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Don Giuseppe Bordin DIARIO DI UN PARROCO Indice riassuntivo ...

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<strong>Don</strong> <strong>Giuseppe</strong> <strong>Bordin</strong><br />

<strong>Indice</strong> <strong>riassuntivo</strong><br />

<strong><strong>DI</strong>ARIO</strong> <strong>DI</strong> <strong>UN</strong> <strong>PARROCO</strong><br />

Chiesa parrocchiale di S. Lorenzo Minerbe fogli: 1 – 2 – 3<br />

L’organo ’’ 4<br />

Le campane ’’ 5 – 6<br />

La religiosità della comunità parrocchiale ’’ 7 – 8 – 9<br />

Azione cattolica ’’ 10<br />

La scuola ’’ 11 – 12<br />

Apostolato dei laici – Dottrina sociale della Chiesa ’’ 13 – 14<br />

Il fascismo e la Chiesa, Concordato (1922 – 1945) ’’ 15 – 16 – 17<br />

Il nazismo (1933 – 1945) ’’ 18<br />

Il Comunismo (1917 – 1989) ’’ 19<br />

La II Guerra Mondiale ’’ 20 – 21 – 22 –<br />

23<br />

La famiglia di un tempo ’’ 24<br />

La campagna del passato ’’ 25 – 26 – 27<br />

Feste e sagre paesane ’’ 28


<strong>Don</strong> <strong>Giuseppe</strong> <strong>Bordin</strong><br />

<strong><strong>DI</strong>ARIO</strong> <strong>DI</strong> <strong>UN</strong> <strong>PARROCO</strong><br />

La Chiesa di Minerbe<br />

La Chiesa parrocchiale di Minerbe fu aperta al culto con la benedizione nel 1848; si<br />

cominciò a celebrare tutte le sante funzioni.<br />

Nel 1849 il 30 settembre fu consacrata dal Vescovo, col sacro crisma furono<br />

consacrati l’altare maggiore e le dodici croci di marmo infisse nelle pareti.<br />

La facciata della Chiesa fu inaugurata nel 1910.<br />

Nota: un notabile del paese N. F. B. criticò la facciata monumentale dicendo che era<br />

più adatta ad una cattedrale che non ad un paese di campagna.<br />

Questa critica è un elogio alla popolazione, come è scritto nel rosone della facciata<br />

D.O.M. A Dio Sommo Massimo<br />

in honorum divi<br />

Laurentii martyris<br />

huiusTempli Fons<br />

Mira Populi concordia<br />

A fundamentis erecta<br />

MCMX<br />

11<br />

in onore di San Lorenzo martire<br />

la facciata di questo tempio<br />

fu eretta dalle fondamenta<br />

con mirabile concorso<br />

della popolazione<br />

1910<br />

Sopra gli archetti romanici della facciata c’erano quattro grandi statue degli<br />

Evangelisti con i loro simboli:<br />

Matteo col simbolo dell’uomo- angelo<br />

marco col simbolo del leone<br />

Luca col simbolo del vitello<br />

Giovanni col simbolo dell’aquila.<br />

Queste statue di tufo d’Aversa furono tolte perché rovinate e pericolose.<br />

Sopra la porta centrale la statua di S. Lorenzo con la graticola anche questa rovinata<br />

dalle intemperie.<br />

Sono da poco terminati (2004) i lavori per la conservazione dell’originale facciata.<br />

1


L’interno della Chiesa<br />

Il parroco <strong>Don</strong> Carlo Pacega per ricordare l’anno santo della Redenzione 1933 e<br />

l’enciclica del Papa Pio XI “Cristo Re dell’universo”, fece decorare il catino<br />

dell’abside dal pittore di Verona Aldo Tavella un maestoso Cristo Re seduto in trono<br />

con lo scettro regale nella mano destra e il mondo in quella sinistra.Questa pittura è<br />

stata rovinata infiltrazioni d’acqua ed è stata sostituita dal pittore minerbese Antonio<br />

Rebustini con la Risurrezione di Cristo.<br />

La cupola della Chiesa sopra il presbiterio decorata con arte e gusto pregevole dallo<br />

stesso Antonio Tavella. Al centro c’è la colomba simbolo dello Spirito Santo e vi<br />

sono otto medaglioni molto significativi:<br />

1 e 2. La Madonna e S. <strong>Giuseppe</strong>, ai quali Dio affidò il Mistero dell’Incarnazione<br />

di Cristo.<br />

3. S. Stefano primo martire di Gerusalemme.<br />

4. S. Lorenzo martire di Roma, patrono di Minerbe.<br />

5. S. Francesco d’Assisi patrono d’Italia.<br />

6. S. Carlo Borromeo, vescovo di Milano.<br />

7. S. Giovanni Bosco, il santo educatore dei giovani.<br />

8. S. Teresa del Bambino Gesù, patrona delle missioni.<br />

Alla base della cupola in forma triangolare ci sono i quattro evangelisti che scrissero<br />

il Vangelo di Gesù Cristo, testimoni oculari di quanto Gesù ha insegnato e fatto.<br />

Nelle mezze lune due pitture pure espressive del mistero che si celebra sull’altare:<br />

1) L’adorazione del S.S. Sacramento, Mysterium Crucis, la S. Messa.<br />

2) La fontana sorgente della grazia e i sette canali, i sette comandamenti.<br />

I soffitti delle navate hanno pitture leggere e simboli cristiani.<br />

Sotto i cornicioni ci sono scritte in latino a caratteri d’oro, composte dal parroco don<br />

Carlo Pacega:<br />

Α Ω alfa e omega, prima e ultima lettera dell’alfabeto greco (Apocalisse).<br />

Coelestis urbs Ierusalem – Beata pacis visio<br />

Christo iugata Principi, Deumque Trinum et Unicum<br />

Iugi canore praedicat, illi canentes iungimur<br />

Almae Sionis aemuli.<br />

Panis angelorum, surrexit Dominum Crucis mysterium.<br />

Gerusalemme città celeste. Beata visione di pace;<br />

(unita) sposa di Cristo Re, con unico canto loda Dio Uno e Trino,<br />

a lui ci uniamo col canto emuli della santa città (Sion).<br />

Lo stesso parroco fece in tempi successivi marmorizzare le colonne della Chiesa e il<br />

rivestimento in marmo alle pareti del presbiterio e alle pareti della Chiesa.


L’Altare delle Anime, in oratorio (attuale cappella invernale) c’era un altare in legno<br />

lavorato dipinto in nero con tela della Madonna col Bambino per ricordare tutti i<br />

defunti (che fino al 1800 circa venivano sepolti accanto alla Chiesa). Nel 1920 per<br />

ricordare i caduti della guerra 1915 – 18, ai lati dell’Altare delle Anime furono poste<br />

due lapidi (marmo Carrara) con i nomi dei caduti di Minerbe.<br />

L’Altare delle Anime fu smontato e portato in Chiesa (lato destro); al colore nero fu<br />

data una tinta avorio e fregi dorati. Anche le due lapidi con i nomi dei caduti furono<br />

sistemate in Chiesa (lato sinistro).<br />

Il vecchio oratorio divenne cappella invernale, con confessionale e fonte battesimale.


L’Organo a canne<br />

Costituzione sulla Sacra Liturgia: al n° 120 dice:<br />

Nella Chiesa latina si abbia in grande onore l’organo a canne, strumento musicale<br />

tradizionale, il cui suono è in grado di aggiungere un notevole splendore alle<br />

cerimonie della Chiesa e di elevare fortemente gli animi a Dio e alle cose celesti.<br />

L’organo serve ad accompagnare i canti sacri nella celebrazione dei Divini uffici con<br />

i Sacri ministeri e la partecipazione attiva del popolo.<br />

L’organo sostiene la “Schola Cantorum” cioè la musica polifonica purché risponda<br />

allo spirito dell’Azione Liturgica.<br />

Per il canto religioso si deve tenere presente melodia e testo.<br />

I testi destinati al canto siano conformi alla dottrina cattolica, siano preferibilmente<br />

presi dalla Sacra Scrittura e dalle fonti liturgiche, siano semplici in modo che tutta<br />

l’assemblea dei fedeli possa partecipare attivamente.<br />

Ricordo personale, quando è venuto il nuovo curato don Carlo Stoppato, appassionato<br />

cultore di musica sacra polifonica, ci ha preparati, uomini e chierichetti, a cantare la<br />

“Missa Eucharistica” a quattro voci di don Lorenzo Perosi. A Pasqua nel 1930 per la<br />

prima volta è stata eseguita con grande edificazione dei fedeli.<br />

Concerti in Chiesa. Il canone 1210 c.d.c. prescrive: nel luogo sacro sia ammesso<br />

solo quanto serve al culto. Non è lecito eseguire musica che non è di ispirazione<br />

religiosa, ma composta per essere eseguita in luoghi profani. Spetta all’Ordinario<br />

(canone 1213) permettere concerti, orchestra e musica polifonica religiosa,<br />

rispettando il carattere sacro del luogo e le condizioni poste:<br />

fare domanda, nomi degli autori e dei pezzi che si eseguono, entrata libera e gratuita,<br />

togliere i S.S. Sacramento e riparare eventuali danni.


Le campane<br />

(Chiamate anche sacri bronzi). Il bronzo è una lega composta di rame e di stagno e<br />

una piccola parte d’argento, per rendere il suono più argentino.<br />

Nel 1932 la campana grossa (il campanone) si è rotta. Furono smontate tutte sei e<br />

portate a Verona per fonderle nuovamente dalla ditta Luigi Cavadini. Furono portate<br />

a Verona con tre carrette e cavalli; l’incaricato fu <strong>Bordin</strong> Antinio. Così dopo la<br />

fusione andarono e riprenderle. Tutte le sei campane pesano 63 quintali, il<br />

campanone pesa 20 quintali.<br />

È importante l’arte di fare le campane, perché si deve dare una tonalità secondo le<br />

note musicali per poter eseguire concerti.<br />

All’esterno le campane sono decorate con fregi come ricami, con medaglioni in<br />

rilievo, immagini di santi, simboli sacri e iscrizioni latine incise.<br />

Ne ricordo qualcuna: convoco plebem (raduno il popolo), fulgura et tempestas<br />

repello (allontano fulmini e tempeste), ecc.<br />

Il 10 agosto 1933 in Chiesa furono consacrate dal Vescovo di Verona Mons.<br />

Girolamo Cardinale.<br />

Per l’occasione il sacerdote <strong>Don</strong> Attilio Cerro compose una poesia.<br />

Significato e valore delle campane<br />

Il suono delle campane è la voce di Dio che invita alla Chiesa per partecipare alle<br />

varie funzioni liturgiche ed è un richiamo ai valori dello spirito.<br />

Le campane annunciano gioie e dolori che avvengono al popolo di Dio pellegrino<br />

sulla terra.<br />

I segnali delle campane sono parecchi.<br />

Il suono dell’Ave Maria, alla mattina, mezzogiorno e sera è un invito alla preghiera.<br />

L’ora di notte suonava la campana media per ricordare i defunti tutte le sere.<br />

Il sabato pomeriggio e le vigilie delle solennità suonavano tutte le campane per<br />

ricordare la Domenica, il giorno del Signore.<br />

Quando si portava il Santo Viatico (l’eucaristia) ad un ammalato grave in<br />

processione, si suonavano le campane per avvertire la popolazione di pregare per<br />

l’ammalato, e la gente per strada si fermava, si scopriva il cappello e si<br />

inginocchiava. Ora la s. comunione si porta privatamente.<br />

Le campane da morto per avvertire che un fratello o una sorella sono morti. Tre<br />

suonate per un uomo, due per una donna.<br />

La sera di tutti i Santi si suonavano tutte le campane più volte per ricordare tutti i<br />

defunti della parrocchia.<br />

Quando si avvicinava qualche temporale brutto e minaccioso si suonava la campana<br />

pregando per scongiurare fulmini e tempeste e si bruciava l’ulivo benedetto.<br />

A mezzanotte dell’ultimo di Carnevale si suonava la campana grossa per avvertire la<br />

popolazione di sospendere i divertimenti e incominciare il tempo sacro della<br />

quaresima.


Da ultimo, ricordo appena due volte, il suono di campane a martello per avvertire i<br />

vigili del fuoco e i paesani che era successo un incendio e si prestassero ad aiutare la<br />

famiglia.<br />

Oggi bisogna ridurre il suono delle campane perché disturbano……<br />

NOTA – Durante la Seconda Guerra (1939 – 45) in alcune chiese d’Italia furono<br />

smontate le campane per ordine del Governo per fonderle e fare cannoni da guerra.<br />

Per fortuna non furono fuse e furono poi restituite.


La religiosità della parrocchia<br />

Ogni parroco ha la cura di due Chiese: il Tempio e deve provvedere a manutenzione,<br />

riparazioni e decoro per la casa di Dio; la Chiesa vivente, costituita dai fedeli dei<br />

quali è Maestro, Pastore e Padre: maestro che insegna la dottrina, pastore che guida i<br />

fedeli, e padre che ama e partecipa agli avvenimenti lieti e tristi dei suoi figli<br />

spirituali.<br />

La Domenica mattina si celebravano tre s. messe: ore 6 – ore 9 – ore 11 con l’omelia<br />

obbligatoria per ogni messa. La frequenza era 80 – 85%.<br />

La Domenica pomeriggio c’era il catechismo, per ragazzi e adulti.<br />

Dai registri parrocchiali risulta che negli anni 19 – 20 e seg. nacquero novanta<br />

bambini; le classi erano dunque numerose.<br />

Per i ragazzi delle elementari il catechismo si faceva il giovedì pomeriggio e la<br />

domenica pomeriggio.<br />

Per gli adolescenti il catechismo era alla domenica pomeriggio alle 14.<br />

Per adulti uomini e donne alla domenica pomeriggio, la cosiddetta “quarta classe”.<br />

Le sante funzioni: si cominciava o col S. Rosario, o il canto del Vespero, e in<br />

quaresima il pio esercizio della Via Crucis. Poi il parroco saliva in cattedra e faceva<br />

la lezione di catechismo. Il corso completo durava 4 anni:<br />

1° anno il credo, la fede, le verità principali;<br />

2° anno i Comandamenti, la legge morale;<br />

3° anno i Sacramenti, la grazia;<br />

4° anno le Virtù teologali e cardinali e la preghiera.<br />

Al segno della campana terminava il catechismo e tutti andavano in Chiesa, anche i<br />

ragazzi per l’adorazione del S.S. Sacramento e la benedizione.<br />

Dopo le funzioni, due volte al mese, l’Arciprete in oratorio teneva una esortazione<br />

adatta alla gioventù femminile.<br />

La popolazione che lavorava nei campi aveva come unica fonte di cultura la chiesa e<br />

la catechesi.


Tridui, novena, missioni<br />

Le Sante Quarantore, dalla Domenica delle palme fino al mercoledì Santo mattina,<br />

terminavano con la processione fino al “palazzon” e col ritorno in chiesa con la<br />

solenne benedizione. Anche la banda musicale accompagnava i canti. Alta era la<br />

frequenza ai turni di adorazione.<br />

Alla Novena di Natale, bisognava venire in chiesa per tempo per avere un posto a<br />

sedere, la chiesa si riempiva di fedeli.<br />

Triduo di S. Agnese per le ragazze e benedizione e imposizione della medaglia della<br />

Madonna.<br />

Mese doloroso (si teneva a Febbraio) per le mamme e spose, santa messa all’altare<br />

della Madonna Addolorata e omelia adatta alle mamme.<br />

Per i giovani (15 – 25 anni) le sei domeniche in onore di S. Luigi nel mese di Marzo.<br />

Le missioni al popolo si tenevano ogni dieci anni, duravano quindici giorni.<br />

Le Processioni per le vie del paese<br />

Il sacro concilio sulla Liturgia al n° 25 dice: la religione e le azioni liturgiche non<br />

sono azioni private, ma celebrazioni della chiesa, di tutto il popolo santo, adunato<br />

sotto la guida del Vescovo. È legittimo il culto privato e il culto pubblico.<br />

Le principali processioni sono:<br />

- Corpus Domini e S.S. Quarantore<br />

- San Lorenzo (10 agosto) patrono della Parrocchia<br />

- San Rocco (16 agosto) invocato contro la peste e le malattie infettive<br />

- Madonna del S. Rosario (1 a Domenica di Ottobre)<br />

- Venerdì Santo con la reliquia del santo legno della croce.<br />

Le Rogazioni, preghiere e invocazioni collettive sul lavoro dei campi, delle fabbriche,<br />

tenute il mercoledì, giovedì, venerdì prima dell’Ascensione. Erano tre brevi<br />

processioni invocando l’intercessione dei santi, si benedicevano delle piccole croci di<br />

legno da appendere sulle piante o sui muri.<br />

Processione al cimitero, nel pomeriggio di Tutti i Santi, dopo il canto del Vespero in<br />

chiesa, tutti in processione al cimitero preceduti dalla croce.<br />

NOTA – Tutte queste processioni erano molto sentite e frequentate e si potevano<br />

svolgere devotamente perché non c’era il traffico come oggi.<br />

Oggi sono ridotte di numero e di percorso e poco frequentate….<br />

Per fare le processioni fuori dalla chiesa occorre l’autorizzazione dell’ autorità civile<br />

e la scorta dei carabinieri o della polizia municipale per evitare che qualche<br />

maleintezionato le interrompa come è capitato a Minerbe nel primo decennio del<br />

1900.


Confraternite<br />

Nella parrocchia furono istituite le confraternite a carattere religioso, dette anche<br />

Confraternite della Dottrina Cristiana.<br />

1. Confraternita del S.S. sacramento con divisa camice bianco, rocchetto rosso e<br />

medaglione dell’Eucaristia. Stendardo rosso.<br />

2. Confraternita Madri Cristiane con divisa velo nero, nastro viola con medaglia<br />

della Madonna Addolorata. Stendardo viola.<br />

3. Compagnia di S. Luigi, con tracolla azzurra e medaglione di San Luigi.<br />

Stendardo celeste.<br />

4. Figlie di Maria, abito e velo bianco, nastro azzurro con medaglia<br />

dell’Immacolata. Stendardo bianco.<br />

NOTA – Era bello, edificante vedere le interminabili processioni variopinte,<br />

procedere ordinatamente pregando e cantando e i balconi ornati con drappi e fiori ba<br />

rendere omaggio a Cristo Re e ai Santi portati per le vie del paese.


Azione cattolica – Apostolato<br />

La collaborazione dei laici all’apostolato gerarchico risale ai primi tempi del<br />

cristianesimo. Gesù Cristo, dopo averli istruiti, mandò in missione i settantadue<br />

discepoli, che non erano sacerdoti ma laici (Vangelo di Luca c. X, vv. 1 – 16).<br />

Anche le donne sono chiamate da Gesù, dagli Apostoli e dalla Chiesa all’apostolato:<br />

ricordiamo le pie donne al seguito di Gesù, la samaritana, maria Maddalena, la<br />

convertita Lidia (Atti ap. c. XVI, vv. 14 – 15 e Atti ap. c. I, vv. 13 – 14) ( 1 a comunità<br />

ecclesiale).<br />

Questa collaborazione continuò e continua nel corso dei secoli adattandosi alle<br />

diverse esigenze dei tempi e dei luoghi.<br />

La prima organizzazione cattolica italiana per la libertà della Chiesa in Italia è sorta<br />

nel 1869 per opera di Giovanni Acquaderni di Bologna e Maria Fani di Viterbo,<br />

uomini validissimi nell’apostolato.<br />

Il Papa s. Pio X nel 1906 diede nuovi ordinamenti all’Azione Cattolica e permise ai<br />

cattolici di interessarsi anche di politica.<br />

Il Papa Pio XI organizzò capillarmente tutta l’Azione Cattolica italiana: uomini<br />

cattolici, gioventù cattolica, aspiranti effettivi, universitari (FUCI), donne cattoliche,<br />

gioventù femminile, beniamine, aspiranti, effettive e universitarie catt. (FUCI).<br />

Nel concordato tra la s. Sede e lo Stato italiano dell’11 Febbraio 1929 l’Azione<br />

cattolica ebbe il suo riconoscimento nell’art. 43, il quale dice: lo Stato italiano<br />

riconosce le organizzazioni dipendenti dell’Azione cattolica, in quanto esse, siccome<br />

la s. Sede ha disposto, svolgono la loro attività al di fuori di ogni partito politico e<br />

sotto l’immediata dipendenza della gerarchia della Chiesa per la diffusione e<br />

l’attuazione dei principi cattolici.<br />

Il motto o programma dell’Az. Cattolica era: P.A.S. (preghiera, azione, sacrifici).<br />

C’era anche il distintivo: un tondo azzurro, in mezzo la croce bianca attorno il motto<br />

P.A.S.<br />

Il giorno 8 Dicembre festa dell’immacolata alle s. Funzioni si benedicevano i<br />

distintivi e le tessere e si consegnava il testo del catechismo.<br />

Da Ottobre e Maggio (prima e dopo i lavori dei campi) tutte le settimane c’era<br />

l’adunanza di tutti i rami dell’Az. Cattolica con il testo della cultura religiosa, vera<br />

catechesi, fatta sempre dall’Arciprete e dai curati e si teneva un dialogo tra i<br />

partecipanti. Ogni iscritto aveva il testo da studiarsi a casa. C’era anche il giornalino<br />

mensile: “Idea giovanile”.<br />

NOTA – la parrocchia di Minerbe fu guidata da zelanti e dotti sacerdoti, e le famiglie<br />

ricevettero solida formazione religiosa.<br />

Nel secolo appena terminato (1900) ci furono parecchie vocazioni religiose: 23<br />

sacerdoti diocesani e religiosi e 24 vocazioni religiose femminili (suore) nei vari<br />

istituti di Verona.


Terminate le cinque elementari pochissimi frequentavano le tre di Avviamento o il<br />

Ginnasio a Legnago, in bicicletta, la maggior parte lavorava i campi o faceva il<br />

gazzone nelle botteghe o nelle officine meccaniche. Le ragazze dalle sarte a imparare<br />

a cucire, ricordo la sarta Amabile Crescenzio, o dalle suore.<br />

I giochi scolastici durante la ricreazione<br />

Per i ragazzi il gioco della bandiera, il gioco dei prigionieri e le picce o marmore sui<br />

gradini della chiesa e al santo.<br />

Per le ragazze il gioco della “carampana” era un rettangolo segnato a quadri; si<br />

gettava sul primo quadro una scheggia di sasso, la ragazza doveva saltare con un<br />

piede gettando il sasso nel quadrato successivo senza toccare il segno divisorio; chi<br />

riusciva arrivare all’ultimo quadro vinceva a punti, mai a soldi.


Opere sociali e caritative<br />

Dal Vangelo di S. Giovanni (cap. 12, vv. 1 – 11) Gesù rispose a Giuda, che criticava<br />

la donna che aveva cosparso i piedi di Gesù col profumo… si poteva venderlo e darlo<br />

ai poveri… “I poveri li avrete sempre con voi” disse Gesù.<br />

Nella Chiesa si sono sempre praticate la carità e le opere di misericordia.<br />

Il 21 Dicembre 1919 è sorta a Minerbe:<br />

la società operaia di mutuo soccorso con scopo di aiutare i soci in difficoltà per<br />

malattie o disgrazie e favorire lo spirito di solidarietà.<br />

Possedeva anche il carro funebre tirato dal cavallo, distinto in classi:<br />

1 a classe per i ricchi, carro ben fornito con drappi e fiocchi argentati.<br />

2 a classe per benestanti, carro meno fornito.<br />

3 a classe per i poveri senza ornamenti.<br />

I proventi dei funerali andavano alla cassa della società.<br />

NOTA – I funerali erano accompagnati a piedi dalla casa del defunto alla chiesa e<br />

dalla chiesa al cimitero.<br />

Altra istituzione parrocchiale la Cassa Rurale dove gli azionisti depositavano i loro<br />

soldi a un prestito modesto per aiutare chi voleva comperare una casa o campi, allo<br />

scopo di scoraggiare gli usurai che anche allora esistevano come oggi…<br />

La cassa rurale aveva la bandiera bianca con l’immagine di S. <strong>Giuseppe</strong>.<br />

Le conferenze di S. Vincenzo – La Caritas – Il Volontariato<br />

Il tempo corre veloce, come gli uomini invecchiano e avanzano i giovani, così<br />

invecchiano le istituzioni umane e ne sorgono delle altre con nuovi nomi ma con le<br />

stesse finalità caritative.<br />

Esaurite la società di mutuo soccorso e la cassa rurale, sono sorte le Conferenze di S.<br />

Vicenzo, fondate in Francia da Federico Azanan, anche a Minerbe sono sorte per<br />

aiutare poveri bisognosi.<br />

In qualche parrocchia esistono ancora.<br />

Dopo il Concilio Vaticano 2 o (1962 – 1965) è sorta la Caritas, sezione carità e salute,<br />

che abbraccia un campo assai vasto.<br />

La Caritas, organizzata, parrocchiale, diocesana, nazionale e mondiale, grazie ai Mass<br />

Media conosciamo quante povertà materiali, morali oggi ci sono nel mondo.<br />

Alla Caritas si unisce il Volontariato che cresce sempre di più in molti settori e nei<br />

paesi del terzo mondo.


La Chiesa e l’apostolato dei laici nel campo sociale e politico<br />

Il laicismo liberale anticlericale e sette massoniche negavano i diritti della Chiesa, si<br />

rendeva necessaria l’organizzazione dei cattolici e la loro inserzione nella vita sociale<br />

e politica.<br />

La dottrina sociale della Chiesa è stata chiaramente insegnata da tre importanti<br />

Encicliche papali: La Rerum Novarum di Leone XIII 1891, la Quadragesimo Anno<br />

di Pio XI 1931, la Centesimus Annus di Giovanni Paolo 2° 1991. I cattolici, fedeli<br />

agli insegnamenti della Chiesa nei principi, nelle loro azioni erano autonomi e<br />

responsabili.<br />

Era grave il problema delle masse lavoratrici spesso sfruttate da una società egoista e<br />

senza fede unicamente intenta al profitto.<br />

I principali punti della dottrina sociale della Chiesa:<br />

la dignità della persona umana; l’uomo creato e redento ha un fine… Dio<br />

la fraternità umana; tutti figli di Dio e fratelli fra loro<br />

la famiglia; l’uomo è chiamato a formare una famiglia<br />

il salario famigliare; mezzo per mantenere ed educare i figli<br />

dignità e compito del lavoro; mezzo di progresso, diritto al lavoro e rimunerazione<br />

la tutela del lavoro femminile e dei bambini<br />

il riposo festivo, le otto ore lavorative al giorno e le assicurazioni.<br />

Alla dottrina sociale della Chiesa si ispiravano:<br />

le A.C.L.I – Associazione cattolica lavoratori italiani<br />

la C.I.S.L. – Conf. Italiana sindacato libero.<br />

Il Liberalismo si oppone alla dottrina sociale della Chiesa.<br />

Il Socialismo si oppone al capitalismo istaurando la proprietà collettiva negando il<br />

diritto alla proprietà privata.<br />

Il Comunismo arriva alle estreme conseguenze, la lotta di classe e combatte la<br />

religione come “l’oppio dei popoli” e di conseguenza non accetta la dottrina della<br />

Chiesa.<br />

Il papa Pio X nel 1906 dava nuovi ordinamenti con l’Enciclica:<br />

“Il fermo proposito” permise ai cattolici di interessarsi anche di politica con “l’unione<br />

popolare” per la formazione culturale e sociale dei cattolici e con “l’unione<br />

elettorale” per preparare i cattolici ad entrare attivamente nella vita politica; sorsero<br />

le leghe bianche, di ispirazione cattolica, fedeli agli insegnamenti della Chiesa, ma<br />

autonomi nelle loro azioni, senza coinvolgere la Chiesa.<br />

Nel Gennaio del 1919 il sacerdote siciliano fondò il partito popolare laico ( <strong>Don</strong><br />

Luigi Sturzo) cioè non dipendente dalla Chiesa.<br />

Nel mese di settembre 1919 alle elezioni politiche i popolari ebbero 103 eletti e i<br />

socialisti con Mussolini 135 eletti.


Nel 1922 con la Marcia su Roma , Mussolini salì al potere col consenso del Re<br />

Vittorio Emmanuele III, sfruttando il malcontento del popolo, stanco di quattro anni<br />

di continue violenze estremiste e con la convivenza della borghesia liberale e<br />

capitalista che non vedeva di buon occhio l’entrata nell’attività politica dei cattolici<br />

raccolti nel partito popolare. Mussolini esonerò dai Ministeri i cattolici, e si giunse<br />

alla instaurazione della dittatura fascista, nelle elezioni del 1924.<br />

NOTA – Alle elezioni politiche votavano solo gli uomini dai 21 anni compiuti (età<br />

maggiore), non votavano gli analfabeti e le donne.<br />

La filosofia del fascismo non era soltanto storica e politica ma anche rivoluzionaria,<br />

una volontà di potenza e comando.<br />

Per il fascismo lo Stato è un assoluto davanti al quale individui e gruppi valgono in<br />

quanto servono lo Stato.<br />

Stemma, fascio littorio, libro e moschetto, fascista perfetto combattente e vincere<br />

erano slogan delle Camicie nere scritti per tutta Italia sui muri.<br />

Le conseguenze di queste affermazioni erano chiare:<br />

imposizione del giuramento di fedeltà al fascismo, era una violazione della coscienza<br />

dell’uomo e del cristiano. Limitata la libertà di agire in famiglia e nelle<br />

organizzazioni sociali. La pretesa esclusiva fascista dell’educazione della gioventù:<br />

Balilla e Piccole italiane.<br />

Fu istituita una nuova festa nazionale il 21 aprile, ricordo del natale di Roma.<br />

“Credere, obbedire, combattere” era la dottrina fascista. I fascisti erano chiamati dal<br />

popolo “quelli del manganello e dell’olio minerale”.<br />

Nel 1926 ci furono le prime vittime della dottrina fascista: l’uccisione misteriosa di<br />

Giacomo Matteotti presidente del partito socialista. <strong>Don</strong> Luigi Sturzo fondatore del<br />

partito popolare per non fare la fine di Matteotti dovette emigrare in Inghilterra e poi<br />

negli Stati Uniti. Alcide De Gasperi fu arrestato durante il viaggio di nozze e<br />

imprigionato. Scontata la pena fu assunto in Vaticano come bibliotecario. Anche il<br />

veronese Guido Gonella fu assunto in Vaticano come giornalista. Il socialista Sandro<br />

Pertini emigrò in Francia facendo il muratore. I comunisti come Togliatti e altri si<br />

rifugiarono in Russia ecc.<br />

Per chi si opponeva al fascismo c’era il confino e la sorveglianza.<br />

NOTA – Anche a Minerbe ci fu violenza fascista:<br />

il sig. Lino Menin fu messo in prigione per qualche tempo.<br />

Il parroco di S. Zenone <strong>Don</strong> Carlo Ballarotto è stato schiaffeggiato da un gerarca<br />

fascista di Minerbe, e tutta la popolazione si è stretta con affetto al parroco, che ha<br />

avuto anche la visita del Vescovo di conforto.<br />

Mio padre <strong>Bordin</strong> Antonio che pensava solo alla famiglia e ai campi e non si è mai<br />

interessato di politica, fu picchiato alla testa con un bastone da due fascisti e venne a<br />

casa perdendo parecchio sangue.<br />

Questo fatto mi ha messo in animo tanta avversione al fascismo che neppure le mie<br />

maestre sono riuscite a farmi indossare la divisa da Balilla, come era d’obbligo. Il<br />

medico è venuto a curare la ferita al papà, anche i carabinieri per denunciare gli<br />

aggressori e un capofascista Stefani a chiedere scusa, e il papà ha perdonato.


Concordato tra la s. sede e l’Italia<br />

La questione romana si trascinava dal 20 settembre 1870. Furono fatti parecchi<br />

tentativi per la riconciliazione, ma senza risultati.<br />

Mussolini aveva ben compreso l’importanza del fatto religioso e in particolare della<br />

Chiesa cattolica in Italia. Perciò si adoperò per la soluzione della Questione Romana,<br />

portando atermine le trattative già precedentemente iniziate.<br />

Il giorno 11 febbraio 1929 furono firmati i patti laterani: da parte della Chiesa il Card.<br />

Gasparri, segretario di Stato del papa Pio XI e da parte dell’Italia Benito Mussolini,<br />

primo ministro del governo, a nome del re Vittorio Emanuele III. Grande gioia<br />

procurò al popolo italiano. Il papa Pio XI disse: “E’ stato restituito Dio all’Italia e<br />

l’Italia a Dio”.<br />

NOTA – Ricordo bene quell’11 febbraio 1929, perché a causa dell’abbondante<br />

nevicata, non sono andato a scuola. Alle ore 10 tutte le campane di Minerbe<br />

suonarono a festa annunciando l’avvenuta firma della Conciliazione.<br />

È fuori dubbio che l’intesa tra la s. Sede e il Fascismo non fu mai piena.<br />

Infatti , poco dopo il Concordato, Mussolini in Parlamento, alle critiche dei suoi e<br />

degli anticlericali, si giustificò dell’accordo con la s. Sede con affermazioni<br />

irriverenti e spregiudicate contro il papa Pio XI, il quale il 30 maggio reagì con<br />

fermezza con una lettera al cardinale segretario di Stato a quelle affermazioni; non<br />

venne rotta la pacificazione religiosa, ma ciò dimostra le reali intenzioni politiche del<br />

gesto Mussolini.<br />

Nel 1931 il fascismo provocò una vera persecuzione alle organizzazioni giovanili<br />

cattoliche. Il Duce pretendeva che tutta la gioventù dipendesse dal fascismo. Furono<br />

sequestrati distintivi e bandiera dell’Azione cattolica. Il papa Pio XI scrisse una<br />

enciclica “Non abbiamo bisogno” in difesa dell’Azione cattolica definendola “la<br />

pupilla dei miei occhi”.<br />

Mussolini fece marcia indietro per opportunità e fece restituire le bandiere dell’Az.<br />

Cattolica imponendo che alle stesse venisse aggiunto il tricolore italiano.<br />

Non sarebbe giusto negare quanto di buono il fascismo ha compiuto durante gli anni<br />

in cui è rimasto al potere.<br />

Ma l’aver distrutto la libertà del popolo e l’aver inseguito un vano sogno di potenza,<br />

sono fatti sufficienti a dare su di esso un giudizio di vera condanna, come merita ogni<br />

dittatura.


La guerra d’Africa (Etiopia) 1935 – 36<br />

Gli stati europei avevano conquistati possedimenti in Africa, anche Mussolini voleva<br />

unire Eritrea e Somalia conquistando l’Etiopia (Abissinia), ma quanto oro costò. Le<br />

navi cariche di soldati e relativi armamenti passando per il canale di Suez dovevano<br />

pagare all’Inghilterra un pesante pedaggio in oro e per di più gli stati europei<br />

imposero le sanzioni contro l’Italia. Per far fronte alle enormi spese, Mussolini chiese<br />

agli sposati di offrire le loro fedi nuziali, in cambio regalò le fedi di metallo.<br />

In pochi mesi l’Etiopia capitolò, Mussolini dichiarò “abbiamo l’impero” e nominò<br />

Vittorio Emanuele III imperatore d’Etiopia.<br />

NOTA personale spassosa:<br />

Un ufficiale minerbese che combatté per la conquista dell’Etiopia, tornato a casa<br />

andò a salutare il parroco (io mi trovavo presente). Si vantava di aver conquistato<br />

l’impero in sette mesi.<br />

Il parroco <strong>Don</strong> Carlo Pacega da buon filosofo ed esperto conoscitore dei suoi<br />

parrocchiani rispose argutamente: “caro, ricordati che i settimini hanno vita breve”.<br />

Infatti nel 1945 l’Italia perdette tutto.


Il nazionalsocialismo<br />

Il filosofo Rosenberg elaborò una dottrina politica sociale, il nazismo. Nel 1933<br />

Adolf Hitler la fece sua. Tale dottrina è in aperto contrasto col cristianesimo, il<br />

primato della razza ariana sulla religione, la campagna antiebraica.<br />

Il papa Pio XI il 21 marzo 1937 condannò il nazismo con l’enciclica “Mit<br />

brummender sorge „ . La persecuzione contro la Chiesa assunse toni violenti. La più<br />

brutale dittatura con lager, campi di sterminio.<br />

Mussolini nel 1937 con il cosiddetto “Patto d’acciaio” strinse alleanza con la<br />

Germania di Hitler e accettò anche le sue teorie razziali e antiebraiche.<br />

Era l’amicizia tra due dittatori e non tra due nazioni.<br />

Il papa Pio XI morì il 10 febbraio 1939. Fu eletto il nuovo papa il card. Eugenio<br />

Pacelli che prese il nome di Pio XII. Il papa e tutta la diplomazia vaticana si adoperò<br />

per scongiurare la guerra. Nella memorabile allocuzione radiofonica il 24 maggio<br />

1939, viglia delle aperture delle ostilità disse testualmente: “Con la pace tutto si può<br />

ancora salvare; con la guerra ogni cosa andrà distrutta”. Il papa non fu ascoltato e la<br />

guerra iniziò il 1 settembre 1939.


Il Comunismo ateo<br />

La dottrina comunista si basa sul materialismo dialettico e storico.<br />

La realtà è essenzialmente materiale, però la materia non è massa statica, inerte, ma<br />

in continuo movimento, una forza che spinge l'umanità verso la società perfetta,<br />

quella comunista.<br />

Caduta la monarchia zarista durante la prima guerra mondiale e travolto il governo<br />

socialdemocratico di Kerenski si giunse al dominio comunista con la rivoluzione<br />

dell'Ottobre 1917. Capo incontrastato fu Lenin e poi Stalin.<br />

Il Comunismo fu assai aggressivo, si diffuse in parecchi stati d'Europa e del mondo.<br />

Comunismo e religione. Salito al potere, il comunismo perseguitò la Chiesa, sia<br />

quella Ortodossa che quella Cattolica. In seguito, rimanendo rigidamente ateo, il<br />

comunismo ha concluso accordi e compromessi con la Chiesa Ortodossa, servendosi<br />

di essa per le sue mire espansionistiche.<br />

La Chiesa Cattolica è rimasta ferma nella sua opposizione ad una dottrina<br />

antireligiosa. Il Papa Pio XI con l'enciclica del 19 marzo 1937 condannò il<br />

materialismo ateo "Divini Redemptionis" e i suoi crimini di Spagna e Messico e di<br />

Russia.<br />

Il secolo XX (1900) ricorda i grandi cataclismi delle dittature: marxismo, nazismo e<br />

fascismo. I delitti contro l'umanità stanno a dimostrare a quali aberrazioni può<br />

giungere l'uomo quando smarrisce il senso di Dio, e il rispetto dell'uomo.<br />

E' necessario ricordare i genocidi, perché non si ripetano più tali delitti.<br />

La memoria sia presente oggi e sempre perché l'umanità è capace di ripetere questi<br />

drammi: i lagher, le camere a gas, i forni crematori nazisti, i gulag comunisti.<br />

Salmo 76 v. 31 - Dissipa gentes quae bellis laetantur (Disperdi i popoli che amano la<br />

guerra).


La seconda guerra mondiale<br />

Al richiamo del Papa si preferì la via della violenza armata.<br />

Il 1° settembre 1939 ebbe inizio la guerra. Germania e Russia divennero nemici. Le<br />

armate tedesche occuparono quasi tutti gli stati europei.<br />

L'Inghilterra e la Francia, che si erano impegnate a difendere la Polonia, non ebbero<br />

la forza di contrastare la potenza bellica della Germania.<br />

Il Papa Pio XII nel mese di dicembre 1939 si recò al Quirinale del Re Vittorio<br />

Emanuele III per scongiurarlo a non entrare in guerra. Al Papa stava a cuore che la<br />

guerra non si allargasse.<br />

Mussolini, visto il grande successo delle armate di Hitler, volle partecipare alla<br />

guerra, per aver poi voce nelle trattative contro l'Inghilterra e la Francia. Il 10 giugno<br />

1940 Mussolini dichiarò guerra a Inghilterra e Francia.<br />

Sembrava una guerra lampo, ma i potenti mezzi armati di Stati Uniti e Inghilterra<br />

arrestarono l'avanzata delle truppe tedesche e italiane e per terra, per mare e per aria,<br />

corazzate e fortezze volanti scaricarono tonnellate di bombe sulle nostre città<br />

distruggendo vite umane e città. Anche il nostro seminario vescovile fu bombardato e<br />

vittima fu il Rettore Mons. Lugaboni e due inservienti; noi chierici eravamo sfollati a<br />

Bussolengo.<br />

Il radiomessaggio di Pio XII il 24 dicembre 1942, si rivolge a tutti gli uomini di<br />

buona volontà: ricorda i valori irrinunciabili da porre al centro della politica<br />

nazionale e internazionale; la dignità della persona umana e il servizio al bene<br />

comune. Questo voto l'umanità lo deve alle centinaia di migliaia di persone le quali,<br />

senza nessuna colpa propria, talora solo per motivo di nazionalità e di stirpe, sono<br />

destinate alla morte.<br />

Questo radiomessaggio fece infuriare Hitler. Il Papa non nomina il peccatore, ma è<br />

chiarissimo contro il peccato, il genocidio degli ebrei e di tutte le vittime dei lagher,<br />

dei forni crematori, e l'eliminazione di chi non rende utilità allo Stato tedesco.<br />

Il 3 settembre 1943 gli angloamericani sbarcarono in Sicilia.<br />

Il 25 luglio 1943 il Gran Consiglio dei Ministri sfiduciò il primo ministro Benito<br />

Mussolini, che si recò dal Re a dare le dimissioni. All'uscita dal colloquio col Re,<br />

Mussolini fu arrestato (gesto discutibile) e relegato sull'isola di Ponza e da lì trasferito<br />

al Gran Sasso d'Italia sempre agli arresti. Hitler riuscì a liberarlo e portarlo in<br />

Germania e poi lo rimandò in Italia a fondare a Salò (Brescia) la Repubblica sociale e<br />

a continuare la guerra a fianco dei tedeschi. Ormai Mussolini era una pedina in mano<br />

a Hitler e contava ben poco.<br />

Il giorno 8 settembre 1943 fu firmato l'armistizio tra l'Italia e gli Stati Uniti e la Gran<br />

Bretagna.<br />

NOTA - Ricordo quel pomeriggio (ero in vacanze) tutta la popolazione si recò in<br />

piazza esultante perché era finita la guerra.<br />

Alcuni parrocchiani si recarono dal parroco per far suonare tutte le campane. Il<br />

parroco si oppose dicendo: vedrete cosa succederà, saremo trattati come traditori<br />

della Germania e come nemici.


Così è stato e i tedeschi invasero l'Italia e disarmarono i nostri soldati. Tanti soldati si<br />

diedero alla fuga a nascondersi, altri collaborarono con i tedeschi, altri ancora si<br />

organizzarono come partigiani contro i tedeschi. Abbiamo vissuto mesi di paura.<br />

In Vaticano fu aperta una centrale di soccorso, un grande ufficio di smistamento di<br />

corrispondenza per dare e ricevere notizie di prigionieri, di dispersi, di profughi,<br />

tramite le Nunziature e i cappellani. Vaticano e conventi furono aperti a ospitare e<br />

nascondere i perseguitati dai regimi.<br />

Il giorno 11 gennaio 1944 al forte Procolo di Verona furono fucilati sei ministri che<br />

avevano sfiduciato Mussolini. Era stato fatto il processo a Castel Vecchio di Verona<br />

da gerarchi fascisti ma la condanna a morte era stata imposta dai tedeschi. La notte<br />

precedente la fucilazione dei sei ministri (domenica notte e lunedì) il Cappellano<br />

delle carceri, gli Scalzi di Verona, dove erano rinchiusi, Mons. <strong>Giuseppe</strong> Chiot passò<br />

tutta la notte con loro pregando e confortando, mettendo la loro vita nelle mani di Dio<br />

giusto e misericordioso.<br />

Corso di studio per infermieri<br />

La guerra progrediva a danno dell'Italia, e si parlava di una mobilitazione generale,<br />

anche i chierici del Seminario sarebbero stati chiamati alle armi interrompendo gli<br />

studi teologici.<br />

Durante l'anno scolastico 1942 - 43 il Vescovo ci fece fare un corso da infermieri.<br />

Alla sera, dopo cena, dalle 20 alle 22, due volte alla settimana un ufficiale medico<br />

venne a farci lezioni. Al termine del corso sostenemmo l'esame e ci fu rilasciato<br />

l'attestato di infermiere.<br />

L'Italia era divisa in due dalla Linea Gotica. Da Firenze in giù l'Italia era stata<br />

liberata, da Firenze in su era ancora in guerra e comandata dai tedeschi.<br />

L'ultimo anno scolastico 1943 - 44. Abbiamo potuto cominciare l'anno scolastico,<br />

dopo 12 anni di seminario, al termine saremmo stati ordinati sacerdoti; c'era sempre il<br />

pericolo di essere chiamati alle armi e rimandare l'ordinazione.<br />

Per grazia di Dio abbiamo terminato gli studi e il 18 giugno 1944 nella chiesa di<br />

Bussolengo dal Vescovo Mons. Girolamo Cardinale siamo stati ordinati sacerdoti<br />

novelli (eravamo in 20).<br />

1944 Difficile e pericolosa situazione<br />

Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, anche se il Generale Badoglio dichiarò che la<br />

guerra continuava a fianco dell'alleata Germania, i tedeschi ci considerarono traditori<br />

e non si fidarono delle parole. Le conseguenze furono queste: l'esercito italiano fu<br />

disarmato e, una parte fu costretta a collaborare alle dipendenze dei tedeschi, un'altra<br />

parte fu arruolata nella Todt a lavorare a rimuovere le macerie dei bombardamenti;<br />

altri si organizzarono contro i tedeschi in gruppi partigiani nelle città e sui monti per<br />

combattere i tedeschi e collaborare con americani e inglesi dai quali ricevevano armi<br />

e cibo.


I fascisti fedeli alla Repubblica Sociale italiana, collaborarono con i tedeschi contro<br />

gli italiani partigiani.<br />

NOTA - Era cosa triste vedere italiani contro italiani; bisognava essere prudenti nel<br />

parlare, per non essere denunciati e arrestati e portati nei campi di concentramento.<br />

A Legnago c'erano tre gerarchi fascisti, che dominavano la zona destra e sinistra<br />

dell'Adige e comandavano anche a Minerbe, minacciando di impiccare sotto la loggia<br />

del Municipio chi si opponesse al fascismo.<br />

A Minerbe collaborarono con i partigiani clandestini il curato <strong>Don</strong> <strong>Giuseppe</strong> Sandri,<br />

il dott. Pino Vivaldi e il sig. Bruno Dominidiato.<br />

Furono avvertiti da una donna, che faceva parte del Comando fascista di Lonigo<br />

come spia contraria, di allontanarsi immediatamente perché nella notte tra sabato e<br />

domenica sarebbero stati arrestati. Un fascista di Minerbe li vide allontanarsi di notte<br />

e telefonò a Lonigo dicendo di non venire a Minerbe perché ormai i tre erano fuggiti.<br />

Così si salvarono.<br />

NOTA - Esistono i cattivi che fanno del male, ma anche i buoni che fanno il bene.<br />

In seguito i tedeschi occuparono due stanze della canonica di Minerbe, con grande<br />

disagio del parroco <strong>Don</strong> Carlo Pacega, già sofferente di cuore, anche per latri<br />

dispiaceri ricevuti da parrocchiani, dai quali non si è più ripreso; il 15 giugno 1948<br />

morì improvvisamente, ma preparato a ricevere la ricompensa del Signore per la sua<br />

vita spesa senza risparmio per il bene dei parrocchiani.<br />

Agosto 1944. Fu mitragliato il treno fermo in stazione, prese fuoco anche la casa<br />

della stazione, molti si prestarono e in breve tempo fu spento l'incendio.<br />

Settembre 1944. Ricevetti dal Vescovo la nomina di vicario parrocchiale (curato) di<br />

Vangadizza. Fui accolto con tanto amore dal parroco <strong>Don</strong> Luigi Pavoncelli, un santo<br />

sacerdote. Colpito da paralisi progressiva, lo assistevo nel celebrare la s. messa e<br />

nella recita del Divino Ufficio. Il 21 gennaio 1945 il Signore lo chiamò al premio<br />

eterno. Visse e morì povero, compianto da tutti per la sua bontà.<br />

Febbraio 1945. Gli angloamericani, dalla Linea Gotica che va dal Tirreno<br />

all'Adriatico, con i loro potenti mezzi bellici si mossero avanzando verso la pianura<br />

padana, preceduti da centinaia di bombardamenti. Gli obbiettivi erano i ponti sui<br />

fiumi, per ostacolare la ritirata dei tedeschi, i quali avevano l'ordine di raggiungere il<br />

Brennero e là organizzare la resistenza.<br />

Il Po fu la tomba dei tedeschi, costretti dalle SS a gettarsi in acqua per attraversare il<br />

fiume.<br />

I ponti del Tartaro e dell'Emissario furono distrutti e anche la chiesa della Torretta fu<br />

rasa al suolo.<br />

L'ospedale di Legnago fu trasferito nelle scuole di S. Pietro, il santuario nelle scuole<br />

di Vangadizza.<br />

I due ponti dell'Adige a Legnago furono bombardati e distrutti, ma una bomba cadde<br />

sulla casa di riposo e vi furono otto anziani e una infermiera vittime sotto le macerie.<br />

La casa canonica dovette cedere l'ingresso e la stanza da pranzo ad un ufficiale<br />

tedesco che aveva con se anche l'amante italiana.


I tedeschi in ritirata venivano nelle case a chiedere da mangiare, altri invece con<br />

violenza rubavano quanto potevano, biciclette, buoi, cavalli e carri per portarsi al<br />

nord.<br />

Il 23 aprile 1945 arrivarono gli americani e noi fummo liberati.<br />

Il 25 aprile 1945 la resa dei tedeschi e la liberazione.<br />

NOTA - Tralascio tanti episodi dolorosi per non annoiare chi legge questo diario<br />

vissuto.<br />

La memoria degli orrori del passato deve essere una lezione convicente per le<br />

generazioni di oggi. La storia è maestra di vita, ma sembra che tale maestra sia poco<br />

ascoltata. La memoria è una lezione severa di vita per impegnarci con tutte le forze<br />

verso la pace.<br />

"Mantenere viva la memoria di quanto è accaduto è una esigenza non solo storica, ma<br />

morale. Non bisogna dimenticare" (8 maggio 1995 - Messaggio di Giovanni Paolo II<br />

nel 50° anniversario della fine della guerra).


Le famiglie numerose di un tempo<br />

Le famiglie erano numerose, dieci, dodici, anche quindici persone formavano le belle<br />

famiglie di un tempo. "Onora il padre e la madre" il 4° comandamento era vissuto nel<br />

rispetto reciproco. I nonni erano rispettati e onorati, anche i genitori erano obbediti.<br />

Si viveva un clima famigliare non di paura ma di una giusta e serena severità; non ho<br />

mai ricevuto uno schiaffo o un rimprovero con parole offensive, bastava un occhiata<br />

per capire che ci si doveva comportare educatamente.<br />

La vita in famiglia comportava non solo lavoro, ma anche l'esercizio di tante virtù,<br />

per vivere sereni e concordi: "Concordia parvae res crescunt, discordia dilabuntur".<br />

In tante famiglie di periferia non c'era la luce elettrica, c'era la lucerna a petrolio per<br />

la casa, i lumini a olio per le camere da letto e il fanale per la stalla.<br />

Non c'era la radio. A tavola si dialogava dei lavori da fare e quali guadagni si sperava<br />

di ottenere dal lavoro.<br />

Tutte le sere la mamma a fare la polenta nella ramina e a noi piccoli a farci dire le<br />

preghiere, mentre gli uomini governavano gli animali della stalla.<br />

Dopo la cena si recitava il s. rosario, dalla sera dei morti fino a primavera, prima di<br />

cominciare i tanti lavori dei campi.<br />

Le serate si passavano al lume della lucerna, noi ragazzi a fare i compiti e le donne a<br />

lavorare le calze o rammendare biancheria o altro.<br />

Nei mesi freddi d'inverno si faceva il filò in stalla al caldo degli animali, e se<br />

venivano degli amici, parlavano dei ricordi di guerra e noi ragazzi ascoltavamo la<br />

storia vissuta dai nostri genitori e zii.<br />

Nei mesi di dicembre e gennaio scendevano da Flavon (Val di Non) gli spazzacamini.<br />

Erano ospiti in casa nostra tutte le sere che lavoravano in paese a pulire i camini.<br />

Anche la morte avveniva in famiglia, ed era più umana e cristiana, assistiti dai propri<br />

cari e dal sacerdote che portava e amministrava i s. sacramenti e invitava a pregare e<br />

partecipava al lutto con parole di fede.


La campagna di una volta<br />

Minerbe era un paese dedito all'agricoltura.<br />

Sono nato in campagna, ho lavorato e amato la campagna, mi è rimasta nel cuore.<br />

Era bella la campagna, circondata da tanti alberi; d'estate si godeva alla sua ombra,<br />

sospendendo per qualche momento il lavoro faticoso.<br />

Gli alberi erano preziosi per tanti motivi, per l'ossigeno che emettevano, l'anidride<br />

che assorbivano, il legname che utile per lavori di casa e campagna, per il<br />

riscaldamento sul focolare; anche la cenere veniva raccolta per i tre grandi bucati che<br />

si facevano in primavera, in agosto e in ottobre. Nulla andava perduto.<br />

I campi erano divisi da filari di viti, che producevano uva buona e gustosa, varie<br />

qualità di uva bianca e nera per la vinificazione. "Ex genimine vitis"come dice il<br />

Vangelo. Si poteva usare il vino anche per la s. messa, perché era genuino fatto solo<br />

di uva senza intrusi e sofisticazioni.<br />

C'erano anche i filari di gelsi la cui foglia era il cibo dei bachi da seta. I bachi da seta<br />

li chiamavano "i cavalieri". Era sorta anche una barzelletta, quando uno riceveva il<br />

titolo di cavaliere del lavoro o altro, ai complimenti si aggiungeva scherzosamente:<br />

attento a non fare la galeta, cioè il bozzolo, finiresti bruco.<br />

Tutti i lavori erano fatti a mano, zappa, badile, rastrello, falce, falcetto e aratro tirato<br />

dai buoi, i quali servivano a tirare i carri per portare in corte i vari prodotti della terra.<br />

Tutti i componenti della famiglia, uomini, donne e ragazzi lavoravano nei campi. I<br />

lavori più pesanti erano fatti dagli uomini.<br />

Varietà delle colture.<br />

In molte famiglie in primavera si coltivava il baco da seta; i bozzoli si vendevano a<br />

Cologna Veneta, erano i primi soldi che si ricavavano.<br />

Le donne avevano la cura del pollaio, polli, galline, uova servivano per la casa, il di<br />

più si vendeva per acquistare generi alimentari.<br />

L'erba medica, cibo preferito dagli animali buoi e mucche, e il prezioso latte per<br />

nutrire i vitellini che nascevano in stalla, e il latte per la famiglia non mancava mai, e<br />

si vendeva anche alle famiglie vicine.<br />

NOTA - Ora è proibito vendere uova e latte casalingo.<br />

Si seminavano le patate per il fabbisogno della famiglia e per venderle ai negozianti.<br />

La patata serviva a tanti usi come cibo.<br />

Anche la barbabietola da zucchero si coltivava e poi si portava al zuccherificio di<br />

Sabbion di Cologna Veneta.<br />

A Minerbe si coltivava il tabacco, le cui foglie numerate si portavano a seccare negli<br />

ambienti adatti dove venivano impiegate delle donne.<br />

Le principali colture erano il frumento e il granoturco.<br />

La mietitura veniva fatta a mano col falcetto (il segheto) e poi la trebbiatura sull'aia;<br />

ci si aiutava tra parenti e vicini, perché richiedeva molto personale. La paglia veniva<br />

raccolta in pagliaio e serviva per fare il letto agli animali della stalla e poi finiva nella<br />

concimaia dove fermentando diventava concime stallatico e in primavera si spargeva<br />

nei campi, veniva arato sottoterra a nutrire le nuove semine.


Il granoturco veniva seminato a mano, zappato dalle erbe e poi raccolto a mano in<br />

ceste e gettato nel carro baracca e noi ragazzi a svuotare le ceste.<br />

Alla sera dopo cena sull'aia a scartocciare la pannocchia di involucro. In seguito<br />

veniva la macchina sgranatoio a liberare il grano dal crostolo e il grano veniva steso<br />

ad essiccare.<br />

Sia il frumento che il granoturco venivano purificati dal ventilabro e misurati col<br />

minale (peso di circa trenta Kg) insaccato e a spalla portato nel granaio per poi<br />

venderlo.<br />

Il papà aveva cura anche dei frutti per la famiglia, due piante di ciliegio, una di<br />

marasche, tre di pesche, una di nespole, quattro qualità di pere, meloni e angurie.<br />

Tutti questi frutti erano sani, non c'era bisogno di trattamenti antiparassitari, si<br />

potevano cogliere e mangiare senza paura.<br />

NOTA - Oggi bisogna avvelenare tutto per salvare i frutti della terra.<br />

In molte famiglie si manteneva il maiale che forniva il condimento (il lardo) a varie<br />

qualità di salumi, che erano il cibo quasi quotidiano.<br />

A Minerbe si coltivava anche il riso, a nord del paese, dove passavano alcuni corsi<br />

d'acqua sana e pulita sulla proprietà del Conte Bernini.<br />

Le risaie; il riso nasce nell'acqua e vive e matura nell'acqua.<br />

Nelle risaie si allevavano anche varie qualità di pesci d'acqua dolce. Prima di mietere<br />

il riso, si chiudevano le saracinesche dell'acqua, si raccoglieva il pesce grosso e il<br />

pesce più piccolo (la frittura), e lo si vendeva ai paesani.<br />

Nella località detta "Le Comune" c'era la pila vecchia per brillare il riso dalla crusca,<br />

e questa serviva come nutrimento di polli e maiali.<br />

Ad Anson c'era pure la pila per il riso e il mulino per macinare il frumento e il<br />

granoturco. Il mulino era azionato da una grande ruota a pale spinta dalla corrente<br />

dell'acqua.<br />

Il mugnaio col carretto andava dalle famiglie a prendere i sacchi di frumento e di<br />

granoturco. Al mulino macinava separatamente il frumento e il granoturco e dopo<br />

qualche giorno portava la farina bianca e gialla ai propri clienti.<br />

In casa le donne con la farina bianca impastavano con acqua e uova, e col torcolo<br />

facevano tagliatelle, bigoli, lasagne e anche focacce.<br />

Tutte le sere non mancava la fumante polenta, con l'insalata o la verdura cotta e la<br />

gustosa fetta di salame casalingo, e come bevanda il vinello (la graspia) che si<br />

otteneva gettando acqua sulle vinacce filtrate.<br />

I lavori in campagna non finivano mai; si cominciava in autunno con l'aratura e le<br />

semine e si finiva nell'autunno dopo con la raccolta degli ultimi frutti per iniziare un<br />

nuovo ciclo.<br />

Mi vengono in mente i tanti riferimenti biblici riguardo la campagna: il creato che<br />

loda Dio (Siracide c. 43, v. 13 - 33), le parabole del regno dette da Gesù, ecc.<br />

Il Salmo 125 - Nell'andare se ne va e piange portando la semente da gettare, ma nel<br />

tornare viene col giubilo portando i suoi covoni.<br />

Salmo 127 - Vivrai del lavoro delle tue mani, sarai felice e godrai d'ogni bene.


Chi lavora nei campi, guarda verso l'Alto, vive di speranza, invoca la pioggia<br />

benefica e il sole, teme la tempesta e gli uragani che in pochi minuti potrebbero<br />

rovinare tante fatiche.<br />

Nel periodo invernale gli uomini tagliavano le piante morte, i rami degli alberi<br />

(facevano la cosiddetta smaia); i pali servivano a sostenere le viti, il resto veniva<br />

tagliato a pezzi, anche la legna minuta legata in fascine e serviva come riscaldamento<br />

bruciata nel focolare.<br />

NOTA - Oggi la campagna è un deserto, senza piante. L'agricoltura è in crisi, le stalle<br />

sono chiuse, la produzione dei campi non è remunerata come meriterebbe. Un<br />

chilogrammo di frumento viene pagato 2200 £ mentre un chilogrammo di pane costa<br />

5000 £.<br />

C'è una burocrazia pesante e scoraggiante per chi lavora nei campi.<br />

Nel passato famiglie numerose vivevano del lavoro dei campi anche se erano dieci o<br />

quindici campi, riuscivano a mettere da parte qualche guadagno.<br />

Abituati alle fatiche, avevano il senso del risparmio e della sobrietà, non il<br />

consumismo come ai giorni nostri.<br />

A Minerbe c'era tanta miseria e povertà:<br />

c'erano poveri onesti, che venivano a chiedere l'elemosina, si presentavano con<br />

dignità e umiltà, con la bella parola "carità per amor di Dio" chiedevano un po' di<br />

farina gialla per farsi la polenta o un po' di legna. Per i campi raccoglievano qualche<br />

pezzo di legna secca, qualche grappolo di uva, o qualche chilo di patate.<br />

Avevano il senso del rispetto, dopo la mietitura raccoglievano manelli di frumento<br />

che erano rimasti nei campi, raccolta delle spighe (spigolare).<br />

C'erano anche falsi poveri disonesti, che di notte rubavano sacchi di frutta e di<br />

granoturco e quintali di uva per poi venderli. Per questi tali non valeva il<br />

comandamento: non rubare e chi ruba deve restituire.<br />

Quanti seguaci ha il pubblicano Zaccheo del Vangelo (Luca c. 19, v. 8) che lo<br />

seguono nella prima parte della vita ad appropriarsi dei beni altrui, ma pochi lo<br />

seguono nella seconda parte di vita: "Se ho frodato qualcuno restituisco quattro volte<br />

tanto".


Feste particolari e sagre<br />

Il 2 gennaio festa di S. Boro, protettore degli animali, alle ore 9 c'era la s. messa<br />

cantata, molto frequentata dai bovari e da chi aveva animali nelle stalle. Al termine<br />

della s. messa si benediva il sale, il pane, il fieno per gli animali. Il curato in seguito<br />

andava per le stalle a benedire gli animali, riceveva un salame come ricompensa.<br />

La sagra di S. <strong>Giuseppe</strong> 19 marzo, compatrono della parrocchia. Era festa di precetto<br />

preceduta da un triduo di predicazione.<br />

La sagra di S. Lorenzo il 10 agosto, patrono della parrocchia. Era festa di precetto per<br />

i parrocchiani, con s. messa solenne e s. funzioni. La processione si faceva dopo la<br />

prima s. messa a causa del gran caldo.<br />

Alla sera in piazza c'era la banda musicale del paese che suonava pezzi classici e poi i<br />

fuochi d'artificio.<br />

La festa di S. Rocco il 16 agosto con la processione, festa votiva non di precetto.<br />

La sagra di S. Lucia il 13 dicembre, nella chiesa a Lei dedicata. S. messa cantata e s.<br />

funzioni e subito dopo l'assalto alla cuccagna.<br />

La sera precedente si bruciava il falò, partecipavano le famiglie vicine, e poi i<br />

bambini aletto, in attesa che la santa portasse il piatto di dolci.<br />

La sagra di S. Stefano il 26 dicembre, nella chiesa della contrada. S. messa cantata<br />

dai cantori, poi pranzo, per i sacerdoti in casa Ferrari. Chierichetti e cantori in casa<br />

Zuccari.<br />

La sagra di Anson, la seconda domenica di ottobre, la maternità della Vergine Maria,<br />

s. messa e processione. Poi seguiva la sagra del risotto.<br />

Vecchie tradizioni: vigilia di Natale, digiuno e astinenza dalle carni, il pasto di<br />

mezzogiorno bigoli e sardella, mostarda e un pezzo di mandorlato.<br />

A carnevale in famiglia si facevano le frittelle, i grostoli, le faette gli gnocchi.<br />

Dopo la vendemmia si faceva la marmellata di uva la potona e il mosto i sugoli.

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