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Tesina completa da scaricare - Matematicamente.it

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E un fastidio m'ingombra<br />

La mente, ed uno spron quasi mi punge<br />

Sì che, sedendo, più che mai son lunge<br />

Da trovar pace o loco.<br />

E pur nulla non bramo,<br />

E non ho fino a qui cagion di pianto.<br />

Quel che tu go<strong>da</strong> o quanto,<br />

Non so già dir; ma fortunata sei.<br />

Ed io godo ancor poco,<br />

O greggia mia, né di ciò sol mi lagno.<br />

Se tu parlar sapessi, io chiederei:<br />

Dimmi: perché giacendo<br />

A bell'agio, ozioso,<br />

S'appaga ogni animale;<br />

Me, s'io giaccio in riposo, il tedio assale?<br />

Forse s'avess'io l'ale<br />

Da volar su le nubi,<br />

E noverar le stelle ad una ad una,<br />

O come il tuono errar di giogo in giogo,<br />

Più felice sarei, dolce mia greggia,<br />

Più felice sarei, candi<strong>da</strong> luna.<br />

O forse erra <strong>da</strong>l vero,<br />

Mirando all'altrui sorte, il mio pensiero:<br />

Forse in qual forma, in quale<br />

Stato che sia, dentro covile o cuna,<br />

È funesto a chi nasce il dì natale.<br />

In riferimento alla luna, Leopardi usa termini che ne sottolineano la grande<br />

lontananza e la fred<strong>da</strong> indifferenza:<br />

- aggettivi: silenziosa, immortale, vergine, intatta, solinga, eterna, pensosa, muta<br />

- sostantivi: peregrina, giovinetta<br />

- verbi: sorgere, an<strong>da</strong>re, contemplare, posarsi, rian<strong>da</strong>re, mirare, sapere,<br />

discoprire, viaggiare, conoscere<br />

Anche se Leopardi non ha sistematizzato organicamente le sue speculazioni, si può a<br />

ragione parlare di pensiero filosofico. Su di esso si fon<strong>da</strong> ogni espressione della sua<br />

arte. Il tema predominante delle sue riflessioni e delle sue opere è l’infelic<strong>it</strong>à umana.<br />

Oltre che nelle poesie, espone il suo pensiero nello Zibaldone (appunti e pensieri scr<strong>it</strong>ti<br />

fra il 1817 e il 1832 e pubblicati postumi) e nelle Operette morali (1824-1834).<br />

Il pensiero di Leopardi trae origine <strong>da</strong>lla concezione meccanicistica del mondo, che<br />

aveva appreso <strong>da</strong>ll’Illuminismo. Il mondo per lui è governato <strong>da</strong> leggi meccaniche, <strong>da</strong><br />

una “forza operosa” che trasforma continuamente la materia, senza che di questo<br />

processo si possa comprendere il fine e il significato. Tale concezione materialistica del<br />

mondo e dell’uomo lo porta a polemizzare contro le correnti idealistiche del suo tempo<br />

ed a ironizzare sulle pretese di grandezza e di superior<strong>it</strong>à del genere umano. Tuttavia,<br />

questa concezione che per i pensatori del ‘700 era motivo di ottimismo, per il senso di<br />

liberazione che esso comportava <strong>da</strong>lle superstizioni del passato e per la nuova fede<br />

nella scienza, per Leopardi è invece motivo di tristezza e pessimismo, perché vede i<br />

lim<strong>it</strong>i della natura umana.<br />

Per Leopardi la stessa storia della scienza non è progresso, ma decadenza <strong>da</strong> uno<br />

stato di inconscia felic<strong>it</strong>à naturale (i prim<strong>it</strong>ivi) ad uno stato di consapevole dolore,

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