GIANFRANCA LAVEZZI, Tra Quadri e statue. De Amicis poeta all ...
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<strong>GIANFRANCA</strong> <strong>LAVEZZI</strong><br />
ce sovrana della distesa marina nella quale si perde ogni rumore creando nello strepito assordante<br />
degli oceani l’idea del più alto silenzio. In quel silenzio religioso par di udire il<br />
canto malinconico delle pescatrici di tondine che si sentono come natanti in quegli infiniti<br />
d’azzurri chiari, intensi, persi, luccicanti, trasparenti, profondi e a lor volta immersi in<br />
un mare di luce. Quelle modeste figure in tanta poesia di cieli, d’acque e di sole, di splendori<br />
e di profondità, di quiete e di moto, <strong>all</strong>a quale accordano la nota, sincera, inconsciamente<br />
armonica delle loro anime, si trasfigurano in modo misterioso, non sono più né<br />
brutte, né volgari, né cenciose, né misere: sono un’espressione animata umana di quell’armonia<br />
sublime di vita universale sfolgoreggiante di colori e di fulgori.<br />
Il 12 dicembre 20 l’“Illustrazione” riproduce, in un disegno fatto d<strong>all</strong>o<br />
stesso Michetti, il quadro La Domenica delle Palme, preceduto da una nota,<br />
non firmata:<br />
Abbiamo ripetutamente parlato dei quadri esposti a Torino da Paolo Michetti; oggi<br />
diamo la riproduzione d’uno di quei dipinti che hanno portato così alto il nome del<br />
giovane artista. Lo stile e le qualità della pittura di Michetti sono talmente personali,<br />
intime, che riesce assai difficile tradurne l’efficacia coll’incisione; abbiamo vinta la difficoltà<br />
col dare un quadro di Michetti, disegnato dal Michetti stesso: l’incisione del<br />
quadro La Domenica delle Palme è autografica e incisa d<strong>all</strong>a luce. Il tema del quadro<br />
è semplicissimo: siamo in Abruzzo, – a Francavilla, mettiamo, – è il giorno della domenica<br />
delle palme, la messa è finita, la porta della chiesa è spalancata, e tutta parata<br />
di palme; la gente incomincia a uscire, parecchi giovani marinai aspettano coi rami in<br />
mano, un gruppo di cinque o sei donne si avanza; il più bello di quei giovanotti porge<br />
<strong>all</strong>a più bella il suo ramoscello d’ulivo. In quei tipi di donne non una bellezza convenzionale,<br />
accademica, non un composto di bellezze di più modelle, ma dei tipi veri,<br />
vivi, la natura schiettamente espressa, capita nel suo vero senso, una dignità ingenita,<br />
popolana, quella compostezza della donna vestita da festa che esce di chiesa, e<br />
che sa di esser osservata, un matrimonio in aria, il pudore, la commozione, il contegno<br />
di chi non vuol parere e che invece manifesta intero l’animo, e nel giovane una fiera<br />
baldanza, e non pertanto un’apprensione viva, una grazia naturale, la grazia della bella<br />
gioventù nella pienezza della virilità, la pianta uomo nel suo più bel momento.<br />
Questo è il tema, ma il modo col quale è trattato nessuna parola può esprimerlo meglio<br />
che il disegno del Michetti ed il tocco vivo e spiritoso della sua matita.<br />
Qualche pagina più avanti, 21 un riquadro pubblicitario: «Questa settimana<br />
esce: Poesie di Edmondo <strong>De</strong> <strong>Amicis</strong>. Un elegante volume diamante<br />
stampato su carta sopraffina Lire Quattro». Analogo annuncio, in verità,<br />
era apparso sul numero precedente (5 dicembre) 22 mentre in calce ai<br />
due numeri seguenti (n. 51 e n. 52), del 19 e del 26 dicembre, la pagina<br />
pubblicitaria Libri ad uso strenne pel 1881 annovera anche – quindi evidentemente<br />
come già in commercio – le Poesie di <strong>De</strong> <strong>Amicis</strong>.