Scarica l'allegato - Associazione Dimore Storiche Italiane
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sulle dimore storiche, intollerabile per la maggior parte dei proprietari. In virtù di quanto esposto nel suo intervento,<br />
il Presidente Diaz ha ribadito quindi l’assoluta esigenza di ridisegnare un regime fiscale differenziato<br />
che possa garantire ai privati, già notevolmente vessati dall’imposizione del vincolo, gli strumenti necessari<br />
per il mantenimento e la fruizione dei propri beni, che costituiscono un’ingente parte del patrimonio storicoartistico<br />
del Paese e che rappresentano altresì una leva essenziale per il suo sviluppo economico.<br />
È successivamente intervenuto al dibattito il ministro per i Beni e le Attività Culturali Lorenzo Ornaghi il<br />
quale, dopo aver salutato i presenti e sottolineato l’importanza del convegno, volto ad affrontare temi estremamente<br />
significativi per la salvaguardia di un patrimonio di eccezionale rilievo, ha comunque evidenziato,<br />
nonostante la generale condivisione di una fiscalità di vantaggio per i beni culturali, quanto, in questo momento<br />
di profonda crisi economica, sia estremamente difficile ridisegnare un quadro normativo più coerente<br />
ed efficace. Ha analizzato in dettaglio l’attuale situazione relativa agli immobili di interesse storico-artistico,<br />
sia per ciò che concerne le recenti normative fiscali che, di fatto, hanno praticamente azzerato il precedente<br />
regime agevolativo, sia per quanto riguarda la riforma del Catasto. Ha altresì ribadito il concetto fondamentale<br />
relativo alla molteplicità di tipologie di beni culturali ai fini di un eventuale utilizzo economico degli stessi,<br />
anche in virtù della loro dislocazione territoriale; migliaia di dimore storiche infatti, seppur di notevole pregio<br />
artistico e culturale, in virtù delle loro peculiarità e della loro ubicazione, non solo non rappresentano alcuna<br />
fonte di reddito, ma la loro conservazione grava esclusivamente sul proprietario che, alla luce del recente<br />
regime fiscale, è praticamente impossibilitato ad evitarne il degrado o l’alienazione. Il ministro ha voluto infine<br />
ricordare il principio costituzionale enunciato all’art. 9 che richiama le competenze e le responsabilità<br />
di soggetti pubblici e privati nel campo della conservazione e della tutela del patrimonio ed ha ribadito la<br />
totale disponibilità ad un confronto con gli operatori e le associazioni per configurare una proposta organica<br />
da presentare al tavolo di discussione con le altre Amministrazioni competenti. Al proposito ha tenuto a precisare<br />
che gli uffici hanno svolto di recente proficui incontri con rappresentanti delle associazioni di categoria,<br />
tra cui l’A.D.S.I. e che tali incontri hanno portato alla condivisione di una piattaforma di richieste migliorative<br />
del regime fiscale e di riforma normativa da presentare al Ministro dell’Economia, confidando di acquisire<br />
in tal senso anche il suo indispensabile consenso.<br />
È successivamente intervenuto il professor Lorenzo Bini Smaghi, Presidente della Fondazione Palazzo Strozzi,<br />
il quale ha incentrato il suo contributo alla giornata di studio su possibili nuove prospettive di valorizzazione,<br />
finanziamento e gestione dinamica dei beni vincolati, quale asset strategico dello sviluppo economico nazionale,<br />
ponendo in particolare l’attenzione sull’essenzialità della leva fiscale quale sostituto dell’intervento<br />
diretto dello Stato ai tempi della crisi economico-finanziaria. A tal proposito ed in virtù del gravissimo deficit<br />
del nostro Paese che non permette, allo stato attuale, di seguire una politica di defiscalizzazione, il professor<br />
Bini Smaghi ha presentato un’interessante proposta sulla base di quanto viene fatto in altri paesi europei, dove<br />
sono notevolmente incentivate le donazioni dei privati ad istituzioni culturali, attraverso la totale deducibilità<br />
di questi contributi dalle tasse. È un meccanismo che permette di trasferire l’onere della tassazione dal soggetto<br />
che eroga il contributo al soggetto che lo riceve, che dovrà ovviamente pagare un’aliquota seppur<br />
ridotta e che successivamente, trattandosi di ente no-profit, reinserirà nel sistema economico tutti i fondi. Il<br />
professor Bini Smaghi ritiene che questo strumento sia sicuramente applicabile anche alle dimore storiche<br />
e potrebbe non solo rimettere in moto tutto il regime finanziario, incentivando i privati ad elargire contributi<br />
che poi sarebbero reinseriti in importanti settori dell’economia, ma soprattutto non graverebbe oltremodo<br />
sullo Stato che, attualmente, non può certo permettersi di stanziare fondi pubblici.<br />
Al termine dell’intervento del professor Bini Smaghi il moderatore Marcello Sorgi ha dato la parola ad Ilaria<br />
Borletti Buitoni, Presidente del Fondo per l’Ambiente Italiano che, nel ribadire l’attuale drammaticità del momento<br />
che il nostro Paese sta affrontando, anche per quanto concerne la salvaguardia del patrimonio culturale,<br />
ha affrontato il tema dell’essenzialità dell’intervento economico e finanziario dei privati proprietari per il soddisfacimento<br />
dell’interesse pubblico, ponendo in particolare l’attenzione sull’operato sostitutivo del F.A.I..<br />
Proprio in virtù della sua personale esperienza, la dottoressa Borletti Buitoni ha posto in primis l’attenzione<br />
sulla necessità improcrastinabile di un totale cambiamento di mentalità; è infatti oltremodo radicata in Italia<br />
l’assurda convinzione che determinate istituzioni, come il F.A.I. e l’A.D.S.I. siano in realtà rappresentazioni<br />
elitarie di soggetti che di fatto non svolgono alcuna funzione pubblica. Ha successivamente ribadito quanto<br />
sia determinante, in questo contesto, una proficua ed articolata collaborazione tra le istituzioni competenti<br />
ed i privati, ai fini, non solo della tutela dello straordinario patrimonio culturale del nostro Paese, ma soprattutto<br />
della sua fruizione e valorizzazione; due elementi fondamentali per un potenziale sviluppo del terzo settore<br />
al quale è necessario riconoscere, finalmente, un ruolo primario nell’economia nazionale.<br />
Sono successivamente intervenuti al dibattito alcuni Soci A.D.S.I. tra cui l’architetto Roberto di Paola, già sovrintendente<br />
e funzionario del Ministero, il quale ha corroporato la tesi di una necessaria e più strutturata