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Arrivi Differenti. Schede sui paesi d'origine dei bambini ... - Dedalus

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Favola<br />

arrivi differenti schede <strong>sui</strong> <strong>paesi</strong> d’origine <strong>dei</strong> <strong>bambini</strong> immigrati a napoli e in campania<br />

L’uomo e lo sciacallo<br />

Era la stagione delle grandi piogge, e un uomo, nonostante il tempo avverso, dovette mettersi in viaggio per<br />

tornare a casa, dopo essere stato al mercato della regione. Fatto uno stretto involto <strong>dei</strong> suoi indumenti, lo<br />

appese all’estremità del bastone e partì.<br />

La pioggia batteva sul suo corpo color bronzo, reso più lucido dall’acqua; ma egli camminava con piacere.<br />

Giunse ad un torrente in piena ch’egli conosceva bene. Poteva guadarlo: l’acqua gli sarebbe giunta all’altezza<br />

del petto o poco più. Stava già entrando nell’acqua, quando si vide accanto un grosso serpente il quale si<br />

raccomandò a lui perché lo traghettasse alla riva opposta. L’uomo stette in dubbio.<br />

“Perché mi chiedi questo favore, tu che sei sempre stato nemico degli uomini?”<br />

“In nome della Trinità – insistette il serpente – non passare senza portarmi.”<br />

L’uomo ebbe paura che gli capitasse qualche disgrazia se avesse rifiutato; allora permise che il serpente si raggomitolasse<br />

sulla sua testa e con lui passò il fiume. Intanto aveva cessato di piovere. L’uomo pregò il serpente<br />

di scendere e andarsene in pace. Ma quello aveva trovato divertente farsi trasportare, inoltre provava un<br />

segreto compiacimento d’essere riuscito ad affermare il suo predominio sull’uomo, e forse ebbe anche l’idea<br />

di farlo fuori col veleno e poi mangiarselo. Fatto sta che rifiutò di scendere. L’uomo avrebbe voluto reagire,<br />

ma come fare? Proseguì dunque il cammino portandosi quel peso molesto, con la speranza d’incontrare qualcuno<br />

che lo aiutasse.<br />

Incontrò per primo un leone; ma la belva ebbe paura del serpente e si allontanò per un’altra strada. Incontrò<br />

poi un branco di scimmie e si raccomandò a loro, ma anche quelle fuggirono. Una gazzella pure fuggì, poco<br />

dopo, ricordando che quel serpente brutale aveva divorato un suo figliolo.<br />

Ormai il brav’uomo aveva perso ogni speranza, quando s’imbatté in uno sciacallo, che in Africa ha la stessa<br />

fama di coraggio e malizia come la sua cugina volpe. Si raccomandò a lui perché volesse giudicare il suo caso,<br />

e lo sciacallo accettò. Seduto sotto un albero, invitò con sussiego le parti ad esporre le proprie ragioni mettendosi<br />

davanti a lui come vuole il costume.<br />

Il serpente, dimenticando la sua antica prudenza, scese dalla testa dell’uomo e si raggomitolò per terra tenendo<br />

eretto il capo minaccioso. Il giudice improvvisato stava a guardare e taceva. L’uomo, appoggiato al bastone,<br />

fu il primo a rompere il silenzio, e domandò allo sciacallo di giudicare se era giusta la pretesa del serpente<br />

che voleva divorarlo dopo essere stato portato di qua dal fiume per carità. E il giudice disse:<br />

“Oh gonzo! Hai in mano un bastone e che cosa aspetti?”<br />

L’uomo capì e con un colpo fulmineo spaccò la testa al serpente. Rivoltosi poi allo sciacallo disse:<br />

“Grazie, signor sciacallo! Mi hai fatto un gran servizio. Senza di te non mi sarei salvato. Per compenso ti porterò<br />

oggi una bella pecora perché possa sfamarti con la tua famiglia.”<br />

• schede <strong>sui</strong> <strong>paesi</strong> d’origine etiopia<br />

Così l’uomo si diresse verso casa e lo sciacallo attese presso la sua tana.<br />

Quell’uomo aveva moglie, fratelli e parenti, ai quali raccontò quanto gli era successo e come aveva promesso<br />

una pecora allo sciacallo. Tutti scoppiarono in una risata e un diluvio di beffe si rovesciò su lui. Specialmente<br />

la moglie non lo lasciava in pace.<br />

“Scemo che sei! Credi davvero che io ti dia una pecora per quel ladrone di sciacallo? Quante galline mi ha<br />

rubato lui? È già pagato abbastanza! E poi, tutto il paese ti riderebbe dietro. Piglia piuttosto il cane mastino<br />

e fagli sbranare quel tuo amico, così la storia sarà finita come si deve!”<br />

Sopraffatto da tante parole, beffe e consigli, l’uomo dimenticò ogni sentimento di gratitudine e trovò che in<br />

fin <strong>dei</strong> conti sua moglie aveva ragione. Seguì dunque il suo consiglio.<br />

Intanto lo sciacallo, rimasto in vedetta, aspettava e pregustava già la scorpacciata che avrebbe fatto con la<br />

pecora promessa. Ma dopo lunga attesa e con grande sdegno vide l’uomo tornare con un grosso mastino che<br />

si avventò su lui per sbranarlo. Fece in tempo a rifugiarsi nella sua tana impenetrabile e lasciò che il cane<br />

abbaiasse e raspasse finché fu stanco. A notte fatta, partiti l’uomo e il cane, uscì e cominciò a ululare: “Uei<br />

seu! Uei seu! Uei seu! Mot anneseu!”, che vuol dire: “Oh l’uomo! Oh l’uomo! Oh l’uomo! Non basta salvarlo<br />

(per averne riconoscenza)!”. Tutti gli sciacalli accorsero a quel grido e ne fecero il loro segno di riconoscimento.<br />

Ogni notte lo ripetono per valli e deserti, sempre vero e attuale; ma l’uomo ascolta e non impara mai!<br />

Fonti<br />

La grafica delle cartine geografiche è stata curata da Valeria Rossetti (valeria.rossetti@libero.it).<br />

La favola è stata tratta dal sito http://www.cadnet.marche.it/tamtam/elemont/favoleetiopi1.htm a sua<br />

volta presa da: A. Pollera, Storie, leggende e favole del paese del Negus, Firenze 1936, p. 239-243.<br />

www.edt.it<br />

www.etiopia.it<br />

www.internet-milano.it/ethiopia<br />

wwwafricaguide.com/country/ethiopia<br />

www.gondarlink.org.uk<br />

www.shagtown.com<br />

www.ethiopiatravel.com<br />

Rapporto del Centro di Cittadinanza Sociale per Immigrati, Gli immigrati nella città di Napoli, a cura di<br />

Elena de Filippo.<br />

Quaderno Piccoli viaggiatori. Minori immigrati a Napoli fra esclusione e pratiche di inclusione, a cura<br />

della Cooperativa sociale <strong>Dedalus</strong>.<br />

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