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Le perdite idriche dei bacini imbriferi e degli alvei fluviali ...

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COLLANA<br />

ACQUA BENE COMUNE DELL’UMANITÀ<br />

ACQUA E BENI PUBBLICI<br />

LE PERDITE IDRICHE<br />

DEI BACINI IMBRIFERI E<br />

DEGLI ALVEI FLUVIALI<br />

EVOLUZIONE DELLE<br />

INFRASTRUTTURE IDRICHE<br />

E RISPARMIO IDRICO<br />

APPLICAZIONE AD UN CASO DI<br />

STUDIO<br />

FIUME ATERNO PESCARA<br />

DICEMBRE 2005<br />

Dott. Ing. Antonio Iorio<br />

6<br />

AMMINISTRAZIONE<br />

PROVINCIA L’AQUILA<br />

Settore Politiche Ambientali<br />

Risorse naturali ed Energetiche<br />

DIRIGENTE Dott. F. F. FUCETOLA


LE PERDITE IDRICHE DEGLI ALVEI FLUVIALI E<br />

RAPPORTI CON LE DERIVAZIONI<br />

EVOLUZIONE DELLE INFRASTRUTTURE IDRICHE<br />

E RISPARMIO IDRICO<br />

L’AQUILA DICEMBRE 2005<br />

APPLICAZIONE AD UN CASO DI STUDIO<br />

FIUME ATERNO PESCARA<br />

DOTT. ING. ANTONIO IORIO<br />

Studio Ing. A. Iorio 1


LE PERDITE IDRICHE DEGLI ALVEI FLUVIALI E RAPPORTI CON LE DERIVAZIONI......1<br />

OBIETTIVI DELLO STUDIO...........................................................................................................3<br />

PERDITE AL FONDO NEGLI ALVEI NATURALI...........................................................................................4<br />

LE PERDITE IN ALVEO NEL TRONCO FIUME ATERNO – L’AQUILA MOLINA -.......................................7<br />

PERDITE IN ALVEO DEL TORRENTE RAIALE .........................................................................................12<br />

LE UTILIZZAZIONI IDRICHE NEL BACINO FLUVIALE ATERNO-PESCARA ......18<br />

L’IRRIGAZIONE ......................................................................................................................................18<br />

LE UTILIZZAZIONI IDROELETTRICHE ....................................................................................................22<br />

LE UTILIZZAZIONI POTABILI .................................................................................................................29<br />

LE UTILIZZAZIONI INDUSTRIALI...........................................................................................................31<br />

CONCLUSIONI....................................................................................................................................32<br />

APPENDICE..........................................................................................................................................34<br />

CARATTERI IDROLOGICI DEL BACINO IMBRIFERO ....................................................34<br />

Fiume Aterno .................................................................................................................................34<br />

Fiume Sagittario...........................................................................................................................38<br />

Fiume Pescara...............................................................................................................................41<br />

CENNI SULL'IDROGEOLOGIA .................................................................................................................46<br />

BILANCIO IDROLOGICO.........................................................................................................................58<br />

Studio Ing. A. Iorio 2


Obiettivi dello Studio<br />

<strong>Le</strong> portate <strong>dei</strong> corsi d’acqua sono determinate dagli afflussi meteorici,<br />

dalle caratteristiche territoriali <strong>dei</strong> <strong>bacini</strong> <strong>imbriferi</strong> e dalla natura <strong>dei</strong> suoli nei<br />

quali sono incisi gli <strong>alvei</strong>.<br />

La natura <strong>dei</strong> terreni <strong>degli</strong> <strong>alvei</strong> determina in modo sostanziale le<br />

<strong>perdite</strong> per infiltrazione nel sottosuolo e la capacità quindi di conservare i<br />

corpi idrici fluenti specialmente nei periodi estivi di minore portata.<br />

La gamma della permeabilità <strong>dei</strong> terreni è molto ampia: gli <strong>alvei</strong> in<br />

roccia o in argilla risultano fortemente conservativi nei riguardi <strong>dei</strong> deflussi<br />

mentre gli <strong>alvei</strong> in ghiaie o terreni sciolti sono fortemente disperdenti.<br />

I caratteri di permeabilità <strong>degli</strong> <strong>alvei</strong> risultano determinanti per<br />

valutare le portate minime fluenti nei periodi di magra sia per la<br />

conservazione <strong>degli</strong> equilibri naturali che per la utilizzazione delle acque.<br />

Un caso emblematico è quello del fiume Aterno dalle sorgenti fino alla<br />

confluenza nel fiume Sagittario.<br />

Il bacino imbrifero riceve apporti meteorici dell’ordine di 25 mc/s,<br />

molto elevati rispetto alla media dell’intero bacino Aterno-Pescara, ma<br />

presenta deflussi superficiali assai modesti dell’ordine di 5 mc/s alla sezione<br />

di Molina Aterno.<br />

<strong>Le</strong> <strong>perdite</strong> del bacino sono molto elevate ma ad esse si unisce una<br />

forte permeabilità <strong>degli</strong> <strong>alvei</strong> che lasciano infiltrare nel sottosuolo gran parte<br />

delle acque raccolte.<br />

Studio Ing. A. Iorio 3


Perdite al fondo negli <strong>alvei</strong> naturali<br />

Gli <strong>alvei</strong> <strong>dei</strong> fiumi o canali non rivestiti possono perdere una parte<br />

dell’acqua fluente per filtrazione attraverso la superficie del fondo e delle<br />

sponde.<br />

Il problema delle <strong>perdite</strong> negli <strong>alvei</strong> è stato oggetto di studi, sin<br />

dall’antichità, per dimensionare e realizzare canali per l’irrigazione e per la<br />

navigabilità.<br />

Gli elementi caratteristici per lo studio della questione sono:<br />

- la posizione relativa dell’alveo rispetto al terreno di imposta;<br />

- la posizione relativa dell’alveo rispetto alla eventuale superficie della<br />

falda acquifera naturale all’intorno dell’alveo;<br />

- la capacità di filtrazione <strong>dei</strong> materiali costituenti il fondo e le sponde;<br />

- la dimensione – superficie del fondo e delle sponde bagnate -<br />

dell’alveo.<br />

Un alveo o canale può essere pensile o incassato nel piano campagna.<br />

L’alveo pensile è certamente soggetto a <strong>perdite</strong> più o meno accentuate,<br />

a seconda della natura <strong>dei</strong> materiali del corpo dell’alveo e del terreno di<br />

imposta più o meno permeabili.<br />

e della profondità della superficie della eventuale falda libera.<br />

Nel caso di alveo che incide un territorio nel quale è presente una falda<br />

acquifera naturale, le <strong>perdite</strong> sono condizionate dal dislivello – variabile in<br />

genere nel tempo – che si stabilisce fra il pelo libero nell’alveo e la<br />

superficie della falda.<br />

Il flusso di filtrazione è condizionato anche dalla natura del terreno, più o<br />

meno permeabile, che sostiene la base della falda.<br />

Un alveo parzialmente o totalmente incassato nel terreno può presentare<br />

<strong>perdite</strong> al fondo per filtrazione come quelli pensili.<br />

Il caso che qui interessa è quello di <strong>alvei</strong> dominanti il livello della falda<br />

libera: in caso contrario l’alveo diventa drenante (la falda alimenta il flusso<br />

verso l’alveo).<br />

Studio Ing. A. Iorio 4


<strong>Le</strong> situazioni tipiche che si possono presentare sono esemplificate nella<br />

figura seguente.<br />

Il caso A è quello di un alveo in terreno di permeabilità elevata il cui<br />

fondo domina la falda libera con superficie a profondità dell’ordine della<br />

larghezza dell’alveo.<br />

Il caso B è analogo al precedente ma in terreno poco permeabile.<br />

Studio Ing. A. Iorio 5


Il caso A’ è analogo al caso A ma con superficie di falda molto profonda o<br />

assente che non interferisce con il flusso di filtrazione uscente dall’alveo.<br />

Nel secolo scorso sono stati perfezionati algoritmi di calcolo per valutare<br />

teoricamente le <strong>perdite</strong> per ciascuna situazione tipica – innanzi accennata –<br />

e per i diversi tipi di materiali d’alveo.<br />

Detti schemi sono stati modellati con le tecniche di analogia elettrica ed<br />

in tempi più recenti con i metodi numerici elaborati con calcolatori<br />

elettronici.<br />

A detti studi teorici si è accompagnata una estesa ricerca sperimentale<br />

che ha portato a definire in termini statistici la quantità delle <strong>perdite</strong><br />

riscontrate in migliaia di km di canali in terra di materiali <strong>dei</strong> più diversi tipi.<br />

La letteratura tecnica offre diverse formulazioni empiriche per il calcolo<br />

delle <strong>perdite</strong> ma qui si preferisce quella fornita dal Manuale di Ingegneria<br />

civile ed ambientale - ed. Zanichelli/Esac - che riporta i dati sperimentali per<br />

canali in terra , elaborati da Etcheverry e Harding nel 1933, e rielaborati da<br />

Davis and Sorenson nel 1969, in termini di volume perduto in un giorno (24<br />

ore) per metro quadro di superficie bagnata.<br />

PERDITE AL CONTORNO DI CANALI NON<br />

RIVESTITI DATI TRATTI DA ETCHEVERRY<br />

mc/mq<br />

giorno mc/s / km mq<br />

da a<br />

valore<br />

centrale<br />

Terra argillosa impermeabile<br />

Terra argillosa normale, con strato<br />

impermeabile sotto il fondo del canale con<br />

0,07 0,10 0,17 0,001968<br />

spessore non >60 90 cm 0,10 0,15 0,25 0,002894<br />

Argilla sabbiosa<br />

Argilla con sabbia e ghiaia, ciottoli cementati<br />

0,15 0,23 0,38 0,004398<br />

con argilla 0,23 0,30 0,53 0,006134<br />

Sabbia argillosa 0,30 0,45 0,75 0,008681<br />

Terra sabbiosa 0,45 0,55 1,00 0,011574<br />

Terra sabbiosa con ghiaia 0,55 0,75 1,30 0,015046<br />

terreno ghiaioso permeabile 0,75 0,90 1,65 0,019097<br />

Ghiaia terrosa 0,90 1,80 2,70 0,031250<br />

Studio Ing. A. Iorio 6


<strong>Le</strong> <strong>perdite</strong> in alveo nel tronco Fiume Aterno – L’Aquila Molina -<br />

Il contributo di afflusso (Pioggia efficace = Afflusso meteorico –<br />

Evapotraspirazione reale) alla sezione del bacino a L'AQUILA è dell'ordine di<br />

12,1 mc/s al quale corrisponde una portata di deflusso di 5,71 mc/s<br />

(registrata), pari al 47% dell’afflusso (il 53% si infiltra nel sottosuolo del<br />

bacino e non raggiunge l’alveo nella sezione considerata).<br />

La superficie di falda è a profondità dell’ordine di 100 metri e non<br />

influenza certamente le filtrazioni uscenti dagli <strong>alvei</strong> naturali.<br />

Il contributo di afflusso del sottobacino AQ-MOLINA è dell’ordine di<br />

13,14 mc/s e ci si attenderebbe, considerata la omogeneità geologica del<br />

territorio tributario, un contributo di deflusso in alveo a Molina pari ad una<br />

frazione dell’afflusso analoga a quello di L’Aquila, 47% dell’afflusso efficace,<br />

e quindi pari a 6,2 mc/s.<br />

Il valore medio della portata a Molina risulta di 5,62 mc/s (portata<br />

registrata) il cui ordine di grandezza è effettivamente comparabile con<br />

quello stimato attraverso il contributo di afflusso.<br />

Si osserva tuttavia che la portata fluviale a L’Aquila è di 5,71 mc/s e<br />

che, fluendo a valle, dovrebbe sommarsi a quella di 6,2 mc/s che si forma<br />

nel sottobacino AQ-MOLINA e farebbe ascendere la portata totale a Molina a<br />

11,91 mc/s contro il valore registrato di 5,62 mc/s.<br />

Risulta cioè che, lungo il percorso di circa 40 km, fra la sezione di<br />

L’Aquila e quella di Molina, si perde nel sottosuolo l’intera portata di 5,7<br />

mc/s proveniente dalla sezione di L’Aquila, per un volume medio annuo pari<br />

a 180.070.560 mc.<br />

Il volume medio giornaliero perduto per infiltrazione risulta pari a<br />

493.344 mc/g, equivalente ad una perdita di 12.354 mc /km g.<br />

Confrontando il valore di detta perdita al km con quelli esposti nella<br />

tabella delle <strong>perdite</strong> per canali in terra, di seguito riportata, si rileva che<br />

esso corrisponde alla perdita di un alveo in terreno ghiaioso con sezione<br />

rettangolare delle dimensioni di 6,0 m di base ed altezza di deflusso di circa<br />

0,5 m, pendenza longitudinale del 5 per mille, capace di far defluire la<br />

Studio Ing. A. Iorio 7


portata media di 6 mc/s, pari a quella entrante nel tronco di alveo<br />

considerato.<br />

PERDITE AL CONTORNO DI CANALI NON<br />

RIVESTITI DATI TRATTI DA ETCHEVERRY<br />

mc/mq<br />

giorno mc/s / km mq<br />

da a<br />

valore<br />

centrale<br />

Terra argillosa impermeabile<br />

Terra argillosa normale, con strato<br />

impermeabile sotto il fondo del canale con<br />

0,07 0,10 0,17 0,001968<br />

spessore non >60 90 cm 0,10 0,15 0,25 0,002894<br />

Argilla sabbiosa<br />

Argilla con sabbia e ghiaia, ciottoli cementati<br />

0,15 0,23 0,38 0,004398<br />

con argilla 0,23 0,30 0,53 0,006134<br />

Sabbia argillosa 0,30 0,45 0,75 0,008681<br />

Terra sabbiosa 0,45 0,55 1,00 0,011574<br />

Terra sabbiosa con ghiaia 0,55 0,75 1,30 0,015046<br />

terreno ghiaioso permeabile 0,75 0,90 1,65 0,019097<br />

Ghiaia terrosa 0,90 1,80 2,70 0,031250<br />

I terreni nei quali si sviluppa il tronco fluviale hanno effettivamente<br />

permeabilità molto elevata, ghiaie grosse, come evidenziato nelle notazioni<br />

idrogeologiche relative al territorio del bacino imbrifero, che confermano le<br />

considerazioni svolte innanzi sulle <strong>perdite</strong> al fondo.<br />

Nel periodo estivo gli afflussi meteorici e le portate in alveo sono<br />

molto inferiori e perciò le <strong>perdite</strong> assorbono tutta la portata tanto che a<br />

circa metà del tronco si verifica l’asciutta totale dell’alveo.<br />

Tali considerazioni risultano dai calcoli e sono evidenziate neo grafici<br />

seguenti nei quali si è evidenziata, a titolo esemplificativo, l’immissione<br />

artificiale della portata necessaria per garantire un deflusso minimo<br />

sull’intero tronco.<br />

Da quanto innanzi risulta evidente che il bacino imbrifero dell’Aterno<br />

alimenta prevalentemente per via sotterranea le sorgenti a valle (Gruppo<br />

Pescara e Tirino) e che le <strong>perdite</strong> <strong>dei</strong> deflussi superficiali (per infiltrazione<br />

nel sottosuolo) non fanno che contribuire ai deflussi sotterranei che<br />

comunque raggiungono le sorgenti citate e assicurano il deflusso nel tronco<br />

vallivo dell’Aterno-Pescara a monte delle centrali.<br />

Studio Ing. A. Iorio 8


7,00<br />

6,50<br />

6,00<br />

5,50<br />

5,00<br />

4,50<br />

4,00<br />

3,50<br />

3,00<br />

2,50<br />

2,00<br />

1,50<br />

1,00<br />

0,50<br />

0,00<br />

0<br />

2<br />

4<br />

6<br />

8<br />

10<br />

12<br />

14<br />

16<br />

18<br />

20<br />

22<br />

PORTATA ALVEO MEDIO ANNO<br />

F. ATERNO L'AQUILA MOLINA<br />

CON PERDITE AL FONDO<br />

24<br />

Prog.va alveo (km)<br />

26<br />

Studio Ing. A. Iorio 9<br />

28<br />

30<br />

32<br />

34<br />

36<br />

38<br />

40<br />

42<br />

Q=Qo-<strong>perdite</strong> alveo+C*PEFF (mc/s)<br />

h idrica alveo (m) L = 6 m<br />

Prog.va <strong>perdite</strong> fondo mc/s; Ghiaia terrosa<br />

AFFLLUSSI EFFICACI (mc/s)


3,50<br />

3,00<br />

2,50<br />

2,00<br />

1,50<br />

1,00<br />

0,50<br />

0,00<br />

0,0<br />

L'AQUILA<br />

5,0<br />

10,0<br />

15,0<br />

20,0<br />

PORTATA ALVEO MEDIE ESTIVE<br />

F. ATERNO L'AQUILA MOLINA<br />

CON PERDITE AL FONDO<br />

25,0<br />

Prog.va alveo (km)<br />

30,0<br />

Studio Ing. A. Iorio 10<br />

35,0<br />

MOLINA<br />

40,0<br />

45,0<br />

Q=Qo-<strong>perdite</strong> alveo+C*PEFF (mc/s)<br />

h idrica alveo (m) L = 6 m<br />

Prog.va <strong>perdite</strong> fondo mc/s; terreno ghiaioso<br />

permeabile<br />

AFFLLUSSI EFFICACI (mc/s)


5,50<br />

5,00<br />

4,50<br />

4,00<br />

3,50<br />

3,00<br />

2,50<br />

2,00<br />

1,50<br />

1,00<br />

0,50<br />

0,00<br />

0,0<br />

2,0<br />

L'AQUILA<br />

4,0<br />

6,0<br />

8,0<br />

10,0<br />

12,0<br />

14,0<br />

16,0<br />

PORTATA ALVEO ESTIVE<br />

F. ATERNO L'AQUILA MOLINA<br />

CON PERDITE AL FONDO + immissione ARTIFICIALE<br />

18,0<br />

20,0<br />

22,0<br />

24,0<br />

Prog.va alveo (km)<br />

26,0<br />

28,0<br />

Studio Ing. A. Iorio 11<br />

30,0<br />

32,0<br />

34,0<br />

36,0<br />

38,0<br />

MOLINA<br />

40,0<br />

42,0<br />

Q=Qo-<strong>perdite</strong> alveo+C*PEFF +Q art (mc/s)<br />

h idrica alveo (m) L = 6 m<br />

Prog.va <strong>perdite</strong> fondo mc/s; terreno ghiaioso<br />

permeabile<br />

AFFLLUSSI EFFICACI (mc/s)<br />

Immissione ARTIFICIALE mc/s<br />

Prog.va Immissione ARTIFICIALE mc/s<br />

Portata naturale mc/s


Perdite in alveo del Torrente Raiale<br />

Un ulteriore esempio è dato dalla situazione <strong>dei</strong> deflussi nel torrente Raiale<br />

nel quale per un breve periodo è confluita la portata della sorgente Gran<br />

Sasso Sud e poi captata per uso potabile.<br />

Studio Ing. A. Iorio 12


MESI 8<br />

RISULTATI CALCOLO PORTATE MEDIE AUTUNNO INVERNO -- DEFLUSSO NATURALE RAIALE +SORGENTE GALLERIA SUD<br />

Q=Qo-<strong>perdite</strong><br />

alveo+C*PEFF - irrig<br />

(mc/s)<br />

Prog.va afflussi<br />

(C*PEFF)<br />

(mc/s)<br />

Prog.va<br />

<strong>perdite</strong><br />

fondo<br />

(mc/s)<br />

sez L li km<br />

quota alveo<br />

(m/1000 s.l.m.)<br />

Piazzale Gallerie Sud 0,0 0 0,958 0,500 0,0000 0,000 0<br />

Assergi 1,8 1,8 0,826 0,486 0,2759 0,290 0<br />

Assergi Paganica 5,2 3,4 0,432 0,3226 0,390 0<br />

Assergi Paganica 8,6 3,4 0,650 0,381 0,3693 0,488 0<br />

Paganica Vera 10,2 1,6 0,616 0,268 0,3693 0,601 0<br />

Vera alto 11,9 1,7 0,596 0,196 0,3693 0,673 0<br />

Vera basso 13,0 1,1 0,582 0,175 0,3693 0,694 0<br />

Prelievo<br />

prog.vo<br />

irriguo<br />

(mc/s)<br />

MESI 4<br />

RISULTATI CALCOLO PORTATE MEDIE PRIMAVERA ESTATE -- DEFLUSSO NATURALE RAIALE + SORGENTE GALLERIA SUD<br />

Q=Qo-<strong>perdite</strong><br />

alveo+C*PEFF - irrig<br />

(mc/s)<br />

Prog.va afflussi<br />

(C*PEFF)<br />

(mc/s)<br />

Prog.va<br />

<strong>perdite</strong><br />

fondo<br />

(mc/s)<br />

Prelievo<br />

prog.vo<br />

irriguo<br />

(mc/s)<br />

sez L li km<br />

quota alveo<br />

(m/1000 s.l.m.)<br />

Piazzale Gallerie Sud 0,0 0 0,958 0,500 0,000 0,000 0,000 0,00<br />

Assergi 1,8 1,8 0,826 0,363 0,152 0,289 0,000 0,00<br />

Assergi Paganica 5,2 3,4 0,246 0,178 0,382 0,050 0,50<br />

Assergi Paganica 8,6 3,4 0,650 0,134 0,203 0,469 0,100 1,00<br />

Paganica Vera 10,2 1,6 0,616 0,000 0,203 0,603 0,100 1,00<br />

Vera alto 11,9 1,7 0,596 0,000 0,203 0,603 0,100 1,00<br />

Vera basso 13,0 1,1 0,582 0,000 0,203 0,603 0,100 1,00<br />

Sup<br />

irrigata<br />

kmq<br />

Sup<br />

irrigata<br />

kmq<br />

Studio Ing. A. Iorio 13


RISULTATI CALCOLO PORTATE MEDIE ANNO -- DEFLUSSO NATURALE RAIALE + SORGENTE GALLERIA SUD<br />

Q=Qo-<strong>perdite</strong> alveo<br />

+C*PEFF - irrig<br />

(mc/s)<br />

Prog.va afflussi<br />

(C*PEFF)<br />

(mc/s)<br />

Prog.va<br />

<strong>perdite</strong><br />

fondo (mc/s)<br />

Prelievo<br />

prog.vo<br />

irriguo<br />

(mc/s)<br />

Sup irrigata<br />

(kmq)<br />

sez L li km<br />

quota alveo<br />

(m/1000 s.l.m.)<br />

Piazzale Gallerie Sud 0,0 0 0,958 0,500 0,000 0,000 0,000 0,00<br />

Assergi 1,8 1,8 0,826 0,445 0,235 0,290 0,000 0,00<br />

Assergi Paganica 5,2 3,4 0,370 0,274 0,387 0,017 0,50<br />

Assergi Paganica 8,6 3,4 0,650 0,299 0,314 0,482 0,033 1,00<br />

Paganica Vera 10,2 1,6 0,616 0,179 0,314 0,602 0,033 1,00<br />

INCREMENTO DELLE PORTATE MEDIE ANNO -- DEFLUSSO NATURALE RAIALE + SORGENTE GALLERIA SUD<br />

Q=Qo-<strong>perdite</strong> alveo<br />

+C*PEFF - irrig<br />

(mc/s)<br />

Prog.va afflussi<br />

(C*PEFF)<br />

(mc/s)<br />

Prog.va<br />

<strong>perdite</strong><br />

fondo (mc/s)<br />

Prelievo<br />

prog.vo<br />

irriguo<br />

(mc/s)<br />

sez L li km<br />

quota alveo<br />

(m/1000 s.l.m.)<br />

Piazzale Gallerie Sud 0,0 0 0,958 0,500 0,000 0,000 0,000 0,00<br />

Assergi 1,8 1,8 0,826 0,210 0,000 0,290 0,000 0,00<br />

Assergi Paganica 5,2 3,4 0,202 0,000 0,298 0,000 0,50<br />

Assergi Paganica 8,6 3,4 0,650 0,174 0,000 0,309 0,017 1,00<br />

Paganica Vera 10,2 1,6 0,616 0,127 0,000 0,356 0,017 1,00<br />

Sup irrigata<br />

(kmq)<br />

Studio Ing. A. Iorio 14


1,100<br />

1,000<br />

0,958<br />

0,900<br />

0,800<br />

0,700<br />

0,600<br />

0,500<br />

0,400<br />

0,300<br />

0,200<br />

0,100<br />

0,000<br />

0,0<br />

PORTATE MEDIATE SUI VALORI STAGIONALI MEDI<br />

DEFLUSSO NATURALE PEFF<br />

IN ALVEO CON PERDITE AL FONDO<br />

VALLE PRETARA TORRENTE RAIALE<br />

SORGENTE<br />

GALLERIA SUD<br />

1,0<br />

2,0<br />

3,0<br />

4,0<br />

5,0<br />

6,0<br />

Pro.va alveo km<br />

Studio Ing. A. Iorio 15<br />

7,0<br />

PAGANICA<br />

8,0<br />

9,0<br />

10,0<br />

CONFLUENZA F. VERA<br />

0,051<br />

11,0<br />

quota alveo<br />

(m/1000 s.l.m.)<br />

Q=Qo-<strong>perdite</strong> alveo+<br />

C*PEFF - irrig<br />

(mc/s)<br />

Prog.va afflussi<br />

(C*PEFF) (mc/s)<br />

Prog.va<br />

<strong>perdite</strong> fondo (mc/s)<br />

Prelievo prog.vo irriguo<br />

(mc/s)<br />

Sup irrigata<br />

(kmq)


1,100<br />

1,000<br />

0,958<br />

0,900<br />

0,800<br />

0,700<br />

0,600<br />

0,500<br />

0,400<br />

0,300<br />

0,200<br />

0,100<br />

0,000<br />

0,0<br />

PORTATE ANNUALI MEDIATE SUI VALORI STAGIONALI MEDI<br />

DEFLUSSO NATURALE (PEFF + GALLERIA SUD)<br />

IN ALVEO CON PERDITE AL FONDO<br />

VALLE PRETARA TORRENTE RAIALE<br />

SORGENTE<br />

GALLERIA SUD<br />

1,0<br />

2,0<br />

3,0<br />

4,0<br />

5,0<br />

6,0<br />

Prog.va alveo km<br />

Studio Ing. A. Iorio 16<br />

7,0<br />

PAGANICA<br />

8,0<br />

9,0<br />

10,0<br />

CONFLUENZA F. VERA<br />

0,179<br />

11,0<br />

quota alveo<br />

(m/1000 s.l.m.)<br />

Q=Qo-<strong>perdite</strong> alveo<br />

+C*PEFF - irrig<br />

(mc/s)<br />

Prog.va afflussi<br />

(C*PEFF) (mc/s)<br />

Prog.va<br />

<strong>perdite</strong> fondo (mc/s)<br />

Prelievo prog.vo irriguo<br />

(mc/s)<br />

Sup irrigata<br />

(kmq)


L’acqua che sgorga dalla sorgente Gran Sasso Sud, in media circa<br />

500 l/s, viene dispersa in gran parte, oltre il 80%, lungo il percorso di circa<br />

10 km fino alla confluenza nel F. Vera che a sua volta confluisce nell’Aterno<br />

nei pressi dell’abitato di Bazzano.<br />

Nel migliore <strong>dei</strong> casi la portata media che raggiunge l’Aterno è di 100<br />

l/s, pari al 20% del totale.<br />

A seguito della captazione della sorgente Gran Sasso Sud per uso<br />

potabile e la sua adduzione alla città di L’Aquila mediante acquedotto,<br />

risulta che la quantità di acqua che raggiunge il fiume Aterno è circa il 60%-<br />

70% del totale, superiore di quella che veniva addotta dal Torrente,<br />

considerando anche le <strong>perdite</strong>, all’incirca 30-40%, nelle reti di distribuzione<br />

e di raccolta.<br />

Studio Ing. A. Iorio 17


LE UTILIZZAZIONI IDRICHE NEL BACINO FLUVIALE ATERNO-<br />

PESCARA<br />

L’irrigazione<br />

<strong>Le</strong> più antiche derivazioni sul fiume Aterno sono quelle ad uso irriguo,<br />

rinvenienti da antichi usi dello Stato preunitario, unitamente a quelle di<br />

numerosi mulini.<br />

<strong>Le</strong> concessioni <strong>dei</strong> mulini sono venute a cessare con l’avvento della<br />

produzione di energia termica ed idroelettrica.<br />

<strong>Le</strong> concessioni irrigue sono state rilasciate con i criteri storici, modi ed<br />

usi, e per impianti irrigui costituiti da reti di canali prevalentemente di terra:<br />

- dotazione specifica da 1,0 a 2,0 l/sha;<br />

- uso dell’acqua per tutto l’anno solare, per assicurare<br />

l’approvvigionamento idrico anche per gli usi civili rurali, agricoli e<br />

zootecnici nonché la vivibilità <strong>dei</strong> canali.<br />

I comprensori irrigui si estendono su una superficie territoriale di<br />

circa 7.000 ettari nel bacino dell’Aterno, 10.000 ettari nei sotto<strong>bacini</strong> del<br />

Sagittario e Tirino, e circa 15.000 ettari nel bacino del Pescara.<br />

<strong>Le</strong> utilizzazioni irrigue sono in atto e sono state riorganizzate per la<br />

gran parte con nuove opere di distribuzione.<br />

I nuovi impianti irrigui hanno permesso di ridurre i consumi specifici<br />

per ettaro a valori medi di 0,5 l/sha.<br />

La durata di utilizzazione annuale è limitata alla sola stagione irrigua<br />

(sei mesi) essendo venuti meno, in gran parte, gli altri usi idrici rurali nella<br />

restante parte dell’anno.<br />

Nel bacino Aterno-Sagittario, a monte delle utilizzazioni idroelettriche<br />

del fiume Pescara, i volumi irrigui attualmente impegnati risultano inferiori<br />

di circa il 30% rispetto ai volumi annuali impegnati dalle concessioni<br />

precedenti.<br />

Considerando solo alcune concessioni sull’Aterno e sul Sagittario si è<br />

conseguito un risparmio idrico equivalente ad una portata media annuale di<br />

circa 2,1 mc/s come esposto nella tabella seguente:<br />

Studio Ing. A. Iorio 18


UTILIZZAZIONI IRRIGUE A MONTE DELLE DERIVAZIONI IDROELETTRICHE ENEL FIUME PESCARA (1°, 2°, 3°, 4° SALTO)<br />

BACINO FIUME/SOTTOBACINO DERIVAZIONE<br />

ATERNO-PESCARA ATERNO Molina Aterno<br />

IMPEGNO PORTATA<br />

CONCESSIONI ATTUALI<br />

IMPEGNO PORTATA CONCESSIONI<br />

PREVIGENTI<br />

Q<br />

(mc/s) MESI Q media anno (mc/s) Q (mc/s) MESI Q media anno (mc/s)<br />

Impianto irriguo<br />

Corfinio 2° 1,080 6 0,540 1,080 12 1,080<br />

Domanda in data R.D./D.M.<br />

ATERNO-PESCARA SAGITTARIO DERIVAZIONE CONCESSIONI ATTUALI CONCESSIONI PREVIGENTI<br />

Anversa <strong>degli</strong> Abruzzi<br />

Impianto irriguo<br />

Q<br />

(mc/s) MESI Q media anno (mc/s) Q (mc/s) MESI Q media anno (mc/s)<br />

Sagittario 1° 1,756 6 0,878 1,756 12 1,756<br />

Domanda in data R.D./D.M.<br />

ATERNO-PESCARA SAGITTARIO DERIVAZIONE CONCESSIONI ATTUALI CONCESSIONI PREVIGENTI<br />

Anversa <strong>degli</strong> Abruzzi<br />

Impianto irriguo<br />

Q<br />

(mc/s) MESI Q media anno (mc/s) Q (mc/s) MESI Q media anno (mc/s)<br />

Sagittario 2° 1,500 6 0,750 1,500 12 1,500<br />

Domanda in data R.D./D.M.<br />

IMPEGNO PORTATA IMPEGNO PORTATA CONCESSIONI<br />

ATERNO-PESCARA ATERNO- SAGITTARIO TOTALE DERIVAZIONI CONCESSIONI ATTUALI<br />

PREVIGENTI<br />

Q media anno (mc/s) Q media anno (mc/s)<br />

2,168 4,336<br />

ATERNO-PESCARA ATERNO- SAGITTARIO RISPARMIO IDRICO = IMPEGNO DI PORTATA (PREVIGENTE - ATTUALE)<br />

Q media anno (mc/s)<br />

2,168<br />

Studio Ing. A. Iorio 19


Studio Ing. A. Iorio 20


Studio Ing. A. Iorio 21


<strong>Le</strong> utilizzazioni idroelettriche<br />

<strong>Le</strong> concessioni idroelettriche sull’asta dell’Aterno e del fiume Pescara<br />

sono molto risalienti nel tempo:<br />

- MOLINA ATERNO<br />

La centrale, realizzata nel 1904, è ubicata al confine <strong>dei</strong> Comuni di<br />

Castelvecchio Subequo e Raiano.<br />

- 1° SALTO PESCARA - BUSSI-TOCCO DA CASAURIA<br />

L'impianto di Pescara I salto (PE) è localizzato nel territorio comunale<br />

di Tocco da Casauria. La sua opera di presa e successivamente la<br />

centrale sono agevolmente visibili sulla sinistra della Tiburtina Valeria,<br />

all'altezza di Bussi Officine. La centrale, realizzata nel 1907 dalla<br />

Società Italiana Elettrochimica (che aveva i suoi stabilimenti a Bussi),<br />

fu acquistata dalla SME che aveva realizzato nel 1912 la linea di<br />

trasporto dell'energia elettrica Pescara-Napoli. La centrale attuale,<br />

completamente distrutta nel secondo conflitto mondiale, è stata<br />

ricostruita nel dopoguerra utilizzando il modello originario.<br />

- 2° SALTO - BOLOGNANO<br />

L'impianto, localizzato nel territorio comunale di Bolognano (PE), in<br />

località Piano d'Orta, era in passato chiamato Pescara II salto. La<br />

centrale fu realizzata nel 1912 dalla Società Italiana di Elettrochimica<br />

su progetto dell'ingegnere Ulisse del Buono. Successivamente la<br />

centrale fu acquisita dalla SME. L'impianto utilizza le acque del<br />

Pescara captate in corrispondenza dello scarico della Centrale I salto<br />

mediante una derivazione, in parte a cielo aperto, di notevole<br />

interesse costruttivo. Dalla vasca di carico (conservata nella soluzione<br />

originale) si staccano 5 condotte forzate per alimentare, con un salto<br />

di circa 74 metri, la sottostante sala macchine. La centrale originaria,<br />

con un involucro caratterizzato da sobri riferimenti ad un classicismo<br />

semplificato, è stata completamente distrutta nel periodo bellico e<br />

ricostruita in forme razionaliste nel 1946.<br />

Studio Ing. A. Iorio 22


- 3° SALTO - ALANNO<br />

L'impianto è localizzato nel territorio comunale di Alanno (PE).<br />

L'elemento di maggiore interesse del sistema è la diga di<br />

sbarramento sul Pescara, ben visibile (procedendo verso la costa)<br />

sulla sinistra dell'autostrada e della Tiburtina a meno di 2 chilometri<br />

da Scafa. La diga in terra, per un volume di invaso di circa 1 x 10^6<br />

mc, con una struttura in cemento armato per il sostegno delle<br />

paratoie, fu realizzata tra il 1928 e il 1931. Dal bacino, una<br />

derivazione in parte a cielo aperto trasporta le acque ad una vasca di<br />

carico soprastante la centrale. Quest'ultima distrutta nel Secondo<br />

conflitto mondiale fu ricostruita e riattivata nel 1947.<br />

- 4° SALTO - TRIANO<br />

L'impianto, realizzato tra il 1938 e il 1942, è localizzato nel territorio<br />

comunale di Chieti. L'impianto è alimentato da una derivazione che<br />

ha la sua opera di presa presso lo sbarramento del 3° salto a valle di<br />

Alanno Scalo dalla quale inizia un canale in galleria fino alla vasca di<br />

carico in località Triano. La restituzione della centrale nel Pescara è<br />

ubicata a circa 3 km a monte della stazione idrometrografica di<br />

S.Teresa di Spoltore. La centrale, gravemente danneggiata nel<br />

periodo bellico, fu riattivata nel 1947.<br />

Aterno-Pescara<br />

Prog.va Asta<br />

fluviale km<br />

Altitudine<br />

m s.l.m<br />

Passo Capannelle 0,0 1240<br />

Capitignano 10,0 900<br />

Aterno Treponti 25,0 760<br />

Aterno L'Aquila 43,0 616<br />

CAMPANA 56,0 560<br />

Aterno Molina 82,0 435<br />

S.Venanzio 87,0 250<br />

Aterno-Sagittario<br />

Alloggiamento 98,0 242<br />

Pescara Maraone 100,0 240<br />

Studio Ing. A. Iorio 23


Pescara conf Tirino 105,0 237<br />

Pescara 1° salto 109,0 209<br />

Pescara 2° salto 116,6 93<br />

Pescara 3° salto 124,1 48<br />

Pescara 4° salto 141,6 7<br />

Pescara S. Teresa 144,1 4,5<br />

Pescara Foce 153,0 0<br />

<strong>Le</strong> opere di derivazione delle concessioni idroelettriche sono state<br />

spesso adattate per salvaguardare le preesistenti opere di derivazione<br />

irrigue e le concessioni prevedono obblighi per la salvaguardia <strong>degli</strong> usi<br />

irrigui in atto o futuri (alla data della concessione originaria):<br />

- MOLINA ATERNO, opera di restituzione a monte della derivazione<br />

irrigua di 1,080 mc/s del canale Corfinio 2° (canale in galleria di epoca<br />

romana della lunghezza di circa 5 km);<br />

- 3° SALTO, obbligo di derivazione di 3,5 mc/s ad uso irriguo a favore<br />

<strong>dei</strong> territori in sinistra del Pescara – ex Consorzio Bonifica Vestina -;<br />

- 4° SALTO, obbligo di vettoriamento di 3,5 mc/s nel canale adduttore<br />

MOLINA<br />

della centrale per gli usi irrigui in destra Pescara.<br />

DATI DI CONCESSIONE DERIVAZIONI IDROELETTRICHE<br />

Superficie<br />

bacino<br />

tributario<br />

kmq<br />

portata<br />

mc/s<br />

salto<br />

m<br />

potenza<br />

nominale<br />

media<br />

Studio Ing. A. Iorio 24<br />

kW<br />

Decreti<br />

concessione<br />

ATERNO 1.303 4,100 14,40 579 D.R. 1936 e D.M. 1948<br />

1° SALTO 2.400 41,200 27,65 11.306 D.R. 1940 e D.M. 1959<br />

2° SALTO in<br />

serie al 1° 2.400 41,200 75,90 30.657<br />

D.P.R. 1951e D.M.<br />

1955


3° SALTO in<br />

serie al 2° 2.609 45,000 48,41 19.794 D.M. 1938<br />

4° SALTO in<br />

serie al 3° 2.609 46,700 48,12 19.675 D.M. 1942<br />

Studio Ing. A. Iorio 25


135<br />

130<br />

125<br />

120<br />

115<br />

110<br />

105<br />

100<br />

95<br />

90<br />

85<br />

80<br />

75<br />

70<br />

65<br />

60<br />

55<br />

50<br />

45<br />

40<br />

35<br />

30<br />

25<br />

20<br />

15<br />

10<br />

5<br />

0<br />

TREPONTI<br />

Stazioni idrometrografiche e centrali<br />

ATERNO-PESCARA<br />

L'AQUILA<br />

5,31<br />

3,86<br />

13,03<br />

42,31<br />

Studio Ing. A. Iorio 26<br />

5,62<br />

31,57<br />

0<br />

5<br />

10<br />

15<br />

20<br />

25<br />

30<br />

35<br />

40<br />

45<br />

50<br />

55<br />

60<br />

65<br />

70<br />

75<br />

80<br />

85<br />

90<br />

95<br />

100<br />

105<br />

110<br />

115<br />

120<br />

125<br />

130<br />

135<br />

140<br />

145<br />

150<br />

155<br />

160<br />

MOLINA ATERNO<br />

Prog.va fluviale km<br />

SUP BACINO kmqx100 PORTATA MEDIA mc/s Altitudine m x 10<br />

ALLOGGIAMENTO<br />

MARAONE<br />

1° SALTO<br />

1° SALTO<br />

PRESA SERIE<br />

QUATTRO SALTI PESCARA<br />

BUSSI<br />

2°SALTO<br />

3° SALTO<br />

4° SALTO<br />

S.TERESA<br />

53,31


Studio Ing. A. Iorio 27


Studio Ing. A. Iorio 28


<strong>Le</strong> utilizzazioni potabili<br />

Sino agli anni 1960 risultavano in atto modeste derivazioni ad uso<br />

potabile, per lo più dislocate in zone ad altitudine elevate, che attingevano a<br />

sorgenti molto lontane dai corsi d’acqua.<br />

La zona del bacino imbrifero dell’Aterno è povera di sorgenti<br />

specialmente ad altitudine superiore ai 700 metri.<br />

Tale situazione aveva costretto alla realizzazione di onerosi sistemi di<br />

adduzione con prelievo di risorse <strong>idriche</strong> fuori del bacino imbrifero:<br />

- il primo è quello del Chiarino che deriva dal bacino del Vomano;<br />

- il secondo è quello della Ferriera che deriva dal bacino del Fucino-<br />

Liri;<br />

- il terzo è quello dell’ex Consorzio del Circondario di Cittaducale che<br />

deriva dal bacino del Velino (Tevere).<br />

Detti sistemi acquedottistici assicuravano la disponibilità di acqua<br />

potabile al minimo indispensabile ma in misura nemmeno sufficiente per<br />

l’epoca.<br />

La quantità media complessiva annuale dell’apporto esterno al bacino<br />

risultava di circa 300 l/s.<br />

Studio Ing. A. Iorio 29


EX CIT<br />

FERRIERA PULCIARA<br />

CHIARINO<br />

APPORTI IDRICI ARTIFICIALI<br />

DA BACINI ESTERNI<br />

Studio Ing. A. Iorio 30


<strong>Le</strong> utilizzazioni industriali<br />

<strong>Le</strong> utilizzazioni industriali riguardano essenzialmente prelievi da<br />

subalvea frazionate in numerosi prelievi di modesta entità.<br />

La caratteristica di detti prelievi, per quanto qui interessa, è la<br />

restituzione totale in alveo delle portate prelevate e di non modificare il<br />

bilancio delle risorse <strong>idriche</strong> superficiali+sotterranee.<br />

Studio Ing. A. Iorio 31


CONCLUSIONI<br />

La possibilità di effettuare prelievi idrici da un corso d’acqua è<br />

condizionata dalla quantità di acqua disponibile e dal rapporto con lo stato<br />

ambientale quo ante e dalle modifiche indotte dai prelievi.<br />

Lo studio della situazione quo ante è spesso caratterizzata da<br />

riferimenti a condizioni naturali ottimistiche rispetto alle condizioni reali: si<br />

immagina che il fiume allo stato naturale possa sempre trovarsi nelle<br />

condizioni ottimali e come tali da preservare.<br />

La realtà è molto variegata e spesso offre delle sorprese inattese.<br />

Alcuni impostazioni naturalistiche spingono a definire minimi deflussi<br />

vitali che non corrispondono alle quantità di deflusso minimo registrate negli<br />

<strong>alvei</strong> cosicché ci si costringe ad impegnare anche le pur limitate risorse<br />

disponibili per lasciarle defluire a valle.<br />

Gli usi millenari delle risorse <strong>idriche</strong> si sono armonizzati con i caratteri<br />

e gli insediamenti propri di ciascuna parte <strong>dei</strong> <strong>bacini</strong> <strong>imbriferi</strong> e risulta assai<br />

problematico cercare di ritornare ad un equilibrio preistorico, non<br />

raggiungibile anche perché non definibile, a meno di mere astrazioni che<br />

portano ad incidere pesantemente sulle attività antropiche attuali.<br />

L’evoluzione delle modalità di captazione, trasporto e distribuzione<br />

delle acque hanno consentito di ridurre fortemente i prelievi idrici,<br />

specialmente per quelli più antichi come quelli irrigui, permettendo grandi<br />

risparmio di acque fluenti con benefici effetti sui deflussi nei periodi<br />

stagionali di minore disponibilità.<br />

<strong>Le</strong> reti di acquedotto potabile che impegnano le risorse <strong>idriche</strong> più<br />

pregiate di sorgente o di falda presentano anche esse elevati progressi per<br />

la riduzione delle <strong>perdite</strong> e quindi per il minore impegno delle stesse.<br />

Il settore potabile tuttavia incide in misura molto ridotta nell’equilibrio<br />

idrologico del bacino imbrifero in quanto di quantità ridotta rispetto alle<br />

acque fluenti e comunque perché restituisce direttamente ai corsi d’acqua<br />

gran parte, circa il 70%, delle acque derivate.<br />

Studio Ing. A. Iorio 32


I prelievi da falda per qualsiasi uso modificano le condizioni locali<br />

della falda e quindi il suo equilibrio tuttavia, a livello di bacino imbrifero,<br />

incidono relativamente trattandosi di utilizzazioni che restituiscono gran<br />

parte delle acque utilizzate.<br />

Resta salvo il principio di tutela qualitativa delle acque e quindi la<br />

necessità di limitarne i prelievi secondo il tipo di utilizzazione e fonte e di<br />

restituire le acque usate a livello di qualità compatibile.<br />

Studio Ing. A. Iorio 33


APPENDICE<br />

Caratteri idrologici del bacino imbrifero<br />

Fiume Aterno<br />

Il Fiume Aterno ha origine dal versante occidentale del Gran Sasso e<br />

scorre in provincia dell’Aquila; il suo bacino idrografico si estende per 1.342<br />

Kmq.<br />

Lungo il suo corso si trovano tre stazioni idrometriche, i cui elementi<br />

caratteristici sono riassunti nella Tab. 1.<br />

Tab. 1 – Caratteristiche idrologiche dell’Aterno a Treponti,<br />

Stazione<br />

idrometric (m.s.m.) sotteso<br />

a<br />

Quota<br />

Bacino<br />

(Kmq)<br />

L’Aquila e Molina<br />

Periodo<br />

di osser-<br />

vazione<br />

Portata<br />

media<br />

annua<br />

(mc/s)<br />

Portata di massima<br />

piena<br />

mc/s data<br />

Treponti 760 114 1937-69 1,13 57 19/9/52<br />

L’Aquila 640 531 1951-69 4,25 221 24/12/59<br />

Molina 435 1.303 1925-69 5,81 143 16/12/57<br />

(Ministero LL.PP. – Servizio Idrografico Pescara 1970)<br />

Studio Ing. A. Iorio 34


Studio Ing. A. Iorio 35


Studio Ing. A. Iorio 36


Gli interventi di sistemazione idraulica lungo il corso dell’Aterno sono<br />

costituiti da difesa di sponda continue e isolate. Numerosi tributari minori<br />

sono interessati da briglie isolate e in serie. L’opera di rimboschimento è<br />

stata attuata su entrambi i versanti del bacino, su aree più estese nel primo<br />

settore montano e nella zona centrale. I comuni interessati sono:<br />

Montereale, Cagnano Amiterno, Barete, Pizzoli, L’Aquila, Barisciano, Poggio<br />

Licenze, Ocre, Fossa, S. Eusanio Forconese, Balascio, Acciano, Navelli,<br />

Castelvecchio Calvisio, S. Pio delle Camere, Castelvecchio Subequo, Molina<br />

Aterno, Fontecchio, Tione <strong>degli</strong> Abruzzi, Goriano Sicoli, Raiano, Vittorito,<br />

Caporciano, Secinaro.<br />

Gli affluenti maggiori dell’Aterno interessati da interventi di<br />

sistemazione sono il Ruara, il Raio e il Fossa (di destra), il Mozzano, il<br />

Studio Ing. A. Iorio 37


Barete, l’Indice e il Ferone (di sinistra), tutti situati nelle province dell’Aquila<br />

e Pescara.<br />

Il fosso di Ruara, che ha confluenza presso Marana, e interessato da<br />

piccole aree di rimboschimento sulla sinistra del medio e basso corso di due<br />

affluenti di sinistra.<br />

Il Torrente Raio, con confluenza presso L’Aquila, presenta piccole aree<br />

di rimboschimento su entrambi i versanti del medio e basso bacino, nei<br />

comuni di Tornimparte, L’Aquila e Scoppito.<br />

Il fosso di Fossa, anch’esso con confluenza presso L’Aquila, è<br />

interessato da difese di sponda lungo il suo corso nei pressi di S. Eusanio<br />

Forconese, Fossa e L’Aquila e da piccoli rimboschimenti su entrambi i<br />

versanti dell’alto bacino in comune di Fossa.<br />

Nel bacino del Torrente Mozzano, che confluisce a sinistra nell’Aterno<br />

presso Montereale, vi sono briglie in serie nell’alto corso e lungo tre<br />

affluenti; gli interventi forestali sono concentrati nell’alto e medio bacino,<br />

nei comuni di Pizzoli, L’Aquila, Capitignano, Montereale.<br />

Nel Torrente Barete si hanno briglie isolate e in serie e piccole aree di<br />

rimboschimenti nell’alto e medio bacino in comune di Barete.<br />

Nei <strong>bacini</strong> <strong>dei</strong> fossi dell’Indice e del Ferone vi sono briglie nel medio<br />

corso di alcuni affluenti e piccole aree rimboschite nei comuni di Pizzoli e di<br />

L’Aquila.<br />

Fiume Sagittario<br />

Il Fiume Sagittario scorre fra l’Appennino abruzzese e il massiccio<br />

della Maiella; il bacino idrografico ha una superficie complessiva di 619<br />

Kmq.<br />

Lungo il suo corso si trovano due stazioni idrometriche, le cui<br />

caratteristiche sono riassunte nella Tab. 2.<br />

Studio Ing. A. Iorio 38


Tab. 2 – Caratteristiche idrologiche del Sagittario a Villalago e<br />

Capo Canale<br />

Stazione<br />

Bacino<br />

Quota<br />

idrometric sotteso<br />

(m.s.m.)<br />

a<br />

(Kmq)<br />

Periodo<br />

di osser-<br />

vazione<br />

Portata<br />

media<br />

annua<br />

(mc/s)<br />

Portata di<br />

massima piena<br />

mc/s data<br />

Villalago 808 108 1932-69 1,44 6,8 12/01/63<br />

Capo<br />

Canale<br />

269 599 1927-69 7,04 58,0 29/06/40<br />

(Ministero LL.PP. – Servizio Idrografico Pescara 1970)<br />

Studio Ing. A. Iorio 39


Sul Sagittario è stato realizzato il lago artificiale di S. Domenico al<br />

Sagittario (1,30 x 10 6 mc).<br />

Gli interventi di sistemazione che interessano direttamente il fiume<br />

comprendono difese di sponda continue nel corso inferiore nei pressi di<br />

Pratola Peligna, Roccacasale, Corfinio e Popoli, briglie isolate distribuite<br />

lungo affluenti minori di destra nei pressi di Sulmona e di Roccacasale;<br />

rimboschimenti su numerose piccole aree nei comuni di Scanno, Villalago,<br />

Bugnara, Goriano Sicoli, Prezza, Sulmona, Pratola Peligna, Roccacasale e<br />

Corfinio.<br />

In comune di Scanno, sulle pendici in destra dell’alto bacino, vi è<br />

un’opera di drenaggio.<br />

Gli interventi attuati nel Fiume Gizio, affluente di destra del<br />

Sagittario, sono costituiti da isolate difese di sponda nel basso corso nei<br />

pressi di Sulmona, da briglie isolate lungo il corso di alcuni suoi affluenti nei<br />

pressi di Rocca Pia, Pettorano sul Gizio, Introdacqua e Pacentro e da piccoli<br />

rimboschimenti nel territorio <strong>dei</strong> suddetti comuni e in quelli di Cansano e<br />

Campo di Giove.<br />

Il rio di Pezzana, affluente di sinistra del Sagittario, è interessato<br />

soltanto da piccole aree di rimboschimento nell’alto e medio bacino, nei<br />

comuni di Cocullo e Anversa <strong>degli</strong> Abruzzi.<br />

Studio Ing. A. Iorio 40


Fiume Pescara<br />

Esso ha origine dalla confluenza, presso Popoli, <strong>dei</strong> fiumi Aterno e<br />

Sagittario e sfocia in mare a Pescara. I due tributari presentano ampi <strong>bacini</strong><br />

di forma aperta, il primo orientato da nord-ovest a sud-est, il secondo da<br />

sud a nord.<br />

di 53 mc/s.<br />

Il bacino idrografico alla foce risulta di 3.169 Kmq con portata media<br />

Studio Ing. A. Iorio 41


Portata Q mc/s<br />

55,00<br />

50,00<br />

45,00<br />

40,00<br />

35,00<br />

30,00<br />

25,00<br />

20,00<br />

15,00<br />

10,00<br />

5,00<br />

0,00<br />

Pescara Bussi<br />

Mediamese<br />

Fiume Aterno-Sagittario-Pescara-Tirino<br />

a Bussi 1948 - 1986<br />

g f m a m g l a s o n d<br />

48,87 50,51 51,73 49,93 44,89 40,36 37,66 37,97 40,83 43,78 47,09 49,96<br />

Mediamingg 44,67 44,98 44,11 45,24 40,40 37,24 36,22 36,41 37,69 41,16 43,29 44,24<br />

Min mese 31,16 33,17 30,63 32,12 29,93 30,64 28,66 28,92 30,31 33,24 35,67 37,77<br />

Min gior 29,40 28,56 29,12 28,84 27,10 27,10 27,70 27,40 29,12 29,96 34,32 34,40<br />

Studio Ing. A. Iorio 42


Il fiume riceve nei pressi di Bussi il cospicuo contributo del fiume<br />

Tirino e quindi attraversa la cordigliera del Gran Sasso-Morrone-Maiella<br />

nella gola di Tre Monti e scende nella valle omonima sino al mare.<br />

Il bacino imbrifero tributario, nella sezione di Bussi, ha una superficie<br />

di 2339 kmq con portate medie di circa 42 mc/s.<br />

Studio Ing. A. Iorio 43


Portata equivalente mc/<br />

SupTOT<br />

kmq *100<br />

AFF TOT<br />

mc/s<br />

ETR<br />

mc/s<br />

PEFF<br />

mc/s<br />

97,94<br />

90,95<br />

83,95<br />

76,95<br />

69,96<br />

62,96<br />

55,97<br />

48,97<br />

41,97<br />

34,98<br />

27,98<br />

20,99<br />

13,99<br />

7,00<br />

0,00<br />

-7,00<br />

-13,99<br />

-20,99<br />

-27,98<br />

-34,98<br />

DT deflusso superficiale<br />

mc/s<br />

Perdite (-) Apporti (+)<br />

del bacino mc/s<br />

Aterno alla<br />

confluenza<br />

Sagittario<br />

Sagittario Aterno-Sagittario<br />

DEFLUSSI NELLE SEZIONI DEL<br />

FIUME ATERNO PESCARA TIRINO<br />

- MEDIO ANNO -<br />

Aterno-Pescara<br />

a Maraone<br />

13,03 5,99 19,61 20,03 3,36 22,82 23,39 31,57<br />

38,22 17,61 56,15 57,35 7,63 63,44 64,98 89,40<br />

12,32 5,63 18,65 19,17 2,58 21,12 21,74 31,11<br />

25,90 11,98 37,50 38,19 5,05 42,32 43,24 58,28<br />

5,62 10,39 15,42 27,31 15,00 19,42 42,31 53,31<br />

-20,28 -1,59 -22,08 -10,88 9,95 -22,90 -0,93 -4,97<br />

Studio Ing. A. Iorio 44<br />

Tirino<br />

Aterno-Pescara-<br />

Tirino<br />

Provincia L'Aquila<br />

Confluenza Tirino<br />

Pescara<br />

(alla foce)


Si rileva la discordanza fra il limite amministrativo della Provincia ed il<br />

limite del bacino imbrifero dell'Aterno-Sagittario-Tirino. Il limite<br />

amministrativo della Provincia di L'Aquila risulta arretrato rispetto al limite<br />

del bacino imbrifero Aterno-Sagittario-Tirino per una superficie di circa 40<br />

kmq (su un totale di 2003) accorpata alla Provincia di Pescara e nella quale<br />

emergono le maggiori sorgenti del bacino e della Regione per un apporto<br />

complessivo di circa 30 mc/s.<br />

Nel bacino del Fiume Tirino, che confluisce nel Pescara poco a nord di<br />

Popoli, si hanno piccole aree di rimboschimento sulle pendici in sinistra<br />

dell’alto e medio bacino nei comuni di Capestrano, Collepietro, Bussi sul<br />

Tirino e S. Benedetto in Perillis ed una più vasta nella zona di valle in<br />

sinistra idrografica in comune di Bussi sul Tirino; briglie isolate e in serie si<br />

trovano lungo il corso di alcuni tributari nei pressi di Capestrano e Bussi sul<br />

Tirino.<br />

Studio Ing. A. Iorio 45


Il bacino dell'Aterno-Pescara alla foce nell'Adriatico ha superficie<br />

totale di 3157 kmq e portate medie annuali di 53 mc/s (medio minime 35<br />

mc/s).<br />

CENNI SULL'IDROGEOLOGIA<br />

La Regione Abruzzo presenta notevoli differenze litologiche tra<br />

formazioni coeve depostesi in diverse condizioni paleogeografiche; perciò è<br />

opportuno distinguere le varie unità litostratigrafiche con caratteri<br />

idrogeologici differenti (fig. 2; cfr. anche fig. 1).<br />

La successione di piattaforma carbonatica subsidente, depostasi du-<br />

rante il Mesozoico, ha uno spessore medio di oltre 3000 m. Sebbene l'intero<br />

pacco di sedimenti presenti caratteri nel complesso omogenei, giocano un<br />

Studio Ing. A. Iorio 46


uolo idrogeologico determinante le variazioni sedimentologiche ed i<br />

processi diagenetici che hanno provocato marcate differenziazioni<br />

litologiche. Al livello del Triassico sup. - Lias inf. si ha uno spessore potente<br />

di dolomie, per lo più primarie, di cui non è nota la base; esse affiorano solo<br />

in pochi punti, ma la loro presenza, a causa della scarsa permeabilità che le<br />

caratterizza (MANFREDINI, 1964; BONI, 1973), ha una particolare<br />

importanza a livello idrogeologico. I sedimenti giurassici e cretacici sono<br />

formati da sequenze calcaree e dolomitiche che dominano alla base e<br />

sfumano gradualmente verso l'alto fino a scomparire al livello del Cretacico<br />

superiore, ove sono molto diffuse le facies calcareo organogene; questo<br />

pacco di terreni, sufficientemente omogeneo, mostra una notevole<br />

permeabilità secondaria dovuta alla fessurazione prodottasi in seguito ai<br />

movimenti tettonici che hanno interessato le masse carbonatiche durante<br />

l'orogenesi appenninica.<br />

Studio Ing. A. Iorio 47


Nelle dolomie saccaroidi secondarie, invece, la permeabilità è relativamente<br />

più bassa, anche causa della minore solubilità. I terreni della piattaforma<br />

sono ottimi acquiferi che alimentano sorgenti con portate di magra di<br />

notevole entità.<br />

La successione mesozoica di transizione è caratterizzata da sedimenti<br />

depostisi lungo la fascia che divideva la piattaforma carbonatica<br />

dall'ambiente pelagico; la loro posizione ed ampiezza ha subito notevoli<br />

variazioni nel tempo. Localmente tali sedimenti poggiano trasgressivi sulla<br />

Studio Ing. A. Iorio 48


piattaforma stessa, dopo che questa è stata interessata da periodi di<br />

emersione e successive variazioni di ambiente.<br />

La facies è caratterizzata dall'alternanza di formazioni prevalentemente<br />

calcaree, localmente dolomitizzate, con altre ad elevata componente<br />

psammitico-pelitica, poste a differenti livelli della successione; questa, in<br />

genere, evolve a partire da una potente formazione basale dolomitico-<br />

evaporitica.<br />

Lo spessore della successione è valutato in 1500 m. La permeabilità<br />

nelle formazioni calcaree fessurate è assai elevata, mentre è molto ridotta<br />

negli orizzonti terrigeni intercalati. Infatti, la presenza delle intercalazioni<br />

marnose ed argillose tende ovviamente ad ostacolare il movimento delle<br />

acque ed inoltre conferisce alla massa una plasticità di insieme che ha<br />

limitato lo sviluppo della fratturazione <strong>degli</strong> strati calcarei sottoposti a<br />

tensioni orogeniche.<br />

I sedimenti di transizione hanno quindi, in massa, una permeabilità<br />

mediamente inferiore a quella <strong>dei</strong> depositi di piattaforma ed una minore<br />

capacità di infiltrazione delle acque meteoriche; essi rappresentano tuttavia<br />

<strong>dei</strong> buoni acquiferi che alimentano sorgenti a grande portata.<br />

I sedimenti sinorogenici e tardo-orogenici di differente età e natura<br />

sono rappresentati da diversi tipi di flysch e dalle coltri alloctone che si sono<br />

deposte o sono state messe in posto durante l'orogenesi.<br />

Tutti questi sedimenti sono caratterizzati da una elevata componente<br />

pelitica che li rende praticamente impermeabili rispetto alle masse<br />

carbonatiche con cui vengono in contatto.<br />

Questi depositi colmano le depressioni che separano gli attuali rilievi,<br />

circondano le strutture carbonatiche isolando-ne gli acquiferi e costituiscono<br />

le soglie dalle quali traggono origine numerose grandi sorgenti; si tratta per<br />

lo più di sorgenti di trabocco.<br />

I sedimenti post-orogenici comprendono i detriti di falda, i coni, le<br />

alluvioni fluvio-lacustri, le argille e le sabbie marine. I terreni hanno una<br />

permeabilità molto variabile in funzione della litologia, della granulometria e<br />

della cementazione; hanno in generale spessori relativamente modesti e<br />

non influenzano sostanzialmente la circolazione profonda delle acque nelle<br />

Studio Ing. A. Iorio 49


strutture carbonatiche.<br />

Fanno comunque eccezione i grandi spessori di sedimenti fluvio-<br />

lacustri a bassa permeabilità (depostisi nelle principali depressioni<br />

tettoniche dell'Aquila e di Sulmona), che hanno funzione di soglia per gli<br />

acquiferi carbonatici.<br />

Un fattore determinante, che ha condizionato il quadro idrogeologico<br />

regionale (fig. 3), va ricercato nell'evoluzione dell'assetto strutturale che le<br />

differenti unità tettoniche hanno subito durante le diverse fasi orogeniche.<br />

Ci si riferisce in particolare ai rapporti di giacitura che le masse<br />

carbonatiche permeabili hanno gradualmente assunto nei confronti <strong>dei</strong><br />

sedimenti terrigeni sin-Orogenici impermeabili I flysch e le coltri alloctone,<br />

plastiche ed impermeabili, sono andate a colmare le depressioni ed i solchi<br />

che si formavano, o preesistevano, all'interno delle aree già costituenti la<br />

piattaforma ed alla sua periferia; in tale posizione sono rimasti implicati<br />

durante le fasi tettoniche successive alla loro deposizione.<br />

Troviamo oggi, di conseguenza, la piattaforma carbonatica smembrata<br />

in grandi settori; ciascuno costituisce una dorsale circondata, quasi ovunque<br />

con perfetta continuità, da solchi più o meno marcati colmi di sedimenti<br />

impermeabili. In tali condizioni ogni unità strutturale si comporta come una<br />

struttura idraulicamente isolata. Il margine occidentale della piattaforma<br />

viene a contatto con la successione di transizione attraverso una «linea»<br />

tettonica di importanza regionale, cioè la «linea» Posta-Olevano.<br />

Poiché le strutture carbonatiche sono saturate alla base da grandi falde<br />

<strong>idriche</strong>, esse alimentano le più grandi sorgenti. <strong>Le</strong> maggiori venute a giorno<br />

delle acque circolanti sono di regola ubicate alla periferia, ovviamente nei<br />

punti posti a quota relativa più bassa del contatto fra rocce carbonatiche e<br />

rocce a forte componente argillosa (flysch s.1. e complessi caotici).<br />

Notevole influenza sulle portate e sul loro regime hanno gli afflussi<br />

meteorici che, nella regione considerata, raggiungono frequentemente valori<br />

abbastanza elevati rispetto alla media di tutto il territorio nazionale (970<br />

mm).<br />

Gran parte delle sorgenti presenti in Abruzzo sono da tempo utilizzate<br />

per uso locale e per l'approvvigionamento idrico <strong>dei</strong> grossi centri abitati e<br />

Studio Ing. A. Iorio 50


delle aree industriali, mentre altre non sono ancora sfruttate.<br />

La distribuzione delle rocce in funzione della permeabilità è<br />

schematicamente illustrata in fig. 2. <strong>Le</strong> principali strutture idrogeologiche<br />

riconosciute sono quelle del Velino-Marsica-Meta e quelle nord-orientali.<br />

Struttura del Velino-Marsica-Meta<br />

E’ possibile isolare la grande struttura idrogeologica che da M. Nuria-M.<br />

Giano (presso le sorgenti del Peschiera, alta valle del Velino) si estende<br />

verso SE al gruppo del Velino e prosegue, oltre il Fucino, nel settore della<br />

Studio Ing. A. Iorio 51


Marsica a SO del F. Sangro, per chiudersi, a sud, nei Monti della Meta con le<br />

sorgenti di Capovolturno.<br />

Se si segue l'andamento <strong>degli</strong> affioramenti di flysch (e se ne considera<br />

la possibile continuità sotto le coperture recenti e gli accavallamenti<br />

tettonici), l'unità risulta circondata da una fascia impermeabile,<br />

probabilmente continua, che la isola dalle strutture vicine. Se ne può<br />

seguire l'andamento a partire da sud, lungo la Val Roveto, fino alle<br />

propaggini settentrionali <strong>dei</strong> Monti Carseolani; più a nord lungo la «linea»<br />

Posta-Olevano; ad est lungo l'alta valle dell'Aterno fino alla Conca<br />

dell'Aquila; da qui verso sud, in corrispondenza della piega-faglia che corre<br />

dall'Aquila al Fucino lungo l'altopiano delle Rocche, tra il Velino ed il Sirente;<br />

oltre il Fucino, lungo la valle del Sangro e quindi più a sud, fino a<br />

Capovolturno. La struttura idrogeologica così definita può essere ricondotta<br />

ad un sistema suddiviso in tre settori da due importanti motivi strutturali e<br />

paleogeografici posti all'altezza del Fucino e <strong>dei</strong> Monti della Meta.<br />

La grande depressione del Fucino è circondata, al suo interno, da<br />

sedimenti in facies di transizione; a livello idrogeologico si può ritenere che<br />

quest'area interna della piattaforma, dove sedimenti terrigeni sono<br />

intercalati a depositi calcarei, segni almeno una discontinuità litologica che<br />

ha la funzione di spartiacque fra il gruppo del Velino e quello della Marsica<br />

occidentale; a quest'ultima si lega la dorsale <strong>dei</strong> Carseolani, che non subisce<br />

l'influenza del Fucino.<br />

Il settore settentrionale (gruppo del Velino), chiuso a sud dal Fucino,<br />

alimenta le grandi sorgenti del Peschiera e di Canetra; il settore meridionale<br />

drena, in direzione opposta, verso le sorgenti del Fibreno, presso Sora.<br />

In corrispondenza <strong>dei</strong> Monti della Meta, un alto strutturale solleva il<br />

basamento dolomitico, che viene così a chiudere verso sud il bacino del<br />

Fibreno. Sulle dolomie liassiche del rilievo poggiano in trasgressione<br />

lacunose successioni di transizione; il settore della Meta risulta pertanto<br />

idrogeologicamente isolato dalla Marsica occidentale e drena a sud verso le<br />

sorgenti di Capovolturno (portata media 6000 l/s, portata minima 3000 l/s).<br />

Studio Ing. A. Iorio 52


Strutture abruzzesi nord-orientali<br />

Una precisa suddivisione <strong>dei</strong> rilievi abruzzesi nord-orientali in<br />

strutture minori diviene sempre più difficile procedendo verso NE. Questo<br />

settore dell'Appennino mostra infatti marcate variazioni litologiche, dovute<br />

ad eteropie di facies poste a differenti livelli della successione stratigrafica.<br />

Siamo ai margini della piattaforma carbonatica dove, in spazi limitati, si<br />

passa ad ambienti di soglia e di transizione esterna, con decise variazioni<br />

litologiche: si perde di conseguenza anche l'omogeneità di comportamento<br />

idrogeologico.<br />

Allo stato attuale delle conoscenze il fattore che sembra dominare è<br />

la morfologia. <strong>Le</strong> grandi depressioni della piana dell'Aquila e soprattutto di<br />

Sulmona-valle del Tirino, ricchissime di grandi sorgenti, determinando forti<br />

dislivelli nei confronti <strong>dei</strong> rilievi che le circondano, sembrano agire da<br />

elementi centripeti e richiamare il drenaggio delle grandi e complesse<br />

strutture del Gran Sasso, Sirente e Morrone. Nettamente isolato da una<br />

continua fascia di flysch risulta invece il gruppo della Montagna Grande,<br />

drenato alle sorgenti di Cauto. Ancor più chiaramente chiusa a scambi con<br />

le strutture vicine è la Maiella, che alimenta alcune sorgenti poste alla sua<br />

periferia lungo il contatto con le marne ad occidente (Unità 13), con il flysch<br />

(Unità 20) ed il Complesso caotico (Unità 23) ad oriente.<br />

Sono stati effettuati numerosi sondaggi in tutta l'area adriatica<br />

dell'Abruzzo, ma generalmente, salvo qualche limitata concentrazione di<br />

sottili livelli d'acqua dolce contenuti per lo più in terreni pleistocenici<br />

(sabbie, ciottoli e ghiaie), fino a 500 m di profondità non si è riscontrata la<br />

presenza di una estesa falda acquifera. L'unico pozzo che ha fornito la<br />

testimonianza di fluidi in strato è il pozzo Casoli 7, in provincia di Chieti, in<br />

cui lo spessore d'acqua si affonda a partire dai 260 m dal piano di<br />

campagna (q. 520 m) e prosegue oltre i 500 m, interessando litotipi calcarei<br />

sicuramente compresi fra il Cretacico inferiore ed il Miocene medio.<br />

Studio Ing. A. Iorio 53


Schema idrogeologico Gran Sasso<br />

<strong>Le</strong> condizioni litologiche e strutturali del massiccio permettono<br />

l'infiltrazione e l'immagazzinamento delle acque meteoriche e di fusione<br />

delle nevi che, per l'assenza o quasi di deflusso superficiale e per i<br />

ridottissimi fenomeni di evapotraspirazione, vanno ad alimentare corpi idrici<br />

più o meno indipendenti. <strong>Le</strong> conoscenze acquisite consentono di individuare<br />

la presenza di due principali tipi di acquiferi:<br />

- Falda di fondo: è una falda imponente, che nonostante la complessità<br />

della struttura del serbatoio, può essere ritenuta, in senso regionale,<br />

unica.<br />

La quota massima che la falda acquifera raggiungeva originariamente nel<br />

settore centrale più elevato della catena, prima <strong>dei</strong> lavori del traforo<br />

auto-stradale e quindi in assenza di drenaggio, era di circa 1600 m,<br />

presentava quindi un'altezza sul piano delle gallerie di oltre 600 m.<br />

La circolazione idrica nella falda profonda, la cui principale area di<br />

ricarica è costituita dalla vasta depressione tettonica di Campo Imperatore,<br />

risulta sostanzialmente condizionata da vari sistemi di faglie e fratture, nel<br />

senso che, mentre alcuni sistemi individuano zone a maggiore permeabilità<br />

e quindi a maggiore drenaggio, altre faglie invece, specie quelle marcate da<br />

spesse fasce di cataclasiti, limitano i travasi tra i corpi idrici contigui,<br />

fungendo da diaframmi impermeabili sotterranei. Si tratta pertanto di un<br />

enorme acquifero carbonatico compartimentato che alimenta tutta una serie<br />

di importanti sorgenti ubicate lungo l'orlo della struttura idrogeologica. La<br />

maggiore permeabilità, e conseguentemente il maggiore drenaggio del<br />

massiccio, sembra legata a sistemi di fratture e faglie a carattere distensivo,<br />

ad andamento appenninico (NO-SE). I flussi idrici sotterranei sono pertanto<br />

tendenzialmente orientati nella medesima direzione e cioè dalle aree più<br />

elevate della catena, verso la zona più depressa a SE costituita dalla<br />

profonda incisione del Fiume Aterno a Popoli. La maggior parte dell'acqua<br />

immagazzinata nell'acquifero carbonatico profondo va quindi ad alimentare<br />

le sorgenti di Capo d'Acqua del Tirino 5 mc/s, del Tirino Inferiore a Bussi 8<br />

Studio Ing. A. Iorio 54


mc/s, di Capestrano 1 mc/s, di San Callisto 2 mc/s e di Capo Pescara 10<br />

mc/s, poste appunto alla base SE della catena. La restante parte alimenta<br />

principalmente le sorgenti del Chiarino, del Rio Arno, del Ruzzo e del Vitello<br />

d'oro, sul fronte esterno della catena, e le sorgenti di Vetoio 0,8 mc/s, di<br />

Tempera e di Capo Vera 2 mc/s, sul fronte interno aquilano. La portata<br />

globale annua di tutte le emergenze alimentate dalla falda di fondo, è di<br />

circa 1.000 milioni di mc.<br />

- Falde sospese: si tratta di falde <strong>idriche</strong> generalmente di modesta entità,<br />

contenute sia nei depositi detritici di copertura e colmamento del<br />

Quaternario, sia nelle rocce calcaree, dove sono sostenute dai livelli marnosi<br />

meno permeabili presenti a varie altezze stratigrafiche della successione<br />

carbonatica. Danno generalmente origine a numerose piccole sorgenti con<br />

portata variabile da 0,1 a 5 l/s e portata complessiva annua di c.. 50 milioni<br />

di mc.<br />

Principali caratteristiche costruttive delle opere in sotterraneo<br />

Il Traforo autostradale del Gran Sasso attraversa la catena mediante<br />

due gallerie parallele della lunghezza di poco più di 10 km e collega il<br />

versante aquilano a SO (lato Assergi) con quello teramano a NE (lato Casale<br />

San Nicola).<br />

A fianco della galleria in via sinistra, a c. 6250 m dall'imbocco di<br />

Assergi, sotto la copertura massima del traforo che è di c. 1400 m, tono<br />

stati scavati i laboratori dell'I.N.F.N. <strong>Le</strong> complesse condizioni lito-strutturali<br />

ed idrogeologiche descritte in precedenza, in particolare la presenza di<br />

potenti acquiferi, di notevoli carichi idrostatici (fino a 64 atmosfere) di faglie<br />

marcate da spesse fasce cataclastiche sotto forti pressioni <strong>idriche</strong> hanno<br />

costituito enormi difficoltà per i lavori di scavo. Basti ricordare<br />

l'attraversamento della faglia di Valle Fredda, durante il quale si verificarono<br />

notevoli ed improvvisi colpi d'acqua, con portate fino a 20.000 l/s e con<br />

conseguente trascinamento in galleria di notevole quantità di materiale<br />

cataclastico.<br />

Per abbattere le enormi pressioni <strong>idriche</strong> e porre quindi in condizioni di<br />

Studio Ing. A. Iorio 55


sicurezza l'avanzamento, il drenaggio naturale esercitato dallo scavo è stato<br />

integrato con un sistema drenante artificiale, realizzato lungo il perimetro di<br />

scavo con cunicoli ed aureole di fori drenanti più o meno radiali lunghi da 20<br />

a 100 m. Una volta rivestita la galleria, il ripristino della pressione idrica sui<br />

rivestimenti, è stato e viene tuttora impedito mediante un continuo<br />

drenaggio e captazione operato a paramento, lungo l'intera sezione ed al<br />

piede. Il notevole drenaggio effettuato dalle gallerie, ha prima interessato le<br />

acque profonde a lentissima circolazione (acque vecchie di qualche decina di<br />

anni), successivamente ha esercitato un'azione di richiamo delle acque più<br />

recenti dai livelli superiori della falda, avviando un lento processo di<br />

mescolamento e di sostituzione.<br />

L'effetto più rilevante dell'azione di drenaggio naturale e/o forzato delle<br />

gallerie è stato il locale abbassamento di 600 m (c. da 1600 m s.l.m. fino<br />

alla quota del piano autostradale) della superficie piezometrica.<br />

Attualmente il probabile profilo piezometrico è verosimilmente<br />

caratterizzato da una depressione lineare localizzata lungo l'asse del Traforo<br />

autostradale che ancora assume il ruolo di importante asse di drenaggio<br />

dell'acquifero carbonatico profondo.<br />

La notevole depressione della superficie della falda ha naturalmente<br />

prodotto vistosi effetti sul sistema delle sorgenti alimentate dalla falda di<br />

fondo, in particolare su quelle prossime al traforo.<br />

La maggiore riduzione si è avuta nelle sorgenti sopra Casale San<br />

Nicola, dove a partire dal 1976 (anno in cui si è iniziato il drenaggio dovuto<br />

agli scavi autostradali sul versante teramano) si è manifestata una<br />

progressiva diminuzione di portata passando da 363 l/s (valore medio<br />

relativo agli anni precedenti al 1976) a 117 1/s con una flessione del 70 %.<br />

Anche le sorgenti del Ruzzo hanno manifestato riduzioni della portata<br />

percentualmente analoghe a quelle di Casale San Nicola, mentre riduzioni<br />

variabili tra il 45 ed il 20 % si sono verificate nelle altre sorgenti, sempre<br />

alimentate dalla falda di fondo precedentemente menzionata.<br />

Nel contempo si è verificato l'efflusso dalle gallerie autostradali nel<br />

versante Nord per circa 1000 l/s e nel versante Sud circa 400 l/s e la<br />

Studio Ing. A. Iorio 56


iduzione della portata della sorgente del Tirino di Capodacqua per circa<br />

1000 l/s.<br />

Il bilancio idrico complessivo delle acque fluenti non appare modificato<br />

nei valori medi, anche se con maggiori escursione della portata fra i valori<br />

massimi e minimi per effetto della diminuzione del volume di invaso<br />

complessivo.<br />

Studio Ing. A. Iorio 57


Bilancio idrologico<br />

Il Servizio Idrografico dello Stato ha realizzato, sin dal 1920, una<br />

estesa rete di stazioni per la rilevazione delle precipitazioni (pluviometri,<br />

nevometri, pluvionivometri) e della temperatura al suolo.<br />

Numerose sezioni <strong>dei</strong> corsi d’acqua sono state attrezzate con stazioni<br />

idrometriche o idrometrografiche.<br />

La successione <strong>dei</strong> dati, per oltre 50 anni, offrono una base statistica<br />

molto attendibile.<br />

La base dati disponibile per il fiume Aterno Pescara permette di<br />

stabilire il bilancio idrologico in numerose sezioni del corso d’acqua dalle<br />

origini fino alla foce a mare.<br />

I risultati <strong>dei</strong> detti bilanci sono riportati nella tabella seguente nella<br />

quale sono esposti:<br />

• La prog.va dell’asta fluviale (km);<br />

• l’area della superficie del bacino imbrifero sotteso S (kmq) in<br />

ciascuna sezione ;<br />

• la portata media annuale Q (mc/s);<br />

• la portata minima assoluta qmin (mc/s);<br />

• l’afflusso medio annuale AFF (precipitazioni) del bacino imbrifero<br />

sotteso espresso in mc/s;<br />

• la precipitazione efficace media PEFF = AFF – ETR, espressa in<br />

(m) e in (mc/s), ove ETR è la evapotraspirazione reale calcolata<br />

con la formula di Coutagne;<br />

• i contributi unitari, espressi in (l/skmq), <strong>degli</strong> afflussi, delle portate<br />

e della precipitazione efficace.<br />

L’equazione del bilancio idrologico in ciascuna sezione è espresso<br />

dalla seguente relazione:<br />

PEFF – Q = +/- D (mc/s)<br />

D = DEFICIT (-), <strong>perdite</strong> sotterranee del bacino sotteso;<br />

D = SURPLUS (+), apporti sotterranei al bacino sotteso.<br />

Studio Ing. A. Iorio 58


L alveo<br />

km SEZIONE<br />

S<br />

kmq<br />

Q<br />

mc/s<br />

BILANCIO IDROLOGICO DEL BACINO IMBRIFERO ATERNO PESCARA<br />

Q/S<br />

l/s/kmq<br />

qmin<br />

mc/s<br />

qmin/S<br />

l/skmq<br />

qmin/L<br />

mc/s/km<br />

AFF<br />

medio<br />

mc/s<br />

Studio Ing. A. Iorio 59<br />

AFF/S<br />

medio<br />

l/s/kmq<br />

PEFF<br />

mc/s<br />

PEFF/S<br />

l/skmq<br />

DEFICIT<br />

SURPLUS<br />

sottobacino<br />

(+) apporti<br />

(-) <strong>perdite</strong> mc/s<br />

Perdite (-)<br />

Apporti (+)<br />

l/skmq<br />

Perdite (-)<br />

Apporti (+)<br />

mc/skm<br />

25 TREPONTI 114 1,08 9,47 0,022 0,193 0,001 3,46 30,39 2,29 20,05 -1,21 -10,57 -0,048<br />

280<br />

288<br />

43 L'AQUILA 531 4,11 7,74 0,326 0,614 0,008 17,14 32,28 11,74 22,11 -7,63 -14,37 -0,177<br />

560<br />

47 VERA 646 5,71 8,84 0,995 1,540 0,021 20,89 32,34 14,32 22,17 -8,61 -13,33 -0,183<br />

800<br />

1.100<br />

82 MOLINA 1.303 5,60 4,30 0,625 0,480 0,008 40,44 31,03 27,32 20,97 -21,72 -16,67 -0,265<br />

85 1.350 5,87 4,35 41,88 31,02<br />

91 CONF SAG 1.400 6,62 4,73<br />

92 ALLOGG 1.961 15,37 7,84 2,57 1,311 0,028 60,35 30,78 38,36 19,56 -22,99 -11,72 -0,250<br />

95 MARAONE 2.003 27,54 13,75 14,39 7,184 0,151 62,12 31,01 39,36 19,65 -11,82 -5,90 -0,124<br />

105 CONF TIRINO 2.357 42,39 17,98 25,41 10,781 0,242 72,12 30,60 44,51 18,88 -2,12 -0,90 -0,020<br />

2.370<br />

2.448<br />

CONF ORTA 2.610 45,66 17,49<br />

2.620<br />

CONF LAVINO 2.705 47,47 17,55<br />

2.711<br />

CIGNO 2.822 49,29 17,47<br />

NORA 3.040 52,63 17,31<br />

3.078<br />

145 S. TERESA 3.120 53,63 17,19 29,63 9,497 0,204 94,98 30,44 58,09 18,62 -4,46 -1,43 -0,031<br />

154 FOCE 3.194 55,00 17,22 29,63 9,277 0,192 97,23 30,44 59,45 18,61 -4,45 -1,39 -0,029


105,00<br />

100,00<br />

95,00<br />

90,00<br />

85,00<br />

80,00<br />

75,00<br />

70,00<br />

65,00<br />

60,00<br />

55,00<br />

50,00<br />

45,00<br />

40,00<br />

35,00<br />

30,00<br />

25,00<br />

20,00<br />

15,00<br />

10,00<br />

5,00<br />

0,00<br />

-5,00<br />

-10,00<br />

-15,00<br />

-20,00<br />

-25,00<br />

-30,00<br />

0<br />

TREPONTI<br />

100<br />

200<br />

300<br />

400<br />

500<br />

600<br />

700<br />

ATERNO PESCARA<br />

AFFLUSSO, DEFLUSSO MEDIO e MINIMO, DEFICIT/SURPLUS BACINO/SOTTOBACINO,<br />

in funzione della superficie progva del bacino imbrifero<br />

BACINO MONTANO ATERNO SAGITTARIO TIRINO VAL PESCARA<br />

L'AQUILA<br />

F.VERA<br />

800<br />

900<br />

1.000<br />

1.100<br />

MOLINA<br />

1.200<br />

1.300<br />

1.400<br />

1.500<br />

1.600<br />

1.700<br />

CONFLUENZA SAGITTARIO<br />

1.800<br />

1.900<br />

2.000<br />

SORGENTI POPOLI<br />

2.100<br />

SUP BACINO IMBRIFERO kmq<br />

Studio Ing. A. Iorio 60<br />

2.200<br />

CONFLUENZA TIRINO<br />

2.300<br />

2.400<br />

2.500<br />

2.600<br />

2.700<br />

2.800<br />

2.900<br />

3.000<br />

3.100<br />

FOCE<br />

3.200<br />

3.300<br />

3.400<br />

Q<br />

mc/s<br />

qmin<br />

mc/s<br />

AFFmedio<br />

mc/s<br />

PEFF mc/s<br />

DEFICIT/SURPLUS<br />

bacino/sottobacino<br />

(+) apporti<br />

(-) <strong>perdite</strong> mc/s


105<br />

100<br />

95<br />

90<br />

85<br />

80<br />

75<br />

70<br />

65<br />

60<br />

55<br />

50<br />

45<br />

40<br />

35<br />

30<br />

25<br />

20<br />

15<br />

10<br />

5<br />

0<br />

0<br />

10<br />

20<br />

30<br />

40<br />

50<br />

ATERNO PESCARA AFFLUSSO, DEFLUSSO MEDIO e MINIMO<br />

in funzione della lunghezza progva alveo<br />

BACINO MONTANO ATERNO SAGITTARIO TIRINO VAL PESCARA<br />

TREPONTI<br />

FIUME ATERNO FIUME PESCARA<br />

L'AQUILA<br />

60<br />

70<br />

MOLINA<br />

80<br />

CONFLUENZA SAGITTARIO<br />

90<br />

SORGENTI POPOLI<br />

Studio Ing. A. Iorio 61<br />

CONFLUENZA TIRINO<br />

100<br />

PROGVA ALVEO km<br />

110<br />

120<br />

130<br />

140<br />

150<br />

FOCE<br />

160<br />

170<br />

Q<br />

mc/s<br />

qmin<br />

mc/s<br />

AFFmedio<br />

mc/s<br />

PEFF mc/s


40,00<br />

38,00<br />

36,00<br />

34,00<br />

32,00<br />

30,00<br />

28,00<br />

26,00<br />

24,00<br />

22,00<br />

20,00<br />

18,00<br />

16,00<br />

14,00<br />

12,00<br />

10,00<br />

8,00<br />

6,00<br />

4,00<br />

2,00<br />

0,00<br />

-2,00<br />

-4,00<br />

-6,00<br />

-8,00<br />

-10,00<br />

-12,00<br />

-14,00<br />

-16,00<br />

-18,00<br />

-20,00<br />

0<br />

TREPONTI<br />

100<br />

200<br />

300<br />

400<br />

500<br />

600<br />

700<br />

800<br />

900<br />

1.000<br />

1.100<br />

ATERNO-PESCARA<br />

afllussi e deflussi per unità di superficie bacino sotteso<br />

BACINO MONTANO ATERNO SAGITTARIO TIRINO VAL PESCARA<br />

L'AQUILA<br />

1.200<br />

MOLINA<br />

1.300<br />

1.400<br />

1.500<br />

1.600<br />

1.700<br />

CONFLUENZA SAGITTARIO<br />

1.800<br />

1.900<br />

Studio Ing. A. Iorio 62<br />

2.000<br />

SORGENTI POPOLI<br />

2.100<br />

SUP BACINO IMBRIFERO kmq<br />

2.200<br />

2.300<br />

2.400<br />

CONFLUENZA TIRINO<br />

2.500<br />

2.600<br />

2.700<br />

2.800<br />

2.900<br />

3.000<br />

3.100<br />

FOCE<br />

3.200<br />

3.300<br />

3.400<br />

Q/S<br />

l/s/kmq<br />

qmin/S<br />

l/skmq<br />

AFFmedio/S<br />

l/s/kmq<br />

PEFF/S<br />

l/skmq<br />

Perdite (-)<br />

Apporti (+)<br />

l/skmq


105,00<br />

100,00<br />

95,00<br />

90,00<br />

85,00<br />

80,00<br />

75,00<br />

70,00<br />

65,00<br />

60,00<br />

55,00<br />

50,00<br />

45,00<br />

40,00<br />

35,00<br />

30,00<br />

25,00<br />

20,00<br />

15,00<br />

10,00<br />

5,00<br />

0,00<br />

-5,00<br />

-10,00<br />

-15,00<br />

-20,00<br />

-25,00<br />

-30,00<br />

0<br />

5<br />

10<br />

15<br />

TREPONTI<br />

20<br />

25<br />

30<br />

35<br />

40<br />

45<br />

ATERNO PESCARA AFFLUSSO, DEFLUSSO MEDIO e MINIMO<br />

in funzione della lunghezza progva alveo<br />

BACINO MONTANO ATERNO SAGITTARIO TIRINO VAL PESCARA<br />

FIUME ATERNO FIUME PESCARA<br />

L'AQUILA<br />

50<br />

55<br />

60<br />

65<br />

MOLINA<br />

70<br />

75<br />

CONFLUENZA SAGITTARIO<br />

80<br />

85<br />

90<br />

95<br />

PROGVA ALVEO km<br />

SORGENTI POPOLI<br />

Studio Ing. A. Iorio 63<br />

100<br />

105<br />

CONFLUENZA TIRINO<br />

110<br />

115<br />

120<br />

125<br />

130<br />

135<br />

140<br />

145<br />

FOCE<br />

150<br />

155<br />

160<br />

165<br />

Q<br />

mc/s<br />

qmin<br />

mc/s<br />

AFFmedio<br />

mc/s<br />

PEFF mc/s<br />

DEFICIT/SURPLUS<br />

bacino/sottobacino<br />

(+) apporti<br />

(-) <strong>perdite</strong> mc/s


35,00<br />

30,00<br />

25,00<br />

20,00<br />

15,00<br />

10,00<br />

5,00<br />

0,00<br />

-5,00<br />

-10,00<br />

-15,00<br />

-20,00<br />

ATERNO PESCARA AFFLUSSO, DEFLUSSO MEDIO e MINIMO<br />

in funzione della lunghezza progva alveo<br />

BACINO MONTANO ATERNO SAGITTARIO TIRINO VAL PESCARA<br />

TREPONTI<br />

FIUME ATERNO FIUME PESCARA<br />

L'AQUILA<br />

VERA<br />

0<br />

5<br />

10<br />

15<br />

20<br />

25<br />

30<br />

35<br />

40<br />

45<br />

50<br />

55<br />

60<br />

65<br />

70<br />

75<br />

80<br />

85<br />

90<br />

95<br />

100<br />

105<br />

110<br />

115<br />

120<br />

125<br />

130<br />

135<br />

140<br />

145<br />

150<br />

155<br />

160<br />

165<br />

MOLINA<br />

CONFLUENZA SAGITTARIO<br />

PROGVA ALVEO km<br />

Studio Ing. A. Iorio 64<br />

SORGENTI POPOLI<br />

CONFLUENZA TIRINO<br />

FOCE<br />

Q/S<br />

l/s/kmq<br />

qmin/S<br />

l/skmq<br />

AFFmedio/S<br />

l/s/kmq<br />

PEFF/S<br />

l/skmq<br />

Perdite (-)<br />

Apporti (+)<br />

l/skmq


I dati e la elaborazione del bilancio idrologico permettono di<br />

evidenziare i caratteri peculiari di ciascuna parte del bacino dell’Aterno e del<br />

Pescara.<br />

Il contributo di afflusso netto (PEFF/S) nel bacino imbrifero<br />

dell’Aterno, dalle sorgenti fino alla confluenza con il Sagittario, presenta<br />

valori dell’ordine di 20 l/skmq contro valori del contributo di deflusso da 10<br />

a 4 l/skmq. Il bacino riceve elevati apporti meteorici netti dell’ordine di 25<br />

mc/s che in gran parte, circa 20 mc/s, si infiltrano nel sottosuolo per<br />

riemergere a valle nel bacino del Pescara e del Tirino.<br />

Alquanto critica appare il comportamento del bacino Aterno rispetto ai<br />

valori minimi che scendono fino a 0,4 l/skmq nella sezione di Molina.<br />

Il bacino del Pescara riceve l’elevato apporto sotterraneo dell’Aterno<br />

attraverso le Sorgenti omonime a Popoli (sorgenti Pescara e S. Callisto) e<br />

quindi del Tirino a Bussi.<br />

In quest’ultima sezione termina il bacino imbrifero interno, racchiuso<br />

dalle grandi catene montuose del Gran Sasso e Morrone; la superficie totale<br />

raggiunge 2350 kmq (circa 75 % del totale) e la portata fluente risulta di<br />

42,4 mc/s (pari all’80% di quella alla foce); la perdita del bacino risulta di<br />

circa 2,0 mc/s, si verifica cioè quasi il pareggio fra afflussi netti e deflussi<br />

con un surplus <strong>degli</strong> afflussi pari a circa 4% della PEFF che alimentano la<br />

subalvea.<br />

<strong>Le</strong> <strong>perdite</strong> rimangono pressoché invariate nel tronco inferiore del<br />

Pescara, fino alla foce, lungo il quale si rileva una estesa falda alimentata<br />

dalle <strong>perdite</strong> dell’alveo.<br />

In conclusione si osserva che il bacino imbrifero dell’Aterno-<br />

Sagittario-Tirino si comporta come un enorme serbatoio sotterraneo<br />

(valutato nell’ordine di un miliardo di mc) che alimenta il suo emissario (Val<br />

Pescara a valle di Bussi) con una grande sorgente di portata media 42 mc/s,<br />

minima 30 mc/s, alla quale si aggiunge fino alla foce l’apporto,<br />

relativamente minore, media 12 mc/s e minima 2 mc/s, proveniente dal<br />

bacino proprio del Pescara esteso 837 kmq (25% del totale).<br />

Studio Ing. A. Iorio 65


Studio Ing. A. Iorio 66

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