la sicurezza delle piscine nelle strutture ricettive ed alberghiere - Aias
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Associazione professionale<br />
Italiana Ambiente e Sicurezza<br />
Direzione Scientifica<br />
Networkaias<br />
DOCUMENTO TECNICO OPERATIVO N. 4/2010<br />
LA SICUREZZA DELLE PISCINE<br />
NELLE STRUTTURE<br />
RICETTIVE ED ALBERGHIERE<br />
SOMMARIO<br />
Questo documento ha lo scopo di contribuire al<strong>la</strong> corretta<br />
e completa valutazione dei rischi per <strong>la</strong> salute e <strong>la</strong><br />
<strong>sicurezza</strong> degli addetti al<strong>la</strong> conduzione <strong>ed</strong> al<strong>la</strong><br />
manutenzione <strong>delle</strong> <strong>piscine</strong> ubicate all’interno <strong>delle</strong><br />
<strong>strutture</strong> <strong>ricettive</strong> <strong>ed</strong> <strong>alberghiere</strong><br />
A cura del Comitato Tecnico del CTS<br />
(dsnet@networkaias,it)<br />
Emesso il 05.07.2010 rev. 0<br />
Aggiornato il 05.07.2010 rev. 0<br />
C<strong>la</strong>ss.: DTO, alberghi, impianti, sportivi<br />
Il presente documento, r<strong>ed</strong>atto e approvato da AIAS, Associazione professionale Italiana Ambiente e<br />
Sicurezza, è protetto da copyright <strong>ed</strong> è destinato al<strong>la</strong> distribuzione tra i soli Soci AIAS e non può essere<br />
riprodotto da terzi senza autorizzazione scritta del<strong>la</strong> Presidenza AIAS. Il contenuto del documento può<br />
essere modificato, aggiornato e ritirato senza preavviso, previa comunicazione ai soli soci AIAS. AIAS<br />
declina ogni responsabilità per qualunque uso improprio ne sia fatto dai Soci e dai Terzi.
AIAS DOCUMENTO TECNICO OPERATIVO N.4/2010 ©<br />
I contenuti dei documenti tecnici operativi sono r<strong>ed</strong>atti con <strong>la</strong> massima caute<strong>la</strong> e<br />
attenzione, ma rappresentano solo il punto di vista dell’Associazione. Essendo<br />
destinati al<strong>la</strong> divulgazione tra i Soci, si è privilegiato il linguaggio pratico e di facile<br />
comprensione piuttosto che l’uso esasperato di termini tecnici o giuridici, più esatti ma<br />
non generalmente noti. Si raccomanda pertanto di considerarli come un contributo al<strong>la</strong><br />
conoscenza di ognuno e non come affermazioni/dichiarazioni erga omnes.<br />
INDICE<br />
0. Premessa.............................................................................................................. 4<br />
1. Scopo e campo di applicazione ............................................................................. 4<br />
2. Riferimenti normativi ........................................................................................... 4<br />
3. Dati infortunistici re<strong>la</strong>tivi alle aree di balneazione ................................................ 7<br />
4. C<strong>la</strong>ssificazione <strong>delle</strong> <strong>piscine</strong> .................................................................................. 9<br />
5. La valutazione dei rischi per gli addetti alle <strong>piscine</strong> ............................................. 11<br />
5.1. Rischi per <strong>la</strong> salute per gli addetti alle <strong>piscine</strong> ..................................................... 11<br />
5.1.1. Agenti Biologici ............................................................................................. 11<br />
5.1.2. Agenti Chimici............................................................................................... 13<br />
5.1.3. Agenti Fisici .................................................................................................. 15<br />
5.2. Rischi per <strong>la</strong> <strong>sicurezza</strong> ......................................................................................... 15<br />
5.2.1. Cadute e scivo<strong>la</strong>menti ................................................................................... 16<br />
5.2.2. Elettrocuzione............................................................................................... 16<br />
5.2.3. Incendio........................................................................................................ 16<br />
6. Analisi del rischio e prevenzione dal<strong>la</strong> legionel<strong>la</strong>................................................. 16<br />
7. Misure di prevenzione e protezione.................................................................... 18<br />
7.1. Rischi Biologici.................................................................................................... 18<br />
7.2. Rischi Chimici...................................................................................................... 18<br />
7.3. Annegamento..................................................................................................... 18<br />
7.4. Ambiente di <strong>la</strong>voro ............................................................................................. 19<br />
7.5. Attrezzature (pavimentazione, trampolino, scivoli, scale, ecc.) ........................... 20<br />
7.6. Impianti tecnologici ............................................................................................ 21<br />
7.7. Impianto elettrico............................................................................................... 23<br />
7.8. Antincendio ........................................................................................................ 29<br />
Il presente documento, r<strong>ed</strong>atto e approvato da AIAS, Associazione professionale Italiana Ambiente e<br />
Sicurezza, è protetto da copyright <strong>ed</strong> è destinato al<strong>la</strong> distribuzione tra i soli Soci AIAS e non può essere<br />
riprodotto da terzi senza autorizzazione scritta del<strong>la</strong> Presidenza AIAS. Il contenuto del documento può<br />
essere modificato, aggiornato e ritirato senza preavviso, previa comunicazione ai soli soci AIAS. AIAS<br />
declina ogni responsabilità per qualunque uso improprio ne sia fatto dai Soci e dai Terzi.
AIAS DOCUMENTO TECNICO OPERATIVO N.4/2010 ©<br />
8. Bibliografia ......................................................................................................... 30<br />
9. Siti internet......................................................................................................... 30<br />
10. Allegato: esempio di rego<strong>la</strong>mento di una piscina pubblica.................................. 31<br />
Hanno col<strong>la</strong>borato al<strong>la</strong> r<strong>ed</strong>azione del presente documento:<br />
Dott. Ing. C<strong>la</strong>udio Giacalone, Dott. Ing. Daniele Massobrio, Dott. Ing. Biagio Principe;<br />
Geom. Sergio De Paoli<br />
Mi<strong>la</strong>no, 05.07.2010 /DSNet pag. 3 di 34
AIAS DOCUMENTO TECNICO OPERATIVO N.4/2010 ©<br />
0. Premessa<br />
La stesura di un documento tecnico che riunisca informazioni tecnico scientifiche in modo<br />
organico sugli aspetti critici rilevabili in ambienti noti e frequentati per il loro elevato standard di<br />
qualità e di benessere, potrebbe sembrare del tutto inopportuna.<br />
In realtà, anche <strong>nelle</strong> <strong>strutture</strong> <strong>ricettive</strong> Alberghiere o Termali con presenza di <strong>piscine</strong>, i rischi<br />
sono sempre presenti, nonostante <strong>la</strong> massima attenzione che viene posta da progettisti,<br />
costruttori , impiantisti e gestori di queste aziende complesse, dotate di elevata tecnologia e<br />
organizzazione del personale, con criteri di eccellenza periodicamente verificati e testati anche<br />
con <strong>la</strong> partecipazione dei clienti.<br />
La manutenzione è seguita con cura, in partico<strong>la</strong>r modo <strong>nelle</strong> <strong>strutture</strong> <strong>alberghiere</strong> di grandi<br />
dimensioni o <strong>nelle</strong> Grandi Catene Alberghiere dove l’efficienza degli impianti è indispensabile,<br />
non solo per motivi di <strong>sicurezza</strong>.<br />
I componenti il Gruppo Tecnico Alberghi e Strutture Ricettive di A.I.A.S., per le specifiche,<br />
riconosciute competenze professionali, si sono fatti carico di realizzare questo “strumento di<br />
<strong>la</strong>voro” quale vuole essere, finalizzato ad essere di valido supporto sia per gli specialisti del<br />
settore che per gli addetti al<strong>la</strong> gestione, consentendo loro l’acquisizione di specifiche<br />
informazioni a volte scarsamente reperibili o note come dovuto.<br />
1. Scopo e campo di applicazione<br />
Fornire indicazioni sui rischi <strong>la</strong>vorativi per gli addetti al<strong>la</strong> gestione <strong>delle</strong> <strong>piscine</strong> utilizzate negli<br />
alberghi e <strong>nelle</strong> <strong>strutture</strong> <strong>ricettive</strong>.<br />
2. Riferimenti normativi<br />
La Legis<strong>la</strong>zione comunitaria sull’argomento è caratterizzata dalle seguenti direttive:<br />
Direttiva 76/160/CEE del Consiglio, dell’8 dicembre 1975, concernente <strong>la</strong> qualità <strong>delle</strong><br />
acque di balneazione.<br />
<br />
Direttiva 2006/7/CE del Par<strong>la</strong>mento europeo e del Consiglio, del 15 febbraio 2006,<br />
re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> gestione del<strong>la</strong> qualità <strong>delle</strong> acque di balneazione<br />
Nei singoli Paesi europei è possibile reperire normativa a carattere sanitario re<strong>la</strong>tiva alle <strong>piscine</strong><br />
che è riportata nel<strong>la</strong> seguente tabel<strong>la</strong>.<br />
Mi<strong>la</strong>no, 05.07.2010 /DSNet pag. 4 di 34
AIAS DOCUMENTO TECNICO OPERATIVO N.4/2010 ©<br />
Paese Riferimenti<br />
Austria Ordinanza sulle <strong>piscine</strong>:<br />
Bundesgesetzb<strong>la</strong>tt für die Republik Österreich 1978;167:3053-63.<br />
Mitteilungen der Österreichischen Sanitätsverwaltung, 1992;93(11):358.<br />
Legge f<strong>ed</strong>erale n. 658/96 sulle <strong>piscine</strong> Bundesgesetzb<strong>la</strong>tt für die Republik Österreich.<br />
1996;212:4617-24.<br />
Decreto di igiene Mitteilungen der Österreichischen Sanitätsverwaltung. 1997;98(5):228-32.<br />
Danimarca Ordinanza sulle <strong>piscine</strong>:<br />
Lovtidende for Kongeriget Danmark. Parte A 1982;103:1955-61.<br />
Lovtidende for Kongeriget Danmark. Parte A 1983;44:710-2.<br />
Lovtidende. Parte A 1988;32:612-5.<br />
Francia Decreto norme tecniche:<br />
Journal officiel de <strong>la</strong> République français, Edition des Lois et Dècrets. 1983;187:7511-5.<br />
Journal officiel de <strong>la</strong> République français, Edition des Lois et Dècrets. 1981;85:995-7.<br />
Bulletin officiel du Ministre de <strong>la</strong> Solidarité, de <strong>la</strong> Santé et de <strong>la</strong> Protection social, 20 ottobre<br />
1989, n. 89/33, texte n. 14091, p. 55-59.<br />
Decreto su norme di <strong>sicurezza</strong> Journal officiel de <strong>la</strong> République français, Edition des Lois et<br />
Dècrets. 1991;225:12568-70.<br />
Legge n. 2003-9 su requisiti di <strong>sicurezza</strong> Journal officiel de <strong>la</strong> République français, Edition des Lois<br />
et Dècrets. 2003;3:278-9.<br />
Norme tecniche AFNOR:<br />
NF P 90 - 306 : barrières et moyens d’accès au bassin ;<br />
NF P 90 - 307 : systèmes d’a<strong>la</strong>rme ;<br />
NF P 90 - 308 : couvertures de sécurité ;<br />
NF P 90 - 309 : abris (structures légères et/ou vérandas)<br />
Paesi Bassi Norme sulle acque di piscina e sui bagni terapeutici Staatsb<strong>la</strong>d van Koninkrijk der N<strong>ed</strong>er<strong>la</strong>nden,<br />
2000, p.17.<br />
Spagna Norme su acque di piscina:<br />
Boletìn Oficial del Ministerio de Sanidad y Consumo 1987;19:1147-52.<br />
Boletìn Oficial del Ministerio de Sanidad y Consumo 1988;22:777-83.<br />
Boletìn Oficial del Ministerio de Sanidad y Consumo 1990;29:249-260.<br />
Boletìn Oficial del Ministerio de Sanidad y Consumo 1990;30:1171-7.<br />
Boletìn Oficial del Ministerio de Sanidad y Consumo 1991;34:901-10<br />
Cipro Norme sulle <strong>piscine</strong> European Current Law, Monthly Digest, May1993, p. 92.<br />
Bulgaria Norme tecniche sulle <strong>piscine</strong> D’rzaven vestnik 1994;65:1-14.<br />
Norvegia Norme tecniche sulle <strong>piscine</strong> Norsk Lovtidend, 1 sezione. 1996;11:767- 73.<br />
Belgio Norme tecniche Moniteur belge 1984;71:4498-506.<br />
Fin<strong>la</strong>ndia Norme tecniche:<br />
Fin<strong>la</strong>nds Författningssamling 1996;281-292:807-10.<br />
Fin<strong>la</strong>nds Författningssamling 1999;33-35:186.<br />
Slovacchia Norme tecniche Zbierka zàkonov Slovenskej Republiky 1994;77:1350-1370.<br />
Svizzera Ordinanza del 19 dicembre 1983 sul<strong>la</strong> prevenzione degli infortuni e <strong>delle</strong> ma<strong>la</strong>ttie professionali<br />
(Ordinanza sul<strong>la</strong> prevenzione degli infortuni, OPI)<br />
Ordinanza del 18 maggio 2005 concernente <strong>la</strong> riduzione dei rischi nell’utilizzazione di determinate<br />
sostanze, preparati e oggetti partico<strong>la</strong>rmente pericolosi (Ordinanza sul<strong>la</strong> riduzione dei rischi inerenti<br />
ai prodotti chimici, ORRPChim)<br />
Ordinanza del DFI del 28 giugno 2005 concernente l’autorizzazione speciale per <strong>la</strong> disinfezione<br />
dell’acqua <strong>nelle</strong> <strong>piscine</strong> collettive (OADAP)<br />
Mi<strong>la</strong>no, 05.07.2010 /DSNet pag. 5 di 34
AIAS DOCUMENTO TECNICO OPERATIVO N.4/2010 ©<br />
In Italia <strong>la</strong> disciplina vigente è riferita all’Accordo del 16 gennaio 2003, tra il Ministro del<strong>la</strong><br />
Salute, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano, su aspetti igienico-sanitari<br />
per <strong>la</strong> costruzione, <strong>la</strong> manutenzione e <strong>la</strong> vigi<strong>la</strong>nza <strong>delle</strong> <strong>piscine</strong> ad uso natatorio.<br />
L’Accordo non rappresenta un atto giurisprudenziale, ma, secondo <strong>la</strong> Legge 131/2003, ha il<br />
valore di un atto convenuto tra organi di pari livello costituzionale nel perseguimento di obiettivi<br />
di funzionalità, economicità <strong>ed</strong> efficacia dell’azione amministrativa, volti a favorire<br />
l’armonizzazione <strong>delle</strong> rispettive legis<strong>la</strong>zioni o il raggiungimento di posizioni unitarie. Pertanto<br />
questo Accordo è solo una manifestazioni politica di intenti e non ha carattere di norma.<br />
L’Accordo, tuttavia, contiene i principi fondamentali su cui sono emesse le leggi regionali e sono<br />
definiti i parametri igienico ambientali a tute<strong>la</strong> del<strong>la</strong> salute pubblica <strong>ed</strong> i livelli minimi di<br />
assistenza da garantire sul territorio nazionale.<br />
A questa prima manifestazione di intenti è seguita una successiva decisione scaturita in ambito<br />
di Conferenza tra Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano che ha prodotto l’Accordo<br />
16 dicembre 2004 tra le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano sul<strong>la</strong> disciplina<br />
interregionale <strong>delle</strong> <strong>piscine</strong>.<br />
Il D.M. 18 marzo 1996 “Norme di <strong>sicurezza</strong> per <strong>la</strong> costruzione e l’esercizio degli impianti<br />
sportivi” prev<strong>ed</strong>e che i tito<strong>la</strong>ri degli impianti siano responsabili dell’attuazione e del<br />
mantenimento <strong>delle</strong> condizioni di <strong>sicurezza</strong>, a garanzia dell’incolumità del pubblico, degli atleti e<br />
del personale addetto.<br />
I tito<strong>la</strong>ri possono essere configurati sia nei proprietari del<strong>la</strong> struttura sia nei gestori del<strong>la</strong> stessa<br />
con responsabilità di:<br />
valutazione del rischio<br />
pr<strong>ed</strong>isposizione e r<strong>ed</strong>azione del piano di <strong>sicurezza</strong><br />
pr<strong>ed</strong>isposizione e r<strong>ed</strong>azione del piano di emergenza<br />
nomina del personale addetto al<strong>la</strong> <strong>sicurezza</strong> dell’impianto<br />
formazione e informazione degli addetti agli impianti<br />
effettuazione e registrazione di controlli periodici del corretto funzionamento.<br />
L’attuazione del D. Lgs. 81/2008 pone in capo al responsabile del<strong>la</strong> piscina <strong>la</strong> stesura del<br />
Documento di valutazione dei rischi nel quale devono essere indicati:<br />
potenziali rischi igienico-sanitari<br />
punti o fasi in cui possono accadere i rischi<br />
misure preventive da adottare<br />
sistema di monitoraggio<br />
azioni correttive<br />
verifiche del piano di <strong>sicurezza</strong> e emergenza<br />
aggiornamento <strong>delle</strong> proc<strong>ed</strong>ure<br />
La normativa tecnica per le <strong>piscine</strong>, pr<strong>ed</strong>isposta dall’Ente nazionale italiano di Unificazione<br />
(UNI), è molto artico<strong>la</strong>ta; di seguito è riportato l’elenco <strong>delle</strong> norme vigenti.<br />
UNI 10637:2006<br />
Piscine - Requisiti degli impianti di circo<strong>la</strong>zione, trattamento, disinfezione e qualità<br />
dell'acqua di piscina<br />
UNI EN 1069-1:2002<br />
Acquascivoli di altezza maggiore o uguale di 2 m - Requisiti di <strong>sicurezza</strong> e metodi di<br />
prova<br />
UNI EN 1069-2:2000 Acquascivoli con altezza uguale o maggiore di 2 m - Istruzioni<br />
UNI EN 13451-1:2002 Attrezzature per <strong>piscine</strong> - Requisiti generali di <strong>sicurezza</strong> e metodi di prova<br />
UNI EN 13451-2:2002<br />
Attrezzature per <strong>piscine</strong> - Requisiti aggiuntivi specifici di <strong>sicurezza</strong> e metodi di prova per<br />
scale a pioli, scale a gradini e corrimano<br />
UNI EN 13451-3:2002<br />
Attrezzature per <strong>piscine</strong> - Requisiti aggiuntivi specifici di <strong>sicurezza</strong> e metodi di prova per<br />
attrezzature di trattamento dell'acqua<br />
Mi<strong>la</strong>no, 05.07.2010 /DSNet pag. 6 di 34
AIAS DOCUMENTO TECNICO OPERATIVO N.4/2010 ©<br />
UNI EN 13451-4:2003<br />
UNI EN 13451-5:2003<br />
UNI EN 13451-6:2003<br />
UNI EN 13451-7:2003<br />
UNI EN 13451-8:2003<br />
UNI EN 13451-10:2004<br />
UNI EN 13451-11:2004<br />
Attrezzature per <strong>piscine</strong> - Requisiti aggiuntivi specifici di <strong>sicurezza</strong> e metodi di prova per<br />
piattaforme di partenza<br />
Attrezzature per <strong>piscine</strong> - Requisiti aggiuntivi specifici di <strong>sicurezza</strong> e metodi di prova per<br />
delimitatori di corsie<br />
Attrezzature per <strong>piscine</strong> - Requisiti aggiuntivi specifici di <strong>sicurezza</strong> e metodi di prova per<br />
p<strong>la</strong>cche di virata<br />
Attrezzature per <strong>piscine</strong> - Requisiti aggiuntivi specifici di <strong>sicurezza</strong> e metodi di prova per<br />
porte da pal<strong>la</strong>nuoto<br />
Attrezzature per <strong>piscine</strong> - Requisiti aggiuntivi specifici di <strong>sicurezza</strong> e metodi di prova per<br />
attrezzature acquatiche ricreative<br />
Attrezzature per <strong>piscine</strong> - Parte 10: Requisiti aggiuntivi specifici di <strong>sicurezza</strong> e metodi di<br />
prova per piattaforme e trampolini per i tuffi e re<strong>la</strong>tive attrezzature<br />
Attrezzature per <strong>piscine</strong> - Parte 11: Requisiti aggiuntivi specifici di <strong>sicurezza</strong> e metodi di<br />
prova per fondi mobili e pareti mobili per piscina<br />
Il comitato tecnico europeo CEN/TC 136 "Sports, p<strong>la</strong>yground and other recreational facilities<br />
and equipment", che a livello nazionale afferisce al<strong>la</strong> Commissione UNI "Impianti <strong>ed</strong> attrezzi<br />
sportivi e ricreativi", ha recentemente e<strong>la</strong>borato nuove norme il cui scopo è contribuire<br />
all’aumento di <strong>sicurezza</strong> sia all'interno del<strong>la</strong> vasca sia ai bordi del<strong>la</strong> piscina.<br />
La UNI EN 15288-1:2009 "Piscine - Parte 1: Requisiti di <strong>sicurezza</strong> per <strong>la</strong> progettazione"<br />
specifica i requisiti di <strong>sicurezza</strong> per <strong>la</strong> progettazione, <strong>la</strong> pianificazione, <strong>la</strong> costruzione e <strong>la</strong><br />
gestione <strong>delle</strong> <strong>piscine</strong> e fornisce indicazioni re<strong>la</strong>tive ai rischi connessi con le caratteristiche<br />
progettuali, che devono garantire un ambiente sicuro.<br />
I requisiti contenuti nel<strong>la</strong> norma sono applicabili principalmente a tutte le <strong>piscine</strong> di nuova<br />
costruzione e, in modo appropriato, a specifici <strong>la</strong>vori di ristrutturazione di impianti esistenti.<br />
La UNI EN 15288-2:2009 "Piscine - Parte 2: Requisiti di <strong>sicurezza</strong> per <strong>la</strong> gestione" specifica i<br />
requisiti di <strong>sicurezza</strong> per il funzionamento e <strong>la</strong> gestione <strong>delle</strong> <strong>piscine</strong>.<br />
Le indicazioni fornite in questa norma coprono i rischi sia per il personale sia per gli utenti <strong>delle</strong><br />
<strong>piscine</strong> pubbliche, identificando le precauzioni necessarie al conseguimento del<strong>la</strong> <strong>sicurezza</strong>.<br />
3. Dati infortunistici re<strong>la</strong>tivi alle aree di balneazione<br />
Nel nostro Paese sono disponibili i dati re<strong>la</strong>tivi alle morti per annegamento ma non sono<br />
raccolte le informazioni re<strong>la</strong>tive ai traumi cranici e sulle lesioni vertebrali nonché agli<br />
annegamenti e quasi annegamenti associati alle attività ricreative [3].<br />
Il dato numerico reperibile indica che in Italia per annegamento <strong>nelle</strong> aree di balneazioni (acque<br />
control<strong>la</strong>te, acque libere, <strong>la</strong>ghi, fiumi, acque marine, <strong>piscine</strong>), nel periodo 1969 ÷ 1997, sono<br />
morte complessivamente 24482 persone di cui 20062 maschi e 4420 femmine.<br />
L’andamento è in diminuzione passando da 1300 casi/anno nel 1969 a 500 casi/anno nel 1997<br />
che, rapportato al<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione che ha generato questi eventi, rappresenta un calo<br />
percentuale del 65%.<br />
Altri dati sulle cause di morte possono essere desunte dal<strong>la</strong> rilevazione ISTAT, in corrispondenza <strong>delle</strong><br />
codifiche ICDIX E910 (annegamento e sommersione accidentali) <strong>ed</strong> E8830 – Accidente da tuffo o salto<br />
nell’acqua.<br />
Gli andamenti statistici e<strong>la</strong>borati da ISPESL [4], secondo i codici ISTAT indicati, è riassunto <strong>nelle</strong><br />
successive tabelle 1 e 2.<br />
Mi<strong>la</strong>no, 05.07.2010 /DSNet pag. 7 di 34
AIAS DOCUMENTO TECNICO OPERATIVO N.4/2010 ©<br />
Età<br />
ANNO<br />
SESSO<br />
M F M + F<br />
1997 350 85 435<br />
1998 308 56 364<br />
1999 291 76 367<br />
2000 366 80 446<br />
2001 308 79 387<br />
Tab. 1 - Infortuni mortali per annegamento e sommersione accidentali <strong>ed</strong> accidente da tuffo o<br />
salto nell’acqua (piscina) – ICDIX E910, E8830 – per sesso <strong>ed</strong> anno di rilevazione<br />
M F<br />
Fonte: E<strong>la</strong>borazioni ISPESL su dati ISTAT – Indagine sulle cause di morte<br />
1997 1998 1999 2000 2001<br />
M+<br />
F<br />
M F<br />
M+<br />
F<br />
M F<br />
Mi<strong>la</strong>no, 05.07.2010 /DSNet pag. 8 di 34<br />
M+<br />
F<br />
M F<br />
M+<br />
F<br />
M F<br />
0÷4 6 3 9 6 1 7 6 3 9 5 2 7 7 4 11<br />
5÷9 6 1 7 5 1 6 5 2 7 7 1 8 1 1 2<br />
10÷19 41 4 45 36 3 39 27 9 36 39 9 48 27 6 33<br />
20÷29 73 8 81 57 5 62 46 3 49 74 7 81 57 4 61<br />
30÷39 52 7 59 43 5 48 52 6 58 62 7 69 40 2 42<br />
40÷49 36 6 42 38 4 42 30 6 36 44 8 52 42 11 53<br />
50÷59 41 10 51 36 9 45 31 6 37 37 8 45 43 10 53<br />
60÷69 40 18 58 43 2 45 36 18 54 49 14 63 36 15 51<br />
70÷79 39 19 58 25 17 42 39 17 56 34 15 49 38 14 52<br />
>80 16 9 25 19 9 28 19 6 25 15 9 24 17 12 29<br />
Totale 350 85 435 308 56 364 291 76 367 366 80 446 308 79 387<br />
2<br />
Tab. 2 - Infortuni mortali per annegamento e sommersione accidentali <strong>ed</strong> accidente da tuffo o<br />
salto nell’acqua (piscina) – ICDIX E910, E8830 – per c<strong>la</strong>ssi d’età <strong>ed</strong> anno di rilevazione<br />
Fonte: E<strong>la</strong>borazioni ISPESL su dati ISTAT – Indagine sulle cause di morte<br />
M+<br />
F
AIAS DOCUMENTO TECNICO OPERATIVO N.4/2010 ©<br />
4. C<strong>la</strong>ssificazione <strong>delle</strong> <strong>piscine</strong><br />
La piscina è un complesso attrezzato per balneazione che comporti presenza di uno o più<br />
bacini artificiali utilizzati per attività ricreative, sportive, formative esercitate nell’acqua contenuta<br />
<strong>nelle</strong> vasche stesse.<br />
Gli utenti <strong>delle</strong> <strong>piscine</strong> si distinguono in frequentatori – utenti presenti all’interno dell’impianto<br />
– e bagnanti – frequentatori che sono all’interno del<strong>la</strong> sezione vasche.<br />
Il numero massimo di frequentatori ammissibili è determinato in re<strong>la</strong>zione alle diverse categorie<br />
di <strong>piscine</strong>, secondo i parametri definiti dalle norme tecniche regionali con l’obiettivo che <strong>la</strong><br />
fruizione <strong>delle</strong> vasche e di tutto l’impianto (spogliatoi, docce, servizi igienici, ecc.) possa essere<br />
rego<strong>la</strong>re e agevole.<br />
Il numero massimo dei bagnanti è determinato in re<strong>la</strong>zione ai diversi tipi di vasche per garantire<br />
che il carico inquinante dovuto alle attività in acqua sia mantenuto entro i limiti del<strong>la</strong> potenzialità<br />
dell’impianto e che l’attività natatoria possa essere svolta nel rispetto <strong>delle</strong> esigenze di<br />
<strong>sicurezza</strong> e di sorveglianza degli utenti.<br />
Le <strong>piscine</strong> di proprietà pubblica o privata, destinate all’utenza pubblica e quelle ad usi speciali<br />
collocate in <strong>strutture</strong> di cura, riabilitazione e termali devono essere dotate di sistemi e proc<strong>ed</strong>ure<br />
atte a rilevare in ogni momento il numero di frequentatori presenti.<br />
La c<strong>la</strong>ssificazione <strong>delle</strong> <strong>piscine</strong> può essere effettuata sul<strong>la</strong> base di:<br />
a) destinazione<br />
b) caratteristiche ambientali e strutturali<br />
c) utilizzazione.<br />
In base al<strong>la</strong> destinazione le <strong>piscine</strong> si distinguono, a loro volta, in:<br />
categoria A: <strong>piscine</strong> di proprietà pubblica o privata, comprendenti: <strong>piscine</strong> pubbliche<br />
propriamente dette; <strong>piscine</strong> ad uso collettivo, accessibili ai soli ospiti o clienti o soci di<br />
esercizi di somministrazione alimenti e bevande, locali di intrattenimento pubblico,<br />
attività turistico <strong>ricettive</strong> (alberghi, campeggi, vil<strong>la</strong>ggi turistici, aziende agrituristiche con<br />
oltre 30 posti letto), collegi, convitti, scuole, comunità, case di riposo, palestre, beauty<br />
farm, centri benessere, centri estetici, circoli, associazioni, impianti finalizzati al gioco<br />
acquatico, <strong>strutture</strong> complesse rientranti in più dei gruppi prec<strong>ed</strong>enti<br />
categoria B: <strong>piscine</strong> destinate solo ad uso degli alloggiati comprendenti <strong>strutture</strong><br />
extr<strong>alberghiere</strong>, aziende agrituristiche fino a 30 posti letto, <strong>strutture</strong> <strong>alberghiere</strong> fino a 70<br />
posti letto, condomini fino a 9 unità abitative. Piscine con vasche aventi profondità m<strong>ed</strong>ia<br />
di 140 cm., pendenza di 8%, altezza massima dal fondo di 160 cm.<br />
categoria C: <strong>piscine</strong> ad usi speciali collocate all’interno di <strong>strutture</strong> di cura o riabilitazione<br />
(piscina ad uso terapeutico) o termali (se utilizza acque definite termali) soggette a<br />
specifica disciplina.<br />
La tipologia di <strong>strutture</strong> che ricade nel<strong>la</strong> categoria a) – <strong>piscine</strong> di proprietà pubblica o privata,<br />
destinate all’utenza pubblica – sono a loro volta distinte in:<br />
a1) <strong>piscine</strong> pubbliche (<strong>piscine</strong> comunali)<br />
a2) <strong>piscine</strong> ad uso collettivo inserite in <strong>strutture</strong> adibite, in via principale, ad altre attività<br />
(alberghi, camping, ecc) nonché quelle al servizio di collettività accessibili ai clienti o<br />
soci del<strong>la</strong> struttura (palestre, ecc.)<br />
a3) impianti per giochi acquatici.<br />
La c<strong>la</strong>ssificazione <strong>delle</strong> <strong>piscine</strong> in base alle caratteristiche strutturali e gestionali degli<br />
impianti condominiali è artico<strong>la</strong>ta in quattro tipologie:<br />
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AIAS DOCUMENTO TECNICO OPERATIVO N.4/2010 ©<br />
tipologia 1: <strong>piscine</strong> scoperte costituite da 1 o più bacini artificiali non confinati entro<br />
<strong>strutture</strong> chiuse permanenti<br />
tipologia 2: <strong>piscine</strong> coperte costituite da 1 o più bacini artificiali confinati entro <strong>strutture</strong><br />
chiuse permanenti<br />
tipologia 3: <strong>piscine</strong> di tipo misto, con complessi di bacini artificiali coperti o scoperti<br />
utilizzati in contemporanea<br />
tipologia 4: <strong>piscine</strong> di tipo convertibile costituite da 1 o più bacini artificiali in cui spazi<br />
destinati ad attività possono essere aperti o chiusi in re<strong>la</strong>zione a clima.<br />
I parametri strutturali e gestionali sono fissati dal<strong>la</strong> Regione di riferimento mentre i requisiti<br />
igienico - ambientali soddisfano quelli contenuti nell’Accordo Stato-Regioni del 2003; le<br />
<strong>piscine</strong> per usi speciali sono disciplinate da un apposita normativa e necessitano di controllo<br />
sanitario specialistico.<br />
La tipologia di vasca caratterizza l’utilizzazione del<strong>la</strong> piscina:<br />
tipo A: vasche per nuotatori e di addestramento al nuoto e destinate ad attività<br />
agonistica nel rispetto <strong>delle</strong> norme del<strong>la</strong> F<strong>ed</strong>erazione Italiana Nuoto (FIN)<br />
tipo B: vasche per tuffi <strong>ed</strong> attività subacquea e destinate ad attività agonistiche aventi<br />
requisiti nel rispetto norme FIN<br />
tipo C: vasche ricreative aventi requisiti morfologici e funzionali idonee per gioco e<br />
balneazione<br />
tipo D: vasche per bambini (profondità minore a 60 cm).<br />
tipo E: vasche polifunzionali aventi caratteristiche morfologiche e funzionali che<br />
consentono uso contemporaneo di bacini per attività differenti<br />
tipo F: vasche ricreative attrezzate, caratterizzate da presenza di accessori<br />
(acquascivoli, formazione di onde, fondi mobili)<br />
tipo G: vasche per usi terapeutici (curativi e riabilitativi) sotto controllo sanitario<br />
tipo H: vasche per usi termali dotate di acque con partico<strong>la</strong>ri caratteristiche chimicofisiche<br />
in cui attività di balneazione avviene sotto controllo sanitario<br />
Nelle vasche di tipo a, b, g, h è ammesso un bagnante ogni 5 m 2 di specchio di acqua calco<strong>la</strong>to<br />
sul totale <strong>delle</strong> vasche di questi tipi presenti nel<strong>la</strong> stessa sezione; <strong>nelle</strong> vasche di tipo c, d, e, f è<br />
ammesso un bagnante ogni 3 m 2 di specchio di acqua calco<strong>la</strong>to sul totale <strong>delle</strong> vasche di questi<br />
tipi presenti nel<strong>la</strong> stessa sezione (Accordo tra le Regioni e le Province autonome di Trento e<br />
Bolzano sul<strong>la</strong> "Disciplina interregionale <strong>delle</strong> <strong>piscine</strong>" Conferenza dei Presidenti s<strong>ed</strong>uta del 16<br />
gennaio 2004).<br />
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AIAS DOCUMENTO TECNICO OPERATIVO N.4/2010 ©<br />
5. La valutazione dei rischi per gli addetti alle <strong>piscine</strong><br />
La valutazione dei rischi è l'elemento fondamentale <strong>ed</strong> indispensabile per proc<strong>ed</strong>ere al<strong>la</strong><br />
stesura di una corretta programmazione di intervento.<br />
Sono elementi fondamentali di questo processo di valutazione dei rischi:<br />
• Stima dei rischi derivanti dall'espletamento di una mansione e connesso<br />
all'esistenza o al verificarsi di fattori pericolosi con partico<strong>la</strong>re riguardo ai luoghi e alle<br />
attrezzature di <strong>la</strong>voro<br />
• Identificazione <strong>delle</strong> mansioni e <strong>delle</strong> persone che possono trovarsi esposte ai<br />
rischi<br />
• Impossibilità da parte del Presidente di Società o Associazione Sportiva, di<br />
delegare tale obbligo ad altri soggetti, alcuni dei quali (m<strong>ed</strong>ico competente, responsabile<br />
del servizio di prevenzione e protezione, rappresentante del<strong>la</strong> <strong>sicurezza</strong>) sono chiamati<br />
comunque a partecipare<br />
• Rinnovo del<strong>la</strong> valutazione in caso di mutamenti o innovazioni del ciclo produttivo;<br />
nell'ambito di un centro o di un impianto sportivo tali modificazioni possono avvenire in<br />
diversi casi:<br />
1. acquisto di un nuovo macchinario o di nuovi sistemi computerizzati<br />
2. ristrutturazione o modernizza ione dei centro sportivo o ricreativo<br />
3. inserimento di una nuova attività<br />
4. utilizzo di innovative metodologie di <strong>la</strong>voro e/o di allenamento<br />
5. consulenza di professionisti esterni in caso di necessità<br />
Tutto questo processo si esplicita nel "DOCUMENTO DELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI",<br />
previsto dal D. Lgs. 81/2008 che deve essere custodito presso i locali del centro sportivo e che<br />
deve contenere:<br />
a) una re<strong>la</strong>zione sul<strong>la</strong> valutazione dei rischi per <strong>la</strong> <strong>sicurezza</strong> e <strong>la</strong> salute durante il <strong>la</strong>voro,<br />
nel<strong>la</strong> quale siano specificati i criteri adottati per <strong>la</strong> valutazione stessa<br />
b) individuazione <strong>delle</strong> misure di prevenzione e di protezione e dei dispositivi di<br />
protezione individuale, conseguente al<strong>la</strong> valutazione di cui al<strong>la</strong> lettera a)<br />
c) il programma <strong>delle</strong> misure ritenute opportune per garantire i miglioramenti nel tempo<br />
dei livelli di <strong>sicurezza</strong><br />
Non esiste una metodologia univoca per l'individuazione dei rischi specifici ne è sufficiente, per<br />
un gestore di impianti sportivi, compi<strong>la</strong>re alcune check-list per ottemperare agli obblighi in<br />
oggetto, anche se queste possono essere estremamente funzionali se utilizzate come<br />
promemoria.<br />
5.1. Rischi per <strong>la</strong> salute per gli addetti alle <strong>piscine</strong><br />
Nell’ambiente in cui è presente una piscina, ai fini del<strong>la</strong> valutazione <strong>delle</strong> condizioni di salubrità<br />
e <strong>sicurezza</strong> occorre tenere in considerazione fattori:<br />
• biologici, corre<strong>la</strong>ti al<strong>la</strong> diffusione di microrganismi patogeni o patogeni<br />
opportunisti nell’aria o sulle superfici di attrezzi ginnici<br />
• chimici, collegati al ri<strong>la</strong>scio nell’aria di sostanze diffuse durante le operazioni di<br />
sanificazione, dalle attività degli occupanti e dai prodotti di igiene personale<br />
• fisici, legati al<strong>la</strong> temperatura, al<strong>la</strong> umidità re<strong>la</strong>tiva <strong>ed</strong> al<strong>la</strong> velocità dell’aria<br />
5.1.1. Agenti Biologici<br />
Uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità [5] indica che <strong>la</strong> principale fonte di inquinamento<br />
microbiologico del<strong>la</strong> piscina è rappresentata dai suoi frequentatori. La via privilegiata di<br />
infezione, in tali ambienti, è l’ingestione involontaria di acqua contaminata; tuttavia, patologie<br />
infettive provocate dai microrganismi presenti in sospensione, possono essere trasmesse<br />
attraverso il contatto, praticamente inevitabile, tra pelle e mucose.<br />
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AIAS DOCUMENTO TECNICO OPERATIVO N.4/2010 ©<br />
Nelle <strong>piscine</strong> e <strong>strutture</strong> acquatiche di tipo ricreativo, il metodo più comune utilizzato per <strong>la</strong><br />
disinfezione è <strong>la</strong> clorazione <strong>delle</strong> acque. Questa proc<strong>ed</strong>ura però non elimina il rischio<br />
microbiologico legato al<strong>la</strong> frequenza <strong>delle</strong> <strong>piscine</strong>; alcuni agenti patogeni resistono al cloro <strong>ed</strong> in<br />
alcuni casi può accadere che <strong>la</strong> clorazione non sia effettuata in maniera ottimale.<br />
Nelle <strong>piscine</strong> <strong>la</strong> contaminazione più comune è veico<strong>la</strong>ta dagli stessi utenti, i quali entrano in<br />
acqua anche quando sono affetti da patologie diffusive come <strong>la</strong> diarrea, infezioni respiratorie e<br />
cutanee. Problemi di diversa natura sono invece presentati dalle acque <strong>la</strong>custri e marine, che<br />
possono essere contaminate da sostanze chimiche.<br />
Le patologie più comuni possono interessare l’apparato digerente e <strong>la</strong> cute e le mucose.<br />
Tra le infezioni enteriche <strong>la</strong> diarrea è una <strong>delle</strong> più diffuse e può essere sintomo dell’azione di<br />
diversi agenti patogeni, batteri protozoi e virus; invece, le infezioni trasmesse per contatto più<br />
frequenti sono le dermatomicosi, le otiti, le follicoliti, le congiuntiviti.<br />
L’infezione a carico dell’apparato digerente causata dal Cryptosporidium parvum è altamente<br />
contagiosa <strong>ed</strong> è una <strong>delle</strong> più importanti cause di diarrea infettiva in molte zone geografiche. Il<br />
parassita svolge il suo ciclo vitale sul<strong>la</strong> superficie <strong>delle</strong> cellule intestinali dell’ospite. Le oocisti<br />
resistono al<strong>la</strong> maggior parte dei disinfettanti: sono sensibili all’ammoniaca e al<strong>la</strong> formalina ma <strong>la</strong><br />
clorazione routinaria <strong>delle</strong> acque non è sufficiente a distruggerle.<br />
La giardiasi è un’infezione provocata dal microrganismo Giardia <strong>la</strong>mbilia. La trasmissione<br />
avviene per via fecale-orale attraverso le cisti che rappresentano <strong>la</strong> forma di resistenza e<br />
diffusione del protozoo. Le cisti possono rimanere vitali in acque fr<strong>ed</strong>de o tiepide per 1-2 mesi e<br />
sono in grado di sopravvivere al<strong>la</strong> concentrazione di cloro utilizzate negli acqu<strong>ed</strong>otti.<br />
L’Escherichia Coli è causata da batteri Gram negativi e vive nell’ambiente intestinale dell’uomo<br />
e degli animali. È sensibile a molti disinfettanti chimici e fisici.<br />
La sua presenza indica che l’acqua è stata raggiunta da inquinamento fecale e/o che i<br />
trattamenti di disinfezione non sono sufficienti<br />
La shigellosi è l’infezione provocata dal microrganismo shigel<strong>la</strong> <strong>ed</strong> è trasmessa per via fecaleorale<br />
per contatto diretto ma anche per inquinamento <strong>delle</strong> acque e degli alimenti. Un numero<br />
bassissimo di microrganismi è sufficiente per causare <strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia: <strong>la</strong> shigellosi compare con<br />
facilità dopo ingestione di meno di 200 batteri.<br />
Le conseguenze di questa infezione, specialmente nei bambini, consistono in forme gravi o<br />
fulminanti con effetti neurotossici.<br />
Si conoscono oltre 100 diversi tipi di virus che possono essere eliminati con le feci dell’uomo<br />
infetto. I virus enterici eliminati attraverso le feci, arrivano <strong>nelle</strong> acque fognarie e potendo<br />
spesso resistere ai normali trattamenti di depurazione e disinfezione, provocano <strong>la</strong><br />
contaminazione <strong>delle</strong> acque di balneazione. I sintomi possono apparire da poche ore a pochi<br />
giorni dall'infezione.<br />
Solitamente durano per uno o due giorni ma possono permanere anche 10 giorni. Il virus può<br />
essere trovato <strong>nelle</strong> feci fino a due settimane dopo <strong>la</strong> guarigione clinica: i livelli m<strong>ed</strong>i di particelle<br />
virali escrete oscil<strong>la</strong> fra 10 6 e 10 8 . La temperatura, l’associazione con particelle sospese, <strong>la</strong><br />
torbidità e il pH sono tutti fattori in grado modificare <strong>la</strong> persistenza dei virus enterici <strong>nelle</strong> acque<br />
L’epatite A è un’infezione acuta e sistemica sostenuta da un virus (HAV) ad RNA (Picornavirus)<br />
che colpisce prevalentemente il fegato. Il virus è in grado di resistere senza alterazioni in acque<br />
fr<strong>ed</strong>de fino a 12 mesi e al<strong>la</strong> temperatura di 60 °C per un’ora.<br />
L’infezione ha un periodo di incubazione da 15 a 60 giorni e durata variabile da 2 a 3 settimane<br />
durante le quali sono possibili febbre, malessere, nausea, dolori addominali <strong>ed</strong> ittero,<br />
accompagnati da elevazioni <strong>delle</strong> transaminasi e del<strong>la</strong> bilirubina. Non esiste stato di portatore<br />
Mi<strong>la</strong>no, 05.07.2010 /DSNet pag. 12 di 34
AIAS DOCUMENTO TECNICO OPERATIVO N.4/2010 ©<br />
cronico del virus A né nel sangue né <strong>nelle</strong> feci. Sono possibili forme più gravi con decorso<br />
protratto <strong>ed</strong> anche forme fulminanti.<br />
Le legio<strong>nelle</strong> sono causate da bacilli gram negativi pleomorfi capaci di sopravvivere in<br />
condizioni ambientali estreme, essendo in grado di rimanere vitali per lunghi periodi in campioni<br />
di acqua conservati a temperatura compresa tra 2 ÷ 8 °C, <strong>la</strong> riproduzione avviene tra 25 e 42 °C<br />
e sopravvive tra 5,7 e 63 °C.<br />
La fonte di infezione è ambientale, rappresentata da serbatoi di acqua, impianti di<br />
condizionamento, condutture idrauliche di osp<strong>ed</strong>ali, alberghi, industrie, impianti sportivi.<br />
La legionellosi può presentarsi in tre distinte forme:<br />
<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia dei Legionari, che è <strong>la</strong> forma più severa dell’infezione, presente come<br />
una polmonite acuta, con una incubazione di 2 ÷ 10 giorni, con disturbi simili<br />
all’influenza (malessere, mialgie e cefalea cui seguono febbre alta, tosse non produttiva,<br />
respiro affannoso e sintomi comuni ad altre forme di polmonite). Sono possibili sintomi<br />
extrapolmonari, quali manifestazioni neurologiche, renali e gastrointestinali.<br />
La febbre di Pontiac, è una forma con sintomatologia simile all’influenza, dopo un<br />
periodo di incubazione di 24 ÷ 48 ore compaiono febbre, malessere generale, mialgie,<br />
cefalea e a volte tosse e go<strong>la</strong> arrossata.<br />
Sono possibili manifestazioni in forma subclinica, d<strong>ed</strong>ucibili dal riscontro di<br />
anticorpi antilegionel<strong>la</strong> in assenza di episodi di polmonite.<br />
Il rischio di acquisizione del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia dipende dalle caratteristiche del batterio, dal<strong>la</strong><br />
suscettibilità individuale e dalle condizioni ambientali. Nelle <strong>piscine</strong> sono derivano soprattutto<br />
dal<strong>la</strong> formazione di aerosol <strong>nelle</strong> docce.<br />
L’impianto idrico deve essere caratterizzato da soluzioni costruttive tali da evitare :<br />
fenomeni di ristagno o di ostruzione che favoriscono <strong>la</strong> formazione del biofilm;<br />
formazione di incrostazioni e depositi calcarei che offrono riparo dai disinfettanti;<br />
fenomeni di usura e corrosione.<br />
Le congiuntiviti e le faringiti possono essere causate da virus (Adenovirus), c<strong>la</strong>midie e batteri<br />
Il pi<strong>ed</strong>e d’atleta è una frequente dermatomicosi, spesso favorita dal<strong>la</strong> compromissione ungueale<br />
che costituisce una riserva di miceti, provocata nel<strong>la</strong> maggior parte dei casi da Tinea rubrum,<br />
Tinea mentagrophytes.<br />
La verruca è una neop<strong>la</strong>sia epiteliale benigna provocata da HPV, che infetta l’epitelio squamoso<br />
del<strong>la</strong> cute e del<strong>la</strong> mucosa. L’aspetto clinico <strong>delle</strong> verruche è assai variabile a seconda del<strong>la</strong><br />
s<strong>ed</strong>e di localizzazione e del sierotipo virale. Nel caso di verruche p<strong>la</strong>ntari sono coinvolti i<br />
sierotipi 1,2,4,63. Il periodo di incubazione varia da 3 a 4 settimane fino a 6÷20 mesi.<br />
Pseudomonas/Staphylococcus (dermatiti/follicoliti)<br />
L’Otite esterna/m<strong>ed</strong>ia è provocata da stafilococco, proteus, pseudomonas; più raramente le<br />
infezioni possono derivare da aspergillus ovvero da candida.<br />
5.1.2. Agenti Chimici<br />
In base al<strong>la</strong> tecnologie utilizzate <strong>nelle</strong> tipologie di impianti per il trattamento <strong>delle</strong> acque in<br />
piscina possono essere presenti differenti preparati chimici; di seguito, è riportato un elenco<br />
<strong>delle</strong> funzioni per le quali possono essere impiegati:<br />
Clorazione dell'acqua<br />
Rego<strong>la</strong>tori di cloro<br />
Alghicidi<br />
Rego<strong>la</strong>tori di PH<br />
Floccu<strong>la</strong>nti<br />
Anticalcare<br />
Sanificazione ambientale<br />
Pulizia e detergenza ambientale<br />
Coadiuvanti nel<strong>la</strong> filtrazione<br />
Antischiumogeno<br />
Svernamento<br />
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AIAS DOCUMENTO TECNICO OPERATIVO N.4/2010 ©<br />
Il D. M. Sanità n.39 del 11/07/1991 [8] contiene nell’Allegato 3 anche l’elenco dei prodotti che<br />
possono essere utilizzate all’interno <strong>delle</strong> <strong>piscine</strong>; di seguito sono riportati i prodotti ammessi<br />
per alcune attività.<br />
sostanze disinfettanti<br />
- cloro liquido;<br />
- biossido di cloro: clorito di sodio, acido cloridrico;<br />
- ipoclorito di sodio;<br />
- ipoclorito di calcio;<br />
- dicloroisocianurato sodico biidrato;<br />
- dicloroisocianurato sodico anidro;<br />
- poli [idrossitilene (dimetiliminio), etilene (dimetiliminio), metilen<strong>ed</strong>icloruro];<br />
- poli [ossietilene (dimetiliminio), etilene (dimetiliminio), etilene di cloruro];<br />
- n-alchil- (50% Cl4, 40% Cl2, 10% Cl6) dimetil benzil ammonio cloruro.<br />
sostanze floccu<strong>la</strong>nti<br />
- solfato di alluminio solido;<br />
- poli alluminio cloroidrossidi;<br />
- cloruro ferrico;<br />
- cloruro e solfato ferrico;<br />
- policlorosolfato di alluminio;<br />
- policlorosolfato basico di alluminio.<br />
additivi<br />
- acido cloridrico;<br />
- soda caustica;<br />
- potassa caustica;<br />
- carbonato di sodio anidro;<br />
- bicarbonato di sodio;<br />
- polifosfati di sodio: fosfato monosodico, fosfato bisodico, fosfato trisodico, tripolifosfato<br />
sodico, esametafosfato sodico;<br />
- sodio bisolfato;<br />
- carbone attivo granu<strong>la</strong>re;<br />
- carbone attivo in polvere.<br />
L’impiego di tali sostanze prev<strong>ed</strong>e <strong>la</strong> conoscenza <strong>delle</strong> caratteristiche chimiche e fisiche del<br />
prodotto da parte dell’utilizzatore; tali informazioni sono contenute <strong>nelle</strong> sch<strong>ed</strong>e di <strong>sicurezza</strong> che<br />
devono essere raccolte dal datore di <strong>la</strong>voro prima dell’impiego del prodotto.<br />
È importante che le sch<strong>ed</strong>e di <strong>sicurezza</strong> siano aggiornate in conformità secondo le Direttive<br />
comunitarie e pr<strong>ed</strong>isposte ai sensi dei decreti legis<strong>la</strong>tivi 3 febbraio 1997, n. 52, e 14 marzo<br />
2003, n. 65 e successive modifiche.<br />
La valutazione del rischio per <strong>la</strong> salute e <strong>la</strong> <strong>sicurezza</strong> degli addetti al<strong>la</strong> manipo<strong>la</strong>zione di agenti<br />
chimici, ai sensi del D. Lgs. 81/2008, prev<strong>ed</strong>e:<br />
a) <strong>la</strong> conoscenza <strong>delle</strong> loro proprietà pericolose;<br />
b) l’acquisizione <strong>delle</strong> sch<strong>ed</strong>a di <strong>sicurezza</strong> comunicate dal responsabile dell’immissione sul<br />
mercato;<br />
c) il livello, il tipo e <strong>la</strong> durata dell’esposizione;<br />
d) le circostanze in cui è svolto il <strong>la</strong>voro in presenza di tali agenti,<br />
e) <strong>la</strong> quantità di prodotto utilizzato;<br />
f) i valori limite di esposizione professionale o i valori limite biologici;<br />
g) gli effetti <strong>delle</strong> misure preventive e protettive adottate o da adottare;<br />
Mi<strong>la</strong>no, 05.07.2010 /DSNet pag. 14 di 34
AIAS DOCUMENTO TECNICO OPERATIVO N.4/2010 ©<br />
h) se disponibili, le conclusioni tratte da eventuali azioni di sorveglianza sanitaria già<br />
intraprese.<br />
Oltre al<strong>la</strong> valutazione del rischio chimico occorre formare <strong>ed</strong> informare il personale sul<strong>la</strong> corretta<br />
manipo<strong>la</strong>zione <strong>delle</strong> sostanze nonché su precauzioni <strong>ed</strong> azioni adeguate da intraprendere per<br />
proteggere loro stessi <strong>ed</strong> altri <strong>la</strong>voratori sul luogo di <strong>la</strong>voro.<br />
Idonea segnaletica deve essere applicata in corrispondenza <strong>delle</strong> zone in cui sono conservati i<br />
prodotti chimici; in ogni caso deve essere imposto e fatto rispettare, durante <strong>la</strong> manipo<strong>la</strong>zione<br />
dei prodotti, il divieto di fumare e di mangiare e bere.<br />
Il datore di <strong>la</strong>voro provv<strong>ed</strong>e affinché <strong>la</strong> natura del contenuto dei contenitori e <strong>delle</strong> condutture e<br />
gli eventuali rischi connessi siano chiaramente identificabili.<br />
I <strong>la</strong>voratori esposti agli agenti chimici devono essere sottoposti al<strong>la</strong> sorveglianza sanitaria<br />
quando sono pericolosi per <strong>la</strong> salute e sono, secondo i criteri per <strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssificazione, molto<br />
tossici, tossici, nocivi, sensibilizzanti, corrosivi, irritanti, tossici per il ciclo riproduttivo,<br />
cancerogeni e mutageni di categoria 3.<br />
La sorveglianza sanitaria deve essere effettuata:<br />
a) prima di adibire il <strong>la</strong>voratore al<strong>la</strong> mansione che comporta l’esposizione;<br />
b) periodicamente, di norma una volta l’anno o con periodicità diversa decisa dal m<strong>ed</strong>ico<br />
competente con adeguata motivazione riportata nel documento di valutazione dei rischi<br />
e resa nota ai rappresentanti per <strong>la</strong> <strong>sicurezza</strong> dei <strong>la</strong>voratori, in funzione del<strong>la</strong> valutazione<br />
del rischio e dei risultati del<strong>la</strong> sorveglianza sanitaria;<br />
c) all’atto del<strong>la</strong> cessazione del rapporto di <strong>la</strong>voro. In tale occasione il m<strong>ed</strong>ico competente<br />
deve fornire al <strong>la</strong>voratore le eventuali indicazioni re<strong>la</strong>tive alle prescrizioni m<strong>ed</strong>iche da<br />
osservare.<br />
5.1.3. Agenti Fisici<br />
Nell’ambiente di <strong>la</strong>voro “<strong>piscine</strong>” possono essere presenti rischi legati ai seguenti agenti fisici:<br />
microclima<br />
illuminazione dell’ambiente<br />
rumore ambientale<br />
Il microclima è caratterizzato dai parametri termoigrometrici e di venti<strong>la</strong>zione e devono,<br />
pertanto, essere raggiunti e mantenuti partico<strong>la</strong>ri valori di temperatura, di umidità re<strong>la</strong>tiva, di<br />
velocità e di numero di ricambi dell’aria.<br />
Nelle sezioni <strong>delle</strong> attività natatorie e di balneazione l’illuminazione artificiale deve assicurare<br />
condizioni di visibilità tali da garantire <strong>la</strong> <strong>sicurezza</strong> dei frequentatori <strong>ed</strong> il controllo da parte del<br />
personale.<br />
I requisiti acustici passivi <strong>ed</strong> il rumore generato dall’attività devono far riferimento al<strong>la</strong> normativa<br />
vigente in materia.<br />
5.2. Rischi per <strong>la</strong> <strong>sicurezza</strong><br />
Gli addetti al trattamento <strong>delle</strong> acque <strong>delle</strong> <strong>piscine</strong> e al pronto soccorso ai bagnanti possono<br />
essere esposti sia ai rischi di natura infortunistica, connessi con le attività re<strong>la</strong>tive alle pulizie dei<br />
luoghi comuni, di cura e di soggiorno degli ospiti, sia a rischi legati con l’igiene del <strong>la</strong>voro; di<br />
seguito sono riportati due elenchi non esaustivi che interessano tali aspetti.<br />
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AIAS DOCUMENTO TECNICO OPERATIVO N.4/2010 ©<br />
INFORTUNISTICA IGIENE DEL LAVORO<br />
ferite alle mani provocate parti appuntite<br />
o taglienti<br />
scivo<strong>la</strong>menti su pavimenti umidi o<br />
bagnati<br />
elettrocuzione derivante dall’impiego di<br />
utensili <strong>ed</strong> attrezzature elettriche<br />
inidonee all’ambiente umido<br />
cadute all’interno <strong>delle</strong> vasche durante<br />
l’assenza dell’acqua<br />
annegamento durante le azioni di<br />
soccorso a persone in difficoltà in<br />
piscina<br />
5.2.1. Cadute e scivo<strong>la</strong>menti<br />
contatto del<strong>la</strong> pelle con disinfettanti,<br />
liquidi organici o prodotti chimici definiti<br />
preparati pericolosi<br />
ina<strong>la</strong>zione di vapori, polveri o aerosol<br />
irritanti, tossici o nocivi<br />
asfissia da gas cloro formatosi nei<br />
seminterrati o nel caso di errato dosaggio<br />
o misce<strong>la</strong>zione accidentale dei floccu<strong>la</strong>nti<br />
e disinfettanti da piscina<br />
contatto di liquidi irritanti o corrosivi sul<br />
volto o negli occhi<br />
movimentazione manuale dei carichi.<br />
Tali rischi sono generati dal<strong>la</strong> presenza di acqua sulle zone di calpestio lungo i bordi del<strong>la</strong> vasca<br />
ovvero l’impiego di scalette e scale non adeguatamente drenanti dell’acqua.<br />
5.2.2. Elettrocuzione<br />
La piscina è un ambiente di <strong>la</strong>voro partico<strong>la</strong>re per il fatto che il corpo umano e’ privo di qualsiasi<br />
protezione <strong>ed</strong> circondato da un conduttore di elettricità rappresentato dall’acqua.<br />
Sono pertanto necessari valori del<strong>la</strong> tensione elettrica molto bassi per indurre attraverso il corpo<br />
umano, <strong>la</strong> cui resistenza elettrica equivalente risulta essere bassissima (circa 200 ohm), valori<br />
di corrente elettrica tali da provocare gli effetti patologici (tetanizzazione, arresto del<strong>la</strong><br />
respirazione, fibril<strong>la</strong>zione ventrico<strong>la</strong>re, ustioni).<br />
5.2.3. Incendio<br />
Il rischio d’incendio all’interno di una piscina pubblica è valutabile di grado m<strong>ed</strong>io, per gli<br />
impianti di capienza superiore alle 100 persone, in base alle disposizioni dell’allegato IX al<br />
Decreto del Ministro dell’Interno del 10 marzo 1998, o di grado basso negli altri casi.<br />
Nelle <strong>piscine</strong> parte di una struttura turistico-alberghiera il rischio di incendio è di grado m<strong>ed</strong>io,<br />
per alberghi di capienza superiore a 25 posti letto, mentre è di grado elevato, per le <strong>strutture</strong><br />
<strong>ricettive</strong> di capienza superiore a 200 posti letto.<br />
La corretta tipologia di rischio di incendio dovrà comunque evincersi in base al documento di<br />
valutazione dei rischi di incendio, che costituisce parte integrante del documento di valutazione<br />
dei rischi di cui al Decreto legis<strong>la</strong>tivo 9 aprile 2008, n. 81 che dovrà essere effettuata in base<br />
alle disposizioni del Decreto del Ministro dell’interno 10 marzo 1998.<br />
6. Analisi del rischio e prevenzione dal<strong>la</strong> legionel<strong>la</strong><br />
L’analisi del rischio da legionel<strong>la</strong> deve essere effettuata considerando i tre punti di seguito<br />
elencati:<br />
1. Ogni struttura recettiva deve individuare una persona responsabile per l'identificazione e<br />
<strong>la</strong> valutazione del rischio potenziale di infezione, che sia tecnicamente competente e<br />
che comprenda l'importanza del<strong>la</strong> prevenzione e dell'applicazione <strong>delle</strong> misure di<br />
controllo.<br />
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2. Amma<strong>la</strong>rsi di legionellosi dipende da un certo numero di fattori di rischio; tra i più<br />
importanti:<br />
<strong>la</strong> presenza e <strong>la</strong> carica di legionel<strong>la</strong>;<br />
condizioni ideali per <strong>la</strong> moltiplicazione del microrganismo (ad esempio temperatura<br />
compresa tra 20 e 50 °C, presenza di una fonte di nutrimento come alghe, calcare,<br />
ruggine o altro materiale organico);<br />
<strong>la</strong> presenza di tubature con flusso d'acqua minimo o assente;<br />
l'utilizzo di gomma e fibre naturali per guarnizioni e dispositivi di tenuta;<br />
un sistema atto a creare e disseminare goccioline ina<strong>la</strong>bili, ad esempio l'aerosol<br />
generato da un rubinetto, una doccia, una torre di raffr<strong>ed</strong>damento;<br />
<strong>la</strong> presenza (e numero) di individui che possono essere esposti;<br />
suscettibilità degli esposti (ad esempio età, condizioni di salute).<br />
3. In sistemi o ambienti complessi deve essere possibile effettuare un sopralluogo di tutta <strong>la</strong><br />
rete idrica <strong>ed</strong> occorre avere a disposizione un disegno o una mappa aggiornata<br />
dell'impianto che comprenda anche le parti temporaneamente fuori uso. In base al<strong>la</strong><br />
mappa è possibile prev<strong>ed</strong>ere quali siano le sezioni dell'impianto che possono<br />
rappresentare un rischio per gli ospiti o per i dipendenti. L'ispezione del<strong>la</strong> struttura deve<br />
essere accurata per poter identificare eventuali potenziali.<br />
I gestori di <strong>strutture</strong> recettive dovrebbero garantire l’attuazione <strong>delle</strong> seguenti raccomandazioni.<br />
l'acqua calda deve essere mantenuta costantemente ad una temperatura compresa tra<br />
50 e 60 °C. L'acqua in uscita da tutti i rubinetti deve essere molto calda;<br />
l'acqua fr<strong>ed</strong>da deve avere costantemente una temperatura inferiore a 20 °C. Se non è<br />
possibile raggiungere questa temperatura e se una qualsiasi parte dell'impianto<br />
dell'acqua fr<strong>ed</strong>da o <strong>delle</strong> uscite è al di sopra di questa temperatura, dovrebbe essere<br />
effettuato un trattamento che disinfetti l'acqua fr<strong>ed</strong>da;<br />
l'acqua sia calda sia fr<strong>ed</strong>da deve scorrere dai rubinetti e dalle docce <strong>delle</strong> camere non<br />
occupate per alcuni minuti almeno una volta al<strong>la</strong> settimana e comunque sempre prima<br />
che siano rioccupate;<br />
le docce, le cipolle <strong>delle</strong> docce e i rubinetti devono essere mantenuti puliti e privi di<br />
incrostazioni;<br />
le torri di raffr<strong>ed</strong>damento <strong>delle</strong> unità di condizionamento dell'aria devono essere pulite e<br />
disinfettate rego<strong>la</strong>rmente, almeno due volte l'anno;<br />
i filtri dell'acqua rego<strong>la</strong>rmente devono essere puliti e disinfettati ogni 3 mesi o più<br />
frequentemente quando ve ne sia <strong>la</strong> necessità;<br />
i sistemi dell'acqua calda e fr<strong>ed</strong>da con composti devono essere disinfettati con cloro ad<br />
elevata concentrazione per 2 ÷ 4 ore dopo interventi sugli scambiatori di calore e<br />
all'inizio del<strong>la</strong> stagione turistica;<br />
i serbatoi dell'acqua, le torri di raffr<strong>ed</strong>damento e le tubature visibili devono essere<br />
ispezionate mensilmente. Accertarsi che tutte le coperture siano intatte e correttamente<br />
posizionate;<br />
i serbatoi dell'acqua fr<strong>ed</strong>da devono essere, almeno una volta all'anno, disinfettati con<br />
cloro.<br />
Nelle <strong>strutture</strong> <strong>alberghiere</strong> ovvero <strong>ricettive</strong> in cui sia presente una piscina oppure una vasca con<br />
idromassaggio è necessaria l’adozione dei seguenti comportamenti:<br />
trattamento continuo con cloro e concentrazioni control<strong>la</strong>te almeno tre volte al giorno;<br />
almeno <strong>la</strong> metà dell'acqua deve essere sostituita ogni giorno;<br />
i filtri per <strong>la</strong> sabbia devono essere <strong>la</strong>vati in controcorrente quotidianamente;<br />
l'intero sistema deve essere pulito e disinfettato una volta al<strong>la</strong> settimana;<br />
registrazione giornaliera di alcuni parametri associati al trattamento dell'acqua (ad<br />
esempio <strong>la</strong> temperatura e <strong>la</strong> concentrazione del cloro);<br />
assicurarsi che una persona responsabile effettui controlli rego<strong>la</strong>ri.<br />
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7. Misure di prevenzione e protezione<br />
Sul<strong>la</strong> base dei rischi indicati nei capitoli prec<strong>ed</strong>enti sono indicate le misure di prevenzione e<br />
protezione per mitigare il danno.<br />
7.1. Rischi Biologici<br />
La riduzione del<strong>la</strong> probabilità di esposizione ad agenti di tipo biologico può essere conseguita<br />
attraverso l’applicazione <strong>delle</strong> seguenti attività [9]:<br />
Controllo periodico <strong>delle</strong> concentrazioni di disinfettante presente nell’acqua del<strong>la</strong><br />
vasca.<br />
Nel caso di impianti all’aperto, evitare l’accesso e <strong>la</strong> contaminazione con feci di<br />
animali (roditori <strong>ed</strong> uccelli) m<strong>ed</strong>iante pulitura stagionale <strong>ed</strong> idonei sistemi di copertura<br />
(leptospirosi).<br />
Mantenere efficiente il sistema di filtrazione (protozoi).<br />
Promuovere l’uso di sandali, <strong>nelle</strong> docce e <strong>la</strong> pulizia attenta <strong>delle</strong> superfici calpestabili<br />
<strong>ed</strong>, in partico<strong>la</strong>re, del bordo vasca (papillomavirus, Tinea p<strong>ed</strong>is).<br />
Educare i nuotatori, soprattutto più piccoli, a non ri<strong>la</strong>sciare materiali organici in vasca:<br />
vomito, muco, saliva, sudore.<br />
Promuovere, nel caso dei bambini più piccoli, l’impiego di costumi a prova di perdite.<br />
Educare gli utenti a non scambiarsi oggetti personali e di toilette quali sandali, pettini,<br />
spugne, asciugamani, ecc.<br />
7.2. Rischi Chimici<br />
La prevenzione e <strong>la</strong> protezione dai composti chimici può essere ottenuta con l’attuazione <strong>delle</strong><br />
seguenti attività [9]:<br />
Controllo periodico <strong>delle</strong> concentrazioni dei sottoprodotti del<strong>la</strong> disinfezione (linee<br />
Guida OMS per livelli di Cloro, Bromo, ecc.)<br />
Manutenzione accurata del sistema di venti<strong>la</strong>zione per ottimizzare l’allontanamento<br />
dei sottoprodotti vo<strong>la</strong>tili del<strong>la</strong> disinfezione (cloramine)<br />
Educazione e formazione dei natanti ad una maggiore igiene personale prima<br />
dell’ingresso in vasca (ad esempio: fare <strong>la</strong> doccia, attraversare le aree “netta-pi<strong>ed</strong>i”,<br />
non applicare creme e cosmetici, usare <strong>la</strong> cuffia)<br />
Educazione e formazione dei natanti al rispetto di buone norme igieniche (ad esempio:<br />
non ri<strong>la</strong>sciare in vasca urina, muco, feci, ecc.)<br />
Mantenere <strong>la</strong> cubatura ottimale tra superficie del<strong>la</strong> vasca e numero di frequentatori o<br />
natanti presenti: adulti 22 m 2 ; bambini 21,5 m 2 specchio d’acqua/natante.<br />
7.3. Annegamento<br />
Allo scopo di ridurre il rischio di annegamenti per cadute accidentali <strong>nelle</strong> <strong>piscine</strong> è possibile<br />
intervenire con soluzioni tecniche passive o attive e soluzioni organizzative.<br />
Le soluzioni tecniche passive sono costituite da recinzioni e coperture.<br />
La recinzione costituisce un intervento ambientale passivo designato a ridurre gli accessi non<br />
intenzionali al<strong>la</strong> vasca e quindi a prevenire l’annegamento nei bambini in età presco<strong>la</strong>re.<br />
Le coperture devono essere realizzate in materiale sufficientemente resistente da sopportare il<br />
peso di un adulto tuttavia loro stesse non devono costituire causa di annegamento.<br />
Negli Stati Uniti d’America esiste sin dal 1991 una lista <strong>delle</strong> raccomandazioni minime per una<br />
piscina residenziale che indica l’altezza minima del<strong>la</strong> recinzione (almeno 150 centimetri) e abbia<br />
una spaziatura tra le barre non superiore a 10 cm; inoltre, l’adozione di un cancello con<br />
chiusura automatica (self-<strong>la</strong>tching) costituisce un efficace intervento ambientale che riduce gli<br />
accessi non intenzionali alle <strong>piscine</strong>.<br />
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Allo scopo di evitare l’intrappo<strong>la</strong>mento di parti del corpo dell’utente ovvero del <strong>la</strong>voratore, causa<br />
di annegamento, dovrebbero essere attuate sin dal<strong>la</strong> fase di progettazione le seguenti<br />
attenzioni:<br />
disposizione adeguata <strong>delle</strong> bocchette di aspirazione (almeno due per pompa)<br />
possibilità di interruzione imm<strong>ed</strong>iata del drenaggio dell’acqua <strong>nelle</strong> <strong>piscine</strong> attraverso il<br />
rapido accesso al sistema di aspirazione<br />
griglie sulle bocchette di aspirazione per evitare l’intrappo<strong>la</strong>mento dei capelli (utilizzo di<br />
cuffie)<br />
È inoltre opportuno, m<strong>ed</strong>iante idonei sistemi di filtrazione e disinfezione, il mantenimento di un<br />
ottimo grado di trasparenza dell’acqua del<strong>la</strong> vasca.<br />
In Francia è stata posta negli ultimi anni una partico<strong>la</strong>re attenzione all’adozione di misure<br />
preventive degli incidenti rendendo obbligatoria, per le <strong>piscine</strong> private, l’instal<strong>la</strong>zione di<br />
dispositivi di <strong>sicurezza</strong> quali recinzioni, coperture rigide, protezioni e sistemi di al<strong>la</strong>rme a partire<br />
dal 1 gennaio 2004 per tutte le <strong>piscine</strong> di nuova costruzione <strong>ed</strong> a partire dal 1 gennaio 2006 per<br />
le <strong>piscine</strong> già esistenti.<br />
Con riferimento al rischio di annegamento è possibile adottare i seguenti dispositivi di<br />
protezione individuale:<br />
Pertiche (o fioretti) con gaffe di aggancio per recupero e soccorso di persone in pericolo<br />
Salvagente anu<strong>la</strong>re con cima di recupero galleggiante fissata a <strong>strutture</strong> resistenti<br />
Il rischio biologico derivante dall’attività di primo soccorso e rianimazione a persone asfittiche<br />
può essere ridotto adottando il Kit con palloncino AMBU o equivalente.<br />
Al<strong>la</strong>rmi ad immersione possono essere indossati, sotto forma di bracciale, al polso del bambino<br />
ovvero applicando il sensore nel col<strong>la</strong>re dell’animale.<br />
L’eventuale caduta in acqua fa scattare imm<strong>ed</strong>iatamente l’al<strong>la</strong>rme acustico.<br />
Nelle <strong>piscine</strong> aperte al pubblico il servizio di salvataggio deve essere disimpegnato da un<br />
assistente bagnante quando il numero di persone contemporaneamente presenti nello spazio di<br />
attività è superiore alle 20 unità o in vasche con specchi d'acqua di superficie superiore a 50<br />
m 2 .<br />
Il servizio deve essere disimpegnato, invece, da almeno due assistenti bagnanti per vasche con<br />
specchi d'acqua di superficie superiore a 400 m 2 .<br />
Nel caso di vasche adiacenti e ben visibili tra loro il numero degli assistenti bagnanti è calco<strong>la</strong>to<br />
sommando le superfici <strong>delle</strong> vasche <strong>ed</strong> applicando successivamente il rapporto assistenti<br />
bagnanti/superfici d'acqua in ragione di 1 ogni 500 m 2 .<br />
Per vasche oltre 1.000 m 2 dovrà essere aggiunto un assistente bagnante ogni 500 m 2 .<br />
L’assistente bagnante è una persona addetta al servizio di salvataggio e primo soccorso<br />
abilitata dal<strong>la</strong> sezione salvamento del<strong>la</strong> F<strong>ed</strong>erazione Italiana Nuoto ovvero munita di brevetto di<br />
idoneità per i salvataggi in mare ri<strong>la</strong>sciato da società autorizzata dal Ministero dei trasporti e<br />
del<strong>la</strong> navigazione.<br />
Durante l'addestramento di nuotatori il servizio di assistenza agli stessi può essere svolto<br />
dall'istruttore o allenatore in possesso di detta abilitazione del<strong>la</strong> F<strong>ed</strong>erazione Italiana Nuoto.<br />
7.4. Ambiente di <strong>la</strong>voro<br />
Nel caso <strong>delle</strong> <strong>piscine</strong> coperte, nel<strong>la</strong> sezione <strong>delle</strong> attività natatorie e di balneazione, <strong>la</strong><br />
temperatura dell’aria dovrà risultare non inferiore al<strong>la</strong> temperatura dell’acqua in vasca.<br />
L’umidità re<strong>la</strong>tiva dell’aria non dovrà superare in nessun caso il valore limite del 70%.<br />
La velocità dell’aria in corrispondenza <strong>delle</strong> zone utilizzate dai frequentatori non dovrà risultare<br />
superiore a 0,10 m/s e dove essere assicurato un ricambio di aria esterna di almeno 20 m 3 /h<br />
per metro quadrato di vasca.<br />
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Nelle altre zone destinate ai frequentatori (spogliatoi, servizi igienici, pronto soccorso) il<br />
ricambio dell’aria dovrà risultare non inferiore a 4 volumi/h, <strong>la</strong> temperatura dell’aria dovrà<br />
risultare non inferiore a 20 °C.<br />
Nelle sezioni <strong>delle</strong> attività natatorie e di balneazione l’illuminazione artificiale dovrà assicurare<br />
condizioni di visibilità tali da garantire <strong>la</strong> <strong>sicurezza</strong> dei frequentatori <strong>ed</strong> il controllo da parte del<br />
personale. Comunque il livello di illuminamento sul piano del calpestio e sullo specchio d’acqua<br />
non deve essere in nessun punto inferiore a 150 lux.<br />
Nelle altre zone destinate ai frequentatori (spogliatoi, servizi igienici, etc.) l’illuminazione<br />
artificiale dovrà assicurare un livello m<strong>ed</strong>io di almeno 100 lux negli spogliatoi e di 80 lux nei<br />
servizi igienici. In tutti gli ambienti illuminati naturalmente dovrà essere assicurato un fattore<br />
m<strong>ed</strong>io di luce diurna non inferiore al 2%.<br />
Deve essere previsto, per possibili sospensioni di erogazione di energia elettrica, l’impianto di<br />
illuminazione di emergenza.<br />
I requisiti acustici passivi <strong>ed</strong> il rumore generato dall’attività devono essere rispondenti al<strong>la</strong><br />
normativa vigente in materia.<br />
Nel<strong>la</strong> sezione <strong>delle</strong> attività natatorie e di balneazione <strong>delle</strong> <strong>piscine</strong> coperte, il tempo di<br />
riverberazione non dovrà in nessun punto essere superiore a 1,6 sec.<br />
Il bagnino deve essere sottoposto a sorveglianza sanitaria per il rischio di movimentazione dei<br />
carichi e per il rischio da cloro nel caso che sia effettuata <strong>la</strong> clorazione manualmente.<br />
È opportuno proc<strong>ed</strong>ere al<strong>la</strong> formazione <strong>ed</strong> al<strong>la</strong> informazione con partico<strong>la</strong>re riferimento ai<br />
preparati pericolosi utilizzati per il trattamento dell’acqua <strong>ed</strong> all’utilizzo di attrezzature elettriche<br />
per <strong>la</strong> pulizia e gestione <strong>delle</strong> <strong>piscine</strong>.<br />
7.5. Attrezzature (pavimentazione, trampolino, scivoli, scale, ecc.)<br />
Le scale devono avere gradini a pianta rettango<strong>la</strong>re, con alzata e p<strong>ed</strong>ata costanti<br />
rispettivamente non superiori a 17 cm (alzata) e non inferiore a 30 cm (p<strong>ed</strong>ata); le rampe <strong>delle</strong><br />
scale devono essere rettilinee, avere non meno di tre gradini e non più di quindici; i pianerottoli<br />
devono avere <strong>la</strong> stessa <strong>la</strong>rghezza <strong>delle</strong> scale senza al<strong>la</strong>rgamenti e restringimenti; sono<br />
consigliabili nei pianerottoli raccordi circo<strong>la</strong>ri che abbiano <strong>la</strong> <strong>la</strong>rghezza radiale costante <strong>ed</strong><br />
uguale a quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> sca<strong>la</strong>.<br />
Tutte le scale devono essere munite di corrimano sporgenti non oltre le tolleranze<br />
ammesse; le estremità di tali corrimano devono rientrare con accordo nel muro su cui sono<br />
montati.<br />
Lo spazio in una piscina per attività sportiva è costituito dalle vasche e dalle superfici<br />
calpestabili a pi<strong>ed</strong>i nudi ad esse circostanti, definite aree di bordo vasca; l'area di bordo vasca<br />
deve essere realizzata in piano, con pendenza non superiore al 3%, in materiale<br />
antisdrucciolevole, avere <strong>la</strong>rghezza non inferiore a 1,50 m e superficie complessiva non<br />
inferiore al 50% di quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> vasca.<br />
Il rischio di scivo<strong>la</strong>mento può essere ridotto adottando calzature con suo<strong>la</strong> con impronta<br />
antiscivolo come dispositivi di protezione individuale.<br />
E' importante curare <strong>la</strong> progettazione anche del<strong>la</strong> superficie attorno al bacino del<strong>la</strong><br />
piscina non solo quando è un impianto pubblico, ma anche per le piccole realizzazioni private.<br />
Oltre al<strong>la</strong> zona di pertinenza del<strong>la</strong> vasca, l’area di balneazione può essere adibita a<br />
molteplici attività, in ogni caso <strong>la</strong> superficie deve essere igienica, facile da pulire, gradevole al<br />
tatto e soprattutto antiscivolo.<br />
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La valutazione dei pavimenti negli ambienti sportivi e più precisamente per quegli<br />
ambienti umidi adotta <strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssificazione secondo <strong>la</strong> normativa t<strong>ed</strong>esca DIN 51097 che suddivide<br />
le piastrelle in 3 categorie secondo i pericoli di scivo<strong>la</strong>mento.<br />
La norma DIN 51097 consente di valutare <strong>la</strong> resistenza allo scivo<strong>la</strong>mento <strong>delle</strong> persone<br />
e c<strong>la</strong>ssificare il tipo di piastrel<strong>la</strong> applicata:<br />
- negli ambienti umidi esposti a rischio di scivo<strong>la</strong>mento, il metodo previsto dalle<br />
norme DIN, prev<strong>ed</strong>e che una persona cammini su di un piano, rivestito con le<br />
piastrelle da esaminare, mentre il piano è inclinato progressivamente fino a<br />
raggiungere l’angolo in corrispondenza del quale inizia lo scivo<strong>la</strong>mento.<br />
- Sul<strong>la</strong> superficie è distribuito un film di acqua e <strong>la</strong> persona è a pi<strong>ed</strong>i nudi.<br />
- La c<strong>la</strong>ssificazione è fatta in funzione dell’angolo misurato.<br />
7.6. Impianti tecnologici<br />
Gli impianti di filtraggio <strong>ed</strong> igienizzazione <strong>delle</strong> <strong>piscine</strong> termali utilizzando gruppi pompe,<br />
impianti di dosaggio automatico del<strong>la</strong> clorazione dell’acqua <strong>delle</strong> <strong>piscine</strong>, sistemi per <strong>la</strong> pulizia e<br />
raccolta di eventuali residui dal fondo <strong>delle</strong> <strong>piscine</strong>, impianti per <strong>la</strong> realizzazione di giochi<br />
d’acqua <strong>ed</strong> idromassaggi, possono essere molto sofisticati.<br />
Negli alberghi, in cui sono presenti <strong>piscine</strong>, sono adottati sistemi automatici di dosaggio<br />
dei preparati chimici che consentono di evitare le proc<strong>ed</strong>ure manuali da parte degli operatori;<br />
anche <strong>nelle</strong> <strong>piscine</strong> termali sono usati compressori <strong>ed</strong> apparecchiature che devono avere <strong>la</strong><br />
marcatura CE re<strong>la</strong>tiva alle macchine e ai recipienti in pressione.<br />
Il deterioramento <strong>delle</strong> attrezzature e <strong>delle</strong> macchine <strong>nelle</strong> <strong>piscine</strong> è veloce a causa<br />
dell’elevata aggressività <strong>delle</strong> acque trattate. Le foto seguenti riportano alcune situazioni di<br />
deterioramento che possono essere riscontrate <strong>nelle</strong> centrali di trattamento <strong>delle</strong> acque.<br />
Nel caso di clorazione manuale per il travaso di soluzioni concentrate di ipoclorito di<br />
sodio devono essere indossate idonee maschere <strong>ed</strong> occhiali protettivi; analoghe precauzioni<br />
devono essere adottate con le soluzioni di acido cloridrico<br />
Nel caso in cui l’ipoclorito di sodio raggiunga gli occhi o l’epidermide è consigliato un<br />
<strong>la</strong>vaggio del<strong>la</strong> parte colpita con soluzione acquosa al 20% di iposolfito di sodio e quindi un<br />
<strong>la</strong>vaggio abbondante con acqua.<br />
I recipienti con l’iposolfito dovrebbero essere tenuti a disposizione, in luoghi indicati <strong>ed</strong><br />
accessibili per i <strong>la</strong>voratori esposti durante <strong>la</strong> loro attività ad entrare in contatto con soluzioni di<br />
ipoclorito di sodio concentrato.<br />
Sui recipienti che contengono l’ipoclorito deve essere applicato il simbolo “corrosivo”.<br />
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Deve essere posto in atto l’assoluto divieto di stoccare <strong>la</strong> soluzione di ipoclorito di sodio<br />
accanto a quel<strong>la</strong> di acido cloridrico per il pericolo di sviluppo di cloro gassoso, in caso di<br />
contatto accidentale dei prodotti o rottura dei recipienti.<br />
Tutti i recipienti dovrebbero essere contenuti in p<strong>la</strong>tee di contenimento impermeabili e<br />
compatibili con i reagenti chimici conservati.<br />
Durante l’uso di acido cloridrico devono essere impiegati guanti di gomma, maschera <strong>ed</strong><br />
occhiali.<br />
Tutti i DPI utilizzati devono essere conformi al tipo descritto <strong>ed</strong> eventualmente indicato<br />
dalle sch<strong>ed</strong>e di <strong>sicurezza</strong> dei preparati pericolosi da richi<strong>ed</strong>ere al fornitore degli stessi.<br />
La reazione tra ipoclorito di sodio <strong>ed</strong> acido cloridrico libera cloro gassoso, gas irritante e<br />
soffocante, molto più denso dell’aria, per cui ha tendenza a scendere verso il basso,<br />
ristagnando <strong>nelle</strong> fosse e nei locali interrati non sufficientemente venti<strong>la</strong>ti con correnti d’aria<br />
forzata; questo composto rappresenta una notevole insidia per gli operatori nel caso di impianti<br />
posti nei seminterrati, se non adeguatamente aerati. Pertanto prima di acc<strong>ed</strong>ere per eventuali<br />
interventi o manutenzioni a questi locali è necessario venti<strong>la</strong>rli anche ricorrendo al<strong>la</strong><br />
venti<strong>la</strong>zione forzata.<br />
I locali interrati dove sono presenti impianti di clorazione dovrebbero essere dotati di<br />
estrattori d’aria con pescaggio del<strong>la</strong> stessa a livello di pavimento del vano, al fine di consentire<br />
l’evacuazione di eventuale cloro formatosi.<br />
Operazioni dentro vasche, filtri o fosse devono sempre essere compiere dopo una<br />
abbondante aerazione, in presenza di estrattori d’aria in funzione, in più di una persona, con<br />
l’operatore che acc<strong>ed</strong>e al vano o spazio ristretto assicurato con cintura di <strong>sicurezza</strong> e corda di<br />
recupero, perché in caso di malore possa essere recuperato dal personale rimasto in superficie.<br />
Partico<strong>la</strong>re cura deve essere posta nello stoccaggio dei preparati pericolosi. Importante<br />
è l’accesso <strong>la</strong> consultazione e <strong>la</strong> comprensione <strong>delle</strong> sch<strong>ed</strong>e di <strong>sicurezza</strong> dei prodotti utilizzati.<br />
Tra le misure di <strong>sicurezza</strong> da adottare, specie nel<strong>la</strong> conservazione di preparati chimici<br />
tra loro incompatibili (ad esempio ipoclorito di sodio e acido cloridrico), è opportuna <strong>la</strong><br />
conservazione dei serbatoi all’interno di bacini di contenimento di volume tale da raccogliere<br />
eventuali perdite conseguenti al<strong>la</strong> rottura del recipiente. Indicazioni chiare, corr<strong>ed</strong>ate anche dai<br />
re<strong>la</strong>tivi segnali di pericolo, dovrebbero essere apposte, anche in prossimità <strong>delle</strong> bocche di<br />
carico i nomi dei preparati, al fine di non indurre in errore il personale addetto al carico.<br />
Colorare in modo diverso i luoghi destinati a deposito dei preparati più utilizzati, ad<br />
esempio arancione o giallo le aree destinate a contenere i recipienti di acidi (acido cloridrico), in<br />
nero le aree destinate alle basi (ipoclorito di sodio) può evitare il pericolo di mesco<strong>la</strong>mento <strong>delle</strong><br />
sostanze.<br />
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In corrispondenza dei depositi deve essere reso disponibile materiale inerte raccomandato dalle<br />
sch<strong>ed</strong>e di <strong>sicurezza</strong> per neutralizzare eventuali spandimenti.<br />
Le foto seguenti riportano una situazione in cui a <strong>la</strong>to <strong>delle</strong> vasche di contenimento dei<br />
liquidi utilizzati per <strong>la</strong> disinfezione <strong>delle</strong> acque è reso disponibile un contenitore con sabbia<br />
secca pronto all’uso come indicato dalle sch<strong>ed</strong>e di <strong>sicurezza</strong> del prodotto.<br />
La protezione degli operatori riguardo ai rischi residui può essere attuata utilizzando i<br />
dispositivi di protezione individuali proposti nel<strong>la</strong> seguente tabel<strong>la</strong>.<br />
Protezione DPI utilizzabile<br />
Mani da prodotti chimici e<br />
agenti biologici<br />
Vie respiratorie da vapori <strong>ed</strong> occhi<br />
da gas <strong>ed</strong> aerosol di natura chimica<br />
Occhi da spruzzi di sostanze acide<br />
o caustiche<br />
Persona da asfissia da gas per<br />
soccorso a persone in ambienti chiusi<br />
(invasi da fumo o vapori tossici)<br />
7.7. Impianto elettrico<br />
Guanti <strong>la</strong>ttice naturale a perdere con marchio per<br />
rischio chimico e biologico – Norma rif. EN 374<br />
Maschera coprente il volto per vapori, gas <strong>ed</strong><br />
aerosol di natura chimica – Norma rif. EN 136<br />
Occhiali trasparenti in policarbonato con lenti<br />
antigraffio <strong>ed</strong> antiurto con eventuale copriocchiale<br />
universale se indossati occhiali da vista<br />
Norma rif. EN 166<br />
Autorespiratore monobombo<strong>la</strong><br />
per pronto intervento<br />
La nuova Norma CEI 64-8, sezione 702, tratta dei provv<strong>ed</strong>imenti aggiuntivi da adottare<br />
negli impianti elettrici <strong>delle</strong> <strong>piscine</strong> e <strong>delle</strong> fontane [5].<br />
La vecchia <strong>ed</strong>izione contemp<strong>la</strong>va già le <strong>piscine</strong> mentre le fontane non costituivano<br />
oggetto di normazione.<br />
Le prescrizioni sono applicate agli impianti elettrici instal<strong>la</strong>ti <strong>nelle</strong> vasche <strong>delle</strong> <strong>piscine</strong>,<br />
comprese quelle adibite a p<strong>ed</strong>iluvio, e <strong>nelle</strong> fontane <strong>ed</strong> a quelli instal<strong>la</strong>ti <strong>nelle</strong> imm<strong>ed</strong>iate<br />
vicinanze dove il rischio di elettrocuzione è più elevato per <strong>la</strong> presenza di acqua.<br />
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In partico<strong>la</strong>re, per quanto riguarda le fontane, <strong>la</strong> Norma considera quelle non accessibili<br />
ovvero che non sono raggiungibili senza l'aiuto di scale o di mezzi simili; nel caso di fontane<br />
che possono essere, anche illecitamente, raggiunte e occupate dalle persone occorre applicare<br />
prescrizioni più severe, le stesse richieste per le <strong>piscine</strong>.<br />
Sono escluse dal<strong>la</strong> sezione 702 le <strong>piscine</strong> trattate da apposite norme di prodotto, i bacini<br />
naturali, i <strong>la</strong>ghi, le aree costiere o aree simili, a meno che non si tratti di aree progettate<br />
espressamente per venire utilizzate come <strong>piscine</strong>.<br />
In re<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong> pericolosità e ai provv<strong>ed</strong>imenti da adottare per <strong>la</strong> <strong>sicurezza</strong> <strong>delle</strong><br />
<strong>piscine</strong>, incassate (fig. 1) e non incassate (fig.2), è possibile individuare tre zone:<br />
Zona 0<br />
Zona 1<br />
Zona 2<br />
Comprende i volumi permanentemente occupati dall'acqua e rappresentati dalle<br />
vasche e dai p<strong>ed</strong>iluvi.<br />
Costituisce il volume che Inizia dal bordo del<strong>la</strong> vasca, per una distanza di 2 m in<br />
orizzontale e a partire dal pavimento per una distanza di 2,5 m in verticale.<br />
In presenza di superfici calpestabili (scivoli, trampolini, piattaforme per tuffi o altro),<br />
<strong>la</strong> zona 1 è estesa per 1,5 m in orizzontale e 2,5 m in verticale, a partire dal<strong>la</strong><br />
superficie.<br />
È il volume circostante che parte dal limite del<strong>la</strong> zona 1 esteso in orizzontale per<br />
una distanza di 1,5 m e in verticale per una distanza di 2,5 m.<br />
I limiti di questa zona possono essere ridotti interponendo <strong>delle</strong> pareti fisse.<br />
Fig. 1 - Suddivisione in zone, secondo <strong>la</strong> pericolosità, intorno al<strong>la</strong> vasca e ai p<strong>ed</strong>iluvi in una<br />
piscina incassata<br />
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La presenza di ostacoli fissi di altezza non inferiore a 2,5m modifica le zone secondo <strong>la</strong><br />
rego<strong>la</strong> del filo teso. In figura 3 è riportato un esempio esplicativo di come è modificato il limite<br />
<strong>delle</strong> zone 1 con il filo teso lungo 2m e il limite <strong>delle</strong> zone 3 con il filo teso lungo 3,5m.<br />
La c<strong>la</strong>ssificazione in zone del<strong>la</strong> piscina influenza <strong>la</strong> scelta dei sistemi di protezione e dei<br />
componenti instal<strong>la</strong>bili. In generale non sono permesse le misure di protezione m<strong>ed</strong>iante<br />
ostacoli e distanziamento, per mezzo di locali non conduttori e per mezzo di collegamenti<br />
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equipotenziali non connessi a terra. Adottando circuiti di tipo SELV, indipendentemente dal<br />
valore nominale del<strong>la</strong> tensione, le parti attive devono essere protette contro i contatti diretti<br />
tramite barriere od involucri che presentino almeno il grado di protezione IPXXB oppure<br />
m<strong>ed</strong>iante un iso<strong>la</strong>mento continuo in grado di sopportare una tensione di prova di 500 V per 1<br />
minuto. Al di fuori di queste zone l'impianto elettrico può essere realizzato seguendo le regole<br />
generali.<br />
Nel<strong>la</strong> Zona 0 è vietata l'instal<strong>la</strong>zione di qualsiasi apparecchiatura elettrica ad eccezione<br />
di quelle strettamente necessarie che devono però essere specificatamente destinate<br />
all'instal<strong>la</strong>zione subacquea e alimentate, per mezzo di circuiti SELV ad una tensione nominale<br />
non superiore a 12 V in corrente alternata (c.a.) o a 30 V in corrente continua (c.c.), con<br />
sorgente di <strong>sicurezza</strong> instal<strong>la</strong>ta al di fuori <strong>delle</strong> zone pericolose.<br />
Le condutture che entrano nel<strong>la</strong> Zona 0 devono essere limitate a quelle necessarie<br />
all'alimentazione degli apparecchi utilizzatori collocati in tali zone e possono essere anche con<br />
guaina o rivestimento metallico purché connessi al collegamento equipotenziale supplementare<br />
(fig. 4).<br />
Sono vietate in zona 0 giunzioni, derivazioni, prese a spina, dispositivi di protezione,<br />
sezionamento e comando che devono essere collocati in zona 2 o più convenientemente fuori<br />
dalle zone pericolose. E' ammesso invece l'uso di apparecchi utilizzatori previsti per uno<br />
specifico funzionamento all'interno <strong>delle</strong> <strong>piscine</strong> (ad esempio apparecchi per <strong>la</strong> pulizia del<strong>la</strong><br />
vasca), a condizione che non ci siano persone all'interno del<strong>la</strong> vasca, se alimentati tramite<br />
circuiti protetti con uno dei seguenti sistemi di alimentazione:<br />
• SELV con tensione non superiore a 50 V in c.a. o 120 V in c.c;<br />
• direttamente dal<strong>la</strong> rete con interruzione automatica del<strong>la</strong> alimentazione m<strong>ed</strong>iante un<br />
interruttore differenziale avente corrente differenziale nominale Idn non superiore a 30<br />
mA;<br />
• separazione elettrica con ogni apparecchio utilizzatore alimentato singo<strong>la</strong>rmente.<br />
Le sorgenti di alimentazione del sistema SELV e per separazione elettrica devono però<br />
essere situate fuori dalle zone pericolose o anche in zona 2 se il circuito di alimentazione<br />
primario è protetto da un dispositivo di protezione a corrente differenziale avente corrente<br />
nominale Idn non superiore a 30 mA. Le prese a spina dei circuiti che alimentano tali apparecchi<br />
utilizzatori <strong>ed</strong> i re<strong>la</strong>tivi apparecchi di comando devono essere dotati di una opportuna<br />
segna<strong>la</strong>zione che avvisi l'utente che questi apparecchi devono essere utilizzati solo quando <strong>la</strong><br />
vasca del<strong>la</strong> piscina non è occupata da bagnanti.<br />
Per l'illuminazione <strong>delle</strong> vasche devono essere impiegati solo apparecchi di<br />
illuminazione destinati ad essere utilizzati nell'acqua o a contatto con l'acqua. Devono essere<br />
ad instal<strong>la</strong>zione fissa e conformi al<strong>la</strong> Norma CEI EN 60598-2-18 (CEI 34-36) appositamente<br />
costruiti per l'impiego in piscina con grado di protezione minimo IPX8 e devono essere<br />
alimentati tramite SELV a 12 V in c.a. e 30 V in c.c. con <strong>la</strong> sorgente di <strong>sicurezza</strong> instal<strong>la</strong>ta fuori<br />
dalle zone 0, 1 e 2.<br />
Nell'istal<strong>la</strong>zione di proiettori collocati al di fuori del<strong>la</strong> zona 0, dietro oblò stagni <strong>ed</strong><br />
alimentati dal retro dell'oblò stesso, occorre adottare opportuni accorgimenti atti ad evitare<br />
contatti intenzionali o accidentali tra qualsiasi massa degli apparecchi di illuminazione <strong>ed</strong><br />
eventuali parti conduttrici degli oblò.<br />
La zona 1 è meno pericolosa del<strong>la</strong> zona 0 ma anche in questa zona valgono in generale<br />
le stesse prescrizioni per le condutture e per gli apparecchi utilizzatori specificatamente previsti<br />
per le <strong>piscine</strong> e sono vietate le giunzioni, le derivazioni, le prese a spina, i dispositivi di<br />
protezione, sezionamento e comando che devono essere instal<strong>la</strong>ti al di fuori di tale zona. Se i<br />
componenti elettrici sono fissi e specifici per l'impiego in piscina, ad esempio gruppi per<br />
l'idromassaggio, l'alimentazione può anche non essere SELV a 12 V ma devono essere<br />
soddisfatte le seguenti prescrizioni:<br />
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AIAS DOCUMENTO TECNICO OPERATIVO N.4/2010 ©<br />
I componenti devono essere protetti da involucri aventi un iso<strong>la</strong>mento almeno di c<strong>la</strong>sse<br />
II, in grado di fornire una protezione contro gli urti di m<strong>ed</strong>ia severità e devono essere<br />
accessibili solo attraverso un portello apribile con una chiave o un attrezzo. Il cavo di<br />
alimentazione <strong>ed</strong> i dispositivi di interruzione principali devono fornire una protezione di<br />
c<strong>la</strong>sse II e il portello deve essere interbloccato in modo da provocare con l'apertura<br />
l'interruzione di tutti i conduttori attivi.<br />
Il circuito di alimentazione di questi componenti elettrici deve essere protetto m<strong>ed</strong>iante<br />
una <strong>delle</strong> seguenti misure di protezione:<br />
• SELV ad una tensione nominale non superiore a 25 V in c.a od a 60 V in c.c.,<br />
con <strong>la</strong> sorgente di <strong>sicurezza</strong> instal<strong>la</strong>ta al di fuori <strong>delle</strong> Zone 0, 1 e 2;<br />
• interruzione automatica del<strong>la</strong> alimentazione m<strong>ed</strong>iante interruttore differenziale<br />
con corrente differenziale nominale Idn non superiore a 30 mA;<br />
• separazione elettrica, con alimentazione di un solo apparecchio utilizzatore e con<br />
<strong>la</strong> sorgente di alimentazione instal<strong>la</strong>ta al di fuori <strong>delle</strong> Zone 0, 1.e 2.<br />
Nelle piccole <strong>piscine</strong> (per “picco<strong>la</strong> piscina” si intende una piscina nel<strong>la</strong> quale, per<br />
mancanza di spazio, non esiste una Zona 2), è permesso instal<strong>la</strong>re apparecchi di illuminazione<br />
(gli apparecchi di illuminazione devono però essere posti entro involucri aventi un iso<strong>la</strong>mento<br />
almeno di c<strong>la</strong>sse II od equivalente e devono fornire una protezione contro gli urti meccanici di<br />
m<strong>ed</strong>ia severità tipica <strong>delle</strong> costruzioni di tipo industriale), prese a spina, interruttori e altri<br />
dispositivi di comando (preferibilmente provvisti di coperchi o p<strong>la</strong>cche iso<strong>la</strong>nti ) anche nel<strong>la</strong> zona<br />
1 purché siano fuori dal<strong>la</strong> portata di mano, instal<strong>la</strong>ti a 0,3 m dal pavimento ad almeno 1,25 m<br />
dal limite del<strong>la</strong> Zona 0, e siano protetti m<strong>ed</strong>iante:<br />
• SELV (25 V c.a. in generale o 50 V c.a. per gli apparecchi di illuminazione), con<br />
<strong>la</strong> sorgente di <strong>sicurezza</strong> instal<strong>la</strong>ta al di fuori <strong>delle</strong> Zone 0 <strong>ed</strong> 1;<br />
• separazione elettrica con <strong>la</strong> sorgente di alimentazione di ogni singolo utilizzatore<br />
instal<strong>la</strong>ta al di fuori <strong>delle</strong> Zone 0 <strong>ed</strong> 1.<br />
• un interruttore differenziale avente corrente differenziale nominale Idn non<br />
superiore a 30 mA<br />
Nel<strong>la</strong> Zona 1 il grado di protezione non deve essere inferiore a IPX5 mentre per le<br />
piccole <strong>piscine</strong> al coperto dove normalmente non si utilizzano getti d'acqua per le pulizie il<br />
grado di protezione minimo può essere IPX4. Possono essere instal<strong>la</strong>ti elementi elettrici<br />
riscaldanti, se annegati sotto al pavimento, purché ricoperti da una griglia metallica connessa<br />
all'impianto di terra.<br />
Nel<strong>la</strong> Zona 2 sono permessi tutti i componenti indicati per <strong>la</strong> zona uno. Oltre a questi<br />
sono ammesse anche prese a spina, interruttori e altri dispositivi di comando a condizione che i<br />
circuiti siano alimentati tramite una <strong>delle</strong> seguenti misure di protezione:<br />
• SELV (50 V c.a.) , con <strong>la</strong> sorgente di alimentazione instal<strong>la</strong>ta al di fuori <strong>delle</strong><br />
Zone 0, 1 e 2. La sorgente di <strong>sicurezza</strong> può essere instal<strong>la</strong>ta nel<strong>la</strong> Zona 2 se il<br />
suo circuito di alimentazione è protetto da un interruttore differenziale avente<br />
corrente differenziale nominale Idn non superiore a 30 mA;<br />
• interruzione automatica del<strong>la</strong> alimentazione ottenuta m<strong>ed</strong>iante un interruttore<br />
differenziale con corrente differenziale nominale Idn non superiore a 30 mA;<br />
• separazione elettrica, con sorgente di alimentazione di un solo apparecchio<br />
utilizzatore e con <strong>la</strong> sorgente di alimentazione instal<strong>la</strong>ta al di fuori <strong>delle</strong> Zone 0, 1<br />
e 2. Questa sorgente può essere instal<strong>la</strong>ta nel<strong>la</strong> Zona 2 se il suo circuito di<br />
alimentazione è protetto da un interruttore differenziale concorrente differenziale<br />
nominale Idn non superiore a 30 mA.<br />
Nel<strong>la</strong> zona 2 i gradi di protezione minimi non devono essere inferiori a IPX2 per le<br />
<strong>piscine</strong> al coperto, IPX4 per le <strong>piscine</strong> all'aperto, IPX5 nel caso siano utilizzati getti d'acqua per<br />
<strong>la</strong> pulizia.<br />
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AIAS DOCUMENTO TECNICO OPERATIVO N.4/2010 ©<br />
I collegamenti equipotenziali principali (EQP) devono essere sempre realizzati. Oltre a<br />
questi, localmente, devono essere effettuati i collegamenti equipotenziali supplementari (EQS)<br />
collegando ad un nodo equipotenziale tutte le masse estranee <strong>delle</strong> Zone 0, 1 e 2 con i<br />
conduttori di protezione di tutte le masse collocate in queste Zone (fig.4).<br />
Il nodo deve essere accessibile e i collegamenti facilmente individuabili e scollegabili per<br />
eventuali misure o manutenzioni.<br />
I collegamenti alle tubazioni metalliche è sufficiente che siano effettuati all'ingresso dei<br />
locali e <strong>la</strong> connessione fra i tubi e il conduttore equipotenziale non è necessario che siano<br />
accessibili.<br />
Un pavimento normalmente bagnato che presenta una resistenza verso terra inferiore a<br />
50 kΩ è da ritenere conduttore e come tale deve essere considerato una massa estranea. In<br />
questo caso deve essere prevista una griglia metallica (o un pavimento metallico) annegata nel<br />
pavimento o nel terreno del<strong>la</strong> piscina e collegata in equipotenzialità al nodo equipotenziale.<br />
Se sono stati eseguiti i collegamenti equipotenziali principali (<strong>ed</strong> eventualmente<br />
supplementari) collegando in equipotenzialità anche i ferri d'armatura, oppure se il dispersore è<br />
ottenuto tramite una corda interrata ad anello attorno al perimetro dell'<strong>ed</strong>ificio, il pavimento si<br />
trova all'interno del<strong>la</strong> zona di influenza del collegamento equipotenziale e quindi può essere<br />
evitata, anche se il pavimento è conduttore, <strong>la</strong> griglia equipotenziale sotto al pavimento (fig. 5).<br />
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AIAS DOCUMENTO TECNICO OPERATIVO N.4/2010 ©<br />
7.8. Antincendio<br />
Il tito<strong>la</strong>re dell’impianto, per garantire <strong>la</strong> perfetta gestione del<strong>la</strong> <strong>sicurezza</strong> deve<br />
pr<strong>ed</strong>isporre un piano finalizzato al mantenimento <strong>delle</strong> condizioni di <strong>sicurezza</strong>, al rispetto dei<br />
divieti, <strong>delle</strong> limitazioni e <strong>delle</strong> condizioni di esercizio e a garantire <strong>la</strong> <strong>sicurezza</strong> <strong>delle</strong> persone in<br />
caso di emergenza.<br />
In generale il piano dovrà contenere gli elementi di base di in piano del<strong>la</strong> <strong>sicurezza</strong> di un<br />
piano sportivo elementare; inoltre, il piano del<strong>la</strong> <strong>sicurezza</strong> dovrà riportare l’indicazione del<strong>la</strong><br />
capacità del<strong>la</strong> zona spettatori, nonché il massimo affol<strong>la</strong>mento ipotizzabile nello spazio di<br />
attività sportiva.<br />
La densità di affol<strong>la</strong>mento di una piscina deve essere calco<strong>la</strong>ta nel<strong>la</strong> misura di 2 m 2 di<br />
specchio d'acqua per ogni bagnante.<br />
Nel piano dovrà inoltre essere evidenziato (art. 4) il luogo in cui fare riferimento in caso<br />
di emergenza.<br />
Presso l’impianto dovrà essere sempre disponibile il piano del<strong>la</strong> <strong>sicurezza</strong> che conterrà<br />
tutte le informazioni utili per gli addetti al soccorso.<br />
Parte integrante del piano del<strong>la</strong> <strong>sicurezza</strong> è il registro dei controlli periodici <strong>delle</strong> <strong>strutture</strong><br />
fisse o mobile del<strong>la</strong> zona spettatori e <strong>delle</strong> certificazioni richieste dal<strong>la</strong> normativa vigente in<br />
materia di <strong>sicurezza</strong>, nonché eventuale verbale di omologazione ri<strong>la</strong>sciato dalle f<strong>ed</strong>erazioni<br />
sportive interessate.<br />
Il dimensionamento <strong>delle</strong> uscite di emergenza dipende dal massimo affol<strong>la</strong>mento<br />
consentito; esso è valutabile sul<strong>la</strong> base <strong>delle</strong> seguenti densità di affol<strong>la</strong>mento, fissate in:<br />
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AIAS DOCUMENTO TECNICO OPERATIVO N.4/2010 ©<br />
- <strong>piscine</strong>: 0,5 persone/m 2 (art. 14 del D. M. dell’Interno 18 marzo 1996 sugli impianti<br />
sportivi);<br />
- aree termali e altre aree comuni a servizi del pubblico: 0,4 persone/m 2 (punto 7.1 del<br />
D. M. dell’Interno 9 aprile 1994 sulle <strong>strutture</strong> <strong>ricettive</strong>).<br />
-<br />
8. Bibliografia<br />
[1] World Health Organization - Guidelines for safe recreational waters. Swimming pools, spas<br />
and simi<strong>la</strong>r recreational water environments. Geneva: WHO; 2006.<br />
[2] Istituto Superiore di Sanità - Piscine ad uso natatorio: aspetti igienico-sanitari e gestionali<br />
per l’applicazione del<strong>la</strong> nuova normativa. A cura di Lucia Bonadonna e Giancarlo Donati -<br />
2007, iv, 134 p. Rapporti ISTISAN 07/11<br />
[3] M. Giustini, P. Ade, F. Taggi, E. Funari – Incidenti in aree di balneazione – Annuario Istituto<br />
Superiore Sanità 2003; 39(1); 69-76<br />
[4] Quaderni per <strong>la</strong> salute e <strong>la</strong> <strong>sicurezza</strong> – Le <strong>piscine</strong> – ISPESL, 2006<br />
[5] Rischi e caratteristiche di qualità igienico sanitaria degli impianti natatori – Istituto Superiore<br />
Sanità 2004<br />
[6] F<strong>ed</strong>erazione Italiana Nuoto – settore impianti– normativa degli impianti (estratto da<br />
normativa FINA)<br />
[7] A.U.S.L. Cesena – Dip. Sanità Pubblica - Prevenzione e controllo del rischio da esposizione<br />
a legionel<strong>la</strong><br />
[8] Decreto del Ministero del<strong>la</strong> Sanità del 11-07-1991 - Atto di intesa tra Stato e Regioni re<strong>la</strong>tivo<br />
agli aspetti igienico-sanitari concernenti <strong>la</strong> costruzione, <strong>la</strong> manutenzione e <strong>la</strong> vigi<strong>la</strong>nza <strong>delle</strong><br />
<strong>piscine</strong> ad uso natatorio<br />
[9] Dipartimento di Prevenzione ASL NA2 Servizio di Igiene e Sanità Pubblica (a cura di) e<br />
Catt<strong>ed</strong>ra di Igiene <strong>ed</strong> Epidemiologia Università degli Studi di Napoli “Parthenope” –<br />
Sicurezza e salute in piscina - uso ricreativo <strong>delle</strong> acque: problemi igienico-sanitari,<br />
riferimenti normativi e buone norme di comportamento.<br />
9. Siti internet<br />
[1] Associazione Italiana dei Costruttori di <strong>piscine</strong>: www.asso<strong>piscine</strong>.it<br />
[2] Elements de protection pour <strong>piscine</strong>s enterrees non closes privatives a usage individuel ou<br />
collectif barrieres de protection et moyens d’acces au bassin exigences de securite et<br />
moyens d’acces: www.afnor.org/artisans-et-tpe/pdf/NFP90-306.pdf<br />
[3] Normativa francese re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> <strong>sicurezza</strong> <strong>delle</strong> <strong>piscine</strong>:<br />
http://portailgroupe.afnor.fr/v3/espace_information/normesreglementation/<strong>piscine</strong>s_proprieta<br />
ires.htm<br />
[4] Profilo di rischio settore alberghiero con cure termali:<br />
www.ispesl.it/Profili_di_rischio/Alberghiero/termali.pdf<br />
[5] Le <strong>piscine</strong> e le fontane secondo <strong>la</strong> nuova Norma 64-8: www.elektro.it<br />
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10. Allegato: esempio di rego<strong>la</strong>mento di una piscina pubblica<br />
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REGOLAMENTO DI PARTECIPAZIONE ALLE ATTIVITÀ<br />
E NORME SUL COMPORTAMENTO PER L'UTENZA<br />
La piscina è un impianto sportivo destinato al<strong>la</strong> pratica del nuoto. L'utenza deve<br />
conformare il suo comportamento a questa finalità <strong>ed</strong> evitare tutto quanto possa disturbare i<br />
frequentatori nell’esercizio di tale pratica.<br />
L'utente il cui comportamento provochi disturbo sarà allontanato dall'impianto.<br />
NORME GENERALI<br />
Art. 1 – Le persone che frequentano <strong>la</strong> piscina devono prendere visione di questo<br />
rego<strong>la</strong>mento, e comunque non possono invocarne l’ignoranza.<br />
Art. 2 – Il personale di servizio è autorizzato ad intervenire per far osservare il presente<br />
rego<strong>la</strong>mento e può espellere eventuali trasgressori.<br />
Art. 3 – Coloro che contravverranno al presente rego<strong>la</strong>mento o alle norme di Polizia<br />
Urbana, saranno soggetti ad ammenda e ad espulsione.<br />
Art. 4 – Per le contravvenzioni alle norme del presente rego<strong>la</strong>mento che non comportino<br />
il rimborso dei danni arrecati alle attrezzature del<strong>la</strong> piscina o da terzi, l'importo dell'ammenda e<br />
quello stabilito dal Consiglio Comunale per le contravvenzioni.<br />
Art. 5 – I danni arrecati alle attrezzature per negligenza o inosservanza <strong>delle</strong> presenti<br />
disposizioni dovranno essere indennizzati dal responsabile imm<strong>ed</strong>iatamente e prima dell’ uscita<br />
dall'impianto; in tale circostanza gli oggetti dei responsabili costituiranno deposito di garanzia.<br />
NORME GENERALI PER L'UTENZA DEL PUBBLICO BAGNANTE<br />
Art. 6 – Il pubblico dovrà attenersi all'orario di apertura e di chiusura affisso all'ingresso<br />
del<strong>la</strong> piscina e dovrà consegnare un documento d'identità valido (patente - carta d'identità -<br />
passaporto) al<strong>la</strong> Segreteria.<br />
Art. 7 – Gli utenti saranno avvisati al termine di ogni turno di balneazione m<strong>ed</strong>iante<br />
segna<strong>la</strong>zione acustica. Non potranno attardarsi negli spogliatoi oltre <strong>la</strong> mezz’ora dal termine del<br />
turno.<br />
Art. 8 – Il biglietto d'ingresso o re<strong>la</strong>tivo contrassegno numerato dovrà essere esibito in<br />
qualsiasi momento su richiesta degli incaricati al controllo.<br />
Art. 9 – I ragazzi di età inferiore ai dodici anni non potranno acc<strong>ed</strong>ere al<strong>la</strong> piscina se non<br />
accompagnati da persone maggiorenni che se ne assumano totalmente <strong>la</strong> responsabilità.<br />
Art. 10 – I frequentatori sono invitati a depositare presso <strong>la</strong> segretaria i valori (denaro,<br />
orologi, preziosi, ecc.) <strong>la</strong> direzione non risponde dei valori non depositati. La custodia del valori<br />
e gratuita.<br />
Art. 11 – I bagnanti devono vestirsi e rivestirsi negli spogliatoi rispettando il reparto<br />
assegnato agli uomini e alle donne. Gli indumenti e gli effetti personali non possono essere<br />
abbandonati negli spogliatoi, ma ordinatamente appesi agli attaccapanni.<br />
Art. 12 – È severamente vietato fare <strong>la</strong> doccia e muoversi negli spogliatoi senza<br />
costume.<br />
Art 13 – I bagnanti non potranno occupare le corsie riservate alle attività didattiche.<br />
NORME IGIENICHE<br />
Art. 14 – Nell'impianto (spogliatoi, ambiente vasca) è vietato fumare.<br />
Art.15 – È severamente vietato entrare negli spogliatoi con le scarpe. Le stesse devono<br />
essere riposte ordinatamente <strong>nelle</strong> apposite scarpiere e calzate soltanto al momento dell’uscita.<br />
Art. 16 – Non possono acc<strong>ed</strong>ere al<strong>la</strong> piscina coloro che sono affetti da ma<strong>la</strong>ttie infettive,<br />
cutanee o ferite aperte. La direzione del<strong>la</strong> piscina ha <strong>la</strong> facoltà di far sottoporre in ogni momento<br />
a visita m<strong>ed</strong>ica di controllo i soggetti sospetti portatori <strong>delle</strong> affezioni sopra riportate.<br />
Art. 17 – Le persone affette da epilessia sono invitate a segna<strong>la</strong>re il loro stato di salute<br />
per evitare gravi incidenti a se stessi <strong>ed</strong> agli altri bagnanti.<br />
Art. 18 – È vietato entrare in vasca in stato di ebbrezza.<br />
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Art. 19 – Al locale vasca si acc<strong>ed</strong>e previa doccia saponata obbligatoria, in costume da<br />
bagno, con zoccoli di legno o di gomma. E' inoltre obbligatorio che l’ingresso in piano vasca<br />
avvenga attraverso gli appositi passaggi <strong>la</strong>vapi<strong>ed</strong>i e docce che garantiscono <strong>la</strong> pulizia del<br />
bagnante.<br />
Art. 20 – In piscina gli utenti e gli allievi dei corsi di nuoto devono presentarsi digiuni o<br />
avendo consumato solo una leggera co<strong>la</strong>zione o che siano trascorse almeno tre ore da un<br />
pasto completo.<br />
Art. 21 – In vasca e obbligatorio l'uso del<strong>la</strong> cuffia che deve contenere tutti i capelli. È<br />
vietato circo<strong>la</strong>re nel<strong>la</strong> zona vasca e nel percorsi pi<strong>ed</strong>i nudi, indossando calzature che non siano<br />
zoccoli o ciabattine di gomma riservate a questo unico uso. Ad evitare infezioni si consiglia il<br />
costante uso di zoccoli o ciabattine di gomma.<br />
Art. 22 – In vasca e vietato sputare, orinare nell'acqua del<strong>la</strong> vasca, nonché commettere<br />
altre azioni consimili. Oltre a rappresentare un basso grado dl civica <strong>ed</strong>ucazione, costituisce un<br />
attentato al<strong>la</strong> salute pubblica.<br />
Art. 23 – È fatto obbligo servirsi in ogni locale degli appositi cestini per i rifiuti di qualsiasi<br />
genere.<br />
Art. 24 – È vietato acc<strong>ed</strong>ere vestiti al locale vasca, svestirsi e rivestirsi nello stesso.<br />
Art. 25 – Per ragioni d'ordine e di <strong>sicurezza</strong>, è vietato correre nello spazio attorno al<strong>la</strong><br />
vasca, schiamazzare o alzare <strong>la</strong> voce, tuffarsi con rincorsa, fare giochi in acqua che, creando<br />
confusione imp<strong>ed</strong>iscono <strong>la</strong> sorveglianza degli assistenti bagnanti; in partico<strong>la</strong>re e proibito il<br />
gioco con <strong>la</strong> pal<strong>la</strong>, usare <strong>la</strong> maschera subacquea e le pinne. Gli occhiali da nuoto debbono<br />
avere le lenti in p<strong>la</strong>stica. È vietato inoltre l’ingresso nell'impianto ai cani od altri animali anche al<br />
guinzaglio.<br />
Art. 26 – Nelle ore riservate al pubblico bagnante sono assolutamente vietate le<br />
immersioni in apnea.<br />
Art. 27 – Gli utenti principianti potranno fare uso di materiale didattico (salvagente,<br />
tavolette, ecc..), per <strong>la</strong> cui consegna dovranno rivolgersi al personale di vasca.<br />
Art 28 – Per evidenti ragioni di <strong>sicurezza</strong> e vietata l'introduzione in tutto l'impianto<br />
(spogliatoi, ambiente vasca, atrio, ecc.) di contenitori e oggetti di vetro e di metallo.<br />
NORME GENERALI PER L'UTENZA DEI CORSI DI NUOTO<br />
Art. 29 – Gli iscritti ai corsi di nuoto devono rispettare il turno e 1'orario prescelto e<br />
fissato al momento dell'iscrizione. I turni prescelti non sono modificabili senza l’autorizzazione<br />
del<strong>la</strong> Segreteria.<br />
Art. 30 – Per nessun motivo saranno concessi recuperi di lezioni oltre <strong>la</strong> data di<br />
scadenza fissata all’atto dell’iscrizione.<br />
Art. 31 – Le tessere d’iscrizione e di abbonamento sono strettamente personali e quindi<br />
non c<strong>ed</strong>ibili; dovranno essere consegnate in segreteria per <strong>la</strong> vidimazione all' entrata e ritirata<br />
all'uscita al termine del<strong>la</strong> lezione.<br />
Art. 32 – L’ingresso negli spogliatoi è consentito soltanto 5 minuti prima dell’inizio <strong>delle</strong><br />
attività. Le operazioni prec<strong>ed</strong>enti e susseguenti <strong>la</strong> lezione devono svolgersi ordinatamente.<br />
Art. 33 – Gli accompagnatori dei bambini iscritti ai corsi non possono acc<strong>ed</strong>ere agli<br />
spogliatoi <strong>ed</strong> al locale vasca senza esplicita autorizzazione del responsabile dell'impianto. I<br />
genitori e/o accompagnatori degli allievi di età inferiore o pari a 5 anni potranno acc<strong>ed</strong>ere ai<br />
locali spogliatoi solo se muniti di ciabatte di gomma.<br />
Art. 34 – Gli allievi durante le lezioni devono attenersi alle disposizioni dell' Istruttore di<br />
nuoto. Gli allievi trarranno maggior profitto dall'insegnamento se le lezioni si svolgeranno<br />
nell'ordine e nel silenzio. Nessuno può allontanarsi durante le lezioni senza autorizzazione del<br />
proprio Istruttore.<br />
Art. 35 – È fatto divieto ai genitori e/o accompagnatori assistere alle lezioni dai locali<br />
spogliatoi o dal piano vasca.<br />
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Art. 36 – È fatto divieto a chiunque comunicare <strong>ed</strong> intervenire con gli allievi e con gli<br />
Istruttori durante le ore di lezione. Saranno consentiti i colloqui con gli istruttori solo nel cambio<br />
dell' ora di lezione se disponibili.<br />
Art. 37 – I frequentatori dei corsi sono tenuti a conoscere e ad osservare le norme<br />
stabilite dal rego<strong>la</strong>mento d'uso dell'impianto.<br />
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