GIANFRANCA LAVEZZI, Tra Quadri e statue. De Amicis poeta all ...

TRA QUADRI E STATUE. DE AMICIS POETA ALL’ESPOSIZIONE D’ARTE DI TORINO
Il 22 agosto l’“Illustrazione” ospita Schizzi d’artisti, 18 cioè brevi o brevissimi
medaglioni degli artisti premiati, con la seguente avvertenza: «Di alcuni
possiamo dare gli schizzi mandatici da varj egregi scrittori; per altri
suppliremo col giudizio che ne dà la Relazione scritta dall’illustre Tullo
Massarani». Tra i ritratti più lunghi – che si presume quindi siano opera degli
scrittori, pur nell’assenza di firme o sigle – compare quello di Michetti:
Francesco Paolo Michetti, che tutti dicono napoletano, è invece abruzzese, e il sindaco
del suo luogo nativo ci tiene assai, – e ciò gli fa onore, – che tutti sappiano che è nato
precisamente a Tocco Casauria nel Chietino.
Egli è un vero figlio di mamma, perché suo padre, Crispino Michetti, maestro di musica
e capobanda di Tocco, morì presto, lasciando alla vedova Aurelia Terzini di Roma,
la bella ricchezza di cinque maschietti e una bambina.
Il maestro elementare di Francesco Paolo ne presagiva una gloria pel foro chietino, nientemeno,
ma il piccino si beccò, pel suo precoce ingegno nelle belle arti, una pensioncella
dal Consiglio provinciale di Chieti. Con quella andò a Napoli, dove, essendo accademicamente
troppo indietro per esser ammesso alla scuola del nudo, dovette ficcarvisi da
intruso, e intanto cominciò a dipingere certi quadretti che destarono in un mercante di
quadri francese, il signor Reutlinger, la voglia di dirgli: vi do una pensione da capo ufficio
di prima classe, fissa, per comperare tutti i vostri quadri a prezzo da convenirsi.
Il contratto fu accettato, fu ringraziata la Provincia della pensioncella, e Michetti
tornò al suo paese, dopo breve assenza, perché egli non si trovava bene che tra i suoi
monti e gli azzurri del suo mare Adriatico, e di là mandò i suoi dipinti, alcuni a Napoli,
i più a Parigi, destando di sé la fama che tutti sanno, fama che da Londra come
da Torino lo proclama uno dei più sorprendenti pittori viventi. Tra i suoi lavori vanno
citati: il primo, Biricchini napoletani, fatto incidere da Goupil; poi il Corpus Domini;
e gli ultimi, cioè: Pescatrici di tondine, L’Ottava, Impressione sull’Adriatico, Domenica
delle Palme, I morticelli.
Ora facciamo il conto, è nato nel 1851 o 1852, vale a dire 28 o 29 anni fa: bisogna convenire
che per giungere a una fama europea egli non ha perso il suo tempo.
Permetteteci di aggiungere che quel Quintilio Michetti di cui vedete spesso i graziosi
disegni nel nostro giornale, è un altro artista di molto ingegno, e fratello di Paolo.
Paolo stesso ha disegnato per noi la sua meravigliosa Ottava, e speriamo arricchirne
presto le pagine dell’ILLUSTRAZIONE.
A Pescatrici di tondine è poi dedicata una lunga descrizione – nella rassegna
della Scuola napoletana all’Esposizione, a firma di Luigi Chirtani –
nel fascicolo del 29 agosto: 19
[…] un quadro commovente davanti al quale si provano delle impressioni che si possono
ricevere dal mare vero. Una quiete immensa di cieli e d’acque per tutto eguale e in
quella quiete il mare che respira per così dire a larghe, estese e bassissime ondate, con un
movimento lento, grandioso, che da oltre l’orizzonte, dalle sconfinate distanze azzurre si
propaga con blande e insensibili curve sino ai rinsacchi luccicanti della spiaggia, e la vo-
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