IL Geologo OnLine N°83 - Ordine dei Geologi della Toscana
IL Geologo OnLine N°83 - Ordine dei Geologi della Toscana
IL Geologo OnLine N°83 - Ordine dei Geologi della Toscana
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Periodico d’informazione<br />
dell’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong> <strong>della</strong> <strong>Toscana</strong><br />
ANNO XXI - N. 83 MARZO 2011<br />
Poste Italiane spa - Spedizione in A.P.<br />
D.L. 353/03 (conv. L. 46/04)<br />
Art. 1 Comma 1 DCB - Lucca<br />
Autorizazzione Tribunale di Lucca<br />
N. 531 del 17/09/90<br />
Direttore responsabile<br />
Ma r i a Te r e s a Fa g i o l i<br />
Comitato di redazione<br />
Il Consiglio dell’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong><br />
<strong>della</strong> <strong>Toscana</strong><br />
Segreteria di redazione<br />
Giovanna Cascone<br />
Direzione, redazione centrale<br />
via Fossombroni, 11 - 50136 Firenze<br />
Tel. 055 2340878 - Fax 055 2269589<br />
e-mail: il_geologo@geologitoscana.it<br />
www.geologitoscana.it<br />
Direttore editoriale<br />
Cristina Martini<br />
Edizioni<br />
Concessionaria esclusiva pubblicità<br />
via San Paolino, 9 - 55100 Lucca<br />
Tel. 0583 419688 - Fax 0583 53489<br />
info@pubblipegaso.it<br />
Grafica<br />
Serena Mammini<br />
Stampa<br />
Tipografia Tommasi - Lucca<br />
Foto di copertina<br />
Frana in località Capannelle, Massa.<br />
Foto di Francesco Ceccarelli.<br />
È espressamente vietata la riproduzione di testi e foto<br />
ai sensi e per gli effetti dell’art. 65<br />
<strong>della</strong> legge n. 633 - 22.4.1941<br />
errata corrige<br />
Nel numero 82 del Dicembre 2010<br />
è stata erroneamente indicata<br />
Maria Teresa Fagioli quale<br />
direttore responsabile<br />
<strong>della</strong> rivista al posto di Vittorio d’Oriano<br />
Questo Periodico è<br />
associato all’Unione<br />
Stampa Periodica Italiana<br />
Editoriale<br />
Nodi al pettine 2<br />
Maria Teresa Fagioli<br />
Attualità<br />
La Banca Dati frane <strong>della</strong> Regione <strong>Toscana</strong>: uno strumento<br />
informativo a servizio <strong>della</strong> pianificazione territoriale 4<br />
Guido Lavorini et al.<br />
Carbonato di calcio: qualche doverosa chiarificazione 11<br />
Sergio Matteoli<br />
Piano di Bacino Stralcio Assetto Idrogeologico (P.A.I.) 15<br />
Autorità di Bacino del Fiume Serchio<br />
Piano di Bacino, stralcio “Bilancio idrico del bacino del 16<br />
lago di Massaciuccoli”<br />
Autorità di Bacino del Fiume Serchio<br />
Normativa<br />
BURT e non solo 17<br />
di Nicoletta Mirco<br />
Vita dell’<strong>Ordine</strong><br />
Notizie dal CNG: Primi passi 19<br />
Vittorio d’Oriano<br />
Le Circolari Ministeriali sulle indagini certificate 21<br />
Roberto Troncarelli<br />
Il 2° Forum del Consiglio Nazionale e degli Ordini 23<br />
Regionali <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong>: NTC e non solo<br />
Guido Lavorini<br />
Avviso pubblico APC e Avviso ai Comuni 24<br />
a cura del Presidente<br />
Progetto INGV 26<br />
Gianluca Valensise e Giuseppe Di Capua<br />
Parere dell’Organo di Revisione alla proposta di Bilancio 27<br />
preventivo 2011 (<strong>Ordine</strong> <strong>Geologi</strong> <strong>della</strong> <strong>Toscana</strong>)<br />
Giovanna Evangelista<br />
Bilancio Consuntivo 2010 Fondazione <strong>Geologi</strong> <strong>della</strong> <strong>Toscana</strong> 28<br />
a cura del Tesoriere<br />
Bilancio Preventivo 2011 Fondazione <strong>Geologi</strong> <strong>della</strong> <strong>Toscana</strong> 29<br />
a cura del Tesoriere<br />
Parere dell’Organo di Revisione alla proposta di Bilancio 31<br />
preventivo 2011 (Fondazione <strong>Geologi</strong> <strong>della</strong> <strong>Toscana</strong>)<br />
Giovanna Evangelista<br />
Iscritti, cancellazioni, trasferimenti, terne, elenco delibere<br />
Consiglio dell’OGT 32<br />
a cura del Segretario
2 Editoriale<br />
No d i a l p e t t i N e<br />
Ma r i a Te r e s a Fa g i o l i<br />
Presidente dell’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong> <strong>della</strong> <strong>Toscana</strong><br />
In questi giorni due questioni si stanno imponendo<br />
alla nostra categoria, una riguarda lo<br />
scadere del triennio sperimentale per l’APC, e<br />
potremo affrontarla e risolverla in casa, l’altra la famigerata<br />
certificazione sulle indagini geognostiche<br />
che, dura lex sed lex, rischia di inceppare l’intera<br />
filiera dell’edilizia.<br />
Per l’APC, non starò qui a ripetere quanto noto<br />
a tutti circa l’opportunità e la necessità dell’aggiornamento<br />
professionale continuo, sia in termini di<br />
credibilità dell’intera categoria che di garanzie che<br />
come <strong>Ordine</strong> siamo tenuti a fornire alla collettività<br />
sulla qualità del prodotto intellettuale degli iscritti.<br />
Al 31 dicembre si è concluso il triennio sperimentale<br />
e la maggioranza di noi ha voluto e potuto<br />
ottemperare a quanto richiesto (leggi fatidici 50<br />
crediti APC) ma ci sono anche colleghi che non ce<br />
l’hanno fatta.<br />
Per quanti hanno diritto per regolamento alla<br />
deroga, la soluzione del problema è ordinaria amministrazione;<br />
per quanti, invece, non sono nella possibilità<br />
o non si ritengono nell’obbligo di giustificare<br />
la propria non ottemperanza, si pone il problema di<br />
come gli Ordini, possibilmente in modo uniforme a<br />
livello Nazionale, possano e debbano porsi.<br />
Ci troviamo nella necessità di conciliare il riconoscimento<br />
e la premialità per la diligenza con il<br />
carattere di sperimentalità di questo primo triennio,<br />
con il rigore nei confronti <strong>dei</strong> menefreghisti.<br />
Per la premialità verso chi ha compreso l’importanza<br />
dell’APC, e vi si è adeguato, l’OGT si sta<br />
già muovendo per dare un valore non solo etico al<br />
termine “APC assolto”, ma anche come vantaggio<br />
concorrenziale: ad esempio, invito alle PA perché<br />
inseriscano “APC assolto” come titolo preferenziale<br />
nei bandi per affidamento incarichi, criterio di prelazione<br />
per l’assegnazione di ruoli di rappresentanza<br />
dell’OGT.<br />
Per la parte meno gratificante, leggasi dettagli<br />
del regime sanzionatorio, si andrà all’istituzione di<br />
un periodo di recupero per consentire un “ravvedimento<br />
operoso” prima che scatti la sospensione.<br />
A livello nazionale, la <strong>Toscana</strong>, con gli altri<br />
OORR ed il CN si sta coordinando per armonizzare,<br />
nel rispetto delle peculiarità territoriali, una linea<br />
uniforme di indirizzo ed una procedura comune.<br />
Il periodo di recupero, valido solo per il triennio<br />
sperimentale appena scaduto, lungi dall’Italiota<br />
consuetudine ai condoni, sottolinea la preferenza<br />
<strong>della</strong> scelta <strong>della</strong> convinzione rispetto a quella <strong>della</strong><br />
sanzione e sarà associata anche ad un particolare<br />
impegno dell’OGT e <strong>della</strong> sua fondazione, nonché<br />
di tutti gli OG e del CN, per l’organizzazione di<br />
corsi, anche con l’impiego di apposite piattaforme<br />
telematiche (formazione a distanza) che consenta, a<br />
tutti, ma proprio a tutti, sempre che lo vogliano, di<br />
mettersi in pari.<br />
Ma se da un lato essere aggiornati è fondamentale,<br />
lo è dall’altro altrettanto, disporre effettivamente<br />
<strong>della</strong> possibilità di rispettare le norme. Se è nostro<br />
dovere come <strong>Ordine</strong> Regionale mettere in grado gli<br />
iscritti di ottemperare all’APC, a maggior ragione<br />
dovrebbe essere impegno dello Stato, il verificare<br />
l’effettiva possibilità per i cittadini, professionisti<br />
inclusi, di ottemperare alle sue leggi.<br />
Veniamo qui alle dolenti note del punto 6.2.2<br />
delle NTC.<br />
Parliamoci chiaro, a fronte di una richiesta di<br />
mercato e di legge di indagini geognostiche certificate<br />
da Ditte iscritte ad apposito elenco Ministeriale,<br />
per una serie di farraginosità e ritardi burocratici,<br />
di fatto, solo una ristretta cerchia di fortunati imprenditori<br />
dispone di tale ”bollo” in corso di validità<br />
e quel che è peggio è che la potenzialità produttiva<br />
dell’offerta “bollata”, è di ordini di grandezza inferiore<br />
alla richiesta del mercato.<br />
Al di là delle, ed oltre le azioni legali intraprese<br />
anche dall’OG <strong>Toscana</strong> in coordinamento con gli<br />
altri OORR ed il CN sulle circolari di applicazione<br />
<strong>della</strong> famigerata norma DPR 328/01 resta il fatto<br />
che al momento, a fronte di richieste di prove a norma<br />
dell’articolo 6.2.2 delle NTC, da parte degli organismi<br />
di controllo, poche possibilità sono lasciate a<br />
quella maggioranza di colleghi che non è riuscita ad<br />
accaparrarsi in tempi ragionevoli la “prova certificata”,<br />
tipo quella dell’escamotage eticamente opinabile<br />
e tecnicamente scivolosa <strong>della</strong> dichiarazione di “modesta<br />
entità” o quella, tecnicamente, forse più consistente,<br />
ma comunque rischiosa per i colleghi funzionari<br />
di almeno una prova certificata “campione”.
Queste soluzioni ambigue che, come tutti<br />
i provvisori italici, rischiano di diventare prassi,<br />
espongono la stragrande maggioranza <strong>dei</strong> professionisti<br />
del settore a dichiarazioni prossime ai confini<br />
del falso ideologico. E se è vero come è vero<br />
che dichiarazioni circa la “modesta entità” possono<br />
basarsi anche su considerazioni relative al buon<br />
livello di conoscimento pregresso delle condizioni<br />
geologiche di una certa area, è altrettanto vero che<br />
il geologo professionista è pienamente in grado<br />
di rendersi conto dell’adeguatezza o meno di una<br />
Ditta esecutrice a rilevare e fornire dati attendibili<br />
sia in termini di know-how che di tecnologie ed<br />
attrezzature impiegate assumendosene consapevolmente<br />
e giustamente la responsabilità. Sembre-<br />
rebbe in atto un tentativo surrettizio di esautorarci<br />
e ledere il diritto di un professionista alla libertà di<br />
scelta <strong>dei</strong> suoi mezzi di indagine.<br />
In questo periodo transitorio, mentre OORR<br />
e CN curano gli aspetti legali e formali delle questione<br />
indagini geognostiche certificate, il mio appello<br />
va ai colleghi pubblici funzionari perché impieghino<br />
la loro elevata professionalità ed il loro<br />
rigore, di cui non ho motivo di dubitare, senza<br />
tralasciare, in scienza e coscienza, l’uso del buon<br />
senso e va ai colleghi liberi professionisti perché il<br />
loro prodotto intellettuale sia sempre ad uno stato<br />
dell’arte tale da non consentire appigli, neppure<br />
strumentali o capziosi, a contestazioni da parte di<br />
chicchessia.<br />
Editoriale 3
4 Attualità<br />
la Ba N c a da t i f r a N e <strong>della</strong> re g i o N e<br />
to s c a N a: u N o s t r u m e N t o iNformativo<br />
a servizio <strong>della</strong> piaNificazioNe<br />
t e r r i t o r i a l e<br />
gu i d o la v o r i n i * , Fi l i p p o Bo n c i a n i ** , al T a i r pi r r o ** , Fr a n c e s c o Ma n e T T i *** ,<br />
Ma s s iM o pe r n a *** , To M M a s o Bigio ** , lu c a gr a z z i n i ** , al i c e ci u l l i ** ,<br />
la i l a gi a n n eT T i ** , el i a pa s q u a ** , Ma r i a Fi l oM e n a Ba s T o n e ** , na T a l i e Ma r s i c o ** ,<br />
de B o r a gr a z i o s i **<br />
*Regione <strong>Toscana</strong>, S.I.T.A., P.O. <strong>Geologi</strong>a e BD Geotematiche; ** Università di Siena-Centro di Geotecnologie; ***Consorzio LaMMA-<br />
Sezione <strong>Geologi</strong>a<br />
iN t r o d u z i o N e<br />
Il Sistema Informativo Territoriale e Ambientale -<br />
P.O. <strong>Geologi</strong>a e BD Geotematiche <strong>della</strong> Regione<br />
<strong>Toscana</strong>, in collaborazione con gli enti di ricerca<br />
LaMMa (Laboratorio Monitoraggio e Modellistica<br />
Ambientale) e CGT (Centro di GeoTecnologie<br />
dell’Università di Siena), ha avviato un programma<br />
di ricerca per la creazione di uno strumento inventario<br />
<strong>dei</strong> corpi di frana presenti sul territorio regionale<br />
censiti dai numerosi strumenti urbanistici e nel corso<br />
di precedenti progetti regionali ed arricchito di elementi<br />
di nuova interpretazione.<br />
Ne deriva un database di grande valore conoscitivo,<br />
che evidenzia lo sforzo compiuto dagli enti preposti<br />
alla pianificazione territoriale (regione, province,<br />
comuni, autorità di bacino, enti di ricerca) acquisendone<br />
i dati di interesse ed inserendoli nel contesto del<br />
continuo territoriale geologico.<br />
La BD_FRANE è uno strumento di grande dettaglio<br />
ed estensione territoriale, si presta all’utilizzo<br />
per scopi di interesse locale o valutazioni a scala re-<br />
gionale, è uno strumento interrogabile, aggiornabile,<br />
e che accoglie numerosi elementi conoscitivi relativi al<br />
tematismo trattato.<br />
la ca r t a ge o l o g i c a <strong>della</strong> re g i o N e to s c a N a a<br />
s c a l a 1/10.000: d a s t r u m e N t o iNformativo a<br />
s t r u m e N t o o p e r a t i vo<br />
Nei primi anni 2000 la Regione <strong>Toscana</strong> decide di<br />
dotarsi di una cartografia geologica a scala 1/10.000<br />
e finanzia un progetto di rilevamento che ha visto<br />
impegnate le tre università toscane a fianco degli enti<br />
di ricerca che si occupano di Scienze <strong>della</strong> Terra. La<br />
campagna dura alcuni anni e porta alla produzione<br />
di 480 originali di autore manoscritti ed alla revisione<br />
di altri 250 dai rilevamenti esistenti manoscritti,<br />
che saranno in seguito vettorializzati attraverso la<br />
creazione di un sistema informativo territoriale regionale<br />
contenente tutti i dati geologici e geomorfologici<br />
rilevati. Nel corso di questo enorme lavoro di<br />
assemblamento ed implementazione di dati emergo-
no numerosi argomenti di discussione per ognuno<br />
<strong>dei</strong> quali vengono avviati specifici progetti di approfondimento<br />
che, affrontando i singoli tematismi,<br />
valorizzano le applicazioni <strong>della</strong> Carta <strong>Geologi</strong>ca<br />
Regionale a scala 1/10.000 avviando il processo di<br />
derivazione di strumenti operativi per la pianificazione<br />
territoriale.<br />
La cartografia delle frane appariva, nelle fasi<br />
iniziali, affetta da gravi eterogeneità a seguito delle<br />
diverse competenze e sensibilità <strong>dei</strong> rilevatori. La<br />
densità delle frane, le dimensioni <strong>dei</strong> corpi di deposito,<br />
lo stato di attività e il tipo di movimento erano<br />
caratteri che apparivano distribuiti sul territorio regionale<br />
sulla base <strong>dei</strong> gruppi di lavoro che avevano<br />
operato nelle diverse zone piuttosto che su caratteri<br />
geomorfologici. In queste condizioni qualunque elaborazione<br />
risultava affetta da un difetto all’origine<br />
difficilmente sanabile se non attraverso una profonda<br />
opera di revisione, omogeneizzazione e collaudo.<br />
Parallelamente il Centro di GeoTecnologie e il LaM-<br />
Ma realizzavano un progetto di raccolta, georeferenziazione<br />
ed inserimento in un database, di tutti i dati<br />
geologici e geotematici contenuti nei piani strutturali<br />
recuperati <strong>dei</strong> 287 Comuni <strong>della</strong> <strong>Toscana</strong>. Per la prima<br />
volta tutti i principali strumenti urbanistici e di<br />
pianificazione territoriale prodotti dagli enti preposti<br />
alla difesa e gestione del territorio (regione, province,<br />
comuni, autorità di bacino, enti di ricerca) erano riuniti<br />
in un unico sistema informativo, georeferenziati<br />
e quindi facilmente fruibili e confrontabili.<br />
Con il 2010 inizia una operazione che vede impegnate<br />
competenze specifiche nei campi <strong>della</strong> cartografia<br />
geomorfologica, analisi spaziale di dati geotematici<br />
e sistemi informativi territoriali, per elaborare<br />
una banca dati frane (BD_FRANE) che raccolga le<br />
informazioni di tutti i documenti consultati e ne<br />
riporti le evidenze cartografiche coerentemente alla<br />
topografia di riferimento (Carta Tecnica Regionale<br />
a scala 1/10.000). I lavori sono ad oggi in corso di<br />
esecuzione, con prospettive di termine entro la fine<br />
del 2011.<br />
uN o s t r u m e N t o i N ve N t a r i o p e r la r a c c o l t a d a t i s u i<br />
f e N o m e N i f r a N o s i iN to s c a N a<br />
Gli strumenti inventario <strong>dei</strong> depositi da frana costituiscono<br />
la base conoscitiva per intraprendere un percorso<br />
di approfondimenti in termini di previsione e<br />
gestione del rischio geomorfologico.<br />
La BD_FRANE nasce dalla estrazione di tutti i<br />
corpi di frana e delle forme associate (orli di scarpata,<br />
nicchie di frana) dalla banca dati geologica regionale,<br />
con l’obiettivo di procedere ad una dettagliata<br />
operazione di confronto degli elementi rilevati con<br />
quanto riportato su altri documenti di pianificazione<br />
territoriale e disporre in tempi brevi di uno strumento<br />
di grande dettaglio, aggiornato ed interrogabile, alla<br />
scala dell’intero territorio regionale. La BD_FRANE<br />
intende rispondere a diverse esigenze riassumibili nei<br />
seguenti punti:<br />
1. omogeneità <strong>dei</strong> criteri utilizzati per la cartografia e<br />
classificazione delle frane;<br />
2. tracciabilità <strong>dei</strong> rilevamenti per mantenere memoria<br />
delle diverse fonti utilizzate;<br />
3. affidabilità <strong>dei</strong> dati implementati grazie al confronto<br />
di diverse fonti indipendenti;<br />
4. utilità e dettaglio <strong>dei</strong> dati implementati nel database.<br />
La BD_FRANE è uno strumento dinamico, un contenitore<br />
aperto che mira ad implementare quanti più<br />
dati possibili in riferimento ad ogni item presente per<br />
costruire un grande archivio di conoscenze geomorfologiche,<br />
geotecniche, pedologiche, storiche e di altra<br />
natura che permetta infine di eseguire analisi di suscettibilità,<br />
pericolosità e rischio fondate su un serio<br />
costrutto.<br />
“I costrutti sono le chiavi di lettura che rendono<br />
il mondo intelligibile: se non disponessimo di<br />
tali criteri di discriminazione, il fluire degli eventi ci<br />
apparirebbe indifferenziato e di conseguenza privo di<br />
significato” (Kelly, 1995).<br />
Il decreto del Ministero delle Infrastrutture del<br />
14/01/2008 afferma al capitolo 6 (stabilità <strong>dei</strong> pendii<br />
naturali) che “Lo studio <strong>della</strong> stabilità <strong>dei</strong> pendii<br />
Attualità 5
6 Attualità<br />
naturali richiede osservazioni e rilievi di superficie,<br />
raccolta di notizie storiche sull’evoluzione dello stato<br />
del pendio e su eventuali danni subiti dalle strutture o<br />
infrastrutture esistenti, la constatazione di movimenti<br />
eventualmente in atto e <strong>dei</strong> loro caratteri geometrici<br />
e cinematici, la raccolta <strong>dei</strong> dati sulle precipitazioni<br />
meteoriche, sui caratteri idrogeologici <strong>della</strong> zona e<br />
sui precedenti interventi di consolidamento”. In questo<br />
contesto la BD_FRANE fornisce un contributo<br />
essenziale in relazione ad alcune tematiche esplicitamente<br />
menzionate.<br />
cr i t e r i e m e t o d i u t i l i z z a t i p e r la c a r a t t e r i z z a z i o-<br />
N e delle f r a N e<br />
La cartografia delle frane e la definizione degli elementi<br />
geomorfologici e cinematici che le caratterizzano è<br />
argomento ampiamente discusso ed in costante evoluzione<br />
per la continua ricerca di quegli elementi che<br />
possano fornire un contributo in termini previsionali<br />
e di valutazione degli effetti delle frane sulle attività<br />
antropiche e sul territorio.<br />
In questo lavoro la caratterizzazione delle frane<br />
è stata finalizzata a produrre il massimo contributo<br />
di informazioni utili senza appesantire il lavoro degli<br />
operatori che si trovano a lavorare su quasi 100.000<br />
elementi, ad una scala di forte dettaglio (1/10.000) e<br />
su un’estensione territoriale di quasi 23.000 kmq.<br />
Per ogni frana analizzata è stato realizzato il confronto<br />
con quanto riportato sulla Carta <strong>Geologi</strong>ca Regionale,<br />
i piani strutturali, la banca dati IFFI, i piani<br />
di assetto delle autorità di bacino ed altre cartografie<br />
reperibili dai numerosi progetti mirati alla conoscenza<br />
del territorio ed alla valutazione del rischio frana<br />
(progetti AVI, VEL, CARG, SCAI, altri progetti regionali).<br />
La geometria più rispondente alle evidenze morfologiche<br />
osservate tramite fotointerpretazione stereoscopica<br />
ed analisi di immagini satellitari è stata acquisita<br />
come la più probabile e si è quindi proceduto alla<br />
valutazione <strong>dei</strong> numerosi caratteri <strong>della</strong> frana e delle<br />
forme associate utilizzando la terminologia e le classificazioni<br />
reperibili dalla ricca bibliografia con particolare<br />
riferimento alle più diffuse ed utilizzate (Varnes,<br />
1978, Cruden & Varnes, 1996), che rappresentano<br />
uno standard a livello internazionale.<br />
Il supporto sul quale è avvenuta l’operazione di<br />
riporto è costituito dalla C.T.R. 1/10.000 integrata<br />
da ortofotopiani bianco/nero che hanno permesso di<br />
raggiungere un notevole livello di dettaglio nell’individuazione<br />
<strong>dei</strong> corpi di deposito da frana e forme<br />
associate.<br />
In relazione al corpo di deposito sono state implementate<br />
informazioni sia di carattere tessiturale, sia<br />
sulla cinematica dello spostamento, per descrivere il<br />
fenomeno nel complesso delle sue manifestazioni ed<br />
inquadrarlo nel contesto geologico in cui si inserisce.<br />
Tali informazioni sono state acquisite sia consultando<br />
la documentazione <strong>dei</strong> piani strutturali comunali, sia<br />
per considerazioni di carattere geologico-geomorfologico<br />
(natura del substrato, tipo di copertura di versante,<br />
ecc.).<br />
Ogni frana avrà pertanto indicazione <strong>dei</strong> seguenti<br />
elementi:<br />
1. materiale coinvolto: le frane analizzate hanno<br />
come attributo la definizione del materiale coinvolto<br />
nel movimento in termini di substrato, detriti<br />
o terra:<br />
- substrato:<br />
il corpo di frana è costituito da<br />
materiale lapideo o da roccia debole del substrato.<br />
La consistenza del materiale può variare<br />
sensibilmente in virtù delle caratteristiche<br />
litotecniche del substrato stesso ma la frana<br />
ha le caratteristiche di una frana profonda la<br />
cui superficie di scorrimento si imposta al di<br />
sotto <strong>della</strong> coltre di alterazione o di eventuali<br />
coperture detritiche od orizzonti pedologici;<br />
- detrito:<br />
la frana interessa materiale superfi-<br />
ciale, già disgregato per effetto dell’alterazione<br />
del bedrock o materiale detritico di altra natura<br />
(talus detritici, detriti di versante, depositi<br />
di frane più vecchie, sedimenti sciolti o modestamente<br />
compattati ecc.) avente tessitura<br />
eterogenea con presenza di almeno il 20% di<br />
clasti con dimensione > 2mm;<br />
- terra:<br />
in questo caso il materiale coinvolto<br />
nel movimento franoso, sempre costituito da<br />
deposito sciolto o semicoerente prodotto da<br />
alterazione o detritismo, ha tessitura fine, da<br />
argilloso-limosa a sabbiosa, con una frazione<br />
grossolana fino ad un massimo del 20%.<br />
2. tipo di movimento: la classificazione di Varnes<br />
(1978) è stata oggetto di alcune semplificazioni<br />
per ridurre il numero di classi senza perdere informazioni<br />
importanti. Le frane di crollo e ribaltamento<br />
sono state accorpate ad un’unica classe,<br />
gli scivolamenti sono stati limitati a due categorie<br />
(rotazionale e traslativo) assimilando quelli compositi<br />
al tipo prevalente. I fenomeni di espandimento<br />
laterale (lateral spreading) ed i fenomeni<br />
di creep in roccia sono assimilati a Deformazioni<br />
Gravitative Profonde di Versante, mentre il creep<br />
superficiale (soil-creep) è cartografato come soliflusso.<br />
Infine sono previste le frane per colamento<br />
e quelle con movimento di tipo complesso.<br />
Appare evidente come le frane, nella complessità<br />
delle loro manifestazioni, siano raramente riconducibili<br />
in modo univoco ad un solo tipo di mo-
vimento. Con questa indicazione si vuole rappresentare<br />
pertanto il tipo prevalente di movimento<br />
in virtù del contesto geologico-geomorfologico,<br />
delle caratteristiche geometriche <strong>della</strong> frana e geotecniche<br />
del materiale coinvolto. Per casi di forte<br />
incertezza nell’attribuzione del tipo di movimento<br />
principale sono previsti anche i campi “complesso”<br />
e “tipo di movimento non determinato” <strong>dei</strong> quali si<br />
cerca di fare ricorso soltanto in casi limitati.<br />
3. stato di attività: sul concetto di attività in geomor-<br />
fologia molto è stato scritto e ancora forti sono le<br />
difformità di vedute. L’evidente difficoltà nell’assegnazione<br />
di questo attributo secondo criteri oggettivi<br />
ed il forte impatto sulla pianificazione del<br />
territorio e sull’immaginario collettivo, ha portato<br />
a perseguire obiettivi apparentemente generici ma<br />
sempre con attenzione alla tracciabilità del dato.<br />
Sulla base dello stato di attività, seguendo le indicazioni<br />
del WP/WLI (Working Party on World Landslide<br />
Inventory) parzialmente modificate, sono<br />
state distinte le frane in 5 categorie:<br />
1.<br />
2.<br />
3.<br />
frane che hanno prodotto o stanno produ-<br />
cendo danni infrastrutturali documentati e/o<br />
che presentano evidenze di movimento assai<br />
recente e che possiamo assumere in evoluzione<br />
stagionale pressoché regolare (attive);<br />
frane che presentano morfologie tipiche di<br />
una recente attività ma che non hanno indotto<br />
danni di rilievo documentati a infrastrutture o<br />
manifestato movimenti negli ultimi 2-5 anni.<br />
In questa categoria ricadono, senza possibilità<br />
di discrimine, sia frane che non hanno avuto<br />
attività di rilievo da alcuni anni ma le cui cause<br />
predisponenti (litologia del substrato, assetto<br />
strutturale, pendenza ed altezza del versante,<br />
presenza di un fosso al piede ecc.) sono tuttora<br />
presenti, sia frane che sono attualmente in movimento,<br />
costante o intermittente, con velocità<br />
bassa o molto bassa tale da non essere rilevabile<br />
con indagini ordinarie (fotointerpretazione, rilevi<br />
di campagna) e che non producono effetti<br />
su manufatti, edifici, strade ecc. Queste sono<br />
classificate come frane quiescenti: per queste<br />
si considera possibile una loro riattivazione in<br />
qualunque momento e nelle attuali condizioni<br />
di giacitura; sono quindi per molti aspetti<br />
equiparabili alle frane in evoluzione quando si<br />
facciano considerazioni sulla pericolosità geomorfologica<br />
per tempi di ritorno compatibili<br />
con quella tipologia di frana;<br />
frane per le quali non sono noti segnali di at-<br />
tività da almeno 5-10 anni e che presentano<br />
chiari segni di un lungo periodo di inattività<br />
quali morfologie erosive mature che si impo-<br />
4.<br />
5.<br />
stano sulle forme originarie (scarpata rimo<strong>della</strong>ta,<br />
reticolo di drenaggio organizzato sopra il<br />
deposito di frana ecc.), ripristino di uno stato<br />
vegetativo stabile sulla scarpata e sul corpo, ecc.<br />
Tali frane sono classificate come stabilizzate<br />
naturalmente e per queste il principale fattore<br />
di innesco (quale ad esempio l’erosione al piede<br />
prodotta da un torrente) risulta eliminato<br />
(ad esempio perché il torrente ha mutato il<br />
proprio corso a seguito di fenomeni di avulsione<br />
o risulta regimato da opere idrauliche). Tali<br />
corpi di frana debbono trovarsi in una condizione<br />
di equilibrio stabile raggiunta a seguito<br />
<strong>dei</strong> passati movimenti, secondo un gradiente<br />
topografico compatibile con le condizioni di<br />
stabilità del materiale di cui sono composti e<br />
possibilmente con il piede adagiato su un fondovalle<br />
non interessato da incisione fluviale. In<br />
condizioni ordinarie non sono riattivabili né<br />
dalle cause originarie né da altri fattori. Non è<br />
tuttavia da escludersi in modo assoluto che, a<br />
seguito di eventi eccezionali (terremoti di magnitudo<br />
inattesa o eventi meteorici calamitosi)<br />
o per il mutare di fattori morfoevolutivi, possano<br />
ripristinarsi condizioni che inducono instabilità<br />
e determinare una progressiva quanto<br />
difficilmente pronosticabile, riattivazione <strong>della</strong><br />
frana;<br />
frane che si sono verificate in condizioni geo-<br />
morfologiche e/o climatiche considerevolmente<br />
diverse dalle attuali per le quali è impossibile<br />
una riattivazione ad opera di quelle o di altre<br />
cause (frane relitte, paleofrane) e le cui forme<br />
si associano ad evidenti incongruenze morfologiche<br />
o seppellimento sedimentario (Guida<br />
& Iaccarino, 1991);<br />
frane che hanno subito interventi antropici<br />
per la mitigazione del rischio. Le frane con<br />
interventi di mitigazione costituiscono una<br />
categoria a sé stante poiché si tratta di frane<br />
presumibilmente attive sulle quali le opere di<br />
mitigazione hanno avuto senz’altro un effetto<br />
di miglioramento delle condizioni di stabilità<br />
ma la cui efficacia non può essere valutata<br />
dall’analisi condotta.<br />
velocità:<br />
4. una stima affidabile e precisa <strong>della</strong> velocità<br />
di movimento del materiale coinvolto in frana<br />
è basata su dati strumentali e/o su testimonianze<br />
dirette e indirette, quando disponibili. In assenza di<br />
elementi certi, può essere formulata un’ipotesi con<br />
ampi margini di interpretazione considerando che<br />
taluni fenomeni si manifestano in modo ricorrente<br />
con caratteri simili. Le classi di velocità considera-<br />
Attualità 7
8 Attualità<br />
te corrispondono a quanto suggerito dalla IUGS/<br />
WGL (1995) (da Morgenstern, 1985 – Cruden &<br />
Varnes, 1996) con alcuni accorpamenti per creare<br />
macroclassi che accomunino tra loro frane simili.<br />
Nell’ambito di queste macroclassi, le attribuzioni<br />
sono basate sulla fotointerpretazione, le dimensioni<br />
<strong>della</strong> frana, il tipo di movimento, il materiale coinvolto,<br />
le caratteristiche morfologiche del versante su<br />
cui si imposta, la disponibilità di dati strumentali su<br />
frane limitrofe con le stesse caratteristiche. Rimane<br />
tuttavia un dato che, pur nella sua fondamentale<br />
importanza, in virtù delle modalità di attribuzione<br />
acquista valore puramente indicativo ed è soggetto<br />
ad errori di stima anche importanti.<br />
5. profondità: in relazione al futuro utilizzo <strong>della</strong> BD_<br />
FRANE in termini di valutazioni di pericolosità e<br />
rischio geomorfologico, si è ritenuto utile l’inserimento<br />
di un parametro che suddivide i movimenti<br />
franosi (con l’esclusione delle frane con movimento<br />
tipo crollo e ribaltamento) in tre grandi categorie<br />
sulla base <strong>della</strong> profondità <strong>della</strong> superficie di scorrimento.<br />
Laddove disponibili sono state utilizzate<br />
informazioni derivanti da dati di sondaggio. Le categorie<br />
istituite sono: frana superficiale (frane che interessano<br />
la coltre superficiale, i depositi di versante s.l.<br />
o il materiale di alterazione del bedrock secondo movimenti<br />
prevalenti di scorrimento, soliflusso, colata),<br />
frana profonda (fenomeni che interessano il substrato<br />
sino a profondità di 10-15 metri circa, frequentemente<br />
associata a movimenti di tipo complesso e<br />
scorrimento rotazionale o composto, più raramente<br />
a colamenti, sempre a spese di materiale del substrato)<br />
e frana molto profonda (si tratta generalmente di<br />
grandi frane attivate con l’ausilio di fattori tettonici<br />
o climatici importanti, associate quasi sempre a movimenti<br />
di tipo complesso).<br />
6. Il parametro profondità è stato introdotto per permettere<br />
una stima dell’Intensità del fenomeno franoso<br />
attraverso la valutazione <strong>della</strong> severità geometrica<br />
(Fell, 1994, Heinimann et al., 1998).<br />
7. frequenza: un ulteriore parametro introdotto per<br />
successive stime di Intensità <strong>dei</strong> fenomeni franosi è<br />
la frequenza con cui questi manifestano la loro attività.<br />
Si tratta di un fattore di forte criticità che a scala<br />
regionale non può seguire un approccio statistico<br />
basato sui tempi di ritorno <strong>dei</strong> fattori innescanti.<br />
La valutazione <strong>della</strong> frequenza segue pertanto un<br />
criterio strettamente geomorfologico con considerazioni<br />
supportate dall’analisi di foto aeree, ortofototo<br />
ed immagini satellitari di anni diversi. Nel<br />
caso di frane quiescenti la frequenza di probabile<br />
riattivazione è stimata sulla base <strong>della</strong> “maturità”<br />
delle forme, dello stato <strong>della</strong> vegetazione, dal reti-<br />
colo di drenaggio, dal detritismo post evento franoso,<br />
secondo lo schema proposto da Crozier (1986).<br />
Laddove disponibili sono state utilizzate informazioni<br />
derivanti da monitoraggi <strong>dei</strong> movimenti. In<br />
assenza di prescrizioni specifiche sono state identificate<br />
5 macroclassi di frequenza in conformità<br />
con quanto stabilito dal metodo Heinimann et al.<br />
(1998); i limiti delle classi sono stati scelti sulla base<br />
degli studi di Flageollet (1996) sullo stato di attività<br />
<strong>dei</strong> movimenti franosi, con modeste modifiche per<br />
adeguarsi ai tempi di ritorno comunemente utilizzati<br />
dalle autorità di bacino per la stima <strong>della</strong> pericolosità<br />
idraulica.<br />
st r u t t u r a <strong>della</strong> Bd_fraNe<br />
La BD_Frane risulta essere strutturata all’interno di<br />
un data base relazionale orientato agli oggetti, come<br />
una porzione cardine e in continua evoluzione <strong>della</strong><br />
Nuova Banca Dati <strong>Geologi</strong>ca <strong>della</strong> Regione <strong>Toscana</strong><br />
(NBDGRT) di Corongiu et alii (2004), modificata<br />
con alcune integrazioni dovute a necessità sia interpretative<br />
che tecnologiche, con cui è stato immagazzinato<br />
il Continuum <strong>Geologi</strong>co <strong>della</strong> Regione <strong>Toscana</strong> alla<br />
scala 1:10.000.<br />
Tale struttura prevede delle differenze sostanziali<br />
rispetto alla struttura dati denominata “CARG RT”,<br />
con cui tutte le 728 sezioni geologiche sono state informatizzate<br />
in formato vettoriale da differenti Enti e<br />
Università Toscane.<br />
Ciò che sicuramente risulta essere in evidenza<br />
nella nuova struttura è la maggiore caratterizzazione<br />
concettuale degli oggetti non strettamente vincolata<br />
alla geometria di questi. Ovvero ogni classe di oggetti<br />
è comprende i propri opportuni attributi che descrivono<br />
al meglio gli elementi in queste inclusi, senza<br />
considerare in prima analisi la geometria di immagazzinamento.<br />
Le associazioni di tali classi con altre differenziate<br />
per geometria, puntuale lineare, poligonale o<br />
solo alcune di esse a seconda delle tipologie di oggetti<br />
da descrivere, che ne ereditano conseguentemente le<br />
caratteristiche, permette di immagazzinare i differenti<br />
oggetti secondo la geometria più appropriata pur<br />
mantenendo le informazioni che appartengono alla<br />
classe che descrive a livello concettuale quegli specifici<br />
elementi.<br />
Questa tipologia di mo<strong>della</strong>zione <strong>dei</strong> dati permette<br />
quindi descrivere gli elementi franosi secondo<br />
caratteristiche specifiche, quali ad esempio lo stato di<br />
attività, a prescindere che queste siano cartografabili<br />
alla scala 1:10.000 e possano quindi essere immagazzinate<br />
con geometria poligonale, o non lo siano per<br />
tale scala con relativa solo ubicazione puntuale di tale<br />
elementi. Al contempo permette di associare i relati-
vi elementi lineari, quali gli orli di scarpata, ad ogni<br />
elemento franoso, fornendo la possibilità ottenere<br />
durante eventuali interrogazioni od elaborazioni una<br />
correlazione diretta fra le due differenti tipologie di<br />
oggetti.<br />
Nello schema UML sono anche definiti, per gli<br />
attributi che li prevedano, i relativi domini, ovvero gli<br />
insiemi di valori ammissibili per ciascuno di essi.<br />
Stesse considerazioni sono valide anche per le<br />
deformazioni gravitative profonde e relative classi di<br />
oggetti. Tutte le classi riportate nello schema risultano<br />
essere infine associate secondo il costrutto <strong>della</strong> generalizzazione<br />
alle classi di oggetti di ESRI, sia spaziali<br />
che non, avendo utilizzato il modello dati geodatabase<br />
come formato fisico di immagazzinamento <strong>dei</strong> dati.<br />
Le operazioni di editing sono state svolte mediante<br />
strumenti software GIS commerciali ESRI,<br />
quali ArcGIS/ArcInfo® 9.3, all’interno di un’architettura<br />
di tipo condiviso attraverso l’adozione di<br />
ESRIArcSDE®, che permette di interfacciare i differenti<br />
client desktop a vari DBMS di tipo enterprise,<br />
fra cui anche PostgreSQL.<br />
Tale DBMS open source, estremamente affidabile<br />
e potente al pari di alcuni concorrenti commerciali,<br />
offre tutti i vantaggi di scalabilità e interoperabilità<br />
tipiche <strong>dei</strong> software liberi. La possibilità quindi<br />
di utilizzare potenti strumenti commerciali per tutte<br />
le fasi di produzione cartografica, unitamente all’adozione<br />
di un DBMS open source, permette di garantire<br />
tutte le fasi all’interno del processo di lavoro mediante<br />
strumenti specifici e oramai collaudati nell’ambito <strong>dei</strong><br />
sistemi informativi territoriali, come ovviamente anche<br />
i vincoli sia informativi che topologici, insieme<br />
alla possibilità di rendere accessibili i dati anche ad<br />
applicativi di terze parti, siano essi commerciali ed in<br />
particolare open source, sia per la visualizzazione, elaborazione<br />
che pubblicazione <strong>dei</strong> dati immagazzinati.<br />
Queste caratteristiche di qualità e interoperabilità<br />
<strong>dei</strong> dati, rafforzate dai metadati forniti a corredo<br />
e compilati secondo lo standard ISO/TC 19139 –<br />
ISO19114, consente di far rispettare alla BD_Frane<br />
le più recenti normative europee in materia di produ-<br />
zione di dati territoriali, tra cui in primis la direttiva<br />
INSPIRE del 2007.<br />
co N c l u s i o N i<br />
La BD_FRANE raccoglie, omogeneizza ed arricchisce<br />
il bagaglio di conoscenze sullo stato <strong>della</strong> franosità<br />
del territorio toscano fino ad oggi raccolto attraverso<br />
i numerosi progetti nazionali, regionali, provinciali,<br />
comunali e di altri enti di ricerca. È un’importante<br />
opera di recupero ed analisi di documenti in diversi<br />
formati ed a diversa scala di rappresentazione che richiedono<br />
di essere esaminati ed interpretati. Ad oggi<br />
la BD_FRANE raccoglie informazioni per 85.448<br />
frane così suddivise in base al tipo di movimento:<br />
35.780 frane complesse<br />
12.691 frane per colamento<br />
33.593 frane di scorrimento<br />
893 frane di crollo/ribaltamento<br />
2.491 frane con tipo di movimento non determinato.<br />
In relazione allo stato di attività attualmente sono classificate:<br />
62.435 quiescenti<br />
11.060 attive<br />
1.900 stabilizzate<br />
Le restanti 10.053 frane non hanno lo stato di attività<br />
assegnato.<br />
In Figura 1 è mostrata la distribuzione areale delle frane<br />
rispetto al territorio regionale e la suddivisione sia basata<br />
sullo stato di attività, sia sul tipo di movimento.<br />
Attualmente sono in fase di implementazione<br />
altre informazioni sulle frane, dedotte dagli strumenti<br />
informativi considerati o da nuove interpretazioni derivanti<br />
dalla disponibilità di foto aeree o ortofotocarte di<br />
ultima realizzazione e/o di scala maggiore.<br />
L’obiettivo è quello di implementare, entro la<br />
fine del 2011, le informazioni aggiuntive per tutti i<br />
movimenti franosi identificati, costruendo lo strumento<br />
di base per le future operazioni di pianificazione<br />
del territorio e valutazioni sullo stato <strong>della</strong> franosità<br />
sul territorio toscano in termini di suscettibilità, pericolosità,<br />
rischio.<br />
Attualità 9
10 Attualità<br />
Figura 1 – Distribuzione <strong>della</strong> franosità in <strong>Toscana</strong> e suddivisione basata sullo stato di attività e sul tipo di movimento. Dati derivanti dalla BD_FRA-<br />
NE aggiornata a Marzo 2011.<br />
BiBliografia<br />
Atzeni P., Ceri S., Paraboschi S. & Torlone R., 2009 – Basi di<br />
Dati: Modelli e linguaggi di interrogazione. McGraw-Hill, Italy.<br />
Corongiu M., D’Amato Avanzi G., Fantozzi P.L., Graziosi B.,<br />
Manetti F., Moretti S., Morini D., Pacini M., Romanelli S., 2004 -<br />
A geodatabase for the geological map of Tuscany. 32nd International<br />
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Cruden D.M., Varnes D.J., 1996 - Landslide types and processes.<br />
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Crozier M.J. (ed), Dover.<br />
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Council of 14 March 2007 establishing an INfrastructure for SPatial<br />
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Flageolett J.C., 1996 - The time dimension in the study of mass<br />
movements. Geomorphology, vol. 15, 185-190.<br />
Heinimann H.R., Holtenstein K., Kienholz H., Krummenhacher<br />
B., Mani P., 1998 - Methoden zur Analyse und Bewertung von<br />
Naturgefahren. Umwelt-Materialien, 85, Naturgefahren, BUWAL,<br />
Bern, 248.<br />
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Schuster R. L. & Krizek R. J. (eds), Landslides: Analysis and Control.<br />
Transp. Res. Board. Nat. Acad. of Sciences, Spec. Rep. 176, pp 11-33
ca r B o N a t o d i c a l c i o: q u a l c h e<br />
d o v e r o s a chiarificazioNe<br />
se r g i o Ma T T e o l i<br />
pubblicato dal collega Mauro Chessa<br />
sul numero di Dicembre de Il <strong>Geologo</strong> ha si-<br />
L’articolo<br />
curamente un grande pregio: quello di aprire<br />
una discussione sugli aspetti relativi alla gestione degli<br />
scarti delle cave apuane per la produzione di carbonato<br />
di calcio.<br />
L’articolo ha sicuramente contribuito a far capire anche<br />
a chi non direttamente coinvolto in questo settore<br />
quali siano i valori economici in campo ed il reale<br />
motivo per cui gli Enti Locali risultano permissivi<br />
nell’applicazione delle norme che limitano tali attività;<br />
ha anche contribuito a far comprendere quale sia il<br />
gigantesco potere politico ed economico <strong>dei</strong> soggetti<br />
privati che gestiscono le cave.<br />
Credo però che la questione delle cave e <strong>della</strong><br />
gestione degli scarti debba essere affrontata in un<br />
contesto più tecnico, soprattutto se ci si rivolge ad<br />
una platea costituita quasi essenzialmente da colleghi<br />
geologi.<br />
Iniziamo quindi a dire che, in funzione <strong>della</strong> granulometria<br />
del prodotto, il carbonato di calcio ha una<br />
enormità di applicazioni ed usi parzialmente riassunti<br />
nella Tabella 1, dove è anche evidenziato il costo medio<br />
del prodotto in funzione dell’uso.<br />
Come si può vedere dalla tabella allegata1 , peraltro<br />
incompleta perché priva di tutta la produzione <strong>dei</strong><br />
precipitati , il carbonato di calcio è il costituente di<br />
quasi tutto quello che ci circonda nella vita quotidiana<br />
ed è per questo che nel mondo esistono migliaia di<br />
cave per la produzione di carbonato.<br />
Nell’area apuana operano le due società multinazionali<br />
leader del settore (Omya e Imerys) che da<br />
sole raccolgono la gran parte degli scarti prodotti dalla<br />
lavorazione delle cave di marmo; oltre a loro sono<br />
attivi molti piccoli imprenditori che hanno contratti<br />
con una singola cava e commercializzano questi scarti<br />
dopo varie lavorazioni (ad esempio le aziende <strong>della</strong><br />
zona di Querceta e Seravezza) o vendono il prodotto<br />
1 La produzione di carbonato di Calcio si divide infatti in GCC<br />
(Ground Calcium Carbonate) ovvero carbonato di calcio macinato a<br />
varie granulometrie e PCC (Precipitated Calcium Carbonate) ovvero<br />
carbonato di calcio trattato chimicamente in laboratorio in maniera da<br />
ottenere un prodotto particolarmente bianco con reticolo cristallino diverso<br />
che meglio si adatta alle applicazioni industriali.<br />
tal quale a varie cementerie toscane che lo utilizzano<br />
per alzare il tenore di CaCO3 del loro prodotto.<br />
Tanto per far capire cosa sono le due multinazionali<br />
operanti tra Massa e Carrara è sufficiente dire che<br />
a livello mondiale gestiscono circa l’80% del mercato<br />
del carbonato di calcio grazie alle produzioni fornite<br />
dagli oltre 200 impianti di loro proprietà (circa 140<br />
appartenenti ad Omya, circa 80 appartenenti ad Imerys)<br />
e che questi impianti si alimentano da altrettante<br />
cave aperte solo per fornire la materia prima.<br />
Oltre che in <strong>Toscana</strong> queste società sono presenti<br />
in altre regioni italiane dove hanno aperto cave a<br />
fianco <strong>dei</strong> loro impianti: Imerys ha uno stabilimento<br />
con annesse cave in Abruzzo, Omya ha un impianto<br />
in Umbria con annessa cava di calcare ed uno in Friuli<br />
vicino alla cava di Marmo Lasa.<br />
Non è mia intenzione (e questa non credo sia<br />
la sede più adeguata) entrare nel merito del perché e<br />
del come esista la concentrazione di cave di marmo<br />
nelle Apuane ed in particolare a Carrara, argomento<br />
del quale si è già ampiamente dilungato il collega<br />
Chessa, ma voglio far notare che se non fossero stati<br />
disponibili gli scarti delle cave, le due multinazionali<br />
avrebbero sicuramente aperto cave per alimentare i<br />
loro impianti.<br />
Anche perché la decisione di dove aprire cave ed<br />
impianti è strettamente vincolata a valutazioni economiche<br />
relative ai costi di trasporto del carbonato prima<br />
e dopo la sua lavorazione 2 , cosa questa che spesso<br />
non viene mai sufficientemente considerata dai tecnici<br />
incaricati degli studi, spesso proprio geologi.<br />
L’analisi <strong>dei</strong> costi di trasporto sembra essere addirittura<br />
predominante sulla composizione chimica<br />
<strong>della</strong> materia prima, dato che questa può essere modificata<br />
in fase di lavorazione, mentre il costo di trasporto<br />
non può essere modificato incidendo notevolmente<br />
sul costo finale del prodotto.<br />
2 A livello professionale ho condotto studi per conto di Imerys su<br />
giacimenti di rocce carbonatiche in Romania, in Madagascar e nell’area<br />
mediterranea ed in tutti i casi prima dello studio del giacimento era<br />
fondamentale analizzare i costi di trasporto sino al porto più vicino ed in<br />
tutti i casi, sebbene le caratteristiche chimiche e giacimentologiche fossero<br />
eccellenti la cava non è stata aperta per l’eccessivo costo <strong>dei</strong> trasporti<br />
(ma di geologica economica non si parla in nessun corso universitario).<br />
Attualità 11
12 Attualità
Come geologi sappiamo benissimo che le cave<br />
sono necessarie per la produzione delle materie prime<br />
necessarie allo sviluppo delle attività lavorative,<br />
ma come semplici frequentatori del nostro territorio<br />
sappiamo pure benissimo quanto queste rappresentano,<br />
in quanto attività impattanti sul territorio, attività<br />
che incidono negativamente sia a livello paesaggistico<br />
(impatto visivo) che a livello di degrado <strong>della</strong><br />
qualità degli acquiferi.<br />
Si tratta di decidere se queste cave siano realmente<br />
necessarie e funzionali allo sviluppo <strong>della</strong><br />
“pubblica economia” e dell’“industria” (regio Decreto<br />
29 Luglio 1927, n. 1443: Relazione tecnica a<br />
corredo del Ministro Segretario di Stato), ma questo<br />
non è compito né mio né <strong>dei</strong> geologi in generale,<br />
certo che prendendo ad esempio le cave di marmo<br />
di Carrara, la cava Solvay a San Carlo, la cava del<br />
cementificio di Rassina, qualche dubbio mi assale.<br />
Da questo punto di vista, se l’acquisizione degli<br />
scarti <strong>della</strong> lavorazione del marmo ha permesso di<br />
ridurre il numero delle cave aperte, anche di solo due<br />
unità, io non posso che essere felice per questa scelta<br />
aziendale. E questa affermazione non ha niente a che<br />
vedere con le politiche che stanno dietro alla gestione<br />
degli scarti.<br />
A questo proposito credo sia estremamente necessario<br />
sgombrare il campo da alcuni luoghi comuni<br />
sbagliati, fuorvianti e fastidiosi: gli scarti di cava,<br />
a seconda del colore degli scarti, vengono venduti<br />
dai cavatori al prezzo di 1,5 – 2,5 €/Ton franco cava,<br />
caricati su camion dal cavatore stesso.<br />
Il prezzo di vendita <strong>dei</strong> blocchi di marmo apuano<br />
varia in funzione <strong>della</strong> qualità da 100 a 2000 €/<br />
Ton (solo lo varietà Statuario però raggiunge questa<br />
valutazione); gli informi (ovvero i blocchi non per-<br />
Descrizione Granulometria Usi Prezzo vendita<br />
f.co stabilimento<br />
Granulati 0 – 12 mm Prefabbricati di calcestruzzo, giardinaggio,<br />
mattonelle per pavimenti<br />
20 €/Ton<br />
Microgranulati 0,1 – 2,5 mm Premiscelati per edilizia, marmoresine<br />
22,5 €/Ton<br />
Micronizzati 10 – 90 μ m Additivo per cementi autolivellanti,<br />
mastici, desolforante per centrali<br />
elettriche, adesivi, alimenti per animali,<br />
smalti, idropitture, ceramiche, stucchi,<br />
industria tessile, gomme, industria chimica<br />
ed alimentare, cosmesi, materie<br />
plastiche, resine termo indurenti, carta,<br />
vernici e smalti satinati<br />
24 – 42 €/Ton<br />
Rivestiti 2 – 10 μ m Granuli rivestiti con acido stearico per<br />
gomme , guaine, PVC plastificato e<br />
rigido, idropitture repellenti, resine<br />
termo plastiche<br />
65 €/Ton<br />
Pigmenti < 1 μ m Carbonato in soluzione acquosa<br />
per carica nell’industria cartaria, pre<br />
patina e patina come apportatore di<br />
lucido<br />
80 – 200 €/Ton<br />
Tabella 1 Source: dati raccolti dall’autore nell’ambito dell’attività professionale<br />
fettamente squadrati) di qualità commerciale medio<br />
bassa vengono venduti a 60 €/Ton; non vengono<br />
prodotte tipologie di materiali che abbiano un prezzo<br />
di vendita inferiore a questo valore dato che il costo<br />
di produzione sarebbe superiore.<br />
Considerando che mediamente una cava di<br />
marmo apuano produce il 40% di materiale vendibile<br />
rispetto all’abbattuto, appare evidente che<br />
l’economia di una cava non può basarsi sulla vendita<br />
degli scarti ma sulla vendita di blocchi squadrati<br />
ad uso ornamentale. Si sottolinea inoltre che per i<br />
marmi del comprensorio apuano, esterni al comprensorio<br />
del Parco, è stata prevista dalla Regione<br />
<strong>Toscana</strong>, una forma di particolare tutela, per cui la<br />
percentuale minima di ornamentale da estrarre deve<br />
essere pari al 25% dell’escavato, ovvero <strong>della</strong> produzione<br />
complessiva di progetto rispetto risultante dal<br />
piano di coltivazione, con verifiche su base annuale<br />
(PRAER, Elaborato 2, punto 2.1); tale valore risulta<br />
incrementabile in sede di autorizzazione comunale<br />
quando dagli approfondimenti progettuali ne emerga<br />
la possibilità.<br />
È assolutamente falsa la voce che alcuni imprenditori<br />
preferiscono rompere i blocchi e ridurli in<br />
scaglie per venderle come tali invece che sotto forma<br />
di blocco, sarebbero veramente degli irresponsabili 3 .<br />
Questo non toglie che negli anni passati la rimozione<br />
di porzioni di roccia sterile o estremamente<br />
fratturata per arrivare alle qualità migliori o per motivi<br />
di sicurezza del lavoro rappresentava un notevole<br />
costo per una azienda estrattiva, mentre adesso la<br />
possibilità di vendere questo materiale come blocchi<br />
da scogliera o come scaglie per la produzione di carbonato<br />
di calcio rende l’operazione meno onerosa.<br />
In <strong>Toscana</strong> disponiamo del bacino estrattivo più<br />
famoso al mondo (Carrara e tutte<br />
le Alpi Apuane), oltre a questo ci<br />
sono altre zone a vocazione estrattiva<br />
di rilevanza internazionale sia<br />
per la qualità che per la quantità<br />
e mi riferisco alla Pietra Serena di<br />
Firenzuola, alla Pietra di Cardoso<br />
<strong>della</strong> Versilia, il Travertino di Rapolano,<br />
la Pietra Dorata <strong>della</strong> Maremma<br />
ed il Granito del’Elba, ma<br />
a fronte di queste rilevanti emergenze<br />
non ho mai visto un inte-<br />
3 Senza contare che tale attività dovrebbe<br />
essere denunciata alla Autorità competenti<br />
dal Direttore <strong>dei</strong> lavori in quanto è compito<br />
proprio del Direttore controllare e verificare<br />
che il bene <strong>della</strong> Comunità, dato in concessione<br />
al privato, sia estratto nel modo migliore e<br />
più remunerativo.<br />
Attualità 13
14 Attualità<br />
resse attivo dell’<strong>Ordine</strong> Regionale proporzionato alla<br />
quantità di cave esistenti sul territorio toscano.<br />
Non posso che ringraziare il collega Chessa perché<br />
con il suo articolo mi ha fornito l’assist perfetto<br />
per entrare “a gamba tesa” su questo argomento.<br />
Io credo che data la rilevanza del fenomeno<br />
estrattivo in toscana, soprattutto considerando l’impatto<br />
ambientale che questo ha sul territorio, il nostro<br />
<strong>Ordine</strong> dovrebbe far sentire maggiormente la<br />
propria voce in questo settore, proponendosi magari<br />
come promotore di indirizzi e linee guida tecniche<br />
per il corretto rispetto e interpretazione delle normative<br />
e <strong>dei</strong> regolamenti esistenti, nonché per il<br />
corretto sfruttamento delle risorse del territorio, di<br />
concerto con le Amministrazioni Locali, Enti Parco,<br />
associazioni industriali.<br />
Senza mai sostituirsi ai professionisti impegnati<br />
in questo settore ma fornendo loro adeguata<br />
formazione ad esempio sulle nuove tecnologie per la<br />
riduzione dell’impatto ambientale delle cave (penso<br />
ad esempio all’impiego delle tecnologie per il taglio<br />
a secco delle rocce che evitano la produzione <strong>della</strong><br />
marmettola) o sulle normative vigenti, fornendo<br />
un supporto adeguato e coordinato ai professionisti<br />
operanti nel settore.<br />
Ma questo è un problema diverso, non dipendente<br />
dall’uso degli scarti delle cave, che bisognerebbe<br />
affrontare in sedi diverse.<br />
Il vero problema da affrontare è come garantire<br />
la reale e corretta applicazione delle numerose<br />
normative esistenti a livello nazionale e regionale<br />
emanate a tutela dello sfruttamento ottimale delle<br />
risorse, senza danneggiare la risorsa stessa (concetto<br />
ben sottolineato dal RD 1443/27) e nell’ottica <strong>della</strong><br />
gestione globale del territorio e di sviluppo sostenibile<br />
dell’attività estrattiva e di tutela <strong>dei</strong> valori paesaggistici<br />
e ambientali.<br />
Un corretto sviluppo dell’attività estrattiva di<br />
un territorio, in particolare per contesti complessi<br />
quale quello apuano, non può prescindere da una<br />
corretta pianificazione del territorio e dell’attività<br />
estrattiva stessa, e quindi dello sfruttamento delle sue<br />
risorse. Occorre riflettere a tale proposito sul ritardo<br />
delle Province nell’approvazione o solo adozione <strong>dei</strong><br />
Piani Provinciali delle attività estrattive (PAERP),<br />
che dovevano essere emanati entro un anno dall’approvazione<br />
del PRAER, tra tutte in primis la Provincia<br />
di Massa Carrara e nel ritardo dell’approvazione<br />
dello Stralcio Attività estrattive del Piano del Parco<br />
delle Apuane.
pi a N o d i Ba c i N o st r a l c i o as s e t t o<br />
id r o g e o l o g i c o (p.a.i.):<br />
1° a g g i o r N a m e N t o”. ad o z i o N e d e l pr o g e t t o d i pi a N o<br />
au T o r i T à d i Ba c i n o d e l Fi uM e se r c h i o<br />
Il Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino<br />
del Serchio, con delibera n. 168 del 21 dicembre<br />
2010, ha adottato il “1° aggiornamento del Piano<br />
di Bacino Stralcio Assetto Idrogeologico (P.A.I.)”<br />
quale variante al P.A.I.<br />
Esso rappresenta il risultato di un processo di<br />
continuo aggiornamento del vigente P.A.I. (2005),<br />
condotto principalmente al fine di:<br />
• integrare il quadro conoscitivo a seguito <strong>della</strong> disponibilità<br />
di nuovi dati di base e di nuovi strumenti<br />
utili alla caratterizzazione del territorio (tra<br />
questi il più importante è il rilievo laser-scanning<br />
sul territorio del bacino condotto nel 2006 e nel<br />
2010);<br />
• aggiornare lo strumento di pianificazione alla luce<br />
degli eventi alluvionali del dicembre 2009 (censimento<br />
movimenti franosi, nuova taratura modelli<br />
idraulici);<br />
• migliorare l’impianto normativo con lo scopo di<br />
semplificarne i contenuti e definire in maniera<br />
più concreta e nel rispetto delle specifiche competenze,<br />
i rapporti tra pianificazione di bacino e<br />
pianificazione urbanistica.<br />
In sostanza l’aggiornamento, per le aree a pericolosità<br />
da frana consiste nel completamento, per tutto il bacino,<br />
<strong>della</strong> carta <strong>della</strong> franosità in scala 1:10.000, che va<br />
a coprire anche le porzioni del territorio fino ad oggi<br />
disponibili solo in scala 1:25.000 (Basso Serchio, Val<br />
di Lima, Appennino Lucchese e Apuane Orientali).<br />
Per le aree a pericolosità idraulica, è stata con-<br />
dotta, attraverso l’interpretazione del modello digitale<br />
del terreno e delle fotografie aeree, un’ulteriore verifica<br />
tale da definire, con maggior grado di dettaglio,<br />
le aree dell’alveo <strong>dei</strong> corsi d’acqua, le zone soggette<br />
a dinamica fluviale e le pertinenze fluviali. Inoltre è<br />
stato effettuato un aggiornamento <strong>della</strong> modellistica<br />
idrologico – idraulica, integrandola con i nuovi dati<br />
disponibili: ciò ha permesso di aggiornare e restituire,<br />
su base LIDAR, i perimetri delle aree allagabili con<br />
tempo di ritorno di 200 anni e di 30 anni, oltre che<br />
precisare gli interventi strutturali necessari al contenimento<br />
delle portate di progetto, con conseguente<br />
modifica del relativo apparato normativo.<br />
Fino all’approvazione del Piano, le cartografie e<br />
le relative Norme che hanno subito modifiche sono<br />
dichiarate immediatamente vincolanti ed assumono<br />
valenza di misure di salvaguardia.<br />
La relativa documentazione è pubblicata sul<br />
sito web dell’Autorità di bacino ed è depositata anche<br />
presso le sedi <strong>della</strong> Regione <strong>Toscana</strong> e delle province<br />
interessate.<br />
La notizia di adozione è stata pubblicata sulla<br />
Gazzetta Ufficiale <strong>della</strong> Repubblica Italiana n. 32 e<br />
sul Bollettino Ufficiale <strong>della</strong> Regione <strong>Toscana</strong> n.6 il<br />
9 febbraio 2011: pertanto da tale data sono decorsi i<br />
90 giorni previsti dalla legge per intervenire nel procedimento.<br />
Lucca, 18 marzo 2011<br />
Attualità 15
16 Attualità<br />
pi a N o d i Ba c i N o, s t r a l c i o<br />
“BilaNcio idrico d e l B a c i N o d e l l a g o<br />
d i ma s s a c i u c c o l i”<br />
iN c o r s o d i a p p rova z i o N e<br />
au T o r i T à d i Ba c i n o d e l Fi uM e se r c h i o<br />
di bacino del Serchio, con delibera<br />
del Comitato Istituzionale n.169 del 21 di-<br />
L’Autorità<br />
cembre 2010, ha adottato il Piano di Bacino,<br />
stralcio "Bilancio idrico del bacino del lago di Massaciuccoli”<br />
con il relativo Rapporto Ambientale. Esso<br />
definisce un deficit idrico di circa trenta milioni di<br />
metri cubi e si pone l’obiettivo del riequilibrio idrico<br />
del lago e del territorio circostante (Viareggio, Massarosa<br />
e Vecchiano) e di contribuire al miglioramento<br />
<strong>della</strong> qualità delle acque; per tali scopi il Piano<br />
individua le misure e gli interventi necessari alla tutela<br />
quantitativa e qualitativa connessa delle risorse idriche,<br />
nel rispetto degli aspetti naturali e dello sviluppo sostenibile<br />
del territorio.<br />
Il procedimento di formazione del Piano aveva<br />
avuto inizio nel 2007 quando, con delibera del Comitato<br />
Istituzionale n. 150 del 20/02/2007, era stato<br />
adottato, ai sensi <strong>della</strong> L. 183/1989, il “Progetto<br />
di Piano”; l’adozione del Piano è avvenuta invece ai<br />
sensi ai sensi dell’art. 66 del D.Lgs. 152/2006, essendo<br />
stata abrogata la legge 183.<br />
Il Piano è integrato con i dati aggiornati sui<br />
consumi irrigui, approfonditi attraverso lo studio<br />
condotto dalla Scuola Superiore Sant’Anna sui rapporti<br />
agricoltura – lago, nonché con l’aggiornamento<br />
<strong>dei</strong> consumi antropici basati sul nuovo censimento<br />
ISTAT <strong>della</strong> popolazione.<br />
I dati suddetti hanno comunque confermato<br />
l’ordine di grandezza del deficit idrico stabilito nel<br />
2007. Pertanto la parte dispositiva del Piano (interventi<br />
e norme) è stata confermata nella sua interezza,<br />
fatta eccezione per alcune limitate modifiche agli articoli<br />
18, 21 e 29 delle norme.<br />
Ai sensi dell’art. 65, comma 7, del D.Lgs.<br />
152/2006, fino all’approvazione del “Piano di bacino”,<br />
o in mancanza, per un periodo pari a 3 anni decorrenti<br />
dal 21 dicembre 2010, sono adottate quali<br />
misure di salvaguardia gli articoli 19, 20, 21, 22, 23,<br />
24, 38, 38 bis, 38 ter, 38 quater e la direttiva 5 delle<br />
Norme di Piano.<br />
In data 9 febbraio 2011, la notizia di avvenuta<br />
adozione del citato piano, del rapporto ambientale e<br />
delle relative misure di salvaguardia è stata pubblicata<br />
sulla Gazzetta Ufficiale <strong>della</strong> Repubblica Italiana<br />
n. 32 e sul Bollettino Ufficiale <strong>della</strong> Regione <strong>Toscana</strong><br />
n. 6. Pertanto, a partire da tale data decorrono i 60<br />
giorni previsti dalla legge per prendere visione <strong>della</strong><br />
documentazione e presentare osservazioni. La relativa<br />
documentazione è pubblicata sul sito dell’Autorità<br />
di bacino (www.autorita.bacinoserchio.it) ed è<br />
depositata anche presso le sedi <strong>della</strong> Regione <strong>Toscana</strong><br />
e delle Province interessate.<br />
Lucca, 21 marzo 2011
Burt e N o N s o l o<br />
di ni c o l e T T a Mi r c o<br />
NORMATIVA NAZIONALE<br />
DECRETO LEGISLATIVO 10 dicembre 2010,<br />
n. 219<br />
Attuazione <strong>della</strong> direttiva 2008/105/CE relativa a<br />
standard di qualità ambientale nel settore <strong>della</strong> politica<br />
delle acque, recante modifica e successiva abrogazione<br />
delle direttive 82/176/CEE, 83/513/CEE,<br />
84/156/CEE, 84/491/CEE, 86/280/CEE, nonché<br />
modifica <strong>della</strong> direttiva 2000/60/CE e recepimento<br />
<strong>della</strong> direttiva 2009/90/CE che stabilisce, conformemente<br />
alla direttiva 2000/60/CE, specifiche tecniche<br />
per l’analisi chimica e il monitoraggio dello stato delle<br />
acque. (10G0244)<br />
Pag. 1 - Gazzetta Ufficiale N. 296 del 20 Dicembre 2010<br />
MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TU-<br />
TELA DEL TERRITORIO E DEL MARE<br />
DECRETO 22 dicembre 2010. Modifiche ed integrazioni<br />
al decreto 17 dicembre 2009, recante l’istituzione<br />
del sistema di controllo <strong>della</strong> tracciabilità <strong>dei</strong><br />
rifiuti. (10A15599)<br />
Pag. 1 - Gazzetta Ufficiale N. 302 del 28 Dicembre<br />
2010<br />
DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSI-<br />
GLIO DEI MINISTRI 17 dicembre 2010<br />
Dichiarazione dello stato di emergenza in relazione<br />
alla concentrazione di arsenico nelle acque destinate<br />
all’uso umano superiore ai limiti di legge in alcuni comuni<br />
del territorio <strong>della</strong> regione Lazio. (10A15639)<br />
Pag. 7 - Gazzetta Ufficiale N. 2 del 4 Gennaio 2011<br />
DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSI-<br />
GLIO DEI MINISTRI 17 dicembre 2010<br />
Proroga dello stato di emergenza in relazione alla<br />
crisi di natura socio-economico-ambientale determinatasi<br />
nell’asta fluviale del bacino del fiume Aterno.<br />
(10A15640)<br />
Pag. 8 - Gazzetta Ufficiale N. 2 del 4 Gennaio 2011<br />
DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSI-<br />
GLIO DEI MINISTRI 17 dicembre 2010<br />
Proroga dello stato di emergenza in relazione alla grave<br />
situazione determinatasi in conseguenza dell’in-<br />
quinamento delle aree minerarie dismesse del Sulcis<br />
- Iglesiente e del Guspinese <strong>della</strong> Regione autonoma<br />
<strong>della</strong> Sardegna. (10A15646)<br />
Pag. 16 - Gazzetta Ufficiale N. 3 del 5 Gennaio 2011<br />
AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME ARNO<br />
Avviso relativo alla Valutazione Ambientale Strategica<br />
sulla proposta di Piano di bacino del fiume Arno e<br />
stralcio del Bilancio Idrico, ai sensi dell’articolo 14,<br />
comma 1 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.<br />
(11A00101)<br />
Pag. 58 - Gazzetta Ufficiale N. 6 del 10 Gennaio<br />
2011<br />
DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSI-<br />
GLIO DEI MINISTRI 21 gennaio 2011<br />
Proroga dello stato di emergenza in materia di bonifica<br />
e di risanamento ambientale <strong>dei</strong> suoli, delle falde<br />
e <strong>dei</strong> sedimenti inquinati, nonché in materia di tutela<br />
delle acque superficiali e sotterranee e <strong>dei</strong> cicli di depurazione<br />
nella regione Siciliana. (11A00967)<br />
Pag. 2 - Gazzetta Ufficiale N. 30 del 7 Febbraio 2011<br />
MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA<br />
TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE<br />
DECRETO 8 novembre 2010, n. 260<br />
Regolamento recante i criteri tecnici per la classificazione<br />
dello stato <strong>dei</strong> corpi idrici superficiali, per la<br />
modifica delle norme tecniche del decreto legislativo<br />
3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale,<br />
predisposto ai sensi dell’articolo 75, comma<br />
3, del medesimo decreto legislativo. (11G0035) (Suppl.<br />
Ordinario n. 31) - Gazzetta Ufficiale N. 30 del 7<br />
Febbraio 2011<br />
Il decreto entra in merito alle metodologie di identificazione<br />
sia <strong>dei</strong> corpi idrici superficiali che sotterranei,<br />
questi ultimi a partire dall’identificazione <strong>dei</strong> complessi<br />
idrogeologici e degli acquiferi. Ciò è finalizzato alla<br />
classificazione dello stato ecologico <strong>dei</strong> corpi idrici. Il<br />
controllo dello stato di qualità ecologico e chimico di<br />
un corpo idrico avviene attraverso il monitoraggio e<br />
l’analisi delle pressioni a cui può essere sottoposto. Il<br />
programma di monitoraggio, sia di sorveglianza che<br />
operativo, viene definito dalle Regioni sentite le Autorità<br />
di Bacino nell’ambito del proprio territorio.<br />
Normativa 17
18 Normativa<br />
AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME SERCHIO<br />
Adozione del Progetto di piano di bacino, Stralcio<br />
«Assetto Idrogeologico» del fiume Serchio (P.A.I.), 1°<br />
Aggiornamento, quale variante al vigente P.A.I., e delle<br />
relative misure di salvaguardia. (11A01356)<br />
Pag. 35 - Gazzetta Ufficiale N. 32 del 9 Febbraio 2011<br />
Adozione del piano di bacino, Stralcio «Bilancio idrico<br />
del bacino del lago di Massaciuccoli», del relativo<br />
Rapporto ambientale e delle relative misure di salvaguardia.<br />
(11A01357)<br />
Pag. 35 - Gazzetta Ufficiale N. 32 del 9 Febbraio 2011<br />
DIRETTIVA DEL PRESIDENTE DEL CONSI-<br />
GLIO DEI MINISTRI 9 febbraio 2011<br />
Valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio<br />
culturale con riferimento alle Norme tecniche<br />
per le costruzioni di cui al decreto del Ministero delle<br />
infrastrutture e <strong>dei</strong> trasporti del 14 gennaio 2008.<br />
(11A02374) (Suppl. Ordinario n. 54)<br />
Gazzetta Ufficiale N. 47 del 26 Febbraio 2011<br />
I beni architettonici sono tutelati per il loro valore<br />
artistico e storico. La direttiva fornisce i criteri per la<br />
loro conoscenza, la valutazione del livello di sicurezza<br />
nei confronti delle azioni sismiche e per il progetto<br />
degli eventuali interventi, concettualmente analogo<br />
a quello previsto dal D.M. 14/012008 per le costruzioni<br />
non tutelate, ma relativo al patrimonio culturale.<br />
Il documento è riferito alle sole costruzioni in<br />
muratura. Il paragrafo 4.1.8 delle linee guida entra in<br />
merito agli aspetti geotecnici per la caratterizzazione<br />
del volume significativo di sottosuolo. Gli stati limite<br />
da considerare per i beni culturali sono, di norma,<br />
SLV e SLD, ma a questi si aggiunge per la tutela di<br />
specifiche opere d’arte (affreschi, stucchi, ecc) uno<br />
specifico Stato Limite di danno ai beni Artistici, SLA,<br />
così definito: a seguito di un terremoto di livello op-<br />
portuno (in genere quello preso in considerazione per<br />
lo stato limite di danno), i beni artistici contenuti nel<br />
manufatto, intesi come apparati decorativi, superfici<br />
pittoriche, elementi architettonici di pregio (altari,<br />
organi, balaustre, pavimentazioni, ecc.) nonché beni<br />
mobili pertinenziali (pale d’altare, fonti battesimali,<br />
statue, ecc.) subiscono danni di modesta entità, tali da<br />
poter essere restaurati senza una significativa perdita<br />
del valore culturale.<br />
NORMATIVA REGIONALE<br />
REGIONE TOSCANA<br />
AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME SERCHIO<br />
Notizia di adozione del Piano di bacino, Stralcio “Bilancio<br />
idrico del bacino del lago di Massaciuccoli”, del<br />
relativo rapporto ambientale e delle relative misure di<br />
salvaguardia. BURT n. 6 del 09/02/2011<br />
AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME SERCHIO<br />
Notizia di adozione del Progetto di Piano di bacino,<br />
Stralcio “Assetto Idrogeologico” del fiume Serchio<br />
(P.A.I.), 1° Aggiornamento, quale variante al vigente<br />
P.A.I., e delle relative misure di salvaguardia. - BURT<br />
n. 6 del 09/02/2011<br />
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA<br />
REGIONALE n. 5/R del 10/02/2011<br />
Modifiche al regolamento emanato con decreto del<br />
Presidente <strong>della</strong> Giunta regionale 8 settembre 2008,<br />
n. 46 (Regolamento di attuazione <strong>della</strong> legge regionale<br />
31 maggio 2006, n. 20 “Norme per la tutela<br />
delle acque dall`inquinamento”). - BURT n. 7 del<br />
16/02/2011
Notizie d a l coNsiglio Na z i o N a l e d e i ge o l o g i<br />
Pubblichiamo una prima informativa sulle attività del neo eletto consiglio CNG a cura del<br />
Vicepresidente Dott. Geol. Vittorio d’Oriano.<br />
Con l’occasione comunichiamo che in data 16 marzo 2011 il Dott. Geol. Vittorio d’Oriano è stato designato<br />
componente del Consiglio Superiore <strong>dei</strong> Lavori Pubblici.<br />
primi passi<br />
vi T T o r i o d’or i a n o<br />
Vice Presidente del Consiglio Nazionale <strong>Geologi</strong><br />
Il 17 dicembre scorso si è insediato ufficialmente il<br />
nuovo Consiglio Nazionale <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong>. Finisce<br />
ingloriosamente un’epoca, lunga quasi un trentennio,<br />
caratterizzata da una visione oligarchica del governo<br />
dell’<strong>Ordine</strong>, di insipienza <strong>dei</strong> Consigli Nazionali che si<br />
sono succeduti in questo lungo arco di tempo che brilla<br />
più per le cose non fatte che per le realizzazioni.<br />
Come in tutti i cambiamenti epocali, anche in<br />
questo caso è lunga la scia delle polemiche, delle contestazioni,<br />
delle chiacchiere malevole. Chi ha vinto ha<br />
vinto e chi ha perso non si rassegna ed evoca, o fa evocare,<br />
lo spettro dell’annullamento del risultato elettorale,<br />
delle denuncie penali, dell’incapacità (presunta) <strong>dei</strong><br />
nuovi arrivati a governare il Consiglio Nazionale, <strong>della</strong><br />
litigiosità all’interno del gruppo nella malcelata speranza<br />
di dividerlo davvero. È bene che i colleghi sappiano<br />
come stanno le cose.<br />
Si è fatto di tutto per impedire al nuovo CNG di<br />
operare, fin dall’inizio si è così deciso di non procedere<br />
ad un formale passaggio di consegne e il giorno dell’insediamento<br />
nessuno degli uscenti, munito <strong>dei</strong> necessari<br />
poteri, si è fatto trovare in sede per quello che non è solo<br />
un atto dovuto ma anche, e per chi scrive soprattutto,<br />
una prassi di cortesia.<br />
Il nuovo CNG ha così dovuto procedere faticosamente<br />
a fare il punto <strong>della</strong> situazione: dico faticosamente<br />
perché ogni giorno si palesavano novità in relazione ad<br />
atti compiuti, disposizioni emanate, impegni assunti che<br />
proiettano la loro efficacia ben oltre la data di insediamento.<br />
È stato così approvato, alla fine di novembre 2010,<br />
quindi ben oltre la proclamazione <strong>dei</strong> nuovi eletti, il<br />
bilancio di previsione 2011 che, come a tutti è noto, è<br />
il documento programmatico per eccellenza dove non<br />
sono individuate solo le attività future ma anche le capacità<br />
di spesa per realizzarle. A questo atto fondamentale,<br />
assunto nella piena consapevolezza che di lì a qualche<br />
giorno altri si sarebbero insediati a loro posto, fanno da<br />
corollario tutta una serie di decisioni e di impegni che<br />
diminuiscono notevolmente la capacità di manovra del<br />
Vita dell’<strong>Ordine</strong> 19<br />
nuovo Consiglio almeno per il 2011.<br />
Fra le tante decisioni assunte voglio ricordare quella<br />
di istituire il Comitato Fondatore <strong>della</strong> Fondazione<br />
(aprile 2010) con lo scopo di dar vita, appunto, alla Fondazione<br />
e di avviare anche l’attività di studio e di ricerca<br />
in attesa <strong>della</strong> formalizzazione e del riconoscimento di<br />
quella. Si è dotato quindi il comitato fondatore di capacità<br />
giuridica e <strong>dei</strong> fondi necessari a sostenere le spese di<br />
studi, di ricerca e di consulenza. La Fondazione “Centro<br />
Studi del Consiglio Nazionale <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong>” viene costituita<br />
nel Luglio successivo, non già per iniziativa del Comitato<br />
fondatore ma dello stesso CNG, dotandola del<br />
fondo patrimoniale indispensabile (120.000,00 €) per<br />
ottenere il riconoscimento giuridico e blindando di fatto<br />
il Consiglio di Amministrazione fino a tutto il 2011.<br />
Ci sono inoltre tutta una serie di decisioni di stipula<br />
o rinnovo di contratti che impediscono di fatto al nuovo<br />
Consiglio di rivolgersi ad altri, se non più qualificati<br />
almeno più affidabili, consulenti: dal servizio di gestione<br />
del sito web alle pulizie.<br />
Il nuovo Consiglio Nazionale, che fa <strong>della</strong> trasparenza<br />
e <strong>della</strong> comunicazione un proprio punto di forza,<br />
intende ricostruire con tutta la meticolosità necessaria la<br />
situazione nel suo complesso e renderla pubblica precisando<br />
che ovviamente, laddove fossero state prese decisioni<br />
in contrasto con la normativa in vigore, si dovrà<br />
ricorrere all’autorità competente in quanto è impensabile<br />
che gli attuali Consiglieri possano assumersi responsabilità<br />
appartenenti ad altri.<br />
Oltre alla revisione degli atti amministrativi e<br />
contabili, tutt’ora faticosamente in corso, il CNG ha assunto,<br />
fin dal giorno del suo insediamento, la decisione<br />
di istituire formalmente la “Conferenza <strong>dei</strong> Presidenti”<br />
(CdP) quale organo consultivo del CNG. Siccome a<br />
neanche tre mesi dall’ insediamento del Consiglio non<br />
si attenua l’azione di contrasto al medesimo credo sia<br />
opportuno ripercorre le ragioni che ci hanno consigliato<br />
di assumere quella decisione perché tutti, e non solo i<br />
Presidenti regionali, siano consapevoli del suo significato<br />
e delle prospettive.
20 Vita dell’<strong>Ordine</strong><br />
La necessità per gli Ordini Regionali di incontrarsi<br />
e di confrontarsi su tematiche di carattere generale di<br />
interesse comune affonda le sue radici già al momento<br />
<strong>della</strong> stessa istituzione degli Ordini Regionali, ereditando<br />
per parte un’esigenza maturata già quando esistevano<br />
le Commissioni Consultive Regionali. Le riunioni <strong>dei</strong><br />
Presidenti quindi avvenivano per “auto-convocazione”<br />
prima regolate solo dal buonsenso <strong>dei</strong> Presidenti partecipanti<br />
e poi da un vero e proprio regolamento.<br />
È noto come questo “istituto”, per altro non specificatamente<br />
previsto dalla normativa vigente, entrasse fin<br />
dalla sua spontanea istituzione in rotta di collisione con<br />
una visione “oligarchica” del Consiglio Nazionale, <strong>dei</strong><br />
suoi poteri, e degli Ordini regionali. Rotta di collisione<br />
che in più di una occasione portò i responsabili di allora<br />
del CNG a minacciare il ricorso alla Corte <strong>dei</strong> Conti<br />
in quanto le riunioni <strong>dei</strong> Presidenti non “sarebbero” rientrate<br />
fra le attività previste, consentite e proprie degli<br />
Ordini Regionali.<br />
Negli anni questa visione si è ammorbidita pur perdurando<br />
la errata convinzione, tutta politica, che gli Ordini<br />
Regionali fossero un peso piuttosto che una risorsa.<br />
Il Consiglio Nazionale attuale ritiene viceversa<br />
che la “valorizzazione pubblica <strong>della</strong> professione” 1 passi<br />
anche dalla corretta considerazione <strong>dei</strong> livelli locali<br />
e che rientri appieno nei poteri esclusivi del Consiglio<br />
Nazionale di istituire un organismo consultivo quale la<br />
Conferenza <strong>dei</strong> Presidenti per esercitare un suo proprio<br />
preciso diritto/dovere, quello cioè del “coordinamento<br />
delle attività <strong>dei</strong> Consigli Regionali”. 2<br />
La Conferenza <strong>dei</strong> Presidenti (CdP) è quindi un<br />
organo consultivo e in nessun caso, almeno fino a quando<br />
la norma non sia modificata, le sue decisioni potranno<br />
assumere valore deliberativo né nei confronti del CN<br />
né nei confronti degli stessi Ordini Regionali.<br />
È opportuno però sottolineare, a scanso di equivoci,<br />
che mentre le deliberazioni del CNG, assunte nelle forme<br />
e con le maggioranze previste, costituiscono obbligo per<br />
l’intera categoria e per gli stessi Ordini Regionali, non così<br />
i deliberati degli Ordini Regionali che hanno valore solo<br />
ed esclusivamente per gli iscritti a quell’<strong>Ordine</strong>.<br />
Nei prossimi mesi ci saranno problemi che dovranno<br />
essere portati a conclusione con decisione assunta dal<br />
CNG, per quanto possibile di concerto con gli OO.RR.,<br />
ma esercitando pienamente quel dovere di coordinamento<br />
che la legge affida esclusivamente al Consiglio<br />
Nazionale. Mi riferisco per esempio alla formazione di<br />
un’anagrafica unica che consenta a ciascun <strong>Ordine</strong> Regionale<br />
di corrispondere agli obblighi di legge ma anche<br />
al Consiglio Nazionale di esercitare il proprio dovere di<br />
controllo direttamente e senza intermediazioni.<br />
Un’altra importante decisione assunta e in via di<br />
realizzazione è la rivisitazione <strong>della</strong> stampa sia del Bollettino<br />
“<strong>Geologi</strong>” sia <strong>della</strong> rivista “<strong>Geologi</strong>a Tecnica e<br />
Ambientale”.<br />
Nel primo caso si è deciso di trasformare il bollet-<br />
tino in periodico on line ciò non solo per risparmiare gli<br />
oltre 60.000 € del costo annuo ma anche per corrispondere<br />
con più efficacia alla necessità di un’informazione<br />
più tempestiva. Nel secondo il nuovo Comitato Scientifico<br />
e soprattutto la nuova redazione con a capo l’ottimo<br />
Eugenio Di Loreto sapranno infondere alla rivista quel<br />
prestigio e quella considerazione che oggi è mancante.<br />
A parte queste questioni che definirei pratiche i<br />
vertici dell’<strong>Ordine</strong> stanno prendendo i primi contatti sia<br />
con i vertici tecnici <strong>dei</strong> Ministeri che con i responsabili<br />
politici: si stanno svolgendo quindi una serie di incontri<br />
con i Ministeri: Giustizia, Infrastrutture, Funzione Pubblica,<br />
del Lavoro ai quali stiamo consegnando l’elenco<br />
delle questioni aperte che vorremmo vedere di affrontare<br />
e risolvere.<br />
La legge di riforma delle professioni o comunque<br />
quella elettorale del Consiglio Nazionale <strong>Geologi</strong>, l’abolizione<br />
dell’elenco speciale e l’obbligatorietà di iscrizione<br />
per tutti, l’istituzione del tirocinio obbligatorio in sostituzione<br />
o a modifica dell’attuale esame di stato, una maggior<br />
presenza <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong> nel Consiglio Superiore <strong>dei</strong> Lavori<br />
Pubblici, la rivisitazione delle NTC, una maggiore presenza<br />
<strong>dei</strong> geologi in caso di calamità naturali, il problema <strong>dei</strong><br />
pubblici dipendenti nei Consigli degli Ordini e nelle commissioni<br />
esami di stato, una maggiore presenza di geologi<br />
dirigenti nell’apparato tecnico dello Stato e delle Regioni,<br />
l’obbligo <strong>della</strong> certificazione <strong>della</strong> regolarità dell’aggiornamento<br />
professionale nei bandi pubblici. Questi sono solo<br />
alcuni esempi degli argomenti che stiamo affrontando nel<br />
corso di incontri bilaterali e sui cui risultati, tramite web,<br />
informeremo direttamente tutti gli iscritti.<br />
Ultima decisone che mi pare opportuno portare a<br />
conoscenza è quella che riguarda la Cassa di Previdenza.<br />
Il Consiglio Nazionale non intende sottrarsi al proprio<br />
compito di “ente esponenziale” e per dar maggiore forza<br />
a questo intendimento ha delegato proprio lo scrivente<br />
a occuparsi in prima persona di tutti i rapporti e<br />
di tutte le questioni che riguardano la cassa, nella quale<br />
come è noto, sono diverse le questioni che meritano attenzione<br />
e che noi riteniamo debbano trovare risposte<br />
diverse dalle attuali.<br />
A conclusione di questa rapida carrellata che non<br />
rende giustizia dell’impegno profuso in questi primi mesi<br />
da ciascun Consigliere nazionale, mi piace sottolineare<br />
come tutto il Consiglio stia operando con una collegialità<br />
scontata per noi che veniamo da esperienze di Ordini<br />
Regionali ma sconosciuta a livello nazionale. In questo<br />
ci piacerebbe che tutti i Presidenti Regionali in carica<br />
vogliano davvero considerare che il momento attuale è<br />
davvero una opportunità insperata per crescere tutti assieme<br />
e perché la geologia assuma, nel panorama tecnico<br />
delle professioni italiane, il ruolo centrale che le spetta<br />
ma che molti, ancora oggi, tardano a riconoscergli.<br />
1 Cfr. L. 12 novembre 1990, N. 339, art. 5 comma 3<br />
2 Idem
le ci r c o l a r i miNisteriali sulle<br />
i N d a g i N i c e r t i f i c a t e<br />
ro B e r T o Tr o n c a r e l l i<br />
Presidente dell’ <strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong> del Lazio<br />
emotiva che ci ha investito, assistendo<br />
alle immagini drammatiche provenienti dal<br />
L’onda<br />
Giappone, ha ancora una volta portato alla<br />
ribalta e di attualità le problematiche legate al rischio<br />
sismico ed ai fenomeni naturali ad esso connessi.<br />
In tale ottica il presente articolo, prendendo<br />
spunto dalla premessa, vuole aggiornare la questione<br />
riguardante le Circolari Ministeriali sulle indagini<br />
certificate, direttamente collegate al D.M.<br />
14.01.2008, entrato in vigore il 1 luglio 2009, sulle<br />
nuove Norme Tecniche sulle Costruzioni, che fondano<br />
gran parte delle proprie argomentazioni tecniche,<br />
sugli aspetti appunto sismici.<br />
Scopo delle due Circolari Ministeriali n. 7618<br />
(sulle indagini geotecniche di laboratorio) e n. 7619<br />
(sulle indagini geotecniche in situ) doveva essere,<br />
trattando la materia di servizi di pubblica utilità, il<br />
raggiungimento di elevati standard qualitativi, attraverso<br />
il rispetto formale di iter procedurali ed autorizzativi<br />
di assoluta garanzia, nell’ottica di assicurare<br />
la pubblica sicurezza, in tutte le fasi progettuali.<br />
Tuttavia i primi mesi di applicazione <strong>dei</strong> dispositivi<br />
ministeriali hanno prodotto una fotografia<br />
<strong>della</strong> situazione in parte sfuocata rispetto agli obiettivi<br />
prefissati, con distorsioni del mercato dal punto<br />
di vista economico (poche ditte autorizzate con<br />
instaurazione, talora, di un regime di oligopolio),<br />
temporale (tempi di attesa lunghi per l’ottenimento<br />
del servizio richiesto) e, soprattutto, qualitativo<br />
(si assiste spesso al sub-appalto, da parte delle poche<br />
ditte autorizzate, del servizio a ditte non autorizzate,<br />
anche se non è detto che quest’ultime operino in dispregio<br />
ai requisiti di sicurezza e qualità).<br />
Oltre alle situazioni sopra evidenziate, un primo<br />
screening sullo stato di applicazione delle norme<br />
ha evidenziato una preoccupante tendenza al ruolo<br />
di marginalità che la figura del geologo professionista<br />
andrà progressivamente assumendo nel panorama<br />
generale, essendo la stessa parzialmente scavalcata,<br />
nelle proprie specifiche competenze ed attribuzioni,<br />
dalle certificazioni ministeriali, soprattutto dalla n.<br />
7619 che riguarda le indagini in situ.<br />
Anche per i suddetti motivi il 30 dicembre<br />
2010 sono stati notificati al TAR Lazio due ricor-<br />
Vita dell’<strong>Ordine</strong> 21<br />
si avverso le Circolari del Ministero Infrastrutture e<br />
Trasporti n. 7618 e n. 7619.<br />
Gli stessi sono stati sottoscritti dalla quali totalità<br />
degli OORR, nonché dal CNG.<br />
Il ricorso avverso la Circolare n. 7618 chiede<br />
l’annullamento delle premesse nonché degli artt. 2,<br />
3, 5, 6, 12, 13 e 16 ed è articolato su 6 punti; si riassumono<br />
gli aspetti salienti del ricorso:<br />
-<br />
-<br />
Appaiono lesivi nei confronti <strong>dei</strong> geologi i<br />
requisiti previsti dalla Circolare per assumere<br />
l’incarico di Direttore di Laboratorio, ruolo<br />
che può essere espletato anche da Ingegneri<br />
ed Architetti;<br />
Essendo le prove di laboratorio servizio di<br />
pubblica utilità, la barriera amministrativa<br />
all’ingresso pregiudica gli interessi degli utenti<br />
e <strong>dei</strong> professionisti interessati (tra i quali,<br />
spesso, i geologi), introducendo la possibilità<br />
che si verifichino “abusi di prezzo” a causa<br />
<strong>della</strong> limitazione <strong>della</strong> concorrenza nel mercato<br />
delle prove;<br />
Il ricorso avverso la Circolare n. 7619 chiede l’annullamento<br />
<strong>della</strong> Circolare in toto (in quanto incide<br />
direttamente sull’attività <strong>della</strong> categoria professionale<br />
<strong>dei</strong> geologi) ed è articolato su 9 punti; si riassumono<br />
gli aspetti salienti del ricorso, nei quali sono<br />
ricompresi anche i due sopra esposti per la Circolare<br />
n. 7618:<br />
-<br />
-<br />
L’obbligo di affidare le indagini geognostiche,<br />
il prelievo <strong>dei</strong> campioni e le prove in situ a “laboratori<br />
autorizzati”, con esclusione <strong>dei</strong> geologi,<br />
contraddice dispositivi preesistenti e di<br />
rango normativo superiore, quali l’art. 3 <strong>della</strong><br />
L. 112/63, l’art. 41 del DPR 328/01 e infine<br />
il Capo IV, punto 29, del Dec. Min. Grazia e<br />
Giustizia 18.11.1971, che già attribuivano le<br />
suddette competenze ai geologi; questi ultimi<br />
sono gli unici garanti <strong>della</strong> corretta esecuzione<br />
delle indagini geognostiche, del prelievo<br />
<strong>dei</strong> campioni e delle prove in situ;<br />
la circolare determina una limitazione <strong>della</strong><br />
concorrenza nel mercato delle indagini, non<br />
garantendo inoltre, avvenendo la selezione<br />
e l’autorizzazione su basi quantitative e non
22 Vita dell’<strong>Ordine</strong><br />
-<br />
-<br />
qualitative, il corretto espletamento del servizio<br />
di pubblica utilità;<br />
violazione di norme comunitarie, in quanto<br />
la circolare introduce disparità di trattamento<br />
tra ditte italiane e ditte CEE;<br />
l’autorizzazione ministeriale introdotta dalla<br />
n. 7619 va a sovrapporsi con analoghi regimi<br />
autorizzativi già previsti, attraverso l’attestazione<br />
SOA, dal DPR 34/00 e dal recente<br />
DPR 207/10 “Regolamento di applicazione<br />
e attuazione del D. Lgs 163/06 Codice <strong>dei</strong><br />
contratti Pubblici”, che prevede l’introduzione<br />
<strong>della</strong> categoria OS-20B per le indagini<br />
geognostiche.<br />
L’ultimo punto descrive particolarmente bene l’attuale<br />
situazione, tipicamente italiana, assolutamente<br />
anomala, la quale, nella fattispecie delle indagini geognostiche,<br />
determina che una ditta, per poter operare<br />
in regime di regolarità, deve dotarsi di due diversi<br />
“riconoscimenti” analoghi e similari (SOA e 7619),<br />
rilasciati per di più dallo stesso ente di controllo (Ministero<br />
II. TT.)!<br />
A questo punto, in questo ginepraio di norme e<br />
sfumature interpretative, che invece di snellire le procedure<br />
le appesantisce con sovrapposizioni e sconfinamenti<br />
in campi di competenza professionale, come<br />
dovranno comportarsi gli enti preposti al controllo?<br />
I R.U.P. delle stazioni appaltanti, gli Uffici del<br />
Genio Civile, gli stessi tecnici che opereranno, quali<br />
responsabilità si assumeranno in un panorama così<br />
confuso e caotico? E soprattutto siamo sicuri che verrà<br />
raggiunto l’obbiettivo finale che dovrebbe essere quello<br />
di garantire la pubblica sicurezza e la trasparenza<br />
delle procedure?<br />
Per ora il TAR Lazio ha respinto l’istanza di sospensione<br />
cautelativa avanzata dai legali, motivando<br />
la decisione con la fissazione a brevissima distanza<br />
(1 luglio 2001) <strong>della</strong> prima udienza del giudizio di<br />
merito.<br />
Attendiamo quindi il termine dell’istruttoria<br />
con l’impressione che, comunque vada, la nostra categoria<br />
non sia stata ancora una volta tenuta nella<br />
giusta considerazione per ciò che concerne l’impalcatura<br />
di articolati normativi in cui, di contro, per tematiche<br />
ed aspetti tecnici trattati, il geologo dovrebbe<br />
essere recitare una delle parti da protagonista.
il 2° fo r u m d e l coNsiglio Na z i o N a l e<br />
e d e g l i or d i N i re g i o N a l i d e i<br />
ge o l o g i: Ntc e N o N s o l o<br />
gu i d o la v o r i n i<br />
Il 21 Gennaio 2011 si è tenuto a Firenze, presso il<br />
Convitto <strong>della</strong> Calza, il 2° Forum del Consiglio<br />
Nazionale e degli Ordini Regionali <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong>,<br />
avente per tema le nuove Norme Tecniche sulle Costruzioni.<br />
Si è trattato del secondo evento a livello nazionale,<br />
che ha fatto seguito al primo forum, tenutosi a<br />
Roma nel Giugno 2010 (“Le Frane in casa”).<br />
Questo secondo appuntamento è<br />
stata anche l’occasione per salutare il<br />
nuovo Consiglio Nazionale e il nuovo<br />
Presidente Gian Vito Graziano.<br />
Le NTC sono, ad oggi, croce<br />
e delizia <strong>dei</strong> geologi italiani. Se, infatti,<br />
da un lato hanno finalmente<br />
vincolato la realizzazione <strong>dei</strong> vari<br />
interventi alla conduzione di specifiche<br />
ed adeguate indagini geognostiche,<br />
dall’altro hanno messo non<br />
di rado i professionisti in imbarazzo<br />
nell’adozione dell’approccio corretto,<br />
piuttosto che <strong>dei</strong> parametri<br />
caratteristici più appropriati.<br />
I numerosi e qualificati inter-<br />
Il Presidente del Consiglio Nazionale <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong> Gian Vito Graziano<br />
Vita dell’<strong>Ordine</strong> 23<br />
venti <strong>dei</strong> relatori intervenuti nella mattinata hanno<br />
permesso di affrontare tutti gli aspetti tecnici più<br />
critici e controversi inerenti la corretta applicazione<br />
delle NTC.<br />
La successiva tavola rotonda pomeridiana (moderata<br />
come per il 1° Forum dal giornalista RAI Beppe<br />
Rovera) ha poi invece consentito di approfondire<br />
le varie tematiche connesse con l’attuazione delle<br />
NTC medesime.<br />
Il Forum<br />
ha registrato una<br />
nutrita partecipazione<br />
di geologi<br />
professionisti, delle<br />
Pubbliche Amministrazioni,<br />
delle<br />
Università e del<br />
mondo <strong>della</strong> Ricerca<br />
provenienti dalla<br />
<strong>Toscana</strong> e da molte<br />
altre regioni italiane.<br />
Per l’interesse<br />
<strong>dei</strong> temi trattati,<br />
l’evento ha avuto una<br />
vasta risonanza mediatica,<br />
come testimoniato<br />
dai numerosi servizi<br />
trasmessi sulle emittenti<br />
locali e nazionali, al<br />
pari degli svariati articoli comparsi<br />
sui maggiori organi di stampa.<br />
Nel salutare con soddisfazione<br />
la piena riuscita di questo 2° Forum<br />
del Consiglio Nazionale e degli Ordini<br />
Regionali <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong>, l’appuntamento<br />
è per il 3° Forum, con sede<br />
e data ancora da destinarsi.<br />
Sopra: Partecipanti al Forum nell’Auditorium<br />
del Convitto <strong>della</strong> Calza.
24 Vita dell’<strong>Ordine</strong><br />
av v i s o p u B B l i c o apc<br />
Con la presente siamo a segnalarLe che dal<br />
1 Gennaio 2008, è entrata in vigore per<br />
la categoria <strong>dei</strong> geologi iscritti all’Albo<br />
l’obbligatorietà formalizzata di Aggiornamento<br />
Professionale Continuo (APC); nel rispetto delle<br />
strategie espresse dal Consiglio Europeo di Lisbona<br />
del 24 marzo 2000 e <strong>della</strong> risoluzione del<br />
Consiglio Europeo del 27 giugno 2002.<br />
È compito istituzionale di questo <strong>Ordine</strong><br />
vigilare sull’ottemperanza <strong>dei</strong> propri iscritti del<br />
sopracitato dovere al fine precipuo di garantire<br />
alla collettività che i prodotti intellettuali <strong>dei</strong> geologi<br />
toscani si mantengano sempre al massimo<br />
stato dell’arte e rispondano pienamente ai dettami<br />
delle normative in vigore.<br />
Essendo scaduto al 31 dicembre 2010 il<br />
primo triennio di verifica dell’aggiornamento<br />
professionale continuo, dal primo gennaio 2011<br />
l’assoluzione degli obblighi APC è diventata anche<br />
formalmente, elemento probante di garanzia<br />
<strong>della</strong> qualità del prodotto professionale.<br />
Con la presente siamo a segnalarLe che dal 1<br />
categoria <strong>dei</strong> geologi iscritti all’Albo l’obbli<br />
professionale continuo; nel rispetto delle stra<br />
Lisbona del 24 marzo 2000; e <strong>della</strong> risoluzio<br />
2002.<br />
si p u B B l i c a N o le d u e c o m u N i c a z i o N i iNviate a g l i e N t i<br />
locali t o s c a N i lo scorso g e N N a i o d a l pre s i d eN t e ogt<br />
E’ compito istituzionale di questo <strong>Ordine</strong> vigila<br />
sopracitato dovere al fine precipuo di garantir<br />
<strong>dei</strong> geologi toscani si mantengano sempre<br />
pienamente ai dettami delle normative in vigo<br />
Essendo scaduto al 31 dicembre 2010 il prim<br />
professionale continuo dal primo gennaio 2<br />
diventata anche formalmente,elemento proba<br />
professionale.<br />
Segnaliamo pertanto alla Sua Amministrazione<br />
la viva Segnaliamo opportunità pertanto di inserire alla nei Sua Bandi, Amministrazion<br />
Avvisi di gara Avvisi o quant’altro di gara o necessario quant’altro per necessario la se- per l<br />
lezione <strong>dei</strong> affidare professionisti incarichi, geologi quale cui affidare condizione in- vincola<br />
carichi, quale affidatari condizione possano vincolante vantare di preferen- il titolo di “APC ass<br />
za, che i professionisti affidatari possano vantare<br />
il titolo di Certi “APC dell’interesse assolto”. <strong>della</strong> vostra Amministrazio<br />
Certi garantire dell’interesse la massima <strong>della</strong> vostra qualità Ammini- professionale<br />
strazione,<br />
anche<br />
quale stazione<br />
a tutela<br />
appaltante<br />
<strong>della</strong> sicurezza<br />
pubblica,<br />
e salute <strong>dei</strong> c<br />
a garantire<br />
cenno<br />
la massima<br />
di riscontro<br />
qualità<br />
alla<br />
professionale<br />
presente.<br />
<strong>dei</strong><br />
geologi affidatari di vostri incarichi, anche a tutela<br />
<strong>della</strong> sicurezza e salute <strong>dei</strong> cittadini, restiamo<br />
in attesa di un cortesecenno di riscontro alla<br />
presente.<br />
Firenze 18 gennaio 2011<br />
Il Presidente<br />
dott. geol. Maria Teresa Fagioli<br />
Via V. Fossombroni, 11 - 50136 Firen<br />
Email: ordine@<br />
requisito apc assolto Nei BaNdi puBBlici<br />
Si comunica che in merito alla possibilità di inserire nei bandi come<br />
qualificante l’APC assolto, hanno ad oggi risposto positivamente le<br />
amministrazioni comunali di Bagnone (MS), Calcinaia (PI), Ponte<br />
Buggianese (PT), Pieve S. Stefano (AR) e Livorno.
ORD<br />
av v i s o a i co m u N i<br />
Al Sig. Presidente <strong>della</strong> Regione <strong>Toscana</strong><br />
Ai Sigg. Presidenti delle Provincie <strong>della</strong> Regione <strong>Toscana</strong><br />
Ai Comuni <strong>della</strong> <strong>Toscana</strong><br />
Alle Comunità Montane <strong>della</strong> <strong>Toscana</strong><br />
Loro Sedi<br />
I drammatici fatti che hanno così pesantemente<br />
colpito il Giappone, hanno riportato<br />
all’attenzione di tutti l’evidenza di quanto rapidamente<br />
e pesantemente i fenomeni naturali<br />
possono stravolgere la vita di ognuno.<br />
Il momento in cui avverranno terremoti ed<br />
eventi idrogeologici estremi può essere previsto<br />
solo in termini statistici. La prevenzione delle<br />
loro conseguenze, invece, non è affatto soggetta<br />
a margini di aleatorietà, riducendo drasticamente<br />
sia i costi economici che quelli sociali delle cosiddette<br />
catastrofi naturali ed è quindi doverosa<br />
ed imprescindibile.<br />
Le Pubbliche Amministrazioni non possono<br />
non sentirsi in prima linea in questo settore:<br />
è al proprio Comune, al proprio Sindaco che ci<br />
si rivolge per essere rassicurati prima, ed aiutati<br />
durante e dopo un evento. E di eventi naturali<br />
potenzialmente aggressivi, grandi e piccoli, dobbiamo<br />
attendercene anche in <strong>Toscana</strong>, Regione<br />
con il 98% di Comuni con almeno una parte del<br />
proprio territorio esposta a rischio idrogeologico.<br />
Per non dire poi di quelle estese aree, dove al<br />
rischio idrogeologico si somma quello sismico.<br />
La prevenzione, al di là delle normative che<br />
peraltro ci sono, e la nostra Regione è fra le più<br />
avanzate in materia, comporta necessariamente<br />
la sinergia di molte professionalità, fra cui quella<br />
del geologo che svolge un ruolo chiave proprio<br />
nel campo dell’interazione fra attività umane ed<br />
ambiente fisico.<br />
Spiace pertanto dover rilevare che, ancora<br />
oggi, nei Comuni Toscani la figura del geologo<br />
spesso brilla per la sua assenza o, in quelli più<br />
popolosi, per un’incidenza nell’organico assolutamente<br />
inadeguata ad affrontare frequenza e<br />
gravità anche delle problematiche geologiche di<br />
ordinaria amministrazione.<br />
Le Commissioni edilizie comunali, sono<br />
spesso state l’unico momento di verifica geologica<br />
dell’adeguatezza delle scelte, soprattutto su<br />
quella miriade di piccoli interventi che, se affrontati<br />
senza percezione delle dinamiche fisiche<br />
del territorio, o solo formalmente da tecnici non<br />
specificamente preparati, espongono, per decen-<br />
Vita dell’<strong>Ordine</strong> 25<br />
ni, i cittadini ad inutile rischio per la propria<br />
incolumità fisica e per la tutela <strong>dei</strong> loro beni.<br />
Paradossalmente, a fronte di una normativa<br />
sempre più stringente e complessa, anche e soprattutto<br />
per le competenze geologico-sismiche<br />
(valga citare le nuove NTC sulle costruzioni)<br />
si è assistito ad una progressiva riduzione delle<br />
CEC comprendenti anche il geologo, per nulla<br />
compensata dall’ingresso di geologi nell’organico<br />
delle rispettive PA.<br />
L’OGT, con l’entrata in vigore dell’obbligatorietà<br />
dell’aggiornamento professionale, si è da<br />
anni attivato per mantenere la qualità del prodotto<br />
professionale <strong>dei</strong> suoi iscritti al massimo<br />
stato dell’arte, ma è compito degli Amministratori<br />
pubblici, far si che tali professionalità possano<br />
esprimersi venendo impiegate non solo in<br />
emergenza ed a posteriori, ma in ogni fase <strong>della</strong><br />
gestione del territorio.<br />
Per le CEC, l’<strong>Ordine</strong> rimane a disposizione<br />
per fornire i nominativi di colleghi, con “Aggiornamento<br />
Professionale Continuo assolto” e, più<br />
in generale, per fornire ogni verifica e sostegno<br />
necessari o utili ad uno sviluppo ambientalmente<br />
sostenibile del territorio, ma tale disponibilità<br />
può esplicarsi solo se le PA recepiscono la valenza<br />
<strong>della</strong> figura del geologo inserendola nelle forme<br />
e nei modi più opportuni nel loro quotidiano.<br />
Con la presente siamo a segnalarLe che dal 1 Gennaio 2008, è entrata in vigore per la<br />
categoria <strong>dei</strong> geologi iscritti all’Albo l’obbligatorietà formalizzata di aggiornamento<br />
professionale continuo; nel rispetto delle strategie espresse dal Consiglio Europeo di<br />
Lisbona del 24 marzo 2000; e <strong>della</strong> risoluzione del Consiglio Europeo del 27 giugno<br />
2002.<br />
E’ compito istituzionale di questo <strong>Ordine</strong> vigilare sull’ottemperanza <strong>dei</strong> propri iscritt<br />
sopracitato dovere al fine precipuo di garantire alla collettività che i prodotti intelle<br />
<strong>dei</strong> geologi toscani si mantengano sempre al massimo stato dell’arte e rispo<br />
pienamente ai dettami delle normative in vigore.<br />
Essendo scaduto al 31 dicembre 2010 il primo triennio di verifica dell’agg<br />
professionale continuo dal primo gennaio 2011 l’assoluzione degli obb<br />
diventata anche formalmente,elemento probante, di garanzia <strong>della</strong> quali<br />
professionale.<br />
Segnaliamo pertanto alla Sua Amministrazione la viva opportunità di<br />
Avvisi di gara o quant’altro necessario per la selezione <strong>dei</strong> profe<br />
affidare incarichi, quale condizione vincolante di preferenza,<br />
affidatari possano vantare il titolo di “APC assolto”.<br />
Distinti saluti<br />
Certi dell’interesse <strong>della</strong> vostra Amministrazione, quale stazio<br />
garantire la massima qualità professionale <strong>dei</strong> geologi a<br />
anche a tutela <strong>della</strong> sicurezza e salute <strong>dei</strong> cittadini, rest<br />
cenno di riscontro alla presente.<br />
Firenze 18 gennaio 2011<br />
Il Presidente<br />
dott. geol. Maria Teresa Fagioli<br />
Via V. Fossombroni, 11 - 50136<br />
Email: o
26 Vita dell’<strong>Ordine</strong><br />
riceviamo e p u B B l i c h i a m o la s e g u eN t e richiesta d i c o l l a B o r a z i o N e d a<br />
p a r t e d e l l’is t i t u t o Na z i o N a l e d i geofisica e vu l c a N o l o g i a<br />
pr o g e t t o iNgv<br />
gi a n l u c a va l e n s i s e e gi u s e p p e di ca p u a<br />
Caro Collega,<br />
una delle più importanti attività istituzionali<br />
dell’INGV è la realizzazione di banche dati a scala<br />
nazionale per la valutazione <strong>della</strong> pericolosità di alcuni rischi<br />
naturali. All’interno dell’INGV è attivo da diversi anni<br />
un gruppo di ricerca, guidato da Giuseppe Di Capua e a cui<br />
collaborano alcuni colleghi dell’ISPRA, che ha intrapreso<br />
la realizzazione di elaborazioni di pericolosità locale a scala<br />
nazionale basate sulla geologia di superficie.<br />
Queste elaborazioni mirano ad integrare gli effetti di<br />
amplificazione sismica locale nelle carte di pericolosità sismica<br />
di base già prodotte dall’INGV. Al momento è stata<br />
messa a punto una carta litosismica ed una carta delle categorie<br />
di sottosuolo, derivata dalla Carta Litologica d’Italia<br />
in scala 1:100.000 dell’ISPRA, basata sulle descrizioni litotecniche<br />
previste nelle Norme Tecniche per le Costruzioni<br />
(NTC 2008). È stato anche realizzato un WebGIS che<br />
consente a qualsiasi utente di consultare via Internet dati di<br />
pericolosità sismica alla scala comunale. Il WebGIS è raggiungibile<br />
all’indirizzo: http://www.seegeoform.it.<br />
Per tarare i risultati ottenuti e per meglio vincolare<br />
le ulteriori elaborazioni che verranno prodotte è necessario<br />
raccogliere in modo sistematico <strong>dei</strong> punti di controllo<br />
stratigrafici e geofisici (in particolare, profili di VS da prove<br />
down-hole, cross-hole, MASW) che consentano confronti<br />
tra il dato “povero” ricavabile dalla scala 1:100.000 e le<br />
informazioni puntuali di dettaglio.<br />
La raccolta di questi dati<br />
puntuali è già stata avviata, ma<br />
sarebbe molto utile poter contare<br />
anche sulla collaborazione volontaria<br />
del mondo professionale,<br />
dal momento che sono proprio i<br />
geologi professionisti a produrre<br />
dati indispensabili per le attività<br />
citate. Consideriamo di grande<br />
importanza lo sviluppo di nuove<br />
sinergie tra il mondo <strong>della</strong> ricerca<br />
ed il mondo professionale che<br />
consentano ai vari soggetti attivi<br />
sul territorio - in primis i professionisti<br />
- di collaborare per il<br />
raggiungimento di obiettivi di<br />
riconosciuta utilità pubblica.<br />
Qualora tu voglia aderire al<br />
nostro progetto, ti chiediamo di<br />
seguire questa procedura:<br />
1.<br />
2.<br />
3.<br />
4.<br />
raccogli le stratigrafie di sondaggi e i profili di Vs (da<br />
prove down-hole, cross-hole o MASW) che vuoi inviarci;<br />
suddividili per comune;<br />
numerali e per ciascun comune compila la scheda in<br />
allegato indicando le coordinate geografiche in formato<br />
decimale (esempio: LAT. (N) 41,89528°; LONG.<br />
(E) 12,48236°) per ogni colonna stratigrafica e/o profilo<br />
di Vs che vuoi inviarci. Utilizza una sola scheda<br />
per ciascun comune;<br />
invia le varie schede con le colonne stratigrafiche e/o<br />
i profili di Vs allegati, preferenzialmente via email a:<br />
giuseppe.dicapua@ingv.it, oppure, in alternativa, via<br />
fax al numero: 06-855082-007.<br />
L’uso <strong>dei</strong> dati raccolti sarà principalmente finalizzato ad<br />
analisi statistiche e quindi non sarà necessario che il trattamento<br />
delle informazioni preveda particolari attenzioni al<br />
segreto industriale.<br />
I professionisti che hanno concesso i dati verranno opportunamente<br />
citati nel sito sopra indicato: a loro verrà anche<br />
data successivamente la possibilità di accedere ad un’area<br />
riservata del sito stesso da cui sarà possibile consultare la<br />
banca dati e scaricare materiale d’interesse, come ad esempio<br />
spettri di risposta, parametri di deaggreagazione <strong>della</strong><br />
pericolosità sismica, ecc.
or d i N e d e i ge o l o g i <strong>della</strong> to s c a N a<br />
La sottoscritta Dott. Rag. Giovanna Evangelista,<br />
revisore unico dell’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong><br />
<strong>della</strong> <strong>Toscana</strong>, ricevuta la proposta di Bilancio<br />
Preventivo nei termini di legge, ha provveduto ad<br />
esaminare la documentazione ricevuta relativa all'anno<br />
2011 redatta secondo i criteri dettati dal Consiglio<br />
Nazionale <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong> e osserva quanto segue.<br />
eN t r a t e<br />
La principale fonte di entrate derivante dalla gestione<br />
tipica dell' Ente è rappresentata nella voce Entrate<br />
Tributarie e indica le quote annuali pagate dagli<br />
iscritti all'<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong>.<br />
Tale previsione di entrata è quantificata in €<br />
153.672,00 che, verificato il numero degli iscritti,<br />
appare corretta, nel presupposto di incasso totale di<br />
tutte le quote relative agli iscritti alla data corrente.<br />
Ulteriori fonti di entrate sono rappresentate<br />
sempre nel titolo I e sono rappresentate dai diritti per<br />
pareri e certificazioni per l’ importo di € 3.500,00.<br />
Non c’è alcuna previsione per l’attività di formazione<br />
in quanto anche per il 2011 la stessa verrà<br />
organizzata dalla Fondazione <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong> <strong>della</strong> <strong>Toscana</strong><br />
recentemente costituita anche a tal fine.<br />
Si prevedono invece entrate varie per €<br />
25.000,00 che rappresentano i rimborsi concordati<br />
con la Fondazione <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong> a favore dell’<strong>Ordine</strong><br />
per l'utilizzo di alcune strutture dello stesso.<br />
Le partite di giro ammontano ad € 11.000,00<br />
e riguardano principalmente ritenute fiscali e previdenziali<br />
sostanzialmente invariate rispetto all'anno<br />
precedente.<br />
Il totale presunto delle Entrate ammonta a €<br />
196.122,00 escluso il fondo iniziale di cassa previsto<br />
in € 17.000,00.<br />
Vita dell’<strong>Ordine</strong> 27<br />
pa r e r e d e l l’or g a N o d i revisioNe alla<br />
p r o p o s t a d i BilaNcio p re veN t i vo 2011<br />
us c i t e<br />
Nell’ambito delle spese istituzionali le voci più rilevanti<br />
sono rappresentate dalle spese per attività di<br />
consiglio indicate in € 19.100,00 e l’attività di formazione<br />
indicate in € 12.500,00; importo questo<br />
sensibilmente ridotto rispetto agli esercizi precedenti<br />
in quanto l’attività di formazione come si è già detto<br />
è delegata alla Fondazione <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong> <strong>della</strong> <strong>Toscana</strong><br />
all’uopo costituita.<br />
Altra voce rilevante è quella rappresentata nella<br />
voce Spese di Stampa e Pubblicazioni che, anche se<br />
diminuita rispetto all’esercizio precedente, ammonta<br />
ad € 9.500,00.<br />
Sempre nel Titolo 1°, ma nella sezione spese<br />
generali, troviamo le spese per il personale e per il<br />
funzionamento dell’ Ente sostanzialmente analoghe<br />
a quelle dell’anno precedente per un totale di €<br />
134.022,00.<br />
Le altre voci di spesa non richiedono ulteriori<br />
precisazioni.<br />
Il totale delle spese pareggia con le entrate in €<br />
196.122,00 comprese le spese straordinarie previste<br />
per il 2011 .<br />
co N c l u s i o N i<br />
La sottoscritta revisore, esaminata la documentazione<br />
e le scritture contabili dell’Ente attesta l’attendibilità<br />
delle previsione di Entrate e la congruità delle<br />
previsioni di Uscita.<br />
Considerato inoltre che l’Ente svolge la propria<br />
funzione istituzionale in modo idoneo e puntuale ritiene<br />
che la previsione sia equilibrata.<br />
Concordando con il Tesoriere sui criteri adottati per<br />
la formazione del conto preventivo, si esprime parere<br />
favorevole all’approvazione dello stesso così come<br />
presentato.<br />
Il Sindaco Revisore<br />
Dott. Rag. Giovanna Evangelista
28 Vita dell’<strong>Ordine</strong><br />
BilaNcio co N s u N t i vo 2010<br />
fo N d a z i o N e ge o l o g i <strong>della</strong> to s c a N a
BilaNcio pre veN t i vo 2011<br />
FONDAZIONE DEI GEOLOGI DELLA TOSCANA<br />
fo N d a z i o N e ge o l o g i <strong>della</strong> to s c a N a<br />
Via Vittorio Fossombroni 11 - 50136 Firenze<br />
codice fiscale 9417287 048 0<br />
partita IVA 0602085 048 0<br />
CONTO ECONOMICO PREVISIONALE DELL' ESERCIZIO 2011<br />
A) VALORE DELLA PRODUZIONE<br />
1) Ricavi delle vendite e delle prestazioni 55.000,00<br />
Organizzazione corsi e convegni 55.000,00<br />
5) Altri ricavi e proventi 49.100,00<br />
Sponsorizzazioni 17.600,00<br />
Contributi da Consiglio Nazionale 12.500,00<br />
Contributi da OORR 19.000,00<br />
A TOTALE VALORE DELLA PRODUZIONE 104.100,00<br />
B) COSTI DELLA PRODUZIONE<br />
6) materie prime, sussidiariie, di consumo e merci 21.800,00<br />
coffe break e pasti partecipanti convegni 20.000,00<br />
cancelleria 300,00<br />
acquisti impianti e rete informatica 1.000,00<br />
acquisti mobili e arredi 500,00<br />
7) per servizi 30.340,00<br />
compensi e rimborsi relatori 12.000,00<br />
stanziamento borsa di studio 2.500,00<br />
postali 600,00<br />
consulenze professionali 4.992,00<br />
revisione <strong>dei</strong> conti 1.248,00<br />
pubblicità 9.000,00<br />
8) per godimento di beni di terzi 32.000,00<br />
rimborsi all' OGT utenze e servizi 24.000,00<br />
affitto sala conferenze 8.000,00<br />
9) per il personale<br />
10) ammortamenti e svalutazioni<br />
14) oneri diversi di gestione 260,00<br />
oneri diversi di gestione 260,00<br />
B TOTALE COSTI DELLA PRODUZIONE 84.400,00<br />
A-B DIFFERENZA FRA VALORE E COSTI DELLA PRODUZIONE 19.700,00<br />
C PROVENTI E ONERI FINANZIARI<br />
16) Altri proventi finanziari -<br />
interessi bancari e postali<br />
17) interessi e altri oneri finanziari 100,00<br />
DIFFERENZA PROVENTI E ONERI FINANZIARI - 100,00<br />
D RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITA' FINANZIARIE<br />
E PROVENTI E ONERI STRAORDINARI<br />
A-B+C-D-ETOTALE RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE 19.600,00<br />
Imposte dell'esercizio (Ires e Irap) 5.800,00<br />
RISULTATO DOPO LE IMPOSTE 13.800,00<br />
Vita dell’<strong>Ordine</strong> 29
30 Vita dell’<strong>Ordine</strong><br />
>> BilaNcio pre veN t i vo 2011<br />
FONDAZIONE DEI GEOLOGI DELLA TOSCANA<br />
Via Vittorio Fossombroni 11 - 50136 Firenze<br />
codice fiscale 9417287 048 0<br />
partita IVA 0602085 048 0<br />
PREVENTIVO FINANZIARIO ANNO 2011<br />
PARTE I - ENTRATE<br />
CONTRIBUTI 31.500,00<br />
Contributi da OORR e CN 31.500,00<br />
ENTRATE ORGANIZZAZIONE CORSI E CONVEGNI 66.000,00<br />
Quote iscrizione 66.000,00<br />
ENTRATE STRAORDINARIE 21.120,00<br />
Sponsorizzazioni 21.120,00<br />
ENTRATE FINANZIARIE 0,00<br />
Interessi postali<br />
ACCENSIONE PRESTITI 0,00<br />
Mutui e altri debiti finanziari<br />
PARTITE DI GIRO 0,00<br />
Ritenute autonomi<br />
Ritenute previdenziali e assistenziali<br />
Ritenute diverse<br />
Acconti imposte<br />
TOTALE GENERALE DELLE ENTRATE 118.620,00<br />
PARTE II - USCITE<br />
ATTIVITA' CONSIGLIO E COMMISSIONI -16.900,00<br />
Borsa di studio Dott. Morabito 2.500,00<br />
Rimborso attività commissioni e relatori 14.400,00<br />
ORGANIZZAZIONE CORSI E CONVEGNI -42.400,00<br />
Spese relative sale conferenze 9.600,00<br />
Coffe break e pasti 22.000,00<br />
Pubblicità 10.800,00<br />
SPESE PERSONALE 0,00<br />
Stipendi e contributi<br />
Indennità fine rapporto<br />
Assicurazioni<br />
SPESE FUNZIONAMENTO SEDE -24.000,00<br />
Rimborsi all'OGT utenze e servizi 24.000,00<br />
SPESE GENERALI -6.250,40<br />
Postali 600,00<br />
Cancelleria 360,00<br />
Libri, riviste e abbonamenti<br />
Consulenze professionali 5.030,40<br />
Spese varie 260,00<br />
ONERI FINANZIARI -100,00<br />
Oneri bancari<br />
Interessi passivi 100,00<br />
ORGANI ISTITUZIONALI -1.257,60<br />
Revisore <strong>dei</strong> conti 1.257,60<br />
GESTIONE AMMINISTRATIVA SEDE -1.500,00<br />
Acquisti impianti e rete informatica 1.000,00<br />
Mobili e arredi 500,00<br />
PARTITE DI GIRO -19.732,39<br />
Ritenute autonomi -1.200,00<br />
Ritenute previdenziali e assistenziali<br />
Versamenti IVA -5.412,00<br />
Incasso crediti 2010 161,81<br />
Pagamento debiti 2010 -2.942,20<br />
IRAP-IRES saldo 2010 -5.170,00<br />
IRAP-IRES acconto 2011 -5.170,00<br />
TOTALE GENERALE DELLE SPESE -112.140,39<br />
Avanzo finanziario netto 6.479,61
fo N d a z i o N e d e i ge o l o g i <strong>della</strong> to s c a N a<br />
La sottoscritta Dott. Rag. Giovanna Evangelista,<br />
revisore unico <strong>della</strong> Fondazione <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong><br />
<strong>della</strong> <strong>Toscana</strong>, ricevuta la proposta di<br />
Bilancio Preventivo che si compone del Preventivo<br />
finanziario e del Conto Economico Previsionale, ha<br />
provveduto ad esaminare la documentazione ricevuta<br />
redatta secondo i corretti principi contabili.<br />
Con riguardo alle Entrate del Preventivo Finanziario<br />
si osserva quanto segue.<br />
L’attività <strong>della</strong> Fondazione è finanziata per la<br />
maggior parte dalle quote di iscrizione per un importo<br />
di Euro 66.000, altre voci rilevanti sono rappresentate<br />
dai contributi che vengono erogati dall’<br />
<strong>Ordine</strong> Regionale e dal Consiglio Nazionale. Ci<br />
sono poi le sponsorizzazioni per un totale di entrate<br />
di Euro 118.620.<br />
Per quanto riguarda le uscite, posto che l’attività<br />
<strong>della</strong> Fondazione è interamente rivolta alla formazione,<br />
tra queste troviamo i costi necessari ad organizzare<br />
i corsi e convegni, quindi spese per relatori, sale,<br />
coffee break e quanto altro necessario agli stessi.<br />
Per quanto riguarda le spese per il funzionamento<br />
<strong>della</strong> sede, dato che alcuni costi sono sostenuti<br />
dall’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong> <strong>della</strong> <strong>Toscana</strong>, la Fondazione<br />
ha indicato correttamente la cifra forfetaria di Euro<br />
24.000 concordata tra gli enti a titolo di rimborso<br />
per i servizi a questa prestati.<br />
Il risultato <strong>della</strong> gestione finanziaria è positivo<br />
per Euro 6.479,61.<br />
Vita dell’<strong>Ordine</strong> 31<br />
pa r e r e d e l l’or g a N o d i revisioNe alla<br />
p r o p o s t a d i BilaNcio p re veN t i vo 2011<br />
Con riguardo al conto economico previsione<br />
troviamo ricavi per un totale di Euro 104.100, di<br />
cui Eur. 55.000 rappresentano quanto la Fondazione<br />
incasserà dagli utenti per la partecipazione ai corsi e<br />
convegni , sono inoltre indicati contributi di terzi<br />
per Euro 49.100.<br />
I costi inerenti l’attività, nelle voci precedentemente<br />
indicate, ammontano ad un totale di Euro<br />
84.400.<br />
Il risultato del conto economico, al netto delle<br />
imposte, è positivo per Euro 13.800,00.<br />
co N c l u s i o N i<br />
La sottoscritta, avendo esaminato la documentazione<br />
contabile, attesta l’attendibilità delle previsioni di<br />
entrate e la congruità delle previsioni di spesa e ritiene<br />
che la previsione sia equilibrata.<br />
Concordando con l’amministrazione dell’Ente<br />
sui criteri adottati per la formazione del conto preventivo,<br />
esprime parere favorevole all’approvazione<br />
dello stesso così come presentato.<br />
Il Sindaco Revisore<br />
Dott. Rag. Giovanna Evangelista
32 Vita dell’<strong>Ordine</strong><br />
te r N e segNalate<br />
a cura del se g r e T a r i o<br />
se g N a l a z i o N i d e l 24.02.11<br />
la r i (pi) - cp<br />
Fontanelli Alessandro, Mezzetti Fabio,<br />
a cura del se g r e T a r i o<br />
Perini Massimiliano Delibera n. 1 del 13 gennaio 2011<br />
Approvazione del verbale n. 15 del 22 dicembre 2010<br />
Delibera n. 2 del 13 gennaio 2011<br />
Ratifica nuove cariche dell’<strong>Ordine</strong><br />
Delibera n. 3 del 13 gennaio 2011<br />
Approvazione nuova composizione CCP di Pistoia<br />
is c r i t t i,<br />
c a N c e l l a z i o N i<br />
t r a s f e r i m e N t i<br />
a cura del se g r e T a r i o<br />
13.01.11<br />
Cancellazioni<br />
Grava Erika Matilde ex Albo A n. 1586<br />
Massimo Luchini ex Albo A n. 1543<br />
Franco Ferrari ex Albo A n. 283<br />
Curci Maurizio ex E.S. n. 217<br />
Gianluigi Erasmo Bertolini ex Albo A n.<br />
1503<br />
03.02.11<br />
Iscrizioni alla Sezione A<br />
Pellegrino Francesco da OG Campania n.<br />
1885 prende n. 1668 Albo A<br />
Trasferimenti ES<br />
Tacconi Stefanelli Carlo ex n. 005 Albo B<br />
prende n. 1669 Albo A<br />
Coli Massimo ex n. 940 Albo A prende<br />
n. 268 ES<br />
Falaschi Ilaria ex n. 1318 Albo A prende<br />
n. 269 ES<br />
Ughi Rossella ex n. 352 Albo A prende<br />
n. 270 ES<br />
Cancellazioni<br />
Fragassi Massimiliano n.1532 Albo A<br />
Falcini Patrizia n. 897 Albo A<br />
Foddi Manuela n. 539 Albo A<br />
Bertoldi Giorgio n. 78 Albo A<br />
Cerella Simone n. 1281 Albo A<br />
Di Cesare Cristiano n. 935 Albo A<br />
Fazzuoli Milvio n. 92 ES<br />
el e N c o d e l iB e re d e l<br />
coNsiglio d e l l’ogt<br />
Gennaio / Febbraio 2011<br />
Delibera n. 4 del 13 gennaio 2011<br />
Nuove iscrizioni, trasferimenti e cancellazioni<br />
Delibera n. 5 del 13 gennaio 2011<br />
Vidimazioni<br />
Delibera n. 6 del 13 gennaio 2011<br />
Variazione firme su conti correnti<br />
Delibera n. 7 del 13 gennaio 2011<br />
Deroga all’obbligo di Aggiornamento Professionale Continuo<br />
Delibera n. 8 del 13 gennaio 2011<br />
Deroga all’obbligo di Aggiornamento Professionale Continuo<br />
Delibera n. 9 del 13 gennaio 2011<br />
Variazione composizione commissione di lavoro<br />
Delibera n. 10 del 3 febbraio 2011<br />
Approvazione del verbale n. 1 del 13 gennaio 2011<br />
Delibera n. 11 del 3 febbraio 2011<br />
Approvazione nuova composizione CCP di Pisa<br />
Delibera n. 12 del 3 febbraio 2011<br />
Approvazione nuova composizione CCP di Massa<br />
Delibera n. 13 del 3 febbraio 2011<br />
Nuove iscrizioni, trasferimenti e cancellazioni<br />
Delibera n. 14 del 3 febbraio 2011<br />
Chiusura procedimento disciplinare<br />
Delibera n. 15 del 3 febbraio 2011<br />
Apertura procedimento disciplinare<br />
Delibera n. 16 del 3 febbraio 2011<br />
Apertura procedimento disciplinare<br />
Delibera n. 17 del 24 febbraio 2011<br />
Approvazione del verbale n. 2 del 3 febbraio 2011<br />
Delibera n. 18 del 24 febbraio 2011<br />
Approvazione nuova composizione CCP di Livorno<br />
Delibera n. 19 del 24 febbraio 2011<br />
Vidimazioni<br />
Delibera n. 20 del 24 febbraio 2011<br />
Terne per commissioni<br />
Delibera n. 21 del 24 febbraio 2011<br />
Costituzione nuove Commissioni<br />
Delibera n. 22 del 24 febbraio 2011<br />
Deroga all’obbligo di Aggiornamento Professionale Continuo<br />
Delibera n. 23 del 24 febbraio 2011<br />
Deroga all’obbligo di Aggiornamento Professionale Continuo<br />
Delibera n. 24 del 24 febbraio 2011<br />
Deroga all’obbligo di Aggiornamento Professionale Continuo<br />
Delibera n. 25 del 24 febbraio 2011<br />
Deroga all’obbligo di Aggiornamento Professionale Continuo<br />
Delibera n. 26 del 24 febbraio 2011<br />
Concessione di fondo alla Fondazione Bernardino Lotti<br />
Delibera n. 27 del 24 febbraio 2011<br />
Impegno di fondi per spese legali per ricorso<br />
Delibera n. 28 del 24 febbraio 2011<br />
Trasferimento fondi dall’<strong>Ordine</strong> alla Fond. Geol. <strong>Toscana</strong> per spese forum<br />
Delibera n. 29 del 24 febbraio 2011<br />
Pagamento quota annuale di iscrizione al CUP