JADRAN PISMO d.o.o. 1 - Daily Local News on Board

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REGIONALE
TRIESTE - La scossa alle 4.04 di magnitudo 4.5. L'epicentro e stato localizzato tra i comuni
di Pieve d'Alpago e Chies d'Alpago, in provincia di Belluno al confine con la provincia di
Pordenone. La scossa e stata avvertita anche a Udine e a Trieste, molte persone sono scese
in strada allarmate. Ha provocato allarme, ma nessun danno, nel Friuli occidentale, la scossa
di terremoto localizzata tra la province di Belluno e Pordenone. La localitŕ piů vicina
all'epicentro in regione risulta quella di Claut (Pordenone) ma numerose chiamate da tutta la
provincia sono giunte ai vigili del fuoco e all'ente locale, senza che tuttavia siano stati
segnalati danni a persone o a cose.
ROMA - La Consulta boccia gli accorpamenti degli istituti e per la Regione e emergenza: il
Piano di ridimensionamento che ha fuso le scuole con meno di 600 alunni nel Lazio e giŕ stato
applicato e, dice l'assessore all'Istruzione della Pisana, se si torna indietro salta l'anno
scolastico. Quindi e di nuovo caos sui "maxi istituti" che dal prossimo settembre accorperanno
scuole materne, elementari e medie. Giovedě scorso, dopo il ricorso di sette regioni (Toscana,
Emilia-Romagna, Liguria, Umbria, Sicilia, Puglia e Basilicata), la Corte Costituzionale ha
dichiarato illegittima da parte dello Stato l'imposizione del numero minimo di mille alunni per
questi istituti comprensivi - obbligo previsto dalla manovra estiva 2011 per ragioni di
risparmio - perché una tale decisione sulla rete scolastica sarebbe invece spettata alle
Regioni. La sentenza (n.147) della Consulta ha spiazzato l'amministrazione del Lazio, che lo
scorso febbraio aveva approvato con una delibera di giunta il proprio piano per il prossimo
anno applicando i criteri nazionali, nonostante molte polemiche da parte dell'opposizione,
delle scuole e dei genitori, che avevano tentato anche diversi ricorsi al Tar, alcuni andati a
buon fine, altri bocciati. "Ora e troppo tardi per rivedere il piano: se lo facessimo, le scuole
rischierebbero di non aprire a settembre - spiega l'assessore all'Istruzione, Gabriella Sentinelli
- Stiamo comunque aspettando indicazioni da parte del ministero dell'Istruzione e nel
frattempo stiamo studiando il da farsi". Stando al pronunciamento della Consulta, la palla ora
dovrebbe passare proprio alle Regioni, competenti a legiferare in materia.
BRINDISI - E' cominciato nel carcere di Lecce l'udienza di convalida del fermo di Giovanni
Vantaggiato, l'imprenditore 68enne di Copertino (Lecce) che ha ammesso di essere il
responsabile dell'attentato alla scuola di Brindisi nel quale e morta la studentessa sedicenne
Melissa Bassi e altre cinque ragazze sono rimaste ferite in modo grave. La prima confessione
fatta da Vantaggiato non ha convinto gli investigatori, almeno per quanto riguarda il movente
e gli eventuali complici. Se da una parte magistrati e vertici delle forze dell'ordine sono
convinti che sia stato proprio Vantaggiato quella mattina del 19 maggio a premere il
telecomando che ha fatto saltare in aria il gruppo di studentesse dell'istituto Morvillo Falcone,
uccidendo Melissa e ferendo in maniera grave altre quattro, dall'altra sono sicuri che l'uomo
abbia ancora tanti segreti da raccontare. Forse copre un complice, forse addirittura un
mandante. "Vantaggiato ha ammesso la sua diretta partecipazione all'azione criminale, ma
non ha voluto indicarne il movente assumendo un atteggiamento ai limiti dell'offesa
all'intelligenza di chi l'interrogava, tendente evidentemente a occultare il concorso di altri,
nonostante si sia lasciato sfuggire nel corso dell'interrogatorio l'uso del plurale con riferimento
al trasporto e alla collocazione del bidone con l'ordigno esplosivo, dovendosi quindi ritenere il
coinvolgimento di altri e potendosi altresi ipotizzare l'esistenza di un committente". L'ha
scritto nelle quattro pagine di decreto di fermo il procuratore capo di Lecce.
BOLOGNA - Non e andata a buon fine l'azione avviata da Federconsumatori e 16 aderenti al
comitato ‘Acqua bene comune’ contro gli aumenti delle bollette introdotti da Ato il 22
dicembre scorso. Il Tar, infatti, ha respinto la richiesta di sospensiva, e i ricorrenti dovranno
anche pagare le spese legali a Hera e Ato (complessivamente 5mila euro). Federconsumatori
e i cittadini che si erano uniti in questa battaglia attaccano la delibera di Ato con cui si
decidono gli aumenti perché sarebbe contraddittoria con quanto stabilito nel referendum del
giugno 2011, poiché "reintroduce il concetto di remunerazione del capitale investito- spiegava
Andrea Caselli, portavoce del comitato bolognese e coordinatore di quelli regionali- ma
addirittura introduce una nuova voce in bolletta, costituita da cosiddetti oneri finanziari". Una
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