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UNIVERSITA' E CORTE DI SOMMA I CAPITOLI - angelo di mauro

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Angelo Di Mauro<br />

UNIVERSITA’ E <strong>CORTE</strong> <strong>DI</strong> <strong>SOMMA</strong><br />

I <strong>CAPITOLI</strong><br />

ANGELO <strong>DI</strong> MAURO, nato a Somma Vesuviana nel<br />

Quartiere Murato, vive e lavora a Salerno.<br />

Dopo la produzione poetica degli anni settanta, (ED E' IL<br />

TEMPO, PAESACCIO, VERDEANIMA) e dopo quella<br />

antropologica degli anni ottanta, (L'UOMO SELVATICO,<br />

BUONGIORNO TERRA, LE FIABE DEL VESUVIO), ha<br />

penetrato da uomo innamorato della sua Terra gli archivi<br />

nostrani, pubblici e privati, alla ricerca <strong>di</strong> storie perdute,<br />

<strong>di</strong>menticate, leggendarie. Ha vellicato i teneri documenti del<br />

'500, del '600 e del '700 blandendo burbere gelosie.<br />

Con indubbie qualità <strong>di</strong> comunicatore egli attizza curiosità ed<br />

antichi fuochi, sopiti nella memoria.<br />

Dall'incantesimo del passato ci <strong>di</strong>svela le regole vive <strong>di</strong> una<br />

comunità che alle soglie del XVII secolo balbetta e sperimenta<br />

le prime forme <strong>di</strong> democrazia parlamentare.<br />

Inoltre su quelle oscure carte, violate dal tempo degli uomini,<br />

egli ha spigolato con una pietas tutta virgiliana simulacri <strong>di</strong><br />

sofferenze in un'inconsueta lotta avverso le ingiustizie,<br />

perpetrate nei secoli contro la verità dell'uomo.<br />

Progetto grafico: Angelo Di Mauro<br />

Foto <strong>di</strong> copertina: Marco Pennasilico<br />

Finito <strong>di</strong> stampare nel mese <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre 1997<br />

presso le Arti Grafiche Lan<strong>di</strong> <strong>di</strong> Baronissi (Sa)<br />

per conto delle E<strong>di</strong>zioni Ripostes<br />

1


2<br />

A Carolina ed Elena Coppola, ora sorelle nella luce


Introduzione<br />

a) Cenni storici sui Capitoli dell'Università <strong>di</strong> Somma<br />

Gli Statuti del 2 agosto 1589<br />

IN<strong>DI</strong>CE<br />

b) Cenni storici sui Capitoli della Bagliva <strong>di</strong> Somma<br />

1) Regia Corte<br />

Proventi giuris<strong>di</strong>zionali: pandetta del 1577 e del 1587<br />

Affitto dei proventi civili e misti del 1638<br />

2) Bagliva: <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> passo del 1555 e del 1587<br />

3) Gabella del sicle del 1579/1580 e del 1587<br />

4) Gabella della farina o del macinato del 1578, del 1586 e del 1587<br />

5) Gabella del forno, del pane e delle paste del 1586 e del 1587<br />

6) Gabella del vino del 1586 e del 1587<br />

7) Gabella della carne o del macello del 1575, del 1586 e del 1587<br />

8) Gabella del salsume del 1587<br />

9) Gabella del quartuccio del 1587<br />

10) Affitto delle botteghe <strong>di</strong> salsume e pane dei gabelloti del 1586<br />

c) Cenni storici su alcune istituzioni religiose <strong>di</strong> Somma<br />

Fondazione della Collegiata del 9 aprile 1595<br />

Capitoli della Collegiata del 17 giugno 1601<br />

Capitoli del convento delle Donne Monache <strong>di</strong> Porta Terra del 1618<br />

Confraternite<br />

1) Confraternita <strong>di</strong> Santa Caterina (1438)<br />

Stralci dalle Sante Visite del 1586, del 1616 e del 1658<br />

Elezione dei Magistri Yconomi è Procuratori del 1605<br />

Capitoli del 13 <strong>di</strong>cembre 1776<br />

2) Confraternita dell'Angelo Custode (1516)<br />

3) Confraternita <strong>di</strong> Santa Maria dei Battenti (1521)<br />

Procura ai Magistri Yconomi è Procuratori del 1561<br />

Stralci dalla Santa Visita del 1616<br />

4) Confraternita del Santissimo Corpo <strong>di</strong> Cristo (1540)<br />

Stiglio della congrega del 1557<br />

Elezione dei Razionali del 1605<br />

Elezione Magistri Yconomi è Procuratori del 1650<br />

Capitoli del 7 aprile 1777<br />

3


5) Confraternita <strong>di</strong> Santa Maria della Grazia o Monte <strong>di</strong> Pietà (1580)<br />

6) Confraternita del Santissimo Rosario (1591)<br />

Capitoli del 17 febbraio 1777<br />

7) Confraternita <strong>di</strong> Santa Maria della Libera (1597)<br />

Sostituzione dei Governatori defunti del 1604<br />

Stralci dalla Santa Visita del 1616<br />

Capitoli del 17 <strong>di</strong>cembre 1776<br />

8) Confraternita dell'Immacolata Concezione (1594 ?)<br />

Capitoli del 5 <strong>di</strong>cembre 1776<br />

9) Confraternita della Morte o <strong>di</strong> Santa Maria della Grazia (1650)<br />

Fondazione e Capitoli del 9 marzo 1650<br />

10) Confraternita <strong>di</strong> Santa Maria della Neve (1762)<br />

Fondazione e Capitoli del 1 ottobre 1762<br />

*****<br />

APPEN<strong>DI</strong>CE<br />

ANTICHE ORIGINI ED EVOLUZIONE DELLA FORZA PUBBLICA DELL’UNIVERSITA’<br />

IL BATTAGLIONE DEL RIPARTIMENTO MILITARE <strong>DI</strong> <strong>SOMMA</strong> - I<br />

<strong>CAPITOLI</strong> - (La leva del 14 maggio 1617)<br />

4


INTRODUZIONE<br />

Se gli antichi siamo noi perché somma <strong>di</strong> un passato che è dentro <strong>di</strong> noi - come <strong>di</strong>ce il<br />

professore Guido D'Agostino dell'Università <strong>di</strong> Napoli - non potevo non intraprendere<br />

questo ulteriore viaggio alla ricerca delle ra<strong>di</strong>ci perdute, dopo i precedenti lavori <strong>di</strong> tipo<br />

antropologico, che hanno scandagliato quella base in<strong>di</strong>stinta che determina i nostri<br />

comportamenti attuali attingendo ad antiche cultualità.<br />

Era ora <strong>di</strong> raccogliere gli sparsi e <strong>di</strong>spersi documenti per incastonarli tra coor<strong>di</strong>nate più<br />

realistiche.<br />

La <strong>di</strong>menticanza e l'incuria avevano accumulato negli archivi la polvere sulla quale non si<br />

rinviene traccia d'eventi mentre la memoria degli anziani attende il vellicare della parola.<br />

Allora come un fanciullo ho cominciato a <strong>di</strong>ssotterrare la moneta fuori corso della storia,<br />

con dolce cautela, per indovinarne la testa dei potenti e la croce degli sfruttati.<br />

Dalla macina del tempo sono saltati fuori gli antichi Capi <strong>di</strong> Regole, che hanno<br />

<strong>di</strong>sciplinato la vita della nostra comunità a partire dal secolo XVI.<br />

I secoli d'oro della produzione <strong>di</strong> queste messi documentarie sono il '500 ed il ‘700. Il<br />

primo caratterizzato dalla fondamentale e travagliata tappa del riscatto dalla feudalità del<br />

1586, a seguito della quale furono scritti i Capitoli dell'Università, della Bagliva ed<br />

imme<strong>di</strong>atamente dopo quelli della Collegiata, me<strong>di</strong>ante la redazione <strong>di</strong> regole meticolose<br />

<strong>di</strong>sciplinanti i rapporti <strong>di</strong> forze e l'uso delle risorse locali.<br />

Il secolo dei lumi invece favorirà la stagione della razionalizzazione dell’attività <strong>di</strong><br />

governo e delle sue scritture, e quella della regolamentazione delle confraternite sotto<br />

l'influenza <strong>di</strong> correnti <strong>di</strong> pensiero anticlericali.<br />

Ho rinvenuto in questo lavoro <strong>di</strong> archeo-recupero carte che solo qualche ladro <strong>di</strong> sigilli<br />

aveva visitato. Bestioline sapienti hanno forato i documenti e masticato pensieri, lontano<br />

dalla luce.<br />

A volte essi sono stati indecifrabili, ma spesso illuminanti.<br />

Da questi segni frammenti d'epoche ritornano come un singulto e ripropongono atmosfere<br />

sopite, a noi sospesi in un tremore per la vita irrime<strong>di</strong>abilmente trascorsa <strong>di</strong> una genia <strong>di</strong><br />

derelitti.<br />

L'abisso <strong>di</strong> passato che si è spalancato sotto i pie<strong>di</strong>, dopo un prima vertigine, non poteva<br />

continuare a rimanere un chiuso dolore per il poeta che è pio verso il passato, (U. Eco).<br />

A chi non è addetto a lavori del genere giunge a consolazione il motto delle Annales,<br />

secondo il quale la Storia con la lettera maiuscola o è storia locale o non è.<br />

Vi invito quin<strong>di</strong> in una casa non mia, fatta <strong>di</strong> strade e <strong>di</strong> paesi scomparsi, perché insieme<br />

possiamo scorrere le suggestioni dei relitti che ornano la coscienza a nostra insaputa.<br />

L'indagine ha scandagliato le origini delle Capitolazioni emanate dalle istituzioni civili e<br />

religiose <strong>di</strong> Somma; ha riportato la nascita <strong>di</strong> qualche privilegio.<br />

Pertanto quelle che per <strong>di</strong>versi motivi non hanno, o per le quali non ho rinvenuto Statuti,<br />

non sono comprese nel presente lavoro.<br />

Ringrazio il parroco della Collegiata don Pasquale Carbone e Raffaele Rianna, Alberto<br />

Angrisani e Gianfranca Del Giu<strong>di</strong>ce, Aurelio Cerciello, Rino Rossi, Alessandro Masulli,<br />

Domenico Russo, gli ere<strong>di</strong> <strong>di</strong> Antonio Secondulfo e i due Raffaele D'Avino, che mi<br />

hanno aperto le stanze della memoria o le loro conoscenze specifiche, come pure ha fatto<br />

il professor Enrico Di Lorenzo per il latino del testo.<br />

5


Per quello che riguarda la trascrizione dei documenti consultati preciso che le espressioni<br />

in parentesi, nella maggior parte dei casi, sono l'esplicitazione delle abbreviazioni. Negli<br />

altri la parentesi in<strong>di</strong>ca l'eventuale interpretazione <strong>di</strong> un segno inintelligibile, <strong>di</strong> una parte<br />

<strong>di</strong> foglio mutilo.<br />

I puntini in parentesi in<strong>di</strong>cano espressioni non decrittate.<br />

Tenendo conto che i manuali <strong>di</strong> abbreviazioni latine e me<strong>di</strong>evali non comprendono molte<br />

<strong>di</strong> quelle contenute nei documenti sommesi e napoletani, che la g è abbreviazione <strong>di</strong> con,<br />

us, qui, quo, qua, che la p è abbreviazione <strong>di</strong> per o pro e che la q assume <strong>di</strong>versi<br />

significati come il pronome relativo declinato qui-quae-quod, <strong>di</strong>versi avverbi e<br />

congiunzioni, si può intendere il margine d'errore <strong>di</strong> questa stesura, in principal modo<br />

nelle parti latine o nelle traduzioni dallo spagnolo.<br />

Le abbreviazioni p.to/i e m.co/i stanno per predetto/i e magnifico/i, non sempre riportati<br />

per esteso. Così Un.tà e ut s., che stanno per Università e ut supra. L'espressione d.ti può<br />

in<strong>di</strong>care <strong>di</strong>cti e ducati; in quest'ultimo senso è sempre esplicitata.<br />

Inoltre la notarile e finale dei termini declinabili corrisponde alla concrezione del <strong>di</strong>ttongo<br />

ae dei nominativi plurali o genitivi singolari, come nei casi <strong>di</strong> que, ipse, terre, Summe,<br />

che stanno per quae, ipsae, terrae, Summae.<br />

6<br />

Angelo Di Mauro


CENNI STORICI SUI <strong>CAPITOLI</strong> DELL’UNIVERSITÀ<br />

LE ANTICHE CONSUETU<strong>DI</strong>NI DEI QUARTIERI CASAMALE, MARGARITA E PRIGLIANO - I PARLAMENTI<br />

GENERALI PRE-VICEREALI - LA REGIA <strong>CORTE</strong> LOCALE: PANDETTA DEI CARDONA DEL 1577 E<br />

DELL’UNIVERSITA’ DEL 1587 - PREROGATIVA DELLA LIBERA CACCIA DEL 1552<br />

Il 24 aprile del 1997 ho ritrovato nell'Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Napoli gli Statuti del<br />

Municipio <strong>di</strong> Somma del 1589. Li ha redatti il 2 agosto il notaio Gio:Andrea Ynefra. Il<br />

reverendo Domenico Majone notò nel 1703 nell'archivio <strong>di</strong> Santa Caterina il libro rosso<br />

dei Capitoli col titolo che ho ripreso in questo mio lavoro. Poi se n’era persa traccia.<br />

Quali furono le premesse che portarono a questa prima redazione delle regole istituzionali<br />

del paese?<br />

Esse furono scritte in un primo atto nel 1582 da due influenti personalità del tempo,<br />

Gio:Vincenzo Capograsso e Grandonio Piacente, probabilmente in occasione della<br />

ven<strong>di</strong>ta della Terra <strong>di</strong> Somma da parte <strong>di</strong> don Antonio de Cardona a Gio:Geronimo<br />

d’Afflitto forse proprio per evitare il cambio del feudatario.<br />

Infatti <strong>di</strong> quest’anno è l’atto d’acquisto per mano del notaio Consalvo Califati (o<br />

Califani). La Regia Camera della Summaria invalida la cessione, forse a seguito <strong>di</strong><br />

pressioni della nobiltà locale, che ha aderenze in quel consesso.<br />

A seguito <strong>di</strong> un suffragium del Parlamento del 1585 la comunità che conta chiede <strong>di</strong><br />

essere richiamata nel Demanio Regio e subisce per queste richieste varie molestie dagli<br />

esattori del feudatario.<br />

L’Università quin<strong>di</strong> con l’aiuto dei Casali più ricchi, il 3 ottobre 1586, ricompra dal conte<br />

<strong>di</strong> Trivento, il d’Afflitto, per 112.000 ducati la propria libertà amministrativa. Partecipa al<br />

riscatto anche il duca <strong>di</strong> Cardona, precedente feudatario, con una cordata <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>tori il cui<br />

alito caldo incalzerà per secoli i polpacci delle risorse comunali.<br />

In questi atti <strong>di</strong> passaggio e <strong>di</strong> consegna viene alienata “la Terra <strong>di</strong> Somma con i suoi<br />

Casali e con i suoi castelli e fortilizio - come recita in latino l’istrumento notarile - con<br />

gli uomini, i vassalli, e i red<strong>di</strong>ti dei vassalli, con qualsiasi giuris<strong>di</strong>zione, civile e<br />

criminale, e mista, in primo e secondo grado, con mero e misto imperio e potestà <strong>di</strong><br />

spada, (cioè <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> morte), con le quattro lettere arbitrarie (che sono <strong>di</strong>sposizioni<br />

angioine che prevedono la facoltà eccezionale <strong>di</strong> celebrare processi sommari, senza<br />

garanzie giuri<strong>di</strong>che, la tortura e pene anche arbitrarie), <strong>di</strong> comporre e <strong>di</strong> commutare le<br />

pene sulla vita o sul corpo in pene pecuniarie ed a quelle rinunciare in tutto o in parte,<br />

sod<strong>di</strong>sfatte prima le parti lese, e con i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> pesi e misure (la zecca), con proventi ed<br />

emolumenti delle dette giuris<strong>di</strong>zioni, con le ren<strong>di</strong>te, <strong>di</strong>ritti e giuris<strong>di</strong>zioni...” Inoltre<br />

vengono trasferiti i beni demaniali, feudali e non (cioè burgensatici), i servizi e i privilegi<br />

eventualmente concessi.<br />

Il d’Afflitto <strong>di</strong>chiara la Terra <strong>di</strong> Somma libera e franca da obbligazioni “ecxepto a feudali<br />

servitio seu adoha”, coiè il pagamento della tassa, nata con le crociate, per evitare il<br />

servizio militare. Egli come conseguenza viene liberato dal giuramento feudale <strong>di</strong><br />

omaggio, obbe<strong>di</strong>enza e fedeltà. 1)<br />

Dopo questo doveroso riconoscimento ai lavori del reverendo Domenico Majone e del<br />

podestà Alberto Angrisani riporto gli esiti delle ulteriori ricerche sugli Statuti <strong>di</strong> Somma.<br />

I Capitoli del 1589 regolano la vita istituzionale del Comune dando conto della debole<br />

partecipazione locale alla gestione della cosa pubblica, che è prima solo un affare <strong>di</strong><br />

7


famiglia (del nobile feudatario o del Governatore Regio) e poi <strong>di</strong> più famiglie che si<br />

spartiscono i corpi universali, come si chiamavano allora le entrate fiscali.<br />

Infatti se essi rivelano le prime forme <strong>di</strong> rappresentanza "politica", va subito detto che<br />

queste norme sono il risultato <strong>di</strong> una lotta tutta interna all'aristocrazia locale ed al ceto dei<br />

bonatenenti, quella folta schiera <strong>di</strong> mercatores, che s'è venuta formando già al tempo<br />

degli Angioini.<br />

La nobiltà che abita in massima parte i quartieri Casamale e Prigliano/Burgo è fedele alla<br />

Corona ed al sistema feudale dei privilegi per la classe dominante. Margarita, dove pure<br />

risiede qualche nobile casato, esprime invece orientamenti popolari, come nelle rivolte<br />

del 1647 e 1799 e nelle elezioni a sindaco del bracciale Gio: Aliperta nel 1750 e 1765.<br />

La maggior parte dei poveri in questi secoli vive nei pagliai e fa capo alla parrocchia <strong>di</strong><br />

Santa Croce.<br />

La costante solidarietà dei canonici della Collegiata, dei Francescani e dei Domenicani,<br />

con l'offerta <strong>di</strong> una zuppa economica, pagata con i contributi dell'Università, non riuscirà<br />

mai a risollevare la sorte <strong>di</strong> questi <strong>di</strong>seredati <strong>di</strong> Dio, che non hanno peso e voce nelle<br />

scelte <strong>di</strong> questi anni.<br />

Le prime notizie dell'Università (l'insieme dei citta<strong>di</strong>ni e dei loro interessi), risalgono agli<br />

Angioini.<br />

Questi, sempre assetati <strong>di</strong> danaro, fanno collette (tassazioni generali per famiglia),<br />

affittano i boschi montani, concedono la baiulazione alle famiglie influenti del tempo.<br />

Parti <strong>di</strong> queste entrate vanno al cappellano regio della chiesa <strong>di</strong> Santa Lucia ad castro, a<br />

Castello, già nel 1269.<br />

Della Bagliva <strong>di</strong> Somma, <strong>di</strong> cui parlerò a proposito delle gabelle, si trova notizia nei<br />

Registri Angioini sotto il titolo <strong>di</strong> dacia seu capitula nell’anno 1306.<br />

Durante il regno <strong>di</strong> questi innovatori <strong>di</strong> Provenza si ha la prima documentazione<br />

dell'esistenza <strong>di</strong> due sindaci (1293). Questa informazione introduce il <strong>di</strong>scorso della<br />

regolamentazione dei rapporti tra essi e della loro nomina quali procuratori della<br />

comunità per singoli affari e non per tutta l'amministrazione delle entrate municipali, la<br />

quale è nelle mani dei Castellani, Militi, Giu<strong>di</strong>ci o Mastro Giurati e Baiuli regi.<br />

I Normanni chiamavano questo corpo giuri<strong>di</strong>co Assisiae; gli Svevi Costitutiones e gli<br />

Angioini Capitula.<br />

La comunità allora doveva vivere secondo regole non scritte, che <strong>di</strong> volta in volta e per<br />

singoli problemi <strong>di</strong>sciplinavano la rappresentanza degli interessi della popolazione, che<br />

va intesa come aristocrazia e ricchi mercanti.<br />

Un ulteriore elemento per affermare l'esistenza <strong>di</strong> norme consuetu<strong>di</strong>narie, che<br />

regolamentavano i rapporti interni alle forze "politiche" locali, è dato dal go<strong>di</strong>mento <strong>di</strong><br />

privilegi da parte delle tre rispettive platee. 2)<br />

Premesso che la <strong>di</strong>sciplina delle riscossioni, centralizzata o periferica, precede quella<br />

delle istituzioni locali, bisogna arrivare al re aragonese Ferrante per poter parlare <strong>di</strong> un<br />

riconoscimento delle prerogative delle Università contro i feudatari e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> un<br />

passaggio dalle consuetu<strong>di</strong>ni alla vecchia maniera, orali e non, a più estesi Capitoli<br />

scritti.<br />

Questi <strong>di</strong>ventano necessari per la <strong>di</strong>visione del paese in quartieri ben aggregati e<br />

contrapposti, che competono tra loro nella spartizione delle poche competenze territoriali<br />

del Municipio, che lentamente sta subentrando ai Vicari dei sovrani ed ai Baiuli, e<br />

nell'accaparramento <strong>di</strong> posizioni <strong>di</strong> privilegio nei posti del potere e in quelli formali delle<br />

8


processioni religiose, dell'attribuzione delle aste del pallio e dell'iscrizione alle<br />

congreghe.<br />

Con la costruzione delle mura del Casamale (1467) i no<strong>di</strong> vengono al pettine ed il paese è<br />

chiamato a decidere il luogo da fortificare ed a contribuire alla spesa sulla base <strong>di</strong> un<br />

bilanciato compromesso tra le aspettative e le pretese degli altri quartieri e delle altre<br />

parrocchie.<br />

Da questa data può cominciare la ricerca dei Capitoli scritti dell'Università <strong>di</strong> Somma, in<br />

quanto una lettera <strong>di</strong> un Di Somma al Vescovo, nel tentativo <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendere la prerogativa<br />

della processione del Santissimo Sacramento, (che nasce nella chiesa <strong>di</strong> San Michele<br />

Arc<strong>angelo</strong> del Carmine), dall'attribuzione della stessa, ai primi del '600, alla Collegiata<br />

del Casamale, accenna ad un' antica Capitulatione.<br />

Altri tre documenti dell'Archivio della Collegiata confermano la presenza <strong>di</strong> queste<br />

norme <strong>di</strong>sciplinanti il <strong>di</strong>fficile dosaggio <strong>di</strong> potere tra i tre quartieri: Terra Murata,<br />

Prigliano e Margarita. 3)<br />

Da queste corrose carte è possibile inferire l’esistenza <strong>di</strong> antiche <strong>di</strong>sposizioni che<br />

risalgono agli ultimi Aragonesi. Infatti la regina Giovanna III nel 1512 <strong>di</strong>stribuisce le<br />

mazze del pallio secondo il peso "politico" delle tre "piazze" e con una turnazione che<br />

vede prevalere nettamente i potenti del Quartiere Murato, al quale vengono assegnate due<br />

aste, mentre le altre due sono <strong>di</strong>vise tra Margarita e Prigliano.<br />

Successivamente (1542-1572) i quartieri nominano un Commissario a turno per la<br />

<strong>di</strong>stribuzione delle aste. Nel 1601 le <strong>di</strong>stribuirà la chiesa <strong>di</strong> San Michele Arc<strong>angelo</strong>,<br />

donde parte la processione del Santissimo Corpo <strong>di</strong> Cristo e nel 1637 ci si accapiglierà<br />

ancora nel Sacro Consiglio per evitare il trasferimento della processione stessa alla<br />

Collegiata.<br />

La <strong>di</strong>atriba non si esaurirà con l'abolizione dei tre sindaci del 1806. Infatti i Verbali<br />

Decurionali dànno conto <strong>di</strong> ulteriori <strong>di</strong>spute nell'anno 1819.<br />

La regola della presenza doppia delle cariche e dei posti d'onore da assegnare al Casamale<br />

viene seguita anche nella bentatione (designazione) <strong>di</strong> tutte le altre cariche municipali.<br />

Stralci <strong>di</strong> Capitoli compaiono anche in un’altra contesa, quella per la nomina del Cantore<br />

e del Tesoriere della Collegiata, <strong>di</strong> patronato dell’Università, la cui designazione deve<br />

seguire una turnazione per quartieri. Questi accenni <strong>di</strong> norme fissano un'altra regola<br />

fondamentale alla legittimità degli atti sindacali: i provve<strong>di</strong>menti che non portano la firma<br />

del sindaco del Casamale sono nulli, come appare dalla Capitulatione e se ne porta anco<br />

fede del Cancelliero de d.a Terra.<br />

Le pagine o i paragrafi citati in queste carte dell'Archivio della Collegiata (P. 10 at.o - a<br />

tergo -, P 64/5, P 76, P 78, P 146) fanno pensare ad un gran numero <strong>di</strong> regole.<br />

Negli Statuti delle congreghe e nella fondazione del convento delle Donne Monache <strong>di</strong><br />

Porta Terra questa preminenza delle prerogative dei nobili e bonatenenti del Casamale<br />

viene ulteriormente confermata, (ve<strong>di</strong> i Capitoli della congrega del SS.mo Corpo <strong>di</strong> Cristo<br />

all'articolo 2, quelli delle Donne Monache agli articoli 4, 6, 13 e quelli della congrega <strong>di</strong><br />

Santa Caterina all'articolo 16).<br />

Gli stessi privilegi si incontrano con presenza raddoppiata nelle ammissioni al convento<br />

delle Donne Monache, nei maritaggi e nelle liturgie che precedono questi eventi.<br />

L'ipertrofia della <strong>di</strong>visione territoriale per quartieri viene evidenziata anche dall'affitto<br />

della gabella della farina del 1578, allorché essa viene subappaltata a tre gruppi <strong>di</strong><br />

gabelloti <strong>di</strong>versi per ciascuna "piazza".<br />

9


Con gli infeudamenti del paese a favore degli Orsino, dei de Croy, dei Sanseverino, dei<br />

de Foix, dei Cardona e dei d'Afflitto (1445-1519-1521-1528-1531-1582) si procede volta<br />

per volta dalla resa del ligio omaggio al Signore <strong>di</strong> turno alla concessione ed assenso del<br />

barone pro tempore ai Capitoli <strong>di</strong> Somma.<br />

Il vassallaggio agli Svevi (1191 sotto Diopoldo <strong>di</strong> Vohburg) e agli Angioini (1271 sotto<br />

Gugliemo, Visconte <strong>di</strong> Medun, e 1293 sotto Filippo <strong>di</strong> Fiandra), non dà conto <strong>di</strong><br />

Capitolazioni, probabilmente per mancanza <strong>di</strong> organizzazione formale della popolazione<br />

in Universitas, anche se è del 1293 la prima notizia <strong>di</strong> sindaci a Somma, quali procuratori<br />

della popolazione che non vuole rendere il ligio omaggio al Signore angioino.<br />

Nel 1521 il duca Alfonso Sanseverino sottoscrive gli Statuti del paese; nel 1524 i Capitoli<br />

della Bagliva <strong>di</strong> Somma sono promulgati in Se<strong>di</strong>li della città; nel 1544 Ferrante de<br />

Cardona concede il placet ai Capitoli della Bagliva <strong>di</strong> Somma; nel 1546 Ludovico de<br />

Cardona riconferma il suo assenso ai Capitoli del paese; nel 1555 i nobili del Quartiere<br />

Murato provano ad istituire un Seggio o Se<strong>di</strong>le (Parlamento) al Casamale; nel 1590 il<br />

viceré Juan de Zuniga approva gli Statuti <strong>di</strong> Somma. Da questa data i Governatori Regi<br />

giurano all'Università <strong>di</strong> rispettare le sue Capitolazioni ed i suoi privilegi. Il 5 giugno<br />

1650 il governatore Honofrio de Sio, Maestro <strong>di</strong> Campo, prende possesso del<br />

Capitanatus: “...tactis scripturis in manibus me prefati notarij (notaio e cancelliere<br />

Annibale de Luciano) juravit de officio pre<strong>di</strong>cto bene fideliter et legaliter exercere iusta<br />

formam et continentiam <strong>di</strong>cti viglietti (or<strong>di</strong>ni) et patente expe<strong>di</strong>ente <strong>di</strong>cti m.ci sin<strong>di</strong>ci<br />

principaliter institerunt pro observantia Capitulorum, Privilegiorum, Pandette et<br />

Prerogativarum <strong>di</strong>cte Terre...”<br />

Il 9 settembre 1652 il nuovo Governatore Giuseppe de Almoccha giura sul v<strong>angelo</strong> <strong>di</strong><br />

rispettare gli Statuti <strong>di</strong> Somma.<br />

Il 16 aprile del 1654 è il Governatore Leonardo de Cardenas a giurare fedeltà. 4)<br />

Ancora nel 1672 il Governatore Gaspare Valenzuola firma i privilegi ed i Capitoli <strong>di</strong><br />

Somma.<br />

Per il periodo aragonese tuttora manca qualsiasi documentazione che riporti le regole<br />

della vita istituzionale <strong>di</strong> Somma.<br />

Perché Gio:Vincenzo Capograsso e Grandonio Piacente stilano i Capitoli dell'Università?<br />

Si perviene alla stesura delle nuove regole comunitarie perché i precedenti Parlamenti<br />

generali, come chiariscono le relazioni al Sacro Consiglio, portano nell'adunanza gran<br />

parte della popolazione, il che crea una grande confusione, l'accentuazione dei contrasti e<br />

forse la paralisi dell'attività <strong>di</strong> governo. I documenti parlano <strong>di</strong> o<strong>di</strong> e <strong>di</strong>fferenze, <strong>di</strong> liti e<br />

prerogative facendo esplicito riferimento alle mazze del palio e quin<strong>di</strong> alla processione<br />

del Santissimo Corpo <strong>di</strong> Cristo.<br />

Gli atti processuali riferiscono <strong>di</strong> precedenti riforme dei Capitoli e <strong>di</strong> Instruttionj (nuove<br />

norme suggerite anche dall’alto) per superare i contrasti. Il Sacro Consiglio sente anche<br />

dei testimoni che soffiano sul fuoco degli o<strong>di</strong>. Il Consiglio allora nomina un<br />

Commissario per la composizione delle liti.<br />

Si desume da ciò la pervicace persistenza <strong>di</strong> contrasti tra i quartieri e che non soltanto il<br />

riscatto dal baronaggio ma anche motivi <strong>di</strong> regolamentazione <strong>di</strong> nuovi equilibri e motivi<br />

<strong>di</strong> funzionalità ed efficacia portano alla redazione delle nuove norme.<br />

Dopo la stesura notarile delle regole istituzionali del 2 agosto 1589 il Capitano Regio il 5<br />

ottobre consegna le chiavi della città ai tre sindaci <strong>di</strong> Somma.<br />

10


Il riscatto è però più formale che sostanziale, perpetuando una ren<strong>di</strong>ta parassitaria <strong>di</strong><br />

origine feudale, come s’è già detto.<br />

E' quin<strong>di</strong> solo una questione <strong>di</strong> sfruttamento che passa per gra<strong>di</strong> dalle mani <strong>di</strong> alcune<br />

famiglie in quelle <strong>di</strong> altre emergenti.<br />

Un effetto fondante del riscatto dalla feudalità è quello dell'inizio della redazione dei<br />

documenti relativi alla vita pubblica e privata della comunità presso la Curia <strong>di</strong> Somma.<br />

Un tempo erano incombenze del feudatario e dei suoi amministratori o del Governatore e<br />

Giu<strong>di</strong>ce Regi. Pertanto eventuali tracce sono andate perdute o sono nascoste negli archivi<br />

familiari dei più antichi Signori <strong>di</strong> Somma.<br />

Dall'agevole lettura delle regole istituzionali, trovate nel Grande Archivio <strong>di</strong> Napoli,<br />

colpisce l'esistenza <strong>di</strong> tre quartieri rappresentati da propri deputati e sindaci con<br />

competenze sulle materie <strong>di</strong> interesse plateatico come se fossero Università <strong>di</strong>verse, (da<br />

tener presente che anche i Casali hanno proprie Università); l'alto numero dei deputati; la<br />

subor<strong>di</strong>nazione del consesso al Governatore o Giu<strong>di</strong>ce Regi; la meticolosa <strong>di</strong>sciplina<br />

della rappresentanza e delle sostituzioni, delle penalità per le assenze ingiustificate; i<br />

limiti in<strong>di</strong>viduali <strong>di</strong> spesa, la regolamentazione del voto, la <strong>di</strong>sciplina delle gabelle, i<br />

privilegi dei me<strong>di</strong>ci e degli avvocati, la mancanza formale <strong>di</strong> privilegi per sindaci e<br />

deputati; la requisizione ed il sorteggio delle case e dei letti per i militari <strong>di</strong> passaggio con<br />

grande aggravio <strong>di</strong> spesa per alcuni secoli; l’assegnazione alle istituzioni religiose locali<br />

delle penali per comportamenti omissivi dei deputati..<br />

Grande attenzione gli Statuti prestano alle garanzie giuri<strong>di</strong>che dei poveri in materia<br />

criminale e civile.<br />

Sorprende anche il potere del Capogrosso e del Piacente che, investiti del compito <strong>di</strong><br />

scrivere le regole istituzionali sulla base <strong>di</strong> uno specifico mandato, conservano poi la<br />

possibilità <strong>di</strong> partecipare al Parlamento da loro formato anche senza esserne deputati.<br />

Anche se una vera democrazia si farà a lungo attendere, comunque questo tentativo <strong>di</strong><br />

autogestione rappresenta un primo labile traguardo per la rappresentanza in sede locale<br />

dei bisogni della popolazione.<br />

Piccoli aggiustamenti si stratificheranno fino alla consistente riforma francese del 1806,<br />

ripresa poi dai Borboni nel 1817. Gli ultimi Statuti del Comune sono stati deliberati nel<br />

1991.<br />

Delle antiche Consuetu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong>sciplinanti i rapporti tra i quartieri della Terra Murata,<br />

Margarita e Prigliano - come <strong>di</strong>cevo prima - si rinviene traccia solo nell'Archivio della<br />

Collegiata: un patrimonio da far conoscere e <strong>di</strong>fendere.<br />

Nel 1996 ho rinvenuto gli stralci dei Capitoli antichi dell'Università nella vertenza per la<br />

seconda e terza <strong>di</strong>gnità del Capitolo della Collegiata, come abbiamo visto <strong>di</strong> patronato<br />

dell'Università.<br />

La nomina municipale si basa sugli equilibri "politici" tra i tre quartieri, equilibri fissati in<br />

compromessi <strong>di</strong> cui s’è persa memoria e che si rifà ad una tra<strong>di</strong>zione orale, sorta con i<br />

rioni stessi.<br />

La formazione delle tre platee è alquanto nebulosa, ma ciò non toglie che essi arrivano al<br />

secolo degli Aragonesi con un'accesa vis polemica intorno alla processione del<br />

Santissimo Corpo <strong>di</strong> Cristo, riven<strong>di</strong>cata dal rione Prigliano.<br />

I quartieri, che ospitano i nobili della vicina capitale del Regno, hanno una notevole<br />

autonomia amministrativa: eleggono i propri deputati ed il relativo sindaco, i Razionali, i<br />

Grassieri, il Cantore o il Tesoriere, nonché gli Officiali comuni, come Cassiere,<br />

11


Cancelliere, Coa<strong>di</strong>utore, Percettore dei proventi, secondo una rigida turnazione che vede<br />

il Casamale raddoppiare la propria rappresentanza negli incarichi avendo un peso sociale<br />

ed economico maggiore, come s'è già detto.<br />

Questa spartizione d'ofanità (dell'apparire pomposo) si riverbera oltre che nelle<br />

processioni anche negli Statuti della Collegiata, delle Donne Monache e della congrega <strong>di</strong><br />

Santa Caterina o dei Battenti.<br />

La forte contrapposizione comunque assicura sull'antichità degli Statuti locali e sulla loro<br />

necessità onde evitare frequenti liti e truci o<strong>di</strong>. Preoccupazione vana in quanto i contrasti<br />

latenti tra Margarita, che fa capo alla chiesa del Carmine e quin<strong>di</strong> a Prigliano, ed il<br />

Casamale sfociano in lotta armata con molti morti ed efferatezze varie durante la rivolta<br />

<strong>di</strong> Margarita a favore <strong>di</strong> Masaniello e <strong>di</strong> Sant'Anastasia contro gli Strambone e gli Orsino<br />

del Casamale, schierati a favore degli Spagnoli e contro i Majone a seguito <strong>di</strong> una faida<br />

interna alle tre famiglie.<br />

Non basterà un secolo dalla fondazione della Collegiata a smorzare questa animosità che<br />

si in<strong>di</strong>rizza, nel 1709 e negli anni seguenti, contro la più volte citata processione del<br />

Santissimo me<strong>di</strong>ante assalti ai preti ed all'ostensorio durante la <strong>di</strong>scesa per il rione<br />

Margarita.<br />

L'oralità <strong>di</strong> queste prime norme statutarie comunali pare confermata dal richiamo ai<br />

testimoni.<br />

A pagina quattro del documento cinque della cartellina T la cachigrafia dell'inchiostro<br />

color seppia biascica:<br />

"...li 40 deputati che si eligono per lo ghoverno <strong>di</strong> detta Università ne sono 20 della<br />

Terra, dece del quartiero Prignano et dece del quartiero Margarita f(oglio) ... et l'officio<br />

<strong>di</strong> Mastromercato <strong>di</strong> cancelleiro et coa<strong>di</strong>utore et cassiero ogni quattro anni dui spettano<br />

ai citatini della Terra et dui à detti quartieri <strong>di</strong> Prignano e <strong>di</strong> Margarita ut ex<br />

Capitulatione f(oglio) 10 a t(erg)o...et lo depongono li testimonj... le sei mazze del palio<br />

ne portano due quelli della Terra et due quelli <strong>di</strong> detti dui quartieri conforme fu or<strong>di</strong>nato<br />

dalla regina Giovanna nel anno 1512... Et da questo ne segue che li negotij<br />

dell'Un(iversi)tà non si possono trattare et mandare in esecutione per li sin<strong>di</strong>ci, non si<br />

possono concludere ne effettuare per detti dui sin<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> detti dui quartieri senza il<br />

sin<strong>di</strong>co della Terra; per il sin<strong>di</strong>co della Terra con uno <strong>di</strong> detti dui quartieri puo<br />

concludere et mandare in esecutione li negotij dell'Un(iversi)tà questo non solo lo<br />

depongono i testimoni sup. atto f. 63 e seq(uenti)..."<br />

Inoltre a pagina sei viene affermato in volgare il generale principio <strong>di</strong> democrazia<br />

parlamentare e subito dopo nel rafforzativo latino:<br />

(...)"in tutti li atti nelli quali la maggior parte puo pregiu<strong>di</strong>care alla minore adfinche<br />

l'atto sia valido bisogna che tutti quelli che hanno da intervenire, in detto atto siano<br />

insieme congiunti et congregati per la esplicitazione dell'atto o almeno che siano tutti<br />

convocati."<br />

La cartella N contiene due libelli, il 12 ed il 12a, che rifacendo la storia delle nomine del<br />

Cantore e del Tesoriere della Collegiata dal 1599 al 1624 confermano le attribuzioni e le<br />

<strong>di</strong>visioni dei poteri tra i quartieri.<br />

I sindaci <strong>di</strong> Margarita e Prigliano rappresentano solo la metà del corpo sociale e quin<strong>di</strong><br />

non possono nominare il Cantore o Tesoriere senza la presenza del sindaco del Casamale.<br />

Il testo rinvia alle norme che <strong>di</strong>sciplinano le nomine del Mastromercato, del Cancelliere,<br />

del Coa<strong>di</strong>utore, "quali si eligono ogni anno - un anno sono tutti del quartiere della Terra,<br />

12


il secondo del quartiere Prigliano, il 3° tornano al quartiere della Terra, il 4° del<br />

quartiere <strong>di</strong> Margarita, <strong>di</strong> modo che <strong>di</strong> ogni quattro anni dui ne godono quelli della<br />

Terra, uno quelli <strong>di</strong> Prigliano et uno quelli <strong>di</strong> Margarita; questo apparea dalla<br />

capitulatione P.10 at(erg)o, si ne porta anco fede del cancelliero <strong>di</strong> d.a Terra P.12 at.o<br />

et lo depongono soliti testes sup. 5° at.o (...)<br />

Si porta come ad tempo della serenissima regina Giovanna essendo controversia in d.ta<br />

Terra circa il portare la maza del Palio nel giorno della festività del S. Corpo <strong>di</strong> Cristo fu<br />

per d.ta regina nell'anno (non in<strong>di</strong>cato) or<strong>di</strong>nato che le sei mazze ne portasse una il<br />

Governatore, un'altra il suo Erario, una il sin<strong>di</strong>co della Terra, un'altra il sin<strong>di</strong>co <strong>di</strong><br />

Prigliano, un'altra il sin<strong>di</strong>co <strong>di</strong> Margarita et un'altra un gentilhomo della Terra<br />

P(agina)... siché due or<strong>di</strong>nò ne portassero quelli del quartiero della (Terra - foglio<br />

mutilo), una il quartiero <strong>di</strong> Prigliano et una Margarita...<br />

Di queste verità ne fa fede il dottor giulio genzano il quale è stato due volte gio<strong>di</strong>ce in<br />

Terra <strong>di</strong> Somma (...)<br />

Nel mese <strong>di</strong> settembre 1615 martio piacente sin<strong>di</strong>co del quartiero <strong>di</strong> Prigliano et n(otare)<br />

aniballe de luciano sin<strong>di</strong>co <strong>di</strong> Margarita ferno eletione per me<strong>di</strong>co dell'Uni.tà il dottor<br />

Gio:Francesco d'Alessandro P. 34 at.o - 35, et poi l'istessi dui sin<strong>di</strong>ci nel mese <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>cembre 1615 per un'altro inst(rument)o in presentia del d.to me<strong>di</strong>co declararono che<br />

l'eletione per essi fatta non havea possuto havere effetto perché in quella non intervenne<br />

Mutio Figliola altro sin<strong>di</strong>co della Terra senza il quale detti dui sin<strong>di</strong>ci delle dette piaze<br />

non posserno fare cosa alcuna - servata la forma della capitulatione ... et de li<br />

solito....cassorno d.o istr(ument)o et eletione P. 36 at.o." 5)<br />

Da questa lettura parziale si evince l'esistenza, già al tempo degli Aragonesi, delle antiche<br />

Capitolazioni della Terra <strong>di</strong> Somma, ma i documenti tacciono.<br />

Dagli atti della Regia Corte locale invece si apprende dell’esistenza del privilegio della<br />

libera caccia del 1552, che viene alla ribalta per gli abusi del Capitano e dei suoi<br />

guar<strong>di</strong>acaccia contro lo scrivano or<strong>di</strong>nario del Sacro Regio Consiglio, Pietro Basso “alias<br />

Scognamillo, che per suo passatempo con alcuni amici sole andorno in loro masserie, et<br />

altri lochi tirando con balestre et archi de parrette alli passari, malvizzi et altri ucelli”.<br />

Bisogna premettere che esiste un bando che vieta la caccia nei territori frequentati dal re.<br />

Il Capitano ed il suo assessore per far rispettare il <strong>di</strong>vieto incarcerano i cacciatori che<br />

“vanno ucellando con scoppette a miccio, balestre et altri strumenti per li arbusti” e<br />

sequestrano le armi . Per il riscatto si fanno pagare.<br />

L’Università allora esibisce in giu<strong>di</strong>zio il privilegio concesso dal viceré don Pedro de<br />

Toledo del 31 ottobre 1552, che dà facoltà ai cacciatori <strong>di</strong> “portare archi balestre, à<br />

peczone e à parrette, et scoppette... e parare rezze de focetole et bescate per esserno<br />

informati che le starne et fasani non si possono trovare senza cani, attale li vassalli <strong>di</strong><br />

S.M. non siano indebitamente molestati da detti guar<strong>di</strong>ani e non li sia privato <strong>di</strong><br />

possersno andare ad ucellare à ucelli <strong>di</strong> passaggio...”<br />

Quando il Capitano viene richiamato al rispetto delle prerogative dei sommesi <strong>di</strong>spone<br />

che per uccellare si debba avere la licenza perché egli deve essere informato <strong>di</strong> quelli che<br />

girano armati per la sua giuris<strong>di</strong>zione. 6)<br />

Nello stesso manoscritto sono annotate le norme che regolano l'esercizio dell'attività<br />

giu<strong>di</strong>ziaria della Regia Corte <strong>di</strong> Somma e la riscossione dei relativi proventi, il cui<br />

affitto ho riportato nella Bagliva per analogia <strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplina.<br />

13


Un primo documento è del 1577 ed è ispirato dal Grande Almirante del Regno, Ferrante<br />

de Cardona, e dal suo procuratore e luogotenente Baldassarre de Argentola. Somma nel<br />

testo è chiamata Ducato.<br />

Egli ha acquistato il feudo nel 1531, ha ricevuto il regio assenso nel 1534. La sua<br />

famiglia, anche dopo il riscatto sopra citato, avrà interessi su parecchie proprietà sommesi<br />

fino al 1806.<br />

Questa prima pandetta risente della preoccupazione del feudatario <strong>di</strong> assicurare l'or<strong>di</strong>ne<br />

pubblico, perché molte norme riguardano i processi criminali, le inquisizioni, le<br />

carcerazioni, le esecuzioni forzate. Da notare che per produrre testimonianze, per le<br />

relazioni sui carcerati, per le perquisizioni, per la richiesta <strong>di</strong> copie <strong>di</strong> atti giu<strong>di</strong>ziari non si<br />

paga nulla.<br />

Un secondo documento stabilisce il nuovo tariffario nel 1587. L'Università comincia a<br />

proventare in proprio, mentre continua ad essere feudatario <strong>di</strong> Somma il duca Antonio de<br />

Cardona (1574-1606), che riscuote le gabelle <strong>di</strong> sua competenza. La pandetta si rifà al<br />

precedente tariffario, ma elementi <strong>di</strong> novità non mancano, come la particolare attenzione<br />

più agli aspetti socio-economici che a quelli <strong>di</strong> polizia. Inoltre una più meticolosa<br />

articolazioni <strong>di</strong> voci introduce quella che potremmo definire una burocrazia in nuce per il<br />

rilascio <strong>di</strong> copie e certificazioni.<br />

Intanto ad appena un anno dall'emanazione delle regole, nel 1587, il Governatore, il<br />

Giu<strong>di</strong>ce ed il Mastrod'atti commettono abusi e sorprusi nella riscossione dei proventi<br />

giuris<strong>di</strong>zionali pretendendo compensi anche dai poveri e per funzioni un tempo gratuite.<br />

Questo andazzo, che solo il riscatto e la trascrizione degli atti hanno consentito <strong>di</strong> mettere<br />

in luce, continuerà e monterà a <strong>di</strong>smisura nel secolo XVIII, quando amministratori e<br />

gabelloti, complice il clero, perseguendo interessi privati, <strong>di</strong>lapiderannno enormi risorse<br />

pubbliche.<br />

--------------------------------------------<br />

1) Domenico Majone - “Breve descrizione della Regia Città <strong>di</strong> Somma” - 1703 pag. 23.<br />

2) La fiera per una settimana, la giuris<strong>di</strong>zione del Mastro <strong>di</strong> fiera, le mazze del palio nella processione del Santissimo.<br />

Inoltre gli Angioini hanno molto a cuore le sorti del castello montano, che ospita Castellani, Militi e principini.<br />

Un altro dono per il paese è il convento <strong>di</strong> San Domenico del quartiere Prigliano, cui si affiancherà nei secoli successivi<br />

l'ospedale e la congrega della SS.ma Annunziata o dei Battenti, che avrà sede accanto alla chiesa dei frati.<br />

Con Alfonso d'Aragona il paese si arricchisce <strong>di</strong> un altro castello a ridosso del Casamale, donato all'amante Lucrezia<br />

d'Alagno.<br />

Da non trascurare anche il fatto che in località Starza della Regina, nei pressi degli scavi della cosiddetta villa augustea, c'è<br />

tuttora il palagio regio, frequentato dai sovrani napoletani. Esso sarà anche il palazzo dei feudatari <strong>di</strong> Somma, i Cardona,<br />

che conservano dopo il riscatto del 1586 la titolarità <strong>di</strong> parecchi corpi universali.<br />

I citta<strong>di</strong>ni possono esercitare la libera caccia per concessione regia già nel 1552<br />

L'Università inoltre può imporre il pagamento del <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> passo per il suo territorio, privilegio concesso a pochi Comuni.<br />

Nei secoli successivi i nobili residenti in paese, ma <strong>di</strong> nascita napoletana, e quelli napoletani a tutti gli effetti vantano<br />

privilegi ed esenzioni fiscali per i prodotti dei loro latifon<strong>di</strong> sommesi.<br />

Nel 1700 i sindaci e i deputati in missione a Napoli possono farsi precedere dai ban<strong>di</strong>tori.<br />

Da non <strong>di</strong>menticare infine, sotto i Borboni, la riserva <strong>di</strong> caccia, detta Cacciabella, in località Piazzolla.<br />

3) Archivio della Collegiata - cartelline D 32 , E 7 e N 12a.<br />

4) Primo manoscritto della libreria del podestà Alberto Angrisani pagg. 51-80-95 tergo e seguenti. Atto concesso dall’arch.<br />

Alberto Angrisani<br />

5) Archivio della Collegiata cartellina N doc. 12 e 12a, T doc. 5.<br />

14


6) Primo manoscritto come sopra - pagg. 26/27 tergo-57-82.<br />

15


<strong>CAPITOLI</strong> DELL'<strong>UNIVERSITA'</strong> <strong>DI</strong> <strong>SOMMA</strong><br />

2 agosto 1589<br />

Die secundo Mensis Augusti secunde In<strong>di</strong>ctionis 1589 Neapoli.<br />

In Nostri presentia Constituti Mag.ci Joannes Vincentius c(apo)grasso et Grandonio de<br />

piacente de Terra summ(a)e Eletti ac procuratores ad Infrascripta signanter Mag.c(a)e<br />

Universitatis, et hominum <strong>di</strong>ct(a)e terre Summe, prout de <strong>di</strong>cta eorum procuratione,<br />

electione, et potestate constat per publicum generale parlamentum factum per<br />

Universitatem pre<strong>di</strong>ctam <strong>di</strong>e decimo nono mensis Martij proxime preteriti manu mei<br />

pre<strong>di</strong>cti notarij, Intervenientes ad infra omnia procuratorio nomine, et pro parte <strong>di</strong>cte<br />

mag.ce Univer.tis et pro eadem Universitate, et omnibus, et singulis hominibus ipsius<br />

eorumque posteris, et successoribus quibuscumque in eadem ex utili, et expe<strong>di</strong>enti causa<br />

ipsius, Sponte asseruerunt coram nobis cum <strong>di</strong>cta mag.ca Universitas in pre<strong>di</strong>cto publico<br />

parlamento conclusisset quod refici debuisset Regimen quadraginta deputatorum prout<br />

alias per eamdem Universitatem conclusum, et determinatum fuit sub quo ex nunc in<br />

antea vivi debeat, et ab eo minime rece<strong>di</strong> possit, et ideo elegisset constituisset, et creasset<br />

ipsos mag.cos Joannem vincentium, et grandonium qui nomine <strong>di</strong>cte mag.ce Un.tis<br />

fecissent, et formassent <strong>di</strong>ctum novum Regimen eo modo, et forma prout reperitur factum,<br />

et cum potestate in eo adden<strong>di</strong>, et minuen<strong>di</strong>, prout eis melius visum fuisset, adeoque sub<br />

<strong>di</strong>cto regimine imperpetuum vivi, et continuari debuisset, et brevi manu eligere<br />

debuissent <strong>di</strong>ctos quadraginta deputatos eis melius visus, Prout latius ex <strong>di</strong>cto<br />

Parlamento hec, et alia apparere <strong>di</strong>xerunt, Volontesque Ipsi mag.ci Joannes vincentius,<br />

et Grandonius quo supra nomine mandatum Universitatis pre<strong>di</strong>cte a<strong>di</strong>mplere habita<br />

super hoc matura <strong>di</strong>scussione, et comunicato inter eos consilio sepe sepius super hoc<br />

facto etiam cun Voto quamplurium doctissimorum Virorum, Visis, et revisis alijs<br />

regiminibus super hoc factis per <strong>di</strong>ctam Universitatem, Fecerunt, Formaverunt, et<br />

Stabiliverunt subitam formam Regiminis eo modo, et forma prout alias fuit factum, et<br />

cum alijs declarationibus § capitulis prout melius visum fuit pro beneficio Universitatis<br />

pred.te secundum quod Infr(ascpt)um Regimen prout per <strong>di</strong>ctam Universitatem<br />

conclusum fuit ut supra, imperpetuum Vivi debeat, et ab eo nullo unquam tempore rece<strong>di</strong><br />

possit, nec valeat ex quavis causa sed ad unquem observari per <strong>di</strong>ctos Universitatem et<br />

homines eorumque posteros, et successores imperpetuum Juxta sui seriem, et tenorem<br />

Cuius Regiminis seu gubernator per omnia seguitur, et talis est videl(icet): 1)<br />

"Forma del Regimento seu governo dela Terra <strong>di</strong> somma or<strong>di</strong>nato dalli m.ci<br />

Gio:vincenzo grasso e Grandonio piacente à questo spetialm(en)te deputati per d(et)ta<br />

Un(iversi)tà<br />

I - In primis si debbiano eligere quaranta persone che siano huomini da bene e de buon<br />

giu<strong>di</strong>tio d'età de anni vinticinque in su cioè vinti de la Terra <strong>di</strong>ece de la piazza seu<br />

quartiero de Prigliano, e <strong>di</strong>ece de la piazza seu quartiero de Margarita, li quali possano<br />

et vogliano in nome <strong>di</strong> d.ta Un.tà e successori in quella per tutti e qualsivoglia negotij <strong>di</strong><br />

qualsivoglia importanza, et per qualsivoglia occorrentia <strong>di</strong> essa Un.tà congregarsi in<br />

unum ut moris est, e detti deputati cosi in unum congregati possano rapresentare tutta<br />

l'Un.tà p.ta et in nome <strong>di</strong> quella trattare e concludere tutti e qualsivoglia negotij <strong>di</strong><br />

qualsivoglia qualità et importanza, e cosi anche creare sin<strong>di</strong>ci, cascieri, proc(urato)ri,<br />

18


agenti, et ogni altro officiale, e quelli revocare, et de novo creare come meglio per essi, ò<br />

maggior parte <strong>di</strong> quelli sarà concluso, et fare qualsivoglia altra cosa per servitio <strong>di</strong> d.ta<br />

Un.tà cosi come può fare tutta essa Università in unum congregata, et se li doni<br />

l'omnimoda potestà <strong>di</strong> trattare ogni negotio <strong>di</strong> quella etiam in tutti li casi dove ci<br />

bisognasse per <strong>di</strong>spositione <strong>di</strong> lege, o pragm(ati)ce spetial mandato <strong>di</strong> essa Un.tà et anco<br />

possano obligare l'istesse persone delli citta<strong>di</strong>ni e loro beni per servitio publico e<br />

l'entrate e beni <strong>di</strong> essa possano a loro arbitrio <strong>di</strong>sponere et alienare e tutto quello che per<br />

la maggior parte <strong>di</strong> essi sarà concluso determinato e fatto habbia lo medesimo effetto et<br />

vigore come se per tutta l'Un.tà predetta in unum congregata fusse stato concluso e<br />

fatto.<br />

2 - Item se <strong>di</strong>chiara che li p.tti quaranta deputati habbiano da mutare nelli mo<strong>di</strong> e tempi<br />

soscritti :<br />

che per questa prima deputatione li detti quaranta deputati habbiano da persistere e non<br />

si possano mutare insino al mese de agosto dell'anno futuro 1593 che sono <strong>di</strong> spatio<br />

circa anni quattro, al qual tempo se ne debbia mutare la mità, ciò è <strong>di</strong>ece de la Terra,<br />

cinque del quartiero de prigliano e cinque del quartiero de margarita e crearci li altri in<br />

loro luoco in quisto m(od)o cioè che in detto tempo li detti quaranta deputati si debbiano<br />

congregare ut moris est senz'altra confusione de gente ut s(upr)a una con li m.ci sin<strong>di</strong>ci<br />

che saranno <strong>di</strong> detta Terra con intervento del s.r governatore che sarà <strong>di</strong> quella, et<br />

essendono llà cosi congregati in nome <strong>di</strong> d.ta Un.tà ut s.a in p(rimi)s et ante omnia<br />

debbiano creare li sin<strong>di</strong>ci, casciero, et altri officiali che occorressero per l'anno<br />

sequente, li quali creati appresso debbiano eligere e deputare li altri venti deputati che<br />

haveranno da uscire cioè ogni luoco delli p.ti la rata sua ut s.a li quali vinti deputati da<br />

crearsi ut s.a si debbiano per lo sin<strong>di</strong>co de ciascuno luoco cioè il med(es)mo sin<strong>di</strong>co che<br />

all'hora uscirà dal sin<strong>di</strong>cato preponere e nominare cioè ogni sin<strong>di</strong>co la rata del luoco<br />

suo uno dopo l'altro nella quale creatione si debbia ad unquem osservare l'infr.o or<strong>di</strong>ne<br />

come nell'infr.o capitolo 6° si contiene et si è or<strong>di</strong>nato che si debbia osservare quando<br />

s'hanno à creare li sin<strong>di</strong>ci... con le <strong>di</strong>chiarationi in quello contente e non altramente, li<br />

quali vinti deputati de novo eletti habbiano la medesima potestà qua espressa, Dopo la<br />

quale creatione de sin<strong>di</strong>ci casciero, et altri officiali, et eletione de deputati del m.o p.to<br />

fatte llà medesmo persistendo et non <strong>di</strong>vertendo ad alios ex.a neos. actus si debbiano<br />

levare li vinti deputati dal numero antiquo. in quisto modo: fare quaranta cartelle che in<br />

ogniuna sia scritto il nome <strong>di</strong> ciascuno <strong>di</strong> essi quaranta deputati antichi, le quale fatte si<br />

debbiano de ciascuno luoco delli p.ti ponere separatamente dentro uno sacchetto ò altra<br />

cosa, e da un figliuolo fare cacciare la mità <strong>di</strong> dette cartelle de ciascun luoco ad una ad<br />

uno d'ogni luoco delli p.ti la rata sua appartatamente et quelli che saranno scritti in d.ta<br />

mità de cartelle che si cacciarà fuora da detto sacchetto se ne debbiano uscire da d.ta<br />

deputatione e quelli che saranno rimasti nel sacchetto una con gli altri vinti all'hora de<br />

nuovo deputati debbiano persistere quietamente e senza strepito alcuno, e dal detto<br />

tempo in poi infino de ogni doi in doi anni del mese d'agosto <strong>di</strong> detti quaranta deputati si<br />

debbia mutare la mità, ciò è d'ogni luoco la mità ut s.a et similmente com'è detto <strong>di</strong> sopra<br />

ogni volta che si haverà da fare detta elettione si debbiano detti quaranta congregare, et<br />

in primis et ante ommia fare li sin<strong>di</strong>ci casciero, et altri officiali che occorressero,<br />

appresso eligere e deputare li altri 20 deputati che haveranno da entrare in luoco <strong>di</strong><br />

quelli che se ne haveranno da uscire nel modo e forma sopra espressi e con le solennità<br />

19


e <strong>di</strong>chiarationi come nell'infr.o 6° capitolo delli sin<strong>di</strong>ci si contiene e dopoi fatte le dette<br />

creationi e deputationi si debbiano levari dal numero antiquo li vinti che se n'hanno da<br />

uscire, dalli quali si debbiano levare li più antiqui cioè quelli che p(rim)a sono stati in<br />

d.ta deputatione senz'altra busciola ne cartella alcuna et cosi in futurum si debbia<br />

osservare e non altramente.<br />

3 - Item si <strong>di</strong>chiara che quando occorrerà la morte de alcuno <strong>di</strong> detti quaranta pendente<br />

il tempo de loro deputazione debbiano tanto lo sin<strong>di</strong>co come li deputati che saranno<br />

superstiti de quillo loco seu quartiero dove sarà il morto con intervento, o licentia del s.r<br />

governatore de detta terra congregarsi in nome <strong>di</strong> detta univer.tà e deputarne un'altro in<br />

loco del morto similmente homo da bene e da anni 25 in su com'è detto, lo quale si<br />

debbia preponere e nominare per lo sin<strong>di</strong>co del loco p.to et osservarsi l'or<strong>di</strong>ne sopra<br />

espresso, e quillo che per la maggior parte <strong>di</strong> detti sin<strong>di</strong>co e deputati de quillo loco dove<br />

sarà il morto sarà or<strong>di</strong>nato s'habbia da creare e deputare con le medesime potestà che<br />

havea il morto et che hanno li altri deputati ut sup.a, al quale deputato se debbia dare<br />

solenne giuramento de mirare per le cose de detta Un.tà con ogni attentione e quando li<br />

toccarà a dare il suo voto darlo libero come più le parer à espe<strong>di</strong>ente per beneficio, et<br />

utile <strong>di</strong> d.ta Università et non moversi a fare altramente per interesse proprio, ne d'amici,<br />

ò parenti, ne à preghere d'altri e <strong>di</strong> quisto modo similmente habbiano da giurare li<br />

quaranta che per questa prima volta saranno eletti e tutti li altri che in futurum se<br />

eligeranno nelli tempi statuti ut s.a.<br />

4 - Item se <strong>di</strong>chiara che tanto li p.tti quaranta deputati che in questa prima volta se<br />

deputaranno come li altri che in futurum se eligeranno in loro loco, et ogniuno <strong>di</strong> essi<br />

siano tenuti, et obligati sotto pena <strong>di</strong> carlini cinque ogni volta che saranno impe<strong>di</strong>ti de<br />

giusto impe<strong>di</strong>mento come è a <strong>di</strong>re carcere, infirmità, ò absentia extra ten(i)m(ent)o<br />

saranno chiamati à consiglio comparere, et unirsi con li altri à trattare quello che<br />

bisogna in beneficio <strong>di</strong> detta Un.tà et mancandono la d.ta pena s'ha da esiggere da<br />

ogniuno che contravenerà ogni volta che si contravenerà irremisibiliter dal s.r<br />

governatore <strong>di</strong> detta terra, qui pro tempore sarà e quella applicarsi cioè car(li)ni doi in<br />

beneficio <strong>di</strong> esso sig.r governatore, e li altri car(li)ni tre s'habbiano à dare alli fr(at)i del<br />

ven(erabi)le convento de S.ta Maria del pozzo <strong>di</strong> d.ta terra verum se per tre volte<br />

continue il deputato chiamato non venerà al parlamento da farsi in tal caso sia privato<br />

durante la sua vita de tutte le prerogative dell'Un.tà et voce attiva e passiva et in loco suo<br />

si debbia eligere un'altro dalli medesimi deputati ut s.a.<br />

5 - Item se or<strong>di</strong>na che ad ogni consiglio ò parlamento generale che si haverà a fare<br />

debbiano intervenire et unirsi almeno le doi parte <strong>di</strong> detti quaranta, altramente non<br />

vaglia ne si possa in quello trattare cosa alcuna e quando sarà consiglio particolare de<br />

ciascuno <strong>di</strong> detti tre lochi ci debbiano similmente essere almeno le doi parte delli<br />

deputati de quel loco per beneficio del quale si farà il consiglio altramente non vaglia ne<br />

possa trattare cosa alcuna ut s.a.<br />

6 - Item se or<strong>di</strong>na che quando s'haveranno da creare li sin<strong>di</strong>ci debiano li detti deputati<br />

congregarsi ut s.a con intervento del s.r governatore che sarà <strong>di</strong> detta terra, e dopoi che<br />

il d.to s.r governatore li haverà incaricato che facciano bona elettione debbia il sin<strong>di</strong>co<br />

20


che haverà da uscire dal sin<strong>di</strong>cato d'ogni loco delli p.ti del quale si haverà da eligere il<br />

sin<strong>di</strong>co nominare, et eligere chi vorrà per sin<strong>di</strong>co, la quale nominatione fatta detti<br />

deputati de quillo loco che si farà il sin<strong>di</strong>co debbiano tenere doi ballotte per uno una<br />

bianca et l'altra negra, et andare uno delli giurati <strong>di</strong> detta terra con uno sacchetto à<br />

torno, et à chi <strong>di</strong> essi deputati parerà che lo nominato per lo sin<strong>di</strong>co è buono metterà<br />

dentro detto sacchetto la ballotta bianca e non parendoli buono ci metterà la negra, et<br />

havendo finito de votare il governatore in presentia de tutti loro cacciarà le fave da d.to<br />

sacchetto, et essendono più bianche che negre quello che il sin<strong>di</strong>co haverà nominato sarà<br />

il sin<strong>di</strong>co successore, et essendono piu negre che bianche il sin<strong>di</strong>co torni à nominare<br />

un'altro, et non riuscendo meno il secondo, chi sede appresso il sin<strong>di</strong>co debbia nominare<br />

un'altro, et si tornerà à passare per tutti del medesimo modo e si tampoco uscirà il<br />

nominato perseguiti à nominare l'altro appresso e cosi <strong>di</strong> uno in uno finche habbia<br />

d'havere uno le piu voce e quello sia sin<strong>di</strong>co et si per sorte finessero de nominare tutti<br />

quelli de lo consiglio del luoco dove ha da essere il sin<strong>di</strong>co e non riuscesse ha da<br />

cominciare de nuovo à nominare il sin<strong>di</strong>co et cosi continuare modo ut s.a finche ne sia<br />

qualcheuno et il simile or<strong>di</strong>ne che in questo capitolo si contiene si debbia osservare<br />

quando s'haveranno da creare li novi deputati in loco delli vecchi che se n'haveranno da<br />

uscire nelli tempi statuti ut s.a.<br />

7 - Item in caso che li voti nella prima e seconda nominatione che si farà dal sin<strong>di</strong>co de<br />

quello loco a chi tocca saranno pari s'habbiano da imbosciolare et quello che per sorte<br />

uscirà sarà il sin<strong>di</strong>co , ò altro officiale ò negotio che se tratterà e cosi anco delli p.ti<br />

deputati ut. s.a.<br />

8 - Item che li sin<strong>di</strong>ci possano essere etiam quelli che non sono delli quaranta et ogniuno<br />

<strong>di</strong> essi sin<strong>di</strong>ci habbia lo medesimo voto nel parlamento che haverà ogniuno <strong>di</strong> detti<br />

quaranta.<br />

9 - Item lo nominato dal sin<strong>di</strong>co ò da altro particolare per sin<strong>di</strong>co successore ò per altro<br />

officio e negotio non habbia d'havere voto ne votare mentre che se tratterà il suo negotio,<br />

e però non have da mettere la fava nel sacchetto ma lassar votare dalli altri.<br />

10 - Item fatti li sin<strong>di</strong>ci nel modo p.to perche il casciero cancelliero, coa<strong>di</strong>utore, e<br />

percettore delli proventi et altri officij sono comoni <strong>di</strong> tutti si habbiano da nominare per<br />

li medesimi sin<strong>di</strong>ci che all'hora saranno usciti dal sin<strong>di</strong>cato hoc modo: primo si nomini<br />

per lo sin<strong>di</strong>co de la Terra, quando toccarà alla Terra, e poi votare nel modo che si è<br />

detto in la creatione delli sin<strong>di</strong>ci con fave bianche e negre ut s.a et non riuscendo il primo<br />

nominato nomini l'altro lo sin<strong>di</strong>co che si trovarà de la piazza de prigliano e non<br />

riuscendo nomini l'altro lo sin<strong>di</strong>co che si trovarà de la piazza de margarita e cosi si<br />

continua tra loro tre sin<strong>di</strong>ci modo ut sup.a finche le voto de la maggior parte <strong>di</strong> d.to<br />

consiglio saranno approbati et eletti detti officiali, et quando toccarà alla piazza de<br />

prigliano lo sin<strong>di</strong>co de detta piazza habbia à nominare detti officiali primo, e non<br />

riuscendo nomini l'altro lo sin<strong>di</strong>co della Terra, e non riuscendo nomini l'altro lo sin<strong>di</strong>co<br />

de margarita e cosi s'habbia da osservare quando toccarà alla piazza de margarita che il<br />

sin<strong>di</strong>co de d.ta piazza nomini primo e poi il sin<strong>di</strong>co de la Terra, e poi il sin<strong>di</strong>co de<br />

prigliano.<br />

21


11 - Item se <strong>di</strong>chiara che lo casciero habbia da essere uno anno de la Terra, l'altro anno<br />

seguente de la piazza de prigliano, l'altro anno appressode la medesimo Terra e l'altro<br />

anno seguente de la piazza de margarita ad che de li detti quattro anni dui ne habbiano<br />

da essere cascieri de la terra e doi altri <strong>di</strong> dette piazze modo ut sup.a e cosi sempre<br />

s'habbia da osservare.<br />

12 - Item si <strong>di</strong>chiara che li detti quaranta non habbiano à godere immunità alcuna d'<br />

alloggiamento<br />

ne d'altro, ma debbiano portare li pesi <strong>di</strong> d.ta Un.tà cosi come portano li altri citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong><br />

detta Terra.<br />

13 - Item si <strong>di</strong>chiara che in caso de alcuno delli detti quaranta per causa probabile e<br />

necessaria se trovasse absente da uno mese in su ò impe<strong>di</strong>to, che possi durante detta<br />

absentia ò impe<strong>di</strong>mento substituire un'altro in luoco suo, con la stessa potestà.<br />

14 - Item si <strong>di</strong>chiara che chi è stato sin<strong>di</strong>co non possa tornare ad essere sin<strong>di</strong>co per doi<br />

anni et il casciero per uno anno conforme alle regie pragmatice.<br />

15 - Item si <strong>di</strong>chiara che nisciuno che doverà à detta Un.tà ò vero che haverà lite con<br />

essa, ò che tenga in affitto le entrate <strong>di</strong> quella, ò in qualsivoglia altro modo l'obstano le<br />

regie pragmatice possa essere sin<strong>di</strong>co ne casciero, ne godere <strong>di</strong>gnità nisciuna <strong>di</strong> detta<br />

Università.<br />

16 - Item che lo predetto regimento debbia dare instruttioni à tutti li officiali eligen<strong>di</strong><br />

acciò li pesi vadano eguali, e li serviggi si facciano secondo lo bisogno da chi serve con<br />

limitarli la potestà che penitus non possano a gra<strong>di</strong>re ne agravare alcuno.<br />

17 - Item che in spetie si eligano otto persone <strong>di</strong> detti quaranta li quali debbiano andare<br />

ogni prima d'agosto per tutta la Terra con lo cancelliero e debbiano reconoscere e<br />

scrivere tutte le case da alloggiare soldati, et officiali <strong>di</strong> essi, et si facci notamento delle<br />

persone che devono contribuire, e la quantità doverebbono pagare cosi de li<br />

comandamenti de animali come de servitij personali, e tutti poi si pongano in <strong>di</strong>verse<br />

bussole e q(ua)ndo capiterà lo bisogno si chiamerà detto numero de otto chiamato<br />

consiglio piccolo et in presenza loro si caccino secondo li bisogni dalla bussola à sorte,<br />

et ci sia presente lo cancelliero acciò ne facci libro all'incontro per evitare le fraude<br />

perche cosi li pesi andaranno eguali e quando sarà finito lo numero posto in bussola se<br />

ci ponga l'altro secondo libro fatto del d.to numero.<br />

18 - Item che li tre sin<strong>di</strong>ci non possano spendere d(uca)ti quattro in sù senza chiamare lo<br />

consiglio minore seu piccolo ne possano cacciare ballotte senza detto consiglio dalle<br />

bussole.<br />

19 - Item che ogni anno si eliggano le persone del governo della grassa secondo lo solito<br />

per li quartieri però due persone alla volta <strong>di</strong> detti quaranta.<br />

22


20 - Item che lo cancelliero debbia fare libro de tutte le conclusioni firmande dalli tre<br />

sin<strong>di</strong>ci, et che sempre li voti siano secreti per ballotte et per bussola altram(en)te<br />

facendosi quelle conclusioni ipso iure ipsoq(ue) facto siano nulle, et invalide.<br />

21 - Item che lo gabelloto del pane <strong>di</strong> essa Un.tà sia obligato portare lo danaro alla<br />

cascia regia per li pagamenti fiscali acciò non succedano represaglie sin come per il<br />

passato.<br />

22 - Item che l'altro denaro se ponga in cascia con tre chiave una per lo casciero e due<br />

per due persone eligende.<br />

23 - Item che lo cancelliero facci libro all'incontro de la spesa del denaro in cascia delle<br />

ballotte che escono e delle conclusioni oltra lo libro che farà il casciero secondo le sarà<br />

or<strong>di</strong>nato per instruttioni.<br />

24 - Item se <strong>di</strong>chiara che quando occorrerà farsi consiglio e trattarsi alcuna cosa la<br />

quale sarà preposta dalli mag.ci sin<strong>di</strong>ci per secreta e che non se debbia publicare insino<br />

à tanto non have havuto l'effetto suo tutto quello sarà concluso, in detto caso se or<strong>di</strong>na<br />

che nisciuno <strong>di</strong> detti deputati ar<strong>di</strong>sca palesare à persona alcuna quello sarà preposto ò<br />

concluso e palesandolo debbia incorrere alla pena de d(uca)ti cento d'applicarsi cioè<br />

una terza parte al s.r governatore, un'altra terza parte alla ven.le ecclesia seu<br />

mon(aste)rio de santa maria della sanità <strong>di</strong> d.ta terra e l'altra terza parte al monasterio<br />

<strong>di</strong> s.ta maria del carmine <strong>di</strong> detta terra da esigernosi irremisibiliter, nec non sia privato<br />

<strong>di</strong> detta deputatione e de tutti l'honori <strong>di</strong> detta Un.tà <strong>di</strong>chiarando che dette preposte e<br />

conclusioni secrete non si debbiano ponere à libro insino à tanto non sarà seguito<br />

l'effetto, ma se debbiano conservare per lo cancelliero à parte.<br />

25 - Item se or<strong>di</strong>na che detti deputati se possano congregare tanto nel Capitolo de san<br />

domenico <strong>di</strong> d.ta terra com'è solito quanto nelle case della ven.le chiesa de s.ta<br />

Catherina <strong>di</strong> d.ta terra, ò in altri lochi dove meglio parerà ad essa Un.tà et à tempo si<br />

congregaranno non ci debbia intervenire persona alcuna tanto citta<strong>di</strong>na come forastiera<br />

che non sarà <strong>di</strong> d.to regimento e fandosi altram.te le conclusioni che si facessero in<br />

quello parlamento siano nulle et invalide verum sia licito alli m.ci Avocati e proc.ri<br />

dell'Un.tà che pro tempore saranno posseaci intervenire purche non si tratti de negotio, ò<br />

interesse loro particolare e cosi ancora quando ci bisognasse atto publico possano<br />

intrarci jo<strong>di</strong>ce notaro, e testimonij e non altram.te.<br />

26 - Item perche li m.ci Gio:vincenzo Grasso e grandonio piacente sono informatissimi <strong>di</strong><br />

tutti li negotij <strong>di</strong> questa Un.tà volemo che quando occorrerà farsi consiglio le sia lecito<br />

intervenire non obstante che non siano deputati ò proc.ri dell'Un.tà<br />

27 - Item se declara che detti deputati se possano congregare ogni volta che occorrerà<br />

con intervento, ò licentia del s.r gover.re ò vero del s.r gio<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> d.ta terra, ò alcuno <strong>di</strong><br />

essi ad elettione <strong>di</strong> detti deputati e sin<strong>di</strong>ci, li quali tantumo debbiano assistere com'è<br />

solito et havendosi à trattare alcuna cosa per agravij che facessero detti officiali contra<br />

detta Un.tà e soi citta<strong>di</strong>ni, ò altro negotio loro possano detti deputati congregarsi senza<br />

23


licentia ne intervento delli s.ri officiali ma con la presentia t(antu)m del coa<strong>di</strong>utore de la<br />

Corte <strong>di</strong> d.ta terra.<br />

28 - Item vole essa Un.tà che sia lecito al detto regimento <strong>di</strong> quella potersi congregare<br />

sei volte l'anno, senza la presentia delli officiali della Corte <strong>di</strong> d.ta Terra cioè havendosi<br />

da trattare <strong>di</strong> cosa <strong>di</strong> malgoverno dell'officiali <strong>di</strong> quella, e possa ogni deputato senza<br />

timore preponere e <strong>di</strong>sponere quello che li parerà giusto.<br />

29 - Item se or<strong>di</strong>na che li m.ci sin<strong>di</strong>ci da hoggi avante et imperp(etuu)m habbiano d'haver<br />

solum de provisione durante loro sin<strong>di</strong>cato à raggione: lo sin<strong>di</strong>co de la terra d(uca)ti<br />

vinti lo anno. Il sin<strong>di</strong>co de lo quartiero de prigliano d(uca)ti quin<strong>di</strong>ci lo anno et il sin<strong>di</strong>co<br />

del quartiero de margarita d(ucati) (<strong>di</strong>eci - cancellato) 15 lo anno, (Il sin<strong>di</strong>co delli nobili<br />

d.ti vinticinque lo anno - cancellato), et al casciero d(uca)ti (du<strong>di</strong>ci - cancellato) 20 lo<br />

anno, et che dette provisioni penitus non si possano alterare, ma cosi se debbia osservare<br />

imperp(etuu)m, ne si possa fare conclusioni de maggior summa e fandosi non vaglia ne si<br />

possa pagare più de la p.ta tassa ut s.a.<br />

30 - Item si or<strong>di</strong>na che si debbia eligere una persona per procuratore dei poveri <strong>di</strong> d.ta<br />

Un.tà e casali per le cause criminali il quale debbia attendere à detta procura t(antu)m e<br />

non si possa in modo alcuno intromettere ad altre procure ne civili ne criminali per<br />

qualsivog(li)a altra persona ne citta<strong>di</strong>na ne forastiera, ma solum attendere per li poveri<br />

in dette cause criminali, et fando il contrario sia ipso iure ipsoq(ue) facto privato <strong>di</strong> detto<br />

off(ici)o e <strong>di</strong> sua provisione e <strong>di</strong> tutti li honori <strong>di</strong> d.ta Un.tà. Al quale procu(rato)re si<br />

debbia dare de provisione d(uca)ti trentasei per anno da pagarnoseli terza per terza a<br />

tanto per d.ta terra de somma come per soi casali ogniuno pro rata per raggione de<br />

fuochi.<br />

31 - Item se or<strong>di</strong>na che il d.to procu.re debbia continuam(en)te assistere nella corte <strong>di</strong><br />

detta terra, e debbia havere nota particolare dì per dì <strong>di</strong> tutti li citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> detta terra e<br />

casali che saranno carcerati nelle carcere <strong>di</strong> detta corte con la causa perche stanno<br />

carcerati, e debbia con <strong>di</strong>ligentia sapere il denaro che per detti carcerati sarà pagato e<br />

per mezzo de chi, e ne debbia ogni sabbato dare nota in scriptis alli m.ci sin<strong>di</strong>ci che pro<br />

tempore saranno <strong>di</strong> d.ta terra, li quali sin<strong>di</strong>ci fra altri otto giorni siano tenuti darne<br />

notitia alli Avocati e procuratori <strong>di</strong> d.ta Un.tà in Napoli acciò si veda se li citta<strong>di</strong>ni sono<br />

estorti, ò agravati dall'officiale <strong>di</strong> detta terra, e si possa havere ricorso à superiori.<br />

32 - Item se or<strong>di</strong>na che il detto procu.re non solo debbia mirare che li carcerati non<br />

siano estorti, ma che li citta<strong>di</strong>ni non siano agravati nelli pagamenti delli deritti tanto alli<br />

officiali quanto à loro mastri d'atti, et altri ministri ma farli pagare li deritti conforme<br />

alla regia pandetta et accadendo farsi il contrario ne debbia subbito dar nota ut s.a alli<br />

mag.ci sin<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> d.ta terra, li quali debbiano avisare li Avocati, e procuratori ut s.a. De<br />

piu detto procuratore debbia stare avertito che in detta corte non si facci decreto, ne<br />

altra innovatione alcuna contra li capitoli, privilegij, e raggioni <strong>di</strong> detta Università. Il<br />

che occorrendo ne debbia similmente dare notitia ut s.a.<br />

24


33 - Item se or<strong>di</strong>na che detto procuratore debbia servire li citta<strong>di</strong>ni poveri gratis con farli<br />

comparse, articoli e quanto bisognarà per loro defensione et spe<strong>di</strong>(tio)ne senza ricevere<br />

cosa alcuna per sue fatighe etiam à sponte dantibus, ma solum habbia d'havere detta<br />

provisione.<br />

34 - Item che detto procu.re si habbia da confirmare ogni quattro mesi per lo consiglio<br />

minore e non confirmandosi sia ipso iure casso, et si debbia eligere l'altro per lo<br />

consiglio maggiore e cosi si debbia continuare ogni quattro mesi.<br />

35 - Item se or<strong>di</strong>na che detto procuratore debbia havere nota <strong>di</strong> tutti li citati ad<br />

informandum, et la causa perche e farne nota particolare e consignarla ogni sabbato alli<br />

m.ci sin<strong>di</strong>ci li quali similmente debbiano avisare li Avocati e procuratori ut s.a or<strong>di</strong>nando<br />

à tutti li giurati <strong>di</strong> detta corte che debbiano prima de restituire le citationi ad<br />

informandum alla corte mostrarle al detto procu.re acciò si possi pigliare la detta nota,<br />

acciò si sarà aggravato in quelle alcuno citta<strong>di</strong>no si possi haver ricorso à superiori, e<br />

contravenendo li p.ti giurati ispo iure siano privati de loro officio e provisione.<br />

36 - Item se or<strong>di</strong>na che li sin<strong>di</strong>ci non debbiano firmare mandato che si pagano li giurati<br />

<strong>di</strong> loro provisioni senza fede del detto procuratore de poveri come hanno osservato il<br />

precedente capitolo, e cosi anco non debbiano fare pagare al detto procu.re de poveri si<br />

non haveranno havuta ogni sabbato detta nota ut s.a.<br />

37 - Item che occorendo alcuna cosa per li poveri nella bagliva debbia detto procuratore<br />

aiutarli non obstante sia causa civile.<br />

38 - Item che si facci uno archivo nella ecclesia de san georgio de tutte le scritture della<br />

Un.tà e <strong>di</strong> tutti li processi sopiti nella corte <strong>di</strong> d.ta terra, et che <strong>di</strong> esso archivo ne tenghi<br />

chiave il cancelliero della Un.tà. Il quale habbia pensiero de tenere uno libro, nel quale<br />

si habbiano da scrivere tutti li decreti dela Corte de somma <strong>di</strong>ffinitivi tanto civili come<br />

crim(ina)li e che llà li officiali originalmente li habbiano da firmare come si costuma in<br />

Vic(ari)a, acciò non si perdano li decreti, et un'altra volta si molestino li citta<strong>di</strong>ni come<br />

s'è visto per esperienza che per le cause sopite sono stati de novo molestati, per essernosi<br />

persi li decreti, ò stracciati per fraude.<br />

39 - Item che il detto cancelliero habbia da fare gratis le copie <strong>di</strong> d.ti decreti per<br />

conservarnosi nelli processi come si fà in Vic(ari)a.<br />

40 - Item che il detto cancelliero si habbia da creare per cinque anni fra li quali senza<br />

legittima causa non si possa amovere et se li <strong>di</strong>ano d(uca)ti quaranta lo anno de<br />

provisione verum contravenendo il detto cancelliero de non eseguire il sop.o in ogni caso<br />

de contraventione ipso iure et ipso facto sia privato <strong>di</strong> dett'officio et che amplius non<br />

possi aspirare ne ad honore ne ad off(ici)o <strong>di</strong> detta Un.tà.<br />

41 - Item che quando accadesse che nella elettione delli sin<strong>di</strong>ci, casciero et altri officiali<br />

ogniuno del quartiero suo fussero nella creatione in pari voto, che in tale caso non si<br />

attenda alla idoneità, ne qualità et habilità della persona concorrente, ma li concorrenti<br />

25


si habbiano da imbosciolare con doi cartelle e quella che uscirà prima sia lo eletto, et<br />

cosi si osservi in tutte le altre cose simili.<br />

42 - Item che li dottori tanto <strong>di</strong> lege, che <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> d.ta terra siano esempti<br />

dal peso de alloggiare ogni sorte de soldati et altri officiali quomod(o)cumq(ue), verum<br />

debbiano contribuire secondo le loro facultà e questo per maggior benef(ici)o e decoro <strong>di</strong><br />

d.ta Un.tà, et per accrescere voluntà agl'altri de frequentare li stu<strong>di</strong>j et ingran<strong>di</strong>re essa<br />

Un.tà.<br />

43 - Item che quando accaderà che alcuno citta<strong>di</strong>no sia dottore de lege esso debbia<br />

essere annumerato tra li Avocati <strong>di</strong> essa Un.tà con provisione de d(uca)ti vinti lo anno, et<br />

quando accaderà che siano più dottori, che si <strong>di</strong>a al più antico dottorato perche se ne<br />

spera maggior beneficio e miglior servita e favorita la propria patria.<br />

44 - Item che lo chianchiero, et affittatore dello macello de la carne <strong>di</strong> essa Un.tà sia<br />

tenuto l'inverno insino alle 18 hore, la primavera insino alle 17 et l'estate, e l'autunno<br />

insino alle 15 hore de non vendere à nisciuno forastiero et privilegiatissimo sotto la pena<br />

de d(uca)ti du<strong>di</strong>ci ogni volta che contravenerà d'applicarsi all'ecclesia de s.ta maria de<br />

la sanità de detta terra e la seconda volta che contravenerà debbia pagare la pena de<br />

d(uca)ti du<strong>di</strong>ci et essere frustato in continente, e che lo sabbato à sera quando accaderà<br />

farsi carne debbia nell'aprire la chianca far ritrovare tagliate à minuto et à rotolo tutte le<br />

cosse <strong>di</strong> tutti li animali si macelleranno et per doi hore dopoi debbia vendere la carne a'<br />

citta<strong>di</strong>ni t(antu)m et non à forastieri sotto la medesima pena ut s.a.<br />

45 - Item che quando accaderà che alcuna persona tanto <strong>di</strong> d.ta terra come forastiera<br />

farà un minimo agravio ad ogniuno delli gabelloti de questa terra et signater alli<br />

chianchieri, potecari, affittatori e panettieri in tale caso li m.ci sin<strong>di</strong>ci che pro tempore<br />

saranno ne debbiano in scriptis dare notitia al procu.re et Avocati <strong>di</strong> essa Un.tà acciò<br />

effettivam.te si faccino destinare comm(issari)o da sua Ecc(ellen)tia ò altro tribunale per<br />

farne pigliare <strong>di</strong>ligente informatione e <strong>di</strong>spenderci per d.to effetto ogni quantità de<br />

denari necessaria, altram.te facendosi detti sin<strong>di</strong>ci ipso iure ipsoq(ue) facto siano privati<br />

de loro off(ici)o ne per l'avenire possano havere più offi(c)j ne voce attiva ne passiva in<br />

d.ta terra, et che il proc.re et avocati debbiano poi comparere in d.te liti usq(ue) ad<br />

exeq(utio)ne sententie à spese dell'Un.tà altram(en)te facendosi in tale caso d.ti<br />

proc(urato)ri et avocati siano privati <strong>di</strong> detta avocatione, provisione e prerogative.<br />

46 - Item volemo che de ogni estorsione ricatto, ò altro et minimo delitto, ò agravij<br />

commettessero li officiali della corte de somma contra li citta<strong>di</strong>ni in tale caso li sin<strong>di</strong>ci ne<br />

debbiano dare notitia alli procu.ri et Avocati in napoli, che ci faccino destinare<br />

commiss(ari)o da sua Ecc(ellen)tia ò altro tribunale con spenderci ogni quantità de<br />

denari che sarà necessaria, e poi comparerci e farci parte in jud(ici)o usq(ue) ad<br />

exeq(utio)ne sententie, altrimente facendosi li sin<strong>di</strong>ci ipso iure siano privati de loro<br />

officio e lo avocato e procu(rato)re de loro procura, et Avocatione.<br />

quibus o(mn)ibus sic peractis, p(re<strong>di</strong>c)ti m(agnifi)ci Jo:vin(centiu)s et grandonius quos<br />

no(m)i(n)e volentes juxta mandatum <strong>di</strong>cte Un.tis procedere ad electione <strong>di</strong>ctorum<br />

quadraginta deputatorum sponte coram nobis o(mn)i m(elio)ri via, eligerunt<br />

26


nominaverunt creaverunt, ac solenniter, et leg.me or<strong>di</strong>naverunt et deputaverunt<br />

infr(ascript)os quadrag(in)ta deputatos Un(iversita)tis p(re<strong>di</strong>cta)e ut sunt: me<strong>di</strong>etatem<br />

ipsorum nominatos pre<strong>di</strong>ctum m.cum Jo:vin.um et alteram m.tem per <strong>di</strong>ctum m.cum<br />

Grandonium iuxta po(testa)tem eis tra<strong>di</strong>tam in <strong>di</strong>cto parlam(en)to. hoc est viginti de terra<br />

alios decem de quarterio prigliani et alios decem de quarterio margarite cum potantibus<br />

expressis in <strong>di</strong>cto preinserto regimine et iuxta eius formam seriem continentiam et<br />

tenorem et non aliter.<br />

No(m)i(n)a deputatorum sud(ectorum) ut sunt:<br />

Pro terra nominatos per p(rimu)m m(agnific)cum Joem vincentium ut sunt:<br />

M(agnifi)cos (Marcum) Joem Alfonsum signorile - Fer<strong>di</strong>nandum grassum - Jacobun<br />

ant.m camposanum - Minicum nocerino als miccio - Tiberium de stefano - not(ariu)m<br />

Joem Ber.num yzzolum - Joem ber.num figliola de persia - Ber.num de mazzeo - Lucam<br />

figliola - Joem dominicum marciano<br />

pro eadem terram nominatos per <strong>di</strong>ctum m.cum grandonium ut sunt:<br />

M.cos (Marcum) Antonium de <strong>mauro</strong> - Joem matteum nocerino - Matteum de febraro -<br />

Joem thomam de juliano - Joem vinc.m de <strong>mauro</strong> - Joem angelum testa - Joem vinc.m<br />

fasulo - Fabium figliola - not(ariu)m Carolum Maione dum(mod)o<br />

Infra qu(attu)or <strong>di</strong>es declarer per actum pu(bli)cum rogandum m(an)u mei p(re<strong>di</strong>c)ti<br />

not(a)rij nolle gaudere privilegio neap.no et casu quo ita non declararet infra <strong>di</strong>cto<br />

ter(mi)no ex nunc eligit et sit electum loco eius m.cus Joes Antonius Maione et m.cum<br />

Joem Leonardum Ursinum simul cum cond(itio)ne (quam) infra qu(attu)or <strong>di</strong>es declaret<br />

se nolle gaudere privile(gi)o neap(olita)no et ca(s)u q(u)o ita non declararet infra <strong>di</strong>ctum<br />

ter(mine)m ex nunc sit electus loco eius m.cus Franciscus fusco de paulo.<br />

Pro quarterio Prigliani nominatos per p(rimu)m m.um Joem vinc.m ut sunt:<br />

M.cos (Marcum) Joem hieronymun cesarano - Cesarem tramontano - Pitinum maione-<br />

Antonium coppola - Sebastianum de palma<br />

Pro eodem quarterio nominatos per p(rimu)m m.cum grandonium ut sunt:<br />

M.cos (Marcum) Alfonsum buttiglierium - Fabritium troise - not(ariu)m Jo:bapta granata<br />

- Pompeum valleranum - Nicolam ant.m nigrum<br />

Et pro quarterio margarite nominatos per <strong>di</strong>ctum m.cum Jo: vinc.m ut sunt:<br />

M.cos (Marcum)Oliverium yovino - Tiberium de piacente - Joem ant.m de marzo -<br />

Scipionem de avino<br />

Pro eodem quarterio nominatos per p(rimu)m m.cum grandonium ut sunt:<br />

M.cos (Marcum) Joem alfonsum citum - Sigismondun de avino - Sabatinum reanne -<br />

Minicum capasso de chiolla - Vinc.m de averaymo<br />

Nec no(n) p.ti m.ci Jo:vinc(entiu)s et grandonius quos no(m)i(n)e simil(ite)r eligerunt,<br />

nominaverunt et deputaverunt infr(ascipt)os deputatos pro consilio minori <strong>di</strong>cte<br />

Un(iversita)tis ex sup(ra<strong>di</strong>c)tis quadrag(in)ta ut s(upr)a nominatis cum po(ta)ntibus pro<br />

<strong>di</strong>cto minori cons(ili)o expressis in <strong>di</strong>cto regimine et juxta eius continentiam et tenorem:<br />

Pro terra<br />

M.cos (Marcum) Fer<strong>di</strong>nandum grassum - not(ariu)m Jo:ber.num yzzolum - Fabium<br />

figliola de angelello - Ant.um de <strong>mauro</strong><br />

Pro quarterio Prigliani<br />

M.cos (Marcum) Cesarem tramontanum - Fabritium troise<br />

Pro quarterio Margarite<br />

M.cos (Marcum) Tiberium de piacente - Joem alfonsum citum<br />

27


De quibus omnibus sic peractis, prefati m.ci Joes vincentius et grandonius quo supra<br />

no(m)i(n)e requisiverunt nos, quod publicum conficere deberemus jnstrum(entum)* nos<br />

autem, et juraverunt.<br />

Presentibus Ju<strong>di</strong>ce Oliverio martinello de n(ea)p(oli) reg(i)o ad con(tra)ctus,<br />

eg.o vincentio montefuscolo de n(ea)p(oli),<br />

nob(i)li Pomponio senatore de n(ea)p(oli) perfumerio,<br />

nob.li Petro sgrafignolo bresciano librario n(a)p(oletano) commorante." 2)<br />

La redazione dei Capitoli è stata deliberata nel 1582 e confermata da un voto<br />

parlamentare del 1585. Infatti la presentazione dei Capitoli al Sacro Regio Consiglio<br />

risale al 16 ottobre 1587. Il regio consigliere Geronimo Olcignano fa una relazione al<br />

Viceré tramite il detto Consiglio.<br />

Ill.mo et Ecc.mo S.r l'Un.tà et homini dela Terra <strong>di</strong> somma fanno intendere à V. E. come<br />

havendo conosciuto per esperienza che nelli parlamenti, e consegli generali <strong>di</strong> essa<br />

Un.tà ci concorrono le persone <strong>di</strong> moltitu<strong>di</strong>ne, le quale per non conoscere il benef(ici)o<br />

publico anzi violentate le loro voluntà soleno spesso mettere li negotij in confusione, e<br />

trattar cose in <strong>di</strong>sservitio <strong>di</strong> Dio e danno <strong>di</strong> essa Un.tà hanno congregato consilio<br />

unanimiter pari voto, et nemine <strong>di</strong>ssentiente concluso l'nfr(rascritt)o nuovo regimento e<br />

governo <strong>di</strong> detta terra <strong>di</strong> quaranta deputati, li quali vogliano senza altra moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong><br />

gente rapresentare tutta essa Un.tà e trattare e concludere ogni negotio <strong>di</strong> quella nel<br />

modo e forma che nel soscritto or<strong>di</strong>ne de governo e regimento sopra ciò con molte<br />

declarationi, e capitoli formato inserto nell'inclusa conclusione et or<strong>di</strong>natione per essa<br />

Un.tà fatto si contiene al quale essi suppl(ican)ti si rimetteno, et perche detto or<strong>di</strong>ne<br />

cede in evidente utilità e beneficio <strong>di</strong> detta Un.tà. Pertanto essi supplicanti supplicano<br />

V.E. si degni in nome <strong>di</strong> sua M(aes)tà Catholica assentire, e prestare il Regio assenso et<br />

interponere il Regio decreto alla detta forma, et or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> governo per essa Un.tà<br />

concluso inserto nell'inclusa conclusione prodotta nel modo e forma che in quella si<br />

contiene e conclusione predetta ut. s.a fatta, nec non à tutte le creationi fatte e faciende<br />

<strong>di</strong> detti quaranta deputati, e ciascheduno de loro servata la forma del detto governo, et<br />

cautele celebrate, et in futurum celebrande de detti parlamenti fatti <strong>di</strong> detti quaranta per<br />

la convalidatione <strong>di</strong> quelle e quantunque sia de giustitia lo riceveranno à gratia da V.E.<br />

ut Deus.<br />

Il Mastrod'atti dello stesso consesso Gio:Loisio Terracciano riferisce il 27 gennaio 1588<br />

al Viceré.<br />

Ill.mo et Ecc.mo S.r l'Un.tà de la terra de somma le fa intendere come antiquamente li<br />

homini <strong>di</strong> quella hanno havute molte <strong>di</strong>fferenze fra loro circa il regimento <strong>di</strong> detta terra<br />

essendosi nelli anni passati per publico parlamento quello riformato per dar fine poi alle<br />

loro <strong>di</strong>fferenze furono per detta Un.tà fatte molte Instruttionj sopra <strong>di</strong> quello per lo<br />

quieto, e beneficio publico, et per evitare ogni lite futura si supplicò l'E.V.a si degnasse<br />

interponere lo suo Regio assenso, e da quella fu commessa detta causa al Sacro<br />

Consiglio ove essaminati più testimonij e fatti altri atti nacquero nove <strong>di</strong>fferentie per le<br />

quali in gran danno <strong>di</strong> detta Un.tà e con gran o<strong>di</strong>o delli homini <strong>di</strong> quella hanno litigato<br />

più anni sono, Al presente per le publiche orationi, et per inspiratione de Id<strong>di</strong>o in questa<br />

quadragesima prossima passata si sono tutti riconciliati con quiete publica e privata, et<br />

per farno detto atto autentico, e subsistente volsero <strong>di</strong> ciò far publico parlamento, et<br />

comparirno tutti con comune accordo nel sac(r)o cons(igli)o ove detto regimento era<br />

commesso per V.E. et ottennero commissario da quello con intervento del quale<br />

28


pacificamente, et quietamente conclusero che tutte le <strong>di</strong>fferenze lite, e cause tanto de<br />

regimento quanto de prerogative, et in spetie dele mazze del palio conforme all'or<strong>di</strong>ne<br />

della Serenissima Regina Tutte queste, et altre <strong>di</strong>fferenze furono rimesse, et commesse<br />

alli m.ci Grandonio piacente, et Gio: vincenzo grasso come in detta conclusione<br />

presentata nel detto sacro consiglio appare, li quali per gratia <strong>di</strong> Dio con belle<br />

Instruttioni non solo hanno tolto le <strong>di</strong>fferenze antiche ma hanno troncata ancora la<br />

strada delle nuove...<br />

Il notaio Gio:Andrea de Ynefra re<strong>di</strong>ge l'istrumento pubblico il 9 marzo 1589.<br />

Il Sacro R. Consiglio l'approva con decreto il 30 giugno 1590.<br />

Il Mastrod'atti del Sacro Regio Consiglio lo sottoscrive il 17 <strong>di</strong>cembre 1592. 3)<br />

--------------------------------------------<br />

1) Primo manoscritto della biblioteca del podestà Alberto Angrisani - pagg. 2.<br />

2) Notaio Gio:Andrea de Ynefra - Archivio Stato Napoli - scaffale H - fasc. 6 - pagg. 231-242.<br />

*La parola jnstrumentum è scritta jastrum ed è stata decrittata in sogno il 17 giugno 1997.<br />

3) Primo manoscritto Angrisani - pagg. 11/12 tergo.<br />

29


CENNI STORICI SUI <strong>CAPITOLI</strong><br />

DELLA BAGLIVA <strong>DI</strong> <strong>SOMMA</strong><br />

1269-1638<br />

Il termine Bagliva nasce dal francese bail, che sta per affitto, come lo spagnolo<br />

arrendamiento, che pure ricorre nelle aste pubbliche dei dazi.<br />

Da notare che chi contribuisce a far salire l'estaglio con la sua offerta riceve un premio<br />

percentuale che fa carico a chi s'aggiu<strong>di</strong>ca poi l'appalto della gabella.<br />

I pregi o plegi sono i garanti. Il termine viene dal latino precium, prezzo, da cui anche<br />

preciaria o pleggiaria, garanzia.<br />

Gli Statuti della Bagliva nascono da antiche consuetu<strong>di</strong>ni che affondano le ra<strong>di</strong>ci nel<br />

Co<strong>di</strong>ce fridericiano <strong>di</strong> Melfi. La loro prima redazione scritta nel Napoletano risale al<br />

secolo XIV. Il sistema impositivo è quello in<strong>di</strong>retto, cioè basato sulla tassazione dei<br />

consumi.<br />

A Somma si rivengono Capitoli prima <strong>di</strong> tutto sulla farina, pane e pasta, poi sul vino e<br />

quin<strong>di</strong> sulla carne (solo per i benestanti; "i poveri la carne la vedevano solo quando si<br />

spogliavano" - commenta un'anziana donna sotto il forno). Poi c'è la gabella del salsume<br />

su cacio, olio, carni e pesci salati; quella sul commercio e lavoro dei forestieri, detta<br />

quartuccio; quella della zecca o sicle sulla zeccatura delle botti; quella del passo, residuo<br />

feudale consentito a pochi paesi, sull'entrata ed uscita dal territorio comunale; quella <strong>di</strong><br />

piazza per l'occupazione <strong>di</strong> suolo pubblico; quella sulle foglie <strong>di</strong> gelso per la produzione<br />

della seta ed infine quella della neve, venduta in regime <strong>di</strong> monopolio. Questa sarà<br />

introdotta il 3 luglio 1650 con particolari accorgimenti: la ven<strong>di</strong>ta nelle cantine <strong>di</strong> via<br />

Casaraia e piazza Croce deve essere fatta con bilancia forata per far scorrere l'acqua; i<br />

reclami sono ammessi solo se proposti a pochi passi dalla bottega/cantina; il prezzo del<br />

prodotto, (conservato in località Fosse della Neve, in<strong>di</strong>viduata nel Varo al Murillo, o<br />

acquistato sulle montagne <strong>di</strong> Avella), aumenta se acquistato <strong>di</strong> notte.<br />

Il sistema fiscale degli Angioini si basa sulle collette o tassazioni generali, annuali e<br />

or<strong>di</strong>narie, sulle ricchezze dei sud<strong>di</strong>ti me<strong>di</strong>ante due collectores eletti tra i più potenti e<br />

ricchi citta<strong>di</strong>ni dalle Università, dove sono costituite. E forse i due sindaci sommesi del<br />

1293 non sono che due collettori. Esiste inoltre un'imposizione in<strong>di</strong>retta con le gabelle, i<br />

relevi (imposta <strong>di</strong> successione nei feu<strong>di</strong>) e l'adoha.<br />

Quando le Università acquistano una certa autonomia amministrativa subentrano nelle<br />

funzioni dei tassatori angioini e fino all'introduzione del catasto vivono solo <strong>di</strong> gabelle e<br />

<strong>di</strong> demanio.<br />

Gli Aragonesi invece provano una prima riforma tributaria. Dopo il censimento del 1445<br />

impongono il pagamento <strong>di</strong> un ducato ad ogni produttore <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to e l'acquisto forzato <strong>di</strong><br />

un tomolo <strong>di</strong> sale a mezzo ducato. Nel 1467 istituiscono un primo catasto, detto antico,<br />

ma i nobili ed il clero, nelle cui mani è quasi tutta la proprietà terriera, si oppongono a<br />

questa imposizione <strong>di</strong>retta sulla ren<strong>di</strong>ta fon<strong>di</strong>aria e da capitale fino all'istituzione del<br />

Catasto Onciario del 1750. Esso neanche avrà vita facile e ci consentirà <strong>di</strong> conoscere la<br />

prima, storica mazzetta <strong>di</strong> 1.000 ducati, pagata dal clero e sostenuta dai proprietari locali,<br />

per non far partire la riforma. 1)<br />

32


La prima notizia <strong>di</strong> gabelle angioine risale al 1269 quando la Bagliva <strong>di</strong> Somma deve<br />

provvedere a pagare il salario al cappellano regio della capella <strong>di</strong> Santa Lucia a Castello.<br />

Questi pagamenti si ripetono nel 1282 e nel 1289.<br />

Un'altra testimonianza dei Capitoli della baiulatione <strong>di</strong> Somma si ha in occasione del<br />

conflitto tra il Castellano Gugliemo Roccamonte ed il Mastro Giurato Giovanni Gallico,<br />

che finisce a botte per il Roccamonte e con l' imprigionamento del Gallico. Si è infatti in<br />

attesa delle Capitulationi della Bagliva <strong>di</strong> Somma del 1270.<br />

Nel 1279 si incontrano i cabellotes nemorum in relazione ai dazi sullo sfruttamento dei<br />

moltissimi boschi del monte Somma. Ancora nel 1524 lo sfruttamento della montagna<br />

nelle mani dei Sanseverino vale 3.000 ducati, come risulta da un pergamena dell'Archivio<br />

della Ba<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Cava dei Tirreni. 2)<br />

Quando il detto territorio nel 1586 passerà ai Cardona, duchi <strong>di</strong> Sessa e <strong>di</strong> Somma, i 171<br />

censuari dei corpi feudali montani, poco puntuali nei pagamenti, saranno oggetto <strong>di</strong><br />

frequenti ricognizioni nei processi che ne scaturiranno.<br />

Bisognerà attendere il decennio francese, dopo l'abolizione della feudalità del 1806, per<br />

giungere alla <strong>di</strong>visione delle terre demaniali me<strong>di</strong>ante commissari ripartitori. E<br />

l'operazione non sarà né pacifica né trasparente.<br />

Nel 1814 nel Ruolo della Fon<strong>di</strong>aria i Reali Demanj hanno una ren<strong>di</strong>ta imponibile <strong>di</strong> 1.728<br />

ducati. Nel 1816, dopo il ritorno dei Borboni, <strong>di</strong> ducati 5.147,50.<br />

Ancora oggi la zona è identificata come " 'a Ddummania".<br />

Nel 1283 si parla dello ius plateatici, che è un <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> piazza che si paga per<br />

l'occupazione del suolo da parte dei ven<strong>di</strong>tori.<br />

Nei Registri Angioini, sotto la data del 1306, sono annotati i dacia seu capitula<br />

dell'Università <strong>di</strong> Somma, dazi o Capitoli, andati perduti per un incen<strong>di</strong>o appiccato dai<br />

Tedeschi nel 1943 a San Paolo Belsito, dove erano stati trasferiti per salvarli dalla guerra.<br />

Nel 1928 Alberto Angrisani riporta la notizia in "Brevi notizie storiche e demografiche<br />

intorno alla Città <strong>di</strong> Somma Vesuviana", nella cronologia.<br />

Dopo queste note tratte dai testi <strong>di</strong> storia bisogna attendere il 1536 per trovare<br />

nell'Archivio della Collegiata una prima, breve informazione sul <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> passo, che nel<br />

1555 <strong>di</strong>viene più esplicita. 3)<br />

Il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> passo per attraversare il territorio dell'Università <strong>di</strong> Somma, (non tutte hanno<br />

questo privilegio in Terra <strong>di</strong> Lavoro), dopo il parziale riscatto del 1586 appartiene ancora<br />

al duca <strong>di</strong> Sessa e <strong>di</strong> Somma, Antonio de Cardona.<br />

Giorgio Cocozza in Summana n. 40 attesta che i duchi <strong>di</strong> Sessa e <strong>di</strong> Somma ne saranno<br />

titolari tramite un affittatore generale fino al 1792 circa, quando riceveranno un<br />

compenso <strong>di</strong> 7.500 ducati per la sua abolizione.<br />

Del 31 luglio 1575 un secondo documento ci parla <strong>di</strong> una aggregatio et societas tra alcuni<br />

de Stefano, <strong>di</strong> Marzo e Galano in vista della conduzione della gabella della carne a<br />

Somma. L'estaglio ammonta a 455 ducati da pagare in tre rate a Natale, a Pasqua e ad<br />

agosto. L'atto è del notaio Gio:Berar<strong>di</strong>no Izzolo. 4)<br />

Il terzo atto è l'affitto dei proventi civili e misti della Regia Corte <strong>di</strong> Somma del 1638, ma<br />

il suo tariffario o pandetta è stato stilato nel 1577 dal feudatario Antonio de Cardona e<br />

ripetuto dall'Università nel 1587 dopo il riscatto dal baronaggio.<br />

Il primo appalto noto <strong>di</strong> questi proventi si trova citato nel bilancio del 1627 - il primo<br />

noto dell'Università - e reca l'entrata <strong>di</strong> 220 ducati. 5)<br />

33


Del 1578 è il quarto documento relativo alla gabella della farina e del pane, redatto dal<br />

notaio Carlo Majone. La gabella è fittata per 411 ducati e si applica al macinato. Anche<br />

chi fa il pane in casa la paga. La tariffa è <strong>di</strong> 5 grana a rotolo. 6)<br />

Queste due, insieme a quella del vino, dànno il gettito maggiore.<br />

Una particolarità sta nel fatto che la gabella della farina del 1578 viene sub-affittata in tre<br />

porzioni <strong>di</strong>stinte per i tre quartieri della Terra, <strong>di</strong> Margarita e <strong>di</strong> Prigliano.<br />

Del 1579 è la <strong>di</strong>sciplina della gabella del sicle o zecca sulle botti, che è agli atti<br />

dell'Archivio della Collegiata. 7)<br />

Con il riscatto dalla feudalità del 1586 l'Università re<strong>di</strong>ge regolarmente i Capitoli delle<br />

gabelle, oggi conservati nell'Archivio Storico Comunale, nei cosiddetti "penes acta" della<br />

Curia <strong>di</strong> Somma.<br />

L'insieme delle stesure dà un quadro socio-economico della comunità e documenta fin<br />

d'allora l'esistenza in paese <strong>di</strong> gran parte delle famiglie tuttora viventi.<br />

Il quadro demografico del secolo XVI è in crescita costante con la sola flessione del 1532<br />

a seguito della peste del 1528 e della guerra tra Spagnoli e Francesi che fanno scorrerie a<br />

Somma a seguito del tra<strong>di</strong>mento della causa spagnola del duca Alfonso Sanseverino,<br />

Signore del paese.<br />

Nel 1519 solo Somma conta 564 "fuochi", circa 2.820 abitanti<br />

1528 Somma e Casali 807 " " 4.035 "<br />

1532 " " 608 " " 3.040 "<br />

1545 " " 740 " " 3.700 "<br />

1561 " " 1.160 " " 5.800 "<br />

1595 " " 1.758 " " 8.790 "<br />

Per quest'anno il primo manoscritto della biblioteca del podestà Alberto Angrisani annota<br />

che Somma ha 752 "fuochi", Sant'Anastasia 724, Massa 60, Pollena 125, Trocchia 97.<br />

Mo<strong>di</strong>fiche ed innovazioni dei Capitoli interverranno nei secoli successivi e saranno<br />

riprese dai Verbali Parlamentari agli atti dello stesso Archivio.<br />

Il sistema delle gabelle consente alla classe <strong>di</strong>rigente <strong>di</strong> dominare l'economia e <strong>di</strong><br />

occupare i posti <strong>di</strong> comando nei due secoli XVII e XVIII, me<strong>di</strong>ante gabole e camarille.<br />

Solo nel 1972 i dazi sui beni <strong>di</strong> consumo verranno aboliti.<br />

Circa la forma curialesca <strong>di</strong> questi affitti c'è da osservare che la redazione degli atti<br />

davanti alla Curia della Terra <strong>di</strong> Somma si apre e si chiude con un formulario in latino,<br />

più o meno sempre identico. Nel corpo del documento il testo è espresso "volgari<br />

sermoni loquendo pro meliori inteligentia".<br />

L'intestazione porta la data oppure il riferimento a quella dell'atto precedente.<br />

Sul margine il titolo: a favore dell'Università o <strong>di</strong> Tizio.<br />

Segue il testo con il solito schema:<br />

Premessa:<br />

"Costituito presso gli atti della Curia della Terra <strong>di</strong> Somma Caio confessa <strong>di</strong> essere tenuto<br />

a dover dare e che è e sarà vero e liquido debitore dell'Università e per essa dei sindaci o<br />

un deputato eletto in pubblico parlamento o del Catapano".<br />

Titolo ed autorizzazione:<br />

"Istrumento fatto e stipulato per mano del notaio Sempronio ad una data determinata,<br />

assente (o presente) il Regio Governatore o il Commissario della Regia Camera della<br />

Summaria me<strong>di</strong>ante <strong>di</strong>sposizione del giorno tale, spe<strong>di</strong>ta nello stesso luogo al presente e<br />

34


stipulante in nome dell'Università della detta Terra ed in nome del ricevente la promessa<br />

predetta, e a ciascuno degli stessi in solido."<br />

Prezzo:<br />

"Debbono ducati...<strong>di</strong> carlini d'argento e sono per il prezzo dell'affitto della tale gabella, <strong>di</strong><br />

nuovo imposta nella Terra <strong>di</strong> Somma a sod<strong>di</strong>sfazione del contratto. Il prezzo è al netto<br />

delle spese d'incanto."<br />

Motivazione:<br />

"Per il riscatto in Regio Demanio <strong>di</strong> detta Terra e nell'interesse dello stesso affittata al<br />

magnifico Caio".<br />

Durata:<br />

il testo prevede l'inizio dell'affitto dal 1 settembre al 31 agosto, secondo una tra<strong>di</strong>zione<br />

bizantina dell'esercizio finanziario.<br />

Metodo d'aggiu<strong>di</strong>cazione:<br />

La gabella viene aggiu<strong>di</strong>cata all'asta pubblica me<strong>di</strong>ante accensione <strong>di</strong> candela ed al<br />

maggior offerente.<br />

Norme <strong>di</strong> riferimento:<br />

"L'incasso dell'Università deve essere integro, cioè con tutti i guadagni, i compensi e gli<br />

emolumenti spettanti a detta gabella e portati da tutte le <strong>di</strong>sposizioni vigenti, scritte nei<br />

Capitoli redatti dall'Università stessa, che per una maggior intelligenza sono inseriti nella<br />

detta obbligazione".<br />

Seguono in volgare gli articoli che <strong>di</strong>sciplinano l'imposizione fiscale sul territorio e sui<br />

"naturali".<br />

Formula <strong>di</strong> chiusura dell'atto in latino:<br />

"E questi stessi preinseriti Capitoli, come sopra letti e pubblicati alla presenza del<br />

suddetto gabellota, e dallo stesso ben ascoltati, egli stesso ratifica, omologa ed accetta e<br />

promette <strong>di</strong> non contravvenirvi, anzi <strong>di</strong> adempiere alla perfezione ed osservare tutti i<br />

particolari contenuti e <strong>di</strong>chiarati negli stessi, giusta la formulazione ed il tenore degli<br />

stessi".<br />

Garanzie e modalità <strong>di</strong> pagamento:<br />

"Gli obbligati, ciascuno in nome proprio e tutti in solido, rinunziano prima al beneficio<br />

della tolleranza non prestata al conduttore e promettono all'Università <strong>di</strong> dare<br />

integralmente e <strong>di</strong> depositare presso un banco prestabilito le rate fissate, col patto che le<br />

somme versate non possono essere prelevate da chicchessia, a meno che non servano per<br />

la sod<strong>di</strong>sfazione del debito con il Regio Demanio e previa autorizzazione firmata dalla<br />

propria mano dell'illustre signor Presidente della R.C. della Summaria e dal Commissario<br />

suddetto, salva la forma dei preinseriti Capitoli e le <strong>di</strong>sposizioni della R.C.S., spe<strong>di</strong>te<br />

come sopra s'è detto".<br />

Sanzioni:<br />

"I gabelloti ed i loro fideiussori, qualora non facessero i pagamenti secondo le rate prima<br />

enumerate, per una parte o per il tutto, ciascuno in proprio e tutti in solido, sono tenuti al<br />

pagamento della penale fissata nei Capitoli".<br />

Esecuzione coattiva:<br />

"Gli amministratori dell'Università potranno spe<strong>di</strong>re le lettere esecutoriali contro il<br />

gabellota ed i suoi fideiussori per un'esecuzione reale e personale in solido e a scelta degli<br />

stessi, e potranno porre in essere tutti quei rime<strong>di</strong> che riterranno opportuno fino alla<br />

soluzione effettiva dell'affitto della gabella secondo le leggi, i riti, le consuetu<strong>di</strong>ni, le<br />

35


costituzioni, e le prammatiche anche se con previsioni eventualmente o in qualche modo<br />

contrarie".<br />

Ulteriori garanzie:<br />

"I gabelloti secondo la prassi della Grande Curia con giuramento rinunciano e promettono<br />

<strong>di</strong> non servirsi <strong>di</strong> quelle (<strong>di</strong>sposizioni contrarie all'interesse dell'Università). Essi tutti, in<br />

proprio ed in solido, spontaneamente obbligano se stessi, gli ere<strong>di</strong>, i successori, e tutti i<br />

loro beni presenti e futuri, sotto pena ed alla pena del doppio, con il potere <strong>di</strong> essere<br />

imprigionati cum costitutione precarij, e rinunciano anche singolarmente e giurano".<br />

Seguono le firme degli intervenuti e dei testi.<br />

--------------------------------------------------<br />

1) Rivista Summana n. 28 - Giorgio Cocozza - pag. 11.<br />

2)Archivio della Ba<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Cava dei Tirreni - Arca IV - Segnatura n. 39 - Super armarium.<br />

3) Archivio Collegiata - cartelline B doc. 33, L 27, U bis 6 pag.12.<br />

4) Archivio <strong>di</strong> Stato Napoli - G. B. Izzolo - prot. 2 pagg. 74 tergo - 76 tergo.<br />

5) Archivio Storico Comunale - Atti processuali della Regia Camera della Summaria - vol. III - pagg. 211/217.<br />

6) Archivio <strong>di</strong> Stato Napoli - C. Majone - prot. 8 pagg. 101 - 104 tergo.<br />

7) Archivio della Collegiata - cartellina Q doc. 55.<br />

36


REGIA <strong>CORTE</strong> <strong>DI</strong> GIUSTIZIA <strong>DI</strong> <strong>SOMMA</strong><br />

PROVENTI CIVILI E MISTI<br />

Pandetta del 1577<br />

La giustizia un tempo era amministrata dal Capitano o Vicario aragonese, che era anche<br />

Capo Militare, Giu<strong>di</strong>ce ed Esattore, come peraltro sotto Angioini, Svevi e Normanni con<br />

nomi <strong>di</strong>versi.<br />

Con la riforma vicereale, che introduce il Governatore Regio, queste competenze passano<br />

al Giu<strong>di</strong>ce Regio, anche se il Governatore non perde le sue prerogative ed emolumenti in<br />

materia giuris<strong>di</strong>zionale.<br />

La Corte Regia <strong>di</strong> Somma è competente in prima istanza.<br />

Nei casi <strong>di</strong> infeudamento del paese con attribuzione del mero e misto imperio le funzioni<br />

giuris<strong>di</strong>zionali sono svolte dal barone pro tempore o dal suo Governatore o Giu<strong>di</strong>ce, che<br />

sono suoi salariati.<br />

Infatti Antonio de Cardona, duca <strong>di</strong> Somma e feudatario dal 1574 dopo la morte del<br />

fratello Loisio, il 16 settembre 1577 impartisce istruzioni per la pandetta della Curia <strong>di</strong><br />

Somma, che è del seguente tenore:<br />

Item volemo che quanto all'exatione delli emolumenti et deritti che toccano al<br />

mastrod'atti s'osservi la pandetta per lo passato fatta in detta corte dal quondam m.co<br />

Baltassarre de Argentola all'hora luogotenente et procuratore generale dell'Ill.mo<br />

Admira(n)te nostro padre che sia in gloria, et per li emolumenti che competeno alli m.ci<br />

Governatore et Gio<strong>di</strong>ce, et loro famegli, et anco al detto mastrod'atti nelle cose che non<br />

si trovano tassate in detta pandetta s'osserva l'or<strong>di</strong>ne infrascritto cioè:<br />

Per decreto seu sententia <strong>di</strong>ffinitiva nelle cause civili da cinquanta ducati in sù quando il<br />

Governatore è dottore nove carlini, et quando no' è dottore otto carlini al gio<strong>di</strong>ce et uno<br />

al governatore,<br />

Per decreto interlocutorio grana quin<strong>di</strong>ci, et quando il governatore non è dottore <strong>di</strong>eci al<br />

dottore et cinque al governatore,<br />

Per lo decreto seu sententia <strong>di</strong>ffinitiva de liberatione nelle cause criminali per le quali<br />

veneria ad imponersi pena à relegatione infra carlini tre, et quando il gov.re non è<br />

dottore al gio<strong>di</strong>ce carlini doi, et al gov.re uno, et à relegazione supra si paghino un<strong>di</strong>ci<br />

carlini et quando il gov.re non è dottore <strong>di</strong>ece al gio<strong>di</strong>ce et uno al gov.re et questi<br />

s'intende factis defensionibus ma volendo l'inquisito essere spe<strong>di</strong>to dalli medesimi atti,<br />

overo componendosi non si paghi per lo decreto più che tre carlini al gov.re quando è<br />

dottore et quando non è dottore dui al gio<strong>di</strong>ce et uno al gov.re,<br />

Per decreto interlocutorio per le cause criminali quando e in favore dell'inquisito al<br />

gov.re carlini tre quando è dottore et quando no' doi al gio<strong>di</strong>ce et uno al gov.re,<br />

verum per lo decreto per lo quale si concede la copia delli reperti, overo si danno le<br />

defensioni non si paghi cosa alcuna,<br />

Per accesso sopra luogo de <strong>di</strong>fferentia ad istantia de parte si paghi per Somma carlini tre<br />

et per li casali carlini cinque al gov.re essendo dottore et non essendo dottore ci va<strong>di</strong> il<br />

gio<strong>di</strong>ce et à lui si paghi il detto accesso, eccetto per absentia del gio<strong>di</strong>ce ci andasse il<br />

gov.re de volontà delle parti,<br />

37


Per accesso nelle cause criminali ad instantia della corte non si paghi cosa alcuna et ad<br />

instantia de parte ut supra in civilibus,<br />

Per forma de lettere exequtoriali con hortatoria ò imploratione <strong>di</strong> braccio per potere<br />

essegere fore del Ducato <strong>di</strong> Somma al gov.re grana dece, et per quelle che sono per<br />

exequire per lo Ducato p.to non si paghi cosa alcuna eccetto si fosse exequtoria vigore<br />

s(ente)ntie nel qual caso si paga <strong>di</strong> firma <strong>di</strong> detta exequtoria grana <strong>di</strong>ece,<br />

Per firma ò sugello <strong>di</strong> lettere <strong>di</strong>missorie che s'inviano con li processi de app.ne non si<br />

paghi cosa alcuna,<br />

Per relatione <strong>di</strong> cause de alcuni inquisiti che si fà à noi ò à nostro procuratore generale<br />

ad instantia <strong>di</strong> essi inquisiti per or<strong>di</strong>ne nostro essendo il gov.re dottore se li paghino<br />

per detta relatione carlini doi et non essendo dottore et commettendosi à lui si paghi<br />

carlino uno (era scritto doi) et così al gio<strong>di</strong>ce quando si commettesse ad esso et quando si<br />

commette al gov.re che la faccia con intervento del gio<strong>di</strong>ce si paghino al gio<strong>di</strong>ce carlini<br />

doi et al gov.re carlino uno et questo s'intenda <strong>di</strong> quelli che <strong>di</strong>mandano compositione ò<br />

gratia mentre andano contumaci però <strong>di</strong> quelli che sono carcerati non si paghi cosa<br />

alcuna eccetto che per la scrittura al mastro d'atti un carlino et per scrittura <strong>di</strong> detta<br />

relatione <strong>di</strong> contumaci al detto mastro d'atti quando quello ad istantia de chi se fà fuit<br />

alias inquisitus tarì uno et quando no' grana dece, et non si paghi cosa alcuna per la<br />

perquisitione,<br />

Per captura <strong>di</strong> persona, overo exequtione reale da uno docato à bascio si paghi al<br />

fameglio ò giurato grana due dechiarando che dette exequtioni reali si faccino fare dal<br />

giurato secondo il solito et per lo carcere quando il carcerato ci pernotta dal docato à<br />

bascio ut supra si paghino grana due et mezo et il medesimo s'osservi da uno docato<br />

insino à tre quando detta exequtione reale ò personale non si fà in virtù <strong>di</strong> obblig.a<br />

acc.ta anchorche sia per debito de la corte nell'altre cose si paghi medesimamente per<br />

ciascuna exequtione reale al giurato predetto che exequirà tornesi quattro, et per<br />

ciascuna che si piglia <strong>di</strong> persona al fameglio grana dece ancora che à un medesimo<br />

tempo se pigliasse ad istantia de più persone non possano li famegli essigere più et à<br />

sponte dante,<br />

Per ciascuno car(cera)to che pernotta grana quattro et mezo al gov.re et suo carceriero<br />

quando non si deputasse carceriero per noi che in tal caso volemo che si paghino al<br />

carceriero che noi deputassemo et per lo levare delli ferri alli carcerati non si paghi cosa<br />

alcuna ne al gov.re ne al carceriero,<br />

Item che quando il gov.re è gio<strong>di</strong>ce per importantia de alcuna causa criminale paresse de<br />

intervenire all'examina delli testimonij che si examinano à defensione dell'inquisito<br />

volemo che ce intervenga senza pagamento alcuno Poiche è peso <strong>di</strong> loro officio et sono<br />

salariati da noi,<br />

Item al mastrod'atti per scrittura de licentia d'arme per lo detto Ducato <strong>di</strong> Somma per lo<br />

notamento che farà nel libro conforme all'istruttione si paghino grana due et mezo, et al<br />

governatore per la firma non si paghi cosa alcuna,<br />

Item che alle provisioni del nostro m.co Au<strong>di</strong>tore delle seconde cause quali si<br />

commetteno al giurato che le intimi alla corte p.ta non ce se debia fare p(rese)ntata ne<br />

exigere cosa alcuna per quelle, ma che si paghi solo quello che compete al giurato à chi<br />

và commessa per l'intimatione,<br />

Item che quando si carcera alcuno che si trova nella corte così per le cause civile come<br />

criminali non si paghi cosa alcuna de pigliatura.<br />

38


Viene apposto il sigillo e sottoscrizione del duca sulla pandetta scritta in bambice, che va<br />

osservata come al solito et contra <strong>di</strong> detto solito, et pandetta non innovarete et farete<br />

osservare ad unquem et inviolabiliter senza dubio <strong>di</strong>fficultà ne contra<strong>di</strong>ttione alcuna et<br />

così exequereti et farete exequire che tale è nostra volontà et intentione non fandosi lo<br />

contrario per quanto si ha cara la gratia et servitio della prefata Cattolica Maiestà (re<br />

Filippo) et pena de docati doi millia la presente resti al presentante Datum Neapoli in<br />

Regio Palatio prope Castrum novum <strong>di</strong>e ultimo mensis martij M.o D.o octuagesimo<br />

octavo.<br />

Il conte <strong>di</strong> Miranda - Moles - Lanarius - Torres pro secretario<br />

Al capitanio gio<strong>di</strong>ce et mastrod'atti della terra <strong>di</strong> Somma per l'osservantia delle<br />

preinserte pandette et solito <strong>di</strong> detta Un.tà ut supra ad istantia <strong>di</strong> essa.<br />

Pandetta del 1587<br />

La predetta pandetta del feudatario sommese viene esibita dall'Università in un giu<strong>di</strong>zio<br />

del 31 agosto del 1587 contro il Governatore, il Giu<strong>di</strong>ce Regi ed il mastrod'atti, che non<br />

rispettano le tariffe della tabula Curie Terre Summe.<br />

Infatti l'Università, sentiti i sindaci eletti, presente il mastrod'atti, a seguito del riscatto<br />

dalla feudalità ha formulato il seguente tariffario: la tabula la quale volemo s'habia da<br />

affigere à detta Corte et quella osservare inviolabilmente per li mastrod'atti dela predetta<br />

Corte de Somma tanto presenti come successori et futuri Imperpetuum:<br />

In primis per qualsivoglia citatione ad instantiam partis grana doij videlicet ad testes vel<br />

ad publicandum, et concludendum et at <strong>di</strong>cendum et man(da)ti exp(e<strong>di</strong>en)<strong>di</strong> etiam ad<br />

instantiam multorum grana doij.<br />

Item per qualsivoglia resposta super man.to et altre scritture grana doij,<br />

Item per qualsivoglia prima comparsa et petitione presentata in corte et bisognasse<br />

provisione grana quattro cioè: grana doij de la p(rese)ntata et altre grana doij per la<br />

provisione etiam instantiam de più persone de una eadem causa et contra più persone,<br />

Item per qualsivoglia decreto grana cinque cioè: quando è interlocutorio, et quando se<br />

da uno decreto in contumacia, et non ci oppone parte nisciuna grana doij,<br />

Item per qualsivoglia presentata de articuli civili, et criminali grana doij,<br />

Item per qualsivoglia testimonio examinato super articulis tam civilis, quam criminalis<br />

cause e ad instantiam partis grana doij,<br />

Item per qualsivoglia publicatione grana doij cioè: quando non si oppone per le parte et<br />

opponendose per dette parte et per lo Jodece se c'interponesse decreto grana cinque,<br />

Item per la conclusione grana doij ,<br />

Item per qualsivoglia decreto et sententia cum fide actuarij grana dece,<br />

Item per qualsivoglia presentata de Instrumento publico et altre scripture publice cum<br />

fide notarij publici grana dece,<br />

Item per qualsivoglia presentata de polisa et scrittura privata grana doj,<br />

Item per qualsivoglia compromisso etiam de più persone grana quattro,<br />

Item per qualsi.glia stipulatione de obliganze et de altre stip(ulatio)ni dove venissero ad<br />

obligarnose più persone <strong>di</strong> qualsivoglia q(uanti)tà grana doi,<br />

39


Item per q.glia cercatura <strong>di</strong> obliganza grana doi cioè: quando & Item per q.glia copia de<br />

obliganze et altre scritture cum fide Actuarij publici grana dece, et q.ndo si domandasse<br />

privatamente grana doj,<br />

Item per q.glia copia <strong>di</strong> m(anda)to seu citatione grana doj,<br />

Item per q.glia copia <strong>di</strong> processo civile, et criminale de carte <strong>di</strong>ece à tarì con fare versi<br />

venti per faccie, et parte quattro per versi Juxta la forma della Regia Pragmatica,<br />

Item per q.glia copia de petitione grana tre senza segno <strong>di</strong> not.o<br />

Item per q.glia presentata <strong>di</strong> memoriale esp.to dall'Aud.a dell'Ill.mo Admirante solum<br />

grana cinque per la provisione alla parte quando si venesse ad intimare alcuno per suo<br />

interesse,<br />

Item per q.glia causa andasse lo mastrod'atti ad examinare super articulis ad Instan(tia)<br />

partis tocca grana cinque per test.o et per ciascuno <strong>di</strong> per suo accesso tarì uno<br />

intendendose quando và apposta per tale causa intra la terra <strong>di</strong> Somma et soi piazze et<br />

burgo,<br />

Item per q.glia plegg(iari)a civile tanto si fosse solo quanto si fossero altri compagni<br />

obligati in una medesima causa grana cinque et per ciascuna stipulatione de indennità<br />

grana tre,<br />

Item per q.glia pleggiaria criminale et se ci fossero più compagni inquisiti per una<br />

med(esim)a causa grana dece,<br />

Item per qualsivoglia causa criminale immo che fossero più et si fà in solidum si sole<br />

pagare et fare una causa et uno pagamento si sono inquisiti de uno medesimo delitto, et<br />

se paga per uno atto,<br />

Item per q.glia remiss(ion)e grana dece seu cassatura de q.glia processo de q.glia delitto<br />

etiam si fossero più persone inq(uisi)ti similmente grana dece,<br />

Item per q.glia comm(issio)ne seu exequtorio grana doij de q.glia summa etiam se<br />

fossero più persone debitrice exeq(uien)de,<br />

Item per q.glia petitorio ad instantiam partis ò se fossero più persone per una causa<br />

grana doi,<br />

Item per q.glia protesta ad instantiam partis grana doi et grana quattro q(uan)no s'intima<br />

alla parte adversa con la provisione etiam si detta protesta si facesse contra piu persone,<br />

Item per q.glia contumacia acc.ta ad instantiam partis tanto civile come criminale grana<br />

doi et man(da)ti che capesse (imprigionasse) piu <strong>di</strong> una persona,<br />

Item quando si facesse una contestatione de lite ad instantiam fisci non è tenuto de<br />

pagare cosa nisciuna la parte,<br />

Item per q.glia appellatione se interpona grana cinque,<br />

Item per q.glia empara che si facesse ad instantia de cre<strong>di</strong>(to)re contra uno ò piu debitori<br />

che si ritrovassero carcerati grana doi,<br />

Item per l'accesso del mastrod'atti da decidere alcuna <strong>di</strong>fferentia in lo destritto, et<br />

territorio della terra <strong>di</strong> Somma se pagano carlini doi et quando andasse alli casali <strong>di</strong><br />

detta terra <strong>di</strong> Somma carlini tre,<br />

Item si declara che al mastrod'atti se gli habia da pagare grana dece per q.glia<br />

cassat(ur)a de querela inform(atio)ne ò processo de q.glia delitto etiam si fossero piu<br />

persone inquisite del medesimo delitto havendone pigliata copia detti inquisiti del<br />

processo, et se componessero, ma quando se componessero avante che pigliassero detta<br />

copia l'inquisiti debiano pagare al predetto mastrod'atti li testimonij examinati et tutti<br />

l'altri atti alla ragione de la sup.ta tassa.<br />

40


Balthassar de Argentola, Marcus Antonius floccarus ex(tra)tta est presens copia pandette<br />

à suo originali existenti penes curiam terre Summe de verbo ad verbum, et in fidem ego<br />

not(ariu)s Joseph Conte act(uariu)s hic me subscripsi datum Summe Die 31 Augusti<br />

1587.<br />

Il notaio Gio:Antonio Marciano <strong>di</strong> Somma autentica la sottroscrizione del Conte, attuario<br />

nelle cause civili della Corte <strong>di</strong> Somma.<br />

Intanto l'Università, che all'inizio gestisce in autonomia le entrate <strong>di</strong> questa voce del<br />

bilancio, nel 1627 appalta questa entrata per 220 ducati, come risulta dal primo bilancio<br />

conosciuto dell'Università.<br />

Nel 1638 l'appalto dei proventi civili e misti viene vinto da una società <strong>di</strong> sommesi e<br />

nolani. La Curia registra l'avvenimento:<br />

Affitto dei proventi civili e misti<br />

1638<br />

Die 8° Xbris 1638 Summe<br />

Constituti appresso l'atti de la Corte <strong>di</strong> Somma Andrea martone, Felice d'oriemma et<br />

Heronimo petramare In solidum <strong>di</strong>chiaravano come à 21 <strong>di</strong> novembre prossimo passato<br />

1638 essernosi obligati pagare all'Università <strong>di</strong> Somma e per essa al mag.co Gio:troiano<br />

troiso Casciero <strong>di</strong> d.a Terra d(uca)ti settanta sette netti d'Incanto per l'Un.tà per lo<br />

prezzo de li proventi civili e misti <strong>di</strong> d.a Un.tà per lo presente anno comingiato nel p.o <strong>di</strong><br />

7bre prossimo passato et finendo all'ultimo d'Augusto p(rossim)o dell'Intrante anno 1639<br />

me<strong>di</strong>ante la retroscritta obligatione. Alla quale se habbi relatione, Pertanto queste<br />

(parti) <strong>di</strong> società de la presente agregano per loro compagno Franco cesarano del<br />

quondam Vincenzo con tutti lucri, emolumenti o per<strong>di</strong>te, (abtit) succedesse s'habbi à<br />

pagare ogni uno <strong>di</strong> loro la quarta parte et in solidum con essi lo d.o Franco si obliga et<br />

permette pagare a d.a Un.tà et per essa al d.o Gio:troiano suo Casciero li p.ti ducati<br />

settanta sette eo modo et forma come si conosce et stando obligati li p.ti Andrea, Felice<br />

et Heronimo Juxta la forma della retroscritta obligatione (...) et perinde ambe partes<br />

prout ad unam (...) ipsorum partium (spectarum) sponte obligatione se ipsos quemlibet<br />

ipsorum eorumque heredes successores et bona omnia mobilia et stabilia presentia et<br />

futura pro <strong>di</strong>cte Un.ti (absenti) p.to Gio:troiano eius Cascierio presenti ad penam dupli<br />

cum potestate capien<strong>di</strong> costitutione precarij et Renunciaverunt et Juraverunt.<br />

Io Franco Cesarano sono obligato ut s.a<br />

Io Felice Ariema affirmo ut s.a<br />

Noi Andrea Martone et Heronimo Petramare confirmamo ut s.a per mano de me notaro<br />

Aniballe de Luciano per loro non saperno scrivere e <strong>di</strong> loro or<strong>di</strong>ne<br />

Io Gio:Batista Cassano sono testimonio<br />

Io Gio:Batta Luciano sono testimonio<br />

Il 21 novembre del 1638 i primi tre soci sopra richiamati, (il Petramare è <strong>di</strong> Nola e<br />

rinuncia al foro nolano), si <strong>di</strong>chiarano debitori dell'Università <strong>di</strong> 77 ducati per l'affitto dei<br />

proventi civili e misti per il periodo 1 settembre 1638 - 31 agosto 1639. Essi hanno fatto<br />

l'offerta più favorevole in sede d'asta indetta col metodo dell' estinzione della candela.<br />

Inoltre si obbligano a pagare mensilmente le rate dell'affitto e l'ultima entro il 15 <strong>di</strong><br />

agosto del 1639.<br />

41


Rinunciano a qualsiasi <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> legge a loro favorevole e rispondono del non<br />

riscosso per riscosso. Infine essi ed i loro ere<strong>di</strong> e successori sono obbligati con tutti beni<br />

mobili ed immobili, presenti e futuri.<br />

In caso <strong>di</strong> inosservanza delle predette regole viene comminata una pena del doppio con<br />

potestà per l'Università <strong>di</strong> far carcerare i contravvenienti.<br />

Sono presenti Antonio Caracciolo, Presidente della Regia Camera della Summaria e<br />

Protettore <strong>di</strong> Somma, i sindaci Giuseppe Capograsso, Francesco Granata e Gio:Batta de<br />

Thomase.<br />

Analoghe procedure <strong>di</strong> appalto vengono eseguite negli anni 1639-1643-1644-1646-1648<br />

con prezzo d'asta rispettivamente <strong>di</strong> ducati 77-47-41-47-102, il cui andamento rivela un<br />

calo del gettito subito prima della rivolta <strong>di</strong> Masaniello (nel 1627 era stato <strong>di</strong> 220 ducati)<br />

ed un incremento l'anno seguente. 1)<br />

------------------------------------------------<br />

1) A.S.C. Atti della Summaria vol. III pag. 206 e primo manoscritto Angrisani pagg.13/17-174 tergo.<br />

42


BAGLIVA <strong>DI</strong> <strong>SOMMA</strong><br />

Diritto <strong>di</strong> passo<br />

1536<br />

Il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> passo è un corpo o entrata feudale, che non tutte le Università possono<br />

esigere. E' una dogana che tassa merci, animali e persone che attraversano un determinato<br />

territorio.<br />

Alcune Università vicine (Nola) e conventi importanti (Montevergine) possono godere<br />

del privilegio <strong>di</strong> attraversare il territorio sommese senza pagare la gabella del passo.<br />

La prima notizia della sua applicazione l'ho rinvenuta nell'Archivio della Collegiata e<br />

risale al 1536, quando è erario <strong>di</strong> Somma Vincenzo Figliola e figura in un istrumento<br />

relativo al <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> passo. Lo stesso Archivio in un altro atto documenta che "il 27 agosto<br />

del 1555, davanti al notaio Regnante Cesarano, erario del duca <strong>di</strong> Somma ed agente per<br />

il presente atto, da una parte, ed il nobile Gio: Aloysio Buttigliero <strong>di</strong> Somma, agente per<br />

l'atto stesso, dall'altra parte, Buttiglieri si <strong>di</strong>ce debitore <strong>di</strong> 70 ducati a favore <strong>di</strong> Regnante<br />

Cesarano per la ven<strong>di</strong>ta o affitto della gabella del passo dal primo settembre all'ultimo<br />

<strong>di</strong> agosto 1555."<br />

G.A. Bottiglieri pagherà ogni tre mesi e mezzo all'erario (esattore) del duca la rata fino<br />

alla totale sod<strong>di</strong>sfazione dei 70 ducati dell'estaglio. Egli offre come fideiussori Andrea<br />

Granata e Clemente de Troysio.<br />

Sono presenti sette tra nobili e possidenti locali, come se il duca ed il suo erario volessero<br />

garantirsi ulteriormente con l'avallo dei potenti del tempo. 1)<br />

Con il riscatto dalla feudalià del 1586 il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> passo, insieme ad altri corpi feudali<br />

rimane al duca <strong>di</strong> Sessa e <strong>di</strong> Somma, Antonio de Cardona, che lo affitta ad un gabellota<br />

onde conseguire una ren<strong>di</strong>ta imme<strong>di</strong>ata. L'arrendatore poi è libero <strong>di</strong> tartassare i mercanti<br />

locali a suo piacimento.<br />

A Somma il passo si paga in Piazza Trivio, al centro del paese, ed a Santa Maria del<br />

Pozzo.<br />

Lo scontano tutte le merci e gli animali vivi, (bovini, bufalini, caprini, ovini e suini), che<br />

passano per il posto <strong>di</strong> dogana per raggiungere Napoli. Gli esattori devono esporre una<br />

tabella delle tariffe, approvate dalla Summaria, su una lastra <strong>di</strong> marmo. Quelli del Trivio<br />

lo fanno; quelli <strong>di</strong> Santa Maria del Pozzo invece praticano abusi ed estorsioni ai danni dei<br />

vaticali napoletani, nolani e sommesi, che provano a passare per vie o cupe alternative.<br />

La ren<strong>di</strong>ta me<strong>di</strong>a dei due passi si aggira sui mille ducati, <strong>di</strong> cui il 60 per cento dal Trivio<br />

ed il 40 dalla periferia.<br />

Nel 1750 il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> passo, insieme a bagliva, portolania e zecca, da donna Ventura<br />

Fernandez de Cardona de Cordova y Aragona, figlia <strong>di</strong> Francesco Saverio, è affittato a<br />

Giacinto e Giuseppe Ciccullo per 920 ducati annui.<br />

Il Catasto Onciario del 1750 in<strong>di</strong>ca come gabellota del passo Gennaro Mazzarella,<br />

cannavaro, commerciante <strong>di</strong> canapa.<br />

La Regia Corte <strong>di</strong> Somma sul finire del secolo XVIII abolisce questa gabella e compensa<br />

il feudatario che perde l'entrata con 7.500 ducati. 2)<br />

44


Dagli atti più antichi dell'Archivio Storico Comunale se ne ha notizia nel 1587:<br />

"Die 29 Agusti 1587 Summe<br />

ob p(ropter) m.co nicolao joe cito p(rocurato)re dominorum comitum loreti et triventi ut<br />

<strong>di</strong>xit.<br />

Joanne Antonius de mazeo et m.co pompeus vall(era)nus de eadem terra p(re<strong>di</strong>ct)a<br />

constituti sponte se debitores constituerunt in solidum sup.to m.co nicolao joe cito<br />

p(rocurato)re ut s. in ducatis mille quingentis quatraginta sex tarenis tribus et granis<br />

septem netta de incanto et sunt per affictu gabelle passus terre Summe ipsis remanse ad<br />

extintum candele tanquam ultimis licitatoribus et plus offerentibus per annos tres<br />

continuos incipiendos a p(rim)a <strong>di</strong>e mensis 7bris pr(oxi)imi et finiendos in ultimo agusti<br />

1590 et sic (continuate) durante trien<strong>di</strong>o p.to ut s.a obligati tenent solvere quolibet anno<br />

<strong>di</strong>cto m.co nicolao joe procu(rato)re ut supra presenti & videlicet: ducatos quingentos et<br />

quindecim tarenos duos et granos quindecim et denari quin(decim) quosquidem ducatos<br />

quingentos et quindecim et tarenos duos et granos quindecim et denari q(uindeci)m<br />

solvere p(romiseru)nt p.to m.co nicolao joe ut s.a in solidum terciatim ut sunt: natale<br />

pasca et agusto et ad veniente tercias pre<strong>di</strong>ctas p(romiseru)nt illos solvere per me<strong>di</strong>um<br />

cuiusvis bancij neap(olitani) <strong>di</strong>cto procuratori ut s. vel...& et sic continuare durante <strong>di</strong>cto<br />

trien<strong>di</strong>o cum pacto (quo) teneant p.nti m.cus pompeus et jo:antonius solvere alios<br />

ducentos quindecim ducatos per joem baptistam martonem et mag(ist)rum vitum<br />

ceseranum p.tis mag(ist)ro vito et joanni battista presentibus per lo...mensem nativitatis<br />

domini nostri jesu Xpi pr(ox)imi qui prefati ut s. ....pacientie non prestite & et a <strong>di</strong>cto<br />

affictu ipsos non .....move in eo defendent et perinde obl(igla)nt se ipsos heredes<br />

succ(essore)s et bona ad penam dupli cum (constitutione) precarij cum potestate capien<strong>di</strong><br />

& jur(averu)nt ut s.a." 3)<br />

-------------------------------------------<br />

1) Archivio Collegiata - cartelline B doc. 33 e L doc. 27.<br />

2) Rivista Summana n. 40 - Giorgio Cocozza - pag. 8.<br />

3) Archivio Storico Comunale - cosiddetti "penes acta" - cartellina III - pagg. 205-206 tergo.<br />

Gabella del Sicle<br />

1579-1580<br />

Questa imposta <strong>di</strong> zecca è già presente nei Registri Angioini, ma a Somma la prima<br />

notizia risale al 1579.<br />

"Bando del Governatore per dazio sulle botte<br />

Pro mag(nifi)co affittatore (zecche - cancellato) Sicle<br />

Joannes Alfonsus Campanilis de neap(oli) U(triusque) J(uris) D(octor) et<br />

Gub(ubernator) et Judex T(er)re Su(m)me et Casalium<br />

Per che per parte dell'ill.mo sig. duca <strong>di</strong> Som(m)a instante il suo ma(gnifi)co erario è<br />

stata venduta la zecca de tutte le butte che entraranno ò serrando entrate in la T(er)ra <strong>di</strong><br />

Som(m)a et suoi casali per qualsivoglia p(er)sona tanto cita<strong>di</strong>ni como forastieri et<br />

habita(n)ti in essa <strong>di</strong> qualsivoglia stato grado et con<strong>di</strong>tione se siano che <strong>di</strong> tutte le botte<br />

che in detta T(er)ra et casali inpierrando p(er) la zecca habbiano da pagare tornesi<br />

cinque p(er) botte servata la forma de li infr(ascri)tti cap(ito)li, quale affitto p(er) il<br />

45


p(resen)te anno ottava ind(itione) 1579 et 1580, e rimasto alli m(agnifi)ci Jacobo<br />

romano et minico nocerino <strong>di</strong> detta T(er)ra <strong>di</strong> Som(m)a sin come p(er) le cau(te)le<br />

appare et accioche piu comodamente possano esigere detto affitto servata la for(m)a de<br />

detti cap(ito)li, ne hando fatto instantia co(n) imploratione del m(agnifi)co erario p(er)<br />

l'emanatione del p.te banno et volendo como se co(n)viene co(n) lo p(resen)te or<strong>di</strong>namo<br />

et comandamo à tutti et quasivoglia p(er)sone tanto cita<strong>di</strong>ni como foristieri ut s(upra)<br />

p(er) detto an(n)o ut s(upra) servata for(m)a de li infr(ascri)tti cap(ito)li li p(rede)tti<br />

m(agnifi)ci Jacobo et minico debiano obe<strong>di</strong>re et ad quelli pagare servata la for(m)a de<br />

detti cap(ito)li sotto le pene contente in essi.<br />

1 - In p(rimi)s se or<strong>di</strong>na et comanda che no(n) sia nesciuno cita<strong>di</strong>no habita(n)te in la<br />

T(er)ra <strong>di</strong> Som(m)a et suoi casali che ar<strong>di</strong>sca ne presuma cacciar dalloro case et<br />

magazeni nesciuna sorte <strong>di</strong> botte <strong>di</strong> vino de grieco <strong>di</strong> quelle che se trovarando vendute<br />

senza che prima no(n) habbiano co(n) effetto pagato lo deritto de la zeccatura ad<br />

raggione <strong>di</strong> grana doie et meze p(er) ciascuna botte <strong>di</strong> vino ò grieco al'affittatore dela<br />

zecca p(er) conto del detto jus <strong>di</strong> grana doie et meze p(er) botte ut s. ala pena de onze<br />

quattro d'esigernosi inremisibil(ite)r et applicaronsi a li como<strong>di</strong> de li detti affittatori<br />

ta(n)te volte q(uan)te volte da li contravenienti serà fatto il contrario.<br />

2 - Item se or<strong>di</strong>na et comanda à qualsivoglia cita<strong>di</strong>no et habita(n)te tanto in detta T.ra <strong>di</strong><br />

Som.a q(ua)nto in soi Casali che fra termini <strong>di</strong> tre <strong>di</strong> dapoi la publicatione del p(rese)nte<br />

banno debbia con effetto venire in Somma à dare notitia alli detti affittatori de tutte le<br />

butte vacante nove che hanno comprate et cosi quelli che le comperando per impiri <strong>di</strong><br />

greco ò vino nela vendeg(n)a p(rossima) p(assat)a del p(rese)nte anno 1579 ad fine<br />

quelle se possano agiustare et zeccare et li contrattanti non siano defraudati sotto pena<br />

de onze quattro da esigernosi inremisibiliter ut s(opra) et applicarli ut s(opra).<br />

3 - Item se or<strong>di</strong>na et comanda che non sia nesciuno cita<strong>di</strong>no ne habitante in somma et<br />

soi casali che ar<strong>di</strong>sca ne presuma impire ne fare impire nisciuna butte <strong>di</strong> vino ò greco<br />

senza che prima non siano state agiustate et zeccate da detti m.ci affittatori sotto pena <strong>di</strong><br />

onze quattro da esigernosi inremisibiliter da li contravenienti ogni volta che se ne farrà il<br />

contrario et applicarli ut s.<br />

4 - Item che non sia cita<strong>di</strong>no ne habitante alcuno tanto in Somma comno in li Casali et<br />

foristieri che ar<strong>di</strong>sca ne presuma traficar ne fare traficare botte nisciuna <strong>di</strong> vino ò<br />

grieco senza che prima detta botte non sia stata agiustata et zeccata da detti affittatori<br />

sotto pena de onze quattro da esigernosi inremisibiliter da li contravenienti ogni volta<br />

ogni volta (sic) che se ne farà il contrario et applicarnosi ut s.<br />

5 - Item che non sia persona alcuna tanto cita<strong>di</strong>na como habitante in somma et soi casali<br />

et foristieri che ar<strong>di</strong>sca ne presuma carricare ne fare carricare vino ne grieco con carro<br />

ne con salme senza licentia et saputa del detto m.co affittatore sotto pena <strong>di</strong> onze quattro<br />

da esigernosi inremisibiliter da li contravenienti ogni volta che se ne farà il contrario et<br />

applicarnosi ut s.<br />

Campanilis gub(ernato)r<br />

46


A dì VI sep.bro 1579 alex.o de Salierno iurato de la Corte de Som(m)a refero come ho<br />

publicato li ban<strong>di</strong> et capituli in tutti li lochi soliti dove se sole puplicare tutti li altri banni<br />

p(rese)nte m(agist)ro Lorenzo Ca(m)posano et lo rev(ere)ndo riberto Cesarano modo ut<br />

sopra.<br />

adì 7 de 7embro 1579 In S.ti nastasi et trozia et pollana et massa Jo jer(oni)mo fragliasso<br />

jorato de la Corte de Somma refero havere jettati quisti ban<strong>di</strong> ali Casali p(rede)tti ali<br />

loci soliti et consueti altra et inteligibile voce more preconis secundo se conteneno<br />

m(od)o et forma ut supra." 1)<br />

--------------------------------------------<br />

1) Archivio della Collegiata - cartellina Q - foglio 55 - pagine tre.<br />

Stessa gabella<br />

1587<br />

Dai cosiddetti "penes acta" dell'Archivio Storico Comunale - cartellina III - risulta che<br />

questa gabella è affittata dal procuratore dei d'Afflitto, conti <strong>di</strong> Loreto e Trivento, a<br />

Marc'Antonio Majone, alias Cottella <strong>di</strong> Sant'Anastasia, tramite il procuratore Nicola<br />

Giovanni Cito.<br />

"Die 29 Agusti 1587 Summe<br />

ob p(ropter) m.co Nicolao joe cito p(rocurato)re dominorum comitum loreti et triventi ut<br />

<strong>di</strong>xit.<br />

Marcus antonius majonus alias cottella de casali Sante anastasie constitutus sponte se<br />

debitorem constituit m.co Joe cito p(rocurato)re dominorum Comitum loreti et triventi ut<br />

<strong>di</strong>cit in ducatis nonaginta duobus tarenis duobus et granis decem de carlenis netti de<br />

incantu et sunt pro affictu sicle terre Summe et casalium prout solite vendere et sibi<br />

remanso ad exstintum candele tamquam ultimo licitatori pro anno uno tantum incipiendo<br />

a p(rim)o <strong>di</strong>e mensis 7bris pr(ox)imi et finiendo in ultimo mensis agusti 1588 cum<br />

omnibus gagijs lucris & nec non tenetur in solidum ducatis quinque m.co matteo<br />

februario pro incantu pro ipsum lucrato ad exstintum candele ..."<br />

Sul margine sono annotati due pagamenti: uno del 1588 <strong>di</strong> 30 d.ti, 4 tr, e 3 gr, ed uno del<br />

1589 <strong>di</strong> 5 d.ti. 1)<br />

------------------------------------------------<br />

1) Archivio Storico Comunale - cosiddetti "penes acta" - cartellina III - pag. 205 tergo.<br />

Gabella del macinato e del pane<br />

1578<br />

"Conventio pro Jo:Berar<strong>di</strong>no Figliola"<br />

In data 21 settembre 1578 i sindaci <strong>di</strong> Somma Paulo de Stefano del Casamale, Andrea de<br />

Palma <strong>di</strong> Prigliano e Tiberio de Piacente <strong>di</strong> Margarita <strong>di</strong>chiarano che il 1 agosto fu<br />

47


"bannita la gabella della macina a 5 grana a tomolo per conto dello vittovaglio che si<br />

macinava et consumava in casa".<br />

L'asta ad estinzione <strong>di</strong> candela se l'aggiu<strong>di</strong>ca Gio:Angelo Figliola come massimo ed<br />

ultimo offerente, per ducati 411, netta platea, più 12 ducati d'incanto, per il periodo 1<br />

settembre 1578 - 31 agosto 1579.<br />

La gabella del pane viene ban<strong>di</strong>ta separamente in sod<strong>di</strong>sfazione dei regi pagamenti<br />

fiscali, or<strong>di</strong>nari e straor<strong>di</strong>nari.<br />

"Di poi la gabella della macina fo renontiata et sublocata al nobile Jo:Berar<strong>di</strong>no<br />

Figliola per detta somma ed essendosi quella incomminciata ad esiggere", da parte <strong>di</strong><br />

alcuni sommesi fu fatta istanza "de non essere detta gabella necessaria" e perciò viene<br />

intentata lite per la gabella del pane con l'Università.<br />

I sindaci allora ribassano <strong>di</strong> 20 ducati l'estaglio della gabella fittata a Jo:Ber.no Figliola e<br />

<strong>di</strong> 12 ducati per le spese d'incanto, a con<strong>di</strong>zione che egli acconsenta alla sublocazione<br />

quartiere per quartiere.<br />

"Così esso Jo:Berar<strong>di</strong>no resto contento de renuntiar detta gabella sincome con effetto<br />

quella sublocò me<strong>di</strong>ante tre cautele stipulate" per mano del notaio Carlo Majone.<br />

Tiberio de Stefano si aggiu<strong>di</strong>ca il subappalto per il Casamale per 166 ducati e si <strong>di</strong>chiara<br />

debitore dell'Università e per essa del Cassiere Generale Miconi de Marzo della suddetta<br />

somma.<br />

Jo:Lauro de Avino, Stefano Capuano e Salvatore de Avino vincono il subappalto per<br />

Margarita per 130 ducati.<br />

Il nobile Cosma de Falco e Andrea de Palma <strong>di</strong> Somma vincono l'arrendamento per la<br />

platea <strong>di</strong> Prigliano per 115 ducati.<br />

"Essi riscuoteranno da quelli che faranno il pane in casa et vanno a macenar o<br />

comprano farina per farne pane et consumarsi in casa reservato però che non possano<br />

exegere da li panettieri che faranno pane per uso dell'Università pr(ede)tta ne quali<br />

siano ne possano exessere (astretti) a pagare se non al gabelloto de la gabella del pane<br />

servata la forma de li capitoli et non alium.<br />

Tutto lo exatto per detto Jo:Berar<strong>di</strong>no per il passato insino ad ogi da li cita<strong>di</strong>ni de detti<br />

quartieri sia et debia essere <strong>di</strong> Jo:Berar<strong>di</strong>no tutti li pigni fatti a detti cita<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> detti<br />

quartieri detto Jo:Berar<strong>di</strong>no le debbia consignare".<br />

Qualora Jo:Berar<strong>di</strong>no venda o faccia vendere la farina nei detti rioni sia multato secondo i<br />

Capitoli. 1)<br />

-----------------------------------------------------<br />

1) Archivio Stato Napoli - notaio Carlo Majone - Prot. 8 pagg. 101/104 tergo.<br />

Stessa gabella<br />

1586<br />

"eodem <strong>di</strong>e ultimo 9bre 1586 - in terra Sum(ma)e<br />

ob p(ropter) Uni(versi)tate terr(a)e Sum(ma)e"<br />

La traduzione letterale dal formulario latino può essere la seguente:<br />

Costituito presso gli atti della Curia della Terra si Somma, il mag.co Tiberio de Stefano<br />

<strong>di</strong> Somma confessò <strong>di</strong> essere tenuto e dare e dovere e vero e liquido debitore sarà ed è<br />

48


verso l'Università <strong>di</strong> Somma e verso il mag.co Giovan Vincenzo Grasso, deputato ed<br />

eletto in pubblico Parlamento, fatto e stipulato per mano del mag.co notaio Giovanni<br />

Andrea de Hinefra <strong>di</strong> Napoli il 25 novembre 1586, e verso Ill.mo domino Didaco de<br />

Valderas Regio Governatore <strong>di</strong> Somma, Commissario deputato per la Regia Camera della<br />

Sommaria me<strong>di</strong>ante incarico spe<strong>di</strong>to in data 24 novembre 1586 e stipulante a nome <strong>di</strong><br />

d.ta Uni.tà e a ciascuno degli stessi in solido per ducati 1.076, 3 tr, 5 gr e 2 denari <strong>di</strong><br />

carlini d'argento e sono per il prezzo dell'affitto della gabella (fissata) in ragione <strong>di</strong> un<br />

carlino per qualsiasi tipo <strong>di</strong> farina imposta in Somma per sod<strong>di</strong>sfare tanto il debito<br />

contratto per il riscatto del Regio Demanio <strong>di</strong> d.ta Terra quanto per interesse dello stesso,<br />

oltre l'altra gabella <strong>di</strong> alterius carleni (un altro carlino) per qualsiasi tumulo <strong>di</strong> farina<br />

imposta per pagare i Regi Funzionari fiscali per debito verso la Regia Curia, affittata al<br />

mag.co Pompeo Vallarano e soci me<strong>di</strong>ante obbligazione e allo stesso Tiberio de Stefano<br />

la detta gabella recentemente imposta e affittata per nove mesi a partire dal prossimo 1<br />

<strong>di</strong>cembre 1586, e a finire nell' ultimo giorno del mese <strong>di</strong> agosto del 1587 e allo stesso de<br />

Stefano rimasta assegnata, quale ultimo licitatore e maggiore offerente, candela accesa e<br />

la stessa spenta come consuetu<strong>di</strong>ne e per detto prezzo <strong>di</strong> d. 1'076,3,6,2 netti d'incanto e<br />

integri per l'Uni.tà <strong>di</strong> Somma e con tutti i lucri, gli agi ed emolumenti spettanti da detta<br />

gabella e pertinenti in qualsiasi modo e alle con<strong>di</strong>zioni, patti e clausole contenute e<br />

descritte nei Capitoli formati da d.ta Uni.tà sulla gabella suddetta il cui tenore è inserito<br />

nella presente obbligazione in piena intelligenza e tal'è :<br />

"Capitoli patti et conventioni al nome <strong>di</strong> Dio habiti inhiti et firmati sup(r)a<br />

l'arrendamento et affitto de la gabella de un carlino per tumolo de qualsivoglia sorte de<br />

farina imposta nella t(er)ra de so(m)ma et casali per so<strong>di</strong>sfattione tanto del debito<br />

contratto per redentione del R(eg)io Demanio <strong>di</strong> d.ta t(er)ra et casali como del' interessi<br />

<strong>di</strong> quello et sono ut sunt:<br />

1 - In primis si or<strong>di</strong>na et comanda che quello vorra pigliare in affitto detta gabella habìa<br />

da fare sua cartella nella quale debìa exprimere la quantità certa <strong>di</strong> sua offerta con<br />

nominarci li pregi li quali habìano da esser hominj <strong>di</strong> d.ta terra et soi casali et no(n)<br />

forastieri et portarli seco et che siano sufficienti ad contento deli m.ci sin<strong>di</strong>ci de detta<br />

Uni.tà che p(ro) t(em)p(or)e sarrando et comparere nel loco dove se allumava la<br />

candela, con exprimere de piu in detta cartella l'incanto purche non ecceda du(ca)ti<br />

dece, et eccedendo quello de piu vada in augumento de detta sua offerta la quale cartella<br />

da poi fatta con le con<strong>di</strong>tione p(redet)te se debìa consignare in potere de detti sin<strong>di</strong>ci<br />

acciò quelle viste se possano publicare, et mancando in detta cartella ciascuna delle<br />

con<strong>di</strong>tione p(redet)te se intenda nulla et invalida, et s'habia per non fatta, et se riceva<br />

l'altra cartella che osserva le dette con<strong>di</strong>tione non ob(sta)nte che fosse <strong>di</strong> manco offerta,<br />

et chi se trovarà haver fatto magior offerta guadagni detti d(uca)ti dece et de poi<br />

s'habiano da fare nove cartelle, con con<strong>di</strong>zione che quello farà magior offerta nelle<br />

seconde cartelle guadagni in quarto <strong>di</strong> quello offerirrà <strong>di</strong> piu, et sopra detta seconda<br />

magior offerta se debbìa allomare la candela con declaratione che quello incantarà<br />

sopra detta magior offerta allumata la candela guadagni il quarto de quello se incantarà<br />

de più finche sarà morta la candela, li quali incanti se debìano pagare à chi spettarando<br />

per l'affittatore <strong>di</strong> detta gabella fra termine <strong>di</strong> quattro mesi incominciando dal primo de<br />

settembre <strong>di</strong> qualsivog(li)a an(n)o senza replica ne contra<strong>di</strong>tione alcuna, et cossì in<br />

49


futurum se debbìa observare et no(n) altramente et se liberarrà detta gabella ad chi<br />

restarà ad extinto de candela.<br />

2 - Item se declara che siano tenuti tanto il principale conduttore q(ua)nto li pregi et<br />

ciascuno d'essi in solidum pagar detto affitto mensatim al cassiero de detta Uni.tà ò<br />

redentore eligendo per quella che p(ro tem)p(or)e sarrà, et incominciare lo primo<br />

pagam(en)to nel primo de ottobre <strong>di</strong> qualsivoglia an(n)o et cossì continuare nel primo <strong>di</strong><br />

qualsivoglia mese verum l'ultima (rata) siano tenuti pagarla nelli quin<strong>di</strong>ci mese d'agosto<br />

<strong>di</strong> qualsivoglia anno il quale pagamento lo debìano fare per mezo del banco de li s.ri<br />

grimal<strong>di</strong> ò <strong>di</strong> citarella et raynaldo con con<strong>di</strong>tione che dallà non si possa amovere si non<br />

per pagare le terze del debito p.to con la firma del Ill.mo s.or Marthos presidente de la<br />

detta R(eg)ia cam(er)a de la sum(mari)a conforme a li or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> quella, con obligarnosi<br />

in solidum per obbliganza capienda per la corte de detta terra allo pagamento de detto<br />

affitto nel m(od)o p.to et all'observ(anz)a de li infr(ascritt)i Capitoli in quella inseren<strong>di</strong>,<br />

con declarat(ion)e che detta m.ca Uni.tà et soi sin<strong>di</strong>ci siano tenuti al conduttore <strong>di</strong> detta<br />

gabella <strong>di</strong> guerra et peste tantum quantum absit, ut sunt: q(uan)no fosse guerra dal'acque<br />

de sarno et capua in qua, et quanto fosse peste che in detta terra fossero infetti et se<br />

perdesse la prattica, et in ogno altro caso detta m.ca Uni.tà non sia tenuta ne obligata ad<br />

cosa alcuna, ne per qualsivoglia caso cogito vel incogitato <strong>di</strong>vino seu humano, et ex fatto<br />

superioris, et che nella p.ta obliganza da farse ut s(opra) se intenda detto affittatore<br />

renunciare à tutte lege <strong>di</strong>stanteno in suo favore, et si(n)g(ularite)r beneficio patientie non<br />

prestite, et soi plegi in solidum obligan<strong>di</strong> sup(ra) hijs o(mn)ibus autentice p(rese)nti<br />

co<strong>di</strong>ce de fideiuxoribus, hac legi de primo et p.ti conveniendo et compellendo, et ad tutte<br />

altre legge et ragione et beneficij in lloro favore introdutti et <strong>di</strong>ttanti perche cossì<br />

expressamente si convene<br />

3 - Item se declara che lo affittatore p.to sia tenuto et in sp(eci)e obligato tenere una<br />

persona per esso deputanda nel burgo de detta terra, cioè dalle case del q(uonda)m s.or<br />

Sansonetto de alixandro per <strong>di</strong>rittura de la strada del burgo insino a la casa del s.or<br />

Camillo filingiero, la quale debbìa llà assistere tanto de dì come <strong>di</strong> notte per como<strong>di</strong>ta de<br />

tutti li citta<strong>di</strong>ni et anco forastieri che portarando farina ad vendere accio habìano notitia<br />

dove siano obligati per portarno la farina ad fine de pesarla et pagare li <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> quella<br />

alla infr(ascritt)a ragione, et habìa anco da tener in detta casa deputanda il trabucco con<br />

l'astatela con lo ferro che stà nella dohana <strong>di</strong> napoli acciò non siano defraudati li<br />

citta<strong>di</strong>ni et anco li ven<strong>di</strong>tori et habìano più como<strong>di</strong>tà de carricare et non dep(utando)<br />

detta persona ut s. li citta<strong>di</strong>ni non siano tenuti pagarno cosa alcuna <strong>di</strong> gabella per conto<br />

delle farine macinarrando ò compararando et portarando nelle lloro case, et cossì se<br />

debbìa observare et non altramente<br />

4 - Item se declara che al conduttore de detta gabella sia lecito et possa exigere grana<br />

dece per tumolo <strong>di</strong> qualsivoglia sorte <strong>di</strong> farina, et lo tumolo si intenda de rotolo quaranta<br />

tanto da qualsivoglia citta<strong>di</strong>ni et habitante in detta terra et casali che la vorrando per<br />

uso proprio et per farne maccaroni et vermicelli ad vendere quanto dallo affittatore de<br />

la manifattura del pane che farà pane ad vendere per uso et grassa de detta Uni.tà<br />

50


5 - Item se declara che li citta<strong>di</strong>ni et habitanti <strong>di</strong> essa m.a Uni.tà possano liberam.te et<br />

impunè de dì et de notte ad lloro elettione andarno ad macinare qualsivog(li)a sorte <strong>di</strong><br />

vittuagli ò ad comprar(e) farine per uso p(ro)p(ri)o ò per rivendere, con con<strong>di</strong>tione che<br />

al Ritorno che farrando siano tenuti retto tramite con la farina che portarando andarno<br />

dal detto affittatore ò vero da la persona per esse deputanda à darno notitia della istessa<br />

farina che portarando macinata ò comparata et quella nel medesimo loco destinato se le<br />

possa pesare et exigersi incontinente le dette grana dece per tumolo <strong>di</strong> qualsivoglia sorte<br />

de farina, verum quella qu(anti)tà de farina che detto citta<strong>di</strong>no volesse revendere le sia<br />

licito possersi exigere le dette grana dece per tumolo che esso hà pagato da tutti quelli<br />

citta<strong>di</strong>ni ò altro ad chi esso vendesse detta farina ingabellata acciò del'istessa farina non<br />

si paghi due volte la gabella, et chi contravenerà in ugn'una delle con<strong>di</strong>tione p(redet)te<br />

ogni volta incorra alla pena de perdere la farina che si ritrovasse intercetta da applicarsi<br />

tanto la farina qu(an)to il pane se ritrovasse fatto, alli como<strong>di</strong> de detto gabelloto li quali<br />

se li possa exigere inremisibiliter da li contravenienti<br />

6 - Item se declara che detto affittatore sia tenuto et obligato ad ogni semplice requesta<br />

de lo affittatore de la manifattura del pane andar af forno dove il detto conduttore farà il<br />

pane per uso et grassa de detta (Uni.tà) ò casa dove tenesse dette farine, et llà assistere<br />

allo pesare che si farrà per lo affittatore de detta manifattura de pane delle farine per<br />

esso comparande acciò si possa pigliare il conto <strong>di</strong> dette farine, et exigersi incontinente li<br />

soi <strong>di</strong>ritti ad detta ragione de grana dece per qualsivoglia tumolo <strong>di</strong> farina, et questo per<br />

magior sua como<strong>di</strong>tà et delli vaticari che li venderando ò porterando dette farine, et<br />

requesto in p(rese)ntia de alcuni degni de fede, et non andandoci sia lecito allo affittatore<br />

p(redet)to de la manifattura del pane in p(rese)ntia de dui homini da bene della Uni.tà<br />

eligen<strong>di</strong> per esso pesarsi detta farina et per quello pesarando pagare le dette grana dece<br />

per tumolo, verum quando detto affittatore de la manifattura del pane non ne desse<br />

notitia ad esso affittatore <strong>di</strong> grana dece per tumolo de dette farine et quelle pesasse ò<br />

intrasse dentro il furno ò casa dove tenesse la farina sia lecito ad esso affittatore de la<br />

farina pigliarse per intercette detta farina et pagare ducati sei de piu <strong>di</strong> pena da exigersi<br />

inremisibiliter per esso affittatore de grana dece per tumolo de farina per ciascuna volta<br />

che accaderà, atteso cossì se convieni con detto affittatore de la manifattura del pane:<br />

7 - Item se declara che tutti quelli citta<strong>di</strong>ni et habitanti in detta Uni.tà che comprarrando<br />

vermicelli maccaroni et tagliarelli tanto in detta Uni.tà como <strong>di</strong> fora con intensione de<br />

volerli revendere, siano obligati retto tramite portare detti vermicelli maccaroni ò<br />

tagliarelli comprati che l'haverrando al detto gabelloto seu alla persona deputanda nel<br />

medesimo loco destinato ut sup.a, et llà se li possa pesare et exigersi incontinente grana<br />

dece per ogni rotole (cinque?) de detti vermicelli maccaroni et tagliarelli, verum sia<br />

lecito ad ogni citta<strong>di</strong>no posserli comprare fore de detta Uni.tà et territorio per<br />

so<strong>di</strong>(sfatione <strong>di</strong>) sua casa et famiglia senza pagare cosa alcuna <strong>di</strong> gabella ne daranno<br />

notitia al detto gabelloto però delle vermicelli ò maccaroni <strong>di</strong> ca...(foglio mutilo) et<br />

trapana et de la semola che si portassero per uso p(ro)p(ri)o ò per revendere non se<br />

debìa pagare cosa alcuna <strong>di</strong> gabella ne darne nototia, et chi contravenerà in ogn'una<br />

delle con<strong>di</strong>tione p.te incorra a la pena de perdere li vermicelli maccaroni et tagliarelli<br />

che si ritrovarando intercetti, et pagare de piu dui ducati, li quali maccaroni vermicelli<br />

51


tagliarelli et d(uca)ti dui se habbiano da applicare a li como<strong>di</strong> de detto gabelloto, et se li<br />

possa exigere inremisibiliter da li contravenienti<br />

8 - Item se declara che a li citta<strong>di</strong>ni al t(em)po che andarrando ad pesare lle farine nello<br />

loco p.to deputando se li debìa fare excomputo de rotole tre per ciascuno sacco per le<br />

farine che pesarando, dumodo non siano cirmitella, et essendo cermitella se li faccia<br />

excomputo de uno rotolo per sacco:<br />

9 - Item se declara che q(uan)no venesse alcuno citta<strong>di</strong>no da fore ò dallo molino de notte<br />

ò vero de dì et andasse nello loco destinato ad pesare là farina che portarà et non<br />

trovasse detto gabelloto ò la persona deputanda per esso in tal caso se habia da fare uno<br />

testimonio convecino como è passato et non essendoci il gabelloto nè-lla persona<br />

deputanda per esso non sia tenuto pagare pena alcuna, se non pagare il <strong>di</strong>ritto ut<br />

sup(r)a, et habia tempo insino alla matina sequente ad hora de magnare de andare ad<br />

pagare detta gabella, et non pagandola, sia licito ad esso gabelloto farli fare l'exequtione<br />

per detto <strong>di</strong>ritto de gabella ut s. tantum<br />

10 - Item se declara che nesciuno citta<strong>di</strong>no et habitante in detta terra de Som(m)a possa<br />

ne voglia comparar pane de nesciuna sorte fore de detta t(er)ra per quello portare in<br />

essa et suo territorio tanto per uso p(ro)prio come per altro, etiam che fosse persona<br />

privilegiata et franca, excetto che da doie grana in bascio, sotto pena de carlini quin<strong>di</strong>ci,<br />

da applicarnosi ogni volta cioè carlini dece a li como<strong>di</strong> d'esso gabelloto seu affittatore et<br />

carlini cinque a li como<strong>di</strong> de l'affittatore de la manifattura del pane, et perderà de più<br />

tutto lo pane che si trovasse intercetto, da applicarsi alli como<strong>di</strong> (dell'affittatore de la<br />

manifattura del pane - cancellato) de chi de detti dui affittatori trovarà detto pane<br />

intercetto li quali car(li)ni quin<strong>di</strong>ci et pane se trovasse intercetto ut s., detti affittatori se<br />

li possano exiger(e) inremisibiliter da li contravenienti nel m(od)o <strong>di</strong> sop(r)a exp(re)sso<br />

et non al(ite)r<br />

11 - Item se declara che lo affittatore p.to nel primo del mese <strong>di</strong> settembre de ciascuno<br />

an(n)o debbìa, acciò vengha ad exigersi li soi <strong>di</strong>ritti de grana dece per tumolo da detto<br />

dì avante, andare ad fare perquisitione insieme con lo gabelloto de la farina suo<br />

predecessore casa per casa de tutti li citta<strong>di</strong>ni et habitanti in essa Uni.tà et allo furno<br />

del'affittatore de la manifattura del pane ò casa dove tenesse la farina et alle poteche<br />

dove se vende pane maccaroni vermicelli et tagliarelli, et per quelle farine ad ragione de<br />

rotole quaranta per tumolo che si trovarrando, et per lo pane ad ragione de rotole<br />

cinquanta per ciascuno tumolo, et all'istessa ragione li vermicelli debbia detto novo<br />

affittatore exigersi detti soi <strong>di</strong>ritti dal affittatore suo predecessore, et requesto detto<br />

affittatore passato dal novo in p(resen)tia de dui homini da bene de detta Uni.tà per<br />

l'effetto p.to, et non andanci sia licito à detto novo affittatore, con dui altri citta<strong>di</strong>ni<br />

degni de fede eligen<strong>di</strong> per esso novo affittatore andar per dette case ut s. per l'effetto<br />

p.to, et de dette farine pane et vermicelli tagliarelli et maccaroni farne lista da<br />

suscriversi per detti dui citta<strong>di</strong>ni per esso eligen<strong>di</strong>, et conforme à detta lista exigersi dal<br />

detto affittatore suo predecessore li soi <strong>di</strong>ritti ut s., li quali se li debìano per esso<br />

pagar(e) conforme à detta lista incontinente senza replica et ex(cep)tione alcuna<br />

52


12 - Item se declara et convene expressamente che detto gabelloto sia tenuto ex patto<br />

speciali de fare franchi tutti quelli che <strong>di</strong> ragione sono franchi:<br />

Il formulario in latino, in parte tradotto e sintetizzato conclude:<br />

"Qu(a)e quidem preinserta capitula ut s. lecta et publicata coram sup.to m.co Tiberio, et<br />

per ipsum au<strong>di</strong>ta illa ipse ratificavit et acceptavit et p(ro)mi(si)t illis non contravenire"....<br />

Egli inoltre si impegna a versare i 1.076,3,2 carlini d'argento con garanzia <strong>di</strong> Minico<br />

Miccio e Marc'Antonio Battimello. Il pagamento tramite il banco dei magnifici Grimal<strong>di</strong>,<br />

Citarella e Raynaldo avverrà nel seguente modo: "quolibet mense infine du(cat)os centum<br />

duem et novem tarenos tres grana duo et denarios quinque cum <strong>di</strong>mi<strong>di</strong>o, et in fine mensis<br />

unius numeran<strong>di</strong> à crastina <strong>di</strong>e p(rim)a <strong>di</strong>cti mensis xbris pr(oss)imi inanam facere<br />

primam solutionem et solvere primam mesatam ad r(ati)onem sup(ra<strong>di</strong>c)tam et deinde<br />

inanam sic continuare solutionem p.tam mensatim ut s. durante <strong>di</strong>cto tempore mensium<br />

nove affictus p.ti".<br />

Una volta depositato il danaro nel detto banco, esso non potrà essere rimosso per<br />

qualsiasi causa, tranne che per il debito conseguente al citato riscatto del Regio Demanio.<br />

Viene riba<strong>di</strong>ta la solidarietà dei soci nei pagamenti e la soggezione dell'affitto alle leggi,<br />

ai riti, alle consuetu<strong>di</strong>ni, alle costituzioni e alle prammatiche vigenti.<br />

I gabelloti si impegnano in solido a pagare tra quattro mesi, a partire dal giorno dopo, al<br />

nobile Jo:Petro Figliola ed al m.co Jo:Andrea Hinefra, presenti, ducati <strong>di</strong>eci <strong>di</strong> carlini,<br />

loro spettanti per il primo incanto della prima cartella ed all'Università l'affitto predetto ,<br />

"ut solitum est in pacem". 1)<br />

--------------------------------------------<br />

1) Archivio Storico Comunale - cosiddetti "penes acta" - cartellina I - pag. 63 - ex 20.<br />

Stessa gabella<br />

1587<br />

Per quest'anno la gabella se l'aggiu<strong>di</strong>ca il notaio Gio:Andrea Ynefra per 955 ducati in<br />

quanto Pompeo Vallarano rinuncia all'assegnazione. All'asta è presente il Cassiere<br />

dell'Università Matteo de Febraro. La tariffa è <strong>di</strong> 10 grana a tomolo.<br />

Nei Capitoli tra l'altro è scritto che "esso conduttore possa tenere il loro deputato per<br />

pesare le farine deli cita<strong>di</strong>ni invenerando dalle moline dala casa del m(agnifi)co Camillo<br />

Filingiero al bascio in sino alla Valle ad eletione de detto conduttore non ob(sta)nte che<br />

nelli capitoli p(redet)ti <strong>di</strong> d(ett)a gabella <strong>di</strong>cesi altramente..." 1)<br />

------------------------------------------------<br />

1) Archivio Storico Comunale - "penes acta"- cartellina II - pag. 121 tergo.<br />

Gabella del forno o del pane e delle paste<br />

(ius panizzan<strong>di</strong>)<br />

23 novembre 1586<br />

53


"eodem <strong>di</strong>e et p(ro)p(ri)e in castro <strong>di</strong>ct(a)e ter(ra)e Sum(ma)e in cortileo ipsius.<br />

Costitutus penes acta curie - Natalis galanus de neap(oli) in terra summe habitator<br />

R(enuncia)ns prius eius foro - et huic sponte confexus fuit - se teneri - m.co minico miccio<br />

de terra summe pretij in du(ca)tis quindecim per essi m.ci sin<strong>di</strong>ci, et li altri carlini due al<br />

catapano, quali se possa exigere inremisibiliter, con che se ne faccia libro per il m.co<br />

cancelliero d'essa m.ca Un.tà con farsi in esso particulare notamento della p(rim)a , 2.a<br />

et 3.a pen(a) acciò sen'habia notitia da conservarsi per essi m.ci sin<strong>di</strong>ci atteso cossi<br />

exp(re)ssam(en)te si convene: (Mancano i primi sei articoli)<br />

6 - Item se declara et convene che detto affittatore sia tenuto et obligato tenere ad sue<br />

spese in detta Un.tà de Som(m)a sei poteche seu banche per li como<strong>di</strong> deli citta<strong>di</strong>ni et<br />

habitanti in essa nelli infr(ascript)i luochi ut sunt: dui dentro la terra cioè una nella<br />

piaza del casamale, et llaltra nella piaza de s.to antonio de li figliola, un'altra nel borgo<br />

sino alle case de m.co Gio:antonio de piacente, et de m.co Simono Figliola, doie altre<br />

nella piaza seu quartiero de prigliano, cioè una nel circolo seu largho dove al<br />

p(rese)nte fa la poteca lorda Vincenzo striano, et llaltra al largo avante la casa del m.co<br />

Cola Joes granata, et unaltra poteca seu banca nella piaza de margarita cioè nella piaza<br />

della valle, in le quale sei poteche seu banche debbia fare portar dì per dì tutta quella<br />

q(uanti)tà de pane cossi bianco como bruno che sarà necessario per uso et grassa<br />

d'essa Un.tà, soi citta<strong>di</strong>ni et habitanti et mancando tanto <strong>di</strong> tenere dette sei poteche seu<br />

banche in detti luochi ut s.a declarati como si per doi sere continue in qualsivoglia hora<br />

del dì che li m.ci sin<strong>di</strong>ci seu catapani andarando in ogn'una delle p.te sei poteche seu<br />

banche et non nci trovassero pane cossi bianco como bruno ad sufficientia et in<br />

abondantia ut s.a incorra ala pena de du(ca)ti tre da applicarnose la mittà al'affittatore<br />

de la farina d'essa Un.tà et ll'altra mittà à quello luoco seu quartiero che ne patirà<br />

interesse ò incomo<strong>di</strong> li quali seli possano exigere inremisibiliter ogni dì che succederà il<br />

detto mancamento, ò <strong>di</strong> dette sei poteche seu banche, ò <strong>di</strong> pane, in ogn'una delle dette sei<br />

poteche seu banche nel m(od)o p(redet)to:<br />

6 (E’ ripetuto il numero precedente).<br />

Item se declara et convene et vuole essa Un.tà che nessuno citta<strong>di</strong>no et habitante in essa<br />

possa ne voglia comprar(e) pane de nessuna sorte da fore il territorio <strong>di</strong> essa Un.tà tanto<br />

per uso p(ro)p(ri)o como per altro, et che fosse persona privilegiata, et francha eccetto<br />

che da doie grana in bascio sotto pena de carlini quin<strong>di</strong>ci da applicarnosi ogni volta,<br />

cioè carlini cinque ali como<strong>di</strong> d'esso affittatore, et carlini dece ali como<strong>di</strong> del'affittatore<br />

dela farina d'essa Un.tà et perderà de più tutto il pane che si trovasse intercetto, da<br />

applicarsi ali como<strong>di</strong> de chi de detti doi affittatori trovarà detto intercetto, li quali<br />

carlini quin<strong>di</strong>ci et pane che si trovasse intercetto ut s.a, detti affittatori se li possano<br />

exigere inremisibiliter da li contravenienti nel m(od)o de sopra expresso et non ali(te)r<br />

7 - Item se declara, et convene che caso che alcuna persona pretendesse essere francha,<br />

et <strong>di</strong> ragione dovesse esser francha del pane che si vende in piaza per causa de li carlini<br />

dui per tumolo de farina si pagano per esso affittatore, et fosse perciò costretto ad<br />

trattarlo francho del pane p.to in tal caso l'affittatore dela farina d'essa Un.tà debbia<br />

refare ad esso affittatore dela manifattura del pane tutto quello che <strong>di</strong> ragione se li<br />

54


dovesse per la causa p.ta, atteso cossi s'è convenuto con detto affittatore dela farina che<br />

debbia fare franchi li franchi.<br />

8 - Item se declara et convene che nisciuno citta<strong>di</strong>no et habitante in essa terra et casali<br />

possa ne voglia comprare pane da qualsivoglia altra persona et che fosse privilegiata et<br />

francha, eccetto che dalle forne et poteche che fà et tene segnalate ut supra lo detto<br />

affittatore dela manifattura del pane sotto pena de ducati dui da applicarnosi per<br />

ciascuna volta ali como<strong>di</strong> de detto affittatore li quali se li possa exigere inremisibiliter<br />

da li contravenienti.<br />

Qu(a)e quidem preinserta capitula ut s.a lecta et publicata coram sup(radet)to no(bi)li<br />

Joe Petro, et per ipsum bene au<strong>di</strong>ta illa ipse Joes petrus ratificavit omologavit et<br />

accettavit, et promisit illis non contravenire, i(m)mo o(mn)ia in eisdem contenta et<br />

declarata ad unquem a<strong>di</strong>mplere et observare iux(t)a ipsorum seriem et tenorem et<br />

r(ati)oni: quosquidem du(cat)os tricentum octuaginta unum tareni unum et grana<br />

quinque de d(uca)ti carlini argentei tam p(re<strong>di</strong>c)tus Joes petrus quam et hic ibidem<br />

presentes m.cus not(ariu)s Joannes andreas de hinefra et marcus antonius de hinefra de<br />

terra summe fr(atr)es carnales et quilibet ipsorum eorum p(ro)prijs privatis pl(ur)ibus<br />

no(mini)bus et in solidum Ren(uncia)ntes prius beneficio pacientie conductori non<br />

prestita cum juramento p(ro)m(iser)unt no(m)i(n)e et p(ro) p(ar)te <strong>di</strong>cte Un.tis <strong>di</strong>cte terre<br />

summe integre dare et depositare vel penes banchum m.corum grimal<strong>di</strong>, vel penes<br />

bancum m.corum citarelle et raynal<strong>di</strong> publicorum bancheriorum neap. residentium hoc<br />

modo ut sunt: integram me<strong>di</strong>etatem ipsorum huic ad menses quattuor cum <strong>di</strong>mi<strong>di</strong>o à<br />

presenti <strong>di</strong>e et restante integram me<strong>di</strong>atatem ad complementum <strong>di</strong>ctorum du(ca)torum<br />

tricentum octuaginta unius tareni unius et grana quinque affitus p.ti huic et per totum<br />

mensem augusti pr(oss)imi venturi intrantis an(n)i 1587 in pace et non obstante<br />

quacumque ex(cepti)one, à quibus bancis et quolibet ipsorum ubi ipsa pecunia depositata<br />

fuerit non possit amoveri ex quavis eam, nisi per illa convertenda in satisfatione p.ti<br />

debiti facti per redemptione <strong>di</strong>cti R(eg)ij demanij et interesse ipsius, precedente or<strong>di</strong>ne<br />

firmato p(ro)p(ri)e manus ill(ustri)s d(omi)ni Marthos Presidentis R(eg)ie Cam(er)e<br />

Sum(mari)e et comm(issari)j cause <strong>di</strong>cti R(eg)ij demanij <strong>di</strong>cte terre servata forma<br />

sup(ra<strong>di</strong>c)torum preisertorum cap(itu)lorum ac provisionum p.te R.ie Cam.e Sum.e de<br />

sup. expe<strong>di</strong>tarum, et à solutione p.ta p.ti affictus in pag(ament)ijs ut s.a non defuit<br />

aliquam rationem vel ea, verum in omni casu quo deficeret per <strong>di</strong>ctos Joem petrum et<br />

eius fideiuxores et quemlibet ipsorum in solidum à solutione <strong>di</strong>ctorum du(ca)torum<br />

tricentum octuaginta unius tareni unius et gr(ana) quinque affictus p.ti seu pro aliquam<br />

(pagham) ipsorum sive pro quamcumque q(uantita)tem ipsorum possit p(raese)ns<br />

obligatio incusari ad pena in eadem contenta tam pro <strong>di</strong>ctum m.cum Joem vincentium<br />

grassum electum et deputatum per <strong>di</strong>cta Un.tem sup. <strong>di</strong>cta redenptione <strong>di</strong>cti debiti <strong>di</strong>cti<br />

R(eg)ij demanij et interesse ipsius <strong>di</strong>cto parlamento, quam per <strong>di</strong>ctum ill.um d(omi)num<br />

guber(nato)rem <strong>di</strong>cte terre commissarium ac futuros gubernatores in ipsa terra, et<br />

quemlibet ipsorum in solidum ad o(m)nem eorumdem in solidum electione et ipsa<br />

incusata possint expe<strong>di</strong>ri facere l(itte)ras exequtoriales c(ontr)a <strong>di</strong>cto affittatore et eius<br />

fideiuxores in solidum ut s.a exequi facere real(ite)r et personaliter ad eorumdem in<br />

solidum electionem, et o(mn)ia alia fieri usque ad effectualem solutionem <strong>di</strong>cti affictus,<br />

quibuscumque legibus, ritibus, consuetu<strong>di</strong>nibus constitutionibus, et prag(mati)cis in<br />

contrarium forte <strong>di</strong>ctantibus quomodolibet non obstantibus, quibus et ritu magne cur(ie)<br />

55


vicarie p.ti Joes petrus not. Jo:andreas, et marcus antonius cum juramento<br />

ren(nunciaveru)nt et prom(iseru)nt illis non uti, qua sub<strong>di</strong>cta con<strong>di</strong>tione fuit contracta<br />

cum <strong>di</strong>cta obligatione possit incusari m(od)o ut s.a al(ite)r non fuisset contractum: et<br />

perinde tam p.to Joes petrus quam p.ti not. Joes andreas et marcus antinius et quilibet<br />

ipsorum sponte obligaverunt se ipsos et quoslibet ipsorum in solidum eorumque et<br />

cuiuslibet ipsorum in solidum her(ede)s succ(essore)s sit bona o(mn)ia sub pena et ad<br />

pena dupli cum po(testa)te cap(ien)<strong>di</strong> cum const(itutio)ne p(reca)rij et R(enunciaveru)nt<br />

et si(n)g(ularite)r legi de duobus cum autentice p(rese)nti co<strong>di</strong>ce de fideiuxoribus et<br />

jur(averu)nt. 1)<br />

-------------------------------------------<br />

1) Archivio Storico Comunale - cosiddetti "penes acta" - cartellina I pag. 72.<br />

Stessa gabella<br />

1587<br />

Mancano i primi 6 articoli.<br />

I primi tre articoli seguono le regole della gabella del vino. Il numero degli articoli<br />

aumenta per meglio <strong>di</strong>sciplinare la riscossione e lottare contro l'evasione.<br />

L'articolo 7 della gabella è monco.<br />

"...... allo pesare che si farà per detti panettieri delle farine per essi comprande acciò si<br />

possa pigliare il conto <strong>di</strong> dette farine et esigersi incontinente li soi deritti a d.ta raggione<br />

de car(li)ni doi e mezzo per tumolo e questo per maggior loro como<strong>di</strong>tà e delli vatecari<br />

che li venderanno, ò porteranno dette farine e-requesto in presentia <strong>di</strong> alcuni degni <strong>di</strong><br />

fede e non andandoci sia licito alli p.ti panettieri e ciascuno <strong>di</strong> loro in p(rese)ntia de doi<br />

homini da bene dell'Un.tà eligen<strong>di</strong> per essi pesarsi dette farine e per quello peseranno<br />

pagarli detti car(li)ni doi e mezzo per tumolo verum quando detti panettieri, ò alcuno <strong>di</strong><br />

essi non desse notitia al detto gabelloto <strong>di</strong> dette farine e quele pesasse , ò intrasse dentro<br />

il furno ò casa dove tenesse la farina sia licito al detto gabelloto pigliarsi per intercepte<br />

dette farine e pagarno sei d(uca)ti de più de pena da esigersi inremisibiliter per detto<br />

gabelloto per ciascuna volta che accaderà.<br />

8 - Maccaroni<br />

Item se declara che tutti quelli citta<strong>di</strong>ni et habitanti in d.ta Un.tà che compraranno<br />

vermicelli maccaroni e tagliarelli tanto in detta Un.tà come <strong>di</strong> fora con intentione de<br />

volerli revendere siano obligati retto tramite portare detti vermicelli maccaroni e<br />

tagliarelli comprati che li haveranno al d.to gabelloto seu persona deputanda nel<br />

medesimo loco destinato ut s. ellà se li possa pesare et esigere incontinente car(li)ni doi<br />

per ogni rotola cinquanta <strong>di</strong> detti vemicelli maccaroni e tagliarelli verum sia licito ad<br />

ogni citta<strong>di</strong>no posserli comprare fora <strong>di</strong> d.ta Un.tà e territorio per uso de sua casa e<br />

fameglia senza pagare cosa alcuna de gabella ne darne notitia al d.to gabelloto e chi<br />

contravenerà in ogniuna delle con<strong>di</strong>tioni p.tte incorra alla pena de perdere li vermicelli<br />

maccaroni e tagliarelli che si ritroveranno intercepti e pagare de più d(uca)ti doi, li quali<br />

maccaroni, vermicelli, tagliarelli e d(uca)ti doi si habbiano d'applicare alli como<strong>di</strong> del<br />

p.to gabelloto e se li possa esigere inremisibiliter dalli contravenienti.<br />

56


9 - Item se declara che alli citta<strong>di</strong>ni al tempo che anderanno à pesare le farine nello loco<br />

p.to deputando selli debbia fare escomputo de (g)r(an)a tre per ciascuno sacco per le<br />

farine che peseranno dum(od)o non sia cirmitella et essendo cirmitella se li faccia<br />

escomputo de uno (g)r(an)o per sacco.<br />

10 - Item se declara che quando venesse alcuno citta<strong>di</strong>no da fore, ò dallo molino de<br />

notte, ò vero de dì et andasse nello loco destinato à pesare la farina che porterà e non ci<br />

trovasse detto gabelloto, ò la persona deputanda per esso in tal caso si habbia da fare<br />

uno testimonio convicino com'è stato in detto loco per pesare e non ci hà trovato il<br />

gabelloto ne la persona deputanda per esso et in detto caso non sia tenuto pagare pena<br />

alcuna se non pagare il deritto ut sup(r)a et habbia tempo insino e per tutto il dì seguente<br />

ad hora de magnare de andare à pagare d.ta gabella e non pagandola sia licito ad esso<br />

gabelloto farli fare l'esecutione per detto <strong>di</strong>ritto de gabella tantum.<br />

11 (Ripete il 6 bis del 1586)<br />

Item se declara che nisciuno citta<strong>di</strong>no et habitante in detta Terra de Somma possa ne<br />

voglia comprar pane de nisciuna sorte fora <strong>di</strong> detta Terra per quello portare in essa<br />

Un.tà e territorio tanto per uso proprio come per altro et che fosse persona privilegiata e<br />

franca eccetto che da doi grana in bascio sotto pena de car(li)ni quin<strong>di</strong>ci e perda de più<br />

tutto lo pane che si trovasse intercepto d'applicarnosi car(li)ni quin<strong>di</strong>ci e pane intercepto<br />

alli como<strong>di</strong> del d.to gabelloto li quali se li possa esigere inremisibiliter dalli<br />

contravenienti.<br />

12 - Item se declara che l'affittatore p.tto nel primo del mese de settembre de ciascun<br />

anno debbia acciò venga ad esigersi li soi deritti de d.ta gabella ut s. da detto dì avante<br />

andare e fare perquisitione insieme con il gabellota della farina suo predecessore casa<br />

per casa de tutti li citta<strong>di</strong>ni et habitanti in essa Un.tà et alle forna delli panettieri, ò casa<br />

dove tenessero la farina et alle poteche dove si vende il pane maccaroni vermicelli e<br />

tagliarelli e per quelle farine che si troveranno a raggione de (g)r(an)a quaranta per<br />

tumolo e per lo pane à raggione de (g)r(an)a 50 per tumolo e cosi anco li vermicelli<br />

debbi da detto affittatore suo predecessore esigersi detti soi deritti et requesto d.to<br />

affittatore pa.tto (?) dal novo in presentia de doi homini <strong>di</strong> d.ta Un.tà per l'effetto p.to e<br />

non andandoci sia licito à detto novo affittatore con doi altri citta<strong>di</strong>ni degni de fede<br />

eligen<strong>di</strong> per esso novo affittatore andare per dette case ut s. per l'effetto p.to e de dette<br />

farine pane vermicelli e tagliarelli e maccaroni farne lista da scriversi per detti doi<br />

citta<strong>di</strong>ni per esso eligen<strong>di</strong> e conforme à d.ta lista esigersi dal detto affittatore suo<br />

predecessore li soi deritti ut s. li quali se li debbiano per esso pagare conforme à d.ta<br />

lista incontinente senza replica ne eccettione alcuna.<br />

13 (Ripete il 7 del 1586)<br />

Item se declara e convene che d.to gabelloto sia tenuto fare franche tutte quelle persone<br />

che <strong>di</strong> raggione sono franche verum lo p.to gabelloto in nisciuno futuro tempo possa<br />

essere astretto à pagare cosa alcuna per li fochi absenti li quali in futurum si venessero<br />

ad esigere ma d.ta Un.tà sia tenuta de proprio pagarli à chi competeno e per quelli<br />

servare indenne et illeso d.to gabelloto da qualsivoglia persona che lo molestasse con<br />

57


efarli tutti danni spese et interesse che ne potesse et per contra lo detto gabelloto non<br />

habbia attione alcuna sop.a l'esattione delli fochi absenti <strong>di</strong> d.ta Un.tà ma siano <strong>di</strong> detta<br />

Un.tà senza ecc(ettio)ne alcuna.<br />

14 - Pane<br />

Item se declara per detta Un.tà che qualsivoglia persona che vorrà fare, e lavorare pane<br />

à vendere in piazza per uso e grassa <strong>di</strong> detta Un.tà debbia fra termine de quindeci giorni<br />

numeran<strong>di</strong> dal dì che sarà liberata la p.ta gabella comparere avante li m.ci sin<strong>di</strong>ci <strong>di</strong><br />

d.ta Terra e farsi da loro matricolare et si debbiano obligare penes acta curie Terre p.ta<br />

in faccie <strong>di</strong> detti m.ci sin<strong>di</strong>ci e del p.to gabelloto e dare ydonea pleggiaria d'onze<br />

vinticinque d'huomini <strong>di</strong> d.ta Terra e Casali e non forastieri de farno pane dì per dì<br />

bianco e bruno in abundantia e sufficientia per uso e grassa <strong>di</strong> d.ta Un.tà nel m(od)o che<br />

infra se declarerà e pagare al d.to gabelloto li detti car.ni doi e mezzo per tumolo ut s. et<br />

anco obligarnosi all'(osserva)ntia (margine corroso) deli presenti capitoli e cosi si<br />

debbia osservare e non altramente e non uscendono fra detto termine ad obligarnosi ut s.<br />

che sia in elettione <strong>di</strong> detti m.ci sin<strong>di</strong>ci e gabelloto p.to <strong>di</strong> admetterlo à fare detto pane si<br />

ò vero no(n).<br />

15 - Pane bianco e bruno che sia in abondantia che non venga a manco<br />

Item se declara che tanto il detto gabelloto quanto li detti panettieri che usciranno a fare<br />

il pane ut s. e ciascuno <strong>di</strong> essi siano tenuti, et obligati mantenere à grassa d.ta Un.tà de<br />

pane bianco e bruno buono stascionato buon cotto e de buono odore e sapore e fare<br />

lavorare detto pane bianco e bruno, cioè tortani de doi grana e tortaneli de un grano<br />

palate de doi grana e palatelle de un grano continuamente dì per dì con abundantia e<br />

sufficientia per uso e grassa <strong>di</strong> essa Un.tà e non fare mancare pane cosi bianco come<br />

bruno dì per dì del modo ut s. et al peso che si declarerà nell'infr(scritto) assaggio e<br />

pagare al detto gabelloto della farina car(li)ni doi e mezzo per ciascun tumolo de farina<br />

al tempo che le compraranno e mancando in ogniuna delle con<strong>di</strong>tioni p.te non solo<br />

incorreranno e ciascuno <strong>di</strong> essi incorrerà alla pena si ponerà nello capitolo nel quale si<br />

declarerà in quali luochi detti panettieri ò persone che usciranno à fare lavorare il pane<br />

haveranno da tenere à vendere d.to pane manco sia licito tanto ad essa Un.tà e soi m.ci<br />

sin<strong>di</strong>ci quanto al detto gabelloto della farina per suo interesse e per como<strong>di</strong>tà e grassa<br />

<strong>di</strong> essa Un.tà farno fare da altri panettieri per essi eligen<strong>di</strong> il pane ò quello comprare da<br />

altri luochi e quello secondo d.to assaggio far vendere in d.ta Terra à tutti danni spese et<br />

interessi <strong>di</strong> essi panettieri, et del p.to gabelloto delli quali danni spese et interessi se<br />

debbia stare à semplice <strong>di</strong>chiaratione cum juramento tantun delli m.ci sin<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> essa<br />

Un.tà et del d.to gabelloto in quanto alli panettieri e quelli incontinente so<strong>di</strong>sfare senza<br />

replica ne eccettione alcuna et sign(a)te non possano de ciò appellare ne reclamare ne<br />

<strong>di</strong>mandare ridarsi ad arbitrium boni viri nisi prius facta reali satisfacione o(mn)ium<br />

promissor(um) ita del'Un.tà p.ta habbia attione tanto contra lo p.to gabelloto quanto<br />

c(ontr)a li p.tti panettieri che contraveneranno ut s. renuntiando cum juramento à tutte<br />

legge co<strong>di</strong>ci municipali, et altre legge che <strong>di</strong>ttassero in loro favore atteso cosi<br />

espressamente si convene e non altramente.<br />

16 - Capitolo per il pane<br />

58


Item se declara che d.to gabelloto, e panettieri, ò persone che usciranno à far lavorare il<br />

pane siano in spe(cie) obligati de lavorare e fare il pane dì per dì bianco e bruno d'ogni<br />

sorte ut s. per uso e grassa <strong>di</strong> essa Un.tà per assaggio da farsi per li mag.ci sin<strong>di</strong>ci che<br />

pro tempore saranno <strong>di</strong> detta Un.tà in principio <strong>di</strong> qualsivoglia mese à come valerà lo<br />

grano ridutto in farina, ò la farina nelle dohane d'Avellino, ò de Nola , ò vero insomma<br />

ad elettione <strong>di</strong> essi m.ci sin<strong>di</strong>ci del prezzo delli quali grani ò farine comprande ut s. si<br />

debbia stare in fede de publico notaro da prodursi per essi m.ci sin<strong>di</strong>ci sotto<br />

l'infr(ascri)tte con<strong>di</strong>tioni cioè che detti gabelloti panettieri, et persone che usciranno à<br />

fare il pane ciascuno <strong>di</strong> essi siano obligati dare del fiore d'ogni tumolo de farina bianca<br />

carosella, o risciola absoluta rotola quaranta de pane buono stascionato buon cotto e de<br />

buono odore e sapore e la re<strong>di</strong>ta vada in beneficio d'essi gabelloti e panettieri e de ogni<br />

tumolo de farina saragolla assoluta dare rotoli cinquantatre de pane buono stascionato<br />

buono cotto e de buono odore e sapore senza imbesca de-re<strong>di</strong>ta (?) dallo quale assaggio<br />

ogni volta che li farà in principio de qualsivoglia mese si haverà da dedure il prezzo che<br />

costerà lo grano, ò farina in dette dohane, conforme à detta fede che se ne producerà ut<br />

s. et si se comprarà lo grano nella dohana d'Avellino se ne debbia dedure grana doi e<br />

mezzo per tumolo per la macinatura e grana quindeci per la portatura de ciascun tumolo<br />

de farina et si se comprarà la farina nella dohana de Nola se ne debbia dedure grana<br />

cinque per tumolo de portatura, grana <strong>di</strong>ece per tumolo de farina per la manifattura sale<br />

et altre spese et ven<strong>di</strong>tura de detto pane cosi bianco come bruno et altri car(li)ni doi per<br />

la gabella de ciascuno tumolo che si lavorerà in pane della summa delli sudetti car(li)ni<br />

doi e mezzo da pagarnosi per essi panettieri dì per dì al d.to gabelloto della farina e fatta<br />

detta deduttione detti gabelloti e panettieri siano obligati lavorare et vendere e far<br />

vendere il pane dì per dì cosi bianco come bruno all'assisa e peso che cascherà<br />

conforme al d.to calcolo seu assaggio che si farà mese per mese ut s. non ob(sta)nte che<br />

le farine infra lo medesmo mese aumentassero, ò mancass(er)o de prezzo et cosi detto<br />

assaggio in principio de qualsivoglia mese si debbia fare e non altramente.<br />

17 - Pena del pane<br />

Item se declara e convene che quando d.to gabelloto e panettieri p.ti ò ciascuno <strong>di</strong> loro<br />

faranno il pane (<strong>di</strong> manco - margine corroso) piso <strong>di</strong> quello li sarà stato or<strong>di</strong>nato p(er)<br />

assaggio ut s., la prima volta incorra alla pena de car(li)ni sette e mezzo, la seconda<br />

incorra alla pena de car(li)ni quin<strong>di</strong>ci d'applicarsi alli como<strong>di</strong> del catapano che sarà<br />

con refare quel tanto sarà fatto de manco peso il dì seguente, ò vero che paghi il manco<br />

sarà detto pane ad elettione <strong>di</strong> essi m.ci sin<strong>di</strong>ci da <strong>di</strong>spensarsi à poveri per essi m.ci<br />

sin<strong>di</strong>ci, e la terza volta, e tutte le seguenti , se incorra alla pena de d(uca)ti doi e perdano<br />

tutto il pane de manco piso d'applicarnosi cioè car(li)ni <strong>di</strong>ece alli como<strong>di</strong> <strong>di</strong> essa Un.tà e<br />

lo pane a poveri <strong>di</strong>spensando per essi m.ci sin<strong>di</strong>ci e li altri car(li)ni <strong>di</strong>ece al catapano li<br />

quali se li possa esigere inremisibiliter con che se ne faccia libro per il m.co cancelliero<br />

<strong>di</strong> d.ta Un.tà con fare in esso particolar notamento della p(rim)a seconda e terza pena<br />

acciò se n'habbia notitia da conservarsi per essi m.ci sin<strong>di</strong>ci atteso cosi espressamente<br />

se convene.<br />

18 - Per le banche seu posti del pane<br />

Item se declara che detti panettieri e persona che usciranno à far lavorare il pane siano<br />

obligati tenere à loro spese in detta terra de somma otto poteche seu banche per<br />

59


como<strong>di</strong>tà delli citta<strong>di</strong>ni et habitanti in essa nelli infr(ascrit)ti luochi (videlicet): doi<br />

dentro la Terra cioè una nella piazza del Casamale e l'altra nella piazza de S.to Antonio<br />

delli Figliola, un'altra alla piazza de S.to Lorenzo, un'altra al burgo cioè dall'hospitale<br />

de S.ta Caterina verso bascio per <strong>di</strong>rittura de detto burgo sino alle case de m(agi)s(tro)<br />

Gio:antonio de piacente e de m(agi)s(tro) Simone figliola doi altre nella piazza seu<br />

quartiero de prigliano cioè una nel circolo seu largo dove al p(rese)nte fà la poteca lorda<br />

vicenzo striano, e l'altra al largo avante la casa del m.co Cola gio: granata e l'altre doi<br />

poteche seu banche nella piazza seu quartiero de margarita cioè una nella piazza della<br />

valle e l'altra alle case de m(agi)s(tro) Angelo figliola in suso per <strong>di</strong>rittura <strong>di</strong> detta piazza<br />

in le quale otto poteche seu banche debbiano far portare dì per dì tutta quella q(uan)tità<br />

de pane cosi bianco come bruno che sarà necessario per uso e grassa <strong>di</strong> essa Un.tà,<br />

citta<strong>di</strong>ni et habitanti e mancando de tenere dette otto poteche seu banche in detti luochi<br />

ut s. declarasi, ò vero si per doi hore continue in qualsivoglia hora del dì che li m.ci<br />

sin<strong>di</strong>ci seu Catapano andaranno in ogniuna delle p.te poteche seu banche e non ci<br />

trovassero pane cosi bianco come bruno buono cuotto e de buono odore e sapore à<br />

sufficientia et abundantia ut s. incorra alla pena de d(uca)ti tre d'applicarsi la mità al<br />

sud.o gabelloto della farina e l'altra mità à quello loco seu quartiero che ne paterà<br />

interesse, ò in comodo li quali se li possa esigere inremisibiliter ogni dì che succederà il<br />

detto manacamento <strong>di</strong> pane, ò bontà e bonacottura de detto pane ut s. ò <strong>di</strong> tenere dette<br />

otto poteche seu banche ut s..<br />

19 - Item se declara che detti panettieri siano tenuti trattar franchi tutti quelli che <strong>di</strong><br />

raggione deveno essere franchi del pane per causa de doi car(li)ni per tumolo de gabella<br />

et in tal caso lo p.to gabelloto della farina debbia refare ad essi panettieri tutta detta<br />

franchitia e non altramente.<br />

Qu(a)e quidem inserta cap(itu)la ambe partes ip(sa)e <strong>di</strong>ctis no(m)i(n)bus ad unquem<br />

prom(ittu)nt osservare juxta (ipsorum) seriem et tenorem.<br />

Et hoc durante tempore anni unius a primo <strong>di</strong>e mensis septembris primo futuro in antea<br />

numeran<strong>di</strong> pro sup(ra<strong>di</strong>ct)o pretio ducatorum trium mille septingentorum triginta trius<br />

tarenorum qu(attu)or et gr(anorum) novem de car(lini) arg(en)ti, netti d'incanti et integri<br />

de d.ta Un.tà quos quidem ducatos tres mille septingentum triginta tre tt(arenos)<br />

qu(attu)or et gr(ana) novem de p.ti car(li)ni arg(en)ti tam p.to m.co Joannes berar<strong>di</strong>nus<br />

quam illic presente m.ci Tiberius de stefano, not(a)r(ius) Joes ber.nus yzzolus et marcus<br />

antonius battimellus et quilibet ipsorum eorum proprijs privatis principalibus nominibus<br />

et in solidum ren(uncian)tes prius benef(ici)o pacienti(a)e conductori non prestit(a)e<br />

cum juramento promiserut no(m)i(n)e et pro parte <strong>di</strong>cte m.ce Un.tis p.te terre sum(m)e<br />

integ(r)e solvere hoc m(od)o (videlicet): ducatos duos mille et quingentos ex eis tangentes<br />

ad ratam impositam ex eam regij demanij secundum calculum incontinenti factum m.co<br />

Joanni vinc.o grasso de eadem terra redemp(to)ri debiti <strong>di</strong>cti regij demanij ac<br />

proc(urato)ri ad eo spetiali(ter) constituti per <strong>di</strong>ctam m.cam Un.tem ibidem p(rese)nti:<br />

quolib(et) mense in fine ratam contingentem per me<strong>di</strong>um tamen banci d(omi)nos de<br />

grimaldo publicor(um) bancherio(rum) neap(olitanorum) residentium sub con<strong>di</strong>tione qua<br />

<strong>di</strong>cto m.co Jo:vin.o non liberent ex quavis eam nisi pro solven<strong>di</strong>s tertijs vel capitale<br />

debiti con(iun)cti ex eam <strong>di</strong>cti regij demanij no(m)i(n)e. Un.tis p.tis per apocam ipsiius<br />

m.ci jo:vinc.ij d.to no(m)i(n)e in qua sit firma ill.(mi) d.ni Marthos de gorostiola<br />

presidentis reg(i)e Cam(e)re et com(missa)rij <strong>di</strong>cti regij demanij ex quo sic fuit per<br />

60


<strong>di</strong>ctam regiam cam(e)ram simil(iter) or<strong>di</strong>natum, et reliquos d(uca)tos mille ducentos<br />

viginta tres tarenos quatuor et gr(ana) novem tangentes ad gabellam functionum<br />

fiscalium m.co Joanni baptiste vallerano generali cascerio Un.tis p.te ibidem p(rese)nti<br />

ac futuris cascerijs eiusdem un(iversita)tis simil(iter) quolib(et) mense in fine ratam<br />

contingentem, et incipere et facere primam solutionem p(rim)e mensate in primo <strong>di</strong>e<br />

mensis octobris pr(oss)imi futuri p(rese)ntis an(n)i 1587 et sic continuare in p(rim)o<br />

cuiuslibet mensis tam p.to m.co Jo:vinc.o quam <strong>di</strong>cto m.co cascerio pro ratis p.tis ac<br />

m(od)o et forma pre<strong>di</strong>cta verum ultimam mensatam solvere pre<strong>di</strong>ctis m.cis redentori et<br />

Cascerio pro ratis pre<strong>di</strong>ctis in quinto decimo <strong>di</strong>e mens(is) augusti p(rossimi) futuri<br />

intrantis an(n)i 1588 . In pace ac non ob(sta)nte quacumq(ue) ex(ceptio)ne et liquida<br />

preventione et à solutione p.ta <strong>di</strong>cti affictus mensatim ut s. non deficere vel cessare<br />

aliqua r(ati)one vel causa verum in o(mn)i ca(s)u quo deficeret pre<strong>di</strong>ctos m.cos<br />

Jo:berar<strong>di</strong>num et fideiuxores et quemlibet ipsorum in solidum à solutione <strong>di</strong>ctorum<br />

d.torum 3733,4,9 affictus p.ti seu per aliquam mensatam ipsorum sive per quamcumque<br />

quantitatem ipsorum possit presen(s) obligatio incusari ad penam in eadem contentam<br />

per <strong>di</strong>ctum m.cum Joem vinc.m ac p(ri)mum m.cum Cascerium et futuros cascerios pro<br />

ratis p.tis et con(tr)a p(re<strong>di</strong>c)tos in solidum exequi reali(ter) et p(ro) ad eorum electionem<br />

et o(mn)ia alia facere usque ad effectualem solutionem <strong>di</strong>cti affictus quibuscumque<br />

legibus ritibus consuetu<strong>di</strong>nibus constitutionibus et prag(mati)cis in contrarium forte<br />

<strong>di</strong>ctantibus quomo(do)libet nonob(sta)ntibus quibus ac et ritum magne Curie Vicarie p.ti<br />

m.ci Jo:ber.nus tiberius Joes ber.nus et marcusant.us cum juramento ren(unciaveru)nt et<br />

prom(iseru)nt illis non uti, In sup. p.ti m.ci Jo:ber.nus tiberius not. Jo:ber.nus et<br />

marcusant.us et quilibet ipsorum in solidum promiserunt infra menses qua(ttuo)r a<br />

d(ic)to p(rim)o <strong>di</strong>e men(sis) septembris p(rossim)o futuro inanam num(eran)dos (?)<br />

solvere m.co prospero marciano presenti ducatos decem de car(lini) ad eumdem<br />

spectantes pro primo incanti prime cartelle per eum facte de <strong>di</strong>cta gabella ultra affictus<br />

p(rimu)m ad <strong>di</strong>ctam Un.tem spectantem in pacem e converso p.ti m.ci sin<strong>di</strong>ci quos<br />

no(m)i(n)e promiserunt eundem m.cus Jo:ber.nus solventem pretium p(rimu)m et<br />

observantem p.ta omnia ab eodem affictu durante <strong>di</strong>cto tempore non amovere nec<br />

amoveri facere maiori p(re)tio incantu meliorone sive augumento nec ex quavis alia<br />

causa immo eum supra <strong>di</strong>cto affictu manutenere et defen(de)re general(iter) et<br />

sp(ecia)l(iter) ab omnibus Ho(min)ibus omnemque litem. L'offerta fatta per detto m.co<br />

gio:ber.no fu de d.ti 3875, se ne sono dedutti d.ti <strong>di</strong>ece che competeno al m.co prospero<br />

marciano per lo p.to incanto ut s.a et altri d(uca)ti 131,0,11 che competeno al med.mo<br />

m.co gio:ber.no per lo quarto de quello hà offerto de più per l'incanto conforme alli<br />

cap(ito)li talche restano netti all'Un.tà d.ti 3733,4,9 et sic bene.<br />

Pro quibus omnibus observan<strong>di</strong>s ambe partes ip(sa)e et contrahentes quibus<br />

no(m)i(n)bus et quelibet ipsarum prout ad unam quamque ipsarum partium et consentium<br />

d(ict)is no(m)i(n)bus spectat, sponte oblig(averu)nt se ipsas partes <strong>di</strong>ctis n(omini)bus et<br />

contrahentes <strong>di</strong>ctas un.tes et quamlibet ipsarum earumque et heredes succ(essore)s et<br />

bona o(mn)ia presentia et futura, una pars aliter et alia alteri <strong>di</strong>ct(a)ntibus presentibus<br />

sub pena et ad penam dupli m.te cum pote(statem) cap(ien)<strong>di</strong> (ex) con<strong>di</strong>tione precarij et<br />

r(enunciaveru)nt et si(n)g(ularite)r p.ti m.ci tiberius not. Jo:ber.nus et marcus ant.us sup.<br />

hijs omnibus authentice presenti co<strong>di</strong>ce fidejux(ori)bus et jur(averu)nt." 1)<br />

-------------------------------------------<br />

61


1) Archivio Storico Comunale - "penes acta" - cartellina IV - pagg. 220/227.<br />

Gabella del vino<br />

1586<br />

"Die 23 9bris 1586 Sum(m)e - ob p(ropter) t(er)re Sum(m)e<br />

Constitutus penes acta curie terre Summe M.cus Joannes Dominicus Bottiglierius de<br />

terra Summe sponte confessus fuit se ipse teneri dare debere et verum ac liquidum<br />

debitore fore et esse m.ce Universitati terre Summe, et m.co Joanni Vincentio Grasso<br />

deputato electo per ipsam Uni.tem m(e<strong>di</strong>an)te parlamento per <strong>di</strong>ctam Un.tem, facto et<br />

stipulato per manus notarij Jois Andree de Hinefra sub <strong>di</strong>e 25 preteriti mensis 9bris<br />

presenti anni 1586 . absentibus, ac etiam ill.mo Didaco de Valderas, Regio gubernatori<br />

<strong>di</strong>cte terre summe et commissario deputato per Regiam cameram Summarie me<strong>di</strong>ante<br />

conm(issio)ne expe<strong>di</strong>ta sub <strong>di</strong>e 24 <strong>di</strong>cti mensis Novembris ibidem p.nti et stipulanti<br />

no(m)i(n)e et pro parte <strong>di</strong>cte Uni.te <strong>di</strong>cte terre ac p(ro)p(ter) no(m)i(n)e recip.ntis<br />

promissionem p.tam, et cuilibet et ipsorum in solidum in ducatis ducentum de carlinis<br />

arg(en)ti et sunt pro pretio affictus gabelle vini noviter imposite in <strong>di</strong>cta terra Summa<br />

pro satisfaciendo contractum pro redemptione Regij Demanij <strong>di</strong>cte terre..."<br />

La durata dell'affitto va dal primo settembre 1586 al 30 settembre del 1587 e rimane<br />

aggiu<strong>di</strong>cata a Gio:Domenico Bottigliero quale ultimo licitatore e maggiore offerente<br />

all'asta con candela accesa fino all'estinzione. Il prezzo d'asta è netto d'incanto ed integro<br />

per l'Università con tutti i guadagni, gli agi ed emolumenti spettanti a detta gabella e<br />

portati da tutte le <strong>di</strong>sposizioni vigenti, scritte nei Capitoli redatti dalla stessa Università,<br />

che per una maggiore intelligenza sono inseriti nella presente obbligazione e sono:<br />

"Capitoli patti et conventioni al nome de Dio habiti inhiti et firmati sop(r)a<br />

l'arrendamento et affitto de la gabella de carlini sei per botte de vino et greco che se<br />

beverà et consumarà per uso delle case et fameglie delli citta<strong>di</strong>ni et habitanti della terra<br />

de Somma et soi casali imposte in satisfactione tanto del debito contratto per redentione<br />

del Regio Demanio de detta terra et casali como de li interessi <strong>di</strong> quelli et sono videlicet:<br />

1 - In quanto al primo Capo si debìa osservare il simile che si contiene nel primo Capo<br />

de li capitoli fatti sop(r)a l'affitto de la gabella de la farina quali sono scritti et inseriti<br />

al'obliganza del'affitto de detta gabella nel p(rese)nte libro a f(ogli)o 20.<br />

2 - In quanto al secondo capo se debia observar il simile che si contiene nel secondo<br />

capo de detti capitoli della farina, eccetto solo che lo pagamento de detto affitto como llà<br />

<strong>di</strong>ce mese per mese, e qua se debia intendere terza per terza<br />

3 - Item se declara che lo affittatore p.to sia tenuto et in spem obligato tenere una<br />

persona per esso deputanda nel borgo de detta terra cioè dalla casa de m.co <strong>angelo</strong> de<br />

marzullo insino a la casa del s.or Camillo Filingiero, la quale debbia assistere de dì et<br />

de notte per como<strong>di</strong>tà de tutti li citta<strong>di</strong>ni et habitanti de detta terra. a li quali occorrerà<br />

de dare notitia delli vini grechi et acquate tanto in musto q(uan)to traficati che<br />

intrarrando in lloro casa tanto per uso p(ro)p(ri)o. como per revenderli et non deputando<br />

detta persona Item li citta<strong>di</strong>ni et habitanti non siano tenuti dare detta notitia ne pagare<br />

62


pena alcuna, et deputando esso affittatore la detta persona nel m(od)o p(redet)to li detti<br />

citta<strong>di</strong>ni et habitanti siano tenuti dare la detta notitia, con <strong>di</strong>chiaratione, che q(uan)no li<br />

detti citta<strong>di</strong>ni et habitanti andarando nello loco deputando dove se haverà da dare detta<br />

notitia non trovandoci lo detto arrendatore seu la persona per esso deputanda in tale<br />

caso fandosi dui testimoni degni de fede habitanti in detta strada, como sono stati ad<br />

dare detta notitia et non hanno trovata detta persona deputanda tante volte quante volte<br />

occorrerrà non siano tenuti ad pagar(e) pena alcuna, ma solum pagar(e) li <strong>di</strong>ritti de<br />

detta gabella nel modo infr(ascritt)o<br />

4 - Item se declara che lo detto affittatore si possa exigere da tutti li citta<strong>di</strong>ni et habitanti<br />

in detta terra et casali carlini sei per botte de vino et greco che si beverà et consumarà<br />

per uso de lloro case et fameglia et carlini quattro per botte de acquata, le quale botte se<br />

debbiano intendere: essendono de vini et grechi traficati de barrili du<strong>di</strong>ci et essendono<br />

de vino ò greco in musto de barrili un<strong>di</strong>ci<br />

5 - Item accio che l'affittatore non sia defraudato de li soi <strong>di</strong>ritti dalli citta<strong>di</strong>ni et<br />

habitanti che ponerando vini et grechi per vendere , et si habia notitia <strong>di</strong> quello si beverà<br />

et consumarà per uso delloro case et fameglia si declara che tutti detti citta<strong>di</strong>ni et<br />

habitanti siano obligati per tutto lo dì <strong>di</strong> S.to martino <strong>di</strong> qualsivoglia anno dare notitia et<br />

particulare notamento in scriptis al detto affittatore à persona per esso deputanda de<br />

tutti li vini grechi et acquate che si trovarrando h(ave)re imbottate inlloro case ò altri<br />

lochi et che non fossero proprij et è contra quando venderrando et smalterrando seu<br />

extraherrando fuor <strong>di</strong>lloro case ò altri lochi ut s. detti vini grechi ò acquata siano tenuti<br />

similmente dare notitia al detto affittatore seu persona per esso deputanda della quantita<br />

che si smaltirà ad fine che ne tengha conta acciò si possa exigere li <strong>di</strong>ritti nel modo che<br />

in quanto à questo particulare infra se declara videlicet: che infine del mese de luglio <strong>di</strong><br />

qualsivolgia anno ò avante se detti vini se smaltessero ad electione del detto affittatore,<br />

esso affittatore debbia fare excomputo de botte dece per cento per la tramuta et feccia de<br />

li vini et grechi che ponerando detti citta<strong>di</strong>ni in musto per vender(e) ut s., et de detto<br />

excomputo, et la quantità venduta, et quella che restasse per vendere, tutta la restante<br />

q(uanti)tà che mancha la debbia pagare incontinente al detto affittatore ad detta regione<br />

ut s., verum quo(nia)m detto affittatore ad sua elettione et citra prem.o del p.to, volesse<br />

che li detti citta<strong>di</strong>ni ò ciascuno d'essi che ponerà detti vini et grechi per vendere ut s. che<br />

lo pagano per ragione de testa per non aspettare finche li detti citta<strong>di</strong>ni vendano li detti<br />

lloro vini et grechi acciò possa corrisponder(e) piu comodamente il peso <strong>di</strong> detto affitto,<br />

in tal caso siano tenuti detti citta<strong>di</strong>ni et habitanti pagare per ciascuna persona della casa<br />

d'essi che beverà vino carlini sei, exclusi li figlioli et figliole de sette anni in bascio, lo<br />

quale pagamento siano tenuti farlo in doie paghe cioè la mittà per tutto novembre, et<br />

ll'altra mitta per tutto marzo <strong>di</strong> qualsivoglia anno senza replica ò exce(pti)one alcuna<br />

6 - Item se declara che tutti li citta<strong>di</strong>ni et habitanti che ponerando vinij per uso delloro<br />

case et fameglie siano tenuti statim, alhoraq(uand)o detti vini tanto traficati q(uan)to in<br />

musto estrarrando in lloro case darne notitia al detto affittatore ò persona deputanda ut<br />

s., et statim pagare detta gabella à detta ragione, verum occorrendo de poi che detti<br />

citta<strong>di</strong>ni ò alcuno de lloro vendesse detti vini posti per uso proprio ò alcuna parte <strong>di</strong><br />

quelli lo detto affittatore sia obligato subito restituire ad detto citta<strong>di</strong>no la moneta<br />

63


icevuta per detta gabella per quella rata de vino che se venderà senza contra<strong>di</strong>tione<br />

alcuna<br />

7 - Item se declara che contravenendo ogn'uno de li citta<strong>di</strong>ni et habitanti da qualsivoglia<br />

delle cose contenute nelli precedenti doi capitoli incorra a la pena de ducati tre per<br />

ciascuna volta che contravenerà et <strong>di</strong> perdere il vino che si trovasse intercetto, li quali<br />

du(ca)ti tre et vino intercetto detto affittatore se li possa exigere da li contravenienti<br />

inremisibiliter<br />

8 - Item che lo detto affittatore sia tenuto fare buttare banni per li lochi soliti de detta<br />

terra et casali nel primo del mese de novembro <strong>di</strong> qualsivolgia anno, notificando à tutti li<br />

citta<strong>di</strong>ni et habitanti che debbiano dare notitia ad esso affittatore ò persona per esso<br />

deputanda nel loco signalato delli sop.ti vini nel modo et forma como <strong>di</strong> s(o)p(r)a stà<br />

notato acciò detti citta<strong>di</strong>ni lo sappiano et non possano allegare causa de ignorantia in<br />

casu contraventionis.<br />

Item che detto affittatore sia tenuto fare franchi tutti quelli che <strong>di</strong> ragione sono franchi.<br />

Qu(a)e quidem preinserta capitula ut s. lecta et publicata coram sup.to m.co<br />

jo:domenico, et per ipsum bene intellecta, illa ipse m.cus joes dom.cus ratificavit<br />

emologavit et acceptavit e prom(is)it illis non contravenire, immo omnia in eisdem<br />

contenta et declarata adunquem a<strong>di</strong>mplere et observare iux(t)a ipsorum seriem et<br />

tenorem et r(ati)oni: quos quidem ducatos ducentum de <strong>di</strong>ctis car. arg. tam p.tus Joes<br />

domenicus quam et(iam) hic ibidem p(rese)ntes m.ci tiberius de stefano de terra summa<br />

et m.cus lucianus de caro de neap."<br />

Viene infine <strong>di</strong>chiarata la solidarietà dei fideiussori de Stefano e de Caro e richiesto il<br />

versamento nel banco <strong>di</strong> Grimal<strong>di</strong> o Citarella e Rainaldo <strong>di</strong> 100 d. tra quattro mesi e<br />

mezzo da oggi e i restanti 100 d. alla fine <strong>di</strong> agosto del 1587. Le somme versate non<br />

potranno essere rimosse, tranne che per essere destinate al ripiano del debito "pro<br />

redemptione <strong>di</strong>cti Regij Demanij". 1)<br />

------------------------------------------<br />

1) Archivio Storico Comunale - cosiddetti "penes acta" - cart. I - pagg. 75/77 - (ex 32 tergo e seg.).<br />

Stessa gabella<br />

1587<br />

Il 30 agosto 1587 la gabella del vino viene fittata a Tiberio de Stefano per un anno e per<br />

ducati 540,2,2 alle seguenti integrate con<strong>di</strong>zioni:<br />

Articoli 1-2-3 come sopra.<br />

4 - Tariffa: 6 crl per ogni botte <strong>di</strong> greco - 4 crl per l'acquata per uso proprio.<br />

Per quello che si compra per rivenderlo o si produce nella propria terra e masserie si<br />

pagano 2 crl a botte e tre per il greco.<br />

5 - I compratori prima <strong>di</strong> immettere il vino in Somma devono <strong>di</strong>chiararlo . Se uno paga <strong>di</strong><br />

più per vino da vendere e poi lo usa in proprio può farsi rimborsare dal gabellota che<br />

controllerà le rivele.<br />

64


In caso <strong>di</strong> multe il gabellota sequestrerà il vino e farà pagare 3 d. <strong>di</strong> penale.<br />

6 - Entro il 10 novembre i naturali devono <strong>di</strong>chiarare al gabellota tutto il vino che hanno<br />

imbottato nelle case, cellari, magazeni o massarie o altrove, anche fuori Somma. Quando<br />

estraggono il vino denunceranno al gabellota la quantità e l'uso che si intende fare in<br />

modo che il gabellota possa esigere il dazio. Questi farà uno sconto del 10 per cento a<br />

botte per lo sfaudo (sfrido), che si suol fare nel commercio, pena 3 d. e sequestro del<br />

vino.<br />

7 - Tutti i vini che si consumano entro tutto il mese <strong>di</strong> aprile <strong>di</strong> qualsiasi anno o per quelli<br />

che venderanno o samltiranno "debiano pagarli al tempo li smaltirando ò exstraherando<br />

incontinente senza exatione alcuna". Ma quelli che lo consumeranno nelle loro case non<br />

godranno dello sconto suddetto, pena d. 3 e sequestro del vino.<br />

8 - Se per aprile non si trova smaltito il vino ed il gabellota vuole riscuotere il dazio sul<br />

vino consumato in proprio viene stabilito che egli riscuota 6 crl a testa (per famiglia),<br />

esclusi i figli da 7 anni in giù e le persone che bevessero acqua.<br />

9 - Se i citta<strong>di</strong>ni non <strong>di</strong>stinguono i vini che consumano da quelli che vendono il gabellota,<br />

tolto lo sconto del 10 per cento sui vini venduti, riscuote il dazio <strong>di</strong> 6 crl per botte sulla<br />

quantità che ha in nota e che sarà stata consumata, (sottrae dal totale quello venduto<br />

ricavando con il computo <strong>di</strong> quello che è rimasto quello che è stato consumato).<br />

10 - Se si vende il vino o il mosto a persone franche o privilegiate, bisogna informare il<br />

gabellota che riscuote il dazio dai ven<strong>di</strong>tori, pena 6 d. e sequestro del vino.<br />

11 - Se il gabellota è assente il vino può essere consegnato dal ven<strong>di</strong>tore alla persona<br />

franca e poi si pagano i <strong>di</strong>ritti (sulla parola).<br />

12 - Chi conduce un fondo ad partionaria appartenente a persone franche, che si<br />

prendono la loro parte <strong>di</strong> vino, non è tenuto apagare il dazio su detta quantità. Se invece i<br />

parzonari vendono la loro parte, sono tenuti al pagamento del dazio.<br />

13 - Nessun carrese può carriare vini a richiesta <strong>di</strong> qualsiasi citta<strong>di</strong>no o franco o<br />

privilegiato o forestiero se prima non abbia <strong>di</strong>chiarato la quantità <strong>di</strong> vino da trasportare,<br />

pena 2 d..<br />

14 - Se uno compra per uso proprio il vino e poi lo vende è tenuto a pagare il dazio. Se il<br />

gabellota trova nella sua nota il vino lo sgabella dal numero <strong>di</strong> detta nota, in modo che<br />

non si duplichi il pagamento per lo stesso vino, pena per mancata rivela 2 d. e sequestro<br />

del vino.<br />

15 - I gabelloti del salsume e del vino dell'Uni.tà <strong>di</strong> Somma ed i potecari per il vino, che<br />

vendono nelle loro poteche al minuto, non pagano un tarì per botte <strong>di</strong> vino e i tre crl per<br />

botte <strong>di</strong> greco.<br />

Essi possono comprare dai citta<strong>di</strong>ni il vino e non sono tenuti a pagare detta gabella perché<br />

sono tenuti a tener grassa (fornita) l'Uni.tà.<br />

Se invece <strong>di</strong> venderlo al minuto lo vendono ad altro effetto sono tenuti a pagarla.<br />

16 - Finito il tempo dell'affitto della gabella, se non si trovassero venduti tutti i vini<br />

annotati dal gabellota, talché il gabellota stesso non abbia riscosso i suoi <strong>di</strong>ritti, si<br />

stabilisce che la gabella sarà pagata al gabellota quando si venderanno e consumeranno,<br />

nel modo come sopra. 1)<br />

------------------------------------------------<br />

1) Archivio Storico Comunale - "penes acta "- cart. IV - pag. 216.<br />

65


Gabella della carne o del macello o dello scannaggio<br />

(ius macellan<strong>di</strong>)<br />

1575<br />

Il 31 luglio 1575 Jo:Thomaso de Stefano de Gasparro agente costituisce una società con<br />

Augustino de Stefano, Vincenzo de Marzo e Santillo e Jo:Lorenzo Galano <strong>di</strong> Napoli,<br />

padre e figlio, sfasciatori o tagliatori <strong>di</strong> carne macellata, al fine <strong>di</strong> condurre la gabella<br />

della carne affittatagli per 455 ducati. L'affitto dura dal 1 settembre al 31 agosto dell'anno<br />

seguente. L'estaglio va pagato in tre rate: a Natale, a Pasqua e ad agosto.<br />

I soci si impegnano singolarmente ed in solido ad "acceder(e) in quibuscumque mercatis<br />

nun<strong>di</strong>nis et feriis hiuis Regni et toties quoties opus fuerit pro emen<strong>di</strong>s animalibus tam<br />

baccinis porcinis bufalinis quam quibuscumque alterius generis et qualitatis pro illis<br />

macellan<strong>di</strong>s in planchis <strong>di</strong>cte terre sum(m)e et o(mn)ia alia facer(e) quae in <strong>di</strong>es evenerit<br />

in <strong>di</strong>cta Societate pro ser(viti)o et ben(efici)o <strong>di</strong>cte gabelle, et si opus fuerit pro <strong>di</strong>ctis<br />

emp(tio)nibus facien<strong>di</strong>s <strong>di</strong>ctorum animalium pro <strong>di</strong>cto macello"... essi si impegnano a<br />

fare giornalmente tutta quella quantità <strong>di</strong> carne <strong>di</strong> cui abbisogna l'Università, "servata la<br />

forma de li capituli <strong>di</strong> detta terra fatti sopra detta gabella..."<br />

Inoltre Gio:Tommaso può vendere gli animali anche in "altri lochi dove meglio ad essi<br />

compagni sarra expe<strong>di</strong>ente pro beneficio de detta Compagnia."<br />

I soci devono pesare e consegnare le carni ai predetti padre e figlio (i Galano) che le<br />

faranno tagliare e vendere in due chianche, le citate planchis.<br />

Essi devono conferire nella società anche "tutti gli stigli come sono tutti li ferri pesi<br />

bilanze che bisognarando in dette chianche".<br />

Per tale lavoro i Galano prenderanno 60 ducati. Essi inoltre devono dar conto alla società<br />

ogni venerdì <strong>di</strong> ogni settimana della loro attività e tenere un libro delle entrate e delle<br />

uscite. La società invece appresta una cassa per custo<strong>di</strong>re i danari.<br />

Detratto il pesone, canone, delle due chianche e le altre spese della gabella, il guadagno<br />

viene <strong>di</strong>viso in tre parti: due a Gio:Tommaso, Augustino de Stefano e Vincenzo de<br />

Marzo, l'altra ai Galano.<br />

Tra i testi c'è Francesco Mayono alias Vaccaro, <strong>di</strong> Somma.<br />

Di regola le gabelle se le aggiu<strong>di</strong>cano gli industrianti <strong>di</strong> quel tipo <strong>di</strong> prodotto: la carne e<br />

macello ai macellai, la farina ed il forno ai panettieri, il salsume ai bottegai, il vino ai<br />

bottai, la neve ai nevjoli. 1)<br />

---------------------------------------------<br />

1) Archivio Stato Napoli - notaio Gio:Berar<strong>di</strong>no Izzolo - Prot. 2 pagg. 74 tergo - 76 tergo.<br />

Stessa gabella<br />

23 novembre 1586<br />

"eodem <strong>di</strong>e eiusdem ibidem<br />

ob p(ropter) m(agnifi)ca Uni(versita)te ter(ra)e Sum(ma)e.<br />

66


Constitutus penes acta curi(a)e ter(ra)e Sum(ma)e, nobilis magister calzolarius<br />

Vincentius Cesaranus" vince la gabella della carne per 177,1,5 ducati alla tariffa <strong>di</strong> un<br />

grano a rotolo, giusta l'assisa <strong>di</strong> Napoli .<br />

Dopo il formulario in latino come sopra:<br />

"Capitoli patti et conventioni al nome de Dio habiti inhiti et firmati sopra lo<br />

arrendamento et affitto de la gabella de uno grano ad rotolo <strong>di</strong> qualsivoglia sorte <strong>di</strong><br />

carne fresche che si macella et vende in piaza della terra <strong>di</strong> Somma et casali imposta per<br />

so<strong>di</strong>sfatione tanto del debito principale contratto per eam del R.gio demanio como del<br />

interesse <strong>di</strong> quello et sono ut sunt:<br />

1 - In quanto al primo capo se ademplisca nel m(od)o et forma che si contieni nel primo<br />

capo de li capitoli fatto sop.a l'affitto della gabella della farina quali sono inseriti a<br />

l'obliganza del affitto de detta gabella nel p.nte libro à f.o 20<br />

2 - In quanto al secondo capo se debbia observare il simile che si contieni nel secondo<br />

capo de detti capitoli de la farina eccetto solo che lo pagamento de detto affitto como llà<br />

<strong>di</strong>ce mese per mese e qua si debbia intender(e) terza per terza<br />

3 - Item che detto affittatore possa et voglia exigersi da tutti quelli che macellerando et<br />

venderrando in detta terra et casali qualsivoglia sorte de carne fresche insogna, lardo,<br />

pettorina, et boccolari, uno grano per rotolo etiam <strong>di</strong> quelle che detti macellatori ò<br />

affittatori <strong>di</strong> macello volessero per uso p(ro)p(ri)o ò per salar(e) quomocumque et<br />

qualicumque excludendone le morìe si dei porci como d'altri animali, et possa anco<br />

exigersi detto grano uno per rotolo ut sopra <strong>di</strong> carne fresca <strong>di</strong> porco ò altro animale che<br />

si vendesse ò intendesse vender da qualsivoglia altra persona etiam che facesse salata in<br />

detta terra et casali le quale carne non possano li macellatori et ven<strong>di</strong>tori de esse spezare<br />

et incignar(e) ad vendere se prima non'haverrando data notitia al detto affittatore, et<br />

quella se haverà pesata, et non dandone detta notitia et pesata detta carne et<br />

incominciando à macellare et vender(e) incorra per ciascuna volta alla pena de du(ca)ti<br />

dui et <strong>di</strong> perder(e) la carne che si trovarrà intercetta da applicarse al detto affittatore,<br />

verum quelli che macellarrando et non andando ad pesarele, acciò non se ritarda la<br />

ven<strong>di</strong>ta d'esse, sia lecito à quelli che macellarrando et vendarrando dette carne ut s.<br />

quelle pesar in p(rese)ntia <strong>di</strong> li m.ci sin<strong>di</strong>ci et catapano de la terra p.ta ò de altri citta<strong>di</strong>ni<br />

degni de fede et per quello pesarando le carne p.te pagare à detto affittatore lo grano per<br />

rotolo, lo quale pagamento se debbia fare ogni vernadì <strong>di</strong> qualsivoglia settimana li quali<br />

macellatori seu ven<strong>di</strong>tori haverrando da vendere dette carne uno grano piu per rotolo<br />

dell'assisa de napoli<br />

4 - Item che tutti quelli citta<strong>di</strong>ni et habitanti in detta terra et casali che portarrando et<br />

per uso d'altri delle dette carne, lardo, insogna, pettorine, et boccolari, etiam per salare<br />

da fore de detta terra et casali, siano tenuti prima che intrarrando in lloro case darne<br />

notitia al'affittatore p.to et pagarli incontinente detto grano per rotolo, et non dandone<br />

notitia ut s. incorrano per ciascuna volta alla pena de carlini quin<strong>di</strong>ci et perdere de piu<br />

la carne che si trovasse intercetta, da applicarse al detto affittatore<br />

67


5 - Item che detto affittatore sia obligato fare franchi tutti quelli che <strong>di</strong> ragione sono<br />

franchi del detto grano et excomputarlo alli detti macellatori in pace et senza replica<br />

alcuna..." 1)<br />

Il testo si conclude con il solito formulario in latino.<br />

-------------------------------------------------<br />

1) Archivio Storico Comunale - "penes acta" - cart. I - pagg. 78 tergo-79.<br />

Stessa gabella<br />

1587<br />

Il 25 luglio 1587 l'Università fitta la gabella dello ius macellan<strong>di</strong> per un altro anno ad un<br />

grano a rotolo, per d. 602,2,10 a Tiberio de Stefano, alle seguenti, integrate con<strong>di</strong>zioni :<br />

Articoli 1-2-3 analoghi a quelli della farina.<br />

4 - Il gabellota farà vendere ogni tipo <strong>di</strong> carne fresca nella casa dove si suole macellare,<br />

con pena <strong>di</strong> 3 d.. Egli mancando la carne deve mandarla a comprare dove c'è, altrimenti vi<br />

provvedono i sindaci al prezzo del momento e a spese del conduttore.<br />

5 - Deve vendere il fegato <strong>di</strong> bufala e <strong>di</strong> baccina, la trippa annettata. Se questi generi<br />

mancano il Catapano applica la pena <strong>di</strong> 15 carlini.<br />

6 - Deve vendere il lardo fino alla vigilia <strong>di</strong> Natale a un tornese a rotolo. Dopo sarà libero<br />

nella ven<strong>di</strong>ta.<br />

7 - Deve vendere la insogna <strong>di</strong> porco come per il lardo. Il Catapano fa fede della quantità<br />

<strong>di</strong> sugna esistente nel macello. I tagliatori, l 'affittattore, i bovieri non possono portarla a<br />

casa, pena 15 crl.<br />

8 - I paesani quando muore o ammazzano una bestia baccina non sono tenuti al<br />

pagamento del dazio.<br />

9 - L'affittatore può riscuotere 2 grana per porco da qualsiasi persona che voglia fare<br />

salera delle carni contate e spolpate, gambarielli spolpati, delle teste e dei pie<strong>di</strong> da<br />

vendere freschi. Perciò deve darne notizia al gabellota quando il paesano o citta<strong>di</strong>no<br />

l'ammazza, pena 30 crl.<br />

10 - Il gabellota deve levare dal bestiame ammazzato tutte le ossa mastre e gambarielli e<br />

le deve sfregolare in modo che non toccano l'osso che sta accosto a lo medullo, e le teste<br />

dei porci le può vendere con la loro carne, pena 15 crl.<br />

11 - Se qualcuno vuole vendere capretti o ayno paga 10 grana al gabellota per ognuno,<br />

pena per la mancata rivela 2 crl.<br />

12 - Il gabellota ogni sabato può spezzare la carne e farla vendere da chicchessia dalla<br />

mattina alla sera, poi deve smettere, pena 10 crl.<br />

13 - Egli se non rispetta il peso ed il prezzo è sanzionato con una pena <strong>di</strong> 7 carlini e<br />

mezzo.<br />

14 - Nessuno può comprare carne fuori della Terra <strong>di</strong> Somma, pena 30 crl.<br />

15 - Le persone franche vanno esentate dal pagamento della gabella.<br />

16 - Il gabellota deve servire prima i paesani e poi i forestieri, pena 20 crl. 1)<br />

68


------------------------------------------------<br />

1) Archivio Storico Comunale - "penes acta" - cart. III - pag. 180.<br />

Gabella del salsume<br />

1587<br />

"ob p(opte)r Un(iversita)te terr(a)e Sum(ma)e - Die vigesimo primo mensis Julij 1587.<br />

Constitutus penes acta Curie m.cus Marcus antonius baptimellus de terra Summe sponte<br />

confessus fuit se ipsum teneri dare debere ac verum et liquidum debitorem fore et esse<br />

m.ce Un.ti terre Summe et per ea m.co Jo:alfonso signorile Jo:hieronimo cesarano e<br />

tiberio de placente sin<strong>di</strong>cis <strong>di</strong>cte terre ac cum m.co Jo:bapta vallerano cascerio terre<br />

p.te et cuilibet ipsorum in solidum in d(uca)tis duobusmille et nonaginta septem cum<br />

<strong>di</strong>mi<strong>di</strong>o netti pro la... et sunt pro pretio affictus gabelle salsuminis <strong>di</strong>cte terra ipsi m.co<br />

marco antonio affictare durante tempore annuorum duorum incipiendorum à primo <strong>di</strong>e<br />

mensis 7bris pr(oss)imi futuri presentis anni in annum et sibi remanse per <strong>di</strong>cto pretio<br />

tamquam ultimo licitatori et plus offerenti candela accensa et ispa estinta ut moribus et<br />

(cum omnibus here<strong>di</strong>bus cum agijs et) emolumentis a <strong>di</strong>ctam gabella spectantibus et<br />

pertinentibus quovis m(od)o et cum con<strong>di</strong>tionibus pactis et aliis (contentis) et descriptis<br />

(firmatis) capitulis formatis per <strong>di</strong>ctam Un.tem sup. <strong>di</strong>cta gabella qu(orum)quidem<br />

capitulorum tenor sequitur et talis:".<br />

(La scrittura dell'atto dell'A.S.C. è deteriorata, mi rifaccio quin<strong>di</strong> ad una copia più<br />

leggibile dell'Archivio della Collegiata, che pur essendo una grossolana - ed in parte in<br />

volgare - trascrizione dei capitoli del 1587, con qualche manchevolezza, riporta le stesse<br />

norme e risale al 1592. In questa copia gli infiniti finiscono in "rnosi", la doppia "nn"<br />

dei verbi <strong>di</strong>viene "nd", bottega <strong>di</strong>viene "potecha". Inoltre l'amanuense - forse un<br />

capitolare - spesso lega le parole tra loro e non intende il senso. Un trattino in<strong>di</strong>ca una<br />

mia separazione).<br />

"Capitoli patti et conventione in hiti et firmati per la m(agnifi)ca Un(iversi)tà et huomini<br />

della ter(r)a <strong>di</strong> So(m)ma sopre all'arrennim(en)to et affitto de farsi infeturo della gabella<br />

della salsume et vino che si vende a minuto in piaza de essa Un.tà inposta in so<strong>di</strong>sfatione<br />

delli Reij Pagamenti fiscali or<strong>di</strong>narij et ex(staor<strong>di</strong>nari)a et per altri suoi bisogni et<br />

occorrentia et da observarndosi secondo in ciascuno da essi si contienera et sono<br />

videlicet:<br />

1 - In p(rim)s vole et or<strong>di</strong>na essa m.ca Un.tà che q(ue)llo che vorra pigliare in affitto<br />

detta gabella debia fare sua cartella nella q(ua)le debia exprimere la quantita certa et<br />

specificata <strong>di</strong>-sua offerta nominare li pregi li q(ua)li siano huomini <strong>di</strong> detta terra et soi<br />

casali et non forastieri et portarli con esso et che siano sufficienti a contento delli m.ci<br />

sin<strong>di</strong>ci che p(ro) te(m)pore sarando et comparire nelli luochi dove si allumera la candela<br />

co(n) exprimere de-piu detta cartella in canto purche no(n) ecceda d(uca)ti <strong>di</strong>eci et<br />

cedendo quello piu veda in arren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> detta sua offerta et la-quale cartella dopoi<br />

fatta con le condetioni pre<strong>di</strong>tte la debia consignare in potere de detti m.ci sin<strong>di</strong>ci accio<br />

che quelle viste si possano publicare et mancandone detta cartella ciascuno delle<br />

condetioni pre<strong>di</strong>tte si intenda nulla et invalida et se habbia per non fatta et si recevano<br />

69


l'altre cartelle che si observano del dette condetioni non obst(ant)e che fossino <strong>di</strong> manco<br />

offerta et quello trovera havere magiore offerta guadagniava detti ducati <strong>di</strong>eci et dopoi si<br />

debbiano fare nove cartelle con con<strong>di</strong>tione che quello fara magiore offerta nella seconda<br />

cartella guadagnia il quarto <strong>di</strong> quello che offerira de piu et sopra detto secundo magiore<br />

offerta si debia allumare la candela declaratione che quello incantara sopra detta<br />

magiore offerta allum(m)ata che sera la candela guadagni il quarto <strong>di</strong> quello che vi<br />

incantera de-piu finche sia morta la candela li quali incanti si debbiano pagare a chi<br />

spetterando per detto affittatore fra termine <strong>di</strong> quattro mesi incomincian<strong>di</strong> dal primo <strong>di</strong><br />

7bre de qualsivoglia anno senza replica ne contra<strong>di</strong>ctione alcuna et cosi in feturo si ne<br />

habbia observare et non altramente et si liberara detta gabella a chi restera extinto <strong>di</strong><br />

candela.<br />

2 - Item vole essa m.ca Un.ta che siano tenuti tanto il principale quanto li pregi et<br />

ciascuno de essi in-solito pagare detto affitto mensatim al m.co casciero <strong>di</strong> essa Un.ta et<br />

che pro tempore sera et cominciare il primo pagamento nel primo <strong>di</strong> ottobre <strong>di</strong><br />

qualsivoglia anno et cosi continuare nel primo <strong>di</strong> qualsivoglia mese veru(m) l'ultima<br />

pagha siano tenuti pagarla nel 15 del mese <strong>di</strong> Agosto con obligarnosi in solito per<br />

obliganza capienda per la Corte <strong>di</strong> Somma al pagamento detto affitto nel modo predetto<br />

et all'observanza <strong>di</strong> quanto in ciascuno delli infrascritti Capitoli inseren<strong>di</strong> in detta<br />

obbliganza si contenera con declaratione che detta m.ca Un.tà et suoi m.ci sin<strong>di</strong>ci che<br />

pro tempore sarando siano tenuti al condettore predetto <strong>di</strong> guerra et peste tam quam<br />

absit videlicet:<br />

quando fosse guerra dal acqua <strong>di</strong> Sarno et Capua in quo et quando fosse pesta che detta<br />

terra fosserno infetti et si perdesse la pratticha et in ogni altro caso de detta m.ca Un.tà<br />

et suoi m.ci sin<strong>di</strong>ci non soleno essere tenuti ne obligati a cosa alcuna ne per qualsivoglia<br />

caso cogitato vel incogitato devino seu humano etiam ex fatto superioris excepto che <strong>di</strong><br />

guerra et peste nel modo predetto ut s.a et non altramente nec alio modo et che nella<br />

detta ob(lig)a(tio)ne da farsi ut supra se intenda detto affittatore renuntiare a tutte legge<br />

<strong>di</strong>ctanteno in suo favore et signate beneficio pacientie non prestite et soi plegi in solidum<br />

obligan<strong>di</strong> authentice p(rese)nti C.D. fideiussoribus ac legi et p.o cap.lo conveniendo et<br />

compellendo et a tutte altre legge et ragioni et beneficij<br />

in loro favore <strong>di</strong>ttanteno et introdutte perche cosi expressamente si conviene.<br />

3 - Item si declara et conviene che detto affittatore sia tenuto et in specie obligato<br />

durante detto suo affitto manutenere in grassa essa Un.tà continuamente dì per dì de<br />

tutte sorte de salsume carne salata insognia caso et oglio candele de sivo sarde et alice<br />

salate sarache et vino che se vende a minuto in piaza nelle infra quattro poteche nelle<br />

quali debia tenere a vendere et fare vendere dì per dì tutte le dette sorte <strong>di</strong> robbe<br />

commestibile et vino all'infrascritte assise et raggione cio è tutte sorte <strong>di</strong> salsume carne<br />

salata salciccie insognia caso et oglio un grano piu per rotulo della assisa della cit(t)a <strong>di</strong><br />

napoli le candele de sivo un grano piu per libra <strong>di</strong> detta assisa le sarde et le alice salate<br />

sarache anguille et sale et anco lo greco all'assisa che vi sara imposta dalli m.ci sin<strong>di</strong>ci<br />

<strong>di</strong> essa Un.tà secondo la <strong>di</strong>spositione del tempo et la bontà et qualita de essi altre robbe<br />

suddette siano medesimamente <strong>di</strong> bona qualità et bonta et beni con<strong>di</strong>tionati et lo vino ex<br />

patto ad ragione <strong>di</strong> tre tornisi la carrafa purche sia vino fatto in territorio <strong>di</strong> Somma<br />

bono et perfetto <strong>di</strong> colore, odore, et sapore, et mancando <strong>di</strong> tenere a grassa<br />

70


abundantemente detta Un.tà dì per dì de tutte dette sorte <strong>di</strong> robbe commestibile et vino<br />

ad dette assise et in ragione ut supra non solo incorre alla pena si ponerà nel capitolo<br />

nel quale se declarera in quali lochi detto affittatore ha da tenere dette quattro poteche<br />

per como<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> detti cita<strong>di</strong>ni et habitanti <strong>di</strong> essa Un.tà anco sia lecito ad essa Un.tà et a<br />

soi m.ci sin<strong>di</strong>ci mandare a comprare tutte le s(opr)adette sorte de robba commestibile<br />

vini ò quelle mancassero dovunque si potessero havere a qualsivolgia prezo magiore de<br />

detta assisa et raggione alla quale esso affittatore è obligato vendere dette sorte <strong>di</strong><br />

robba commestibile et vino et quello fare vendere in detta Un.tà da altri potecari<br />

eligen<strong>di</strong> per essa Un.tà et soi m.ci sin<strong>di</strong>ci alla assisa declarata ut supra: a tutti dan<strong>di</strong><br />

(danni) et spese et interesso si debbia stare a semplice declaratione cum juramento<br />

tantum delli m.ci sin<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> essa Un.tà et quelli incontinenti so<strong>di</strong>sfare senza replica<br />

exceptione alcuna et si(n)g(ularite)r non possi <strong>di</strong> cio appellare et reclamare et <strong>di</strong>mandare<br />

ridursi ad arbitrium boni viri nisi prius fatti reali satisfatione omnium promissionum<br />

renunciando cum juramento a tutte legi co<strong>di</strong>ci municipati et altre lege che <strong>di</strong>ttassero in<br />

suo favore atteso così espressamente si conviene et non altramente ne in altro modo.<br />

4 - Item si declara et conviene u(t) s(upra) che detto affittatore sia tenuto et in specie<br />

obligato tenere a sue spese in detta Un.tà quattro poteche per como<strong>di</strong>ta delli cita<strong>di</strong>ni et<br />

habitanti in essa nelli infrascritti lochi ut sunt: una dentro la terra et specialmente nella<br />

piaza dello Casamale una nel burgo cio è dal Hospitale <strong>di</strong> S.ta Caterina verso vascio<br />

per <strong>di</strong>rittura sino alle case <strong>di</strong> m(agistr)o Simone figliola et <strong>di</strong> m(agistr)o Gio:Antonio <strong>di</strong><br />

Piacente, una nella piaza seu quartiero <strong>di</strong> Prigliano nello circolo dove fa la potecha<br />

Vicienzo <strong>di</strong> Striano et un altra nella piaza seu quartiero <strong>di</strong> Margarita dalle case <strong>di</strong><br />

m(agistr)o Vicienzo <strong>di</strong> marzo in suso, mancando <strong>di</strong> tenere dette quattro poteche alli detti<br />

lochi u(t) s(upra) per ciascuno de essi che mancasse <strong>di</strong> tenere sia obligato pagare <strong>di</strong><br />

pena uno ducato per ciascuno giorno la quale pena vada in benefitio <strong>di</strong> quello luocho<br />

dove mancasse detta potecha nelli quali quattro poteche et ciascuno de essi secondo la<br />

<strong>di</strong>spositione del tempo che dette infrascritte robbe si magnassero debbia fare vendere<br />

abondantemente a sufficientia dì per dì <strong>di</strong> tutte dette sorte <strong>di</strong> salsume carne salata<br />

salciccie insognia caso et oglio candele de sivo sarde alice salate sarache sale anguille et<br />

vino all'assisa et ad ragione pre<strong>di</strong>tte et mancando <strong>di</strong> tenere in ciascuna <strong>di</strong> dette quattro<br />

poteche dette sorte <strong>di</strong> robbe commestibile et vino (da - porta il documento del 1587) parte<br />

de essi debia pagare <strong>di</strong> pena per chiaschuna <strong>di</strong> dette quattro poteche per ciaschuno <strong>di</strong><br />

continuo che mancassero ducati due da applicarnosi ogni volta cio è uno ducato al<br />

catapano che sera et l'altro ducato alli como<strong>di</strong> <strong>di</strong> quello luocho dove mancassero dette<br />

robbe ò parti <strong>di</strong> essi d'esigernosi dette pene inremisibiliter.<br />

5 - Item si declara et conviene u(t) s(upra) che detto affittatore possa et voglia et li sia<br />

lecito exigerse dalli tavernari che farando taverna in detta Un.tà dove si mangia<br />

l'infrascritta quantita all'infrascitta ragione cio è ducati dui per botte de vino et greco et<br />

tornisi tre per rotulo de tutte lle dette sorte <strong>di</strong> salsume carne salata, salciccie caso et<br />

oglio che vorrando comprare per uso delle lloro taverne alle quale robe vino et greco<br />

non lo possano intrare ne in dette taverne si p(rim)a non darando notitia a esso gabellote<br />

et li havera pagato lo deritto alla ragione predetta et quelle non possano vendere fuora<br />

de detta taverna ma solo per uso <strong>di</strong> essa et contravenendo in ciaschuno delle cose<br />

predette debbiano pagare per ogni volta carlini vinti et perdere <strong>di</strong> piu la robba ò greco<br />

71


vino che si trovasse intercetto et cossi anco si possa detto affittatore esigerse da<br />

qualsivoglia altra persona che vorra fare potecha de dette robbe in detta terra ducati dui<br />

per botte de vino et greco et tornisi tre per rotulo <strong>di</strong> tutte infrascritte robbe u(t) s(upra)<br />

<strong>di</strong> tutte sorte <strong>di</strong> salsume carne salata salciccie, insognia, caso et oglio candele de sivo,<br />

sarde Alice salate, sarache et Anguille che vendessero a minuto in piaza le quale robbe<br />

detti Potecari non le possano entrare nelle lloro poteche ne manco nelle predette lloro<br />

case si p(rim)a non ne haverando dato notitia a detto affittatore et li haverando pagato<br />

lo deritto a detta ragione ut s.a et contravenendo ogni volta incorra alla pena <strong>di</strong> ducati<br />

dui et perda <strong>di</strong> piu le robbe che si trovassero intercette da applicarnosi alli como<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

detto gabellote la quale se li possa exigere inremisibiliter.<br />

6 - Item se declara et conviene che tutti quelli che vorrando fare potecha a vendere le<br />

sopradette robbe u(t) s(upra) declarate in detta terra la possano liberamente fare pero<br />

siano tenuti fra termine <strong>di</strong> 15 dì dopoi liberata la predetta gabella matricularnosi dalli<br />

m.ci sin<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> essa Un.tà et obligarnosi non solo <strong>di</strong> manutenere a-grassa detta Un.tà <strong>di</strong><br />

tutte le sidette robe ogni uno d'essi per la rata sua all'observantia delli predetti<br />

infrascritti capitoli ne anco <strong>di</strong> pagare il gabbellote <strong>di</strong> detta gabella li predetti <strong>di</strong>ritti ut<br />

s.a declarati et fatta matricola et obligatione ut s.a possano fare le dette poteche et<br />

vendere le dette robbe vino et greco al medesima ragione che è obbligato vendere il detto<br />

gabbellote come <strong>di</strong> sopra si è declarato et non altramente con declaratione che<br />

mancando ogni uno <strong>di</strong> detti Potechari che vorrando uscire a fare detta potecha <strong>di</strong><br />

manutenere agrassa detta Un.tà ut.s.a incorre alla medesima pena (che - reca la lezione<br />

del 1587) è obligato lo predetto affittatore declarata ut. s.a da esigersi per li m.ci sin<strong>di</strong>ci<br />

inremisibiliter et applicarnosi alli comoti <strong>di</strong> quelli lochi dove sara detta potecha.<br />

7 - Item se declara che non sia nisciuno cita<strong>di</strong>no ne abitante in essa terra che ar<strong>di</strong>sca ne<br />

presuma vendere vino ò greco ad minuto in la loro casa ò cantine senza licentia delli<br />

m.ci sin<strong>di</strong>ci et de detto gabelloto al quale tempo sia ciasceduno obligato pagarli ducati<br />

dui per botte de vino ò grecho et chi contraverra ogni volta incorra alla pena de ducati<br />

sei da applicarnosi alli como<strong>di</strong> de detto gabellote li quali si li possa exigere<br />

inremisibiliter dalli contravenienti.<br />

8 - Item se declara et convene che nisciuno cita<strong>di</strong>no et abitante in essa Un.tà possa ne<br />

voglia comprare a-minuto ne da decem in bascio nisciuna delle sopradette robbe<br />

comestibile et vino et grecho da qualsivoglia facesse salera ò fun<strong>di</strong>co <strong>di</strong> dette robbe<br />

eccetto che dalle poteche dello affittatore predetto et delle predette altre persone che<br />

vorrando uscire a fare poteche ut s.a sotto pena de ducati dui da exigernosi per<br />

ciascheduna volta da ciascheduno de quelli che contravenerrando da appicarsi alli<br />

como<strong>di</strong> <strong>di</strong> detto gabellote.<br />

9 - Item se declara che la vigilia et festa <strong>di</strong> S.ta Maria del Puzo de essa Un.tà sia lecito a<br />

qualsivoglia persona tanto cita<strong>di</strong>ni come forestieri portare a-vendere in detta chiesa tutte<br />

le sopradette sorte <strong>di</strong> robbe comestibile et vino et grecho et quello possano vendere<br />

tanto in grosso come a-minuto a lloro elettione etiam nelle taverne che si farando per<br />

comodo delli forastieri (che - dal documento del 1587) concorrerando in detta festa<br />

senza pagare cosa alcuna <strong>di</strong> gabella alli affittaturi atteso essa Un.tà vole che in detto (dì<br />

72


- 1587) esso affittatore non habbia actione alcuna accio che ogni uno concorra piu<br />

liberamente per beneficio <strong>di</strong> detta chiesa.<br />

10 - Item si declara et conviene che le recotte fresche et tutte altre sorte <strong>di</strong> lattinicio<br />

(latticini) si possa liberamente vendere et comprare senza pagare cosa alcuna <strong>di</strong> gabella<br />

purche non si venda nelle poteche.<br />

11 - Item se declara et conviene et expressamente che detto affittatore sia tenuto fare<br />

franche tutte quelle persone che <strong>di</strong> ragione sono franche verum lo predetto gabelloto in<br />

nisciuno futuro t(empor)e essere astretto ad pagare cosa alcuna per li fochi absenti li<br />

quali in futuro venessero ad exigere ma detta Un.tà sia tenuta de p(ro)p(ri)o pagarlo a<br />

chi spet(t)eno et per quelli servare in dando (indenne) et in leso il detto gabelloto da<br />

qualsivoglia persona che lo molestasse refarli tutti dan<strong>di</strong> (danni) spese et interessi che<br />

ne patesse et per contra lo detto gabelloto non habbia actione alcuna all' ecceptione (il<br />

testo del 1587 <strong>di</strong>ce "sopra essatione") delli fochi absenti <strong>di</strong> essa Un.tà, ma siano <strong>di</strong> detta<br />

Un.tà senza ecceptione alcuna.<br />

12 - Item se declara che qualsivoglia Potecharo ò tavernaro ò altra persona che<br />

vendesse in piaza aminuto ogni sorte <strong>di</strong> robba aspettasse (spettanti - 1587) adetto<br />

gabellote manco del peso solito ò piu dell'assisa che si ritrovasse inposta la p(rim)a volta<br />

à chi tocca incorra alla pena <strong>di</strong> carlini sette et mezo La seconda volta alla pena <strong>di</strong> carlini<br />

15 d'applicarnosi alli como<strong>di</strong> del catapane che sara alla terza volta et tutte le sequente<br />

debia pagare ducati tre applicarnosi cio è la terza parte allo accusatore La terza Parte<br />

alla Un.tà l'altra terza parte al catapane li quali si li possa exigere ogni volta<br />

inremisibiliter dal contraveniente.<br />

13 - Item si declara et convene che lo affittatore predetto ne potechari che uscirando ad<br />

fare poteche non possano in m(od)o alcuno le botte <strong>di</strong> vino che haverrando da vendere a<br />

minuto in dette poteche incominciarle si p(rim)a non serando quelle viste et approbate<br />

dalli m.ci sin<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> essa Un.tà li quali debiano per detto effetto et rechiesta delli<br />

(rechiesti dalli - 1587) predetti et essi debiano ad ogni loro requesta andare a provare<br />

detti vini accio essendo della qualità et bonta <strong>di</strong> sopra et impressa (expressa - 1587) si<br />

possano vendere non essendo (si non rendono - 1587) ut supra non si debiano ammettere<br />

ne fare vendere ne detti affittaturi ne potechari ne ci (lo) possano tenere loro poteche le<br />

quali botte <strong>di</strong> vino, che si approberando per detti m.ci sin<strong>di</strong>ci si debiano per essi<br />

sigillare con il sigillo della Un.tà sopra al mafaro <strong>di</strong> ciascuna botte cosi come si una<br />

nelle taverne della Cita <strong>di</strong> Napoli et non requirendo detto affittatore et potechari detti<br />

m.ci sin<strong>di</strong>ci et comminciando dette botti ad vendere et quelle che non fossero aprobate<br />

tenesserno in loro poteche debiano ciascuno de essi per ciascheduna volta per ogni botte<br />

pagare <strong>di</strong> pena ducati tre applicarnosi la mita al catapane et l'altra mita alla Un.tà et<br />

quelli che farando salera vendendo ad decina in bascio debiano pagare la gabella a detta<br />

ragione. Anno Domini millesimo quingentesimo nonagesimo secundo 1592"<br />

Il testo della Collegiata termina mentre quello dell'Archivio Storico Comunale continua<br />

in latino.<br />

"Qu(a)e quidem Capitula preinserta ut s.a et publicata et per p.tum m.cum Marcum<br />

Antonium bene intellecta, illa p.tus m.cus Marcus Antonius ratificavit emologavit et<br />

73


acceptavit et promisit illis nequaque contravenire immo illa (omniaque) in eisdem<br />

contenta ad unquam a<strong>di</strong>mplere ac osservare juxta ipsorum formam seriem continentiam<br />

et tenorem Quos quidem ducatos duosmille et nonaginta septem cum <strong>di</strong>mi<strong>di</strong>o de <strong>di</strong>ctis<br />

carl(ini)s arg.ti et pretij affictus p.ti tam p.tus m.cus Marcus Antonius quam et illic p.ns<br />

m.cus Lucas figliola de eadem terra Summe et quilibet ipsorum eorum p(ro)prijs privatis<br />

p(re<strong>di</strong>c)tibus no(m)ibus et in solidum se (renunciantes - foglio mutilo) cum juramento<br />

beneficio pacientie conductori non prestite (promiserunt nomine et pro parte <strong>di</strong>cte Un.tis<br />

<strong>di</strong>cte terre Summe - foglio mutilo) integre dare (et) solvere tam p.tis m.cis Jo:hieronimo<br />

et Tiberio sin<strong>di</strong>cis terre p.te p(resenti)bus quam sup. m.co Jo:alfonso...sin<strong>di</strong>co et <strong>di</strong>cto<br />

m.co Jo:bapte cascerio <strong>di</strong>cte terre...." 1)<br />

Il testo segue con molte abbreviazioni minute ripercorrendo il formulario latino, già<br />

riportato per le altre gabelle.<br />

---------------------------------------------------<br />

1) A. S. C. - "penes acta" - III cart. pag. 167 tergo e seg. e Archivio Collegiata - cart. Q - doc. 18.<br />

Gabella del quartuccio<br />

1587<br />

L'Università <strong>di</strong> Somma fitta a Simone Figliola, ultimo licitatore e maggiore offerente, la<br />

gabella del quartuccio per 82 ducati e tarì 3 .<br />

Sono presenti all'asta i sindaci ed il Cassiere Generale, cui vanno versate le rate<br />

dell'estaglio. 1)<br />

---------------------------------------------<br />

1) A.S.C. -"penes acta" - cart. III - pag. 184 tergo.<br />

"Fondazione della gabella del quartuccio"<br />

(Titolo del fascicoletto)<br />

1627 ?<br />

"Capitoli, patti e conventioni, instituti e firmati ab antiquo per l'Università et huomini<br />

della Terra <strong>di</strong> Somma sopra l'arri(nda)mento ò affitto da farsi della gabella del<br />

quartuccio per subventi(on)are dell'occurrenze or<strong>di</strong>narie et extraor<strong>di</strong>narie <strong>di</strong> d.a Un.tà<br />

con il quale arri(nda)mento <strong>di</strong> d.a gabella possono e voglino esigere l'infr(ascrit)ti<br />

cap(ito)li e sono videlicet:<br />

1 - In primis si decheara per d.ta Un.tà che al d(ett)o gabellota sia lecito potersi esigere<br />

per ogni salma <strong>di</strong> verdume, come sono foglie, cipolle, lattuche, ra<strong>di</strong>ce fiore et altre cose<br />

simili denari quattro per ciascheduna salma da quelli che passaronno a vendere a d.a<br />

terra e soi destritti.<br />

2 - Item si decheara per d.a Un.tà che all detto gabbelloto sia lecito potersi esigere per<br />

ogni salma <strong>di</strong> farina, fave, miglio, aglio et altre sorte <strong>di</strong> vittuvaglie che venissero a<br />

74


vendere in d.a terra grana uno per ciascheduna salma <strong>di</strong> quelli che passaranno a<br />

vendere.<br />

3 - Item se dech(e)ara per d.a Un.tà che all d.to gabbellota sia lecito potersi esigere per<br />

ogni collato, come sono paparuoli, merciari, vitrario e qualsivoglia sorte <strong>di</strong> robbe che<br />

portassero con collato in d.a terra et suoi <strong>di</strong>stretti grana uno.<br />

4 - Item si dech(ea)ra per d.a Un.tà che all detto gabbellote sia lecito potersi esigere per<br />

ogni carro <strong>di</strong> botte che venissero in d.a terra e suoi <strong>di</strong>stretti tanto <strong>di</strong> calcia (?) ò <strong>di</strong> ogni<br />

altra cosa grana quattro, verum essendoci robba <strong>di</strong> Doana all d.o gabbellote sia lecito<br />

tenersi alli meglio ut s.<br />

5 - Item se dech(ea)ra per d.a m.ca Un.tà che all d.o Gabbellote sia lecito potersi esigere<br />

denari quattro per ogni salma <strong>di</strong> botte vaca ne venesse in d.a terra è poi comprasse<br />

vittuvaglie ò altra sorte <strong>di</strong> cose alli detto Gabbellote sia lecito tenere alla meglio alli suo<br />

arbitrio.<br />

6 - Item se dech(e)ra per d.a Un.tà che alli d.o gabbellote sia lecito potersi esigere da<br />

qualsivoglia forestiero che venisse in d.a terra è suoi <strong>di</strong>stretti, panno, caso, lino, ò altra<br />

cosa spettano alla Doana grana quattro per onza tanto per le cose predette, come <strong>di</strong><br />

bestiame, aglio, et ogni altra cosa spettante alla Doana.<br />

7 - Item de dech(ea)ra per d.a Un.tà che alli d.o Gabbellote sia lecito potersi esigere da<br />

qualsivoglia forestiero che venisse in d.a terra è suoi <strong>di</strong>stretti à lavorare ò a vendegnare<br />

e à fare qualsivoglia esercitio, per ciaschedun anno grana <strong>di</strong>ece <strong>di</strong> testa ò venendo per<br />

un dì tanto a far qualsivoglia esercitio non sia tenuto pagare cosa alcuna alli d.o<br />

Gabbellote.<br />

8 - Item se decheara per d.a Un.tà che alli d.o Gabbellote sia lecito potersi esigere ogni<br />

volta carlini cinque <strong>di</strong> pena da tutti quelli che fraudassero d.o Gabbellote ogni volta, che<br />

contravvenessero alli pre(detti) capituli.<br />

9 - Item se decheara per d.a m.ca Un.tà che alli d.o Gabbellote sia lecito potersi esigere<br />

per ciascun rotolo <strong>di</strong> pesce un tornese da tutti quelli che portassero a vendere in d.ta<br />

terra ò suoi <strong>di</strong>stretti.<br />

10 - Item se decheara per d.a m.ca Un.tà che à tutti quelli che faranno taverna in d.a<br />

terra ò suoi <strong>di</strong>stretti siano franchi da una decina in bascio sì <strong>di</strong> pesce comprandolo fuori<br />

<strong>di</strong> d.a terra <strong>di</strong> Som(m)a ò facendolo comprare da persona <strong>di</strong> sua casa ò vero da garzoni,<br />

non sia tenuto pagar gabella alcuna ne men cercar licenza alli d.o Gabbellote.<br />

11 - Item de decheara per d.a m.ca Un.tà che tutti quelli che vengono à vendere pesce in<br />

d.a terra, habbeano da dar notitia alli d.o Gabbellote innanzi che cominciano à vendere<br />

et ogni volta che (contravvenessero) incorreno alla pena <strong>di</strong> carlini cinque applicandosi<br />

ogni volta alli coman<strong>di</strong> <strong>di</strong> d.o Gabbellote, li quali se li possa esigere irremisibiliter.<br />

75


12 - Item se decheara per d.a m.ca Un.tà che nessuno che venerà à vendere pesce in d.a<br />

terra e suo <strong>di</strong>stretto sia lecito poterlo vendere in casa eccetto che sia pubblico è<br />

contravvenendo incorra alla pena <strong>di</strong> carlini cinque d'applicandosi alli como<strong>di</strong> del<br />

Catapane, li quali se li possi eligere (esigere) inremisibiliter." 1)<br />

In altro atto dello stesso Archivio - cartella S doc. 43a - il notaio Nicola Majone, rogante<br />

intorno al 1601, gli articoli sono otto ed i termini ed i caratteri della scrittura sono più<br />

antichi. Egli nell'attestare l'autenticità della copia che propone cita Gio:Vincenzo Grasso,<br />

il legislatore dei Capitoli dell'Università del 1589.<br />

All'art. 1 compare tra le mecanzie soggette all'imposizione anche il fieno; all'art. 2 frutti e<br />

castagne; all'art. 4 il lardo, il caso e l'oglio; all'art. 5 le botti nuove o vecchie; all'art. 6 tra<br />

i lavori viene considerato anche il cusire et vendegnare et <strong>di</strong> qualsivoglia arte; all'art. 8<br />

vino ò grecho.<br />

Gli art. 4 e 7 inoltre portano una penale <strong>di</strong> 15 carlini e l'art. 8 una <strong>di</strong> due ducati.<br />

-----------------------------------------------------<br />

1) Atto senza data dell'Archivio della Collegiata del sec. XVII - cartella Q doc. 46.<br />

Affitto delle botteghe per vendere pane e salsume dei gabelloti<br />

1586<br />

"Eodem <strong>di</strong>e (Die octavo Xbris 1586 Summe)<br />

ob p(ropter) m.co ponpeo vallerano et ma.co joe petro figliola.<br />

Consti(tu)tus penes acta cur(ia)e & nob(i)lis Joan(n)es petrus Figliola de te(r)ra<br />

Sum(ma)e sponte confexus fuit & se ipsum teneri & m.co ponpeo vallerano <strong>di</strong>cte t(er)re<br />

Sum(ma)e p(rese)nti et inter(venie)nti tam p(ro) se q(uam) no(m)i(n)e et pro parte m.cij<br />

Jois ant.nij de mazeo minici micci et alior(um) ei(u)s socior(um) pro quibus<br />

(quodcumque) opus erit et non al(ite)r de rato p(ro)mi(si)t in ducatis nonaginta de<br />

carlinis arg(en)ti et sunt vulgarit(er) <strong>di</strong>cendo pro alloghiero de poteche sei de la sum(m)a<br />

delle poteche che detto m.co ponpeo et compagni fà fare in detta t(er)ra de som(m)a dove<br />

fando vendere le-lloro robbe de-salsume spettanteno alla-lloro-gabella-de-la salsume, le<br />

quale sei poteche ngeli loca al-detto Gio:pietro p(er) possersi vendere et smaltire lo pane<br />

tantu(m) che detto Gio:pietro portera ad fare vendere in-esse poteche p(er) uso et grassa<br />

de la t(er)ra de So(m)ma conforme ali capitoli (tunc) co(n) detta Un.tà fatti sop(r)a la<br />

gabella de-la-manifattura del pane affittata ad esso Gio:pietro, et-le-poteche locate sono<br />

videlicet: una potecha dentro la t(er)ra quale fà marc'ant.o viola a-la-porta de-la-t(er)ra<br />

no(m)i(n)ata de S.to pietro, un-altra al-borgo che fà m(ast)ro paulo cesarano un'-altra ad<br />

margarita che fà Gio:berar<strong>di</strong>no mercolino, un-altra alla valle che fà m(ast)ro lorenzo<br />

campasano, un-altra ad-prigliano che fà fabio cerrato, et l'-altra similm(en)te adprigliano<br />

che fà luca nocerino alle quale poteche detto Gio:pietro possa portare ad<br />

vendere per uso ut s. ad ogni sua semplice volontà dacqua et p(er) tutto lo mese de<br />

agosto pr(oss)imo venturo del-intrante an(n)o 1586. et quello consignare alli detti...<br />

potecari de-dette poteche, quali potecari debbiano tutto lo pane che detto Gio:pietro<br />

portarà et c(on)signarà ad-essi potecari vendere et smaltire, et (farsi) pagare li denari ne<br />

provenerando da detto pane vendendo ...Gio:pietro, da signarse detto pane alle taglie<br />

conforme al-solito, et che habiano ad tenere detto pane in loco netto de-dette poteche,<br />

76


acciò piu facilm(en)te se possa smaltire detto pane et no(n) mancarno p(er)<br />

qualsivog(lia) causa et r(agio)ni & Quos d(ucat)os nonaginta de-<strong>di</strong>ctis car(lini)s<br />

p(re<strong>di</strong>c)tus Joes petrus R(enuncia(ns prius benef(ici)o pacientie conduttori non prestite<br />

cu(m) jur(amen)to p(ro)m(si)t integ(r)e dare & <strong>di</strong>cto m.co ponpeo p(ro) uti & hoc est<br />

du(cat)os quatraginta q(ui)nq(ue) ex eis hinc et p(ro) me<strong>di</strong>etatem mensis aprilis pr(ox)imi<br />

ven(tu)ri intrantis an(n)i 1587, et restantes du(cat)os quatraginta quinq(ue) ad<br />

c(om)plem(en)tum hinc et p(er) me<strong>di</strong>etatem mensis augusti simil(ite)r pr(oxi)mi ven(tu)ri<br />

intrantis an(n)i 1587 in pace et no(n) ob(sta)nte quacumque ex(cepti)one<br />

& et p(er)inde p(re<strong>di</strong>c)tus Joes petrus sponte oblig(avi)t se eiusque her(ede)s<br />

succ(essore)s et bona o(mn)ia <strong>di</strong>cto m.co ponpeo p(rese)nti & sub pena et ad penam<br />

dupli & cum po(testa)te cap(ien)<strong>di</strong> & co(n<strong>di</strong>)t(io)ne p(reca)rij & et R(enunciav)it & et<br />

jur(av)it &." 1)<br />

-----------------------------------------------<br />

1) A.S.C. - "penes acta" - cart. I - pag. 38 tergo/39 tergo.<br />

77


CENNI STORICI SU ALCUNE ISTITUZIONI RELIGIOSE<br />

La Collegiata ed il convento delle Donne Monache del Carmelo<br />

Perché queste due istituzioni religiose interessano il <strong>di</strong>scorso che si sta facendo<br />

sull'Università?<br />

Bisogna sapere che fin dalla loro fondazione il Comune vanta la potestà <strong>di</strong> nominare il<br />

Cantore ed il Tesoriere del Capitolo collegiale ed i quattro Governatori del convento delle<br />

Donne Monache, oltre a contribuire alla loro fondazione e mantenimento, come si vedrà.<br />

La Collegiata nasce per volere degli Strambone o Strammuni del Casamale, del duca <strong>di</strong><br />

Sessa, ambasciatore del Regno in Vaticano, e del figlio del suo erario, Marc'Antonio<br />

Capograsso.<br />

Il 9 aprile 1595 l'Università delibera l'erezione della Collegiata. Di questa decisione non<br />

si ha traccia. La comunità si accolla le prebende del Cantore e del Tesoriere del Capitolo,<br />

le nomine dei quali da parte del Comune daranno la stura ad innumerevoli processi civili<br />

e religiosi per il mancato rispetto delle antiche capitolazioni che dosano i poteri <strong>di</strong><br />

rappresentanza tra i tre quartieri del Casamale, <strong>di</strong> Prigliano e <strong>di</strong> Margarita.<br />

Quest'ultimo comincia una pervicace opposizione alla fondazione della Collegiata a<br />

partire dal 1597. Essa <strong>di</strong>viene vivace nel <strong>di</strong>battito parlamentare del 1599, come risulta<br />

dagli atti della Santa Visita vescovile del 1603, ed eretica nel 1709 e negli anni seguenti a<br />

seguito del trasferimento della processione del Santissimo alla Collegiata, propiziato dal<br />

Capograsso.<br />

Anche le chiese <strong>di</strong> San Pietro, <strong>di</strong> San Giorgio e <strong>di</strong> Sant'Anastasia avanzano richiesta <strong>di</strong><br />

essere erette in Collegiate.<br />

Si rompono gli equilibri fissati in occasione del compromesso per la costruzione delle<br />

mura aragonesi del secolo precedente (1467), quando i quartieri si accordarono <strong>di</strong> erigere<br />

una <strong>di</strong>fesa al Casamale e conservare la processione del Santissimo Corpo <strong>di</strong> Cristo alla<br />

parrocchia del Carmine. 1)<br />

Intanto Clemente VIII decreta l'istituzione della Collegiata, ad instar Cathedralis, il 20<br />

settembre 1599.<br />

Il 17 giugno del 1601 vengono approvati gli Statuti che regolano la vita dei capitolari<br />

della Collegiata.<br />

Contribuiscono alla sua ren<strong>di</strong>ta il convento <strong>di</strong> Madonna dell'Arco con 500 scu<strong>di</strong>, (650<br />

ducati), l'Università con 200 ducati e il monastero <strong>di</strong> Santa Maria del Pozzo con il<br />

trasferimento <strong>di</strong> tutti i legati pii <strong>di</strong> messe in suffragio, fatti dalla nobiltà locale e<br />

forestiera.<br />

Dai documenti redatti dal parroco Tommaso Casillo nel secolo XVII ci si rende conto<br />

dell'enorme patrimonio <strong>di</strong> questa istituzione religiosa. I prestiti ed i debiti la fanno<br />

apparire un'avviata azienda <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to ed immobiliare, che non <strong>di</strong>sdegna il commercio dei<br />

prodotti locali e cavesi.<br />

Le entrate maggiori vengono dalle moltissime messe dei legati pii.<br />

Gran parte della fabbrica e degli abbellimenti futuri è dovuta alle ren<strong>di</strong>te suddette.<br />

Quella che era una semplice cappella gentilizia, de<strong>di</strong>cata a San Giacomo, competerà nei<br />

secoli successivi con il duomo <strong>di</strong> Nola e la chiesa dei Domenicani <strong>di</strong> Madonna dell'Arco.<br />

79


Uno dei punti dolenti sarà la riscossione del "primi frutti", cioè le prebende che spettano<br />

ai neo-nominati, i quali per sei mesi devono devolvere queste loro spettanze al Vaticano.<br />

Subito dopo su <strong>di</strong> esse allunga la mano la Curia <strong>di</strong> Nola. L'incasso suddetto frattanto è<br />

passato alla sacrestia per la fabbrica della chiesa. Ne sorgeranno liti religiose e civili.<br />

Tumulti e gravi incidenti si verificheranno per la riven<strong>di</strong>cazione della processione del<br />

Santissimo Corpo <strong>di</strong> Cristo, osteggiata aspramente dal quartiere Margarita e dalla chiesa<br />

del Carmine fin dalla nascita della Collegiata e per più <strong>di</strong> un secolo.<br />

L'Archivio della chiesa sarà saccheggiato dai ribelli della Repubblica Partenopea nel<br />

1799.<br />

La travagliata storia della Collegiata è oggetto <strong>di</strong> un altro lavoro.<br />

Il Capitolo sarà soppresso il 17 febbraio del 1861. L'inventario dei corpi collegiali viene<br />

fatto nell'ottobre del 1862: le entrate ammontano a ducati 5.701.<br />

La liquidazione provvisoria è del <strong>di</strong>cembre del 1863; quella definitiva il 13 giugno 1871.<br />

Gli originali atti dell'Archivio, tra cui la pergamena della Bolla <strong>di</strong> erezione, prendono la<br />

via dell'Intendenza <strong>di</strong> Finanza il 5 febbraio 1871.<br />

Rimarrà in funzione la chiesa, fiore all'occhiello <strong>di</strong> tutto il quartiere Casamale.<br />

Per quel che riguarda il comportamento dei canonici, che possono essere nominati anche<br />

da maritati, c'è da <strong>di</strong>re che esso non sarà sempre irreprensibile, come non lo sarà quello<br />

delle Donne Monache <strong>di</strong> Porta Terra, il cui monastero viene fondato nel 1618.<br />

In questo convento sono rinchiuse le figlie della nobiltà locale e non, onde assicurare<br />

l'in<strong>di</strong>visibilità dei patrimoni nelle mani dei primogeniti.<br />

Le novizie portano cospicue doti. Altre entrate vengono dalle rette delle fanciulle che vi<br />

sono rinchiuse per ricevere un'idonea educazione.<br />

Malgrado la meticolosità delle capitolazioni relative alla clausura gli scandali non si<br />

contano.<br />

Anche la costituzione del convento, voluta dall'Università che si accolla l'onere del<br />

mantenimento delle suore, risente nella redazione delle sue regole circa l'ammissione al<br />

convento (art. 6), la <strong>di</strong>stribuzione dei maritaggi (art. 13) e la custo<strong>di</strong>a delle chiavi del<br />

portone <strong>di</strong> clausura da parte dei quattro Governatori eletti dall'Università (art. 4), della<br />

<strong>di</strong>visione della comunità in tre quartieri.<br />

Le prime se<strong>di</strong>ci monache della fondazione debbono essere otto del Quartiere Murato,<br />

quattro <strong>di</strong> Margarita e quattro <strong>di</strong> Prigliano.<br />

I quattro maritaggi col sussi<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 25 ducati ciascuno sono assegnati alle ragazze povere,<br />

scelte da una lista <strong>di</strong> se<strong>di</strong>ci vergini, legittime e Naturali del Casamale e da una seconda<br />

lista <strong>di</strong> se<strong>di</strong>ci degli altri due quartieri.<br />

Infine la messa propiziatoria della Pentecoste per l'assegnazione dei maritaggi viene<br />

celebrata per due anni al Casamale e negli altri due anni a Margarita e Prigliano.<br />

Il dosaggio <strong>di</strong> potere plateatico ripete la formula nota del doppio contro la metà nella<br />

<strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> prebende ai competitivi rioni.<br />

Le Donne Monache ricevono annualmente dall'Università il sostanzioso contributo <strong>di</strong> 400<br />

ducati, che presto viene capitalizzato ed investito in mutui ad interesse alla stessa<br />

Università ed ai privati, come risulta dagli atti processuali della Regia Camera della<br />

Summaria e dal Catasto Onciario.<br />

Il monastero, che ha soppiantato quello vicino <strong>di</strong> San Francesco, voluto nel 1592 dai<br />

nobili locali per rinchiudervi le figlie, viene soppresso nel 1810.<br />

------------------------------------------------<br />

80


1) Archivio della Collegiata - cartellina E - documento n. 7.<br />

81


Le Confraternite <strong>di</strong> Somma<br />

Quegli uomini bianco-vestiti, che snodano la lunga noria della processione<br />

dell'Addolorata con voci gutturali e incomprensibili, sciolgono la paura nel cuore dei<br />

bambini. Sono i "fratelli" delle congreghe. Anche molti altri paesi campani hanno<br />

analoghe processioni e sodalizi, che peraltro portano gli stessi nomi <strong>di</strong> quelli <strong>di</strong> Somma.<br />

Le congregationi nascono in genere per fini umanitari e <strong>di</strong> solidarietà tra i consociati e<br />

verso i più poveri. Però con gli anni esse si trasformano in veri e propri clan <strong>di</strong> potenti,<br />

che oltre alla carità praticata, si assicurano la gestione <strong>di</strong> un notevole patrimonio<br />

formatosi con i lasciti degli iscritti ed influiscono anche sulle nomine nei gangli del<br />

potere locale e via via sulle scelte che possono ledere i loro interessi.<br />

Dai documenti infatti risulta che ai vertici dell'Università ricorrono gli stessi nomi delle<br />

altre istituzioni religiose. I censuari più frequenti sono i "fratelli" stessi o i parenti <strong>di</strong><br />

questi.<br />

Le confraternite aggregano quasi tutta la nobiltà e la borghesia locale e forestiera, che<br />

vuol fare bella mostra <strong>di</strong> sé nel raggiunto successo della scalata sociale. Sono<br />

confermative delle posizioni <strong>di</strong> potere conquistate nella macchina burocratica o<br />

giu<strong>di</strong>ziaria. Inoltre sono l'espressione della comunità che si sottomette ed ossequia i<br />

potenti <strong>di</strong> turno, che vengono omaggiati <strong>di</strong> ulteriori posizioni <strong>di</strong> potere.<br />

Sindaci, Regi Giu<strong>di</strong>ci, Governatori, deputati, funzionari napoletani e mercanti, siedono in<br />

Parlamento e vestono il saio bianco della penitenza il Venerdì Santo.<br />

Insomma si è in presenza <strong>di</strong> un ulteriore gioco "politico", anche se in parte <strong>di</strong> facciata o<br />

abbastanza marginale.<br />

Esse con la loro ridondanza gerarchica mirano anche alla conservazione dell'or<strong>di</strong>ne<br />

sociale e ad un controllo rigido delle componenti della società, anch'essa fortemente<br />

ingessata, non <strong>di</strong>versamente dalle altre istituzioni religiose del tempo.<br />

La loro inclusione in questa raccolta si giustifica per la mancanza <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinzione tra<br />

esercizio del potere politico da quello religioso nei due secoli XVI e XVII ed in<br />

particolare per il fatto che una <strong>di</strong> esse, quella <strong>di</strong> Santa Caterina o dei Battenti presenta<br />

nella stesura dei Capitoli peculiarità tali da farla somigliare ad un Seggio d'antica<br />

formazione.<br />

Inoltre dalle Sante Visite viene documentato il passaggio dall'ere<strong>di</strong>tarietà delle nomine ad<br />

una prima forma <strong>di</strong> rappresentanza dei sodali me<strong>di</strong>ante elezioni degli Ufficiali <strong>di</strong><br />

governo.<br />

Sono queste regole le prime manifestazioni <strong>di</strong> una stentata democrazia interna ai gruppi.<br />

Queste congregazioni vantano antichi natali ed hanno tutte una forte carica campanilistica<br />

d'identità religiosa.<br />

E' probabile che quella dei Battenti o della Santa Annunziata infatti possa farsi risalire<br />

alla fondazione della chiesa della SS.ma Annunziata, attigua al convento <strong>di</strong> San<br />

Domenico, così rinominato nel 1294 da Carlo II d'Angiò. Essa ospita la congrega dei<br />

Battenti o Fustiganti, che ha anche la funzione <strong>di</strong> assistere i malati nel vicino ospedale.<br />

Infatti Domenico Russo nel numero 40 della rivista Summana sostiene che la famiglia<br />

Scon<strong>di</strong>to <strong>di</strong> Napoli, (che possiede beni in Somma, forse proprio quelli che Giovanna II<br />

donerà all'Annunziata nel 1433), costruisce a Napoli la chiesa dell'Annunziata e fonda la<br />

congrega dei Battenti al tempo <strong>di</strong> Carlo II d'Angiò.<br />

82


Non è solo una coincidenza che a Somma la congrega dei Battenti o <strong>di</strong> Santa Maria<br />

dell'Annunziata operi nell'omonima chiesa, vicina al convento dei Domenicani.<br />

Comunque la prima notizia documentale della presenza delle confraternite a Somma<br />

risale alle i<strong>di</strong>bus Juliis 1438 ed è desunta dalla Santa Visita dei Commissari del vescovo<br />

<strong>di</strong> Nola dell'ottobre 1658. I Maestri Economi <strong>di</strong> Santa Caterina esibiscono una Bolla <strong>di</strong><br />

quell'anno.<br />

L'Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Napoli invece ci documenta che nel 1472 alcune confraternite<br />

contribuiscono alle spese militari per la lotta contro i Turchi.<br />

L'estaurita dell'Abbazia <strong>di</strong> San Nicola al Cavone (Torretta Raia) è tra queste.<br />

Fino al 1531 ne è rettore Giovanni Gad<strong>di</strong>, fratello del car<strong>di</strong>nale Nicolò Gad<strong>di</strong>, Cameriere<br />

Maggiore del papa.<br />

Nel 1531 gli subentra lo scrittore Annibal Caro, che sarà gabbato a più riprese dai coloni<br />

per il vino adulterato che gli forniscono.<br />

L' estauros, che dà il nome estaurita, è il vessillo che la congregazione albora (innalza)<br />

nelle processioni.<br />

Il corredo è composto in genere <strong>di</strong> suppellettili sacre, camici bianchi rituali, (quella della<br />

Libera veste il sacco), coltre funebre, bara, pallio, stendardo e croce.<br />

Nei documenti del '500 si ha un timido tentativo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplinare l'attività e la gestione<br />

economica delle congreghe, tutte senza Statuti e soggette al controllo dell'arciprete <strong>di</strong><br />

Somma, che ha sede nella chiesa <strong>di</strong> San Pietro. Poi si arriverà all'elezione <strong>di</strong> due<br />

Razionali, come per l'Università.<br />

I Magistri, carica un tempo ere<strong>di</strong>taria, ora sono eletti dai confratelli e sono amovibili dal<br />

Cappellano. La nomina avviene comunque su proposta dei Maestri uscenti come per i<br />

sindaci dei quartieri.<br />

Dalle premesse generali si può inferire quanto sia ridotta la rappresentanza dei consociati<br />

con un simile metodo <strong>di</strong> elezione. Inoltre le congreghe sono collegate a determinate<br />

cappelle, fondate o <strong>di</strong> patronato <strong>di</strong> alcune famiglie o personaggi (Capograsso, Figliola,<br />

Casillo), che conservano il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> nomina del cappellano e del Governatore, che <strong>di</strong><br />

norma vengono scelti tra i rami cadetti delle medesime famiglie. L'assegnazione <strong>di</strong>viene<br />

una tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> famiglia, che assicura della benevolenza <strong>di</strong>vina.<br />

Una sorta <strong>di</strong> strisciante ere<strong>di</strong>tarietà è riscontrabile ancora oggi.<br />

Tutte le Sante Visite richiamano all'osservanza del principio, evidentemente poco<br />

osservato, dell'elezione dei Maestri e del ren<strong>di</strong>conto della gestione contabile.<br />

Nel 1616 Santa Caterina e S.ta M.a dei Battenti sono ancora <strong>di</strong>fferenziate. Nel 1630<br />

quella dei Battenti è chiamata cappella e fa spedalità su tre letti <strong>di</strong> Santa Caterina, cosa<br />

confermata nel 1642. In quest'anno la cappella della Santissima Annunziata (dove<br />

officiava la congrega dei Battenti) è chiamata grancia dei Battenti stessi, è mal ridotta e<br />

non vi si può <strong>di</strong>re messa.<br />

Nel 1757 la cappella dell'Annunziata è curata dai Battenti ed ha bisogno <strong>di</strong> suppellettili.<br />

Nel 1776 scrivono insieme i propri Capitoli.<br />

Ciò premesso, il giallo delle due congreghe può così risolversi:<br />

Nel 1616 l'ospedale dei Battenti ed anche la chiesa dell'Annunziata sono carenti <strong>di</strong><br />

strutture e suppellettili, cosa confermata nel 1630 e nel 1642, e la congrega risulta in<br />

Santa Caterina, dove fa anche spedalità.<br />

Il fatto che la chiesa dell'Annunziata è ora detta cappella e grancia dei Battenti può<br />

significare che la chiesa, ormai abbandonata, è chiamata cappella, oppure che con il<br />

83


trasferimento dei Battenti in Santa Caterina una cappella <strong>di</strong> quest'ultima chiesa è stata<br />

de<strong>di</strong>cata all'Annunziata.<br />

Intanto nel 1616 tutt'e due sono invitate a scrivere i propri Capitoli dai Commissari del<br />

vescovo. Infatti il Concilio <strong>di</strong> Trento le ha assoggetate alla sua giuris<strong>di</strong>zione.<br />

Gli iscritti del secolo XVI non superano le poche decine: una trentina per Santa Maria<br />

della Libera, per il Santissimo Corpo <strong>di</strong> Cristo; non oltre quaranta per S. Caterina;<br />

quaranta per S.ta M.a dei Battenti.<br />

Nel 1604 <strong>di</strong>ciassette per S.ta M.a della Libera; nel 1605 ventiquattro per S.ta Caterina e<br />

quin<strong>di</strong>ci per il SS. Corpo <strong>di</strong> Cristo; nel 1616 trecento per S.ta M.a dei Battenti e ottanta<br />

per il SS.mo. Nel 1630 quella del Santissimo ne ha quaranta; S.ta Caterina sessanta; S.ta<br />

M.a dei Battenti ottanta. Nel 1642 quella dei Battenti ne ha trentacinque circa, S.ta<br />

Caterina venti circa, il SS.mo cento. Nel 1647 quella dei Battenti ne ha circa 60.<br />

Nel 1737 quella della Libera ne ha 250. Nel 1762 S.ta Maria della Neve ha 36 fondatori.<br />

Nel 1764 i "fratelli" passano a 55, raggiungendo quota 227 (uomini e donne) nel 1817.<br />

Nel 1777 l'Immacolata Concezione ne conterà 101, S.ta Caterina 28 e S.ta M.a della<br />

Libera 201.<br />

Quella della Morte ne ha 50 nel 1903, quella del SS. Rosario ne conterà 20 nel 1924,<br />

quando è eretta nella chiesa <strong>di</strong> Santa Croce, e 41 ancora nel 1931, prima <strong>di</strong> estinguersi.<br />

Oggi i "fratelli" associati vanno dai 33 delle congreghe del Santissimo e della Morte ai<br />

73-77 <strong>di</strong> S.ta M.a della Libera e S.ta M.a della Neve.<br />

Quasi tutte ascrivono sorelle, la cui con<strong>di</strong>zione - come vedremo - rimane criptica<br />

all'interno del sistema familiare e comunitario.<br />

Stabilito il principio <strong>di</strong> elezione degli Ufficiali, che un tempo erano ere<strong>di</strong>tari, i Capitoli<br />

fissano preliminarmente le norme <strong>di</strong> democrazia interna, e della collegialità delle<br />

conclusioni. Si vota con palline <strong>di</strong> legno bianche o nere. E' escluso l'uso dei legumi,<br />

consentito invece nelle votazioni dell'Università.<br />

L'unanimità fa superare anche il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> essere rieletto.<br />

L'elezione degli Ufficiali si ha per nomina degli uscenti a maggioranza dei voti dei<br />

"fratelli" presenti. Essi sono controllati contabilmente dai subentranti, almeno prima della<br />

emanazione delle regole. Ogni espulsione dei consociati va votata a maggioranza dei voti<br />

dei "fratelli". L'incarico è un onere che se rifiutato comporta una sanzione in libbre <strong>di</strong><br />

cera.<br />

Caratteristica richiesta per l'elettorato passivo è, oltre una solida <strong>di</strong>rittura morale e<br />

l’appartenenza ad un’influente e nobile famiglia, anche la ricchezza.<br />

Si perde il <strong>di</strong>ritto al voto per una contumacia <strong>di</strong> tre mesi (congreghe della Concezione<br />

art. 9 e del Rosario art. 2).<br />

I neo-iscritti acquistano voce attiva dopo sei mesi <strong>di</strong> noviziato, (cong. della Libera art. 15<br />

e cong. del Rosario cap. 1) o <strong>di</strong> tre anni (cong. della Concezione art. 2).<br />

E' sanzionato il ritardo alle convocazioni del sodalizio, (art. 14 cong. della Libera).<br />

Tutte queste norme ripetono in qualche modo quelle adottate per il funzionamento<br />

dell'Università.<br />

La preoccupazione maggiore è per la gestione delle ren<strong>di</strong>te e per la trasparenza della<br />

contabilità dei Magistri seu Gubernatori, che debbono essere anche abili e puntuali e non<br />

devono avere conflitti <strong>di</strong> interessi con la confraternita per motivi <strong>di</strong> parentela, per<br />

precedenti indebitamenti, per reiterazione degli incarichi.<br />

84


Le stesse regole vigono per gli amministratori delle Università. E forse quelle municipali<br />

derivano da queste che forse risalgono a sodalizi esistenti prima della costituzione<br />

dell'Università.<br />

Massima attenzione viene prestata alla <strong>di</strong>stribuzione degli onori nelle processioni e nelle<br />

esequie: croce, vesti, fregi, candele, mazze del pallio e stendardo.<br />

Fino al secolo XVIII i sacerdoti ricoprono senza <strong>di</strong>vieti i posti <strong>di</strong> Padre Spirituale e<br />

Governatore.<br />

Essi però dal 1741, pur se iscritti tra i "fratelli", devono astenersi dall'intromettersi negli<br />

affari della congrega. Infatti dopo il concordato <strong>di</strong> quell'anno e le <strong>di</strong>sposizione regie del<br />

1742, gli Statuti sono soggetti all'assenso regio.<br />

Notevole importanza viene data in tutti i Capitoli alla gerarchia tra i "fratelli", i novizi e<br />

gli Ufficiali, sia in assemblea che nelle esequie e nelle processioni (cong. della<br />

Concezione art. 9, Rosario artt. 2 e 3).<br />

Rigorosa è la moralità pretesa dagli aspiranti e dai consociati.<br />

I Capitoli più antichi ritrovati all'Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Napoli sono quelli della congrega<br />

della Morte, che risalgono al 1650.<br />

La congrega della Neve scrive il suo Statuto nel 1762. Le congreghe dell'Immacolata<br />

Concezione e <strong>di</strong> Santa Caterina o <strong>di</strong> Santa Maria dei Battenti lo fanno nel 1776; quelle del<br />

Santissimo Corpo <strong>di</strong> Cristo, del Santissimo Rosario, <strong>di</strong> S.ta Maria della Libera del<br />

Carmine nel 1777.<br />

La chiesa ospitante ed i suoi sacerdoti comunque conservano la preferenza nella<br />

celebrazione delle messe e dei riti funebri, che scontano un prezzo ribassato rispetto al<br />

costo corrente, ma i rapporti non saranno sempre limpi<strong>di</strong> e pacifici.<br />

La finalità preminente <strong>di</strong> tutte le congreghe è la solidarietà tra ristretti gruppi sociali.<br />

Segue l'assistenza funeraticia, in un mondo fortemente segnato dalla preoccupazione per<br />

l'al<strong>di</strong>là. Infatti da una relazione dei parroci del 1829 risulta che le congreghe del<br />

Santissimo Sacramento <strong>di</strong> San Pietro e <strong>di</strong> Santa Caterina continuano ancora, malgrado il<br />

<strong>di</strong>vieto governativo, ad inumare i cadaveri nelle proprie Terre Sante rendendo immon<strong>di</strong><br />

per il fetore i sovrastanti luoghi sacri.<br />

Infine il servizio infermieristico, fornito solo ai "fratelli" e non anche alle "sorelle" onde<br />

evitare compromettenti visite domiciliari, appare molto <strong>di</strong>ffuso e praticato.<br />

Le donne non hanno voce attiva o passiva nella congrega, né partecipano alle pubbliche<br />

processioni anche se pagano la retta mensile come gli uomini.<br />

La congrega della Libera ha quattro infermieri, Santa Caterina due; le altre assicurano la<br />

spedalità dei "fratelli" con uno solo. Santa Caterina e S.ta Maria dei Battenti hanno un<br />

proprio ospedale: uno per il clero ed uno per i poveri. Quella del Rosario al capitolo 4<br />

<strong>di</strong>stingue tra le malattie e ne esclude alcune, morbo gallico, podacra o etticia.<br />

Per inciso c'è da ricordare che anche i Capitoli della Collegiata prevedono un servizio<br />

infermieristico (art. 10) e che a Porta Terra, una delle quattro porte del Casamale, c'è<br />

l'ospedale dei Padri Benfratelli o San Giovanni <strong>di</strong> Dio.<br />

G.B. Pacichelli nel 1703, in Il Regno <strong>di</strong> Napoli in prospettiva <strong>di</strong>viso in do<strong>di</strong>ci province ,<br />

conferma l'esistenza dei tre ospedali.<br />

Tutte praticano la carità e assicurano alcune decine <strong>di</strong> messe in suffragio ad un mese dalla<br />

morte degli associati .<br />

La congrega della Morte assiste materialmente e spiritualmente anche i carcerati ed i<br />

condannati a morte ed offre il servizio del buon morire al Casamale: due "fratelli",<br />

85


girando col campanello per i vicoli del quartiere, ricordano ai citta<strong>di</strong>ni la caducità<br />

dell'essere.<br />

Quella del Santissimo porta il Viatico agli Infermi.<br />

La congrega <strong>di</strong> S. ta M.a dei Battenti paga quattro maritaggi ad altrettante ragazze povere;<br />

quella della Morte e del SS.mo due. Non è definito il numero dei maritaggi delle<br />

congreghe <strong>di</strong> S.ta Caterina, <strong>di</strong> S.ta Maria della Grazia o Monte <strong>di</strong> Pietà .<br />

Viene curato inoltre l'indottrinamento cattolico dei figli dei consociati, ma anche dei<br />

fanciulli <strong>di</strong> quelli non associati. La congrega del Rosario non ha questo servizio.<br />

Ad esclusione <strong>di</strong> quelle <strong>di</strong> S.ta Caterina e dei Battenti ogni sodalizio ha la prerogativa <strong>di</strong><br />

organizzare una o due processioni.<br />

Le congreghe della Immacolata Concezione, del Santissimo Corpo <strong>di</strong> Cristo, <strong>di</strong> Santa<br />

Maria dei Battenti e della Morte, <strong>di</strong> Santa Maria della Libera prestano denaro ad<br />

interesse, come è attestato dagli atti delle Sante Visite vescovili e dal Catasto Onciario del<br />

1750, dove appaiono consistenti patrimoni immobiliari, sempre in crescita dal secolo XVI<br />

in avanti.<br />

Dal punto <strong>di</strong> visto economico esse convogliano molti patrimoni o donazioni <strong>di</strong> soci che<br />

non hanno ere<strong>di</strong> o che si preoccupano <strong>di</strong> salvare l'anima con le ultime <strong>di</strong>sposizioni<br />

testamentarie. Gran parte <strong>di</strong> queste ren<strong>di</strong>te si perdono per strada nei secoli successivi.<br />

Oggi sopravvivono quattro congreghe per il permanere <strong>di</strong> un rassicurante senso religioso<br />

o per <strong>di</strong>fendere la prerogativa <strong>di</strong> gestire una o due processioni.<br />

La <strong>di</strong>stribuzione sul territorio è la seguente: due al Casamale, una a San Pietro e una al<br />

Carmine.<br />

Quella del Rosario, che fa capo al Carmine anch'essa, svolge ora solo la funzione del<br />

seppellimento dei "fratelli "defunti nella chiesa del cimitero, dopo l'acquisto nel 1864 <strong>di</strong><br />

94 metri <strong>di</strong> terra dalla famiglia Perna. I suoi iscritti non partecipano a nessun'altra<br />

processione.<br />

Gli archivi dànno conto anche <strong>di</strong> altre confraternite, (<strong>di</strong> San Filippo Neri, <strong>di</strong> San Gennaro,<br />

della Dottrina Cristiana della Santissima Trinità, <strong>di</strong> Sant'Anna, Santa Rita, Figlie della<br />

Carità), che non hanno avuto vita lunga. Le sparute notizie che le riguardano non sono<br />

qui riportate, ad eccezione <strong>di</strong> quelle dell'Angelo Custode e <strong>di</strong> S.ta M.a della Grazia o<br />

Monte <strong>di</strong> Pietà, <strong>di</strong> più antica fondazione e <strong>di</strong> maggiore durata.<br />

Per tutte oggi è venuta meno l'assistenza ai defunti, agli infermi ed ai condannati.<br />

Alcuni anziani ancora ricordano la cortra rossa coi fori per gli occhi, che copriva la bara<br />

portata a spalla dai "fratelli" nelle esequie fatte prima dell'ultima guerra mon<strong>di</strong>ale.<br />

La regolarizzazione degli Statuti del secolo XVIII avviene secondo un rigido rituale<br />

burocratico, che prevede una supplica avanzata dai "fratelli" al re me<strong>di</strong>ante il Cappellano<br />

Maggiore, sentita la Regia Camera <strong>di</strong> Santa Chiara.<br />

L'atto, stilato da qualche socio più acculturato, viene posto in essere alla presenza <strong>di</strong> un<br />

notaio che accerta l'identità dei molti crocesegnanti e dei pochi sottoscriventi. La riunione<br />

avviene in congrega. Le decisioni sono assunte per via democratica.<br />

Il Cappellano Maggiore sottopone il suo memoriale alla Regia Camera <strong>di</strong> Santa Chiara e<br />

riferisce al sovrano sottoponendo i Capi <strong>di</strong> Regole della congrega a sei con<strong>di</strong>zioni che<br />

rispecchiano la temperie culturale del tempo non troppo favorevole al potere temporale <strong>di</strong><br />

una ricca chiesa. Il re <strong>di</strong> regola dà il regio assenso e beneplacito alla fondazione e<br />

l’approvazione ai Capitoli della confraternita.<br />

86


La congrega <strong>di</strong> Santa Caterina, (<strong>di</strong>stinta da quella <strong>di</strong> S.ta Maria dei Battenti almeno fino<br />

al 1616), compare per la prima volta nel 1438, come risulta da una Bolla esibita alla Santa<br />

Visita del 1658.<br />

La Santa Visita del 1616 la fa risalire ad un'altra Bolla del 1503. In altra visita questo<br />

documento esibito ai Commissari, reca la data delle I<strong>di</strong> <strong>di</strong> Luglio del 1530. Con queste<br />

due ultime Bolle alla congrega viene concesso <strong>di</strong> amministrare i propri beni con l'obbligo<br />

<strong>di</strong> dar conto all'arciprete <strong>di</strong> Somma. L'assistenza spirituale è affidata ai Padri <strong>di</strong><br />

Sant'Agostino del vicino convento, (sito presso l'attuale chiesa <strong>di</strong> San Giorgio). I Magistri<br />

sono eletti dai "fratelli" e sono amovibili dal parte del Cappellano.<br />

Una terza volta essa risulta in un atto <strong>di</strong> Marc'Antonio Izzolo del 1550, col quale vengono<br />

nominati i Maestri alla presenza dei "fratelli".<br />

Nel 1557 dall'Archivio della Collegiata risultano Maestri e procuratori Andrea Reanna e<br />

Angelo Majone.<br />

Nel 1561, (Santa Visita), con 150 "fratelli" essa è aggregata alla chiesa <strong>di</strong> Santa Caterina<br />

al Burgo ed espone una cona grande, aurata, lignea. Ha un notevole patrimonio e fa<br />

assistenza gratuita ai poveri degenti nel vicino ed omonimo ospedale, con una "sezione"<br />

per i preti, una per i laici ed una per le donne. Si tratta <strong>di</strong> tre letti in tre ambienti <strong>di</strong>versi.<br />

L'ospedale <strong>di</strong>retto dalla confraternita per quest'anno ha una ren<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> 109 ducati e 17<br />

carlini, derivante da censi su 63 cespiti come case, cesine (selve) e terre.<br />

La consistenza del patrimonio, che s'è formato con i legati pii degli anni precedenti,<br />

conferma la vetustà dell'istituzione.<br />

La Santa Visita del 1586 cita la Bolla <strong>di</strong> Clemente VII in carta pergamena sub plumbo in<br />

forma gratiosa, dell'8 luglio del 1530, e specifica i servizi che la congrega deve svolgere:<br />

esercitare la carità e suscitare una maggiore religiosità.<br />

Essa inoltre ha l'obbligo <strong>di</strong> far celebrare una messa al giorno ed una cantata per i defunti e<br />

<strong>di</strong>stribuire 6 ducati <strong>di</strong> pane nella chiesa <strong>di</strong> Santa Caterina e le candele della Candelora.<br />

Paga 13 carlini, 6 grana e mezzo ai frati del convento <strong>di</strong> San Domenico.<br />

Viene chiarito che il vicino ospedale è stato costruito dai confratelli e <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> tre letti.<br />

Lo <strong>di</strong>rige un hospitalarius salariato e nominato dai Maestri.<br />

Assiste nelle loro case gli infermi ed i poveri, che per rossore e verecon<strong>di</strong>a non si recano<br />

nell'ospedale. Fa maritaggi per le ragazze povere fornendo una dote <strong>di</strong> tre onze d'oro in<br />

bascio.<br />

Per quest'anno il Mastro e Governatore è Lorenzo de Stefano, sindaco del Quartiere<br />

Murato nel 1561 e parente del potente gabellota Tiberio.<br />

Nel 1564 e nel 1580 pare sia Governatore Gio:Vincenzo Grasso dell'influente famiglia<br />

Capograsso, che tanta parte avrà nella redazione dei Capitoli dell'Università e nella<br />

fondazione della Collegiata.<br />

Nel 1586 sono Maestri Fabio Figliola e Gio:Nicola Barbiero.<br />

Il 10 agosto del 1593 i "fratelli" si riuniscono in Santa Caterina per rilasciare procura a<br />

Thomaso de Juliano con atto <strong>di</strong> C. Majone.<br />

Il sindaco Marc'Antonio Battimello è il Governatore del 1603 ed amministra entrate per<br />

ducati 60,65 grana.<br />

Nel 1605 la congrega nomina i Governatori alla presenza <strong>di</strong> 24 "fratelli".<br />

Il 19 aprile il Maestro M.A. Battimello riceve 4,3 ducati da Beatrice Malfitana per un<br />

censo su due pezzi <strong>di</strong> cesina in località "ad Pitto". L'atto è del notaio M.A. Izzolo.<br />

87


Alla Santa Visita del 1616, sopra richiamata, la congrega non ha ancora scritto i suoi<br />

Statuti ed è invitata a farlo. I Maestri sono Scipione Reanna e Gio:Domenico de Stefano.<br />

Attigui alla congrega risultano la cappella <strong>di</strong> San Rocco e l'ospedale, che un tempo era<br />

nella chiesa <strong>di</strong> San Giorgio e che è affidato alla cura della confraternita.<br />

A questa data le congreghe <strong>di</strong> S.ta Caterina e <strong>di</strong> S.ta M.a dei Battenti pagano cinque<br />

ducati pro salario hospitalarii, una mesata al responsabile dell'assistenza sanitaria.<br />

Nel 1621 i Maestri sono Lorenzo Cesarano e Felice Testa.<br />

Nel 1627 la congrega è detta <strong>di</strong> Santa Caterina delli Baptenti . I Magistri sono Lorenzo<br />

Cesarano e Felice Testa ed esibiscono la già richiamata Bolla dell'8 luglio 1503 ed<br />

un'altra confermativa del 1508. Sono invitati a re<strong>di</strong>gere i Capitoli sotto pena<br />

d'inter<strong>di</strong>zione.<br />

Il 19 aprile 1630, ( i confratelli sono circa 60), i Maestri Tommaso Casillo e Francesco<br />

Antonio Camposano, presentano i conti del 1628 del Governatore Tommaso Casillo, (che<br />

lo sarà anche nel 1629): le entrate ammontano a 122,3,18 ducati; le uscite 123,3,11<br />

ducati. Alla Santa Visita risulta che l'ospedale attiguo, sotto il titolo dei Battenti, ha tre<br />

letti vuoti.<br />

Nel 1631 l'archipresbitero Nunzio de Stefano ne revisiona i conti e rilascia liberatoria<br />

della mastia, attestando che vi è un passivo <strong>di</strong> 4 ducati circa dal 1629.<br />

Il 13 novembre 1640 il Maestro Bartolomeo Rago/Raja, caporale archibusiero, riscuote 8<br />

ducati per messe dette da don Franco Tramontano in memoria <strong>di</strong> Camillo de Stefano.<br />

Nel 1642 i "fratelli" sono circa 20 ed i Governatori sono il parroco Tommaso Casillo e<br />

Bartolomeo Raho. La sua ren<strong>di</strong>ta per 47 cespiti ammonta a ducati 77,11. Nell'ospedale ci<br />

sono due sacconi. Ha l'obbligo <strong>di</strong> 15 messe annue.<br />

La cappella della "SS.mae Annunciatae, granciam congregationis S.tae M.ae Battentium<br />

(risulta) omni ornamentum destitutam". Pertanto i Commissari or<strong>di</strong>nano che non vi si<br />

celebrino messe ed inter<strong>di</strong>cono la cappella.<br />

La <strong>di</strong>stinzione tra i due sodalizi d'ora in avanti sarà solo nominale.<br />

A questa data infatti la congrega dei Battenti si riunisce nella chiesa <strong>di</strong> Santa Caterina.<br />

Il manoscritto sul clero sommese della biblioteca <strong>di</strong> Alberto Angrisani - “Notizie <strong>di</strong><br />

Somma Vesuviana” - Tomo II - sostiene invece che la congrega <strong>di</strong> Santa Caterina per la<br />

demolizione del suo altare si trasferisce nella chiesa dell'Annunziata dove officia la<br />

congrega <strong>di</strong> S.ta M.a dei Battenti.<br />

Il già citato Bartolomeo Rao affianca Casillo nel governo della congrega nel 1647.<br />

L'ospedale ha tre pagliericcios e la cappella risulta chiusa e per questo interdetta.<br />

Il Casillo è ancora Governatore durante la rivolta <strong>di</strong> Masaniello insieme a Bartolomeo<br />

Raho e Vincenzo Reanna.<br />

I Maestri del 1658, Gio:Batta Fasulo e Gio:Batta Raya, esibiscono la Bolla del 1438;<br />

presentano l'inventario con la tabella delle messe. Sono invitati a dare i conti<br />

all'archipresbitero <strong>di</strong> San Pietro.<br />

Nel 1703 risultano iscritti i Mormile, duchi <strong>di</strong> Campochiaro, Carlo Berlingiero, Tommaso<br />

Carava (Carafa).<br />

Nel '700 il canonico Domenico d'Apuzzo, cantore della Collegiata dal 1724, fa un legato<br />

<strong>di</strong> 120 ducati per 12 maritaggi <strong>di</strong> 10 ducati ciascuno.<br />

I Governatori del 1708 sono don Gennaro Pesce e don Andrea Castelli.<br />

Nel 1716 il vescovo vieta al reverendo Gennaro Pesce, Procuratore della congrega, la<br />

partecipazione alla processione del Santissimo per gli incidenti avvenuti a Margarita.<br />

88


Gli atti del Catasto Onciario, entrato in vigore nel 1750, l’ annotano tra le congreghe<br />

bonatenenti: possiede trentotto immobili; ha prestato 500 ducati ed ha una ren<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />

866,23 once.<br />

Nel 1757 la congrega espone il Santissimo Sacramento, che i Commissari invitano a<br />

trasferire nella chiesa <strong>di</strong> Santa Caterina. Nel 1764 il Santissimo è stato traslato. Nel 1765<br />

esso viene <strong>di</strong> nuovo trovato esposto in congrega. Il 2 luglio 1769 viene invitata a<br />

restaurare la propria sede. Nel 1770 i lavori sono già stati eseguiti. Nel 1776 il Maestro<br />

Antonio Vitolo e ventisette confratelli scrivono il suo Statuto. Nel 1777 sono Maestri il<br />

detto Vitolo e Agostino Caputo. Nel 1778 in Santa Caterina si svolgono le funzioni <strong>di</strong> San<br />

Giorgio che è sotto restauro. Nel 1783 le sue ren<strong>di</strong>te ascendono a ducati 255,80 e mezzo.<br />

Nel 1790 risulta riscuotere un censo.<br />

Il 15 marzo del 1807 il Decurionato nomina i suoi amministratori. Nei Ruoli della<br />

Fon<strong>di</strong>aria del 1814 e 1816 risulta una ren<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> 6,73 e 1,53 ducati. Nel 1817 in Santa<br />

Caterina si <strong>di</strong>cono ancora 212 messe annue e vi sono quattro cappelle. Nel 1838 risulta<br />

ben tenuta. Nel 1842 ha un arretrato <strong>di</strong> 13.960 messe (348 annue) e richiede al Vaticano<br />

una riduzione delle stesse. Nel 1857 stila una convenzione con Antonio Giova che chiede<br />

il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> appoggio per una costruzione attigua alla chiesa <strong>di</strong> Santa Caterina che è in<br />

cattivo stato, malgrado i ripetuti interventi della congrega. Egli deve ripigliare l'intonaco<br />

della fabbrica, rifare il telaio del finestrone ed altri lavori. La convenzione viene<br />

approvata con Regio Rescritto il 24 agosto 1858. Nel 1873 ha una ren<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> ducati<br />

410,92.<br />

Risulta attiva fino alla Santa Visita del 1954, quando il parroco <strong>di</strong> San Giorgio ne chiede<br />

l'accorpamento alla parrocchia della chiesa <strong>di</strong> Santa Caterina.<br />

La sua scomparsa definitiva viene fatta risalire alla morte dell'ultimo responsabile della<br />

stessa, Giorgio Perna, avvenuta il 3 agosto 1983.<br />

La confraternita dell'Angelo Custode <strong>di</strong> San Paolo delli Reanna è sita in una cappella<br />

fuori le mura e propriamente a<strong>di</strong>acente alla chiesa <strong>di</strong> San Pietro, e risulta già esistente nel<br />

1516 e comprovata dalle Sante Visite del 1621, del 1630 e del 1642.<br />

Il 4 marzo 1563 con istrumento <strong>di</strong> Persio Vallerano Andrea Reanna concede in enfiteusi a<br />

Gio:Geronimo Strambone un terreno alla Porta delli Formosi per un censo <strong>di</strong> 6 ducati. Il<br />

18 marzo 1583 il cespite passa a Gio:Leonardo Orsino con atto per notar Carlo Majone.<br />

Successivamente passa in dominio del Capitano Giuseppe Orsino, il quale lo cede al<br />

beneficiato della cappella <strong>di</strong> San Paolo delli Rianna e quin<strong>di</strong> alla confraternita.<br />

Nel 1631 la congrega è povera e in arretrato con la celebrazione delle messe in suffragio<br />

dei "fratelli" defunti. Nel 1642 ha per Superiore don Tommaso (de) Magistro, nominato<br />

con bolla del 1618, come riporta la Santa Visita <strong>di</strong> quest'anno.<br />

Le sue entrate sono i 6 ducati per un censo pagato dal Capitano Giuseppe Ursino per<br />

l’immobile sito a San Paolo fuori la Porta dei Formosi ed i 6 ducati per un moggio <strong>di</strong> terra<br />

a Re della Vigna.<br />

Nel 1705 Fabrizio Capitello la cita tra le arciconfraternite abrogate in quell’anno.<br />

Con la demolizione <strong>di</strong> quello che viene identificato come il Casone <strong>di</strong> San Paolo, nel<br />

1765, cappella e congrega passano alla cappella del Crocifisso in San Pietro assumendo il<br />

titolo <strong>di</strong> Angelo Custode. Non si ha documentazione dell'esistenza <strong>di</strong> Capitoli. Non è più<br />

attiva.<br />

89


Del 1521 è la prima notizia, rinvenuta nell'Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Napoli, relativa alla<br />

congrega <strong>di</strong> Santa Maria dei Battenti o dei Fustiganti o della Beata Maria<br />

Annunziata, attigua al convento <strong>di</strong> San Domenico, nella chiesa dell'Annunziata, in qua<br />

celebrare faciunt confratres. Il 30 ottobre essa affitta due case con giar<strong>di</strong>no nel quartiere<br />

Prigliano <strong>di</strong> proprietà <strong>di</strong> Fabrizio Troysio per 14 ducati.<br />

Una Bolla apostolica <strong>di</strong> papa Giulio III reca la data <strong>di</strong> fondazione del 22 febbraio 1549.<br />

La sua fondazione, per quanto prima detto, potrebbe farsi risalire all'epoca angioina ed<br />

alla famiglia Scon<strong>di</strong>to <strong>di</strong> Napoli, che ha feu<strong>di</strong> in Somma, che passeranno all'Annunziata.<br />

Essa fitta due case del convento <strong>di</strong> San Domenico con atto del notaio Gabriele della<br />

Marra, come risulta in un atto posteriore del notaio M.A. Izzolo.<br />

E' sita "in loco ubi <strong>di</strong>citur lo quartuccio <strong>di</strong> Prigliano", con il titolo della Santissima<br />

Annunziata. La località deve in<strong>di</strong>care la dogana per i forestieri che introducono merci e<br />

lavoro a Somma.<br />

Un atto della Collegiata ci dà il nome dei Procuratori e Magistri del 1526: il venerabile<br />

dopno (signore) Felice Grasso e don Angelo Casillo. Quest'ultimo riscuote 4 ducati dal<br />

Grasso e 4 da Pietro de Avino. Essa a questa data infatti risulta proprietaria <strong>di</strong> un moggio<br />

a "Campo Mayuro", tre "cesine a lo Rio de la Vigna" ed una "allo Felecaro".<br />

Una Bolla apostolica dell' 8 maggio 1549 grava la congrega <strong>di</strong> fare spedalità nei locali<br />

contigui alla chiesa della Nontiata, come risulta dalla Visita del vescovo nel 1616.<br />

Nel 1550 vengono nominati i Maestri.<br />

Un altro documento della Collegiata del 19 luglio 1561 contiene una procura speciale a<br />

favore dei Maestri Economi Andrea Granata e Tommaso de Piacente, che devono<br />

rinnovare l'enfiteusi <strong>di</strong> una Apotecha a lo Burgo, condotta da Nicola Cesarano per 10<br />

ducati annui. Sono presenti tutti i quaranta confratelli.<br />

L'atto è posto in essere nella chiesa <strong>di</strong> Santa Maria dei Battenti alla presenza del giu<strong>di</strong>ce a<br />

vita Gio:Domenico Casillo. Nello stesso anno risulta Magister il nobile Fabiano Castaldo.<br />

Gli inventari dei beni - secondo la Santa Visita <strong>di</strong> quest'anno - sono custo<strong>di</strong>ti presso<br />

l'ospedale Annunziata <strong>di</strong> Napoli, che appare come casa madre. Fa assistenza agli<br />

ammalati ed ai poveri e maritaggi. L'ospedale è retto dai Maestri della confraternita.<br />

Sia nel 1561 che nel 1616 i Commissari controllano la chiesa <strong>di</strong> Santa Maria Annunziata<br />

con annesso ospedale e confraternita.<br />

L'esistenza <strong>di</strong> una cappella dell'Annunziata nella chiesa <strong>di</strong> Santa Caterina, che organizza<br />

la congrega su citata, ha generato qualche confusione sull'identità delle due confraternite,<br />

che dopo un periodo <strong>di</strong> coesistenza e collaborazione nella cura degli ammalati finiranno<br />

per fondersi, come risulta dai Capitoli del 1776.<br />

Un atto <strong>di</strong> Carlo Majone ci informa che il 4 luglio 1569 il Maestro e reverendo Lorenzo<br />

de Averaimo riceve per la congrega dalla contessa Foscha (Fusco) e dal figlio Ascanio 2<br />

ducati per una selva "alle Gavete" e altri 2 ducati da Angelella de Troyanello per una<br />

casa con cortile orto e giar<strong>di</strong>no "a la piazza de li Molari alias Giudeca".<br />

Successivamente la congrega acquista i beni dei Fusco per 170 ducati.<br />

Lo stesso notaio roga l'atto <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta del 1573 con quale la congrega acquista un giar<strong>di</strong>no<br />

<strong>di</strong> mezzo moggio alla Porta del Castello da don Giovanni Reanna.<br />

Il 13 giugno 1575 il notaio G.B. Izzolo roga l'atto <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta della congrega, e per essa <strong>di</strong><br />

don Lorenzo d'Averaimo, al notaio Carlo Majone del censo <strong>di</strong> 4 ducati per le case ed il<br />

giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> un moggio in località "a lo Terone".<br />

I Maestri del 1580 sono Prospero Marciano ed Angelillo Granata.<br />

90


Nel 1586 la sede e le funzioni continuano in S.ta M.a dell'Annunziata ed i Maestri sono<br />

Minico Cenatemporo e Gio:Vincenzo Piccirillo. L'ospedale della confrateria S.M.<br />

Battentium è contiguo a San Domenico; gli altari risultano immon<strong>di</strong> ed il Maestro è<br />

Gio:Batta Majone.<br />

Fin dal 1591 essa è affiancata dalla congrega del Rosario che ha sede nel chiostro dei<br />

Domenicani.<br />

Il 30 gennaio 1605 il notaio M.A. Izzolo attesta il pagamento da parte della confraternita<br />

eretta a lato <strong>di</strong> San Domenico <strong>di</strong> 14 ducati a favore <strong>di</strong> Fabrizio Troysio per i due censi<br />

relativi alle due case <strong>di</strong> Prigliano. Il Governatore è Gio:Batta Majone. Nel 1616 il<br />

Maestro è Marc'Antonio Zita/Zito/Cito ed i "fratelli" sono 300. Non ha scritto ancora i<br />

suoi Statuti ed i Commissari del vescovo l'invitano a farlo. Nel 1627 la Santa Visita<br />

attesta ancora che la congrega è annessa alla chiesa <strong>di</strong> S.ta M.a Annunziata in Burgo ed<br />

ha peso <strong>di</strong> hospitalitate. I Maestri sono Francesco Granata e Francesco de Aliperta.<br />

Nel 1630 dai Maestri Francesco de Palma e Gio:Solarentius Jovine esibiscono una Bolla<br />

apostolica dell'8 maggio 1544 con la quale viene or<strong>di</strong>nato che la cappella "non possit<br />

erigi simplex beneficium". Figurano ottanta iscritti. Alla visita della casa/ospedale,<br />

contigua alla chiesa risultano tre letti vuoti. L'ospedale assiste anche i pellegrini.<br />

Le entrate ammontano a 108 ducati, 394 carlini e 102 grana. La buon'anima <strong>di</strong> Cola<br />

Zito/Cito ha lasciato quattro salme <strong>di</strong> vino.<br />

Nel 1642 ricevendo il pagamento <strong>di</strong> un censo da Fabio Ciciniello risulta costituita in<br />

Santa Caterina. I "fratelli" sono circa 35 ed i Maestri sono Carolo de Palma e Francesco<br />

Aliperta. La cappella è decentemente tenuta; ha entrate per 79 ducati.<br />

Il 4 giugno del 1647 la congrega conta 60 confratelli circa ed i Governatori sono<br />

Francesco de Nardo e Francesco Lanzo. Il Maestro nel 1658 è Francesco Capasso, (l'altro<br />

non esercita), e la congrega ha bisogno <strong>di</strong> paramenti. Il 20 agosto del 1666 Nicola Gio: ed<br />

il nipote Augustino Cito riconoscono un arretrato nei confronti della congrega<br />

<strong>di</strong>scendente da una ren<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> 8, 2 ducati annui, costituita dal quondam Nicola Gio: senior<br />

su un capitale <strong>di</strong> 168 ducati prestato all'Università. Nel 1695, quando la chiesa o cappella<br />

della Santissima Annunziata è detta sua grancia, la congrega viene trovata con ogni cosa<br />

in regola. Deve comunque trattarsi della sede ospitante <strong>di</strong> S. Caterina. Il suddetto<br />

manoscritto della biblioteca Angrisani annota:"per superiore <strong>di</strong>sposizione si riunì e andò<br />

a ufficare nella chiesa <strong>di</strong> S. Caterina."<br />

Nel 1716 il Procuratore Nicola Cemmino riceve l'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> non partecipare alla<br />

processione del Santissimo per evitare tumulti a Margarita.<br />

E' annoverata inoltre tra le congreghe possidenti del 1750. Possiede <strong>di</strong>ciannove immobili;<br />

ha prestato 120 ducati; ha una ren<strong>di</strong>ta netta <strong>di</strong> 337,5 once. Riceve dall'Università 8,40<br />

ducati. Nel 1757 la chiesa della SS.ma Annunziata sub cura Fustigantium ha bisogno <strong>di</strong><br />

suppellettili e fiori.<br />

Negli anni 1764-1765-1767-1769-1770-1778 la chiesa <strong>di</strong> Santa Maria dei Fustiganti<br />

possiede come grancia la cappella della Santissima Annunziata, nella quale si celebra una<br />

messa domenicale e 16 ogni anno. Viene dato l'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> fare la tabella delle messe, <strong>di</strong><br />

sostituire la lapide sacra e <strong>di</strong> comprare altre due tovaglie d'altare.<br />

Nel 1776, all'atto <strong>di</strong> scrivere i suoi Capitoli, essa è accomunata all'altra col titolo <strong>di</strong> Santa<br />

Caterina.<br />

Un tratto importante per questi antichi sodalizi è che ancora nel 1776 conservano per i<br />

loro associati traccia dell'antica <strong>di</strong>visione per quartieri, rispettata anche per l'elezione dei<br />

91


deputati dell'Università: venti "fratelli" devono essere del Casamale, <strong>di</strong>eci <strong>di</strong> Margarita e<br />

<strong>di</strong>eci <strong>di</strong> Prigliano.<br />

Questa peculiarità, insieme al fatto che il Parlamento citta<strong>di</strong>no un tempo si teneva<br />

nell'omonima chiesa e che il relativo archivio era lì collocato, dà alle congreghe uno<br />

spessore "politico" e <strong>di</strong> rappresentanza della comunità intera, <strong>di</strong>versamente dalle altre.<br />

Tra gli Ufficiali sono nominati un avvocato ed un notaio, come peraltro fanno l'Università<br />

e la congrega della Libera.<br />

Non è da trascurare il fatto che sotto gli Angioini il Parlamento citta<strong>di</strong>no si riuniva nel<br />

convento <strong>di</strong> San Domenico, dove era sita anche la sede della congrega dei Battenti.<br />

Insomma lo stesso <strong>di</strong>scorso che s'è fatto per Santa Caterina.<br />

Inoltre la maggiore scolarità degli iscritti del 1776, la maggior cura linguistica nella<br />

redazione dei Capitoli, l'antichità, l'esistenza dell'Ospedale e la centralità della sede, la<br />

pongono in una posizione <strong>di</strong> grande rilievo rispetto alle altre.<br />

Molta attenzione viene prestata alla secregazione tra ammalati poveri, maschi e femmine.<br />

Essi vengono nominati ipso facto "fratelli" per aver <strong>di</strong>ritto all'assistenza.<br />

I Maestri del 1777 sono Michel<strong>angelo</strong> Setaro e Vincenzo Mazzarelli.<br />

Nel 1807 il Decurionato ne nomina gli amministratori. E' ancora funzionante in San<br />

Domenico, ma la cappella è senza porta e senza vetri, come risulta dalle Sante Visite del<br />

1810 e 1813. Nel 1815 però essa è già sistemata. Nei Ruoli della Fon<strong>di</strong>aria del 1814 e<br />

1816 risulta una ren<strong>di</strong>ta imponibile <strong>di</strong> 7,66 e 1,74 ducati. Nel 1829, riunita a quella <strong>di</strong><br />

Santa Caterina, risulta in fabrica, in ristrutturazione. Anche le suppellettili hanno bisogno<br />

<strong>di</strong> interventi. Nel 1837 viene <strong>di</strong> nuovo interdetta perché minaccia ruina. Il locale a<strong>di</strong>bito<br />

ad ospedale viene ceduto alla vicina congrega del Rosario. Nel 1845 è in or<strong>di</strong>ne. Nel<br />

1873 le entrate ammontano a lire 290, 69.<br />

Il 15 marzo 1934 il re Vittorio Emanuele la riconosce con Regio Decreto.<br />

Non è più attiva.<br />

La confraternita del Santissimo Corpo <strong>di</strong> Cristo, associata alla cappella omonima della<br />

chiesa <strong>di</strong> San Pietro, è documentata dalla Santa Visita del 1561, che parla <strong>di</strong> una Bolla<br />

che la riguarda dell' 8 settembre 1550 <strong>di</strong> papa Giulio III, circostanza confermata dai<br />

Commissari del 1586, del 1603, del 1627 e del 1695. Essa è stata fondata con l'appoggio<br />

del car<strong>di</strong>nale Tranense e degli Ufficiali dell'Arciconfraternita del SS.mo Corpo <strong>di</strong> Cristo,<br />

eretta nella chiesa della Beata Vergine sopra Minerva <strong>di</strong> Roma. Ha il privilegio <strong>di</strong><br />

custo<strong>di</strong>re l'Eucarestia ed il peso <strong>di</strong> due maritaggi <strong>di</strong> sei ducati ciascuno. Porta il Viatico<br />

agli infermi e fa la processione del SS.mo nell'ottina fino a via Formosi.<br />

La sua esistenza è certamente legata alla processione del Santissimo, che già sotto gli<br />

Aragonesi crea <strong>di</strong>spute ed incidenti per l'attribuzione della stessa al Carmine a<br />

compensazione della costruzione delle mura intorno al Casamale nel 1467.<br />

Le quattro mazze del pallio che accompagnano la processione sono assegnate due al<br />

Casamale e due agli altri quartieri, secondo l'antica norma consuetu<strong>di</strong>naria già incontrata.<br />

Anche la regina Giovanna III il 9 giugno interviene nella <strong>di</strong>stribuzione e graduazione<br />

d'onori legati alle mazze del palio che ora sono <strong>di</strong>venute sei: una la Capitano Roberto<br />

Piscicello, Vicario della regina o Governatore, una al suo esattore, una a Giovanni<br />

Sorrentino, suo massaro, o ad altro gentiluomo della Terra, una ad Antonio Amalfitano,<br />

sindaco <strong>di</strong> Prigliano, una a Mazziolo Porfenda, sindaco <strong>di</strong> Margarita, e una a Berar<strong>di</strong>no<br />

Figliola, sindaco del Casamale.<br />

92


Questa processione che gira per tutto il paese è cosa <strong>di</strong>versa da quella curata dalla<br />

congrega per la sola parrocchia <strong>di</strong> San Pietro. Inoltre è da rilevare che anche la congrega<br />

<strong>di</strong> Santa Caterina e dei Battenti espongono il Santissimo all'adorazione dei fedeli a<br />

riprova del forte sentimento religioso verso l'Eucarestia o Corpo <strong>di</strong> Cristo, che può farsi<br />

risalire a Roberto d’Angiò, almeno per i nobili napoletani.<br />

La congrega deve essere molto antica, associata com'è a leggende orali che tramandano<br />

racconti in cui i "fratelli" sono visti in processione in via San Pietro come pulcini bianchi<br />

in fila <strong>di</strong>etro la chioccia, che simboleggiano chiaramente le anime dei defunti.<br />

Nel 1561 essa officia sull'altare maggiore della chiesa <strong>di</strong> San Pietro ed espone una cona<br />

magna lignea ed un patrimonio <strong>di</strong> tutto rispetto, come risulta dalla Santa Visita <strong>di</strong><br />

quest'anno.<br />

Appare compenetrata alla famiglia Figliola: l'ha eretta Nicola Giacomo Figliola;<br />

Gio:Tommaso Figliola con testamento del 1552 lascia un censo <strong>di</strong> 17 carlini gravante<br />

sulle case alla piazza <strong>di</strong> Prigliano, fittate a Cesare e Francesco Pettenato, per una messa<br />

settimanale in perpetuo, da farsi celebrare da un prete <strong>di</strong> casa Figliola.<br />

Possiede 4 moggi <strong>di</strong> viti greche a la Mendolara, anch'essi donati da Gio: Figliola.<br />

Nel 1567 i Procuratori Gio:Izzolo alias de la Costa e Minico Casillo ricevono a Natale<br />

11,3 ducati dal censuario Tommaso de Mauro per il fondo all'Amendolara, arbustato e<br />

vitato <strong>di</strong> greco, con uve tostole e gioie, ed anche fruttato <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi frutti.<br />

Il notaio C. Majone con atto dell'8 giugno 1572 attesta che i Maestri sono Jo:Domenico<br />

Majone e Nardo Casillo.<br />

Nel 1580 i Maestri sono Vincenzo Malfitano, Filippo Greco e Gio:Matteo Nocerino.<br />

Nel 1586 essa è chiamata Arciconfraternita ed i Maestri sono Pompeo Figliola e Fabrizio<br />

o Fabio de Antignano.<br />

Come si vede, malgrado i richiami del vescovo, la nomina passa da Figliola a Figliola<br />

confermando proprio quella ere<strong>di</strong>tarietà che si vuole evitare.<br />

Le quattro messe settimanali sono celebrate dagli Agostiniani. Oltre al maritaggio ed<br />

all'elemosa alle ragazze povere, la congrega è tenuta a <strong>di</strong>stribuire le candele in occasione<br />

della Candelora ed a fornire l'olio per le lampade da tenere accese giorno e notte davanti<br />

alla SS.ma Eucarestia. Ha una ren<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> 147 carlini.<br />

Il Procuratore della cappella e congrega il 20 <strong>di</strong>cembre 1592 riscuote 24 ducati circa dai<br />

censuari de Stefano, de Mauro, Fiorillo, Amalfitani, Reanda, Figliola, <strong>di</strong> Simone, Fosca,<br />

<strong>di</strong> Sessa, Castaldo.<br />

Il 20 <strong>di</strong>cembre 1599 gli un<strong>di</strong>ci censuari della congrega pagano 23,20 ducati ed<br />

appartengono alle stesse famiglie <strong>di</strong> prima più Izzolo.<br />

Nel 1603 i Maestri sono il notaio Nicola Maione e Michele de Stefano. Nel 1605 nomina<br />

gli administratori, yconomi è procuratori per il recupero <strong>di</strong> molti cre<strong>di</strong>ti scaduti. Il 14<br />

ottobre il Maestro Francesco Fusco riceve da Gio:Berar<strong>di</strong>no Figliola 30 ducati per un<br />

pezzo <strong>di</strong> selva <strong>di</strong> castagni in Vesuvio (montagna) in località "Troniancelli". L'atto è del<br />

notaio M.A. Izzolo. Nel 1616 conta 80 "fratelli" e i Maestri sono Marc'Antonio Izzolo e<br />

Fabio de Antignano. Il numero delle messe annue ammonta a 232. Nel 1627 il Maestro è<br />

Leonardo Castaldo. Nel 1630 i Mastri e Governatori sono il parroco Tommaso Casillo e<br />

Gio:Leonardo Castaldo. I confratelli sono quaranta. Nel 1636 il parroco Giuseppe de<br />

Stefano è debitore della congrega <strong>di</strong> ducati 4. Cinque moggia alle Cesine, condotte da<br />

Minico de Stefano, nel 1640 hanno un peso <strong>di</strong> un ducato a favore del Santissimo. Il<br />

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pagamento darà luogo presso la Curia a parecchie vertenze. Nel 1642 ha una ren<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />

ducati 88,20 e 100 "fratelli", i Maestri sono Francesco Rosello e Geronimo Viola.<br />

Nel 1647 la governa Francesco Antonio Orsino. Egli concede in enfiteusi perpetua al<br />

parroco Tommaso Casillo quattro moggia site all'Amendolara. I Maestri risultano per<br />

quest'anno anche Giovanni Izzolo e Vincenzo Nocerino. Nel 1649 il Priore è Andrea<br />

Majone. Del 1650 è una riunione per la nomina dei Governatori. Nel 1658 i Maestri,<br />

Tommaso Casillo e Gabriele de Avellino, assistiti dal Cantore della Terra, rendono i<br />

conti. Nel 1659 Giuseppe Orsino, detto Sparapose, Capo del Ripartimento militare <strong>di</strong><br />

Somma, è Procuratore della congrega. Il 20 settembre 1660 il Procuratore Januario Pesce<br />

chiede poter ripristinare la processione del Santissimo, dal momento che la Santa Visita<br />

precedente ha vietato la processione nella prima domenica dopo l'ottava del Corpus<br />

Domini. Egli attesta che viene fatta da tempo immemorabile. Nel 1667 i Maestri<br />

procedono al riconoscimento dei confini della proprietà dell'Amendolara in località "a lo<br />

Tavierzo". Il parroco Tommaso Casillo nel suo testamento del 27 marzo del 1669 "lassa<br />

alla cappella del SS.mo dentro San Pietro alla festa sua per la musica doc. 6 l'anno." La<br />

Collegiata, erede del parroco, non rispetterà l'impegno e la congrega ancora nel 1855 sarà<br />

costretta a citare in giu<strong>di</strong>zio il Capitolo. Nel 1684 i Maestri don Andrea Castelli e Carlo<br />

Cesarano accendono due mutui con la Collegiata <strong>di</strong> 250 e 100 ducati, al costo annuo <strong>di</strong><br />

15 ducati. Il procuratore del Capitolo, Ascanio <strong>di</strong> Mauro, riscuote i frutti fino al 1690. Nel<br />

1688 il Maestro è Gio:Angelo Grillo e nel 1690 Alfonso Majone. Nel 1695 la congrega e<br />

la cappella hanno il peso <strong>di</strong> celebrare 267 messe annue. I Governatori Nicola Sirico e<br />

Alfonso Majone sono eletti in giugno; il Priore e rettore della cappella è don Angelo<br />

Averaimo.<br />

Il Procuratore Gennaro Majello, il 2 giugno 1701, riceve dal canonico Simone Coppola<br />

15 ducati dall'ere<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> Tommaso Casillo. Il 14 ottobre a favore della congrega risulta un<br />

peso <strong>di</strong> 27 carlini su un moggio <strong>di</strong> terra in località San Giuseppe, posseduto da Ridolfo<br />

Gradasso e periziato come schiapposo. Il Maestro Tommaso Vitagliano, il 17 giugno<br />

1714, riscuote 30 ducati per due annate dovute dall'ere<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> Tommaso Casillo.<br />

La congrega, il 5 giugno 1716, Governatore Vitagliano, riceve un decreto vescovile che<br />

vieta l'organizzazione e la partecipazione alla processione del Santissimo Corpo <strong>di</strong> Cristo<br />

per i tumultus che da più anni si verificano con gli abitanti del quartiere Margarita. Vi è<br />

una penale <strong>di</strong> 50 ducati in caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>subbi<strong>di</strong>enza. Il 1 febbraio 1733 se<strong>di</strong>ci "fratelli" e gli<br />

uscenti Ufficiali, il clerico Francesco Majello e Francesco Esposito, nominano i Priori<br />

nelle persone <strong>di</strong> Tommaso Vitagliano e Nicola de Stefano.<br />

La congrega è invitata a partecipare alle spese del tetto della sacrestia <strong>di</strong> San Pietro, <strong>di</strong> cui<br />

si serve. In quest'anno scompaiono dalla casa del reverendo F. Majello un incensiere con<br />

navetta e cucchiaino d'argento della congrega. Egli davanti alla Curia vescovile accusa il<br />

parroco <strong>di</strong> San Pietro Angelo Castaldo, che è persona ricca e morigerata. Si <strong>di</strong>pana il<br />

giallo con la presenza della cognata perpetua che abita col Castaldo e che, avendo<br />

ritrovati i detti oggetti <strong>di</strong>etro la porta della cappella <strong>di</strong> San Paolo, dove i "fratelli" si<br />

vestono e si spogliano, li ha portati in casa del parroco.<br />

Nel 1743 il vescovo or<strong>di</strong>na ai sacerdoti <strong>di</strong> Somma <strong>di</strong> non partecipare alla processione del<br />

Santissimo che esce da San Pietro ed è curata dall'omonima congrega ogni terza<br />

domenica del mese. In nome della Delegazione della Reale Giuris<strong>di</strong>zione interviene il<br />

Governatore Regio dell'Università <strong>di</strong> Somma, Francesco Maria Frezza, che perora presso<br />

la Curia la causa della congrega <strong>di</strong> mostrare il Santissimo e <strong>di</strong> fare la processione.<br />

94


Nel 1744 è amministratore Francesco Panico ed il canonico Domenico Salerno. I<br />

"fratelli" si servono della cappella <strong>di</strong> San Paolo per prepararsi alle funzioni.<br />

Il 14 novembre 1745 riceve 20 ducati come peso su un censo <strong>di</strong> una selva “allo<br />

Cavalluccio” <strong>di</strong> Arc<strong>angelo</strong> Salierno e Catarina Sanseverino.<br />

E' annotata tra le congreghe possidenti <strong>di</strong> Somma nel Catasto Onciario del 1750. Possiede<br />

<strong>di</strong>ciotto immobili; ha prestato 545 ducati; la ren<strong>di</strong>ta ammonta a 493,1 once.<br />

Nel 1754 riceve un prestito dalla Collegiata <strong>di</strong> 100 ducati per atto del notaio Giuseppe de<br />

Falco con ren<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> ducati 3,60 netti. Domenico Majello è il Governatore del 1765 e<br />

1769 e riscuote i 12 ducati dall'Amendolara. Dal 1772 - il Priore è il notaio Pasquale de<br />

Falco - la congrega comincia ad incassare il censo <strong>di</strong> 12 ducati per il legato del parroco<br />

Tommaso Casillo <strong>di</strong> quattro moggia all'Amendolara. Le bollette <strong>di</strong> riscossione<br />

arriveranno fino al 1849. I Capitoli che regolano l'attività della stessa sono del 1777.<br />

Nel 1780 il Governatore Giuseppe Scozio riceve dal Banco del Popolo 20 carlini per<br />

quindennio maturato fin dal 1775 per il fondo all'Amendolara, censuato a Tommaso<br />

Casillo ed ere<strong>di</strong>tato dalla Collegiata in utile dominio. Il <strong>di</strong>retto dominio è della congrega<br />

del Santissimo. Nel 1781 lo stesso Governatore Scozio riscuote il censo dell'Amendolara.<br />

Nel 1783 è Governatore il notaio Carmine de Falco, parente del precedente Governatore,<br />

e riscuote il censo dell'Amendolara. Lo affiancano per quest'anno anche Domenico<br />

Majello e Costantino <strong>di</strong> Fusco. Le entrate ammontano a ducati 141,82, quin<strong>di</strong> senza<br />

incrementi dal 1586. Nel 1785 il Governatore paga ad Antonio Rispoli 12 ducati per<br />

censo maturato. La congrega ha il nome Real Congregazione Corpo <strong>di</strong> Cristo. Nel 1795 il<br />

Governatore Gaetano Panico riscuote per l'Amendolara. Nel 1798 riceve un legato <strong>di</strong> 25<br />

carlini per la prestazione <strong>di</strong> tre barili <strong>di</strong> vino, con atto notarile <strong>di</strong> Angelo de Falco.<br />

Nel 1805 il Governatore Francesco Scozio riceve dalla Collegiata 9,60 ducati per il censo<br />

dell'Amendolara. Nel 1807 il Comune nomina i suoi amministratori. Essa riceve da<br />

Matteo Rispoli 12 ducati per censo il 26 <strong>di</strong>cembre. Nel 1809 il Governatore è Gaetano<br />

Panico; nel 1812 Raffaele Castaldo; nel 1816 Camillo de Felice; nel 1818 Francesco<br />

Scozio, tutti appartenenti ad influenti famiglie del tempo. In questo periodo lo sono anche<br />

Agostino Castaldo e Carmine de Felice. Dai Ruoli della Fon<strong>di</strong>aria del 1814 e 1816 risulta<br />

una ren<strong>di</strong>ta imponibile <strong>di</strong> 187,18 e 42,54 ducati. Nel 1819 il canonico Matteo Rispoli<br />

paga alla congrega 28,80 ducati per il censo dell'Amendolara, come da antiche scritture.<br />

Nel 1817 e nel 1824 la congrega chiede 18 ducati per manutenzione e per poter portare,<br />

senza donne, il Santissimo agli infermi. Nel 1827, il 10 maggio, il Procuratore Francesco<br />

Scozio riceve da Agnello de Felice 16 ducati. Nel 1831 la sede ha bisogno <strong>di</strong> vetri alle<br />

finestre ed il baldacchino del Viatico deve essere riparato. Nel 1833 la congrega nel<br />

convento delle Donne Monache ha bisogno <strong>di</strong> un crocifisso nuovo e della doratura della<br />

patena. Il 27 maggio del 1834 i Commissari in Visita trovano la sede della congrega in<br />

cattivo stato nel soppresso convento delle Donne Monache e minacciano la chiusura.<br />

Nel 1834 e 1835 essa paga al parroco <strong>di</strong> San Pietro 9,60 ducati. Nel 1838 è Priore<br />

Giovanni Vitagliano. Egli inizia varie vertenze per far rispettare i contratti del 1754, del<br />

1798 ed il testamento <strong>di</strong> Tommaso Casillo del 7 gennaio 1673 per notaio Gioioso Tufano.<br />

La Collegiata non riconosce il debito <strong>di</strong> 30 carlini annui per un legato del suddetto<br />

parroco. Nel 1841 Raffaele Raja paga alla congrega 12 ducati ed il laudemio sul fondo<br />

appartenuto all'ere<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> Tommaso Casillo. Nel 1844 risulta ben tenuta. Nel 1851 dà in<br />

enfiteusi il suo patrimonio. La congrega nel 1855 inizia un giu<strong>di</strong>zio con la Collegiata per<br />

il recupero <strong>di</strong> 15 anni <strong>di</strong> arretrato dei 6 ducati annui, lasciati da don Tommaso Casillo; è<br />

95


appresentata dal parroco Salvatore d'Alessandro. Nel 1856 giunge a conclusione la lite<br />

con la Collegiata. Il Tribunale <strong>di</strong> Napoli <strong>di</strong>chiara prescritto il <strong>di</strong>ritto della congrega e<br />

condanna la Collegiata a pagare solo tre ducati. Nel 1873 ha una ren<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> 485,05 lire.<br />

Tuttora attiva con fiocco rosso e medaglione con impressa l'immagine dell'ostensorio.<br />

Iscrive 33 uomini, quanti gli anni <strong>di</strong> Cristo, ed anche le donne, escluse da ogni<br />

processione.<br />

La congrega <strong>di</strong> Santa Maria della Grazia o del Monte <strong>di</strong> Pietà, eretta nella prima<br />

cappella a sinistra dell'ingresso della chiesa <strong>di</strong> San Giorgio, compare nella Santa Visita<br />

del 1586. I Maestri elettivi annualmente per quest'anno sono Fabio Beneinfante e Ottavio<br />

Guarino. Nel 1580 i Maestri sono Gio:Antonio de Piacente e Alessandro Bonafede ed i<br />

"fratelli" circa cento.<br />

Essa assiste le ragazze povere procurando i mezzi per la dote delle nozze <strong>di</strong> alcune <strong>di</strong><br />

loro. Ha entrate per 14 ducati, 3 carlini e tra le suppellettili ha un pallio <strong>di</strong> taffettà russo.<br />

Nel 1603 a Michele Bottiglieri succede il Maestro Marzio de Piacente. Ha entrate per 14<br />

ducati. Nel 1616 è Nicola Bottiglieri; nel 1630 Gio Leonardo Bottiglieri ed Andrea<br />

Martone, gabellota dei proventi civili e misti nel 1638. Ha circa quaranta iscritti.<br />

Il 12 gennaio 1640 con atto per notaio Andrea Langella i beni della cappella e della<br />

congrega sono aggregati alla chiesa <strong>di</strong> San Giorgio. Nel 1642 le sue entrate si sono più<br />

che raddoppiate: 39 ducati e 38 tarì. Nel 1695 il vescovo or<strong>di</strong>na la demolizione dell'altare.<br />

Il manoscritto Angrisani ha ipotizzato che da questa congrega potrebbe essere nato il Pio<br />

Laical Monte <strong>di</strong> Pietà e Morte nel 1650.<br />

Nel 1844 una congrega <strong>di</strong> Santa Maria delle Grazie - forse semplice omonimia - viene<br />

trovata in buone con<strong>di</strong>zioni. Successivamente non si rinvengono più notizie.<br />

Per la congrega del Santissimo Rosario, ospitata nell'angioina chiesa <strong>di</strong> San Domenico,<br />

riporto una leggenda, raccolta dalla tra<strong>di</strong>zione orale, secondo la quale l'elezione del Priore<br />

avveniva con il rilascio <strong>di</strong> una colomba bianca in piena congregazione, mentre si intonava<br />

un inno allo Spirito Santo. La persona tra i quaranta "fratelli" su cui il volatile si posava<br />

era la prescelta dallo Spirito. In effetti un po' come avveniva per l'elezione del papa nei<br />

primi secoli del cristianesimo.<br />

Questa leggenda narrata da Luigi Bianco, confratello del SS. Rosario, forse ci vuole<br />

ricordare gli antichi natali della congrega che, al tempo in cui nella chiesa<br />

dell'Annunziata, attigua al convento dei Domenicani, officiava quella dei Battenti, aveva<br />

sede nel chiostro del convento stesso.<br />

Quando il 29 maggio 1591 nel detto convento entrano i Padri Riformati a seguito degli<br />

scandali che turbano la vita dei Domenicani e dei paesani viene trovata nella sagrestia<br />

una bannera, un drappo rosso carmosino per la croce con la raffigurazione del Rosario e<br />

dei confratelli.<br />

Una seconda notizia si rinviene nell'Archivio Vescovile e risale al 16 settembre del 1670,<br />

quando i " fratelli" della congrega del SS. Rosario curano le esequie e l'inumazione <strong>di</strong> una<br />

donna in San Domenico.<br />

Risulta esistente nel 1744.<br />

E' documentata nel 1750 tra le congreghe bonatenenti del Catasto Onciario: possiede<br />

sette moggi all'Annunziata e sei a Re della Vigna. Inoltre ha fatto prestiti per 277 ducati<br />

ed ha una ren<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> 116,12 once.<br />

96


Nel 1777, quando rientra nella parrocchia <strong>di</strong> Santa Croce ed il Priore è Antonio Vitolo,<br />

vengono redatti i nuovi Capitoli. La Curia li approva il 17 febbraio.<br />

Due particolarità sono le cariche <strong>di</strong> Priore del Bambino, che cura la processione del primo<br />

dell'anno, e <strong>di</strong> Confaloniere con funzione <strong>di</strong> Maestro <strong>di</strong> cerimonie.<br />

Nel 1783 è <strong>di</strong> nuovo nel chiostro <strong>di</strong> San Domenico ed il Priore è ancora Antonio Vitolo.<br />

Le sue ren<strong>di</strong>te ascendono a ducati 42,87.<br />

Il 15 marzo del 1807 il Comune nomina i suoi amministratori.<br />

Nel 1824 inizia una vertenza giu<strong>di</strong>ziaria con i Padri Domenicani del vicino convento.<br />

Nel 1829 la congrega fa ancora capo alla chiesa <strong>di</strong> S. Croce e viene invitata a integrare il<br />

suo corredo <strong>di</strong> suppellettili sacre. Nel 1831 deve mettere i vetri alle finestre e<br />

biancheggiare un muro. Alle Sante Visite del 1833, 1834, 1838, 1839, 1840, 1843 essa<br />

risulta lodevolmente condotta. Nel 1837 passa nei locali <strong>di</strong> quella dei Battenti, passata in<br />

Santa Caterina per <strong>di</strong>sposizione superiore. Nel 1842 inizia un'aspra lite giu<strong>di</strong>ziaria tra i<br />

parroci <strong>di</strong> San Giorgio e <strong>di</strong> Santa Croce circa l'appartenenza della confraternita del<br />

Rosario. In agosto viene firmato un accordo secondo il quale il parroco <strong>di</strong> San Giorgio<br />

rimane, vita natural durante, Padre Spituale della congrega e quello <strong>di</strong> Santa Croce si<br />

riserva il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> partecipare con la stola alla processione del Rosario nella prima<br />

domenica d'ottobre <strong>di</strong> ciascun anno. Nel 1846 sorge altra lite con il parroco <strong>di</strong> Santa<br />

Croce circa la sua partecipazione alle esequie: egli pretende <strong>di</strong> essere prelevato nella sua<br />

<strong>di</strong>mora per bene<strong>di</strong>re i defunti. Il Ministero degli Affari Ecclesiastici, sentito il Consiglio<br />

<strong>di</strong> Stato, risolve la lite in data 31 marzo 1849: l'Or<strong>di</strong>nario nolano richiama il parroco che<br />

deve presentarsi alla casa del defunto senza essere prelevato dalla congrega.<br />

Nel 1864 la congrega acquista dai Perna 94 metri <strong>di</strong> terra al cimitero (mappa 12 part. 64<br />

del Catasto), su cui viene eretta la chiesa con loculi, progettata per ospitare circa 160<br />

"fratelli" defunti. Nella terra possono inumarsi una trentina <strong>di</strong> salme. In fondo all'altare<br />

viene sistemata la statua della Madonna del Rosario, portata ora in processione nel<br />

cimitero l’ultima domenica <strong>di</strong> maggio. Nel 1873 ha una ren<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> lire 160,05. Nel 1885<br />

ha sede nel chiosto del convento dei Domenicani.<br />

Alla Santa Visita del 1916 risulta che Superiore del 1914 è Ignazio Feola. Nel 1924 essa<br />

ha sede nella chiesa <strong>di</strong> Santa Croce ed ha 20 iscritti. Nel 1931 i "fratelli e le sorelle" sono<br />

41, <strong>di</strong> cui 21 sono donne, e dalla relazione circa lo scopo <strong>di</strong> culto la congrega risulta<br />

rispettare tutte gli obblighi dello Statuto: commemorazione dei defunti, , messe in<br />

suffragio, esposizione del Santissimo Sacramento e trino in chiesa negli ultimi quattro<br />

giorni <strong>di</strong> Carnevale, <strong>di</strong>stribuzione delle candele in occasione della Candelora, festa del<br />

Santissimo Rosario nella prima domenica d'ottobre con processione con stendardo e<br />

pallio. Nel 1934 la congrega viene riconosciuta con Regio Decreto dal re Vittorio<br />

Emanuele, ma già nel 1936 risulta non funzionante. Il parroco Luigi Prisco infatti nel<br />

1939 la <strong>di</strong>chiara estinta per mancanza <strong>di</strong> fratellanza. Il 22 <strong>di</strong>cembre del 1976 crolla il<br />

tetto dell'omonima chiesa accanto al convento <strong>di</strong> San Domenico, che ospita la congrega.<br />

In data 11 gennaio 1977 tutte le suppellettili passano nella chiesa del Carmine con la<br />

statua della Madonna del Rosario. La statua lignea del Bambino Gesù, donata da un<br />

fedele, invece è custo<strong>di</strong>ta dalla famiglia Cecere per prossimità alla congrega. In occasione<br />

della processione del primo dell'anno il Bambinello ricciuto viene consegnato alla<br />

famiglia D'Avino. I parroci del Carmine si sono inutilmente attivati per riottenere il<br />

possesso del Bambinello da porre sulla mano della Madonna del Rosario.<br />

97


In questi anni la congrega ha una ren<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> un censo <strong>di</strong> lire 1.600 non più riscosse.<br />

Inoltre, a seguito <strong>di</strong> un legato pio (per le Santissime Quarantore nell'epoca del Carnevale)<br />

<strong>di</strong> lire 27.000 che gravano su una selva fittata ai fratelli Improta.<br />

La chiesa cimiteriale, essendo anch'essa pericolante, è stata chiusa a seguito del terremoto<br />

del 1980. I confratelli hanno in costruzione nei pressi altra chiesa per ospitare i propri<br />

defunti.<br />

Attualmente la congrega è in gestione commissariale ed ha 15 iscritti. Il suo cordone è<br />

azzurro ed il medaglione argenteo reca l'effigie <strong>di</strong> una Madonna del Rosario.<br />

La congrega <strong>di</strong> Santa Maria della Libera del Carmine, "a premura <strong>di</strong> Marco <strong>di</strong> Monna,<br />

Francesco Tufino e Fonzo de Marzo, Economi e Mastri", - recita il manoscritto Angrisani<br />

- ottiene decreto vescovile <strong>di</strong> approvazione l'11 giugno 1597. Il vescovo <strong>di</strong> Nola conferma<br />

l'assenso il 30 luglio 1597, come risulta dalla Santa Visita del 1615 dei Commissari,<br />

giunti a Somma nel 1616 e da quella successiva del 1627.<br />

Altra Bolla è del 31 luglio 1617. La congrega officia sull'altare maggiore della chiesa <strong>di</strong><br />

S.ta M.a del Carmine o <strong>di</strong> San Michele Arc<strong>angelo</strong>.<br />

Alcuni documenti <strong>di</strong> questo periodo comunque fanno riferimento ad una fondazione in<br />

annis passatis.<br />

In un atto notarile <strong>di</strong> Marc'Antonio Izzolo compare nel 1604, quando i confratelli, riuniti<br />

in parlamento, votano per la sostituzione <strong>di</strong> amministratori morti e dettano alcune regole<br />

per una corretta gestione delle entrate, quasi un primo abbozzo <strong>di</strong> Capitoli.<br />

Dalle Sante Visite risulta esistente nel 1621 ed ha per Maestro Orazio Polise o Polito, che<br />

conferma la data <strong>di</strong> erezione. Per 30 carlini annui è obbligata a far celebrare 15 messe;<br />

deve mezza libbra <strong>di</strong> cera alla Curia <strong>di</strong> Nola; deve seguire tutte le processioni del paese.<br />

Ha un'entrata <strong>di</strong> 4 ducati per un prestito <strong>di</strong> 54 ducati fatto nel 1612. Nel 1630 i Maestri<br />

sono Lonardo de Falco e Antonio Barrile.<br />

Anche il Priore <strong>di</strong> questa congrega, Carlo Romano, nel 1716 riceve monitorio a non<br />

partecipare alla processione del Santissimo. Il Priore Vincenzo Sepe, il 2 novembre 1737,<br />

chiede l'autorizzazione ad accendere un prestito <strong>di</strong> 200 ducati per lavori ad una sede<br />

nuova nel convento del Carmine per esubero <strong>di</strong> "fratelli". Ne sono 250. Nel 1769<br />

partecipa alla fusione della campana piccola della chiesa. Nel 1776 scrive i suoi Statuti il<br />

notaio Pascale de Falco. Nel 1777 il Priore è Natale <strong>di</strong> Tonno. Nel 1783 essa officia in un<br />

locale del chiosto del convento e paga ai frati 12 ducati <strong>di</strong> censo. Ha una ren<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> ducati<br />

25,52. Il Priore è Fer<strong>di</strong>nando d'Avino.<br />

Nel 1807 il Comune nomina i suoi amministratori. E' attestata la sua presenza nel 1822.<br />

Nel 1835 sorge lite con il parroco Pietro <strong>di</strong> Mauro sul <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> suonare le campane della<br />

chiesa. Il Regio Giu<strong>di</strong>ce condanna il parroco contumace. La congrega ha questo <strong>di</strong>ritto a<br />

seguito dell'exequatur regio ai suoi Capitoli dell'11 giugno 1777 e per aver contribuito<br />

alla fusione della campana piccola, giusta atto notarile del 10 novembre 1769.<br />

Anche il Consiglio degli Ospizi con delibera del 9 luglio 1836 si esprime favorevolmete<br />

all'uso delle due campane durante le esequie e le feste. Inoltre essa può fare una<br />

processione mensile, assitere alle pre<strong>di</strong>che e novene della parrocchia. Sono a suo carico le<br />

spese della messa settimanale, che ammontano ad annui ducati 10, e delle altre eventuali<br />

funzioni cui deve chiamare il parroco e non il Padre Spirituale. Nel 1838 è ben tenuta.<br />

Nel 1859 è ancora funzionate al Carmine. Si rompe la campana piccola. Viene rifusa con<br />

l'effige della Vergine e della Croce a spese della Pia Adunanza e con l'iscrizione: “Rifatta<br />

sotto il Priorato <strong>di</strong> Pellegrino”. Nel 1873 la sua ren<strong>di</strong>ta annuale è <strong>di</strong> lire 109,14.<br />

98


Nel 1934 riceve il riconoscimento reale come quelle del Rosario e dei Battenti. Nel 1949<br />

il parroco del Carmine propone alla Curia <strong>di</strong> Nola la ven<strong>di</strong>ta dell'abbandonato Oratorio<br />

della congrega, che è senza fratellanza, alle Figlie della Carità del vicino convento. Nel<br />

1954 ormai la congrega esiste solo sulla carta. Nel 1988 Alessandro Masulli, <strong>di</strong>plomato<br />

all’Istituto <strong>di</strong> Scienze Religiose <strong>di</strong> Nola, e pochi altri soci ridanno vita al sodalizio che<br />

iscrive 30 "fratelli".<br />

Ha attualmente 73 iscritti e veste il cordone giallo - un tempo era <strong>di</strong> colore amaranto<br />

proprio dei Carmelitani - con medaglione metallico raffigurante la Madonna del Carmine.<br />

La confraternita della Beata Concezione o Immacolata <strong>di</strong> Santa Maria del Pozzo ha<br />

nascita e carattere nobiliare e potrebbe farsi risalire ai primi anni della fondazione della<br />

chiesa stessa da parte della regina Giovanna, (1510), a meno che il preesistente ipogeo<br />

con l'inumazione dei nobili nella Terra Santa dello stesso non faccia presumere l'esistenza<br />

anteriore della confraternita stessa. L'ossario è attualmente scomparso, non le fosse. Una<br />

lapide del 1431 chiude la tomba <strong>di</strong> Paolo Capograsso, ma sono attestate anche quelle dei<br />

nobili Carafa, Stadera, Marano, Mormile, Filangieri.<br />

La prima documentazione locale della cappella della Beata Concezione risale al 1594<br />

secondo l’opera citata <strong>di</strong> D. Majone, (ve<strong>di</strong> a pagina 24). Nel 1598 un documentato<br />

bilancio del convento, conservato nell'Archivio della Collegiata, attribuisce la cappella in<br />

patronato dei Capograsso e dei Rianna.<br />

I legati pii per il convento sono ben 426 per un gran numero <strong>di</strong> messe e per un incasso <strong>di</strong><br />

103 ducati. Inoltre essa censua per 24 ducati un terreno a Castello.<br />

Il beneficio a favore della nobile famiglia Capograsso, accordato da Roma, è datato 19<br />

settembre 1600, ma il suo patronato su questo luogo <strong>di</strong> culto risale ad almeno trecento<br />

anni prima quando la famiglia godeva del favore degli Angioini, particolarmente legati<br />

alla Starza della Regina ed alla chiesa <strong>di</strong> Santa Maria Vecchia.<br />

All'inizio del '600 tutte le messe vengono traslate alla Collegiata, che ne ha conservato il<br />

bilancio.<br />

Can<strong>di</strong>do Greco in “Fasti <strong>di</strong> Somma” la considera esistente già in questo secolo.<br />

Padre Camillo Caterino, che ha avuto accesso all’archivio francescano, chiuso ai laici,<br />

riferisce che la cripta dopo l’esodo dei frati del 1902 fu “lasciata in balia della<br />

confraternita che vi è installata da secoli”. La sede viene unanimemente riconosciuta<br />

nell’ipogeo detto, il che conferma l’ipotesi dell’esistenza della congrega da qualche<br />

secolo. Gli scrittori della Regola francescana napoletana annotano solo la scomparsa dalla<br />

cripta stessa delle belle maioliche aragonesi del pavimento.<br />

Nel 1708 <strong>di</strong>viene Governatore della congrega l'abbate Angelo Fusco. E' la rivista<br />

Summana - n. 6 - che ci dà questa prima informazione. Nel 1716 il Procuratore della<br />

congrega, Domenico Maritato, riceve l'or<strong>di</strong>ne del vescovo <strong>di</strong> non partecipare alla<br />

processione del Santissimo per gravi incidenti nel quartiere Margarita.<br />

Dal 1744 risulta officare in Santa Maria del Pozzo. Il Governatore è Gioacchino<br />

Auriemma. In essa opera il Monte <strong>di</strong> Soccorso per le "sorelle". Nel 1750 risulta annotata<br />

tra le congreghe proprietarie <strong>di</strong> immobili nel Catasto Onciario con cinque moggi in<br />

località Sotto Sant'Anna, una terra a Castello e riscuote vari censi. Ha prestato 150 ducati.<br />

Ha una ren<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> 230 once. I Capitoli vengono redatti nel 1776. Nel 1799 la congrega è<br />

tra i censuari del beneficio <strong>di</strong> 18,95 ducati, goduto dalla cappella della Madonna delle<br />

99


Grazie, del SS. Redentore e <strong>di</strong> San Matteo, <strong>di</strong> patronato dei <strong>di</strong> Costanzo, poi passato alla<br />

famiglia Filomarino.<br />

Il 15 marzo del 1807 il Decurionato nomina i suoi amministratori. Nel 1844 è ben tenuta.<br />

Nel 1853 intenta una causa al parroco <strong>di</strong> Santa Croce per la riscossione dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> stola<br />

nera. Vince in primo grado e perde presso il Tribunale <strong>di</strong> Napoli, che la condanna a<br />

pagare ducati 75, 15 <strong>di</strong> arretrati al parroco.<br />

Nel 1873 ha una ren<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> 312,23 lire.<br />

Nel 1939 risulta ancora esistente e proprietaria <strong>di</strong> due immobili e vari censi, ma nel '41<br />

non ha più fratellanza e l'Oratorio è in stato <strong>di</strong> massimo abbandono.<br />

Secondo uno degli ultimi "fratelli" della famiglia Piccolo, che sono sempre stati iscritti<br />

alla congrega, essa non è più attiva dal primo dopoguerra. Infatti risulta esistente ancora<br />

nel 1926 nella cripta della chiesa vecchia.<br />

Recentemente un <strong>di</strong>scendente della stessa famiglia ha tentato <strong>di</strong> ricostituirla.<br />

La congrega della Morte o <strong>di</strong> S.ta Maria della Grazia o della Misericor<strong>di</strong>a nasce il 9<br />

marzo 1650 per atto <strong>di</strong> Marc'Antonio Izzolo, anche se alcuni documenti fanno riferimento<br />

ad attività in annis passatis. Infatti degli istrumenti dello stesso notaio portano donazioni<br />

a favore della congrega in data anteriore alla sua fondazione. Il viceré concede il suo<br />

beneplacito il 30 settembre.<br />

Il manoscritto sul clero <strong>di</strong> Somma della biblioteca <strong>di</strong> Alberto Angrisani sostiene che la<br />

congrega potrebbe nascere dalle ceneri <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> S.ta M.a della Grazia o Monte <strong>di</strong> Pietà<br />

<strong>di</strong> San Giorgio. L'ipotesi non regge per il forte campanilismo dei due quartieri.<br />

Alla fondazione partecipa il Capitolo della Collegiata che assegna al nuovo sodalizio la<br />

cappella <strong>di</strong> S.ta M.a delle Grazie con l'obbligo <strong>di</strong> curare il luogo sacro.<br />

I suoi Capitoli, rinvenuti all'Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Napoli, hanno subìto vari<br />

rimaneggiamenti (1699-1704-1803-1900-1903-1942-1997).<br />

Nasce con carattere aristocratico. L'iscrizione ad essa è tuttora molto ambita. Ancora la si<br />

<strong>di</strong>stingue con l'appellativo <strong>di</strong> 'a cungrega d''e nobele. Alla fondazione partecipano anche<br />

nobili napoletani e le norme stabiliscono una certa uguaglianza tra i soci, qualsiasi sia la<br />

loro estrazione. Norma che si perderà nei secoli successivi. Vi si iscrivono anche le<br />

“sorelle”. Come la confraternita dei Bianchi <strong>di</strong> Napoli essa assiste i carcerati ed i<br />

condannati. Inoltre fornisce doti alle ragazze povere e fa assistenza funeraria.<br />

Il canonico Giuseppe Figliola, ammalato, il 12 maggio 1663, in sede <strong>di</strong> confessione<br />

testamentaria, <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> essere cre<strong>di</strong>tore della Collegiata <strong>di</strong> 8 ducati, che vuole siano<br />

versati alla congrega per sod<strong>di</strong>sfazione dell'anima sua.<br />

Nel 1669 la confraternita si associa all'Arciconfraternita <strong>di</strong> San Giovanni decollato <strong>di</strong><br />

Roma ed introduce tra i suoi compiti l'assistenza ai condannati a morte.<br />

Il Prefetto del 1699, Francesco Antonio Sirico, il 19 agosto chiede una sede ed una Terra<br />

Santa per poter interrare i "fratelli" sotto la cappella <strong>di</strong> Sant'Antonio, le "sorelle" sotto<br />

quella <strong>di</strong> Santa Maria delle Grazie. I canonici della Collegiata invece vengono interrati<br />

sotto quella <strong>di</strong> San Nicola.<br />

I confratelli si riuniscono nel terraneo usato per inumare i cadaveri.<br />

I nuovi patti col Capitolo, approvati dal vescovo, prevedono una messa quoti<strong>di</strong>ana nella<br />

cappella della congrega a partire dal 1 settembre con la carità <strong>di</strong> 12 grana e mezzo.<br />

Il totale ammonta a 45 ducati annui da corrispondersi in tre rate.<br />

100


Oltre queste messe, rimangono confermate quelle dei legati pii a partire dal 1656, che<br />

sono 45 circa. L'insieme delle messe non deve superare le 365 annue al prezzo suddetto,<br />

fissato alla fondazione nel 1650. Il papa lo abbassa a 10 grana. Il <strong>di</strong> più va versato alla<br />

sagrestia.<br />

Viene concesso alla congrega <strong>di</strong> aprire una porta a fianco alla facciata della Collegiata<br />

con tre lumi sulle mura delle cappelle prima nominate.<br />

Infine viene deciso che in caso <strong>di</strong> ere<strong>di</strong>tà a favore della congrega, essa va <strong>di</strong>visa in tre<br />

parti: due alla congrega e una alla segrestia. Così per i legati <strong>di</strong> solo seppellimento dei<br />

"fratelli".<br />

Per i seppellimenti senza legato la congrega paga 4 ducati. I non associati pagano 8<br />

ducati: 4 alla congrega e 4 al Capitolo, che dovrà esigerli in proprio. Sono gratuiti<br />

l'ingresso del cadavere in chiesa ed il suono delle campane.<br />

A seguito della formazione della Terra Santa viene concesso alla congrega indulgenza<br />

plenaria, quoti<strong>di</strong>ana, perpetua.<br />

Il notaio Gio:Batta Tufano in data 19 agosto 1699 re<strong>di</strong>ge il relativo atto pubblico.<br />

Nel 1703 tra i soci compaiono i nobili Mormile, Filamgieri e Carafa. Nel 1704 il Priore è<br />

il marchese <strong>di</strong> Petraro (Petruro), Fiscale Francesco Mormile, che <strong>di</strong>viene Priore nel 1705.<br />

I “fratelli sono tutti della Piazza Nobile da essi fondata” - scrive Fabrizio Capitello.<br />

Nel 1705 cambia nome in Pio Laical Monte della Morte e Pietà e stabilisce <strong>di</strong><br />

assegnare due doti per maritaggio <strong>di</strong> ragazze povere.<br />

Il 3 ottobre del 1730 essa per le con<strong>di</strong>zioni poco igieniche della sede chiede al Capitolo <strong>di</strong><br />

sistemare la statua dell'Addolorata, che è custo<strong>di</strong>ta altrove, nell'erigendo locale sopra il<br />

concesso cimitero, ad ovest della chiesa stessa. Re<strong>di</strong>ge l'atto il notaio Giuseppe de Falco<br />

il 21 settembre 1730. Ora è Prefetto e Zelatore fiscale Gaetano de Rosa.<br />

Il locale deve essere ricoperto <strong>di</strong> tetti, occorre una grada d'ingresso, le se<strong>di</strong>e e l'altare e<br />

l'apertura con una porta sulla strada maestra, con finestra <strong>di</strong> fronte, il tutto a spese della<br />

congrega. La porta interna, situata sotto l'organo, rimane in esclusivo servizio del<br />

Capitolo. Davanti alla Madonna è acceso un cero perpetuo, offerto dalla defunta Grazia<br />

d'Ausilio. Inoltre le do<strong>di</strong>ci messe dei primi do<strong>di</strong>ci mercoledì dell'intero anno passano da<br />

carlini 6 a carlini 12 ciascuna, a partire dal 1 gennaio 1732, come riconoscenza per la<br />

concessione avuta.<br />

Il 20 novembre 1746 il Procuratore Domenico Grillo riceve 15,60 ducati dall'ere<strong>di</strong>tà <strong>di</strong><br />

Tommaso Casillo. Essi sono dovuti come censo del prestito <strong>di</strong> 200 ducati, donato dal<br />

marchese <strong>di</strong> Petruro. Il 23 novembre è proprio il marchese che paga alla congrega 12<br />

ducati. E' tra le congreghe possidenti del Catasto del 1750. Possiede <strong>di</strong>ciannove immobili,<br />

ha fatto prestiti per 1.454 e ne ha chiesto per 180 ducati; la sua ren<strong>di</strong>ta è <strong>di</strong> 770 once. Nel<br />

1767 ha patronato sulla cappella al Purgatorio, detta <strong>di</strong> San Francesco.<br />

Nel 1764 e 1769 risulta ben curata insieme alla cappella <strong>di</strong> S.ta M.a dei Sette Dolori, ma<br />

nel 1770 è trovata molto umida. Nel 1783 il Prefetto è Gio:Leonardo Ursino. Le ren<strong>di</strong>te<br />

ammontano a ducati 333,97<br />

Nel 1803 con <strong>di</strong>spaccio reale viene esentata dalle leggi <strong>di</strong> ammortizzazione con facoltà <strong>di</strong><br />

fare acquisti immobiliari. Vengono riscritte le regole. Il 25 gennaio 1804 ventiquattro<br />

"fratelli" avanzano supplica al re con atto per notar Fer<strong>di</strong>nando Mele per l'assenso al<br />

nuovo Statuto <strong>di</strong> 31 articoli. Fer<strong>di</strong>nando IV <strong>di</strong> Borbone dà il suo beneplacito. Essa assume<br />

la natura <strong>di</strong> un Seggio in rappresentanza dell'aristocrazia locale. Le novità sono il numero<br />

chiuso degli associati, cioè trenta; è prevista l'assistenza <strong>di</strong> otto sacerdoti, l'istituzione <strong>di</strong><br />

101


un Monte <strong>di</strong> Benfattori; il Prefetto ha facoltà <strong>di</strong> soccorrere i poveri, fare donativi per<br />

maritaggi <strong>di</strong> ragazze povere, <strong>di</strong> vestire gli ignu<strong>di</strong>, <strong>di</strong> soccorrere i carcerati, <strong>di</strong> acquistare<br />

me<strong>di</strong>cinali e fare elemosina agli infermi. Il loro trasporto all'ospedale <strong>di</strong> Napoli è a carico<br />

della congrega. Essa può fare prestiti gratuiti fino a lire 42,50. Aumentano le funzioni<br />

religiose da celebrarsi senza limitazione <strong>di</strong> spesa.<br />

Nel 1807 il Comune nomina i suoi amministratori. Nel 1808 risulta decentemente tenuta.<br />

Nel 1810 rientra nel Comitato Comunale <strong>di</strong> Beneficenza, cambia il proprio sigillo ed<br />

acquista una nuova croce. Mancano i vetri alle finestre. Il 31 ottobre 1814 ottiene un<br />

locale presso il convento delle Donne Monache <strong>di</strong> Porta Terra con uso della vicina chiesa.<br />

Dal Ruolo della Fon<strong>di</strong>aria <strong>di</strong> quest'anno risulta una ren<strong>di</strong>ta imponibile <strong>di</strong> 16,50 ducati. In<br />

quello del 1816 essa è scesa a 3,75 ducati.<br />

Col trasferimento nel convento la congrega trascura la cappella <strong>di</strong> S.ta M.a delle Grazie,<br />

dove è esposto il Santissimo, e la costruita cappella a ovest della Collegiata e non fa<br />

celebrare le pattuite messe ai capitolari, né ad altri sacerdoti.<br />

Nel 1822 è necessario re<strong>di</strong>gere una scrittura privata con la quale si azzera la situazione<br />

precedente delle concessioni delle cappelle e degli obblighi delle messe.<br />

Nel 1829 il tabernacolo ha bisogno <strong>di</strong> pulizie. Nel 1830 mancano suppellettili sacre e<br />

bisogna intervenire con lavori alla porta ed ai gra<strong>di</strong>ni d'accesso. Nello stesso anno risulta<br />

interdetta la cappella <strong>di</strong> San Francesco o delle Anime Purganti, <strong>di</strong> patronato della<br />

congrega. L'anno dopo bisogna accomodare le suppellettili sacre.<br />

Negli anni 1833 (Priore Nicola Fasano), 1835 (Priore Felice Marzano, sindaco), 1836 il<br />

soffitto della congrega risulta cadente e le finestre sono senza vetri. Nel 1837 viene<br />

interdetta. Nel '40 (Priore Antonio de Falco) viene trovata lodevolmente tenuta, ma nel<br />

'41 ha già bisogno <strong>di</strong> intonacatura e tinteggiatura. Nel 1844 e 1845 risulta ben tenuta.<br />

Quest'anno per l'arretrato <strong>di</strong> messe da celebrare, che ammontano a 7.174, ricorre alla<br />

Santa Sede per l'assoluzione e riduzione delle stesse ad un numero corrispondente alle<br />

entrate della congrega. Officia in Santa Maria delle Grazie.<br />

Il 29 novembre del 1849 il sindaco Felice Marzano proibisce alla congrega <strong>di</strong> interrare i<br />

fratelli defunti nella propriaTerra Santa. Nel 1873 ha una ren<strong>di</strong>ta annua <strong>di</strong> lire 4.037,86.<br />

Il 21 gennaio 1900 il barone Carlo Colletta elabora nuove norme accentuando il carattere<br />

aristocratico del sodalizio. Il Priore è Francesco Fasano. Nel 1903 i Capitoli sono <strong>di</strong><br />

nuovo mo<strong>di</strong>ficati secondo i principi ispiratori del 1650 ed adeguati alla legislazione delle<br />

Opere Pie del 1890. Il 17 febbraio 1903 il Consiglio Comunale ratifica il nuovo Statuto. I<br />

sodali sono 50. Il Priore è Nicola Maria Fasano. Nel 1930 ha una ren<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> lire 3.139,08.<br />

Nel 1931 il “fratello” Paolino Angrisani, ottiene che la congrega allarghi l’impegno <strong>di</strong><br />

assistenza ai poveri ed abbia una gestione autonoma e laica.<br />

L'11 luglio 1935 riceve riconoscimento con Regio Decreto n. 1688.<br />

Nel 1950 la sua ren<strong>di</strong>ta è scesa a lire 2.290.<br />

Il 3 settembre 1987 <strong>di</strong>viene persona giuri<strong>di</strong>ca in base alla legge 20 maggio 1985 n. 222.<br />

Nel 1988 il Priore è Rino Rossi, che succede a Michele Pellegrino. Nel 1997 rinnova il<br />

suo Statuto e la sua ren<strong>di</strong>ta è <strong>di</strong> lire 188.000<br />

Svolge tuttora le Tre Ore <strong>di</strong> Maria Desolata e la processione dell'Addolorata il Venerdì<br />

Santo. Cura il mantenimento delle cappelle della Collegiata e del Purgatorio, che sono <strong>di</strong><br />

sua proprietà. Ha sede in un locale a<strong>di</strong>acente alla Collegiata, che fornisce il Padre<br />

Spirituale. E' tuttora attiva con 33 iscritti. Il cordone è bianco ed il medaglione porta<br />

<strong>di</strong>pinto un teschio.<br />

102


La congrega <strong>di</strong> Santa Maria della Neve nasce nel 1762. Sono presenti presso il notaio<br />

Domenico Brancaccio 36 "fratelli". Ventitré <strong>di</strong> essi si impegnano per una donazione<br />

annua <strong>di</strong> 48, 50 ducati. Gli iscritti nel 1764 passano a 55. Dal 1792 al 1817 <strong>di</strong>ventano<br />

227. Essa si riunisce ed officia nella chiesa abbaziale <strong>di</strong> S.ta M.a <strong>di</strong> Tutti i Santi in via<br />

Piccioli, <strong>di</strong> patronato della famiglia Ferrajoli, e paga 12 ducati all'abbate.<br />

I suoi Capitoli del 1762, approvati il 23 <strong>di</strong>cembre, sono conservati nell'Archivio della<br />

Collegiata. Nel 1769 vengono ricontrattati i patti col Capitolo.<br />

Un registro della Collegiata - il n. 27 - enumera i Priori della congrega: Orazio d'Amore<br />

(1762), Francesco Secondulfo (1777-1778-1791), Antonio <strong>di</strong> Matteo, Francesco Vacca<br />

(1788), Carlo Coppola (1792), Fer<strong>di</strong>nando de Falco (1795-1796), Francesco de Stefano e<br />

Gaetano Bianco, l'appaltatore dei lavori dell'abside della Collegiata (1798), Antonio <strong>di</strong><br />

Mauro, che è anche deputato e firma con un normografo (1799-1800-1801); Padre<br />

Spirituale è Gaetano de Felice, della potente famiglia de Felice (1802-1803-1804-1808-<br />

1809); Andrea Fragliasso (1807), Giovanni Fiorillo (1811), Domenico Aliperta (1812-<br />

1813), Domenico Scozio (1815).<br />

Il 10 marzo 1801 i "fratelli e le sorelle" ricevono dalla Curia romana indulgenza plenaria<br />

e remissione dei peccati in articulo mortis per un altro settennio.<br />

Nel 1807, periodo francese, è il Comune a nominare i suoi amministratori.<br />

Dai Ruoli della Fon<strong>di</strong>aria del 1814 e 1816 risulta una ren<strong>di</strong>ta imponibile <strong>di</strong> 2,95 e <strong>di</strong> 0,67<br />

ducati. Nel 1829 e nel 1831 mancano i vetri alle finestre della sede. Nel 1840 è ben<br />

tenuta. Il 24 aprile 1850 un Breve apostolico concede nuova indulgenza plenaria.<br />

Nel 1873 ha una ren<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> 341,64 lire<br />

E' tuttora attiva con 77 iscritti. Iscrive anche le "sorelle". Sostiene la spesa dell'olio della<br />

Festa delle Lucerne del 4/5 agosto, che ha cadenza quadriennale. Il cordone è verde ed il<br />

medaglione argenteo rappresenta l'immagine della Madonna della Neve.<br />

--------------------------------------------------<br />

Tutte le notizie sono tratte dall'Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Napoli: notai C: Majone, G:B: e M.A. Izzolo;<br />

dall' Archivio della Collegiata - cartelline A documento 46 , B 10a-64, C 17c-18-29b-36a-51-53a, F 55, G 9-19b-23-37, H<br />

38, L 6-6-27-61, M 7b-40-76, N 21, O 1f-16-35-36d-48, P 26-38, Q 8c-9-29-49-60, R 3a-4-9b,f,g-18-18d,e,f,h,i, S 16, T<br />

34-38c-53c, U 17-59, V 9, Zbis 97, cartellina b seu II 1a-7-18, dal Libello n. 24 e dal Registro n. 27;<br />

dall'Archivio Vescovile: Sante Visite del 1561-1586-1603-1616-1627-1630-1642-1647-1658-1695-1737-1757-1764-1765-<br />

1767-1769-1770-1808-1808-1810-1813-1815-1817-1824-1829/1833-1835/1845-1916-1954 e documenti vari;<br />

dall'Archivio Storico Comunale: Verbali Decurionali, Catasto Onciario e Ruoli della Fon<strong>di</strong>aria del 1814 e 1816;<br />

dalla rivista Summana nn. 6 -18-32 - articoli <strong>di</strong> Raffaele D’Avino, Alessandro Masulli e Giorgio Cocozza;<br />

dal manoscritto sul clero sommese della biblioteca <strong>di</strong> Alberto Angrisani - “Notizie <strong>di</strong> Somma Vesuviana “- Tomo II.<br />

103


FONDAZIONE DELLA COLLEGIATA<br />

9 aprile 1595<br />

A seguito <strong>di</strong> delibera dell'Università del 9 aprile 1595 della istituzione della Collegiata al<br />

Casamale i Domenicani del convento <strong>di</strong> Madonna dell'Arco il 28 ottobre1595, a seguito <strong>di</strong><br />

Breve Apostolico deliberano <strong>di</strong> sostenere le spese del mantenimento dei capitolari del<br />

Casamale. Re<strong>di</strong>ge l'atto il notaio napoletano Aloysio Ferri.<br />

Questa entrata si trasformerà in legato dei territori a nord <strong>di</strong> Pomigliano, i cui censuari<br />

daranno continui grattacapi al Capitolo fino al secolo XIX.<br />

"Die vigesimo octavo mensis octobris nativitate Xpi (Cristi) millesimo quingentesimo<br />

nonagesimo quinto Neapoli et proprie in territorio Casalis Sanctae Anastasiae pertinentiam<br />

<strong>di</strong>ctae civitatis Neapolim quod pre<strong>di</strong>cto <strong>di</strong>e ad...nobis contractus pro parte infrascriptos<br />

RR(everen<strong>di</strong>) PP(adri)...accessimus ad Venerabilem ecclesiam et monasterium noviter<br />

erectum Sanctae Mariae del Arcu or<strong>di</strong>nis Sancti Dominici congregatioinis S.Catherina de<br />

Siena or<strong>di</strong>nis pre<strong>di</strong>catorum et nobis ibidem exitentibus....per nos inibi ac in nostra presentia<br />

p.ti constituti d. P. Phies Sanctus Castellanus Prior d. monasterij, d. P. Saraphinus de Brussis<br />

hom., d. P. Pellegrinus de Nurcia sub Prior d. monasterij, d.P. fr. Gregorius de Ant(igna)no<br />

de Augubia, d.P.fr. Jo Bapta Caracciolus de Neapoli, d.P.fr. Domenicus de Mazzeo de<br />

Neapoli et R.P. fr. Domenicus de Clia de Vallo<strong>di</strong>ani fratres d. monasterij congregati et<br />

coadunati in unum in quadam camera d. monasterij majorem et saniorem partem d.<br />

monasterij ...imo omnes fratres ipsos et totum monasterium p.tum facien(tes) et reputantes<br />

pro utili causa d. monasterij et per eodem monasterio et ...in eo (in principium) asserentes<br />

coram nobis ac (causa) concessit et ex.nis or<strong>di</strong>ni p.to facta per ...sedem Cameram<br />

apostolicam loci et ecclesiam p.tam S.ta Maria del Arco voluisse ..monasterio quod d.i fratres<br />

inter alia conta in breve ac decreto apostolico ...expe<strong>di</strong>to per d. sedem Cameram apostolicam<br />

solvere deberent in anno quolibet scutos quingentos aureos terra Summa per nova Collegiata<br />

erigenda in terra p.ta nec non similiter anno quolibet solvere alios annuos ducatos centum<br />

p.to Casali S. Anastasiae pro illis solvendo monasterio..."<br />

Al Capitolo vengono assegnati anche gli introiti della Regia Dogana e dei maggiori fondaci<br />

della città <strong>di</strong> Napoli. 1)<br />

Nel 1596 interviene il Car<strong>di</strong>nale Paleotti che riba<strong>di</strong>sce l'impegno delle due istituzioni locali,<br />

Università e Domenicani, a sostenere le spese dell'erigenda Collegiata:<br />

"Molto Rev(erendo) Sig(nore)<br />

A richiesta del Signor Duca <strong>di</strong> Sessa nostro Signore s'è contentato che l'erettione della<br />

Colleggiata se facci in Somma con l'assignamento già designato de scu<strong>di</strong> seicento d'intrate<br />

dell'elimosine de s.ta Maria del Arco con questo che la Comm(uni)ta faccia perimente<br />

un'assignamento d'intrate bastante per dui Can(oni)ci che sarando le seconde Dignità nella<br />

d.a chiesa à libera nominatione d'essa Comm(uni)ta la quale oltra de(tte cose) sia tenuta<br />

pigliar' sopra <strong>di</strong>-se il carico et s'oblighi legitimamente <strong>di</strong> far' tutte le spese necessarie per la<br />

fabrica sacrestia paramenti et altre cose che bisognarando per il culto et ser(viti)o della<br />

chiesa ad arb(itri)o del Ves(cov)o che sara pro tempore con parer' et conseglio <strong>di</strong> quelli che<br />

saranno dall'Un(iversi)ta deputati per questo del resto V.S. avisi de mano in mano quel che<br />

soccedera accio che se li possono dar' gli or<strong>di</strong>ni opportuni confor(m)e al bisogno <strong>di</strong> Roma li<br />

11 d' Aug(usto) 1596.<br />

DVS molto Rev. Come fr(ate)llo<br />

Il Card(ina)le Paleotti 2)<br />

104


"Capitoli e Statuti della chiesa Collegiata <strong>di</strong> Santa Maria Maggiore <strong>di</strong> Somma<br />

Diocesi <strong>di</strong> Nola<br />

17 giugno 1601<br />

CLEMENTE P.P. VIII<br />

Ad perpetuam rei memoriam<br />

Capitoli e statuti fatti per la Chiesa Collegiata <strong>di</strong> S.M.a Maggiore <strong>di</strong> Somma, Diocesi <strong>di</strong><br />

Nola a dì 17 Giugno 1601, approvati e ridotti ultimamente in questa forma dalla Sacra<br />

Congregazione sopra Vescovi e Regolari.<br />

I - In prima che il Preposito, Cantore, Tesoriere, Teologo, e quattro Canonici siano<br />

Sacerdoti, due altri Canonici Diaconi e due ultimi Sud<strong>di</strong>acono, da <strong>di</strong>chiararsi da questa<br />

quin<strong>di</strong>cesima volta ad arbitrio del Vescovo <strong>di</strong> Nola, il Sacrista, o gli altri eddomedari<br />

siano similmente Sacerdoti con <strong>di</strong>chiarazione che quelli i quali saranno promossi alli<br />

Canonicati Sacerdotali, si abbiano a far Sacerdoti infra annum, e fra sei mesi pigliare<br />

l'or<strong>di</strong>ne sacro. I Canonici Diaconi e sud.ni fra sei mesi debbono or<strong>di</strong>nanrsi agli or<strong>di</strong>ni<br />

spettanti ai loro Canonicati, che non pigliando in tempo non possono partecipare delle<br />

<strong>di</strong>stribuzioni quoti<strong>di</strong>ane, né hanno voce in Cap(itolo) e se fra un anno non saranno<br />

or<strong>di</strong>nati incorrono nelle pene dei Sacri Canoni e del Sacro Conc(ilio) <strong>di</strong> Trento.<br />

II - Item si or<strong>di</strong>na che se il Canonico della prebenda Diaconale o Sud<strong>di</strong>aconale vorrà<br />

farsi Sacerdote lo possa fare liberamente ma debba in ogni modo servire nell'ufficio <strong>di</strong><br />

Diacono e Sud<strong>di</strong>acono spettante al suo canonicato non ostante il Sacerdotio.<br />

III - Item si or<strong>di</strong>na che tutti del clero <strong>di</strong> detta Collegiata compresovi ancora<br />

espressamente il Preposito debbono personalmente servire alla Chiesa ogni giorno in<br />

tutte le ore canoniche, come prescrive il sacro Conc: <strong>di</strong> trento sella Sessione 24 de ref.<br />

cap: 12 non per eddomada, quanto alla vacanza et assenza non si accordano li tre mesi<br />

conforme al medesimo Concilio dell'istesso cap: 12 e de i giorni dell'assenza si faccia<br />

libro particolare e si annotano <strong>di</strong> mano <strong>di</strong> ambedue i Puntatori o <strong>di</strong> uno <strong>di</strong> essi co<br />

l'intervento del Preposito, la quale vacanza però non si permetta né faccia buona nelle<br />

feste solenni o <strong>di</strong> Natale ne al tempo della Quadregesima o dell'advento. e chi mancherà<br />

dal servizio in questi giorni perda le <strong>di</strong>stribuzioni secondo il mancamento e circa le<br />

<strong>di</strong>stribuzioni per il resto del tempo si guadagnino e si per<strong>di</strong>no respettivamente conforme<br />

al sud.o dec(reto) del Conc(ilio) <strong>di</strong> Trento.<br />

IV - Item si or<strong>di</strong>na che ogni giorno si abbiano a celebrare almeno quattro messe cioè la<br />

p.a al far del giorno la seconda a due hore <strong>di</strong> giorno, la terza sia la messa cantata, e<br />

l'altra dopo tutti gli offici, quali messe si debbono celebrare per hebdomada includendosi<br />

<strong>di</strong>gnità Canonici et eddomadari, compartendosi fra <strong>di</strong> loro in modo che tocchi a tutti col<br />

farsi la tabella a posta dal Cantore, quale sia affissa in Sacristia, da mutarsi da<br />

settimana in settimana, e cosi osservarsi in futuro, nelle quali quattro messe possono<br />

so<strong>di</strong>sfare gli oblighi insieme al Cap(itolo) e quanto alli Can.ci ed altri della Collegiata,<br />

che per ancora non hanno, né possono avere l'habitatione vicina, sia rimessa al Vescovo<br />

il farli servire ogni giorno alla Chiesa che considerata la <strong>di</strong>stanza ci provveda come a lui<br />

105


parerà espe<strong>di</strong>ente, presigendoli termine a suo arbitrio, che ciascuno si proveda <strong>di</strong> stanza<br />

vicina e solleciti in tanto che la fabrica che si deve fare dalla Comunità per l'habitazione<br />

de Can.ci si facca quanto prima.<br />

V - Si or<strong>di</strong>na che ognuno del clero sia tenuto <strong>di</strong> servire nella messa cantata secondo il<br />

ripartimento per se e non per sostituto, tuttavia se fusse alcuno legittimamente impe<strong>di</strong>to,<br />

la possa servire un altro Can.co in luogo suo, ma se questo non accetta il carico <strong>di</strong><br />

supplire, in tal caso la canti il successore, co la per<strong>di</strong>ta della <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> quel giorno<br />

dell'impe<strong>di</strong>to, in modo che l'impe<strong>di</strong>mento no fusse legittimo: l'istesso s'osservi nelle<br />

<strong>di</strong>gnità: che se sarà occupato il Preposito, la canti la seconda <strong>di</strong>gnità.. e cosi<br />

successivamente. Le messe private si possono fare so<strong>di</strong>sfare da altri Preti, purché si<br />

celebrino in detta Chiesa Collegiata.<br />

VI - Item si or<strong>di</strong>na, che li Diaconi e Sud<strong>di</strong>aconi servino alla messa conventuale<br />

alternatim, e se alcuno <strong>di</strong> essi fusse per giusta causa impe<strong>di</strong>to, in luogo de Diacono<br />

supplisce l'ultimo prete Can.co, et in luogo del Sud<strong>di</strong>acono, supplisca l'ultimo Diacono,<br />

quando mancassero Diaconi e Sud<strong>di</strong>aconi, che l'ultimo Prete faccia il Sud<strong>di</strong>acono, e il<br />

penultimo il Diacono, e cosi successivamente il <strong>di</strong>fetto dell' ultimo o del penultimo<br />

suppliscano gli altri.<br />

VII - Item si or<strong>di</strong>na, che si puntino quelli quali mancheranno a i <strong>di</strong>vini offici, e si<br />

leveranno tanti grani , o carlini, conforme all'entrate, che si stabiliranno per ciascuno<br />

in tutte l'ore canoniche o non che messe, ed altri <strong>di</strong>vini offici, e quali assenti si<br />

segneranno nel matutino, (et hore?) finito l'Inno al cominciar del p(rim)o salmo, e nella<br />

messa nel la p(rim)a orazione. Le dette porzioni de punti delli assenti s'accresceranno et<br />

applicheranno nell'avvenire alli servienti e presenti alli <strong>di</strong>vini offici, ma le punti del<br />

tempo passato, cioè quelli che sono occorsi sin al presente, si lasceranno alla Sacristia,<br />

alla quale si dovranno applicare ancora le porzioni delle <strong>di</strong>stribuzioni de Canonicati<br />

vacanti pro tempore per morte, per il tempo però solamente che staranno vacanti, e li<br />

Puntatori siano sempre due Can.ci, uno eletto dal Vescovo e l'altro dal Cap.lo.<br />

VIII - Item si or<strong>di</strong>na, che tutti quelli quali gli saranno infermi debbono godere come se<br />

fussero presenti, facendo però costare per relazione de Can.co Infermiero, il quale non lo<br />

dovrà fare, se non fatta p.a la visita dell'Infermiero ed hautane ancora relazione dal<br />

me<strong>di</strong>co, e questo Can.co Infermiero <strong>di</strong> (si) dovrà eleggere og(n)'anno, come gli altri<br />

officiali.<br />

IX - Item si or<strong>di</strong>na, che se alcuni <strong>di</strong> d.ti Can.ci e Beneficiati haverà bisogno <strong>di</strong> purgarsi<br />

ne tempi, o d' andare a bagni col consiglio del me<strong>di</strong>co, se li possa dare licenza dal<br />

Cap.lo, purché no eccita (ecceda) in un anno <strong>di</strong> tre mesi dell'assenza, la quale è<br />

permessa dal Sacro Conc.o <strong>di</strong> Trento nel sud.o Cap: XII, ses: 24 e per quin<strong>di</strong>ci giorni<br />

solamente compresi nel sud.o tempo, concedendolo il Cap.lo per causa legittima, si<br />

possa havere per presente e serviente, e l'istesso se sarà assente per servizio della<br />

Chiesa, e del Cap.lo: Ma quelli che saranno assenti ex causa stu<strong>di</strong> ex <strong>di</strong>(s)pensazione<br />

ap(ostolica) non possano godere delle <strong>di</strong>stribuzioni quoti<strong>di</strong>ane, se dalla mede(si)ma<br />

<strong>di</strong>spenza, o licenza concessa dalla seda Ap(osto)lica non li fussero concesse, e durante<br />

106


l'assenza, l'istessa si osservi negli assenti contumaci, esulati, e condannati per debito o<br />

debito, o per altra causa non legittima, e che no haveranno la licenza dal Cap.lo, quali<br />

tutti non potranno pretendere, ne godere in modo alcuno delle <strong>di</strong>stribuzioni quoti<strong>di</strong>ane.<br />

X - Item si or<strong>di</strong>na, che le <strong>di</strong>gnità, Can.ci ogni anno si debbano unire nel p(rim)o <strong>di</strong><br />

agosto capitularmente e creare gli officali del Cap.lo come sono: Camerlengo, Priore,<br />

Segretario, Infermieri officiali, i quali eletti che saranno debbono prestare pubblicamente<br />

giuramento in mano del Vescovo che sarà presente, et in assenza, al Preposito de bona<br />

administratione, i quali si eleggano per suffragi secreti, e che il Camerlengo debbia dare<br />

sicurtà <strong>di</strong> esiggere e pagare tutti del Cap.lo, secondo la rata, che a ciascheduno toccherà<br />

nel tempo che si stabilirà l'or<strong>di</strong>nario, e <strong>di</strong> rendere buon conto, e la sicurtà si <strong>di</strong>a al<br />

istesso Cap.lo.<br />

XI - Item si or<strong>di</strong>na, che chi sarà eletto officiale del Cap.lo abbia subito accettare il<br />

carico, et adempire quello che bisognerà, e chi ricuserà <strong>di</strong> accettarlo, non essendo<br />

legittimamente impe<strong>di</strong>to, per il quale impe<strong>di</strong>mento si stia alla <strong>di</strong>chiarazione e giu<strong>di</strong>zio<br />

del Vescovo, paghi docati sei <strong>di</strong> pena <strong>di</strong> applicarsi alla Sacristia , e fabrica della Chiesa,<br />

ed il Camerlengo delli p.ti danari delle entrate dovuteli, li paghi o sborsi a beneficio <strong>di</strong><br />

d.a Chiesa.<br />

XII - Item si or<strong>di</strong>na, che il Sacrista debba dare sicurtà de bene administrando, oltre il<br />

giuramento che darà, e se li consegnano i paramenti, ed altri suppellettili della Chiesa<br />

per inventario ed il suo sopraintendente sia il Tesoriere, come Sacrista maggiore.<br />

XIII - Item si or<strong>di</strong>na, che in fine dell'anno il Cap.lo abbia da fare due Sindacatori, a<br />

vedere li conti, spese, partite, affitti, locazioni, quinterni tanto d'introito, quanto <strong>di</strong> esito,<br />

minutamente partita per partita, e se li detti officiali haveranno esercitato bene il loro<br />

offizio, gli saranno (daranno) la loro liberazione, e quando fussero debitori, o no(n)<br />

havessero esercitato bene, ne debbano dare avviso al Vescovo, acciò se li <strong>di</strong>a il contegno<br />

castigo.<br />

XIV - Item si or<strong>di</strong>na, che quando alcuno sarà promosso a Dignità, Canonicato,<br />

Hebdomadariato, ciascuno sia tenuto <strong>di</strong> lasciare alla Sacristia la sesta parte dell'entrate<br />

<strong>di</strong> un anno delli p(rim)i frutti, e si riverseranno dal camerlengo in beneficio della<br />

medesima Sacristia.<br />

XV - Item si or<strong>di</strong>na, che quando si haverà a fare spesa la Sacristia, come per la<br />

riparazione della Chiesa, o per altra causa, che si debba proporre in Cap.lo dal Priore,<br />

ed il Preposito <strong>di</strong>a il suo p(rim)o voto, e doppo <strong>di</strong> altri per or<strong>di</strong>ne e cosi in ogni cosa<br />

proposta, ed il Cap.lo si deputi una o due persone sopraintendenti a quella spesa , con<br />

or<strong>di</strong>ne e saputa delli quali il Camerlengo paga li danari che saranno necessari, e poi ne<br />

darà conto nel fine della sua amministrazione, ma nelle spese necessarie, che non<br />

eccedano la somma <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci carlini, si possano fare per il Sacrista, co intervento del<br />

Tesoriere.<br />

107


XVI - Item si or<strong>di</strong>na che quando si dovrà congregare il Cap.lo per negozio straor<strong>di</strong>nario<br />

debba procedere il dì p(rim)o una cedola del Proc(urato)re o Segretario che serva per<br />

intimatione legittima, e nel trattare i negozi, se co i pareri publici no(n) s'accordano, si<br />

dovranno pigliare i voti secreti, adopranno pallottole bianche e negre per evitare<br />

gl'inconvenienti che potriano succedere.<br />

XVII - Item che il Cap.lo delle cose temporali si faccia ogni lune<strong>di</strong> <strong>di</strong> ciascuno mese,<br />

no(n) impe<strong>di</strong>to da festa dappoi e più spesso se sarà necessario, doppo la messa cantata, e<br />

le Dignità, e Canonici stiano co le loro cappe, e l'altri co li elmucci, secondo i tempi, e<br />

primieramente fatta l'orazione ed invocato il <strong>di</strong>vino aiuto, ciascuno sedendo nel suo<br />

luogo prefisso, modestamente, ed or<strong>di</strong>natamente <strong>di</strong>a il parere suo, ne sia lecito a<br />

nessuno <strong>di</strong> partirsi, se non <strong>di</strong> licenza del Preposito, ed in sua assenza del Cap.lo e che<br />

almeno due volte al mese si faccia un altro capitolo <strong>di</strong> conferende spirituali, nel qual<br />

ancor si tratti della forma <strong>di</strong> servire bene la Chiesa e <strong>di</strong> levare gli abusi.<br />

XVIII - Item si or<strong>di</strong>na, che le cose si tratteranno in Cap.lo, e si <strong>di</strong>ranno, che si tengano in<br />

segreto, e non le possano rivelare a persona alcuna.<br />

XIX - Item si or<strong>di</strong>na, che il Segretario debba ogni mese recuparare le scritture della<br />

Chiesa, le locazioni, et altri contratti e gli stromenti in forma probanti e riponerli negli<br />

archivi della chiesa, e debba ancora conservare lettere fatte al Cap.lo, e fare le debite<br />

risposte, come li sarà imposto, e 33annotare li decreti e deliberazioni del Cap.lo sud.o,<br />

come si faranno.<br />

XX - Item si or<strong>di</strong>na, che nel fine d'ogni mese si faccia calcoli delli punti per sapere la<br />

rata che ciascuno deve pagare, e dopo annotarli nel libro delle <strong>di</strong>stribuzioni or<strong>di</strong>narie<br />

per accrescerle alli servienti, et alli interessanti, come si è detto <strong>di</strong> sopra nel cap(ito)lo<br />

ultimo.<br />

XXI - Item si or<strong>di</strong>na, che li Eddomadari, secondo l'eddomada quante volte occorreranno<br />

gli offici, siano obligati <strong>di</strong> trovare prima nei libri il canto piano, l'Antifone, responsori,<br />

versi, e messe da cantarsi, acciò senza nessuno intoppo si possa seguire il <strong>di</strong>vino officio,<br />

ed uno <strong>di</strong> essi canterà il Martirologio ed in assenza lo leggerà l'ultimo Can.co che sarà<br />

in coro.<br />

XXII - Item si or<strong>di</strong>na, che il Can.co Eddomadario debbia cominciare lui le ore<br />

canoniche, e nelle feste vestire il Piviale.<br />

XXIII - Item si or<strong>di</strong>na, che il Preposito sia assente <strong>di</strong> fare l'heddomada, ma che però<br />

debba intervenire alle hore canoniche ed alli <strong>di</strong>vini offici come gli altri, e nelle feste<br />

solenni debba cantare le p(rim)e vesperi, messa e compieta, al quale assistano due<br />

Can.ci, uno Diacono e l'altro Sud<strong>di</strong>acono che si troveranno <strong>di</strong> servizio e due altri<br />

eddomedari tutti vestiti co piviale, et in assenza del Preposito, canterà la seconda<br />

Dignità, ed in <strong>di</strong>fetto la terza e cosi successivamente, e per feste solenni, s'intendano le<br />

feste <strong>di</strong> p(rim)a classe prescritte nel Breviario Romano, e <strong>di</strong> più le seguenti feste, cioè:<br />

Giovedì, venerdì e sabbato della settimana Santa; Circoncisione de Sig(no)re,<br />

108


Purificazione, Annunciazione, e Natività della Madonna e la bene<strong>di</strong>zione delle candele,<br />

ceneri, e palme e il Sab(a)to della Pentecoste, e la bene<strong>di</strong>zione Fonti.<br />

XXIV - Item si or<strong>di</strong>na, che oltre il numero delli sei Chierici or<strong>di</strong>nari se ne possano<br />

aggiungere altri sei soprannumerari dal Vescovo e tre Dignità, e servendo gratis ne i<br />

<strong>di</strong>vini offici, mancando uno degli or<strong>di</strong>nari, entri nel luogo suo il p(rim)o matricolato, col<br />

consenso però del Vescovo, e essi Chierici soprannumerari mentre serviranno possono<br />

godere <strong>di</strong> tutte le prerogative degli or<strong>di</strong>nari.<br />

XXV - Item si or<strong>di</strong>na, che tutti i sei Chierici beneficiati siano <strong>di</strong> quattro or<strong>di</strong>ni minori, e<br />

venendo in età legittima <strong>di</strong> pigliare gli or<strong>di</strong>ni sacri non siano astretti mentre no(n)<br />

haveranno altro beneficio nella medesima Collegiata, o fuori, che gli oblighi, e collatione<br />

et elezione vespertinamente <strong>di</strong> questi sei Chiericati, e Chierici, attesa la tenuità delle<br />

entrate si faccia sempre ancora a primeva erectione dal medesimo Vescovo, ed altri suoi<br />

successori pro tempore.<br />

XVI - Item si or<strong>di</strong>na, che tutti i Chierici or<strong>di</strong>nari, come soprannumerari debbano fare<br />

tutti quei servigi della Chiesa che li saranno imposti, e comandati dal Preposito e<br />

particolarmente servire alle messe lette, e cantate, e uno <strong>di</strong> essi fare il Turriferario per<br />

ciascuna festa, e dare l'incenzo al Diacono ed al popolo, lasciando al Diacono che<br />

incenzi tutto il Clero, e gli istessi Chierici, <strong>di</strong>ranno i responsori, e versiculi brevi negli<br />

ufficii.<br />

XXVII - Item si or<strong>di</strong>na, che i Chierici stiano nel Coro in un banco separato, e due degli<br />

altri sei che no(n) saranno d'ebdomada da ogni mattina vicissino (sic) debbano assistere<br />

nella Chiesa ad aiutare le messe, e chi contravverrà sia puntato, e li soprannumerari la<br />

seconda volta che no(n) obe<strong>di</strong>ranno, si possano privare dal Cap.lo però solamente, ed in<br />

luogo de privati se n'abbiano da eliggere altri dal Vescovo, e tre Dignità, come si è detto<br />

<strong>di</strong> sopra, e parendo al Vescovo d'esentare i Chierici qualche giorno festivo (sopra è<br />

aggiunto feriata), però solamente, per ogni settimana dal servizio del Coro, acciò<br />

possano attendere ancora ad imparare, lo possa fare almeno a vicenda della metà per<br />

volta, o come meglio esso giu<strong>di</strong>cherà, purché il servizio della Chiesa non venga a patire.<br />

XXVIII - Item si or<strong>di</strong>na, che quando si haverà <strong>di</strong> andare in Coro per celebrare i <strong>di</strong>vini<br />

offici, i Chierici, e tutti gli altri, e le Dignità, vadano al segno della campana ed eschino<br />

dalla Sacristia a due, a due aspergendosi prima la fronte co l'acqua Santa, e fatta la<br />

genuflessione avanti il Sant(issi)mo Sacramento, s'inchinino l'uno verso l'altro e va<strong>di</strong>no<br />

in Coro ne i loro luoghi, ivi genuflessi si fermino finché si comincia l'ufficio, il quale<br />

finito, co l'istesso or<strong>di</strong>ne ritornino in Sacristia.<br />

XXIX - Item si or<strong>di</strong>na, che tra gli altri officiali <strong>di</strong> d.o clero si eligga uni de i Canonici, o<br />

Dignità, <strong>di</strong>sciplinato, modesto, e <strong>di</strong> autorità, il quale si chiamerà Prefetto del coro, ed<br />

haverà cura <strong>di</strong> mantenere la <strong>di</strong>sciplina ecc(lesias)tica, e modestia in Coro, e nelle<br />

processioni corrigere, ed emendare li <strong>di</strong>fetti che troverà o <strong>di</strong>ssubi<strong>di</strong>enza, in tanti punti<br />

ad arbitrio del Vescovo, e per l'elezione <strong>di</strong> questo Prefetto, il Cap.lo moninerà tre per il<br />

meno, o quattro Can.ci il più, ed il Vescovo che sarà pro tempore ne eliggerà uno <strong>di</strong><br />

109


quelli per Prefetto; ne si possa partire nessuno dal Coro a <strong>di</strong>re messa, se no(n) chiamato<br />

dal sacristano, co licenza del Prefetto, la quale chiederà ancora in ogni altra occasione<br />

necessaria che bisognasse <strong>di</strong> partire.<br />

XXX - Item si or<strong>di</strong>na, che nel <strong>di</strong>re messa, matutino, vespri coppi e semicoppi si osservi<br />

l'or<strong>di</strong>ne della Cattedrale <strong>di</strong> Nola, e come al Vescovo parerà più espe<strong>di</strong>ente, col consenso<br />

de i Canonici.<br />

XXXI - Item si or<strong>di</strong>na, che la Domenica finito il matutino si pubblicano in Coro dal<br />

Sacristano gli Anniversari che in quella settimana si dovranno celebrare per le anime,<br />

cosi de defonti particolari, come de benefattori, ed anche il nome <strong>di</strong> colui a chi toccherà<br />

il peso della messa; onde fra il spazio <strong>di</strong> se<strong>di</strong>ci settimane, cominciando dal Preposito, e<br />

terminando nell'ultimo eddomedario tocchi a ciascheduno la sua ebdomada <strong>di</strong> tutti i<br />

defunti, e benefattori del Capitolo, ed ogni lune<strong>di</strong> non impe<strong>di</strong>to da feste solenni, ed in<br />

questo caso il p(rim)o giorno sussequente similmente no impe<strong>di</strong>to per essi si <strong>di</strong>ca la<br />

messa de morti cantata, e quando vi fussero Anniversari particolari fra la settimana,<br />

quello a chi tocchi debba <strong>di</strong>re la messa cantata invece della letta.<br />

XXXII - Item si or<strong>di</strong>na, che quando verrà alcuno defonto della Chiesa Collegiata tutti del<br />

cap.lo debbano portare le candele che li saranno date accese durante d(ett)e esequie, e<br />

quelle estinte ne consegneranno la metà alla sacristia per servizio della Chiesa, ed il<br />

Sacrista le peserà per tenerne conto, ed annotare se qualched'uno restasse <strong>di</strong><br />

sconsegnarle, e l'altra metà resterà a loro.<br />

XXXIII - Item si or<strong>di</strong>na, che tutte l'elemosine che verranno alla Chiesa per l'esequie però<br />

solamente de morti si debbono <strong>di</strong>stribuire, levatene la porzione per la Sacristia secondo<br />

<strong>di</strong>chiarerà il Vescovo al Clero della Collegiata a ciascuno la rata sua, a quelli però che<br />

si troveranno pre(sen)ti a d.o officio ed esequie, e no agli altri, che non vi si troveranno,<br />

etiam che per legittimo impe<strong>di</strong>mento havessero a godere delle <strong>di</strong>stribuzioni quoti<strong>di</strong>ane.<br />

XXXIV - Item si or<strong>di</strong>na, che <strong>di</strong> tutte le spese che si faranno dal Cap.lo alla Sacristia, e<br />

fabrica, e reparazione, il Proc(urato)re ne debbia fare libro, e darne conto a suo tempo.<br />

XXXV - Item si or<strong>di</strong>na, che nessuno senza licenza in iscritto del Cap.lo possa presentare<br />

(prestare) paramenti, ne altra cosa della Chiesa ad alcuna persona etiam Eretica sotto<br />

pena del doppio della valuta della cosa prestata.<br />

XXXVI - Item si or<strong>di</strong>na, che no si debbano locare, o affittare le cose della Chiesa a<br />

parenti delle Dignità Can.ci Eddomadari, o Chierici del d.o Cap.lo, eccetto in evidente<br />

necessità della Chiesa, e co duplicata scrittura.<br />

XXXVII - Item si or<strong>di</strong>na, che si faccia un archivio co uno armario a posta, dove si<br />

pongano tutte le scritture del Cap.lo, ed ivi si conservi Inventario fatto da publico<br />

notaro, <strong>di</strong> tutte l'entrate della Chiesa, co i fini e confini delli territori, et altri stabili, e<br />

mobili <strong>di</strong> d.a Chiesa, nel quale armario stiano due chiave, una delle quali terrà il<br />

Preposito, e l'altra il Segretario del Cap.lo.<br />

110


XXXVIII - Item si or<strong>di</strong>na, che nessuno del Cap.lo debba pigliare presenti in donativo<br />

dalli conduttori delle robbe <strong>di</strong> d.a Chiesa, sotto pena ad arbitrio del Vescovo.<br />

XXXIX - Item si or<strong>di</strong>na, che si assignano delle ore per tutto l'anno, mese per mese <strong>di</strong> <strong>di</strong>re<br />

il matutino, l'hore, Vespri, e Compiete, e che il Cantore facto verbo nel Cap.lo l'assegni,<br />

e ne faccia affiggere tabella in Sacristia.<br />

XXXX - Item si or<strong>di</strong>na, che il Sacrista habbia da sonare a gli ufficii nell'hora stabilita,<br />

mese per mese e che si suoni l'Ave Maria tre volte il giorno cioè la mattina, il mezzo dì, e<br />

la sera. Ancora quando nella Chiesa si verrà qualcheduno a seppellire, e l'elemosina<br />

sarà della Sacristia per la metà, come si è detto <strong>di</strong> sopra al cap.o XXXII.<br />

XLI - Item si or<strong>di</strong>na, che in detta Collegiata si osservino le feste <strong>di</strong> precetto ed ancora<br />

quelle che haverà <strong>di</strong>chiarate il Vescovo nella Sinodo Diocesana essere <strong>di</strong> consuetu<strong>di</strong>ne.<br />

XLII - Item si or<strong>di</strong>na, che circa il celebrare ed osservare le cerimonie, ed altre cose<br />

necessarie alla Chiesa, e <strong>di</strong>vini officii debbono osservare la suddetta Sinoda, le<br />

Cerimoniale, e particolarmente il Rituale Romano e Rubbriche del messale.<br />

XLI (sic, ma è il 43°) - Item si or<strong>di</strong>na, che il Canonico Theologale debba havere il luogo<br />

secondo il tempo della processione come gli altri Canonici, senza <strong>di</strong>fferenza alcuna, e<br />

due o tre volte la settimana debba leggere casi <strong>di</strong> coscienza, o altre lezzioni della Sacra<br />

Scrittura ad elezione del Vescovo.<br />

XLIV - Item si or<strong>di</strong>na, che in quel giorno che d.o Theologo leggerà sia esente dal Coro,<br />

habbia non<strong>di</strong>meno per presente quanto alle <strong>di</strong>stribuzioni, e si potrà leggere il Martedì, ed<br />

il Venerdì, e quando in alcuni <strong>di</strong> d.ti giorni vi fusse festa, che si legga il giorno seguente,<br />

e se gli concederà la vacanza del leggere la Pasqua, ed il Natale, cioè dalla Domenica<br />

delle Palme, sino alla Domenica in Albis, e dalla festa <strong>di</strong> San Tommaso Ap(osto)lo, sino<br />

all'Epifania.<br />

XLV - Item si or<strong>di</strong>na, che morendo alcuno del Cap.lo , e del detto Clero, siano tenuti tutti<br />

d'andare ll'esequie, lo quale se si farà <strong>di</strong> sera si canti sopra il Cadavere il Vespro e<br />

Notturno de defonti, se <strong>di</strong> mattina la messa, co il liberame Domine e tutte le altre<br />

solennità funerali, e se muore alcuno semplice Chierico vadano tutti, dalli Can.ci in<br />

fuori.<br />

XLVI - Item si or<strong>di</strong>na, che doppo il giorno della commemorazione de i morti, si faccia un<br />

officio pro defunctis Epi(scopi)s, ed un altro pro defunctis fr(atr)ibus <strong>di</strong>cti Cap.li, e suoi<br />

Benefattori, conforme alla Sinodo Diocesana.<br />

XLVII - Item si or<strong>di</strong>na, che nella Quadragesima li canonici ed altri del d.o Clero<br />

debbono ascoltare la pre<strong>di</strong>ca in d.a Chiesa, e la pre<strong>di</strong>ca si faccia doppo finita la messa<br />

cantata conventuale.<br />

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XLVIII - Item se or<strong>di</strong>na, che il Cap.lo nullo (verumque) futuro tempore possa fare statuti,<br />

ed or<strong>di</strong>nazioni, quali <strong>di</strong>recte ut in<strong>di</strong>recte repugnano alli pu(blica)ti Statuti, ma d'altre<br />

cose più repugnanti alli sud.ti cap.li, ed alla Sinodo Diocesana li possano fare co<br />

approbazione però dell'Or<strong>di</strong>nario, o della Sacra Congregazione.<br />

XLIX - Item si or<strong>di</strong>na, che le cose che occorreranno e non si trovano specificate nelli<br />

presenti cap.li, e cons(stituti)oni, si osservi il Sacro Concilio <strong>di</strong> Trento, e la Sinodo<br />

Diocesana.<br />

L - Item si or<strong>di</strong>na, che li pu(blica)ti Capitoli, e statuti og(n)'anno, nel giorno della<br />

creazione degli Officiali, si debbano leggere in loro presenza prima che si proceda alla<br />

creazione <strong>di</strong> essi.<br />

LI - Item si or<strong>di</strong>na, che le Dignità, Canonici, ed altri del Clero <strong>di</strong> d.a Collegiata debbano<br />

ad unquam osservare li presenti Cap(itulation)i e statuti, al tenore <strong>di</strong> essi, senza replica<br />

sotto le pene in esse contenute, ad altre maggiori, ad arbitrio del Vescovo.<br />

E volemo che quelli i quali saranno promossi in d.o Clero, tanto dalla sede Apostolica,<br />

come dal Vescovo, secondo la reservazione dell'alternativa, ed altre, debbano esibire le<br />

bolle in Cap.lo, che si dovrà in questo effetto convocare dal Preposito, o dal altri, a quali<br />

spetterà ed ivi si leggeranno le bolle suddette, e dopo, al provisto si daranno a leggere li<br />

pu(blica)ti statuti, e Capitoli, e finito <strong>di</strong> leggere, se li dovrà dare il giuramento in Cap.lo<br />

dal Preposito, o da chi terrà il p(rim)o luogo, secondo la forma che li prescriverà il<br />

Vescovo da osservarli, e farli osservare (spazio bianco), il quale or<strong>di</strong>ne si dovrà<br />

osservare inviolabilmente per tutto il corso <strong>di</strong> d.a Collegiata. Quo circa (spazio bianco)<br />

Ep(iscop)o Nolano per partes committimus et mandamus, ut p.ta Cap(itu)la, et statuta,<br />

quando, et quoties opus fuerit, publicari, ac ab omnibus, ad quos spectat, et spectabit<br />

inviolabiliter observari curet, et faciat. Non obstari prioribus licteris pre.tis, ac quibusvis<br />

constitutionibus, et or<strong>di</strong>nationibus ap(osto)licis ceteris(que) contrariis quibuscumque.<br />

Datum Romae apud Sanctum Petrum sub Annulo Piscatori, Die tertia Aprili MDCIII.<br />

Pontificatus Nostri Uno Presentata in generali Visitatione in Terra Summa <strong>di</strong>e: 29<br />

A(pri)lis 1613 per R(everen)dum Abba. Josephum Figliola Can.cum et Can. Collegiatae.<br />

(Inizia a questo punto forse l'annotazione <strong>di</strong> una Santa Visita).<br />

Per prima si deve notare che l'avorio della cattedrale è l'istesso che il nostro.<br />

Per secondo si deve notare che circa la rubrica si deve oss(ervare) il R(ituale) il<br />

C(erimoniale) il P(ontificale) Romano.<br />

Per terzo si deve notare (cambia la scrittura) che la R(ubrica) del Mes(sale) del<br />

B(reviario) R(omano) e la regola la più prossima della nostra quoti<strong>di</strong>ana officiatura.<br />

Per quarto si deve notare che abbiamo (spazio bianco) decreti pu(blica)ti della S. Visita.<br />

Per quinto si deve notare che anche i decreti p.ti della S. Visita sono per regola nostra.<br />

Per sesto si deve notare che alcun capitolo dello statuto" (interruzione). 3)<br />

--------------------------------------------<br />

1) Archivio della Collegiata - cartellina Q - doc. 49.<br />

2) Archivio della Collegiata - cartellina Q doc. 60.<br />

3) Ibidem - cartellina B seu II - doc. 18 e cart. O doc. 35.<br />

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CONVENTO DELLE DONNE MONACHE<br />

<strong>DI</strong> PORTA TERRA AL CASAMALE<br />

29 aprile 1618<br />

Nell'Archivio Storico Comunale tra gli atti della Regia Camera della Summaria ho<br />

rinvenuto i Capitoli <strong>di</strong> fondazione del convento. Una lite giu<strong>di</strong>ziaria è incar<strong>di</strong>nata presso<br />

quel tribunale contabile dai cre<strong>di</strong>tori dell'Università. Gli atti processuali datano 7 luglio<br />

1694.<br />

La costruzione del convento sul mastio aragonese risale alle delibere dell'Università del<br />

29 aprile, del 10 giungo e del 26 ottobre 1618.<br />

La procedura inizia con la supplica al re tramite il Cappellano Maggiore:<br />

"Ill.mo et Ecc.mo Sig.re<br />

Per parte dell'infrascritti supplicanti mi è stato presentato l'infrascritto memoriale<br />

videlicet:<br />

Ill.mo et Ecc.mo Sig.re l'Università et homini dela Terra <strong>di</strong> Somma della <strong>di</strong>ocese <strong>di</strong> Nola<br />

esponeno a V.E. come essi supplicanti hanno formata Capitulatione per le erezione del<br />

Monasterio <strong>di</strong> donne monache et maritaggi <strong>di</strong> vergini povere <strong>di</strong> d.a terra et perche la d.a<br />

Capitulatione non può sortire il suo effetto senza il consenso <strong>di</strong> V.E, perciò la supplicano<br />

a restar servita in nome <strong>di</strong> S.M. Cattolica Ré <strong>di</strong> questo Regno in exequtione <strong>di</strong> d.a<br />

Capitulatione <strong>di</strong> concedere ad essi supplicanti il suo Regio Assenso et beneplacito et<br />

l'haveranno à gratia ut Deus Et con detto preinserto memoriale l'infrascritta<br />

Capitulatione con Regia decretatione <strong>di</strong> mia commissione del tenor seguente videlicet:<br />

Nel nome <strong>di</strong> Dio e <strong>di</strong> sua gloriosa M(at)re sacratissima.<br />

Capitulatione circa il Monasterio <strong>di</strong> Monache, e maritaggio d'otto povere.<br />

Essendosi considerato quanto fusse et sia cosa grata à Dio Signore nostro <strong>di</strong> farnosi<br />

e<strong>di</strong>ficare Monasterij e chiese particularmente per retiramento <strong>di</strong> vergini acciò vengano<br />

allevate nel suo Santo amore, et timore et habbiano da vivere con purità Angelica sotto la<br />

protettione <strong>di</strong> nostra Signora Regina delle Vergini e ne risultasse all'anime loro salute,<br />

alli parenti consolatione, alli luoghi riputatione e (beneficio?) in universale e particulare<br />

sopra il tutto gloria maggiore a sua <strong>di</strong>vina Maestà - similmente fattosi reflessione che<br />

dopo provvistosi alle vergini spose <strong>di</strong> X.ro (Cristo) fusse anco molto expe<strong>di</strong>ente per<br />

togliersi à poveri ogni causa <strong>di</strong> doglianza et osservarsi al possibile eguaglianza et non<br />

<strong>di</strong>sparità <strong>di</strong> sobvenire al bisogno <strong>di</strong> quelle vergini che per povertà non si possono<br />

collocare in matrimonio in gratia <strong>di</strong> Dio però sia dell'anno 1618 - 1)<br />

"Capitula monasterij monalium et reformatio illorum facta pro Sede Apostolica et Regius<br />

Assensus proinde expe<strong>di</strong>tus ab excellentissimo Prorege huius Regni, - sotot il titolo <strong>di</strong><br />

Santa Maria del Carmelo Regina delle Vergini.<br />

Rappresentandosi questa Università <strong>di</strong> Somma nelli tre Quartieri, uno della TERRA<br />

MURATA e gli altri due <strong>di</strong> Prigliano et Margarita per <strong>di</strong>votione et zelo et per li sudetti<br />

altri rispetti, fu concluso, che si potesse construere un Monasterio <strong>di</strong> donne Monache, in<br />

detta terra murata et che per tale effetto se l'assignasse il territorio murato sito nella<br />

montagna dove si <strong>di</strong>ce Santa Maria a Castiello, del che ne fussero deputati l'infrascripti<br />

come si <strong>di</strong>rà appresso per farne ven<strong>di</strong>ta et impiegarsi il prezzo in compra in parte del sito<br />

et fabrica <strong>di</strong> detto Monasterio; et similmente nell'istesso tempo fu assegnata la Gabella<br />

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del Quartuccio in perpetuo <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to <strong>di</strong> circa ducati 230 l'anno oltra lo depiù che<br />

potesse importare l'avanzo per la lite che ne verte nella R(eg)ia Camera della Summaria<br />

degli Animali che restano in detta terra per spendersi il tutto in fabrica, e più per<br />

soccorso del vitto delle Monache, e <strong>di</strong> più per sovventione delli detti maritaggi delle<br />

povere <strong>di</strong> questi tre quartieri fu parimenti concluso che si pagassero della gabella della<br />

Farina ducati 200 l'anno ad otto povere a duc. 25 per ciascheduno.<br />

Per lo che spetta alla fundatione e construttione <strong>di</strong> detto Monasterio <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ne vergini e<br />

legittime e de figlie descendenteno da citta<strong>di</strong>ni d'anni 14 in sù.." 2)<br />

Da un memoriale <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa dell'Università nella Regia Camera della Summaria del 7<br />

luglio 1694 desumo gli articoli dello Statuto conventuale. La causa è stata incar<strong>di</strong>nata dai<br />

cre<strong>di</strong>tori del Municipio. L'atto presenta <strong>di</strong>fferenze linguistiche, già evidenziate per le<br />

gabelle, rispetto all'atto originale, consultato dall'Angrisani.<br />

1 - "In primis se declara che sotto nome dell'Università <strong>di</strong> Somma in ogni parte della<br />

presente capitulazione e dal principio sino al fine s'intendano il quartiero murato della<br />

Terra, et li quartieri <strong>di</strong> Prigliano, et <strong>di</strong> Margarita, et non altrimente, et sotto questo nome<br />

essa Un.tà confirma, e <strong>di</strong> nuovo eligge, e soggiunge per li Deputati del quartiere murato<br />

li m.ci Francesco Antonio <strong>di</strong> Mauro, et Oratio Maione, e per li altri dui quartieri li<br />

D(eputa)ti Gio:lorenzo <strong>di</strong> Monda, et Anacleto zito, accio precedente <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> ingegnere<br />

prattico in nome d'essa Università se facci l'erettione, fundazione, e construttione <strong>di</strong> d.o<br />

monastero nel detto quartiero murato della terra à costo la porta d'esso. et che faccia<br />

compra delle case del me<strong>di</strong>co Gio:lonardo Staibano con altre case, e territorio<br />

conti(guo) che appresso ò secondo se potrando convenire delle quantità, e tempo con<br />

implicarsi li d(uca)ti 1500 pervenuti dal prezzo del territorio murato de S.ta Maria à<br />

Castiello gia destinato per detto effetto, anco con Dec(re)to del d.o Sig(no)r Reg(gent)e<br />

Valenzuola, e dell'altre quantità promesse dall'Un.tà e dovuti da particulari. Verum<br />

trovandosi migliore sito nel detto quartiere murato più idoneo, et al preposito per farsi<br />

d.o Mon.ro sia à libertà <strong>di</strong> d.ti Deputati col parere del d.o ingegnere farne elettione per<br />

d.a construttione;<br />

2 - che in nome <strong>di</strong> d.i tre quartieri rapresentante d.a Un.tà si habbia d'eriggere, e fundare<br />

d.o Mon.ro nel sito como <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> Donne Monache sotto vocabolo, titolo e regola <strong>di</strong><br />

S.ta Maria del Carmine Regina delle Vergini sotto <strong>di</strong> cui nome, e protettione s'habbiano<br />

d'esercitare le vergini, e monache con il vitto, et ogni cosa in comune per l'acquisto delli<br />

fini sud.i, e che d.ti Dep.ti attengono con <strong>di</strong>ligenza alla Con(dutio)ne <strong>di</strong> esso Mon.rio con<br />

ridursi in con<strong>di</strong>cente forma con chiesa, oratorio, grate, dormitorij, celle infermaria,<br />

giar<strong>di</strong>no, clausura intorno et altri requisiti necessarij secondo il <strong>di</strong>segno con far tenere<br />

conto d'introito, et esito sino al sua perfettione quale haverando da dare, e far vedere nel<br />

fine d'ogn'anno dalle persone deputande per d.a Un.tà, e che similm.te si tenghino<br />

quinterno dell'elemosine che alla giornata se faranno da devoti per opera si pia, e se<br />

reportino ogni settimana in d.o conto tenendosene à tal effetto una cascetta con tre<br />

chiave da d.ti quattro Deputati in luogo sicuro con l'inscrittione che sia per elemosina <strong>di</strong><br />

d.a fabrica;<br />

3 - che fatti sarando li p(ri)mi fundam(en)ti in giorno <strong>di</strong> alcune festività sollenne ò <strong>di</strong><br />

nostro Sig.re, ò della Madonna SS.ma con processione <strong>di</strong> tutti Religiosi, e Clero, et<br />

117


concorso <strong>di</strong> gente se ci habbiano da bottare le p(ri)me pietre da Monsignore ill.mo<br />

Vescovo <strong>di</strong> Nola se vorra fare gratia d'intervenire, ò d'altroche deputerà, et dalli sindaci<br />

si deverà in nome <strong>di</strong> detta Università portare da ciascheduno <strong>di</strong> essi sopra loro spalle un<br />

cofino <strong>di</strong> pietre con reputare questo servitio come <strong>di</strong> manipoli per molto favore, e<br />

privilegio, e buttarle in detto pedamente per buon principio all'e<strong>di</strong>ficio sudetto della<br />

Regina nostra Signora, et il tutto con molta devotione et allegrezza, et s'habbia da<br />

portare similmente uno standardo con la sua gloriosa immagine da ponersi sop.a uno<br />

travo alto, o muraglia, et levarsi solo nel mal tempo acciò non se guasti, e sia per<br />

evitam.to sin alla perfett(ion)e dell'opera, et l'istesso si habbia d'osservare con maggiore<br />

sollennità nella congregatione à suo tempo quando piacerà a Dio Sig.re nostro <strong>di</strong><br />

volerci in d.o Mon.ro essere, e Chiesa onerato e riverito, e <strong>di</strong> concedere li SS.mi<br />

Sacramenti che sono fonti <strong>di</strong> sua misericor<strong>di</strong>a, e bonta;<br />

4 - che construtto sarà detto monasterio con tutti li suddetti requisiti de clausura e<br />

consecratione cesserando li Deputati quali deveranno portare liberatoria, e declaratione<br />

de loro administratione in detto servitio, et dalla detta Università fundatrice in pubblico<br />

parlamento si doverando eliggere quattro citta<strong>di</strong>ni cioè dui del quartiero murato della<br />

terra, uno del quartiero <strong>di</strong> Prigliano, et l'altro del quartiero Margharita per il governo, e<br />

protettione <strong>di</strong> detto monasterio e se faranno fare tre chiave alla porta delle quali una n'<br />

haverà da tenere una delle Monache eligenda per la R(everen)da M(a)dre Abbatessa, e<br />

l'altra dal più vecchio del quartiero murato, et la terza dal più vecchio dell'altri dui<br />

quartieri, quale governo habbia da essere per dui anni ma che sempre vi resti per<br />

un'altro anno uno del predetto quartiero murato con un'altro dell'altri dui quartieri<br />

secondo saranno tutti eletti dall'Università, e doveranno obligarsi d' osservare il tenore<br />

<strong>di</strong> questa capitolatione;<br />

(Nel documento consultato dall'Angrisani, in glossa, è annotato: "... quel che si <strong>di</strong>ce in<br />

questo capitolo de le chiavi del Monastero fu riformato per il Papa, et or<strong>di</strong>nato che si<br />

tengono solo dall'Abbatessa).<br />

5 - che detti Gubernatori habbiano da eliggere per M(ad)re Abbatessa una moneca della<br />

Regola <strong>di</strong> S.ta Maria del Carmine che sia de buona qualità, e d' età per la istruttione e<br />

regimento delle monache alle quali farà osservare Regola, e dopo morte sua se nel<br />

Monasterio ci sarà moneca d'anni quaranta in su, et atta al governo se ne debbia fare<br />

l'elettione dalle istesse monache, secondo l'instruttioni e regole solite, da osservandosi in<br />

altri simili Monasterij preferendosi sempre le citta<strong>di</strong>ne alle forastiere, et in evento che<br />

non ci fusse monacha <strong>di</strong> età et habilità se ne faccia l'elettione come <strong>di</strong> sopra della detta<br />

Regola;<br />

6 - construtto d.o Mon.rio e fattasi la d.a elettione <strong>di</strong> Governatori, e Madre Abb(atess)a<br />

dalli medesimi si eliggerà un Rev(eren)do Cappellano, e confessore approbato, et<br />

salariato per la celebratione delle messe, et SS.mi Sacramenti, et all'istessi si assignerà<br />

l'intrada <strong>di</strong> d.a Gabella del quartuccio et altra che sarà in essere in d.o tempo da circa<br />

d(uca)ti 400 l'anno sicuri per il vitto, e mantenimento delle monache in commune, et si ne<br />

potranno admettere nel principio sin al numero de se<strong>di</strong>ci, cioè otto del d.o quartiero<br />

murato, et altre otto dell'altri dui quartieri se ce saranno, e non essendoci il num.o de<br />

otto nel quartiero murato, si possono ricevere dall'altri dui quartieri, oltre detto numero<br />

118


dell'otto, et è contra non essendoci il num(er)o de otto in d(uca)ti dui quartieri si possono<br />

ricevere dal d.o quartiero murato della terra oltre il d.o num(er)o d'otto, e mangando<br />

s'aspetterà altra occasione, e dette figliole, doveranno essere citta<strong>di</strong>ne orte, ò oriunde<br />

vergini leg(itti)me, e nat(ura)li, ò figlie de citta<strong>di</strong>ni, ò <strong>di</strong>scendenti da citta<strong>di</strong>ni senza<br />

eccettuatione alcuna de anni 14 in sù, ma che nell'ingresso ciascheduna habbia subito da<br />

pagare d(uca)ti trecento de contanti liberi, senza altra spesa per convertirnosi brevi<br />

manu in compra d'entrate per uso, et servitio <strong>di</strong> dette monache, òvero assignarnoseli<br />

tante annue entrade certe, e sicure non meno <strong>di</strong> sette per cento con con<strong>di</strong>tione che fatta<br />

la professione, e seguendo poi la morte detti d.ti trecento, et l'entrade restino, e cedano a<br />

beneficio <strong>di</strong> d.o Mon.rio, et altre monache per loro Aumento, e maggior como<strong>di</strong>tà;<br />

7 - che concurrendo maggior numero de 16 vergini per l'ingresso s'admettono con la<br />

<strong>di</strong>visione sud.a e quando si haveranno da monacare dette Donne Verigni citta<strong>di</strong>ne ut s.a<br />

e far la confessione, che habbiano da intervenire in la recettione d'esse il superiore<br />

ecclesiastico, li Governatori e Madre Abbatessa che saranno pro tempore et l'habbiano<br />

da ricevere, et admettere con la dote nel modo sud.o;<br />

(Nel documento dell'Angrisani, in glossa, è annotato che il Pontefice stabilisce che "non<br />

si ecceda il numero <strong>di</strong> se<strong>di</strong>ci, et che nella receptione non intervengano li deputati ma si<br />

faccia dal capitolo delle monache.")<br />

8 - che sia in arbitrio <strong>di</strong> d.a Un.tà e sin<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> d.ti tre quartieri precedente parlamento ò<br />

delli d.ti Governatori o sin<strong>di</strong>co, e sempre con la saputa, e consenso della Rev.da Madre<br />

Abbadessa d'ammettere, e ricevere Donne Forastiere vergini et da leg(itti)mo<br />

matrim(oni)o, che vorranno farci l'ingresso per monacarnosi, con che ciascheduna habia<br />

d'assignare intrate certe e sicure per la sua dote ad Arbitrio delli sud.ti, et che non possi<br />

essere meno de d(uca)ti 600 con pagare de più a beneficio d'esso Monastero nel suo<br />

ingresso d(uca)ti cento per raggione della camera, et in oltre fare portare il letto, et<br />

altre cose necessarie per l'uso suo, e lo vestito per la sua persona, con declaratione che<br />

al tempo vorrà fare la professione habbia p(rim)a da far consignare fede <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to de<br />

Banco residente in Napoli della quantità convenuta per d.a dote <strong>di</strong>retta alli Governatori,<br />

e Madre Abb.a sud.ti quali non li possono ammovere dal d.o Banco si non per implicarli<br />

in compra sicura de stabili à annue entrade per fitto, e cose necessarie, et in evento che<br />

s'assignassero tante annue entrade, certe, et sicure per d.o cap(ita)le conforme se<br />

convenerrando che se admettono, et il tutto ad arbitrio <strong>di</strong> d.ti Gov.ri, e morendo avanti la<br />

loro professione cessi solamente il pagamento dell'intrate per la dote; restando il resto al<br />

Mon.rio, et morendo doppo la professione resti anco la propietà <strong>di</strong> d.a dote per il sud.o<br />

affetto a beneficio del mon.ro;<br />

9 - che occorendo volesse alcuno citta<strong>di</strong>no ponere alcuna sua figlia, Nepote, ò parente<br />

vergine, ò <strong>di</strong> legittimo matrimonio quale habia da essere de anni quin<strong>di</strong>ci in bascio per<br />

educarsi nel d.o Monasterio, che d(uca)ti Governatori e Madre Abadessa l'habiano<br />

d'admettere, et ricevere con il pagamento <strong>di</strong> d.ti ventiquattro l'anno tertiatim con una<br />

terza sempre anticipata, e con pagare ancora carlini cinque il mese per la raggione della<br />

camera, e ponerci il letto, et altre cose necessarie mentre ci starà e passati li quin<strong>di</strong>ci<br />

anni sin alli ventiquattro sia in elettione <strong>di</strong> d.ti Gov.ri, e Madre Abadessa fattasi<br />

conside(ra)tione alle buone qualità della figliola <strong>di</strong> farla continuare in d.a educatione<br />

119


con il pagamento de d(uca)ti 8 l'anno tertiatim, e nel modo ut s.a, et occorrendo ponerci<br />

figliola forastiera vergine, e legittima se osservi l'istesso circa l'età, ma con pagamento<br />

<strong>di</strong> d(uca)ti quaranta l'anno tertiatim con una terza anticipata, et d(uca)ti <strong>di</strong>ece per la<br />

raggione della camera etiam con il letto, et cose necessarie, e passati li quin<strong>di</strong>ci anni se<br />

ne paghino altri d(uca)ti quin<strong>di</strong>ci de più inclusa la camera;<br />

(Una glossa del documento dell'Angrisani annota che il Pontefice riforma: "si osserva<br />

quello che sta or<strong>di</strong>nato per la sacra congregatione.")<br />

X.mo - che detti Gov.ri, e Madre Abadessa che pro tempore sarando, habiano potestà<br />

d'eliggere un nostro citta<strong>di</strong>no per far le cautele concernente a d.o Mon.ro e monache, et<br />

figliuole educande, quale habbia anco da essere Rationale per tenere conto d'introito, et<br />

esito, e cosi d'eliggere un Proc(urato)re per esigere ad lites, et per altri negotij, che<br />

occorrerando con assignarli ad ambi doi salarij competente con aversi riguardo alle<br />

fatiche et <strong>di</strong>ligenze per servitio universale, et particulare d'ogni monache, ò vero figliola;<br />

11 - che similmente possono d.ti Gov.ri e Madre Ab(batess)a fare elettione de Rev.<strong>di</strong><br />

Sacerdoti approbati Regulari, e Religiosi dell'Or<strong>di</strong>ne e Regola <strong>di</strong> santa Maria del<br />

Carmine per officiare nella Chiesa <strong>di</strong> d.o Mon.rio administratione de Santissimo<br />

Sacramento, e delle serve <strong>di</strong> buona vita, che si chiamano converse per servitio della<br />

madre Abbatessa, monache, e figliole con accettarsi de prendesi serve che habiano da<br />

continuare il servitio, et non uscirne dal Mon.rio si non per infermità, ò per che non<br />

donassero so<strong>di</strong>sfatione alle sud.te, e non fussero proposito, e che le serve citta<strong>di</strong>ne siano<br />

preferite alle forastiere;<br />

12 - che li contratti da farnosi in servitio <strong>di</strong> d.o Mon.rio monache, et vergini tanto per<br />

causa delle doti, come per qualsiasi altra causa si debiano fare con intervento <strong>di</strong> d.ti<br />

Gov(ernato)ri, et Madre Ab(batess)a per il sud.o Not(ari)o Or<strong>di</strong>nario del Mon.rio, e che<br />

l'istrumento, et obliganze se possono liquidare, et accusare in ogni Corte Ecclesiastica<br />

Regia e Baronale da uno <strong>di</strong> d.ti Gov(ernato)ri, ò dal Not(a)re in (persona) per facilitare<br />

l'esecutione, e cosi s'habbia da pattoire assegnandoli la Curia come li sud.e;<br />

13 - che ridotto d.o Mon.rio alla sua perfettione con l'intrada certa <strong>di</strong> d(uca)ti 400 l'anno<br />

in comune oltre l'altre entrade delle doti, s'habbia supplicare la SS(anti)tà <strong>di</strong> nostro<br />

Signore accio si degni concedere la clausura col vivere in comune, et procurarsene<br />

l'espe<strong>di</strong>tioni necessarie, et opp(ortu)ne per lo che spetta alli maritaggi delle figliole<br />

citta<strong>di</strong>ni d'ogni anno del giorno della SS(antissim)a Pentecoste s'habbiano a congregare<br />

li sin<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> d.a Un.tà rappresentata come <strong>di</strong> sopra insieme con li Gov.ri <strong>di</strong> d.o Mon.rio<br />

nella d.a Chiesa <strong>di</strong> d.o Mon.rio quando sarà ridotta a potersi celebrare dopo celebrata la<br />

messa del Spirito Santo, e tra tanto nella Chiesa Collegiata nel quartiere murato della<br />

terra per doi anni, e per altri doi anni alternative nelle Chiese Parrocchiali <strong>di</strong> d(uca)ti<br />

dui altri quartieri, et precedente lista delle figliole nobili de anni quattro<strong>di</strong>ci sino a 24, le<br />

quali siano citta<strong>di</strong>ne vergini legittime, et Naturali, e povere in modo che si bene si<br />

volessero monacare, non potessero ponere quella quantità de denari che li bisognano, e<br />

delle sud.te se ne cavano se<strong>di</strong>ci delle più povere, et de maggior età del quartiero murato<br />

della terra, e poste in bussola se ne faccino cavare da un figliolo de <strong>di</strong>ece anni il numero<br />

<strong>di</strong> quattro et a ciascheduna <strong>di</strong> queste si facci la promissione <strong>di</strong> d.ti venticinque per<br />

120


subsi<strong>di</strong>o del maritaggio da pagarseli con effetto il giorno <strong>di</strong> S.ta Maria del Carmine, che<br />

si celebra à 16 luglio, costando per fede del Rev.do Parrocchiano del matrimonio<br />

celebrato fandosene cautela del pagamento al sposo et marito, et della sicurezza della<br />

Donna del d.to Notare del Mon.rio, et per quelle figliole, che non haveranno trovato<br />

marito se facci deposito nella cascia delle tre chiavi del Mon.rio separatamente delle d.te<br />

doti à finché siano pronti nel sposalitio, et l'istessa regula si dovrà tenere per il<br />

maritaggio delle figliole dell'altri sud.ti dui quartieri otto per ciascheduno in bussola da<br />

cavarnose doi per ciascheduno d'essi dui quartieri con l'istesso modo <strong>di</strong> pagamento ò<br />

deposito, e nell'anni seguenti, ogni anno se faranno l'istesse monache <strong>di</strong>co l'istesse<br />

bussole con ponerci le rimaste, e quattro <strong>di</strong> più del quartiere murato e nell'istesso modo<br />

nell'altri dui quartieri con l'aggiuntione <strong>di</strong> doie per quartiere in luogo delle uscite prima,<br />

con <strong>di</strong>chiaratione che che havendo il sig.re Detio Rocco de Napoli lasciato in suo<br />

testamento d(uca)ti 36 l'anno per maritaggio <strong>di</strong> una povera <strong>di</strong> Somma questa s'intenda<br />

compresa nel d.o numero de otto figliole, e per doi p(ri)mi anni sia del quartiero murato<br />

à beneficio della prima che uscirà, et l'altri doi anni <strong>di</strong> d(uca)ti doi altri quartieri, e cosi<br />

osservarsi per circolo in modo che l'Un.tà ne verrà à pagare solo detti maritaggi l'anno<br />

per d.ti 175 mentre però s'haverà il pagamento del sud.o lascito del d.o sig(no)r Detio<br />

Rocco, e che del tutto se ne tenga scrittura à parte si dal Cancelliero <strong>di</strong> detta terra come<br />

dal d.o Notario per esecutione <strong>di</strong> d.te opere pie con d.a Capitulatione se supplica come<br />

nel memoriale porretto à S.E. con farseli humilmente riverenza con riserva sempre del<br />

beneplacito Apostolico in le cose concernentino la spiritualità, et ragione.<br />

Rev.dus Regius Cappellanus videat, et in scriptis ralatione faciat S.E. Valenzuola<br />

Reg(ente) - prov. per S.E. Neapoli <strong>di</strong>e primo Aprilis 1620 - Tagliavia -<br />

Et volendo à quanto da V.E. mi viene comandato, obe<strong>di</strong>re, e del tutto farli matura, e<br />

considerata relatione, <strong>di</strong>co, che da me sono stati ben visti, et considerati li Capitoli<br />

preinserti, e quanto in ciascheduno <strong>di</strong> essi si contiene; Adhibito in tutto il parere del<br />

magnifico U(triusque) J(uris) D(octor) Scipione Rovito, Regio Consigliero, e mio<br />

or<strong>di</strong>nario Aud(ito)ro, sono del voto, che E.V. può restar servita <strong>di</strong> confermare, et<br />

approbare li Capitoli predetti, et à quelli prestare il Suo Regal Assensa, e Beneplacito in<br />

nome <strong>di</strong> Sua Maestà cattolica Re <strong>di</strong> questo Regno, sin come a molti altri Capitoli d'altri<br />

luoghi pij, et per V.E., et per altri passati Illustrissimi Signori Suoi Predecessori Viceré<br />

in questo Regno è stato solito prestare lloro Regio Assenso, e Beneplacito in nome <strong>di</strong><br />

detta Maestà Cattolica con farneli spe<strong>di</strong>re Regio Privileggio in forma Regiae<br />

Cancell(eri)ae affinche li Capitoli predetti sortiscano loro debito affetto, etr esecutione; e<br />

che quelli si habiano da osservare ma la confirmate et Regio Assenso da prestarsi da<br />

V.E, in esecutione <strong>di</strong> detta preinserta Capitulatione sia con l'infrascritte clausole,<br />

con<strong>di</strong>tioni, e limidationi ut sunt:<br />

p(ri)mo - che in quanto al contenuto nel capitulo 9° non se prometta da V.E. in altro<br />

modo nisi per via licentia Sanctae Se<strong>di</strong>s Apostolicae, seu Rev.mi loci Or<strong>di</strong>narij.<br />

2° - che l'instrumenti et obliganze del monastero si possono liquidare et accusare in ogni<br />

corte, cossì Ecclesiastica, come Regia, o Baronale, come nel capitulo sett(imo) si<br />

contiene può in questo l'E.V. or<strong>di</strong>nare che le dette obliganze, et instrumenti non si<br />

debiano in modo alcuno accusare, ne liquidare in altro loco eccetto che nelle Corte, et<br />

avanti Gio<strong>di</strong>ci competenti dell'obligati a detto monasterio.<br />

3° - Che occorrendo alli supplicanti <strong>di</strong> dar conto <strong>di</strong> loro administrationi quello debiano<br />

dare ad Officali Regij, ò à chi dall'E.V. e Suoi Illustrissimi Successori sarà or<strong>di</strong>nato.<br />

121


4° - Che alla detta Capitulatione non se possa aggiungere ne mancare cos'alcuna senza<br />

espresso or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> V.E., e sotto quelle pene che all' E.V. pareranno, e questo è quanto<br />

occorre riferire à V.E. al cui prudentissimo giu<strong>di</strong>tio remettendo il tutto facendoli<br />

humilissima riverenza li bacio le mani.<br />

Da casa in Napoli à dì 8 d'Aprile 1620.<br />

Di V.E. Servitor y Cappellano M(agior) D. Alvaro de Toledo<br />

Scipio Rovitus - Gio:Geronimo Stinca - Reg.ta<br />

Concordat cum originali meliori semper salva - Vincentius Tagliavia..." 3)<br />

Il testo continua seguendo la vicenda processuale.<br />

Successivamente i supplicanti ottengono dal papa Bolla sub plumbo per l'erezione del<br />

monastero a Somma.<br />

Il 27 ottobre il Cappellano Maggiore Alvaro de Toledo riferisce al vicerè:<br />

"Ill.mo et Ecc.mo Sig.re<br />

per obe<strong>di</strong>re l'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> V.E. ho visto una bolla spe<strong>di</strong>ta da sua Santità con voto della<br />

congregatione delli ill.mi Car<strong>di</strong>nali de negotij de-riti in la quale si lege che indotti<br />

l'Uniiversità et huomini supplicanti da zelo <strong>di</strong> devotione et servitio dell'onnipotente Dio<br />

hanno percio in la loro terra <strong>di</strong> Somma della <strong>di</strong>ocese <strong>di</strong> Nola fondato un monasterio <strong>di</strong><br />

donne monache sotto la regola <strong>di</strong> S.ta Maria del carmelo con haver con consenso <strong>di</strong> V.E.<br />

assignato annui d.ti quattrocento sopra certe gabelle in detta Bolla nominato per vitto et<br />

sostentamento delle monache <strong>di</strong> quello et avendono supplicato sua Santità per il suo<br />

beneplacito et assenso sopra l'erettione <strong>di</strong> d.o monasterio et hanno ottenuto d.a bolla<br />

con la quale si commette à monsignor vescovo <strong>di</strong> Nola seu al suo Rev.do Vicario che<br />

voglia apostolica auctoritate approbare et confirmare l'erettione et fondatione <strong>di</strong> d.o<br />

monasterio con potesta et facultà de far chiesa campana campanile claustro refettorio<br />

dormitorio et ogn'altra cosa necessaria ad d.o monasterio et monache <strong>di</strong> esso quale<br />

debbiano essere il numero <strong>di</strong> se<strong>di</strong>ci cioè se<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> esse per recitare li <strong>di</strong>vini officij et le<br />

tre altre converse con havere à vivere sotto la regola et osservanza sod.a de S.ta Maria<br />

del carmelo come questo et altro si legge nella bolla p.tta spe<strong>di</strong>ta in Roma I<strong>di</strong>bus 7bris<br />

1627. 4)<br />

I Capitoli ricevono l'exequatur del Reggente Lopez il 29 novembre 1627.<br />

----------------------------------------------------<br />

1) Secondo manoscritto della biblioteca del podestà Alberto Angrisani - pag. 196.<br />

2) Alberto Angrisani - "Brevi notizie storiche e demografiche della città <strong>di</strong> Somma Vesuviana" - 1928 - pag. 109.<br />

3) Archivio Storico Comunale - Atti Regia Camera Summaria - vol. I pagg. 186/199.<br />

4) Secondo manoscritto della biblioteca del podestà Alberto Angrisani - pag. 200 tergo<br />

122


CONFRATERNITA <strong>DI</strong> SANTA CATERINA<br />

ERETTA NELLA CHIESA OMONIMA CON ANNESSO OSPEDALE AL BURGO<br />

8 luglio 1438<br />

La Curia Vescovile <strong>di</strong> Nola documenta l’antichità <strong>di</strong> questa congrega nella santa Visita<br />

del 1658. Infatti i Maestri “comparuerunt et presentaverunt bullas aggregationis <strong>di</strong>cte<br />

confraternitatis (...) Romae anno 1438 i<strong>di</strong>bus Juliis”.<br />

Dalla Santa Visita del 1615, giunta a Somma nel 1616, risulta che la confraternita è già<br />

esistente dal 1503, (a meno che non ci sia un errore materiale e si voglia <strong>di</strong>re 1530, che è<br />

la data della Bolla <strong>di</strong> fondazione, esibita nel 1586), in quanto vengono mostrate ai<br />

"Commissari" vescovili in Visita "quasdam Bullas apostolicas sub datum Romae 1503<br />

I<strong>di</strong>bus Iulii, in quibus conce<strong>di</strong>tur confratribus ut possim gubernare et administrare bona<br />

<strong>di</strong>ctae confraternitatis, et in illa, unum, vel plures ad libitum cappellanum deputare ad<br />

nutum amovibilem. (...)<br />

Ad interrogationem sibi factam (i Maestri) responderunt che hanno peso <strong>di</strong> fare celebrare<br />

in detta Ecclesia una messa <strong>di</strong> la quale fanno celebrare alli Patri <strong>di</strong> S.to Agostino alli<br />

quali danno per elemosina docati cinquanta.<br />

Item hanno peso <strong>di</strong> andare precessionalmente a S.M. de Monte Vergine et S. M. appareta<br />

ogn'anno. Et ad aliam interrogationem responderunt che li Mastri confrati si eligono et li<br />

conti li danno al S.or arciprete de Somma nel fine della sua amminiostratione et non<br />

hanno Capitoli.<br />

Mandatum fuit q(uo)d intra mensem conficiant Capitula, et deferant approbanda Ill.mo<br />

Episcopo sub pena inter<strong>di</strong>cti Ecclesiae."<br />

I Maestri vengono invitati a dare il conto entro 15 giorni e a presentare inventario dei<br />

beni, (che nel volume della Santa Visita manca).<br />

Dagli atti risulta che attigua alla congrega c'è la Cappella <strong>di</strong> San Rocco.<br />

La chiesa <strong>di</strong> San Giorgio "in qua olim erat hospitale sub cura <strong>di</strong>ctae confraternitatis,<br />

quae ad presens exercetur una cum hospitale confraternitatis bapt(e)ntium domum pro<br />

hospitalitate accomodat, et confraternitatis S.tae Catherinae solvunt ducatos quinque pro<br />

salario hospitalarii et hoc ad beneplacitum confratruum baptentium."<br />

La Santa Visita del 1586 dà conto che vicino a Santa Caterina i sodali "et prope illam<br />

unum hospitale construj et e<strong>di</strong>ficari fecerunt (...) item servant hospitalitate in hospitali, et<br />

domibus p(re<strong>di</strong>c)tae cappellae (...) ubi sunt tria cubilia pro hospitan<strong>di</strong>s pauperibus et<br />

infirmis illuc se conferentibus et erat et hospitalarius nomine Matteus qui <strong>di</strong>cti hospitalis<br />

curam habet deputatus a Magistris cum certo salario (...) ut faciant confiteri infirmos<br />

illuc se conferentibus et etiam SS.mae Eucharestiae Santus lumi prive et deinde (...) de<br />

me<strong>di</strong>co corporali provideant." 1)<br />

Nel 1605 la congrega provvede all'elezione dei Maestri con atto notarile <strong>di</strong> Marc'Antonio<br />

Izzolo:<br />

"Die vigesimo quinto mensis 9bris 4 In<strong>di</strong>tionis 1605 in terra Summae et p(ro)p(riament)e<br />

ante janua Venerabilis Ecclesiae confraternitatis S.tae Chaterinae d.ta terra adsentes<br />

nostram presentiam in d.to loco infr.i magistri procuratores et confratres ut <strong>di</strong>cunt p.ta<br />

Venerabilis Ecclesiae S.tae Chaterinae <strong>di</strong>cte terre Summe ut sunt: Marcus Antonius<br />

Battimellus, Ascanius Rahus, magistri et procuratores ad presens, Reverednus Donnus<br />

Nuntius de Stefano archipresbitero <strong>di</strong>ctae terrae, Scipio Capograssus, Domenicus Lanza,<br />

123


Joes Berar<strong>di</strong>nus Guadagni, Franciscus Fusco, Franciscus de Aliperta, Franciscus de<br />

Palma, Carolus Rubius, Matteus Guerra, Franciscus Cigliotta, Felix Mayonus, Joes<br />

Angelus de Nadeo, Nardus de Oriemma, Felix de Palma, Franciscus Moletterius, Joes<br />

Domenicus Barberius, Hieronimus Testa, Michael de Avino, Joes Vincentius Molaro,<br />

Troyano de Vitio (Vitis), Joes Berar<strong>di</strong>nus Mayonus, et Jaoes Sabatus Cigliotta, confratres<br />

<strong>di</strong>ctae Ecclesiea et confraternitatis ut <strong>di</strong>cunt: congregati in uno d.to loco mayorem, et<br />

seniorem partem <strong>di</strong>ctorum confratruum, facientes et reputantes ut <strong>di</strong>cunt; et cum ...<br />

coram nobis asseruerent <strong>di</strong>ctum Marcum antonium et alios eius socios esercuisse <strong>di</strong>ctum<br />

magistratum et procurationem d.ae Eccl.se, spatio annos trium et plus, ad hoc ut d.cta<br />

Ecl.a et eius introitus sit rectè gubernata et guberrati, igitur p.tus Marcus Antonius ...p.to<br />

ac.ti alij confratres sponte coram nobis amni numeri .... obligaverunt, creaverunt,<br />

nominaverunt, et fecerunt magistri yconomes gubernatores et procuratores d.tae Eccl.ae,<br />

Jacobun de Stefano, Rev.um dominum Joem Domenicum de Mauro asentes, ac in eos<br />

socios et coa<strong>di</strong>utores Ascanium Rahum et Joem Berar<strong>di</strong>num Testam presentes, cun<br />

omnibus illis potestatibus, authoritatibus, pertinentiis, <strong>di</strong>gnitatibus, et honoris solitis, et<br />

consuetis, et prout alij predecessores magistri et procuratores soliti et (quivis) fuerunt;<br />

nec non <strong>di</strong>ctos Jacobum, dominum Joem Domenicum absentes, tam quam presentes, ac<br />

p.tos Ascanium, et Joem Bernar<strong>di</strong>num presentes, sponte const.nt p.tae Eccl.ae S.<br />

Chaterinae (perso)naliter, et in solidum parocuratores - ad (omnes) et singulas<br />

potestates, debitas, et necessarias et si(gnante)r ad exigendum - (omnes) et quascumque<br />

pecuniararum quantitates ipsi Eccl.ae debitas proximo passato, et in futurum debendos<br />

pro quascumque personas, ex quibuscumque titulis rationibus, et causis, ac vigore,<br />

quarumcumque causarum app.m et de p.cip.is ranique (?) - quoscumque solvendos<br />

petandum - et ubi renitentis o.ent (omnes?), vel aliquos ipsorum renitentes o.et (omnes?)<br />

ad sovendum ipsos et ipsorum quemlibet citari, vocari, cogi, et compelli faciendum in<br />

omni curia et foro - et proximis passatis ac per quibuscumque litibus, et causis d.a<br />

Cappella activis, et passivis, civilibus, criminalibus, et mistis, motis et moven<strong>di</strong>s in<br />

ju<strong>di</strong>cio quocumque comparendum - et omnes actus juri<strong>di</strong>cos, ju<strong>di</strong>ciarios necessarios, et<br />

opo(rtet) faciendum pro ut <strong>di</strong>cti confratres fecerunt si personaliter adessent, dantes et<br />

ipsi confratres potestatem <strong>di</strong>ctis Jacobo et Joe Domenico asentibus et cuilibet ipsorum in<br />

solidum, ac p.to Ascanio e Joe Berar<strong>di</strong>no juntim cum d.o Jacobo, e Joe Domenico vel<br />

altero ipsorum unum seu plures ad lites tantum cum simili vel limitata potestate<br />

substituen<strong>di</strong>, et revocan<strong>di</strong> - pro ut d(ic)tis m(agistr)is, et p(rocurato)ribus videlibet - et<br />

placebit - Ac etiam p.ti confratres eligerunt - rationalem (ac) visorem, ad videndum<br />

computa p.ti Marci Antonii Battimelli magistri procuratoris p(arte) p(resen)te ut s. usque<br />

ad presens Rev.um dominum Nuntium de Stefano archipresbiter <strong>di</strong>.te terre presentem -<br />

con videre valeat <strong>di</strong>cta computa administrationis ipsius Marci Antonii, ipsumque si<br />

debitor erit condendamnum, ac ad solvi costringendum - ac etiam liberandum - prout ei<br />

melius visum fuerit, sub penis - de rate - et similes - intra vero - promictates - habere<br />

ratum - et perinde juraverunt mihi - in vivis (unius) rei test.m<br />

Ju<strong>di</strong>ce Joe Leonardo Stayvano ad contractus Francisco Pirillo, Jo:Domenico de Avino,<br />

Blasio Izolo, Rev.do padre fratello Priore (spazio bianco) in d.ta S.ta Chaterina. 2)<br />

124


"Regole della venerabile laical congregatione et ospetale sotto il titolo <strong>di</strong> Santa Caterina,<br />

e Santa Maria dei Battenti della città <strong>di</strong> Somma<br />

13 <strong>di</strong>cembre 1776<br />

Li Maestri, Procuratori, e Fratelli della VenErabile Laical Cong.ne, ed Ospetale sotto il<br />

titolo <strong>di</strong> S. Catarina, e <strong>di</strong> S. M.a de' Battenti della Città <strong>di</strong> Somma, in Prov.ia <strong>di</strong> Terra <strong>di</strong><br />

Lavoro con vive suppliche espongono alla M(aestà) V(ostra), come per la giuri<strong>di</strong>ca<br />

esistenza, per lo buon governo, e retta amministrazione <strong>di</strong> essa, hanno formati alcuni<br />

capi <strong>di</strong> regole, che si umiliano alla M(aestà) V(ostra), anche per far rimanere nel suo<br />

vigore il d.o Ospetale: E come che <strong>di</strong> quelli non possono far uso prima non vengano<br />

avvalorati col V(ostr)o Reale Beneplacito, e R(egi)o Assenso Ricorrono perciò dalla Real<br />

Clemenza della M.V., e la supplicano benignarsi <strong>di</strong> concedere il V.o Reale assenso tanto<br />

supra la fondazione <strong>di</strong> d.a Venerabile Laical Cong.ne ed Ospetale, quanto sopra de' capi<br />

<strong>di</strong> regole per lo buon governo della medesima, ed il tutto riceveranno a gra(tia), ut<br />

Deus."<br />

Seguono <strong>di</strong>ciannove firme e nove segni <strong>di</strong> croce dei membri <strong>di</strong> importanti famiglie<br />

sommesi.<br />

Il notaio Pascale de Falco attesta l'autenticità delle firme e della richiesta <strong>di</strong> beneplacito.<br />

"Reverendus Regius Cappellanus Major videat et in scriptis referat.<br />

Regole della Ven.le Laical Cong.ne ed Ospedale <strong>di</strong> S. Catarina e S.M.a de' Battenti <strong>di</strong><br />

Somma.<br />

1 - Si stabilisce che per lo buon governo e retta amministrazione della Cong.ne si<br />

debbano eliggere due officiali denominati Maestri e Procuratori dal numero de' fratelli<br />

laici, li quali debbono essere annuali - a quale oggetto nella giornata del 25 novembre<br />

<strong>di</strong> qualsivoglia anno si congreghino a suono <strong>di</strong> campana tutti li fratelli ascritti, o la<br />

maggior parte <strong>di</strong> essi, e dalli Maestri e Procuratori si nominino due soggetti per<br />

successivi, abili, puntuali e facoltosi, de' quali nominati, chi nella bussola partitamente<br />

facienda rimarrà incluso colla maggioranza de' voti secreti, e propriamente uno <strong>di</strong>ppiù<br />

della mettà de' votanti, esercitarà l'officio dell'anno seguente: In caso però restassero<br />

esclusi tutti e due li nominati, si farà altra nomina dalli nominati Maestri e Procuratori<br />

fino a che seguirà la canonica elezione, con avvertenza, che essendovi parità <strong>di</strong> voti,<br />

debba questa <strong>di</strong>rimersi dalla sorte servata la forma prescritta dalla legge. Fatto così<br />

l'elezione, si debbano imme<strong>di</strong>atamente immettere nel possesso de' loro officj li novelli<br />

eletti, e s'intenda adempito a questo atto colla consegna delle chiavi della Cong.ne ed<br />

Ospetale.<br />

2 - Che ogni fratello debba accettare la carica <strong>di</strong> Maestro, e Procuratore, o altro officio,<br />

che se li darà, e nel caso non voglia accettare senza legittima causa, debba pagare libre<br />

quattro <strong>di</strong> cera per elemosina.<br />

3 - Che li nominati Maestri, e Procuratori debbano nominare il Maestro de' Novizj, li<br />

Maestri <strong>di</strong> cerimonie, ed il Sacristano per doversi eligere in piena congregazione.<br />

4 - Che debbano similmente nominare l'Avvocato, e Procuratore, ed il magnifico Notaro,<br />

che eserciterà anche da Secretario per lo buon governo, e patrocinio della Cong.ne per<br />

125


doversi eliggere come sta <strong>di</strong>sposto per l'altri officiali; al primo de' quali debba la<br />

Cong.ne pagare annui carlini venti per l'onorario, ed al secondo annui carlini <strong>di</strong>eci.<br />

5 - Che debbano nominare il Padre Spirituale, ossia Cappellano per eliggersi in piena<br />

congregazione da tutti, o dalla maggior parte, amovibile ad nutum <strong>di</strong> tutti, o maggior<br />

parte de' fratelli, il quale abbia ingerenza ne' soli affari spirituali, e per quanto tocca al<br />

culto <strong>di</strong>vino, senza punto intromettersi nel temporale, il quale sia tenuto celebrare tutte le<br />

messe descritte nella tabella della Cong.ne e nelle giornate destinate in suffragio <strong>di</strong> tutti<br />

li fratelli....li medesimi nella Cong.ne, e spiegare l'ev<strong>angelo</strong> in ogni domenica.<br />

6 - Che l'officiali eliggen<strong>di</strong> non siano debitori della Cong.ne per causa <strong>di</strong> tenuta<br />

amministrazione - che abbiano resi li conti, ed ottenute le debite lettere liberatoriali, e<br />

che li nuovi eletti non siano consanguinei, ed affini de' precedenti usque ad tertium<br />

gradum inclusive de jure civili, come altresì non debbano eliggersi ad idem officium, se<br />

non passato il quinquennio, purché però non vi sia la confirma <strong>di</strong> tutti li fratelli nemine<br />

<strong>di</strong>screpante.<br />

7 - Che andando la Cong.ne in processione, nessun fratello ar<strong>di</strong>sca da se prendere lo<br />

stendardo, la croce, la mazza del palio, o se (prende) la statua senza licenza delli<br />

Maestri, e Procuratori; altrimenti precedente la maggioranza de' voti secreti de' fratelli<br />

sia cassato per fratello, insinuandosi ad ognuno il dovuto rispetto, ed ubbi<strong>di</strong>enza alli<br />

officiali, ed aver presente il S(anto) timore del Signore Id<strong>di</strong>o.<br />

8 - Che se qualche fratello si trovasse abitare fuori della Città <strong>di</strong> Somma, e suo ristretto,<br />

sia tenuta la Cong.ne tutto quello importa la spesa dell'associazione, ed altro, farne<br />

celebrare tante messe dal d.o Cappellano, e Rev.<strong>di</strong> Preti fuori capitolo tra lo spazio <strong>di</strong><br />

un mese: come ancora volendo qualche fratello per speciale sua <strong>di</strong>vozione farsi sepellire<br />

in altra chiesa fuori della Cong.ne, in tal caso nemmeno sia tenuta la Cong.ne alla d.a<br />

associazione, ed altro; ma del tutto farne celebrare tante messe come <strong>di</strong> sopra sta<br />

<strong>di</strong>sposto.<br />

9 - Che li nominati Maestri, e Procuratori abbiano la facoltà <strong>di</strong> esiggere anche per mezzo<br />

<strong>di</strong> pubblico Banco, e quietare tutte le quantità perverranno a beneficio della Cong.ne per<br />

causa <strong>di</strong> censi, affitti, e volontarie oblazioni, li quali siano tenuti ed obbligati, precedenti<br />

loro valide ricevute a beneficio de' rendenti, <strong>di</strong>stintamente scriverli nel libro d'introito,<br />

per poi darne conto nella fine dell'anno a due fratelli da destinarsi in piena<br />

congregazione, li quali nella dazione del detto conto interveniranno come fiscali.<br />

1 - Che li detti Maestri, e Procuratori possano far esito nella semplice summa minore <strong>di</strong><br />

carlini trenta, ed occorrendo esitare summa maggiore, debbano ottenere la risoluzione<br />

de' fratelli in piena congregazione.<br />

11 - Che per l'esistenza e buon governo dell'ospetale si debbano eliggere due infermieri<br />

in piena congregazione, li quali siano tenuti assieme col Sacristano ricevere li poveri in<br />

ogni sera così nell'ospetale de Rev.<strong>di</strong> Padri Pellegrini, come nell'altro degli uomini, e<br />

donne povere <strong>di</strong>stinti tra <strong>di</strong> loro con essere sempre preferite quelli della Città alli<br />

126


forestieri, alli quali debbano somministrarli letti, ed ogni altro occorrerà per sollievo de'<br />

medesimi, il tutto a spese della Cong.ne, li quali colle presenti si <strong>di</strong>chiarano per nostri<br />

fratelli.<br />

12 - Si raccomanda alli detti Infermieri, e sacristano il S(anto) timore <strong>di</strong> Dio da doverlo<br />

sempre insinuare alli nominati poveri, ed invigilino principalmente per la secregazione<br />

dei maschi dalle femine nelle <strong>di</strong>stinte abitazioni, e per una semplice ricognizione alli d.i<br />

infermieri, e sacristano sia tenuta la Cong.ne so<strong>di</strong>sfarli annui carlini venticinque per<br />

ciascheduno, e li Maestri, e Procuratori invigilino l'adempimento <strong>di</strong> d.a pia opera.<br />

13 - Morendo qualcheduno <strong>di</strong> d.i fratelli poveri, sia tenuta la Cong.ne associarlo, e<br />

sepellirlo a sue spese, in adempimento della carità cristiana, e dovere tra fratelli.<br />

14 - Che li Maestri, e Procuratori non debbano adempire ad altra spesa ed elemosina<br />

fuori del d.o ospetale, acciò si abbia tutta la cura dell'istesso.<br />

15 - Che siano li medesimi tenuti so<strong>di</strong>sfare li maritaggi al n. <strong>di</strong> quattro <strong>di</strong> carlini <strong>di</strong>eci<br />

l'uno alle figliole povere della città precedenti fe<strong>di</strong> de' Rev.<strong>di</strong> Parrochi delle respettive<br />

Parrocchie.<br />

16 - Che li fratelli non siano più <strong>di</strong> quaranta per qualunque causa, li quali debbano<br />

essere n.° venti del quartiere murato, <strong>di</strong>eci del quartiero <strong>di</strong> Margarita, e li restanti <strong>di</strong>eci<br />

del quartiero prigliano; E passando alcuno <strong>di</strong> essi a miglior vita, si debba<br />

imme<strong>di</strong>atamente fare la recezione dell'altro faretllo costumato, e <strong>di</strong>voto dalli Maestri, e<br />

Procuratori in piena congregazione, siccome sta prescritto nel capitolo primo per<br />

l'elezione delli officiali.<br />

17 - Morendo qualche fratello della Cong.ne, siano tenuti tutti li fratelli associarlo ,<br />

coll'intervento ancora <strong>di</strong> tutti li Rev.<strong>di</strong> Preti fuori capitolo, e che sia libero, e franco da<br />

tutte le spese, cioé della campana grossa, fossa, entratura e croce, e si debbano far<br />

celebrare messe lette n.° cinquanta dal d.o nostro Cappellano, e Rev.<strong>di</strong> Preti fuori<br />

capitolo fra lo spazio <strong>di</strong> un mese dopo la morte per suffragio della sua anima; e nel caso<br />

si sepellisse <strong>di</strong> mattina, si debbano far celebrare d.e messe piane ed una messa cantata<br />

sopra del cadavere.<br />

18 - Che in ogni anno in onore, e gloria delle Sante si debbano fare la festa, e detta<br />

Cong.ne sia tenuta so<strong>di</strong>sfare quanto occorre per la celebrazione delle messe, messa<br />

cantata, ed altro, essendovi però danaro in cassa; nel caso contrario si potrà adempire<br />

nell'anno seguente.<br />

19 - che la detta Cong.ne debba pagare al nominato Padre Spirituale e Cappellano annui<br />

ducati ventisei, eg.a o(mnin)o tertiatim per la cennata assistenza, e S. Sacrificio della<br />

messa in conformità <strong>di</strong> quanto sta <strong>di</strong>chiarato nel capitolo quinto.<br />

20 - Se qualche fratello manchi <strong>di</strong> venire per quattro volte alla Cong.ne, o<br />

all'associazione <strong>di</strong> qualche fratello <strong>di</strong>fonto, senza legittima causa da conoscersi dalli<br />

127


Maestri, e Procuratori, sia dalli medesimi <strong>di</strong>scretamente mortificato; e seguitando a<br />

mancare s'intenda eslcuso dalla Cong.ne concorrendovi però la maggioranza de' voti<br />

segreti de' fratelli, e per l'esatta esecuzione sia tenuto il Sacristano a darne <strong>di</strong>stinto conto<br />

in piena congregazione.<br />

21 - Che mancando similmente per quattro volte qualunque officiale, o siano Infermieri<br />

... senza legittima causa oppure per servizio della Cong.ne, sia lecito alli fratelli in piena<br />

congregazione eliggere altro fratello in luogo del deficiente per tale esercizio.<br />

22 - Che le soprascritte Costituzioni, o siano capi <strong>di</strong> regole, si debbano tener conservate<br />

dentro l'archivio da conservarsi nella sacristia della Cong.ne (con due) chiavi <strong>di</strong>stinte,<br />

una della quali si debba conservare dal primo Maestro nominato, e la seconda dal<br />

Notaro, nel quale archivio si debbano conservare tutte le scritture pertinenti all'interesse<br />

della Cong.ne, e che in ogni quattro mesi si debbano leggere dal Secretario dette regole,<br />

affinché li fratelli le sappiano, e siano giornalmente osservate, poiché tutte sono <strong>di</strong>rette<br />

al culto <strong>di</strong>vino, e buon governo della nostra Cong.ne.<br />

Per ultimo si stabilisce che la Cong.ne non possa fare nuovi acquisti in conformità delle<br />

Sovrane determinazioni, e che de' re(troscri)tti capi non si possano, né debbano<br />

<strong>di</strong>minuire, o aggiungere senza pubblica conclusione in piena congregazione, con<br />

ottenersi in seguito per l'osservanza il Reale Assenso, e Beneplacito della M(aestà) del<br />

Re, che Dio guar<strong>di</strong>."<br />

Segue la relazione favorevole del Cappellano Maggiore con<strong>di</strong>zionata come per i Capitoli<br />

delle altre confraternite e la data "E questo in Napoli 13 Decembre 1776". 3)<br />

---------------------------------------------------<br />

1) Sante Visite del 1616 vol. IX pagg. 332 tergo / 337 tergo, 1586 pagg. 879-884 e 1658 pag. 54 tergo (233 tergo).<br />

2) Archivio Stato Napoli - notaio Marc'Antonio Izzolo - scheda 40 prot. 2 pag. 45.<br />

3) A.S.N. Statuti e Congregazioni - Cappellano Maggiore B 1199 - incartam.to 156 - atto concesso da Alessandro Masulli.<br />

128


CONFRATERNITA <strong>DI</strong> SANTA MARIA DEI BATTENTI<br />

O DEI FUSTIGANTI O DELLA BEATA MARIA ANNUNZIATA<br />

ERETTA NELLA CHIESA DELLA SANTISSIMA ANNUNZIATA<br />

ANNESSA AL CONVENTO <strong>DI</strong> SAN DOMENICO NEL QUARTIERE PRIGLIANO<br />

1521<br />

Con atto del notaio Gabriele della Marra del 30 ottobre 1521 la congrega affitta due case<br />

con giar<strong>di</strong>no nel quartiere Prigliano, <strong>di</strong> proprietà <strong>di</strong> Fabrizio Troysio, come risulta da un<br />

atto del 30 gennaio 1605 del notaio Marc’Antonio Izzolo. 1)<br />

Un libello della Collegiata, datato 13 luglio 1561, ricorda che la congrega esiste già da<br />

quattro anni.<br />

"I fratelli sono riuniti in Santa Caterina nella cappella <strong>di</strong> Santa Maria dei Battenti" alla<br />

presenza del notaio Marc'Antonio Conte <strong>di</strong> Napoli e nominano i Magistri Economi ed i<br />

Procuratori della confrateria per la concessione in enfiteusi <strong>di</strong> una bottega al Burgo.<br />

Il fatto che già nel '500 i confratelli si riuniscano in Santa Caterina rivela una<br />

compenetrazione con l''omonima congrega, che sfocerà nella fusione, già annunciata da<br />

una notizia del 1642 e culminata nel 1776, allorché entrambe si daranno uno Statuto<br />

scritto sotto il titolo <strong>di</strong> Confraternita <strong>di</strong> Santa Caterina e <strong>di</strong> S.ta M.a dei Battenti.<br />

Il testo è riportato a proposito della congrega <strong>di</strong> Santa Caterina.<br />

L'atto della Collegiata recita:<br />

"In Dei no(m)i(n)e Nostri Jesu christi Amen à nativitate ipsius (mille - margine corroso)<br />

quingentesimo sexagesimo primo Regnante in hoc Regno...et Cattolico d(omi)no n(ost)ro<br />

Philippo de Austria Dei gra(tia) Rege...Francie utriusq(ue) Sicilie Hierusalem fide<br />

<strong>di</strong>fensore Hispanie Principe Archiduce Ausine Duce Bugun<strong>di</strong>e Me<strong>di</strong>olani Bar..tie Comite<br />

Aspurgij et Handrie Anno settimo feliciter Amen<br />

Die vero Decimo tertio mensis Julij quarte In<strong>di</strong>ctionis in Terra Sum(ma)e nos Jo(ann)es<br />

Domenicus Casillus ad contractum (et) litem Judex Marcus Antonius Conte de Neap(oli)<br />

Dum(ma)e habitator publicus ubilibet p(er) totum p(re<strong>di</strong>c)tum Regnum Reg(i)a et<br />

Apostolica Auctoritatibus not(arius) et testes scripti atque sub(scrip)ti hoc vocati et<br />

rogati p(rese)nti scripto publico declaramus notum facimus et testamur quam p(redet)to<br />

<strong>di</strong>e in eadem t(er)ram sum(ma)e et proprie intus ven(erabi)lem Ecc(lesi)am S.te Marie<br />

Battentium d(ict)e (coram) nobis ibidem existentibus (con)ventisque per nos intus <strong>di</strong>ctam<br />

Ecc(lesi)am in n(ost)ri p(rese)ntia p(er)sonaliter constitutis honorabilibus viris Andrea<br />

granata de eadem t(er)ra et Thoma de Piacente de p.tta t(er)ra Magistrij Economij et<br />

Procuratoribus ad infr(ascip)ta signater S.te Marie Battentium et confratruum ipsius de<br />

qua procuratione nobis constat publicum instrum(entum) de procurationis fieri rogatum<br />

manu mei p.tti notarij olim <strong>di</strong>e decimo quinto augusti tertie In<strong>di</strong>ctionis anni preteriti 1560<br />

et erat prout est tenoris et continentie subsequetis vi<strong>di</strong>licet: <strong>di</strong>e decimo quinto mensis<br />

augusti p(rim)e In<strong>di</strong>ctionis 1560 su(ma)e et intus ven(erabi)lem Cappellam Sancte<br />

M(ari)e Battentium eiusdem t(er)re nobis Ju<strong>di</strong>ce n(ota)rio et testibus sub(scipt)is ibidem<br />

existentibus et per nos inibi inventis onorabile vincentio Ciurcio fracisco ciurcio<br />

Gaspare de Troyse vincentio de palma Angelo de oriemma Paolino d'Alip(er)ta Joe<br />

vincentio de mirabella Thoma ciurcio vincentio monaco Joe Ant(oni)o Romano Joe<br />

dominico molaro Berar<strong>di</strong>no Coppola Joe Bapta granato Joe Bapta ciurcio joe Bera<strong>di</strong>no<br />

guadagno Angelillo d'Armenio Angelo morcio Jacono spagnuolo laurentio moccia<br />

martino molaro Angelilo <strong>di</strong> varra francisco <strong>di</strong> laure Cesare Capasso Joe Antonio<br />

129


Battinello santolo <strong>di</strong> barra Marsilio d'Averaimo don Mario d'oriemma don laurentio<br />

d'Averaimo fer<strong>di</strong>nando majone Tiberio de Piacente Matteo de Colella Joe Jacobo<br />

Coppola Anibale Coppola Nardo de Piacente minico coppola Angelo moccia m.co Joe<br />

vin(centi)o de campo Nobile Joe vincentio d'Arminio J(oe) Thoma Sepe Conte Palmese<br />

ultimo loco venu... o(mn)ibus congregati in unum ad sonum campane... intus eamdem<br />

Ecc(lesi)am more et loco soliti facientibus ut <strong>di</strong>xerunt maiorem et seniorem partem<br />

confratruum de confraterie sponte asserentibus ad infra(scip)ta p(er)sonaliter interesse<br />

et vacare non posse eorum magis arduis negotijs occupati et prepe<strong>di</strong>ti ut similiter<br />

<strong>di</strong>xerunt confisi igitur plena rie ab isc(ri)ptis comunicato consilio una nimiter et pari voto<br />

de fide prudentia sufficientia virtutibus et legalitate onorabilium magistri Andree granati<br />

et Thome de Piancente presentium et d(omi)nus p(rese)ntis procurationis et magistratus<br />

d(icta)e Ecc(lesia)e in se ipsos et quemlibet ipsorum sponte coram nobis suscipientium et<br />

acceptantium ut infra narrabit ipsos et quemlibet ipsorum eorum et d(ict)e Ecc(lesi)e<br />

constituerunt et creaverunt et confirmaverunt generales procu(rato)res Economos et<br />

magistros de confraterie per annum unum continuum et deinde in antea deputandum<br />

accertos nuntios spetiales et ad infra(scrip)ta generales itaque spetialitas spetialitati non<br />

deroget nec è contra ad procur(at)io no(m)i(n)e et pro parte ipsorum constituentium et<br />

d.e confraterie et pro eis in beneficium comodum et utilitatem d.e Eccl(esia)e<br />

recuperandum exigendum et habendum (se a se) ipsos recepisse et habuisse confitendum<br />

o(mn)es et quos(cumqu)e annuos red<strong>di</strong>tus introitus sive census ipsi confraterie debitos à<br />

retroactis temporibus usque in p(rese)nte <strong>di</strong>e et successive in antea et tempore p(rede)tto<br />

durante à quibusvis censuariis et debitoribus d.e Ecc(lesia)e tam virtute publicorum<br />

instrumentorum & obligationum apocarum et aliarum scripturarum tam publicarum<br />

quam privatarum".<br />

La procura continua per <strong>di</strong>eci pagine secondo un fitto e ripetitivo formulario <strong>di</strong> mandati<br />

specifici a sciogliere e legare, a riscuotere e a pagare, ad amministrare e governare, a<br />

re<strong>di</strong>gere libri contabili. Essi inoltre hanno procura ad lites in qualsiasi foro.<br />

Prendono visione della precorsa ammininistrazione contabile del magnifico Vincenzo de<br />

Campo e del nobile Jo:Vincenzo de Arminio.<br />

I Magistri riscuotono otto carlini d'argento lasciati per testamento da Jo:Vincenzo<br />

Mirabella della maggior somma <strong>di</strong> 15 carlini d'argento, destinata alle elemosine.<br />

Si obbligano al rispetto dei predetti patti, pena venticinque once e mezza "cum precarij<br />

constitutione potestate capien<strong>di</strong> Ren(unciaveru)nt et juraverunt."<br />

All'atto interviene il nobil viro Nicolao Cesarano <strong>di</strong> Somma, au<strong>di</strong>ente et intelligente, per<br />

sé, per i suoi ere<strong>di</strong> successori, e <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> possedere a "titolo <strong>di</strong> devolutione me<strong>di</strong>ante<br />

sententia de supra promulgata in Curia m.ci Gubernatores d.e terre contra Jo:Andream<br />

Cesaranum Pirrum Loisium Cesaranum Magistrum Leonardum Profenda et <strong>di</strong>ctu<br />

Nicolaum tertium poxessorem propter red<strong>di</strong>tus et census non solutos per plures annos et<br />

alias legitimas causas cuius vigore fuisse expe<strong>di</strong>tas literas exequtoriales quarum vigore<br />

fuisse captam possessionem infra.ctem domus red<strong>di</strong>titie singulis annis d.e Ecc(clesia)e et<br />

confraterie in annuo red<strong>di</strong>tu sive censu ducatorum trium et tarenorum trium de carlinis<br />

virtute exinde apparentium quaddam domum in pluribus membris superioribus et<br />

inferioribus consistentem cum Apotecha sub... et alia Apotecha <strong>di</strong> scoperta sitam et<br />

positam in d.a Terra et proprie ubi <strong>di</strong>citur lo burgo justa alia bona <strong>di</strong> Nicolai justa<br />

bona...notarij Serafini Marciani, justa viam publicam et alios confines francam liberam<br />

exentem ab vi ven<strong>di</strong>tione alienatione donatione permutatione in solutum datione onere<br />

130


ed<strong>di</strong>tu nessu angaria per angaria decima legato et ab vi et qualibet alia spetie et<br />

obligatione servitutis nemini".<br />

I magistri Economi e Procuratori potranno locarla, concederla in enfiteusi perpetua.<br />

La bottega è già condotta dallo stesso Nicola Cesarano. Gli viene rinnovata l'enfiteusi. Il<br />

censo viene aumentato a <strong>di</strong>eci carlini d'argento, previa acquisizione dell'assenso<br />

apostolico da parte dello stesso conduttore. Egli ed i suoi ere<strong>di</strong> si obbliga ad apportarvi<br />

dei miglioramenti. Il censo va corrisposto entro il 15 agosto <strong>di</strong> ogni anno.<br />

"Judex ad vitam ad contractus Jo.es:Domenicus Casillo".<br />

Sono presenti Gio:Angelo Granata, il notaio Andrea Vallerano, Jo.es:Vincenzo Figliola,<br />

Gio:Vincenzo d'Arminio, Jo.es:Antonio Battimello. 2)<br />

Alla Santa Visita del vescovo <strong>di</strong> Nola del 14 ottobre 1561 risulta che è Maestro il nobile<br />

Fabiano Castaldo, che non esibisce né l'atto <strong>di</strong> fondazione, né l'inventario dei beni mobili<br />

ed immobili, né il conto delle entrate della confraternita titolata "della Beata Annunziata<br />

alias battentium".<br />

Nel prosieguo della visita "Fuit deinde comparitum pro parte Magistros et Iconomos<br />

<strong>di</strong>cte confraternitatis S.te Marie Annunciate alias battentium terre Summe, et productum<br />

inventarium bonorum et introituum <strong>di</strong>cte confraternitatis autenticatum per manus egregij<br />

notarij Andree Vallerani terre Summe"<br />

Segue un lungo elenco <strong>di</strong> censuari della congrega/ospedale, che appartengono alla nobiltà<br />

locale e certamente anche alla fratellanza stessa. La ren<strong>di</strong>ta per quest'anno è <strong>di</strong> ducati 306<br />

e 3 grana, su 62 cespiti. 3)<br />

Il 5 giugno 1616 i Commissari del vescovo visitano la chiesa ovvero Cappella <strong>di</strong> Santa<br />

Maria dei Battenti, sita nella chiesa <strong>di</strong> San Domenico, "in qua est constructa<br />

confraternitas laicorum, cuius Magistri sunt ad presens Marcus Antonius Zita et produxit<br />

quasdam bullas apostolicas sub datum Romae 1549 - 8 - Kal - Maii in qua continetur<br />

q(uo)d <strong>di</strong>ctam Ecclesiam non possit erigi in benficium collationis, et a nullo impetrari".<br />

Tra i pesi vi sono da celebrare quattro messe alla settimana ed "Item have peso detta<br />

Confraternita de hospitalità <strong>di</strong> fare il detto hospitale, è contiguo alla chiesa della<br />

Nontiata annessa a detta confrateria".<br />

Dopo la stesura dell'inventario e la precisazione che i Maestri conservano le suppellettili<br />

della detta Cappella, Marc'Antonio Cito "ad aliam interrogationem respon<strong>di</strong>t che<br />

saranno da 300 confrati, li quali fanno li Mastri a voce la mità <strong>di</strong> agosto ogn'anno, li<br />

Mastri vecchi nominano li nuovi, et poi eligono per la maggior parte delli confrati, et li<br />

Mastri vecchi nel fine dello loro officio rendeno conto alli Mastri nuovi con intervento<br />

del Reverendo arciprete <strong>di</strong> detta terra et dui rationali a beneplacito <strong>di</strong> detti confrati."<br />

Inoltre i Maestri sono invitati a re<strong>di</strong>gere i Capitoli entro un mese e devono astenersi dal<br />

loro ufficio in quanto hanno pendente una lite giu<strong>di</strong>ziaria con i Padri <strong>di</strong> San Domenico.<br />

Nella cappella c'è una "icona de pietà, et de aurata in legno cum imagine deiparae<br />

Virginis" con a destra san Giovanni e a sinistra san Lorenzo.<br />

Le entrate ammontano a 60 ducati, 70 tarì e 288 grana.<br />

La Visita prosegue oltre che alla chiesa dell'Annunziata anche al vicino ospedale:<br />

"Visitavit etiam hospitali <strong>di</strong>ctae confraternitatis continguum <strong>di</strong>ctae Ecclesiae SS.mae<br />

annunciatae et invenit illud carere omnibus necessariis pro hospitalitate." I Maestri<br />

vengono invitati a renderlo funzionale entro sei mesi, pena 25 libbre <strong>di</strong> cera lavorata.<br />

131


Questa notizia può giustificare la successiva chiusura dell'ospedale che comporterà poi il<br />

trasferimento della spedalità in quello <strong>di</strong> Santa Caterina e quin<strong>di</strong>, col passare degli anni,<br />

la conseguente fusione delle due congreghe che devono curare il detto servizio. 4)<br />

---------------------------------------------------<br />

1) Archivio Stato Napoli - notaio Marc’Antonio Izzolo - scheda 40 protocollo I - pag. 152.<br />

2) Archivio della Collegiata cartellina L documento 27 e cartellina M doc. 76.<br />

3) Santa Visita 1561 pagg. 90/95.<br />

4) Santa Visita del 1561 pagg. 95r - 95d e Santa Visita del 1616 vol. IX pagg. 336/337 tergo.<br />

132


CONFRATERNITA DEL SANTISSIMO CORPO <strong>DI</strong> CRISTO<br />

IN SAN PIETRO DEL CASAMALE<br />

8 settembre 1540<br />

Agli atti della Santa Visita della Curia vescovile del 14 ottobre 1561 risulta che i<br />

Visitatori "Accesserunt deinde ad cappellam cum cancella lignea...intus <strong>di</strong>ctam ecclesiam<br />

(San Pietro) à parte dextera versus altare maius in qua comparuit Nicolaus iac(obu)s<br />

Figliola asserens se loco mag.ci <strong>di</strong>cte cappelle absentis quia confraternitas est, et <strong>di</strong>xit<br />

fraternam illam a solo erexisse,..."<br />

Questi esibisce una bolla <strong>di</strong> papa Giulio datata 8 settembre 1540.<br />

La congrega è dotata <strong>di</strong> pallio. Il cappellano è Angelo de Stefano.<br />

La congrega possiede, oltre i quattro moggi <strong>di</strong> terra all'Amendolara e le case a Prigliano,<br />

<strong>di</strong> cui s'è già detto, una selva e case nella piazza <strong>di</strong> Margarita con una ren<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> 5 ducati e<br />

3 tarì. Il quondam (defunto) Basile Majone ha lasciato alla congrega un censo <strong>di</strong> 4 carlini<br />

per olio.<br />

Inoltre per le sue funzioni ha in dotazione una "custo<strong>di</strong>a <strong>di</strong> legno indorate, doi calici con<br />

le coppe et patene d'argento indorate, un tabernacolo d'argento con pede d'ottone<br />

indorato per portare lo Sacramento, un palio <strong>di</strong> raso carmosino con ... banderole <strong>di</strong><br />

taffetta carmosino con le figure, un bacile <strong>di</strong> rame cipro, una tovaglia lavorata <strong>di</strong> seta<br />

negra d'altare, una pianeta <strong>di</strong> raso carmosino usata, tre<strong>di</strong>ci tovaglie d'altare, tre<br />

fazzoletti laborati <strong>di</strong> seta negra carmosini con doi bambacelli <strong>di</strong> cambraia, un panno <strong>di</strong><br />

damasco negro con liste d'altare, uno lampiero indorato, doi lanternini indorati, doi<br />

candelieri gran<strong>di</strong>, et doi piccoli." 1)<br />

Il 4 <strong>di</strong>cembre 1605 la congrega elegge i revisori dei conti per recuperare cre<strong>di</strong>ti scaduti e<br />

controllare le passate gestioni. Re<strong>di</strong>ge l'atto <strong>di</strong> nomina il notaio Marc'Antonio Izzolo:<br />

"Die quarto mensis decembris 4 In<strong>di</strong>tionis 1605 in terra Summe - Ad preces nobis factas<br />

pro parte infrasciptorum magistrum et confratruum Ven.lis Cappellae SS.mo Corporis<br />

Christi d.ae terrae ...constructa intus parochialim Eccl.am Sancti Petri, personaliter<br />

accessimus ad d.am Eccl.am et proprie in Sacristia d.tae Cappellae, et cum essemus<br />

ibidem, ac in nostri presentia constituti Franciscus Fuschus, et Joes Berar<strong>di</strong>nus Figliola<br />

magistri, yconomi et procuratores d.tae Cappellae, nec non Blasius Yzolus, Vitus<br />

Antonius Zamfinus, magister Fabius de Antignano, Michael Rahus, Joes Antonius<br />

Casoria, Joes laurentius Yzolus, Joes Domenicus Castaldus, Mattesu Granata, Fabritius<br />

de Avellino, magister Felix Castaldus, Joes Leonardus de Madaro, Gaspar Rahus, et<br />

Joes Domenicus de Avino confratres d.tae Ven.lis Cappellae SS.mi Corporis Christi,<br />

mayorem et seniorem partem <strong>di</strong>ctorum confratruum facientes, et reputantes ut <strong>di</strong>cunt in<br />

unum in d.to loco pro p.tum Franciscum... ut s. more et loco solitis int... nomine <strong>di</strong>ctae<br />

Cappellae et pro d.ta Cappella ex utili, justa et espe<strong>di</strong>enti causa ut <strong>di</strong>cunt ipsius, (qui)<br />

Franciscus, et Joes Berar<strong>di</strong>nus magistri ut s. asseruerunt coram nobis in volgari sermoni<br />

videlicet:<br />

fratelli carissimi perche per lo passato sono stati molti magistri, è procuratori de d.a<br />

Cappella, quali hanno administrate intrate de d.a Cappella, et le lloro administrationi<br />

parte sono state visti da altri rationali eletti per essa Cappella per lo passato, è parte<br />

non sono ancora vedute, dove credo si deveno recuperare molte quantità de denari da<br />

detti olim administratori, yconomi, è procuratori <strong>di</strong> d.a cappella pertanto nci pare al<br />

presente per utilità de d.a Cappella, eligere dui rationali, seu visori, à vedere tutte le<br />

133


administrationi è conti de tutti li p.ti olim magistri, et procuratori de d.a Cappella per<br />

tutto lo tempo passato per insino all'anno prossimo passato, et quelle sarando viste<br />

rivederle et possano condemnare, è significare tutti quelli, che deveno dare à d.a<br />

Cappella, è quelli farli costringere a pagare, è quelli compelli al presente se revedeno,<br />

non possano essere più in futurum revisti d'altra persona, perciò me pare che per l'effetto<br />

p.to, eligessimo rationali à vedere, è revedere detti conti l'abbate Felice Viola<br />

parochiano è rettore de d.ta Eccl.a <strong>di</strong> S.to Pietro, et anco Matteo de Febraro quali<br />

congiunti possano vedere, li p.ti conti ut s., et quelli significare ò (pagare) quelli per essi<br />

olim magistri se doverà, et anco liberare (quelli) non doverando cosa alcuna, accio in<br />

futurum non siano molestati, ogn'uno potrà <strong>di</strong>re il suo parere:<br />

qui confratres au<strong>di</strong>ta proposita p.ta unanimiter concord(averun)t et pari voto, ac nemine<br />

<strong>di</strong>screpante, concluserunt, et decreverunt, ac elegerunt <strong>di</strong>ctos rationales ab Felicem<br />

violam, ac Mateum de febrarum ad videndum et revidendum computa p.ta per toto<br />

tempore p.to servata forma propositionis p.tae et ita fuit conclusum de quibus omnibus<br />

ita pactis - Statim requisiverunt nos ....(fias) instrumentum nos autem perinde -<br />

Presentibus Ju<strong>di</strong>ce Joseph de Stefano ad contractus<br />

Eugenio de la Monica de Neapoli, Minico Castaldo, et Sabatino Castaldo, terre Summe,<br />

et Joe Baptista Filingerio de Neapoli." 2)<br />

Il 24 giugno del 1650 il notaio Marc'Antonio Izzolo stila l'atto <strong>di</strong> nomina dei Magistri<br />

Economi e Procuratori della congrega del Santissimo Corpo <strong>di</strong> Cristo.<br />

Sono presenti il parroco <strong>di</strong> San Pietro e procuratore della cappella omonima, Tommaso<br />

Casillo, ed i "fratelli Hieronimo e Gio:Vincenzo Nocerino, Gio:Aloysio Spina, Luca<br />

Castaldo, Antonio Romano, Domenico de Madero, Carmine e Cesare de Milo, Vincenzo<br />

Casoria, Horatio e Joannello Casillo, Gio:Batta Camposano, Jo.es Improta ed i fratelli<br />

Martone, major et senior pars della Congrega", (una trentina <strong>di</strong> consociati), che nomina<br />

Maestri il "Capitano Gioseppe Ursino e Hieronimo Izolo". 3)<br />

"Regole della congregatione del Santissimo Corpo <strong>di</strong> Christo eretta in San Pietro<br />

7 aprile 1777<br />

FER<strong>DI</strong>NANDUS QUARTUS Dei Gratia Rex Utriusque Siciliae, Hyerusalem Infans<br />

Hispaniarum Dux Parm(a)e Placenti(a)e Castri ac Magnus Princeps Here<strong>di</strong>tarius<br />

Haetruri(a)e.<br />

Reveren<strong>di</strong>s in Christo Patribus, quibuscumque Archiepiscopis, Episcopis, Vicariis, Cleris<br />

Capitulis, et aliis Ecclesiasticis, Religiosis personis totius hujus Regni et signanter<br />

Diocesis (spazio bianco) Illustribus, quoque spectabilibus quibuscumque baronibus<br />

titulatis, et non titulatis, gubernatoribus au<strong>di</strong>toribus, Capitaneis, Assessoribus, Sindacis<br />

Electis Universitatibus et aliis quibusvis personis et officialibus, quacumque auctoritate,<br />

et potestate fungentibus, seu eorum locumtenentibus, et substitutis ad quos seu quem<br />

praesentes pervenerint, vel fuerint quomodolibet presentatae Fidelibus, devotis, <strong>di</strong>lectis<br />

gratiam nostram, et bonam voluntatem nuper pro parte infrascriptorum supplicantium<br />

fuit Majestati vestrae porrectum infrascriptum memoriale cum relatione facta per<br />

Reverendum nostrum Regium Cappellanum Majorem tenori seguentis videlicet S(ua)<br />

R(egia) M(aestà) - Per parte degli infrascritti supplicanti mi è stato presentato<br />

l'infrascritto memoriale del tenore seguente videlicet: S.R.M. - Sig. Li Maestri<br />

134


Procuratori e fratelli della Venerabile Congregatione sotto il titolo del SS.mo Corpo <strong>di</strong><br />

Cristo, nella Venerabile Parochiale Chiesa <strong>di</strong> San Pietro della Città <strong>di</strong> Somma in<br />

Provincia <strong>di</strong> Terra <strong>di</strong> Lavoro supplichevole espongono alla M.V. come per lo buon<br />

governo, e retta amministrazione <strong>di</strong> detta Laical Congregazione annò formato alcuni<br />

Capi <strong>di</strong> Regole: e comeché <strong>di</strong> quelli non possono far uso se p(rim)a non vengono<br />

avvalorati dol V(ostro) R(ea)l Beneplacito, e Regio Assenso. Pertanto supplicano a<br />

benignarsi <strong>di</strong> concedere il V. R.le ass(ens)o tanto sopra la fondazione <strong>di</strong> detta Venerabile<br />

Laical Congregazione quanto sopra <strong>di</strong> Capi <strong>di</strong> Regole per lo buono governo della<br />

medesima che riceveranno ut Deus - Io Michele Grillo Mastro e Governatore<br />

supplichevole come sopra - Io notar Pascale de Falco Mastro Governatore suppl. come<br />

sopra - Io don Domenico Salvati s.c.s. - Io Domenico Majulli s.c.s. - Io don Nicola<br />

Rianna - Felice de Mauro - Don Domenico de Mauro - Francesco Zio (Zito?) - Benedetto<br />

Iovino s.c.s. - Segno <strong>di</strong> croce <strong>di</strong> Domenico Majullo - <strong>di</strong> Franco Lanza - <strong>di</strong> Leonardo<br />

Alizzetta (Aliperta?) - <strong>di</strong> Carmine Castello - <strong>di</strong> Matteo Majello - <strong>di</strong> Matteo Casillo - <strong>di</strong><br />

Pascale Polise - <strong>di</strong> Baldassarre Fragliozzo (Fragliasso) - <strong>di</strong> Giacinto Carbone - <strong>di</strong><br />

Tommaso Fragliozzo - <strong>di</strong> Michele Casillo (tutti s.c.s.) - che la retroscritta supplica sia<br />

stata fatta dai sottoscritti, e crocesegnati Maestri, Procuratori e Confratelli ad n(umer)o<br />

<strong>di</strong> venti della s.ta V.le Laical Congrega del SS. Corpo <strong>di</strong> Cristo della Città <strong>di</strong> Somma, con<br />

la quale domandano il R.o assenso, tanto per la fondazione, quanto sopra alcuni Capi <strong>di</strong><br />

regole formati per il buon governo della medesima. L'attesto io qui sottoscritto notaro -<br />

Più attesto io suddetto e sottoscritto Notaro come li sottoscritti crocesegnati Officiali e<br />

Confratelli <strong>di</strong> d.ta Congregazione sono la magior e sana parte della medesima ed in fede<br />

Notar Pascale de Falco <strong>di</strong> Napoli commorante in Somma richiesto ò segnato - Locus<br />

signi notarilij.<br />

Reverendus Regius Cappellanus Major videat et in scriptis referat - Salomonius<br />

U(triusque) J(uris) D(octor) ...prov.one per Regalem Cameram S. Claram <strong>di</strong> Napoli 7<br />

aprilis 1777 - Pro Majori Majestate - Pisanus illustris Marchio Citus S.R.C., et ...<br />

spectabiles aulas pri.... subscriptionis impe<strong>di</strong>ti - E col sud.o memoriale mi sono state<br />

presentate le infrascritte regole, cioè: Regole da osservarsi dalli confratelli della V.le<br />

Laical Cong.ne del SS. Corpo <strong>di</strong> Cristo retta nella V.le Chiesa <strong>di</strong> S. Pietro della Città <strong>di</strong><br />

Somma -<br />

I - Si stabilisce che per il buon governo e retta amministrazione della congrega si<br />

debbano eligere due Officiali dal numero dei fratelli laici denominati Magistri e<br />

Procuratori abili pontuali e facoltosi, ed almeno uno <strong>di</strong> essi scribente, li quali debbono<br />

essere annuali. In quale oggetto nella p(rim)a Domenica <strong>di</strong> Luglio <strong>di</strong> qualsiasi anno si<br />

congreghino a suon <strong>di</strong> campana tutti li confratelli ascritti, o la maggior parte <strong>di</strong> essi, e<br />

così dal primo Maestro come dal secondo si debbano nominare li rispettivi loro<br />

successori, de quali nominati, chi nella bussola partitamente facienda rimarrà incluso<br />

colla magioranza de' voti secreti e propriamente uno <strong>di</strong> più della metà dei votanti<br />

eserciterà l'Officio dell'anno seguente. Nel caso poi restassero esclusi tutte e due li<br />

nominati, si farà altra nomina dell'anzidetti Maestri, fino a che non seguirà la canonica<br />

elezione, con espressa con<strong>di</strong>zione che essendovi parità <strong>di</strong> voti debba questa derimersi<br />

dalla sorte, servata la forma prescritta dalla legge. Fatta così la elezione si debbiano<br />

però imme<strong>di</strong>atamente immettere nel possesso dei loro Officj li novelli Eletti, e s'intenda<br />

adempito a questo atto col canto del Te Deum, e consegna delle chiavi della Cong.ne. E<br />

135


l'istessa regolarità debba osservarsi per l'elezione <strong>di</strong> tutti l'altri Officiali minori,<br />

denominati Sacrestano, Maestro <strong>di</strong> Cerimonie, Infermiere.<br />

II - Che i fratelli non oltrepassino il numero <strong>di</strong> trenta, e per qualsivoglia causa, li quali<br />

debbano essere del Quartiere Murato della Città e vicini alla Parochia, acciò per effetto<br />

della vicinanza possano assistere ed associare il SS.mo quante volte occorrerà <strong>di</strong> notte e<br />

<strong>di</strong> giorno per lo Viatico degli Infermi. E passando alcuno <strong>di</strong> essi a miglior vita, si debba<br />

subito eligere altro fratello in luogo del deficiente, costumato, <strong>di</strong>voto, ed esemplare dà<br />

nominarsi dalli d.ti Maestri e Procuratori in piena congregazione, li quali debbano<br />

anche nominare un fratello scribente per segretario affinché con onoratezza, e<br />

<strong>di</strong>stinzione possa notare al libro tutti gli atti Capitolari si faranno in Cong.ne, per l'utile,<br />

e vantaggio della medesima, e per eligersi dalla Cong.ne, siccome <strong>di</strong> sopra abbiamo<br />

prescritto per l'elezione delli Maestri e Procuratori.<br />

III - Che ogni fratello debba accettare la carica in cui sarà eletto e non volendo<br />

accettarla senza legittima causa debba pagare libre quattro <strong>di</strong> cera lavorata in onore del<br />

SS.mo Sacramento, precedente ricevuta autentica de Maestri e Procuratori; E nel caso<br />

non so<strong>di</strong>sfi la quantità <strong>di</strong> cera fra mesi due sia lecito alla Cong.ne cassarlo, e precedente<br />

nomina de' medesimi eligere altro fratello in suo logo, concorrendovi sempre la<br />

maggioranza de' voti secreti de' fratelli.<br />

IV - Che per lo buon governo ed aumento del Culto Divino debba nominarsi da' Maestri<br />

e Proc.ri il Padre Spirituale, ed il Cappellano per eligersi con la magioranza de' voti<br />

secreti de' fratelli, il primo de' quali debba confessare li fratelli dentro la Cong.ne,<br />

pre<strong>di</strong>care in ogni Domenica, e spiegare l'Ev<strong>angelo</strong> Corrente, né punto debba<br />

intromettersi nell'affari temporali, e sia amovibile ad nutum da tutti o magior parte de'<br />

fratelli. Il secondo sia tenuto, ed obligato so<strong>di</strong>sfare tutte le messe forzose descritte nella<br />

tabella esistente nella Sacristia <strong>di</strong> detta Parochiale Chiesa, anche amovibile ad nutum<br />

come <strong>di</strong> sopra - si è <strong>di</strong>sposto con esser però tenuta la Cong.ne a so<strong>di</strong>sfarli grana <strong>di</strong>eci<br />

per ogni messa tertiatim; bene inteso però che siano sempre preferiti li fratelli Sacerdoti<br />

in tale celebrazione.<br />

V - Che l'Officiali eligen<strong>di</strong> non siano debitori della Cong.ne , ma che abbiano resi li<br />

conti, ed ottenute le lettere liberatoriali; Ed in caso <strong>di</strong> confirma (per) ciascheduno<br />

(istesso) si debba votare per bussola secreta, e debba seguire nemine <strong>di</strong>screpante<br />

soltanto per lo secondo anno, con espressa con<strong>di</strong>zione però, che l'eletto fra lo spazio <strong>di</strong><br />

giorni venti sia tenuto dare alli razionali eligen<strong>di</strong> con magioranza de' voti secreti dei<br />

fratelli esatto conto dell'anno scorso, ed in caso fra detto tempo non seguisse, opure<br />

risultasse debitore, si debba subito tenere congregazione, ed eligersi altro soggetto per lo<br />

stesso che manca.<br />

VI - Che andando in processione la Cong.ne niuno fratello ar<strong>di</strong>sca da se prendere lo<br />

stendardo, la Croce, Mazza del Pallio, ed altro, senza licenza de' Maestri e Proc.ri<br />

altrimenti sia cassato per fratello, la quale cassazione però debba farsi precedente la<br />

magioranza de' voti secreti de' fratelli, de' quali insinuandosi ad ognuno il dovuto<br />

rispetto, e obe<strong>di</strong>enza all'Officiali, ed aver presente il Santo Timore del Signor Id<strong>di</strong>o.<br />

136


VII - Che tutti li fratelli siano tenuti accompagnare il SS.mo Sacramento <strong>di</strong> giorno, e<br />

notte, per la Comunione degli infermi, con tutta quella decenza e decoro si conviene; E<br />

specialmente nella feria Quinta in Coena Domini, d.ti fratelli debbano assistere in d.ta<br />

Parochiale Chiesa per associare il SS.mo, mettendosi al Sepolcro, e nel Venerdì Santo<br />

con tutto fervore, e spirito <strong>di</strong> buon cristiano, per lo quale effetto a tocchi <strong>di</strong> campana, e<br />

campanelli debbano essere pronti, e ritrovandosi impe<strong>di</strong>ti per giusta causa, debbano<br />

pregare qualche loro costumato parente, o amico, acciò vada a <strong>di</strong>simpegnare il loro<br />

impiego.<br />

VIII - Che li fratelli in ogni 3^ domenica <strong>di</strong> mese siano tenuti uscire in sollenne<br />

processione fuori della Chiesa, ed intorno al Quartiere Murato della Città, con quella<br />

decenza, e decoro si conviene; E mancando qualche fratello per due volte alla d.ta<br />

associazione ò a quella <strong>di</strong> qualche fratello defunto, sia <strong>di</strong>scretamente mortificato dalli<br />

maestri e Proc.ri, e seguitando a mancare sia cassato dalla Cong.ne, precedente la<br />

magioranza de' voti secreti de' fratelli, e per l'esatta esecuzione sia tenuto il Sacrestano<br />

a darne <strong>di</strong>stinto conto alli medesimi in piena congregazione.<br />

IX - Che ritrovandosi qualche fratello ammalato li Governatori ed Infermiere debbano<br />

visitarlo e piamente <strong>di</strong>sporlo al ricevimento del SS.mo Sacramento, ed essendo povero<br />

soccorrerlo in tutto quello che si può a spese della Cong.ne in adempimento della carità<br />

cristiana, e dovere tra fratelli.<br />

X - Che se qualche fratello, o sorella morisse, fuor del <strong>di</strong>stretto della Città, ò pure<br />

qualcheduno <strong>di</strong> essi per particolar <strong>di</strong>vozione si volesse sepellire in altra Chiesa fuori<br />

della Terra Santa della Cong.ne in tal caso sia tenuta la Cong.ne farli celebrare le messe<br />

lette numero quin<strong>di</strong>ci ed una messa cantata, e l'istesso praticare per ogni fratello si<br />

sepellisse nella Terra Santa della Cong.ne con ottenere li Governatori ò siano Maestri<br />

fede privata della celebrazione e per l'importo abbonato ne' conti, con intelligenza che<br />

tali messe debbano assolutamente farsi celebrare fra lo spazio <strong>di</strong> un mese dopo la<br />

seguita morte del fratello, e che in tale celebrazione siano sempre preferiti li fratelli<br />

Sacerdoti; E mancando li Maestri a tale celebrazione fra d.to determinato tempo siano<br />

tenuti a farlo so<strong>di</strong>sfare dopo a loro proprie spese, e <strong>di</strong> ciò ne debbano prendere esatto<br />

conto li razionali eligen<strong>di</strong>, nella visura dell'istesso.<br />

XI - Che li d.ti Maestri e Proc(urato)ri siano tenuti a mantenere la Cappella del SS.mo<br />

Sacramento, con ogni decoro, e provederla <strong>di</strong> tutti quelli utensili bisognano nel tempo<br />

medesimo l'istessi maestri e Proc.ri abbiano la facoltà <strong>di</strong> esigere tutte le ren<strong>di</strong>te della<br />

Cong. anche per mezzo <strong>di</strong> publico Banco, e quietare, che perverranno per causa <strong>di</strong> censi,<br />

affitti, volontarie oblazioni, ed ogni altro beneficio della medesima, li quali siano tenuti<br />

ed obligati precedente <strong>di</strong>stinta ricevuta a beneficio dei rendenti, scriverle con chiarezza<br />

nel libro d'introito per poi darne conto alla fine dell'anno a due fratelli laici de' nominati<br />

razionali, li quali nella dazione <strong>di</strong> detto conto assieme al Deputato Ecclesiastico<br />

interveniranno come fiscali.<br />

137


XII - Che li nominati Maestri e Proc.ri abbino la facoltà <strong>di</strong> far esito nella somma <strong>di</strong><br />

ducati 10 per ogni volta che occorrerà per cera per lo SS.mo Viatico, oglio per la lampa,<br />

bianchegiare li camisi, accomodare le vesti della Confraternita, ed altri utensili; Ed<br />

occorrendo esitare summa magiore, o farsi altra spesa estraor<strong>di</strong>naria debbano ottenere<br />

la risoluzione de' fratelli in piena congregazione, ed in caso <strong>di</strong> inosservanza della<br />

presente Capitolazione, tutto l'importo della spesa fatta debba cedere a danno de'<br />

Maestri e Proc.ri, e li Razionali eligen<strong>di</strong> debbano esattamente invigilare sù tal<br />

particolare dazione de' conti.<br />

XIII - Che avendosi notizie <strong>di</strong> qualche fratello per giocatore, obriaco o <strong>di</strong>ssoluto, oppure<br />

per bestemmiatore, li Maestri e Proc.ri debbono corrigerlo in Cong.ne per tre volte, e<br />

non profittandosi <strong>di</strong> tale avviso sia cacciato via dalla Cong.ne precedente la magioranza<br />

de' voti de' fratelli.<br />

XIV - Che in ogni anno essendovi denaro in Cassa debba farsi la festa nel venerdì infra<br />

octavam Corporis X(Chris)ti con quella magiore decenza, e decoro si può e non<br />

essendovi denaro si potrà adempire nell'anno seguente. E tutti i fratelli debbano assistere<br />

all'istruzione del Padre Spirituale per mantenersi nella perfezione.<br />

XV - Soverchiando denaro in fine della tenuta amministrazione li Maestri e Proc.ri<br />

debbano farne una fede <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to in testa loro colla debita girata, e consegnarla alli<br />

Novelli Amministratori, ed ottenendone da' medesimi copia estratta dell'istessa per loro<br />

cautela.<br />

XVI - Che il Sacrestano eletto debba avere tutta la cura, e vigilanza per la cera, che<br />

occorre quando deve uscire il SS.mo Viatico per l'infermi, e che li lampioni siano<br />

servibili, e nelle occorrenze farli accomodare dopo che ne avrà avvisato li Maestri e<br />

Proc.ri. E non trovandosi esatto per detta amministrazione sia subito ammosso (rimosso),<br />

ed eletto altro soggetto in suo luogo.<br />

XVII - Che per lo buon governo della Cong.ne si debba eligere l'avvocato, acciò per<br />

effetto del <strong>di</strong> lui patrocinio le ren<strong>di</strong>te della medesima siano esattamente conservate, ed<br />

irremisibilmente si esegua quanto con presenti regole è stato prescritto, e poiché dette<br />

sono <strong>di</strong>rette all'accrescimento del Culto Divino, e retta amministrazione della Cong.ne.<br />

XVIII - Che si debba far inventario <strong>di</strong> tutte le suppellettili, argenterie, ed altro si<br />

appartengono alla Cong.ne poiché quelle che giornalmente occorrono per la Cappella si<br />

debbano precedentemente ricevuta consignare al Padre Spirituale, e li restanti se ne<br />

debba far ricevuta dalli Novelli Eletti a beneficio de' passati per mano del d.to<br />

Segretario in conformità dello inventario che si dovrà tener conservato nell'Archivio<br />

della Cong.ne.<br />

XIX - Che retroscritte Capitolazioni o siano Capi <strong>di</strong> Regole si debbano esattamente tener<br />

conservate in d.to Archivio, che dovrà costituirsi nella Sacrestia della d.ta Parochiale<br />

Chiesa con due chiavi <strong>di</strong>stinte da conservarsi una per ciascheduno dalli due maestri e<br />

Proc.ri, nel quale debbano conservare tutte le scritture si approvano all'interesse della<br />

138


Cong.ne, che si debbano leggere almeno in ogni quattro mesi, acciò tutti li fratelli li<br />

sappiano, e siano magiormente osservate.<br />

XX - Per ultimo si stabilisce, che dei retroscritti Capitoli non si possa, ne debba<br />

<strong>di</strong>minuire, o agiungere cosa alcuna, senza publica conclusione in piena congregazione,<br />

con ottenersi in seguito per l'osservanza il Regio Assenso, e Beneplacito dalla Maestà<br />

del Re, che Dio guar<strong>di</strong> per lunga serie <strong>di</strong> anni. Ed avendo naturalmente considerato il<br />

tenore <strong>di</strong> dette Regole, poiché le medesime non contengono cosa, che pregiu<strong>di</strong>chi la Real<br />

Giuris<strong>di</strong>zione, ed il Publico, ma semplicemente son <strong>di</strong>rette al buon governo della s.ta<br />

Cong.ne, perciò precedente il parere del Regio Consigliere d. Domenico Potenza mio<br />

or<strong>di</strong>nario consigliere, son <strong>di</strong> voto, che possa Vostra Maestà degnarsi concedere tanto su<br />

le medesime Regole, quanto su la fondazione della s.ta Cong.ne il Regio Assenso,<br />

coll'espressa clausola insita per altro alla Sovranità usque ad Regis Beneplacitum, con<br />

farli spe<strong>di</strong>re Privilegio in forma Regalis Camerae S.tae Clarae, colle seguenti con<strong>di</strong>zioni:<br />

I - Che la s.ta Cong.ne non possa far acquisti, essendo compresa nella lege <strong>di</strong><br />

ammortizazione, e che siccome l'esistenza giuri<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> d.ta Cong.ne comincia dal dì<br />

dell'impartizione del Regio Assenso nella fondazione, e nelle regole, così restino illese le<br />

ragioni delle parti, per gli acquisti fatti precedentemente dalla medesima, come corpo<br />

illecito, ed incapace, il tutto a tenor del Real Dispaccio del 23 giugno del passato anno<br />

1776.<br />

Secondo - Che in ogni esequie resti sempre salvo il <strong>di</strong>ritto del parroco.<br />

III - Che le processioni, ed esposizioni del Venerabile possino farsi precedenti le debite<br />

licenze.<br />

IV - Che i fratelli ecclesiastici, che al presente vi sono, e quelli che in appresso si<br />

ascriveranno non possono godere, ne la voce attiva, ne la passiva, ne avervi ingerenza,<br />

neque <strong>di</strong>recte neque in<strong>di</strong>recte.<br />

V - Che nella red<strong>di</strong>zione de' conti <strong>di</strong> d.ta Cong.ne si abbia da osservare il capitolo V<br />

paragrafo 1, et seguenti del Concordato.<br />

VI - Che a tenore del reale Stabilimento fatto nel 1742, quei che devono essere eletti per<br />

Amministratori e Razionali non siano debitori della medesima, e che avendo altre volte<br />

amministrato le sue ren<strong>di</strong>te e beni, abbino dopo il ren<strong>di</strong>mento de' conti ottenuto la debita<br />

liberatoria e che non siano consanguinei, ne affini dell'Amministratori precedenti sino al<br />

3° grado, inclusivo de jure civili. E per ultimo, che non si possa agiungere, o mancare<br />

cos'alcuna dalle preinserite Regole senza il precedente Real Consenso <strong>di</strong> questo &<br />

Napoli 17 maggio 1777. Di V.M. umil.mo vassallo e Cappellano Matteo Gennaro<br />

Arcivescovo <strong>di</strong> Cartag.e, Domenico Potenza, Francesco Albarelli, <strong>di</strong>e 24 maggio 1777<br />

Neapoli Regalis Camerae S.tae Clarae providet, decernit, atque mandat quod expe<strong>di</strong>at<br />

Privilegium in forma Regii Assensus s.a retroscriptae relationis - Hoc sunt: Citus -<br />

Vargas Macciucca - Salomonius - Paoletti Patritius ...id f. Regalis Coronae viro<br />

magnifico .. Pisanus - Supplicantium propterea nobis extitit pro parte supra<strong>di</strong>ctorum<br />

supplicantium quatenus fundationem Confraternitatis seu Collegii pre<strong>di</strong>cti, ac<br />

praeinserta Capitula approbare et convalidare cum omnibus et quibuscumque in <strong>di</strong>ctis<br />

capitulis contentis, et expressis benigne <strong>di</strong>gnaremur - Nos vero <strong>di</strong>ctis petitionibus tam<br />

justis, et piis libenter annuentes in his et aliis quam plurimis longe majoribus quae<br />

exau<strong>di</strong>tionis gratiam rationabiliter promerentur tempore presente ex certa nostra scientia<br />

deliberate, et consulto, et ex gratia speciali fundatione pre<strong>di</strong>cta, et ipsae praeinserta<br />

139


Capitula juxta eorum tenores acceptamus, approbamus, et convalidamus nostroque<br />

munimine et praesi<strong>di</strong>o roboramus, ac omnibus in eisdem contentis, ac praenarratis, ac ex<br />

gratia speciali ut supra assentimur, et consentimus nostrumque super eis assensum<br />

Regalem, consensum interponimus, et praestamus usque ad nostrum Regalem<br />

successorumque...Regalem Beneplacitum, nulla data, temporis prae<strong>di</strong>cti cum s.tis<br />

clausolis, con<strong>di</strong>tionibus et limitationibus contentis in d.ta praeinserta Relatione<br />

supra<strong>di</strong>cti Regii Cappellani majoris ac in omnibus supra Relationis prae<strong>di</strong>cta.<br />

Volentes et decernentes expresse de eadem scientia certa nostra, quod presens nostra<br />

approbatio, convalidatio, atque concessio tam super fundatione quam presentibus<br />

Capitulis sit, et ipse debeat p.ctis confratibus quam p.a Cong.nis presentibus et futuris<br />

usque ad nostrum successorumque nostrum Regalem Beneplacitum supra regulis<br />

descripti de <strong>di</strong>e 27 junij 1776, semper stabilis, realis, valida, fructuosa et firma,<br />

nullamque in ju<strong>di</strong>ciis, aut extra sententias quovis <strong>di</strong>minutionis incomodum aut noxae<br />

alterius detrimentum pertinescat, sed in suo semper robore, et firmitate persistat in<br />

quorum fide melior presens privilegium fieri fecimus magno nostro sigillo pendenti<br />

munitum - Datum Neapoli in Regale Palatio <strong>di</strong>e 21 mensis maij millesimo<br />

septingentesimo septuagesimo septimo 1777 -<br />

FER<strong>DI</strong>NANDUS QUARTUS<br />

Dominus Rex mandavit mihi<br />

don Fer<strong>di</strong>nando Corra<strong>di</strong>no<br />

a secretis<br />

S.M. concede il Suo Reale Assenso alla presente capitolazione fatta dalli Maestri e<br />

Proc.ri e fratelli della Venerabile Laical Cong.ne sotto il titolo del SS.mo Corpo <strong>di</strong> Cristo<br />

eretta nella V.le Parochiale Chiesa <strong>di</strong> S. Pietro della Città <strong>di</strong> Somma in Provincia <strong>di</strong><br />

Terra <strong>di</strong> Lavoro, circa il buon governo <strong>di</strong> detta Cong.ne il modo <strong>di</strong> eligere gli Officiali,<br />

la recezione de' fratelli e go<strong>di</strong>mento dei suffragi in tempo della <strong>di</strong> loro morte , con<br />

l'infrascritta forma della Relazione don Reverendo Regio Cappellano Magiore e servata<br />

la forma <strong>di</strong> quella. In forma Regalis Camerae Sanctae Clarae<br />

Pr.ne<br />

Martius Pisanus<br />

Solvat pro jure sigilli Solvit ducatos septem cum<br />

tarenos duodecim <strong>di</strong>mi<strong>di</strong>o<br />

Pisanus Svephus Valle Regalis Perceptor<br />

In Pri.m 117: Fol: L<br />

Lanzetta 4)<br />

-------------------------------------------------------<br />

1) Archivio della Collegiata - libro 9 - pag. 2a e Santa Visita del 1561 pagg. 41-42-47d.<br />

2) Archivio Stato Napoli - notaio Marc'Antonio Izzolo - scheda 40 prot. 2 pag. 48.<br />

3) A.S.N. notaio - M.A. Izzolo - scheda 40 prot. 24 pag. 63 tergo.<br />

4) Originale concesso dagli ere<strong>di</strong> <strong>di</strong> Antonio Secondulfo, ex Priore, e copia <strong>di</strong> una parziale trascrizione concessa dal dottor<br />

Domenico Russo.<br />

140


CONFRATERNITA DEL SANTISSIMO ROSARIO<br />

IN SAN DOMENICO DEL QUARTIERE PRIGLIANO<br />

1591<br />

Il manoscritto sul clero sommese, fornitomi da Alberto Angrisani, consente <strong>di</strong> far risalire<br />

la nascita <strong>di</strong> questa congrega al 1591, quando i Padri Riformati prendono possesso del<br />

convento <strong>di</strong> San Domenico. Infatti in sagrestia viene trovata "una bannera per la croce de<br />

armesino carmosino con le figure de lo Rosario et con li confrati e Censore, e dall'altra<br />

banna con la figura <strong>di</strong> San Domenico."<br />

Anche la Curia <strong>di</strong> Nola documenta l'esistenza della congrega del SS.mo Rosario con un<br />

atto, in Documenti vari, che attesta che il "16 settembre 1670 Lucrezia Annarita veniva<br />

sepolta in San Domenico con esequie fattale dai Fratelli della congrega del SS. Rosario."<br />

1)<br />

"Regole della venerabile congregatione del SS. Rosario eretta dentro il chiostro del real<br />

convento <strong>di</strong> S. Domenico dei PP. Pre<strong>di</strong>catori della città <strong>di</strong> Somma<br />

17 Febbraio 1777<br />

Fer<strong>di</strong>nandus IV Dei Gratia Rex Utriusque Siciliae et Hyerusalem Infans Hyspaniarum<br />

Dux Parmae Placentiae, Castrique, ac Magnus Princeps.<br />

Capitolo Primo - Della recez(io)ne dei fratelli.<br />

Chi vorrà essere ricevuto per fratello <strong>di</strong> detta Congregazione dovrà dare il memorante<br />

spiegando il nome, cognome, e patria, la professione, e la domanda al Priore, il quale<br />

dovrà rimetterla al maestro dei Novizi, acciò informandosi del soggetto ne faccia <strong>di</strong>stinta<br />

relazione, e ritrovandosi <strong>di</strong> buona vita, fama e costume dovrà il Priore proporlo ai<br />

fratelli in piena congregazione, dove sarà ammesso concorrendovi la maggioranza dei<br />

voti segreti dei medesimi, dopo ammesso dovrà fare il noviziato per mesi sei sotto la cura<br />

ed obbe<strong>di</strong>enza del maestro dei novizi, qual tempo scorso, essendosi il noviziato fatto<br />

conoscere degno <strong>di</strong> essere ricevuto alla Fratellanza, lo dovrà presentare al Priore da cui<br />

sarà proposto alli fratelli, e ricevuto alla fratellanza, concorrendovi la maggioranza dei<br />

voti segreti dei medesimi, ben'inteso però che durante il tempo del noviziato, non dovrà<br />

avere né voce attiva, né passiva, né dovrà godere alcun suffraggio.<br />

Colui che vuole ascriversi per fratello, non debba avere meno d'anni <strong>di</strong>eci <strong>di</strong> sua età, non<br />

essendo figlio <strong>di</strong> fratello, debba pagare la sua entratura a ragione <strong>di</strong> grana <strong>di</strong>eci per ogni<br />

anno della sua età sino all'anno quaranta, da questi in poi la tassa resta ad arbitrio <strong>di</strong><br />

tutti i fratelli per bussola segreta, e maggioranza dei voti dei medesimi.<br />

Li figli però dei fratelli, che volessero ascriversi essendo <strong>di</strong> anni <strong>di</strong>eci sino alli quin<strong>di</strong>ci<br />

debbono pagare la somma <strong>di</strong> carlini cinque per loro entratura, dalli anni quin<strong>di</strong>ci sino<br />

alli venti carlini <strong>di</strong>eci, dalli venti sino alli trenta in poi a ragione <strong>di</strong> grana cinque l'anno,<br />

dalli trenta in sopra alla <strong>di</strong>sposizione della maggiior parte dei fratelli per voti segreti<br />

come sopra. Conché però la tassa non debba eccedere alla somma <strong>di</strong> docati sette.<br />

Capitolo secondo - Dell'obbligo <strong>di</strong> ciascun fratello.<br />

Chi sarà ammesso alla fratellanza dovrà pagare in ogni mese grana cinque in possesso<br />

del tesoriere pro tempore della Congregazione e fare detto pagamento in Congregazione,<br />

141


e non già in altro luogo, e chi mancherà <strong>di</strong> pagare per tre mesi continui resterà<br />

contumace, e come tale privo <strong>di</strong> voce attiva, e passiva, e dei suffraggi né potrà entrare<br />

nel go<strong>di</strong>mento, se non so<strong>di</strong>sferà in Congregazione ciò che deve, se poi la contumacia del<br />

pagamento sarà <strong>di</strong> anni <strong>di</strong>eci intieri senza interruzione <strong>di</strong> pagamento si averà come<br />

cassato dal bollo dei fratelli, ed allora potrà <strong>di</strong> nuovo riceversi quando avrà intieramente<br />

pagato la contumacia, e ne concorrerà la maggioranza dei voti segreti dei fratelli. Il<br />

fratello contumace <strong>di</strong> tre mesi ritrovandosi ammalato o morendo, sarà soltanto sepolto<br />

nella Terra Santa della Congregazione col solo intervento della confraternita, e dovendo<br />

ogni altro andare a spesa della sua casa. Stimando li superiori e consultori giubilare, e<br />

far esente dal mensual pagamento, qual fratello vecchio impotente sia lecito farlo,<br />

concorrendovi la maggioranza dei loro voti, e fratelli, purché però si tratti <strong>di</strong> un solo<br />

fratello né possa giubilarsi altro, se non vaca per morte il giubilato, nell'intelligenza <strong>di</strong><br />

non potersi purgare la contumacia. Ritrovandosi il fratello contumace infermo, carcerato<br />

o assente, entrando in Congregazione il fratello, dovrà inginocchiarsi avanti l'Altare,<br />

in<strong>di</strong> alzarsi se dopo il tocco del campanelo che darà il Priore o chi farà le sue veci,<br />

alzatosi farà riverenza all'Altare ed alla Banca, e si andrà a sedere al suo luogo, ove<br />

starà con ogni modestia e silenzio, se sarà da qualche fratello domandato <strong>di</strong> qualche<br />

cosa, dovrà risponderli brevemente e con voce bassa, se poi proponendo il Priore<br />

qualche affare, volesse il fratello <strong>di</strong>re il suo sentimento, potrà farlo, alzandosi in pie<strong>di</strong>, ed<br />

inchinandosi all'Altare ed alla Banca <strong>di</strong>rà modestamente, senza schiamazzi, grida ed<br />

ostinazione, ciò che l'occorre, e terminato il suo <strong>di</strong>scorso, si sieda, e qual'ora più volte<br />

volessero <strong>di</strong>re il loro parere, il più vecchio <strong>di</strong> essi dovrà essere il primo e così per<br />

anzianità uno dopo l'altro. Dovranno li fratelli in tutti li giorni festivi portarsi in<br />

Congregazione irremissibilmente, e chi mancherà tre volte continue senza legittima<br />

causa da palesarsi prima al Priore, ed ottenere il <strong>di</strong> lui permesso, dovrà ricevere quella<br />

mortificazione che stimerà il Priore in piena congregazione, che sia <strong>di</strong>screta, e<br />

continuando per mesi sei continui dovrà essere cassato dal bollo dei fratelli, precedente<br />

maggioranza <strong>di</strong> voti segreti dei medesimi fratelli con palle bianche e nere <strong>di</strong> legname, e<br />

non <strong>di</strong> altro genere <strong>di</strong> cose da ponersi nell'urna le bianche <strong>di</strong>notando l'inclusiva e le nere<br />

l'esclusiva. Né potrà essere ricevuto <strong>di</strong> nuovo, se prima non avrà dato segni chiarissimi<br />

della sua emenda in qual caso venendo ricevuto con maggioranza dei voti segreti dei<br />

medesimi fratelli, dovrà <strong>di</strong> nuovo fare il noviziato, senza alcun pagamento d'entratura.<br />

In ogni prima domenica <strong>di</strong> mese, o pure in una delle altre domeniche , o altre festività,<br />

che si tiene congregazione debbono i fratelli confessarsi e comunicarsi, e chi mancherà<br />

per tre volte continue, cioè in tre delle festività suddette la prima volta dovrà essere<br />

ammonito dal Priore, la seconda volta dovrà pagare una libra <strong>di</strong> cera da consumarsi nel<br />

<strong>di</strong> lei altare e la terza volta sarà cassato dal collegio dei fratelli, concorrendovi la<br />

maggior parte dei fratelli, dovranno la quarta parte dei fratelli intervenire<br />

nell'associazione del cadavere <strong>di</strong> qualche fratello, o pure benefattore, o altro, che si<br />

eliggerà la sepoltura della fossa o Terrasanta della Congregazione, a qual effetto<br />

saranno chiamati, alternativamente, l'uno dopo l'altro, <strong>di</strong>visa l'intiera fratellanza in<br />

quattro colonne e chi mancherà d'intervenire senza giusta causa da manifestarsi prima al<br />

Priore, ed ottenere licenza dovrà pagare grana <strong>di</strong>eci per ogni volta che mancherà, e non<br />

pagando ve li dovranno puntare le mesate col rimanere contumace fintantoché avrà<br />

so<strong>di</strong>sfatto quali pene dovranno applicarsi nella celebrazione <strong>di</strong> messe per l'anima del<br />

defunto, oltre <strong>di</strong> quelle dovrà fare celebrare la congregazione, ben'inteso però, che<br />

142


itrovandosi qualche fratello impe<strong>di</strong>to potrà altra persona sostituire in suo luogo, se<br />

qualche fratello giocasse a giuochi proibiti, frequentasse l'osterie e s'ubriacasse, oppure<br />

andasse a conversazioni <strong>di</strong>soneste, pratticasse condanne <strong>di</strong> mal'odoro, e bestemmiasse<br />

Santi, dovrà ogni fratello sapendolo, darne notizia al Priore, il quale da solo a solo<br />

dovrà ammonirlo e continuando dovrà rinnovare l'ammonizione con più calore in<br />

presenza della Banca, e consultori, e perseverando nell'ostinazione dovrà cassarsi dal<br />

bollo dei fratelli, con la maggior parte dei voti <strong>di</strong> essi non potrà ammettersi, se non dopo<br />

visibilissima emenda, con farne il noviziato, e pagare la metà dell'entratura <strong>di</strong> prima.<br />

Capitolo terzo - Delle cause, per cui possono cassarsi i fratelli.<br />

Oltre le suddette cause dovranno cassarsi li fratelli nella maniera <strong>di</strong> sopra descritta, se<br />

tal'uno bestemmiasse in pubblica congregazione i santi, ingiuriasse, da faccia a faccia il<br />

Priore, li assistenti, o il Padre Spirituale, battesse qualche fratello, o finalmente volesse<br />

sedere nel luogo del Priore, o <strong>di</strong> qualche Ufficiale senza speranza <strong>di</strong> essere in avvenire<br />

riammesso.<br />

Capitolo quarto - Dei sussi<strong>di</strong> che si godranno i fratelli.<br />

La Congregazione somministrerà per una sol volta alli fratelli infermi grana cinquanta<br />

dopo tre giorni <strong>di</strong> salve continua, purché l'infermità non sia causato da morbo gallico, ed<br />

il fratello non sia contumace, come anche detta infermità non sia causato da podacra, o<br />

etticia, ed ammalandosi più volte nell'anno non possa pretendere detti carlini cinque per<br />

sua visita se non che due sole volte nell'intiero anno. Morendo qualche fratello in<br />

qualunque luogo <strong>di</strong> questa città dovrà la Congregazione associare il cadavere, e<br />

seppellirlo nella propria Terrasanta, con l'intervento dei P.P. Pre<strong>di</strong>catori, del Parroco, e<br />

Confraternita con l'uso della coltra, e campana, e se li dovrà far cantare la libera in<br />

Chiesa e se li dovrà far celebrare una messa cantata sopra il cadavere, e messe lette<br />

numero venticinque fra lo spazio <strong>di</strong> giorni 15 e provvedere <strong>di</strong> cera tutti coloro, che<br />

interverranno nell'associazione, e se mai qualche fratello si ritrovasse ad abitare fuori <strong>di</strong><br />

detta città <strong>di</strong> Somma, in tal caso si dovranno dalla Congregazione so<strong>di</strong>sfare le messe ed<br />

altri suffraggi e darà alla casa del defunto carlini trenta, non essendo la detta<br />

Congregazione tenuta a cos'alcuna precedente fide della morte facienda dal Parroco del<br />

luogo. Se poi qualche fratello vorrà seppellirsi altrove, in tal caso la Congregazione<br />

dovrà farli celebrare fra lo spazio <strong>di</strong> due mesi messe numero trenta <strong>di</strong> grana do<strong>di</strong>ci l'una,<br />

se qualche fratello si trova assente dalla detta città senza licenza del Priore e morisse, la<br />

Congregazione non sarà tenuta somministrare alla <strong>di</strong> lui casa cos'alcuna, ma soltanto<br />

dovrà farli celebrare quaranta messe lette ed una messa cantata in suffraggio della <strong>di</strong> lui<br />

anima, se poi si ritrovasse partito precedente in tal caso dovrà la Congregazione<br />

somministrare alla <strong>di</strong> lui casa i sudetti carlini trenta.<br />

Capitolo quinto - Degli Ufficiali e loro elezione.<br />

Per buon governo e regolamento della congregazione dovranno in ogni anno eligersi un<br />

Priore, un sotto Priore, ossio primo assistente, ed un secondo assistente e tre<strong>di</strong>ci officiali<br />

minori, cioè un segretario, quattro consultori, un gonfaloniere, due maestri <strong>di</strong> cerimonie,<br />

un maestro dei novizi, un sagrestano, il quale dovrà chiamarsi col consenso della banca,<br />

e due altri socii, un infermiere, un procuratore ed il Priore del Bambino Gesù. L'elezioni<br />

degli officiali mag(giori) dovrà farsi la mattina del primo dell'anno, o la prima festa<br />

143


susseguente, con essere in obbligo il Priore attuale, otto giorni prima che sta per<br />

terminare il suo anno in pubblica congregazione anticipare la nuova elezione da farsi a<br />

tutti li fratelli non contumaci ma godenti, quali giunti in Congregazione nella giornata<br />

stabilita e cantato l'inno Veni Creator Spirito, ed il fratello segretario dovrà <strong>di</strong>stribuire a'<br />

fratelli due pallucce <strong>di</strong> legno una bianca e l'altra nera, la bianca <strong>di</strong>notando voto<br />

inclusivo e la nera voto esclusivo, si nomineranno tre fratelli dei più probi, assidui,<br />

timorati <strong>di</strong> Dio, e questi uno dopo l'altro bussolarsi tra i fratelli, e chi <strong>di</strong> questi tre<br />

nominati avrà maggior numero <strong>di</strong> voti, cioè uno <strong>di</strong> più della metà resterà eletto Priore, e<br />

non sortendo dovrà fare altra nomina da questa fino a tanto che sortirà canonicamente<br />

l'elezione, e lo stesso metodo dovrà tenersi per l'elezione del sotto Priore, o sia primo<br />

assistente, e del secondo assistente e sortendovi parità <strong>di</strong> voti, si <strong>di</strong>rimi dalla sorte, e dai<br />

fratelli se gli <strong>di</strong>a il possesso col canto del Tedeum, ed a nomina del novello Priore colla<br />

maggioranza dei voti segreti dei fratelli si eligeranno il tesoriere con due fratelli<br />

razionali per la visura dei conti dei passati amministartori colla espiega però che non si<br />

possono nominare quei fratelli, che non avranno terminato il sessennio <strong>di</strong> loro<br />

fratellanza, e gli anni trenta <strong>di</strong> loro età, che ai detti tre superiori eletti sia lecito<br />

rinunziare senza giusta causa la loro resp(ettiva) carica sotto pena <strong>di</strong> carlini venti, e<br />

questi a beneficio della Congregazione. Fatta l'elezione suddetta dovranno<br />

imme<strong>di</strong>atamente i vecchi superiori dare il possesso alli nuovi con consegnarli tutto ciò<br />

che loro avranno avuto consiganto ed uniti li ufficiali maggiori dovranno la mattina della<br />

prima domenica susseguente nominare, e creare gli officiali minori nell'intelligenza <strong>di</strong><br />

non potersi eligere nell'istesso ufficio degli ufficiali maggiori, coloro, che non avranno<br />

terminato il triennio.<br />

Capitolo sesto - Dell'obbligo <strong>di</strong> tutti gli officiali in generale ed in particolare.<br />

L'obbligo <strong>di</strong> tutti gli officiali sarà <strong>di</strong> essere attento nell'esercizio delle loro responsabile<br />

cariche, forzarsi <strong>di</strong> essere frequenti nella Congregazione, dar buon esempio <strong>di</strong> loro agli<br />

altri officiali, ed in fine mostrarsi degni <strong>di</strong> loro ufficio, al quale sono stati eletti. L'officio<br />

del Priore sarà principalmente <strong>di</strong> non mancare mai alla Congregazione, purché non sia<br />

legittimamente impe<strong>di</strong>to, insinuare coll'opera, e colle parole alli fratelli il santo timore <strong>di</strong><br />

Dio, e l'opere <strong>di</strong> pietà e <strong>di</strong>vozione, e ammonire e correggere li negligenti <strong>di</strong> ricevere li<br />

mensili per l'ammissione dei fratelli, che vorranno ascriversi alla congregazione e<br />

rimetterli al maestro dei Novizi, e dopo la costui relazione proporli in Congregazione,<br />

dove dovrà anche proporre tutte le cose rilevanti ad oggetto <strong>di</strong> risolversi colla maggior<br />

parte dei voti segreti dei fratelli, che sono presenti nella congregazione, al Priore, sotto<br />

Priore, e secondo Assistente, spetterà l'elezione degli officiali minori dovranno ad essi<br />

tutti li fratelli ubi<strong>di</strong>re in ciò, che riguarda la Congregazione, sederà il Priore in primo<br />

luogo e terrà il campanello, darà le mortificazioni ai fratelli, che la meritano, con tenere<br />

su <strong>di</strong> ciò sempre Id<strong>di</strong>o avanti gli occhi. Egli assieme col sotto Priore dovrà fare li<br />

mandati al Tesoriere <strong>di</strong> pagare ciò che si è prescritto per gli infermi e per l'esequie, ed<br />

ogni altro, ed occorrendo spesa, che non ecceda carlini trenta, potrà farla assieme col<br />

sotto Priore, e secondo Assistente, ed eccedendo la somma suddetta, dovrà proporla in<br />

congregazione e con maggioranza dei voti dei fratelli risolversi se li debbia o no farsi,<br />

quali mandati dovranno sottoscriversi dal Priore e da uno degli assistenti e segretario,<br />

ed in mancanza del Priore da ambo gli assistenti e segretario, restituendosi li capitali, e<br />

facendosi a favore della Congregazione legali sciolti, si dovranno esigere dal Priore, da<br />

144


cui dovranno imme<strong>di</strong>atamente detti capitali impiegarsi in nuova compra, e nell'istessi<br />

generi d'impieghi con intelligenza e consenso <strong>di</strong> tutti li fratelli o maggior parte <strong>di</strong> essi.<br />

Bisognando alla Congregazione qualche spesa necessaria, e mancando alla medesima il<br />

denaro, dovrà supplire de proprio il Priore, il quale non avendolo dovrà sborsarlo il<br />

sotto Priore, il quale in fine anni appurali avranno tra <strong>di</strong> loro i conti particolari<br />

dovranno in<strong>di</strong> dare i conti <strong>di</strong> loro amministrazione, al quale effetto dovranno eliggere<br />

dalla Congregazione subito, che sarà terminato l'anno del governo due ufficiali per li<br />

razionali con quelle medesime sollennità e riserbo, che si eliggono li superiori, come si è<br />

detto <strong>di</strong> sopra, gli razionali dovranno vedere li conti sudetti nell'intelligenza <strong>di</strong> non poter<br />

eliggere persone consanguinee ed affini per razionali <strong>di</strong> coloro, che avendo altra volta<br />

amministrate le ren<strong>di</strong>te della Congregazione, siano risultati debitori della medesima, e<br />

non ancora abbiano reso conto, ed ottenute le debite liberatorie, dovendosi tutto ciò<br />

confirmare, ed eseguire anche nell'elezione de superiori per osservanza dei reali or<strong>di</strong>ni<br />

del 1732. Dovrà il sotto Priore anch'egli frequentare la Congregazione e fare tutto ciò<br />

che appartiene al Priore in tempo della sua assenza, e così il secondo Assistente in<br />

mancanza del Priore e sotto Priore l'officio del Tesoriere sarà d'introitare le ren<strong>di</strong>te tutte<br />

della Congregazione e spenderli precedente mandato come sta detto <strong>di</strong> sopra. Il<br />

segretario dovrà notare li nomi delli fratelli, l'età, il giorno della loro ammissione alla<br />

fratellanza e della loro morte, dovrà puntare le contumacie dei fratelli, cancellare dal<br />

libro e dalla tabella, il nome <strong>di</strong> coloro, che saranno passati, conservare in<br />

Congregazione le conclusioni e scritture, che si faranno appartenenti alla medesima.<br />

Li consultori dovranno consigliare tutte le cose attinentino al maggior utile, vantaggi e<br />

<strong>di</strong>rezione della Congregazione, allorché si trattase qualunque cosa attinente alla<br />

medesima, risolverla assieme al Priore, sotto Priore e secondo assistente, e maggior<br />

parte dei fratelli.<br />

L'ufficio del Confaloniere dovrà darsi a persona <strong>di</strong> età avanzata, e <strong>di</strong> qualche autorità<br />

acciò nelle pubbliche funzioni tanto <strong>di</strong> processioni, quanto <strong>di</strong> esequie siano rispettati, ed<br />

abbiano la cura <strong>di</strong> far pubblicare ed accomodare le strade per dove deve passare la<br />

processione. I maestri <strong>di</strong> cerimonie dovranno aver cura, e sarà loro il pensiero del buon<br />

or<strong>di</strong>ne delle Processioni, e delle esequie, ed ogni altro, ch'è stato solito pratticarsi per lo<br />

passato dalli maestri <strong>di</strong> cerimonie. Il maestro dei novizi, oltre all'obbligo <strong>di</strong> informarsi<br />

dell'esattezza <strong>di</strong> coloro che vorranno aggregarsi alla Congregazione, dovrà fare<br />

relazione al Priore ed istruire li novizi così nell'osservanza delle regole, come nel<br />

servizio <strong>di</strong> Dio e nell'esercizio delle cristiane virtù, e dopo il semestro del noviziato dovrà<br />

presentare li novizi al Priore, e riferirli, <strong>di</strong> loro portamenti, quali novizi venendo<br />

ammessi, e li ricevuti dovranno nel giorno <strong>di</strong> loro recezione una torcella <strong>di</strong> cera per uso<br />

della medesima, da cui riceveranno un Rosario per mano del Padre Spirituale. L'ufficio<br />

del sagrestano dovrà avere la cura <strong>di</strong> pulire l'altare e la Congregazione, preparare le<br />

biancherie per servizio della medesima e delle S. Messe, essendo sporche farle lavare, e<br />

riceverne dal Tesoriere il danaro necessario e qual'ora si consumasse, dovrà riferirlo al<br />

Priore, affinché con la maggioranza dei voti segreti dei fratelli possono farle le nuove in<br />

occasione <strong>di</strong> funerali, feste ed altre funzioni dovranno preparare tutto ciò, ch'è<br />

necessario e quelle terminate, dovrà riporre il tutto a suo luogo, conserverà non<br />

solamente gli argenti tutti, ma tutte le pianete e suppellettili, ed altro per servizio della<br />

Congregazione a tenore dell'inventario che dovrà farsi in ogni anno in tempo della<br />

consegna.<br />

145


Non potrà improntare cosa veruna à chicchessia e contravenendo sarà privato<br />

dell'officio.<br />

L'ufficio dell'infermiere sarà <strong>di</strong> visitare li fratelli infermi, ed assistergli in tutto ciò che<br />

gli occorre somministrarli carlini 5 per una sol volta, e fare tutto altro, che al suo ufficio<br />

si appartiene. L'ufficio del tesoriere sarà <strong>di</strong> esiggere tutte le ren<strong>di</strong>te della Congregazione<br />

perveniente da capitali e cre<strong>di</strong>ti istromentari e cartolai, ed in fine anni portare il chiaro<br />

conto <strong>di</strong> tutto l'esatto in mano del Priore con libertà <strong>di</strong> fare ricevuta in nome <strong>di</strong> detta<br />

Congregazione. L'ufficio del Priore del Bambino sarà <strong>di</strong> far la festa in ogni principio<br />

d'anno a Gesù Bambino, à tenore dell'elemosina farà in detta Congregazione.<br />

Capitolo settimo - Dell'obbligo della Congregazione.<br />

Dovrà la Congregazione nel giorno della Commemorazione dei Morti far celebrare una<br />

messa cantata per suffragio dell'anime dei fratelli defunti e benefattori e nell'ultimi<br />

quattro giorni <strong>di</strong> carnevale farà il trino in chiesa con sermone ed esposizione del<br />

Santissimo.<br />

Dovrà far seppellire li soli cadaveri dei fratelli, a proprie spese nella <strong>di</strong> lei Terrasanta,<br />

nella maniera che <strong>di</strong> sopra si è detta, e non potendosi qualche fratello seppellire, dovrà<br />

detta Congregazione in tal somministrare alli detti ere<strong>di</strong> docati tre per il sotterro, e<br />

seppellendosi altrove, dovrà farli celebrare trenta messe lette con l'elemosina <strong>di</strong> grana<br />

12 l'una tra lo spazio <strong>di</strong> due mesi.<br />

Dovrà ancora far celebrare dai P.P. una messa cantata in occasione <strong>di</strong> morte <strong>di</strong> qualche<br />

fratello, nel giorno della Purificazione <strong>di</strong> Maria Santissima dovrà <strong>di</strong>spensarsi la solita<br />

candelora alli fratelli non contumaci e dal Padre Spirituale e supplenti della banca <strong>di</strong><br />

once sei all'officiali minori <strong>di</strong> once quattro, ed alli fratelli <strong>di</strong> once tre, come anche dovrà<br />

alli medesimi somministrarli nella domenica delle palme. Finalmente dovrà sollennizzare<br />

in ogni anno la festivita del SS. Rosario nella prima domenica <strong>di</strong> ottobre, dovendosi a<br />

tale effetto destinare le persone per portare li stendar<strong>di</strong> della Beata Vergine, e le mazze<br />

del pallio, e tanto in detta festività, quanto nelle prime domeniche del mese, ed altre<br />

festività, si debbono eligersi li fratelli a sorte ad oggetto <strong>di</strong> evitare le gare tra <strong>di</strong> loro, e<br />

qual'ora uscisse persona impotente, oppure non volesse portare detto stendardo della<br />

Beata Vergine e mazza del pallio sarà in arbitrio del Priore surrogare altra persona in<br />

suo luogo.<br />

Capitolo 8° - Del padre Spirituale<br />

L'ufficio <strong>di</strong> questo sarà <strong>di</strong> <strong>di</strong>re la messa in Congregazione ogni volta, che si<br />

congregheranno li fratelli, e fare tutto ciò che occorre ai medesimi ogni volta, che si<br />

congregheranno li fratelli, fare ai medesimi un sermone, infervorarli nel servizio <strong>di</strong> Dio,<br />

confessarli, ed istruirli dei <strong>di</strong>vini precetti, e fare tutto ciò, che (sia) solo nudo e semplice<br />

spiritualità riguardo senza punto ingerirsi nella recezione e cassazione dei fratelli,<br />

nell'elezione degli ufficiali, e <strong>di</strong> ogni altro che la temporalità appartiene, si eliggerà a<br />

nomina del Padre con maggioranza dei voti segreti dei fratelli.<br />

Beninteso però, che dovranno li fratelli portare al medesimo quel riguardo che ad un<br />

Padre Spirituale si conviene, e contribuirlo ciò che sarà determinato dalla conclusione,<br />

che dovrà farsi un dì un tale precetto.<br />

Capitolo Nono - Dei Benefattori<br />

146


Volendosi qualche persona aggregare benefattore della Congregazione sarà in libertà<br />

della medesima, ammetterla prendendo il consenso della maggioranza <strong>di</strong>co parte dei voti<br />

dei suddetti consultori e fratelli, quali benfattori dovranno pagare per loro entrata<br />

somma maggiore <strong>di</strong> quella che si è prescritta per fratelli. I medesimi sono privi <strong>di</strong> voce<br />

attiva e passiva, ed esenti dal peso <strong>di</strong> intervenire in Congregazione, e nelle <strong>di</strong> lei funzioni<br />

godranno tutto ciò che godono li fratelli, così in vita, come in morte, e mancando dal<br />

pagamento delle mesate per mesi tre continui resteranno contumaci, la quale contumacia<br />

resterà per purgarsi nella maniera che si è stabilita per i fratelli, e finalmente, che<br />

affittandosi la coltre <strong>di</strong> detta Congregazione per qualche estera persona, quella non<br />

possa affittarsi meno <strong>di</strong> carlini quin<strong>di</strong>ci per ciascuna volta e la medesima si deve affittare<br />

per il solo uso d'addobbo della camera, essendo in obbligo il sagrestano maggiore su <strong>di</strong><br />

ciò invigilare. E avendo mutamento e considerato il tenore delle dette regole, poiché le<br />

medesime non contengono cosa che pregiu<strong>di</strong>chi la real giuris<strong>di</strong>zione, ed il pubblico, ma<br />

semplicemente son <strong>di</strong>rette al buon governo della suddetta Congregazione, perciò<br />

precedente il parere del regolare consueto D. Domenico Potenza mio or<strong>di</strong>nario<br />

consultore, son <strong>di</strong> voto, che possa V(ostr)a M(aest)à degnarsi concedere tanto nelle<br />

medesime regole, quanto sulla fondazione della suddetta Congregazione il regio assenso<br />

coll'espressa clausola insita per altro alla sovranità usque ad regis beneplacitus, con<br />

fargli spe<strong>di</strong>re privilegio in forma regalis Came(rae) colle seguenti con<strong>di</strong>zioni:<br />

Primo - Che la suddetta Congregazione non possa fare acquisto, essendo compresa nella<br />

legge <strong>di</strong> amministrazione (ammortizzazione), e che siccome l'esistenza giuri<strong>di</strong>ca dal dì<br />

dell'impartizione del regolare assenso nella fondazione, e nelle regole, così restino illese<br />

le ragioni delle parti per gli acquisti fatti precedentemente della medesima come corpo<br />

illecito ed incapace, il tutto a tenore del Real Disp(accio) del 29 giugno prossimo<br />

passato.<br />

Secondo - Che in ogni esequie resti sempre salvo il <strong>di</strong>ritto del Parroco.<br />

Terzo - Che le processioni, ed esposizione non possono farsi precedenti le debite licenze.<br />

Quarto - Che i fratelli ecclesiastici che al presente vi sono e quelli che vi saranno in<br />

appresso, né possono godere la voce attiva, né passiva, né averci ingerenza neque<br />

<strong>di</strong>recte, neque in<strong>di</strong>recte.<br />

Quinto - Che nella re<strong>di</strong>zione dei conti <strong>di</strong> detta Congregazione si abbia ad osservare il<br />

prescritto del capitolo V seg. del congordato.<br />

Sesto - che a tenore del real stabilimento fatto nel 1742 quei che devono essere eletti per<br />

amministratori e ragionieri non siano debitori della medesima e che avendo altre volte<br />

amministrate le sue ren<strong>di</strong>te e beni, abbino dopo il ren<strong>di</strong>mento dei conti ottenuto la debita<br />

liberatoria, e che non siano consanguinei, ne affini degli amministratori pendenti sino al<br />

terzo grado incluso de iure civili.<br />

E per ultimo non si possa aggiungere o mancare cosa alcuna delle prescritte regole<br />

senza il precedente Real permesso.<br />

V(ostra) M(aestà) concede il suo Real Assenso alla preinserta Capitolazione fatta dalli<br />

Priore Officiali e Fratelli della Laical Congregazione sotto il Titolo del SS.° Rosario<br />

eretta dentro il Chiostro del Real Convento dei RR. PP. dell'or<strong>di</strong>ne de Pre<strong>di</strong>catori della<br />

Città <strong>di</strong> Somma circa il buon governo <strong>di</strong> d.a Congregazione, il modo <strong>di</strong> eligere gl'ufficali<br />

la recezione dei fratelli e go<strong>di</strong>mento dei suffraggi in tempo della loro morte, coll'inserta<br />

forma della relazione del Rev.° Cappellano Maggiore e serv.a la f.a <strong>di</strong> quella. In forma<br />

Legalis.<br />

147


Datum ex Regio Palatio Neap(oli) <strong>di</strong>e 17 m(es)e Februari Millesimo vent.o(?) sept.mo de<br />

anno 1777.<br />

FER<strong>DI</strong>NANDO IV<br />

Per copia conforme al suo originale Il Rappresentante<br />

Somma Vesuviana 19 apr. 1931 - Anno X Albano Carmine<br />

2° assistente<br />

Il Segretario<br />

Domenico Auriemma" 2)<br />

------------------------------------------------------<br />

1) Rivista Summana n. 18 - Alessandro Masulli e Raffaele D'Avino - pag. 7.<br />

2) La copia del presente atto è stata concessa da Raffaele D'Avino, figlio dell'ultimo Priore, Antonio D'Avino. Questa<br />

famiglia, "'e 'Ntrocchie", riven<strong>di</strong>ca il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> organizzare la processione del Bambini Gesù il primo dell'anno.<br />

148


CONFRATERNITA <strong>DI</strong> SANTA MARIA DELLA LIBERA<br />

ERETTA IN SAN MICHELE ARCANGELO DEL CARMINE<br />

30 giugno 1597<br />

La prima notizia, che ci consente <strong>di</strong> datare la fondazione della congrega al 1597, si rileva<br />

dalla Santa Visita del vescovo <strong>di</strong> Nola, Gio:Batta Lancellotto, del 1615.<br />

I Commissari giungono a Somma il 5 giugno 1616.<br />

"Visitatio Confratern(i)ta S.tae Mariae d(e) Libera<br />

Visitando pr(imum) se contulit ad ecc(lesi)am S.tae Mariae de Carmelo in qua est altare<br />

S.ta Maria de libera ubi est erecta Confraternitas laicorum, cuius ad presens Magistri<br />

horatius de Polita, et Minico Maione: ex quibus comparuit supra<strong>di</strong>ctis horatius. et docuit<br />

de consensu p(re)stito in <strong>di</strong>cta Confrateria autentico documento per R(everen<strong>di</strong>ssi)mum<br />

fabricium gallum episcopum Nolanum tenoris sequenti videlicet: Molto Ill(ust)re et<br />

Rev.mo Signore Marco Monno, et Francesco de tofino, et fonso de Marzo economi et<br />

maestri della Confrateria della Cappella de S.ta Maria de libera de So(m)ma fanno<br />

intendere a V.S. molto Ill.re et Rev.ma come per essi Mastri et contrat... contrutta detta<br />

Confrateria de S. maria de libera sotto tal vocabolo del habito de S. Maria del Carmino<br />

dentro l'Ecclesia del Carmino della predetta terra <strong>di</strong> Somma per loro devot(ion)e per<br />

esercitio delle opere <strong>di</strong> Pietà, et come che desiderano che detta Cappella sia costrutta,<br />

con assenso, et beneplacito de V.S. R.ma la supplicano p(er)ciò si degni prestarli detto<br />

suo beneplacito, et assenso, acciò tanto essi Mastri, quanto Confrati possino con più<br />

fervore attendere allo aumento de dette opere, et Cappella, et il tutto lo riputeranno a<br />

gratia singulariss(im)a - ut deus et...<br />

Fabritius Gallus u(triusque) i(uris) d(octor) Dei et apost(oli)cae se<strong>di</strong>s Gra(tia)<br />

Ep(iscop)us Nolan(us) Prestamus nostrum assensum, consensum, et beneplacitus sup(ra)<br />

erectione Cap(pell)ae et Confraternitatis pre<strong>di</strong>ctae in Ecclesia pre<strong>di</strong>cta cum onere<br />

solven<strong>di</strong> singulis annis in festo Sancti Andreae libram me<strong>di</strong>am cerae albae laboratae<br />

nostrae Mensae Episcopali in signum recognit(ion)is omni meliori modo, via, et forma<br />

quibus de iure possumus et valemus f(irma) Fabricius Episcopus Nolanus - locus sigilli:<br />

<strong>di</strong>e ultima Junii 1597 Nola provisum per admodum Ill(ust)rem et Rev. mum Fabricium<br />

gallum Episcopum Nolanum Quintius Carluccius Secretarius.<br />

Ad inter(ro)g(ation)em respon<strong>di</strong>t che have peso <strong>di</strong> una messa la settimana per la quale<br />

paga al R.do Patre Priore Carlini trenta lo anno così fra essi accordati: Item <strong>di</strong>ce pagare<br />

meza libra <strong>di</strong> Cera bianca lavorata nella festa <strong>di</strong> S.ta andrea ogn'anno per la 4.a et<br />

Sinodo alla Mensa Vescovale: Item <strong>di</strong>ce haver peso andare processionalmente vestiti<br />

con li sacchi in tutte le processioni Sollenni che si fanno per detta terra.<br />

Inter(ro)g(atu)s de bonis et introitibus <strong>di</strong>ctae Confrateriae respon<strong>di</strong>t che have una<br />

entrata de docati quattro l'anno per Capitale de docati cinquanta, li quali tiene esso<br />

Economo sincome appare per istrom(en)to fatto per mano de Notare aniballo de luciano<br />

nel mese <strong>di</strong> agosto 1612: Item <strong>di</strong>cono cercare elemosina per uno deputato dalli Mastri, le<br />

quali si converteno in beneficio <strong>di</strong> detta Confrateria et Cappella: Item <strong>di</strong>ce che il Patre<br />

Priore have pensiero de tutte le cose necessarie, et tenere anco accomodato l'altare<br />

q(uo)d fuit bene et decenter ornatum: Mandatum fuit q(uo)d singulis annis eligantur<br />

Magistri, et in fine eorum Officii reddant rationem eorum administrat(ion)is Magistris<br />

cum interventu achipresbiteri <strong>di</strong>ctae terrae." 1)<br />

149


L'Archivio <strong>di</strong> Stato Napoli ci offre invece un documento del 1604, col quale la congrega<br />

con atto notarile sostituisce cinque deputati, (così sono chiamati i "fratelli" eletti come<br />

amministratori), passati a miglior vita.<br />

"Die decimo sexto mensis Maij 2 In<strong>di</strong>tionis 1604 in terra Summae<br />

Ad preces nobis factas per parte infrascriptorum deputatorum electorum pro regimine et<br />

guberno Venerabilis Capellae e confratreriae S.tae M.ae de libera constructa intus<br />

Venerabilem Ecclesiam S,Tae M.ae de carmelo pre<strong>di</strong>tae terrae Summae personaliter<br />

accessimus in domum R.<strong>di</strong> donni Octavij Cesarani, sitam in burgo terrae p.tae, et cum<br />

accessimus ibidem, ac in nostri presentia constituti Joseph cesarano, clerico Alfonso de<br />

marzo fundatores et deputati d.tae Cappellae, nec non pre<strong>di</strong>ctus donnus Octavius<br />

Cesaranus, Marcus Monacus, Oratius de Polise, Franciscus alias Ciccus Capuanus, Joes<br />

Franciscus de Palma, septem ex duodecim deputatis, electis pro regimine, et guberno<br />

<strong>di</strong>ctae Cappellae et confratreriae S.M. de Libera virtute instrumentorum <strong>di</strong>ctae electionis<br />

rogatorum unum ex eis per manu (quondam) notarii Jois Andreae de Ynefra, alvaranum<br />

vero per manu (quondam) notarii Jois Bernar<strong>di</strong>ni Izoli <strong>di</strong>ctae terrae, congregati in <strong>di</strong>cta<br />

domo in unum, more solito pro negotiis pre<strong>di</strong>ctae Cappellae, et pro <strong>di</strong>cta Cappella<br />

eiusque confratribus et successores (-ibus) in eadem, ex utili, juxta et expe<strong>di</strong>enti eam<br />

ipsius ut <strong>di</strong>cunt sponte asseruerunt coram nobis, annis passatis fuisse factam electionem<br />

supra<strong>di</strong>ctorum prenominatorum septem deputatorum pro regimine pre<strong>di</strong>cto quam<br />

(quorum) aliorum quinque usque ad numerum deputatorum duodecim in personas<br />

infrascriptorum ut sunt: Octavij de palma, Marci Indolfi, Jois hieronimi Marzulli, Jois<br />

jacobi Tramontani, et Jois Francisci de Agosta, qui quinque post <strong>di</strong>ctam electionem sicut<br />

domino placuit decesserunt ab hac vita, et ad finem ut <strong>di</strong>cta Cappella possit gubernari, et<br />

augmentari, p.ti deputati deliberaverunt alios deputatos quinque, loco p.torum<br />

mortuorum eligere, nominare et facere, et pro effectu p.to unanimitater, concor<strong>di</strong>ter, et<br />

pari voto inter eos ac nemine <strong>di</strong>screpante, eligerunt, nominaverunt, et creaverunt per<br />

deputatis, et pro regimine d.te Cappelle loco d.torum quinque (pre) mortuorum<br />

Franciscum Nucerinum, Alfonsum de Avino, Joem Baptistam de Alexandro abs(ent)es,<br />

Minicum Majonum als Mischino,et item Domenicum Caturanum presentes & quibus et<br />

cuilibet ipsorum omnimodo dederunt po(testa)tem <strong>di</strong>ctam Cappellam, et negotia ipsius<br />

cappellae una cum aliis prenominatis septem deputatis, seu mayore parte et cuiuslibet<br />

ipsorum vita, pro utilitate, et guberno d.tae Cappellae, servata forma, instructionum<br />

factarum supra guberno d.ta Cappella similiter rogatarum per manu d.ti quondam<br />

notarii Jois Andreae Ynefra.<br />

Et facta d.ta elettione <strong>di</strong>ctorum prenominatorum quinque, omnes p.ti deputati presentes<br />

declaraverunt, coram nobis in vulgari sermone loquendo, che da hoge avante in<br />

perpetuum tutti li Magistri et governatori de d.ta Cappella tanto presenti come futuri,<br />

che quando s'haverà da fare alcuna spesa per servitio <strong>di</strong> d.ta Cappella, che habiano da<br />

fare lista de quello che s'ha da comprare et darla al casciero che sarà de d.ta Cappella et<br />

conforme à quella habia da spendere, et comprare per servitio <strong>di</strong> d.ta cappella, con farse<br />

fare ricevuta de quello che spenderà da chi, receverà li denari, acciò li siano fatti buoni,<br />

nel dar de li conti, che farà de detta sua administartione, altrimenti non li siano ammesse<br />

dette spese et purche d.te spese non ascendano alla somma de ducati dui per qualsivoglia<br />

volta, verum ascendendo la spesa da farse in d.ta Cappella, alla somma de piu de ducati<br />

dui inclusivi, che de detta spesa prima che se faccia se n'habbia da fare parlamento et<br />

consulta con tutto detto regimento de li p.ti prenominati du<strong>di</strong>ci deputati et quello à detto<br />

150


egimento parerà, ò alla magior parte, quelli s'habia da fare, altramente non<br />

s'ammettano et faciano bone dette spese nelli lloro conti, che darando, et questo s'habia<br />

da osservare sempre imperpetuum pro utile et comodo de d.ta Cappella et non altramente<br />

(qua) sic -<br />

Et piu d.ti deputati ut sopra consegnano, et danno al detto Cicco als Francesco Capuano<br />

presente tutte le veste de detta Cappella, numero sidede (sidece) quale se vesteno li<br />

confratelli nelle processioni, si<strong>di</strong>ce (corretto - <strong>di</strong>cessette) cappelli et <strong>di</strong>cessette cappetelle,<br />

et con li cordoni, atteso l'altra vesta la tene Gio:Domenico Catarano similmente<br />

deputato ut s., doi lanternoni per le processioni, con uno crocefisso, doie maze, che<br />

portano li Mastri in mano per le processioni, et una bara funebre, quale robbe ut s.<br />

nominate il p.to Francesco declara haverle in suo potere et quelle da mo' avante<br />

permette in nome de d.ta Ecclesia seu cappella <strong>di</strong> S.ta M.a de Libera, tenerle, et<br />

conservare, et de quelle renderne conto tante volte quante volte sarà necessario, et esso<br />

sara requesto da detti deputati, et altri del d.to reg(imen)to ad ogni lloro elettione, et<br />

requesta q.a sic & pro quibus omnibus observis & pred.us Franciscus sponte oblig(av)it<br />

se eiusque heredes successores et bona omnia & <strong>di</strong>ttae Cappellae absenti, et presentis<br />

deputatis et mihi & presentibus & sub p(o)ena et ad p(o)enam dupli & me<strong>di</strong>etate & cum<br />

potestate capien<strong>di</strong> constitutione precarij & et renunciavit et juravit &. De quibus<br />

omnibus pactis & p.ti deputati ut s. requisiverunt & nos & q.d de p.tis omnibus pro<br />

futura cautela publicum conficere deberemus instrumentum & quos aut & inde &<br />

Presentibus Ju<strong>di</strong>ce Joe Leonardo Stayvano de Neapoli ad contractus<br />

Joanne Troyano Troysio, Marco Antonio de Avino, Carolo Cito, omnibus de ter(r)a p.ta<br />

et Mutio de Scotio de Neapoli." 2)<br />

Il 17 <strong>di</strong>cembre 1776 i 201 "fratelli" della congrega del Carmine dettano e sottoscrivono i<br />

Capi <strong>di</strong> Regole alla presenza del notaio Pascale de Falco. Solo cinque sanno scrivere.<br />

Avanzano quin<strong>di</strong> supplica all'Uffico del Cappellano Maggiore per l'approvazione regia.<br />

Il Priore è Natale Annunziata.<br />

Vi è vertenza nella Regal Camera <strong>di</strong> Santa Chiara circa la titolarità dell'incarico del<br />

Padre Spirituale, che la congrega è obbligata a conferire ad un padre Carmelitano.<br />

Le regole <strong>di</strong> fondazione prevedevano maggiore libertà <strong>di</strong> scelta.<br />

"Regole della venerabile lajcal congregatione <strong>di</strong> Santa Maria della Libera eretta dentro<br />

il venerabile monastero <strong>di</strong> Santa Maria del Carmime della città <strong>di</strong> Somma<br />

17 <strong>di</strong>cembre 1776<br />

1 - Si stabilisce che per lo buon governo, e retta amministrazione della Cong.ne, debbono<br />

eliggere un Priore, e due officiali denominati primo e secondo assistente dal numero dei<br />

Fratelli Laici, li quali debbano essere annuali, à quale oggetto nella domenica seguente<br />

dopo la festa della quarta <strong>di</strong> agosto si congreghino à suono <strong>di</strong> campana ò tutti li fratelli<br />

ascritti, ò la maggior parte <strong>di</strong> essi, e dal Priore gli nomini tanto il suo successore quanto<br />

il primo e secondo assistente, dei quali nominati, chi nella bussola partitamente facienda<br />

rimarrà incluso colla maggioranza de' voti segreti, e propriamente, uno <strong>di</strong>ppiù della<br />

mettà dei votanti, eserciterà l'officio dell'anno seguente. Nel caso però restassero esclusi<br />

tutti e tre li nominati, si farà altra nomina dal detto Priore fino a che seguirà la canonica<br />

elezione; E dell'istessa maniera si debba regolare quella del primo, e secondo assistente:<br />

con avvertenza che essendovi parità <strong>di</strong> voti, debba questa derimersi dalla sorte servata la<br />

151


forma prescritta dalla legge. Fatta così l'elezione, si debbano imme<strong>di</strong>atamente immettere<br />

nel possesso dei respettivi offici li Novelli Eletti, e s'intenda adempiuto a questo atto col<br />

canto del Te Deum.<br />

2 - che ogni fratello debba accettare la carica <strong>di</strong> Priore, o altro officio, che se li darà; e<br />

nel caso non voglia accettarla senza legittima causa, debba pagare libre quattro <strong>di</strong> cera<br />

lavorata per elemosina.<br />

3 - che il Priore e li due assistenti debbano nominare il cassiere, abile, puntuale, e<br />

facoltoso per eligersi in piena congregazione come <strong>di</strong> sopra è stato <strong>di</strong>sposto, il quale<br />

avrà la cura <strong>di</strong> esiggere, e conservare le mesate de' fratelli, e le volontarie oblazioni che<br />

avverranno dentro la Cong.ne, coll'obbligo <strong>di</strong> non fare esito alcuno nella summa minore<br />

<strong>di</strong> carlini trenta senza il mandato in scriptis del Priore, ed uno degli assistenti, o <strong>di</strong> tutti e<br />

due, e questi in mancanza del primo, ed in summa maggiore senza favorevole<br />

risoluzione de fratelli in piena congregazione con rendere subito terminato l'anno della<br />

tenuta amministrazione conto esatto a due razionali eligen<strong>di</strong> dal corpo de' fratelli con<br />

maggioranza de' voti segreti de' medesimi, li quali con ogni esattezza, o vigilanza<br />

debbano procedere alla visione, e <strong>di</strong>scussione dello stesso.<br />

4 - che li detti Priore, ed assistenti debbano nominare il Maestro dei Novizi, li Maestri <strong>di</strong><br />

cerimonie, il Sacristano, e l'avvocato, e procuratore, ed il Notaro per il buon governo<br />

della Cong.ne, e doversi eliggere da tutti ò maggior parte, come si trova <strong>di</strong>sposto per<br />

l'elezione degli altri officiali.<br />

5 - (vi è parte dell'articolo cancellata: essa prevede la facoltà che il Priore nomini il Padre<br />

Spirituale tra i Carmelitani <strong>di</strong> Napoli, Nola o Somma. Poiché il convento <strong>di</strong> Somma è da<br />

trent'anni sprovvisto <strong>di</strong> religiosi - ve n'è uno solo detto padre Priore - la Cong.ne si riserva<br />

<strong>di</strong> nominare chi voglia fuori della Religione del Carmelo. Questa parte è sostituita con la<br />

seguente:)<br />

che il Padre Spirituale debba esser Carmelitano della Provincia <strong>di</strong> Terra <strong>di</strong> lavoro dà<br />

nominarsi da' fratelli, il quale tra lo spazio <strong>di</strong> giorni quin<strong>di</strong>ci dopo la nomina debbasi far<br />

trovare nel monasterio <strong>di</strong> Somma; il che non adempiendosi trà tale termine, siano i<br />

fratelli nella libertà <strong>di</strong> avvalersi per <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> chi meglio stimeranno, (poi l'articolo<br />

riprende), il quale Padre Spirituale abbia ingerenza ne' soli affari spirituali, e per quanto<br />

tocca al culto <strong>di</strong>vino senza punto intromettersi nel temporale, con essere tenuto fare<br />

l'esercizij in tempo dell'advento, oppure nella S. quaresima confessare li fratelli dentro la<br />

Cong.ne, pre<strong>di</strong>care in ogni domenica con la spiega dell'Ev<strong>angelo</strong> corrente; E per detta<br />

assistenza, ed incomodo sia tenuta la Cong.ne so<strong>di</strong>sfarli annui ducati do<strong>di</strong>ci<br />

terziatamente.<br />

6 - che similmente la Cong.ne debba continuare a pagare annui ducati quin<strong>di</strong>ci e grana<br />

60 al detto venerabile monistero per causa dell'affitto del luogo <strong>di</strong> detta Cong.ne, con<br />

l'altro luogo contiguo, che serve per guardaroba coll'obbligo al monistero <strong>di</strong> far<br />

celebrare ogni mercoledì una messa nella Cappella <strong>di</strong> Santa Maria della Libera eretta<br />

dentro detta chiesa per l'anima dei fratelli, e sorelle, con ottenersi dal Priore, ed<br />

assistenti nella fine <strong>di</strong> qualsivolgia anno fede giurata della celebrazione suddetta per<br />

152


so<strong>di</strong>sfarsi detta convenuta summa in conformità delle cautele per tale corrisponzione,<br />

alle quali si abbia relazione.<br />

7 - che l'officiali eliggen<strong>di</strong> non siano debitori della Cong.ne per qualunque causa; e che<br />

li nuovi eletti non siano consanguinei ed affini de' precedenti usque ad tertium gradum<br />

inclusive de iure civili, come altresì non debbano eliggersi ad idem officium se non<br />

passato il quinquennio, purché però non vi sia la confirma <strong>di</strong> tutti li fratelli nemine<br />

<strong>di</strong>screpante.<br />

8 - che tutti li fratelli siano tenuti, ed obbligati venire in tutte le feste nella Cong.ne, e con<br />

specialità nella quarta domenica <strong>di</strong> ciascheduno mese in cui si farà la processione della<br />

Beata Vergine e mancando, se li darà dal Priore la <strong>di</strong>screta penitenza, e <strong>di</strong> tal<br />

processione nessun fratello ar<strong>di</strong>sca prendere lo stendardo, o croce, o mazze del Pallio,<br />

oppure la statua senza licenza del Priore, ed assistenti; altrimenti sia cassato per<br />

fratello, dovendo ognuno portare rispetto alli officali ed avere presente il S. timore <strong>di</strong><br />

Dio.<br />

9 - che ogni fratello, ò sorella debba pagare grana cinque in ogni mese, e nel caso non<br />

pagassero per mesi tre, siano contumaci; ne possono reintegrarsi se non avranno<br />

personalmente pagato in Cong.ne tutto l'attrasso, e morendo in tempo <strong>di</strong> detta<br />

contumacia non sia tenuta la Cong.ne a cosa alcuna per li dovuti suffragi.<br />

10 - che se qualche fratello, ò sorella avesse pagato per anni trenta e poi per impotenza<br />

non potesse pagare, s'intenda dover godere <strong>di</strong> tutto come se pagasse, e si debba ciò<br />

spiegare nelle paggelle della loro recezione, e nel libro firmato dalla Banca.<br />

11 - che qualunque fratello, ò sorella non sia stata contumace per anni trenta si debba<br />

giubilare.<br />

12 - che se qualunque fratello, ò sorella ascritta pagasse, e si trovasse abitare in<br />

partibus, debba la Cong.ne tutto quello importa l'associazione ed altro farne <strong>di</strong>re tante<br />

messe per la sua anima; Come ancora volendo qualche fratello, o sorella farsi sepellire<br />

per particolare <strong>di</strong>vozione in altra chiesa, e fuori della Terra Santa della Cong.ne in tal<br />

caso nemmeno sia tenuta la Cong.ne ad associazione ò altra spesa ma del tutto farne<br />

celebrare tante messe fra lo spazio <strong>di</strong> un mese, e sù <strong>di</strong> ciò invigilino il Priore, ed<br />

assistenti.<br />

13 - che precedente nomina del detto Priore, ed assistenti debbano eliggersi in piena<br />

congregazione quattro infermieri, acciò stando ammalato qualcheduno de' fratelli,<br />

vadano a visitarlo, e facciano avvisato il Padre Spirituale, il quale abbia tutta la cura <strong>di</strong><br />

visita, ed in tale occasione per una sol volta li <strong>di</strong>ano carlini cinque, ed occorrendo<br />

qualche me<strong>di</strong>camento, o altro sussi<strong>di</strong>o per sollievo <strong>di</strong> qualche fratello, o sorella povera,<br />

subito se gli somministri da' detti infermieri a spese della Cong.ne, dovendosi adempire<br />

alla carità cristiana, e dovere tra fratelli.<br />

153


14 - che nelle giornate <strong>di</strong> congregazione stijno li fratelli dentro la medesima con perfetto<br />

silenzio, con attendere soltanto al <strong>di</strong>vino servizio. E colui che viene tar<strong>di</strong> farà la<br />

penitenza gli sarà imposta dal Priore.<br />

15 - che si debbano fare le recezioni de' fratelli costumati, e devoti proponendogli il<br />

Priore in piena congregazione, e concorrendovi la maggioranza de' voti secreti de'<br />

fratelli, li quali debbano pagare per entratura grana 60 e debbano fare mesi sei <strong>di</strong><br />

noviziato, benche dal primo giorno godono in quanto al bene dell'anima, ad ogni modo<br />

per detto tempo non possono dar voto nell'elezione degli officiali, ed altri.<br />

16 - che avendosi notizia <strong>di</strong> qualche fratello per pubblico giocatore, biastemmatore, o<br />

<strong>di</strong>ssoluto, sia caritativamente corretto, e poi per due volte mortificato dal Priore; E non<br />

profittandosi sia cacciato via dalla Cong.ne, precedente la maggioranza de' voti segreti<br />

de' fratelli.<br />

17 - Morendo qualche fratello, o sorella, sia tenuta la Cong.ne pagare l'arciprete, o<br />

Parrocchiano, e siano tenuti li fratelli ad associarla, e che sia libera, e franca <strong>di</strong> tutte le<br />

spese, cioè della campana grossa, Terrasanta, entratura e croce; e dal Priore, ed<br />

assistenti si debbano far celebrare n.° trentacinque messe a grana 10 l'una per lo spazio<br />

<strong>di</strong> un mese dopo la morte, e nel caso che il cadavere si sepellisse la mattina, oltre dette<br />

messe lette, si debba far celebrare ancora la messa cantata sopra del detto cadavere ed<br />

in tale celebrazione siano sempre preferiti li Reveren<strong>di</strong> Sacerdoti Secolari, che si<br />

trovaranno ascritti per fratelli.<br />

18 - che in ogni anno si debba fare la festa in onore della Beata Vergine nella quarta<br />

domenica <strong>di</strong> agosto, e la Cong.ne sia tenuta so<strong>di</strong>sfare quanto occorre per la musica,<br />

celebrazione <strong>di</strong> messe lette, messa cantata, abitini, figure, ed altro, essendovi però<br />

danaro in cassa; nel caso contrario si adempirà nell'anno seguente.<br />

19 - che qualsivoglia fratello manca <strong>di</strong> venire per quattro feste continue nella Cong,ne<br />

alli esercizij spirituali, sia <strong>di</strong>scretamente mortificato, e seguitando a mancare s'intenda<br />

escluso dalla Cong.ne concorrendovi la maggioranza de' voti segreti de' fratelli.<br />

20 - che niuno fratello ar<strong>di</strong>sca alzarsi nella Cong.ne, o stare incomposto, e facendo il<br />

contrario, soggiaccia ad una mortificazione li sarà data dal Priore, ò pure dalli due<br />

assistenti in mancanza del primo.<br />

21 - che morendo uno de' fratelli <strong>di</strong> detta Cong.ne, oltre le nominate 35 messe per<br />

suffragio, siano li medesimi fratelli tenuti pagare tornesi cinque per ciascheduno, quali<br />

uniti se ne faranno celebrare tante messe lette; E chi non pagarà detti tornesi cinque, non<br />

avrà detti suffragj, E perciò <strong>di</strong> tali summe dal nominato cassiere si debba tener libro<br />

separato per eseguirsi quanto col presente capitolo si trova determinato.<br />

22 - Mancando per quattro congregazioni qualunque officiale della Banca oppure<br />

l'infermieri, o maestri <strong>di</strong> cerimonie, e il Sacristano, sia lecito alla Cong.ne eliggere altro<br />

fratello per tale servizio.<br />

154


23 - che il fratello sarà destinato dal Priore, ed assistenti a fare la cerca per la città in<br />

tutte le domeniche dell'anno, non possa contra<strong>di</strong>re sotto pena <strong>di</strong> essere mortificato, ed<br />

anche cacciato via dalla Con.g.ne concorrendovi però la maggioranza de' voti segreti de'<br />

fratelli: Ed in quelli mesi sarà destinato per detta cerca, sia franco <strong>di</strong> mesate, ed a tale<br />

officio ogni quattro mesi sia mutato un fratello.<br />

24 - che la Cong.ne non possa fare nuovi acquisti <strong>di</strong> stabili, censi, bullari ed enfiteusi<br />

servata la forma delle sovrane determinazioni.<br />

25 - che le soprascritte Costituzioni, ò siano Capi <strong>di</strong> Regole debbano tenersi conservate<br />

dentro un stipo della Cong.ne con due chiavi <strong>di</strong>stinte, una da conservarsi dal Priore, è<br />

l'altra dal Sacristano, nel quale si debbano conservare tutti li libri, e scritture pertinenti<br />

all'interesse della Cong.ne, e che in ogni quattro mesi si debbano leggere dalla persona<br />

destinanda dal Priore, affinché tutti l'eseguiranno, e maggiormente siano osservate<br />

poicché tutti sono <strong>di</strong>retti al culto <strong>di</strong>vino, e buon governo della Cong.ne.<br />

26 - Per ultimo si stabilisce che de' re(troscri)tti Capitoli non si possa, ne si debba<br />

<strong>di</strong>minuire, o aggiungere cosa alcuna senza pubblica conclusione in piena congregazione,<br />

con ottenersi in seguito per l'osservanza il Reale Assenso, e beneplacito della M(aestà)<br />

del re che Dio guar<strong>di</strong>.<br />

Queste son le Regole su le quali si è supplicato S(ua) M(aestà) per lo Regio Assenso<br />

come però precedentemente i PP. Carmelitani <strong>di</strong> Somma aveano chiesto in questa Curia<br />

voler essere intesi, così chiamati al contrad(<strong>di</strong>ttori)o il <strong>di</strong> loro <strong>di</strong>fensore hà spiegato il<br />

motivo dell'opposizione, cioè che il Padre Spirituale della Cong.ne dovea continuare ad<br />

essere un Carmelitano; tal pretenzione però si reputa da questa Curia totalmente<br />

esorbitasse perche ciascuno in<strong>di</strong>viduo cattolico hà il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> scegliersi il Padre<br />

Spirituale, è il <strong>di</strong>rettore della sua coscienza, e se ciò è permesso ad ognuna in<br />

particolare, molto più lo deve essere alla Comunità; E perciò precedente il parere del<br />

Regio Consultore D. Domenico Potenza mio or<strong>di</strong>nario Consultore son <strong>di</strong> voto che possa<br />

V(ostra) M(aestà) degnarsi concedere tanto su le medesime Regole, quanto su la<br />

fondazione della suddetta Cong.ne il Regio Assenso coll'espressa clausola insita per altro<br />

alla sovranità usque ad regis beneplacitum, con fargli spe<strong>di</strong>re privilegio iusta Regalis<br />

Camerae S. Clarae colle seguenti con<strong>di</strong>zioni.<br />

I - Che la suddetta Cong.ne non possa far acquisti essendo compresa nella Legge <strong>di</strong><br />

ammortizazione, e che siccome l'esistenza giuri<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> detta Cong.ne comincia dal dì<br />

dell'impartizione del Regio Assenso nella fondazione, e nelle Regole, così restino illese le<br />

raggioni delle parti per gli acquisti fatti precedentemente dalla medesima, come corpo<br />

illecito, ed incapace, il tutto a tenore del Regal Dispaccio del 29 giugno prossimo<br />

passato.<br />

II - Che in ogni esequie resti sempre salvo il <strong>di</strong>ritto del Parroco.<br />

III - Che le processioni, ed esposizione del Venerabile possino farsi precedenti le debite<br />

licenze.<br />

IV - Che i fratelli ecclesiastici al presente vi sono, e quelli che vi si ascriveranno in<br />

appresso non possono godere, né la voce attiva, né la passiva, né avervi ingerenza neque<br />

<strong>di</strong>recte, neque in<strong>di</strong>recte.<br />

155


V - Che per la questua s'intende purche vi preceda speciale real permesso.<br />

VI - Che nella red<strong>di</strong>zione dei conti <strong>di</strong> detta Cong.ne, s'abbia d'osservare il precetto del<br />

Cap.V § I et seguenti del concordato.<br />

VII - Che a tenor del regal stabilimento fatto nel 1742, quei che devono essere eletti per<br />

Amministratori e Razionali non siano debitori della medesima, e che altre volte<br />

amministrate le sue ren<strong>di</strong>te, e beni abbino dopo il ren<strong>di</strong>mento dei conti ottenuta la debita<br />

liberatoria, e che non siano consanguinei, né affini degli Amministratori precedenti sino<br />

al terzo grado inclusive de jure civili.<br />

E per ultimo che non si possa aggiungere, ò mancare cos'alcuna dalle preinserte Regole<br />

senz'il precedente Real permesso, e questo a Napoli 26 Aprile 1777. Frate Gennaro<br />

Arcivescovo <strong>di</strong> Cartagine - Domenico Potenza - Francesco Albarelli." 3)<br />

-----------------------------------------------<br />

1) Santa Vista del 1616 - Atto concesso da Alessandro Masulli.<br />

2) Archivio Stato Napoli - notaio Marc'Antonio Izzolo - scheda 40 prot. 1 pagg. 55-56t.<br />

3) A.S.N. - Statuti e Congregazioni - Cappellano Maggiore B 1199 incartamento 108 - atto concesso da A. Masulli.<br />

156


CONFRATERNITA DELLA BEATA CONCEZIONE<br />

DEL CONVENTO FRANCESCANO <strong>DI</strong> SANTA MARIA DEL POZZO<br />

1594 ?<br />

La data non è quella <strong>di</strong> fondazione, ma si basa sull’ipotesi che la congrega fosse esistente<br />

al tempo della prima documentazione della cappella omonima.<br />

I primi Capitoli noti risalgono al 1776.<br />

Il 5 <strong>di</strong>cembre 1776 infatti i 101 "fratelli" della congrega, <strong>di</strong> cui 17 alfabetizzati, avanzano<br />

supplica al Cappellano Maggiore per conseguire il Regio Assenso sui Capitoli.<br />

"Regole della venerabile congregatione eretta e fondata dentro la venerabile chiesa dei<br />

PP. Riformatori <strong>di</strong> San Francesco d’Assisi della città <strong>di</strong> Somma, luogo detto <strong>di</strong> Santa<br />

Maria del Pozzo unito alla medesima congregazione delle sorelle benefattrici dell’istessa<br />

congregazione - 31 <strong>di</strong>cembre 1776 .<br />

1 - Affinché la <strong>di</strong>visata Cong.ne sia <strong>di</strong> gloria <strong>di</strong> Dio e <strong>di</strong> Maria Sempre Vergine, e <strong>di</strong> bene<br />

delle Anime congregate e benefattrice della medesima viene stabilito che li confratelli nel<br />

primo del mese <strong>di</strong> Gennaro si debbiano unire nella Cong.ne, e dopo recitato qualche<br />

prece, e raccomandandosi al Signore Id<strong>di</strong>o debbano procedere all'elezione del Priore, e<br />

degli Assistenti nella seguente maniera<br />

2° - Il Priore attuale nominerà tré persone idonee, a riserba <strong>di</strong> coloro i quali non anno<br />

tré anni <strong>di</strong> fratellanza del giorno del quale sono stati ricevuti, ed altresì <strong>di</strong> coloro che<br />

sono contumaci <strong>di</strong> venuta, e <strong>di</strong> mesate, poiché i medesimi non possono avere alcuno<br />

offIcio in d.a Cong.ne, e queste tré persone proporrà l'una dopo l'altra, ed in caso <strong>di</strong><br />

parità <strong>di</strong> voti si determinerà dalla sorte ed essendo tutti tré esclusi per la minoranza de<br />

voti inclusi meno della mettà de fratelli, che intervengano debba farsi nuova nomina,<br />

fintantoché sortirà canonicamente l'elezione. Lo stesso debba pratticarsi nell'elezione<br />

dell'assistente, del Tesoriere, con la <strong>di</strong>stenzione però, che la nomina per quelli debbia<br />

farsi dall'Attuali Assistenti, e la nomna del tesoriere debbia farsi dal novello Priore, ed<br />

assistente, nelle quali elezioni siccome in tutte l'altre occasioni il Secretario raccoglierà i<br />

voti, e li noterà in presenza delli Officiali assistiti da due più antichi fratelli scribenti, e<br />

quin<strong>di</strong> scriverà la conclusione a libro. Compita l'elezione si darà nelle solite forme il<br />

possesso agli eletti, i quali doveranno nella stessa mattina porsi vicino all'altare, ed i<br />

fratelli per or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> anzianità andarli a dare un abbraccio <strong>di</strong> pace al Priore, e<br />

riconoscendolo per superiore, ed in tanto cantarsi il Tedeum e terminato l'amblesso <strong>di</strong><br />

pace andarsi a sedere alla Banca. Il razionale <strong>di</strong> simil natura debbia procedersi<br />

all'elezione per la visita dei conti de passati officiali; ed il Tesoriere dell'anno<br />

precedente, e trovandosi denaro separato da tutte le spese della Cong.ne si debbia porre<br />

in una cassa custo<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> quattro chiave, le quali si debiano da tenere dalli officiali<br />

presenti e dal Tesoriere anche dell'anno presente, e d.a cassa sia poSta, e situata in<br />

quella casa che si destinerà da fratelli della Cong.ne, e dovendosi fare qualche spesa<br />

nella Cong.ne, il Priore può farla con la consulta della Banca, cioè purche non ascende a<br />

docati cinque e passando docati cinque si debba tenere congregazione, secondo il parere<br />

della maggior parte de voti dati da fratelli, operare sempre intendendosi, che il Priore<br />

157


non possa fare spesa alcuna se non come sopra espressata, e facendosi da se solo sia<br />

tenuto pagarla <strong>di</strong> suo proprio danaro.<br />

3° - Il secretario della Cong.ne si eliggerà come tutti gl'altri ufficIali minori del nuovo<br />

Priore, ed assistente, il quale averà cura <strong>di</strong> tutte le scritture della Cong.ne, spetterà ad<br />

esso notare l'elezione del Priore e dell'altri assistenti ed ufficiali, in uno libro, con notare<br />

il numero de fratelli per or<strong>di</strong>ne d'alfabeto, noterà parimenti tutte le conclusioni, che<br />

accaderanno farsi nel tempo del suo officio, farà tutti gli biglietti delle spese che<br />

occorreranno da firmarsi dalli soli ufficiali della Banca nel termine della sua<br />

incumbenza, restituirà alla Cong.ne tutti j libri e scritture, che sono in sua mano<br />

appartenente alla Cong.ne.<br />

4° - Gli anzidetti Ufficiali della Banca nella prima festa seguente all'Elezzione, debbiano<br />

unirsi trà loro ed eliggere gl'Ufficiali Subalterni, ed in primo luogo il Maestro de Novizj<br />

raccomandandosi <strong>di</strong> eliggere persona che possa istruire, così i novizj, come fanciulli, o<br />

figli de fratelli in altro luogo separato.<br />

5° - Debbiano eligere persona che sia capace <strong>di</strong> esercitar l'officio <strong>di</strong> sacristano, che<br />

doverà pigliare con sollenne consegna a suo carico tutti gli utenzilij della Cong.ne, de<br />

quali dover rendere conto alla fine del suo impiego à cui spetterà la politezza della<br />

Cong.ne, come pure il tenerla aperta in giorni deputati, ed altri g(ior)ni che occorrerà al<br />

medesimo appartenerà la cura <strong>di</strong> apparecchiare l''Altare della messa, il medesimo<br />

fratello Sacristano averà l'incumbenza <strong>di</strong> (fare) l'esequie, e <strong>di</strong> assistere con<br />

apparecchiare quanto occorrerà non meno per l'esequie che per la sepoltura de fratelli, e<br />

sorelle morte per le quali fatiche gl'officiali della Banca gli daranno qualche paga<br />

ogn'anno, che stimeranno convenevoli per gl'incomo<strong>di</strong> che soffrono.<br />

6° - Eligendosi anche il Portinajo <strong>di</strong> d.a Cong.ne, che sia persona sollecita, acciò ne<br />

g(ior)ni <strong>di</strong> d.a Cong.ne sia pronto ad intervenire, mancando d.o Portinajo debbia<br />

destinare il Priore chi de fratelli debbia assistere alla porta.<br />

7° - Con eliggere ancora altro fratello per Maestro <strong>di</strong> cerimonie, che abbia cura <strong>di</strong><br />

regolare le funzioni della Cong.ne come nella recita del Santissimo Rosario, altresì nelle<br />

processioni da farsi, ed esequie, assegnado li compagni, farà sempre andare avanti i più<br />

giovani della Cong.ne, acciò li più vecchi abbiano la precedenza, e colla potestà<br />

d'istruire altro fratello in suo luogo, ed in suo agiuto.<br />

8° - Si eligerà anche altra persona <strong>di</strong> carità nominata l'Infermiere, che abbia cura de<br />

fratelli infermi con visitarli subito che saprà essersi infermati, e communicati che sarà<br />

debbia parteciparlo al Priore, che sia tenuto a darli carlini cinque, de quali ne comprerà<br />

qualche cosa sufficiente all'infermi, e le li darà in nome, e parte dell'officiali, e fratelli<br />

della Cong.ne.<br />

9° - Regola ferma per la recezzione de fratelli<br />

I fratelli quando vogliono entrare in Cong.ne debbiano presentare mem(oria)le al Priore<br />

costui debbia poi proporlo alla prima congregazione, ed a tutti i fratelli, e dar carico al<br />

Maestro de Novizj per informarsi de costumi, e frequenza de Sacramenti per fare<br />

158


elazione alla prima susseguente congregazione, e trovandosi che sia <strong>di</strong> buon costume<br />

l'abbiano ammettere in Cong.ne, come novizio, e dopo passato sei mesi si riceverà da<br />

tutti gli officiali, e fratelli con maggioranza de voti segreti , che si ritrovano nella<br />

medesima, e devono stare nel luogo più umile e più basso della Cong.ne, nell'istesso<br />

tempo l'officiali della Banca trà <strong>di</strong> loro, e secondo l'età, e la persona quello, che debba<br />

pag(a)re l'entratura, ogni fratello poi debba pagare in ogni mese alla Cong.ne grana<br />

cinque per li pesi, che soffre, e se fusse esente, e non intervenisse subito nella prima<br />

Donenica, che interviene alla Cong.ne, e non pagando per tré mesi continui debba<br />

riputarsi per contumace, e privo delli suffragij, e così in vita, come in morte, ne possa<br />

reitegrarsi, se non quando personalmente à pagato tutto l'attrasso, e volendo essere<br />

associato dalla Cong.ne debbia pagare l'interesse che apporta alla Cong.ne, e non<br />

intervenendo per un mese continuo in Cong.ne senza legittima causa d'approvarsi<br />

dagl'officiali della Banca debbia pagare una libra <strong>di</strong> cera, e l'attrasso ancora, ogni<br />

fratello ascritto doverà assistere tutte le Domeniche dell'anno alla Cong.ne nell'ore<br />

assegnate nella tabella, recitare il Rosario u<strong>di</strong>r la messa e per il sermone che si farà dal<br />

Padre Spirituale, doverà frequentare i Santissimi Sacramenti almeno una volta il mese<br />

essere rispettato, ed ubbi<strong>di</strong>ente all'officiali della Banca, che à tutti gl'altri officiali<br />

subalterni, e fratelli dela Cong.ne, con essere fraternamente congionti con tutti evitando<br />

con tutti ogni <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a, che potrebbe trà essi insorgere e rompere j legami <strong>di</strong> una santa<br />

carità chiamato all'associazione <strong>di</strong> qualche fratello morto ed altra fonzione doverà<br />

occorrerci, e se legittimamente impe<strong>di</strong>to doverà sostituire altro in sua vece quanto<br />

possa.<br />

10 - Ad ogni fratello morto il Priore debbia pigliare tanto quanto bisogna per l'esequie, e<br />

funerali, e quanto bisognerà.<br />

Anche le donne con pagare grana cinque al mese senza però godere nelle loro malattie il<br />

soccorso per togliersi ogni inconveniente.<br />

11 - Il Priore possa mortificare i fratelli per qualche <strong>di</strong>fetto commesso, opure per il poco<br />

rispetto porta alli fratelli più antichi.<br />

12 - E tenendo bisogno la nostra Cong.ne del Padre Spirituale sia tenuto la medesima a<br />

nomina del Priore eligerlo con magioranza de voti segreti de fratelli. Tal Padre<br />

Spirituale potrà essere un religioso del convento <strong>di</strong> Santa Maria del Pozzo <strong>di</strong> questa Città<br />

<strong>di</strong> Somma, restando bensì alla Cong.ne la libertà <strong>di</strong> servirsi d'altro Ecclesiastico per suo<br />

padre Spirituale, e debbia solo intricarsi alle cose spirituale, non possa affatto intricarsi<br />

in qualunque affare della Cong.ne, e specialmete riguardo alla temporalità della<br />

medesima, il quale però sia ammovibile ad nutum con raccomandarsi a ciascun de<br />

fratelli la felice osservanza delle cose suddette, acciò dal Signor Id<strong>di</strong>o si possa sperare<br />

eterna, e beata, come a tutti s'implora. E questo in Napoli 31 Xbris 1776." 1)<br />

Il Cappellano Maggiore fa la relazione favorevole all'approvazione delle suin<strong>di</strong>cate regole<br />

con<strong>di</strong>zionandola al rispetto delle norme del concordato del 1741 e del <strong>di</strong>spaccio reale del<br />

1742, come per gli Statuti delle altre congreghe.<br />

-------------------------------------------<br />

1) A. S. N. - Statuti e Congregazioni - Cappellano Maggiore B 1199 incartamento 157 - atto concesso da A. Masulli.<br />

159


160


CONFRATERNITA DELLA MORTE<br />

SOTTO IL TITOLO <strong>DI</strong> SANTA MARIA DELLA GRAZIA<br />

ERETTA NELLA COLLEGIATA DEL QUARTIERE MURATO O CASAMALE<br />

1 gennaio 1650<br />

L'atto originario, redatto il primo gennaio, è rogato dal notaio Marc'Antonio Izzolo ed è<br />

depositato all'Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Napoli.<br />

“Regole della congregatione della Morte eretta nella chiesa Collegiata<br />

del Quartiere Murato - 1 gennaio 1650<br />

In Dei nomine Amen<br />

Innocentius Papa X<br />

Anno à partu Virginis Millesimo secentesimo quinquagesimo, Die vero prima Januarij,<br />

Presulatus Ill.mi Rev.mi d.D. Jo:Bapta Lancellotti Dei, et Ap(osto)lice se<strong>di</strong> gra<br />

Ep(iscop)i Nolani anno (1650) feliciter Amen.<br />

Li mag.ci ss.ri Horatio Strambone, Scipione Strambone, Antonio Ursino, Gioseppe<br />

Sersale, Domenico Clementelli, RR d. Bartolomeo d'Alessandro, d. Carlo <strong>di</strong> Palma, c.co<br />

Gioseppe de Stefano, Gioseppe Faggiano, Gio:Berar<strong>di</strong>no de Stefano, Nuntio Figliola,<br />

Cesare de Stefano, et Sebastiano Vincenzo Maione Citta<strong>di</strong>nj et habitantj nella terra <strong>di</strong><br />

Somma havendono riguardo alle miserie estreme et calamità gran<strong>di</strong>, nelle quali sono<br />

venute le persone <strong>di</strong> detta Terra, massime doppo le populari revolutionj, che gran<br />

numero <strong>di</strong> loro si sono ritrovatj mortj <strong>di</strong> fame per la campagna senza ricevere li<br />

Santissimi Sacramenti oltre l'averli più volte fatta la elemosina, e dato soccorso alli loro<br />

bisogni estremj, tanto in manutenerli, quanto in farli administrare li Santissimi<br />

Sacramenti e farli poi christianamente sepelire: han determinato <strong>di</strong> communi inspiratione<br />

eriggere e fundare una congregatione seu Compagnia della Morte, sotto il tiotlo <strong>di</strong> Santa<br />

Maria delle Gratie in una Cappella dentro la Chiesa Collegiata <strong>di</strong> d.a Terra, tanto per<br />

soccorrere alle necessità <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nj, quanto per suffragare alle Anime del Purgatorio.<br />

Che per ciò essi mag.ci ss.ri con volontà, et commun' parere delli M(agnifi)ci R.R.<br />

(reveren<strong>di</strong>) d. Francesco Ferraro Preposito, d. Francesco Rosella Cantore, d. Andrea<br />

Mazzei Tesoriere, e de tutti gli altri RR C(anoni)ci e Numerari <strong>di</strong> quella hanno ottenuto il<br />

beneplacito <strong>di</strong> Monsignor Ill.mo Pro.ne Vescovo <strong>di</strong> Nola sotto la data <strong>di</strong> (non in<strong>di</strong>cata nel<br />

testo) con sommo contento, ed universal consolatione de Citta<strong>di</strong>nj e Particularj <strong>di</strong> d.a<br />

Terra et per stabilire, è ben fundare la suddetta Congregatione acciò non solo già mai<br />

<strong>di</strong>smetter' si possa, mà con' santo accrescimento incominciar' si debbia al servigio del<br />

benedetto Id<strong>di</strong>o, han determinato, e concluso fare l'infr.tti Capitoli e Statuti dà<br />

osservarnosi per li fra(te)lli <strong>di</strong> essa in ogni futuro tempo per il buon regg(imen)to <strong>di</strong> detta<br />

nuova Compagnia, con le regole sotto le quali li fra.lli p.tti si possano essercitare nel<br />

santo servitio et opra <strong>di</strong> carità per gli officali <strong>di</strong> essa, quali Capitoli visti, et approbatj<br />

che saràno da Mons.re Ill.mo P.ne si havranno da mandar' in essecutione.<br />

1 - In primis si deputerà una persona, che avrà pensiero <strong>di</strong> scrivere tutti li fratelli e<br />

sorelle in un libro posto per alfabeto in un' luogo <strong>di</strong> d.a Collegiata dove havrà da<br />

assistere tutte le festj. et quelli che scriveranno in d.a Compagnia della Morte siano<br />

obligati pagare grana cinque per ogni mese, et come havranno pagato per sei mesi, ò<br />

vero nel principio del lloro ingresso havranno pagato per sei mesi venendo a morte<br />

161


alcuno <strong>di</strong> essi fra.lli ò sorelle imme<strong>di</strong>atamente goderà li suffragij <strong>di</strong> cinquanta messe lette<br />

per l'anima sua, con una messa cantata è libera sopra del cadavero, purché si sepelisca<br />

nella chiesa <strong>di</strong> d.a Compagnia, altrimenti goderà solamente le cinquanta messe lette.<br />

Verum quelli fratelli è sorelle che non continueranno il pagamento delle cinque grana<br />

per quattro mesi continuj siano privati <strong>di</strong> oggni suffragio, et valendono poi esser'<br />

reintegrati debbiano pagare tutto il passato et per altri mesi subsequenti, et all'hora<br />

goderanno tuttj li suffragij <strong>di</strong> d.a Compagnia.<br />

2 - Per che quest'opra <strong>di</strong> carità con l'agiuto <strong>di</strong> Dio Bendetto, e con la protettione della<br />

Beata Vergine Maria delle Gratie havrà da essercitarsi nella sola pietà, è rilievo, tanto<br />

delle anime del Purgatorio, quanto per sollevamento spirituale, è corporale de poveri<br />

bisognosi, scorgendosi gravi puvertà nella maggior' parte de detti citta<strong>di</strong>nj, li fratelli p.tti<br />

han' giu<strong>di</strong>cato, che non tutti potranno pagare cinque grana il mese, è per tal causa moltj<br />

verrebbono ad esser' privi <strong>di</strong> tantj benj, è suffaggij, hanno stabilito de minorare detto<br />

pagamento per li poveri solamente.<br />

che per ciò tutte quelle persone, le quali pagheranno cinque tornesi il mese possano<br />

godere il suffraggio de venticinque messe lette, et possano godere è partecipare de'<br />

funerali, et altri privileggij, et gratie <strong>di</strong> d.a Compagnia, con quelle medesime con<strong>di</strong>tionj<br />

con le quali si deverà fare il pagamento delle cinque grana, come <strong>di</strong> sopra.<br />

3 - Nel fine <strong>di</strong> ogni mese si havrà dà fare il computo dell'essatto tanto dell'elemosine è<br />

mesate quanto de tutte le' entrate <strong>di</strong> d.a Compagnia alla presenza de gli ufficali deputati<br />

per le regole, quali monete si conserveranno in una cascia particolare con due chiavi dà<br />

tenernosi per li depositaij elettj, li quali non possano rimuover' denari per qualunque<br />

causa senza intervento del Prefetto, è con saputa del zelator' fiscale <strong>di</strong> d.a Compagnia.<br />

Con epsressa con<strong>di</strong>tione che d.o <strong>di</strong>naro non possa spendersi per qualunque causa, ben<br />

che pia, sin' tanto che non sarà accresciuto il peculio de benj stabili, annue intrate, ò<br />

legatj perpetuj che renderanno sopra quaranta ducati l'anno, et all'hora <strong>di</strong> quelle entrate<br />

si attenderà à fare opre <strong>di</strong> pietà ò poveri bisognosi, con improntarli denari in quel modo<br />

è forma, como si costuma nelli sacri Monti della città <strong>di</strong> Napoli.<br />

Verum da ducati <strong>di</strong>eci in giù si possano improntar gratis, con le debite sicurtà, et<br />

stabilimento <strong>di</strong> tempo.<br />

4 - La Congregatione p.tta, suoi officiali, è fratelli siano obligati pagare il jus<br />

arcip(resbi)terale et Parrocchiale, et sepelire gratis tutti li fratelli è sorelle, che<br />

passeranno à miglior' vita con andare li fratelli all'esequie, vestiti con veste bianche con<br />

l'insegne della Morte, arborando avantj il Santissimo Crocifisso, sotto voce recitando<br />

salmj, corone, ò altre orationj per l'anima <strong>di</strong> quel defonto, è con lumj accesi alle manj.<br />

Qual' officio <strong>di</strong> pietà si debbia fare anche per quelli che miseramente son' morti è non<br />

hanno modo <strong>di</strong> sepelirnosi, ben che non se ritrovino scrittj in d.a Compagnia purche<br />

consti per fede essene poveri.<br />

5 - Tutti quelli fartelli et sorelle che morissero fuora della patria debbiano godere li<br />

medesimi suffraggij delle messe tantum, purche havranno pagato continuamente come<br />

sta notato nel p(rim)o cap(itolo).<br />

162


6 - Per ogni venerdì à sera <strong>di</strong> ciascheduna settimana si eliggerà un' fratello sacerdote, il<br />

quale accompagnato da un' altro fratello laico debbia andare, dato il tocco dell'Ave<br />

Maria per tutta la Terra ambedue vestiti con' veste bianca con l'insegne della Morte: et<br />

per ogni capo strada sonando un' campanello ad alta voce essorterà li fedeli christianj al<br />

ben' morire, raccomandando le anime del Purgatorio, è quelli che stanno in peccato<br />

mortale alle loro orationi.<br />

7 - Il primo mercoledì <strong>di</strong> ogni mese, non impe<strong>di</strong>to <strong>di</strong> festa doppia li fratelli <strong>di</strong> d.a<br />

Compagnia debbiano far' cantare una messa de requiem per le anime delli già morti<br />

fratelli et sorelle nella chiesa Collegiata con la libera intorno al cataletto, con lumj<br />

accesi alle manj delli R.R. Can(oni)ci, alli quali se li debbia dare carlini cinque per<br />

ciascheduna messa cantata, et per le messe lette, se li debbia dare la solita elemosina<br />

d'un' carlino l'una, conforme si è convenuto con d.tti RR Can(oni)ci.<br />

Però li fratelli <strong>di</strong> d.a Compagnia siano obligati alla d.a messa cantata per ogni mese due<br />

annj dopo eretta detta Compagnia, se pure trà detto tempo sarà passato à miglior vita<br />

alcuno fratello ò sorella <strong>di</strong> essa.<br />

8 - Si debbiano stabilire due sacerdotj fratelli della d.a Compagnia della Morte, li quali<br />

haveranno da intervenire, et assistere ad confortare qualchi delinquente, il quale per<br />

avventura fusse stato condennato à morte dalla Giustitia, tanto de tribunale <strong>di</strong><br />

Campagna residente in Somma, quanto se <strong>di</strong> fuora venisse ad giustitiarsi in detta terra,<br />

essendo caso concernente alla d.a Compagnia della Morte. oltre che così è stato or<strong>di</strong>nato<br />

è decretato dà Monsignor Ill.mo Pro.ne sotto li 2 de marzo del p(rese)nte anno 1650 con<br />

pene gravissime contro d'altri sacerdotj, è secolari, quali non essendono fratelli della<br />

d.a Compagnia ingerir' si volessero à dar' conforto à simili delinquentj condennatj.<br />

Però parendo alli d.ttj fratelli sacerdotj elettj non esserno bastevoli à far' l'ufficio, li sia<br />

lecito chiamarsi altri in loro aggiuto, ben che non fussero fratelli <strong>di</strong> d.a Compagnia, è<br />

questo in ogni evento che li parerà necessario: Sicome il tutto stà registrato nel d.o<br />

decreto qual si conserva nell'Archivio <strong>di</strong> d.a Compagnia.<br />

Quelli li quali saranno stati giustitiatj nella n(ostr)a terra <strong>di</strong> Somma, devono esser'<br />

sepoltj dalli fratelli <strong>di</strong> d.a Compagnia con li soliti funerali, ben che non siano scrittj nella<br />

d.a Compagnia della Morte.<br />

9 - Si debbiano stabilire due fratelli confessori, li quali doveranno visitare, è ne gli giornj<br />

estremj raccomandar' le anime de poveri moribon<strong>di</strong> al ben' morire. E si come vedranno<br />

il bisogno dell'Infermj, così li visiteranno è spiritualmente con esso loro adoperanno la<br />

loro carità, acciò christianamente possano fare felice passaggio da questa vita caduca, è<br />

frale alla gloria del Cielo,<br />

X - Se debbiano stabilire due fratelli <strong>di</strong> d.a Compagnia, li quali vadano à visitare li<br />

poveri carceratj, et essendovi carcerato qualcheduno privo d'ogni aggiuto humano, li<br />

faccino quella carità che li sarà imposta dal Prefetto è quattro consolatori <strong>di</strong> d.a<br />

Compagnia per procurarli la sua liberatione: purche non sia carcerato <strong>di</strong> cose<br />

pregiu<strong>di</strong>ciali al prossimo, et essendono tali, debbiano al miglior modo che possono,<br />

componerlo, e concordarlo con le partj, è del tutto, prima ne debbiano far' consapevole il<br />

163


Prefetto, il quale sicome vedrà poternosi estendere le forze <strong>di</strong> d.a Compagnia, così<br />

or<strong>di</strong>nerà la spesa dà doversi fare per liberarlo.<br />

Mà quello che maggiormente devono attendere sarà la salute delle anime dei poveri<br />

carceratj, che per ciò vedano <strong>di</strong> ridurli alla Santa Confessione de lloro peccatj, è<br />

consolarli ad sopportar' con patienza la pena delle carceri.<br />

11 - Vedendo li RR C(anoni)ci esser' tale, e tanta la carità, che li sop(rade)tti fondatori è<br />

fratelli essercitano in questa santa opra, per dare maggior fervore, è <strong>di</strong>votione all'opra,<br />

si sono esibitj <strong>di</strong> lloro commune parere, è volontà che occorrendo dover' farsi alcuna<br />

raccomandatione d'anime, far' funerale ò altra carità alli fratelli <strong>di</strong> d.a Compagnia <strong>di</strong><br />

dare quattro sacerdotj del d.o Cap(ito)lo, li quali potranno andare à far' la carità con la<br />

sola licenza del Cap(ito)lo <strong>di</strong> d.a Collegiata.<br />

Sup.ttas Capitulationes appobamus, et à personis ingressis, et ingre<strong>di</strong>en<strong>di</strong>s in sup.tta<br />

congregatione permittimus observari, ita ut non peccent mortaliter nisi in casibus à jure<br />

expressis, ac in signum recognitionis, et dominij magistri sive superiores illius teneant<br />

pro ut teneri mand(amus) singulis annis solvere, mense ep(iscop)ali Nolana libras<br />

<strong>di</strong>mi<strong>di</strong>as cerae albae laboratae in festo S. Andrea Apostoli, et ita, et non aliter n(um)rum,<br />

et Curie Ep(iscop)alis Nolana, assensum, consensum, beneplacitum, et aucthoritatem<br />

prestamus per hoc n(ume)rum & et ita.<br />

Datum Nolae in Ep(iscopa)le Palatio <strong>di</strong>e 22 martij 1650<br />

M.A Mentionus V.o Ep.lis locum sigilli"<br />

firma illegibile 1)<br />

La fondazione della confraternita nasce da una riunione alla presenza del Preposito, del<br />

Cantore e del Tesoriere della Collegiata del 9 marzo 1650:<br />

"Die nono m(ensi)s Marzij Mill(esim)o Sexagesimo quinquagesimo in terra Summae -<br />

Constitutis in nostra presenza ad modum RR(everen<strong>di</strong>ssi)mo D(omi)ni Jo Francesco<br />

Ferraro Preposito Venerabilis Eccle(si)ae Collegiatae terrae Summae D.no Francisco<br />

Rosella Cantore , et d. Antonio Mazzeo Tesaurario Dignitatibus in <strong>di</strong>cta Ecc(lesi)a ac<br />

RR(everen<strong>di</strong>) d. Joseph Figliola, d. Bartholomeo d'Alessandro, d. Marc'Antonio<br />

Capuano, d. Carlo Viola, d. Francesco X(Sancto)severino, d. Carlo Fasulo, d. Ottavio de<br />

Mauro Canonicij in Eccl(esi)a s(uddett)a et RR(everen<strong>di</strong>) d. Camillo Piacente, et d.<br />

Carlo de Palma Numerarij in s.a Eccl.a Collegiata Majore, et seniore parte<br />

venerabilisCap(ito)li d.ae Eccl.ae agentibus ad infrascripta omnia nomine, et pro parte<br />

d.ae Eccl.ae et eius Capituli, et successores in eo, et utili juxta et expedentia ipsius ex una<br />

parte - Et d. Ant(oni)o Ursino Joseph Sersale, Scipione Strabone, Martio Figliola,<br />

Joanne Battista de Stefano, Sebastiano mayone, iten Domenico Clementella, Joseph<br />

Sopano, Joseph Capograsso, Cesare de Stefano, Rettore Joanne Vincentio Capograsso<br />

Rettore Antonio de Mauro, Rettore Pie:Antonio Figliola e Gio:Battista Fasulo<br />

fundatoribus, et confratibus Venerabilis Congregationis noviter erectae et construendae<br />

inter <strong>di</strong>ctam venerabilem Eccl.am Collegiatam sub titulo S.ae M.ae Gratiae, et<br />

Mortuorum agentib(us), similiter infrascripta omnia nomine, et pro parte <strong>di</strong>ctae<br />

Congregationis noviter erectae, e construendae inter <strong>di</strong>cta venerabilem Eccl.am<br />

Collegiatam sub titulo S.M.ae Gratiae et Mortuorum agentibus, similiter infrascripta<br />

omnia nomine, et pro parte <strong>di</strong>ctae Congregationis noviter construendae ut s.a et<br />

successorij confracta <strong>di</strong>ctae Congregationis, perbili in nomine et expe<strong>di</strong>ti cum ipsius ex<br />

164


parte altera - ambae partes ipsae nominibus, et qualibet ipsarum exp(onu)nt coram nobis<br />

quali con gran<strong>di</strong>ssimo desiderio hanno sempre desiderato fondare una Congrega(tio)ne,<br />

e colla Cappella d'essa Congregatione entro la predetta Collegiata nella quale essi<br />

fondatori, e confratelli p(rese)nti e futuri possono fare tutte le funzioni in ciò necessarie,<br />

e far celebrare tutte le messe pro tempore bisogneranno per le anime dei defonti, ut<br />

supra, ciò formati molti capitoli consignati a Monsignor Vescovo <strong>di</strong> Nola per la<br />

confirma <strong>di</strong> quelli, quali se ne descrivono ut infra e perciò son convenuti con d.o<br />

R(everen)do Ca(ito)lo <strong>di</strong> d.a Chiesa Collegiata li quali conoscendono il buono zelo e<br />

gode carità <strong>di</strong> seppellire i morti, quante in altre opere misericor<strong>di</strong>a già cominciate per<br />

grande zelo, perciò concedono, e danno azione ed uso p.a in una Cappella <strong>di</strong> d.a Eccl.a<br />

Collegiata nella quale possono essi nostri p(resenti) e futuri esercitare le funzioni<br />

bisogneranno per d.a Congregatione, si faranno celebrare tutte le messe bisogneranno<br />

per l' anime de fedeli defonti confrat(ell)i, a cantare de d.a Congregatione delli RR preti<br />

<strong>di</strong> detto Capitolo et Eccl.a conforme detti Capitolari o p(rese)nte constituiti e <strong>di</strong>chiarati<br />

in presenza nostra, e d.a Cappella ...li pred.ti (Procura)tori (foglio mutilo), e confratelli<br />

permettono <strong>di</strong> fabricarla al luogo sud.o conforme fu designata d.a Eccl.a con fare tutti li<br />

abbellimenti, ornamenti, e cose necessarie a d.a Cappella, ed anco fare una Sacrestia<br />

fuori d.a Eccl.a non impedendo l' Eccl.a sud.a in cosa alcuna, e suo Rev.do capitolo<br />

nell'esercizio loro con farne anche una sepoltura a d.a Cappella, senza che ne possano<br />

essere ammossi esercitandose tutte cose pie, et de carità conforme al p(rese)nte si<br />

esercita a gloria <strong>di</strong> Dio, et salute delle anime, e tutte a spese <strong>di</strong> d.a Congregatione, et in<br />

caso che quod absit sul opere <strong>di</strong> carità già cominciate ut sup(r)a, in tale caso ogni cosa<br />

fattovi in d.a Cappella, e fabrica resta a beneficio <strong>di</strong> d.a Eccl.a Collegiata ed a loro il d.o<br />

R.do Capitolo permette celebrare tutte quelle messe bisogneranno in futurum si vise d.o<br />

Capitolo tanto al p(rese)nte, quanto in futurum, et non <strong>di</strong> altri fuori <strong>di</strong> d.o Capitolo,<br />

quanto per ogni volta che bisognarà fare legge ad alcuni rispettivi poveri dove d.a<br />

Congregatione anderà o manderà quattro sacerdoti <strong>di</strong> d.o Capitolo gratis designati dal<br />

Rev.do Preposito a loro in suo luogo conf(orm)e d.o Capitolo, et permise pro observantia<br />

Virginae prout ambae partes ipsae, et quaelibet ipsarumque quali sponte obligaverunt se<br />

ipsos nominibus prae<strong>di</strong>ctis et quaelibet ipsarum, et eorumque, et cujuslibet ipsorum bona<br />

imnia <strong>di</strong>ctae Congregationis, et Confraternitatis, et bona omnia presentia, et futura una<br />

pars alteri et altera alteri & hominibus prae<strong>di</strong>ctis presentibus sub poena, et ad poenam<br />

(me<strong>di</strong>etate) & cum potestate cap(ien)<strong>di</strong> cus.ti q(uantita)tis (cum) constitutione precari:<br />

(et Renunciaverunt et juraverunt) & et juris & presentibus Ju<strong>di</strong>cis Magnifico Annibale<br />

de Luciano, Reg.e contractus - Januario Pesce de May.o - Francesco Nocerino<br />

q(uond)am Ottavij - Joseph de Stefano et hora Nucerino <strong>di</strong>ctae Terrae." 2)<br />

----------------------------------------------<br />

1) Archivio Stato Napoli - notaio Marc'Antonio Izzolo 1603-1656 - scheda 40 prot. 24 pag. 30.<br />

2) Archivio della Collegiata - cartellina B - documento 64.<br />

165


CONFRATERNITA <strong>DI</strong> SANTA MARIA DELLA NEVE<br />

ERETTA NELLA COLLEGIATA DEL CASAMALE<br />

1 ottobre 1762<br />

La congrega con atto per mano del notar Domenico Brancaccio <strong>di</strong> Napoli, commorante a<br />

Somma, il 1 <strong>di</strong>cembre chiede al re il regio assenso sui Capi <strong>di</strong> Regole, redatti il 1 ottobre<br />

alla presenza <strong>di</strong> 36 "fratelli". La richiesta è presentata tramite la Regia Camera <strong>di</strong> Santa<br />

Chiara. L'assenso perviene il 23 <strong>di</strong>cembre.<br />

“Regole della venerabile congregatione <strong>di</strong> Santa Maria della Neve<br />

eretta nella collegiale chiesa del Casamale - 1 ottobre 1762<br />

Fer<strong>di</strong>nandus Quartus Dei Grazia Rex Utriusque Sicilie et Hyerusalem Infans<br />

Hyspaniarum Dux Parm(a)e Placenzi(a)e ac Magnus Princeps H(a)ere<strong>di</strong>tarius<br />

H(a)etruri(a)e.<br />

Reveren<strong>di</strong>s in Christo Patribus quibuscumque Archiepiscopis Episcopis eorumque<br />

Vicariis Cleris Capitulis et aliis Ecclesiasticis et Religiosis personis hujus Regni, et<br />

signanter <strong>di</strong>(o)ecesis Civitatis Summ(a)e, quibuscumque Baronibus Titulatis, et non<br />

Titulatis, Gubernatoribus, Au<strong>di</strong>toribus, Capitaneis, Assessoribus, Sin<strong>di</strong>cis, Electis,<br />

Universitatibus, et aliis quibusvis personis, et Officalibus quacumque authoritate, et<br />

potestate fungentibus, seu eorum Locumtenentibus, et substitutis ad quos, seu quem<br />

presentes pervenerint, vel fuerint quomodolibet pr(a)esentat(a)e. Fidelibus devotis<br />

<strong>di</strong>lectis gratiam nostram, et bonam voluntatem.<br />

Nuper pro parte infrascriptorum supplicantium fuit majestati nostr(a)e porrectum<br />

infrascriptum memoriale cun relatione facta per Reverendum nostrum Regium<br />

Cappellanum Majorem tenoris sequentis videlicet S(ua) R(egia) M(aestà). - Per parte<br />

degl'infrascritti supplicanti mi è stato presentato l'infrascritto memoriale con Regia<br />

decretatione <strong>di</strong> mia commissione del tenor seguente videlicet S.R.M. sig(nante)r - Gli<br />

confratelli della Venerabile Congregatione eretta e fondata nell'Insigne Collegiata della<br />

Città <strong>di</strong> Somma, sotto il titolo <strong>di</strong> S. Maria della Neve prostati a pié del trono della M.V.<br />

umilmente vi rappresentano, come non ritrovandosi sulle <strong>di</strong> loro regole spe<strong>di</strong>to Regio<br />

Assenso affinche si <strong>di</strong>mostrino sempre piu fedeli a Regali or<strong>di</strong>ni la supplicano ossequiosi<br />

degnarsi impartirli il mede(si)mo che oltre <strong>di</strong> riportarlo dalla Clemenza della M.V.<br />

l'avranno a gratia ut Deus (signum) Io d. Orazio d-Amore fratello - Antonio Ro<strong>di</strong>no<br />

supplica come sopra - Nicola Cassano suppl. c.s. -Domenico Salvati s.c.s.- Nicola<br />

Majone s.c.s. - Giovanni <strong>di</strong> Mavero s.c.s - Nicola Fusco s.c.s. - Giacomo Sorrentino s.c.s.<br />

- Domenico Fragliasso s.c.s. - che le suddette firme sono proprie de medesimi<br />

supplicanti, nec non Francesco <strong>di</strong> Marzo, Giacinto Carbone, Giuseppe Sposito, Giovanni<br />

Raja, Gabriele Fusco, Tommaso Nocerino, Giuseppe Sposito, q(uonda)m Giacomo<br />

Angelo Sanseverino, Giuseppe Raja <strong>di</strong> Nicola, e Giuseppe Raja <strong>di</strong> Felice, Pasquale<br />

davino, Giuseppe Salerno, Carlo Nocerino, Giovanni Aliberta alias Tanfano, Francesco<br />

<strong>di</strong> Lorenzo, Matteo Sanseverino, Nicola <strong>di</strong> Stefano, Giuseppe Auriemma, Giuseppe Gilio,<br />

Saverio Fiorillo, Domenico Izzo, Martio Sicondolfo, Giovanni <strong>di</strong> Sessa, Aniello Torino,<br />

Nicola Majello, e Lorenzo Majello padre e figlio, Nicola Magnetta e Benedetto Torino,<br />

Sabato Erida, Aniello Molaro, Arc<strong>angelo</strong> Venere supplicano come sopra per essi non<br />

sapere scrivere ut <strong>di</strong>xerunt per mano <strong>di</strong> me Notar Domenico Brancaccio <strong>di</strong> Napoli<br />

166


commorante in questa città <strong>di</strong> Somma <strong>di</strong> loro volontà richiesto ho segnato - adest signum<br />

- Attesto io qui sotto(scritto) fratello Segretario <strong>di</strong> detta Congregazione, come li<br />

retroscritti fratelli sono la maggior parte che compongono la mentovata Congregazione<br />

ed in fede f. Somma primo Xbre 1762 - Fratello Antonio Ro<strong>di</strong>no Segretario <strong>di</strong> d.a C.ne -<br />

La suddetta firma è proprio della sua sig. Antonio Ro<strong>di</strong>no tale quale si asserisce ed in<br />

fede io Notar D.co Brancaccio <strong>di</strong> Napoli commorante in Somma <strong>di</strong> sua volontà richiesto<br />

hò segnato - Locus signi <strong>di</strong>e 2 m. xbris 1762 - Neapoli Regalis Camere Sancte Clare<br />

provi<strong>di</strong>t decernit atque mandat quod R.ndus Regius Cappellanus Major videat et in<br />

scriptis referat hoc suum (signum)<br />

Fraggianni - Gaeta - Cavalcanti - Spectabilis Pres(ul)es S.R.C. Romanus tempore<br />

subscriptionis impe<strong>di</strong>tus - Citus - E con detto memoriale mi sono state presentate le<br />

infrascritte regole del tenor seguente ut sunt Regole della V.nbile C.ne eretta e fondata<br />

nell'Insigne Chiesa Collegiata della Città <strong>di</strong> Somma sotto il titolo <strong>di</strong> S. Maria della Neve<br />

col monte unito alla medesima delle sorelle Benefattrici della stessa C.ne -<br />

I - Affinché la <strong>di</strong>visata C.ne sia <strong>di</strong> gloria <strong>di</strong> Dio e <strong>di</strong> Maria sempre Vergine, e <strong>di</strong> bene<br />

dell'anime congregate, e benefattrici della medesima viene stabilito che li confratelli<br />

nella seconda Domenica del mese <strong>di</strong> settembre si debbano unire nella C.ne e dopo<br />

recitata qualche prece, e raccomandatisi al Sig.re Id<strong>di</strong>o, debbano procedere<br />

all'elezzione del Priore, e degli Assistenti nella seguente maniera.<br />

Il Priore attuale nominerà tré persone idonee a riserba <strong>di</strong> coloro, i quali non hanno tré<br />

anni <strong>di</strong> fratellanza dal giorno dal quale sono stati ricevuti, ed altresì <strong>di</strong> coloro, che sono<br />

contumaci <strong>di</strong> venuta, o <strong>di</strong> mesate, poiché i medesimi non possono avere alcun ufficio in<br />

C.ne, e queste tré persone proporrà l'una dopo l'altra, ed in caso <strong>di</strong> parità <strong>di</strong> voti si<br />

determina dalla sorte ed essendo tutte tré escluse debba farsi nuova nomina fintantoché<br />

sortirà canonicamente l'elezzione. Lo stesso debba praticarsi dell'Assistenti, e del<br />

tesoriero, colla <strong>di</strong>stinzione però che la nomina per quelli debba farsi dall'attuali<br />

Assistenti e la nomina dello Tesoriero debba farsi da i novelli Priore ed Assistenti, nelle<br />

quali elezzioni, siccome in tutte le altre occasioni il Segretario raccoglierà i voti, egli<br />

voterà in presenza degl'Ufficiali, assistito da due piu antichi fratelli scribenti e quin<strong>di</strong><br />

scriverà la conclusione a libro; Compita l'elezzione si darà nelle solite forme il possesso<br />

agli eletti, i quali dovranno nella stessa mattina porsi vicino l'altare ed i fratelli per<br />

or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> anzianità andarli a dare un abbraccio <strong>di</strong> pace al Priore, e riconoscerlo per<br />

Superiore, ed intanto cantarsi il Te Deum, e terminato l'amplesso <strong>di</strong> pace andarsi a<br />

sedere alla Banca -<br />

II - Razionale<br />

Di simil natura debba procedersi all'elezzione per la visura de conti de' passati Ufficiali<br />

e Tesoriere dell'anno precedente, e trovandosi denaro superato da tutte le spese della<br />

C.ne si debba porre in una cassa custo<strong>di</strong>ta da quattro chiavi, le quali si abbiano da<br />

tenere dagli Ufficali presenti, e dal Tesoriero anche dell'anno presente, e detta cassa sia<br />

posta e situata in quella casa che si destinerà da fratelli della C.ne. Dovendosi però fare<br />

qualche spesa nella C.ne, se questa giunga a docati cinque, il Cassiere puo farla colla<br />

consulta de' tali tre Ufficali maggiori della Banca: ma superando detta summa il Priore<br />

la debba proporre in C.ne, e secondo il parere della maggior parte de voti dati da<br />

167


fratelli operare sempre intendendosi, che il Cassiere da se stesso non possa fare spesa<br />

alcuna se non come sopra espressata, e facendosi altrimenti sia sospeso dall'Ufficio.<br />

III - Segretario<br />

Il Segretario della C.ne si eliggerà come tutti gli altri Ufficiali minori da novelli Piori ed<br />

Assistenti, il quale avrà cura <strong>di</strong> tutte le scritture della C.ne, spetterà ad esso notare<br />

l'elezzione del Priore e degli altri Assistenti ed Ufficali in un libro, ed in un altro notare il<br />

numero dei fratelli per or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Alfabeto; noterà parimenti tutte le conclusioni che<br />

accaderanno farsi nel tempo del suo officio, farà tutti li biglietti delle spese che<br />

occorreranno da firmarsi dagli soli Ufficiali della banca, nel termine della sua<br />

incombenza restituirà alla C.ne tutti i libri e scritture sono in sua mano appartenenti alla<br />

C.ne.<br />

IV - Maestro de novizii<br />

Gli anzidetto tre Ufficlai della banca nella prima festa susseguente all'elezzione debbano<br />

unirsi tra loro, ed eliggere gli Ufficiali subalterni: ed in primo luogo il Maestro de<br />

Novizii, raccomandandosi <strong>di</strong> eliggere persona che possa istruire, cosi i Novizii comme i<br />

Fanciulli, o figli de fratelli in altro luogo separato.<br />

V - Sacristano<br />

Debbano altresì procedere all'elezzione del Sagristano, che sia capace a tal ufficio; egli<br />

dovrà pigliare con solenne consegna a suo carico tutti gli utensili della C.ne, de quali<br />

dovrà render conto nella fine del suo impiego; a lui spetterà la politezza della C.ne come<br />

pure il tenerla aperta in giorni deputati ed almeno in quelli ne quali occorrera farsi<br />

qualche esequie, o altro che puo accadere. Al medesimo appartenerà la cura delle cere,<br />

vino, ostie od altro che occorre secondo li oracoli che riceverà dal Priore. Il medesimo<br />

fratello Sagristano cura l'incombenza <strong>di</strong> citare l'esequie e <strong>di</strong> assistervi con<br />

apparecchiare quanto occorrerà non meno per l'esequie che per la sepoltura de fratelli e<br />

sorelle morte. Per le quali fatighe gli ufficiali della banca le daranno qualche paga ogni<br />

anno, che stimeranno convenevole per l'incomo<strong>di</strong> che soffre.<br />

VI - Portinajo<br />

Eligeranno anche il Portinajo <strong>di</strong> detta C.ne che sia persona sollecita, acciò ne giorni <strong>di</strong><br />

detta C.ne sia pronto ad intervenire. Mancando detto Portinajo, il Priore debba<br />

destinare chi de fratelli debba assistere alla porta.<br />

VII - Maestro <strong>di</strong> Cerimonie<br />

Con eligere ancora altro fratello per Maestro <strong>di</strong> Cerimonie, che abbia cura <strong>di</strong> regolare le<br />

funzioni della C.ne come nella recita del S.S. Rosario; altresì nelle processioni da farsi,<br />

ed esequie assegnando li compagni, farà sempre andare avanti i piu giovani della C.ne,<br />

acciò li piu vecchi abbiano la precedenza, e colla potestà d'istituire altro fratello in suo<br />

luogo ed in suo ajuto.<br />

VIII - Infermiere<br />

Si eliggerà anche altra persona <strong>di</strong> carità nominata l'Infermiere ed abbia cura dei fratelli<br />

infermi con visitarli subito che saprà essersi infermati, e comunicato che sarà debba<br />

parteciparlo al Tesoriero o sia Cassiere il quale sia tenuto darli carlini tre, dei quali ne<br />

168


comprarà qualche cosa confaciente all'infermi, che ce li darà in nome e parte degli<br />

Ufficali e fratelli della C.ne. Tale visità però l'abbia a fare soltanto agli fratelli infermi<br />

communicati non già alle sorelle, si per evitare ogni inconveniente come perché queste<br />

non portano tutti i pesi della C.ne.<br />

IX - Regola ferma per la ricopia de fratelli. i fratelli quando vogliono entrare in C.ne<br />

debbano presentare memoriale al Priore costui debba poi proporlo alla prima<br />

c(ongregatio)ne a tutti i fratelli e dar carico al Maestro dei Novizii per informarsi de<br />

costumi e frequenza de' Sacramenti per fare relazione alla prima susseguente<br />

congregazione, e trovandosi che sia <strong>di</strong> buon costume l'abbiano ad ammettere in<br />

c(ongregatio)ne come novizio, e dopo passati tre mesi ne quali deve stare nel luogo piu<br />

umile e piu basso della C(ongregatio)ne deputato soltanto per novizii deve bussolarsi<br />

nella prima c(ongregatio)ne, ed essendo li voti inclusi sopra la metà nell'altra<br />

c(ongregatio)ne susseguente riceversi, nella quale debbasi secondo l'età stabilire dagli<br />

Ufficiali della Banca quanto abbia a pagare per entratura. Ogni fratello debba pagare<br />

in ogni mese alla C(ongregatio)ne grana cinque per li pesi che soffre e se mai fusse<br />

assente e non intervenisse subito nella prima Domenica che interviene in<br />

c(ongregatio)ne, e non pagando per tre mesi continui, debba riputarsi per contumace e<br />

privo degli suffragij, e cosi in vita come in morte, ne possa reintegrarsi se non quando<br />

personalmente ha pagato tutto l'attrasso e volendo essere associato dalla<br />

C(ongregatio)ne debba pagare libre <strong>di</strong>eci <strong>di</strong> cera. E non intervenendo per un mese<br />

continuo in c(ongregatio)ne senza legitima causa da approvarsi dagli Officiali della<br />

Banca, debba pagare una libra <strong>di</strong> cera - Ogni fratello ascritto dovrà assistere tutte le<br />

Domeniche dell'anno alla C(ongregatio)ne nelle ore assegnate nella tabella, recitare il<br />

Rosario, u<strong>di</strong>r la Messa, e poi il Sermone, che si farà dal Padre Spirituale, dovrà<br />

frequentare i Sagramenti almeno una volta il mese, essere rispettato ed ubbi<strong>di</strong>ente, cosi<br />

agli Ufficiali della Banca, che a tutti gli altri Ufficiali Subalterni e fratelli della<br />

C(ongregatio)ne, con essere fraternamente congiunto con tutti, evitando ogni <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a,<br />

che potrebbe tra essi insorgere, e rompere i legami <strong>di</strong> una Santa carità. Chiamato<br />

all'associazione <strong>di</strong> qualche fratello morto, o ad altra funzione dovrà accorrerci e se<br />

legitimamente impe<strong>di</strong>to, dovrà sostituire altro in sua vece quando possa - Ad ogni fratello<br />

non contumace in morte si debba dare in mano degli Ufficiali dal fratello Cassiere<br />

docati cinque e carlini nove, li quali si impiegheranno nelle solite spese, e specialmente<br />

docati quattro debbano impiegarsi ad una messa cantata presente cadavere, essendo<br />

l'ora opportuna, oppure <strong>di</strong>fferirsi al prossimo giorno <strong>di</strong> Rito semidoppio, per la quale<br />

Messa cantata debbano darsi carlini <strong>di</strong>eci <strong>di</strong> limosina, e gli altri carlini trenta anche al<br />

medesimo per la celebrazione <strong>di</strong> trenta messe per l'anima del defonto; Restando in<br />

arbitrio della C(ongregatio)ne avanzare il numero <strong>di</strong> dette messe come avanzaranno le<br />

sue ren<strong>di</strong>te, la C(ongregatio)ne ancora deve provedere la cera, cassa, coltra, quando<br />

occorrerà per l'associazione dei fratelli defonti - Oltre l'aggregazione de fratelli possono<br />

aggregarsi anche le donne per benefattrici con pagare le grana cinque al mese, senza<br />

però godere nelle loro malattie il succorso per togliersi ogni inconveniente; Ben vero<br />

però che debbano godere nella loro morte non solo l'associazione e sepoltura ma ancora<br />

la celebrazione della messa cantata e trenta messe lette, come è detto nella regola de<br />

fratelli <strong>di</strong> sopra.<br />

169


X - Del Padre Spirituale<br />

E tenendo bisogno la nostra C.ne del Padre Spirituale sia tenuta la medesima a nomina<br />

del Priore, per togliere ogni controversia, eliggere un Sacerdote del Corpo del Capitolo<br />

<strong>di</strong> essa Città sia canonico, sia numerario, e non altri tanto piu che la C.ne è fondata nella<br />

stessa insigne Collegiata con darsegli quella ricognizione ogni anno che li Ufficiali della<br />

banca stimeranno opportuno. Il quale però sia amovibile ad nutum della C.ne, e salva la<br />

nuda e semplice spiritualità non possa affatto ingerirsi in qualunque affare della C.ne, e<br />

specialmente riguardante la temporalità della medesima -<br />

Con raccomandarsi che ciascuno de' fratelli la facile osservanza delle cose suddette,<br />

acciò del Sig.r Id<strong>di</strong>o si possa sperare l'affetto del Patrocinio della nostra <strong>di</strong>vina Madre<br />

colla vita eterna e beata, come a tutti s'implora - Ed avendo naturalmente considerato il<br />

tenore delle preinserte regole le quali altro non contengono se non se il buon governo <strong>di</strong><br />

detta C.ne, il modo <strong>di</strong> eliggere gli Ufficiali, la recezione de fratelli, e go<strong>di</strong>mento de'<br />

suffragij in tempo della loro morte e non avendo in quella ritrovata cosa che pregiu<strong>di</strong>chi<br />

la Reale Giuris<strong>di</strong>zione o il Publico; precedente perciò il parere del Regio Consigliero d.<br />

Gio:Batta Maria Tannucci mio or<strong>di</strong>nario consultore, son <strong>di</strong> voto che V.M. può degnarsi<br />

concedere a suddette Regole il suo Regale assenso e Beneplacito, con farle spe<strong>di</strong>re<br />

privilegio in forma Regalis Camere Sancte Clare. Qual Regio Assenso si intende<br />

conceduto coll'infrascritte con<strong>di</strong>zioni, e riserve. Primieramente che in ogni essequie sia<br />

sempre salvo il <strong>di</strong>ritto spettante al Paroco - Secondo, che le processioni possono farsi<br />

precedenti pero le solite licenze - Terzo che rispetto al Padre Spirituale, si abbia da<br />

osservare ciocché nel capitolo ultimo delle presenti regole per il medesimo stabilite -<br />

Quarto che nella red<strong>di</strong>zione de conti <strong>di</strong> detta C.ne si abbia da osservare il prescritto del<br />

Capo V § I et seguenti del Concordato - Quinto che a tenor del Regal Stabilimento fatto<br />

nel 1742, quei che devono essere eletti per Amministratori e Razionali non siano debitori<br />

della medesima e che avendo altre volte amministrate le sue ren<strong>di</strong>te, e beni abbino dopo<br />

il ren<strong>di</strong>mento de conti ottenuta la debita liberatoria e che non siano consanguinei, ne<br />

affini degli Amministratori precedenti sino al terzo grado inclusive de jure Civili - E per<br />

ultimo che non si possa aggiungere o mancare cosa alcuna delle preinserte Regole, senza<br />

il prudente Real Permesso <strong>di</strong> V.M. e q. f. Napoli 16 xbre 1762 <strong>di</strong> V.M. U(lti)mo Vass(all)o<br />

e Cap(pella)no Nicolò Vescovo <strong>di</strong> Ruzzocoli - Gio:Batta M.a Tannucci - Francesco<br />

Albarelli - <strong>di</strong>e 20 mensis xbris 1762 Neapoli - Regia Camera Sancte Clare providet,<br />

decernit atque mandat quod expe<strong>di</strong>at Priv(ilegi)um Regii Assensus in forma Regalis<br />

Camere S. Clare cum inserta forma (presente) relationis. Hoc suum s(ignu) Romanus<br />

Pr(a)es(ul)es - Fraggianni - Gaeta - Cavalcanti specialis Aul(a)e pr(a)ef.s Fiore non<br />

interfuit - Citus - Supplicatum propterea nobis extitit pro parte supra<strong>di</strong>ctorum<br />

supplicantium quatenus pr(a)einserta Capitula confirmare, approbare, e convalidare<br />

cum omnibus, et quibuscumque in <strong>di</strong>ctis Capitulis contentis, et expressis, et q(uate)nus<br />

opus est de novo assentire, et consentire benignus <strong>di</strong>gnaremur.<br />

Nos vero <strong>di</strong>ctis petitionibus tam justis, et piis libenter annuentes in his et aliis quam<br />

plurimis longe majoribus qu(a)e exau<strong>di</strong>tionis gratiam rationabiliter promerentur. Tenore<br />

igitur p(resente) de certa nostra scientia deliberate, e consulto, ac ex gra(tia) n(ost)ra<br />

speciali d.a pr(a)einserta Capitula iuxta eorum tenores confirmamus, acceptamus,<br />

approbamus, et convalidamus nostroque munimine et pr(a)esi<strong>di</strong>o roboramus , ac<br />

omnibus in eisdem contentis, et pr(a)enarratis ex gra(tia) n(ostr)a speciali ut supra<br />

assentimus, et consentimus, nostrumque super eis Assensum Regalem et Consensum<br />

170


interponimus, et pr(a)estamus, cum supra<strong>di</strong>ctis clausulis, con<strong>di</strong>tionibus, et limitationibus<br />

contentis in <strong>di</strong>cta pr(a)einserta relatione supra<strong>di</strong>cti Reveren<strong>di</strong> nostri Regii Cappellani<br />

Majoris, ac servata forma relationis p(rae<strong>di</strong>)ct(a)e; volentes et decernentes expresse de<br />

eadem scientia certa nostra quod p(rese)ns nostra confirmatio, approbatio, convalidatio,<br />

et q(uate)nus opus est nova concessio sit, et esse debeat pr(a)e(<strong>di</strong>)ctis confratribus<br />

d(icta)e Congr(egatio)nis p(rese)ntibus, et putatis in perpetuum semper stabilis, realis,<br />

valida, fructuosa, et firma nullamque in ju<strong>di</strong>ciis, aut extra sententias quovismodo<br />

<strong>di</strong>minutionis incomodum ... ..., aut nox(a)e alterius detrimentum, sed in uno semper<br />

robore, et firmitate persistat. In quorum fide hoc pr(a)esens privilegium fieri fecimus<br />

magno nostro ne...tionem sigillo pendenti munitum. Datum Neapoli dei 23 mensis<br />

decembris Anno a nativitate Domini millesimo septingentesimo sexagesimo secundo -<br />

Pro Rege Pupillo<br />

Dominicus Cattaneo - Michael Reggio - Jacobus Milano - Ioseph pappacoda - Petrus de<br />

Bononea - Dominicus de Sangro - Stefanus Reggio - Benardus Tanusius<br />

Romanus P.s Fraggianni<br />

Gaeta Cavalcanti<br />

Dominus Rex mandavit mihi<br />

Salvatori Spiriti a Secretis<br />

V. M. concede il suo Real Assenso alle preinserte Capitulazioni fatte da fratelli della<br />

Congregazione sotto il titolo <strong>di</strong> Santa Maria della neve eretta nella Collegiata della Città<br />

<strong>di</strong> Somma in omnibus servata la forma della sudetta preinserta relazione del R(evere)ndo<br />

R(egio) Cappellano Maggiore. In forma Regalis Camer(a)e Sanct(a)e Clar(a)e.<br />

Donatus Citus<br />

Solvat Duodecim Solvit ducatos septem<br />

pro jure Sigilli cum <strong>di</strong>mi<strong>di</strong>o<br />

Pro m. Giordanini Tasca Io Josephus Valle<br />

Citus Reg.us Percettor<br />

In Priv.m 19 fol. 91<br />

S. Rudente<br />

Che quantunque nel Corpo <strong>di</strong> queste Reali Regole della nostra Congregazione siano<br />

tassate messe num.o 30 per l'anima <strong>di</strong> ciascun fratello defunto pure con conclusione<br />

tenuta a 15 Genn.o 1769, viva voce, fù concluso, che il num.o delle d.e Messe si fosse<br />

avvanzato sino a cinquanta per cadauno fratello, o sorella defunta. Similmente<br />

quantunque nelle d.e Regole non vi sia espresso, che nell'Essequie de' fratelli defunti,<br />

debba la C.ne a sue spese chiamare il R.mo Capitolo per l'associazione, pure nella stessa<br />

conclusione, fù questo stabilito: ed in consequenza in tutte l'Essequie de' fratelli, e delle<br />

sorelle è obligata la C.ne invitare d.o R.mo Capitolo, e con esso convenire per<br />

l'associazione. Tutto questo stà registrato nel libro delle nostre conclusioni al quale<br />

(interruzione).<br />

Finis" 1)<br />

Nel 1769 si ha una ridefinizione delle regole e degli accor<strong>di</strong> con il Capitolo della<br />

Collegiata. La confraternita "è ricoverata nella chiesa <strong>di</strong> Santa Maria <strong>di</strong> Tutti i Santi" <strong>di</strong><br />

via Piccioli e lì riscuote le rette. E' proibito farlo nella Collegiata.<br />

171


Essa chiede al Capitolo della Collegiata, in primis, l'uso della statua della Madonna della<br />

Neve. Il Capitolo la concede con tutti gli "argenti, i merletti, Pilucche, Pedagne ,<br />

Tossello...manto, corona d'argento, crocetta...il bambino ben vestito con corona simil.<br />

argento".<br />

Per secondo si chiede <strong>di</strong> fare la processione per due domeniche del mese (<strong>di</strong> agosto). Il<br />

Capitolo, <strong>di</strong>etro pagamento, accoglie anche questa richiesta, previa associazione del<br />

quartiere Casamale e riservandosi <strong>di</strong> non parteciparvi e <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care il luogo nella chiesa<br />

per l'apparatura.<br />

La processione segue l'itinerario <strong>di</strong> via Formosi, via Botteghe, palazzo <strong>di</strong> don Orazio<br />

Majone e ritorno. Le torce <strong>di</strong> mezza libbra sono a carico della congrega, cui a fine rituale<br />

vanno restituite.<br />

Nella processione grande i "fratelli" devono <strong>di</strong>sporsi in fila davanti alla Madonna e<br />

davanti al Capitolo.<br />

Il Padre Spirituale, canonico della Collegiata, che perde le prebende <strong>di</strong> questa quando si<br />

assenta per l'assistenza alla congrega chiede ducati 12 annui per un fiore <strong>di</strong> sue fatighe.<br />

Ogni messa costa al sodalizio 2 carlini.<br />

Al punto quattro viene stabilito che il Capitolo in occasione delle esequie dei sodali<br />

prende 5 ducati, una torcia <strong>di</strong> mezza libbra da restituire. Se il defunto fa parte del<br />

Capitolo o è un suo parente il servizio funebre è gratuito, ad eccezione della messa<br />

cantata che costa 15 carlini e delle 50 messe in suffragio che costano 5 ducati. I capitolari<br />

hanno l'esclusiva in questo servizio.<br />

Se i defunti dovessero essere troppi, altri frati possono associare ma non entrare nella<br />

Collegiata. Ai "fratelli" le messe costano 12 grana e mezzo.<br />

Anche l'uso delle campane, quella maggiore e quella mezzana, per le funzioni suddette<br />

costano alla congrega 10 libbre <strong>di</strong> cera che si devolvono al Santo Sepolcro. E questo è il<br />

punto cinque.<br />

Due "fratelli" saranno nominati suonatori e dovranno chiedere sempre il permesso ai<br />

canonici per suonare. Dei danni rispondono Capitolo e congrega.<br />

Al sesto: i sette sermoni che precedono la processione grande <strong>di</strong> agosto per sette sabati,<br />

sono gratuiti. Nell'impossibilità dei capitolari li faranno altri frati.<br />

Per la novena <strong>di</strong> Natale la congrega può fare la questua e pagare le spese. Però il<br />

questuante deve essere un chierico e non un "fratello".<br />

Al settimo viene richiesto <strong>di</strong> seppellire i sodali defunti nella Terra Santa sotto il Coro. Il<br />

Capitolo accetta e impone <strong>di</strong> fare una scala d'accesso dal vano del campanile e una lapide<br />

sull'entrata.<br />

Nella chiesa non è consentito accendere alcun lume, ma solo nel Vicolo delle Campane e<br />

nello spiazzo davanti al palazzo del Capitolo.<br />

Al punto otto: essendo prevista la costruzione del cappellone o abside i lumi potranno<br />

essere rimossi. Sui lavori vigilano due rappresentanti del Capitolo, che si riserva anche <strong>di</strong><br />

scegliere un luogo nel detto cimitero per la sepoltura dei canonici.<br />

Per il "fratelli" la spesa <strong>di</strong> interro è fissato a carlini...(non è in<strong>di</strong>cato). Per gli estranei sono<br />

dovuti alla sagrestia della Collegiata carlini trenta.<br />

L'accordo è inviato a Nola per l'approvazione del vescovo. 2)<br />

-----------------------------------------------------<br />

1) Archivio della Collegiata - Libello contrassegnato col numero 24.<br />

172


2) Archivio Collegiata cartellina L doc. 6.<br />

APPEN<strong>DI</strong>CE<br />

ANTICHE ORIGINI ED EVOLUZIONE DELLA FORZA PUBBLICA DELL’UNIVERSITA’<br />

IL BATTAGLIONE DEL RIPARTIMENTO<br />

MILITARE <strong>DI</strong> <strong>SOMMA</strong><br />

I <strong>CAPITOLI</strong><br />

(La leva del 14 maggio 1617)<br />

Fino a secolo XIII le forze militari sono costituite da squadre leggere <strong>di</strong> fanti, pronti a<br />

colpire e <strong>di</strong>sperdersi, e dalla cavalleria. Nel “Catalogo dei baroni” i cavalieri sono 3.800.<br />

A Somma nel 1164 esistono quattor<strong>di</strong>ci baroni normanni, che godono <strong>di</strong> altrettanti feu<strong>di</strong>,<br />

le cui ren<strong>di</strong>te riescono a spesare un soldato o mezzo soldato. Con l’aggiunta <strong>di</strong><br />

supplementi si raggiunge il numero <strong>di</strong> venticinque militi. 1)<br />

Gli eserciti sono formati anche dai feudatari, ognuno dei quali è tenuto a prestare servizio<br />

personale e a fornire milizie: un milite ogni venti once d’oro <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>ta feudale, numero<br />

che può essere raddoppiato. Ogni milite ha al seguito tre persone, un armigero e due<br />

scu<strong>di</strong>eri, tutti a cavallo. I feudatari con ren<strong>di</strong>ta inferiore a venti once, gli ecclesiastici, le<br />

donne, non sono tenuti a fornire milizie pagano l’”adoha”, una tassa che serve ad<br />

assoldare “stipen<strong>di</strong>arii”, arcieri, balestrieri, lancieri ecc..<br />

Inoltre gli Angioini <strong>di</strong>chiarano “familiares” i nobili che prestano il servizio militare nella<br />

cavalleria ricevendone privilegi. 2)<br />

Anche i castelli e la Corte locale <strong>di</strong> giustizia hanno pochi “milites” che traggono<br />

sostentamento dal feudo o dalle Università.<br />

Nel 1240 sul castello montano un Milite e 10 servienti mostrano i muscoli. Così nel<br />

1269.<br />

Con gli aragonesi l’esercito <strong>di</strong>venta <strong>di</strong> leva. I nobili continuano a pagare l’”adoha”, una<br />

tassa per essere esentati dal servizio militare. Ferrante li esenta dal pagamento <strong>di</strong> questo<br />

“a<strong>di</strong>utorio”, che Fer<strong>di</strong>nando il cattolico ripristinerà nel 1507. E’ da tenere presente che la<br />

tassa d’”adoha” faceva carico al feudo ed alla popolazione che vi era soggetta. Essa<br />

passerà a carico delle Università che subentrano nelle ragioni del feudatario. A Somma<br />

per questo motivo si accenderà un’annosa lite giu<strong>di</strong>ziaria con i duchi Cardona.<br />

L’Università, dopo il riscatto dalla feudalità del 1586, avrà l’obbligo <strong>di</strong> mantenere una<br />

“forza armata” ed i carcerieri del carcere anche per i Casali. 3)<br />

Il Governatore Regio ed il Giu<strong>di</strong>ce Regio nel governare ed amministrare la giustizia, i<br />

signorotti locali o napoletani per far esigere dai propri “Erari” o amministratori i <strong>di</strong>ritti<br />

173


feudali vantati sul feudo o sui feu<strong>di</strong>, <strong>di</strong>spongono <strong>di</strong> una propria autonoma piccola<br />

“forza”.<br />

I duchi <strong>di</strong> Sessa, i Cardona, famiglia feudataria <strong>di</strong> Somma, hanno la loro brava milizia,<br />

come risulta per gli anni 1644 e 1645. Così i marchesi <strong>di</strong> Torrecuso, i Cito, per l’anno<br />

1696. L’”huomo d’armi” Giovanni de Mauro della Compagnia dei Cito è pagato per<br />

metà dall’Università, come risulta dagli atti della Summaria. 4)<br />

Da non trascurare il fatto che anche il Mastro <strong>di</strong> Fiera abbia una sua milizia per<br />

imposizioni estorsive, come attestano i documenti della Collegiata, relativi all’anno 1510,<br />

e dell’Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Napoli, relativi all’anno 1765. 5)<br />

Anche i Commissari, (una sorta <strong>di</strong> ufficiali giu<strong>di</strong>ziari), si fanno assistere da pochi soldati<br />

nelle esecuzioni mobiliari o immobiliari e negli arresti dei morosi. 6)<br />

Tutto il sistema <strong>di</strong> sicurezza pubblica riceve una sistemazione giuri<strong>di</strong>ca nel secolo XVI.<br />

Il viceré d’Alcalà infatti il 24 aprile 1563 istituisce i Battaglioni delle Milizie locali<br />

affidandone la guida “ai nobili delle singole province o zone militari“.<br />

La nuova forza serve ad assicurare la <strong>di</strong>fesa delle coste e del territorio, con la possibilità<br />

nelle emergenze <strong>di</strong> mobilitare il Battaglione in sole 24 ore, essendo i militi già <strong>di</strong>slocati<br />

in zona. Il che produce anche il risparmio della spesa <strong>di</strong> alloggiamento <strong>di</strong> uomini e<br />

cavalli a carico delle Università.<br />

Queste sono chiamate a fare l’arruolamento in rapporto al numero delle famiglie: 5<br />

soldati ogni cento “fuochi”. Nel ‘600 a Somma sarà <strong>di</strong> un soldato ogni cento “fuochi”.<br />

Per una popolazione del Regno <strong>di</strong> 475.717 “fuochi” dell’ultimo censimento i fanti<br />

devono essere 24.000.<br />

Per essere arruolati si deve <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> un red<strong>di</strong>to minimo <strong>di</strong> 100 ducati. In effetti la<br />

<strong>di</strong>fesa è affidata ai possidenti che hanno più interesse a salvaguardare le famiglie ed i<br />

beni – il tutto viene detto amor patrio - e che hanno la <strong>di</strong>sponibilità economica per<br />

l’acquisto delle armi.<br />

I “Magnifici Regimentarij” del tempo comunque non rinunciano a “gabole“ e camarille.<br />

Il Collaterale, che è un tribunale napoletano, infatti viene più volte chiamato a <strong>di</strong>rimere<br />

controversie in materia <strong>di</strong> leva.<br />

Per arruolarsi occorre essere persone onorate ed atte al servizio militare; bisogna avere<br />

un’età tra i 25 ed i 40 anni.<br />

E’ da tenere presente che non esistono ufficiali <strong>di</strong> Stato Civile, ma sono i parroci a<br />

certificare salute e date <strong>di</strong> nascita con ricaduta deleteria su trasparenza ed imparzialità.<br />

I soldati devono essere pronti nell’esercizio del loro dovere a non rispettare parenti ed<br />

amici, né debbono avere interessi personali da <strong>di</strong>fendere, né alcuna passione, (forse<br />

intende ideologia) o o<strong>di</strong>.<br />

Nel Regno sono <strong>di</strong> stanza anche 4.000 fanti spagnoli e 21 compagnie <strong>di</strong> armate e<br />

cavalleggeri.<br />

La riforma viene svilita nella fase operativa.<br />

I sindaci, con<strong>di</strong>zionati dalle relazioni familiari e dai locali giochi <strong>di</strong> potere, non arruolano<br />

persone idonee, “ma i più vili sì men<strong>di</strong>chi et poveri dele Terre” …. ”giocatori et<br />

ladri”….”ignoranti et mal pratichi”.<br />

Le scelte sono con<strong>di</strong>zionate anche dai baroni o signorotti locali , che vedono nella nuova<br />

milizia una minaccia al loro potere assoluto. Infatti solo essi <strong>di</strong>spongono <strong>di</strong> forza<br />

pubblica, ma meglio sarebbe <strong>di</strong>re bravi <strong>di</strong> manzoniana memoria.<br />

174


Neanche gli Spagnoli vedono <strong>di</strong> buon occhio questa milizia “nazionale” e non mercenaria<br />

e giocano ad alimentare soprusi, violenze e confusione. Infatti c’è una prammatica che<br />

vieta <strong>di</strong> portare le armi e contemporaneamente le autorità rilasciano innumerevoli porto<br />

d’arme.<br />

La povertà degli arruolati comporta che le spese degli armamenti e d’alloggio ricadano<br />

ancora una volta sulle Università che subiscono veri e propri salassi dal passaggio <strong>di</strong><br />

questi lazzaroni, molto spesso in combutta coi signorotti, con i fuoriusciti o <strong>di</strong>sertori e<br />

con l’immancabile malavita locale, attestata a Somma già nel ‘600.<br />

Proprio quello che si voleva evitare!<br />

Nel 1575 il car<strong>di</strong>nale <strong>di</strong> Granvelle e nel 1577 il marchese <strong>di</strong> Mon<strong>di</strong>jar, al fine <strong>di</strong> sostenere<br />

la fanteria con reparti <strong>di</strong> cavalleria, operano delle mo<strong>di</strong>fiche al sistema della leva prima<br />

descritta.<br />

Essa quin<strong>di</strong> per superare i <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> una Forza Militare in<strong>di</strong>sciplinata e venale viene<br />

affidata ai Governatori delle Province, che sono dei nobili che si <strong>di</strong>sinteressano del<br />

reclutamento, a meno che non possano trarne qualche profitto.<br />

Infatti tutti quelli che possono permettersi <strong>di</strong> pagare 10 ducati non fanno il militare.<br />

Pertanto i poveri costituiscono il serbatoio <strong>di</strong> carne da macello per le guerre dei ricchi.<br />

I Battaglioni sono comandati da Capitani scelti tra “i principali delle medesime terre<br />

cognosciuti et riveriti”, insomma tra i nobili .<br />

Infatti la sola famiglia Orsini, <strong>di</strong>scendente da quel Raimundo <strong>di</strong> Sarno che fugge da<br />

Lautrec e si stabilisce a Somma, ne fornisce tre: Gio:Leonardo dal 1621 al 1628,<br />

Giuseppe detto “Sparapose” nel 1632, Francesc’Antonio nel 1647. Prima del ‘21 è<br />

Capitano Francesco Guglielmino.<br />

Nella generalità dei casi sono nominati degli stranieri che non hanno legami con le Terre<br />

e con le popolazioni locali.<br />

Ai soldati viene concesso qualche privilegio, come a Somma, ma questo non porta<br />

maggiore onestà, efficienza, <strong>di</strong>sciplina o spirito <strong>di</strong> corpo. 7)<br />

Il 13 ottobre 1600 sono istituiti i Tribunali <strong>di</strong> Campagna che avevano le loro Squadre <strong>di</strong><br />

Campagna, con le quali controllano l’or<strong>di</strong>ne pubblico ed amministrano una giustizia<br />

itinerante.<br />

In questo quadro generale si inserisce l’arruolamento del Battaglione della Nova Militia a<br />

pie<strong>di</strong> e a cavallo del Ripartimento <strong>di</strong> Somma, come risulta da un manoscritto della<br />

biblioteca del podestà Alberto Angrisani, relativo al periodo 1616-1643, gentilmente<br />

concesso dal nipote omonimo.<br />

Questi primi verbali parlamentari dànno conto delle spese <strong>di</strong> armamento del Battaglione e<br />

del frequente alloggiamento e stallaggio delle truppe <strong>di</strong> passaggio dei vari duchi, principi,<br />

che hanno armate proprie.<br />

Il paese deve mantenere a sue spese i suoi soldati e quelli che arrivano<br />

improvvisamente, come se venissero a sbarcare il lunario o ad imporre una tassazione<br />

straor<strong>di</strong>naria <strong>di</strong> mantenimento delle truppe.<br />

Si comprende perché <strong>di</strong>ventino o<strong>di</strong>ose queste contribuzioni impreviste, che sono anche<br />

inasprite dall’elargizione <strong>di</strong> mazzette continue, da estorsioni , stupri e furti, tutti<br />

ampiamente documentati.<br />

Questa pioggia acida cade in un terreno già ampiamente arato dagli interessi pagati sui<br />

mutui che scaturiscono dalla forte esposizione debitoria, nata dal riscatto dalla feudalità<br />

del 1586.<br />

175


Nel 1616 le Compagnie <strong>di</strong> soldati alloggiati a Somma sono tre; nel ’20 due; nel ’21 due,<br />

nel ’26 quattro; nel ’30 sei; nel ’34 una; nel ’35 due; nel ’36 tre; nel ’37 una; nel ’39 due;<br />

nel ’43 una; nel 44 cinque; nel ’45 tre; nel ’47 due; nel ’49 una; nel ’50 tre; nel ’53 tre.<br />

Spesso càpitano in paese anche soldati spagnoli. Non sempre la loro presenza è dettata da<br />

motivi <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne pubblico o <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa.<br />

La spesa <strong>di</strong> alloggio, vitto e regalie va da un minimo <strong>di</strong> due ducati ad un massimo <strong>di</strong> 710.<br />

A volte i soldati ed i loro ufficiali non abbandonano il territorio e le case occupate finché<br />

non hanno riscosso fino all’ultimo “grano” (soldo) dovuto in base agli or<strong>di</strong>ni, o alla<br />

“patente della Regia Scrivania”, come recita il testo.<br />

Questa estorsione legalizzata a carico delle comunità è chiamata dall’Alto Me<strong>di</strong>o Evo<br />

legge del fodro, dal termine longobardo “fodr” che sta per foraggio.<br />

Il pagamento una volta era in natura e risaliva all’”annona militaris” dei Romani che<br />

facevano mantenere le loro truppe dalle popolazioni occupate.<br />

Il numero più alto <strong>di</strong> soldati presenti a Somma è <strong>di</strong> 74, senza contare il Battaglione locale.<br />

I dati del 1647 vanno integrati con quelli delle vicende eccezionali della rivolta <strong>di</strong><br />

Masaniello.<br />

Non ho conteggiato il numero altrettanto alto <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>e che frequentemente<br />

accompagnano i Commissari per le esecuzioni coattive contro i debitori, le cui spese<br />

fanno comunque carico all’Università come quelle <strong>di</strong> armamento del locale Battaglione.<br />

La prima leva nota della “Cometiva della Nova Militia a pie<strong>di</strong> e a cavallo del<br />

Ripartimento <strong>di</strong> Somma” è del 14 maggio 1617.<br />

L’arruolamento tiene conto della spartizione dei poteri tra i tre quartieri sommesi, come<br />

per i maritaggi, per le nomine degli “Officiali <strong>di</strong> Governo”, del Cantore e del Tesoriere<br />

della Collegiata.<br />

Al Casamale spetterebbero 3 cavalieri e mezzo; a Margarita due, almeno nel 1645.<br />

Nel 1653 al Quartiere Murato spettano sette soldati; a Margarita quattro. Ma queste quote<br />

pare siano legate a sostituzioni nella lista, che scaturiscono da eventi evemeristici.<br />

E proprio nelle sostituzioni la regola non vale, come nel 1637.<br />

Il Ripartimento comprende anche i Casali ed i paesi come Pollena con un soldato,<br />

Sant’Anastasia con sei, San Vitagliano con uno, Casafierro con uno, Scisciano con uno,<br />

Pomigliano con due, Marigliano con tre, Palma con tre, Carbonara con uno, Ottajano con<br />

cinque. Questi soldati sono detti “soprasalienti”.<br />

L’Università <strong>di</strong> Somma re<strong>di</strong>ge una lista in un libro in cui sono elencati 45 arruolan<strong>di</strong>,<br />

corrispondenti al numero dei “fuochi”: uno per ogni cento famiglie, come nel 1620<br />

quando la municipalità lamenta l’alto numero <strong>di</strong> militari da mantenere.<br />

Nel 1632 la lista conta 35 soldati; nel 1653 e 1654 ne sono 41.<br />

Per essere arruolati tra i cavalieri occorre avere “facultà ascendente in summa <strong>di</strong> 500<br />

ducati”; per essere fante basta una ren<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> 100 ducati, che è una somma considerevole<br />

se con quattro ducati circa <strong>di</strong> stipen<strong>di</strong>o un impiegato comunale del tempo vive un mese<br />

intero.<br />

Ne sono esentati i minori, gli ultraquarantenni, le persone accasate, gli scartati, le donne<br />

ed i preti.<br />

Queste con<strong>di</strong>zioni sono attestate dai parroci, unici ufficiali <strong>di</strong> Stato Civile dal 1545<br />

(Concilio <strong>di</strong> Trento) al 1809 per Somma.<br />

176


Alle operazioni <strong>di</strong> arruolamento partecipano il Capitano del locale Ripartimento, il<br />

Cancelliere, un servente ed altre <strong>di</strong>eci persone, forse soldati per perseguire i molti<br />

<strong>di</strong>sertori.<br />

La leva sommese può riguardare anche altri Ripartimenti come Nola, Gaeta, Caiazzo. Può<br />

capitare che i soldati sommesi siano chiamati a prestare servizio fuori territorio, come il<br />

2 agosto 1654.<br />

La designazione dalla lista avviene me<strong>di</strong>ante sorteggio da un cappello. Nel 1645 si<br />

procede all’elezione.<br />

I soldati arruolati sono esentati dal pagamento della gabella sulla farina su 15 o 12 tomoli<br />

<strong>di</strong> farina. Infatti la relativa gabella viene affittata prevedendo questa con<strong>di</strong>zione<br />

espressamente.<br />

Il 1 settembre 1624 l’Università stipula una convenzione col Capitano Gio:Leonardo<br />

Orsino, in cui il suddetto privilegio viene riba<strong>di</strong>to ulteriormente.<br />

I soldati ricevono per l’acquisto delle armi 3 ducati. I supplenti 2,5.<br />

Le armi sono archibugi o moschetti, spade e “fiaschi”, picche e “ferchiglie”. Queste<br />

sono “indorate e guarnite con francia <strong>di</strong> velluto verde”.<br />

Dall’assegnazione <strong>di</strong> esse derivano i termini <strong>di</strong> archibugiere, moschettiere, picchiere. Nel<br />

1709 si ritrova anche un .alabar<strong>di</strong>ero.<br />

A fine servizio o con la morte del soldato le armi vanno restituite.<br />

Nel 1639 il Capitano si vede riconosciute le spettanze per l’incarico e per “l’utenzilio”, le<br />

armi.<br />

Nel 1644 il Battaglione <strong>di</strong> Somma è senza armi e l’Università provvede a rifornirlo.<br />

Nel 1654 il Comune spende per un cavallo, una sella e per 33 spade per i fanti e 3 spa<strong>di</strong>ni<br />

per i cavalieri, le picche, i “fiaschi” e le “ferchiglie”, archibugi e moschetti, stivali,<br />

bande e tracolle per 41 soldati 125 ducati.<br />

I soldati <strong>di</strong> Somma del 1617 sono: i caporali Dezio Galano e Bartolomeo Raho ed i<br />

“milites” archibusieri Gio:Giacomo Piacente, Santolo Granato, Anello Camposano,<br />

Gio:Geronimo Lanza, Giuseppe , Giacomo e Felice de Palma, Lonardo de Falca, Anello<br />

Izzolo, Gioanniello e Giulio Nocerino, Gio:Angelo e Angelillo Perillo, Gio:Martino<br />

Romano, Biagio d’Avellino, Marc’Antonio Vallarano, Giovanni Polise, Pirro d’Avino,<br />

Giovannello Sibilia, Marco de Madaro alias Marcullo, Domenico de Madaro; i “milites”<br />

moschettieri Minico de lo Jo<strong>di</strong>ce, Pascale Guerra, Vincenzo Salerno, Santillo Reanda; i<br />

“milites” picchieri Gio:Antonio de Palma, Vincenzo e Salvatore d’Avino, Francesco<br />

Nocerino, Anello Cesarano; ed il “miles“ Gio:Vincenzo de Mauro. 8)<br />

Nel 1663 per l’esercito del re sono “assenta<strong>di</strong>” nella Compagnia degli Archibugieri,<br />

Guar<strong>di</strong>a a cavallo, Gio:Martino Nocerino, Juan de Mauro. Bernar<strong>di</strong>no de Avino è<br />

arruolato nella Compagnia dei balestrieri a cavallo; Antonio Camposano è caporale sotto<br />

il capitano Giovanni Castiglia <strong>di</strong> Somma. 9)<br />

Nel 1700 la Regia Corte locale risulta avere quattro famigli, mentre il Battaglione a pie<strong>di</strong><br />

arruola 25 soldati. 10)<br />

Nel 1703 la Regia Corte arruola ancora quattro soldati. 11)<br />

Nel 1709 i soldati del Battaglione sono 25 e si mettono in <strong>di</strong>scussione le spese fatte per le<br />

armi.<br />

Nel 1710 la spesa per il sostentamento della Squadra <strong>di</strong> Campagna, istituita nel 1600, è a<br />

carico anche dei Casali (pag. 305).<br />

177


Nel 1711 i 4 soldati della Corte prendono 20 carlini al mese; quelli del fisco ne prendono<br />

30.<br />

Nel 1712 si spendono per la Forza Pubblica d. 234.<br />

Nel 1715 il soldato Nicola Masiello prende 20 ducati <strong>di</strong> stipen<strong>di</strong>o. 12)<br />

Nel 1743 i Casali non vogliono partecipare alla spesa per la squadra armata e carceraria.<br />

La R.C. Summaria li condanna a pagare. I 4 soldati della Corte prendono 96 d. (o 26?).<br />

La Squadra <strong>di</strong> Campagna ne prende 192 (pag. 328). Così nel 1750. Stefano Capuano,<br />

Giacomo Iorio, Andrea de Madaro fanno parte del Nuovo Battaglione della Milizia.<br />

Andrea Vallarano è nella Guar<strong>di</strong>a del Corpo.<br />

Nel 1774 il Mastro <strong>di</strong> Fiera ha al seguito un caporale e 12 armigeri (pag. 358).<br />

Nel 1782 i soldati della Corte sono Antonio de Marco, Sabato de Simone, Gennaro Fumo,<br />

Francesco Fusco, Donato d’Alessandro.<br />

La Nuova Milizia Provinciale <strong>di</strong> Somma prende per ogni soldato 12 carlini. Il Comando è<br />

<strong>di</strong>slocato a Palma Campania. Il rifiuto <strong>di</strong> presentarsi alle convocazioni è multato con 200<br />

d.. Il Commissario Generale <strong>di</strong> Campagna ha sede a Sant’Anastasia (pag. 363).<br />

Il reclutamento si fa alla presenza del Governatore e <strong>di</strong> un ufficiale della Milizia tra gli<br />

ultra<strong>di</strong>ciannovenni <strong>di</strong> 55 famiglie. Essi conseguono una patente, portavano una coccarda<br />

e partecipano alle riviste militari <strong>di</strong> Portici.<br />

Nel 1790 la Squadra <strong>di</strong> Campagna passa per Somma, ma vi ha anche una sede (pag.<br />

370/1).<br />

I miliziotti sommesi sono F.co Ro<strong>di</strong>no, alfiere N.la Majone, milite aggiunto V.zo<br />

Rosselli: I soldati della Corte sono tre con i due caporali Angelo Rea e N.la<br />

dell’Annunziata.<br />

Nel 1795 si ha un nuovo reclutamento (pag. 376).<br />

Nel 1798 la Squadra <strong>di</strong> Campagna è composta <strong>di</strong> 4 armigeri. L’Università chiede che<br />

salgano a <strong>di</strong>eci, in più un caporale. La spesa per questa forza pubblica è <strong>di</strong> 19 d. ed è<br />

ripartita dalla Summaria tra il governatore, il Giu<strong>di</strong>ce, il duca <strong>di</strong> Sessa, in quanto<br />

riscuotono i proventi civili e misti e la mastrodattia per <strong>di</strong>ritto feudale (pag. 380).<br />

I birri della Corte prendono 48 d. per 4 mesate; 64 d. vanno alla Squadra <strong>di</strong> Campagna<br />

per 4 mesate. Le truppe impegnate ad arrestare i molti <strong>di</strong>sertori prendono 130 d.. Le<br />

mogli e le madri dei <strong>di</strong>sertori vengono arrestate per farli rientrare. Alla leva presenzia il<br />

conte G.B. Dentice. Sono requisite masserizie, attrezzi e travagliatori, che prendono la<br />

via <strong>di</strong> Capua, Abruzzi e Roma, (A.S.C. Libri dei conti 1799).<br />

La nuova legislazione francese abolisce gli armigeri baronali e quelli dei tribunali<br />

provinciali.<br />

Il 1 marzo 1799 viene istituita la Guar<strong>di</strong>a Nazionale.<br />

Domenico Aliperta è un soldato del Reggimento <strong>di</strong> Somma (pag. 389).<br />

Il 29 maggio si ha la “regalizzazione <strong>di</strong> Somma e luoghi convicini”. Essa costa 542,36 d.,<br />

più 8 d. per curare i feriti. Per le truppe <strong>di</strong> passaggio si spendono 381,88 d. e 176,92 per i<br />

militi della Squadra <strong>di</strong> Campagna. Poi ci sono gli anticipi fatti da osti e tavernari, per<br />

fieno e orzo per i cavalli, vino per gli uomini, piombo e carta per le munizioni. Viene<br />

istituita la tassa <strong>di</strong> sussistenza delle truppe sanfe<strong>di</strong>ste, che costa d. 1.958,87. La gestisce<br />

don Matteo Rispoli, canonico della Collegiata. La riscuote Antonio Majello. I me<strong>di</strong>ci<br />

borbonici sono Giuseppe Suarez e Francesco Sanges.<br />

La Cristiana Armata dei Fucilieri <strong>di</strong> Montagna a Somma è agli or<strong>di</strong>ni dei comandanti<br />

Giovanni Rumolo e Pietro Mascia, dal tenente Giovanni Garofalo, dal I tenente del V<br />

178


Reggimento Cacciatore Luigi Ro<strong>di</strong>no, dal sergente Antonio Auriemmma, dal caporale<br />

Vincenzo Iorio, dall’Aiutante Vincenzo Cerciello. Soldato risulta Vincenzo Fragliasso.<br />

Feriti nell’attacco a Sant’Anastasia sono tra gli altri Antonio Perillo e Michel<strong>angelo</strong><br />

Chiovano. (A.S.C. Libri dei conti 1799).<br />

Nel 1800 Commissario <strong>di</strong> Campagna è Michele de Curtis. Nicola de Falco è<br />

sottocomandante delle reali truppe <strong>di</strong> Somma (pag. 390).<br />

Nel 1802 in paese ci sono 200 soldati: 10 della Squadra <strong>di</strong> Campagna, uno della Regia<br />

Corte; tutti gli altri sono truppe regie e baronali. La rivoluzione napoletana e le sue<br />

riforme sono state affogate nel sangue.<br />

Nel 1803 la Forza Armata è ancora composta <strong>di</strong> 11 soldati (pag. 392) .<br />

Nel 1808 ad occuparsi dell’or<strong>di</strong>ne pubblico sono incaricati il giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Pace ed il Primo<br />

Eletto (pag. 386).<br />

Nel 1809 i soldati da arruolare sono 42 me<strong>di</strong>ante regole fissate in Capitoli municipali<br />

(pag. 397).<br />

Le Forze <strong>di</strong> Polizia sono la Gendarmeria Reale (<strong>di</strong> cui ancora oggi qualcuno ricorda la<br />

vistosa <strong>di</strong>visa e che è entrata in un detto popolare “fai ‘a fine d’’a Guar<strong>di</strong>a Regia”), la<br />

Guar<strong>di</strong>a Civica, la Gendarmeria Ausiliaria, (che ha sostituito gli Armigeri ed ha una sua<br />

sede a Somma – pagg. 398-400).<br />

Nel 1810 Somma <strong>di</strong>viene sede <strong>di</strong> uno dei 4 Ripartimenti <strong>di</strong> Polizia con 9 soldati e<br />

competenza anche sui Casali. Il comandante è un Commissario <strong>di</strong> Polizia. La sede è nel<br />

palazzo Alfano <strong>di</strong> via Casaraia (pag. 400).<br />

Nel 1812 viene emesso dal Comune il Regolamento <strong>di</strong> Polizia Municipale (pag. 402).<br />

Nel 1813 si fa la leva <strong>di</strong> 13 soldati.<br />

Nel marzo del 1815 viene reintrodotta la Guar<strong>di</strong>a Nazionale (pag. 405).<br />

Nel 1817 nel Municipio si inse<strong>di</strong>a il corpo <strong>di</strong> Guar<strong>di</strong>a dei Legionari al comando <strong>di</strong> Felice<br />

Marzano, potente e <strong>di</strong>sinvolto notabile del tempo (pag. 415). Essa è detta nel 1819<br />

Guar<strong>di</strong>a Civica (pag. 418). Dai dati del 1846 si apprende che nella Guar<strong>di</strong>a Urbana non<br />

possono essere arruolati i poveri ed i malati. La leva si fa scegliendo le reclute da un<br />

elenco <strong>di</strong> 160 possidenti, che mal volentieri prestano il servizio militare (pag. 448).<br />

Nel 1820 i 44 militi della Gendarmeria prendono 15 d. ciascuno per aver combattuto a<br />

favore del re nei moti del ‘20. La Compagnia viene aumentata a 120 militi (pag. 421).<br />

Somma rientra nel Dipartimento <strong>di</strong> Polizia <strong>di</strong> Barra.<br />

Nel 1822 la Gendarmeria reale ha sede in 5 stanze del palazzo del marchese <strong>di</strong><br />

Montepagano (pag. 422). Essa va via da Somma nel 1823 (pag. 424).<br />

Nel 1825 si fa la leva con i soliti brogli (pag. 426).<br />

Nel 1827 - il 7 aprile - sono ritirate le Gendarmerie Regie e sono istituite le Guar<strong>di</strong>e<br />

Comunali (pag. 428). A Somma spettano 4 guar<strong>di</strong>e perché capoluogo del Distretto. Se ne<br />

nominano otto più due servienti comunali a 4 d. mensili ciascuno.<br />

Ancora nel 1828 la Gendarmeria Reale ha la sua sede nel Municipio.<br />

In quest’anno i parroci fanno un elenco <strong>di</strong> persone tra i 24 ed i 50 anni per formare il<br />

Corpo <strong>di</strong> Guar<strong>di</strong>a Urbana (pag. 429).<br />

Nel 1829 viene effettuata la leva con noria <strong>di</strong> ricorsi (pag. 431).<br />

Nel 1830 il Comune emana il Regolamento della Guar<strong>di</strong>a Urbana (pag. 434).<br />

Nel 1835 ci sono a Somma i Corpi <strong>di</strong> Guar<strong>di</strong>a Urbana e <strong>di</strong> Gendarmeria Reale (pag. 438).<br />

Nel 1838 si aggiunge il Corpo <strong>di</strong> Guar<strong>di</strong>a Rurale (pag. 441). Così nel 1840.<br />

Nel 1843 vengono nominate otto Guar<strong>di</strong>e Urbane.<br />

179


Nel 1848 oltre alla Guar<strong>di</strong>a Urbana ci sono due guar<strong>di</strong>e rurali, un guar<strong>di</strong>aboschi ed un<br />

guar<strong>di</strong>alagni. Essi partecipano alla metà dei proventi delle multe (pag. 449).<br />

Nel 1848 – il 16 marzo – viene istituita <strong>di</strong> nuovo la Guar<strong>di</strong>a Nazionale, che alloggia nel<br />

palazzo del Principe.<br />

Il capitano è Vincenzo Giova. Altri ufficiali sono Pasquale de Curtis, Giuseppe Pinto,<br />

Raffaele de Falco, Salvatore Casillo, Beniamino la Marca, alfiere Pietro de Felice.<br />

Essa viene abolita nel 1849 e prende in nome <strong>di</strong> Guar<strong>di</strong>a Regionale. Il tenente S. Casillo<br />

durante i moti del ’48 “<strong>di</strong>simpegnò con molta sod<strong>di</strong>sfazione tale carica” (pagg. 410-451-<br />

468).<br />

Negli anni 1856/8 si effettuano le leve annuali, che comportano i soliti ricorsi contro i<br />

soliti brogli.<br />

Nel 1860 i venti “fucili del re” del Posto <strong>di</strong> Guar<strong>di</strong>a Urbana richiedono riparazioni.<br />

L'armiere Luigi Gau<strong>di</strong>oso prende 8,86 ducati per il lavoro.<br />

Si integra il numero delle Guar<strong>di</strong>e Urbane dei quaranta in<strong>di</strong>vidui che mancano alla<br />

completezza dell'elenco <strong>di</strong> 200 nomi.<br />

Intanto Francesco II con Regio Decreto del 5 luglio per far fronte a subbugli e<br />

rivolgimenti istituisce <strong>di</strong> nuovo la Guar<strong>di</strong>a Nazionale. Vi possono far parte possidenti,<br />

impiegati, negozianti e capi d'arte al <strong>di</strong> sopra dei trent'anni, residenti nel Comune. Il<br />

Corpo deve essere <strong>di</strong> 150 militi perché il Comune supera i 5.000 abitanti e deve avere un<br />

Capo Compagnia col grado <strong>di</strong> Capitano, un Capo plotone e un Capo sezione. Essa è <strong>di</strong><br />

assoluta fede borbonica.<br />

Il sindaco Pasquale Castaldo Tuccillo ed il Decurionato formano la lista dei 150 e poi 200<br />

militi coscritti del Corpo della Guar<strong>di</strong>a locale. Il Decurionato fiutando il cambiamento<br />

nomina ufficiali Vincenzo Giova, Luigi Tuorto, Pasquale de Curtis; i Capi Plotone Enrico<br />

Giova (scultore liberale del '48), Salvatore Casillo e Domenico Angrisani; i Capi Sezione<br />

Francesco Di Mauro, Pietro De Felice, Gennaro Angrisani (farmacista liberale del '48 e<br />

progenitore dei futuri progressisti).<br />

All'Intendente però queste nomine non vanno a genio. Egli chiede la riproposizione delle<br />

gerarchie militari me<strong>di</strong>ante le terne, dalle quali scegliere gli ufficiali. Il Decurionato si<br />

adegua, ma sottolinea che quelli precedentemente scelti sono "i più intelligenti" e porta il<br />

numero dei militi a 200, com'è per la Guar<strong>di</strong>a Urbana, (del. n. 192).<br />

In ottobre il numero della lista dei coscritti sale a 400 per le lamentele dei militi<br />

impegnati in guar<strong>di</strong>e settimanali, (del. n. 209).<br />

Si comprano un tamburo e 10 trombe. Facendo economie <strong>di</strong> bilancio si affittano altri due<br />

locali e si prevedono spese per un “chiamatore”, un istruttore, per i mobili, l'olio, il<br />

carbone e la pulizia del Posto <strong>di</strong> Guar<strong>di</strong>a, lasciato dalla Guar<strong>di</strong>a Urbana come un porcile,<br />

(dell. nn. 206-219-222).<br />

Per sei anni comandano a turno la Guar<strong>di</strong>a il possidente Vincenzo Giova, il Cancelliere<br />

Salvatore Casillo ed il me<strong>di</strong>co Domenico Angrisani, senza risparmiarsi reciproche<br />

mal<strong>di</strong>cenze. Anche Michele Pellegrino è il ferreo comandante della G.N. che batterà le<br />

bande armate più o meno filoborboniche dopo l’Unità piemontese. L’Angrisani ed il<br />

Pellegrino gestiscono il delicato passaggio istituzionale anche da sindaci. Il trampolino <strong>di</strong><br />

lancio per il sindacato è l’incarico nella G.N..<br />

(Assunta Indolfi ancora ricorda che il nonno Raffaele Sorrentino, fu capitano della<br />

Guar<strong>di</strong>a per censo. Egli da buon "Corecuntento" - il soprannome <strong>di</strong> famiglia - aveva in<br />

via Casaraia sempre aperta una botte <strong>di</strong> quello buono nel cortile per amici e passanti, -<br />

180


pag. 468).<br />

Il 6 giugno 1861– l’Italia è unificata sotto i Piemontesi – il Municipio nomina il<br />

Consiglio <strong>di</strong>sciplinare della Guar<strong>di</strong>a Nazionale, formato dal capitano Vincenzo Giova,<br />

luogotenente Salvatore Casillo, sergente Gennaro Auriemma, caporale furiere Vincenzo<br />

D’Avino, milite Francesco Sepe.<br />

Il 23 giugno a Somma sei Carabinieri ed un caporale sono alloggiati presso il bettoliere<br />

Alfonso Rajola.<br />

In agosto comanda la Guar<strong>di</strong>a N., i Carabinieri ed i Bersaglieri il capitano Biagio Fusco<br />

contro i briganti del monte Somma. Il 26 dello stesso mese 40 guar<strong>di</strong>e nazionali al<br />

comando <strong>di</strong> Enrico e Carlo Giova e con una Compagnia <strong>di</strong> Bersaglieri scovano il ban<strong>di</strong>to<br />

Vincenzo Terracciano. Il giorno dopo lo fucilano. Tra la fine del 1861 e l’inizio del 1862<br />

il sindaco Michele Pellegrino e Sabato Di Palma con la G.N. arrestano Sabato Mautone,<br />

Francesco Terracciano e Luigi Siraco (Sirico?), Alfonso Aliperta ’o Malacciso, Gennaro<br />

De Falco, Nunzio Notajo, Francesco Nivolo e Francesco Paolucci. L’azione fu portata<br />

avanti anche fuori Somma (a Saviano e a Napoli). Nel 1863 G.N. e Carabinieri, guidati<br />

dal Pellegrino, sorprendono in campagna Giuseppe e Raffaele Maiello. Malgrado questo<br />

intenso impegno della G.N. <strong>di</strong> Somma e del suo sindaco il generale Lamarmora non<br />

ritenne <strong>di</strong> concedere un’onorifecenza ai sommesi. 13)<br />

Il 14 novembre del 1868 il Consiglio comunale emana i Capitoli della polizia urbana e<br />

rurale in 81 articoli.<br />

Si entra in una modernità fatta del sale degli antichi rancori e <strong>di</strong> ancora più antiche fami.<br />

Angelo Di Mauro 1999<br />

1) A. Di Mauro - “I Magnifici” - Ripostes 1998 - pag. 57.<br />

2) Pietro Ebner - “Storia <strong>di</strong> un feudo del Mezzogiorno - La baronia <strong>di</strong> Novi” - Roma 1973 pag.<br />

99.<br />

3) “I Magnifici” - pag. 167/168.<br />

4) ibidem - pagg. 234-236-277-278-279.<br />

5) ibidem - pag. 133-134-351.<br />

6) ibidem - pag. 235.<br />

7) Renata Pilati - “La <strong>di</strong>alettica politica a Napoli durante la visita <strong>di</strong> Lope de Guzmàn ” - in<br />

ASPN vol. 105 del 1987 pagg. 187/191.<br />

8) I manoscritto della biblioteca del podestà Alberto Angrisani pagg. 92-92t-98t e II manoscritto<br />

pagg. 44t-118t-119-125-129-130-139-140-141t-162t-213, gentilmente concessi dall’omonimo<br />

nipote.<br />

9) “I Magnifici” - op. cit. pag. 261.<br />

10) ibidem pag. 279.<br />

11) ibidem pag. 281.<br />

12) ibidem pagg. 303-307-308-311.<br />

13) Carmine Cimmino - I briganti del Vesuvio – Erasmus ed. 1999 – pagg. 65-73-81-90.<br />

181

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