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LA TERAPIA CON RADIAZIONI ELETTROMAGNETI ... - Terapia rs25

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OSPEDALE CIVILE DI PADOVA SERVIZIO DI FISICA SANITARIA<br />

<strong>LA</strong> <strong>TERAPIA</strong> <strong>CON</strong> <strong>RADIAZIONI</strong> <strong>ELETTROMAGNETI</strong>CHE A BASSA<br />

INTENSITA' E SPETTRO ETEROGENEO: ASPETTI BIOFISICI<br />

AVANZO R. C. CARLETTI L.<br />

Assistente Direttore<br />

PREMESSA<br />

Come riferito in una precedente nota, un ricercatore francese, da molti anni residente<br />

in Svizzera, ha svolto interessanti ricerche circa la realizzazione di un dispositivo per<br />

una utilizzazione terapeutica delle radiazioni di elevate lunghezze d'onda.<br />

L'apparecchio messo a punto e stato chiamato R.S. - 25 e la sua sommaria descrizione e<br />

contenuta nella stessa nota.<br />

Il principio fondamentale su cui si basa e quello di realizzare l'obiettivo di una terapia<br />

radiante che utilizzi gli effetti non lesivi delle radiazioni, esaltandone quelli benefici.<br />

Tuttavia poiché per realizzare tale obiettivo sarebbe necessario conoscere nel<br />

dettaglio le interazioni fra le radiazioni e le biomolecole, che rappresentano un fatto<br />

lontano da una profonda comprensione, non avendo pertanto indicazioni sufficienti per<br />

scegliere il tipo di radiazione più adatto ad ogni caso patologico specifico, con la<br />

invenzione in oggetto, si e pensato di ovviare alla difficoltà ideando un dispositivo<br />

emettitore in uno spettro il più eterogeneo possibile. Esso viene ottenuto a partire da<br />

una sorgente di radiazione primaria (Radium-elemento) e riemessa da diversi<br />

bersagli interposti al fascio.<br />

Gli atomi e le molecole degli assorbitori, si portano in tal modo a livelli eccitati,<br />

mantenuti da una sorgente di calore a raggi infrarossi, in modo da ottenere<br />

riemissioni di radiazioni di frequenza ed energie generalmente differenti da quella primaria.<br />

Il fascio radiante cosi ottenuto, somma delle radiazioni primarie e secondarie, viene<br />

utilizzato nel paziente in corrispondenza della affezione patologica.<br />

Poiché l'intensità della sorgente primaria, e quindi dell'emissione complessiva, è alquanto<br />

bassa (150EL C di Ra el) si ha motivo di ritenere che l'effetto distruttivo della radiazione<br />

si realizzi in un ordine di grandezza trascurabile, e che comunque quello benefico, non<br />

contrastato dai meccanismi di riparazione cellulare, prevalga in modo che eventuali<br />

alterazioni dei processi metabolici possano venire riparati.<br />

Non possiamo per ovvi motivi, legati alla brevettazione del dispositivo, dilungarci sui<br />

particolari costruttivi, mentre tuttavia risulta abbastanza facile comprendere il principio<br />

dal punto di vista fisico, tenuto canto di quanto riferito nella precedente nota e di quanto<br />

seguirà.


<strong>CON</strong>SIDERAZIONI GENERALI<br />

La medicina come ogni altra scienza che si occupa della natura, riconosce la propria<br />

origine nella Fisica.<br />

Lo stesso Ippocrate chiamò la medicina “La Fisica che si occupa dei corpi viventi“. Fu<br />

in seguito che le due scienze si separarono e come conseguenza la medicina divenne<br />

empirismo puro.<br />

Alla fisica risulta utile la conoscenza degli eventi biologici, come alla medicina la<br />

conoscenza di quelli fisici.<br />

Questa collaborazione iniziata alle origini delle due scienze, fu abbandonata per molti<br />

secoli, fino alla ripresa con il Malpighi ed il Mayer che porta all'incitamento ed a uno<br />

studio comparato fra fisica nucleare e fisica del metabolismo.<br />

Da quando infatti fu dimostrata la realtà dell'atomo e delle energie che l'accompagnano<br />

si e cercato di spiegare alcuni fenomeni biologici come le leggi che regolano gli<br />

scambi energetici intermolecolari: è nata la biofisica.<br />

Tutte le forze presenti in natura, da quelle elettriche a quelle luminose, da quelle<br />

chimiche ad altre ancora, per le quali gli atomi si riuniscono in molecole, e queste<br />

ultime in gruppi molecolari, sono risultate di origine elettromagnetica.<br />

Lo stesso concetto di massa ha subito con la nuova fisica una revisione, per la quale ad<br />

esempio un elettrone si comporta per taluni aspetti come un corpuscolo, mentre per<br />

altri manifesta caratteri di onda.<br />

La massa stessa è infatti un sistema di onde che si influenzano e si intersecano<br />

raggiungendo un peso quando sono soddisfatte determinate regole.<br />

Materia ed energia sono interscambiabili nell'organismo vivente con notevole rapidità<br />

si che mentre calcoliamo peso e qualità, ci sfugge il valore energetico, e viceversa.<br />

Accettare questa complementarietà biologica, significa riconoscere che il metabolismo<br />

organico non è altro che un succedersi ritmico di livelli energetici dovuti all'azione di<br />

onde che determinano il distacco e la ricombinazione di atomi che tornano ad<br />

organizzarsi diversamente.<br />

Il rapporto fra l'onda eccitatrice e la biomolecola eccitata deve corrispondere ad una<br />

delle frequenze proprie della molecola e la corrispondente deviazione di livello<br />

energetico, produce una maggiore rapidità del metabolismo.<br />

Da ciò un aspetto applicativo di grande importanza biologica e terapeutica, secondo il<br />

quale usando una radiazione particolare e possibile accelerare il metabolismo e<br />

provvedere alle ionizzazioni per mantenere le biomolecole al costante livello energetico<br />

indispensabile.<br />

Queste onde consentono lo sprigionarsi di energie dalla materia inerte del nostro<br />

organismo ed è in ciò che si differenzia e viene individuato 1'evento biologico da quello<br />

fisico della materia inerte.<br />

AZIONI FISICHE FAVORENTI IL PROCESSO METABOLICO<br />

Allo scopo di sollevare artificialmente il livello energetico molecolare per favorire i<br />

processi ossido-riduttivi e quindi ristabilire l'equilibrio cellulare e ripristinare i processi<br />

metabolici, possono essere utilizzate, come si è detto, le radiazioni elettromagnetiche.<br />

L'effetto dell'interazione di queste ultime nella materia, provoca differenti fenomeni:<br />

1) Le radiazioni possono avere prevalentemente una azione ionizzante, ossia<br />

estraggono uno o più elettroni dalle molecole che si positivizzano. Gli elettroni estratti,<br />

sono in gran parte captati da altre molecole che si negativizzano.<br />

2) Le radiazioni possono in prevalenza essere assorbite e provocare 1'oscillazione delle<br />

molecole, senza modificare, se non istantaneamente la loro struttura.


3) Le radiazioni sono in maggior parte riflesse provocando una modificazione nella<br />

struttura molecolare che permane anche dopo la cessazione dell'urto.<br />

Pur avendo i primi due effetti una certa importanza dal punto di vista biologico,<br />

tuttavia maggior interesse riveste il terzo. Infatti è noto che gli elementi che si<br />

lasciano più facilmente ionizzare sono quelli a basso peso atomico come l'H il C e l'O,<br />

i quali pertanto forniscono la quasi totalità degli elettroni di consumo necessari per lo<br />

svolgimento del metabolismo, mentre gli elementi che presentano la massima<br />

importanza per il terzo effetto, sono i metalli. E' evidente che l'effetto varia col<br />

variare della frequenza della radiazione e della struttura cristallina.<br />

E' inoltre noto che i metalli rappresentano i catalizzatori per moltissimi processi<br />

biochimici e che essi sono presenti in molti enzimi e tessuti, anche se sulle<br />

caratteristiche fisico-chimiche di questa processo catalitico non si conosce molto, se<br />

non una cosiddetta “azione di presenza”.<br />

E' evidente pertanto che grande importanza rivestono quelle radiazioni<br />

elettromagnetiche la cui frequenza ed intensità sia vicina a quella specifica di risonanza<br />

dei metalli contenuti nell’organismo.<br />

Un’azione fisica radiante che volesse favorire i processi metabolici, resi anomali da<br />

situazioni patologiche, dovrebbe pertanto contenere un gran numero di frequenze<br />

specifiche dei metalli, di lunghezze d'onda relativamente lunghe, nonché una certa<br />

quantità di radiazioni ionizzanti la cui azione fosse non prevalente, ma sufficiente a far sì<br />

che le biomolecole possano disporre di ioni liberi per le reazioni biochimiche sollecitate<br />

dalle radiazioni specifiche.<br />

Nell'organismo vivente, i metalli che si trovano nelle biomolecole presentano l'aspetto<br />

di soluzioni colloidali con tutte le relative caratteristiche fisico-chimiche.<br />

Sotto interazione con determinate lunghezze d'onda, queste soluzioni presentano il<br />

fenomeno della fluorescenza che rappresenta un fenomeno di assorbimento di un quanto,<br />

seguito da riemissione, che si può presentare in uno stato quantico uguale, inferiore<br />

(effetto STOKES) od addirittura superiore (effetto anti-STOKES). Quando la<br />

radiazione incidente è quella caratteristica o vicina a quella di risonanza, si ha il fenomeno<br />

di fluorescenza.<br />

Tale fenomeno nella materia vivente ha le più elevate probabilità di realizzazione, ed<br />

a tale proposito giova ricordare come Niccolini ha dimostrato che attraverso una<br />

successione di onde ionizzanti e di onde emesse dalle sostanze ionizzate sia possibile<br />

variare le frequenze.<br />

Tipi di cicli simili a questo se ne possono citare parecchi, passando per esempio alle<br />

seconde ed alle terze ionizzazioni, provocate da sostanze radioattive presenti nel<br />

corpo o nell'ambiente circostante.<br />

In ogni caso tuttavia sono i metalli che per azione di radiazioni realizzano gli effetti di<br />

fluorescenza.<br />

E' evidente che la catalizzazione dei processi biochimici richiede tanto il<br />

catalizzatore metabolico, come il quanto catalizzatore. Le esperienze fino ad oggi<br />

effettuate hanno mostrato che le radiazioni che maggiormente accelerano i processi<br />

metabolici sono quelle di energia minore fino verso le ultraviolette corte o le<br />

radiazioni X molli, mentre le X di maggior energia hanno una azione biochimica molto<br />

scarsa.<br />

Si e già detto che assume grande importanza pratica la possibilità di trasmettere<br />

radiazioni di lunghezza d'onda cosi elevata nel contesto dell'organismo vivente senza<br />

che queste vengano assorbite nei primi strati.


Al proposito occorre ricordare che quando i valori rotazionali ed oscillatori di una<br />

biomolecola aumentano, prima di raggiungere la dissociazione, si ha lo sviluppo di una<br />

oscillazione a catena tra le biomolecole, in modo da trasmettere un livello energetico a<br />

distanza per contiguità.<br />

Nelle molecole pluriatomiche, come quelle viventi, il fenomeno si estende lentamente<br />

allentando i legami intermolecolari e facilitando gli scambi caratteristici. Per effetto<br />

della radiazione incidente, 1'energia viene utilizzata in parte per formare ioni, ed in<br />

parte per fenomeni di eccitazione che si trasmettono a distanze, non consentite dalla<br />

ionizzazione, appunto per effetti di “transizione”.<br />

E' questo il caso di radiazioni di elevata lunghezza d'onda con effetti specifici finora<br />

non usati in terapia, perché essendo poco noto il fenomeno di transizione, si credeva<br />

erroneamente che la loro azione si esaurisse nei primi strati cutanei. E' stato per<br />

questi motivi che le ricerche dei radiobiologi per moltissimi anni si sono rivolte verso<br />

1'utilizzazione di energie sempre maggiori per le quali, al contrario si verificano effetti di<br />

ionizzazione sempre più dannosi e distruttivi.<br />

Volendo riassumere brevemente quanto finora si è detto, per favorire il ripristino dei<br />

processi metabolici resi anomali per particolari situazioni patologiche, è possibile<br />

utilizzare agenti fisici radianti, la cui azione si esplica prevalentemente secondo le seguenti<br />

modalità:<br />

1) IONIZZAZIONE: aumento degli elettroni liberi, diminuzionedell'energia di legame,<br />

scissione delle biomolecole;<br />

2) ASSORBIMENTO: aumento dello spin molecolare, delle distanze ioniche, e dei<br />

valori di oscillazione e rotazione delle molecole;<br />

3) TRANSIZIONE: trasmissione oscillatoria dell'energia alle molecole contigue in<br />

direzione della radiazione.<br />

4) FLUORESCENZA: aumento dei fenomeni di fluorescenza, questo fenomeno<br />

conduce alla necessita di utilizzare le frequenze di risonanza delle molecole per<br />

aumentare il moto vibro-rotazionale e quindi la fluorescenza.<br />

ASPETTI MICROBIOFISICI<br />

Sin da quando si e individuata la cellula ed i suoi componenti, la chimica e la fisica si sono<br />

contemporaneamente interessate allo studio del problema nel suo intimo, tuttavia mentre<br />

la biochimica si e arrestata alle più semplici reazioni che interessano le singole strutture<br />

molecolari, 1a biofisica, con le nozioni apprese sulla meccanica ondulatoria, e sulla<br />

fisica “dei quanti”, ci ha permesso di osservare e studiare il fenomeno vitale partendo<br />

dalle più piccole manifestazioni della materia e della energia, e percorrere cioè il<br />

cammino dal microscopico al macroscopico.<br />

Lo studio iniziato con questo metodo prende in esame i 25 elementi presenti nel corpo<br />

umano e le radiazioni presenti in natura che influiscono sui fenomeni biologici.<br />

Le prime conclusioni a cui si e giunti sono le seguenti:<br />

1)Gli elementi che compongono le biomolecole sono disposti secondo una struttura<br />

stereofisica caratteristica che consente di assorbire la maggiore quantità di energia di<br />

tipo omologo all'elemento colpito, mentre la radiazione che produce la maggiore<br />

ionizzazione e quella eterogenea più energetica.<br />

2)Le biomolecole sono raggruppate in modo da assorbire alcune specifiche lunghezze<br />

d'onda, da rifletterne altre, e da lasciare passare le rimanenti. L'azione fisica radiante è<br />

tale da provocare alterazioni nelle strutture di molecole eterologhe<br />

L'assorbimento dell'energia radiante è quindi responsabile dell'attivazione come della<br />

inattivazione delle biomolecole per fenomeni di risonanza e di ionizzazione.


Mentre alcuni ricercatori svilupparono esperienze che partivano dal presupposto che le<br />

biomolecole possono assorbire ed emettere radiazioni di una specifica lunghezza<br />

d'onda, altri sperimentavano l'azione ionizzante delle radiazioni di elevata energia nelle<br />

unità biologiche.<br />

Anche se queste radiazioni, possiedono frequenze al di fuori di quelle presenti in natura, i<br />

risultati ottenuti furono interessanti specie per quanto riguarda le mutazioni biologiche ed<br />

altri fenomeni.<br />

E' infatti proprio al meccanismo responsabile della riproduzione e mutazione della<br />

cellula cui oggi si rivolge 1'attenzione di tutti i ricercatori.<br />

Nel caso specifico della biomolecola, composta da atomi differenti, è necessario<br />

conoscere il meccanismo per il quale dall'ambiente viene richiamato un uguale numero di<br />

atomi per formare una seconda unità biologica perfettamente uguale alla prima . Questi<br />

atomi necessari, sono tuttavia legati spesso a molecole complesse che devono renderli<br />

disponibili sotto forma di ioni per facilitarne l'aggregazione.<br />

Occorre pertanto provvedere ad un processo di ionizzazione degli atomi della materia<br />

inerte, e ciò è ottenibile con radiazioni di tipo ionizzante, ossia eterologhe, mentre<br />

radiazioni omologhe come si è visto, per effetti di risonanza, mantengono l'equilibrio<br />

metabolico.<br />

L'eccesso di ionizzazione è certamente inibente il processo biologico, come d'altra parte<br />

il suo difetto, mentre gli eccessi di processi di risonanza non sono mai temibili.<br />

Riconosciuta l'importanza dei fenomeni di risonanza e di ionizzazione prodotti da<br />

radiazioni di specifiche lunghezze d'onda sul materiale biologico, va sottolineato che<br />

talune di esse possono provocare entrambi i fenomeni, e che la realizzazione di tali<br />

situazioni è possibile solamente a causa della perfetta costanza della disposizione degli<br />

atomi nelle biomolecole.<br />

Un atomo messo in risonanza dall'assorbimento di radiazioni omologhe, emette a sua<br />

volta fotoni omologhi per ritornare in equilibrio, e questi fotoni andranno ad urtare<br />

altri atomi. La successione di tali urti avviene in rapporto alle 25 lunghezze d'onda<br />

riferibile ai 25 elementi metallici costituenti l'organismo vivente.<br />

Per concludere il discorso diremo che gli atomi delle biomolecole debbono essere<br />

disposti nello spazio in modo costante per assorbire fotoni omologhi ed emetterli a<br />

loro volta e per richiamare atomi necessari alla creazione di nuove biomolecole simili.<br />

Analogamente all'evento di riproduzione, quello di mutazione si svolge per<br />

assorbimento di fotoni eterologhi più ionizzanti da parte di atomi, e loro dislocazione<br />

spaziale per la formazione delle nuove biomolecole.<br />

La successione di questi eventi biofisici deve essere perfettamente ordinata, giacche<br />

ogni piccola variazione turba l'equilibrio fisico-chimico della cellula e dà origine allo<br />

stato patologico.<br />

Per quanto ci è dato conoscere, la natura, sia per la ionizzazione che per la risonanza,<br />

utilizza solo le radiazioni che essa stessa possiede.<br />

Qualsiasi esperienza che intenda provocare tali fenomeni artificialmente, non può che<br />

servirsi delle stesse radiazioni per raggiungere, col minimo di energia il maggior<br />

effetto equilibratore del metabolismo.<br />

Si sa che in condizioni di equilibrio metabolico le molecole devono continuamente<br />

trasformarsi in ioni sia positivi che negativi, per consentire il legame chimico necessario<br />

alla creazione di nuove molecole: in poche parole possiamo dire che la vita è<br />

regolata da fenomeni di ossido-riduzione.<br />

Nel campo biofisico, ogni ossidazione e accompagnata da una riduzione ed i due<br />

fenomeni si alternano, determinando una trasformazione di elettroni che sono strappati<br />

alla molecola che si ossida, ed assorbiti dalla molecola che si riduce.


Se vogliamo ricercare le cause che nella materia vivente provocano la perdita di un<br />

elettrone da parte di un atomo e che consentono il suo passaggio ad un altro,<br />

dobbiamo prestare attenzione agli effetti delle radiazioni che estraggono elettroni di<br />

valenza, come avviene per tutti i tipi di ossidazione, ed a quelli delle radiazioni<br />

assorbite per gli eventi di riduzione.<br />

Da ciò deriva che nel processo biologico gli elementi in gioco sono due e precisamente<br />

l'elettrone ed il fotone con le loro due onde associate.<br />

Non si vuole tuttavia concludere in maniera da apparire che tutto il processo biologico e<br />

quello fisico debbano identificarsi, ma piuttosto che l'interpretazione biofisica dei<br />

fenomeni vitali non è altro che un approfondimento della biochimica, non escludendola,<br />

come la microfisica non esclude la macrofisica, e come la fisica quantistica non esclude<br />

la fisica classica, ma che congiunte rappresentano tappe necessarie a tutti i ricercatori dei<br />

complessi problemi della vita.<br />

<strong>CON</strong>SIDERAZIONI MICRODOSIMETRICHE<br />

Com'è ben noto, il concetto di dose assorbita macroscopica DM = ∆E/∆m al diminuire<br />

della porzione di massa considerata ha bisogno di essere modificato. Se<br />

suddividiamo il volume macroscopico in tanti volumi microscopici si ottiene per la dose<br />

assorbita in tali volumi non un valore costante ma una distribuzione di valori: tale fatto<br />

è dovuto alle caratteristiche di discontinuità della massa, in particolare della struttura<br />

molecolare della cellula, e delle modalità di cessione dell'energia da parte della<br />

radiazione incidente.<br />

La dose assorbita localmente può avere valori molto minori o molto maggiori della dose<br />

macroscopica che viene a presentarsi come una dose media.<br />

Per descrivere la cessione di energia a livello microscopico sono state introdotte<br />

molte funzioni più o meno complesse. Ricordiamo tra queste la funzione Ø (Z)<br />

definita come la probabilità che, per un dato tipo di radiazione in un volume sensibile di<br />

dimensioni assegnate, si abbia un assorbimento di energia per unità di massa superiore ad<br />

un dato valore Z. Comunemente si considerano microforme sferiche individuate dal loro<br />

diametro. La funzione Ø (0) indica allora la probabilità che nel volume considerato<br />

avvenga una qualsiasi cessione di energia per 1 rad di dose assorbita. Si trova che per<br />

la radiazione del' 00 CO Ø (0) ≈ 10 -1 per sfere di 1 μm di diametro mentre per i neutroni da<br />

14 MeV Ø (0) ≈ 10 -3 .<br />

Ciò significa che la probabilità di eventi multipli e molto più alta per la radiazione del<br />

00 Co per evidenti considerazioni di ordine statistico. In effetti questo traspare anche<br />

dall'esame delle curve di sopravvivenza relative: l'esistenza di “spalle” indica infatti per le<br />

radiazioni X di bassa energia la molteplicità della azione d'urto microscopica e il<br />

valore del numero di estrapolazione indica proprio l'ordine della molteplicità. (Si<br />

rimanda per tali considerazioni all'articolo di Wideròe indicato nella bibliografia).<br />

Un'altra importante grandezza fisica microdosimetrica è il LET (Linear Energy Transfer)<br />

che misura l'energia ceduta dalla radiazione per unità di percorso. Ma anche per il LET,<br />

in analogia con la dose assorbita, si può considerare un corrispondente microscopico, Y,<br />

in relazione a volumi sensibili di una certa dimensione. Ebbene si trova che in realtà<br />

la funzione è dipendente sia da Z che da Y. Si delinea quindi la necessità di<br />

riesaminare l'andamento degli effetti biologici in relazione a questi parametri più<br />

rispondenti alla realtà biologica anche se enormemente più complessi dal punto di vista<br />

fisico.<br />

Rossi e Kellerer hanno inoltre dimostrato che l'efficacia biologica relativa (RBE) non<br />

è indipendente dalla dose considerata: mentre per dosi molto alte RBE = 1 per basse<br />

dosi si ha una RBE crescente.


Evidentemente tali prospettive necessitano di una sperimentazione radiobiologica rivolta<br />

ad accertare l'andamento della RBE per le radiazioni da noi considerate e per basse<br />

dosi.<br />

Ma è anche chiaro d'altra parte che occorrerà rivolgersi ad effetti biologici che non<br />

siano quelli tradizionalmente considerati, tutti più o meno dannosi per la cellula. Con tali<br />

effetti si e sostanzialmente studiato soltanto ciò che avviene nel nucleo della cellula,<br />

trascurando gli effetti sul citoplasma circostante.<br />

Le tradizionali misure sulla RBE infatti danno per valori crescenti del LET una RBE<br />

costante che diminuisce per LET maggiori di 100 KeV/μm: ciò significa circa 1000<br />

eventi per μm con singole cessioni di energia distanziate di circa un nanometro che è<br />

l'ordine di grandezza del nucleo cellulare.<br />

La successiva diminuizione della RBE al crescere del LET si spiega con un inutile<br />

aumento della densità lineare di energia ceduta.<br />

Viceversa per radiazioni a basso LET l'aumento della probabilità di eventi multipli<br />

prospetta la possibilità di effetti sulle cellula come complesso in opposizione agli<br />

eventi singoli sul nucleo delle radiazioni ad alto LET fino ad ora facilmente rilevati<br />

essenzialmente perché letali.<br />

ASPETTI PROTEZIONISTICI<br />

Poiché l'epoca moderna e caratterizzata da grande interesse per quanto riguarda gli<br />

aspetti relativi alla protezione contro le radiazioni, non ci e parso inutile riferire una serie<br />

di valutazioni dosimetriche effettuate sull'apparecchio RS-25, in modo da disporre di<br />

elementi utili sul problema della esposizione sia del personale operante che dei<br />

pazienti in corso di trattamento terapeutico.<br />

Occorre innanzitutto ricordare che le sorgenti radiogene sono due e rappresentate da<br />

Radium-elemento dell'attività di circa 150 µ.c ciascuna.<br />

Tali sorgenti sono posizionate come indicato nella fig. (S1 e S2), e contenuti in<br />

involucri di piombo di forma cilindrica, aperti alle estremità, dello spessore<br />

corrispondente a circa 1,5 SEV (17 ÷ 18 mm.) per le radiazioni in esame.<br />

Le misure sono state effettuate con uno strumento a camera di ionizzazione per dose<br />

integrale, di tipo Jordan, adatto a tali energie.<br />

I rilievi espressi in mr/h sono indicati nella figura, a contatto dell'involucro esterno<br />

dell'apparecchio, a 50 cm. di distanza ed a 100 cm.<br />

Dalle misure si può ricavare, tenuto conto del tempo massimo di lavoro, che la “zona<br />

controllata” ha praticamente come limite l'involucro stesso dell'apparecchio, e che<br />

pertanto, se si esclude la continua esposizione per almeno 1 ora giornaliera a contatto<br />

del foro di uscita U, (fatto del tutto imprevedibile), il personale operante può non<br />

essere ritenuto “professionalmente esposto”<br />

Risulta altresì evidente, come la stanza che alloggia tale apparecchio non necessiti di<br />

alcuna protezione edilizia, e sia pertanto da considerare come un apparecchio di<br />

Fisioterapia tradizionale.<br />

Se vogliamo infine valutare l'aspetto relativo alla dose di radiazioni ricevuta dal<br />

paziente, considerato che alla distanza di trattamento (10÷15 cm.), il valore che si<br />

rileva è circa 5 mr/ h<br />

per un trattamento terapeutico medio di 10÷15 sedute di 10 ÷ 15 minuti ciascuna, il<br />

valore di dose alla superficie cutanea, per un'area corrispondente ad un cerchio di


diametro max di<br />

15 cm, e di circa 15 = 25 mr totali (in almeno 2 o 3 settimane). Tale dose in termini<br />

comparativi rappresenta un valore 20-30 volte inferiore a quello corrispondente ad una<br />

radiografia del torace.<br />

Da quanto soprariferito, si può senza ombra di dubbio concludere circa 1'assoluta<br />

innocuità dal punto di vista della protezione contro le radiazioni per quanto riguarda la<br />

utilizzazione di tale apparecchio.


Punto Contatt<br />

o<br />

50 cm. 100 cm.<br />

A 0,15 0,06 0,048<br />

B 0,15 0,06 0,048<br />

C 0,23 0,065 0,051<br />

D 0,14 0,1 0,052<br />

E 0,15 0,12 0,07<br />

F 0,5 0,1 0,06<br />

G 1 0,13 0,08<br />

H 0,6 0,1 0,07<br />

I 0,26 0,07 0,06<br />

J 0,24 0,09 0,07<br />

U = 6 mr/h = Otturatore aperto<br />

U = 0,9 mr/h = Otturatore chiuso<br />

<strong>CON</strong>CLUSIONI<br />

Sulla scorta di quanto e stato riferito sull'argomento, sia nella precedente che nella<br />

presente nota, pub risultare comprensibile l'effetto terapeutico dell'apparecchio Rs-25,<br />

d'altra parte largamente confermato dalle applicazioni in campo clinico.<br />

Infatti già da quasi un decennio un certo numero di apparecchi sono stati dati in uso ad<br />

altrettanti medici, appartenenti a diversi settori specialistici, ed i risultati ottenuti, riferiti<br />

in alcune note già apparse, ci inducono a prendere in esame, in un successivo lavoro, le<br />

indicazioni e le metodologie applicate, cercando di conciliare le singole esperienze ed<br />

i singoli indirizzi terapeutici.<br />

Al momento attuale riteniamo che il campo di ricerca sull'uso dell'apparecchio RS-25<br />

sia più che mai aperto ed al proposito vogliamo anticipare i primi risultati in merito ad<br />

una modifica apportata ad uno di questi apparecchi tuttora in corso di sperimentazione<br />

clinica. Premesso che, come si e detto, le componenti radianti sono; dal punto di vista<br />

terapeutico di due tipi, e precisamente, uno eterologo di tipo “ionizzante” ed uno<br />

omologo di “risonanza”, non essendo a conoscenza, del rapporto utile fra i due tipi di<br />

radiazioni, si è voluto diminuire sensibilmente il primo tipo ionizzante e verificare se<br />

i risultati terapeutici fossero gli stessi, più scarsi, o addirittura potenziati.<br />

A tale scopo si è ritenuto di porre le sorgenti S1 S2 (Fig) anziché allineate con il<br />

collimatore radiante, in posizione esterna laterale (P1 e P2), in corrispondenza dei<br />

diffusori, in modo che all'uscita utile, il fascio ottenuto non contenesse la componente<br />

di radiazioni primarie.<br />

Tale modifica ha comportato senza dubbio una sensibile relativa riduzione della quantità<br />

di radiazioni di tipo “ionizzante”, non apportando alcuna apprezzabile variazione nello<br />

spettro emergente, per quanto riguarda le radiazioni secondarie. Orbene dopo alcuni<br />

mesi di prove cliniche di confronto, il Dr. Ponzone, che possiede la maggior<br />

esperienza sulle indicazioni e sull'uso dell'apparecchio, ci ha riferito di aver ottenuto,<br />

senza ombra di dubbio, un potenziamento dell'efficacia terapeutica, che si manifesta in


una significativa riduzione del numero di applicazioni necessarie per ottenere lo stesso<br />

effetto.<br />

Questi risultati conducono ad una logica considerazione, e cioè che con tale sistema è<br />

possibile aumentare l'attività della sorgente primaria, senza aumentare sensibilmente la<br />

componente ionizzante, mentre nel contempo si avrebbe un notevole incremento delle<br />

radiazioni secondarie che potrebbero ulteriormente potenziare l'efficacia<br />

dell'apparecchio.<br />

Si ritiene che, in un tempo relativamente breve si possa riferire su tale ipotesi che senza<br />

dubbio concorrerebbe oltre che a migliorare le conoscenze sull'argomento, a curare in<br />

maniera sempre più efficace un gran numero di affezioni patologiche.<br />

RIASSUNTO<br />

Gli A.A. dopo aver ripreso gli argomenti trattati in una precedente nota, descrivono i<br />

principi su cui si basa un apparecchio per terapia con radiazioni elettromagnetiche a<br />

bassissimo dosaggio e con spettro emergente eterogeneo (RS-25).<br />

Dopo aver esposto, dal punto di vista biofisico, le ragioni per cui una terapia<br />

metabolizzante a mezzo di agenti fisici, deve produrre nei tessuti una certa quantità di<br />

ioni disponibili, per le reazioni biochimiche, e deve disporre inoltre di una certa quantità di<br />

radiazioni di «risonanza », chiariscono come l'apparecchio RS-25 possa rispondere a<br />

questi requisiti.<br />

Infatti l'apparecchio attraverso una successione di radiazioni ionizzanti primarie, produce<br />

una serie di radiazioni secondarie, terziarie, ecc. emesse da elementi bersaglio, dando<br />

luogo ad uno spettro eterogeneo.<br />

Ricordiamo inoltre come le radiazioni elettromagnetiche di bassa energia che interessano<br />

i processi biologici, possono attraversare spessori notevoli del corpo umano, per effetto<br />

del fenomeno di ((transizione)).<br />

Espongono infine una serie di valutazioni dosimetriche che confermano, dal punto di<br />

vista protezionistico, l'assoluta innocuità dell'apparecchio sia per il personale operante<br />

che per i pazienti trattati.<br />

RESUME<br />

L'AA., reprenant les arguments traites dans une note precedente, decrivent les<br />

principes sur lesquels se base un appareil pour thérapie avec radiations<br />

électromagnétiques a très basses doses et avec un spectre hétérogène (RS 25).<br />

Après avoir expose, du point de vue biophysique, les raisons pour lesquelles une<br />

thérapie metabolisante au moyen d'agents physiques doivent produire dans les tissus<br />

une certaine quantité de ions disponibles pour les réactions biochimiques et doivent<br />

disposer en outre d'une certaine quantité de radiations de résonance, expliquent<br />

comment l'appareil RS 25 puisse répondre a ces exigences.<br />

En effet l'appareil a travers une succession de radiations ionisantes primaires, produit<br />

une sérié de radiations secondaires, tertiaires etc. emisent par des éléments cibles<br />

donnant lieu a un spectre hétérogène.<br />

Les AA. rappellent en outre comment les radiations électromagnétiques a basse<br />

énergie, qui intéressent les processus biologiques, peuvent traverser d'importantes<br />

épaisseurs du corps humain, par affet du phénomène de ((transition)).<br />

Ils exposent en fin, une série d'évaluations dosimetriques qui confirment, du point de<br />

vue de la protection, 1'absolue innocuité de l'appareil soit pour le personnel utilisateur<br />

que pour les patients.<br />

SUMMARY<br />

Following a previous paper the principles are described underlying a therapeutic facility<br />

supplying very low doses of electromagnetic radiations of considerable eterogeneity. (RS-<br />

25)<br />

The biophysic reasonment suggests how a metabolic treatment induced by physical<br />

agents should make available a sufficient number of ions in the tissue, and necessitates<br />

of a certain amount of « resonance » radiations: these are the characteristics of the RS-<br />

25 facility.<br />

Indeed in this machine some primary radiations are originated and directed against<br />

target elements, providing a series of secondary and tertiary radiations and eventually<br />

an output of eterogeneous spectrum.<br />

One should keep in mind that low energy radiations relevant to biologic processes; may<br />

cross considerable trickness of human tissues, through the « transition a phoenomenon.<br />

The dosimetric evaluation gives evidence that this facility involves no radiation risk, both to<br />

patients and operating personnel.


ZUSAMMENFASSUNG<br />

Die A.A. nachdem sie die Themen wiedergenomman haben, die in einer vorhergehenden<br />

Note behandelt wurden, beschreiben die Prinzipe, auf denen grundet sich ein Gerat fuer<br />

Therapie mit elektromagnetischen Strahlungen mit sehr niedriger Dosierung and mit<br />

ungleichartigem hervortauchenden Spektrum.<br />

Nachdem man aus dem byophisischen Aussichtspunkt die Grande geaussert hat,<br />

woraus eine stoffwechselnde Therapie durch physische Einfliisse in die Gewebe eine<br />

gewisse Menge von Ionen verfugbar fuer die biochemischen Reaktionen herstellen soil, and<br />

sie soil ausserdem verfugen auf eine gewisse Menge von « Resonanz » - Strahlungen, die<br />

A.A. erklaren wie das Gerat RS-25 diesen Erfordernissen entsprechen kann.<br />

Tatsachlich stellt das Gerat durch eine Folge von Primar - ionisieren - den Strahlungen<br />

eine Reihe Neben - Tertiarstrahlungen usw. her, die von Schuzielelementen ausgestellt<br />

werdn, die zu einem abweichenden Spektrum Anlass geben.<br />

Die bemerken noch, wie die elektromagnetischen Strahlungen niedriger Energie, die die<br />

biologischen Prozesse interessieren, bedeutende Dicken des menschlichen Korpzers<br />

durchbohren koennen, infolge des c Ubergangs-» Vorgangs.<br />

Die legen endlich dar, eine Serie dosimetrischer Schatzungen, die aus dem<br />

Protektionsaussichtspunkt den absoluten Unschaden des Gerats sei es fuer das<br />

wirkende Personal sei es fuer die behandelten Patienten bestaetigen.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

Niccolini U. - e Analisi microbiofisiche » Milano 1953.<br />

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Caldirola P. - < (Dalla Microfisica alla macrofisica e Mondadori 1974.<br />

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Radiologica v Zanichelli 1946.<br />

Belletti S. - e Principi generali di microdosimetria ». Atti dei colloqui del<br />

1'Istituto del Radio. Brescia 1974.<br />

Wideroe R. - ((Quantitative and qualitative aspects of Radiobiology ». Acta Radiologica<br />

Therapy Physics Biology, Vol. 10 (1971).<br />

Kellerer A. M., Rossi H. H. - « The theory of dual radiation action ». Current topics in<br />

Radiation Research Quarterly (Ed. M. Ebert and H. Howard) 1972, 8+85, 158.

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