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Il costo della rinite allergica e dell'asma - Stallergenes

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Che cosa hanno in comune le chiocciole e gli acari?<br />

C'è chi, mangiando le chiocciole, va incontro ad un attacco d' asma o addirittura di anafilassi: di solito si<br />

tratta di pazienti allergici agli acari. Martin e Coll. hanno voluto determinare la reattività crociata degli<br />

allergeni <strong>della</strong> chiocciola, Helix aspersa, (Hel a2), Theba pisana (The p) e Otala lactea (Ota l) con l'acaro<br />

Dermatophagoides pteronyssinus (Der p 6). Hanno scoperto che due allergeni<br />

maggiori, Hel a2 e Der p6, sono fortemente inibiti dai loro estratti omologhi,<br />

mentre negli studi su modello animale è stata evidenziata ben poca reattività<br />

crociata. Le persone che sono allergiche alle chiocciole sono di<br />

solito degli allergici agli acari in via di evoluzione. Ma c'è qualche raro<br />

paziente che ha sensibilizzazione indotta dal solo uso alimentare di<br />

chiocciole. Su soltanto due dei 60 atopici studiati furono evidenziate<br />

IgE specifiche per Hel a2 senza IgE per Der p6.<br />

Martins L et al. Int Arch Allergy Immunol 2005; 136 (1): 7-15.<br />

Idee emergenti:<br />

due allergeni in uno<br />

Kussebi e coll. hanno approfittato del fatto che<br />

quando gli anticorpi IgE riconoscono la<br />

conformazione tridimensionale degli allergeni,<br />

le cellule T riconoscono le sequenze aminoacidiche<br />

lineari. Su questa base, hanno preso<br />

i due allergeni maggiori del veleno d'ape e li<br />

hanno combinati in modo che le sequenze<br />

lineari rimanessero intatte, ma la loro conformazione<br />

fisica divenisse irriconoscibile dalle<br />

IgE specifiche. Con i procedimenti dell'ingegneria<br />

genetica, i due allergeni Api m 1 e Api<br />

m 2 furono sintetizzati in un singolo peptide.<br />

Pre-trattando il topo con l’ibrido Api m (1/2) si<br />

è visto che veniva soppresso lo sviluppo dell'immunoglobulina<br />

E specifica come risposta<br />

all'esposizione all'allergene nativo. Si è pure<br />

dimostrato che la proteina di fusione induce la<br />

proliferazione delle cellule T nonché le risposte<br />

citochiniche sia dello spettro Th1 che Th2.<br />

Peraltro, risultò abolita la reattività IgE e significativamente<br />

ridotte risultarono sia la degranulazione<br />

dei basofili che la risposta cutanea<br />

di tipo pronto. Gli autori hanno concluso che<br />

la loro nuova proteina di fusione by-passa il<br />

legame delle IgE, prevenendo il tipico legame<br />

crociato delle IgE con i recettori FcεRI dei<br />

mastociti o dei basofili e così inibendo preventivamente<br />

la produzione delle IgE da parte<br />

delle cellule B.<br />

Kussebi F. et al. J Allergy Clin Immunol 2005; 115 (2): 323-9.<br />

Gli acari domestici dei Tropici hanno<br />

allergeni ad alto peso molecolare<br />

Nei tropici, come anche nei climi più freschi, Dermatophagoides<br />

pteronyssinus costituisce una comune causa di <strong>rinite</strong><br />

<strong>allergica</strong> perenne e di asma. Ma un altro acaro, Blomia<br />

tropicalis, rappresenta un problema importante per gli<br />

allergici respiratori che abitano nei tropici. Ciò è stato<br />

dimostrato da Pereira e Coll. che hanno elucidato le risposte<br />

anticorpali degli atopici ad entrambe queste specie<br />

in Brasile. In un gruppo di<br />

110 pazienti allergici e 33<br />

controlli i test cutanei hanno<br />

dimostrato che il 56% evidenziavano<br />

una risposta<br />

positiva a B. tropicalis, il 51%<br />

reagivano sia a B. tropicalis<br />

che a D. pteronyssinus; il<br />

6% erano sensibili soltato a<br />

B. tropicalis. Nei pazienti<br />

sensibilizzati essi trovarono livelli alti di IgE, IgG 1 e IgG 4 che<br />

erano specifici per B. tropicalis. In Brasile, una larga percentuale<br />

di allergici è sensibile a B. tropicalis ed essi sono<br />

più spesso reattivi ai peptidi ad alto peso molecolare di<br />

B. tropicalis che ai peptidi a basso peso molecolare più<br />

comunemente usati nel testing. Gli autori propongono che<br />

questi peptidi ad alto peso molecolare siano candidati ad<br />

una ricerca più approfondita.<br />

Pereira E et al. Allergy 2005; 60 (3): 401-6.<br />

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