricerca e ad un lavoro non facile ma ciò che è indispensabile è<br />
l’”UMILTA’”, persevera nella ricerca, non perderti d’animo, lavora e concentrati su ciò che<br />
Dio ti ha fornito, troverai tutti gli strumenti necessari per liberare il Re.<br />
Non soffermarti alla semplice esemplificazione dei nomi ma ricercane la verità che il<br />
Simbolo racchiude, l’alleato risiede nell’intelletto e l’intuito ne è servo, e non nella ragione,<br />
l’occhio ha sette difetti, come dice Al-Ghazali, l’intelletto vede oltre cortina, spesso si cade<br />
nella convinzione che ci stiano dando spiegazioni legate ad una particolare frase mentre nel<br />
paragrafo successivo, dove apparentemente ci risulta non venga detto nulla, vi risiede la<br />
“Chiave”.<br />
In merito a ciò non dico oltre ma procedo come già esposto ad uno degli argomenti che<br />
maggiormente mi sta a cuore:<br />
39
Quinta Esposizione<br />
TITOLO: HEPTAPLUS (la settemplice interpretazione dei Sei Giorni della Genesi)<br />
AUTORE: JOANS PICVS MIRANDVLA – Giovanni Pico della Mirandola<br />
E<strong>DI</strong>TRICE: ARKTOS<br />
Ottavo e ultimo capitolo “Esposizione del Primo Detto cioè “IN PRINCIPIO””.<br />
JOANS PICVS MIRANDVLA dice:<br />
Ormai siamo arrivati alla fine dell’opera con l’esposizione chiarificatrice di tutto il testo<br />
nelle sue sette forme. Ma riconosciamo che ci resta ancora da affrontare e da discutere<br />
qualche punto che sembrava si dovesse esporre per primo: cioè che cosa significhi la prima<br />
espressione della legge, che è “IN PRINCIPIO”. Né alla leggera né senza ragioni ho voluto<br />
parlare di questo principio alla fine di tutta l’opera. Io non discuterò qui del Figlio di Dio che<br />
è il principio attraverso cui sono state fatte tutte le cose (è infatti la sapienza del Padre), e non<br />
starò a dimostrare che, in questo luogo, gli antichi Ebrei consentono coi nostri: lo farò altrove.<br />
Ma cercherò di far gustare ai lettori il gusto della profondità ebraica con un nuovo metodo di<br />
interpretazione. Non farò questo prima di aver detto alcune cose di un certo dogma, che è<br />
davvero esempio mirabile dell’antica sapienza giudaica. E’ salda convinzione di tutti gli<br />
antichi, da loro affermata ad una voce come assolutamente certa, che nei cinque libri della<br />
legge mosaica sia racchiusa l’intera cognizione di tutte le arti, di ogni sapienza divina ed<br />
umana, ma dissimulata e nascosta nelle stesse lettere di cui la formulazione della legge si<br />
compone, come ora dimostreremo.<br />
Prendiamo per esempio la prima particella del libro della Gènesi, cioè dall’inizio fino al<br />
luogo dove à scritto: ”E <strong>DI</strong>O VIDE LA LUCE CHE ERA UN BENE”. Tutta questa scrittura<br />
si compone di centotrè lettere che, disposte come sono, costituiscono le parole che abbiamo<br />
dette, in apparenza comuni e volgari, poiché tale disposizione di lettere forma solo una scorza<br />
di un’essenza di riposti misteri, ascosi in questo testo. Ma se, scomposte le parole, prendiamo<br />
separatamente le medesime lettere e, secondo le regole tramandate dagli Ebrei, ricomponiamo<br />
giustamente le parole che ne possono formare, dicono che, se ne saremo capaci, vedremo in<br />
piena luce mirabili verità segretissime in una riposta sapienza, a proposito di molte cose; e<br />
che, facendo lo stesso per tutta la legge, alla fine, da questa esatta disposizione e connessione<br />
di elementi, scaturirà ogni dottrina e i segreti di tutte le discipline liberali. Ho detto però, se<br />
siamo capaci di sapienza occulta. Perciò può darsi che, affaccendandoci noi a sciogliere e<br />
comporre alcune parole, nascano dalla nostra attività molti vocaboli e una varietà di discorsi<br />
ricca di grandi insegnamenti e profondi significati, ma inutile, fortuita e necessariamente<br />
spregevole per chi, non avendone appreso il valore per altra via, non ne afferri il senso.<br />
(ricordiamoci di pulire bene il secchio prima di versare acqua pura)<br />
Lì non possiamo imparare , ma solo riconoscere dogmi e dottrine. Io non affermo con<br />
prove queste cose, perché non ne ho affatto esperienza e non spero di poterla fare, ma neanche<br />
le rifiuto, sia perché questa teoria ha dei grandi sostenitori, sia perché da Mosè, che fu così<br />
esperto di tutta la casa del Signore, si possono accettare facilmente rivelazioni anche più<br />
grandi. Ho pensato perciò di far cosa gradita agli uomini del mio tempo rendendo manifesta<br />
quella ricchezza di gemme che, superiore a quante ne portavano secondo i poeti l’Ermo e il<br />
Pattolo, mi si offre mentre, senza penetrare in quegli abissi, costeggiò il lido di questo mare.<br />
Mi è piaciuto avventurarmi a spiegare la prima espressione dell’opera che in ebraico si<br />
legge “beresit”, nella nostra lingua in principio, per vedere se anch’io, usando le regole degli<br />
antichi, potessi trarne in luce qualcosa degna d’esser conosciuta. E al di là della mia speranza,<br />
al di là di ogni convinzione, trovai ciò che né io stesso potevo credere d’aver trovato, né altri<br />
40
cedettero facilmente: la ragione del mondo e di tutte le cose rivelata e spiegata in quell’unica<br />
espressione.<br />
Dico una cosa meravigliosa, inaudita e incredibile. Ma se sarete attenti, la crederete subito<br />
e la cosa stessa mostrerà che io dico il vero. Quella espressione in ebraico si scrive così:<br />
berescith.<br />
Da questa dunque, se uniamo la terza lettera alla prima, viene AB. Se alla prima<br />
raddoppiatasi aggiunge la seconda, si fa BEBAR. Se le leggiamo tutte, salvo la prima, si ha<br />
RESITH. Se uniamo la quarta alla prima e all’ultima, si ha SCIABATH. Se poniamo le tre<br />
prime nell’ordine in cui stanno, ne viene BARA. Se, lasciata la prima, poniamo le tre<br />
seguenti, ne deriva ROSC. Se, tralasciata la prima e la seconda, poniamo le due successive, ne<br />
viene ES. Se, lasciate le tre prime, uniamo la quarta all’ultima, SETH. Di nuovo, se uniamo la<br />
seconda alla prima, si fa RAB. Se poniamo dopo la terza la quarta e poi la quinta ne deriva<br />
HISC. Se uniamo le prime due alle due ultime si ha BERITH. Se uniamo l’ultima alla prima,<br />
si ottiene la lettera dodicesima e ultima che è THOB, volgendo il THAU in THETH con un<br />
procedimento comunissimo in ebraico.<br />
Vediamo in primo luogo che significhino queste cose in latino, poi che cosa rivelino circa<br />
i misteri di tutta la natura ai non ignari di filosofia. AB, significa il Padre; BEBAR, nel Figlio<br />
e attraverso il Figlio (infatti la BETH preposta vuol dire entrambe le cose); RESITH, indica il<br />
principio; SCIABATH, il riposo e la fine; BARA, creò; ROSC, testa; ES, fuoco;SETH,<br />
fondamento; RAB, del grande; HISC, dell’uomo; BERITH, con patto; THOB, col bene; e, se<br />
ricostruiamo ordinatamente tutta la frase, essa si presenta così: “IL PADRE NEL FIGLIO E<br />
PER IL FIGLIO, PRINCIPIO E FINE, OSSIA QUIETE, CREO’ IL CAPO, IL FUOCO E IL<br />
FONDAMENTO DELL’UOMO GRANDE CON PATTO BUONO”.<br />
Dalla risoluzione composizione della prima parola risulta tutto questo discorso, e quanto il<br />
suo senso sia profondo e ricco di ogni dottrina non può essere palese a tutti. Ma, se non tutte,<br />
alcune delle cose che ci vengono indicate da queste parole son chiare a chiunque: è noto a tutti<br />
i Cristiani che il Padre creò nel Figlio e attraverso il Figlio, e che cosa vuol dire che il Figlio è<br />
principio e fine di tutte le cose. Infatti Egli è l’ά e l’ώ, come scrisse Giovanni, e da sé si<br />
chiamò PRINCIPIO, e noi abbiamo mostrato che è fine di tutte le cose, perché vengano<br />
ricondotte al principio loro. Un po’ più oscuro il resto: che significhino la testa, il fuoco e il<br />
fondamento dell’uomo grande, che sia quel patto e perché sia detto buono. Infatti non a tutti è<br />
possibile vedere subito qui presente ogni legge dei quattro mondi trattati, la loro parentela e<br />
beatitudine, di cui discutemmo alla fine.<br />
In primo luogo bisogna ricordare che il mondo è chiamato da Mosè UOMO GRANDE.<br />
Infatti se l’uomo è un piccolo mondo, necessariamente il mondo è un uomo grande.<br />
Presa occasione di qui, raffigura molto opportunamente i tre mondi, intellettuale, celeste e<br />
corruttibile, nelle tre parti dell’uomo, non solo indicando con questa figura che nell’uomo<br />
sono contenuti tutti i mondi, ma anche spiegando brevemente quale parte dell’uomo<br />
corrisponde a ciascun mondo.<br />
Consideriamo quindi tre parti dell’uomo: la più alta è la testa, poi viene quella che dal<br />
collo si allunga fino all’ombellico, la terza dall’ombellico si stende fino ai piedi. E queste<br />
nella figura dell’uomo sono anche distinte e separate con una certa diversità. Ma è mirabile la<br />
bellezza e perfezione con cui, per una legge precisissima, corrispondono alle tre parti del<br />
mondo.<br />
Il cervello, fonte del conoscere, sta nella testa. Il cuore, fonte di vita, di moto e di calore,<br />
sta nel petto. Gli organi genitali, principio della riproduzione, stanno nell’ultima parte.<br />
Del pari, nel mondo, la parte più alta, che è il mondo angelico o intellettuale, è fonte del<br />
conoscere, perché tale natura è fatta per l’intendere. La parte media, che è il cielo, è il<br />
41
principio di vita, di moto, di calore e in essa domina il sole come il cuore nel petto. Sotto, la<br />
luna è, come tutti sanno, il principio della generazione e corruzione. Vedete con quanta<br />
esattezza tutte queste parti del mondo e dell’uomo si corrispondano reciprocamente. Mosè<br />
indicò la prima col suo nome, di testa; la seconda chiamò fuoco, sia perché con questo nome<br />
da alcuni è indicato il cielo, sia perché in noi questa parte è principio di calore; la terza<br />
chiamò fondamento perché su di essa, come è noto ad ognuno, si fonda e si sostiene il corpo<br />
dell’uomo, Aggiunse infine che Dio le creò con un patto buono perché fra di esse fu sancito<br />
dalla sapienza divina un patto di pace e di amicizia fondato sulla parentela e sul mutuo<br />
consenso delle nature. E questo patto è buono perché si dirige e si orienta verso Dio che è lo<br />
stesso bene, in modo che, come il mondo è uno nella totalità delle sue parti, così anche, alla<br />
fine, sia uno col suo Autore.<br />
Imitiamo anche noi il santissimo patto del mondo, sì da essere uniti tra noi per reciproco<br />
amore, e dal giungere, attraverso l’amore vero di Dio, a unificarci felicemente in Lui.<br />
Ogni commento in merito a quanto Joans Picvs Mirandvla ci ha riportato è vago, la<br />
chiarezza con cui espone la concettualità del bene che Dio riserva all’uomo è focalizzante al<br />
fine del cammino di ognuno di noi.<br />
Ciò che concerne il lavoro in prima battuta è riuscire a trovare la relazione che lega gli<br />
argomenti trattati fino ad ora e se riusciamo a mettere a fuoco l’unione, credo fortemente che<br />
il cammino l’abbiamo iniziato, non perdiamoci quindi per strada, per calarci dentro di noi<br />
necessita percorrere questo lungo sentiero e spesso ci appare, dopo che ci è data l’opportunità<br />
di aver compreso una piccola goccia di questo oceano infinito che è la Scienza Divina, la<br />
nostra incommensurabile ignoranza.<br />
Acquisita questa regalia della goccia, al fine di non perderla, mettiamo in atto quanto<br />
appreso e conserviamo la purezza dell’acqua di fonte purificandone il contenitore col<br />
VITRIOL. (Visita Interiora Terrae – (humus))<br />
Credo che quanto esposto in merito al riconoscerci sia abbondantemente sufficiente, ciò<br />
che ci è stato riferito ci porrà a dura prova in quanto, oltre a fornirci spiegazioni dettagliate<br />
sulla natura dell’uomo, ci informa su ciò che è auspicabile fare a beneficio della consona<br />
condizione che manifesta lo stato d’essere posto sotto le radici divine, in quanto le nostre<br />
radici non sono poste in basso, la comunicazione è con gli Angeli.<br />
Dante, prima di salire in Paradiso, è sceso dapprima all’Inferno è soggiornato in<br />
Purgatorio per elevarsi in seguito innanzi al cospetto di Dio; ciò che temo non è la morte<br />
fisica ma quella spirituale, se venisse a mancare questo elemento mediatore che è lo Spirito,<br />
all’uomo non resterebbe che l’anello di congiunzione con la bestia.<br />
Calarci quindi nell’antro dell’orco per accedere alla scala a nove gradini, residenza del<br />
Cristo Gesù morto e risorto, Destra del Padre.<br />
Quest’acca posta al centro del Simbolo mi ricorda la parte terminale di questa scala e non<br />
solo, ognuno di noi percorra la propria strada, se la direzione scelta ci conduce verso Dio,<br />
raggiunta la meta non vi sarà differenza e saremo veramente unificati felicemente in Lui.<br />
La differenza è posta nell’occhio dell’individuo in quanto duale, ricordiamoci che il SE’ è<br />
trascendente e a quanto pare, le divergenze religiose nascono per la disattenzione di colui che<br />
è offuscato da falsi moralismi e congetture di una cultura che pone le fondamenta nel regno<br />
attuale della quantità, segno dei tempi (ricerca tra le opere di Guenon).<br />
42
Dalle cinque esposizioni sopraccitate, tratte dalle tre monoteiste, entrambe, convergendo<br />
al centro (el-Qutb) parlano dell’Uno, confermando la Misericordia di Dio, sempre sia<br />
glorificato; e non abbiate timore in quanto l’Altissimo offre ad ognuno che Lo ricerca la<br />
strada più consona per raggiungerLo.<br />
Se il nostro occhio è scrupoloso noterà al di là del senso logico dei termini, dei numeri,<br />
delle note musicali, dei nomi dei santi e persino delle zone geografiche o delle fiabe che<br />
chissà quante volte le abbiamo sentite e raccontate ai nostri figli, nulla è casuale a maggior<br />
ragione le opere d’Arte che non portano firma ma ne riconosciamo la provenienza in relazione<br />
ai Simboli che rivelano la Verità.<br />
Ogni cosa del creato porta la Sua firma.<br />
Purtroppo ad oggi, nell’ambito di questo sistema sempre più interessato alla quantità che<br />
non alla qualità, notiamo che gli unici maestri rimasti sono quelli delle scuole elementari e di<br />
profeti non ve ne sono più, non ci resta che affidarci alle Immagini e ai Simboli a volte<br />
racchiusi in un vecchio detto o in una festa popolare.<br />
Non lasciamoci offuscare da falsi orientalismi scaturiti più per una forma esteriore e di<br />
moda che non per reale necessità del Bene Divino, l’Oriente come del resto ogni altro luogo<br />
dove emergono le radici più profonde dell’uomo rappresentano tutte la benevolenza del Padre,<br />
a meno che non si creda ciecamente che gli Egiziani adorassero i gatti o quant’altro in merito<br />
a popolazioni delle quali si dice adorassero il sole e così via.<br />
Suvvia non limitiamoci alle dicerie, altrimenti come mi riferisce un caro amico: “Chissà<br />
come mai se parliamo di subatomica non proferiamo parola e quando si parla di Dio, pochi<br />
hanno letto ma tutti sanno tutto”, quale dilemma la cultura dei nostri giorni.<br />
A conferma di ciò ed a titolo esemplificativo soffermiamoci per un attimo sulla figura di<br />
Dante, come possiamo penetrare nei significati più profondi legati alle radici di popolazioni<br />
antiche intrinseche alla forma religiosa se poi non riusciamo a carpire solo che l’aspetto<br />
poemico della Divina Commedia o di altre opere legate alla nostra cultura ?.<br />
Pertanto, caro amico, visto che l’interesse ti ha condotto alla sopportazione di questa che<br />
ritengo una missiva, consentimi un suggerimento, non perderti d’animo, in quanto Dio ha<br />
creato tutto questo e anche il resto che per noi deve ancora avvenire, ci ha fornito l’orologio,<br />
giriamo la corona in senso orario, altrimenti non vediamo l’ora.<br />
L’argomento trattato nell’ambito delle cinque esposizioni, come predetto, ci ha mostrato<br />
la nostra natura vista da tre punti apparentemente diversi, Cristianesimo, Induismo e Islam, a<br />
quanto pare concordano e per meglio chiarire l’aspetto di questa realtà unificatrice intendo<br />
proporre un succinto di ciò che il Marchese Saint-Yves D’Alveydre, magistralmente riporta<br />
nel secondo capitolo de “L’ARKEOMETRO”.<br />
Tale opera mostra la “CHIAVE <strong>DI</strong> TUTTE LE RELIGIONI E <strong>DI</strong> TUTTE LE SCIENZE<br />
DELL’ANTICHITA’ ed una RIFORMA SINTETICA <strong>DI</strong> TUTTE LE ARTI<br />
CONTEMPORANEE”, pertanto ritengo sia un’opera da ricercare, studiare e conservare.<br />
Nell’eventualità fosse di difficile reperimento, Renè Guenon ne fornisce un condensato<br />
non di minor interesse, intitolato “L’ARCHEOMETRA”, il reperimento in questo caso non ti<br />
sarà difficile.<br />
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TITOLO: L’ARKEOMETRO<br />
AUTORE: SAINT YVES D’ALVEYDRE<br />
Sesta Esposizione<br />
E<strong>DI</strong>TRICE: LA TORRE DEI DRAGONI (edizione riservata fuori commercio)<br />
PARTE SECONDA<br />
LA SAGGEZZA <strong>DI</strong> <strong>DI</strong>O E IL CRISTIANESIMO<br />
Ego sum Via, et Veritas, et Vita.<br />
S. Giovanni, vang. XIV, 6.<br />
CAPITOLO PRIMO<br />
LA VIA<br />
LA MATESI CRISTIANA<br />
Alcune ossa furono sufficienti a Cuvier per ricostruire la paleontologia antidiluviana. La<br />
Storia e la Preistoria descritte nei Libri Sacri di tutti i popoli, ci lasciano un merito molto<br />
minore in ciò che riguarda la Proto-Sintesi umana. Tutta la difficoltà consisteva nel lasciarla<br />
ristabilire da sola seguendo il doppio metodo oggettivo ed il suo doppio criterio.<br />
Le nostre guide principali sono state, fra i Padri della Chiesa: S. Agostino, fra gli<br />
Evangelisti: S. Giovanni, fra gli altri Apostoli: S. Paolo e S. Pietro, fra gli scrittori sacri<br />
dell’Antico Testamento: Mosè; fra gli autori anteriori a Mosè e conformi alla Tradizione<br />
patriarcale più pura: Giobbe, fra le Università antiche dei Patriarchi ma ancora viventi ai<br />
giorni nostri: quella del Brahamanesimo, datante a Krishna ma che raccoglie una<br />
documentazione ben anteriore al XXXII secolo prima dell’Incarnazione del Verbo.<br />
A questa Università uniamo l’Iraniana, ancora rappresentata dai Ghebri e, nell’Estremo<br />
Oriente, i Kono-Tse-Kien, ed in Estremo Occidente: i documenti della Razza Rossa.<br />
Tutta questa documentazione si legge e si posiziona da sola, con tutte le sue<br />
corrispondenze, sullo Strumento di precisione di cui abbiamo parlato alcune volte:<br />
l’Arkeometro; come ogni Insegnamento che ne deriva si centralizza e si riassume in un<br />
monumento verbale vivente: il CRISTIANESIMO.<br />
Il Cristianesimo, in effetti, non è una religione di questo mondo: tutte le altre non ne sono<br />
che una parte smembrata. E’ la Religione di tutti i Mondi, Matesi del doppio Universo visibile<br />
ed invisibile e del loro Anfibio: l’Umanità.<br />
La Matesi Cristiana racchiude quindi tre sintesi: l’Universo visibile, l’Universo invisibile,<br />
l’Umanità, anfibia dei due, tali come sono riassunte nella Tavola sinottica che segue.<br />
44
UNIVERSO<br />
Invisibile, Visibile, Uomo Anfibio<br />
La Gloria Divina: SheMa<br />
Vita Essenza Soggetto Supporto Centro Appoggio Padre.<br />
Eterna Esistenza Verbo Principio Raggio Potenza Figlio.<br />
Sostanza Oggetto Finalità Cerchio Movimento Spirito Santo<br />
Il Cielo della Gloria, l’Involutivo radiante: SheMaY<br />
Esistenza Potenze specificanti del Verbo: ALEIM<br />
Eterna Potenze specifiche dello Spirito Santo: ROHa<br />
Potenze specificate – Specie: Ha-OR.<br />
Il Cielo della Gloria riflessa l’Involutivo delle Onde Eteree: SheMaYm<br />
Società cosmogonia degli Angeli della parola vivente: Ath-Ha-Sha-Ma-Ym .<br />
Esistenza Ath-Ha-AdaM Ath-Ha AreTs<br />
immortale Facoltà androgoniche involutive.<br />
Società degli Eletti glorificati.<br />
Il Cielo fisico Involutivo ed Evolutivo delle Forze e delle Atmosfere: SheMi-Dwu<br />
Esistenza Angeli e Facoltà antropogoniche: Involutive.<br />
Intermedia Società delle Anime evolute.<br />
Angeli e Facoltà animali e vegetali: Involutive.<br />
L’Astralità schematizzata- Involutiva ed Evolutiva: AreTsAsTRa<br />
Esistenza Uomini individuali visibili<br />
fisica Animali individuali visibili<br />
evolvente Vegetali individuali visibili<br />
Sostanza Forze riflesse e Gas.<br />
L’Astralità dinamizzata – Involvente ed Evolvente<br />
Fisica Metalli: Supporti delle Forze. Occlusione dei Gas.<br />
Evoluta Materia cadaverica rientrante in transazione di Sostanza.<br />
L’Astralità riassorbente, disgiuntiva, contro She-Ma<br />
Esistenza Potenze sarcofaghi delle Tenebre<br />
Infernale Demoni involutivi.<br />
Dannati evoluti dagli Uomini.<br />
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Fuoco del Caos disgiuntivo, putrefacente ed annientante<br />
Esistenza Demoni delle Forze repulsive e dei Gas esplosivi.<br />
Satanica Demoni dell’Odio e delle Calamità.<br />
Satana: l’AntiVerbo della Perdizione e della Distruzione.<br />
Ogni grado dei primi sette Ternari è commentato da un capo all’altro della Storia umana<br />
dai Libri sacri di tutti i popoli.<br />
Questi Libri si dividono anch’essi in tre, conformemente alla Matesi cristiana in tre Sintesi<br />
relative al doppio Universo e alla doppia Umanità Invisibile e Visibile.<br />
Malgrado le loro apparenti divisioni sotto gli stendardi delle Religioni, delle Università e<br />
delle Legislazioni che si dividono l’Umanità terrestre, i Veda i King, l’Avesta i Libri di Mosè,<br />
quelli dei Profeti e sino alle Mitologie asiatiche, europee, africane, non sono nulla di più<br />
dell’espressione dei Sistemi individuali presidiati dall’Anarchia. Essi non sono filosofici, essi<br />
non sono emanati dal Criterio soggettivo, e noi evidenzieremo che essi hanno fra di loro un<br />
legame di Unità che svela un origine comune in questo Mondo ed uno stesso principio<br />
rivelatore dell’Altro. Si può dire altrettanto dei Sistemi scientifici che accompagnano queste<br />
opere, oltre che dei Sistemi sociali che ne sono l’applicazione.<br />
Tutti gli studiosi che si sono dati la pena d’indagare gli uni e gli altri, son giunti alle nostre<br />
conclusioni, cioè che questi smembramenti sono tanto più conformi alle Leggi reali dei Fatti<br />
universali quanto si risale nell’Antichità, sino ad un punto di partenza, velato ma traslucido,<br />
ove s’intravvede la loro triplice sintesi primordiale. E, ci è stato dato modo di constatare, con<br />
tutto il rigore della ragione più esigente, che questa triplice Sintesi e la Matesi sono la<br />
Religione cristiana, quella del Verbo Creatore e prima di incarnarsi per la salvezza degli<br />
Uomini. Del resto il Vangelo ce lo dice a chiare lettere, e, dopo di esso, gli Apostoli e i<br />
Discepoli che lo predicarono a tutte le Nazioni. I Padri della Chiesa, nati per la maggior parte<br />
di tutte le Nazioni mediterranee ed orientali, continuano la conquista cristiana ricordando ai<br />
Gentili questo fatto incontestabile. Per tale ragione Gesù parla contemporaneamente come<br />
Verbo Creatore, Ispiratore di ogni Rivelazione, passata e futura, e come Verbo Incarnato che<br />
deve risalire verso la Gloria da cui è disceso quando dice: “Io sono l’AMaTh”, la Verità<br />
vivente da cui discende ogni verità.<br />
AMaTh, in effetti conferma:<br />
1° TheMa, il Miracolo della Vita, la sua Manifestazione nell’Esistenza universale,<br />
2° AthMa, l’Esistenza infinita dell’Essenza assoluta, l’Anima delle anime, Ath,<br />
3° MaTha, Mata, la Ragione suprema di tutte le ragioni vere, l’Incidente di tutte le<br />
Riflessioni, la Legislazione di tutte le leggi, l’Eudossia di tutte le dottrine.<br />
Parlando così il Signore esprime, non solamente tutta la tradizione sacra da Lui rivelata ai<br />
Patriarchi non solamente la Torah di Mosè che la riassume, ma la sua propria Torah diretta,<br />
quella del doppio Universo e della doppia Umanità.<br />
Abbiamo già detto altrove che il confidente più intimo del divino pensiero di Gesù, S.<br />
Giovanni, ha indicato la Matesi antica ed il Principio delle Tre Sintesi nell’inizio del suo<br />
Vangelo. Non è possibile, leggendo questo Libro e l’Apocalisse, con uno spirito religioso e<br />
scientifico contemporaneamente, non vedere che essi sono dello stesso autore. Esprimono gli<br />
stessi misteri, nello stesso modo ieratico, ed in particolare l’AMaTh di cui ci stiamo<br />
occupando.<br />
“Ho visto un Angelo salire dall’Oriente con il Sigillo del Dio Vivente”, prego il lettore di<br />
ricordare bene queste parole dell’Apocalisse VII, 2. Si profetizza che la Matesi dell’AMaTh,<br />
46
inseparabile in Gesù, ma in apparenza disunita nell’Umanità religiosa, scientifica,<br />
universitaria e sociale, sarà ricostituita fra l’Oriente e l’Occidente. Eco di Daniele tramite<br />
Esdra, in ciò che concerne certe tradizioni e chiavi di Misteri, il Talmud dice: “Il sigillo del<br />
Dio Vivente è AMaTh.”<br />
I Profeti, sapendo cosa ciò volesse dire, avrebbero riconosciuto il Messia<br />
immediatamente, ad ogni annuncio che avesse fatto dei Misteri così decifrati. Ma i Profeti<br />
erano tutti morti, uccisi dallo stato mentale e governativo della Borghesia soppiantatrice,<br />
quella della tribù di Giuda.<br />
Risalendo il corso dei Tempi, arretriamo alla fonte universitaria ove i testi di Mosè furono<br />
ricostituiti in caratteri assiri volgari ed in lingua metà ebraica e metà caldea. Daniele era allora<br />
il Gran Maestro del Sacro Collegio dei Kashidim. Le chiavi da lui date aprono le porte di tutti<br />
i Santuari della Tradizione, come quelle della loro Unità e della loro Universalità prediluviana<br />
e persino post-diluviana di qualche secolo. Fra le Chiavi comuni a tutte le Università<br />
direttamente o indirettamente patriarcali, bisogna citare la Ca-Ba-LaH, tale quale noi<br />
l’abbiamo definita, nelle nostre note su questo argomento, in Solare-lunare, Lunare, Oraria,<br />
Mensile, Decanica, eccetera, secondo le Lingue e la loro ripetizione sacra. Queste Chiavi sono<br />
scientificamente, e, a questo titolo, tanto chiare quanto le profezie di Daniele, a riguardo<br />
dell’epoca che esse indicano per l’Incarnazione di Mosè. Tutto ciò, e ben altre cose ancora,<br />
facevano parte della Matesi dell’AMaTh.<br />
Questo stesso Mistero ci riporta dalla sua seconda trascrizione alla prima, da Babilonia a<br />
Tebe, dove sotto il nome funzionale di Oshar-Sphiph, Mosè, come figlio di re, fu epopte, poi<br />
capo regale di stato maggiore preposto come ingegnere militare, al rifacimento delle fortezze<br />
e delle macchine da guerra. La sua rinomanza come saggio e come inventore è passata dagli<br />
Egizi ai Romani.<br />
L’Universalità tebana ci conduce, risalendo i Tempi, ad un’altra che fu, se non sua madre<br />
almeno sua sorella maggiore: Tirohita, la città dotta degli antichi Bramani del Nord. I<br />
sacerdoti tebani e quelli dell’Etiopia, come i loro iniziati regali, venivano per compiervi i loro<br />
Alti Studi per ciò che riguarda l’Universo invisibile. Allo stesso modo i Kashidim di<br />
Babilonia andavano a perfezionare i loro nella loro Università d’origine: Kashi in sanscrito<br />
Caçi, oggi Benares, per ciò che riguarda l’Universo visibile.<br />
Fermiamoci a Tirohita e, per vedere l’Università e l’Universalità cristiane in un fatto tanto<br />
importante come l’AMaTh, Sigillo del Dio Vivente, apriamo l’Atharva-Veda: “Il Sigillo del<br />
Dio Vivente porta il Sole perché la sua Rivelazione illumina l’Universo”. Così, N.S. Gesù<br />
Cristo, in ciò, come in tutte le sue parole shematiche, non fa che riassumere Sé-stesso, come<br />
Verbo Creatore ed Ispiratore della Sua Religione eterna, una ed universale.<br />
L’Atharva-Veda ci conduce alla sua filiazione antidiluviana. E’ la che ritroviamo<br />
l’impronta del Sigillo della Matesi, il suo Shéma verbale e cosmologico solare nella<br />
ARKA-METRA che abbiamo ricostruito su documenti antichi verificati dalla Scienza<br />
moderna. E’ l’Archeometro di questa Parola primordiale del Verbo che S. Giovanni designa<br />
nella sua Apocalisse. La lettura dell’una e dell’altra non ci lascia alcun dubbio che questa<br />
impronta del Sigillo, gli è stata rivelata dal suo divino Maestro.<br />
Ecco quindi riportati dai Veda al Cielo antidiluviano, quello della triplice Sintesi e della<br />
sua Matesi segnata su questo stesso Sigillo: JeShU-Verbo e MeShIaH. Nelle nostre note sulla<br />
Ca-Ba-LaH e nella prima parte di quest’opera, abbiamo ricordato che le Litanie della nostra<br />
Chiesa nominano il Signore come “Re dei Patriarchi”. E’ un fatto e non un modo di dire,e<br />
così è di tutta la Tradizione religiosa, dai suoi testi teologali sino allo Archeometro liturgico<br />
che li inquadra in tutte le corrispondenze del doppio e del triplo Universo. In Vattan, la<br />
Lingua schematica del primo Ciclo, noi troviamo IshVa-Ra, Re dei Rishis. Il sanscrito<br />
articolato su questa lingua schematica, da cui deriva il veda dice IshOua e ISOua, ma bisogna<br />
47
sempre riportare le Lingue sacre cosmologicamente sistematizzate alle XXII Lettere vattane<br />
del Sigillo e a tutte le loro corrispondenze archeometriche. Noi non menzioneremo qui quella<br />
dei Numeri. Quello del Nome divino di cui ci occupiamo, è 316. Noi lo troviamo nell’Osiride<br />
egiziano: OshI = 316. Ri e Risch, Re dell’Amenti, l’Universo invisibile. In ebraico è IshO, ma<br />
anteriormente a l’ebraico, in etipico, è ShOI.<br />
E sempre quale che sia la sua posizione, il nome si verifica con il numero. In sanscrito Ish<br />
significa il Signore; Va, il Movimento ciclico universale.<br />
Dopo ciò che ha preceduto non saremo più meravigliati nel vedere, diciassette secoli<br />
prima della nostra era, un’iniziata all’Insegnamento superiore della Tradizione, l’Infanta<br />
egizia consacrata a OShI-Ri un piccolo bambino salvato dalle acque e chiamarlo M’OshI,<br />
come noi diciamo il Bambino Gesù, il Bambino di Maria.<br />
Dovremo ritornare altrove, e con maggiori particolari, su tutti questi punti, ma abbiamo<br />
voluto mostrare come, affermandosi l’AMaTh, N.S. Gesù Cristo si affermava Verbo Creatore,<br />
fondatore del Cristianesimo, Religione eterna, confermata da ogni Tradizione, tanto<br />
antidiluviana che post-diluviana.<br />
La mentalità europea può difficilmente comprendere tutto ciò, dominata com’è da quella<br />
dei Gentili greco-romani, ed appena risvegliata dalla ragione individuale alla Ragione divina<br />
dai metodi scientifici recenti. Di già, lo vedremo più avanti, questi confermano l’Etere degli<br />
Antichi, il suo Sistema ondulatorio e il Mezzo intermediario della trasmissione delle Potenze<br />
divine: ALEIM delle forze fisiche; SheMaIM delle vibrazioni musicali dei Numeri.<br />
Per altro non esistono sforzi che noi non abbiamo fatto, sono già vent’anni, che per<br />
spiegare ciò che la Matesi evangelica offre di risorse per parare i mali nazionali e<br />
internazionali che minacciano la vita del nostro paese e di ciò che fu la Cristianità. Tutto ciò<br />
che è accaduto da allora, tutto ciò che sta accadendo è stato fedelmente rivelato da noi, come<br />
una conseguenza delle Leggi divine della Storia, e dalla disconoscenza di queste Leggi divine<br />
da parte dei nostri letterati di Chiesa e dell’Università, il Clero e il Clericale, dopo il<br />
Rinascimento pagano. Tutto poteva essere evitato, e noi abbiamo scongiurato, a destra e a<br />
sinistra, la Direzione del nostro paese di prendere le misure necessarie, assai semplici ma<br />
assai efficaci che indicava loro la Tradizione. Era il momento allora, adesso l’ora è passato e<br />
noi non scriviamo più che per il domani, per l’indomani delle catastrofi d’ogni genere, quando<br />
bisognerà costruire di nuovo ciò che il paganesimo avrà distrutto.<br />
Caro amico, siamo giunti al termine della Sesta Esposizione e se a tal punto non abbiamo<br />
posto concretamente il dubbio verso tutti coloro che si attribuiscono l’esclusiva sulla verità,<br />
credo fermamente sia opportuno non intraprendere nessun altro studio.<br />
Ricordiamo ciò che Gesù ha affermato “IO SONO LA VIA E LA VERITA’ E LA VITA”,<br />
quindi partendo dal presupposto che N. S. Gesù Cristo è il Verbo Creatore ed è la Verità non<br />
di meno noi possiamo appartenere alla Verità, non possederla, e siamo la Verità nel momento<br />
in cui, nella Vita, percorriamo la Sua Via.<br />
Precisato tale concetto possiamo procedere al fine di acconsentirci una visione ancor più<br />
ampia di quanto Dio abbia riversato e riservato la Sua Misericordia a tutta l’Umanità di tutti i<br />
Tempi, senza limite alcuno, pertanto rivolgo un chiaro messaggio a colui che sta affrontando<br />
tale lettura con occhio critico: “CHE TU ABBIA LA COMPIACENZA <strong>DI</strong><br />
INTERROMPERE TALE LETTURA IN QUANTO NON HAI RISERVATO NEPPURE 2<br />
MINUTI DELLA TUA ESISTENZA PER LA RICERCA DELLA VERITA’”.<br />
Mi scuso per il tono perentorio nel caso in cui qualc’uno se ne fosse risentito ma ritengo<br />
di gran lunga più importante e doveroso il rispetto per la Dottrina.<br />
48
Procediamo quindi per gradi, abbiamo visto come sia determinante la conoscenza di SE’<br />
nell’ambito delle diverse Religioni e quest’ultimo sguardo sull’ARKEOMETRO che SAINT<br />
YVES D’ALVEYDRE ci ha magistralmente sottoposto ed in particolar modo sull’argomento<br />
della MATESI CRISTIANA ci dovrebbe almeno condurre alla comprensione che tutto è<br />
Creato perfettamente in Armonia a favore dell’Uomo e tutte le Sacre Scritture convergono lo<br />
sguardo di colui che “HA ORECCHIE PER INTENDERE” su N. S. Gesù Cristo, sempre sia<br />
glorificato.<br />
Abbiamo notato quanto sia importante la conoscenza delle Lingue Antiche soprattutto<br />
nell’ambito della loro Radice che ci induce obbligatoriamente alla comprensione dei Numeri e<br />
che a tal scopo in fase di traduzione non mente la Verità più profonda sui reali significati dei<br />
termini, Pico della Mirandola ci ha mostrato una Chiave nell’esposizione di BERESCITH e<br />
Saint Yves D’Alveydre ci ha fornito un’indicazione non scarna di significati in merito alle<br />
Lingue Antiche, sebbene non sia entrato nel significato delle radici e a tal scopo, se di tuo<br />
interesse, ti esorto allo studio di un lavoro senza pari di Fabre D’Olivet “LA LINGUA<br />
EBRAICA RESTITUITA”.<br />
Spesso mi son dilettato alla ricerca dei significati che i Termini, i Numeri, i Metalli, i<br />
Pianeti e quindi ogni Simbolo conservano, traducendo da una Lingua all’altra per verificarne<br />
la corrispondenza numerica; ogni Sostanza mi conduceva all’Essenza del Suo Creatore ma<br />
credo fermamente che ognuno di noi debba percorrere la propria strada, senza mai stancarsi di<br />
cercare, ogni qual volta che mi è stata offerta l’opportunità di comprendere per un solo istante,<br />
al seguito ho versato lacrime di gioia per ore, in totale silenzio.<br />
Pertanto, caro amico, ti esorto a non porre termine qui l’interesse, non m’importa di tutto<br />
ciò che tu possa pensare di me, se sono stato bravo o meno o se vi sono dei meriti per questo<br />
piccolo lavoro, MERITO ha la stessa radice di MORTE “MRT”, quindi ci fossilizza.<br />
Avrei voluto riportare al seguito l’esito di qualche ricerca e il modo con cui l’intuito mi ha<br />
condotto in questo meraviglioso cammino verso Dio, la Patria, ma non sarei certo in grado di<br />
esporre gli argomenti come coloro dei quali ho riportato alcune citazioni letterarie, ho già<br />
abbastanza peccato di presunzione nel corso della vita.<br />
In ogni caso mi farebbe piacere ricevere un riscontro in merito, magari solo per un<br />
semplice abbraccio fraterno o meglio ancora due righe di lode a Dio.<br />
Torniamo comunque all’argomento fondamentale ,”Studi e Riflessioni”, che mi hanno<br />
pian piano guidato al riconoscimento della Strada Maestra, ossia la Via, tenendo ben presente<br />
che ogni argomento trattato ci deve esortare alla riconoscenza di Dio, in quanto ogni cosa o<br />
pensiero che si intrappone tra noi e Dio è contro Dio, mai e poi mai lasciarsi trasportare dal<br />
desiderio di conoscere per apparire, bensì per annullarsi in modo che la Sua Volontà sia<br />
esercitata in noi in senso totale, solo così facciamo emergere l’Immagine e la Somiglianza.<br />
Ora mi chiedo cos’altro dovrebbe essere trattato al fine di risvegliare in te la riconoscenza<br />
se non per ciò che ha determinato la nostra esistenza in vita, quanto ancora mi dovrò dilungare<br />
negli argomenti che trattano il punto di riferimento cardine, esito della nostra presenza.<br />
Ancora facciamo fatica a liberarci dai legami che occludono il reale significato della vita ?<br />
Smettiamola di fingere, sappiamo entrambe cosa ostruisce la comprensione,<br />
l’annullamento del desiderio è il primo passo che noi facciamo verso la libertà, dalla libertà si<br />
procede verso il giusto equilibrio del libero arbitrio dal quale riconosciamo, in quanto a tal<br />
punto modo incondizionato, la via da seguire; diversamente siamo offuscati dalle esigenze<br />
non conformi all’equilibrio.<br />
Nessuno pone il dubbio sulle difficoltà che si incorrono nel liberarci di noi stessi, non si<br />
può mettere in dubbio ciò, soprattutto per coloro che per anni hanno perseguito la strada che il<br />
sistema riconosce a loro stessi il trono di mostrarsi, di essere arrivati, ma l’essere arrivati<br />
49
ealmente implica una situazione statica di non movimento, di interesse a tutto senza esservi<br />
coinvolti, assente dai sentimenti per il solo presente quale fine, che fine non ha.<br />
Potrei dilungarmi nel proporre centinaia di altri argomenti al fine di mostrarti ciò che è di<br />
fondamentale importanza per la tua salute, sia spirituale che fisica, ma se tutto ciò che è già<br />
stato citato non ha smosso almeno l’interesse su te stesso, come potrai comprendere il tuo<br />
Signore, forse non si è ancora compreso che l’Immagine di Dio è la parte immortale di Noi ?<br />
Possibile che non si riesca ad uscire dai canoni della sostanzialità ?<br />
Quante lacrime versate a causa dell’incomprensione, lacrime di rabbia, e quante date<br />
dall’Amore di Dio e questa differenza dovuta solo dalla nostra occlusione o meglio dalla<br />
nostra non pre-disposizione.<br />
Or dunque siamo pronti per il prossimo argomento ?, cosa ti aspetti ancora che non sia già<br />
stato detto ?<br />
Se siamo pronti ad usare il VITRIOL credo sia il momento giusto.<br />
In ogni caso prima di procedere su altro argomento ritengo possa esserti di aiuto la<br />
rappresentazione cosmologica delle XXII Lettere, tratta dall’ARKEOMETRO, suddivisa in<br />
numeri, alfabeto vattan, alfabeto ebraico e alfabeto astrale e loro corrispondenza con le lettere<br />
latine unitamente alla “Nota sull’angeologia dell’alfabeto arabo” che, ancora una volta, Renè<br />
Guenon ci favorisce al fine di facilitare il percorso intuitivo.<br />
Resta peraltro inteso che sarà tuo esclusivo interesse farne buon uso, applicando i<br />
suggerimenti alle Sacre Scritture, noterai che la numerazione riportata in merito a capitoli,<br />
passi e versetti non sono ovviamente casuali.<br />
50
51<br />
A<br />
B<br />
G<br />
D<br />
E<br />
V<br />
Z<br />
H<br />
T<br />
Y<br />
C<br />
L<br />
M<br />
N<br />
S<br />
W<br />
Ph<br />
Ts<br />
K<br />
R<br />
Sh<br />
Th
Settima Esposizione<br />
TITOLO: SCRITTI SULL’ESOTERISMO ISLAMICO E TAOISMO<br />
AUTORE: RENE’ GUENON<br />
E<strong>DI</strong>TRICE: ADELPHI<br />
CAPITOLO: VI° NOTA SULL’ANGEOLOGIA DELL’ALFABETO ARABO<br />
Il “Trono” divino che circonda tutti i mondi (el-Arsh el-muhìt) è rappresentato, come è<br />
facile capire, da una figura circolare; al centro è er-Rùh, come abbiamo spiegato altrove, e il<br />
“Trono” è sostenuto da otto angeli posti sulla circonferenza, i primi quattro ai quattro punti<br />
cardinali, e gli altri quattro ai quattro punti intermedi.<br />
I nomi di questi otto angeli sono formati da altrettanti gruppi di lettere prese seguendo<br />
l’ordine dei loro valori numerici, in modo tale che l’insieme di questi nomi comprende la<br />
totalità dell’alfabeto.<br />
Sarà il caso di osservare che si tratta naturalmente dell’alfabeto di 28 lettere; ma si dice<br />
che l’alfabeto arabo avesse all’inizio soltanto queste 22 lettere, perfettamente corrispondenti a<br />
quelle dell’alfabeto ebraico; da ciò la distinzione che viene fatta dal piccolo jafr, che usa<br />
soltanto queste 22 lettere,e il grande jafr, che ne utilizza 28, attribuendo a tutte un valore<br />
numerico distinto.<br />
D’altronde si può dire che le 28 (2 + 8 = 10) sono contenute nelle 22 (2 + 2 = 4) come 10<br />
è contenuto in 4, secondo la formula della Tetraktis pitagorica:<br />
1 + 2 + 3 + 4 = 10; e, in realtà, le sei lettere supplementari sono soltanto modificazioni di<br />
altrettante lettere primitive, dalle quali sono formate per mezzo della semplice aggiunta di un<br />
punto, e nelle quali si ritrasformano subito con la soppressione di tale punto.<br />
Queste sei lettere supplementari compongono gli ultimi due degli otto gruppi di cui si è<br />
parlato sopra; è evidente che, se non le si considerasse lettere a sè stanti, tali gruppi ne<br />
risulterebbero modificati, o nel numero o nella composizione.<br />
Di conseguenza, il passaggio dell’alfabeto a 22 lettere a quello di 28 dovette<br />
necessariamente comportare un cambiamento nei nomi angelici di cui stiamo trattando,<br />
dunque nelle “entità” che questi nomi designano; ma, per quanto strano ciò possa sembrare a<br />
qualcuno, è in realtà normale che sia così, giacchè tutte le modificazioni delle forme<br />
tradizionali, e particolarmente quelle che toccano la costituzione delle loro lingue sacre,<br />
devono avere effettivamente i loro “archetipi” nel mondo celeste.<br />
Ciò detto la distribuzione delle lettere dei nomi è la seguente:<br />
Ai quattro punti cardinali:<br />
A est: A B J a D<br />
A ovest: H a W a Z<br />
A nord: H a T a Y<br />
A sud: K a L M a N<br />
52
Ai quattro punti intermedi:<br />
A nord-est: S a A F a S<br />
A nord-ovest: Q a R Sh a T<br />
A sud-est: Th a Kh a Dh<br />
A sud-ovest: D a Z a Gh<br />
Si osserverà che ciascuno di questi due insiemi di quattro nomi contiene esattamente la<br />
metà dell’alfabeto, cioè 14 lettere ripartite nel modo seguente:<br />
Nella prima metà:<br />
4 + 3 + 3 + 4 = 14<br />
Nella seconda metà:<br />
4 + 4 + 3 + 3 = 14<br />
I valori numerici degli otto nomi, formati dalla somma dei valori delle singole lettere,<br />
sono, prendendoli naturalmente nel medesimo ordine:<br />
1 + 2 + 3 + 4 = 10<br />
5 + 6 + 7 = 18<br />
8 + 9 + 10 = 27<br />
20 + 30 + 40 + 50 = 140<br />
60 + 70 + 80 + 90 = 300<br />
100 + 200 + 300 + 400 = 1000<br />
500 + 600 + 700 = 1800<br />
800 + 900 + 1000 = 2700.<br />
I valori degli ultimi tre nomi sono uguali a quelli dei primi tre moltiplicati per cento, ciò<br />
che del resto risulta evidente se si considera che i primi tre contengono i numeri da 1 a 10 e<br />
gli ultimi tre le centinaia da 100 a 1000; gli uni e le altre trovandovisi egualmente ripartiti<br />
secondo la scansione 4 + 3 + 3.<br />
Il valore della prima metà dell’alfabeto è la somma dei valori dei primi quattro nomi:<br />
10 +18 + 27 + 140 = 195.<br />
Similmente, il valore della seconda metà è la somma di quelli degli ultimi quattro nomi:<br />
300 + 1000 + 1800 + 2700 = 5800.<br />
Infine, il valore totale dell’intero alfabeto è:<br />
195 + 5800 = 5995.<br />
53
Il numero 5995 è notevole per la sua simmetria: la parte centrale è 99, numero dei<br />
nomi”attributivi” di Allàh; le cifre esterne formano 55, somma dei primi dieci numeri, ove del<br />
resto il denario riappare diviso in due parti uguali (5 + 5 = 10); inoltre, 5 + 5 = 10 e 9 + 9 = 18<br />
sono i valori numerici dei due primi nomi.<br />
Ci si può meglio rendere conto di come si giunge al numero 5995 ripartendo le lettere<br />
dell’alfabeto in un altro modo, in tre serie di nove lettere più una lettera isolata: la somma dei<br />
primi nove numeri è 45, valore numerico del nome Adam (1 + 4 + 40 = 45, cioè, dal punto di<br />
vista della gerarchia esoterica, el-Qutb el-Grawth al centro, i quattro Awtàd ai quattro punti<br />
cardinali, e i quaranta Anjàb sulla circonferenza); la somma delle decine, da 10 a 90, è 45 x<br />
10, e quelle delle centinaia, da 100 a 900, è 45 x 100; l’insieme delle somme di queste tre<br />
serie novenarie è dunque il prodotto di 45 x 111, il numero “polare”, ossia quello dell’alif<br />
“sviluppata”: 45 x 111 = 4995; occorre poi aggiungervi il numero dell’ultima lettera, 1000,<br />
l’unità di quarto grado che chiude l’alfabeto, come l’unità di primo grado lo inizia, e così si<br />
ottiene infine 5995.<br />
Per concludere, la somma delle cifre di questo numero è 5 + 9 + 9 + 5 = 28, cioè proprio il<br />
numero delle lettere dell’alfabeto di cui rappresenta il valore globale.<br />
Si potrebbe certamente svolgere ancora molte altre considerazioni a partire da tali dati, ma<br />
queste scarne indicazioni basteranno perché ci si possa perlomeno fare un’idea di alcuni dei<br />
procedimenti della scienza delle lettere e dei numeri nella tradizione islamica.<br />
Caro amico, consentimi la lode a Dio in quanto ciò che ci ha fornito è di gran lunga<br />
superiore a ciò che riusciamo a stento ad osservare con gli occhi, la mente è offuscata da<br />
un’inculturazione caotica fatta di formule e nozioni che a breve tempo la pseudo-scienza<br />
stessa contraddice.<br />
Ci vuole come bambini, quindi non contaminati da falsi bisogni, ed è in questo stato che<br />
l’acqua limpida si conserva tale.<br />
Pertanto rivolgendo lo sguardo su coloro che riportano commenti critici sugli argomenti<br />
trattati non resta altro che pensare in quale stato confusionale e di sonno risiedano, ma noi non<br />
ci possiamo prendere la briga di occuparci delle critiche, altrimenti distogliamo l’attenzione<br />
da Dio. Sempre sia glorificato.<br />
Il precedente argomento ci ha reso il senso profondo dell’importanza dei numeri in quanto<br />
in primis, ne risultano essere il codice unificatore di confronto tra le Lingue Sacre, senza<br />
distogliere lo sguardo al significato stesso che ogni numero racchiude in se.<br />
Tornando poi al fatto che ci vuole come bambini, ritengo doveroso riportare quanto Saint<br />
Yves D’Alveydre pensa in merito al danno, troppo spesso inequivocabile, che questo sistema<br />
attuale esercita a sfavore di tale stato di purezza:<br />
“IL VANGELO NON HA CHE UNA SOLA LUCE, QUELLA DELLA VITA ETERNA,<br />
MA QUESTA LUCE HA <strong>DI</strong>VERSI GRA<strong>DI</strong>, DAL LUMINO DA NOTTE ALLA<br />
LAMPADA, DALLA LAMPADA ALLA LUNA, DALLA LUNA AL SOLE VIVENTE<br />
DELLE ESISTENZE E DEI LORO SPIRITI.<br />
APPENA E’ STATA FATTA LA PRIMA COMUNIONE, APPENA IL BAMBINO<br />
ESCE DALLE PORTE D’ORO DELLA CHIESA APERTE SULLA CITTA’ <strong>DI</strong> <strong>DI</strong>O, LE<br />
PORTE <strong>DI</strong> RAME DELL’UNIVERSITA’ SI SPALANCANO, L’INGHIOTTONO E SI<br />
RICHIUDONO. E’ FINITA L’EDUCAZIONE DELLA VITA. NON E’ CHE INIZIATA E<br />
GIA’ L’ISTRUZIONE DELLA MORTE VI SOFFIA SOPRA. <strong>DI</strong>ETRO LE INFERIATE<br />
DOVE VEGLIA CERBERO, IL BAMBINO INIZIA A RI<strong>DI</strong>SCENDERE IL GRA<strong>DI</strong>NO<br />
54
CHE HA APPENA SALITO, A CAMBIARE L’ANIMA E SPIRITO. POI GLI ALTRI<br />
GRA<strong>DI</strong>NI DELL’ABISSO SI OFFRONO AL GIOVANE UOMO; DALLA PUBERTA’<br />
VERSO LA VIRILITA’, IL MENTALE DELL’ANIMA SENTE POCO PER VOLTA<br />
PESARE SU SE’ LO SPIRITO GLACIALE, LA MORTE, LA POLITICA INSEGNATA<br />
DEI MERCENARI DEL GOVERNO IN LUOGO DELLO SPIRITO CALDO DELLA<br />
VITA, IL SOCIALE <strong>DI</strong> TUTTE LE DEVOZIONI GRATUITE. L’INNESTO COMINCIA<br />
<strong>DI</strong> NUOVO AD APPASSIRE, IL PORTINNESTO SELVATICO RIPRENDE I PROPRI<br />
<strong>DI</strong>RITTI, LA LINFA DEI SENSI USURPA QUELLA DEL CUORE E, NON ESSENDO<br />
PIU’ ESORCIZZATO, LO SPIRITO, GIOVANE, SI DRIZZA NELLA RIBELLIONE O<br />
S’INTRISTISCE NELL’OBBLIGO.<br />
MA ECCO CHE LA LANTERNA MAGICA DEL PAGANESIMO COMINCIA LE SUE<br />
PROPIEZIONI E LE SUE REINCARNAZIONI MORTUARIE SU UNA FOLLA<br />
ATTENTA <strong>DI</strong> GIOVANI ME<strong>DI</strong>UM, ANIME VIVENTI. OMERO, ORAZIO, VIRGILIO,<br />
DEMOSTENE, CICERONE, POI TUTTI I SATURNALI DELL’IN<strong>DI</strong>VIDUALISMO<br />
FILOSOFICO E DEI POLITICI, DEI SOFISTI E DEI RETORI, TUTTA LA<br />
LICANTROPIA BORGHESE DELLA LUPA ROMANA, TUTTA L’EGOTROPIA<br />
ME<strong>DI</strong>OCRATICA DEL CAPRO GRECO.<br />
QUALE POSSESSIONE INFERNALE SI ABBATTE SU DEI FANCIULLI! E COME<br />
POTREBBERO RESISTERVI QUAND’ESSO HA RAGIONE <strong>DI</strong> UOMINI FATTI, A<br />
<strong>DI</strong>SPETTO <strong>DI</strong> UN’EDUCAZIONE COMPLETA, A <strong>DI</strong>SPETTO <strong>DI</strong> UN INSEGNAMENTO<br />
INTEGRALE CHE CONTROLLA UNA AD UNA OGNI DOTTRINA, PER<br />
CONSTATARNE GLI ERRORI O LE VERITA’ ALLA LUCE DEI DUE CRITERI<br />
OGGETTIVI …….<br />
……… IL PAGANESIMO FILOSOFICO, RISULTATO <strong>DI</strong> QUELLA REGRESSIONE<br />
MENTALE <strong>DI</strong> CUI ABBIAMO APPENA SEGUITO IL PERCORSO NEL BAMBINO CHE<br />
<strong>DI</strong>VIENE UN LETTERATO, E CHE DOMINA L’EUROPA ATTUALE, SCHIAVIZZAVA<br />
GIA’ ALL’EPOCA <strong>DI</strong> PITAGORA. CONTRO ESSO, PITAGORA E GLI OR<strong>DI</strong>NI CHE<br />
FONDO’ SUI PROGETTI DELLA SINTESI ORFICA TENTARONO INVANO <strong>DI</strong><br />
SVOLGERE LA FUNZIONE <strong>DI</strong> TERAPEUTI SOCIALI, FRA I DETRITI DEI TERZI<br />
OR<strong>DI</strong>NI IONICI E FENICI CHE AVEVANO VIZIATO LO SPIRITO, E ROVESCIATO<br />
QUELL’ORGANIZZAZIONE DELLA GRECIA E DELL’ITALIA ANTICHE CELTO-<br />
SLAVE E PELASGICHE. ETC. ETC.”<br />
Credo di aver esposto a chiare lettere, in Aria di Primavera, il concetto che Saint Yves ci<br />
fornisce corredato di riferimenti storici.<br />
Il sistema attuale non favorisce di certo l’integrità del bambino, anzi, stravolge ciò che c’è<br />
di buono, sradica le radici dell’ingenuità e della purezza per farne i servitori del servo, ASINI!<br />
Tutti a pendere dalle labbra dell’arrivismo, dell’apparire, del successo e questo tipo<br />
d’uomo lo riteniamo FURBO, quale conseguenza per il bambino a fronte di un tale esempio<br />
così rovinoso.<br />
Su tale argomento si potrebbero esprimere quantità infinite di parole, non credo sia il caso<br />
dedicarvi altro spazio, pertanto riporto qui di seguito la tavola a completamento della<br />
precedente, in quanto ulteriore strumento per approfondire gli eventuali studi sulle Sacre<br />
Scritture, conserviamo l’attenzione sulla Legge Divina:<br />
55
1 ALEPH 1 LA POTENZA<br />
2 BET 2 LA CREAZIONE<br />
3 GHIMEL 3 L’AVVOLGIMENTO ORGANICO<br />
4 DALET 4 L’ABBONDANZA <strong>DI</strong>VISIONALE<br />
5 HE 5 LA VITA<br />
6 VAV 6 LA LUCE<br />
LA CONGIUNZIONE<br />
LA CONVERSIONE<br />
7 ZAYN 7 IL FUOCO<br />
8 HET 8 L’ESISTENZA ELEMENTARE<br />
9 TET 9 LA PROTEZIONE<br />
10 YOD 10 LA POTENZA POTENZIALE<br />
11 KAF 20 L’ASSIMILAZIONE<br />
12 LAMED 30 L’EFFUSIONE<br />
13 MEM 40 LA MOLTIPLICAZIONE<br />
14 NUN 50 L’IN<strong>DI</strong>VIDUALITA’<br />
15 SAMEK 60 IL LIMITE<br />
16 AYIN 70 LA MATERIA<br />
17 PE/FE 80 L’AZIONE <strong>DI</strong> FAR SEMBRARE<br />
18 TSA<strong>DI</strong> 90 LA FORMA<br />
19 KOF 100 LA COMPRESSIONE<br />
20 RESH 200 IL MOVIMENTO<br />
21 SHIN 300 LA DURATA RELATIVA<br />
22 TAV 400 LA RECIPROCITA’<br />
56
Ottava Esposizione<br />
TITOLO: IL GRANELLO <strong>DI</strong> SENAPA E IL REGNO DEI CIELI<br />
Vangelo secondo Matteo:13<br />
[ ]Un'altra parabola espose loro: «Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di<br />
senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo.<br />
[32]Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi<br />
e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami».<br />
Vangelo secondo Matteo:17<br />
[ ]Ed egli rispose: «Per la vostra poca fede. In verità vi dico: se avrete fede pari a un<br />
granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e<br />
niente vi sarà impossibile.<br />
Vangelo secondo Marco:4<br />
[ ]Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo<br />
di tutti semi che sono sulla terra;<br />
[32]ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi<br />
che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra».<br />
Vangelo secondo Luca:13<br />
[ ]E` simile a un granellino di senapa, che un uomo ha preso e gettato nell'orto; poi è<br />
cresciuto e diventato un arbusto, e gli uccelli del cielo si sono posati tra i suoi rami».<br />
Vangelo secondo Luca:17<br />
[ ] «Aumenta la nostra fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granellino di<br />
senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi<br />
ascolterebbe.<br />
Prima lettera ai Corinzi:3,16<br />
[ ]Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?<br />
[17]Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio,<br />
che siete voi.<br />
Prima lettera ai Corinzi:6,19<br />
[ ]O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da<br />
Dio, e che non appartenete a voi stessi?<br />
[20]Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!<br />
Vangelo secondo Matteo - 3<br />
[2]dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!».<br />
Vangelo secondo Matteo - 4<br />
[17]Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è<br />
vicino».<br />
Vangelo secondo Matteo - 5<br />
[3] «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.<br />
Vangelo secondo Matteo - 5<br />
[10]Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.<br />
Vangelo secondo Matteo - 5<br />
57
[19]Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini<br />
a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li<br />
insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli.<br />
Vangelo secondo Matteo - 5<br />
[20]Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non<br />
entrerete nel regno dei cieli.<br />
Vangelo secondo Matteo - 7<br />
[21]Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la<br />
volontà del Padre mio che è nei cieli.<br />
Vangelo secondo Matteo - 8<br />
[11]Ora vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con<br />
Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli,<br />
Vangelo secondo Matteo - 10<br />
[7]E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino.<br />
Vangelo secondo Matteo - 11<br />
[11]In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista;<br />
tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.<br />
Vangelo secondo Matteo - 11<br />
[12]Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli soffre violenza e i violenti<br />
se ne impadroniscono.<br />
Vangelo secondo Matteo - 13<br />
[11]Egli rispose: «Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non<br />
è dato.<br />
Vangelo secondo Matteo - 13<br />
[24]Un'altra parabola espose loro così: «Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che<br />
ha seminato del buon seme nel suo campo.<br />
Vangelo secondo Matteo - 13<br />
[31]Un'altra parabola espose loro: «Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di<br />
senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo.<br />
Vangelo secondo Matteo - 13<br />
[33]Un'altra parabola disse loro: «Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una<br />
donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti».<br />
Vangelo secondo Matteo - 13<br />
[44]Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo<br />
nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo.<br />
Vangelo secondo Matteo - 13<br />
[45]Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose;<br />
Vangelo secondo Matteo - 13<br />
[47]Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di<br />
pesci.<br />
Vangelo secondo Matteo - 13<br />
[52]Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile<br />
a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».<br />
Vangelo secondo Matteo - 16<br />
[19]A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei<br />
cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».<br />
Vangelo secondo Matteo - 18<br />
[1]In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è il più grande<br />
nel regno dei cieli?».<br />
Vangelo secondo Matteo - 18<br />
[3] «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete<br />
nel regno dei cieli.<br />
58
Vangelo secondo Matteo - 18<br />
[4]Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei<br />
cieli.<br />
Vangelo secondo Matteo - 18<br />
[23]A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi.<br />
Vangelo secondo Matteo - 19<br />
[12]Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che<br />
sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei<br />
cieli. Chi può capire, capisca».<br />
Vangelo secondo Matteo - 19<br />
[14]Gesù però disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno<br />
dei cieli».<br />
Vangelo secondo Matteo - 19<br />
[23]Gesù allora disse ai suoi discepoli: «In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel<br />
regno dei cieli.<br />
Vangelo secondo Matteo - 19<br />
[24]Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri<br />
nel regno dei cieli».<br />
Vangelo secondo Matteo - 20<br />
[1] «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata<br />
lavoratori per la sua vigna.<br />
Vangelo secondo Matteo - 22<br />
[2] «Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio.<br />
Vangelo secondo Matteo - 23<br />
[13]Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini;<br />
perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci<br />
Vangelo secondo Matteo - 25<br />
[1]Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo<br />
sposo.<br />
La parola è stata riscontrata il seguente numero di volte: 32<br />
Per meglio comprendere quanto riportato in merito al granello di senapa e il Regno dei<br />
Cieli, in relazione all’essere umano, mi rifaccio ancora una volta a quanto Renè Guenon<br />
riporta in uno dei suoi lavori: “SIMBOLI DELLA SCIENZA SACRA”, in quanto<br />
l’esposizione propone in modo più che esauriente il concetto di ciò che N.S. Gesù Cristo<br />
raccontava in parabole in merito a ciò che l’uomo fedele conserva nel cuore.<br />
Non citerò, al seguito, il capitolo integralmente, mi auguro tu lo vada a cercare di tua<br />
iniziativa, in quanto anche in questo caso ritengo sia un volume da acquistare e conservare.<br />
“……Secondo la Cabala la Shekinah o “Presenza divina”, identificata con la “Luce del<br />
Messia”, abita (shakan) al tempo stesso nel tabernacolo, chiamato per questa ragione mishkan,<br />
e nel cuore dei fedeli; ed esiste uno strettissimo rapporto fra questa dottrina e il significato del<br />
nome Emmanuel, applicato al Messia e interpretato come “Dio in noi”. Ma ci sono ancora al<br />
riguardo molte altre considerazioni da sviluppare, soprattutto partendo dal fatto che lo iod ha<br />
il senso di “principio” e nel contempo anche quello di “germe”: lo iod nel cuore è quindi in<br />
certo qual modo il germe racchiuso nel frutto; c’è l’indicazione di un’identità, almeno sotto un<br />
certo aspetto, fra il simbolismo del cuore e quello dell’”Uovo del Mondo”, e da ciò si può<br />
anche capire perché il nome di “germoglio” sia applicato al Messia in vari passi della Bibbia.<br />
(Isaia – 4,2; Geremia – 23,5; Zaccaria – 3,8 e 6,12)<br />
59
E’ soprattutto l’idea del germe nel cuore che deve attirare la nostra attenzione; tanto più in<br />
quanto tale idea è in diretta relazione con il significato profondo di una delle più celebri<br />
parabole evangeliche, quella del grano di senape.<br />
Per capir bene questa relazione, occorre rifarsi in primo luogo alla dottrina indù, che dà al<br />
cuore, in quanto centro dell’Essere, il nome di “Città divina” (Brahma-pura), e applica, cosa<br />
assai degna di nota, a questa “Città divina”, espressioni identiche ad alcune di quelle<br />
impiegate nell’Apocalisse per descrivere la “Gerusalemme Celeste”.<br />
(Cfr. L’Uomo e il suo divenire secondo il Vedanta, cap. III).<br />
Il Principio divino, in quanto risiede al centro dell’essere, è spesso designato<br />
simbolicamente come “l’Etere nel cuore”, dato che l’elemento primordiale da cui tutti gli altri<br />
procedono è assunto naturalmente per designare il Principio; e questo Etere (Akàsha) è la<br />
stessa cosa dell’Avir ebraico, dal cui mistero scaturisce la luce (Aor), che realizza l’estensione<br />
mediante il suo irradiamento all’esterno, “facendo del vuoto (thohù) qualcosa e di ciò che non<br />
era ciò che è”, (è il Fiat Lux (Yehi Aor) della Genesi, prima affermazione del Verbo Divino<br />
nell’opera della creazione; vibrazione iniziale che apre la strada allo sviluppo delle possibilità<br />
contenute potenzialmente, allo stato “informe e vuoto” (thohù va-bohù)), mentre per una<br />
concentrazione correlativa a questa espansione luminosa, resta all’interno del cuore lo iod,<br />
cioè il “punto nascosto divenuto manifestato”, uno in tre e tre in uno.<br />
……………..<br />
Nei testi sacri indiani, troviamo queste parole: “Questo Atma (Spirito divino), che risiede<br />
nel cuore, è più piccolo di un grano di riso, più piccolo di un grano d’orzo, più piccolo di un<br />
grano di senape, più piccolo di un grano di miglio, più piccolo del germe che è in un grano di<br />
miglio; questo Atma che risiede nel cuore è anche più grande della terra, più grande<br />
dell’atmosfera, più grande del cielo, più grande di tutti i mondi insieme”.<br />
E’ impossibile non restare colpiti dalla somiglianza dei termini di questo passo con<br />
quellidella parabola evangelica alla quale facevamo allusione poco fa: “Il Regno dei Cieli è<br />
simile a un granello di senapa, che un uomo prende e semina nel proprio campo; questo<br />
granello è la più piccola di tutte le sementi, ma quando è cresciuto è più grande di tutti gli altri<br />
ortaggi, e diventa un albero, in modo che gli uccelli del cielo vengono a posarsi sui suoi<br />
rami”.<br />
A questo accostamento, chesembra imporsi, si potrebbe fare una sola obiezione: è<br />
veramente possibile assimilare all’”Atma che risiede nel cuore” quello che il Vangelo designa<br />
come “Regno dei Cieli” o “Regno di Dio”? Lo stesso Vangelo fornisce la risposta a questa<br />
domanda, risposta nettamente affermativa; infatti, ai Farisei che chiedevano quando sarebbe<br />
venuto il “Regno di Dio”, intendendolo in un senso esteriore e temporale, Cristo dice queste<br />
parole: “Il Regno di Dio non viene in modo da colpire lo sguardo; non si dirà: E’ qui, o: è là;<br />
poiché il Regno di Dio è dentro di voi, Regnum Dei intra vos est”. L’azione divina si esercita<br />
sempre dall’interno, e per questo essa non colpisce lo sguardo, vòlto necessariamente verso le<br />
cose esterne; sempre per questo la dottrina indù dà al Principio l’epiteto di “ordinatore<br />
interno” (antar-yàmì), dato che la sua operazione si compie dall’interno verso l’esterno, dal<br />
centro alla circonferenza,dal non-manifestato alla manifestazione, di modo che il suo punto di<br />
partenza sfugge a tutte le facoltà che appartengono all’ordine sensibile o che ne procedono più<br />
o meno direttamente.<br />
Il “Regno di Dio” come pure la “Casa di Dio” (Beith-El), si identifica naturalmente con il<br />
centro, cioè con quel che vi è di più interiore, sia in rapporto all’insieme di tutti gli esseri, sia<br />
in rapporto a ciascuno di essi preso singolarmente. Etc. Etc..<br />
Mi viene da aggiungere solo questo: che Dio sia lodato e sia glorificato il Figlio, Nostro<br />
Signore Gesù Cristo, per tutti i secoli dei secoli, Amen.<br />
60
TITOLO: SERMONI TEDESCHI<br />
AUTORE: MEISTER ECKHART<br />
E<strong>DI</strong>TRICE: ADELPHI<br />
Nona Esposizione<br />
CAPITOLO: III° - JESUS HIEZ SINE JUNGERN UFGAN<br />
(Non poteva di certo mancare tra le figure a mè più care, Eckhart, domenicano nato nel<br />
1260 e morto nel 1327, passò la sua vita tra l’insegnamento e la predicazione).<br />
Gesù ordinò ai suoi discepoli di salire su una barca e di traversare il furore. (Mt 14,22)<br />
Perché il mare si chiama “furore”? Perché infuria ed è agitato. “Ordinò ai suoi discepoli di<br />
salire”. Chi vuole intendere la parola ed essere discepolo di Gesù, deve salire ed elevare<br />
l’intelletto al di sopra di tutte le cose corporee, e traversarne il furore dell’incostanza delle<br />
cose transitorie. Finchè permane qualche mutevolezza, sia essa dissimulazione, collera,<br />
tristezza, essa ricopre l’intelletto, che allora non può intendere la Parola. Un maestro dice: chi<br />
vuole comprendere le cose naturali, anche3 quelle materiali, deve liberare il proprio intelletto<br />
da tutte le altre cose. L’ho già detto spesso: quando il sole effonde la sua luce sulle cose<br />
corporee, rende sottile quello che può coglierlo, e lo attira in alto con sé; se la luce del sole lo<br />
potesse, lo trascinerebbe nel fondo da cui è uscita. Ma quando lo trascina in alto nell’aria, lo<br />
dilata al suo contatto e, scaldato dal sole, sale fino alle regioni fredde, dove subisce un<br />
contraccolpo per il freddo e ricade o in pioggia o in neve. Nello stesso modo lo Spirito santo<br />
eleva l’anima, la rapisce e porta in alto con sé, e, se fosse pronta, la trascinerebbe nel fondo da<br />
cui è uscito. Questo avviene quando lo Spirito santo è nell’anima: essa si eleva perché è<br />
trascinata da lui, ma quando lo Spirito santo si separa dall’anima, essa ricade giù, perché ciò<br />
che è della terra va verso il basso, mentre ciò che è di fuoco si alza verso l’alto. Perciò<br />
bisogna che l’uomo abbia calpestato tutte le cose terrestri e tutto quello che può ricoprire la<br />
conoscenza, in modo che rimanga solo quel che è simile alla conoscenza. Se l’anima opera<br />
solo nella conoscenza, diviene simile ad essa. Lo Spirito santo solleva e rapisce con sé,<br />
portandola nel fondo da cui è uscito, l’anima che ha così oltrepassato tutte le cose. Sì, la<br />
conduce nell’immagine eterna da cui è uscita, nell’immagine da cui il Padre ha <strong>formato</strong> tutte<br />
le cose e in cui tutte le cose sono uno, nell’ampiezza e profondità in cui ogni cosa ha il suo<br />
termine. Chi vuole pervenire a questo termine, chi vuole intendere la Parola ed essere<br />
61
discepolo di Gesù, la salvezza, deve aver calpestato tutte le cose dissimili da questa<br />
immagine.<br />
Fate ora attenzione! San Paolo dice: quando, a viso scoperto, contempliamo lo splendore e<br />
la chiarezza di Dio, noi riflettiamo questa immagine e siamo trasformati in quella immagine<br />
che, sola, è immagine di Dio e della divinità. Quando la divinità si donò totalmente<br />
nell’intelletto di Nostra Signora perché era nudo e puro, ella ricevette Dio in se stessa, e la<br />
sovrabbondanza della divinità sgorgò e fluì nel corpo di Nostra Signora, e lo Spirito santo<br />
formò un corpo in quello di Nostra Signora. Mai ella avrebbe concepito Dio nel corpo, se non<br />
avesse portato la divinità nel suo intelletto. Un maestro dice: è una grazia particolare ed uno<br />
speciale dona che con le ali della conoscenza ci si levi in volo, si elevi l’intelletto verso Dio e<br />
si sia trasportati di chiarezza in chiarezza, e con chiarezza nella chiarezza. L’intelletto è ciò<br />
che l’anima ha di più elevato. Quando esso è rivolto a Dio, è condotto dallo Spirito santo<br />
nell’immagine e vi è unito. E, con l’immagine e con lo Spirito santo, è condotto e introdotto<br />
nel fondo. Anche l’anima deve essere formata là dove è <strong>formato</strong> il Figlio. A quella che è così<br />
introdotta e racchiusa in Dio, tutte le creature sono sottomesse come a San Pietro: finchè il<br />
suo pensiero era semplicemente racchiuso in Dio, il mare era solido sotto i suoi piedi, in modo<br />
tale che egli poteva camminare sull’acqua, ma appena egli distoglieva il pensiero, affondava.<br />
E’ certo un grande dono per l’anima essere introdotta grazie allo Spirito santo, e, infatti, come<br />
il Figlio è chiamato Verbo, lo Spirito è chiamato dono: così lo chiama la scrittura. (At 2,38)<br />
L’ho già detto spesso: l’amore coglie Dio in quanto è buono; se non fosse buono, non lo<br />
amerebbe e non lo considererebbe Dio. Esso non ama ciò che non ha bontà. Ma l’intelletto<br />
coglie Dio in quanto egli è un puro essere, un essere sovressenziale. L’essere, la verità e la<br />
bontà, hanno la stessa estensione, giacchè dovunque è l’essere, è buono e vero. Ora i maestri<br />
prendono la bontà e la pongono sopra l’essere: questo copre l’essere e gli mette un mantello,<br />
perché è un’aggiunta in più. Prendono l’essere in quanto verità. L’essere è verità? Sì, perché<br />
la verità è attaccata all’essere. Dio disse a Mosè: “Colui che è mi ha inviato”. Sant’Agostino<br />
dice: la verità è il Figlio del Padre, perché la verità è attaccata all’essere. L’essere è verità? Se<br />
si chiedesse a questo o quel maestro, direbbe di sì. Se fosse stato chiesto a me, avrei risposto<br />
di sì. Ma ora dico: “No!”, perché così la verità è aggiunta in più. Ora i maestri lo prendono in<br />
quanto Uno, perché l’Uno è Uno più veramente di ciò che è unito. A ciò che è Uno, è tolta<br />
ogni altra cosa; anzi, quel che è tolto è identico a quel che è aggiunto, per il fatto che implica<br />
una mutabilità.<br />
E se non è né bontà, ne essere, ne verità, né Uno, che cosa è dunque? E’ il nulla, né questo<br />
né quello. Se tu pensi ancora che è qualcosa, non è quello. Dove dunque l’anima deve cogliere<br />
la verità? Non la trova là dove essa è stabilita nell’unità, nella prima purezza, nell’impressione<br />
della pura essenza? Non trova là la verità? No, non trova là da cogliere la verità; ma piuttosto<br />
è di là che procede la verità, di là che è uscita.<br />
San Paolo fu rapito al terzo cielo. Quali sono i tre cieli? Notatelo bene! Il primo è un<br />
distacco da ogni corporalità, il secondo da tutto quello che è immagine, il terzo una<br />
conoscenza pura e diretta in Dio. Si pone questa questione: se Paolo fosse stato toccato al<br />
momento in cui era rapito, avrebbe sentito? Io dico di sì. Quando era stretto nel recinto della<br />
divinità, se lo si fosse toccato con la punta di un ago, se ne sarebbe reso conto; infatti<br />
Sant’Agostino, nel libro sull’anima e lo spirito, dice: l’anima è creata come in un punto tra il<br />
tempo e l’eternità; con i suoi sensi inferiori agisce nel tempo e nelle cose temporali; con la<br />
potenza superiore coglie le cose eterne, fuori del tempo. Perciò io dico: se si fosse toccato<br />
Paolo con la punta di un ago durante il suo rapimento, se ne sarebbe reso conto, perché la sua<br />
anima permaneva nel corpo come la forma nella materia, e come il sole rischiara l’aria e l’aria<br />
rischiara la terra, il suo spirito riceveva la pura luce di Dio, e l’anima la riceveva dallo spirito,<br />
e il corpo dall’anima. Così è chiarito come San Paolo fu rapito e tuttavia rimaneva lì. Era<br />
rapito perché spirito, rimaneva lì in quanto anima.<br />
62
L’altra questione è questa: la conoscenza di San Paolo era nel tempo o fuori del tempo? Io<br />
dico: era fuori del tempo, perché egli non conosceva con la mediazione degli angeli, che sono<br />
creati nel tempo, ma conosceva in Dio, che fu prima del tempo, e che il tempo non tocca.<br />
La terza questione è questa: era egli in Dio o Dio in lui? Io dico: La conoscenza di Dio era<br />
in lui, ed egli si conosceva come se non fosse in Dio. Ecco un paragone: il sole brilla<br />
attraverso il vetro e fa uscire l’acqua dalla rosa; questo a motivo della finezza della materia<br />
del vetro e della potenza generatrice del sole, che il sole genera nel vetro, e che il vetro non<br />
genera nel sole. Lo stesso avvenne a San Paolo: quando il chiaro sole della divinità gli<br />
attraversò l’anima con la sua luce, il fiotto d’amore della divina contemplazione fu spinto<br />
fuori della rosa luminosa del suo spirito. Perciò il profeta dice: “L’impeto del fiotto rende lieta<br />
la mia città” ovvero la mia anima. Così fu per lui, a motivo della chiarezza della sua anima:<br />
l’amore la penetrò, grazie alla potenza generatrice della divinità.<br />
L’unione con il corpo fuorvia; fa si che la conoscenza dell’anima non sia così pura come<br />
quella dell’angelo; ma, in quanto si conosce senza oggetti materiali, in tanto si è come<br />
l’angelo. L’anima conosce dall’esterno, Dio conosce in sé stesso, da sé stesso, giacchè è<br />
l’origine di tutte le cose. Che Dio ci aiuti a giungere eternamente a questa origine. Amen.<br />
63
Riflessioni - Rûh mirâya ÁllâH -Dei nove studi<br />
Mio Dio, Mio Dio, ora dove troverò le parole per meglio commentare questi studi?<br />
Il lavoro più duro non è stato certo quello di trascrivere e riportare i contenuti dei vari testi<br />
e neppure il fatto di meditarci, tutto ciò è stato a dir poco piacevole, ma è quando si deve<br />
mettere in atto ciò che si è compreso che si incontrano le fatiche e aggiungerei che la vera<br />
comprensione è completa nel momento in cui mettiamo in atto.<br />
Pertanto non si pensi che il cammino di questi studi ci possano esonerare dalla ritualità, se<br />
vogliamo che tali studi si rendano efficaci e agiscano dentro noi, dobbiamo parallelamente<br />
porci nello stato di una disciplina interiore, magari iniziando la giornata con una lode a Dio e<br />
quando ci corichiamo la sera richiediamo il Suo perdono.<br />
Maggiormente medi-ti-amo Dio, minore è la probabilità di sbagliare.<br />
Torniamo dunque a questi studi, dei quali, l’ammetto, non è semplice farne un commento<br />
in quanto la qualità espositiva di ognuno elargisce chiaramente il significato in merito allo<br />
stato spirituale in cui questi cari amici e fratelli si trovavano, di conseguenza più che<br />
commentare direi sia più consono ringraziare Dio per averci inviato in aiuto questi fratelli in<br />
quanto non credo vi sia proprio nulla da commentare.<br />
Posso solo sperare che ti sia stata proficua la lettura come lo è stata per me, che abbia fatto<br />
scaturire quell’interesse per l’Amore verso te stesso e verso il prossimo, secondo<br />
l’insegnamento di Nostro Signore Gesù Cristo.<br />
Ti auguro quindi di conservare tutta l’attenzione sulle Sacre Scritture e sono convinto che,<br />
nelle stesse, vi risiede la nostra unione con Dio perché la profondità che è racchiusa dentro è<br />
celata solo dalle tenebre degli occhi e riservata alla vista del cuore.<br />
Non si intenda “MISTERO” un qualcosa di celato, di impossibile da comprendere, il<br />
“MISTERO” è ciò che non si può spiegare, ma lo si può vivere.<br />
Potremmo forse trovare un modo per spiegare l’Amore di Dio?<br />
La miglior spiegazione è viverlo! Le parole in tal caso non servono.<br />
Avrei voluto riportare chissà quanti altri studi, citare tantissimi altri cari personaggi ma<br />
credo che, rifacendomi allo scopo di questa missiva, ciò che è stato detto sia sufficiente.<br />
Voglio quindi concludere qui riproponendoti una frase citata all’inizio:<br />
“Il Risveglio è come la chiave della porta che conduce oltre la fine del ponte, non<br />
vediamo la porta ma ne avvertiamo l’Energia che è posta dietro, come in primavera allo<br />
sbocciare dei germogli cogliamo la sensazione dell’arrivo dell’estate”.<br />
<strong>Lavinio</strong> di S.ta Croce<br />
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