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Copertina, indice, prefazione - E-Noos.It

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Prefazione<br />

In gran parte delle culture e in tutte le epoche storiche il cibo ha sempre rappresentato<br />

per l’umanità non solo una necessità, ma anche un piacere. Si<br />

mangia per soddisfare i bisogni energetici dell’organismo, ma si può avere<br />

fame anche quando tali bisogni sono stati adeguatamente soddisfatti o, al<br />

contrario, pur essendo sazi, si mangia qualcos’altro perché è molto appetibile<br />

o perché ci consente di alleviare stati d’animo negativi come disforia,<br />

senso di noia, tristezza, rabbia, o sensazioni aspecifiche di tensione. In ogni<br />

caso, l’ingestione di calorie in misura superiore al fabbisogno quotidiano<br />

determina inevitabilmente aumento di peso che, quando raggiunge determinati<br />

valori, sfocia nell’obesità.<br />

Il disturbo da binge eating (BED) è un disturbo del comportamento alimentare,<br />

che si trova quasi sempre associato ad una condizione di obesità. Esso è<br />

caratterizzato da episodi o più spesso da giornate ricorrenti di alimentazione<br />

incontrollata, con ingestione di grandi quantità di cibo anche senza sentirsi<br />

affamati e con sensazione di perdita del controllo nel mangiare (sensazione di<br />

non riuscire a fermarsi oppure a controllare che cosa e quanto si sta mangiando).<br />

La persona non mette in atto sistematicamente comportamenti di compenso,<br />

come vomito auto-indotto, abuso di lassativi o digiuni. Il suddetto pattern<br />

di alimentazione determina un aumento del peso corporeo, non raramente con<br />

“weight cycling”, cioè con oscillazioni del peso maggiori di 10 Kg.<br />

Il BED sembra essere una diagnosi alquanto instabile nel tempo e, nonostante<br />

le evidenti somiglianze con la bulimia nervosa, sembra essere anche<br />

un’entità distinta dagli altri disturbi alimentari e dall’obesità così come<br />

dalla condizione di normalità. Numerosi studi, infatti, hanno confermato la<br />

validità del costrutto diagnostico. Data la sua recente caratterizzazione diagnostica,<br />

non sorprende che, differentemente dagli altri disturbi del comportamento<br />

alimentare, la sua eziopatogenesi sia ancora poco conosciuta.<br />

Ciononostante, sembra che fattori biologici predisponenti interagiscano con<br />

variabili personologiche ed ambientali nel determinismo di questa sindrome.<br />

Negli ultimi anni, numerosi modelli psicologici hanno studiato i vari fattori<br />

che favoriscono l’insorgenza e il mantenimento dei fenomeni di perdita di<br />

controllo sul cibo. In particolare, è stata sottolineata l’importanza del rapporto<br />

esistente tra restrizione alimentare e abbuffate alimentari, così come la<br />

rilevanza del rapporto tra assunzione di cibo e stati emotivi. Questi studi<br />

sono di notevole rilevanza ai fini del trattamento delle persone affette da<br />

BED. La presenza del BED, infatti, si associa ad una maggiore probabilità<br />

di insuccesso della terapia dietetica classica dell’obesità ed in particolare<br />

dei regimi marcatamente ipocalorici. Queste persone difficilmente riescono a<br />

rispettare il regime ipocalorico programmato e passano, senza soluzione di<br />

continuità, ad un’alimentazione incontrollata e caotica, nell’impossibilità di<br />

mantenere una via di mezzo tra i due estremi (stile cognitivo “tutto o<br />

nulla”). Le persone con BED tendono quindi a progredire nell’aumento di<br />

peso e si ritrovano non raramente tra i grandi obesi<br />

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