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1° obiettivo 2° obiettivo 3° obiettivo

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1. TRACCIAMENTO A TERRA<br />

Questa è la soluzione di un enigma che resiste fin dall’antico Egitto. Questa è la soluzione semplice<br />

ad un problema che sembrava irrisolvibile.<br />

1.1 Obiettivi<br />

Nel caso della Grande Piramide, gli obiettivi del tracciamento erano tre:<br />

<strong>1°</strong> <strong>obiettivo</strong><br />

Ottenere un quadrato i cui lati<br />

siano perfettamente orientati<br />

verso i 4 punti cardinali<br />

<strong>2°</strong> <strong>obiettivo</strong><br />

Ottenere un quadrato perfetto:<br />

4 angoli retti<br />

4 lati uguali<br />

2 diagonali uguali<br />

<strong>3°</strong> <strong>obiettivo</strong><br />

Ottenere un quadrato che abbia<br />

i 4 angoli perfettamente<br />

complanari (sullo stesso piano)<br />

1<br />

N<br />

W E<br />

OVEST<br />

SUD<br />

S<br />

N<br />

W E<br />

SI NO<br />

QUADRATO POLIGONO<br />

SI NO<br />

ROMBO TRAPEZIO<br />

NO NO<br />

NORD<br />

EST<br />

SI NO<br />

Un compitino mica male per un popolo che non dispone di alcuno strumento di misurazione topografica,<br />

anche grossolano (goniometro, teodolite, bussola…).<br />

1.2 A cosa serve<br />

Il tracciamento è fondamentale in quanto esso ha un’influenza diretta sul corretto progredire della<br />

costruzione.<br />

Pensate infatti cosa succederebbe se il quadrato non fosse tale, cioè non avesse 4 angoli retti o<br />

4 lati uguali, ma fosse un poligono generico, un rombo, un trapezio , oppure se il piano<br />

d’appoggio non fosse in piano o se gli angoli (da cui partiranno gli spigoli della piramide) non fossero<br />

tutti allo stesso livello (complanari).<br />

La piramide crescerebbe in maniera “deforme” e non sarebbe possibile correggerla in corso<br />

d’opera. Bisognerebbe rismontarla.<br />

Per contro, orientare i lati della GP secondo i 4 punti cardinali, di per sé non influisce sulla riuscita<br />

dell’edificazione, ma serve solo a conformarsi ad un tipo di configurazione geometrica di tipo “sacro”<br />

o votivo che comunque era certamente molto importante per gli Egizi.<br />

OVEST<br />

SUD<br />

S<br />

NORD<br />

EST


Ciò è confermato dal fatto che tutte le tre piramidi dell’altopiano di Giza (e non solo) sono orientate<br />

in questo modo e che la GP, lo è in modo particolarmente preciso (§ 2.6 – 2.7).<br />

1.3 Rito di fondazione<br />

Per motivi religioso-procedurali questo tracciamento lo faceva personalmente<br />

il faraone con una cerimonia chiamata “rito di fondazione” che<br />

consisteva nel piantare un picchetto nel terreno nel punto che sarebbe<br />

stato preso come origine di tutte le misure successive.<br />

Ovviamente si trattava di una cerimonia formale, così come avviene ancora<br />

oggi per la posa della prima pietra di un’opera pubblica da parte di<br />

un politico. Si pensa che questo paletto, poichè investito di grande importanza<br />

religiosa, fosse piantonato da guardie fino al suo utilizzo finale.<br />

2<br />

Fig. 49 - Rito di fondazione celebrato<br />

dal Faraone.<br />

Copyright: M.V. Fiorini ©.<br />

In realtà le misurazioni e quindi i tracciamenti veri, venivano fatti, prima e dopo la cerimonia, con<br />

estrema cura, da chi era in grado di farli: i sacerdoti e i tenditori di corde.<br />

1.4 Tracciamento secondo gli egittologi<br />

Gli egittologi che sono, diciamolo una volta per tutte, più dei letterati che degli ingegneri e quindi<br />

poco inclini ad affrontare gli aspetti tecnico-cantieristici, sostengono che gli Egizi avrebbero usato<br />

la Merkhet.<br />

Si tratta di una sorta di strumento piuttosto<br />

rudimentale (1) ideato per trovare il<br />

Nord con le stelle, le cui indicazioni sono<br />

decisamente approssimative e quindi incompatibili<br />

con la grande precisione ottenuta<br />

dagli Egizi.<br />

Malgrado ciò, G. Goyon riferisce che sia<br />

stato lo stesso faraone, usando questo<br />

strumento di notte, a picchettare i quattro<br />

angoli del quadrato di base, servendosi<br />

di una mazzetta d’oro.<br />

Questo racconto, più mitologico che tecnico, mi vede in totale disaccordo.<br />

Fig. 50 - La Merkhet . Copyright: M.V. Fiorini ©.<br />

Infatti, come vedremo qui di seguito, la determinazione degli angoli di base, è un’ operazione<br />

molto più complessa di ciò che un non addetto ai lavori potrebbe credere di primo acchito.<br />

Mi interesserebbe veramente molto, che gli stessi che affermano che i sacerdoti egizi sarebbero<br />

riusciti ad individuare con esattezza il Nord con la merkhet, mi spiegassero, gesto per gesto con<br />

una dimostrazione pratica in cantiere, come si fa a trasferire questo dato sul terreno senza falsarlo<br />

perdipiù operando di notte quindi nel buio più totale … Credo che mi divertirei tanto…<br />

Un conto è indicare genericamente una direzione con il dito, altra cosa è tracciare a terra una linea<br />

che sia perfettamente orientata secondo un asse Nord-Sud con la stabiliante precisione che<br />

Maragioglio - Rinaldi hanno potuto verificare, pari ad un scarto di soli 2 primi di grado !!!<br />

E poi, anche se per un miracolo di Osiride i due addetti tracciassero il Nord correttamente sul muretto,<br />

con quale mezzo trasferirebbero questo tracciamento alla base del paletto del faraone,<br />

senza falsare la direzione? Per queste ed altre ragioni meramente tecniche, che non è il caso di<br />

sviscerare in questa sede, escludo che gli Egizi abbiano usato la Merkhet per il tracciamento. Ma<br />

allora come hanno fatto?<br />

1 - Come ammette anche lo stesso Geoges Goyon nel libro “Il segreto delle grandi piramidi”.


1.5 Analisi del problema<br />

Confesso che questo problema mi ha assillato molto tempo, turbando anche i miei sonni. Non<br />

riuscivo infatti ad immaginare come si potesse trovare il Nord in maniera così precisa senza disporre<br />

di strumenti adeguati.<br />

Contemporaneamente continuavo a ripetermi che la GP, essendo lì davanti a noi, era la prova<br />

“vivente” che ci doveva essere stato un sistema che offriva ottimi risultati.<br />

Di una cosa sono convinto, a quei tempi, per trovare il Nord con certezza, ci si poteva arrivare solo<br />

con gli astri. Però c’era un problema pratico che mi bloccava.<br />

Di notte si vedono tanti di astri, quindi individuare quello giusto, seguirne l’orbita senza incertezze,<br />

trasferirla prima sul muretto per mezzo di un filo piombo tenuto in mano da un operatore (alla<br />

faccia della precisione) e da qui a terra (non si sa con quale mezzo) senza dimenticare il paletto<br />

piantato dal faraone, è un’operazione molto complicata e per nulla convincente nei risultati.<br />

Se poi, sulla base di un dato raccolto con una tecnica, certo poetica e romantica, ma completamente<br />

inaffidabile, dovessi anche tracciare a terra la linea di riferimento di tutta la costruzione e<br />

perdipiù al buio, avrei la netta sensazione di perdere il mio tempo con rituali che nulla hanno a<br />

che fare con una seria misurazione di cantiere.<br />

1.6 La scoperta della tecnica usata<br />

E se operassimo di giorno?<br />

Beh, tutto diventerebbe molto più semplice. Di astro ne vediamo uno solo e per tracciare a terra,<br />

nessun problema di visibilità. Inoltre, dal punto di vista religioso, usare il sole per trovare la giusta<br />

direzione, significa stabilire un collegamento diretto, tra Sole, quindi Ra (2) e Piramide…. Meglio di<br />

così !!<br />

Ma in questo caso come potremmo procedere? Vediamo …<br />

TRACCIAMENTO LATO EST<br />

(<strong>1°</strong> <strong>obiettivo</strong> del tracciamento)<br />

Con la nostra fantasia portiamoci in Egitto 46 secoli fa’. Ci troviamo sull'altipiano di Giza e vediamo<br />

un uomo che si guarda attorno. Non si vede altro che pietrame, roccia e sabbia che una brezza<br />

leggera solleva di tanto in tanto formando buffe nuvolette…<br />

L’uomo tiene in mano una mazzetta di legno ed uno scalpello di rame, nell’altra una matassa di<br />

corda fine. L’uomo è molto concentrato sul dafarsi, e sta pensando: "Ora devo tracciare a terra il<br />

primo lato della piramide in modo perfetto perché sto lavorando per il mio grande faraone"...<br />

Sapremo in seguito che è stato bravissimo. Lo scarto del lato Est della Grande Piramide è di soli<br />

2 primi di grado !!! Come avrà fatto con mezzi così rudimentali?<br />

1.7 Da dove si parte<br />

Teniamo presente che il Nord è l’unico punto cardinale che è possibile trovare con certezza.<br />

E’ vero che il Sole ogni mattina nasce ad Est e tramonta ogni sera ad Ovest, ma per effetto dell’<br />

inclinazione dell’asse terrestre, il punto cambia ogni giorno e quindi non se ne può tenere conto.<br />

Circa il Sud è molto difficile poiché il Sole è alto nel cielo senza punti di riferimento. Quindi non<br />

resta che il Nord.<br />

Ecco come è possibile operare:<br />

Si parte col tracciare il primo lato.<br />

2 - Il culto di Aten (o Aton) verrà attivato molto più tardi.<br />

3


Quello prescelto è il lato Est poiché<br />

esso va da Nord a Sud.<br />

Una volta tracciato il lato Est della futura<br />

piramide, potremo ricavare gli<br />

altri 3 lati della base.<br />

Benissimo. Però come possiamo fare<br />

per tracciare con la massima sicurezza<br />

questa linea fondamentale, senza<br />

disporre di nessuno strumento che<br />

indichi il Nord con precisione e senza<br />

dimenticare che dobbiamo assolutamente<br />

partire dal paletto infisso nel<br />

terreno dal faraone?<br />

4<br />

BASE DELLA<br />

FUTURA PIRAMIDE<br />

PALETTO<br />

DEL FARAONE<br />

SUD<br />

Fig. 51 – Tracciamento lato Est.<br />

Copyright: M.V. Fiorini ©.<br />

1.8 Punto di partenza per le misure<br />

a. Attorno al paletto conficcato nel terreno dal Faraone, tracciamo un quadrato di circa 3 m di lato<br />

(6 Cubiti) e piantiamo 4 picchetti agli angoli.<br />

Tendiamo due corde collegando i picchetti diagonalmente opposti, in modo che le due corde<br />

si incrocino in corrispondenza del paletto centrale. Fig. 52.<br />

b. Ora togliamo il paletto centrale e le corde, tanto potremo ritrovare il segno, riposizionando<br />

queste ultime. All’interno del perimetro segnato dai quattro picchetti, scaviamo una fossa quadrata<br />

di circa m 2x2x1h (Cr 4x2h). Fig. 53.<br />

3 m<br />

PICCHETTO<br />

CORDA<br />

PICCHETTO<br />

PALETTO<br />

FARAONE<br />

CORDA<br />

3 m<br />

Fig. 52 – Inserimento picchetti e tenditura corde diagonali.<br />

Copyright: M.V. Fiorini ©.<br />

PICCHETTO<br />

2 m<br />

1 m<br />

PICCHETTO<br />

2 m<br />

NORD<br />

LATO EST<br />

Fig. 53 – Scavo della fossa centrale.<br />

Copyright: M.V. Fiorini ©.<br />

c. Anche con l’aiuto di robuste corde da sollevamento, caliamo nella buca un blocco di roccia<br />

squadrato nel modo migliore possibile e le cui dimensioni siano di circa 1 m cubo (2 Cr di lato).<br />

Esso costituirà, di fatto, la prima pietra angolare della piramide. Fig. 54. Per ora non sfiliamo<br />

le corde da sotto al blocco.<br />

d. A questo punto dobbiamo mettere in piano questo cubo di granito: è un’operazione molto importante.<br />

Le possibilità di movimento del cubo, sono chiaramente indicate nella fig. 55.


PICCHETTO<br />

2 m<br />

1 m<br />

PICCHETTO<br />

2 m<br />

Fig. 54 – Inserimento del blocco di roccia nella fossa con l’aiuto di robuste<br />

corde che passano al disotto di esso.<br />

Copyright: M.V. Fiorini ©.<br />

e. Anche in questo caso sono le soluzioni semplici<br />

quelle che ci convincono di più. Prendiamo un vaso<br />

di terracotta all’interno del quale abbiamo disegnato<br />

in prossimità della bocca, una linea circolare che<br />

serve a misurare il livello dell’acqua.<br />

Ora riempiamo il vaso di acqua fino a che il livello di<br />

questa non raggiunga la riga di riferimento. Se incliniamo<br />

il vaso, anche di poco, ce ne accorgiamo subito,<br />

in quanto il pelo dell’acqua non coincide più con<br />

la riga di riferimento. fig. 56.<br />

5<br />

PICCHETTO<br />

PICCHETTO<br />

.Fig. 55 – Movimenti possibili del blocco, per metterlo perfettamente<br />

in piano orizzontale. Copyright: M.V. Fiorini ©.<br />

Fig. 56 – Vasi per stabilire la perfetta orizzontalità del piano<br />

su cui sono appoggiati. Copyright: M.V. Fiorini ©.<br />

f. Ora mettiamo 4 vasi in ognuno dei 4 angoli del blocco di roccia e guardiamo l’anello di riferimento<br />

interno. Solo se il cubo è in piano, il livello dell’acqua coinciderà con l’anello. Se ciò<br />

non fosse, dovremmo muovere il blocco, agendo sulle corde (di cui al punto c), inserendo dei<br />

sassi sotto il blocco, fino a che il livello dell’acqua non coincida perfettamente con l’anello.<br />

g. Ripetiamo questa operazione per ognuno<br />

dei 4 angoli del cubo. Ad un<br />

certo punto arriveremo a trovare una<br />

posizione del blocco per cui tutti i livelli<br />

dell’acqua coincidono con la linea di riferimento,<br />

facendoci capire che il<br />

blocco di roccia è perfettamente orizzontale.<br />

Fig. 57.<br />

PICCHETTO<br />

PICCHETTO<br />

.Fig. 57 – Ricerca della perfetta orizzontalità del blocco di partenza per<br />

mezzo di uno o più vasi pieni d’acqua. Copyright: M.V. Fiorini ©.<br />

e. Ora riempiamo la parte restante della buca con pietrame che costipiamo a dovere, per rendere<br />

il nostro blocco stabile e non soggetto a movimenti poiché esso ci servirà da riferimento<br />

per le misure anche se di per sé stesso pesa oltre 3 tonnellate. Fig. 58.<br />

f. Riposizioniamo le corde sui picchetti e in corrispondenza del loro punto di incrocio, ritroveremo<br />

il punto in cui in origine il faraone aveva piantato il paletto. Ora, con uno scalpello tracciamo<br />

una croce sulla faccia superiore del cubo di roccia, onde fissare per sempre questo<br />

punto, che da ora diventa il punto di origine di tutte le misure e poi coinciderà con l’angolo<br />

Sud-Est della piramide. Fig. 59.


g. Ora facciamo un foro proprio nel centro della croce dove si incrociano i suoi assi. In questo<br />

foro piantiamo un paletto il più diritto possibile, che fuoriesca di circa 2 m (~4 cubiti), di cui<br />

vedremo presto l’utilità. Fig. 60.<br />

PICCHETTO<br />

PICCHETTO<br />

CORDA<br />

CORDA<br />

.Fig. 58 – Incisione sulla faccia superiore della croce che indica<br />

il punto esatto in cui il faraone aveva piantato il paletto.<br />

Copyright: M.V. Fiorini ©.<br />

h. A questo punto verifichiamo la verticalità del<br />

paletto con l’aiuto di un filo a piombo. Quando<br />

questa è raggiunta, fissiamo il paletto in questa<br />

posizione inserendo tra quest’ultimo e il foro<br />

nella roccia, dei piccoli cunei di legno. Fig. 60.<br />

- - - - - o O o - - - - -<br />

Con questa prima fase siamo riusciti a trasformare<br />

un semplice paletto di legno piantato nel terreno,<br />

in un punto di riferimento certo, che ci servirà<br />

da base di partenza per tutte le misurazioni future,<br />

rispettando scrupolosamente il punto scelto<br />

dal faraone.<br />

1.9 Scoprire il Nord<br />

a. Non ci resta che attendere l’alba. Già dalle prime<br />

luci del mattino il sole benchè basso, illuminerà il<br />

paletto conficcato nella roccia che proietterà una<br />

lunga ombra verso Ovest.<br />

Man mano che il sole si alza e si dirige a Sud,<br />

l’ombra si accorcia. A mezzogiorno essa presenterà<br />

la sua misura più breve per poi allungarsi<br />

nuovamente nel pomeriggio verso Est.<br />

b. Dovremo essere molto vigili e verificare con precisione<br />

qual’è il punto in cui l’ombra è più corta e<br />

vicina alla base del paletto che la proietta. In<br />

quello stesso momento, sarà mezzogiorno spaccato<br />

e quindi essa ci indicherà esattamente il<br />

Nord.Fig. 62.<br />

Per facilitare questa operazione probabilmente<br />

gli Egizi ricorrevano anche al sistema meglio noto<br />

come dei “cerchi indù”.<br />

Questa procedura, conosciuta fin dalla più re-<br />

6<br />

PALETTO<br />

Fig. 59 – Paletto conficcato nel foro praticato al centro della croce.<br />

Esso deve essere il più dritto e liscio possibile.<br />

Copyright: M.V. Fiorini ©.<br />

GHIAIA<br />

PALETTO<br />

BLOCCO<br />

GRANITO<br />

TERRENO<br />

CUNEI<br />

.Fig. 60 – Messa in verticale del paletto con filo a piombo e fissaggio<br />

con cunei. Copyright: M.V. Fiorini ©.<br />

SUD<br />

ORE 12<br />

OVEST EST<br />

OMBRA DEL MATTINO<br />

PALETTO<br />

GHIAIA<br />

OMBRA ORE 12<br />

MATTINO<br />

NORD<br />

ig. 61 – Proiezione a terra delle ombre provocate dal paletto detto<br />

anche gnomone. opyright: M.V. Fiorini ©.


mota anchitità, consisteva nel tracciare attorno<br />

al paletto (gnomone) una serie di cerchi concentrici<br />

che aiutavano l’osservatore a seguire i<br />

movimenti dell’ombra proiettata (lunghezza e<br />

direzione).<br />

Nel caso di indecisione circa l’esatto momento<br />

in cui l’ombra si trovasse nel suo punto più corto,<br />

era possibile, come verifica, tracciare la bisettrice<br />

tra due ombre (prima e dopo le ore 12)<br />

che toccassero la stessa circonferenza (come<br />

mostrato nel disegno qui accanto).<br />

7<br />

OMBRA 1<br />

N<br />

BISETTRICE<br />

OMBRA 2<br />

PALETTO<br />

Fig. 62 - Sitema detto dei “cerchi indù”. Copyright: M.V. Fiorini ©.<br />

c. A questo punto tracceremo sulla roccia in corrispondenza dell’ombra proiettata (o della bisettrice),<br />

un segno ben visibile, ma ancora cancellabile.<br />

d. In vari tempi successivi rifaremo lo stesso esperimento e verificheremo diverse volte che<br />

l’ombra segnata sia veramente sempre quella più corta. Quando saremo sicuri della direzione,<br />

tracceremo una riga permanente incidendola nel blocco con l’aiuto di uno scalpello.<br />

Con questa seconda fase siamo riusciti a tracciare con sicurezza l’asse Nord-Sud partendo dal<br />

paletto piantato dal faraone, quindi senza aggirare o ignorare le indicazioni dei rituali sacri egizi.<br />

1.10 Il punto di origine cioè “quota zero”.<br />

L’<strong>obiettivo</strong> di questa fase è:<br />

A. Rendere stabile il primo picchetto.<br />

B. Creare il punto zero delle misure e renderlo facilmente consultabile.<br />

Siamo nell’Antico Regno e disponiamo di pochi strumenti spesso rudimentali, ma per fortuna esistono<br />

i “tenditori di corde” che sono un po’ i geometri di oggi.<br />

Erano molto importanti in quanto, dopo ogni esondazione del Nilo, che ricopriva ogni cosa con il<br />

limo, essi dovevano ritrovare e ritracciare i confini dei terreni. Ripetendo ogni anno queste operazioni,<br />

avevano accumulato una grande esperienza nei tracciamenti.<br />

Però qui si tratta di misurare un monumento voluto dal faraone, quindi sacro. Nessun errore, anche<br />

piccolo, sarebbe ammesso. La cura e l’attenzione devono essere massime.<br />

Innanzi tutto muniamoci di una corda più fine e resistente possibile. Fine, per limitarne il peso a<br />

vantaggio della manovrabilità, resistente per ridurne al minimo la dilatazione sia termica che<br />

meccanica a vantaggio della precisione.<br />

La corda avrà due tacche rosse una dove comincia la parte misurata e un’altra dove finisce, cioè<br />

440 Cr dopo (230,38 m).<br />

Ora il nostro problema si sposta sul come fissare la corda sul paletto. Sembra una sciocchezza,<br />

ma non lo è. Infatti:<br />

1. Il punto di inizio della parte da misurare sta al centro del paletto, non difianco, ma in questo<br />

caso come fisso la corda?<br />

2. Se attorciglio lo spago attorno al paletto e poi faccio un nodo, inizio la misurazione già facendo<br />

un errore. Se poi dovessi fare degli aggiustamenti sulla posizione della corda avrei<br />

delle grosse difficoltà.


3. Vista la grande lunghezza da misurare (230,38 m) i “tenditori” dovranno esercitare una fortissima<br />

trazione sulla corda per minimizzarne o spanciamento alla distanza (fenomeno oggi<br />

ben visibile nei cavi dell’alta tensione) che altererebbe la precisione della misura.<br />

Farla tirare da buoi o da argani si rischierebbe di piegare il paletto o di farlo uscire dalla sua<br />

sede o anche solo di fletterlo creando altri problemi di misurazione (3) . Allora ecco come faremo:<br />

a. Togliamo il paletto alto 2 m servito per proiettare<br />

l’ombra e inseriamone uno alto circa 50 cm<br />

(1Cr), controllandone la verticalità con filo a<br />

piombo e fissandolo con cunei.<br />

Questo nuovo paletto, presenta in testa due<br />

scanalature disposte a croce, come indicato in<br />

fig. 63 che servono per l’inserimento di due corde<br />

incrociate.<br />

Facciamo in modo che le scanalature siano rivolte,<br />

il meglio possibile, verso i punti cardinali.<br />

b. Facciamo passare nella scanalatura Nord-<br />

Sud, la corda che abbiamo preparato per<br />

misurare, facendo corrispondere la prima<br />

tacca rossa con l’incrocio delle due scanalature,<br />

come indicato in fig. 64.<br />

Come si può facilmente capire il primo punto<br />

di misurazione coincide perfettamente<br />

con l’asse verticale del paletto e quindi con<br />

il punto scelto dal faraone.<br />

c. Ora tendiamo la corda verso Nord e fissiamola<br />

a terra sul lato Sud legandola ad un<br />

picchetto piantato profondamente nel terreno<br />

come indicato in fig. 65.<br />

Questo sistema di ancoraggio fa sì che la<br />

forza esercitata dai “tenditori di corde” contribuisca<br />

ad aumentare l’infissione del paletto<br />

nella sua sede a garanzia del sua inamovibilità<br />

e quindi della precisione delle misurazioni.<br />

8<br />

Fig. 62 – Ecco come deve apparire la testa (parte terminale)<br />

del paletto corto. Copyright: M.V. Fiorini ©.<br />

TACCA<br />

SUD<br />

CORDA MISURATA<br />

NORD<br />

Fig. 63 – La tacca di inizio corda misurata, corrisponde con l’asse<br />

del paletto. Copyright: M.V. Fiorini ©.<br />

SUD<br />

PICCHETTO<br />

CORDA<br />

GHIAIA<br />

PALETTO<br />

BLOCCO<br />

GRANITO<br />

TERRENO<br />

CORDA MISURATA<br />

CUNEI<br />

GHIAIA<br />

NORD<br />

Fig. 64 – Sezione schematica di come avviene il bloccaggio della corda<br />

che serve a misurare il lato della GP. Copyright: M.V. Fiorini ©.<br />

Ora il paletto è saldamente bloccato in una robusta e pesante base di appoggio e se, inopinatamente,<br />

vi fossero piccoli movimenti che facessero spostare la tacca, ce ne accorgeremmo<br />

subito e sarebbe facile porvi rimedio.<br />

3 - Mi si potrebbe obiettare che, per evitare lo spanciamento, basterebbe distendere la corda a terra. E’ vero, però questa soluzione presenta<br />

molti altri svantaggi tra i quali l’impossibilità di verificarne la tensione quindi la rettilinearità, la dipendenza da tutte le asperità del terreno quindi la<br />

precisione della misura, l’assenza di una linea facilmente individuabile.


1.11 Misurazione e orientamento lato Est<br />

Gli obiettivi di questa fase sono due:<br />

1. Tracciare il lato Est della GP secondo la direttrice Nord-Sud col minimo scarto possibile.<br />

2. Ottenere un lato lungo esattamente 440 Cr.<br />

a. Distendiamo la nostra corda misuratrice cercando di fare in modo che la parte iniziale, vicina<br />

al paletto di partenza, resti perfettamente allineata col segno che indica il Nord.<br />

Il fatto è che, man mano che ci si allontana srotolando la corda, è sempre più difficile mantenere<br />

tale direzione (Nord).<br />

Quando saremo arrivati a distendere tutta la corda misuratrice e terremo in mano la seconda<br />

tacca rossa, significa che ci troviamo a circa 230,38 m dal paletto di partenza.<br />

Paletto che avremo una una grossa difficoltà a vedere in quanto si trova alla ragguardevole<br />

distanza di oltre 2,5 campi di calcio da noi.<br />

b. Ora dobbiamo tirare con tutte le nostre forze (anche più persone) in modo che la corda si<br />

tenda al massimo.<br />

Qualcuno che è restato accanto al paletto di partenza ci segnalerà con bandierine (o altro)<br />

se dobbiamo spostarci leggermente a sinistra o a destra verificandolo col segno inciso sulla<br />

roccia di partenza.<br />

Una volta che la corda sia ben tesa e perfettamente allineata con la riga di riferimento, pianteremo<br />

un picchetto nel terreno, in modo che la tacca rossa coincida con l’asse del picchetto<br />

stesso e fissiamo a terra come abbiamo fatto all’angolo Sud-Est.<br />

In teoria questo è l’angolo Nord-Est della piramide, ma prima di confermarlo dobbiamo fare<br />

la seguente verifica.<br />

1.12 Verifica<br />

a. Lungo il futuro lato Est della piramide, scorre la nostra corda tesa e proprio in corrispondenza<br />

del suo percorso piantiamo saldamente nel terreno, 3 asticelle di legno alte circa 2 m.<br />

Una circa a metà della lunghezza e le altre due ai due quarti rimanenti (cioè a ¼ e a ¾) . Col<br />

filo a piombo ne regoliamo la verticale.<br />

b. Il giorno successivo aspettiamo mezzogiorno. Usando il nostro primo paletto piantato nel<br />

blocco di granito, verifichiamo che l’ombra del Sole coincida col segno di riferimento presente<br />

nella roccia.<br />

c. Nello stesso momento verifichiamo che tutte le asticelle proiettino un’ombra che coincida con<br />

il percorso della corda tesa. Se ciò avviene, allora l’orientamento della corda è corretto. In<br />

caso contrario il picchetto a Nord (e quindi la corda) verrà spostato di conseguenza, fino a<br />

che la verifica non sia positiva. Anche in questo caso rifaremo un controllo nei giorni successivi.<br />

d. Perfezionata la verifica, da quel momento possiamo dire di aver trovato il vero angolo Nord-<br />

Est della piramide (fig. 66).<br />

9


PICCHETTO DEL<br />

FARAONE<br />

SUD<br />

OMBRA ORE 12<br />

PALETTO DI<br />

VERIFICA<br />

CORDA TESA MISURATA<br />

OMBRA ORE 12<br />

PALETTO DI<br />

VERIFICA<br />

CORDA TESA MISURATA<br />

10<br />

OMBRA ORE 12<br />

PALETTO DI<br />

VERIFICA<br />

CORDA TESA MISURATA<br />

OMBRA ORE 12<br />

PICCHETTO<br />

DI ARRIVO<br />

CORDA TESA MISURATA<br />

N.B.<br />

DATA L'ENORME DISTANZA<br />

DEL SOLE, I SUOI RAGGI SI<br />

POSSONO CONSIDERARE<br />

PARALLELI<br />

Fig. 66 – Quando l’ombra solare delle ore 12, coincide con il tracciato della corda misuratrice tesa al massimo, allora si può concludere che<br />

essa è disposta perfettamente secondo la direzione Nord. Trattandosi di un disegno schematico che illustra solo il principio su cui si basa il<br />

tracciamento, le proporzioni tra le misure non sono ovviamente rispettate - Sud. Copyright: M.V. Fiorini ©.<br />

14.13 Consolidamento angolo Nord - Est<br />

Il punto esatto in cui abbiamo stabilito che ci sia l’angolo Nord-Est, dobbiamo consolidarlo per essere<br />

certi che non venga involontariamente spostato anche di poco.<br />

Ripeteremo anche qui le stesse operazioni descritte nella prima parte del presente capitolo, per il<br />

consolidamento del primo paletto, quello del punto zero .<br />

Ad operazione finita possiamo dire che abbiamo superato uno dei punti più difficili di tutta l’ operazione<br />

di tracciamento ed ora disponiamo di una corda tesa che ci indica direzione e lunghezza<br />

esatte del primo lato della nostra opera ciclopica.<br />

Quando avremo raggiunto questo risultato, avremo centrato il primo <strong>obiettivo</strong> del tracciamento -<br />

Fase 1 cioè tracciare il lato Est perfettamente orientato Nord-Sud.<br />

TRACCIAMENTO LATI NORD E SUD<br />

(<strong>1°</strong> <strong>obiettivo</strong> del tracciamento – fase 2)<br />

Si tratta ora di tracciare i lati Nord e Sud della piramide. Ambedue si estendono da Est verso Ovest<br />

partendo dai due paletti che segnano gli angoli Sud-Est e Nord-Est della piramide.<br />

Ambedue questi lati dovranno formare con il lato Est due angoli retti (90°) perfetti. Purtroppo non<br />

disponiamo di un sistema astronomico (sole o stelle) per individuare l’Ovest per cui dobbiamo<br />

aggiustarci con altri mezzi. Il mezzo più semplice è quello di usare i cerchi.<br />

NORD


Partendo dal primo picchetto (angolo Sud-Est) allontaniamoci<br />

sul lato Est di una misura di nostra scelta.<br />

Tracciamo una circonferenza che abbia un raggio qualsiasi,<br />

ma maggiore della distanza dal picchetto.<br />

Allontaniamioci poi dall’altra parte (verso Sud) sul prolungamento<br />

del lato Est e alla stessa distanza di prima, tracciamo<br />

una seconda circonferanza uguale alla precedente. Le due<br />

circonferenze si incroceranno obbligatoriamente in due punti<br />

come indicato in fig. 67.<br />

Se congiungiamo con una linea due punti trovati, questa<br />

passerà necessariamente sul nostro picchetto di partenza.<br />

Inoltre questa nuova linea si trova perfettamente a 90° rispetto<br />

al lato Est, che è proprio quello che volevamo ottenere.<br />

Ora partendo dal picchetto Nord-Est facciamo la stessa operazione<br />

ed otterremo anche lì un segmento che si trova a<br />

90° rispetto al lato Est.<br />

Prolunghiamo verso Ovest le linee ortogonali al lato Est appena<br />

tracciate (linee tratteggiate in fig.68), per una lunghezza<br />

di 440 Cr (230,38m) con la stessa procedura seguita per<br />

il primo tracciamento del lato Est.<br />

Anche in questo caso, come per il lato Est, pur cercando di<br />

fare il meglio possibile, non potremo essere certi che, una<br />

volta srotolata tutta la corda misuratrice, questa sia perfettamente<br />

orientata in direzione Ovest.<br />

Solo che questa volta, come si diceva poc’anzi, non abbiamo<br />

la possibilità di verificarlo né col sole né con le stelle e<br />

neppure con strumenti ad hoc come il moderno teodolite.<br />

11<br />

OVEST<br />

90°<br />

SUD<br />

PICCHETTO<br />

PICCHETTO<br />

OVEST<br />

90°<br />

NORD<br />

Fig. 67 - La stessa operazione va fatta sia<br />

all’angolo Sud-Est che a quello Nord-Est.<br />

Copyright: M.V. Fiorini ©.<br />

N<br />

W E<br />

Fig. 68 – Tracciamento dei lati Nord e Sud.<br />

Copyright: M.V. Fiorini ©.<br />

Quando avremo raggiunto questo risultato, avremo centrato il primo <strong>obiettivo</strong> del tracciamento<br />

della Fase 2<br />

TRACCIAMENTO LATO OVEST<br />

(<strong>1°</strong> <strong>obiettivo</strong> del tracciamento – fase 3)<br />

.<br />

Il lato Ovest sarà risulterà ovviamente dal congiungimento<br />

dei punti Nord-Ovest e Sud-Ovest.<br />

In questo momento abbiamo completato il tracciamento<br />

provvisorio del quadrato di base della piramide.<br />

Ma come facciamo ad essere sicuri che il quadrato appena<br />

tracciato sia giusto ?<br />

Anche in questo caso non possiamo contare su verifiche astronomiche<br />

eppure dobbiamo trovare il modo di verificarlo<br />

con precisione.<br />

Quando avremo raggiunto questo risultato, avremo centrato<br />

il primo <strong>obiettivo</strong> del tracciamento Fase 3<br />

90°<br />

S<br />

N<br />

S<br />

90°<br />

90°<br />

90°<br />

W E<br />

90°<br />

90°<br />

Fig. 69 – Tracciamento del latoOvest.<br />

Copyright: M.V. Fiorini ©.


VERIFICA DELLA QUADRATURA<br />

(<strong>2°</strong> <strong>obiettivo</strong> del tracciamento)<br />

L’unico modo per verificare che un quadrato sia tale (e non sia un rombo con 4 lati uguali), è<br />

quello di misurarne le diagonali, ma in questo caso il problema si presenta complesso. Infatti:<br />

- La distanza tra gli angoli diagonalmente opposti del quadrato è di 230,38 m x √2 =<br />

325,81 m.<br />

- A questa distanza è già difficile che due persone possano vedersi, figurarsi se la visuale è coperta<br />

da colline al centro dell’area alte 12-15 m (5 piani di una casa di oggi).<br />

Eppure la precisione con la quale gli Egizi hanno tracciato il quadrato di base non lascia dubbi: è<br />

quasi perfetto. Ma allora come hanno fatto?<br />

1.14 Verifica secondo alcuni egittologi<br />

Geoges Goyon sostiene (ed altri con lui) che gli Egizi avrebbero verificato la quadratura cercando<br />

di traguardare (cioè far coincidere otticamente sulla stessa retta):<br />

- angolo Sud-Est, angolo Nord-Est con con la punta dell’obelisco del tempio di Kerkasore (circa<br />

30 km di distanza in direzione Nord).<br />

- angolo Sud-Ovest, angolo Nord-Ovest con lo stesso monumento.<br />

Fig. 70 – Allineamento come immaginato da alcuni egittologi. Copyright: M.V. Fiorini ©.<br />

A mio avviso questa spiegazione è inaccettabile per vari motivi:<br />

A quella distanza è impossibile vedere ad occhio nudo un obelisco per grande che sia.<br />

La punta dell’obelisco doveva trovarsi perfettamente sull’asse: Centro piramide / Centro lato<br />

quadrato di base / Nord. Cosa estremamente improbabile ed impossibile da verificare.<br />

Usare lo stesso obelisco per i due lati, significa creare un trapezio e non un quadrato (fig. 70).<br />

Come si fa a verificare l’esattezza della quadratura nel senso Est-Ovest, cioè perpendicolarmente<br />

al Nord?<br />

…. Tutte domande a cui non c’è risposta…<br />

1.15 Una verifica possibile<br />

Come abbiamo già detto in precedenza, all’interno<br />

dell’area da edificare il terreno presentava dislivelli<br />

fino a 15 m come indicato nella fig. 71.<br />

Questo fatto impediva a due persone di vedersi<br />

guardandosi da due angoli diagonalmente opposti<br />

e a maggior ragione di misurare le diagonali del<br />

quadrato, unico sistema sicuro per verificare che<br />

un quadrato lo sia veramente.<br />

Volendo risolvere il problema, ci ho pensato molto<br />

ed ho scoperto che la verifica è possibile con una<br />

tecnica semplice, alla portata degli Egizi.<br />

12<br />

+5<br />

+15<br />

0<br />

+10<br />

Fig. 71– Dislivelli del terreno che esistevano sull’altipiano di Giza proprio<br />

dove sarebbe sorta la GP. Copyright: M.V. Fiorini ©.<br />

Saliamo su queste collinette e cerchiamo di individuare il centro del quadrato dove sorgerà la piramide.<br />

Verifichiamo bene con osservazioni e valutazioni ottiche che la posizione trovata sia la


più centrale possibile. Tracciamo attorno al punto trovato un’area di circa 6x6 m e spianiamone il<br />

terreno in modo accurato.<br />

1.16 Torretta di osservazione<br />

Edifichiamo con l’aiuto di piccoli blocchi di roccia calcarea, una torretta piena (non serve andarci<br />

dentro) che sia sufficientemente alta (tra i 3 e i 6 metri) per superare in altezza tutte le collinette<br />

circostanti e che salendo su di essa si possano vedere da un solo punto di vista, i 4 angoli della<br />

base appena tracciati.<br />

Sopra la torretta, al centro, issiamo un palo di legno robusto sulla cui punta sia fissato un anello<br />

metallico (in rame va benissimo) in posizione verticale.<br />

Fig. 72– Sulla torretta centrale si fissa un palo con un anello in punta.<br />

Dentro l’anello passeranno le due corde (qui in rosso) che uniscono gli<br />

angoli diagonalmente opposti. Copyright: M.V. Fiorini ©.<br />

13<br />

AD ANGOLO<br />

SUD-OVEST<br />

PALO<br />

AD ANGOLO<br />

SUD-EST<br />

ANELLO<br />

CORDA<br />

AD ANGOLO<br />

NORD-EST<br />

Fig. 73– Dettaglio dell’anello fissato alla sommità del palo. Si osservi<br />

come questa figura ricordi da vicino l’Anhk. Esiste una relazione?<br />

Copyright: M.V. Fiorini ©.<br />

Ora facciamo passare in questo anello due corde i cui estremi siano fissati agli angoli diagonalmente<br />

opposti della base della futura piramide, appena tracciata.<br />

Tendiamo al massimo le corde in modo da evitare, per quanto possibile, spanciamenti e oscillazioni.<br />

Tenendole in tensione, segnamo sulle corde il punto in cui toccano i paletti che abbiamo<br />

fissato ai 4 angoli della base.<br />

Sfiliamo le corde e verifichiamone la lunghezza. Se sono uguali il quadrato di base è perfetto. Se<br />

sono diverse dovremo spostare i picchetti sul lato Ovest (N-W e S-W) fino a che a verifica fatta<br />

esse non risultino uguali.<br />

Quando avremo raggiunto questo risultato, avremo compiutamente centrato il <strong>2°</strong> <strong>obiettivo</strong> del<br />

tracciamento, cioè la l’esatta quadratura della base.<br />

VERIFICA DELLA COMPLANARITA’<br />

(<strong>3°</strong> <strong>obiettivo</strong> del tracciamento)<br />

Ora abbiamo una base delimitata da 4 pietre angolari che sono orientate secondo i 4 punti cardinali<br />

e che formano tra loro un perfetto quadrato. Ora di tratta ora di verificare la loro complanarità.<br />

E’ l’ultima verifica importante del tracciamento che ci permetterà di ottenere una base non distorta<br />

che ci porterebbe a costruire una piramide deforme.<br />

Anche gli Egizi ne erano coscienti. Infatti i due studiosi italiani Maragioglio-Rinaldi hanno potuto<br />

verificare che la differenza di quota tra le pietre angolari diagonalmente opposte, è di pochi millimetri<br />

(la massima è di 21 mm). Veramente stupefacente !!<br />

Come avranno fatto gli Egizi a raggiungere un simile risultato non avendo a disposizione nulla<br />

che possa fare funzione di teodolite?


Anche in questo caso ci ho dovuto pensare molto, ma alla fine sono riuscito a scovare una soluzione<br />

percorribile anche dagli Egizi a quel tempo. Ecco cosa ho trovato.<br />

Sulla base della situazione che abbiamo creato (Fig. 72) , scaviamo, partendo dalle 4 pietre angolari<br />

un fossato attorno alla base delle futura piramide, che misuri cm 150 x 100 h .Fig. 73.<br />

PIETRA<br />

ANGOLARE<br />

BASE<br />

FUTURA<br />

PIRAMIDE<br />

Fig. 74 - Situazione di partenza. L’area di base delle futura piramide è<br />

delimitata dalla 4 pietre angolari. Copyright: M.V. Fiorini ©.<br />

14<br />

FOSSATO<br />

FOSSATO<br />

Fig. 75 - Attorno alla base si scava un fossato largo m 1,50 3 e profondo<br />

1 m (3Crx2h). Il fossato viene riempito di acqua. Quando il suo<br />

livello è stabile, si misura la quota di livello delle pietre prendendo il<br />

livello dell’acqua come riferimento. Copyright: M.V. Fiorini ©.<br />

Successivamente foderiamo il fondo del fossato con calce e malta onde renderlo il più impermeabile<br />

possibile.<br />

Una volta terminata l’asciugatura si versa nel fossato dell’acqua in modo che il livello non copra le<br />

4 pietre angolari.<br />

Controlliamo per qualche ora che il livello dell’acqua resti più costante possibile in quanto esso<br />

tende a scendere sia per effetto dell’infiltrazione nel suolo (anche se poca) e per evaporazione da<br />

calore solare. Eventualmente si ristabilisce il livello con aggiunta di acqua.<br />

Quando il livello dell’acqua ci sembri soddisfacente<br />

segnamo in modo visibile sulle pareti<br />

del fossato il livello ideale dell’acqua in<br />

modo che, se esso cambiasse, ce ne accorgeremmo<br />

subito.<br />

La misurazione della complanarità delle 4<br />

pietre angolari avverrà misurando la distanza<br />

tra la loro faccia superiore con il livello<br />

dell’acqua (che ovviamente è uguale in tutto<br />

il fossato).<br />

Alzando o abbassando opportunamente le<br />

4 pietre angolari, si arriverà ad un dato<br />

momento che la faccia superiore delle 4<br />

pietre, si trovi alla stessa quota.<br />

FOSSATO<br />

ACQUA<br />

BLOCCO<br />

BASE FUTURA PIRAMIDE<br />

PICCHETTO<br />

SEGNO LIVELLO<br />

ACQUA<br />

ACQUA<br />

ALTEZZA DA<br />

MISURARE<br />

FOSSATO<br />

Fig. 76 – Misurazione della complanarità dei massi con l’aiuto dell’acqua.<br />

Copyright: M.V. Fiorini ©.<br />

Quando avremo raggiunto questo risultato, avremo centrato il <strong>3°</strong> ed ultimo <strong>obiettivo</strong> del tracciamento,<br />

cioè la complanarità delle 4 pietre angolari.<br />

- - - - - o O o - - - - -


TRACCIAMENTO A TERRA COMPLETATO<br />

(Raggiunti tutti i 3 obiettivi)<br />

Fig. 77 – Ora disponiamo di un tracciamento della base della piramide che ci dà tutte le garanzie per cominciare una edificazione<br />

con dei riferimenti di quota altimetrica esatti. Inoltre il fosso che abbiamo scavato verrà riempito con dei blocchi e fissato<br />

con colate di malta. Una volta finito il lavoro avreno ottenuto un cordolo di base, indispensabile per costruire il primo strato<br />

(corso) di blocchi della piramide. Copyright: M.V. Fiorini ©.<br />

15

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