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Moony Witcher - Giunti

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Questo libro è di


Alla magnolia<br />

che profuma le mie notti<br />

Illustrazioni: Mattia Ottolini<br />

Progetto grafico: Simonetta Zuddas<br />

www.giunti.it<br />

© 2012 <strong>Giunti</strong> Editore S.p.A.<br />

Via Bolognese, 165 - 50139 Firenze, Italia<br />

Via Dante, 4 - 20121 Milano, Italia<br />

Prima edizione: ottobre 2012<br />

Ristampa Anno<br />

5 4 3 2 1 0 2015 2014 2013 2012<br />

Stampato presso <strong>Giunti</strong> Industrie Grafiche S.p.A.<br />

Stabilimento di Prato, azienda certificata PEFC


<strong>Moony</strong> <strong>Witcher</strong><br />

Nina e il Numero Aureo


La cosa più lontana dalla nostra esperienza<br />

è ciò che è misterioso.<br />

È l’emozione fondamentale accanto<br />

alla culla della vera arte e della vera scienza.<br />

Chi non lo conosce e non è più in grado<br />

di meravigliarsi, e non prova più stupore,<br />

è come morto, una candela spenta da un soffio.<br />

Albert Einstein


Capitolo primo<br />

“Pulvis Umbrae”<br />

Una fitta pioggia scrosciava dal cielo scuro della notte. Si<br />

udiva soltanto il rumore delle gocce schizzate sugli antichi<br />

palazzi veneziani pregni di angoscianti presagi. Piazza San<br />

Marco, il campanile e le cupole dorate dell’imponente Basilica<br />

erano lucide d’acqua così come i corpi pietrificati dei malefici<br />

nemici dell’Alchimia della Luce, che si ergevano davanti a<br />

Palazzo Ducale. Quattro statue e un vaso marmorizzato se<br />

ne stavano immobili sotto le intemperie di metà settembre:<br />

apparentemente innocue, da oltre due mesi simboleggiavano<br />

la fine della diabolica Magia del Buio.<br />

L’alba era ancora lontana e due figure di oscuri personaggi,<br />

uno alto, snello e di età avanzata, l’altro molto più giovane,<br />

basso e mingherlino, attraversarono la piazza approfittando<br />

del silenzio umido e desertico che abbracciava Venezia. Coperti<br />

da mantelli inzuppati si fermarono a dieci passi dai corpi<br />

di pietra, s’inchinarono in segno di rispetto e poi, alzando le<br />

braccia verso l’alto, pronunciarono al vento due parole insidiose:<br />

“Pulvis Umbrae”<br />

A quel punto mossero le mani in avanti e con rapidi gesti<br />

fecero esplodere nell’aria una sottilissima polvere argentea<br />

che scintillò tra le minuscole gocce di pioggia.<br />

7


8<br />

NINA e il Numero Aureo<br />

I granelli magici volteggiarono fino a raggiungere gli aloni<br />

di luce emanati dai lampioni rosa che illuminavano la piazza.<br />

La polvere si depositò sulle statue del Male penetrando nei<br />

pori della pietra fino a raggiungere i corpi freddi e assopiti da<br />

un sonno eterno, simile alla morte.<br />

Lo straordinario fenomeno avvenne davanti agli occhi gelidi<br />

e inermi della statua più famosa che imperava lassù, sulla<br />

colonna di marmo: il Leone Alato. Il felino, mito e simbolo<br />

di Venezia, protagonista di altre avventure alchemiche, non<br />

aveva più linfa vitale.<br />

La potente magia praticata dai due misteriosi personaggi<br />

aveva beffato in pochi secondi il destino dettato dal Bene.<br />

Un’insana sventura si stava dunque per compiere.<br />

I pensieri dei bambini e la libertà di Xorax, la Sesta Luna,<br />

il pianeta salvato dalla giovane alchimista Nina De Nobili e<br />

dai suoi quattro fedelissimi amici, sarebbero stati minacciati<br />

nuovamente.<br />

In quell’istante, mentre la polvere argentea si scioglieva<br />

con la pioggia sulle odiose statue, dall’altra parte del canale,<br />

nell’Isola della Giudecca, precisamente a Villa Espasia, il sonno<br />

della bambina della Sesta Luna s’interruppe bruscamente.<br />

Un brivido scosse la schiena di Nina che si svegliò di soprassalto.<br />

Spalancò gli occhi azzurri fissando i tendaggi turchesi<br />

del letto a baldacchino illuminato dalla lampada rimasta<br />

accesa sul tavolo della sua cameretta.<br />

Una risata satanica le echeggiò nelle orecchie facendola<br />

fremere come una foglia. Ma non c’era nessuno davanti a lei!<br />

La risata svanì in un attimo, lasciando solo il rumore della<br />

pioggia che picchiava sui vetri della grande finestra bizantina.<br />

Nina alzò il capo dal cuscino mettendosi seduta, scosse la<br />

testa e i lunghi capelli castani le sferzarono il volto assonnato.<br />

Platone, il suo amatissimo gatto rosso, rotolò giù da letto per


CAP. 1 - “Pulvis Umbrae”<br />

lo scossone finendo davanti al muso di Adone che se ne stava<br />

spaparanzato sul morbido tappeto persiano. Il grosso alano<br />

sollevò le palpebre infastidito, sbadigliò emettendo un lieve<br />

guaíto e con la solita aria paziente diede un’occhiata al gatto<br />

grattandosi le orecchie.<br />

«Le tre! Sono le tre di notte!» esclamò Nina guardando<br />

la sveglia che ticchettava sul comodino accanto alla sfera di<br />

cristallo.<br />

Incredula per essersi svegliata in malo modo proprio a<br />

quell’ora, riprese il grosso libro di storia dell’alchimia che<br />

aveva appoggiato tra le lenzuola prima di prender sonno. Subito<br />

notò una cosa inquietante: la voglia di fragola a forma di<br />

stella sul palmo della sua mano destra si era scolorita. Non<br />

era diventata nera, e dunque non c’era alcun pericolo. Però<br />

quella stella rossa, ereditata dall’adorato nonno di origine russa,<br />

professor Misha, e segno di appartenenza alchemica, era<br />

ora rosa pallido.<br />

“Per tutte le cioccolate del mondo! Che succede? Come<br />

mai la mia stella sta cambiando? Forse quella risata satanica<br />

che mi ha svegliato era di…” non terminò il pensiero perché<br />

il cuore incominciò a battere forte dentro il suo petto.<br />

Un nome, uno soltanto le venne da pronunciare sottovoce:<br />

Conte Karkon Ca’ D’Oro.<br />

«Impossibile! Quel verme è pietrificato! Così come Visciolo,<br />

il suo servo gobbo e guercio. No, nessuno di loro può tornare<br />

a infangare il mondo. Neppure i due maledetti bambini<br />

androidi, Alvise e Barbessa hanno più vita, oramai sono statue<br />

innocue. Per non parlare del perfido monaco senza ombra e<br />

senza volto: la Voce della Persuasione che tanto mi ha fatto<br />

dannare nei sogni è rinchiusa in un vaso anch’esso pietrificato<br />

in Piazza San Marco. Ho solo avuto un incubo…sarà colpa<br />

della torta al cioccolato che mi ha preparato Ljuba. Ieri a cena<br />

9


10<br />

NINA e il Numero Aureo<br />

ne ho mangiate ben tre fette!» disse sfregando la stella che<br />

rimaneva rosa pallido.<br />

Eppure il cuore le continuava a tamburellare e il respiro si<br />

faceva sempre più ansioso. Quella risata satanica rappresentava<br />

un segnale da non sottovalutare. Nina scese dal letto e,<br />

accucciandosi sul tappeto accanto ad Adone e Platone, cercò<br />

di calmarsi. Ripensò alle vittorie contro Karkon e al faticoso<br />

ritrovamento dei quattro Arcani. Aveva vissuto tantissime avventure<br />

assieme al suo coraggioso Cesco, che era più di un<br />

amico e per il quale provava un sincero sentimento.<br />

Sorrise accarezzando il pelo fulvo del gatto che già ronfava<br />

a pancia all’aria. Poi, con un gesto istintivo, afferrò il suo inseparabile<br />

Taldom Lux, lo scettro d’oro con la testa del Gughi,<br />

il magico uccello della Sesta Luna. Sentì la forza alchemica<br />

salirle fino alle tempie. Accarezzò gli occhi rosa di Goasil del<br />

Gughi e un tumulto di pensieri le si sprigionarono in testa.<br />

Come in un flash rivide i volti di Fiore, Roxy e Dodo. Amici<br />

veri che avevano rischiato la vita per portare a termine la<br />

difficoltosa conquista della libertà dei pensieri dei bambini.<br />

Xorax era salva anche grazie a loro, che adesso erano a tutti<br />

gli effetti giovani alchimisti.<br />

Eppure la felicità che fino a pochi minuti prima rendeva i<br />

suoi sonni sereni adesso sembrava svanita. Sebbene la stella<br />

non fosse diventata nera, Nina avvertiva il pericolo incombente:<br />

un’insidia stava arrivando, come una falce mortale. La<br />

giovane alchimista fu tentata di correre nella camera dei suoi<br />

genitori per farsi abbracciare, ma rimase accucciata stringendo<br />

il Taldom. Riguardò la mano: la voglia di fragola era<br />

sempre scolorita.<br />

«Non posso temere ciò che non c’è più. Karkon è finito!»<br />

ripeté con convinzione. Ma il dubbio le rodeva l’anima, per<br />

cui si alzò in piedi, prese la sfera di cristallo che era accanto


CAP. 1 - “Pulvis Umbrae”<br />

alla sveglia, la mise nella tasca del pigiama, poi infilando le<br />

ciabattine azzurre uscì dalla camera lasciando cane e gatto,<br />

già addormentati.<br />

Camminò in punta di piedi, non voleva certo svegliare i<br />

suoi genitori e neppure Ljuba, detta Meringa per via delle sue<br />

forme abbondanti. La buona tata russa infatti ronfava beata<br />

al piano di sotto.<br />

«Dolce Meringa, non è stata la tua torta a farmi venire gli<br />

incubi. E scoprirò la verità» sussurrò scendendo la grande<br />

scala a chiocciola di marmo blu che portava al lussuoso atrio<br />

di Villa Espasia. Il maestoso lampadario era ovviamente spento<br />

e l’ampio ingresso era illuminato soltanto da un grande<br />

candelabro d’argento che brillava su un antico mobile indiano.<br />

Al suo passaggio le candele si mossero come in una danza<br />

e la sua ombra si stagliò morbidamente sulla porta semichiusa<br />

della Sala del Doge. Con una lieve spinta Nina fu dentro<br />

e accese la lampada verde sulla scrivania. Si guardò intorno<br />

respirando l’odore antico dei libri che riempivano le pareti<br />

fino al soffitto affrescato. Con decisione si diresse verso l’ingresso<br />

del laboratorio alchemico, incastrò la sfera di cristallo<br />

dentro la piccola conca sopra la porta ed entrò senza indugi.<br />

Il profumo speziato delle sostanze alchemiche l’accolse<br />

come in un abbraccio mentre il fuoco del caminetto scoppiettava<br />

allegro e nel pentolone bolliva, come sempre, la polvere<br />

di zaffiro e oro. L’orologio con quattro quadranti segnava le<br />

3, 15 minuti e 8 secondi del 16 settembre.<br />

Nina spostò una bacinella colma di Crocotio Particularis,<br />

una speciale miscellanea di piume di pappagallo e calce, mettendola<br />

accanto alla Piramide Dragon: «Devo assolutamente<br />

ricordarmi di dire a Cesco di portarla via, oramai il Crocotio<br />

Particularis è pronto e gli servirà per restaurare i mattoni<br />

sgretolati di Palazzo Ca’ D’Oro» disse spazientita.<br />

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12<br />

NINA e il Numero Aureo<br />

Poi girò lo sguardo, non vedeva l’ora di interpellare il Systema<br />

Magicum Universi, il grosso libro magico appoggiato<br />

sul lungo tavolo degli esperimenti.<br />

Con ansia sollevò la pesante copertina dorata e immerse<br />

la mano con la stella sul foglio liquido:<br />

«Libro, ho avuto un incubo e la mia stella è diventata rosa.<br />

Sento un pericolo ma non capisco cosa sta succedendo. Mi<br />

aiuti?».<br />

Il Systema Magicum Universi rispose scricchiolando, le<br />

parole apparvero luminose e galleggianti sulla pagina fatta<br />

d’acqua alchemica.<br />

Grande è la preoccupazione,<br />

non sarà facile la soluzione.<br />

Con calma devi agire<br />

per poter intervenire.<br />

L’aiuto ti darò<br />

ma di futuro non parlerò.<br />

Rosa la stella è diventata<br />

per un’oscura magia non ancora svelata<br />

I quattro Arcani funzionano perfettamente<br />

però il Male è tornato improvvisamente.<br />

Il Libro si chiuse esalando una piccola nuvola bianca.<br />

Nina rimase immobile. Sentì il sangue gelare.<br />

«Allora è vero! Il Male è tornato! Ma come è successo? Chi<br />

può minacciare l’Alchimia della Luce se Karkon è pietrificato<br />

da più di due mesi?» sbottò girandosi verso gli scaffali colmi<br />

di ampolle e alambicchi. Riprese tra le mani il Taccuino Nero<br />

del nonno per riguardare gli appunti e le formule che conosceva<br />

già a memoria. Sebbene il Systema Magicum Universi le


CAP. 1 - “Pulvis Umbrae”<br />

avesse detto che gli Arcani erano intatti, le venne da piangere<br />

al solo pensiero che l’Atanor (il fuoco eterno), l’Hauà (l’aria),<br />

l’Humus (la terra) e la Shandà (l’acqua) fossero stati rubati<br />

di nuovo da qualche maledetto alchimista del Buio spuntato<br />

da chissà dove.<br />

«No… non posso neppure immaginare che le rondini non<br />

portino più su Xorax i pensieri dei bambini della Terra! Sarebbe<br />

una tragedia! Una vera apocalisse!» disse stringendo i denti.<br />

Il crepitio del fuoco attirò la sua attenzione, le fiamme del<br />

caminetto aumentarono di colpo e dal pentolone schizzò fuori<br />

una lettera incandescente. Il foglio, annerito e contornato da<br />

faville, rimase sospeso davanti al naso della ragazzina.<br />

Poche righe scritte in rosso solcarono il foglio rovente:<br />

Xorax - Mirabilis Fantasio<br />

Sala Azzurra dei Gran Consulti<br />

Moja Ninotchka,<br />

ti scrivo con urgenza per comunicarti<br />

che l’esimio Filo Morgante e la saggia Jolia<br />

arriveranno a Villa Espasia in serata.<br />

Accoglili con onore.<br />

Saprai presto il perché della loro presenza.<br />

Non posso dirti null’altro.<br />

È in corso un importante consiglio nella Sala dei<br />

Gran Consulti e la riunione durerà a lungo.<br />

Un grave allarme preoccupa Eterea e tutti noi.<br />

Non temere nulla. Ti voglio bene e qualsiasi cosa<br />

succeda io sarò sempre accanto a te.<br />

1004104<br />

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14<br />

NINA e il Numero Aureo<br />

Il foglio svanì in un’unica fiammata violacea.<br />

Era la prima volta che il professor Michajl Mesinskij spediva<br />

una lettera in quel modo e Nina ne rimase sorpresa. Sapere<br />

che tutti i maghi e gli alchimisti della Sesta Luna erano riuniti<br />

nel Mirabilis Fantasio la turbò ancor di più.<br />

Si sedette sullo sgabello accanto al tavolo e ripeté un paio<br />

di volte i nomi scritti dal nonno: «Filo Morgante e Jolia. Li ho<br />

già sentiti nominare ma non ricordo chi sono e cosa hanno<br />

fatto! Ma soprattutto sono curiosa di sapere perché vengono<br />

qui da me».<br />

Assorta nei suoi pensieri riguardò la stella, che era ancora<br />

rosa.<br />

“Se Eterea, la Grande Madre Alchimista, è preoccupata<br />

significa che la situazione è grave. Gravissima!” pensò sfiorando<br />

il Taldom Lux.<br />

«Xorax mi manca. Ho nostalgia della bellezza di quel pianeta<br />

così bello, ricco di armonia e pace. Mi mancano i suoi<br />

magici animali: il Gughi, lo Sbacchio, Ondula, Tintinno e Quaschio.<br />

Ci andrò molto presto. Lo sento. Lo so!» mormorò spalancando<br />

gli occhi che brillarono come le stelle dell’Universo<br />

Alchemico.<br />

Per un attimo fu tentata di aprire la botola e scendere giù,<br />

nel segretissimo laboratorio sotto la laguna: l’Acqueo Profundis<br />

era un luogo magico dove sentirsi sicuri, il posto da<br />

cui partire e volare sulla Sesta Luna. Ma non era il momento<br />

giusto per affrontare quel viaggio visto che il nonno, Eterea<br />

e tutti gli altri maghi erano riuniti nel Mirabilis Fantasio. Corrugò<br />

la fronte immaginando che nell’Acqueo Profundis Max<br />

10-p1 e Andora stavano dormendo beati: ignoravano che ben<br />

presto sarebbero stati coinvolti in una nuova sfida contro il<br />

Male. Il simpatico robot dalle orecchie a campana, avuto in<br />

eredità da nonno Misha, e la calva androide, clone di zia An-


CAP. 1 - “Pulvis Umbrae”<br />

dora, si sarebbero spaventati a morte vedendola arrivare nel<br />

cuore della notte.<br />

Nina avrebbe dovuto informarli di ciò che stava succedendo,<br />

però decise di lasciarli in pace, almeno per un po’. Di loro<br />

si fidava ciecamente, sebbene l’androide Andora fosse stata<br />

per un lungo periodo una feroce alleata di Karkon.<br />

«Max mi aiuterà, ne sono certa, e Andora lo stesso. Sono<br />

innamoratissimi e lei non potrà certo diventare nuovamente<br />

mia nemica. No, no… non voglio pensare che Karkon ritorni a<br />

comandare sul Male e riporti l’odio che è stato cancellato con<br />

tanta fatica. È impossibile!» esclamò alzando la voce.<br />

La rabbia e la paura la agitarono a tal punto che le gote le<br />

diventarono rosse come il fuoco. Fece per rialzarsi dallo sgabello<br />

quando, con la coda dell’occhio, vide muoversi qualcosa<br />

in fondo al tavolo degli esperimenti.<br />

«In piena notte vieni qui, e mi svegli facendo un gran fracasso!»<br />

borbottò Sallia Nana sgranchendosi le quattro fragili<br />

zampette. La ciotola, miracolosamente sopravvissuta alle mille<br />

peripezie del Quarto Arcano, si avvicinò a Nina attendendo<br />

una risposta. D’altra parte le faceva piacere parlare con qualcuno<br />

perché i suoi amici, gli oggetti parlanti Vintabro Verde,<br />

Quandomio Flurissante e Tarto Giallo, erano stati distrutti<br />

durante le avventure vissute ad Atlantide.<br />

«Sallia, mi spiace averti svegliato. Ma sta accadendo qualcosa<br />

di grave e io non so ancora come devo agire» rispose<br />

Nina accarezzando la ciotola.<br />

«Siamo in pericolo? Allora non c’è tempo da perdere, bisogna<br />

scappare… scappare…» urlò Sallia, già spaventata al<br />

solo pensiero di dover affrontare nuovi guai.<br />

Nina sospirò guardando le pareti del laboratorio coperte<br />

da disegni, numeri e scritte che il nonno Michajl Mesinskij le<br />

aveva lasciato. Rilesse per l’ennesima volta le parole che da<br />

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16<br />

NINA e il Numero Aureo<br />

sempre guidavano le sue azioni alchemiche: “Il tempo serve<br />

ma non esiste”.<br />

«Mia cara ciotola, non si può fermare la vita che scorre.<br />

Se il Male è tornato lo affronterò. Anzi, lo affronteremo tutti<br />

insieme. Il tempo non conta. Non c’è. Esiste solo il sempre<br />

che s’intreccia di Bene e Male. Capisci?» la bambina della<br />

Sesta Luna guardò Sallia con tenerezza.<br />

«Non capisco nulla di quello che dici. Ma mi fido… so che<br />

non vorresti mai farmi correre dei rischi inutili» rispose la<br />

ciotola dondolando sulle zampette.<br />

L’orologio segnava oramai le 4, 55 minuti e 3 secondi.<br />

Nina sbadigliò vistosamente: «Con l’ansia che ho non riuscirei<br />

proprio a dormire, vado a prepararmi qualcosa di caldo.<br />

Torno subito» salutò la ciotola parlante.<br />

Appena fu uscita dal laboratorio, si accorse che a destra,<br />

nel primo scaffale della libreria della Sala del Doge, una luce<br />

bluastra avvolgeva un piccolo libro dalla copertina azzurra. Si<br />

avvicinò e lo prese. Il libro continuò a brillare come se fosse<br />

fatto di luce. Girò la copertina e vide che era… vuoto! Non c’erano<br />

pagine: sembrava una scatola senza fondo. Solo il bagliore<br />

azzurro che emanava la copertina continuò ad illuminare i<br />

suoi grandi occhi mentre un sottile filo di fumo si levava verso<br />

il soffitto. Una voce profonda e calma si sparse nella stanza:<br />

«Quieta il tuo cuore. Stiamo per giungere. Noi siamo ‘umbrae’<br />

e saremo al tuo fianco per portar aiuto e sapienza. Sappiamo<br />

che hai amici coraggiosi, giovani alchimisti dall’animo puro.<br />

Insieme, con la luce che illumina il Bene, sfideremo chi vuol<br />

cancellar l’armonia e la pace«.


CAP. 1 - “Pulvis Umbrae”<br />

Nina rimase con il libro lucente in mano e con il naso<br />

all’insù cercò di capire se nella stanza ci fosse davvero qualcuno<br />

o se la voce fosse un effetto magico. Era una voce antica,<br />

che parlava in modo elegante e con un tono assai desueto.<br />

Quando sentì un particolare calore alle sue mani, Nina<br />

riguardò il libro e vide che lentamente si stava trasformando:<br />

immerso nel fumo e in una luce azzurrina divenne uno stelo<br />

d’oro lungo circa venti centimetri, con alla base due riccioli<br />

d’argento. Nina, incredula, se lo ritrovò tra le mani, mentre<br />

un scintillio di brillantini blu si spargeva per tutta la Sala del<br />

Doge, prima di lasciarla nuovamente nella penombra. La luce<br />

della sola lampada verde della scrivania rischiarò le altissime<br />

librerie e gli occhi stupefatti della bambina della Sesta Luna.<br />

«Chi sono le Umbrae? E cos’è questo oggetto?» sbiascicò<br />

sconvolta.<br />

Girò e rigirò tra le mani lo stelo d’oro con i riccioli senza capire<br />

a cosa servisse. Si sentiva spaesata: in poco più di un’ora<br />

erano accaduti troppi eventi misteriosi. Tenace, orgogliosa e<br />

con la rabbia che le rodeva l’anima, decise di cercare il libro<br />

che potesse spiegarle il significato di quella strana parola,<br />

“umbrae”. Magari avrebbe trovato anche un disegno che le<br />

chiarisse l’uso dell’oggetto misterioso.<br />

«Ci vorrebbe Fiore, lei sa sempre trovare la giusta soluzione.<br />

Mi sa che ‘umbrae’ è latino… e io non lo conosco molto<br />

bene. Ma lo stelo con i riccioli proprio non so a cosa serva…»<br />

mormorò confusa.<br />

Guardò con voracità le migliaia di volumi che riempivano<br />

le pareti e ricordò che nel secondo scaffale il nonno teneva<br />

alcuni dizionari. E infatti… ecco quello di latino; sfogliandolo<br />

potè finalmente capire:<br />

«Fantasmi!» esclamò spaventata. «‘Umbrae’ significa proprio<br />

fantasmi! Ma allora…»<br />

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18<br />

NINA e il Numero Aureo<br />

Nina ripose il dizionario e rimase immobile: la voce proveniente<br />

dal libro azzurro annunciava l’arrivo di due spettri!<br />

«Il nonno mi ha detto che Jolia e Filo Morgante arrivano<br />

stasera e dunque… saranno loro i due fantasmi?» si chiese<br />

perplessa.<br />

Seduta accanto alla scrivania, rimase a fissare l’oggetto<br />

sconosciuto.<br />

«Certo! Nel libro degli Alchidisegni che mi diede quel traditore<br />

di José troverò la soluzione» esclamò ripensando all’insegnante<br />

spagnolo, che aveva preferito la magia oscura di<br />

Karkon alla saggezza dell’Alchimia della Luce. «La tua morte<br />

mi ha lacerato il cuore. Mi spiace averti perso… potevi essere<br />

ancora accanto a me» mormorò ripensando all’atroce fine di<br />

José. La rabbia però prese il sopravvento.<br />

Nina non poteva pensare al passato. Ora voleva assolutamente<br />

capire cosa stava accadendo e soprattutto a cosa<br />

servisse quell’oggetto con i riccioli d’argento. «Sì, sì, nel libro<br />

degli Alchidisegni troverò la risposta alla mia domanda»<br />

ripeté convinta.<br />

La felice intuizione non bastò a rasserenarla: il palmo della<br />

mano destra era sempre rosa, la stella sbiadita annunciava<br />

davvero un cambio del destino. L’Alchimia della Luce era di<br />

nuovo in pericolo e mai come in quel momento sentì di onorare<br />

il Giuramento imposto da Eterea. Si ricordava molto bene il<br />

punto 9: ‘Lottare sempre contro il male e l’Alchimia del Buio’.<br />

“Gli alchimisti di Xorax sono tutti buoni e saggi. Filo Morgante<br />

e Jolia vengono per aiutarmi. Il fatto che siano fantasmi<br />

non significa che sono cattivi e certo il nonno non mi manderebbe<br />

mai esseri malvagi!” pensò, mentre le si socchiudevano<br />

gli occhi per la stanchezza.<br />

Cercava con tutte le forze di ricordare chi fossero quei due<br />

nomi, ma l’unica cosa che le venne in mente fu l’Alma Magna,


CAP. 1 - “Pulvis Umbrae”<br />

la voluminosa enciclopedia di Xorax, dove erano citati tutti gli<br />

alchimisti che nei secoli avevano portato il Bene sulla Terra.<br />

«Sì, adesso rammento» sussurrò alzandosi in piedi e impugnando<br />

il Taldom. «Nell’Alma Magna sono citate anche le vite<br />

e le avventure di Filo Morgante e Jolia. Ne sono sicurissima!<br />

Però esiste solo una copia dell’enciclopedia e si trova nel Mirabilis<br />

Fantasio, dove io non posso entrare! Solo gli alchimisti<br />

che hanno abbandonato la vita qui su la Terra hanno accesso<br />

a quel meraviglioso palazzo di luce!»<br />

Disorientata, ma con il coraggio che le esplodeva nel cuore,<br />

la bambina della Sesta Luna non aveva intenzione di arrendersi<br />

alla minaccia del Male e capì che bisognava aspettare<br />

l’arrivo dei due fantasmi per sapere cosa stava davvero<br />

accadendo. La risata satanica che l’aveva svegliata e la lettera<br />

del nonno dovevano pur avere una spiegazione! Era pronta a<br />

entrare nel laboratorio per prendere il libro degli Alchidisegni<br />

e cercare l’uso dello stelo con i riccioli d’argento, quando si<br />

accorse che qualcuno aveva acceso la luce del grande lampadario<br />

dell’ingresso. Mise nella tasca dei pantaloni lo strano<br />

oggetto, controllò di avere anche la sfera di cristallo e tenne<br />

in mano solo il Taldom. Uscì dalla Sala del Doge e vide Ljuba<br />

con i bigodini in testa, avvolta nella sua vestaglia giallina.<br />

«Moja djevocka, mia cara ragazza, che fai alzata a quest’ora?<br />

Sono appena le sei del mattino!» esordì la dolce Meringa<br />

sbadigliando.<br />

Nina sorrise e per non turbarla disse: «Ho voglia di un<br />

latte caldo».<br />

La tata russa scosse la testa facendo dondolare i bigodini:<br />

«Te lo preparo subito. D’altra parte ho un bel da fare in cucina<br />

oggi, ci sono una ventina di pentole in rame da lucidare, per<br />

questo mi sono svegliata all’alba. Ricordi vero che giorno è<br />

oggi?» e così dicendo se ne andò ciabattando verso i fornelli.<br />

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20<br />

NINA e il Numero Aureo<br />

«Oggi? È il 16 settembre… e allora?» domandò curiosa.<br />

«È l’anniversario di matrimonio dei tuoi genitori. Vera e<br />

Giacomo si sono sposati 13 anni fa! E io voglio preparare un<br />

pranzo con i fiocchi!» la voce squillante di Meringa echeggiò<br />

per tutta la casa.<br />

«Per tutte le cioccolate del mondo! Anniversario? Non me<br />

lo ricordavo affatto!» Nina fu presa alla sprovvista.<br />

Dalla scala a chiocciola scesero abbaiando e miagolando<br />

Adone e Platone, già pronti per una succulenta colazione. Il<br />

baccano provocato dai due animali svegliò anche i genitori<br />

di Nina, che uscirono dalla camera da letto e si affacciarono<br />

sulla scala. «Che succede?» chiese Giacomo stropicciandosi<br />

gli occhi.<br />

«Nulla babbo, io e Ljuba andiamo in cucina. Abbiamo molto<br />

da fare e voi sapete benissimo perché… Tornate a dormire»<br />

rispose sorridendo la ragazzina.<br />

«Mia cara, ma ti sei alzata per questo?» chiese Vera, intenerita<br />

dal comportamento della figlia.<br />

«Certo! È il vostro anniversario di matrimonio! Ve lo siete<br />

dimenticati?» ripeté Nina che non voleva deludere i suoi<br />

genitori.<br />

Giacomo e Vera si abbracciarono emozionati: «Abbiamo<br />

proprio una cucciola affettuosa».<br />

Lo squillo del campanello rimbombò d’improvviso.<br />

«Chi sarà a quest’ora?» Nina corse ad aprire. Pensò potessero<br />

essere Morgante e Jolia, anche se il nonno aveva scritto<br />

che sarebbero arrivati in serata. Infatti era il postino, anche<br />

lui assonnato: «Telegramma urgente Per i signori Vera e Giacomo<br />

De Nobili».<br />

Nina vide dal timbro che arrivava dalla Spagna, precisamente<br />

da Madrid:<br />

«È per voi, sicuramente è di zia Andora e zia Carmen»


CAP. 1 - “Pulvis Umbrae”<br />

gridò ai genitori, che scesero le scale in fretta, temendo brutte<br />

notizie.<br />

«Lo leggo io?» si offrì la bambina della Sesta Luna, che<br />

fremeva per conoscere il contenuto di quel telegramma mattutino.<br />

«No, meglio di no. Ci penso io» rispose Giacomo prendendoglielo<br />

dalle mani.<br />

Il volto di Vera si fece scuro, ma quando vide gli occhi di<br />

Giacomo illuminarsi di una luce gioiosa si quietò.<br />

«Crociera!» esclamò il padre di Nina.<br />

«Ma cosa dici?» disse allibita la moglie.<br />

Giacomo mostrò il telegramma:<br />

Due biglietti per fantastica<br />

crociera all’Agenzia di viaggi<br />

“Marco Polo” di Venezia. STOP!<br />

Festeggiate anniversario. STOP!<br />

Un mese di vacanza meritato. STOP!<br />

Buon anniversario. STOP!<br />

Zia Carmen e zia Andora<br />

21


22<br />

NINA e il Numero Aureo<br />

«Che magnifico regalo!» esultò Nina.<br />

Vera rimase a bocca aperta: «Una crociera tutta per noi?<br />

Ma… è pazzesco!».<br />

«Sì, è la prima volta che ci possiamo concedere un viaggio<br />

così lungo. Un mese di vacanza!» aggiunse Giacomo con<br />

euforia.<br />

Ma Vera guardò subito Nina: «No… no… un mese lontani<br />

da te! Ti avevamo promesso che non saremmo più andati via<br />

lasciandoti sola. Siamo stati a Mosca per troppo tempo e…».<br />

La ragazzina abbassò lo sguardo: «Quando eravate a Mosca,<br />

a lavorare al Ferk, sapevo che mi eravate vicini lo stesso.<br />

Io sono felice per voi. Vi meritate un periodo di relax. Non<br />

potete certo rinunciare ad un’occasione del genere! E poi è<br />

brutto se rifiutate il regalo delle zie. Vi pare?».<br />

Giacomo s’incupì: «Ma non è giusto lasciarti qui, anche se<br />

non dovrebbero più esserci pericoli. Vero?».<br />

Nina si morse le labbra: non poteva svelare i suoi timori.<br />

Raccontare che aveva sentito una risata satanica e che le<br />

aveva ricordato il maledetto Karkon significava far rimanere<br />

a casa i suoi genitori e mandare all’aria la bella crociera.<br />

«Sì… sì, sono tranquillissima. Adesso è tutto calmo. Con<br />

i miei amici dobbiamo portare a termine un sacco di lavori:<br />

Palazzo Ca’ D’Oro, la sistemazione dell’Isola Clemente… Credetemi,<br />

potete partire senza angosciarvi. Io starò benissimo<br />

con Ljuba» rispose abbracciando la mamma.<br />

Vera si accorse che dalla tasca del pigiama della figlia<br />

spuntava un ricciolo d’argento: «Cos’è?» chiese sospettosa.<br />

Nina si tese come una corda di violino e, mostrando il<br />

Taldom, rispose con fermezza: «Che domande fai, mamma!<br />

Sai bene che uso oggetti particolari. E non posso svelare<br />

nulla… Lo sapete tutti e due. Anche voi avete dei segreti:<br />

le ricerche sulla vita extraterrestre che facevate al Ferk, per


CAP. 1 - “Pulvis Umbrae”<br />

esempio. Vi prego, non chiedetemi niente, abbiate fiducia<br />

in me».<br />

Giacomo diventò serissimo e, accarezzando i capelli della<br />

figlia, disse: «Certo, capiamo. Così come tuo nonno manteneva<br />

i suoi misteri, tu fai lo stesso. Ma sei ancora una bambina.<br />

Hai appena 11 anni e…».<br />

Nina indietreggiò: «Non fatemi questo. Vi prego. Non posso<br />

davvero parlare di certe cose. È per il bene di tutti. Non<br />

angustiatevi. Sono serena» e spingendo dentro la tasca il ricciolo<br />

d’argento se ne andò in cucina da Ljuba.<br />

I genitori si guardarono preoccupati: partire significava<br />

lasciare Nina in balia di chissà quali eventi.<br />

«Caro, dobbiamo rinunciare alla vacanza. Telefonerò alle<br />

zie e le ringrazierò spiegando i motivi del nostro rifiuto» Vera<br />

parlò con tristezza.<br />

Giacomo si chiuse la cintura della vestaglia e prendendo<br />

le mani della moglie scosse la testa: «Hai ragione, anche se<br />

dobbiamo renderci conto che nostra figlia è come tuo padre.<br />

Per la tutta la vita ci troveremo davanti a scelte difficili. O<br />

vuoi forse impedire a Nina di proseguire nel suo cammino?».<br />

Gli occhi di Vera si riempirono di lacrime: «Sì, sì, capisco.<br />

Però non riesco a lasciarla sola ancora una volta. Lo è stata<br />

per tanti anni e ora che siamo finalmente riuniti voglio vederla<br />

ogni minuto e starle vicino».<br />

«Nostra figlia è più forte di quanto pensiamo. E lo ha dimostrato<br />

tantissime volte» cercò di persuaderla Giacomo, con<br />

un bacio. Insieme andarono a sedersi nelle comode poltrone<br />

della Sala degli Aranci, la preferita della principessa spagnola<br />

Espasia, compianta sorella di Carmen e Andora nonché nonna<br />

adorata di Nina.<br />

Un leggero profumo di violetta emanato da tessuti e arazzi<br />

accolse il loro ingresso. Vera guardò il quadro che ritraeva<br />

23


24<br />

NINA e il Numero Aureo<br />

sua madre: «Era bellissima e Nina le assomiglia molto. Ha<br />

ereditato il suo fascino spagnolo e la saggezza russa di mio<br />

padre Misha. È giusto che segua il destino e spero che abbia<br />

una vita luminosa» disse asciugandosi le lacrime.<br />

Ljuba arrivò con un vassoio colmo di biscotti e caffè: «Colazione<br />

pronta per gli sposi in festa!».<br />

Dietro di lei Nina portava una grande torta di crema e mele:<br />

«Iniziamo la mattinata con dolcezza. Voglio vedervi felici.<br />

È il vostro anniversario!».<br />

Vera e Giacomo si quietarono nel vederla così allegra e cacciarono<br />

i mille dubbi che agitavano i loro cuori. Nina recitava<br />

benissimo la parte della ragazzina spensierata, ma dentro di<br />

lei si muovevano venti e fulmini.<br />

Presto sarebbe tornata nel suo laboratorio alchemico per<br />

scoprire la natura di quell’oggetto con i riccioli d’argento. Se<br />

da un lato era dispiaciuta per la partenza dei suoi genitori,<br />

dall’altro nulla le avrebbe impedito di colpire ancora il Male<br />

che si stava svelando in tutto il suo mistero.<br />

Alle 8 in punto i genitori erano già pronti per andare all’Agenzia<br />

di viaggio “Marco Polo” e ritirare i biglietti. Prima di<br />

uscire, Vera volle telefonare alle zie a Madrid, le quali, nonostante<br />

l’insistenza, non svelarono la meta della crociera.<br />

«È una sorpresa! Visiterete posti incantevoli» cinguettò<br />

Carmen con la sua solita allegria.<br />

Anche Andora non spiegò alcun dettaglio della vacanza,<br />

ma chiese di parlare con Nina.<br />

«Mia muñeca, non combinare guai e stai attenta. E magari<br />

io e Carmen potremmo decidere di farti un’improvvisata!<br />

Così in assenza dei tuoi genitori ti consoleresti almeno con<br />

i nostri manicaretti spagnoli» disse la zia, che tanto aveva<br />

sofferto a causa di Karkon e della sua copia, il clone Andora.


CAP. 1 - “Pulvis Umbrae”<br />

Quella storia era oramai sepolta e nella memoria della zia<br />

c’era spazio solo a nuovi ricordi.<br />

«Non farò nulla di male. E smettetela di preoccuparvi per<br />

me. Sto bene e non sarò sola. C’è Ljuba e i miei amici sapranno<br />

coccolarmi. Capito?» rispose Nina in tono scherzoso, ma<br />

con risolutezza.<br />

I genitori, terminata la telefonata, uscirono dicendo che<br />

sarebbero rientrati entro mezzogiorno.<br />

Nina si vestì in un baleno, infilò una t-shirt arancione e la<br />

sua salopette preferita dalle mille tasche. Seguita da Adone e<br />

Platone, schizzò nel laboratorio lasciando Meringa indaffarata<br />

tra piatti e pentole.<br />

Appena fu davanti al tavolo degli esperimenti appoggiò lo<br />

stelo d’oro con i riccioli d’argento e, preso dagli scaffali il libro<br />

Alchidisegni, lo sfogliò con calma.<br />

Sallia Nana zampettò verso di lei: «Allora, che fai? Cos’é<br />

questo oggetto?» chiese sempre più curiosa.<br />

«Ancora non lo so. Ora stai buona, devo concentrarmi»<br />

rispose chinando la testa sul libro. «Dunque, a pagina 20 c’è<br />

la figura di un bastone con teste di drago, invece a pagina 50<br />

ci sono una sfilza di formule con piccoli disegni di ciondoli e<br />

anelli, ma… ecco, a pagina 123 c’è un disegno che assomiglia<br />

molto a questo oggetto» borbottò concentrata.<br />

La figura era tracciata a china color seppia e di fianco una<br />

sola parola era scritta con l’alfabeto della Sesta Luna:<br />

Nina riguardò l’oggetto e il disegno mentre Sallia Nana si<br />

avvicinava zampettando: «Cosa stai guardando?» chiese la<br />

ciotola.<br />

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26<br />

NINA e il Numero Aureo<br />

Nina le diede una carezza, non rispose e decise di interpellare<br />

il Systema Magicum Universi.<br />

Pose la mano con la stella sul foglio liquido e fece la sua<br />

domanda: «Libro, cosa significa Clavis Musivum?».<br />

Un piccolo fulmine scaturì dalla pagina acquosa colpendo<br />

il soffitto e rimbalzando sull’orologio che segnava le 8, 10<br />

minuti e 6 secondi. Il Libro diede la sua secca risposta:<br />

È nel lontano passato<br />

il suo significato.<br />

Solo Eterea può spiegare<br />

il segreto da svelare.<br />

Ma una cosa ti consiglio:<br />

immergi l’oggetto nel Bomiglio.<br />

«Bomiglio? E cos’è?» chiese sorpresa.<br />

Il Systema Magicum Universi subito intervenne:<br />

Un tubo troverai tra le ampolle<br />

di vetro, leggero e molle.<br />

Quello è il Bomiglio,<br />

di color vermiglio.<br />

Maneggialo con cura<br />

altrimenti la magia non dura<br />

Versa otto gocce di Spatrachina<br />

e due granelli di Ropina.<br />

A quel punto immergi l’oggetto<br />

e solo allora sarà perfetto.<br />

Eterea poi ti dirà<br />

tutta la sacra verità.


CAP. 1 - “Pulvis Umbrae”<br />

Il Libro si chiuse e Nina rimase a rimirare l’oggetto, provando<br />

a immaginare a cosa servisse e come mai fosse così<br />

misterioso il suo uso.<br />

Sallia Nana indietreggiò per paura che fosse pericoloso e,<br />

intimorita, rimase accanto a una candela spenta. La bambina<br />

della Sesta Luna guardò le mensole e, tra alambicchi e ampolle,<br />

effettivamente trovò un tubicino di vetro rosso vermiglio<br />

con una sola estremità aperta: era il Bomiglio. Appena lo afferrò<br />

si rese conto che era molle, si storceva e si piegava solo<br />

sfiorandolo. In qualche modo riuscì a tenerlo diritto e con<br />

destrezza prese la bottiglietta di Spatrachina, un liquido verdastro<br />

composto da rame sciolto e saliva di rospo. Ne versò subito<br />

otto gocce e il tubo diventò più solido e il vetro vermiglio<br />

apparve rigido. A quel punto aprì la scatola ovale contenente<br />

i granelli gialli di Ropina, un vero concentrato di zolfo.<br />

«Ne metto solo due» disse con estrema attenzione.<br />

I granelli si sciolsero come zucchero e il liquido diventò di<br />

un colore tra il rosso e l’arancio.<br />

Nina afferrò lo stelo e lo immerse nel tubo di vetro colmo<br />

di Spatrachina e Ropina.<br />

“Ecco fatto! Ora la Clavis Musivum è dentro il Bomiglio!”<br />

pensò soddisfatta.<br />

Ma l’oggetto non subì nessun cambiamento, tant’è che Nina<br />

pensò di aver sbagliato le dosi della formula. Eppure aveva<br />

seguito alla perfezione le indicazioni del Libro!<br />

Il trillo del cellulare la distrasse.<br />

«Pronto, Nina, sei sveglia?» la voce squillante di Cesco<br />

quasi l’assordò.<br />

«Sono sveglia dalle 3! È successo qualcosa di grave. Avvisa<br />

anche Fiore, Dodo e Roxy. Venite da me, sono nel laboratorio<br />

alchemico» rispose serissima e chiuse la comunicazione senza<br />

lasciare il tempo a Cesco di dire altro.<br />

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28<br />

NINA e il Numero Aureo<br />

Si sedette sullo sgabello fissando lo strano oggetto che<br />

luccicava nella sostanza rossastra. Ricordò la risata satanica<br />

e la minaccia che annunciava l’onda nera del Male. Si mordicchiò<br />

le labbra: “Karkon non può tornare! Eterea mi spiegherà<br />

cosa sta accadendo”.<br />

Sallia Nana si fece risentire: «Non essere triste. Ora arriveranno<br />

i tuoi amici e vedrai che tutto si sistemerà. Mi prometti<br />

una cosa?».<br />

«Dimmi» Nina allungò la mano destra e accarezzò la piccola<br />

ciotola affettuosa.<br />

«Giura che mi proteggerai sempre» disse Sallia Nana dondolando<br />

sulle zampette.<br />

«Certo. Sempre. Come potrei stare senza di te?» la confortò<br />

la bambina della Sesta Luna accennando un sorriso.<br />

La ciotola si diede una scossa come per farsi coraggio:<br />

«Sai… quell’oggetto strano che hai messo dentro il tubo di<br />

vetro non l’ho mai visto prima, però il suo nome, Clavis Musivum,<br />

mi dice qualcosa…».<br />

Nina alzò la testa sbigottita: «In che senso? E da chi l’hai<br />

sentito?».<br />

«Non vorrei sbagliare ma una volta ho sentito il grande<br />

serpente parlare proprio di Clavis Musivum con il Conte Karkon<br />

Ca’ D’Oro».<br />

Nina era sconvolta:<br />

«Vuoi dire che Loris Sibilo Loredan, il precedente sindaco<br />

di Venezia, quel farabutto che si trasformava in Serpente Piumato<br />

conosceva questo oggetto?» domandò avvicinandosi alla<br />

ciotola, che timidamente dondolò ancora una volta.<br />

«Sì… eravamo nell’Isola Clemente, nella casa di onice nera,<br />

e Sibilo Loredan parlava con il Conte, ma non ricordo<br />

altro» la vocina di Sallia si fece sottile.<br />

Nina si alzò dallo sgabello, il solo pensiero del defunto


CAP. 1 - “Pulvis Umbrae”<br />

e malefico ex sindaco di Venezia, il Serpente Piumato amico<br />

indefesso di Karkon, la fece rabbrividire. Se la ciotola<br />

diceva la verità allora lo stelo d’oro aveva a che fare con il<br />

Conte! Eppure negli Appunti di Karkon Ca’ D’Oro non ce<br />

n’era traccia, nemmeno il nome! Improvvisamente sentì<br />

bussare alla porta. In fretta incastrò la sfera nella conca<br />

e aprì.<br />

«Che c’è di tanto urgente?» Cesco entrò spavaldamente<br />

seguito da Roxy, Fiore e Dodo. I ragazzini avevano i vestiti<br />

bagnati dalla pioggia che scendeva ancora copiosa.<br />

Nina aprì la mano destra e la mostrò: «È rosa, vedete?<br />

La mia stella è rosa e non rossa! Anche se non è diventata<br />

nera vuole dire che sta accadendo qualcosa di gravissimo. Il<br />

Male è tornato tra noi. Credetemi!» spiegò con voce spezzata<br />

dall’emozione.<br />

Tutti la guardavano allibiti, ma nessuno ebbe il coraggio<br />

di parlare.<br />

«Se vi dicessi che la Sesta Luna è nuovamente in pericolo<br />

come reagireste?» continuò guardando dritto negli occhi<br />

Cesco.<br />

«Ancora?» esclamarono increduli in coro gli altri, appoggiati<br />

al tavolo degli esperimenti.<br />

Fiore mise l’ombrello a cuori rossi accanto alla piramide<br />

Dragon e attese di sapere la verità, mentre Dodo stringeva il<br />

suo Taldom pregando che non accadesse nulla, Roxy masticava<br />

un chewing-gum nervosamente e Cesco si lamentava del<br />

temporale, asciugandosi gli occhiali con un lembo della felpa.<br />

Nina tirò un sospiro e raccontò cosa era successo durante<br />

la notte e della sua paura che Karkon fosse in qualche modo<br />

ancora vivo e attivo.<br />

«Karkon! Il Conte è tornato?» gridarono allarmati i quattro<br />

giovani alchimisti.<br />

29


30<br />

NINA e il Numero Aureo<br />

«Non ne sono sicura, ma lasciate che vi spieghi» continuò<br />

Nina accarezzando Platone. Al gatto si arricciarono i baffi al<br />

solo sentire il nome del mago del Male!<br />

Quando la bambina della Sesta Luna annunciò l’arrivo di<br />

Filo Morgante e Jolia, Fiore strabuzzò gli occhi: «Due fantasmi<br />

alchimisti? E vengono da Xorax?».<br />

«Esatto, ed è un fatto straordinario perché nessuno degli<br />

alchimisti della Sesta Luna può più tornare sulla Terra.<br />

Quando muoiono gridano la Frase Finale, diventano di luce<br />

e si trasferiscono su Xorax. Per sempre» Nina era davvero<br />

preoccupata.<br />

«Non sapevo che potessero diventare fantasmi!» aggiunse<br />

Roxy, con una strana espressione sul volto.<br />

«Già, nemmeno io. Mio nonno non ha spiegato molto nella<br />

lettera. Sta di fatto che verranno qui» sottolineò Nina.<br />

«E che vengono a fare?» esclamò Cesco.<br />

«Spero che ci aiuteranno. Ma di loro so ben poco. Inoltre<br />

dobbiamo scoprire a cosa serve questo!» Nina mostrò lo stelo<br />

nel tubo di vetro colmo di liquido aranciato.<br />

«Si chiama Clavis Musivum. L’ho immerso nel Bomiglio<br />

e…» Nina fu interrotta bruscamente da Roxy, che si tolse<br />

l’impermeabile e mise le mani ai fianchi.<br />

«Nessun problema. Scopriremo a cosa serve e risolveremo<br />

tutto come sempre. Ora anche noi abbiamo il Taldom Lux.<br />

Siamo alchimisti e non ci fa paura affrontare nuovamente<br />

l’oscura Alchimia del Buio» precisò l’amica.<br />

Spavalda, coraggiosa e peperina, l’amica dai riccioli biondi<br />

sembrava non aver alcun timore.<br />

Chi invece iniziò a tremare fu Dodo: «Ve…ve…veramente<br />

io ho pa..pa…pa..ura anche se ho il Tal..dom» farfugliò finendo<br />

a pochi centimetri dal pentolone che bolliva.<br />

«Non fare il fifone! I fantasmi ci fanno un baffo!» esclamò


CAP. 1 - “Pulvis Umbrae”<br />

Cesco, che voleva fare il super coraggioso anche se in fondo<br />

aveva anche lui un po’ di paura.<br />

«Clavis Musivum…» ripeté Fiore facendosi pensierosa<br />

«ma… significa Chiave del Mosaico. È latino!».<br />

«Ecco, brava! Così come è latino ‘umbrae’! Fantasmi! Era<br />

scritto nel biglietto fuoriuscito dal libro di luce azzurra» esordì<br />

Nina.<br />

Cesco si grattò in testa: «Dunque, facciamo un po’ d’ordine:<br />

tu sei stata svegliata da una risata satanica che ti ricorda<br />

quella di Karkon» cominciò indicando Nina. «Poi hai ricevuto<br />

la lettera del professor Misha, il messaggio dei due alchimisti<br />

fantasmi, e infine è spuntata la Chiave del Mosaico. Non ci<br />

capisco nulla… bisogna contattare subito Eterea. È impossibile<br />

che Karkon e i suoi seguaci siano ancora in grado di<br />

nuocere!».<br />

«Impossibile!» ripeterono tutti e cinque.<br />

Dal fondo del tavolo si levò una vocina: «No… non è impossibile.<br />

Anche il Systema Magicum Universi ha detto che il<br />

Male è tornato» precisò la timida Sallia Nana. Platone miagolò<br />

rizzando il pelo e Adone ringhiò come se avesse visto il diavolo!<br />

Solo la Grande Madre Alchimista avrebbe potuto sciogliere<br />

ogni nodo e ogni dubbio. Nina concordava con Cesco, ma<br />

per poter chiamare Eterea era necessario che l’importante<br />

riunione in corso al Mirabilis Fantasio terminasse.<br />

«Sallia Nana dice di aver già sentito parlare di quest’oggetto.<br />

E indovinate da chi?» Nina storse la bocca in una smorfia<br />

di disgusto.<br />

«Karkon?» provò Cesco.<br />

«Sì. Da Karkon e LSL! Capite? Insomma, qui le cose non<br />

quadrano. Loris Sibilo Loredan è morto sepolto, il Conte e i<br />

suoi adepti sono pietrificati, eppure sembra che l’Alchimia<br />

del Buio sia tornata a torturarci!» la bambina della Sesta Luna<br />

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32<br />

NINA e il Numero Aureo<br />

picchiò un pugno sul tavolo degli esperimenti facendo traballare<br />

la povera ciotola parlante.<br />

Dodo alzò timidamente il Taldom: «Scu..scusate ma perché<br />

non an..an..andiamo a vedere le sta..sta..tue dei nostri nemici?<br />

Solo così ca…ca…capi…remo se Karkon è vi..vi..vivo».<br />

«Bravo Dodo! Hai ragione!» Cesco gli diede una pacca sulla<br />

spalla complimentandosi.<br />

Nina si girò verso il Libro parlante: «Prima devo scoprire<br />

a cosa serve la Chiave del Mosaico. Potrebbe esserci utile».<br />

Roxy si rimise l’impermeabile: «Allora tu resta qui nel laboratorio,<br />

mentre io e Fiore andiamo in piazza San Marco a<br />

verificare le condizioni delle statue».<br />

«E noi?» chiesero Cesco e Dodo.<br />

«Credo sia opportuno che andiate a Palazzo Ca’ D’Oro. Se<br />

davvero Karkon, Visciolo, Alvise e Barbessa e la perfida Voce<br />

della Persuasione sono riusciti a liberarsi, forse sono tornati<br />

nel loro rifugio. E dato che state restaurando il palazzo potete<br />

aver maggior occhio per notare se è cambiato qualcosa<br />

da ieri».<br />

Nina annuì e indicò la bacinella colma di Crocotio Particularis<br />

perché i due ragazzi la portassero a palazzo: serviva ad<br />

aggiustare i mattoni sgretolati. Cesco e Dodo la coprirono con<br />

del nylon cercando di non rovesciare la preziosa sostanza alchemica.<br />

Roxy aveva avuto un’ottima idea e tutti erano pronti<br />

ad affrontare qualsiasi evenienza malefica: «State attenti.<br />

Usate il Taldom in caso di necessità. Non possiamo allarmare<br />

i veneziani con magie e lotte alchemiche. La prudenza è importante»<br />

raccomandò Nina seria.<br />

I quattro amici fecero per uscire. Solo Cesco si rivolse verso<br />

Nina, che stava per interpellare il Systema Magicum Universi:<br />

«Ce la faremo anche questa volta» le disse. «Non voglio che tu<br />

corra dei rischi» e terminò lanciandole uno sguardo dolcissimo.


CAP. 1 - “Pulvis Umbrae”<br />

La bambina della Sesta Luna si girò di spalle e sul suo volto<br />

apparve un rossore: «Anch’io ci tengo a te. Lo sai».<br />

Cesco le accarezzò i capelli: «Ti voglio bene, io ti…» non<br />

riuscì a dire altro, tossì e, tenendo la bacinella di Crocotio<br />

Particularis, se ne andò con il cuore che batteva come un<br />

tamburo.<br />

La pioggia cadeva copiosa e i quattro giovani alchimisti<br />

attraversarono il parco di Villa Espasia tra raffiche di vento<br />

e polvere. Uscirono dal cancello, salirono sul piccolo ponte<br />

in ferro che attraversava il canale e raggiunsero Calle della<br />

Croce. Passarono accanto alla fontanella che spuzzava acqua<br />

a scatti. Nessuno di loro si preoccupò per la presenza di due<br />

figure intabarrate, impettite sotto una tettoia, al riparo dalla<br />

pioggia. Una alta e l’altra più bassa, i loro volti erano celati<br />

dai cappucci attaccati ai mantelli inzuppati che li avvolgevano<br />

sino ai piedi. Cesco e Roxy diedero un’occhiata veloce, ma<br />

non si soffermarono a guardare quei due sconosciuti. Troppe<br />

ansie si agitavano nella loro mente: l’idea che il Conte Karkon<br />

fosse tornato offuscava ogni altro pensiero.<br />

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