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In q uesto numero:

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Agapornis<br />

www.agapornisclub.com<br />

Anno VI - n. 2/2008<br />

I fattori di iscurimento<br />

Allevare Nigrigenis<br />

<strong>In</strong> q<strong>uesto</strong> <strong>numero</strong>:<br />

L’uso degli antibiotici<br />

Farsi belli per le mostre<br />

RIVISTA UFFICIALE DEL CLUB ITALIANO ALLEVATORI AGAPORNIS


Agapornis<br />

e dintorni<br />

Rivista uffi ciale del Club Italiano<br />

Allevatori Agapornis<br />

Anno VI – N. 2/2008<br />

<strong>In</strong> q<strong>uesto</strong> <strong>numero</strong>:<br />

Editoriale: Uccelli in auto, ora è più facile<br />

Attualità: Agapornis-Lovebirds 2008<br />

Statistica: Quanti Agapornis in mostra<br />

Tecnica: Farsi belli per le mostre<br />

Specializzando: I fattori di iscurimento negli<br />

Agapornis<br />

<strong>In</strong> allevamento: La mia passione per gli<br />

<strong>In</strong>separabili dalle guance nere<br />

Veterinario: L’antibiotico-resistenza<br />

Fai da te: Costruiamo un nido funzionale<br />

Libri: Ma quanti colori hanno gli <strong>In</strong>separabili!<br />

News<br />

Comitato di Redazione<br />

Mario Castelli, Marco Cotti, Margherita Pilone,<br />

Roberto Prandini<br />

Comitato scientifico<br />

Dr. Marco Bedin, Dr. Roberto Giani<br />

Hanno collaborato:<br />

Orazio Curci, Mauro Dionisi, Cristiano Disint,<br />

Tommaso Gnoli, Gianni Matranga, Daniele Zoli<br />

Impaginazione e grafica<br />

Sara BBertagnolio rt rtagn agnoli olio - sara. sara.bertagnolio@gmail.com<br />

ra. a. a berta ta t lio io<br />

Stampa:<br />

Tiponova on o a - via Fermi, mi, m 24 2 24<br />

- Nov Novara ara r<br />

Gli Autori ri i dei i tes testi<br />

ti t ass assumo assumono umo umono no la piena i respon responsabilità pon ponsab sab sa per<br />

quanto q nto conte contenuto ut uto on o onei n nnei<br />

ei loro art articoli. rt Le opinioni espresse<br />

non impe impegnano peg pe egnan<br />

an a o la a rivista e la<br />

sua redazione.<br />

Copyright Co ight ght gh © ©<br />

22003 3 Club Itali Italiano aliano Al Allevatori vato ato AAgapornis<br />

Tutti Tut ut utti i ddiri<br />

diritti ir tti so sso<br />

sono riservati.<br />

E’ E vie vietata ie at ata la a riproduxion riproduxione aanche par pparziale zia iale l<br />

di tes te ttesti, ti, fotografie e ddisegni se segni senza<br />

l’autorizzazione l’auto uto ut riz r zazione del Club.<br />

3<br />

Uccelli in auto,<br />

ora è piu’ facile<br />

Capita, talvolta, che arrivino le<br />

buone notizie.<br />

Avevamo raccontato, nel <strong>numero</strong><br />

scorso, la brutta avventura vissuta da alcuni allevatori,<br />

fermati nella notte, di ritorno dalla mostra di<br />

Zwolle, e sottoposti ad accertamenti per il mancato<br />

rispetto del Regolamento (CE) 1/2005 sul trasporto<br />

degli animali.<br />

Arriva ora, datato 28 agosto 2008, un provvidenziale<br />

chiarimento indirizzato alla FOI dal Ministero<br />

del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali che<br />

mette a tacere ogni erronea interpretazione.<br />

Il documento dice testualmente che “il trasporto di<br />

uccelli operato dagli allevatori amatoriali delle Associazioni<br />

che costituiscono la FOI sia in maniera diretta che<br />

attraverso trasporti collettivi (…) non ricade nell’abito<br />

dell’applicazione del Regolamento (CE) 1/2005”.<br />

Viaggi più sereni, dunque, nell’ovvio rispetto, che il<br />

documento ministeriale ribadisce, delle norme sanitarie<br />

che regolamentano i trasporti e della salvaguardia<br />

del benessere degli animali.<br />

Un successo della Federazione Ornicoltori Italiani e<br />

di quanti al suo interno si stanno impegnando per<br />

tutelare gli ornitocoltori e per affermare la natura<br />

amatoriale dell’allevamento espositivo.<br />

Il suggerimento è di conservare una copia della circolare<br />

che trovate allegata a questa rivista e di tenerla<br />

in auto tra i documenti: potrà rivelarsi utile nel<br />

caso di eventuali controlli.<br />

Margherita Pilone<br />

Presidente CIAA


1. Agapornis-lovebirds 2008<br />

Le specialistiche del club<br />

4<br />

Sono tre le mostre specialistiche previste quest’anno<br />

dal Club Italiano Allevatori Agapornis:<br />

una al nord, una al centro ed una al sud. Si è de-<br />

ciso cis di concentrare l’impegno su tre sole mostre,<br />

con l’obiettivo di fare delle specialistiche momenti<br />

esclusivi per gli espositori, dove realmente sia possibile<br />

un confronto onfro a livelli di eccellenza. <strong>In</strong>dubbiamente contano i numeri<br />

nelle le esposizioni, ma non meno in una mostra che si ddefinisce<br />

specialistica deve contare la qualità dei soggetti<br />

presenti. Oltre 70 sono ono le categorie ppreviste<br />

a concorso e possono essere esposte anche varietà per le quali<br />

non esiste, al momento, ento, uno standard<br />

(il giudizio sarà, in tali casi, a punteggio globale e non analitico). Poiché<br />

le mostre devono essere anche occasione di apprendimento, saranno previsti nelle giornate delle specialistiche<br />

incontri con i giudici.<br />

Altre informazioni sul sito del Club www.agapornisclub.com.<br />

ROMA FIUMICINO 15-19 ottobre<br />

Dove: Fiumicino, Palasport<br />

Associazione:<br />

Associazione Romana Ornicoltori (ARO)<br />

<strong>In</strong>gabbio: il 15 ottobre dalle 9 alle 20<br />

Apertura al pubblico: il 18 ottobre dalle 14 alle<br />

18.30; il 19 ottobre dalle 9 alle 17.30<br />

FAENZA 22-26 Ottobre<br />

Dove: Faenza, Centro Fieristico<br />

Associazioni:<br />

Associazione Ornitologica Faentina, Associazione<br />

Ornitologica Romagnola, Associazione<br />

Romagnola Canaricoltori<br />

<strong>In</strong>gabbio: il 22 ottobre dalle 9 alle 20.30<br />

Apertura al pubblico il 25 e 26 ottobre dalle 9<br />

alle 18<br />

PALERMO 12-16 novembre<br />

Dove: Carini (PA), S.S. 113 - Km. 281,200, presso<br />

i locali del “Centro Commerciale Giuseppe<br />

Ferdico”<br />

Associazioni:<br />

Associazione Ornitologica Trinacria onlus e Associazione<br />

Meridionale Ornicoltori (A.M.O.)<br />

<strong>In</strong>gabbio: il 12 novembre dalle 9 alle 20.30<br />

Apertura al pubblico: il 15 e 16 novembre dalle<br />

9 alle 18<br />

Oltre che nelle tre specialistiche, il Club sarà presente con uno stand in altre mostre della<br />

stagione e sicuramente a Bari (8-9 novembre), a Cesena (8-9 novembre), a Reggio Emilia<br />

(22-23 novembre), a Piacenza per il Campionato del Mondo (24-25 gennaio 2009).


2. Quanti Agapornis<br />

in mostra?<br />

di Daniele Zoli<br />

Anche se la mostra di Faenza 2007 è da tempo archiviata, merita attenzione l’indagine statistica condotta<br />

da Daniele Zoli, che ha analizzato i dati espositivi e li ha tradotti in numeri e tabelle. Un lavoro che fotografa<br />

la situazione della più importante mostra specialistica italiana di Agapornis e che il Club intende ripetere<br />

nel 2008, estendendolo alle specialistiche di Roma e di Palermo ed alle principali mostre della stagione.<br />

Dal catalogo della mostra di Faenza 2007 ho estrapolato ed aggregato una serie di numeri che, a mio avviso,<br />

forniscono indicazioni interessanti. Alla manifestazione di Faenza si registra in assoluto il maggior <strong>numero</strong> di<br />

ingabbi di Agapornis rispetto a qualsiasi altra mostra svolta in Italia. Nel 2007 sono stati 609, con una rappresen-<br />

tanza equilibrata di allevatori di tutto il territorio nazionale.<br />

E’ mia convinzione che le specie e le mutazioni dei soggetti presenti alla mostra riflettano sostanzialmente la<br />

realtà degli allevamenti italiani. Bisogna però precisare che la delicatezza delle ultime tre specie (taranta, canus<br />

e pullarius) condiziona sicuramente la loro partecipazione alle manifestazioni e, di conseguenza, il loro dato è<br />

meno attendibile degli altri.<br />

Credo che, sulla base dell’elaborato, possiamo affermare con una relativa approssimazione che in Italia su 100<br />

agapornis, 55 sono roseicollis, 27 sono fischeri, 13 sono personatus, 3 sono nigrigenis, quasi 2 sono lilianae,<br />

una micropresenza di taranta e praticamente nulla di canus e pullarius. Su 609 presenze totali, la maggioranza<br />

assoluta appartiene ai Roseicollis, con 337 soggetti (55,34%). E’ sempre stata la specie più diffusa nei nostri alle-<br />

Specie<br />

GLI INSEPARABILI ESPOSTI A FAENZA NEL 2007<br />

num. %<br />

roseicollis 337 55,34<br />

fischeri 162 26,60<br />

personatus 82 13,46<br />

nigrigenis 18 2,96<br />

lilianae 9 1,48<br />

taranta 1 0,16<br />

canus 0 0,00<br />

pullarius 0 0,00<br />

Totale 609 100,00<br />

5


Quanti Agapornis in mostra ra<br />

vamenti, sia per la facilità riproduttiva e sia per l’elevato <strong>numero</strong> di mutazioni su cui può contare. L’eliminazione inazione<br />

dalla II tabella CITES le ha dato ulteriore slancio, a differenza di tutte le altre specie che sono ancora sottoposte<br />

al regime di controllo.<br />

Buono anche il dato dei fischeri e interessante quello dei personatus. Per le restanti specie la presenza è scarsa,<br />

a parte il bel <strong>numero</strong> dei nigrigenis (18 soggetti di cui 16 ancestrali).<br />

I lilianae occupano una posizione che, a mio avviso, non premia le caratteristiche positive di questa specie: sono<br />

soggetti abbastanza resistenti ed anche relativamente facili da riprodursi e quella loro particolare postura sul<br />

posatoio li rende anche simpatici.<br />

Per quanto riguarda i taranta i canus ed i pullarius, invece, la quasi totale assenza dalle mostre è ampiamente<br />

giustificata dal limitato <strong>numero</strong> di allevatori che si impegnano con queste specie particolarmente difficili da far<br />

riprodurre.<br />

Numero dei soggetti divisi per specie e per serie<br />

roseicollis: serie verdi 249 73,89<br />

roseicollis: serie blu 88 26,11<br />

fischeri: serie verdi 117 72,22<br />

fischeri: serie blu 45 27,78<br />

personatus: serie verdi 34 41,46<br />

personatus: serie blu 48 58,54<br />

Roseicollis. Su 337 soggetti esposti, quasi tre/quarti sono della serie verdi, con la mutazione verde ancestrale a<br />

farla da padrone con ben 62 ingabbi, pari al 18,4% di tutti i roseicollis; quindi, nell’ordine: lutino (29), verde FA<br />

(28), verde scuro e verde oliva (26), cannella (26), lutino FA (17), verde scuro FA (13), isabella (12), cannella FA<br />

verde e verde scuro (11), isabella FA (8), verde oliva FA (4), ala grigia FA verde scuro e verde oliva (4), cannella<br />

verde scuro e verde oliva (2), ala grigia FA (1). Tutte le altre mutazioni con nessuna presenza.<br />

Ne N ll l a serie blu la principale mutazione ingabbiata è quella avorio blu con 24 soggetti, quindi a notevole distanza,<br />

avorio cobalto e malva con 5, cannella tutti i fattori (5), isabella tutti i fattori (2), ala grigia tutti i fattori (1).<br />

La mutazione a faccia bianca ha visto pr prev e alere nettamente su tutti gli avorio cobalto FB con ben 38 presenze<br />

davanti alla serie degli avorio blu ino (8), avo vo vorio blu (7) e cannella tutti i fattori (1)<br />

Fischeri. Nei fischeri la mutazione maggi gi giorme me mente rappresentativa è quella ancestrale (83 esemplari su un<br />

totale di 162). Al secondo posto i lutini con 23 2 , quin in indi d il verde scuro e verde oliva (7) ed i diluiti con 4.<br />

Ne N lla a se s rie blu, come negli avorio faccia bianca, preval al ale e il cobalto (17) sul blu (13) segue poi il viola (8) il diluito<br />

tutt tt tti i fattor or ori (6) infine l’alb l lb lbin in ino o (1 ( ).<br />

Personatus. A differe re renz n a de dell l a specie viste sopra, nei i personatus prevale nettamente la ser e ie blu su quella la<br />

ve verd rd rde e (4 (48 8 co cont nt ntro ro 3 334)<br />

4) 4 a testi ti timoni ni n an anza za d ddell’appeal<br />

d che ese s rcita la mutazione cobalto/viola. Nella seri ri rie e verde su<br />

34 ssog<br />

og ogge ge g tt tti, ben en 31 sono n verdi ances es estr tr tral a i e 3 verde e scur u o e verde oliva.<br />

Nella a se seri ri rie e bl blu u inve ve vece (to to t tale 48) pre re r do d mi m na il blu (19) 9) 9), poi il viola (15 15 15), ), i il<br />

cobalto o (9 (9) in infi fi fine i iil<br />

il<br />

di d lu luit it ito o tutt tt tti i i fa fatt tt t or ori<br />

co con 5.<br />

6


3.<br />

Farsi belli<br />

per le mostre<br />

Suggerimenti e tecniche per preparare gli Agapornis all’appuntamento<br />

più importante della stagione: le esposizioni ornitologiche<br />

Dopo la pub ub ubbl bl b ic i az azio ione ne uuff<br />

fficiale del e cal alen e dari rio o<br />

mostre, noi alle le leva va vato to ri i siamo<br />

mo tut<br />

utti ti t iin<br />

n fi fibr br b il illa la l zi zioo<br />

ne.<br />

Finita la fase dei “quanti”, passi si siam am amo al a la ffas<br />

fas<br />

a e de dei i “quali”:<br />

l’occhio da contabile diventa or ora a un u oocc<br />

cchi hi h o da ccri<br />

ri riti ti tico co<br />

d’arte. La quantità non c’interess ss ssa a pi più, ù, ù g guard<br />

rdiamo mo all alla<br />

a<br />

qualità. Ci aggiriamo nel nostro all<br />

llev ev evam am a ento t , osserr-<br />

vando i soggetti più promettenti ti, , fa fant nt ntas as a ti tich chia hiamo<br />

su<br />

stamm e singoli, in un alternarsi di cer erte te tezz zze e di dub u bi<br />

per stilare il nostro personale calend ndario io mmos<br />

os ostr tr t e a cu cui<br />

partecipare.<br />

Scegliere i soggetti e prepararli non è faci cile le nep ep eppu pu pure re<br />

per chi vi è ormai avvezzo, figuriamoci per chi i si cii-<br />

menta la prima volta. Ecco, dunque, alcuni con onsigli,<br />

1. Colore corretto del bronzo della testa<br />

7<br />

pe per r ce cert rti ve v rs r i ov ovvi v e per altri no, che possono essere e<br />

ut util il ili i in qque<br />

u sto o pe p ri riod od o o.<br />

Come me m p os o si s amo o ve v de dere re nnel<br />

e la scheda pubblicata in n<br />

qu q es este ppag<br />

ag agin in ine, e alc lcun une voci c fan<br />

anno no par a te del fenotipo o<br />

de dell ll’a ’a ’ani n ma m le (co ( colore re, tagl glia, portam amento, zampe) ),<br />

me ment nt ntre re aalt<br />

a lt ltre re r ( (pi pium u ag aggio, ccon<br />

ondi d zioni generali) sono a<br />

ca cari rico co del ell’ l’ l al a le leva vatore re r e della d sua bravu vura nella prepa a-<br />

razi zion o e.<br />

di Orazio Curci<br />

Per cons ns nsen e tire aai<br />

i no nostri r Agapornis ddi<br />

arrivare in formaa<br />

alle mos ostr tre occo corr r e se s gu g irli sin dalle fasi di svezza a-<br />

ment nto. Cureremo, C qui ui uind ndi, con particolare attenzione e<br />

la cre rescita dei i sogg gget et etti ti c he h ggià<br />

già<br />

dal nido si presentano o<br />

come potenzi zial al ali “c “cam am a pi pion on o ci c ni n ”, ” pon p on onen en endo do doli li iin<br />

n gabbie e<br />

da cm. 120 20 in<br />

nu n me mero ro nnon<br />

on o ssup<br />

up u er erio io iore re a qquattro<br />

per


gabbia, al fine di favorire il loro sviluppo fisico e mu-<br />

scolare. I sovraffollamenti vanno a discapito dell’inte-<br />

grità del piumaggio o, peggio, possono essere causa<br />

di incidenti. come la perdita di dita o unghie, che pre-<br />

giudicheranno di molto la possibile esposizione del<br />

soggetto.<br />

Un paio di mesi prima della mostra toglieremo le<br />

2. Colore con troppo nero, non corretto<br />

eventuali penne rovinate o sfrangi g ate, ma non tutte e<br />

assieme per evitare mute impro rovv vvis ise e e da d re il tempo<br />

di ricrescere. La preparazione ne aand<br />

n rà prevista in gab-<br />

bie uguali a quelle usate in mos ostr tra, a, con il fondo bianco<br />

e del tipo all’inglese per non far ar rrovinare<br />

le penne.<br />

I soggetti scelti vanno essi si ppos<br />

osti t in tali gabbie un<br />

mese prima dell’avveniment nto, o, curandoli con un’ali-<br />

mentazione adeguata, spr pruz uzza zand ndol o i sp spesso pper<br />

e ché é<br />

questa pratica li induce a “pettinar ar a si si” il piu iuma magg ggio io, ,<br />

mantenendolo pulito e lucent n e. Con ontrollarli spesso<br />

ed osservare eventuali segnali di i di disa sa sagi g o e d’ambien-<br />

tamento. A cinque giorni dall’espo po posi si sizi zi z on o e laveremo<br />

completamente il piumaggio con acqua cui aggiun-<br />

geremo pochissimo ba b gn gno o sc schiuma neutro. Il giorno<br />

dell’ingabbi b o sono indispens ns nsab ab abil i i (mai dimen en e ticarsene)<br />

8<br />

i seguenti accessori:<br />

- uno spazzolino da denti usato e con setole morbide<br />

per riavviare eventualmente il piumaggio ed eseguire<br />

la pettinatura;<br />

- una spugnetta per pulire zampe e becco;<br />

- il solito spruzzino per l’ultima spruzzatina leggera;<br />

- una tronchesina per accorciare le fascette che faran-<br />

no dda<br />

si sigi gill llo de dell lla a ga gabb bbia ia ( (la la ste stess<br />

ssa servir i à per tagliarle<br />

il giorno g dello sgabbio).<br />

Tra le regole generali, non finirò mai di sugger erire<br />

agli aspir ir iranti espositori di seguire, per il<br />

benessere degli animali e per<br />

una buona ri riuscita e<br />

2.


3.<br />

valorizzazione degli stessi, queste regole generali:<br />

- scartare soggetti nervosi o troppo paurosi, non in<br />

perfette condizioni fisiche. Un Agapornis che sbatte<br />

nella gabbia da mostra o si accuccia sul fondo senza<br />

salire sul posatoio non farà rà mmai<br />

un buon punteggio;<br />

oltre tutto q<strong>uesto</strong> att tteg eggi g amento può mettere a re-<br />

pentaglio la sua salute e o addirittura la sua vita;<br />

- scartare animali col ol ppiu<br />

iuma m ggio scomposto o penne<br />

mancanti o con il sepp ppur ur minimo difetto fisico;<br />

- non presentare eese<br />

semp mpla lari che non abbiano minino<br />

l’anno di vita e prefe feri ribi bilm lmente 2 anni, in quanto ani-<br />

mali troppo o gi giov ovan ani i no non n av avra r nno quei colori definiti e<br />

la taglia di un esempl plar are e ad adul ulto to e for or orma m to;<br />

-non presentare animali che e no non ab a bi b an ano se segu guit ito o le<br />

regole per la presentazione sovra es e po p st s e. e Senza opp<br />

portuno addestramento, magari i tirand nd ndol o i fuori dalla<br />

gabbia il giorno prima o peggio ancora dal al a la l voliera,<br />

si rischiano risultati scars rs rsi i e, e ancor peggio, rischi per<br />

animali no n n avvezzi alla gab ab a bi b a espositiva va v e quindi<br />

spaven en enta ta tati t ;<br />

3. Posizione corretta, buono il piumaggio<br />

- usare tras as a portini chiusi senza sba ba b rr rre e ch che possono<br />

9<br />

Farsi belli per le mostre re<br />

rovinare il piumaggio e porre i soggetti solo uno per<br />

posto.<br />

<strong>In</strong>oltre, suggerisco di frequentare le mostre ornito-<br />

logi g che, osservare re att tten enta tame ment nte e i so sogg gget etti ti vval<br />

alut utando<br />

quanto le loro caratteristiche si avvicinano allo stan-<br />

dard rd rd, capire le differenze tra di loro, fare domande ad<br />

altri allevatori, leggere i cartellini di giudizio ed usci cirne<br />

con un qua ua uadro ben preciso.<br />

Quanto al delicato capitolo del giudizio, acce cett ttiamolo lo<br />

sportivamente, e senza mug mugugni<br />

e senza lan anci c are ac accu cu-<br />

se di vario titolo a<br />

aai<br />

gi g ud udic ici, i, come nei pegg ggio iori cam ampe pe p tti<br />

di calcio di periferia. Leggere attentamen e te la sc sche heda<br />

di giudizio e capi pire re dove<br />

l’animale è ca c rente, e, qua ua uali l<br />

so sono no i ssuo<br />

uoi i pu punt nti i di ffor<br />

orza za za, do d ve è<br />

il ca c so s di migl glio i ra-<br />

re: la scheda è il termome me m tr t o de del l no nost st stro allevamen ento<br />

e, a volte, basta studiarla a a fond ndo o pe p r pr proc o eder er ere e ad a<br />

accoppiamenti mirati e ved e ere, nella la l ssta<br />

ta tagi g one su succes es-<br />

siva, arrivare i frutti dei nost st stri ri r sfo fo forzi.<br />

Ri R co cordarsi si che ch<br />

l’occhio non obie ie iett t ivo e il ved e ere semm pr pre e i pr p op opri animali come i mi migl gl g iori non on o cci<br />

pe p rmet e te terà<br />

ma m i di ccre<br />

r scere e magari di i cogliere re r u uun<br />

pa p rt rtic icol ol o are, e,


quel punticino che manca per la vittoria. <strong>In</strong>orgoglirsi<br />

dei successi, ma non sentirsi umiliati per le sconfitte,<br />

4. Posizione “pesante” non corretta e piumaggio scomposto<br />

IL GIUDIZIO DELL’AGAPORNIS FISCHERI<br />

Nelle mostre ufficiali le categorie riconosciute vengo-<br />

no divise in due tipologie: SINGOLI (unico soggetto)<br />

e STAMM (gruppo di 4 animali dello stesso sesso o co con n<br />

le caratteristiche più simili poss ssib ibil ile) e). La scheda con la<br />

quale saranno giudicati preved ede e le seguenti voci: co-<br />

lore, portamento, taglia, pi p um umag aggi g o, zampe unghie e<br />

dita, condizioni generali pe p r i SI SING N OLI, mentre per<br />

gli STAMM è prevista la voce ce aagg<br />

ggiuntiva denominata t<br />

ARMONIA, con valore mass ssim imo o di 6 ppunti,<br />

che altro<br />

non è che la differenza di punt nti i tr tra il sog sogge<br />

getto co c n il<br />

punteggio più alto e quello più ba bass ss sso. o. o<br />

Nelle categorie SINGOLI ingabbieremo mo soggetti ec-<br />

cezionali, in grado di gareggiare da s<br />

soli, mentre lo<br />

STAMM dovrà essere composto da s ssog<br />

o getti omo-<br />

genei come caratteristiche e punteggio, , evitando<br />

difformità di punteggio o su supe pe p ri r ori tra loro di 1-2 punti<br />

per non pr p egiudicarne l’ar ar armo mo moni n a. Passeremo m ora ad<br />

10<br />

che pure arrivano per tutti.<br />

E, dunque, buona stagione mostre!<br />

esaminare le varie voci di giudizio riferendoci agli<br />

standard, in particolare dell’Agapornis fischeri verde<br />

aiutandoci con le fotografie.<br />

Colore (Punti 35)<br />

È la voce<br />

più importante, quella su cui si basa la vitto-<br />

ria e alla quale riserveremo le attenzioni maggior ori. i. La<br />

fronte, le g gguance,<br />

la gola e le zone auricolari dovr vranno<br />

essere di un rosso vivo che degraderà in aranc ncio nella<br />

parte alta del el petto p all lla a fine della mascher erin ina. Il do dor-<br />

so e le ali sara rann nn nno o di un<br />

verde brillante e ed e uniform rme e<br />

mentre r fianchi, , ba basso o ve vent n re e fianchi vverde<br />

sof offu fu fuso<br />

di gia iall llo. o Le e re remi miga gant nti i ne nere re con vessill ll llo o esterno o co c n<br />

soffusione di colore ver er erde de scu cu c ro, le l timoniere cen en-<br />

trali verdi con apice az azzu zu zurr rr rro, o le e ti t mo m ni n ere verd rdi co con n<br />

zona grigio scura alla bas as a e, e zona a ro r ss sso o ruggine e ce c n-<br />

trale seguita da striature re nere verd rd rdi i a tr t e quarti della<br />

lunghezza ed apice azzurro ro ro. . Il I codrion on o e dovrà essere r<br />

co cobalto, il be b cco rosso corallo, o, o la cera bia bianc<br />

n a, occhi h o<br />

4.


5.<br />

bruno scuro con largo anello perioculare di pelle<br />

senza piume di colore bianco, zampe e dita grigio<br />

bluastro terminanti in unghie grigio scure con punta<br />

cornea. Particolare attenzione dovrà essere prestata<br />

alla cromaticità e alle sfumature della mascherina, al<br />

bronzo della testa, al becco che dovrà essere rosso<br />

5. Colore maschera facciale corretta<br />

uniforme me senza screpolature, ben piantato in mezzo<br />

al viso e di forma regolare piuttosto largo alla base e<br />

senza eccedere re iin<br />

n lu l ng nghe he hezz z a.<br />

Tipo strutturale e portamento (20 Punti)<br />

Il soggetto che pres e en ente tere remo mo dov<br />

ovrà rà a ve v re una na p<br />

osizione<br />

ben eretta sul ul u ppos<br />

p os osat atoio, mante te tene ne nendo o un<br />

angolo a 65° e senza schia ia iacc cc ccia ia iars rsi su di esso, la ttes<br />

e ta<br />

larga e fortemente bombata ta sen se<br />

za z ppre<br />

rese se sent ntar are e schi hiac ac a -<br />

ciamenti ai lati (difetto grave e ed e eredi<br />

dita t rio) rotonda<br />

alla sommità che dovrà poggiar are e su un n co coll llo o la larg rgo e<br />

robusto (blocco testa-collo) di ug ugua ua u le mmis<br />

isur ura, a, eevi<br />

v -<br />

tando quei colli esili che tendera rann nno o a cr crea e re curve ve<br />

appariscenti. L’ottimale è un collo che no non n abbia un<br />

distacco superiore ai 2 mm per pa part rte risp spet e to alle<br />

spalle, gli occhi centrali, il petto rotondo, al ali i be b n por-<br />

tate che si uniscono sul codrione senza sovrap appo pors rsi.<br />

<strong>In</strong>somma nell’insieme dovrà avere un atteggiamento<br />

11<br />

Farsi belli per le mostre re<br />

fiero e forte con un aspetto armonioso e robusto usto che<br />

visto di profilo dovrà formare una linea senza gobbe<br />

dalla testa alla coda.<br />

Taglia (15 Punti)<br />

Lo standard del Fischeri prevede una lunghezza di<br />

cm. 14,5, anche se essa è ormai superata dai nostri<br />

esemplari di almeno 0,5 cm. Ciò non va comunque<br />

a discapito della bellezza, in quanto una buona taglia<br />

esalta i colori e rende piacevole l’insieme.<br />

Piumaggio (Punti 15)<br />

Altra voce importante della scala valori è il piumaggio,<br />

che deve essere aderente al corpo con piume che<br />

si sovrappongono in ordine, lucido, completo, pulito<br />

dai colori netti e definiti.<br />

Zampe, unghie e dita (Punti 10)<br />

Le zampe devono essere integre, senza unghie o dita<br />

mancanti che comporteranno dei punti di penalizzazione,<br />

forti e non scagliose e le unghie regolari.<br />

6. Colore maschera troppo giallo<br />

e non degradante<br />

Condizioni Generali (Punti 5)<br />

Un Una vo voce ce s ssu<br />

u cui c’è poco da aggi iungere, una miss in<br />

un ccon<br />

on onco cors rs rso o di bellezza<br />

non si può presentare coi<br />

cape pell lli i in d ddis<br />

isor or o di d ne e llo<br />

st s es esso criteerio<br />

va applicato alle<br />

no n stre “mi miss s ”. QQui<br />

Qui<br />

u nd n i as aspe p tto vivaace,<br />

ordinato, pulito<br />

ed in otti ti tima ma salute. e.


4. I fattori<br />

di iscurimento<br />

SPEC ECIALIZZANDO<br />

Testo e foto<br />

di Gianni Matranga<br />

negli Agapornis<br />

Prima di parlare dettagliatamente dei fattori di<br />

iscurimento, abbiamo bisogno di riportare alcuni<br />

concetti base sui meccanismi di colorazione del piumaggio<br />

degli uccelli ed in particolare dei pappagalli.<br />

La componente biochimica della pigmentazione dei<br />

pappagalli è rappresentata da un grande gruppo di<br />

sostanze pigmentanti, chiamate psittacofulvine,<br />

che agisce direttamente nel follicolo in maturazione e<br />

che non sono presenti nel sangue come invece l’altro<br />

gruppo di pigmenti, i carotenoidi, che contraddi-<br />

stinguono invece la componente pigmentaria biochimica<br />

della stragrande maggioranza degli uccelli.<br />

I colori che le psittacofulvine trasmettono al piumaggio<br />

dei pappagalli sono il rosso, l’arancio nci ed il giallo<br />

con tonalità e sfumature cromatiche he più o mmeno<br />

ac-<br />

centuate e colorazioni intermed edie.<br />

Il meccanismo di azione, le e caratteristiche, e le modalità moda da dalità<br />

di trasmissione al piumaggio dei pappagalli da parte<br />

delle psittacofulvine ne è stato ampi pi p am a ente ill ll llustrato ne n ll’articolo<br />

“I color olori nei pappaga ga galli: le Psit it ittaco cofu fulvin in ine e come<br />

sistema di pigmentazione selettiva” pu pubbli li l ca c to nel<br />

<strong>numero</strong> ero 1 Febbraio Febbr br brai a o 2007 0 di Italia Ornitologica. Ornit it itol ol olog o ica. Ad<br />

esse se si aggiunge aggi g unge un altro al a tro o gruppo di pigmenti pi pigm gm gmenti naturali natu<br />

su s base e bioc o himica: le mela la lani n ne.<br />

Passiamo o ra all’esame me me, , ap appu pu p nto, della a componen- c<br />

te biochimica do dovu vu vuta ta alle<br />

me melanine. e. Dallo studio in<br />

vitro eseg egui ui u to p<br />

per er comprendere<br />

re la formazione della<br />

me m lanina na na, si è potut u o rilevar vare che dalla tiroxina, at-<br />

12<br />

traverso un complicato meccanismo che si chiude<br />

con l’ossidazione enzimatica del composto, si crea un<br />

pigmento di colore rosso che attraverso altre trasformazioni<br />

e polimerizzazioni forma le melanine nelle<br />

loro tonalità classiche.<br />

La sua struttura chimica ancora non è del tutto nota,<br />

ma in natura le melanine sono legate a delle proteine.<br />

Alla luce ed all’infrarosso danno luogo ad assorbimento,<br />

non sono solubili neanche nei grassi al contrario di<br />

carotenoidi e psittacofulvine e possiedono la caratteristica<br />

di non cristallizzare. Hanno forma di granuli più<br />

o meno grandi e si dispongono in maniera concentrata<br />

o diradata, formando così innumerevoli tonalità<br />

di nero e grigio.<br />

Le melanine poi sono suddivise, per quel che ci riguarda,<br />

in eumelanine e feomelanine. Le prime<br />

sono deputate alla formazione di pigmenti neri, bruno<br />

n scuro e tutte le tonalità di grigi.<br />

Le feomelanine feo invece sono caratterizzate da tonalità<br />

più mmorbide<br />

del bruno ed alcune volte associate in<br />

graduazioni g tenui al giallo.<br />

Fin qui, per grandi linee, le componenti biochimiche<br />

del colore del piumaggio dei pappagalli, formato,<br />

appunto, da pigmenti che vengono depositati fondamentalmente<br />

nella cheratina delle piume secondo<br />

uno schema o disegno tipico per ogni specie e regolato<br />

anch’esso da geni che provvedono a localizzarli<br />

con schemi già predefiniti, frutto, naturalmente, del-


l’eredità genetica.<br />

Un’altra componente fondamentale per la determinazione<br />

del colore del piumaggio dei pappagalli è<br />

rappresentata da quello che viene definito colore<br />

fisico o strutturale e che viene conferito in fun-<br />

zione del processo di scissione per assorbimento,<br />

riflessione, rifrazione o deviazione e dispersione della<br />

luce incidente (bianca). Nei pappagalli, ed in quasi<br />

tutti gli uccelli, la formazione di colori nel piumaggio<br />

diversi da quelli fin qui descritti e di natura<br />

pigmentaria (rosso, giallo, arancio,<br />

nero, bruno, grigio ecc.) è imputabile<br />

o alla sola azione fisica della luce o da<br />

essa in associazione ai pigmenti presenti<br />

nelle piume, in maniera da ottenere tutto<br />

il resto delle colorazioni possibili, ivi<br />

comprese le iridescenze caratteristiche<br />

del piumaggio di alcuni uccelli (Pavoni,<br />

paradisee ed altri).<br />

L’azzurro, per esempio, è un colore<br />

ottenuto quasi esclusivamente da un<br />

effetto conosciuto con il nome di diffusione di Tyndall<br />

(per una corretta informazione q<strong>uesto</strong> tipo di “scattering”<br />

è da attribuire al fisico inglese John William<br />

Strutt Rayleigh (1842-1919) che lo studiò estesamente,<br />

mentre fu il fisico Gustav Mie (1868 - 1957) che<br />

lo studiò in maniera rigorosa nel 1908 ( (scattering di<br />

Mie) dettandone formule matematiche precise per la<br />

sua determinazione). <strong>In</strong> termini pratici ed elementari<br />

possiamo esprimere q<strong>uesto</strong> fenomeno come quello<br />

che prevede la deviazione della luce, attraverso l’atmosfera,<br />

di un certo <strong>numero</strong> di gradi ed in particolari<br />

condizioni, determinando un caratteristico azzurro<br />

(l’azzurro del cielo in condizioni di sereno).<br />

Esso, quando si associa o somma al pigmento giallo<br />

presente nelle piume, esprimerà il verde. <strong>In</strong> effetti si<br />

I fattori di iscurimento negli Agapornis<br />

13<br />

verifica che la luce incidente attraversa una specie di<br />

filtro formato dai granuli di pigmenti gialli presenti nel<br />

cortex (corteccia) delle piume e penne, quindi, in realtà<br />

più precisamente, non si somma ma si fonde dando<br />

come risultante il verde. Q<strong>uesto</strong> colore a sua volta<br />

associato al colore di fondo delle melanine sia nere<br />

che brune darà tonalità di verde più o meno scuro a<br />

seconda della loro concentrazione e distribuzione nelle<br />

piume come già meglio precisato in precedenza.<br />

1. Cielo al tramonto<br />

Tutti gli altri colori sono ottenuti attraverso il processo<br />

di sovrapposizione dei pigmenti di base melanica e/o<br />

lipocromica ai colori fisici che, come abbiamo spiegato<br />

in precedenza per i nostri pappagalli, si collocano nella<br />

gamma di emissione del colore Blu.<br />

Eccezione, naturalmente, è il bianco che - generalmente<br />

- è causato dall’assenza totale di pigmenti, assumendo<br />

i connotati di mutazione autosomica recessiva,<br />

oppure può essere ottenuto a causa della capacità che<br />

la struttura del piumaggio possiede di respingere (riflettere)<br />

la luce nella sua totalità (ricorderemo da studi<br />

scolastici che quando un corpo riflette totalmente la<br />

luce, l’occhio umano percepirà solo il bianco, che è<br />

la somma di tutte le lunghezze d’onda che compongono<br />

la luce, mentre percepirà il nero allorquando, al<br />

1.


contrario, le assorbirà tutte).<br />

Prima di andare avanti verso la descrizione dei fattori<br />

di iscurimento abbiamo bisogno di definire meglio il<br />

modello strutturale che permette una contemporanea<br />

deposizione dei pigmenti, unita ad una diversa<br />

deviazione della luce nel piumaggio dei pappagalli. Ci<br />

tufferemo brevemente, pertanto, nella comprensione<br />

delle strutture del piumaggio.<br />

La natura per consentire ai colori della luce di manifestarsi<br />

ha messo a disposizione degli uccelli un meccanismo<br />

molto semplice che è basato sul modello di deviazione<br />

della luce quando questa passa attraverso<br />

un prisma. Gli strumenti che essa utilizza si chiamano<br />

vacuoli o granuli e sono dei cilindretti od altre forme<br />

simili, pieni di aria che si trovano principalmente nelle<br />

barbe ma anche nelle barbole e nel rachide. Essi in<br />

base alla loro forma e disposizione deviano la luce e<br />

fanno passare solo una lunghezza d’onda che si traduce<br />

in un determinato colore.<br />

È chiaro, a q<strong>uesto</strong> punto, che qualunque modificazione<br />

sia di tipo strutturale che biochimico o di entrambe,<br />

2.<br />

2. Granuli di una barba visti al microscopio<br />

ingranditi circa mille volte<br />

che si discosta dal tipo o modello o forma ancestrale<br />

(wilde type) attraverso un repentino cambiamento,<br />

conduce immancabilmente a quella che si definisce<br />

genericamente mutazione rispetto al tipo selvaggio a<br />

14<br />

patto che, chiaramente, vi sia una formazione di almeno<br />

un nuovo gene capace di ingenerare q<strong>uesto</strong><br />

cambiamento.<br />

Orbene, la mutazione che subiscono i nostri <strong>In</strong>separabili<br />

a causa dei fattori di iscurimento è di tipo strutturale<br />

ed anche biochimico a carico, quest’ultimo, delle melanine.<br />

A tal proposito è significativo sottolineare che:<br />

Il colore delle melanine dipende fortemente dalle<br />

dimensioni delle particelle che costituiscono i granuli<br />

di pigmento Il colore è tanto più scuro quanto più<br />

grandi sono i granuli di pigmento.<br />

Pertanto, possiamo affermare che l’iscurimento del<br />

colore delle piume degli <strong>In</strong>separabili è da ascrivere<br />

ad una differente deviazione della luce verso una lunghezza<br />

d’onda sempre più per il blu e ad una concomitante<br />

maggiore concentrazione melanica di fondo<br />

causata da un abile sfruttamento delle dimensioni delle<br />

particelle, dal loro modo di distribuirsi ed aggregarsi<br />

nelle strutture anatomiche deputate ad ospitarle (piume,<br />

tessuto ecc.).<br />

A proposito della struttura fisica del piumaggio è opportuno<br />

ricordare che è sottoposta al fenomeno della<br />

multifattorialità, cioè che vede coinvolti per la sua formazione<br />

più geni .<br />

La melanina presente in mutazioni che riguardano<br />

invece i lipocromi di uno stesso tipo di soggetto sembrerebbe<br />

risultare percentualmente costante.<br />

Certo, all’interno di una popolazione o ceppo di <strong>In</strong>separabili<br />

troveremo dei soggetti più melanizzati di altri<br />

a causa del tasso di variabilità che il fenomeno imprime.<br />

Agli estremi di q<strong>uesto</strong> range, comunque, avremo<br />

individui che presenteranno fenotipicamente livree<br />

differenti, ma la media sarà certamente costante nella<br />

tipicità dell’espressione cromatica totale. È sicuramente<br />

compito dell’allevatore, a q<strong>uesto</strong> punto, scegliere i<br />

soggetti più tipici e rispondenti agli standard espositivi<br />

richiesti, adottando tutti quei criteri selettivi atti ad


avere dei soggetti più omogenei e simili fra loro per<br />

quella caratteristica (espressione cromatica omogenea<br />

e costante).<br />

Nella grande famiglia degli <strong>In</strong>separabili, nel tempo, si<br />

sono verificate tre mutazioni ascrivibili ai cosiddetti fattori<br />

di iscurimento ai quali sono stati attribuiti i seguenti<br />

nomi:<br />

Verde scuro o giada a e oliva<br />

Cobalto e malva<br />

Il Viola, che è l’ultimo arrivato fra le<br />

3. Dorso, codrione<br />

e timoniere di Roseicollis<br />

verde scuro<br />

mutazioni che non prevedono mutazioni<br />

a carico delle melanine, sarebbe<br />

opportuno, a mio parere, inserirlo<br />

pure fra i fattori di iscurimento, in quanto<br />

la ulteriore variazione dell’angolo di<br />

uscita della luce deviata verso il colore<br />

viola dello spettro da parte delle strutture<br />

delle penne, scurisce il l mant mantello<br />

interessato da q<strong>uesto</strong> feno nomeno.<br />

Il colore verde, come me abbiamo visto in prece precedenza, è<br />

ottenuto mediante nte la interazione fra il pi pigmento<br />

t ggiallo<br />

di natura biochimica ochimica ed il colore azzu azzurro zu zurro ottenu ottenuto n to per<br />

rifrazione ne della luce.<br />

Il Verde scuro r è quindi una mu m ta tazi z one e che procura<br />

una ddeviazion<br />

o e della luce i iin<br />

n ma m niera differente<br />

rispetto a quella che compon on one e il Ve Verde, ovvero verr-<br />

so s il blu, il quale e sommat at ato perciò al pigmento gi gialloconferis<br />

is isce una na col ol olor or orazione più scura, che, rim rimanen-<br />

do inalterat at ate le altre zone e di elezione (fro fronte, occhio,<br />

za zamp mp mpe, e, rremigan<br />

an anti ti ti), ), si i ma manifesta caratt ratterizzato da una<br />

I fattori di iscurimento negli Agapornis<br />

15<br />

tonalità di verde più cupa di quello del mantello della<br />

forma “ancestrale”, con la partecipazione più evidente<br />

delle melanine che risulterebbero essere granulometricamente<br />

di dimensioni maggiori e facendo risultare,<br />

quindi, meno brillante ma più profondo il verde<br />

del mantello, che per contrasto, e solo per q<strong>uesto</strong>, fa<br />

risultare più brillante il rosso della maschera.<br />

La mutazione Oliva agisce, con analogo meccanismo,<br />

sulla struttura delle piume, con una differente<br />

disposizione ed orientamento dei granuli che deviano<br />

- in maniera ancora diversa e in minore quantità<br />

rispetto al verde scuro - la luce blu, con il risultato<br />

che il colore del mantello, escluse sempre le zone di<br />

elezio ezione gia descritte per il verde scuro, risulta avere<br />

una na ttonalità<br />

ancora più cupa rispetto al precedente.<br />

Il I tipo di verde è differente dalle tonalità precedenti<br />

a causa del minor apporto della componente fisica<br />

del blu che causa una più evidente emersione del<br />

pigmento giallo il quale fondendosi con la melanina<br />

di fondo fa risultare il colore complessivo verde giallo<br />

oliva.<br />

3.


4.<br />

4A. Ala di Roseicollis verde scuro 4B. Ala di Roseicollis Oliva<br />

I fattori di iscurimento esaltano i colori e le tonalità di-<br />

verse dal verde, che sono localizzate in parti differenti<br />

del corpo: così in un Roseicollis oliva la maschera,<br />

per contrasto con il fondo scuro, sembrerà stagliarsi<br />

più brillante e nitida rispetto al Roseicollis verde, nel<br />

Fischeri oliva l’arancio sembrerà più carico e così<br />

via. Il comportamento genetico di queste mutazioni<br />

è semidominante, cioè viene ereditato indifferentemente<br />

da uno dei due genitori.<br />

Quando manca il pigmento giallo passa solo il colore<br />

azzurro a seguito della deviazione one della luce luc u e da d parte p<br />

dei vacuoli o granuli presenti enti nella struttu struttura tu tura della piuma,<br />

determinando di conseguenza co la mutazione blu l .<br />

Per quanto riguarda da i Roseicollis della d serie i dei blu, la<br />

mutazione che he subiscono li porta ad el elim imin in inar ar are e una a<br />

gran parte e del d pigmento gi g allo mentre e lo elimi m na del<br />

tutto per pe gli altri i co come i Fi F scheri, Personat a us u , Ni N grigenis<br />

e Li Lilianae. Il meccanis is ismo è identico, l’e ’e ’ ff f et e to fenotip otipi-<br />

co c diver e so in<br />

quanto nei pri ri r mi m non si i ma m nifeste sterà mai<br />

completa ta tamente puro ro ro, ma m s ssem<br />

em empre inquina inato da una<br />

percentual a e mi ni nima i ma di<br />

psittaco co c fulvine ne gialle che nei<br />

Roseicollis s fa facc cc ccia ia b bbianca<br />

raggiunge e circa il 20%.<br />

I fattori di iiscur<br />

u imento, infatti, i, senza l’interferenza del<br />

16<br />

pigmento giallo, si manifestano solo attraverso i colori<br />

strutturali ottenuti dalla deviazione della luce verso il<br />

blu, con gli stessi meccanismi validi per i verdi, che, in<br />

associazione alle melanine, conferisce dei colori che<br />

identificano la serie blu dei Roseicollis e che vengono<br />

chiamati Cobalto per il primo fattore di iscurimennto<br />

che ha queste caratteristiche: dorso, nuca ed ali di<br />

colore blu petrolio con velatura nera, basso petto, ven-<br />

tre e fianchi blu petrolio velato di verde, remiganti nere<br />

con vessillo blu scuro nerastro bordato di blu avorio,<br />

spallina avorio bluastro, timoniere centrali (2) verdi blu<br />

scuro; timoniere laterali (10) verdi blu scuro con zona<br />

centrale c avorio rosa sporco che si restringe gradualmen-<br />

te dall’esterno dal all’interno, banda nera a tre quarti della<br />

lunghe ghezza, apice blu verde cobalto.<br />

Dorso Do ed ali cobalto uniforme, basso petto ventre e fian-<br />

chi cobalto, remiganti nere con vessillo esterno cobalto<br />

scuro, timoniere centrali (2) cobalto, timoniere laterali<br />

(10) cobalto con zona bianca centrale e fascia nera a<br />

tre quarti della lunghezza, apice cobalto, codrione cobalto<br />

viola per i Personatus, Fischer, Nigrigenis e Lilianae<br />

che rappresentano i tipi con gli “occhi cerchiati” (anello<br />

perioculare di pelle nuda bianca).


5.<br />

Quando appare una nuova mutazione in un tipo, la<br />

si può trasmettere per trasmutazione genetica interspecifica<br />

(accoppiamenti fra due soggetti di due specie<br />

diverse) e, quindi, per esempio, la mutazione blu verificatasi<br />

per prima sui Personatus è stata traslata successivamente<br />

agli altri tre appartenenti a specie del<br />

gruppo degli “occhi cerchiati”.<br />

Il Malva invece rappresenta il secondo fattore di<br />

iscurimento e si manifesta con: dorso, nuca ed ali di<br />

colore grigio scuro con sfumatura bluastra, basso petto,<br />

ventre e fianchi grigio con leggera sfumatura verde oliva,<br />

remiganti nere con vessillo grigio malva bordato di blu<br />

6.<br />

17<br />

5. Dorso di Personatus cobalto<br />

6. Dorso di Fischer malva<br />

pastello, timoniere centrali (2) grigio scure; timoniere<br />

laterali (10) grigio scure con zona centrale rosa che si<br />

restringe gradualmente dall’esterno all’interno, banda<br />

nera a tre quarti della lunghezza, apice grigio malva,<br />

codrione grigio scuro malva, per quanto riguarda i Roseicollis.<br />

Dorso ed ali grigio malva scuro, basso petto ventre e<br />

fianchi malva soffuso di grigio, remiganti nere, timoniere<br />

centrali (2) nere, timoniere laterali (10) nere con zona<br />

bianca centrale e fascia nera a tre quarti della lunghezza,<br />

apice cobalto, codrione grigio viola per quanto attiene<br />

ai Personatus, Fischer, Nigrigenis e Lilianae.<br />

7. 8.<br />

7. Ala Fischeri cobalto 8. Ala Fischeri malva<br />

Non sono state descritte, nè prese in considerazione<br />

altri parti topo-anatomiche e strutturali perché sono<br />

zone che presentano differenziazioni cromo-normo-<br />

I fattori di iscurimento negli Agapornis<br />

morfologiche sostanziali fra specie e specie, mentre<br />

quelle descritte sono pressoché comuni a tutti.<br />

Per far meglio comprendere, comunque, cosa suc-


9.<br />

cede nel meccanismo di azione del colore fisico,<br />

proveremo a render più comprensibile quanto fin qui<br />

descritto, utilizzando dei grafici che ci rendono più<br />

immediato il concetto di deviazione della luce.<br />

Il problema è noto anche a livello scolastico e riguarda<br />

lo spettro della luce.<br />

Consideriamo un fascio di luce bianca che colpisce un<br />

prisma di vetro in un dato punto; otterremo una scissione<br />

della stessa nei colori fondamentali dell’arcobaleno<br />

con un angolo di uscita deviato rispetto a quello<br />

incidente diverso a seconda dei colori. Se idealmente<br />

al posto del prisma avessimo il vacuolo o granulo<br />

Un raggio di luce che incontra una lente a forma di prisma<br />

viene deviato e forma un fascio di colori come nella foto<br />

presente nella parte interna della struttura delle barbe<br />

e barbule delle penne e piume, otterremmo gli<br />

stessi risultati, tenendo presente che queste strutture<br />

lasciano passare soltanto l’azzurro mentre tutti gli altri<br />

colori vengono assorbiti.<br />

Se, per sopraggiunta mutazione, varia la forma, disposizione<br />

e distribuzione dei vacuoli allora anche<br />

l’angolo di uscita varierà andando a selezionare una<br />

porzione che esprime una tonalità di blu più scura o<br />

più chiara in funzione dei casi.<br />

Nella figura di destra, per esempio, se la lunghezza<br />

d’onda passante (quella cui è stato permesso di passare<br />

dai vacuoli), si sposta da a ad a’ ecco che avre-<br />

mo una colorazione Cobalto e così via per gli altri.<br />

18<br />

Abbiamo lasciato per ultimo il Viola, o da noi definito<br />

anche terzo fattore di iscurimento, non solo perché<br />

cronologicamente è stato l’ultimo a presentarsi, ma<br />

soprattutto perché esso ha un comportamento genetico<br />

diverso ed a mio parere è il più spettacolare,<br />

ma anche il più difficile in riferimento alla sua selezione<br />

in tipicità.<br />

Il Viola si comporta come fattore non dominante<br />

come i precedenti e pertanto è da annoverare fra le<br />

mutazioni semidominanti, indicate da molti anche con<br />

il termine di codominante. Io ritengo più opportuno<br />

ed aderente utilizzare, perché appunto più adeguato<br />

e di immediata comprensione, il termine codominan-<br />

te, nel senso che, quando si manifesta, lo fa sempre<br />

in associazione ad altri. Pertanto connoteremo questa<br />

mutazione come codominante addizionale.<br />

Per q<strong>uesto</strong> motivo seguirà, come meccanismo di<br />

azione, quello che, comunque, avrebbero trasmes-<br />

so, attraverso l’accoppiamento naturale, i genitori in<br />

possesso di uno dei fattori già descritti compreso il<br />

verde ed il blu con la sovrapposizione, aggiunta del<br />

fattore Viola.<br />

<strong>In</strong> pratica, geneticamente, non avremo mai un Viola,<br />

ma avremo q<strong>uesto</strong> fattore sempre e comunque in<br />

associazione con gli altri.<br />

Pertanto avremo il Verde Viola, Verde Scuro Viola,


Oliva Viola, Blu Viola, ola, Cobalto Viola, Malva Viol Viola tutti<br />

SF (Singolo Fattore) ttore) cioè che uno solo dei g ggen<br />

genitori en enit itor or ori hha<br />

trasmesso o il fattore Viola.<br />

Se, di co contro, entrambi i genitori man a ifestano la mu m -<br />

tazio zione Viola o uno dei due la manifes e ta già in fa fatt t ore<br />

doppio, otterrem emo dei figli che avranno no il DF D (Dop-<br />

pio Fattore) che si sommerà cioè in “d “dose doppia”<br />

associat at ata a semp m re ai tipi gia i evidenzia ia iati.<br />

Il concetto c o di d codominanza, già à de descritto, spero che<br />

sia stato abba ba bastanza za compren<br />

en ensibile com o e risultato fi-<br />

nale in conseg e uenza degl gl gli ac acco co copp p iame m nti.<br />

Il suo mecca ca c nismo d’ d’azio io ione è sicuramente anch’esso o<br />

abbastanza z com ompr pr pren ensibile, tenendo presente semp mpre<br />

la figur ur u a ch che e ev evid id iden e ziava la diversa deviazione e del d rag-<br />

gi gio di l lluce<br />

blu; solo ch che, in questa occasio asione, la lun-<br />

gh ghezza d dd’onda<br />

si spo po post st ster e à ancora verso rso una posizione<br />

a’ a ’ e, e come è ben evidente in figu figura, con questa lun-<br />

I fattori di iscurimento negli Agapornis<br />

19<br />

ghezza d’onda, verrà manifestato il viola (il solo che<br />

passa mentre gli tutti altri vengono assorbiti).<br />

Quindi, in definitiva, q<strong>uesto</strong> tipo di mutazione si som-<br />

ma per p effetto cromatico con le colorazioni base ed<br />

è eviden dente a q<strong>uesto</strong> punto che possiede, a livello<br />

strutturale delle de piume, due comportamenti rifrat-<br />

tivi diversi che mmescolandosi<br />

fra loro formano quel<br />

meraviglioso o effetto e Viola che è massimo nei soggetti<br />

Cobalto o cche<br />

lo esprimono in maniera spettacolare.<br />

Tutti tti i<br />

fattori d’iscurimento, compreso il Viola, si tra-<br />

smettono s alla prole con i meccanismi della domi-<br />

nanza incompleta o non dominanza o più comune-<br />

mente definita semidominanza, anche se per il Viola<br />

ci sembra più aderente esprimere il termine di codominanza.<br />

Tutti i soggetti che non manifestano<br />

tali mutazioni non possono esserne portatori, o li<br />

esprimono fenotipicamente, quindi, oppure no.<br />

10.<br />

Personatus cobalto<br />

viola S.F.


ESEMPI DI ACCOPPIAMENTI<br />

Vogliamo fare ora alcuni esempi pratici di accoppiamenti tenendo presente che è totalmente indifferente il sesso<br />

dei genitori per avere quei risultati: insomma se la mutazione è a carico del maschio o della femmina poco<br />

conta, i risultati saranno gli stessi.<br />

Maschio o Femmina Femmina o Maschio Figli<br />

Verde Verde Verdi<br />

Verde Verde scuro Verdi+Verdi scuro<br />

Verde Oliva Verdi scuro<br />

Verde scuro Verde scuro Verdi+Verdi scuro+Oliva<br />

Verde scuro Oliva Verdi scuro+Oliva<br />

Oliva Oliva Oliva<br />

Se accoppieremo soggetti appartenenti alla serie dei Blu basterà sostituire il Blu al Verde, il Cobalto al Verde Scuro ed il<br />

Malva all’Oliva i risultati saranno identici.<br />

Passiamo ora ad alcuni esempi di accoppiamenti con il fattore Viola utilizzando stavolta la serie dei Blu tenendo<br />

presente sempre che il sesso non interferisce.<br />

Maschio o Femmina Femmina o Maschio Figli<br />

Blu Blu Viola SF Blu + Blu Viola SF<br />

Blu Cobalto Viola SF Blu + Blu Viola SF + Cobalto<br />

+ Cobalto Viola SF<br />

Blu Malva Viola SF Cobalto + Cobalto Viola SF<br />

Cobalto Cobalto Viola SF Blu + Blu Viola SF + Cobalto<br />

+ Cobalto Viola SF + Malva<br />

+ Malva Viola SF<br />

Cobalto Malva Viola SF Cobalto + Cobalto Viola SF<br />

+ Malva + Malva Viola SF<br />

Malva Malva Viola SF Malva + Malva Viola SF<br />

Questa tabella rappresenta tutti gli accoppiamenti possibili contraddistinti dal Singolo Fattore (SF), faremo di<br />

seguito un solo esempio che riguarda il Doppio Fattore Viola, tutti gli altri sono deduttivi applicando le altre<br />

tabelle.<br />

Maschi Femmine Figli<br />

Blu Viola SF Malva Viola SF Cobalto + Cobalto Viola SF +<br />

Cobalto Viola DF<br />

20


Naturalmente, basterà sostituire, anche a queste ul-<br />

time tabelle, il Blu, Cobalto e Malva rispettivamente<br />

con il Verde, Verde Scuro ed Oliva ed otterremo<br />

così tutte le possibili combinazioni.<br />

Da precisare ancora che i fattori di iscurimento possono<br />

essere trasferiti a qualsiasi mutazione fin qui<br />

manifestatasi, ma che nei Lutino ed Albino, per motivazioni<br />

che appaiono oltremodo semplici e deduttive<br />

e riconducibili alle caratteristiche delle mutazioni,<br />

non possono apparire fenotipicamente, ma risultano<br />

nascoste nel genotipo.<br />

Il fattore Viola male si sposa con le tonalità della serie<br />

dei Verdi dove apparirà con dei riflessi violacei più o<br />

meno marcati, evidenziandosi di fatto esclusivamente<br />

nel codrione, infatti è poco apprezzato e selezionato<br />

e non è previsto, fra l’altro, a livello espositivo.<br />

È nella serie dei blu che dimostra la sua bellezza ed<br />

in particolare esso risalta nei Personatus e Fischeri<br />

e recentemente anche nei Nigrigenis mentre nei<br />

Lilianae, a mio parere ancora non ha raggiunto o gli<br />

stessi risultati, in quanto questi ultimi risentono no ancora<br />

molto il recente trasferimento per tras rasmutazione<br />

interspecies con i Fischeri, in quant anto la mutazione e<br />

Viola, per prima manifestatasi nei ne Personatus, è stata<br />

traslata per prima ai Fischeri e succe ccessivamente te t aagl<br />

gl g i<br />

altri.<br />

Nei Roseicollis viene selezionato nella variet età Avorio<br />

ed Avorio Faccia Bianca ed in quest’ultima rispe spetto<br />

alla prima, nella mutazione Cobalto, assume tonalità ità<br />

abbastanza apprezzabili, ma a causa della presenza,<br />

anche se minima, dei pigmenti gialli il Viola non si<br />

I fattori di iscurimento negli Agapornis<br />

21<br />

esprime appieno assumendo una colorazione viola<br />

petrolio con venature di verde che comunque riesce<br />

sempre ad essere abbastanza gradevole in soggetti<br />

molto tipici.<br />

Per quanto riguarda i Roseicollis Avorio ed Avorio<br />

Faccia Bianca è sempre consigliato procedere ad accoppiamenti<br />

all’interno della stessa varietà; gli Avorio<br />

con gli Avorio, gli Avorio Faccia Bianca con gli Avorio<br />

Faccia Bianca per non perdere la tipicità peculiare.<br />

Per selezionare il miglior Viola occorre sempre partire<br />

da soggetti la cui tipicità arrivi a manifestare un<br />

bianco puro nelle zone di elezione di q<strong>uesto</strong> colore<br />

e con stacchi netti senza inquinamenti di altre tonalità<br />

con i colori circostanti.<br />

Come già detto in precedenza, il Viola raggiunge, a<br />

mio parere, re, la<br />

sua manifestazione più spettacolare<br />

nella mutazione Co Cobalto. Il Blu Viola invece si può<br />

spesso so cconfondere<br />

confondere co con un cattivo Cobalto ed il<br />

Bl Blu Viola DF con un Cobalt balto, mentre il Malva Viola<br />

spesso si confonde con il Malva va stesso perché il nero<br />

delle melanine riesce a sopraffare l’esiguo l’e contributo<br />

del Viola. a Sul doppi pi p o fattore Viola viste e lle<br />

difficoltà di<br />

ricono noscimento è mater e ia che lascerei ai più<br />

esperti<br />

es e send nd ndo o pera ra r ltro estrema ma mamente difficoltoso de descri-<br />

verlo a paro ro r le. Comunque va segnalato che il doppio<br />

pio<br />

fa f ttor o e Vi V ola assume tonalità del viol ol o a più marcate,<br />

pi più ù cu c pe e profonde e quindi più iù omogenee come<br />

distri ri ribu b zi z on o e cromatica su sul tutt tt tto il corpo rispe pe p tto al a<br />

singolo o fa f tt t ore. Da un punto p di vista espositivo v è in-<br />

tuibile ch che un bbuo<br />

u n DF V VViola<br />

V pos o sa avere più chan-<br />

ges es ddi<br />

vittoria rispet et etto to t ad<br />

un b<br />

buo uo u n Vi V ol o a SF.<br />

Gli argomenti di q<strong>uesto</strong> articolo sono tratti dal libro “I colori degli <strong>In</strong>separabili bili” di G. Matranga. Sono vietate te lle<br />

e<br />

riproduzioni anche parziali di foto e di argomenti trattati senza il consenso scritto dell’autore. de e.


5. RU ICA<br />

<strong>In</strong> All ento<br />

Testo e foto<br />

di Cristiano Disint<br />

La mia passione<br />

per l’inseparabile<br />

dalle guance Nere<br />

La mia passione ornitologica inizia nel 1996,<br />

con l’arrivo di due coppie di ondulati inglesi.<br />

Con il passare del tempo diverse specie di<br />

pappagallini sono arrivate nel mio allevamento.<br />

Dopo le prime stagioni riproduttive, ho capito<br />

che, oltre ad esser un hobby, allevare questi<br />

animali era diventata una vera passione. Anni<br />

dopo, ho deciso di iniziare a dedicarmi ad un’<br />

unica specie: gli Agapornis nigrigenis. Questa<br />

scelta è dovuta alla loro tranquillità, al loro<br />

modo di essere non aggressivi e poco “chiassosi”.<br />

Ho iniziato con due coppie di ancestrali<br />

per arrivare oggi con venti coppie di verdi e<br />

venti di varie mutazioni<br />

(blu, cobalto,<br />

malva, viola, lutino,<br />

soffuso, pastello,<br />

pezzato, slaty e<br />

misty). Come la<br />

maggior parte dei<br />

novizi in q<strong>uesto</strong><br />

settore, ho trovato<br />

tanta difficoltà, in<br />

quanto nella mia<br />

zona ero uno dei<br />

pochi ad allevare<br />

22<br />

Agapornis e quindi, da buon autodidatta, ho<br />

appreso le nozioni solamente da libri e riviste.<br />

Anche per questa ragione sono molto disponibile<br />

con chi mi contatta per chiedermi informazioni<br />

e delucidazioni su queste “bestiole”. Con<br />

internet si possono, comunque, trovare molte<br />

delle informazioni che servono per allevare e<br />

per soddisfare ogni curiosità. Per l’alloggiamento<br />

dei miei nigrigenis non ho un tradizionale<br />

locale in muratura chiuso e vengono tenuti<br />

durante tutto l’anno all’esterno in grosse voliere<br />

spaziose con tetto isolante, riparate con<br />

nylon durante i mesi più rigidi e fornite di luce<br />

1. A. nigrigenis ancestrale<br />

1.


RUBRICA IN ALLEVAMENTO<br />

2. A. nigrigenis diluito blu<br />

artificiale per soddisfare al meglio il fabbisogno<br />

giornaliero. Per l’alimentazione non ho ricette<br />

speciali: somministro una tradizionale miscela<br />

di semi (priva di girasole) tutto l’anno, con l’aggiunta<br />

di verdura e tanta frutta fresca, pastoncino<br />

solo durante la riproduzione, la spiga di<br />

panico non manca mai.<br />

Non faccio uso di prodotti per la preparazione<br />

alle cove, in quanto per esperienza ritengo<br />

23<br />

2.<br />

che, se alimentati correttamente<br />

e forniti di luce<br />

solare, non hanno bisogno<br />

di nessun altro tipo di aiuto.<br />

Durante tutto l’anno somministro<br />

settimanalmente<br />

spicchi di aglio (per la sua<br />

caratteristica di naturale<br />

prevenzione contro infezioni<br />

del sangue e vermi vari)<br />

e rametti di salice (il salice<br />

viene usato anche in campo<br />

farmaceutico per la produ-<br />

zione di acido acetilsalicilico<br />

= aspirina).<br />

Ogni giorno dedico almeno<br />

un’ora al mio allevamento,<br />

per poi…esagerare nel fine<br />

settimana. Prevalentemente<br />

allevo in colonia. La voliera<br />

in cui avviene la riprodu-<br />

zione deve essere molto<br />

grande e non sovrappopo-<br />

lata, non vi devono essere<br />

soggetti spaiati: ogni maschio deve avere la sua<br />

femmina; il <strong>numero</strong> dei nidi, da collocare nella<br />

parte alta dell’ aviario deve essere superiore<br />

a quello delle femmine per lasciare a loro la<br />

scelta.<br />

Ho potuto riscontrare con l’esperienza che i<br />

nigrigenis allevati in colonia si stimolano a vicenda<br />

sia per la preparazione del nido, sia<br />

per l’accoppiamento, rendendo al massimo i<br />

risultati. Requisito fondamentale dei soggetti


La mia passione per l’inseparabile dalle guance nere<br />

destinati alla riproduzione è il perfetto stato di<br />

salute: piumaggio folto, brillante e composto,<br />

occhi vivi, comportamento vivace, unghie e<br />

becco non eccessivamente sviluppati in punta.<br />

Di essenziale importanza è anche l’ età dei<br />

riproduttori, che devono aver raggiunto la<br />

maturità sessuale (io non li accoppio prima<br />

dei due anni di vita). Normalmente il <strong>numero</strong><br />

delle covate annuali non è mai superiore a tre.<br />

I novelli al compimento del 60° giorno di vita<br />

li separo dai loro genitori per posizionarli in<br />

grosse voliere adatte alla crescita. La selezione<br />

dei soggetti da portare in esposizione avviene<br />

gradualmente, in sessioni di valutazione, per<br />

24<br />

non incorrere a spiacevoli errori. Qualche<br />

settimana prima della mostra faccio prendere<br />

confidenza con la gabbietta da competizione,<br />

non lasciandoli più di due giorni al suo interno<br />

per non metterli in particolari condizioni di<br />

stress.<br />

Per quanto riguarda la buona riuscita dell’allevamento<br />

bisogna dedicarsi con molta passione<br />

e pazienza, senza avere la pretesa di ottenere<br />

risultati a breve termine, senza avvilirsi o sco-<br />

raggiarsi nelle situazioni critiche e delicate che<br />

caratterizzano q<strong>uesto</strong> mondo e soprattutto<br />

con l’umiltà di chiedere e di accettare i validi<br />

consigli di amici allevatori esperti.<br />

3. A sx. A. nigrigenis Pastell<strong>In</strong>o, a dx giovane A. nigrigenis Misty verde SF<br />

3.


6.<br />

L’ Antibiotico - resistenza<br />

nei Pappagalli<br />

Dott. MARCO BEDIN, Medico Veterinario<br />

25<br />

L’ANGOLO DEL VETERINARIO<br />

CLINICA VETERINARIA EUGANEA<br />

Via Tiziano, 6 – 35043 Monselice (PD) – Italy - Tel. 0429 789809 – Cell. 338 4009259<br />

dott.bedin@libero.it – www.clinicaveterinariaeuganea.it<br />

importanza della malattie infettive di origine<br />

L’ batterica come causa di malattia e di morte<br />

bile eseguire, se indicato, delle terapie antibiotiche.<br />

Nell’ultimo decennio si sta diffondendo in avicoltura<br />

negli uccelli é ben nota sia all’allevatore che al me- l’abitudine di eseguire delle “terapie preventive<br />

dico veterinario. I batteri spesso chiamati in causa fai da te” prima dei momenti critici come la ripro-<br />

come possibile fonte di malattia sono molte volte duzione e la muta, al fine di evitare di incappare<br />

dei batteri gram negativi, piuttosto che gram positivi in infezioni di tipo batterico e anche fungino sulla<br />

(la colorazione di gram permette di suddividere i base di precedenti terapie andate a buon fine nello<br />

batteri in due grosse categorie a seconda dell’affi- stesso allevamento o in quello di un amico.<br />

nità tintoriale nei confronti del colorante di gram). <strong>In</strong>dipendentemente dal fatto che i batteri possono<br />

Dagli uccelli possono essere isolati diversi batteri, essere differenti e rispondere in modo diverso alla<br />

sia in quelli in buono stato di salute che in soggetti somministrazione dello stesso farmaco, il reale pro-<br />

ammalati. Questi batteri possono diventare patoblema che vuole essere l’argomento del presente<br />

geni (ovvero in grado di dare malattia) quando, breve articolo, è l’antibiotico resistenza. Questa è<br />

per diverse cause, variano le condizioni dello stato la capacità dei batteri di adeguarsi all’ambiente in cui<br />

immunitario dell’ospite (stress, carenze nutrizionali, vivono in presenza di una sostanza nociva, in que-<br />

altre malattie concomitanti).<br />

sto caso rappresentata dall’antibiotico (anti bios =<br />

Per q<strong>uesto</strong> motivo diventa importante una corret- contro la vita). Essi infatti possono non solo diventa<br />

alimentazione, gestione sanitaria e non ultimi i tare indifferenti all’antibiotico, ma anche diventare<br />

periodici controlli sanitari dei soggetti presenti in in grado di sfruttarlo per il metabolism smo o de dell ll lla a ce c llula<br />

allevamento. Questi controlli permettono al ve- stessa e quindi di cresc sc scere e moltipli lica cars rsi. i.<br />

terinario dell’allevamento e all’allevatore stesso di Tutto ciò per far r co c mp mpre re rendere al llet<br />

etto tore re cche<br />

h le<br />

conoscere quali possano essere i batteri presenti e terapie antibiot ot otiche devon on ono o as a so s lutame m nte<br />

quale la loro diffusione. I controlli eseguiti in perio- essere eseguit ite e qu q al a ora a si s a re real al a me ment nte e nedi<br />

“critici” quali l’inizio della stagione riproduttiva e cessario, sulla a base di un eesa<br />

esame<br />

me bbat<br />

at a te teri riol ol olog o ic ico o e<br />

durante l’allevamento dei piccoli rendono possibile del relativo antib ib ibiogr gramma ma m , ma sop op o ra ratt ttut utto to ssu<br />

u con-<br />

la prevenzione delle patologie infettive, siano esse siglio di un medic ic ico veterina na n rio.<br />

di origine batterica o fungina. Solo sulla base dei<br />

batteri isolati e del relativo antibiogramma è possi-<br />

Ma vediamo di cosa si trat at a ta. L’esam ame ba b tt t erio iologi-<br />

co è un esame eseg eg egui ui uito to a par pa<br />

tire da a un u cam am ampi p on one e


L’ANGOLO DEL VETERINARIO<br />

biologico sia esso un tampone del gozzo, della cloa-<br />

ca o delle coane, il follicolo di una piuma o di una<br />

lesione cutanea, un uovo non schiuso, un pulcino<br />

morto nell’uovo o una parte anatomica in corso di<br />

autopsia, ecc… che viene prelevato in modo sterile<br />

(ovvero privo di contaminazioni). Q<strong>uesto</strong> tampone<br />

viene poi seminato su di un terreno di coltura<br />

(un mezzo nel quale possono crescere determinati<br />

batteri) e messo in incubazione a 37°C per diverse<br />

ore. Nel caso in cui siamo effettivamente di fronte<br />

ad una contaminazione batterica, in q<strong>uesto</strong> terreno<br />

cresceranno delle colonie batteriche (ammassi di<br />

batteri che differiscono tra di loro per forma, colore,<br />

dimensioni e superficie) che verranno poi tipizzate<br />

mediante osservazione su di un vetrino previa<br />

colorazione di gram e conseguente impiego di un<br />

metodo di identificazione del batterio (esistono in<br />

commercio differenti tipi di sistemi di identificazione<br />

commerciale dei batteri). A q<strong>uesto</strong> punto saremo in<br />

grado di dire “nome e cognome” del batterio che<br />

causa l’infezione, es. Escherichia coli.<br />

Successivamente parte delle colonie cresciute nel<br />

terreno di coltura vengono trasferite in un brodo<br />

per essere arricchite e da qui seminate in un altro<br />

terreno di coltura. <strong>In</strong> q<strong>uesto</strong> nuovo terreno però,<br />

saranno disposti dei dischetti imbevuti di antibiotico<br />

(tanti dischetti per quanti tipi di antibiotico desideriamo<br />

testare il determinato batterio). Senza entrare<br />

nel dettaglio, possiamo dire che non vi sarà nessuna<br />

crescita batterica (con formazione di un alone) at-<br />

torno ai dischetti a cui quel<br />

determinato batterio è<br />

sensib ibil ile, e, m mmentre<br />

attorno ai dischetti d a cui il batterio<br />

è resi si sist st sten en ente te t vi sarà una normale<br />

crescita di batteri<br />

(s ( enza z qui ui u nd ndi la ffor<br />

or orma ma mazi z one di d un alone).<br />

Qu Q es esta ta t rrap<br />

ap a pr p es e enta l’unnica<br />

metodica sicura<br />

ed effic i ac ace pe per eseguiree<br />

una terapia anti-<br />

26<br />

biotica senza arrecare danno all’animale e<br />

all’allevamento stesso. L’uso infatti, di un anti-<br />

biotico non testato può rivelarsi inutile dal punto<br />

di vista terapeutico, ma soprattutto costoso per<br />

l’allevatore (sia per la spesa del farmaco che per la<br />

perdita dei soggetti). L’antibiotico resistenza è deter-<br />

minata non solo dalla somministrazione di antibiotici<br />

per un periodo di tempo troppo breve rispetto alle<br />

reali necessità terapeutiche, ma anche alla sommi-<br />

nistrazione di un principio attivo a dosaggi inferiori ai<br />

protocolli tradizionali per la terapia nei confronti di<br />

una determinata malattia batterica oltre chiaramen-<br />

te, ad un uso indiscriminato delle molecole. Queste<br />

procedure, spesso impiegate quando i trattamenti<br />

sono fatti in modo empirico e “fai da te”, permet-<br />

tono di eliminare gran parte dei batteri presenti “ri-<br />

I controlli eseguiti all’inizio della stagione<br />

riproduttiva e durante l’allevamento dei<br />

piccoli rendono possibile la prevenzione<br />

delle patologie infettive di origine batterica<br />

o fungina (foto Rossella Bozzini)<br />

sparmiando la vita” ad alcuni batteri, che saranno in<br />

grado di sviluppare nel tempo, un resistenza a quel<br />

determinato antibiotico.<br />

Tutto ciò, porta ad insuccessi terapeutici con l’uso<br />

degli antibiotici quando realmente ce n’è bisogno e<br />

alla perdita di molti soggetti (specialmente giovani)<br />

la cui vita potrebbe essere risparmiata, cercando di<br />

modificare questa “cattiva” abitudine.<br />

Dott. Marco Bedin, Medico Veterinario


FAI DA TE<br />

<strong>In</strong> Allevamento<br />

1.<br />

3.<br />

OCCORRENTE:<br />

Costruiamo<br />

un nido funzionale<br />

compensato da 0.8 mm<br />

viti<br />

cerniere<br />

un tondino di legno da 10 mm<br />

27<br />

di spessore<br />

un avvitatore<br />

una sega a tazza per eseguire<br />

il foro d’entrata del nido.<br />

1. legno occorrente<br />

2/3. materiale ferramenta<br />

di Mauro Dionisi<br />

2.


Farsi preparare da un bricocenter i seguenti pezzi:<br />

- 4 pezzi con i lati cm 20 x 20<br />

due cerniere<br />

- 2 pe pezzi cm 20 0 x 2 221,<br />

1,5 5 tr tre e ca canc nc ncan an ani<br />

-1 1 pezz zzo o cm c 1 119,<br />

9, 9,5 5 x 19 19,5 ,5, 5 , se sedi di dici ci vit viti<br />

da<br />

2x 2 1, 1,5 5 di sspe<br />

pess ss ssor or o e<br />

Si procede qui ui u nd ndi al alla la l cos c os ostr tr t uz uzione ne del<br />

nido, mettendo insieme i pri ri rimi mi m qqua<br />

quattro<br />

pezzi da 20 x 20 e realizzando un cubo bo bo. .<br />

Dopo si prende il pezzo 20 x 21,5 e<br />

si applica sul cubo realizzando il fronta<br />

le del nido che andrà posto dalla parte<br />

della gabbia dopo aver praticato un foro<br />

d’entrata del diametro di circa cinque<br />

centimetri.<br />

L’altro pezzo da 20 x 21,5 sarà usato per<br />

fare lo sportello d’ispezione e di accesso<br />

al nido. Si fissano le due cerniere sul lato<br />

da venti centimetri con le viti più corte,<br />

quindi si collega lo sportello al cubo.<br />

Il cassetto estraibile viene realizzato con<br />

la stessa tecnica.<br />

Nella foto, nido ultimato, manca soltanto<br />

il foro che sarà fatto secondo la posizione<br />

che si desidera.<br />

28<br />

Costruiamo un nido funzionale<br />

-1 pezzo cm 19,5 x 10, 4 viti v da 1x1,5<br />

di spe pe pess ss ssor or ore<br />

- 1 pezzo o cm cm17 17 17,9 ,9 x 110


FAI DA TE IN ALLEVAMENTO<br />

L’utilità di q<strong>uesto</strong> tipo di nido sta nel fatto che si<br />

può rinnovare facilmente senza recare molto<br />

disturbo ai riproduttori.<br />

E’ opportuno attorno ai venticinque giorni di<br />

vita dei piccoli rinnovare il fondo per evitare<br />

che si sporchino.L’altro elemento a favore<br />

dell’utilizzo di q<strong>uesto</strong> nido è il recupero dello<br />

spazio. Io uso appenderlo sul frontale della<br />

gabbia, così recupero spazio per un’altra gab-<br />

29<br />

bia da cova. Disponendo le gabbie una sopra<br />

l’altra, sarebbe diversamente molto scomodo<br />

controllare l’interno.<br />

Il nido presentato è per i Roseicollis, ma l’ho<br />

collaudato anche con i Taranta con ottimi risultati<br />

(seppur con altre misure). Neppure gli<br />

occhiocerchiati, che costruiscono il nido a cupola,<br />

hanno avuto problemi a utilizzare q<strong>uesto</strong><br />

nido.<br />

FAI DA TE IN ALLEVAMENTO


Sono stato a lungo dubbioso sul da farsi. Ogni volta che<br />

aprivo il sito del nostro Club ero colpito dal box che<br />

reclamizza il nuovo libro di Giovanni Matranga, I colori degli<br />

inseparabili. Il volume è molto ben reclamizzato, ma non<br />

mi ero veramente soffermato sul file che ne specificava le<br />

caratteristiche tecniche. Non so nemmeno io perché, un<br />

giorno, , ho deciso di acquistare il volume. <strong>In</strong> breve tempo ho<br />

avuto risposta dal Club, ho pagato con paypal senza muovermi<br />

dalla poltrona na del<br />

el mmio<br />

studio e ho avuto conferma che<br />

il libro era stato to o ssp<br />

s pe peedito. to. Di i ritorno rit ritorno itor orno dalle vacanze, guardo<br />

nella cassetta: ssetta: a: : bo bollet lle et ettte, te, réclames clam di supermercati, offert ffe fert rte rt rte di<br />

mutui vant v nt nta taggiosissim gios<br />

sim smi…<br />

Dopo po mezz’ora la mia delus de delusione e si s<br />

i<br />

tramuta a in soddisfatto s dd<br />

sfat sf tto<br />

sstupore: re: il il mio mio vicino vicino di di casa casa m mi citofoo na: “Bent ntor orn nato! to o! ! SSt<br />

Stam amma<br />

ane il postino ha lasciato q<strong>uesto</strong> pacco<br />

per lei, ho o fi firm rmato ato io<br />

”. E mi porge un pesante pacco, molto<br />

ben confez ezio io onato ato<br />

(f (forse or e troppo, cara Margherita: ho impie-<br />

gato circa a 10 0 mminuti in nu ti pe per aprirlo) che mai e poi mai sarebbe<br />

entrato nel ell lla a mmia a pu pur r ca capiente capie cassetta delle lettere.<br />

Ho dovuto o me mett tter er vvia<br />

ia a il ppes<br />

esa sante pacco, continuando ad aiu-<br />

tare mia mog ogli lie e a ddisfare<br />

sfare<br />

e le<br />

le va valige, v una sistemata ai miei due<br />

roseicollis ance cest st s ra rali ali i e aal<br />

l mio mmio<br />

cane, c un drahthaar, splendido<br />

cane da penna a (l (’a ’aris ristocratico stocratico at co ddisinteresse d resse che ha sempr empre pre<br />

mostrato per i due ue pappagallini paappagallini ni i spiega sp spe ie iega meg megli meglio di tutto tu per<br />

ché l’ho trovato in<br />

n ca c nil ile). e) Fin Finalmente, Fin inalmente, almente, alle alle 18 18,30 0 ho h pot ppotut<br />

otut ut uto o<br />

aprire il pacco. Il lib ibr bro o è oggettivament<br />

og ogge gettivamente gett ttiv ivamen ente te bbel<br />

b<br />

el elli li liss ss ssim im imo: mo: o: coperti- cop<br />

na rigida, carta patina nat at ata, a, ottima oott<br />

ttim ima veste ve t gr graf afic ica e, soprattutto,<br />

fotografie rafie stupende ! Sa Sarebbero ebbe o so soldi d spes spesi be benissimo ss o<br />

anche per un cinese che non conosca una parola di italiano.<br />

Nessuna delle foto proviene da <strong>In</strong>ternet: mettetevi in rete,<br />

sulla ricerca per immagini di Google, provate a cercare “Aga-<br />

Ma quanti colori<br />

hanno<br />

gli <strong>In</strong>separabili!<br />

30<br />

Testo<br />

di Tommaso Gnoli<br />

pornis”: se riuscite a scovare in tutto una ventina di mutazioni<br />

siete fortunati! Qui Matranga mette una dopo l’altra tutte le<br />

mutazioni riconosciute dalla FOI e tutte accompagnate da<br />

fotografie veramente splendide. Vi assicuro che vedere i nostri<br />

Aga a pagina (grande) intera è veramente una splendida<br />

emozione, ma andiamo con ordine.<br />

Il volume non è una generica generica, supe superficiale up pe presentazione de- de-<br />

gli inseparabili, ma è un volume volum volu tec ec cni ni nco c , specificamente de-<br />

dicato agli li allevatori, allevato allevatori i ma adattissimo ttissimoo anche a tutti gli amatori<br />

della specie. . La parte tassonomica tassonomica (pp (pp. (pp 109-361) è precedu-<br />

ta da oltre 100 pagine manualistiche st<br />

trac ac a olme di indicazioni<br />

utilissime. Non ci si perde in chiacchier erre<br />

inutili sulla vita sel-<br />

vatica dei nostri amici, né sulle patologie avia a i rie che possono<br />

colpirli (a che serve, se tanto bisogna com ommunque<br />

rivolgersi<br />

ad un veterinario?). Al contrario, ci viene spi pie iega ie iega<br />

g to l’ambiente<br />

ideale per il nostro allevamento (rapporto tra tr t ra dimensione<br />

del locale e <strong>numero</strong> massimo di ggabbie,<br />

po osiz os osiz<br />

i ione delle<br />

pprese e d’aria, dispositivi sitivi di illuminazione illumin illuminazione etc.), veng ng nggon<br />

o o chia-<br />

ra ramente r nte discussi iscus i criteri criteri di di giudi giudizio nelle mostre mostre (cap (ca apit apitolo<br />

IV<br />

im mmperdibile: ibile: pp. pp pp. 71-96), 96), vengono veng vengono ven date delle e indica ind azi zio zi ioni<br />

uti-<br />

lissi sim im me per er r presenta presentare pre pr ntare al meglio me meglio i nostri esemplari esempla esemplari in mmo<br />

ostr t a<br />

(cap (ca appito it itol t olo loo V, è breve, bbreve,<br />

reve, pp pp. 97 97-1 97-10 -100 00 00, , ma peggio p ppeg<br />

eg gi gio i per pe per chi ch chi h non no l’ha<br />

le lett le tt tto o ...). Tu Tutt Tu tt t av avia ia ia, a, come co come me dice d e il ttit<br />

itol olo, al centro del libro c’è<br />

il colore: re: di d live vell llo assolutamente altissimo è la sezione sulla<br />

st stru rutt ttura delle penne.<br />

Mentre sto elencando le cose che più mi sono piaciute nel<br />

libro b o mi rendo e do conto co to che c e sto quasi quas ripetendo pete do l’indice. d ce Vi V basti<br />

sapere che, dopo cena, ho iniziato a leggere il bellissimo<br />

volume, dopo un po’ mi sono sentito leggermente stanco e<br />

ho guardato l’orologio: erano le 2,30 di notte ...


NEWS<br />

EVENTS<br />

ANELLINO OBBLIGATORIO: IN ATTESA DI CHIARIMENTI. Due circolari interne al Corpo<br />

Forestale dello Stato, la 23 e la 26/2008, hanno introdotto l’obbligo di indicare nella denuncia di nascita anche il<br />

<strong>numero</strong> di anellino. Ne consegue l’obbligo, secondo le circolari, di anellare i nuovi nati di allegato B (nel nostro caso<br />

tutti gli Agapornis, ad eccezione dei roseicollis). La materia presenta molti punti interrogativi e necessita di chiarimenti<br />

da parte di chi ha emanato la circolare: in attesa, l’unico suggerimento che possiamo dare è quello di rapportarsi con<br />

gli Uffici Cites della propria regione/provincia e di segnalarci ogni problematica relativa (agapornisclub@libero.it).<br />

GLI STANDARD DEI PEZZATI. La CTN Ondulati e Psittacidi della FOI ha elaborato gli standard descrittivi<br />

degli Agapornis roseicollis pezzati previsti a concorso nella stagione 2008 nella categoria Nuove mutazioni.<br />

Pubblichiamo quello del Verde pezzato, precisando che gli standard relativi alle altre mutazioni sono identici a q<strong>uesto</strong>.<br />

Cambia, ovviamente, il colore del corpo che deve essere uguale a quello della mutazione di riferimento (es.<br />

nel verde scuro pezzato il colore del corpo è uguale a quello del verde scuro, nell’avorio blu pezzato il colore del<br />

corpo è uguale a quello dell’avorio blu, ecc.).<br />

Verde pezzato. Il colore del corpo è uguale al verde ancestrale con pezzature di colore giallo oro brillante. Nel<br />

complesso le pezzature devono estendersi, con stacco netto tra i colori, su circa il 50% del corpo, eventuali simmetrie<br />

sono da considerare positivamente. Zampe, dita, unghie possono essere interessate dalla pezzatura.<br />

INCONTRO CON LA CTN. Il 5 luglio il direttivo del Club ha incontrato la CTN FOI, insieme al Club degli<br />

Psittacidi. Nell’occasione sono stati presentati gli standard dei roseicollis opalini (ancora da verificare e quindi non<br />

pubblicabili) e si è discusso dello standard del rosei ei eco coll llis is llut<br />

u ino o (a (arg rgom om omen en ento to c ccal<br />

al aldi di diss ss ssim im imo! o!), ), d ddei<br />

ei e met et etod odi di giudi dizi zio e de dei<br />

criteri di assegnazione dei punteggi alle mostre, spes esso so oogg<br />

gget e to ddi<br />

i cr c itic iche he dda<br />

a parte degl gl gi i al alle leva v tori. Un U iincon<br />

ontr t o utile,<br />

nel quale è stata confermata l’ottima collaborazione tra r i l no nostro Club e la CTN TN e che he h hha<br />

a pros ospe pe pett ttat at a o il suc u cesso o<br />

incontro previsto per il 21 settembre a Forlì.<br />

NUOVO PRESIDENTE PER I CLUB. E’ Dar ar ario io Sir ir iron on oni i de del l Li Liza za zard rd Can an anar ar ary Cl Club ub il l nu nuov ov ovo pr pres es esid id iden en ente te<br />

dell’Assemblea dei Club di specializzazione FOI, nominato dal Consiglio Direttivo nell’incontro di sabato<br />

24 maggio a Piacenza. Vicepresidente dell’Assemblea è Margherita Pilone del C.I. I A. A A., segretario è Vit ittorio<br />

Paramatti del Club Italiano Razza Spagnola, consiglieri Valentino Cherubin ini del Border e Can anar a y Club u e Silve v ri r o<br />

Clerici dello Yorkshire Cana nary ry C CClub.<br />

b. b I Club ub att ttua ua ualm lm lmen ente te aff a ff f il ilia iati ti aall<br />

ll lla a FO F I so sono no 34. 4.<br />

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