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Presentazione di PowerPoint - Aephymed

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L’oggetto <strong>di</strong> questo Corso è lo stu<strong>di</strong>o<br />

della Me<strong>di</strong>cina Fisiologica e della<br />

Me<strong>di</strong>cina Estetica.<br />

Queste due branche sono collegate tra<br />

loro sulla base dell’evoluzione <strong>di</strong> un<br />

<strong>di</strong>scorso scientifico comune.<br />

1


Inizia a parlare <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Estetica nel 1973 J.J.<br />

Legrand, invitando l’operatività dei colleghi me<strong>di</strong>ci<br />

a curare non solo il risultato ma anche l’estetica<br />

del risultato.<br />

2


Nel tempo la Me<strong>di</strong>cina Estetica si avvicina sempre<br />

più alla prevenzione. Questo perché, il trattamento<br />

<strong>di</strong> un’obesità senza rieducazione alimentare, il<br />

trattamento <strong>di</strong> una panniculopatia senza attivazione<br />

motoria degli arti inferiori o la correzione delle<br />

rughe senza prevenzione dai raggi solari, non danno<br />

risultato.<br />

3


La Me<strong>di</strong>cina Fisiologica rappresenta una branca<br />

internistica che si interessa, non solo della<br />

in<strong>di</strong>viduazione e della cura delle patologie, ma,<br />

principalmente, della regolazione delle funzioni<br />

biologiche, base del miglioramento estetico,<br />

consentendo anche un’ottimizzazione dello stato <strong>di</strong><br />

benessere generale.<br />

4


Su queste basi, nel 1990, Maurizio<br />

Ceccarelli abbandona il termine <strong>di</strong><br />

Me<strong>di</strong>cina Estetica per inserire quello più<br />

scientifico <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Fisiologica.<br />

5


Il nome viene costituito dall’unione del<br />

termine me<strong>di</strong>cina, scienza che opera per<br />

mantenere la salute del corpo,<br />

all’appellativo fisiologica, che in<strong>di</strong>ca la<br />

normalità della funzione degli organi e<br />

degli apparati.<br />

6


Non <strong>di</strong>menticando,però, che fisiologico deriva dal<br />

greco physis (l’apparire del corpo): questo non per<br />

motivare la funzione delle tecniche <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina e<br />

chirurgia estetica, proprie anche della me<strong>di</strong>cina<br />

fisiologica, ma perché una scienza recente, la<br />

P.N.E.I.(psico-neuro-endocrino-immunologia), ci <strong>di</strong>ce<br />

che aiutare il paziente a vivere meglio nell’estetica<br />

del proprio corpo, gli consente anche <strong>di</strong> ottimizzare<br />

le funzioni del sistema nervoso centrale, del sistema<br />

endocrino e del sistema immune.<br />

7


L’intervento correttivo, me<strong>di</strong>co o<br />

chirurgico, sull’aspetto del paziente,<br />

migliora il tono dell’umore con<br />

conseguenti variazioni<br />

neurotrasmettitoriali a livello cerebrale.<br />

8


Ls psico-neuro-endocrino-immunologia, ci<br />

<strong>di</strong>ce che il miglioramento dello stato<br />

psicologico del paziente si ripercuote,<br />

positivamente, sulle funzioni nervose,<br />

endocrine ed immunitarie.<br />

9


Da questo, la Me<strong>di</strong>cina Fisiologica <strong>di</strong>viene<br />

una Me<strong>di</strong>cina del Benessere, base<br />

culturale della Me<strong>di</strong>cina dell’Aging.<br />

Dove con il termine <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina<br />

dell’Invecchiamento si intende lo stu<strong>di</strong>o<br />

valutativo, preventivo, restitutivo e<br />

correttivo, utile a ritardare i processi<br />

regressivi dell’invecchiamento biologico<br />

10


Alcuni cenni storici.<br />

11


Ceccarelli raccoglie i concetti della<br />

Me<strong>di</strong>cina Fisiologica, nel 1992, in un<br />

testo “Invecchiamento Generale e<br />

Me<strong>di</strong>cina Estetica”.<br />

12


Nel 1996, Ceccarelli viene convocato nel Principato<br />

<strong>di</strong> Monaco per compilare un protocollo pratico sul<br />

benessere per le Thermes Marines <strong>di</strong> Montecarlo.<br />

Nasce la prima attuazione pratica dei protocolli <strong>di</strong><br />

Me<strong>di</strong>cina Fisiologica, il T.I.R.P. (Trattamento<br />

In<strong>di</strong>viduale <strong>di</strong> Rinvigorimento Psicofisico) che viene<br />

registrato presso la Direction de l’Expansion<br />

Economique del Principato <strong>di</strong> Monaco tramite<br />

Enveloppe Soleau n° MC0111020996.<br />

13


Nel 1998, la <strong>di</strong>ffusione internazionale<br />

(principalmente in Italia, Spagna e Sud America) dei<br />

concetti <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Fisiologica portano alla<br />

costituzione dell’ International Centre for Study<br />

and Research in Aesthetic and Physiological<br />

Me<strong>di</strong>cine (Ae.Phy.Med. Centre. Il Centro,<br />

caratterizzato da un Comitato Scientifico<br />

internazionale <strong>di</strong> alto livello, viene convenzionato con<br />

il C.I.M.S. (Centro Inter<strong>di</strong>partimentale Malattie<br />

Sociali) dell’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Roma “La<br />

Sapienza”.<br />

14


Nel 2000, Maurizio Ceccarelli, <strong>di</strong>rettore<br />

dell'Ae.Phy.Med. Centre e Víctor Garcia, Presidente<br />

della Società Spagnola <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia<br />

Cosmetica, mettono a punto il marchio <strong>di</strong> qualità, LIFE<br />

QUALITY MEDICAL CENTERS, da attribuire ai centri<br />

me<strong>di</strong>ci che operano nel settore della me<strong>di</strong>cina<br />

fisiologica, rispettando i protocolli del LIFE QUALITY<br />

MEDICAL PROGRAM. A questo progetto la South<br />

American Academy of Cosmetic Surgery si avvicina<br />

nella persona <strong>di</strong> Julio Ferreira.<br />

15


Nell'anno accademico 2002/2003, grazie<br />

all'interesse <strong>di</strong> Víctor J. Garcia, a Barcellona<br />

(Spagna), presso l‘Università degli Stu<strong>di</strong> UAB,<br />

nell'ambito del Master in Me<strong>di</strong>cina Cosmetica e del<br />

Envejecimiento, la Me<strong>di</strong>cina Fisiologica è stata<br />

inserita come materia <strong>di</strong> insegnamento<br />

universitario.<br />

16


Tratteggiata la storia della Me<strong>di</strong>cina<br />

Fisiologica, approfon<strong>di</strong>amo il concetto<br />

d’invecchiamento.<br />

17


Molti anni fa, il poeta latino Terenzio fa<br />

pronunciare a Cremete, personaggio del<br />

De Senectude, la frase: senectus ipsa<br />

est morbus, come scusa per un<br />

appuntamento mancato.<br />

18


Questa affermazione cozza con il concetto<br />

che i latini avevano dell’anziano.<br />

Questi, infatti, rappresentava un<br />

riferimento per i giovani per saggezza,<br />

equilibrio, acume critico e serenità <strong>di</strong><br />

giu<strong>di</strong>zio.<br />

19


Ma allora Terenzio con la sua frase<br />

voleva significarci veramente che la<br />

vecchiaia è una malattia?<br />

20


Se questa fosse la giusta<br />

interpretazione, la me<strong>di</strong>cina fisiologica<br />

non avrebbe ragione d’interessarsi <strong>di</strong><br />

questo argomento.<br />

Già la geriatria e la gerontologia<br />

stu<strong>di</strong>ano le malattie della vecchiaia.<br />

21


Ma noi riteniamo che Terenzio con la sua<br />

frase volesse in<strong>di</strong>care che la vecchiaia è<br />

un momento della vita nel quale è più<br />

facile la comparsa <strong>di</strong> una malattia.<br />

22


E, se la nostra interpretazione è giusta,<br />

la me<strong>di</strong>cina fisiologica si inserisce, con la<br />

sua operatività del mantenimento del<br />

benessere, in modo importante nella<br />

prevenzione dei danni che possono<br />

accompagnare l’invecchiamento generale<br />

ed indurre la comparsa <strong>di</strong> malattia.<br />

23


Per comprendere meglio le nostre<br />

affermazioni <strong>di</strong>stinguiamo<br />

l’invecchiamento in fisiologico e<br />

patologico.<br />

24


Con il termine <strong>di</strong> invecchiamento<br />

fisiologico inten<strong>di</strong>amo i normali passaggi<br />

che portano un organismo dalla vita alla<br />

morte.<br />

25


La morte e la nascita <strong>di</strong> un nuovo<br />

organismo sono necessarie per<br />

consentire la ricombinazione genetica<br />

alla base della creazione <strong>di</strong> nuove specie<br />

e quin<strong>di</strong> dell’evoluzione.<br />

26


L’invecchiamento patologico rappresenta,<br />

invece, un processo <strong>di</strong> regressione<br />

precoce dell’organismo indotto da una<br />

non corretta gestione dello stesso.<br />

27


Un’alimentazione in eccesso, un’attività<br />

fisica incongrua, l’uso continuo <strong>di</strong><br />

sostanze tossiche, l’inquinamento induce<br />

la produzione, in eccesso, <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali<br />

liberi dell’ossigeno con conseguente<br />

invecchiamento precoce.<br />

28


Ve<strong>di</strong>amo ora la durata della vita nel<br />

tempo.<br />

29


Differenziamo, ora, la quantità <strong>di</strong> vita dalla qualità <strong>di</strong><br />

vita.<br />

La durata me<strong>di</strong>a della vita è stata abnormemente<br />

aumentata negli ultimi 100 anni.<br />

Infatti, da una durata <strong>di</strong> vita me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 30-40 anni,<br />

rimasta costante dalla preistoria al 1500, si è saliti ai<br />

40-50 anni dal 1500 al 1900.<br />

Dai primi del ‘900 ad oggi, la durata me<strong>di</strong>a della vita si è<br />

raddoppiata passando a 80-90 anni.<br />

30


Nei prossimi anni si avrà una inversione<br />

della fisiologica piramide che prevede un<br />

elevato numero <strong>di</strong> giovani ed un basso<br />

numero <strong>di</strong> anziani, con notevole<br />

incremento della fascia me<strong>di</strong>o alta <strong>di</strong><br />

età.<br />

31


Questo aumento della durata me<strong>di</strong>a della<br />

vita, porterà nei prossimi 50 anni ad<br />

un’anormale crescita della popolazione<br />

anziana (sino al 30% nei paesi più<br />

avanzati).<br />

32


A questo aumento della durata della vita<br />

non corrisponde un uguale aumento della<br />

qualità della vita. Nella società<br />

moderna,vita. Nella società moderna,<br />

stress, iperalimentazione, sedentarietà,<br />

inquinamento e sostanze tossiche<br />

determinano l'induzione <strong>di</strong> patologia<br />

nell'anziano, formando una fascia <strong>di</strong><br />

vecchi malati e non socialmente<br />

33


Differenziando il concetto <strong>di</strong> vecchio<br />

(malato) da quello dell’anziano (sano).<br />

34


La me<strong>di</strong>cina fisiologica, con la sua opera<br />

<strong>di</strong> ottimizzazione delle funzioni psicofisiche<br />

del paziente, permette <strong>di</strong> ridurre<br />

la comparsa <strong>di</strong> patologie, formando non<br />

una fascia <strong>di</strong> anziani, non malati, ma sani<br />

e produttivi sia sulla piano personale che<br />

sociale.<br />

35


Da quanto esposto e per l importanza sociale<br />

che la me<strong>di</strong>cina fisiologica riveste,<br />

permettendo allo Stato un sollievo economico<br />

per non doversi preoccupare del mantenimento<br />

economico della classe anziana, Maurizio<br />

Ceccarelli, ha ricevuto il titolo <strong>di</strong><br />

Commendatore della Repubblica Italiana, il<br />

Premio Ignazio Ciaia e la Medaglia d’Argento<br />

del Presidente della Repubblica Italiana, per<br />

meriti scientifici.<br />

36


Ma quali sono le cause che determinano il<br />

nostro invecchiamento?<br />

37


Abbiamo invecchiamento per:<br />

Glicosilazione proteica. L’aggiunta <strong>di</strong><br />

zuccheri alle proteine ne altera la<br />

funzione.<br />

38


Infiammazione. I processi infiammatori<br />

danneggiano le strutture biologiche.<br />

39


Deficit <strong>di</strong> Metilazione. La metilazione<br />

protegge il genoma dalle endonucleasi.<br />

40


Ipercalcemia. L’eccesso <strong>di</strong> calcio<br />

intracellulare attiva l’apoptosi delle<br />

cellule.<br />

41


Alterazioni Circolatorie. Inducono danno<br />

per carenza <strong>di</strong> nutrimento al tessuto.<br />

42


.<br />

Danno da ra<strong>di</strong>cali liberi dell’ossigeno.<br />

Rappresenta la principale<br />

d’invecchiamento biologico.<br />

43


I ra<strong>di</strong>cali liberi dell’ossigeno, se prodotti<br />

in eccesso, possono sfuggire dai<br />

mitocondri danneggiando la cellula.<br />

danneggiando la cellula.<br />

44


Normalmente, i ra<strong>di</strong>cali liberi<br />

dell’ossigeno vengono prodotti,<br />

all’interno dei mitocondri, me<strong>di</strong>ante una<br />

catena enzimatica detta catena del<br />

trasporto degli elettroni.<br />

45


Questa permette la formazione <strong>di</strong> ATP e<br />

la riduzione dell'ossigeno ad acqua.<br />

46


Questo ultimo processo è molto delicato.<br />

In effetti l’ossigeno ha sei elettroni<br />

nella sua ultima orbita, ma <strong>di</strong> questi, due<br />

girano sullo stesso orbitale con spin<br />

paralleli. Per questo, per raggiungere<br />

l’ottetto completo, normalmente<br />

l’ossigeno prende il primo elettrone, ma<br />

per prendere il secondo deve prima<br />

invertirne lo spin. Questo, richiede una<br />

frazione <strong>di</strong> tempo che può portare alla<br />

fuga del ra<strong>di</strong>cale dell’ossigeno con sette<br />

elettroni, altamente reattivo.<br />

47


La non regolare cessione <strong>di</strong> elettroni<br />

all’ossigeno porta all’escape dei ra<strong>di</strong>cali<br />

liberi <strong>di</strong> questo con danno cellulare.<br />

48


Il primo danno avviene a livello dei<br />

mitocondri, chiamati per questo orologio<br />

biologico della cellula. Per la particolare<br />

costituzione del DNA mitocondriale, è<br />

sufficiente una sola delezione per<br />

fermare la lettura completa dell’acido<br />

nucleico e far morire il mitocondrio.<br />

49


Un altro danno importante è quello che<br />

porta alla per<strong>di</strong>ta dei telomeri nei<br />

cromosomi.<br />

50


I telomeri mantengono l'in<strong>di</strong>vidualità dei<br />

cromosomi durante il crossing over. Se<br />

mancano il cromosoma non può separarsi<br />

dal suo omologo e la cellula muore.<br />

51


Un altro danno importante consegue<br />

dalla lipoperossidazione delle membrane<br />

biologiche cellulari.<br />

52


La per<strong>di</strong>ta dei doppi legami dei<br />

fosfolipi<strong>di</strong> determina irrigi<strong>di</strong>mento delle<br />

membrane con per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> flui<strong>di</strong>tà<br />

53


ed alterazione delle funzioni <strong>di</strong><br />

espressione recettoriale, con successiva<br />

morte cellulare.<br />

54


I ra<strong>di</strong>cali liberi dell’ossigeno attivano<br />

anche il processo dell'apoptosi.<br />

L’attivazione della cascata delle caspasi<br />

porta a morte cellulare.<br />

55


Ma i ra<strong>di</strong>cali liberi dell’ossigeno hanno<br />

anche una funzione positiva, vengono<br />

prodotti dai macrofagi per danneggiare<br />

virus e batteri.<br />

56


L’escape è stato ovviamente previsto nei<br />

processi evolutivi <strong>di</strong> selezione naturale e,<br />

nella cellula, esistono delle sostanze,<br />

dette antiossidanti, capaci <strong>di</strong> bloccare i<br />

ra<strong>di</strong>cali liberi dell’ossigeno che sfuggono<br />

dalla catena del trasporto degli<br />

elettroni.<br />

57


I primi <strong>di</strong> questi, detti enzimatici, sono<br />

la superossido<strong>di</strong>smutasi, la catalasi e la<br />

glutationperossidasi.<br />

58


La superossido<strong>di</strong>smutasi, contenente nel<br />

suo sito attivo rame, manganese e zinco,<br />

trasforma l’anione superossido in acqua<br />

ossigenata. Questo, <strong>di</strong> per se, non<br />

rappresenta un processo positivo.<br />

59


Infatti l acqua ossigenata <strong>di</strong>ffonde<br />

liberamente attraverso le membrane<br />

cellulari, mentre l’anione superossido<br />

deve muoversi me<strong>di</strong>ante i canali <strong>di</strong><br />

membrana. L’acqua ossigenata è, a sua<br />

volta, una fonte <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali liberi.<br />

60


Infatti l’acqua ossigenata, in presenza <strong>di</strong><br />

metalli <strong>di</strong> transizione (ferro), si<br />

trasforma in acqua ed anione<br />

superossido, dannoso per le cellule.<br />

Questa reazione è definita come<br />

reazione <strong>di</strong> Fenton.<br />

61


La <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> questo maggiore<br />

danno, dato dal SOD, possiamo vederlo<br />

nei malati <strong>di</strong> Trisomia 21, dove è<br />

presente il gene del SOD. Questi<br />

invecchiano molto velocemente.<br />

62


E’, quin<strong>di</strong>, importante la presenza<br />

degl’altri enzimi antiossidanti. La<br />

catalasi e la glutationperossidasi<br />

trasformano l’acqua ossigenata in acqua<br />

ed ossigeno, inattivando la sua capacità<br />

<strong>di</strong> danno.<br />

63


Altri antiossidanti, detti non enzimatici,<br />

sono rappresentati dalle vitamine E, C ed<br />

A.<br />

64


Il Betacarotene (vitamina A) stabilizza<br />

le membrane biologiche con un effetto<br />

concentrazione <strong>di</strong>pendente, infatti, un<br />

eccesso determina destabilizzazione.<br />

65


La forma attiva della vitamina A (acido<br />

retinoico), inoltre, stimola la produzione<br />

<strong>di</strong> acido ialuronico, a sua volta potente<br />

antiossidante.<br />

66


Approfon<strong>di</strong>amo la conoscenza del<br />

Life Quality Me<strong>di</strong>cal Program.<br />

67


Questo rappresenta un protocollo<br />

<strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Fisiologica in<strong>di</strong>rizzato<br />

a prevenire i danni<br />

dell’invecchiamento generale.<br />

68


Il suo interesse si rivolge, quin<strong>di</strong>,<br />

non al prolungamento della durata<br />

della vita, ……………..<br />

69


……………ma al miglioramento della<br />

qualità della stessa.<br />

70


Ve<strong>di</strong>amo ora come la Me<strong>di</strong>cina<br />

Fisiologica, tramite il LIFE QUALITY<br />

MEDICAL PROGRAM, interviene nella<br />

prevenzione dei danni<br />

dell’invecchiamento generale.<br />

71


Lo stato clinico del paziente completa<br />

l’insieme delle indagini sulla funzione dei<br />

vari organi ed apparati e sull’età<br />

biologica.<br />

72


Compito della Me<strong>di</strong>cina Fisiologica sarà<br />

lo stu<strong>di</strong>o della composizione corporea e<br />

dell’aspetto fisico del paziente al fine <strong>di</strong><br />

ottimizzarli.<br />

Inoltre, convivere con un aspetto<br />

corporeo gradevole normalizza lo stato<br />

psicologico aiutando, secondo la P.N.E.I.,<br />

le funzioni nervose, endocrine ed<br />

immunitarie.<br />

73


Del corpo si valuterà, al fine <strong>di</strong><br />

ottimizzarli, anche la funzione articolare<br />

e l’assetto posturale, la regolarità dei<br />

quali è necessaria per una normale<br />

attività motoria e <strong>di</strong> spostamento.<br />

74


Ancora, la Me<strong>di</strong>cina Fisiologica si<br />

interesserà delle funzioni cognitive del<br />

paziente, necessarie al mantenimento <strong>di</strong><br />

una normale vita <strong>di</strong> relazione con gli altri.<br />

In particolare, si stu<strong>di</strong>erà e si<br />

ottimizzerà la funzione mnesica, prima,<br />

tra le funzioni cognitive, a perdere la<br />

sua regolarità.<br />

75


Si indagherà, per regolarlo, sullo stato<br />

affettivo e, in particolare, sulla funzione<br />

del sonno e sul tono dell’umore.<br />

Lo stato depressivo induce variazioni<br />

endocrine e neurotrasmettitoriali che si<br />

evidenziano con riduzione del desiderio<br />

sessuale e delle funzioni immunitarie.<br />

76


Anche il vissuto comportamentale deve<br />

essere stu<strong>di</strong>ato e trattato. La<br />

trasformazione dell’eustress in <strong>di</strong>stress<br />

determina stati organici e<br />

comportamentali negativi sia per il<br />

soggetto che per la sua vita <strong>di</strong> relazione.<br />

77


La riduzione del desiderio sessuale,<br />

l’incapacità erettiva ed il climaterio<br />

ormonale vanno stu<strong>di</strong>ati e trattati per un<br />

corretto vissuto sessuale del soggetto.<br />

78


Entriamo ora nel particolare <strong>di</strong> questa<br />

visita internistica, con un ottica<br />

particolare allo stato fisiologico.<br />

79


Il paziente che accede a questa<br />

consultazione viene, inizialmente,<br />

sottoposto ad un questionario<br />

anamnestico-comportamentale, utile ad<br />

evidenziare le irregolarità <strong>di</strong> igiene <strong>di</strong><br />

vita alla base delle alterazioni<br />

fisiologiche dell’organismo.<br />

80


Si domanda dell’alimentazione,<br />

dell’attività fisica, del sonno, della<br />

cosmetica, del lavoro e dell’assunzione <strong>di</strong><br />

tossici.<br />

81


Per l'alimentazione. Si indaga sulla<br />

quantità e la qualità degli alimenti<br />

mangiati <strong>di</strong> come questi vengono<br />

sud<strong>di</strong>visi, sul tempo ed il posto dove<br />

vengono consumati.<br />

82


Sull'assunzione giornaliera <strong>di</strong> un giusto<br />

apporto proteico e sulla relazione<br />

psicologica che lega il paziente<br />

all'alimento<br />

83


Si indaga sull’assunzione <strong>di</strong> integratori.<br />

84


Sulla regolarità della funzione<br />

intestinale.<br />

85


Sul tipo <strong>di</strong> attività fisica, sul tempo <strong>di</strong><br />

pratica e sullo sforzo sostenuto.<br />

86


Si indaga sull’abitu<strong>di</strong>ne all’assunzione <strong>di</strong><br />

sostanze tossiche, quali il fumo.<br />

87


Nella donna, si stu<strong>di</strong>a la regolarità del<br />

ciclo mestruale, gli eventuali <strong>di</strong>sturbi e<br />

la sua mancanza.<br />

88


In particolare si stu<strong>di</strong>a la presenza <strong>di</strong><br />

sintomatologia attribuibile alla sindrome<br />

premestruale.<br />

89


La cessazione del ciclo mestruale viene<br />

definita con il termine menopausa.<br />

90


La menopausa deve essere inquadrata<br />

nella più vasta alterazione detta<br />

climaterio.<br />

91


Si indaga anche sul sonno e sul suo<br />

vissuto.<br />

92


Il sonno si collega al tono dell’umore,<br />

avendo la stessa catena <strong>di</strong> sintesi <strong>di</strong><br />

neurotrasmettitori.<br />

93


Un sonno regolare è fondamentale sia<br />

per la saluta fisica, sia per la salute<br />

psichica, sia per la memoria.<br />

94


Il sonno è caratterizzato da delle onde<br />

cerebrali <strong>di</strong>verse che caratterizzano<br />

fasi più o meno profonde <strong>di</strong> sonno.<br />

Particolare è il rilevamento dei<br />

movimenti oculari nel sonno.<br />

95


Un sonno normale prevede 4-5 cicli <strong>di</strong><br />

100 minuti ciascuno (6-8 ore).<br />

Ogni ciclo può essere grossolanamente<br />

<strong>di</strong>viso in una fase non REM <strong>di</strong> 90 minuti e<br />

in una fase REM <strong>di</strong> 10 minuti.<br />

Con R.E.M. inten<strong>di</strong>amo rapi<strong>di</strong> movimenti<br />

oculari.<br />

96


Nella fase non REM avviene la sintesi<br />

proteica utile alla ricostruzione delle<br />

strutture usurate durante il giorno.<br />

Gli ormoni caratteristici <strong>di</strong> questa fase<br />

sono la melatonina (che induce il sonno)<br />

ed il GH che attiva l’anabolismo.<br />

97


La mancanza <strong>di</strong> sonno non REM porta a<br />

per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> forze con <strong>di</strong>minuzione delle<br />

reattività e stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio del paziente.<br />

98


Nel sonno REM abbiamo lo scarico delle<br />

frustrazioni subite nel corso della<br />

giornata.<br />

Questa fase è caratterizzata da alti<br />

livelli <strong>di</strong> cortisolo (ormone da stress) e <strong>di</strong><br />

testosterone (fantasie sessuali).<br />

99


La privazione del sonno REM determina<br />

turbe psichiche con stati <strong>di</strong><br />

allucinazione, aumento <strong>di</strong> aggressività ed<br />

ipereccitazione.<br />

100


È molto importante la valutazione dei<br />

sogni.<br />

Nella fase REM il paziente sogna ed è<br />

attore nei sogni, a <strong>di</strong>fferenza dello stato<br />

<strong>di</strong> memorizzazione dove è osservatore.<br />

Questa fase è caratterizzata <strong>di</strong> alti<br />

livelli <strong>di</strong> cortisolo (ormone da stress) e <strong>di</strong><br />

testosterone (fantasie sessuali).<br />

101


Sul piano endocrino gli ormoni che si<br />

succedono durante il sonno sono:<br />

•la melatonina utile all’induzione del<br />

sonno (addormentamento),<br />

•il GH che stimola la sintesi proteica<br />

(fase non REM),<br />

•il cortisolo (reattività) ed il<br />

testosterone (libido) nella fase REM.<br />

102


Si passa poi allo stu<strong>di</strong>o delle capacità<br />

mnesiche.<br />

Uno dei primi segni della riduzione<br />

cognitiva è la per<strong>di</strong>ta della memoria.<br />

Questo innesca un meccanismo negativo<br />

che porta il paziente a ridurre i propri<br />

rapporti con gl’altri per non evidenziare<br />

questo problema.<br />

La chiusura verso gli stimoli esterni<br />

porta ad un ulteriore rallentamento<br />

mnesico.<br />

103


Sono state in<strong>di</strong>viduate le aree<br />

anatomiche responsabili del processo <strong>di</strong><br />

memorizzazione ed i processi biochimici<br />

che permettono l’immagazzinamento<br />

dell’informazione.<br />

104


Il rilievo <strong>di</strong> una riduzione della capacità<br />

mnesica deve prevedere un trattamento<br />

basato sull’aumento degli stimoli esterni<br />

e sul miglioramento biologico della<br />

funzione. Gli stimoli sono alla base del<br />

processo plastico del cervello: la<br />

neosinaptogenesi.<br />

105


Importante nella creazione <strong>di</strong> continue<br />

nuove sinapsi è, oltre allo stimolo<br />

esterno, la giusta concentrazione <strong>di</strong><br />

fosfolipi<strong>di</strong> che mantengono la flui<strong>di</strong>tà<br />

delle membrane neuronali.<br />

106


Per ottimizzare le funzioni mnesiche è<br />

necessario conoscere la biochimica della<br />

memoria.<br />

Le informazioni che giungono dall’esterno<br />

determinano delle variazioni biochimiche<br />

neuronali; queste sono alla base<br />

dell’induzione del potenziale postsinaptico<br />

a lungo termine (LTP).<br />

107


Il potenziale post-sinaptico a lungo<br />

termine (LTP) rappresenta una<br />

stimolazione neuronale <strong>di</strong> lunga durata<br />

(10-12 ore) che porta al consolidamento<br />

delle informazioni acquisite.<br />

108


L’innesco dell’LTP prevede la selezione <strong>di</strong><br />

uno stimolo che sia duraturo ed intenso.<br />

Questo per evitare l’innesco continuo da<br />

parte <strong>di</strong> tutti gli stimoli che ci colpiscono<br />

dall’esterno.<br />

109


Attenzione, percezione, comprensione e<br />

appren<strong>di</strong>mento sono alla base dell’input<br />

iniziale che determina nel neurone una<br />

serie <strong>di</strong> variazioni biologiche che<br />

terminano con la formazione <strong>di</strong><br />

proteine specifiche del citoscheletro<br />

contenenti l’informazione appresa.<br />

110


Lo stimolo esterno induce la produzione<br />

<strong>di</strong> acido glutammico che stimola i<br />

recettori ionotropici del neurone<br />

ricevente, iniziando la depolarizzazione<br />

<strong>di</strong> questo. L’acido glutammico, si<br />

trasforma in parte in GABA che, a sua<br />

volta, stimola la ripolarizzazione<br />

bloccando l’azione dell’acido glutammico.<br />

111


Quando lo stimolo persiste, l’eccesso <strong>di</strong><br />

GABA blocca la sua formazione e l’acido<br />

glutammico da inizio al LTP. I recettori<br />

AMPA e NMDA permettono l’ingresso <strong>di</strong><br />

ioni positivi (NA e Ca). Si attivano i<br />

secon<strong>di</strong> me<strong>di</strong>atori (NO da arginina) che<br />

potenziano la depolarizzazione.<br />

L’acetilcolina agisce come stimolo <strong>di</strong><br />

rinforzo, legando il Mg e facilitando<br />

l’ingresso del calcio l NMDA nel<br />

recettore NMDA.<br />

112


Si ha l’attivazione, da parte della<br />

proteinchinasi C, dei geni ad induzione<br />

precoce (jun e fos), che innesca la prima<br />

tappa del consolidamento delle<br />

informazioni (memoria superficiale).<br />

Questa si concretizza con la formazione<br />

<strong>di</strong> particolari proteine del citoscheletro<br />

cellulare, responsabili della memoria<br />

profonda (informazione consolidata).<br />

113


La valutazione mnesica si esegue con due<br />

test. Il primo è detto <strong>di</strong> collegamento<br />

visivo.<br />

114


Prevede l’osservazione, da parte del<br />

paziente, <strong>di</strong> 20 foto per 3 minuti.<br />

Successivamente, si danno al paziente<br />

altre 14 foto formate da 8 <strong>di</strong> quelle già<br />

viste e 6 nuove. Il paziente deve<br />

ricordare quelle già viste.<br />

115


La seconda prova è detta <strong>di</strong><br />

collegamento visivo-verbale, perché<br />

riguarda sia la memoria visiva che quella<br />

verbale.<br />

116


Prevede l’osservazione, da parte del<br />

paziente, <strong>di</strong> 20 foto accompagnate da un<br />

nome, per 5 minuti.<br />

Successivamente, si danno al paziente<br />

altre 14 foto formate da 8 <strong>di</strong> quelle già<br />

viste e 6 nuove. Il paziente deve<br />

ricordare quelle già viste e riferire il<br />

relativo nome.<br />

117


Ci si interessa poi del tono dell’umore,<br />

funzione della concentrazione <strong>di</strong><br />

serotonina.<br />

118


La misura della tendenza ad uno stato<br />

depressivo ci è data dalla Depression<br />

Scale.<br />

119


Mentre il Test <strong>di</strong> Holmes ci in<strong>di</strong>ca se gli<br />

acca<strong>di</strong>menti personali degli ultimi sei<br />

mesi possono aver indotto uno stato <strong>di</strong><br />

stress negativo.<br />

120


La reazione da stress in<strong>di</strong>ca una serie <strong>di</strong><br />

reazioni biochimiche necessarie alla<br />

<strong>di</strong>fesa del nostro corpo nei confronti dei<br />

pericoli esterni.<br />

121


Questa serie <strong>di</strong> reazioni può <strong>di</strong>venire<br />

negativa se l’impossibilità a risolvere il<br />

pericolo le fa perdurare nel tempo.<br />

122


Il vissuto <strong>di</strong> un pericolo stimola a livello<br />

cerebrale una serie <strong>di</strong> stimoli che<br />

inducono nel nostro corpo variazioni atte<br />

alla risposta <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa.<br />

123


A livello ipotalamico si ha la produzione<br />

<strong>di</strong> pro-opio-melno-cortina, un polipeptide<br />

che si <strong>di</strong>vide in ACTH (che stimola la<br />

risposta surrenalica) ed endorfine.<br />

124


La risposta surrenalica si evidenzia con<br />

la liberazione <strong>di</strong> cortisolo che libera<br />

glucosio (energia) dal fegato. Il<br />

cortisolo, però inibisce la risposta<br />

immunitaria.<br />

125


Gli oppioi<strong>di</strong> endogeni riducono la soglia<br />

del dolore aumentando la resistenza nei<br />

confronti <strong>di</strong> possibili traumi.<br />

126


L’MSH agisce inibendo lo stimolo della<br />

fame e concentrando la risposta sulla<br />

<strong>di</strong>fesa.<br />

127


Nell’eustress o risposta acuta <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa,<br />

si ha la liberazione <strong>di</strong> adrenalina, che ci<br />

prepara alla <strong>di</strong>fesa e migliora la nostra<br />

reazione. Passato il pericolo, le<br />

endorfine ci permettono il recupero<br />

energetico.<br />

128


Quando non riusciamo ad eliminare lo<br />

stato <strong>di</strong> pericolo (aggressioni<br />

psicologiche) la reazione da stress<br />

perdura nel tempo inducendo danno.<br />

Distress o risposta <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa cronica.<br />

129


La iperstimolazione surrenalica porta a<br />

stato ipertensivo (adrenalina) e a<br />

riduzione delle <strong>di</strong>fese immunitarie<br />

(cortisolo); l’eccesso <strong>di</strong> endorfine induce<br />

bulimia ed impotenza.<br />

130


Abbiamo già evidenziato che il cortisolo<br />

surrenalico induce inibizione delle <strong>di</strong>fese<br />

immunitarie.<br />

131


Inoltre, nel <strong>di</strong>stress abbiamo anche la<br />

riduzione della libido. Lo stress<br />

determina liberazione <strong>di</strong> somatostatina<br />

che inibendo la dopamina porta ad un<br />

aumento della prolattina.<br />

132


La prolattina inibisce la produzione <strong>di</strong><br />

testosterone da parte delle cellule <strong>di</strong><br />

Ley<strong>di</strong>ng. Questo, sommato al blocco delle<br />

gonadotropine per l’LH, porta a per<strong>di</strong>ta<br />

della libido.<br />

133


Il perdurare della reazione da stress<br />

determina, quin<strong>di</strong>:<br />

1.Bulimia<br />

2.Impotenza<br />

3.Carenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>fese immunitarie<br />

134


Si termina la valutazione anamnestica,<br />

domandando se sono presenti <strong>di</strong>sturbi<br />

nel comportamento sessuale.<br />

135


Una normale funzione sessuale prevede<br />

la presenza del desiderio che nasce dalle<br />

fantasie sessuali costruite a livello<br />

cerebrale. Basilare per questo, sia<br />

nell’uomo che nella donna, è un giusta<br />

concentrazione <strong>di</strong> testosterone.<br />

136


Un questionario, il PADAM, Partial<br />

Androgen Deficiency Syndrome of Aging<br />

Male (carenza ormonale parziale<br />

nell’uomo che invecchia) ci in<strong>di</strong>ca la<br />

carenza <strong>di</strong> testosterone.<br />

137


Secondo alcuni stu<strong>di</strong> una <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong><br />

testosterone uguale all’1% inizierebbe a<br />

partire dai 30 anni determinando<br />

ipogona<strong>di</strong>smo nel 7% degli uomini tra 40<br />

e 60 anni e salirebbe fino al 35% negli<br />

over 60.<br />

138


I sintomi del PADAM sono paragonabili a quelli<br />

riscontrabili nella caduta ormonale della donna:<br />

•Aumento della massa grassa<br />

•Riduzione della massa muscolare<br />

•Riduzione della densità ossea (osteoporosi)<br />

•Riduzione della produzione <strong>di</strong> globuli rossi (anemia)<br />

La sindrome PADAM comprende <strong>di</strong>sturbi della<br />

sfera psichica, sessuale, cognitiva e affettiva che<br />

possono mo<strong>di</strong>ficare il comportamento dell’uomo in<br />

questa fase della vita.<br />

139


Formulario ADAM<br />

1. Ha notato una <strong>di</strong>minuzione nella sua attività sessuale?<br />

2. Ha meno energia durante il rapporto?<br />

3. Ha osservato una <strong>di</strong>minuzione della sua resistenza o<br />

della sua forza?<br />

4. La sua altezza è <strong>di</strong>minuita?<br />

5. Le pare <strong>di</strong> essere meno contento <strong>di</strong> vivere?<br />

6. E’ triste o scontroso?<br />

7. Le sue erezioni sono meno forti?<br />

8. Ha notato una <strong>di</strong>minuzione nelle sue capacità sportive?<br />

9. Si addormenta subito dopo cena?<br />

10. Sono <strong>di</strong>minuite le sue capacità lavorative?<br />

Gli uomini che rispondono SI alle domande 1 e 7 o a una<br />

combinazione <strong>di</strong> almeno 4 domande sono can<strong>di</strong>dati ad una<br />

terapia sostitutiva con testosterone<br />

140


Nell’uomo, la libido induce l’erezione del<br />

pene, che permette l’inserimento del<br />

pene in vagina e lo svolgimento del<br />

rapporto sessuale.<br />

141


Stimoli olfattivi, visivi ed immaginatori<br />

determinano una stimolazione nervosa<br />

che induce il processo dell’erezione.<br />

142


L’eccitazione cerebrale e l’eccitazione<br />

riflessa locale, si trasmettono per via<br />

parasimpatica per indurre la<br />

vaso<strong>di</strong>latazione necessaria all’erezione.<br />

143


La circolazione del sangue dei corpi<br />

cavernosi è regolata nell’afflusso dalle<br />

arterie elicine e nel deflusso dalla vena<br />

dorsale del pene.<br />

144


L’aumento <strong>di</strong> volume dei corpi cavernosi<br />

occlude, contro la Fascia del Buck, la<br />

vena dorsale del pene, impedendo la fuga<br />

venosa e mantenendo l’erezione fino allo<br />

stimolo simpatico che accompagna<br />

l’eiaculazione.<br />

145


Il rilassamento dello sfintere muscolare<br />

delle arterie elicine porta a riempimento<br />

dei corpi cavernosi ed ad erezione del<br />

pene.<br />

146


Lo stimolo parasimpatico porta<br />

all’attivazione della guanilato ciclasi con<br />

formazione <strong>di</strong> GMP-c e rilassamento<br />

dello sfintere muscolare delle arterie<br />

elicine. Il GMP-c è rapidamente<br />

inattivato dalla fosfo<strong>di</strong>esterasi 5.<br />

147


Le incapacità erettive possono<br />

conseguire a malattie sistemiche, come<br />

la neuropatia <strong>di</strong>abetica o l’arteriopatia<br />

occlusiva. Ma spesso sono conseguenti a<br />

problemi psicologici.<br />

148


L’ansia da prestazione o lo stress<br />

negativo possono portare ad un ipertono<br />

simpatico con contrazione spastica dello<br />

sfintere muscolare delle arterie elicine e<br />

assenza della erezione.<br />

149


La <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>fferenziale tra patologia<br />

organica o psicologica si esegue<br />

valutando la presenza delle erezioni<br />

notturne (ipertono vagale) presenti nel<br />

paziente ansioso ed assenti nel danno<br />

organico.<br />

150


L’uso dello specialistico Rigiscan può<br />

essere sostituito con il test del cerotto<br />

<strong>di</strong> carta, messo alla base del pene prima<br />

<strong>di</strong> coricarsi. Se sono presenti erezioni<br />

notturne il cerotto si rompe.<br />

151


Una normale funzione sessuale prevede<br />

la presenza del desiderio che nasce dalle<br />

fantasie sessuali costruite a livello<br />

cerebrale. Basilare per questo, sia<br />

nell’uomo che nella donna, è un giusta<br />

concentrazione <strong>di</strong> testosterone.<br />

152


Nella donna, il climaterio e la<br />

caduta estrogenica inducono<br />

alterazioni del comportamento<br />

sessuale.<br />

153


Principalmente per la craurosi<br />

vulvare e la <strong>di</strong>spanuria a questa<br />

conseguente.<br />

154


Passiamo ora alla valutazione obiettiva<br />

del Life Quality Me<strong>di</strong>cal Program.<br />

155


Si inizia con una classica visita<br />

internistica per escludere la presenza <strong>di</strong><br />

patologie.<br />

156


Si passa poi ad una serie <strong>di</strong> valutazioni,<br />

dette fisiologiche, utili a determinare lo<br />

stato <strong>di</strong> funzione degli organi ed<br />

apparati.<br />

157


Si inizia con la valutazione<br />

antropometrica. Con questo termine<br />

in<strong>di</strong>chiamo una serie <strong>di</strong> misure utili a<br />

determinare la composizione corporea:<br />

massa grassa, massa magra e massa<br />

acquosa.<br />

158


I valori obiettivati rapportati ai valori<br />

normali consentono <strong>di</strong> calcolare il peso<br />

ideale soggettivo del paziente.<br />

159


Si inizia con la determinazione del peso e<br />

dell’altezza. Da rapporto tra questi si<br />

calcola l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> massa corporea o<br />

B.M.I.<br />

160


Questo valore, in<strong>di</strong>pendente dal tipo <strong>di</strong><br />

tessuto, rappresenta solo un in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong><br />

tendenza verso alcune malattie che<br />

<strong>di</strong>pendono dall'eccesso <strong>di</strong> peso:<br />

car<strong>di</strong>ovascolari, articolari, venose e<br />

linfatiche.<br />

161


La composizione corporea ci consente,<br />

invece, <strong>di</strong> determinare la massa grassa,<br />

la massa magra e la massa acquosa e <strong>di</strong><br />

rapportarle ai valori normali del paziente<br />

per armonizzare la sua figura.<br />

162


La massa grassa può essere facilmente<br />

calcolata con l’uso della plicometria.<br />

Questo è un sistema <strong>di</strong> misura in<strong>di</strong>retta<br />

che consente <strong>di</strong> rapportare lo spessore<br />

delle pliche <strong>di</strong> grasso, prese in alcuni<br />

<strong>di</strong>stretti corporei, con la reale quantità<br />

totale <strong>di</strong> grasso del corpo.<br />

163


Esistono vari schemi plicometrici che<br />

prevedono la misura delle pliche in<br />

<strong>di</strong>stretti <strong>di</strong>versi del corpo. Nei soggetti<br />

normali, si usa la Plicometria secondo<br />

Durnin.<br />

164


Questa prevede la misura della plica<br />

bicipitale, tricipitale, sottoscapolare e<br />

sovrailiaca.<br />

165


La somma delle pliche misurate viene<br />

riportata su <strong>di</strong> una tabella che in<strong>di</strong>ca, in<br />

rapporto al valore determinato, la<br />

percentuale <strong>di</strong> grasso totale sulla base<br />

del sesso e dell’età dei pazienti.<br />

166


La massa grassa può essere facilmente<br />

calcolata con un sistema in<strong>di</strong>retto che<br />

rapporta l’area muscolare del braccio<br />

alla reale quantità <strong>di</strong> muscolo del corpo<br />

del paziente.<br />

167


Il valore ottimale dell’A.M.A. È <strong>di</strong> 68<br />

cmq per l’uomo e <strong>di</strong> 39 cmq per la donna.<br />

168


La quantità <strong>di</strong> acqua presente nel nostro<br />

corpo può essere determinata con uno<br />

strumento, l’impedenziomentro, che<br />

misura la resistenza offerta dal corpo al<br />

passaggio della corrente elettrica<br />

(maggiore è la quantità d’acqua e<br />

maggiore è il passaggio <strong>di</strong> corrente).<br />

169


La misura del Total Body Water può<br />

anche essere fatta determinando il<br />

valore ematico della natriemia e<br />

rapportandolo ai valori normali del<br />

contenuto idrico e del so<strong>di</strong>o ematico.<br />

170


Normalmente il total body water é<br />

uguale al 60% del peso corporeo e il<br />

valore normale della natriemia é <strong>di</strong> 140<br />

mEq. Il rapporto <strong>di</strong> questi valori con<br />

quello del livello ematico <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o,<br />

consente <strong>di</strong> calcolare il T.B.W.<br />

171


Nei casi <strong>di</strong> ritenzione idrica<br />

accompagnata da sindrome<br />

premestruale, si deve calcolare la prova<br />

della <strong>di</strong>luizione e cioè la quantità <strong>di</strong><br />

acqua che si urina dopo un carico idrico.<br />

172


Il mantenimento dei giusti rapporti <strong>di</strong><br />

composizione corporea prevede,<br />

ovviamente, anche un corretto apporto<br />

energetico.<br />

173


Il fabbisogno energetico <strong>di</strong> un paziente<br />

è uguale al metabolismo basale<br />

moltiplicato il fattore <strong>di</strong> attività e<br />

moltiplicato il fattore <strong>di</strong> stress.<br />

174


Il metabolismo basale in<strong>di</strong>ca la quantità<br />

<strong>di</strong> energia necessaria per lo svolgimento<br />

<strong>di</strong> tutte le<br />

funzioni base del corpo (metabolismo,<br />

battito car<strong>di</strong>aco, respirazione, etc.)<br />

175


Il metabolismo basale viene calcolato o<br />

con l’equazione <strong>di</strong> Harris e Bene<strong>di</strong>ct o<br />

moltiplicando un fattore, <strong>di</strong>verso per<br />

l’uomo e per la donna, per la superficie<br />

corporea e per il tempo (normalmente le<br />

24 ore).<br />

176


La superficie corporea si ottiene con la<br />

ra<strong>di</strong>ce quadrata dell’altezza, espressa in<br />

metri, moltiplicata per il peso, espresso<br />

in chili, <strong>di</strong>viso 60.<br />

177


Il fattore <strong>di</strong> attività varia a seconda<br />

delle abitu<strong>di</strong>ni del paziente tra 1,6 e 2,0;<br />

178


il fattore <strong>di</strong> stress varia tra 1,2, e 1,5.<br />

179


Si prosegue con la valutazione dello<br />

stato fisiologico della cute, sia per<br />

in<strong>di</strong>viduare i danni da foto e da crono<br />

aging, sia per programmare degli<br />

interventi <strong>di</strong> tipo restitutivo e/o<br />

correttivo.<br />

180


Con il termine <strong>di</strong> biotipo si in<strong>di</strong>ca il tipo<br />

<strong>di</strong> cute del paziente.<br />

181


La cute può presentarsi normale,<br />

<strong>di</strong>sidratata, sensibile o seborroica.<br />

Spesso i vari biotipi si sommano o si<br />

presentano in modo <strong>di</strong>verso nei vari<br />

<strong>di</strong>stretti del volto.<br />

182


Il fototipo cutaneo ci in<strong>di</strong>ca la capacità<br />

<strong>di</strong> resistenza della cute ai raggi solari.<br />

183


I parametri necessari alla <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong><br />

fototipo sono:<br />

•Il colore della pelle<br />

•Il colore dei capelli<br />

•La presenza <strong>di</strong> efeli<strong>di</strong><br />

•L’eventuale eritema da esposizione<br />

solare<br />

•L’intensità dell’abbronzatura<br />

184


La scala europea dei fototipi è quella del<br />

Cesarini (dermatologo francese) che<br />

prevede 6 possibilità che vanno dalla<br />

pelle bianca ed i capelli rossi<br />

(particolarmente sensibile al danno<br />

solare) alla pelle scura con capelli neri<br />

(resistente al danno solare).<br />

185


Esiste anche una scala, simile, messa a<br />

punto da un dermatologo americano,<br />

Fritzpatrick.<br />

186


Osserviamo le irregolarità della cute per<br />

programmare il giusto trattamento.<br />

187


Le pieghe, pleats, dovute ad un<br />

ce<strong>di</strong>mento muscolo cutaneo che si<br />

evidenzia in conseguenza della gravità.<br />

Tipico esempio è l'accentuazione dei<br />

solchi nasogenieni. Queste rughe<br />

richiedono un trattamento correttivo<br />

basato sull'elevazione del tessuto<br />

caduto.<br />

188


Le rughe <strong>di</strong> espressione, wrinkles, sono<br />

conseguenti alla ripetuta piegatura<br />

cutanea per l'attivazione dei muscoli<br />

mimici. Tipici esempi le rughe del<br />

glabella e le rughe dell'esterno<br />

dell'occhio (zampe <strong>di</strong> gallina). Queste<br />

sollecitano un trattamento correttivo<br />

basato sul blocco della contrazione<br />

muscolare.<br />

189


Le rughe glifiche, wrinkles,<br />

rappresentano un'accentuazione della<br />

normale tramatura della pelle<br />

conseguente all'aumento <strong>di</strong> spessore<br />

della cute nel photoaging. Queste<br />

sollecitano un trattamento correttivo<br />

basato sull’asportazione dell'eccesso<br />

epidermico.<br />

190


Le grinze, creases, sono pieghe cutanee<br />

dovute a compressione, da particolari<br />

posizioni. Un esempio le pieghe del sonno<br />

che compaiono per la compressione della<br />

cute sul cuscino. Queste sollecitano un<br />

trattamento correttivo basato sul<br />

riempimento della piega.<br />

191


Le increspature, crinkles, rappresentano<br />

una plissatura conseguente alla per<strong>di</strong>ta<br />

delle fibre <strong>di</strong> ancoraggio della cute con i<br />

piani profon<strong>di</strong>. Caratteristiche della cute<br />

anziana anche non fotoesposta. Queste<br />

sollecitano un trattamento correttivo<br />

basato sullo stimolo <strong>di</strong> collagene<br />

fibrotico intradermico.<br />

192


E’ importante osservare anche la<br />

presenza <strong>di</strong> macchie pigmentate, spesso<br />

conseguenti ad un danno da fotoaging.<br />

193


La produzione <strong>di</strong> melanina avviene a<br />

livello della giunzione dermo-epidermica,<br />

da parte dei melanociti, cellule <strong>di</strong><br />

derivazione neuronale.<br />

194


La derivazione neuronale si evidenzia<br />

anche nella formazione delle melanine.<br />

Infatti dalla tirosina si forma DOPA che<br />

nel neurone forma i neurotrasmettitori<br />

(dopamina ed epinefrine) e nel<br />

melanocita forma le melanine (eu e feo<br />

melanine).<br />

195


I granuli <strong>di</strong> melanina, una volta formati,<br />

passano negli pseudopo<strong>di</strong><br />

della cellula che si inoltrano<br />

nell’epidermide e vengono ceduti<br />

ai corneociti.<br />

196


L’osservazione delle pigmentazioni<br />

cutanee deve essere completata sotto la<br />

luce <strong>di</strong> Wood (ultravioletta) che<br />

consente <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziare le macchie<br />

epidermiche (aumentano d’intensità alla<br />

luce <strong>di</strong> Wood) da quelle dermiche<br />

(<strong>di</strong>minuiscono d’intensità alla luce <strong>di</strong><br />

Wood).<br />

197


L’osservazione consente anche <strong>di</strong><br />

rilevare la presenza <strong>di</strong> couperose, un<br />

inestetismo presente nelle pelli sensibili<br />

e determinato da ectasie venulari.<br />

198


Supporto alla valutazione clinica della<br />

cute è la valutazione strumentale. Il<br />

corneometro misura lo stato<br />

d’idratazione dell’epidermide, valore in<br />

<strong>di</strong>retto rapporto con lo stato<br />

d’idratazione del derma. Il sebometro<br />

misura la produzione <strong>di</strong> sebo.<br />

199


Infine, per valutare la sensibilità<br />

cutanea, si esegue il test <strong>di</strong> sensibilità.<br />

Questo viene eseguito ponendo una<br />

goccia <strong>di</strong> acido lattico al 12% su una<br />

guancia e una goccia <strong>di</strong> acqua <strong>di</strong>stillata<br />

sull’altra. Le cuti sensibili lamentano<br />

bruciore su ambedue i lati.<br />

200


Si passa poi alla valutazione posturale e<br />

cioè allo stu<strong>di</strong>o del rapporto del corpo<br />

rispetto al suo piano <strong>di</strong> appoggio. Le<br />

irregolarità della postura sono<br />

responsabili sia <strong>di</strong> fenomeni algici, sia <strong>di</strong><br />

irregolarità nella circolazione venosa e<br />

linfatica degli arti inferiori.<br />

201


Osserviamo il paziente in posizione<br />

eretta per evidenziare sbandamenti in<br />

senso latero-laterale od anteroposteriore.<br />

202


Si misura se la colonna vertebrale è<br />

<strong>di</strong>ritta, ponendo un “filo a piombo” sulle<br />

apofisi spinose delle vertebre e<br />

verificando se questo si sovrappone<br />

linearmente al percorso della colonna e<br />

cade nel solco gluteo.<br />

203


Si verifica, successivamente, se le varie<br />

porzioni del corpo sono sulla stessa<br />

orizzontale. Si controllano le spalle,<br />

angoli inferiori delle scapole, creste<br />

iliache, le pieghe glutee e le pieghe<br />

poplitee.<br />

204


Si prosegue con lo stu<strong>di</strong>o del piede ed in<br />

particolare del retropiede e della pianta<br />

d’appoggio.<br />

205


La pianta d’appoggio si verifica su <strong>di</strong> un<br />

podoscopio a fluorescenza. L’impronta<br />

deve evidenziare le cinque <strong>di</strong>ta; il primo<br />

<strong>di</strong>to deve proseguire con il retro<br />

dell’impronta formato da avampide,<br />

istmo e retropiede. La regolarità<br />

prevede che la larghezza dell’istmo sia<br />

uguale ad un terzo della larghezza<br />

massima dell’avampiede.<br />

Un istmo più stretto caratterizza un<br />

piede cavo, più largo un piede piatto.<br />

206


Si passa poi alla misura della funzionalità<br />

articolare. Questo esame non fornisce<br />

un valore assoluto ma uno stato del<br />

paziente che viene verificato nel tempo,<br />

dopo la prescrizione <strong>di</strong> esercizi <strong>di</strong><br />

miglioramento della funzione.<br />

207


La misura viene fatta a livello della<br />

mobilità del cingolo scapolo-omerale,<br />

espressa in centimetri; del cingolo<br />

vertebro-ischiatico, espressa in<br />

centimetri e del cingolo coxo-femorale,<br />

espressa in gra<strong>di</strong>.<br />

208


La mobilità del cingolo scapolo-omerale è<br />

data dalla minima larghezza tra le<br />

braccia che consente <strong>di</strong> spostarle,<br />

<strong>di</strong>ritte, dall’avanti al <strong>di</strong>etro.<br />

209


La mobilità del cingolo vertebroischiatico<br />

è data dalla massima<br />

escursione in avanti della <strong>di</strong>ta delle mani<br />

rispetto alla punta dei pie<strong>di</strong>, a gambe<br />

rigide.<br />

210


La mobilità del cingolo coxofemorale è<br />

data dalla massima apertura degli arti<br />

inferiori a paziente seduto.<br />

211


Si esegue poi il prelievo ematico per<br />

degli esami <strong>di</strong> base e si prescrivono gli<br />

eventuali approfon<strong>di</strong>menti ematochimici.<br />

212


Gli esami <strong>di</strong> base nella visita <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina<br />

fisiologica prevedono il dosaggio <strong>di</strong>retto<br />

dei ROM-s.<br />

Il test dei ROM-s (metaboliti dei<br />

ra<strong>di</strong>cali ossigeno) in<strong>di</strong>ca la capacità del<br />

nostro organismo a resistere al danno<br />

biologico <strong>di</strong> questi.<br />

213


A livello mitocondriale la ossidazione delle<br />

deidrogenasi ridotte provenienti dal catabolismo<br />

alimentare prevede la formazione, quale prodotto<br />

interme<strong>di</strong>o, del ra<strong>di</strong>cale superossido. Questo può in<br />

parte sfuggire (escape) alla sua finalità <strong>di</strong> formare<br />

acqua, <strong>di</strong>ffondendo nel citosol.<br />

Quando la quantità <strong>di</strong> escape supera la<br />

concentrazione degli antiossidanti, i ra<strong>di</strong>cali liberi<br />

dell’ossigeno danneggiano la cellula, principalmente<br />

lipoperossidando le membrane biologiche.<br />

Questo danno é alla base dell’invecchiamento<br />

intrinseco.<br />

214


I ROM-s rappresentano il terzo livello <strong>di</strong><br />

danno da ra<strong>di</strong>cali liberi dell’ossigeno. Il<br />

primo è dato dai mitocondri, il secondo<br />

dalla cellula ed il terzo dalle lipoproteine<br />

circolanti nel sangue.<br />

215


Si passa poi alla valutazione <strong>di</strong> un gruppo<br />

<strong>di</strong> ormoni definito, impropriamente,<br />

come “ormoni della giovinezza”.<br />

216


A queste sostanze vengono attribuite<br />

funzioni <strong>di</strong> mantenimento della<br />

giovinezza perché <strong>di</strong>minuiscono <strong>di</strong><br />

concentrazione con il passare degli anni.<br />

In realtà la loro <strong>di</strong>minuzione è frutto <strong>di</strong><br />

un rallentamento metabolico.<br />

217


L’ormone della crescita viene prodotto a<br />

livello dell’adenoipofisi su stimolo <strong>di</strong> un<br />

realising factor ipotalamico.<br />

218


Il GH ha un suo ritmo circa<strong>di</strong>ano <strong>di</strong><br />

secrezione che vede un picco notturno<br />

durante il sonno e, sia nell’uomo che nella<br />

donna, <strong>di</strong>minuisce la sua concentrazione<br />

ematica con l’aumento dell’età del<br />

paziente.<br />

219


Il Growth Hormon me<strong>di</strong>ato dalla<br />

somatome<strong>di</strong>na C attiva l’anabolismo<br />

muscolare, osseo e cutaneo. Attraverso<br />

la timopentina agisce anche sul<br />

miglioramento immunitario.<br />

Poiché stimola la liberazione <strong>di</strong> glucosio,<br />

la sua somministrazione ha effetto<br />

<strong>di</strong>abetogeno.<br />

220


Attraverso lo stimolo <strong>di</strong>retto sulla<br />

timopentina agisce anche sul<br />

miglioramento immunitario.<br />

221


La concentrazione del GH è regolata<br />

dall’azione inibitoria esercitata dalla<br />

somatostatina sull’ipotalamo.<br />

222


L’aminoacido precursore del GH è<br />

l’arginina. Il pasto proteico (arginina,<br />

ornitina) stimola la formazione<br />

dell’ormone.<br />

223


La melatonina derivata dalla serotonina e<br />

dal triptofano. La sua ricerca si effettua<br />

quando il paziente presenta delle<br />

irregolarità del sonno o alterazioni del<br />

tono dell’umore.<br />

224


Nella ghiandola pineale, a livello del<br />

pinealocita, il triptofano viene<br />

trasformato in melatonina. Queste<br />

reazioni sono inibite dalla stimolazione <strong>di</strong><br />

recettori adrenergici effettuata dalla<br />

luce.<br />

225


La formazione <strong>di</strong> melatonina è legata alla<br />

formazione <strong>di</strong> serotonina: un eccesso<br />

della prima porta a deplezione della<br />

seconda con comparsa <strong>di</strong> depressione.<br />

226


Importante in questo passaggio è<br />

l’effetto della luce. Il buio facilita la<br />

trasformazione della serotonina in<br />

melatonina, inducendo il sonno ma<br />

<strong>di</strong>minuendone la concentrazione.<br />

(Depressione nei paesi con poca luce<br />

<strong>di</strong>urna).<br />

227


Il DHEA è uno steroide prodotto dalla<br />

ghiandola surrenale su stimolo del CASH<br />

e del CRH.<br />

228


Questo ormone (derivato dal<br />

pregnenolone) svolge, come altri<br />

androgeni, sia un’azione anabolizzante a<br />

livello muscolare, sia uno stimolo della<br />

libido facilitando la creazione delle<br />

fantasie sessuali a livello cerebrale.<br />

L’uso inappropriato può indurre<br />

virilizzazione nella donna ed induzione<br />

del cancro prostatico nell’uomo.<br />

229


Gli ormoni sessuali, ovviamente <strong>di</strong>versi<br />

nell’uomo e nella donna, determinano la<br />

comparsa dei caratteri fenotipici che<br />

<strong>di</strong>fferenziano i sessi.<br />

230


Gli estrogeni sono prodotti dall’ovaio su<br />

stimolo delle gonadotropine ipofisarie, a<br />

loro volta stimolate dai realising factor<br />

ipotalamici.<br />

231


La per<strong>di</strong>ta della funzione ovarica<br />

determina una caduta della<br />

concentrazione <strong>di</strong> estrogeni e<br />

progesterone.<br />

Il <strong>di</strong>fetto degli estrogeni, in particolare,<br />

determina numerose variazioni<br />

metaboliche, principalmente a livello<br />

osseo, lipi<strong>di</strong>co e cutaneo, con<br />

conseguente invecchiamento precoce<br />

della paziente.<br />

232


Il testosterone è prodotto dal testicolo<br />

su stimolo ipofisario. La sua attività<br />

periferica è con<strong>di</strong>zionata dalla<br />

liberazione dalla proteina <strong>di</strong> trasporto e<br />

dalla sua riduzione.<br />

233


L’azione del testosterone non si limita<br />

all’induzione della libido e alla<br />

sensibilizzazione degli organi genitali, ma<br />

interferisce su tutte le attività<br />

metaboliche dell’uomo, sia fisiche<br />

(muscolo, osso, emazie, etc.) che<br />

psichiche (aggressività).<br />

234


Tutto questo <strong>di</strong>mostra i numerosi punti<br />

d’azione del testosterone.<br />

235


Il tempo determina una riduzione nella<br />

secrezione del testosterone<br />

bio<strong>di</strong>sponibile, mentre rimane costante<br />

la concentrazione ematica del<br />

testosterone totale, prodotto dal<br />

testicolo.<br />

La determinazione del testosterone<br />

bio<strong>di</strong>sponibile consente <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le<br />

carenze metaboliche e la caduta della<br />

libido, imputabili a questo. (v.n uomo<br />

adulto 18-40 ng/100 ml)<br />

236


Lo stu<strong>di</strong>o delle popolazioni linfocitarie<br />

consente <strong>di</strong> verificare la funzionalità<br />

delle <strong>di</strong>fese immunitarie.<br />

237


Si determina il numero totale dei<br />

linfociti, la percentuale <strong>di</strong> T helper e <strong>di</strong><br />

T suppressor e la concentrazione dei<br />

natural killer.<br />

238


Lo stu<strong>di</strong>o delle variazioni genetiche<br />

riguarda principalmente un polimorfismo<br />

a singolo nucleotide (spesso definito in<br />

inglese Single Nucleotide Polymorphism<br />

o SNP, pronunciato snip).<br />

239


All’interno del nucleo cellulare sono<br />

contenute, nel DNA, le nostre<br />

informazioni genetiche.<br />

240


L’espressività del genotipo consente <strong>di</strong><br />

formare il fenotipo.<br />

241


Il DNA forma l’RNA e questo co<strong>di</strong>fica la<br />

formazione delle proteine.<br />

242


Non tutto l’RNA formato viene utilizzato<br />

per la sintesi. Solo le porzioni esoniche.<br />

243


La co<strong>di</strong>fica dei vari aminoaci<strong>di</strong> viene<br />

fatta me<strong>di</strong>ante delle triplette (tre basi<br />

azotate). Più triplette possono<br />

co<strong>di</strong>ficare lo stesso aminoacido.<br />

244


La proteina sintetizzata viene liberata<br />

ed acquista la sua struttura spaziale.<br />

245


Sono i legami deboli che si formano tra i<br />

vari aminoaci<strong>di</strong> a determinare la<br />

<strong>di</strong>sposizione spaziale della proteina e la<br />

sua funzione.<br />

246


Danni esterni, come i raggi UV, possono<br />

determinare mutazioni genetiche.<br />

247


Il processo <strong>di</strong> mutazione è alla base del<br />

processo evolutivo. Mutazioni positive<br />

vengono selezionate dall’ambiente e, nel<br />

tempo, danno luogo ad una nuova specie.<br />

248


Il tipo <strong>di</strong> mutazione più frequente è lo<br />

SNPs.<br />

249


Questa mutazione può non dar luogo ad<br />

alcuna variazione (stesso aminoacido<br />

co<strong>di</strong>ficato).<br />

250


Può co<strong>di</strong>ficare un <strong>di</strong>verso aminoacido ma<br />

con le stesse caratteristiche del primo.<br />

La proteina non cambia.<br />

251


Può co<strong>di</strong>ficare un aminoacido <strong>di</strong>verso e<br />

dar luogo ad una variazione strutturale<br />

della proteina.<br />

252


La mutazione SNPs può determinare una<br />

variazione fenotipica non importante (il<br />

colore degli occhi).<br />

253


Oppure una variazione importante e dar<br />

luogo ad una patologia.<br />

254


Oggi possiamo determinare SNPs per<br />

molte patologie.<br />

255


Come pure per la risposta metabolica a<br />

particolari farmaci.<br />

256


Nel nostro caso sono importanti gli SNPs<br />

che determinano variazioni del nostro<br />

stato fisiologico.<br />

257


(ASSENZA DELLA LATTASI)<br />

causa una ridotta espressione dell’enzima lattasi<br />

nei microvilli dell’intestino tenue; questa ridotta<br />

espressione fa si che il lattosio venga <strong>di</strong>gerito<br />

sempre meno portando a manifestazioni cliniche<br />

come coliche, crampi, meteorismo e <strong>di</strong>arrea.<br />

Nel polimorfismo (CC) il paziente deve sospendere<br />

l’assunzione <strong>di</strong> latte e derivati.<br />

258


(RISCHIO CELIACHIA)<br />

La celiachia è una particolare forma d’intolleranza<br />

permanente alla glia<strong>di</strong>na, una frazione proteica<br />

della farina <strong>di</strong> grano, dell’orzo e <strong>di</strong> altri cereali.<br />

La malattia celiaca è associata nel 90% dei casi<br />

alla presenza <strong>di</strong> antigeni HLA DQ2 e nei restanti<br />

casi alla presenza <strong>di</strong> HLA DQ8.<br />

I pazienti che presentano gli antigeni HLA DQ2<br />

e/o HLA DQ8 devono sospendere l’assunzione <strong>di</strong><br />

alimenti contenenti glutine.<br />

259


(CONVERTITORE DELL’ANGIOTENSINA)<br />

Questo gene co<strong>di</strong>fica catalizza la conversione<br />

dell'angiotensina I in angiotensina II, peptide<br />

fisiologicamente attivo. L'angiotensina II controlla<br />

la pressione arteriosa e l'equilibrio idrico -<br />

elettrolitico.<br />

260


Nel polimorfismo negativo il paziente<br />

deve ridurre l’assunzione <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o e<br />

controllare l’eventuale aumento della<br />

pressione arteriosa.<br />

261


(ALCOOL DEIDROGENASI 1C)<br />

L’Alcool - deidrogenasi 1C (ADH1C) è una subunità<br />

dell’alcool deidrogenasi, enzima che permette il<br />

metabolismo dell’etanolo con successiva formazione<br />

<strong>di</strong> acetaldeide, un composto tossico e altamente<br />

reattivo, responsabile <strong>di</strong> alcuni effetti negativi<br />

dovuti all’eccessivo consumo <strong>di</strong> alcool.<br />

Nel polimorfismo da insufficiente metabolizzazione<br />

il paziente deve ridurre l’assunzione <strong>di</strong> alcool.<br />

262


Mentre nel polimorfismo a rapida<br />

metabolizzazione, in caso <strong>di</strong> assunzione<br />

<strong>di</strong> alte quantità <strong>di</strong> alcool, si deve ridurre<br />

il danno da acetaldeide assumendo<br />

Metadoxina che ne aumenta<br />

l’eliminazione urinaria.<br />

263


(LIPOPROTEINA LIPASI)<br />

La lipoproteina lipasi (LPL) ha la funzione <strong>di</strong><br />

idrolizzare i trigliceri<strong>di</strong> contenuti nelle<br />

lipoproteine (chilomicroni e VLDL), liberando<br />

aci<strong>di</strong> grassi. Questi <strong>di</strong>ffondono nelle cellule, dove<br />

possono essere metabolizzati<br />

Nel polimorfismo negativo il paziente deve<br />

ridurre l’assunzione <strong>di</strong> grassi nella <strong>di</strong>eta,<br />

aumentare l’attività fisica e supplementare<br />

l’alimentazione con Omega 3.<br />

264


(APOLIPOPROTEINA C3)<br />

L’apolipoproteina C3 (APOC3) è una<br />

lipoproteina capace <strong>di</strong> legare i lipi<strong>di</strong> e<br />

deputata al trasporto <strong>di</strong> colesterolo<br />

Nel polimorfismo negativo il paziente<br />

deve ridurre l’assunzione <strong>di</strong> grassi e <strong>di</strong><br />

zuccheri nella <strong>di</strong>eta ed aumentare<br />

l’attività fisica.<br />

265


(METILENE TETRAIDROFOLATO REDUTTASI)<br />

Il gene metilene-tetraidrofolato reduttasi<br />

(MTHFR) co<strong>di</strong>fica per un enzima in grado <strong>di</strong><br />

sintetizzare molecole necessarie alla<br />

trasformazione dell’omocisteina in metionina.<br />

266


L’iperomocisteinemia e un marker <strong>di</strong><br />

rischio <strong>di</strong> obesità e <strong>di</strong> patologie<br />

car<strong>di</strong>ovascolari, neurodegenerative e<br />

oncologiche.<br />

Nel polimorfismo con attività enzimatica<br />

ridotta, si deve attivare il processo <strong>di</strong><br />

metilazione supplementando acido folico.<br />

267


(RECETTORE PER GLI ATTIVATORI<br />

DEI PEROSSISOMI GAMMA)<br />

Il gene PPARG (PPAR-gamma, o<br />

recettore gamma <strong>di</strong> attivazioneproliferazione<br />

<strong>di</strong> perossisomi) co<strong>di</strong>fica<br />

per l’omonima proteina, che regola<br />

l'a<strong>di</strong>pogenesi ed il metabolismo <strong>di</strong> grassi<br />

e zuccheri, influenzando i livelli <strong>di</strong><br />

glucosio e <strong>di</strong> insulina.<br />

268


In<strong>di</strong>vidui con polimorfismo negativo sono<br />

maggiormente pre<strong>di</strong>sposti allo sviluppo<br />

del <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 2.<br />

Il paziente deve ridurre l’assunzione <strong>di</strong><br />

zuccheri ed, eventualmente,<br />

programmare una terapia con<br />

ipoglicemizzanti glitazonici.<br />

269


(RECETTORE DELLA GRELINA)<br />

La secrezione <strong>di</strong> grelina determina la<br />

comparsa dell’appetito. Poiché la grelina<br />

agisce attraverso il suo recettore GHSR,<br />

bloccando tale recettore si altera il<br />

normale consumo <strong>di</strong> cibo e la secrezione<br />

<strong>di</strong> GH.<br />

270


Il polimorfismo negativo presenta un<br />

ridotto blocco del recettore con una<br />

suscettibilità all’iperalimentazione e<br />

all'obesità, il paziente deve assumere<br />

prima dei pasti principali degli<br />

integratori (mucillagini ad espansione od<br />

endomodulatori per la sazietà) che<br />

inducano una riduzione in<strong>di</strong>retta del<br />

senso <strong>di</strong> fame.<br />

271


E stimolare la secrezione <strong>di</strong> GH.<br />

272


(CITOCROMO P450 1A2)<br />

Il gene CYP1A2 co<strong>di</strong>fica per il citocromo<br />

P-450 <strong>di</strong> tipo 1A2, un enzima coinvolto<br />

nella detossificazione <strong>di</strong> numerose<br />

sostanze xenobiotiche e nel metabolismo<br />

<strong>di</strong> caffeina e <strong>di</strong> carni grigliate (carni<br />

cotte ad elevate temperature<br />

273


Sulla base dei <strong>di</strong>versi polimorfismi il<br />

paziente deve eliminare dalla <strong>di</strong>eta la<br />

carne grigliata, il fumo <strong>di</strong> sigaretta e la<br />

caffeina.<br />

Inoltre, molti farmaci (antidepressivi)<br />

sono metabolizzati da questo citocromo<br />

e possono avere una risposta <strong>di</strong>versa a<br />

seconda del polimorfismo che regola<br />

l’azione enzimatica.<br />

274


(MOTILINA)<br />

La motilina stimola la funzionalità<br />

muscolare e la motilità gastrica e<br />

intestinale, con un ruolo importante<br />

nell’assorbimento gastrico dei nutrienti<br />

e nella peristalsi intestinale. Un<br />

polimorfismo alterato può presentare<br />

<strong>di</strong>spepsia intestinale e rischio <strong>di</strong> obesità<br />

per eccessiva permanenza <strong>di</strong> cibo nel<br />

tratto intestinale rispetto ai normali.<br />

275


Il paziente deve assumere fermenti<br />

lattici per regolare la flora batterica.<br />

Regolare la secrezione gastrica<br />

assumendo aminoaci<strong>di</strong> semplici, <strong>di</strong>eci<br />

minuti prima del pasto.<br />

276


Regolare lo svuotamento gastrico con<br />

Domperidone in caso <strong>di</strong> gonfiore<br />

postpran<strong>di</strong>ale.<br />

277


E, in caso <strong>di</strong> flatulenza, assumere<br />

Simeticone.<br />

278


(RECETTORE PER LA VITAMINA D)<br />

Gli effetti della Vitamina D sono me<strong>di</strong>ati<br />

dal suo recettore (VDR) che regola il<br />

trasporto e l’omeostasi del calcio ed è<br />

fondamentale per il corretto processo <strong>di</strong><br />

mineralizzazione ossea. Soggetti con<br />

polimorfismo negativo sono pre<strong>di</strong>sposti<br />

ad una minore densità ossea e ad una<br />

riduzione dell’assorbimento del calcio.<br />

279


Nel polimorfismo negativo i pazienti<br />

devono supplementare la <strong>di</strong>eta con calcio<br />

e vitamina D.<br />

280


281


Determiniamo, poi, i polimorfismi<br />

negativi per l’invecchiamento da danni<br />

infiammatori.<br />

282


(INTERLEUCHINA 6)<br />

E’ una citochina pro-infiammatoria secreta da<br />

macrofagi e linfociti T, che è coinvolta nella<br />

regolazione delle risposte immunitarie e nella<br />

regolazione della risposta infiammatoria sia <strong>di</strong><br />

fase acuta che <strong>di</strong> fase cronica. L’infiammazione<br />

ha un ruolo importante nei processi<br />

d'invecchiamento e nella patogenesi<br />

dell’arteriosclerosi<br />

I soggetti con polimorfismo negativo hanno<br />

maggiori livelli plasmatici <strong>di</strong> IL-6 e hanno una<br />

maggiore probabilità <strong>di</strong> essere colpiti dal danno<br />

infiammatorio.<br />

283


(FATTORE DI NECROSI TUMORALE Α)<br />

Il TNF-alfa (Fattore <strong>di</strong> Necrosi<br />

Tumorale alfa) è una citochina proinfiammatoria<br />

coinvolta<br />

nell’infiammazione. Il polimorfismo<br />

negativo porta ad un aumento<br />

dell’infiammazione con conseguente<br />

danno tissutale.<br />

284


(INTERLEUCHINA 10)<br />

L'interleuchina 10 è una citochina antiinfiammatoria<br />

che inibisce il rilascio<br />

delle citochine pro-infiammatorie. Esiste<br />

un polimorfismo genetico che si associa<br />

ad una minore produzione <strong>di</strong> IL10 e ad un<br />

maggior danno infiammatorio.<br />

285


Nei polimorfismi negativi i pazienti devono<br />

prevenire, per quanto possibile le infiammazioni,<br />

regolare la risposta infiammatoria con<br />

antiinfiammatori ed assumere regolarmente<br />

prodotti tampone per ridurre il danno d’acidosi nei<br />

tessuti. Inoltre, prima e dopo l’esposizione solare<br />

devono applicare sulla cute sostanze che riducano<br />

il processo infiammatorio causato dai raggi UV<br />

(Laminaria Ochroleuca).<br />

286


E’ importante conoscere anche la<br />

capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa dal danno dei ra<strong>di</strong>cali<br />

liberi dell’ossigeno.<br />

287


Per questo si stu<strong>di</strong>ano i polimorfismi<br />

negativi per i principali antiossidanti.<br />

288


(SUPEROSSIDO DISMUTASI 2)<br />

La superossido <strong>di</strong>smutasi è un enzima<br />

antiossidante, responsabile della<br />

detossificazione <strong>di</strong> specie reattive<br />

dell’ossigeno (ROS), attraverso la<br />

conversione dei ra<strong>di</strong>cali dell’ossigeno in<br />

idrogeno perossido. In caso <strong>di</strong> ridotta<br />

funzione enzimatica i soggetti<br />

interessati presentano accumulo <strong>di</strong><br />

ra<strong>di</strong>cali e ad invecchiamento cellulare e<br />

devono assumere regolarmente<br />

antiossidanti.<br />

289


Alcune persone presentano circa il 33%<br />

in più <strong>di</strong> attività enzimatica <strong>di</strong> SOD2<br />

(con aumento del perossido d’idrogeno).<br />

Tali devono aiutare la metabolizzazione<br />

<strong>di</strong> questa sostanza (ottimizzando la<br />

funzione del Glutatione) supplementando<br />

vitamina PP (Niacina) ed il suo<br />

precursore (Triptofano).<br />

290


(GLUTATIONE S-TRANSEFRASI M1)<br />

L’enzima glutatione S-transferasi, appartiene ad<br />

una famiglia <strong>di</strong> enzimi detossificanti che catalizzano<br />

la coniugazione <strong>di</strong> varie molecole tossiche con il<br />

glutatione rendendole meno reattive e più<br />

facilmente eliminabili dall’organismo.<br />

Nel polimorfismo negativo il paziente deve<br />

supportare i processi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sintossicazione sia<br />

supplementando vitamina PP (Niacina) ed il suo<br />

precursore (Triptofano), sia con cicli <strong>di</strong> Glutatione<br />

per via endovenosa e Silimarina per via orale.<br />

291


(CATALASI)<br />

La catalasi è un enzima coinvolto nella<br />

detossificazione della cellula da specie<br />

reattive dell'ossigeno.<br />

I soggetti che esprimono un quantitativo<br />

<strong>di</strong> catalasi ridotto sono maggiormente<br />

soggetti a patologie causate da stress<br />

ossidativo e devono assumere<br />

regolarmente antiossidanti.<br />

292


(PROTEINA ASSOCIATA A CAPACITÀ<br />

COGNITIVE E DELLA MEMORIA)<br />

Il gene kibra co<strong>di</strong>fica per la proteina<br />

citoplasmatica KIBRA, appartenente alla famiglia<br />

delle proteine <strong>di</strong> trasduzione del segnale ed<br />

espressa principalmente nell’ippocampo, regione<br />

del cervello essenziale per la memoria.<br />

Nel polimorfismo negativo i pazienti devono<br />

supportare il processo biochimico della memoria<br />

con endomodulatori, la neosinaptogenesi con<br />

fosfolipi<strong>di</strong> ed utilizzare tecniche <strong>di</strong><br />

memorizzazione.<br />

293


(RECETTORE DELLA DOPAMINA D2)<br />

DRD2 è il gene co<strong>di</strong>ficante il recettore<br />

D2 per la dopamina, un<br />

neurotrasmettitore implicato nella<br />

regolazione della memoria,<br />

dell’attenzione, delle energie e delle<br />

sensazioni <strong>di</strong> piacere <strong>di</strong> una persona.<br />

Nel polimorfismo negativo i pazienti con<br />

manifestazione clinica devono attivare il<br />

processo dell’attenzione nella memoria.<br />

294


In particolare soggetti che presentano<br />

una riduzione della presenza del<br />

recettore D2 nel cervello il quale li<br />

rende più vulnerabili a <strong>di</strong>sturbi psicotici,<br />

che si possono esprimere anche come<br />

<strong>di</strong>pendenza da alcool e droghe. Questi<br />

devono essere supportati<br />

psicologicamente e/o<br />

farmacologicamente dalla tendenza a<br />

<strong>di</strong>pendenze. In casi particolari, il me<strong>di</strong>co<br />

può prescrivere dell’Aloperidolo.<br />

295


(TRASPORTATORE DELLA<br />

SEROTONINA)<br />

Il gene SLC6A4 co<strong>di</strong>fica per la proteina<br />

trasportatrice della serotonina (SERT),<br />

neurotrasmettitore fondamentale per il<br />

tono dell’umore e per l’adattamento allo<br />

stress ambientale.<br />

La variante negativa porta ad una minore<br />

espressione del trasportatore e quin<strong>di</strong><br />

da una ridotta funzionalità della<br />

serotonina.<br />

296


Questi pazienti, soggetti a depressione,<br />

alcolismo e <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni ossessivocompulsivi,<br />

devono potenziare le funzioni<br />

serotoninergiche supplementando<br />

Triptofano, quale precursore del<br />

neurotrasmettitore.<br />

297


(CITOCROMO P450 19A1)<br />

L'aromatasi è l'enzima che sintetizza gli<br />

estrogeni dagli androgeni. La variazione<br />

nel DNA <strong>di</strong> CYP19A1 si associa o ad una<br />

riduzione della sua attività e dei livelli<br />

plasmatici e urinari dell’estra<strong>di</strong>olo, o ad<br />

un eccesso della sua attività e dei livelli<br />

plasmatici e urinari dell’estra<strong>di</strong>olo.<br />

298


In caso d’insufficiente funzione, le<br />

pazienti, in climaterio, devono<br />

soggettivizzare l’apporto estrogenico<br />

nella terapia sostitutiva.<br />

299


In caso <strong>di</strong> funzione in eccesso, le<br />

pazienti devono regolare l’eventuale<br />

eccesso estrogenico ed i possibili effetti<br />

negativi <strong>di</strong> questo.<br />

300


(ENZIMA CATECOL-O-<br />

METILTRANSFERASI)<br />

Il gene COMT co<strong>di</strong>fica per l’enzima<br />

catecol-O-metiltransferasi, un<br />

importante me<strong>di</strong>atore del metabolismo<br />

delle catecolamine cerebrali e degli<br />

estrogeni.<br />

I soggetti con una ridotta funzionalità<br />

enzimatica hanno una ridotta<br />

metossilazione degli estrogeni.<br />

301


La riduzione del processo <strong>di</strong><br />

metossilazione degli estrogeni porta al<br />

rischio <strong>di</strong> neoplasia mammaria. Per<br />

questo si deve utilizzare l’applicazione<br />

locale (sul seno) <strong>di</strong> flavonoi<strong>di</strong> ad effetto<br />

antiossidante.<br />

302


Nel polimorfismo negativo i pazienti<br />

devono evitare l’uso <strong>di</strong> sostanze ad<br />

effetto dopaminergico (amfetamine,<br />

cocaina, nicotina).<br />

303


Infine, dobbiamo valutare i polimorfismi<br />

negativi per il metabolismo cutaneo.<br />

Valutiamo l’espressione genica per i<br />

componenti della cute.<br />

304


(PROTEINA DELLA MATRICE EXTRACELLULARE<br />

EMILINA1)<br />

Le fibre elastiche sono composte per il 90% da una rete<br />

<strong>di</strong> microfibrille <strong>di</strong> elastina, e da molecole che consolidano<br />

l’organizzazione nel suo insieme. Tra queste molecole<br />

in<strong>di</strong>spensabili alla corretta organizzazione delle fibre del<br />

derma vi è l’Emilina. L'emilina 1 contribuisce a mantenere<br />

la buona qualità delle fibre elastiche e consolida al<br />

contempo l’architettura del derma assicurando il legame<br />

tra fibre elastiche e fibre <strong>di</strong> collagene.<br />

Nel polimorfismo negativo i pazienti devono stimolare la<br />

sintesi <strong>di</strong> Emilina con introduzione intradermica <strong>di</strong><br />

precursori biologici ed attivatori cellulari<br />

(biostimolazione).<br />

305


(COLLAGENE DI TIPO 3 ALFA1)<br />

Il collagene è la principale proteina del tessuto<br />

connettivo <strong>di</strong>sposta sotto forma <strong>di</strong> fibrille molto<br />

resistenti. Nell'uomo sono stati identificati<br />

numerosi tipi <strong>di</strong> collagene. I più importanti sono<br />

quelli <strong>di</strong> tipo I, II e III. In particolare, il<br />

collagene <strong>di</strong> tipo III è il componente più<br />

importante della matrice extracellulare.<br />

Nel polimorfismo negativo i pazienti devono<br />

attivare la neoformazione <strong>di</strong> collagene reticolare<br />

con perio<strong>di</strong>ci trattamenti <strong>di</strong> rigenerazione cutanea<br />

con fattori <strong>di</strong> crescita piastrinici.<br />

306


(ACIDO IALURONICO SINTASI)<br />

L’acido ialuronico sintetasi (HAS1), è un gene che co<strong>di</strong>fica<br />

per una proteina che sintetizza acido ialuronico, una delle<br />

componenti fondamentali dei tessuti connettivi dell'uomo.<br />

La sua concentrazione nei tessuti del corpo tende a<br />

<strong>di</strong>minuire con l'avanzare dell'età e quin<strong>di</strong> è per questo che<br />

una sua mancanza determina un indebolimento della pelle,<br />

promuovendo la formazione <strong>di</strong> rughe ed inestetismi.<br />

Nel polimorfismo negativo i pazienti devono stimolare la<br />

sintesi <strong>di</strong> Acido Ialuronico con introduzione intradermica<br />

e/o transdermica <strong>di</strong> precursori biologici ed attivatori<br />

cellulari (biostimolazione).<br />

307


Anche il metabolismo <strong>di</strong> <strong>di</strong>struzione dermica<br />

deve essere rilevato nella sua espressività<br />

genetica.<br />

308


(STROMELISINA-1 O METALLOPROTEINASI<br />

DI MATRICE DI TIPO 3)<br />

La stromelisina (detta anche metalloproteinasi<br />

<strong>di</strong> matrice <strong>di</strong> tipo 3 o MMP3) è una<br />

proteoglicanasi. Essa viene secreta assieme ad<br />

altre metallo proteinasi e degrada i componenti<br />

maggiori della matrice. La MMP3 viene indotta<br />

dalle citochine infiammatorie. Tutti gli stimoli<br />

che causano infiammazione sono in questo modo<br />

causa <strong>di</strong> invecchiamento precoce della pelle.<br />

309


Alcuni soggetti presentano una riduzione<br />

dell’espressione <strong>di</strong> MMP3 del 50%. Questo fa sì<br />

che la pelle <strong>di</strong> questi soggetti sia più resistente a<br />

stimoli infiammatori e non subisca un<br />

invecchiamento precoce.<br />

Altri soggetti hanno una espressione <strong>di</strong> MMP3<br />

aumentata <strong>di</strong> 4 volte. Queste persone devono<br />

porre particolare ai danni cutanei e ridurre<br />

l’attività delle metalloproteinasi cutanee con<br />

l’introduzione intradermica <strong>di</strong> Cisteina (blocco del<br />

sito attivo) e con l’utilizzazione transdermica <strong>di</strong><br />

Macrocistis Pyrifera e Sanguisorba Officinalis.<br />

310


Tutta questa visita permette una<br />

<strong>di</strong>agnosi finale che in<strong>di</strong>ca l'età biologica<br />

del paziente. Questa, ovviamente, è un<br />

stato clinico e non un numero.<br />

311


Ve<strong>di</strong>amo ora come la Me<strong>di</strong>cina<br />

Fisiologica, tramite il LIFE QUALITY<br />

MEDICAL PROGRAM, interviene nella<br />

prevenzione dei danni<br />

dell’invecchiamento generale.<br />

312


L’operatività principale della me<strong>di</strong>cina<br />

fisiologica è quella preventiva basata<br />

sulla rieducazione comportamentale del<br />

paziente.<br />

313


Si inizia con la programmazione <strong>di</strong> una<br />

corretta alimentazione.<br />

Questa dovrà essere variata e composta<br />

da tutti i macronutrienti.<br />

La quantità sarà <strong>di</strong>visa in 5 pasti dando<br />

la preferenza agli zuccheri,<br />

principalmente complessi, nella prima<br />

parte del giorno ed alle proteine nel<br />

pasto serale.<br />

314


La giusta quantità <strong>di</strong> cibo verrà calcolata<br />

tramite il fabbisogno energetico del<br />

paziente.<br />

Ciò per regolare l’introduzione calorica<br />

ed ovviare ad eccessi o a <strong>di</strong>fetti della<br />

stessa.<br />

315


Il fabbisogno energetico può essere<br />

ottimizzato attivando la termogenesi.<br />

316


Infatti, nell’anziano abbiamo una<br />

riduzione del <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o energetico.<br />

317


L’assunzione <strong>di</strong> proteine aumenta la<br />

termogenesi indotta aumentando il<br />

<strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o energetico.<br />

318


Sempre in rapporto alle proteine,<br />

dobbiamo ricordare che l’anziano<br />

<strong>di</strong>minuisce il suo fabbisogno energetico<br />

ma mantiene il suo fabbisogno proteico.<br />

319


Collegato all’alimentazione è il corretto<br />

funzionamento dell’attività intestinale.<br />

320


In caso <strong>di</strong> rallentamento della peristalsi<br />

si integra l’alimentazione con fibre<br />

grezze.<br />

321


E’ necessario, inoltre, ripristinare la<br />

flora batterica intestinale spesso<br />

alterata da <strong>di</strong>ete incongrue.<br />

322


L’assunzione dei prebiotici consente<br />

questa regolazione e migliora la funzione<br />

intestinale.<br />

323


Si passa poi all’integrazione alimentare<br />

per compensare eventuali carenze della<br />

<strong>di</strong>eta.<br />

324


Si prescriverà una capsula <strong>di</strong> un<br />

polivitaminico con sali minerali ed<br />

oligoelementi per compensare la carenza <strong>di</strong><br />

queste sostanze.<br />

Gli alimenti che ingeriamo sono conservati,<br />

raffinati, trattati e cucinati, questi processi<br />

determinano la scomparsa <strong>di</strong> importanti<br />

principi attivi che debbono essere introdotti<br />

dall’esterno.<br />

325


Importante é il rispetto del giusto<br />

apporto proteico: secondo le più recenti<br />

in<strong>di</strong>cazioni, 1 grammo per chilo <strong>di</strong> peso<br />

ideale.<br />

326


Si ricorderà al paziente che la parte<br />

proteica e<strong>di</strong>bile nella carne é il 25%, nel<br />

pesce e nei latticini il 20%, nelle uova e<br />

nei legumi il 15%.<br />

Qualora, a fine giornata, non si sia<br />

assunta la quantità stabilita, si può<br />

compensare con un integratore proteico<br />

in polvere o in barretta.<br />

327


L’apporto proteico può essere utilizzato<br />

anche per migliorare la funzionalità<br />

<strong>di</strong>gestiva.<br />

328


Infatti, gli enzimi <strong>di</strong>gestivi non sono<br />

prodotti continuamente, ma la loro<br />

sintesi si attiva all’arrivo degli alimenti<br />

nello stomaco.<br />

329


Sono principalmente le proteine ad<br />

attivare la sintesi degli ormoni dello<br />

stomaco e ….<br />

330


… <strong>di</strong> quelli duodenali. Per questo<br />

l’assunzione, 10 minuti prima del pasto, <strong>di</strong><br />

un integratore proteico, facilita la<br />

produzione <strong>di</strong> enzimi <strong>di</strong>gestivi.<br />

331


Importante è anche l’apporto <strong>di</strong> aci<strong>di</strong><br />

grassi polinsaturi omega 3, non<br />

sintetizzabili dal nostro organismo.<br />

L’acido α-linolenico (18:3; ALA), l’acido<br />

eicosapentaenoico (20:5; EPA) e l’acido<br />

docosaesaenoico (22:6; DHA) devono<br />

essere introdotti con la <strong>di</strong>eta (pesce) o<br />

con un supporto integrativo.<br />

332


Fondamentale è mantenere il giusto<br />

rapporto tra omega 6 ed omega 3<br />

(Rapporto 3:1).<br />

L’eccesso <strong>di</strong> omega 6 altera il<br />

metabolismo delle prostaglan<strong>di</strong>ne<br />

facilitando nel paziente la comparsa <strong>di</strong><br />

malattie car<strong>di</strong>ovascolari. L’alimentazione<br />

ricca in carne sbilancia il rapporto a<br />

favore degli omega 6.<br />

333


Nella rieducazione comportamentale, si<br />

cercherà <strong>di</strong> far comprendere la<br />

necessità <strong>di</strong> migliorare le con<strong>di</strong>zioni<br />

ambientali, per quanto possibile, ed<br />

eliminare l’assunzione <strong>di</strong> sostanze<br />

tossiche o ad effetto vasocostrittore,<br />

come il fumo: questo ultimo<br />

particolarmente negativo per la cute<br />

nella donna e per la vascolarizzazione del<br />

pene nell’uomo<br />

334


La <strong>di</strong>pendenza da fumo è un grande<br />

problema che, oggi, interessa in modo<br />

particolare la donna, con alterazioni<br />

della cute definite dagli autori inglesi<br />

come: smoker’s face.<br />

335


Il fumo <strong>di</strong> sigaretta determina:<br />

•Un incremento del danno ossidativo per attivazione della<br />

formazione <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali liberi<br />

•Alterazione della matrice dermica per attivazione delle<br />

metallo-proteinasi<br />

•Ipossia da vasocostrizione nicotinica e da intossicazione<br />

da ossido <strong>di</strong> carbonio<br />

•Riduzione della vitamina A per azione del benzopirene<br />

•Aumento dei cross-links del collagene (indurimento) ad<br />

opera dell’acetaldeide<br />

•Effetto mutageno per effetto del catrame.<br />

336


Vari sono i mezzi utili per aiutare il paziente<br />

fumatore a smettere. Recentemente è stato<br />

utilizzato il bupropione cloridrato (dopaminergico<br />

e noradrenergico) utile per la <strong>di</strong>sassuefazione da<br />

nicotina.<br />

Si assumono 150 mg per 3 giorni, poi si smette <strong>di</strong><br />

fumare, continuando la terapia. Nei gran<strong>di</strong><br />

fumatori è consigliabile abbinare un cerotto alla<br />

nicotina per una settimana.<br />

337


Più recente e, apparentemente, più valida è<br />

la VARENICLINA che compete con la<br />

nicotina sugli specifici recettori. Il<br />

trattamento prevede:<br />

• una compressa da 0.5 mg per 3 giorni,<br />

• due compresse da 0.5 mg per ulteriori 4<br />

giorni.<br />

• da questo momento il paziente dovrà<br />

smettere fumare<br />

• per le 12 settimane successive dovrà<br />

assumere due compresse da 1<br />

338


Terminato l’intervento preventivo si può<br />

inserire l’intervento restitutivo utile a<br />

riportare, più rapidamente, i sistemi<br />

biologici ad uno stato fisiologico.<br />

339


Il programma antiossidante prevede la<br />

supplementazione <strong>di</strong> questi principi attivi<br />

a dosaggi variabili a seconda del valore<br />

dei ROM-s.<br />

340


Solo in caso <strong>di</strong> un alto valore del<br />

risultato dei ROM-s si programmerà un<br />

trattamento antiossidante integrativo.<br />

Valori bassi dei ROM-s non richiedono<br />

intervento antiossidante.<br />

341


Questo per evitare il blocco dell’azione<br />

dei ra<strong>di</strong>cali liberi prodotti dai macrofagi<br />

per danneggiare i batteri ed i virus che<br />

aggre<strong>di</strong>scono il nostro corpo.<br />

342


Si procede, poi, nella restituzione con<br />

l’Endomodulazione.<br />

343


Il termine deriva da quello primitivo<br />

della Endofarmacologia, coniato da<br />

Maurizio Ceccarelli nel 1990, per<br />

in<strong>di</strong>care una stimolazione dell’organismo<br />

al fine <strong>di</strong> ottimizzare la produzione <strong>di</strong><br />

componenti funzionali e strutturali dello<br />

stesso.<br />

344


Nasce da un concetto biochimico, la<br />

costante <strong>di</strong> Michelis e Menten, secondo<br />

il quale le reazioni enzimatiche vengono<br />

ottimizzate nella produzione dei loro<br />

prodotti me<strong>di</strong>ante l’aumento delle<br />

quantità dei substrati e degli enzimi <strong>di</strong><br />

trasformazione.<br />

345


Le reazioni biologiche sono tutte<br />

caratterizzate dall’ingresso del<br />

substrato nel sito attivo dell’enzima,<br />

dalla trasformazione stereochimica <strong>di</strong><br />

questo, dalla formazione del prodotto <strong>di</strong><br />

reazione e dalla liberazione <strong>di</strong><br />

quest’ultimo.<br />

346


La costante <strong>di</strong> Michelis e Menten<br />

afferma che aumentando le quantità <strong>di</strong><br />

enzima e <strong>di</strong> substrato abbiamo come<br />

conseguenza un aumento della quantità <strong>di</strong><br />

prodotto <strong>di</strong> reazione<br />

347


Maggiore è la quantità <strong>di</strong> precursori e<br />

maggiore è la formazione <strong>di</strong> prodotti <strong>di</strong><br />

reazione. Quin<strong>di</strong> se noi vogliamo<br />

ottimizzare la quantità <strong>di</strong> un particolare<br />

prodotto <strong>di</strong> reazione dobbiamo fornire<br />

un’alta quantità <strong>di</strong> precursori.<br />

348


Oggi, può sembrare inutile fornire<br />

precursori per ottimizzare la formazione<br />

<strong>di</strong> una particolare sostanza quando<br />

l’industria farmaceutica ci consente <strong>di</strong><br />

somministrare il prodotto finito già<br />

pronto.<br />

349


La somministrazione del prodotto<br />

preformato può causare dei problemi da<br />

eccesso <strong>di</strong> sostanza con conseguenti<br />

feed-back negativi in caso <strong>di</strong> sostanze<br />

ormonali e/o ……..<br />

350


…. reclutamento recettoriale in caso <strong>di</strong><br />

ormoni o neurotrasmettitori, o …..<br />

351


……… internalizzazione recettoriale. In<br />

tutti i casi abbiamo una trasformazione<br />

della fisiologia, un evento contrario alle<br />

nostre finalità.<br />

352


L’endomodulazione consente, invece,<br />

in<strong>di</strong>pendentemente dalla quantità <strong>di</strong><br />

precursori somministrate, <strong>di</strong> ottenere<br />

una ottimizzazione del prodotto <strong>di</strong><br />

reazione senza mai causare un eccesso <strong>di</strong><br />

questo.<br />

353


Infatti, con l’endomodulazione<br />

stimoliamo la formazione <strong>di</strong> prodotto <strong>di</strong><br />

reazione, ma quando, anche una sola<br />

molecola <strong>di</strong> questo è in eccesso, non<br />

potendo proseguire la normale via<br />

metabolica, si inserisce nel sito<br />

allosterico dell’enzima ……<br />

354


….. bloccandone la funzione ed<br />

impedendo la formazione <strong>di</strong> ulteriori<br />

quantità della stessa.<br />

355


Il prodotto <strong>di</strong> endomodulazione deve<br />

essere somministrato a stomaco vuoto.<br />

356


Possiamo ottimizzare gli ormoni sessuali<br />

con la endomodulazione. Infatti questi<br />

appartengono al gruppo degli ormoni<br />

steroidei che presentano una<br />

derivazione comune dal precursore<br />

pregnenolone.<br />

357


Il pregnenolone viene somministrato in<br />

una forma vegetale detta <strong>di</strong>osgenina.<br />

Questa viene utilizzata a livello<br />

surrenale nella ottimizzazione della<br />

formazione <strong>di</strong> DHEA, testosterone,<br />

estrogeni e progesterone.<br />

358


Uno dei primi segni della riduzione<br />

cognitiva è la per<strong>di</strong>ta della memoria.<br />

Anche il meccanismo biochimico <strong>di</strong><br />

questa può essere ottimizzato con<br />

l’endomodulazione.<br />

359


Possiamo ottimizzare il processo<br />

biochimico della memorizzazione<br />

supplementando le sostanze utilizzate in<br />

questo meccanismo.<br />

360


Possiamo ottimizzare la muscolatura,<br />

361


Attivando la sintesi del growth hormon,<br />

362


Che, attraverso l’attivazione della<br />

secrezione <strong>di</strong> IGF1, stimola la sintesi<br />

proteica.<br />

363


Per questo usiamo un supplemento <strong>di</strong><br />

arginina.<br />

364


Possiamo ottimizzare il microcircolo per<br />

evitare la comparsa <strong>di</strong> una PEFS.<br />

365


Questa patologia del tessuto a<strong>di</strong>poso<br />

nasce da una stasi venolinfatica che, in<br />

soggetti pre<strong>di</strong>sposti, induce un edema.<br />

366


La comparsa dell’edema è facilitata dalla<br />

riduzione <strong>di</strong> consistenza della parete<br />

vasale.<br />

367


Quin<strong>di</strong>, somministriamo arginina per<br />

attivare i processi sintetici e<br />

glucosamina come precursore del<br />

manicotto perivasale.<br />

368


Possiamo ottimizzare con<br />

l’endomodulazione anche lo stato<br />

cutaneo.<br />

369


Per questo somministriamo prolina e<br />

glicina per migliorare la quantità <strong>di</strong><br />

collagene.<br />

370


La glucosamina per ottimizzare l’acido<br />

ialuronico.<br />

371


La lisina per ottimizzare l’elastina.<br />

372


Valina, leucina ed isoleucina per<br />

ottimizzare gli aci<strong>di</strong> grassi del sebo.<br />

373


Ancora, possiamo ottimizzare<br />

l’abbronzatura.<br />

374


Somministrando i precursori delle<br />

melanine e dell’acido urocanico.<br />

375


Possiamo ottimizzare la concentrazione<br />

<strong>di</strong> serotonina, riducendo lo stato<br />

depressivo, e la concentrazione <strong>di</strong><br />

melatonina, riducendo le irregolarità del<br />

sonno, supplementando triptofano.<br />

376


Possiamo ridurre il senso <strong>di</strong> fame<br />

stimolando la formazione <strong>di</strong> serotonina<br />

con triptofano e <strong>di</strong> colecistochinina con<br />

fenilalanina.<br />

377


L’ottimizzazione metabolica prosegue<br />

con l’uso <strong>di</strong> farmaci metabolotropici e<br />

<strong>di</strong>sintossicanti utilizzati per via<br />

endovenosa a piccoli boli.<br />

Le iniezioni vengono effettuate a giorni<br />

alterni con cicli <strong>di</strong> 10 sedute.<br />

Il ciclo si ripete ogni 3 mesi.<br />

378


I farmaci più utilizzati sono il glutatione<br />

ridotto, gli zuccheri fosforilati, solfoadenosin-metionina<br />

e ornitina, citrullina<br />

e arginina.<br />

379


La solfo-adenosin-metionina migliora i<br />

processi <strong>di</strong> trans metilazione.<br />

380


Il glutatione ridotto svolge un’azione<br />

detossicante tramite i suoi gruppi<br />

sulfidrilici, formando gli aci<strong>di</strong><br />

mercapturici; inoltre svolge la ben nota<br />

azione antira<strong>di</strong>calica.<br />

381


Gli zuccheri fosforilati migliorano il<br />

potenziale delle membrane e le funzioni<br />

energetiche della cellula.<br />

382


Ornitina, citrullina e arginina facilitano<br />

l’ureogenesi dell’ammoniaca.<br />

383


I farmaci metabolotropici e<br />

<strong>di</strong>sintossicanti vengono utilizzati per via<br />

endovenosa a piccoli boli per facilitare la<br />

<strong>di</strong>ffusione nei tessuti e superare la<br />

barriera ematoencefalica.<br />

384


Il trattamento della funzione motoria<br />

prevede sia una corretta attività fisica,<br />

sia il riassetto posturale.<br />

385


Si programmano degli esercizi funzionali,<br />

utili al mantenimento dell’attività<br />

articolare, del tono addominale e del<br />

circolo venolinfatico degli arti inferiori.<br />

386


Gli esercizi dovranno essere quoti<strong>di</strong>ani<br />

ed effettuati senza sforzo (frequenza<br />

car<strong>di</strong>aca massima = 80% (220- età<br />

paziente)<br />

387


La posizione del corpo rispetto ai piani<br />

d’appoggio dovrà essere normalizzata, se<br />

dalla visita risultassero delle<br />

irregolarità.<br />

Ginnastica posturale ed ortesi plantari<br />

sono tra i possibili trattamenti <strong>di</strong><br />

rieducazione e correzione.<br />

388


Recenti macchine <strong>di</strong>namiche<br />

computerizzate analizzando i deficit<br />

muscolari e portano al lavoro del capo<br />

muscolare specifico.<br />

389


Importante è la regolazione della<br />

funzione del sonno.<br />

390


Permettendo la regolazione <strong>di</strong> tutte le<br />

fasi del sonno utili sia all’equilibrio dello<br />

stato fisico sia a quello dello stato<br />

psichico.<br />

391


Il primo passo è quello <strong>di</strong> creare un<br />

habitat che faciliti il vissuto del sonno.<br />

Posto confortevole, assenza <strong>di</strong> suoni e,<br />

principalmente <strong>di</strong> luci. Queste bloccano il<br />

passaggio della serotonina a melatonina.<br />

392


Il secondo passo è la somministrazione<br />

dell’endomodulatore contenente<br />

triptofano per ottimizzare la formazione<br />

<strong>di</strong> melatonina. Due capsule la sera prima<br />

<strong>di</strong> coricarsi a stomaco vuoto.<br />

393


Il terzo passo è la sostituzione<br />

soggettivizzata della melatonina. I<br />

dosaggi devono compensare la riduzione<br />

del valore ematico senza eccedere.<br />

Dosaggi alti <strong>di</strong> melatonina hanno<br />

significato nel trattamento <strong>di</strong> patologie<br />

e non nel miglioramento della funzione.<br />

394


Quando i trattamenti esposti non<br />

esitano risultato si può passare<br />

all’utilizzazione <strong>di</strong> farmaci specifici.<br />

395


Numerose sostanze agiscono a livello dei<br />

recettori del GABA, con effetto<br />

ansiolitico ed ipnoinducente.<br />

396


Si passa poi al trattamento dei deficit<br />

cognitivi alla base dei <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong><br />

comunicazione.<br />

397


Uno dei primi segni della riduzione<br />

cognitiva è la per<strong>di</strong>ta della memoria.<br />

Questo innesca un meccanismo negativo<br />

che porta il paziente a ridurre i propri<br />

rapporti con gl’altri per non evidenziare<br />

questo problema.<br />

La chiusura verso gli stimoli esterni<br />

porta ad un ulteriore rallentamento<br />

mnesico.<br />

398


Il primo passo nei deficit mnesici è l’uso<br />

dell’endomodulazione che potenzia<br />

l’azione <strong>di</strong> tutti i me<strong>di</strong>atori della<br />

memoria. Due capsule al mattino a<br />

stomaco vuoto.<br />

399


Quando l’endofarmacologia non é<br />

sufficiente si passa all’uso dei farmaci<br />

nootropi, così detti per il loro effetto <strong>di</strong><br />

miglioramento della memoria.<br />

400


In caso <strong>di</strong> riduzione mnesica persistente,<br />

utilizziamo acetil-carnitina, mimetico<br />

dell’acetilcolina, al mattino; ed i<br />

fosfolipi<strong>di</strong>, utili alla flui<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> membrana<br />

necessaria per la neosinaptogenesi, alla<br />

sera.<br />

Citicolina e magnesio per ottimizzare<br />

l’LTP.<br />

401


I fosfolipi<strong>di</strong>, quali responsabili della<br />

flui<strong>di</strong>tà delle membrane biologiche,<br />

favoriscono la neosinaptogenesi,<br />

migliorando gli scambi interneuronali.<br />

Per questa loro caratteristica facilitano,<br />

inoltre, l’espressività recettoriale e,<br />

quin<strong>di</strong>, la comunicazione intracellulare.<br />

402


La citicolina migliora le funzioni<br />

energetiche delle cellule neuronali e<br />

stimola la sintesi dei fosfolipi<strong>di</strong>.<br />

403


L’acetil-carnitina, con una formula <strong>di</strong><br />

struttura simile all’acetilcolina, si<br />

sostituisce a questo neurotrasmettitore<br />

nell’attivazione dello stimolo <strong>di</strong> rinforzo.<br />

404


Il magnesio compete con gli ioni calcio a<br />

livello del recettore NMDA, regolando<br />

l’eccitazione cellulare ed evitando<br />

l’eccessiva fosforillazione delle proteine<br />

<strong>di</strong> struttura dovuta alle chinasi calcio<br />

<strong>di</strong>pendenti.<br />

405


I farmaci nootropi <strong>di</strong> ultima generazione<br />

(l’aniracetam al mattino e l’idebenone alla<br />

sera) vanno utilizzati quando la per<strong>di</strong>ta<br />

<strong>di</strong> memoria é maggiore.<br />

406


L’aniracetam stimola il recettore<br />

ionotropico AMPA depolarizzando il<br />

neurone con ioni so<strong>di</strong>o ed attivando il<br />

LTP.<br />

407


L’idebenone attiva la sintesi ed il<br />

turnover della serotonina e<br />

dell’acetilcolina, oltre a proteggere i<br />

fosfolipi<strong>di</strong> dall’azione lipoperossidativa<br />

dei ra<strong>di</strong>cali liberi dell’ossigeno.<br />

408


Passiamo ora al trattamento delle variazioni<br />

del tono dell’umore ed in particolare sulla<br />

tendenza allo stato depressivo.<br />

409


Importante nella prevenzione della<br />

depressione è il mantenimento della<br />

giusta concentrazione cerebrale <strong>di</strong><br />

serotonina.<br />

410


Il primo punto d’intervento è quello <strong>di</strong><br />

mantenere una giusta situazione<br />

ambientale con i giusti ritmi <strong>di</strong> luce e<br />

buio per consentire una giusta<br />

concentrazione <strong>di</strong> serotonina il giorno ed<br />

una giusta concentrazione <strong>di</strong> melatonina<br />

alla sera.<br />

411


Poi si cerca <strong>di</strong> ottimizzare la formazione<br />

della serotonina con un endomodulatore<br />

contenente triptofano. Due capsule al<br />

mattino a stomaco Poi si cerca <strong>di</strong><br />

ottimizzare la formazione della<br />

serotonina con un endomodulatore<br />

contenente triptofano. Due capsule al<br />

mattino a stomaco vuoto.<br />

412


La serotonina liberata dal neurone<br />

afferente agisce sul neurone ricevente<br />

per un breve periodo, poi viene ricaptata<br />

e metabolizzata dalle monoaminossidasi<br />

(MAO).<br />

413


Infine si passa all’intervento<br />

farmacologico con l’uso <strong>di</strong> farmaci che<br />

inibiscano il reaptake della serotonina.<br />

414


O <strong>di</strong> farmaci che blocchino l’enzima <strong>di</strong><br />

metabolizzazione (MAO).<br />

415


Passiamo al trattamento del <strong>di</strong>stress. La<br />

trasformazione dell’eustress in <strong>di</strong>stress<br />

determina stati organici e<br />

comportamentali negativi sia per il<br />

soggetto che per la sua vita <strong>di</strong> relazione.<br />

416


L’impossibilità della soluzione<br />

dell’aggressione esterna induce il<br />

mantenimento nel tempo della reazione<br />

biochimica da stress con:<br />

•Ipertensione e deficit immunitario per<br />

iperstimolo surrenalico<br />

•Bulimia ed impotenza per eccesso <strong>di</strong><br />

endorfine.<br />

417


Il primo trattamento è l’educazione del<br />

paziente a momenti quoti<strong>di</strong>ani <strong>di</strong><br />

rilassamento.<br />

418


Massaggi, Yoga e Training Autogeno<br />

possono in vario modo e a vari livelli<br />

rilassarci dalle tensioni quoti<strong>di</strong>ane.<br />

419


Anche semplici esercizi, da far seguire<br />

al paziente da solo, possono aiutare a<br />

ritrovare momenti privi dalle tensioni<br />

generate dai problemi quoti<strong>di</strong>ani.<br />

420


Nei casi con sintomatologia obiettiva si<br />

passa al trattamento farmacologico. La<br />

stimolazione surrenalica induce aumento<br />

del cortisolo con blocco delle <strong>di</strong>fese<br />

immunitarie e aumento dell’incidenza alle<br />

malattie.<br />

421


La caduta delle <strong>di</strong>fese immunitarie, non<br />

si evidenzia solo con una maggior<br />

incidenza alle infezioni, ma anche<br />

l’escape delle cellule neoplastiche. La<br />

continua formazione <strong>di</strong> cellule<br />

neoplastiche viene bloccata dall’azione<br />

del sistema immune. La riduzione delle<br />

capacità <strong>di</strong> questo porta al possibile<br />

escape da questo controllo.<br />

422


Anche l’invecchiamento è caratterizzato<br />

da una riduzione delle funzioni<br />

immunitarie con aumento dell’incidenza<br />

alle infezioni e al cancro.<br />

423


Nel nostro corpo, continuamente, si<br />

determinano delle derepressioni degli<br />

oncogeni, con attivazione dei sistemi <strong>di</strong><br />

crescita e moltiplicazione anarchica<br />

delle cellule.<br />

424


Il nostro organismo si oppone a queste<br />

alterazioni con una serie <strong>di</strong> funzioni<br />

riparative iniziali. Se queste non sono<br />

sufficienti si libera una cellula mutata in<br />

senso cancerogeno.<br />

425


In questa cellula, la derepressione<br />

genica porta una variazione della<br />

composizione antigenica cellulare che<br />

consente al sistema immune <strong>di</strong> bloccare<br />

e <strong>di</strong>struggere le cellule neoplastiche.<br />

426


Prima dei farmaci è possibile l’uso <strong>di</strong><br />

fitopreparati.<br />

I Frammenti <strong>di</strong> Papaya Carica stimolano:<br />

•La fagocitosi macrofagica<br />

•Il numero Natural Killer<br />

•La produzione TNF-alfa e IFN gamma<br />

• L’attivazione linfociti T e B<br />

427


Anche le sostanze <strong>di</strong> sintesi, quali il<br />

pidotimod ad azione immunostimolante,<br />

sono utili.<br />

Questo attiva la citotossicità<br />

linfocitaria, la <strong>di</strong>fferenziazione dei T<br />

linfociti, il rilascio d’interferone e<br />

d’interleuchina 1, l’attività dei linfociti<br />

natural killer.<br />

428


Dobbiamo ricordare che l’alta<br />

concentrazione <strong>di</strong> endorfine induce, nel<br />

<strong>di</strong>stress, per<strong>di</strong>ta del desiderio sessuale<br />

ed impotenza.<br />

429


Queste problematiche vanno inserite nel<br />

più ampio trattamento dei deficit<br />

sessuali.<br />

La riduzione del desiderio sessuale,<br />

l’incapacità erettiva ed il climaterio<br />

ormonale vanno stu<strong>di</strong>ati e trattati per un<br />

corretto vissuto sessuale del soggetto.<br />

430


Nel maschio tratteremo:<br />

•La <strong>di</strong>minuzione del desiderio<br />

•L’incapacità erettiva<br />

•La per<strong>di</strong>ta dell’erezione<br />

Nella donna:<br />

•La <strong>di</strong>minuzione del desiderio<br />

•La craurosi vulvare<br />

•La <strong>di</strong>spareunia<br />

431


La per<strong>di</strong>ta del desiderio sessuale, sia<br />

nell’uomo che nella donna, viene<br />

attribuita ad una carenza <strong>di</strong><br />

testosterone.<br />

432


Il comportamento sessuale consegue,<br />

principalmente, alla stimolazione<br />

dell’area preottica me<strong>di</strong>ale, a livello<br />

ipotalamico<br />

433


Il testosterone aumenta la<br />

concentrazione <strong>di</strong> ossido nitrico che<br />

stimola la produzione <strong>di</strong> dopamina a<br />

livello dell’area preottica me<strong>di</strong>ale. Si<br />

ottiene un aumento del desiderio<br />

sessuale.<br />

434


Possiamo stimolare la biosintesi<br />

surrenalica <strong>di</strong> steroi<strong>di</strong> supplementando il<br />

precursore pregnenolone in forma<br />

vegetale (<strong>di</strong>osgenina).<br />

435


La necessita <strong>di</strong> terapia sostitutiva con<br />

testosterone può essere verificata,<br />

nell’uomo, con il test PADAM.<br />

436


Calcoliamo, sulla base dei valori ematici<br />

del paziente, il volume da somministrare.<br />

437


Preferiamo utilizzare una<br />

somministrazione per via transdermica<br />

con una crema contenente una<br />

determinata quantità <strong>di</strong> principio per<br />

unità <strong>di</strong> volume.<br />

438


Nella donna in climaterio, quando i valori<br />

del testosterone sono inferiori a 20<br />

ngr/dl, si consiglia una terapia con 1 mgr<br />

al giorno.<br />

439


Nell’incapacità erettiva e, cioè,<br />

nell’assenza <strong>di</strong> erezione, si effettua una<br />

terapia con alprosta<strong>di</strong>l intracavernoso.<br />

440


L’introduzione con iniezione<br />

intracavernosa <strong>di</strong> prostaglan<strong>di</strong>na<br />

determina un rilassamento <strong>di</strong>retto dello<br />

sfintere muscolare delle arterie elicine<br />

con ingresso <strong>di</strong> sangue ed erezione.<br />

441


Diluiamo il flacone da 20 microgrammi<br />

con 1,5 ml <strong>di</strong> S.F. e 0,5 ml <strong>di</strong><br />

Bicarbonato. Utilizziamo, a seconda del<br />

caso, tra le 5 e le 20 unità, inserite nel<br />

corpo cavernoso.<br />

442


Nella per<strong>di</strong>ta dell’erezione e, cioè,<br />

quando è presente un’erezione che dura<br />

poco tempo (fuga venosa) si esegue una<br />

terapia con sildenafil o farmaci similari.<br />

443


Questi farmaci bloccano l’azione delle<br />

fosfo<strong>di</strong>esterasi 5 consentendo un<br />

prolungamento dell’azione del GMP-c<br />

444


Questo mantiene un continuo ingresso <strong>di</strong><br />

sangue nei corpi cavernosi, compensando<br />

la fuga venosa da rilassamento della<br />

fascia <strong>di</strong> Buck.<br />

445


I vari farmaci <strong>di</strong> blocco delle<br />

fosfo<strong>di</strong>esterasi si <strong>di</strong>fferenziano nel<br />

tempo <strong>di</strong> inizio dell’azione e in quello <strong>di</strong><br />

durata.<br />

446


Nella donna, la riduzione del desiderio<br />

sessuale, la craurosi vulvare e la<br />

<strong>di</strong>spareunia debbono essere stu<strong>di</strong>ati e<br />

corretti.<br />

447


Il climaterio femminile rappresenta un<br />

quadro clinico <strong>di</strong> particolare complessità.<br />

448


La caduta estrogenica influisce su vari<br />

sistemi, circolatorio, osseo e genitale.<br />

449


Il trattamento me<strong>di</strong>co del climaterio<br />

deve iniziare nella premenopausa e<br />

continuarsi nella postmenopausa per<br />

tutta la vita della paziente.<br />

450


La cessazione del ciclo mestruale<br />

consegue alla per<strong>di</strong>ta della funzione<br />

ovarica.<br />

451


L’ovaio ha la funzione <strong>di</strong> maturare il<br />

follicolo, liberando estrogeni e, dopo<br />

l’ovulazione, <strong>di</strong> liberare progesterone dal<br />

corpo luteo.<br />

452


La secrezione ormonale ovarica ha come<br />

funzione principale la preparazione<br />

dell’endometrio uterino per il possibile<br />

attecchimento dell’uovo fecondato.<br />

453


La cessazione della funzione ovarica ha<br />

un significato biologico evoluzionistico. Il<br />

neonato non è in grado <strong>di</strong> mantenersi da<br />

solo e necessita del accu<strong>di</strong>mento<br />

materno. Per questo la funzione ovarica<br />

si adatta alla durata me<strong>di</strong>a della vita che<br />

la donna ha avuto per milioni <strong>di</strong> anni.<br />

454


Negli ultimi cento anni, l’allungamento<br />

della vita me<strong>di</strong>a della donna, determina<br />

che questa viva un terzo della sua vita in<br />

climaterio.<br />

455


Questo determina una serie <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi<br />

neurovegetativi, sessuali e psicologici,<br />

imme<strong>di</strong>ati.<br />

456


La paziente riferisce depressione, ansia,<br />

cambio delle abitu<strong>di</strong>ni alimentari.<br />

457


Nel tempo, a questi sintomi se ne<br />

sommano altri che possono indurre<br />

patologie importanti come l’osteoporosi e<br />

le malattie car<strong>di</strong>ovascolari.<br />

458


Il trattamento inizia già nella<br />

premenopausa, caratterizzata da<br />

assenza <strong>di</strong> ovulazione e caduta del<br />

progesterone per mancanza del<br />

corpo luteo.<br />

459


Nella premenopausa iniziamo con<br />

ottimizzare la produzione surrenalica <strong>di</strong><br />

ormoni sessuali, me<strong>di</strong>ante<br />

l’endomodulazione.<br />

460


Passiamo, poi alla terapia sostitutiva<br />

soggettivizzata <strong>di</strong> progesterone, 10<br />

giorni al mese.<br />

461


Utilizziamo una crema con progesterone<br />

a quantità stabilita per unità <strong>di</strong> volume.<br />

462


Nella post menopausa allarghiamo la<br />

terapia sostitutiva.<br />

463


Nella post menopausa allarghiamo la<br />

utilizziamo estra<strong>di</strong>olo e progesterone<br />

transdermici. Somministrando il primo,<br />

sempre, ed il secondo, 10 gironi al mese.<br />

464


La utilizzazione transdermica ha due<br />

vantaggi, il primo <strong>di</strong> poter dosare la<br />

quantità perfettamente, la seconda <strong>di</strong><br />

evitare il sovraccarico epatico.<br />

465


La dose deve essere soggettivizzata<br />

perché gli estrogeni possono essere<br />

prodotti, in quantità <strong>di</strong>fferente, sia dal<br />

surrene che dal tessuto a<strong>di</strong>poso.<br />

466


Utilizziamo una crema a quantità<br />

stabilita per unità <strong>di</strong> volume.<br />

467


Il calcolo si effettua sui dosaggi ematici<br />

dell’ormone.<br />

468


Anche per il progesterone utilizziamo<br />

una crema a quantità stabilita per unità<br />

<strong>di</strong> volume.<br />

469


Il calcolo si effettua sui dosaggi ematici<br />

dell’ormone.<br />

470


Nella terapia sostitutiva ormonale, la<br />

paura è sempre quella <strong>di</strong> un possibile<br />

tumore al seno.<br />

471


Recentemente, numerosi lavori<br />

scientifici paragonano i possibili rischi<br />

della terapia a i danni reali <strong>di</strong> non<br />

effettuarla.<br />

472


Tanto da arrivare a riconoscerne<br />

l’importanza <strong>di</strong> questa anche in pazienti<br />

che hanno avuto un cancro.<br />

473


Sul piano scientifico, dobbiamo subito<br />

<strong>di</strong>stinguere il concetto <strong>di</strong> eccitoproliferativo da<br />

quello <strong>di</strong> cancerogeno.<br />

Gli estrogeni sono eccitoproliferativi, cioè fanno<br />

crescere più velocemente una cellula<br />

in<strong>di</strong>pendentemente dal suo stato.<br />

Una cellula normale avrà dei benefici da questo<br />

stimolo, ma anche una cellula neoplastica verrà<br />

stimolata a crescere <strong>di</strong> più.<br />

Quin<strong>di</strong> gli estrogeni non trasformano cellule<br />

normali in neoplastiche, ma fanno crescere meglio<br />

tutte e due.<br />

474


La trasformazione <strong>di</strong> una cellula in<br />

cancro, richiede una serie <strong>di</strong> danni<br />

cromosomici che inducono questa<br />

trasformazione.<br />

475


In particolare, l’alterazione principale<br />

riguarda il processo d’inibizione da<br />

contatto, che viene altarato dando luogo<br />

alla formazione del tumore.<br />

476


Il danno viene riparato da vari sistemi<br />

intracellulari. Superati questi, la cellula<br />

neoplastica viene aggre<strong>di</strong>ta dai natural<br />

killer linfocitari.<br />

477


Ma, al <strong>di</strong> là delle <strong>di</strong>fese che abbiamo per<br />

bloccare il cancro, ritorniamo al possibile<br />

effetto cancerogeno degli estrogeni.<br />

Questo non è dato dagli estrogeni come<br />

tali, ma da particolari metaboliti che<br />

derivano dalla forma 4 idrossilata.<br />

478


Questa forma, con quella chinonica, che<br />

consegue all’ossidazione, è presente in<br />

alta concentrazione nel cancro della<br />

mammella.<br />

479


Nei soggetti che hanno una scarsa<br />

espressione genetica della catecol-metiltransferasi,<br />

abbiamo che la forma<br />

idrossilata, anziché metilarsi, si ossida a<br />

chinone e questo può determinare<br />

mutazione del DNA.<br />

480


Per ovviare a questo, in questi soggetti si<br />

somministrano per via generale e topica,<br />

degli antiossidanti.<br />

481


Infine, anche i trattamenti <strong>di</strong><br />

armonizzazione estetica del corpo e del<br />

viso rivestono un ruolo nel benessere del<br />

paziente.<br />

482


Infatti, la psico-neuro-endocrinoimmunologia,<br />

ci <strong>di</strong>ce che migliorare lo<br />

stato psicologico del paziente influisce<br />

anche su queste funzioni organiche.<br />

483


I nostri interventi estetici debbono<br />

sempre mirare ad armonizzare la figura<br />

della nostra paziente.<br />

484


Il rispetto dell’armonia dei corpi è<br />

co<strong>di</strong>ficato in particolari rapporti definiti<br />

come proporzioni auree.<br />

485


Leonardo e Fibonacci stu<strong>di</strong>arono questi<br />

rapporti, in<strong>di</strong>cando nel numero 1,618 il<br />

risultato <strong>di</strong> questi.<br />

486


Dette proporzioni si ritrovano in natura<br />

nei vari corpi animali e vegetali.<br />

487


Anche nelle opere d’arte fatte dall’uomo<br />

e riconosciute come belle, ritroviamo<br />

queste proporzioni.<br />

488


Nella società moderna, le proporzioni<br />

auree vengono assegnate ai manufatti<br />

che debbono piacere al pubblico.<br />

489


Quin<strong>di</strong>, anche noi, nella armonizzazione<br />

<strong>di</strong> un volto dobbiamo seguire questi<br />

rapporti.<br />

490


Così come, nella armonizzazione <strong>di</strong> un<br />

corpo, senza creare mai eccessi.<br />

491


492

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