Comune: Villar Dora - Regione Piemonte
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<strong>Comune</strong>: <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong><br />
Schede storico-territoriali dei comuni del <strong>Piemonte</strong><br />
<strong>Comune</strong> di <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong><br />
Ugo Gherner 1996<br />
Provincia: Torino.<br />
Area storica: Bassa Valsusa.<br />
Abitanti: 2151(ISTAT 1991).<br />
Estensione: 564 ha (ISTAT 1991); 551 ha (SITA).<br />
Confini: a nord Rubiana, a est Almese, a sud-est Avigliana, a sud e a sud-ovest<br />
Sant’Ambrogio, a ovest Caprie.<br />
Frazioni: Montecomposto, case e borgate sparse.<br />
Toponimo storico: «Vilarium», «Vilarium Almesii», «<strong>Villar</strong>amerium», «<strong>Villar</strong>ium<br />
Delmesio», «<strong>Villar</strong>ium de Mesio», «<strong>Villar</strong>ium supra Almisio» (secoli XII-XV), <strong>Villar</strong><br />
Almese (cambiato in <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong> con R.D. 11 gennaio 1855).<br />
Diocesi: nei primi secoli del Cristianesimo il <strong>Piemonte</strong> apparteneva, con tutta la valla di Susa<br />
e la Moriana, alla diocesi di Torino; l’occupazione longobarda e quindi la formazione del<br />
confine fra Longobardi e Franchi alle Chiuse, fra i monti Caprasio e Pirchinano, condusse<br />
all’erezione (forse nel 579) della diocesi autonoma di Moriana, che comprendeva anche la<br />
valle di Susa fino al ponte Volonia nei pressi di Avigliana e con essa il territorio di <strong>Villar</strong><br />
<strong>Dora</strong>. Nel corso del secolo IX la valle di Susa, distaccata dalla Moriana e assegnata al Regno<br />
italico, tornò alla diocesi torinese. I tentativi dei vescovi di Moriana di rientrare in possesso<br />
della valle portarono a una situazione di ostilità fra le due diocesi che scoppiarono in modo<br />
aperto nella prima metà del secolo XII, con interventi oscillanti del papato a favore dell’una o<br />
dell’altra diocesi, ma la valle fu confermata ai vescovi di Torino (Casiraghi 1979, pp. 24-25,<br />
46-53).<br />
Dal 1772 fa parte della neoeretta diocesi di Susa (Bartolomasi, Savi, Villa 1972).<br />
Pieve: priorato di S. Vincenzo di <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong>, dipendente dalla prevostura di Oulx (Casiraghi<br />
1979).<br />
Altre presenze ecclesiastiche: presenze patrimoniali dell’abbazia di S. Giusto di Susa, con<br />
diritti giurisdizionali, e dell’abbazia di Novalesa con diritti di decima.<br />
Comunità, origine, funzionamento: la zona di <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong> faceva parte dal secolo XI dei<br />
possessi diretti degli Arduinici, confermati loro dall’imperatore quando erano funzionari<br />
pubblici nella marca di Torino. I discendenti conti di Moriana-Savoia se ne servirono per<br />
rimunerare alcuni dei loro fedeli, provenienti dalle zone transalpine della dominazione<br />
sabauda, i de Toveto, i de Sala, i de Monte Varnerio, i de Rivalta, spesso imparentati fra loro.<br />
La comunità ha origine documentata quando Pietro di Toveto, nel 1176, concede agli uomini<br />
di <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong> una carta di libertà poi confermata nel 1214 e nel 1262. Le carte di libertà<br />
concesse dai de Toveto nei secoli XII e XIII dimostrano la necessità da parte dei signori, al<br />
fine del popolamento del luogo, di attrarre uomini per mezzo dell’offerta di condizioni<br />
personali più favorevoli di quelle di cui potevano godere gli uomini dipendenti dai finitimi<br />
territori di S. Giusto e una certa vivacità e capacità di contrattazione con i signori locali da<br />
parte dei <strong>Villar</strong>doresi (il nome stesso di <strong>Villar</strong> Almese in uso fino agli ultimi decenni<br />
dell’Ottocento denuncia una derivazione di <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong> da Almese). Anche nei secoli tardo<br />
medievali e moderni gli uomini di <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong> dimostreranno di sapersi opporre alle<br />
imposizioni del signore locale, sia nelle prestazioni lavorative (secolo XV), sia nel<br />
versamento delle quote dovute ai signori (secoli XVII -XIX).<br />
Anche un altro insediamento del territorio di <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong>, quello di Molare del Ponte<br />
oggi Torre del Colle, è di origine signorile, questa volta direttamente attuato su terre proprie,
Schede storico-territoriali dei comuni del <strong>Piemonte</strong><br />
<strong>Comune</strong> di <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong><br />
Ugo Gherner 1996<br />
probabilmente nel secolo XIII, dai conti di Savoia a difesa di un attraversamento della <strong>Dora</strong><br />
che avveniva in quel tratto del fiume.<br />
Dipendenza nel Medioevo: nell’alto medioevo il territorio di <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong> è all’interno del<br />
comitato carolingio di Torino. Fra IX e X secolo è compreso nella vasta marca di Ivrea;<br />
quando questa è smembrata in marche di dimensioni inferiori, a metà del secolo X, entra a far<br />
parte della marca di Torino, governata ereditariamente dagli Arduinici. Il marchese Olderico<br />
Manfredi ebbe dall’imperatore Ottone III la concessione dell’immunità sulle ricchezze<br />
fondiarie della famiglia, che si estendevano anche sui territorio di <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong>. Tenuta<br />
saldamente in mano dall’arduinica Adelaide fino alla morte, dal 1091 la marca si disgregò e<br />
la zona fra S. Ambrogio e Torino fu teatro di contese fra il vescovo torinese – che mirava alla<br />
costruzione di un principato vescovile di cui Rivoli, saldamente in mano all’episcopio<br />
torinese, era l’avamposto verso la valle di Susa – e i conti di Moriana-Savoia, che<br />
controllavano il valico dei Moncenisio e la media valle di Susa fino a S. Ambrogio. Nel<br />
secolo XII, la zona fino ad Avigliana fu via via più saldamente sotto il controllo dei conti<br />
sabaudi, diventando il centro propulsore della loro espansione verso la pianura torinese,<br />
realizzata nella seconda metà del secolo XIII, dopo l’acquisizione dei controllo di Rivoli, nel<br />
1247.<br />
A <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong> i de Toveto-de Sala edificarono dal secolo XII un dominatus loci –<br />
passato, dal secolo XIV, ai Provana – inserito nella sfera del superiore potere sabaudo, nelle<br />
cui articolazioni locali (castellani di Avigliana) rientrava anche il territorio di <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong>,<br />
parte della «terra vetus» della contea, poi ducato di Savoia.<br />
Feudo: fra secolo XIII-inizi XIV si registrano le infeudazioni ai Toveto-de Sala. Nel 1263 gli<br />
Aiguebelle cedono i loro diritti sul feudo ai Toveto in pagamento di alcuni debiti. Nel 1330 il<br />
feudo fu investito a Risbaldo del fu Ulrico di Rivalta. Nel 1332 i Provana acquistano la parte<br />
del feudo dei de Sala e un altro terzo del feudo dai De Mont Vernier. L’anno successivo<br />
Molare del Ponte (Torre del Colle) è infeudato ai Provana. Nel 1337 i Provana vendono il<br />
feudo ai Bergognino di Asti. Nel 1350 Antonio de Sala è investito di 1/3 del feudo. Nel 1359<br />
i Bergognino vendono il feudo ai Provana (cugini dei precedenti), che assumono la<br />
denominazione «del <strong>Villar</strong>». Nel 1440 è investito Giovanni Provana.<br />
Nel 1590, in seguito all’estinzione di un ramo dei Provana, il fisco incamera la loro<br />
quota del feudo (3,5/12) e nel 1602 la vende a Giovanni Battista Albesano.<br />
Nel secolo XVII si verificano alcune vendite di terre e ipoteche sui frutti del feudo per<br />
le difficoltà economiche dei Provana. Nel 1621 della parte del feudo acquistata da Albesano è<br />
investita la figlia, sposata Peracchio. Nel 1634 è investito Gaspare Perracchio di un terzo<br />
delle dodici parti del feudo. Nel 1697 ne è investita Maria Margherita Provana in Tana.<br />
Nel 1726 la terza parte del feudo ritorna al fisco per la morte dell’ultimo Perracchio.<br />
Nel 1733 i Provana del <strong>Villar</strong> acquistano il feudo e ne sono investiti, ricostruendo l’integrità<br />
del feudo (Antonielli d’Oulx 1989; Claretta 1881-1882; Manno1895-1906).<br />
Mutamenti di distrettuazione: dalla sua istituzione nel 1621 <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong> fa parte della<br />
Provincia di Susa.<br />
Mutamenti territoriali: nel 1928 i comuni di <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong>, Rivera e Almese sono soppressi e<br />
uniti nel comune di Almese (R.D. 26 gennaio 1928, n. 150). Nel 1947 la Deputazione<br />
provinciale esprime parere favorevole alla richiesta di ricostituzione del comune di <strong>Villar</strong><br />
<strong>Dora</strong>, avanzata dal consiglio comunale di Almese (ASPT, D.1.35). Nel 1955 avviene la<br />
ricostituzione del comune di <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong> (DPR 11 aprile 1955, n. 499).
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<strong>Comune</strong> di <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong><br />
Ugo Gherner 1996<br />
Comunanze: nel secolo XIV la comunità di <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong> vanta diritti sui boschi in Rubiana<br />
(Patria 1982). Nel 1731 al momento della perequazione i beni comuni risultano ai confini con<br />
Almese (lungo il fosso che divide i due comuni) (AST, Camera dei Conti, II archiviazione, n.<br />
61).<br />
Luoghi scomparsi: non è stata reperita informazione pertinente.<br />
Fonti:<br />
AC <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong> (Archivio Storico del <strong>Comune</strong> di <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong>), 21, nn. 5 e 7.<br />
AST (Archivio di Stato di Torino):<br />
Camera dei Conti, II archiviazione, capo 21, n. 101;<br />
Camera dei Conti, II archiviazione, capo 79;<br />
Camera dei Conti, II archiviazione, n. 61;<br />
Corte, Paesi per A e B, V, m. 30;<br />
Corte, Provincia di Susa, m. 6.<br />
Certamente utili i documenti dell’Archivio privato Provana del <strong>Villar</strong>, custodito nel castello<br />
di <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong> (proprietà Antonielli d’Oulx). L’archivio non è stato consultato, ma sono stati<br />
utilizzati i dati da esso ricavati nel lavoro di Antonielli d’Oulx (Antonielli d’Oulx 1989).<br />
Catasti: nel locale archivio comunale sono conservati i Catasti (Registro catastale 1604-<br />
1654; Parcellario dal 1631; Catasto 1654; Sommarione 1760; Collaudazione della misura<br />
generale 1751; Catasto 1755; Catasto figurato di campagna secolo XVIII); nell’archivio<br />
privato Provana del <strong>Villar</strong>, i volumi dei Consegnamenti (1441, 1471, 1514, 1567, 1624).<br />
Ordinati: nel locale archivio comunale sono conservati gli Ordinati (dal 1739).<br />
Statuti: nell’Archivio di Stato di Torino sono conservati la carta di concessione di libertà agli<br />
abitanti del 1176 e le successive conferme (AST, Corte, Provincia di Susa, m. 6) e i Bandi<br />
campestri emanati da Gaspare Provana, 1731, a stampa.<br />
Liti territoriali: i lavori seguiti alla Perequazione del 1731 portano a controversie per<br />
l’attribuzione di porzioni di territorio con Caprie (4 giornate di beni comuni attribuiti a <strong>Villar</strong><br />
<strong>Dora</strong>), con particolari (9 giornate di beni di particolari attribuite a <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong>) (AST, Camera<br />
dei Conti, II archiviazione, capo 21, n. 101). Al 1741 risalgono gli atti di linea divisionale<br />
Almese-<strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong> (AC <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong>, 21, n. 5). Nel 1751 è eseguita la misura e allibramento<br />
dei beni nel catasto di <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong> caduti nella linea divisionale fra <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong>, Caprie, Celle,<br />
Novaretto (AC <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong>. 21, n. 7).<br />
Bibliografia:<br />
Antonielli d’Oulx C., Il castello di <strong>Villar</strong> Almese e i Provana del <strong>Villar</strong>. Cenni storici, s.l. s.a.<br />
Antonielli d’Oulx C., Notizie storico-aneddotiche sul feudo e sul comune di <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong>,<br />
in<strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong>. Contributi per una storia, <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong> 1989, pp. 7-46<br />
Antonielli d’Oulx C., Ricerche storico-giuridiche sul feudo e sul comune di <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong> (già<br />
<strong>Villar</strong> Almese), Tesi di laurea, Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di<br />
Torino, AA. 1969-1970.<br />
Bartolomasi N., Savi S., Villa F., Storia, arte, attualità della Chiesa in Valsusa, Pinerolo<br />
1972.<br />
Bertone A., Gli scavi di S. Pancrazio di <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong> (1962-1963). Contributi alle conoscenze<br />
sul bronzo finale-primo ferro in Valle di Susa, in «Segusium », 21 (1965), pp. 3-19.<br />
Casiraghi G., La diocesi di Torino nel medioevo, Torino 1979 (BSS 196).
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<strong>Comune</strong> di <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong><br />
Ugo Gherner 1996<br />
Chiariglione A., Lo stato della popolazione villardorese del 1806, in <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong>. Contributi<br />
per una storia, <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong> 1989, pp. 157-156.<br />
Claretta G., Sulle liberalità compiute dagli Aviglianesi De Thoet ciambellani e guardasigilli<br />
dei primi conti di Savoia nei secoli XII e XIII, in «Atti della Regia Accademia delle Scienze<br />
di Torino», 17 (1881-1882), pp. 497-512.<br />
Crosetto A., Donzelli C., Wataghin C., Per una carta archeologica della valle di Susa, in<br />
«BSBS» 79 ( 1961), pp. 355-412.<br />
Documenti inediti e sparsi sulla storia di Torino, a cura di F. Cognasso, Pinerolo 1914 (BSS<br />
65).<br />
Franchino M,. Per una ricostruzione dei toponimi villardoresi: il catasto del 1783, in <strong>Villar</strong><br />
<strong>Dora</strong>. Contributi per una storia, <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong> 1989, pp. 157-222.<br />
Gherner U., Un professionista funzionario del Duecento: Broco notaio di Avigliana, in<br />
«BSBS» 65 (1967), pp. 367-443.<br />
Pari F., Contributo per la formazione di un catasto delle Chiesette romaniche e pre nella<br />
valle di Susa. S. Lorenzo alla Torre del Colle (<strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong>), in «Segusium», 8 (1971), pp. 98-<br />
104.<br />
Patria E., Patria L., Castelli e fortezze della valle di Susa, Torino 1983 (Cahier<br />
Museomontagna 26).<br />
Provana di Collegno F.S., Notizie e documenti d’alcune certose del <strong>Piemonte</strong>, I, Torino 1894,<br />
II, Torino 1900.<br />
Sacchetti F., Memorie della chiesa di Susa, Torino 1887.<br />
Savi S., La cattedrale di S. Giusto e le chiese romaniche della diocesi di Susa, Pinerolo 1992.<br />
Scarzella P., Il castello di <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong>, la Torre del Colle e le borgate. Vicende costruttive ed<br />
architettura, in <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong>. Contributi per una storia, <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong> 1989, pp.109-155.<br />
Sergi G., Potere e territorio lungo la strada di Francia. Da Chambéry a Torino fra X e XIII<br />
secolo, Napoli 1981.<br />
Viarengo A., Appunti sul <strong>Villar</strong> e la Valle di Susa fra Sette e Ottocento. Dai “giacobini” alla<br />
Restaurazione (1790-1814), in <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong>. Contributi per una storia, <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong> 1989, pp.<br />
49-108.<br />
Viarengo A., La società coperativa di <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong> (1662-1962). Cento anni di vita<br />
associativa, <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong> 1982.<br />
<strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong>. Contributi per una storia, <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong> 1989.<br />
<strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong> 200 anni fa, a cura del Gruppo culturale villardorese, Borgone 1961.<br />
<strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong><br />
La romanizzazione del territorio (già interessato da insediamenti del bronzo finaleprimo<br />
ferro: Bertone 1985) è stata abbastanza profonda (si vedano i ritrovamenti di porzioni<br />
di via romana, con piazzole, in località Torre del Colle, altri tratti in prossimità del castello di<br />
<strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong> e fra il centro di <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong> e Torre del Colle, gli oggetti di origine romana<br />
ritrovati all’interno del castello: Crosetto, Donzelli, Wataghin 1981; Antonielli d’Oulz 1989)<br />
e ha plasmato il territorio in maglie regolari e in lavori di canalizzazione delle acque tuttora<br />
riconoscibili sul terreno (Patria 1993). Il territorio di <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong> e quello contiguo di Almese<br />
si trovano nella zona di confine fra l’Italia e la Gallia, fra la statio ad fines ubicata in località<br />
Malan (Drubiaglio, frazione di Avigliana) e la zona più orientale del regno di Cozio, Ocelum,<br />
nel territorio dell’odierno Novaretto (frazione di Caprie). La strada internazionale delle<br />
Gallie, dopo aver raggiunto Rivoli da Torino lungo la sponda destra, attraversava il fiume in<br />
corrispondenza di S. Antonio di Ranverso e si inoltrava nel territorio almesino per passare<br />
attraverso l’odierna Torre del Colle e proseguire poi verso il Monginevro.
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<strong>Comune</strong> di <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong><br />
Ugo Gherner 1996<br />
In età medievale, pur prevalendo il collegamento sulla sponda destra della <strong>Dora</strong>, rimase<br />
in uso il percorso sulla sponda sinistra (Sergi 1981); sulla <strong>Dora</strong> in corrispondenza di Molare<br />
del Ponte (oggi Torre del Colle) avveniva un attraversamento della <strong>Dora</strong> (ancor oggi la zona<br />
è conosciuta come «il Porto»; attestata nel 1415 una «planchia super Duriam»: Patria E.,<br />
Patria L. 1983).<br />
Le origini della comunità sono chiaramente riscontrabili in iniziative signorili del secolo<br />
XII e del successivo. La zona, incuneata fra la <strong>Dora</strong>, la regione di Almese sulla quale il<br />
monastero segusino di S. Giusto aveva edificato una robusta signoria territoriale (si veda la<br />
scheda dedicata ad Almese) e Caprie, sede di un’altra «castellata» di S. Giusto (si veda la<br />
scheda dedicata a Caprie), era probabilmente rimasta fra i diretti possessi che gli Arduinici<br />
avevano ricevuto dall’imperatore (inizi del secolo XI) all’interno della marca che essi<br />
governavano come funzionari pubblici. Di tali terreni disposero a favore di fideles del loro<br />
seguito, per lo più provenienti dalle zone transalpine della dominazione comitale, fra cui i de<br />
Toveto, documentati al seguito dei conti dal secolo XII, funzionari comitali (castellani) ad<br />
Avigliana, dove possedevano una casa con «aula», i de Rivalla, i de Monte Varnerio, i de<br />
Sala.<br />
Nel 1176 Pietro de Toveto concede agli uomini di <strong>Villar</strong> Almese la libertà e l’esenzione<br />
dalle imposizioni (Documenti inediti e sparsi sulla storia di Torino, doc. 41, p. 37). Nel 1214<br />
tali concessioni sono confermate e ampliate (Documenti inediti e sparsi sulla storia di<br />
Torino, doc. 53, p. 74) e ancora confermate nel 1262 (Documenti inediti e sparsi sulla storia<br />
di Torino, doc. 270, p. 267) dallo stesso Pietro e dai suoi discendenti. Se la carta del 1176<br />
concedeva agli uomini «qui habitant in Vilario vel possident aut deinceps habitaturi vel<br />
possessuri erunt in perpetuum esse liberos et absolutos ab omni vinculo exactionis» (la<br />
taglia), nella conferma del 1214 tali concessioni sono precisate («sine taila et sine<br />
complanta») e ampliate con libertà nel regime matrimoniale e in quello successorio: sono<br />
evidenti sia la vivacità e la capacità di contrattazione con il signore locale della comunità di<br />
<strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong> sia la necessità per questo di dotare gli abitanti di condizioni capaci di attirare<br />
popolazione e di essere concorrenziale con le vicine comunità organizzate dall’abbazia<br />
segusina di S. Giusto sia a est (Almese), sia a ovest (Caprie), che dispongono di terre più<br />
adatte alla coltivazione agricola.<br />
L’autonomia della comunità è sottoposta all’autorità del signore locale, entrambe<br />
sottomesse alla superiore autorità comitale (Sergi 1981): nel secolo XIII i conti di Moriana-<br />
Savoia controllano le strade, godono della leyda e della decima agnorum, dai signori locali<br />
ricevono il bannum, hanno la giurisdizione sull’alta giustizia, ricevono i giuramenti di fedeltà<br />
dei signori locali, per esempio di Giovanni e Perreto de Toveto nel 1276, di Perreto de Sala<br />
nel 1263 (Gherner 1987). La situazione è definita in modo giuridicamente chiaro e non<br />
cambierà sostanzialmente nei secoli seguenti.<br />
Il nome stesso di <strong>Villar</strong> Almese denuncia un insediamento derivato da quello<br />
preesistente di Almese tramite l’attrazione esercitata dalle clausole della carta di franchigia<br />
del 1176, che seppero attrarre anche uomini del territorio aviglianese dipendenti dal conte di<br />
Savoia (Documenti inediti e sparsi sulla storia di Torino, doc. 324, pp. 346-47).<br />
A un’iniziativa diretta del conte di Savoia si riferisce, fra XIII e XIV secolo, il<br />
popolamento della villanova di Molar del Ponte, odierna Torre del Colle (dal XIV secolo<br />
anch’essa infeudata ai Provana: Patria E., Patria L. 1983) a difesa dell’attraversamento della<br />
<strong>Dora</strong>, su terreni boscosi (vernati) di immediato dominio dei Savoia, che si estendevano sulle<br />
due sponde del fiume; la finalità di popolamento promossa dai conti è connessa con<br />
l’esazione di nuovi diritti di banno: il conte fa infatti costruire in quella località una bealera<br />
per alimentare i mulini comitali (Gherner 1987). Risultato di tale politica di insediamento<br />
sarà un discreto sviluppo demografico: a metà Settecento, al momento della redazione della<br />
Statistica generale, gli abitanti di <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong>, pur distribuiti in una frazione meno estesa del
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<strong>Comune</strong> di <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong><br />
Ugo Gherner 1996<br />
medesimo vallone del Messa, saranno più numerosi di quelli di Almese (833 contro 687) e si<br />
avvicineranno a quelli di S. Mauro-Rivera (1004) (AST, Camera dei Conti, II archiviazione,<br />
capo 79).<br />
La comunità si doterà di propri organi di funzionamento (documentata l’esistenza,<br />
all’inizio del secolo XV, di una «casa del consiglio» e dell’assemblea dei capi di casa:<br />
Antonielli d’Oulx 1989) e si appellerà alla carta di libertà del secolo XII quando i signori<br />
chiederanno prestazioni che appaiono in contrasto con essa: per esempio nel 1442, quando i<br />
Provana chiesero agli uomini di <strong>Villar</strong> l’esecuzione di lavori per la ristrutturazione del<br />
castello (Antonielli d’Oulx 1989).<br />
La capacità di contrattazione con il signore locale da parte della comunità è<br />
riscontrabile in parecchi momenti della sua storia, per esempio nelle proposte di modifica,<br />
accolte dal Senato, dei bandi campestri emanati dal conte Provana nel 1731: vengono cassate<br />
la proposta del conte di imporre a ogni forestiero la «sottomissione giurata de bene vivendo»<br />
e quella di sottoporre alla sua approvazione l’organizzazione di balli; vengono ridotte alcune<br />
pene e soppressa la possibilità di confisca degli strumenti di lavoro e del bestiame (Antonielli<br />
d’Oulx 1989). Un altro esempio è quello della resistenza, per due secoli al pagamento<br />
dell’annualità che il comune deve versare ai conti di <strong>Villar</strong>: definita nel 1642, rinegoziata, nel<br />
1661, non viene mai pagata interamente né con puntualità; i debiti della comunità si<br />
accumulano e, nel 1645, sono ridotti con la vendita alla contessa Bellegarda nata Provana di<br />
228 tavole di terreno gerbido a un prezzo che nessuno accetterebbe (1000 lire la tavola)<br />
(AST, Corte, Paesi per A e B, V, m. 30).<br />
La relativa scarsezza di attestazioni di liti di confine e di terreni di uso comune può<br />
trovare una spiegazione nel precoce consolidamento della signoria territoriale contermine, a<br />
est, dell’abbazia di S. Giusto di Susa nel territorio almesino e delle simili condizioni sui<br />
confini orientali di <strong>Villar</strong> <strong>Dora</strong>, dove esisteva la «castellata» abbaziale di Caprie, oltre che,<br />
verso sud, dai condizionamenti orografici (la <strong>Dora</strong>), in un contesto di intima collaborazione<br />
fra il potere sovra locale dei conti, e poi duchi, di Savoia e il monastero segusino e di non<br />
rilevantissima presenza di enti ecclesiastici (sono soltanto 24 le giornate di beni ecclesiastici<br />
immuni nel 1754, al momento della redazione della Statistica generale: AST, Camera dei<br />
Conti, II archiviazione, capo 79).