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TESS<strong>IN</strong>.eng.all.qxd:V6 1/10/08 16:24 Page 70 VERTICAL IMPRESE 70 Super Cirill, il favoloso mondo di Amelia Arriviamo in un’altra valle per salire un’altra via. Un’altra sfida. La Val Bavona è meravigliosa, un museo a cielo aperto abitato solo nella bella stagione. I suoi piccoli villaggi, costruiti con il granito di queste montagne, sono circondati da pascoli curati fin dalla notte dei tempi. Le greggi di pecore pascolano, i turisti visitano. Il genere di luogo dove non sorprenderebbe sentire l’odore un po’ vec<strong>ch</strong>iotto della naftalina, l’odore delle cose <strong>ch</strong>e si vogliono conservare. Amelia, del villaggio di Sonlerto, ci invita a bere un thé. Ottantacinque primavere si sono impresse, una per una, sulle sue guance. Le sue mani sono lavorate come il letto del torrente. La memoria invece è intatta. Amelia ci racconta le storie della sua infanzia, quando le mac<strong>ch</strong>ine facevano ancora parte dell’immaginario e la sola «mac<strong>ch</strong>ina» era l’uomo. «Era dura. Avevamo po<strong>ch</strong>issimo denaro e i divertimenti non esistevano». Dopo un breve silenzio, fa un gran sospiro e ci guarda con oc<strong>ch</strong>i piccoli e brillanti: «Si, eravamo poveri, ma eravamo soprattutto felici». Ricorda ancora quello <strong>ch</strong>e le diceva suo nonno: «Quando le strade diventeranno sempre più grandi e i giovani avranno preso il potere, venite a raccontarmi come va il mondo. Il progresso può essere ingannevole!» La lasciamo e riprendiamo la nostra «mac<strong>ch</strong>ina di spostamento». Po<strong>ch</strong>i <strong>ch</strong>ilometri e siamo già arrivati. 200 metri appena separano la strada dalla parete. Ah, se il nonno ci vedesse… I primi tiri sono difficili. Le dita fanno male e stentano a scaldarsi. Arrivato al quarto tiro, esito un attimo di fronte alle due possibilità <strong>ch</strong>e si presentano. A destra, alcuni movimenti di blocco molto delicati; a sinistra, un diedro geometricamente perfetto con, al fondo, una fessura disegnata con il filo a piombo. Una piccola traversata facile al quinto tiro e poi superiamo il sesto con due belle fessure parallele. Gli apritori le avevano subito individuate ed hanno poi tracciato la via in funzione di questo tiro. Il muro davanti a me è estremamente compatto. Soltanto le due fessure incidono il granito grigio dall’alto in basso. Abbozzo alcuni movimenti traumatizzanti da uno spit all’altro. È dura, veramente, e la soluzione mi appare davvero lontana. Ripenso a Amelia ed al nostro discorso sul progresso. Lo spit a cui sono ora appeso fa certamente parte di ciò <strong>ch</strong>e <strong>ch</strong>iamiamo progresso. È vero <strong>ch</strong>e mi aiuta, ma il fascino <strong>ch</strong>e provo per questa fessura è lo stesso e la mia realtà di arrampicatore sarà sempre il metro quadrato di roccia <strong>ch</strong>e ho davanti e le mie dita gelate nella fessura. Ritorniamo a maggio, il clima è più favorevole. Approfittiamo del risveglio piuttosto brutale e molto mattiniero inflittoci da un autoctono imbufalito dalla nostra presenza per sloggiare, come ci ha <strong>ch</strong>iesto, dal sentiero delle sue pecore. Ripieghiamo i sac<strong>ch</strong>i a pelo e ci allontaniamo. In definitiva, questo risveglio ad un’ora così poco civile ci permetterà almeno di arrampicare al sole… I primi tiri sono superati rapidamente. Rieccoci dunque davanti alle due rotaie parallele del sesto tiro! Per un po’ ognuno di noi prova i passaggi. Si dice <strong>ch</strong>e quando si capiscono le cose, tutto diventa più facile. Nelle fessure bisogna trovare la giusta distanza per gli incastri. A volte succede di voler procedere troppo in fretta. Il lancio praticamente non esiste, bisogna provilegiare la progressione statica. Grazie a queste astuzie, la soluzione è finalmente a portata di mano e il resto è soltanto esecuzione. Penso <strong>ch</strong>e Francesco Pellanda ed io siamo gli autori della prima ascensione in libera di questa via. Dico «penso», per<strong>ch</strong>è corre voce <strong>ch</strong>e un camionista, di cui si sa poco, avrebbe fatto la via a vista… Da parte mia, andrò in riva al torrente a raccogliere dei fiori per Amelia e le <strong>ch</strong>iederò se lei ha visto qualcosa. ? A destra: Francesco Pellanda sulla sesta lunghezza (8a/8a+) di Super Cirill. Une linea pura su un granito perfetto. Super Cirill Sonlerto, Val Bavona, Ticino, Svizzera. 9 tiri, 230 m, 8a (7a obbl.) Apritori: Claudio Cameroni, Paola Cameroni Moretti, Marco Ferrari, dall’alto, 1985. Prima ascensione in libera: Francesco Pellanda e Giovanni Quirici, 2006. Caratteristi<strong>ch</strong>e: scalata prevalentemente fisica, gli incastri di dita del sesto tiro sono molto duri. Attrezzatura: molto buona.