Edizione anno scolastico 2007/2008 - Istituto Comprensivo di Amalfi

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L’evento ha portato in città migliaia di spettatori che hanno tifato e sperato nel successo del galeone ora rimandato al prossimo anno
Ad Amalfi la Regata Storica
in un’edizione speciale
con duchi, fanti e guerrieri
di Alessia Apicella e Martina Florio
Nascosto tra catene
montuose,
sorge un paese
col suo trasparente
mare color
smeraldo: Amalfi.
A guardarlo
dall’alto, ci fa
pensare ad un
imbuto rovesciato
perché è stretto
a monte e si
allarga a valle, fino
ad arrivare a
pochi metri dal
mare. Ricordata
come la più antica
e la più piccola
delle repubbliche
marinare, Amalfi
ogni anno, nel
mese di giugno,
si scontra con le
altre tre repubbliche
marinare: Pisa,
Genova e Venezia.
La gara,
ospitata a turno
dalle quattro città,
si basa sull’abilità
di un timoniere
e sulla
forza atletica di
otto vogatori che
spingono per
duemila metri un
galeone lungo
tredici metri e
pesante otto tonnellate.Purtroppo
Amalfi, da ben
cinque anni, non
riesce a tagliare
per prima il traguardo
e a lasciare
dietro di se le
repubbliche “nemiche”.
E neppure
quest’anno,
solcando il suo
mare, è riuscita a
mettere la sua
polena davanti
alle altre. ma anche
stavolta la
Regata Storica, è
una festa per tutta
la costiera. E
in special modo
per Atrani, dove
alla vigilia sono
stati accolti i rappresentanti
delle
quattro repubbliche
marinare.
Imponente e suggestivo
come
sempre il corteo
storico composto
da centinaia di figuranti
che hanno
sfilato in abiti
medioevali. L’appuntamentoquest’anno
era per
l’8 Giugno, quando
ad Amalfi,
nell’ambito dei
festeggiamenti
per l’ottavo centenario
della traslazione
delle reliquie
di Sant’Andrea,
è stato consentito
lo svolgimento
dela 53a
regata storica. Il
corteo della Regata
ricostruisce
la società amalfitana
degli anni
intorno al Mille,
quelli del massimo
splendore:
ecco, allora,
spuntare le sfolgoranti
fogge
orientali, le sete, i
broccati, i damaschi,
i rasi di Bisanzio
e della costasiropalestinese.
Amalfi fu la
prima città marinara
italiana ad
iniziare proficui
rapporti mercantili
con tutte le
piazze del Mediterraneo.
Le sue
fortune cominciarono
a seguito
della sconfitta
araba nella battaglia
di Cipro.
Amalfi si arricchì
notevolmente,
vendendo stoffe
pregiate, spezie,
pietre preziose,
oggetti di oreficeria
in tutto il Meridione,
a Roma e
finanche a Ravenna
ed a Pavia.
L'esito della Prima
Crociata, la
concorrenza pisano-genovese,
gli
attacchi pisani, la
crisi navale araba
crearono invece
problemi all'economia
amalfitana
che agli inizi del
XIII sec. era ancora
in grado di
accettare la sfida
delle rivali. Purtroppo,
però, la
disastrosa ventennale
Guerra
del Vespro produsse
carestie,
spopolamento,
emigrazione, pestilenze,
blocco
navale, piegando
inesorabilmente
le potenzialità
amalfitane; il colpo
di grazia alla
città fu inferto
dallo sprofondamento
del porto e
della retrostante
area di scalo e di
cantiere a causa
di una frana sottomarina.
Finiva
in tal modo, “negli
abissi del mare”,
agli inizi del
XIV sec., il ruolo
storico di Amalfi.
In alto le immagini
(per
gentile concessione
del fotografo
dell’Ansa,
Pasquale Stanzione),
della regata
storica del
2005 che proprio
ad Amalfi
festeggiò il cinquantesimoanniversario.Quest’anno,l’evento
si sarebbe
dovuto svolgere
a Genova, ma è
stato concesso
ad Amalfi per
inserirlo nei festeggiamenti
dell’ottavo centenario
della
traslazione delle
spoglie di
Sant’Andrea
Apostolo in programma
fino al
30 novembre
prossimo.
Sopra la bambola dell’Unicef che
ad Amalfi è stata realizzata col costume
della ducissa Regale
Per ogni
“Pigotta”
adottata
una vita
salvata
La Pigotta, è la
bambola di pezza
realizzata dall’ Unicef,
per aiutare i
bambini dei paesi
più poveri. Alcune
signore di Amalfi,
si sono offerte generosamente
di
aiutare questi bambini,
cucendo con le
loro mani queste
cosiddette “Pigotte”
che, rappresentano
la sposa di
Amalfi e sono state
messe in vendita in
occasione della Regata
Storica. Gli
abiti delle pigotte
erano uguali all’originale
indossato
dalla sposa ogni anno
nel corteo storico
che precede la
sfida tra le quattro
repubbliche marinare.
Per promuovere
l’originale pigotta,
sabato 7 giugno,
l’Unicef ha allestito
uno stand
sul lungomare dove,
con un piccolo
contributo per
l’adozione della
bambola, è stata
garantita una vaccinazione
ai bambini
dei paesi del sud
del mondo.
Alessia Apicella
Martina Florio
il personaggio
Al timone c’era Peppiniello
Dopo un digiuno
durato sedici anni, il
pluricampione olimpico
Peppiniello Di
Capua è tornato a
guidare il galeone di
Amalfi in una regata
storica tra le quattro
repubbliche marinare.
Ma a nulla sono
serviti la sua grinta e
la sua competenza
per riportare Amalfi
alla vittoria. La notizia
del ritorno di Di
Capua è stata comunque
accolta con
grande soddisfazione
dagli sportivi
amalfitani che hanno
accompagnato
con entusiasmo l'armo
azzurrocrociato
nella 53esima edizione
della regata
storica. La più piccola
delle quattro repubbliche
e il mitico
timoniere stabiese
più volte campione
olimpico nel due
con insieme ai fratelli
Abbagnale, sono
tornati ad incontrarsi
dopo sedici
anni con l’intento di
riportare il galeone
alla vittoria. Un’impresa
che a Peppiniello
non è però
riuscita e al quale
resta il ricordo del
successo proprio
sulle acque amalfitane
quando portò alla
vittoria l’armo azzurro
nel 1981 al termine
di una gara
strepitosa. Fu quella
la vittoria più en-
tusiasmante della
storia del palio remiero.
Ma non fu
quella l’ultima volta
di Peppiniello al timonedell'imbarcazione
azzurra. Il timonierepluricampione
olimpico si accomodò
sul castelletto
di poppa dell’armo
amalfitano
anche nel 1992
quando la più piccola
delle quattro repubbliche
cercò invano
di lasciare a
una delle consorelle
l'ultimo gradino del
podio. Dopo una gara
sofferta e condotta
a ritmo serrato
nel bacino portuale
di Genova, Amalfi
purtroppo dovette
accontentarsi del
quarto posto giungendo
sul traguardo
alle spalle di Venezia,
Pisa e Genova.
Quest’anno, purtroppo
la storia si è
ripetuta. A fine gara
Peppiniello ha ringraziato
i ragazzi
“che mi hanno fatto
vivere emozioni a
cui non ero più abituato
da tempo”.
Alessandro Anastasio
Luca Amatruda