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la madonna della mercede di trecastagni - accademia di scienze ...

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PINELLA MUSMECI<br />

Socio corrispondente<br />

LA MADONNA DELLA MERCEDE<br />

DI TRECASTAGNI<br />

A Trecastagni nel<strong>la</strong> Chiesa Matrice, de<strong>di</strong>cata a san Nico<strong>la</strong> <strong>di</strong> Bari,<br />

possiamo ammirare, restaurato e posto in loco da qualche mese, un<br />

<strong>di</strong>pinto raffi gurante <strong>la</strong> Madonna del<strong>la</strong> Mercede circondata da angeli<br />

e santi; 1 il quadro, il cui tema iconografi co appare poco documentato<br />

sul nostro territorio etneo, sembra risalire al<strong>la</strong> seconda metà del XVII<br />

secolo.<br />

La presenza <strong>di</strong> questa pa<strong>la</strong> d’altare nell’ambito religioso e territoriale<br />

<strong>di</strong> Trecastagni, induce gli stu<strong>di</strong>osi dell’arte ed i cultori <strong>di</strong> storia<br />

locale a formu<strong>la</strong>re alcune rifl essioni che <strong>la</strong> riguardano e che potremmo<br />

riassumere in due domande, focalizzando sinteticamente gli aspetti più<br />

importanti sollevati dal<strong>la</strong> sua esistenza.<br />

La prima: si può ragionevolmente e storicamente risalire all’autore<br />

ed al<strong>la</strong> committenza dell’opera?<br />

La seconda: perché <strong>la</strong> Madonna del<strong>la</strong> Mercede e perché proprio a<br />

Trecastagni?<br />

Le ricerche per poter chiarire i due interrogativi non sono semplici e<br />

scontate, ma necessitano <strong>di</strong> alcuni approfon<strong>di</strong>menti.<br />

Secondo il nostro parere, come abbiamo già accennato, il <strong>di</strong>pinto risale,<br />

con lieve margine <strong>di</strong> dubbio, al<strong>la</strong> seconda metà del XVII secolo, ad<br />

un arco <strong>di</strong> tempo compreso tra il 1660 ed il 1680. La mano dell’autore<br />

è facilmente in<strong>di</strong>viduabile anche in assenza <strong>di</strong> fi rma; riteniamo, infatti,<br />

1 La te<strong>la</strong> si trova sul primo altare del<strong>la</strong> navata <strong>la</strong>terale sinistra; misura centimetri<br />

210x250 ed è sistemata entro una cornice baroccheggiante molto fastosa.


164<br />

Pinel<strong>la</strong> Musmeci<br />

<strong>di</strong> trovarci <strong>di</strong>nanzi ad un’opera eseguita del<strong>la</strong> bottega dei Patania 2 <strong>di</strong><br />

Acireale, e <strong>la</strong> cre<strong>di</strong>amo realizzata da Giacinto, quondam Antonio, che<br />

dal 1634 al 1691 fu Mastro <strong>di</strong> bottega, pittore autonomo e punto <strong>di</strong><br />

riferimento dei tre fratelli più piccoli e <strong>di</strong> altri appren<strong>di</strong>sti che frequentavano<br />

<strong>la</strong> bottega.<br />

Per verifi care l’identità dell’autore basta osservare il <strong>la</strong>voro; infatti<br />

gli stilemi pittorici, <strong>la</strong> tecnica compositiva iconografi ca, l’insieme del<strong>la</strong><br />

<strong>di</strong>sposizione dei personaggi, artico<strong>la</strong>ta secondo un preciso intento fi gurativo,<br />

l’atteggiamento dei volti, l’espressione degli occhi e <strong>la</strong> gestualità<br />

simbolica delle fi gure, testimoniano nel loro armonico ed equilibrato<br />

insieme, l’ispirazione e <strong>la</strong> perizia esecutiva <strong>di</strong> questo nostro artista locale;<br />

egli mostra <strong>di</strong> essere colto, addentrato nel<strong>la</strong> storia e nel<strong>la</strong> realtà<br />

territoriale, sensibile ai problemi umani e religiosi, esperto <strong>di</strong> storia<br />

agiografi ca, votato all’arte per passione, per professione e per missione,<br />

legato, come cattolico, ai moduli stilistici del<strong>la</strong> Controriforma, ma non<br />

pe<strong>di</strong>ssequo, monotono o provinciale nel<strong>la</strong> scelta degli argomenti e del<strong>la</strong><br />

loro risoluzione attraverso gli stilemi espressivi. Il suo intento, espresso<br />

in maniera inequivocabile in tutte le sue opere, è quello <strong>di</strong> trasmettere ai<br />

fedeli del<strong>la</strong> cristianità un messaggio morale signifi cativo, ancorandolo<br />

a precisi riferimenti storici siano essi antichi o attuali, alle motivazioni<br />

suggerite dal<strong>la</strong> forza del<strong>la</strong> fede locale e tra<strong>di</strong>zionale, al<strong>la</strong> ricostruzione,<br />

per l’immaginario collettivo popo<strong>la</strong>re, dei sentimenti e dei pensieri che<br />

sostanziano l’identità dei personaggi rappresentati.<br />

Una posizione certamente controriformistica, ma non puramente<br />

statica, bensì tradotta con semplicità e naturalezza che riesce ad esprimere,<br />

con ricco pathos, <strong>la</strong> de<strong>di</strong>zione dei santi al<strong>la</strong> loro missione terrena,<br />

nell’ambito dell’esercizio del<strong>la</strong> Fede e del<strong>la</strong> Carità, compiutamente accettata<br />

e svolta anche fi no al martirio.<br />

2 Riteniamo corretto usare, secondo <strong>la</strong> documentazione archivistica esistente,<br />

il cognome Patania o al massimo Patanè, usato da Antonio, capostipite del<strong>la</strong><br />

famiglia degli artisti <strong>di</strong> questo cognome che furono fra loro parenti; si tratta<br />

infatti dello stesso Antonio e dei suoi quattro fi gli maschi (fi nora non abbiamo<br />

notizie <strong>di</strong> vocazione pittorica delle fi glie femmine) Giacinto, Antonio Bonaventura,<br />

Geronimo e Diego o Didaco. Giacinto, il primogenito (1612-1691) fu<br />

il più famoso fra tutti.


La Madonna del<strong>la</strong> Mercede <strong>di</strong> Trecastagni 165<br />

Il centro ideale del <strong>di</strong>pinto da noi esaminato è costituito da Maria<br />

SS. sotto il titolo del<strong>la</strong> Mercede, rappresentata so<strong>la</strong>, senza il Figlio, fastosamente<br />

incoronata e scortata da angeli ed angioletti; el<strong>la</strong> occupa <strong>la</strong><br />

parte centrale del registro superiore e parte <strong>di</strong> quello me<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> tutto<br />

il <strong>di</strong>pinto.<br />

La struttura iconografi ca generale presenta un andamento piramidale<br />

<strong>la</strong> cui ampia base è costruita con <strong>la</strong> fi gura <strong>di</strong> sei santi, tre a destra e tre<br />

a sinistra del registro inferiore e <strong>di</strong> parte <strong>di</strong> quello me<strong>di</strong>ano. Al centro in<br />

basso, fra i due gruppi <strong>di</strong> santi, un piccolo spazio triango<strong>la</strong>re ospita <strong>la</strong><br />

fi gura minusco<strong>la</strong> <strong>di</strong> uno schiavo in catene. La tipologia strutturale del<strong>la</strong><br />

composizione ricorda quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> numerose tele dello stesso autore 3 che<br />

possiamo ammirare in Acireale ed anche nei paesi vicini. Passando al<strong>la</strong><br />

descrizione analitica del <strong>di</strong>pinto ve<strong>di</strong>amo che Maria indossa <strong>la</strong> tunica<br />

dei Mercedari ed è rivestita da un mantello azzurro foderato verde scuro;<br />

siede sopra un banco <strong>di</strong> nuvole; 4 con <strong>la</strong> destra è bene<strong>di</strong>cente, con <strong>la</strong><br />

sinistra porge l’abito bianco mercedario al fondatore dell’Or<strong>di</strong>ne, il <strong>la</strong>ico<br />

Pietro No<strong>la</strong>sco. 5 I santi rappresentati sul <strong>la</strong>to destro <strong>di</strong> Maria sono: S.<br />

3 Ricor<strong>di</strong>amo <strong>la</strong> te<strong>la</strong> <strong>di</strong> Maria SS. con Sante e Santi del<strong>la</strong> Chiesa madre <strong>di</strong><br />

Gravina, <strong>la</strong> Madonna del Carmelo del<strong>la</strong> Matrice <strong>di</strong> S. Antonio del<strong>la</strong> Chiesa <strong>di</strong><br />

Maugeri e <strong>di</strong> Valverde, quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> Chiesa del Carmine <strong>di</strong> Misterbianco ed<br />

inoltre il capo<strong>la</strong>voro dell’artista, <strong>la</strong> Madonna degli Angeli del<strong>la</strong> Chiesa parrocchiale<br />

omonima <strong>di</strong> Acireale. L’elenco potrebbe continuare ancora.<br />

4 La Madonna del<strong>la</strong> Mercede solitamente viene raffi gurata insieme con il<br />

Bambin Gesù, ambedue fastosamente incoronati, uno dei due con in mano lo<br />

scettro mercedario, <strong>di</strong> solito Maria. La più antica raffi gurazione conosciuta<br />

si trova a Barcellona (Catalogna) ed è detta anche La Vergine con <strong>la</strong> mano<br />

sul volto. È una statua in a<strong>la</strong>bastro policromatico e risale agli inizi del XIV<br />

secolo.<br />

5 San Pietro No<strong>la</strong>sco (1182-1256) nacque a Mas Saintes Puel<strong>la</strong>s, nei Pirenei,<br />

ma giovinetto si trasferì con <strong>la</strong> famiglia a Barcellona, per praticare il commercio.<br />

Ricchissimo, a Valencia nel 1203, fu preso da pietà per gli schiavi cristiani<br />

e spese una ingente somma per riscattarli dai Mori. Una notte sognò che<br />

<strong>la</strong> Madonna lo ispirasse a fondare un Or<strong>di</strong>ne partico<strong>la</strong>re, quello dei Mercedari<br />

per il riscatto dei cristiani prigionieri dei Musulmani. Lo stesso sogno fu fatto<br />

dal vescovo Raimondo <strong>di</strong> Penyafort e dal re Giacomo I d’Aragona. Stu<strong>di</strong>arono<br />

insieme un progetto che fu attuato nel 1218 e l’Or<strong>di</strong>ne fu detto Celeste, Reale,<br />

Militare perchè ispirato dal<strong>la</strong> Vergine, voluto dal re e soggetto ad impugnare


166<br />

Pinel<strong>la</strong> Musmeci<br />

Antonio Abate, S. Raimondo <strong>di</strong> Penyafort, S. Lorenzo; 6 sul <strong>la</strong>to sinistro<br />

abbiamo: Santa Maria de Cervellon, San Pietro No<strong>la</strong>sco, San Raimondo<br />

Nonnato. 7<br />

le armi per combattere gli infedeli. Poiché i religiosi non potevano combattere<br />

si mantenne <strong>la</strong>ico, almeno per i primi 150 anni <strong>di</strong> vita; infatti, Pietro No<strong>la</strong>sco,<br />

<strong>la</strong>ico, fu fondatore, primo generale dell’Or<strong>di</strong>ne e conseguì anche <strong>la</strong> santità.<br />

6 S. Antonio Abate visse oltre 100 anni (250/356). È un santo Taumaturgo,<br />

protettore contro il fuoco, quello dell’inferno e quello dell’Herpes zoster, detto<br />

<strong>di</strong> S. Antonio, inoltre protegge contro tutte le tentazioni del demonio, fra le<br />

quali <strong>la</strong> più grave è quel<strong>la</strong> dell’abiura dal<strong>la</strong> Fede.<br />

S. Raimondo <strong>di</strong> Penyafort (Penyafort, 1180 - Barcelona 1275) fu un famoso<br />

pre<strong>di</strong>catore dell’Or<strong>di</strong>ne domenicano. Nel<strong>la</strong> cattedrale <strong>di</strong> Barcellona gli fu<br />

de<strong>di</strong>cata una cappel<strong>la</strong> speciale. Celebrò <strong>la</strong> cerimonia <strong>di</strong> vestizione <strong>di</strong> S. Pietro<br />

No<strong>la</strong>sco e dei suoi primi compagni nel<strong>la</strong> cattedrale cata<strong>la</strong>na, al<strong>la</strong> presenza<br />

del cugino, il re Giacomo I <strong>di</strong> Aragona. Il re regalò ai Mercedari, come sede<br />

dell’Or<strong>di</strong>ne, una parte dell’ospedale <strong>di</strong> Santa Eu<strong>la</strong>lia <strong>di</strong> Barcellona e permise<br />

ai Fratelli l’uso dello stemma aragonese sormontato dal<strong>la</strong> croce. Giacomo<br />

I fu molto sensibile ai problemi del<strong>la</strong> schiavitù poiché da bambino era stato<br />

catturato dai Mori ed una volta liberato era stato posto sotto <strong>la</strong> protezione dei<br />

Temp<strong>la</strong>ri. Simbolo <strong>di</strong> san Raimondo sono i Decretalia, opera da lui scritta sulle<br />

normative del<strong>la</strong> osservanza cristiana, <strong>la</strong> veste monacale per sottolineare <strong>la</strong> rinunzia<br />

al vescovato a favore dell’opera <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>cazione, e <strong>la</strong> mannaia, simbolo<br />

del potere assoluto nel giu<strong>di</strong>care le eresie del suo tempo (egli infatti fu il primo<br />

Giu<strong>di</strong>ce Inquisitore nominato in età me<strong>di</strong>evale).<br />

San Lorenzo; anche questo santo rappresenta uno degli esempi più forti<br />

contro <strong>la</strong> tentazione dall’abiura. Egli, nominato dal vescovo <strong>di</strong> Roma custode<br />

delle elemosine del<strong>la</strong> Chiesa, rifi utò <strong>di</strong> consegnarle ai pagani e dopo averle<br />

spese per i cristiani poveri, affrontò coraggiosamente il martirio. Suoi simboli<br />

sono <strong>la</strong> dalmatica rossa e <strong>la</strong> gratico<strong>la</strong>, strumento del suo martirio.<br />

7 Santa Maria de Cervellon (Barcellona 1230-1290) è festeggiata il 19 settembre.<br />

A 25 anni fondò il ramo femminile del<strong>la</strong> Mercede e fu ricevuta nell’Or<strong>di</strong>ne<br />

come consorel<strong>la</strong> e col<strong>la</strong>boratrice nelle cure ai redenti cristiani ed ai poveri<br />

in genere, <strong>di</strong> tipo ospedaliero e morale. I suoi simboli sono l’abito bianco ed<br />

una caravel<strong>la</strong>; infatti viene invocata dai marinai nei loro viaggi pericolosi. La<br />

santa non è molto conosciuta dalle nostre parti, tuttavia ad Ispica, nel<strong>la</strong> Chiesa<br />

<strong>di</strong> Santa Maria Maggiore, esiste un <strong>di</strong>pinto <strong>di</strong> Olivio Sozzi che <strong>la</strong> raffi gura con<br />

altri santi insieme con <strong>la</strong> Madonna del<strong>la</strong> Mercede.<br />

San Raimondo Nonnato; (Spagna 1200-1240) chiamato così perché estrat-


La Madonna del<strong>la</strong> Mercede <strong>di</strong> Trecastagni 167<br />

I santi Antonio e Lorenzo sono abbastanza conosciuti e venerati in<br />

Italia, ma per gli altri co-protagonisti del<strong>la</strong> te<strong>la</strong> bisogna dare un minimo<br />

<strong>di</strong> spiegazione per chiarire il signifi cato del<strong>la</strong> loro presenza nel contesto<br />

del messaggio fi gurativo e simbolico proposto dall’artista.<br />

Egli infatti ha voluto accomunare in un insieme <strong>di</strong> volontariato spirituale<br />

ed operativo un gruppo <strong>di</strong> santi che hanno usato <strong>la</strong> pietà, <strong>la</strong> <strong>mercede</strong><br />

in spagnolo, nei confronti del loro prossimo, sia operando singo<strong>la</strong>rmente<br />

che riunendosi in comunità organizzate.<br />

Sant’Antonio, <strong>la</strong> prima fi gura in alto a destra del<strong>la</strong> Madonna, facilmente<br />

in<strong>di</strong>viduabile per l’aspetto venerando, per il tau rosso sul rozzo<br />

saio e per il nodoso bastone con attaccata <strong>la</strong> campanel<strong>la</strong>, rappresenta<br />

il protettore dei poveri, degli umili , dei sofferenti e degli oppressi, il<br />

concreto aiuto per le anime in pericolo <strong>di</strong> fuoco eterno.<br />

Segue san Raimondo <strong>di</strong> Penyafort, il pre<strong>di</strong>catore domenicano, rinunciatario<br />

al<strong>la</strong> carica <strong>di</strong> vescovo <strong>di</strong> Tarragona, per poter proseguire<br />

<strong>la</strong> sua missione <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusore del Vangelo; porta sul saio domenicano il<br />

<strong>di</strong>stintivo dei Mercedari anche se egli non apparteneva strettamente all’Or<strong>di</strong>ne.<br />

Ciò signifi ca <strong>la</strong> con<strong>di</strong>visione spirituale del<strong>la</strong> <strong>di</strong>fesa del<strong>la</strong> Fede.<br />

Infatti sopra e <strong>la</strong>teralmente al suo capo <strong>di</strong>stinguiamo una mannaia, rappresentata<br />

in sca<strong>la</strong> ridotta, usata per le esecuzioni capitali. In questo<br />

caso vuole signifi care <strong>la</strong> qualità del<strong>la</strong> punizione ed il drastico giu<strong>di</strong>zio<br />

che egli, primo Inquisitore del<strong>la</strong> storia me<strong>di</strong>evale, poteva infl iggere agli<br />

eretici ed anche ai rinnegati del<strong>la</strong> religione cattolica. 8<br />

to ancora vivo dal cadavere del<strong>la</strong> madre. A 24 anni <strong>la</strong>sciò <strong>la</strong> famiglia per<br />

entrare nell’or<strong>di</strong>ne mercedario e da allora viaggiò moltissimo de<strong>di</strong>candosi al<strong>la</strong><br />

pre<strong>di</strong>cazione sia in Spagna, sua patria, che in Algeria dove spesso si offrì come<br />

ostaggio volontario in cambio <strong>di</strong> schiavi cristiani da riscattare. Approfi ttava<br />

così del fatto <strong>di</strong> abitare e <strong>la</strong>vorare in mezzo a loro per <strong>di</strong>ffondere e pre<strong>di</strong>care<br />

<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> evangelica anche fra gli infedeli. Per costringerlo a tacere gli perforarono<br />

le <strong>la</strong>bbra e gliele chiusero con un lucchetto; perciò patì anche <strong>la</strong> fame e<br />

<strong>la</strong> sete. Nel 1239 il papa Gregorio IX, ammirato dal<strong>la</strong> sua saggezza e dal suo<br />

eroismo, lo nominò Car<strong>di</strong>nale senza sede e lo chiamò a Roma come Consigliere<br />

personale; ma, fi sicamente debilitato, morì durante il viaggio nel castello <strong>di</strong><br />

Cardona, il 31 agosto del 1240.<br />

8 La storia dell’Inquisizione in Spagna, va <strong>di</strong>visa in due <strong>di</strong>versi tempi;<br />

<strong>la</strong> prima nel Basso Me<strong>di</strong>oevo, <strong>la</strong> seconda attraversa l’Età Moderna e viene


168<br />

Pinel<strong>la</strong> Musmeci<br />

Ultimo del<strong>la</strong> triade il giovanissimo San Lorenzo che prima <strong>di</strong> ogni<br />

cosa cercò <strong>di</strong> alleviare <strong>la</strong> povertà e <strong>la</strong> miseria dei cristiani ed infi ne,<br />

assolto il compito affi datogli, sostenne fi no al<strong>la</strong> morte <strong>la</strong> fedeltà mantenendo<br />

fermamente <strong>la</strong> sua fede cristiana.<br />

A sinistra <strong>di</strong> Maria ve<strong>di</strong>amo rappresentata, nel registro me<strong>di</strong>ano, <strong>la</strong><br />

suora mercedaria Santa Maria de Cervellon, fondatrice del ramo femminile<br />

dell’or<strong>di</strong>ne, facilmente identifi cabile dal<strong>la</strong> caravel<strong>la</strong> a tre alberi<br />

che tiene nel<strong>la</strong> mano sinistra e dallo stemma dei mercedari che abbiamo<br />

già descritto. Ve<strong>di</strong>amo quin<strong>di</strong> in ginocchio San Pietro No<strong>la</strong>sco, fondatore<br />

e primo Generale dell’Or<strong>di</strong>ne, rivestito <strong>di</strong> saio e <strong>di</strong> mantello rigorosamente<br />

bianchi, mentre riceve <strong>di</strong>rettamente dal<strong>la</strong> Madonna l’abito<br />

identifi cativo dell’or<strong>di</strong>ne; porta sul petto lo stemma mercedario. Ultimo<br />

dei tre ritratto <strong>di</strong> profi lo, anch’egli in ginocchio, con il viso emaciato e<br />

sofferente, San Raimondo Nonnato, caratterizzato da un lucchetto che<br />

gli chiude <strong>la</strong> bocca, dal<strong>la</strong> mantellina car<strong>di</strong>nalizia e dal consueto stemma<br />

dell’or<strong>di</strong>ne sul petto. Nel piccolissimo spazio rimasto in basso fra i due<br />

gruppi <strong>di</strong> santi si intravede una spiaggia deserta e <strong>la</strong> minusco<strong>la</strong> fi gura <strong>di</strong><br />

uno schiavo in catene in attesa del<strong>la</strong> redenzione che dovrebbe arrivare<br />

dal mare. 9<br />

Questa dunque l’iconografi a del <strong>di</strong>pinto; resta a noi il compito <strong>di</strong><br />

interpretarlo al<strong>di</strong>là dei dati conoscitivi ed archivistici, per comprendere<br />

il valore storico, morale, religioso e sociale che sia il committente che<br />

quin<strong>di</strong> sancita dal<strong>la</strong> Controriforma. Raimondo <strong>di</strong> Penyafort fu il primo religioso<br />

incaricato <strong>di</strong> inquisire ossia ricercare e convalidare <strong>la</strong> sincerità ed i valori<br />

del<strong>la</strong> Fede, nelle persone sospettate <strong>di</strong> falsità, <strong>di</strong> opportunismo e <strong>di</strong> eresia.<br />

9 Il motivo dello schiavo bianco incatenato è presente anche nel<strong>la</strong> Madonna<br />

del<strong>la</strong> Mercede <strong>di</strong> Mistretta <strong>di</strong> anonimo del XVI secolo, come in quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> Ispica,<br />

<strong>di</strong>pinta dal famoso Olivio Sozzi. L’interpretazione del messaggio religioso<br />

però è <strong>di</strong>versa. Le fi gure degli schiavi <strong>di</strong> Mistretta e <strong>di</strong> Trecastagni sono molto<br />

piccole, mentre nel<strong>la</strong> te<strong>la</strong> del Sozzi sono proporzionate a quelle degli altri<br />

personaggi, per cui i due giovani schiavi appaiono robusti e vigorosi anche se<br />

insofferenti e <strong>di</strong>sperati per lo stato <strong>di</strong> prigionia. Nel<strong>la</strong> te<strong>la</strong> <strong>di</strong> Mistretta il personaggio<br />

<strong>di</strong> più rilievo è Giacomo I d’Aragona che occupa quasi tutto il primo registro<br />

del <strong>di</strong>pinto. Gli altri due personaggi sono Pietro No<strong>la</strong>sco e Raimondo <strong>di</strong><br />

Penyafort. È chiaro che il pittore ha voluto mettere in rilievo il tono celebrativo<br />

del<strong>la</strong> fondazione e le sue caratteristiche <strong>di</strong> ispirazione religiosa, regale, <strong>la</strong>ica.


La Madonna del<strong>la</strong> Mercede <strong>di</strong> Trecastagni 169<br />

l’esecutore dell’opera hanno voluto comunicare ai fedeli del loro tempo,<br />

tramandando anche a noi, che rifl ettiamo, osservando gli stessi fatti,<br />

ma a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> secoli, l’identico messaggio <strong>di</strong> allora. Il primo e più<br />

importante suggerimento che traiamo dal<strong>la</strong> visione d’insieme, è dato<br />

dal momento storico celebrato: <strong>la</strong> comunità cristiana assiste, attraverso<br />

<strong>la</strong> rappresentazione me<strong>di</strong>ata dal Patania, al<strong>la</strong> fondazione dell’Or<strong>di</strong>ne<br />

dei Mercedari avvenuta nel 1218 ossia dell’Opera del<strong>la</strong> Redenzione<br />

dei Captivi, voluta dal cielo per l’intercessione <strong>di</strong> Maria SS., anticipata<br />

però dall’opera singo<strong>la</strong> e volontaria <strong>di</strong> santi antecedenti al 1218, come<br />

San Lorenzo dei primi secoli del Cristianesimo, dal<strong>la</strong> sofferta missione<br />

<strong>di</strong> carità e <strong>di</strong> assistenza <strong>di</strong> Sant’Antonio Abate, vissuto tra il III ed il IV<br />

secolo dell’era cristiana; <strong>la</strong> te<strong>la</strong> celebra il momento in cui l’Opera <strong>di</strong><br />

Redenzione <strong>di</strong>viene una istituzione, consacrata dal papa e dal re, le due<br />

massime autorità del me<strong>di</strong>o evo, quel<strong>la</strong> religiosa e quel<strong>la</strong> temporale,<br />

convalidata, realizzata e spinta fi no all’eroismo del<strong>la</strong> santità dall’azione<br />

instancabile <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> santi legati all’Or<strong>di</strong>ne.<br />

Il secondo insegnamento offerto dal <strong>di</strong>pinto scaturisce dalle osservazioni<br />

e dalle rifl essioni sul primo suggerimento: esso è il racconto<br />

emblematico del<strong>la</strong> storia iniziale dei Mercedari, attraverso <strong>la</strong> presentazione<br />

<strong>di</strong> tre dei suoi santi più famosi e venerati.<br />

Il comportamento generoso ed altruista del ricco Pietro No<strong>la</strong>sco prima<br />

e dopo <strong>la</strong> fondazione dell’Opera; l’eroico cammino <strong>di</strong> Raimondo<br />

Nonnato che non avendo ricchezze economiche giunse ad offrire <strong>la</strong> sua<br />

vita e a sopportare torture inumane che lo condussero ad una precoce<br />

morte. La coraggiosa scelta del<strong>la</strong> nobile Maria de Cervellon che<br />

rinunciò al lusso ed agli splendori del<strong>la</strong> vita seco<strong>la</strong>re per farsi umile<br />

soccorritrice <strong>di</strong> quanti pativano sofferenze, ma<strong>la</strong>ttie e povertà; e questo<br />

non solo per alleviare <strong>la</strong> con<strong>di</strong>zione degli schiavi cristiani redenti, ma<br />

anche quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> uomini e donne deviati dal<strong>la</strong> morale e dal<strong>la</strong> religione<br />

cristiane.<br />

La vicenda dei Mercedari si coniuga con una delle più gravi minacce<br />

incombenti sulle attività marittime e commerciali del Me<strong>di</strong>terraneo, <strong>la</strong><br />

piaga delle incursioni e delle razzie barbaresche sia sul mare che sulle<br />

coste del Mare Nostrum. Tutte le nazioni europee erano sottoposte al<br />

medesimo pericolo: vicende efferate <strong>di</strong> violenza, <strong>di</strong> persecuzione, <strong>di</strong><br />

spaventi e <strong>di</strong> tormenti, <strong>di</strong> sopraffazione bestiale dei deboli, che purtroppo<br />

ancora oggi possono essere equiparate a vicissitu<strong>di</strong>ni moderne,


170<br />

Pinel<strong>la</strong> Musmeci<br />

senza tempo e senza confi ni del<strong>la</strong> storia dell’umanità. Per questo nel<strong>la</strong><br />

te<strong>la</strong> sono presenti anche alcuni santi non mercedari, come San Lorenzo<br />

che, giovanissimo, trovò <strong>la</strong> forza <strong>di</strong> affrontare un crudelissimo martirio,<br />

il X agosto del 258, per aver aiutato i cristiani romani in<strong>di</strong>genti e per<br />

aver mantenuto ferma <strong>la</strong> sua professione <strong>di</strong> fede. Ed ancora Sant’Antonio<br />

Abate che spese <strong>la</strong> sua vita ultracentenaria al servizio dei sofferenti<br />

ed a cui, proprio a Trecastagni, è de<strong>di</strong>cata l’antica chiesa delle Anime<br />

del Purgatorio, ricostruita, sempre sotto il suo nome, dopo il terremoto<br />

del 1693.<br />

Lo stesso Raimondo <strong>di</strong> Penyafort protesse e favorì i Mercedari, ma<br />

appartenne per tutta <strong>la</strong> vita ai Domenicani e perseguì <strong>la</strong> missione del<strong>la</strong><br />

pre<strong>di</strong>cazione e del<strong>la</strong> correzione delle eresie nell’ambito del<strong>la</strong> nazione<br />

spagno<strong>la</strong> entro i cui confi ni esercitò <strong>la</strong> carica <strong>di</strong> Primo Inquisitore del<strong>la</strong><br />

storia, appoggiando il severo giu<strong>di</strong>zio su opere <strong>di</strong> normativa religiosa,<br />

da lui stesso compi<strong>la</strong>te, per chiarire a tutti i principi del<strong>la</strong> lotta contro<br />

gli eretici. 10<br />

La carica <strong>di</strong> Inquisitore gli <strong>di</strong>ede modo <strong>di</strong> rifi utare quel<strong>la</strong> vescovile<br />

per cui poté de<strong>di</strong>carsi completamente al<strong>la</strong> lotta contro le eresie; egli<br />

dunque rappresenta lo stretto legame esistente fra <strong>la</strong> naturale e libera<br />

missione evangelizzatrice e correttiva del<strong>la</strong> Chiesa e <strong>la</strong> fondazione <strong>di</strong><br />

un movimento <strong>la</strong>ico-militare con concreti supporti economici, operante<br />

sul piano internazionale contro le violenze dei Mori.<br />

Nel quadro <strong>di</strong> Trecastagni egli si trova in una posizione interme<strong>di</strong>a<br />

tra Sant’Antonio Abate e San Lorenzo; nel<strong>la</strong> vetrata del<strong>la</strong> cattedrale <strong>di</strong><br />

Barcellona invece è ricordato come colui che ha rivestito, con l’abito<br />

bianco, <strong>di</strong> fronte al re, i nuovi confratelli mercedari. Rifl ettiamo che<br />

l’ispirazione del quadro del nostro artista locale riconduce ogni progetto<br />

realizzato nell’ambito umano al<strong>la</strong> ispirazione <strong>di</strong>vina, signifi candone<br />

il valore universale che trascende i riferimenti puramente territoriali; infatti<br />

è <strong>la</strong> stessa Madonna a consegnare personalmente l’abito bianco al<br />

fondatore ed egli lo accetta per sé e per tutti i confratelli. La persona del<br />

10 Una vetrata a colori, nel<strong>la</strong> Cattedrale <strong>di</strong> Barcellona (dove il santo è seppellito)<br />

ricorda il legame che unì profondamente i Mercedari al pre<strong>di</strong>catore<br />

domenicano, tanto da essere stato prescelto per offrire <strong>la</strong> tunica bianca dell’or<strong>di</strong>ne<br />

a Pietro No<strong>la</strong>sco e ai suoi confratelli <strong>la</strong>ici nel 1218.


La Madonna del<strong>la</strong> Mercede <strong>di</strong> Trecastagni 171<br />

re non compare affatto ed è evocata in<strong>di</strong>rettamente attraverso il simbolo<br />

degli Aragona: <strong>la</strong> gloria ed il potere mondano vengono esclusi dall’ottica<br />

raffi gurativa dell’artista acese che in vita fedele a questo principio,<br />

raramente fi rmò le sue opere. I santi mercedari del<strong>la</strong> te<strong>la</strong> <strong>di</strong> Trecastagni<br />

sono soltanto tre (nel<strong>la</strong> storia dell’Or<strong>di</strong>ne ve ne furono tanti) e defi niscono<br />

sinteticamente, ma effi cacemente, le motivazioni e gli esempi da<br />

seguire da parte <strong>di</strong> tutti i fedeli.<br />

Il fondatore Pietro No<strong>la</strong>sco un <strong>la</strong>ico che <strong>di</strong>vide col povero e con<br />

l’emarginato le sue risorse economiche e combatte per <strong>la</strong> vita e <strong>la</strong> salvezza<br />

morale del prossimo; quin<strong>di</strong> Maria de Cervellon che coinvolge<br />

l’umanità femminile nei progetti e nell’opera <strong>di</strong> redenzione e <strong>di</strong> riscatto;<br />

questa santa sarà fortemente venerata nell’America Latina dopo <strong>la</strong> scoperta<br />

del Nuovo Mondo. Ed infi ne l’uomo che sull’esempio del Cristo<br />

offrì più volte se stesso in cambio degli schiavi più poveri, Raimondo<br />

Nonnato, un predestinato ad una vita eroica <strong>di</strong> sacrifi ci.<br />

La fondazione dell’Or<strong>di</strong>ne suscitò molto entusiasmo e indusse tanti<br />

giovani a seguirlo; indusse anche al<strong>la</strong> erogazione <strong>di</strong> forti elemosine da<br />

parte <strong>di</strong> ricchi e <strong>di</strong> contributi più modesti, ma continui, da parte del popolo.<br />

Spesso i fratelli mercedari perivano negli scontri cruenti per terra<br />

e per mare contro i Musulmani, ma non per questo si spense l’entusiasmo<br />

per le eroiche imprese.<br />

Quando l’Or<strong>di</strong>ne, intorno al 1340, cessò <strong>di</strong> essere <strong>la</strong>ico militare per<br />

<strong>di</strong>venire soltanto religioso, <strong>la</strong> <strong>di</strong>fesa cruenta delle vie commerciali e<br />

<strong>di</strong> comunicazioni marittime del Me<strong>di</strong>terraneo fu affi data ad altre associazioni<br />

specifi che e soprattutto ebbe massimo spazio in questo campo<br />

l’Or<strong>di</strong>ne dei Cavalieri <strong>di</strong> San Giovanni, militare ed ospedaliero, che<br />

ebbe sede defi nitiva a Malta, prima nel<strong>la</strong> città <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>na, poi in quel<strong>la</strong><br />

appositamente costruita sul<strong>la</strong> costa, ex-novo, e chiamata La Valletta dal<br />

cognome del suo fondatore.<br />

L’or<strong>di</strong>ne mercedario era stato defi nitamente ascritto fra quelli men<strong>di</strong>canti<br />

numerosi e <strong>di</strong>ffusi in ogni luogo abitato. La questua comportava<br />

perciò maggiori <strong>di</strong>ffi coltà rispetto ai primi secoli <strong>di</strong> vita.<br />

Il re <strong>di</strong> Spagna intese tute<strong>la</strong>rlo e privilegiarlo attraverso una organizzazione<br />

<strong>di</strong> raccolta che faceva capo sia al Generale dell’Or<strong>di</strong>ne che<br />

al<strong>la</strong> Corona. Infatti essa si fece promotrice <strong>di</strong> ban<strong>di</strong> <strong>di</strong> raccolta dei fon<strong>di</strong><br />

mercedari pubblicizzati dalle pre<strong>di</strong>che dei quaresimalisti e dal<strong>la</strong> asse-


172<br />

Pinel<strong>la</strong> Musmeci<br />

gnazione <strong>di</strong> stampe dette “bolle” a favore <strong>di</strong> coloro che e<strong>la</strong>rgivano le<br />

elemosine.<br />

Questo sistema <strong>di</strong> raccolta iniziò intorno al XV secolo e continuò<br />

ininterrotto anche durante il dominio borbonico, 11 sotto il quale ritroviamo<br />

nei registri d’archivio, numerosi ban<strong>di</strong> e <strong>di</strong>sposizioni a tal proposito.<br />

12<br />

11 Lo stu<strong>di</strong>oso Matteo Donato, nell’opera Per <strong>la</strong> Storia <strong>di</strong> Valverde, Acireale<br />

1984, Ed. Accademia Ze<strong>la</strong>nti e Dafnici, pag. 28, ci fa sapere che nel 1560 l’Algozirio<br />

incaricato del<strong>la</strong> raccolta dei fon<strong>di</strong> mercedari, ebbe un introito <strong>di</strong> onze<br />

1050 tra Aquilia (250), S. Filippo <strong>di</strong> Carcina (400), Valverde (400). Abbiamo<br />

control<strong>la</strong>to i fogli re<strong>la</strong>tivi dal Carpettone Tutt’Atti 1559-1560 presso l’Archivio<br />

Storico Arcivescovile <strong>di</strong> Catania ed abbiamo ritrovato il “Memoriale<br />

dell’Algozirio Bernardo De ….......(illegibile) Rettore e Tesoriere Generale in<br />

questo Regno <strong>di</strong> Sicilia delle Bolle del<strong>la</strong> Madonna del<strong>la</strong> Mercè <strong>di</strong> Redenzione<br />

dei Captivi nuovamente concessa dall’Illustrissimo Priore PP. Mercedari al<strong>la</strong><br />

Cesarea Maestà”. Control<strong>la</strong>ndo i ff. dal 528 recto al 530 verso del medesimo<br />

carpettone, abbiamo appreso le istruzioni impartite su come esigere gli importi<br />

non ancora pagati ed abbiamo letto l’elenco dell’importo tratto dai Casali <strong>di</strong><br />

Catania; ricor<strong>di</strong>amo che questi ultimi resteranno tali fi no all’anno 1640. Ogni<br />

luogo nominato ha come riferimento un sacerdote che provvederà all’esazione.<br />

L’importo totale delle onze è sud<strong>di</strong>viso analiticamente dalle singole voci elencate:<br />

Misterbianco - 200; S. ….(illeggibilee) Bosco - 150; Mompilieri - 200;<br />

Mascaluciaa - 206; Tremisteri - 250; S. Giovanni La punta - 200; S. Giovanni<br />

Galerno con Tre Castagni - 250; Yachi Laquilia - 250; S. Filippo <strong>di</strong> Carcina<br />

- 400; Valver<strong>di</strong> - 300; La Motta <strong>di</strong> S. Nastasia - 160. La testimonianza riportata<br />

ci sembra interessante per molte osservazioni che esu<strong>la</strong>no comunque dal<br />

presente testo.<br />

12 ASCA, dal Vol. 64, Chiese, Conventi, Monasteri.<br />

Qui viene data notizia che nel 1690, a Palermo, nel<strong>la</strong> chiesa <strong>di</strong> S. Maria La<br />

Nuova, zona portuale, viene fondata il 15 Marzo 1690, con Decreto Viceregio<br />

perpetuo valituro, <strong>la</strong> Redenzione dei Captivi che fa capo al<strong>la</strong> Arciconfraternita<br />

Mercede. Si dà <strong>di</strong>sposizione che in ogni chiesa venga posta cassetta specifi ca<br />

per le elemosine.<br />

Notiamo ancora, sempre nel medesimo carpettone, che l’11 febbraio 1738,<br />

il Principe Corsini, con un bando speciale raccomanda ai Pre<strong>di</strong>catori del<strong>la</strong><br />

Santa Quaresima, chiamati ogni anno da luoghi <strong>di</strong>versi da quello del<strong>la</strong> pre<strong>di</strong>cazione,<br />

<strong>di</strong> de<strong>di</strong>care almeno una giornata <strong>di</strong> perorazione al<strong>la</strong> causa dei captivi<br />

perché vengano e<strong>la</strong>rgite ricche elemosine.


La Madonna del<strong>la</strong> Mercede <strong>di</strong> Trecastagni 173<br />

I confratelli mercedari avevano chiesto <strong>di</strong> poter includere, nel<strong>la</strong> loro<br />

rego<strong>la</strong>, un quarto voto oltre ai tre canonici <strong>di</strong> povertà, castità ed obbe<strong>di</strong>enza;<br />

fu veramente partico<strong>la</strong>re: quello del libero scambio fra un<br />

confratello ed un captivo in attesa <strong>di</strong> riscatto. Offrendosi in ostaggio al<br />

posto dei captivi, attendevano per tutto il tempo necessario, sostituendosi<br />

ad essi nel <strong>la</strong>voro e nel<strong>la</strong> fatica richiesta dai Musulmani.<br />

Spesso agli schiavi veniva prospettata <strong>la</strong> possibilità <strong>di</strong> abiurare il<br />

Cattolicesimo, <strong>di</strong> prendere l’identità musulmana ed avere nuove mogli,<br />

fi gli e famiglia integrandosi con <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione del luogo <strong>di</strong> prigionia.<br />

Qualcuno accettava, 13 specialmente i più poveri che nessuno mai<br />

avrebbe riscattato; per questo i Mercedari aggiunsero il quarto voto <strong>di</strong><br />

Scambio, <strong>di</strong>stinguendosi dall’Or<strong>di</strong>ne dei Trinitari, fondato in Francia<br />

pochi decenni prima. 14<br />

Nello stesso volume 64, a pag. 718, troviamo un interessante allegato; consiste<br />

nel Catalogo de’ Siciliani Redenti, pubblicato a Palermo nel MDCCLV e<br />

contiene l’elenco dei riscattati <strong>di</strong> tutte le città del<strong>la</strong> Sicilia.<br />

Inoltre, per dare in sintesi completezza al<strong>la</strong> nostra nota, segnaliamo dal<br />

volume 65, Chiese, Conventi, Monasteri, ASCA, pagg. 506-508, <strong>la</strong> Circo<strong>la</strong>re,<br />

Or<strong>di</strong>nanza per tutta <strong>la</strong> Sicilia, per <strong>la</strong> Redenzione dei Captivi; da essa si evince<br />

come venivano organizzate le SS. Crociate <strong>di</strong> liberazione delle persone che si<br />

ritrovano cattivi (sic) in potere del<strong>la</strong> Turchia.<br />

Non ci meraviglia pertanto il quadro del Sozzi in terra <strong>di</strong> Ispica, visto l’interesse<br />

governativo e clericale per l’Arciconfraternita del<strong>la</strong> Mercede. La circo<strong>la</strong>re<br />

reca <strong>la</strong> data 1-8-1756.<br />

13 Gli stu<strong>di</strong>osi Lucille e Bartolomè Bennassar affermano nell’opera “I cristiani<br />

<strong>di</strong> Al<strong>la</strong>h” che molti Europei tra il 1500 ed il 1600 si “fecero turchi” passando<br />

all’Is<strong>la</strong>m ed abitando gli stati vassalli ottomani del Maghreb, del<strong>la</strong> Libia,<br />

dell’Algeria e del Marocco. Non speravano più nel riscatto e non resistevano<br />

alle lusinghe ed alle sollecitazioni turche <strong>di</strong> vivere liberamente e rinnegavano<br />

così <strong>la</strong> religione cristiana. L’indagine dei Bennassar trova convalida nei processi<br />

dell’Inquisizione.<br />

14 L’Or<strong>di</strong>ne Trinitario fu fondato da S. Giovanni <strong>di</strong> Matha (1154-1213), un<br />

sacerdote eremita nato a Faucon in Francia e da un suo confratello Felice <strong>di</strong><br />

Valois; <strong>la</strong> prima sede stabile fu a Cerfroid, località desertica presso Meaux,<br />

dove ancor oggi si trova <strong>la</strong> Casa madre dell’or<strong>di</strong>ne; il simbolo trinitario è <strong>la</strong><br />

croce rosso-azzurra a braccia uguali e <strong>la</strong> sig<strong>la</strong> O.SS.T.; l’or<strong>di</strong>ne fu approvato<br />

nel 1198 dal papa Innocenzo III e si proponeva due obiettivi fondamentali: il


174<br />

Pinel<strong>la</strong> Musmeci<br />

Un esempio ammirevole e straor<strong>di</strong>nario del<strong>la</strong> carità mercedaria è<br />

rappresentato da Raimondo Nonnato; Giacinto Patania, autore del <strong>di</strong>pinto<br />

<strong>di</strong> Trecastagni, lo ha rappresentato in modo <strong>di</strong>verso dal Sozzi.<br />

Infatti Patania si sofferma sui segni del<strong>la</strong> sofferenza che hanno <strong>la</strong>sciato<br />

tracce indelebili e devastanti sul fi sico del santo e, pur rivestendolo<br />

del<strong>la</strong> mantel<strong>la</strong> car<strong>di</strong>nalizia (concessa a forza dal papa che lo richiamò<br />

a Roma per farne il suo consigliere personale), ne mette in evidenza<br />

l’atteggiamento umile e <strong>di</strong>sponibile. Il Sozzi lo celebra nel<strong>la</strong> gloria dei<br />

paramenti sacri, in atteggiamento ieratico e superiore. Ancora una volta<br />

restiamo colpiti dal<strong>la</strong> capacità del pittore acese nel rappresentare umanità<br />

e sensibilità dei sentimenti unendo ad essi <strong>la</strong> consapevolezza del<strong>la</strong><br />

mistica ed eroica accettazione del<strong>la</strong> missione realizzata. Il Patania non<br />

<strong>di</strong>pingeva tecnicamente, badando solo al<strong>la</strong> perfezione delle linee e dei<br />

colori; <strong>la</strong> sua era una vera e propria rivisitazione dell’itinerario <strong>di</strong> vita<br />

dei santi raffi gurati. In questo <strong>la</strong>voro intenso <strong>di</strong> ricostruzione sta <strong>la</strong> bellezza<br />

ed il valore delle sue opere. Raimondo tiene le <strong>la</strong>bbra sigil<strong>la</strong>te da<br />

un lucchetto: atroce tortura subita per impe<strong>di</strong>rgli <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>care e <strong>di</strong>ffondere<br />

il Verbo Evangelico, mentre attendeva in terra musulmana il pagamento<br />

del riscatto per lo schiavo cristiano a cui si era sostituito. Ciascun<br />

personaggio nel <strong>di</strong>pinto <strong>di</strong> Trecastagni é un messaggio per lo spettatore<br />

e comunica con semplicità il signifi cato del<strong>la</strong> sua vita e delle sue azioni.<br />

Certamente lo stile e <strong>la</strong> bravura del pittore corrispondono pienamente<br />

alle richieste del<strong>la</strong> committenza. Le nostre indagini in <strong>di</strong>versi Archivi<br />

religiosi non hanno potuto rive<strong>la</strong>re i dati cronologici precisi del<strong>la</strong> realizzazione<br />

dell’opera, tuttavia se osserviamo <strong>la</strong> tipologia delle fi gure,<br />

considerando alcuni signifi cativi partico<strong>la</strong>ri, <strong>la</strong> possiamo catalogare<br />

presumibilmente tra il 1661 ed il 1681, date rispettivamente del<strong>la</strong> realizzazione<br />

del<strong>la</strong> pa<strong>la</strong> d’altare del<strong>la</strong> Madonna degli Angeli del Convento<br />

dei Cappuccini <strong>di</strong> Acireale e del<strong>la</strong> Crocifi ssione presente nel<strong>la</strong> Chiesa<br />

del SS. Crocifi sso, sempre ad Acireale. Queste due opere infatti sono<br />

datate, una anche fi rmata e possono essere <strong>di</strong> valido confronto.<br />

culto SS. Trinità e <strong>la</strong> Redenzione degli schiavi. Appartiene anch’esso ai Men<strong>di</strong>canti.<br />

L’Or<strong>di</strong>ne Mercedario fu approvato, sempre fra i Men<strong>di</strong>canti, nel 1234. Ambedue<br />

gli or<strong>di</strong>ni sono attivi ancora oggi anche se con nuove regole e con fi nalità<br />

ed obiettivi adeguati ai nostri tempi.


La Madonna del<strong>la</strong> Mercede <strong>di</strong> Trecastagni 175<br />

Alcuni fatti confortano questa nostra ipotesi, che potrebbe essere<br />

in futuro convalidata dal ritrovamento del documento <strong>di</strong> committenza.<br />

L’anno 1640 segnò per le “vigne” dei Catanesi un passaggio <strong>di</strong> poteri<br />

amministrativi e <strong>di</strong> scissione territoriale importanti. In partico<strong>la</strong>re il feudo,<br />

compreso il “borgo”, <strong>di</strong> Trecastagni fu venduto al nobile messinese<br />

Domenico Di Giovanni Giustiniani, <strong>di</strong>scendente da un’antica famiglia<br />

genovese e <strong>di</strong> professione commerciante, con interessi economici sia in<br />

Italia che negli stati esteri. La famiglia Di Giovanni era molto ricca e<br />

potente ed aveva anche ere<strong>di</strong>tato l’impero economico dei Giustiniani <strong>di</strong><br />

Genova. Molti membri del<strong>la</strong> famiglia avevano rivestito l’abito <strong>di</strong> Cavaliere<br />

<strong>di</strong> Malta. 15<br />

L’atto <strong>di</strong> proprietà del Di Giovanni fu concordato in Sicilia nel 1640,<br />

ma fu ratifi cato poi a Madrid il 6-2-1641. Veniva riunito sotto lo stesso<br />

Signore il principato Trecastagni e Pedara e <strong>la</strong> baronia <strong>di</strong> Viagrande con<br />

i territori <strong>di</strong> pertinenza; l’amministrazione del feudo ebbe un benefi cio<br />

notevole e subì un rapido miglioramento ed incremento economico. Nel<br />

1667 <strong>la</strong> chiesa matrice <strong>di</strong> Trecastagni, intito<strong>la</strong>ta a San Nico<strong>la</strong>, fu eretta<br />

a Parrocchia e ad Arcipretura e fu sistemata e migliorata secondo <strong>la</strong><br />

<strong>di</strong>gnità imposta dal<strong>la</strong> importanza del<strong>la</strong> famiglia regnante e dal ruolo<br />

ricoperto sul territorio. Cre<strong>di</strong>amo che proprio in questi anni <strong>di</strong> passaggio<br />

dallo stato <strong>di</strong> borgo a quello <strong>di</strong> città, sia stato commissionato il<br />

quadro del<strong>la</strong> Madonna del<strong>la</strong> Mercede, perfettamente rispondente agli<br />

inten<strong>di</strong>menti ed alle fi nalità del casato dei Di Giovanni (impren<strong>di</strong>tori,<br />

commercianti ed armatori) ed al messaggio <strong>di</strong> solidarietà sociale ed<br />

umana suggerito dall’artista. Il fatto che il tempo da noi suggerito veda<br />

15 Ricor<strong>di</strong>amo che i Cavalieri <strong>di</strong> Malta venivano nominati con <strong>di</strong>verso grado<br />

<strong>di</strong> importanza e partecipazione; quelli che potevano a<strong>di</strong>re alle più alte cariche<br />

dovevano possedere ben quattro quarti <strong>di</strong> nobiltà dall’origine del<strong>la</strong> stirpe.<br />

I Di Giovanni appartenevano al gra<strong>di</strong>no più alto.<br />

Essi ebbero il controllo del<strong>la</strong> Regia Trazzera Messina-Catania lungo il litorale,<br />

attraverso Pisano, Fleri e Viagrande; inoltre control<strong>la</strong>vano anche <strong>la</strong> strada<br />

perpen<strong>di</strong>co<strong>la</strong>re che da Trecastagni andava ad Acitrezza. Uomo <strong>di</strong> fi ducia del<br />

principe Di Giovanni fu Antonio Pappa<strong>la</strong>rdo <strong>di</strong> Pedara, che ricoprì anche <strong>la</strong><br />

carica <strong>di</strong> Capitan Giustiziere e Capitano del<strong>la</strong> milizia territoriale del feudo. In<br />

seguito anche altri membri dei Pappa<strong>la</strong>rdo <strong>di</strong> Pedara amministrarono i beni<br />

del Principe e fra questi Don Diego Pappa<strong>la</strong>rdo, canonico gerosolimitano ed<br />

amico del pittore Giacinto Patania.


176<br />

Pinel<strong>la</strong> Musmeci<br />

presenti sullo stesso territorio il sacerdote Diego Pappa<strong>la</strong>rdo, amministratore<br />

dei principi, cavaliere <strong>di</strong> Malta come cappel<strong>la</strong>no conventuale<br />

del Priorato <strong>di</strong> Messina per il loro sollecito interessamento e amico del<br />

pittore acese Giacinto Patania, già personalmente legato all’ambiente<br />

artistico messinese, 16 suggerisce <strong>la</strong> vali<strong>di</strong>tà dell’ipotesi <strong>di</strong> realizzazione<br />

dell’opera. Nel 1669 nuovamente i due uomini saranno fi anco a fi anco<br />

per un’impresa che ancor oggi appare leggendaria, cioè il tentativo <strong>di</strong><br />

deviare dal<strong>la</strong> <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Catania il fi ume <strong>di</strong> <strong>la</strong>va del 1669.<br />

La medesima ottica <strong>di</strong> unità <strong>di</strong> intenti che legava i due uomini al fi ne<br />

<strong>di</strong> ottenere un benessere sociale, come <strong>la</strong> salvezza del<strong>la</strong> città <strong>di</strong> Catania<br />

o l’aiuto dei fedeli per liberare i fratelli sfortunati caduti prigionieri dei<br />

Turchi, illuminata dall’insegnamento del<strong>la</strong> carità cristiana e del<strong>la</strong> Fede<br />

al <strong>di</strong> sopra delle contingenze umane, ancora oggi trova in noi approvazione<br />

ed ammirazione.<br />

Il culto del<strong>la</strong> Madonna del<strong>la</strong> Mercede è moderatamente, ma costantemente<br />

presente in Sicilia; ve<strong>di</strong>amo che esso trova più ampia affermazione<br />

17 nei territori dell’iso<strong>la</strong> in cui <strong>la</strong> cultura fi lo-spagno<strong>la</strong>, espressa<br />

dal<strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> famiglie feudali, strettamente legate da vincoli economici<br />

e politici al<strong>la</strong> corona, mostra ancora oggi <strong>la</strong> sua ere<strong>di</strong>tà culturale.<br />

Talvolta non fermiamo abbastanza il nostro pensiero sul fatto che <strong>la</strong><br />

Sicilia per parecchi secoli non solo si è nutrita <strong>di</strong> cultura spagno<strong>la</strong> , ma è<br />

stata parte attiva, anche se periferica, del<strong>la</strong> storia del<strong>la</strong> nazione iberica.<br />

Oggi cerchiamo <strong>di</strong> vedere meglio nel nostro passato, ma è un lungo,<br />

paziente e <strong>di</strong>ffi cile <strong>la</strong>voro al<strong>la</strong> ricerca <strong>di</strong> tutte le nostre ra<strong>di</strong>ci.<br />

16 Il Patania accolse in Acireale il Fulco (1615-1680), pittore messinese;<br />

inoltre ebbe contatti con famiglie ed artisti del<strong>la</strong> città dello stretto. La sua partecipazione<br />

al<strong>la</strong> vita politica del<strong>la</strong> città <strong>di</strong> Aci, <strong>di</strong> cui fu amministratore per<br />

tutto l’arco del<strong>la</strong> sua vita (1612-1691), ricoprendo cariche <strong>di</strong> varia importanza,<br />

gli <strong>di</strong>ede modo <strong>di</strong> muoversi spesso tra <strong>la</strong> città <strong>di</strong> Aci e quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> Messina. Anche<br />

il Pappa<strong>la</strong>rdo si spostava <strong>di</strong> frequente a Messina poiché nel<strong>la</strong> città doveva<br />

svolgere <strong>la</strong> sua funzione <strong>di</strong> religioso dei Cavalieri <strong>di</strong> San Giovanni ed avrebbe<br />

dovuto anche risiedervi; tuttavia tramite i buoni uffi ci del<strong>la</strong> famiglia Di Giovanni,<br />

ottenne <strong>di</strong> poter risiedere a Pedara per curare i suoi interessi.<br />

17 Fra i più importanti centri de<strong>di</strong>cati al<strong>la</strong> Madonna Mercedaria ricor<strong>di</strong>amo<br />

<strong>la</strong> città <strong>di</strong> Mo<strong>di</strong>ca, quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> Ispica, quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> Mistretta, precisando che a Mo<strong>di</strong>ca<br />

esiste anche il Pa<strong>la</strong>zzo dei Mercedari (oggi sede del Museo comunale) ed<br />

il Convento omonimo.


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La Madonna del<strong>la</strong> Mercede <strong>di</strong> Trecastagni 179<br />

Giacinto Patania - Madonna del<strong>la</strong> Mercede<br />

Chiesa Madre <strong>di</strong> Trecastagni (CT)


180<br />

Pinel<strong>la</strong> Musmeci<br />

Giacinto Patania - Partico<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> Madonna del<strong>la</strong> Mercede<br />

Chiesa Madre <strong>di</strong> Trecastagni (CT)


La Madonna del<strong>la</strong> Mercede <strong>di</strong> Trecastagni 181<br />

Anonimo - Madonna del<strong>la</strong> Mercede<br />

Chiesa Madre <strong>di</strong> Mistretta (ME)


182<br />

Pinel<strong>la</strong> Musmeci<br />

Olivio Sozzi - Madonna del<strong>la</strong> Mercede<br />

Chiesa <strong>di</strong> S. Maria Maggiore - Ispica (RG)


La Madonna del<strong>la</strong> Mercede <strong>di</strong> Trecastagni 183<br />

Anonimo - Madonna del<strong>la</strong> Mercede<br />

Chiesa <strong>di</strong> San Fernando - Ca<strong>di</strong>ce<br />

Anonimo - Madonna del<strong>la</strong> Mercede<br />

Chiesa <strong>di</strong> S. Maria Amma<strong>la</strong>ti

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