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Delirium post operatorio - saepe

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<strong>Delirium</strong> <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong><br />

Che cosa si intende per delirium <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong>?...........................................................................................2<br />

Definizione di delirium.........................................................................................................................................................2<br />

Epidemiologia.....................................................................................................................................................................2<br />

Impatto sulla persona e su chi assiste....................................................................................................................................3<br />

Criteri diagnostici................................................................................................................................................................3<br />

Quali sono i fattori di rischio?...................................................................................................................................5<br />

Quali sono gli interventi assistenziali per la prevenzione del delirium <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong>?.................7<br />

Quali sono gli interventi assistenziali per la gestione del delirium <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong>?........................9<br />

Interventi non farmacologici.................................................................................................................................................9<br />

Interventi farmacologici......................................................................................................................................................10<br />

Quesiti Clinico-Assistenziali – anno 3, n.16, novembre 2011<br />

©Editore Zadig via Ampère 59, 20131 Milano Direttore: Pietro Dri<br />

www.zadig.it - e-mail: segreteria@zadig.it Redazione: Nicoletta Scarpa, Maria Rosa Valetto<br />

tel.: 02 7526131 fax: 02 76113040 Autore dossier: Elisa Marinelli


<strong>Delirium</strong> <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong><br />

1. Che cosa si intende per delirium <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong>?<br />

Punti chiave<br />

● Definizione di delirium<br />

● Epidemiologia<br />

● Impatto sulla persona e su chi assiste<br />

● Criteri diagnostici<br />

In sintesi<br />

Il delirium o stato confusionale acuto si può definire come uno stato clinico<br />

caratterizzato da alterazioni delle funzioni cognitive, dell’umore, dell’attenzione,<br />

della vigilanza e della coscienza di sé, che insorge in modo acuto in persone con o<br />

senza disturbi cognitivi. Esistono tre forme di delirium: la forma ipercinetica (il<br />

soggetto è irrequieto, agitato, disorientato) quella ipocinetica (soggetto ipocinetico,<br />

stanco, apatico) e la forma mista. L’incidenza è sottostimata in quanto molti casi<br />

non sono riconosciuti. In particolare il delirium ipocinetico è spesso confuso con<br />

forme di depressione tipiche dell’anziano. La diagnosi del delirium è prettamente<br />

clinica, per una diagnosi corretta è importante il ruolo dell’infermiere nel segnalare<br />

al medico comportamenti anomali del soggetto.<br />

Definizione di delirium<br />

Il delirium è un’alterazione fluttuante dello stato di coscienza che si manifesta con alterazione dello stato di<br />

vigilanza, dell’attenzione, dell’orientamento, dell’umore, del comportamento, della coscienza di sé. 1<br />

Il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM IV, 2000) definisce il delirium in base a quattro<br />

criteri:<br />

alterazione della coscienza con ridotta capacità a focalizzare, mantenere o s<strong>post</strong>are l’attenzione;<br />

cambiamento cognitivo (come per esempio deficit di memoria e disorientamento), alterazioni del<br />

linguaggio o sviluppo di un disturbo percettivo (quali allucinazioni, mispercezioni e illusioni) che non<br />

dipendono da una demenza preesistente;<br />

sviluppo del disturbo in tempo breve (da ore a giorni) con tendenza ad avere fluttuazioni giornaliere;<br />

prove dall’anamnesi, dall’esame fisico o dagli esami di laboratorio che il disturbo è causato da<br />

conseguenze fisiche derivanti da patologie in atto, da abuso/intossicazione di farmaci e alcol, da astinenza<br />

da droga o alcol.<br />

Il delirium <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong> è una complicanza transitoria che solitamente insorge in modo acuto nelle prime<br />

24 ore dopo l’intervento e si risolve nel giro di 72 ore. In qualche caso può insorgere anche entro una settimana<br />

dall’intervento e può durare anche diverse settimane o mesi. 2-4<br />

Dal punto di vista clinico i soggetti con delirium possono avere manifestazioni eterogenee con ansia, irritabilità<br />

e aggressività, oppure apatia e letargia, in una percentuale rilevante di casi si alternano momenti di agitazione<br />

con altri di ipoattività. 5 A seconda del comportamento psicomotorio si parla di tre forme di delirium:<br />

5,6,8<br />

delirium ipercinetico (15-78%), il soggetto può essere irrequieto, agitato a livello motorio, disorientato nel<br />

tempo e nello spazio, con allucinazioni visive e uditive, aggressivo e con eloquio alterato. A queste<br />

manifestazioni si aggiungono labilità dell’umore e opposizione agli interventi di cura, in particolare se<br />

invasivi. Questi pazienti sono ad alto rischio di caduta, di fratture e di comportamenti auto/etero lesivi; 5,7<br />

delirium ipocinetico (15%-29%) si presenta con letargia, apatia, rallentamento psicomotorio, ris<strong>post</strong>a<br />

rallentata alle domande e stimoli di varia natura e riduzione dei movimenti spontanei. 6,8 Questi soggetti<br />

sono a maggior rischio di malnutrizione, disidratazione e lesioni da decubito; 5<br />

delirium misto (35%-52%) si manifesta con caratteristiche di entrambi i quadri descritti. 6,7<br />

Epidemiologia<br />

L’incidenza di delirium è ancora oggi sottostimata in quanto molti casi di delirium (dal 66 all’84%) non vengono<br />

riconosciuti. Questo accade perché lo stato confusionale acuto dura poco, ha un andamento fluttuante<br />

nel corso della giornata e si manifesta con segni e sintomi che possono venir considerati come un normale<br />

- 2 -


<strong>Delirium</strong> <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong><br />

comportamento negli anziani in quanto alcuni comportamenti possono essere parzialmente sovrapponibili a<br />

quelli di altre condizioni cliniche come la demenza, la depressione e le psicosi.<br />

In genere i soggetti che presentano la forma ipercinetica sono riconosciuti più facilmente, mentre la forma<br />

ipocinetica è sottodiagnosticata e scambiata con depressione e demenza per la sua presentazione clinica più<br />

silente. 9<br />

La prevalenza di entrambe le forme nel periodo <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong> varia tra il 10 e il 51%, questa percentuale au -<br />

menta nei soggetti sotto<strong>post</strong>i a intervento cardiochirurgico. 3<br />

Gli studi riportano un’incidenza variabile tra il 3 e l’80% in relazione al tipo di intervento (vedi tabella 1) e<br />

alle condizioni cliniche di base del paziente. 1,2,3,4,9<br />

Tabella 1. Tipo di intervento chirurgico e incidenza di delirium <strong>post</strong><strong>operatorio</strong> 2<br />

Tipologia di intervento Incidenza di delirium <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong> (%)<br />

Trapianto di polmone 73<br />

Aneurisma dell’aorta addominale in elezione 33<br />

Cardiochirurgia 13,5-21<br />

Chirurgia generale a cielo aperto 17<br />

Osteosintesi di frattura di femore in elezione 7,3-14,7<br />

Chirurgia ortopedica in elezione 11<br />

Chirurgia urologica 5,7<br />

Chirurgia generale in laparoscopia >4 h 2<br />

Impatto sulla persona e su chi assiste<br />

I soggetti con diagnosi di delirium in ospedale hanno un’alta percentuale di morbilità legata all’alto rischio di<br />

sviluppare disidratazione, malnutrizione, cadute, problemi di continenza e lesioni da decubito; hanno inoltre<br />

tassi più elevati di mortalità a un anno (35-40%), di riammissione e di istituzionalizzazione (rispettivamente<br />

del 47 e 18%). 10 Inoltre la stato confusionale acuto contribuisce ad aumentare il periodo di degenza, da 9 a 21<br />

giorni, e quindi i costi di assistenza. 1,2,4,9,10<br />

La forma ipocinetica, clinicamente più “silente” può essere associata a un maggior tasso di mortalità rispetto<br />

alla forma ipercinetica. 9 Il paziente con delirio inoltre è un paziente a elevato rischio in quanto può strapparsi<br />

il catetere o i drenaggi o le vie infusionali. 10<br />

Il delirium è un’esperienza stressante sia per il soggetto che ne soffre sia per i familiari che assistono. Il soggetto<br />

generalmente ricorda l’esperienza di delirium e descrive il vissuto come un ingresso o un cambiamento<br />

della realtà, in cui si susseguono scene drammatiche che danno origine a forti sensazioni emotive di paura,<br />

panico e rabbia. I soggetti riferiscono inoltre un’ambivalenza nell’ambientazione, si rendono conto di essere<br />

in ospedale ma hanno l’impressione di trovarsi anche in un luogo diverso, come se stessero sognando a occhi<br />

aperti. Chi assiste i soggetti con delirium ha una probabilità maggiore di sviluppare una sindrome ansiosa rispetto<br />

a chi assiste soggetti con altre patologie. 10 Il delirium determina nei familiari stress psicologico con<br />

sentimenti che variano dalla collera alla rabbia, all’impazienza e ai sensi di colpa, in seguito alla necessità di<br />

arginare i sintomi di agitazione e aggressività ma anche alla difficoltà di approccio al proprio caro. 10<br />

Criteri diagnostici<br />

La diagnosi di delirium è complessa per le sue diverse presentazioni che includono disturbi in uno o più dei<br />

seguenti domini: orientamento, processo di pensiero, percezione, memoria, umore e comportamento con o<br />

senza agitazione.<br />

Purtroppo non esiste un test rapido per identificare uno stato confusionale acuto come invece avviene per altre<br />

patologie. 1 Fatto salvo per alcuni esami di laboratorio utili per chiarirne l’eziologia, la diagnosi è sostan -<br />

zialmente clinica e si basa su un’accurata anamnesi, sull’osservazione del comportamento e sull’accertamento<br />

cognitivo. La valutazione è sia medica sia infermieristica. Il personale infermieristico deve rilevare cambiamenti<br />

nello stato cognitivo del paziente, nell’agire quotidiano, nel comportamento e nell’umore basandosi<br />

sulle proprie osservazioni e sulle preoccupazioni espresse dal malato o dalla famiglia, per poi attivare una<br />

consulenza per confermare la diagnosi.<br />

- 3 -


<strong>Delirium</strong> <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong><br />

Il gold standard per la diagnosi, di competenza medica, è un accertamento clinico al letto del paziente usando<br />

i criteri del DSM IV elaborati dall’American Psychiatric Association. 1,3,9,10 Questo tipo di accertamento richiede<br />

tempo ed esperienza clinica in ambito psichiatrico. Per effettuare una valutazione obiettiva esistono<br />

diverse scale di valutazione validate in lingua inglese che si differenziano per i tempi necessari alla somministrazione,<br />

per l’esperienza necessaria da parte dell’esaminatore e per la capacità di individuare i soggetti affetti<br />

da delirium. Considerando la facilità d’uso e l’accuratezza diagnostica, il Confusion Assessment Method<br />

(CAM, vedi box sotto) è il miglior strumento per confermare la diagnosi, nonostante richieda un adeguato<br />

training per essere utilizzato. Nei pazienti ricoverati in unità di terapia intensiva o in recovery room dopo intervento<br />

chirurgico la scala di valutazione utilizzata per confermare la diagnosi è la CAM-ICU. 1<br />

The Confusion Assessment Method Diagnostic Algorithm<br />

1. Insorgenza acuta e andamento fluttuante<br />

C’è stato un cambiamento acuto nello stato mentale del soggetto rispetto alla sua situazione di base?<br />

Il comportamento varia durante la giornata, per esempio va e viene o si modifica di intensità?<br />

no=0; sì=1<br />

2. Perdita dell’attenzione<br />

Il soggetto ha difficoltà nel concentrare la sua attenzione, per esempio è facilmente distraibile, non<br />

riesce a mantenere il filo del discorso?<br />

no=0; sì=1<br />

3. Disorganizzazione del pensiero<br />

Il pensiero del soggetto è disorganizzato e incoerente, passa da un argomento all’altro senza filo logico,<br />

in modo imprevedibile? no=0; sì=1<br />

4. Livello di coscienza alterato<br />

Vigile=0 Iperallerta, letargia, stupor, coma=1<br />

La diagnosi di delirium richiede la ris<strong>post</strong>a affermativa ai punti 1 e 2 e a uno dei punti 3 e 4<br />

Bibliografia<br />

1. National Clinical Guideline Centre (2010). <strong>Delirium</strong>: diagnosis, prevention and management. Retrieved from<br />

http://www.nice.org.uk/nicemedia/live/13060/49908/49908.pdf on 26 May 2011.<br />

2. Sieber F.E. Postoperative <strong>Delirium</strong> in the Elderly Surgical Patient. Clinical Anesthesiology 2009;27:451-64.<br />

3. Fricchione GL, Nejad SH, Esses JA, et al. Postoperative delirium. American Journal of Psychiatry 2008;165:803-12.<br />

4. Rudra A, Chatterjee S, Kirtania J, et al. Postoperative delirium. Indian Journal of Critical Care Medicine<br />

2006;10:235-40.<br />

5. Margiotta A., Marrè A, Bianchetti A. Il delirium. In Trabucchi M, Le demenze 2005;.513-36. Torino:UTET.<br />

6. Fong TG, Tulebaev SR, Inouye SK. <strong>Delirium</strong> in elderly adults: diagnosis, prevention and treatment. Nature Reviews-Neurology<br />

2009;5:210-20.<br />

7. Saxena S, Lawley D. <strong>Delirium</strong> in the elderly: a clinical review. Postgraduate Medical Journal 2009;85:405-13.<br />

8. Wong CL, Holroyd-Leduc J, Simel DL, et al. Does this patient have delirium? Value of bedside instruments. Journal<br />

of the American Medical Association 2010;304:779-86.<br />

9. Whitlock EL, Vannucci A, Avidan MS. Postoperative delirium. Minerva Anestesiologica 2011;77:448-56.<br />

10. Saiani L, Brugnolli A. Trattato di cure infermieristiche. Napoli, Idelson Gnocchi 2010.<br />

- 4 -


2. Quali sono i fattori di rischio?<br />

Punti chiave<br />

● Meccanismi fisiopatologici<br />

● Fattori di rischio<br />

● Anestesia e delirium<br />

In sintesi<br />

<strong>Delirium</strong> <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong><br />

Non è chiaro quali siano i meccanismi fisiopatologici che portano allo sviluppo di<br />

delirium. Si è visto tuttavia che esistono alcuni fattori che favoriscono lo sviluppo<br />

della patologia. Tali fattori di rischio possono dipendere dalle caratteristiche del<br />

soggetto (per esempio età avanzata, sesso, presenza di più patologie, terapia con<br />

più farmaci), da caratteristiche dell’ambiente (per esempio ospedalizzazione,<br />

iperstimolazione) oppure possono essere associati alle procedure di assistenza e/o<br />

di terapia (per esempio il tipo di anestesia, il ricorso ai mezzi di contenzione).<br />

Conoscere i fattori di rischio è importante per intervenire anzitempo sui soggetti e<br />

prevenire lo sviluppo del delirium. La relazione tra anestesia e delirium è complessa<br />

e ancora controversa. Non ci sono differenze tra l’anestesia generale e regionale nel<br />

ridurre l’incidenza di delirium <strong>post</strong><strong>operatorio</strong>, tuttavia alcuni farmaci (per esempio<br />

antistaminici e benzodiazepine) andrebbero evitati nei soggetti a rischio.<br />

Meccanismi fisiopatologici<br />

I meccanismi fisiopatologici che portano allo sviluppo di delirium nel periodo <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong> sono controversi.<br />

Probabilmente non c’è un’unica causa ma è la conseguenza di numerose alterazioni a livello dei neurotrasmettitori.<br />

Un’ipotesi riguarda la riduzione del metabolismo ossidativo del cervello con conseguente riduzione<br />

dei livelli dei neurotrasmettitori responsabile della disfunzione cognitiva.<br />

Un’altra ipotesi sostiene che l’aumento dei livelli sierici di cortisolo secondario allo stress chirurgico potrebbe<br />

essere responsabile dello stato confusionale acuto <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong>. Tuttavia esiste un altro filone che ipotizza<br />

un ruolo delle vie colinergiche nella patogenesi del delirium. 1<br />

Si è visto tuttavia che alcuni soggetti sono più a rischio di sviluppare delirium; la consapevolezza dei fattori di<br />

rischio aiuta, in prima istanza, a fare uno screening tra i soggetti ricoverati per identificare quelli che potrebbero<br />

sviluppare un delirium <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong>.<br />

Fattori di rischio<br />

In letteratura sono descritti numerosi fattori di rischio (vedi box alla pagina seguente) che sono stati classificati<br />

in tre gruppi: 2<br />

• fattori di rischio correlati al soggetto;<br />

• fattori di rischio ambientali;<br />

• fattori di rischio procedurali.<br />

I fattori di rischio possono essere ulteriormente classificati in non modificabili e modificabili. Questi ultimi,<br />

come per esempio disidratazione, ipossia, malnutrizione, squilibrio elettrolitico sono quelli sui quali l’équipe<br />

può intervenire direttamente riducendoli e, in alcuni casi, rimuovendoli. Per quanto riguarda lo squilibrio<br />

elettrolitico ricoprono particolare importanza i valori plasmatici alterati di sodio e potassio.<br />

Nei contesti di terapia intensiva, nei quali i pazienti sono continuamente es<strong>post</strong>i alla luce artificiale, è importante<br />

abbassare le luci durante la notte per non alterare il ritmo sonno-veglia, altro fattore di rischio per lo<br />

sviluppo di delirium. Nei reparti di degenza, invece, bisogna garantire una buona illuminazione, non eccessiva,<br />

che eviti possibilmente le ombre (causano illusioni) e che non alteri il ritmo giorno-notte.<br />

- 5 -


<strong>Delirium</strong> <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong><br />

Fattori di rischio associati al delirium <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong><br />

Fattori di rischio correlati al soggetto<br />

Età avanzata >65 anni<br />

Sesso maschile<br />

Demenza, declino cognitivo<br />

Polipatologie: renali, neurologiche, metaboliche, respiratorie<br />

Ridotta capacità funzionale/immobilità<br />

Depressione<br />

Abuso di alcol e/o sostanze stupefacenti<br />

Disidratazione<br />

Squilibri elettrolitici<br />

Deficit sensoriali<br />

Polifarmacoterapia: anticolinergici, narcotici, sedativi, antiparkinsoniani<br />

Malnutrizione<br />

Dolore sottotrattato<br />

Alterazione del ritmo sonno-veglia<br />

Infezioni<br />

Ipossia<br />

Anemia<br />

Fattori di rischio ambientali<br />

Ospedalizzazione<br />

Illuminazione<br />

Iperstimolazione sensoriale<br />

Fattori di rischio procedurali<br />

Tipo di anestesia<br />

Cardiochirurgia<br />

Frattura di femore<br />

Cateterizzazione vescicale<br />

Eventi iatrogeni<br />

Contenzione fisica<br />

Anestesia e delirium<br />

La relazione tra anestesia e delirium è complessa e ancora controversa. Non ci sono differenze tra l’anestesia<br />

generale e regionale nel ridurre l’incidenza di delirium <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong>. 3 Tuttavia il delirium è associato con<br />

diverse classi di farmaci usate durante l’intervento chirurgico, in particolare antistaminici, benzodiazepine,<br />

miorilassanti sono farmaci che aumentano il rischio di sviluppare un delirium. Questi farmaci, se possibile,<br />

dovrebbero essere evitati nei pazienti a rischio.<br />

Bibliografia<br />

1. Rudra A, Chatterjee S, Kirtania J.et al. Postoperative <strong>Delirium</strong>. Indian Journal of Critical Care Medicine<br />

2006;10:235-40.<br />

2. National Clinical Guideline Centre (2010). <strong>Delirium</strong>: diagnosis, prevention and management. Retrieved from<br />

http://www.nice.org.uk/nicemedia/live/13060/49908/49908.pdf on 26 May 2011.<br />

3. Newman S, Stygall j, Hirani S, et al. Postoperative Cognitive Dysfunction after noncardiac surgery.. Anesthesiology<br />

2007;106:572-90.<br />

- 6 -


3. Quali sono gli interventi assistenziali per la<br />

prevenzione del delirium <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong>?<br />

Punti chiave<br />

● Colloquio pre <strong>operatorio</strong><br />

● Misure assistenziali pre, intra e <strong>post</strong> operatorie<br />

In sintesi<br />

<strong>Delirium</strong> <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong><br />

Per prevenire lo sviluppo di delirium occorre innanzitutto riconoscere i soggetti a<br />

rischio, a tale scopo si consiglia di fare un primo screening con colloquio tra medico<br />

e paziente in fase pre operatoria. Una volta individuati i soggetti a rischio è bene<br />

intervenire per ridurre o eliminare i fattori che possono favorire lo sviluppo del<br />

delirium. In particolare occorre mantenere una buona idratazione, trattare il dolore,<br />

evitare, se possibile, procedure invasive, garantire un adeguato apporto nutritivo e<br />

favorire un corretto ritmo sonno veglia.<br />

La prevenzione è il cardine nel trattamento del delirium, quindi, viste le sue conseguenze, è importante identificare<br />

precocemente i soggetti a rischio. Il delirium <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong> può essere prevenuto in alcuni soggetti<br />

mentre in altri può esserne limitata la gravità e durata, soprattutto se prontamente riconosciuto e gestito. 1<br />

Nonostante diversi approcci possibili, mancano tuttavia studi validi sugli interventi per la prevenzione del<br />

delirium.<br />

Per prevenire il delirium occorre intervenire in modo sistematico con tutti i soggetti nel periodo pre, intra e<br />

<strong>post</strong> <strong>operatorio</strong>. In soggetti sotto<strong>post</strong>i a intervento per frattura di femore, una consulenza geriatrica pre operatoria<br />

può ridurre l’incidenza di delirium <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong>. 12<br />

In aggiunta la somministrazione di aloperidolo a basso dosaggio (1,5 mg/giorno) pur non riducendone l’incidenza<br />

ne riduce gravità e durata. 2<br />

Si consiglia quindi di fare innanzitutto un primo screening in fase pre operatoria tramite colloquio tra medico,<br />

paziente, familiare e infermiere e somministrando scale di valutazione per i disturbi cognitivi e per la<br />

comparsa di delirium. Lo screening va effettuato in tutti i soggetti.<br />

La valutazione va fatta anche a metà ricovero e quando subentrano delle variazioni nel decorso <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong>.<br />

La Mini Mental State Examination (MMSE) e la Geriatric Depression Scale (GDS) sono le scale di valuta -<br />

zione più usate, rispettivamente per identificare il declino cognitivo e la depressione, anche se non è ancora<br />

stato definito un gold standard per la valutazione dello stato cognitivo nel pre <strong>operatorio</strong>. Tale valutazione è<br />

importante per stabilire il livello basale così da avere un paragone nel periodo <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong>.<br />

I soggetti a rischio (vedi Quesito Quali sono i fattori di rischio?) vanno controllati regolarmente perché i sintomi<br />

possono comparire in modo repentino, in particolare occorre segnalare:<br />

cambiamenti della funzione cognitiva (attenzione, rallentamento ris<strong>post</strong>a, disorientamento);<br />

cambiamenti della percezione (allucinazioni visive-uditive);<br />

cambiamenti delle funzioni fisiologiche (ridotta mobilità, irrequietezza, agitazione, cambio nell’appetito,<br />

disturbi del sonno);<br />

cambiamenti del comportamento sociale (mancanza di cooperazione alle richieste, alterazioni nella<br />

comunicazione, alterazioni dell’umore o dell’atteggiamento) riscontrate nel paziente o riportate da chi lo<br />

assiste.<br />

Inoltre occorre prestare particolare attenzione alle manifestazioni del delirium ipocinetico.<br />

L’introduzione di semplici misure assistenziali volte a eliminare o ridurre i fattori di rischio, a rendere l’ambiente<br />

terapeutico familiare e la formazione del personale ha ridotto non solo il rischio di delirium (sia <strong>post</strong><br />

<strong>operatorio</strong> sia dovuto ad altri fattori) ma ha anche prevenuto un declino cognitivo nei soggetti anziani. 3 E’<br />

quindi importante un approccio multiprofessionale.<br />

Le misure assistenziali comuni per tutti i tipi di delirium sono: 4-6<br />

garantire l’equilibrio idro-elettrolitico con un’idratazione ottimale e i valori ematici degli elettroliti (in<br />

particolare sodio e potassio) nella norma. E’ importante la correzione in particolare dei valori ematici di<br />

sodio e potassio nel periodo pre e <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong>. In linea generale appena compare il riflesso della<br />

deglutizione, una volta che si è concluso l’effetto dell’anestesia, è utile far bere piccoli sorsi d’acqua a<br />

eccezione dei soggetti che hanno subito interventi al tratto gastrointestinale superiore. 5 Stimolare e<br />

- 7 -


<strong>Delirium</strong> <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong><br />

motivare il soggetto ad assumere per via orale un apporto di liquidi sulla base del fabbisogno idrico<br />

giornaliero che, per le persone anziane, in assenza di controindicazioni, è di 1.500-2.500 ml/die;<br />

trattare il dolore a riposo e durante il movimento. La gestione del dolore nei pazienti anziani può essere<br />

complessa per diversi motivi: la tendenza a riportare meno il dolore, disturbi cognitivi e maggior effetti<br />

collaterali dei farmaci. Se il paziente non è in grado di riferirne o comunicarne la presenza, utilizzare<br />

osservazioni comportamentali e, in caso di dubbio, somministrare un antalgico;<br />

evitare, se possibile, procedure invasive, come l’inserimento di un catetere vescicale, o ridurle al minimo<br />

perché possono creare sensazioni e reazioni di tipo aggressivo;<br />

pianificare la rimozione precoce dei presidi invasivi, quali drenaggi, catetere vescicale, cannula orotracheale;<br />

garantire un adeguato apporto nutritivo e un regolare funzionamento intestinale. In particolare<br />

identificare precocemente nel pre <strong>operatorio</strong> un’ipoalbuminemia, confrontarsi con il chirurgo ed<br />

eventualmente richiedere una consulenza al medico specialista;<br />

prevenire l’ipossiemia attraverso la somministrazione di ossigeno nel periodo <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong>, in<br />

particolare durante la mobilizzazione, i pasti e la fisioterapia respiratoria in cui vi è un aumento del<br />

fabbisogno di ossigeno. Si deve comunque considerare che il periodo <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong> è un momento di<br />

stress per la persona e di conseguenza le richieste di ossigeno sono aumentate già in partenza;<br />

correggere l’anemia in particolare nel pre <strong>operatorio</strong> mediante trasfusioni o il trattamento della<br />

condizione responsabile dell’anemia. Nel <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong> la gestione dell’anemia comprende la<br />

valutazione della medicazione e delle perdite ematiche nei drenaggi, il monitoraggio di emoglobina,<br />

ematocrito, globuli rossi e coagulazione e l’eventuale somministrazione di concentrati eritrocitari se la<br />

perdita è importante. Inoltre è importante conoscere l’andamento intra <strong>operatorio</strong> in particolare l’entità<br />

delle perdite ematiche e caratteristiche dei liquidi drenati, l’eventuale somministrazione di trasfusioni o<br />

emoderivati, fluidi in sala operatoria ed eventuali eventi critici insorti;<br />

favorire un corretto ritmo sonno-veglia, organizzare l’assistenza infermieristica notturna in modo tale da<br />

non disturbare inutilmente i pazienti riducendo al minimo le fonti di disturbo. Soprattutto nell’immediato<br />

<strong>post</strong> <strong>operatorio</strong> è importante equilibrare il bisogno fisiologico di sonno del paziente con la necessità del<br />

frequente controllo dei parametri vitali e del sito chirurgico;<br />

ridurre al minimo il rischio di infezioni mettendo in atto una serie di attenzioni quali: maneggiare il meno<br />

possibile i presidi invasivi e rimuoverli precocemente, quando non sono più necessari, la mobilizzazione<br />

precoce, il lavaggio delle mani degli operatori e l’asepsi durante la medicazione della ferita chirurgica;<br />

effettuare una valutazione dei farmaci assunti dal paziente per identificare l’eventuale uso di farmaci<br />

associati con lo sviluppo di delirium nel <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong> (per esempio benzodiazepine, sedativi,<br />

anticolinergici, antidepressivi triciclici, antistaminici);<br />

favorire la mobilizzazione precoce nel periodo <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong>;<br />

correggere eventuali deficit sensoriali riposizionando le protesi dentarie e le protesi acustiche;<br />

creare un ambiente tranquillo, confortevole, se possibile con oggetti familiari al paziente. Evitare eccessi<br />

di rumore ma anche troppo silenzio, garantire una buona illuminazione non eccessiva che eviti<br />

possibilmente le ombre (causano illusioni);<br />

incoraggiare la presenza di familiari e amici.<br />

Bibliografia<br />

1. Sieber F.E. Postoperative <strong>Delirium</strong> in the Elderly Surgical Patient. Clinical Anesthesiology 2009;27:451-64.<br />

2. Sieber FE, Barnett SR. Preventing <strong>post</strong>operative complications in the elderly. Clinical Anesthesiology 2011;29: 83-97.<br />

3. Whitlock EL, Vannucci A, Avidan MS: Postoperative delirium. Minerva Anestesiologica 2011;77:448-56.<br />

4. National Clinical Guideline Centre (2010). <strong>Delirium</strong>: diagnosis, prevention and management. Retrieved from<br />

http://www.nice.org.uk/nicemedia/live/13060/49908/49908.pdf on 26 May 2011.<br />

5. Saiani L, Brugnolli A. trattato di cure infermieristiche. Idelson Gnocchi 2010.<br />

6. Sanders RD, Pandharipande PP, Dvidson AJ, et al. Anticipating and managing <strong>post</strong>operative delirium and cognitive decline in<br />

adults. British Medical Journal 2011;343:d4331.<br />

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4. Quali sono gli interventi assistenziali per la<br />

gestione del delirium <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong>?<br />

Punti chiave<br />

● Interventi non farmacologici<br />

● Interventi farmacologi<br />

In sintesi<br />

<strong>Delirium</strong> <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong><br />

L’approccio alla gestione della persona con delirium è multidisciplinare e prevede<br />

interventi non farmacologici e farmacologici per trattare i sintomi. In particolare è<br />

importante che l’operatore sanitario si preoccupi di: tutelare la sicurezza del<br />

soggetto, soprattutto in caso di delirium ipercinetico occorre evitare che il soggetti<br />

procuri lesioni a sé o agli altri; favorire la ripresa del contatto con la realtà; aiutare i<br />

familiari a instaurare una comunicazione efficace con il soggetto; mantenere<br />

l’èquipe assistenziale sempre informata. L’uso dei farmaci deve essere limitato solo<br />

ai casi di delirium ipercinetico e solo quando gli interventi non farmacologici si sono<br />

rivelati inefficaci.<br />

L’approccio alla gestione della persona con delirium è multidisciplinare e prevede interventi non farmacologici<br />

e farmacologici per trattare i sintomi.<br />

Interventi non farmacologici<br />

In prima istanza gli interventi devono identificare e rimuovere i fattori che hanno favorito lo sviluppo di delirium:<br />

per esempio farmaci (qualora sia un effetto avverso), infezioni, ipossia, dolore, disidratazione eccetera<br />

oppure fattori ambientali e/o sociali. Molte delle strategie non farmacologiche per gestire i sintomi del delirio<br />

sono le stesse utilizzate per prevenirlo.<br />

Di seguito vengono riportati gli interventi non farmacologici specifici nel trattamento. 1-3<br />

Garantire la sicurezza del paziente Nelle forme ipercinetiche è necessario evitare che la persona<br />

possa procurarsi lesioni causate da cadute o da rimozione autonoma di presidi sanitari come per esempio<br />

accessi venosi o catetere vescicale. Può quindi essere necessario modificare l’ambiente, per esempio<br />

riducendo l’altezza del letto, appoggiando il letto contro la parete e rimuovendo oggetti, sgabelli eccetera.<br />

Se possibile bisognerebbe sistemare il soggetto in una stanza singola, vicino allo stanzino degli infermieri.<br />

L’uso di mezzi di contenzione aumenta la probabilità di caduta, di lesione e il grado di agitazione e<br />

aggressività, per questo necessita di essere valutato attentamente dall’équipe, caso per caso, e deve essere<br />

prescritto dal medico.<br />

Favorire la ripresa del contatto con la realtà Il soggetto deve essere aiutato a riprendere il contatto<br />

con la realtà mediante conversazioni o attività che sono orientate al “qui e ora” e a mantenere il rapporto<br />

spazio-tempo. Può essere utile sistemare nelle stanze del reparto orologi e calendari.<br />

Collaborare con i familiari che assistono per instaurare una comunicazione efficace con il<br />

paziente E’ utile avere accorgimenti come: chiamare costantemente il soggetto per nome, avvicinarsi in<br />

modo calmo, usare una terminologia familiare, presentare le informazioni in maniera pratica, parlare in<br />

modo chiaro (non sussurrare, dare spiegazioni incomplete). Tali accorgimenti possono aumentare il<br />

livello di fiducia del soggetto verso l’infermiere e verso chi assiste. Uno dei momenti più critici nella<br />

comunicazione con il paziente è il primo approccio, quando l’operatore, nel proporre un’attività, si rende<br />

conto della non coerenza delle ris<strong>post</strong>e, del disorientamento spazio-temporale della persona, ma anche<br />

della diffidenza del paziente nei confronti dell’operatore e dell’ambiente (in genere i soggetti vogliono<br />

andare via). In questi momenti è utile il coinvolgimento del familiare per rassicurare la persona; occorre<br />

tuttavia evitare di insistere se il soggetto fa resistenza o manifesta il proprio diniego. Lavarsi, mobilizzarsi,<br />

assumere la terapia farmacologica sono alcune delle attività che la persona confusa rifiuta; diventa quindi<br />

utile capire i motivi alla base (per esempio dolore durante la mobilizzazione, lavarsi in un ambiente freddo<br />

eccetera).<br />

Mantenere l’équipe assistenziale sempre informata Favorire le relazioni sociali del paziente con<br />

familiari e amici, che vanno costantemente informati sul motivo dell’agitazione, sulle condizioni cliniche e<br />

sulle caratteristiche degli accertamenti a cui è sotto<strong>post</strong>o.<br />

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<strong>Delirium</strong> <strong>post</strong> <strong>operatorio</strong><br />

Interventi farmacologici<br />

Le forme ipoattive di confusione acuta non si trattano farmacologicamente, le forme iperattive invece potrebbero<br />

richiedere una “contenzione farmacologica”. Si parla di contenzione in quanto il farmaco non tratta la<br />

causa del delirium, ma tende a sedare le manifestazioni. 3 I farmaci vanno usati solo quando non sono stati efficaci<br />

mezzi non farmacologici, in particolare nei casi in cui:<br />

l’agitazione causa uno sforzo eccessivo per l’apparato cardio-respiratorio;<br />

l’agitazione impedisce la somministrazione di farmaci importanti per l’integrità fisica del paziente;<br />

il paziente è pericoloso per sé o per gli altri.<br />

E’ importante ricordare che ogni farmaco psicoattivo può peggiorare la confusione mentale. Non esiste il farmaco<br />

ideale: quando sono prescritti farmaci sedativi si deve utilizzare il dosaggio minimo efficace, per il più<br />

breve tempo possibile. Ciò richiede un monitoraggio attento e frequente dello stato clinico e della terapia.<br />

Quando il paziente è stazionario per 36 ore è bene sospendere il farmaco. 3<br />

Il farmaco di scelta è l’aloperidolo che offre il vantaggio di avere una rapidità d’azione, un basso rischio di sedazione<br />

e un basso rischio di ipotensione ed effetti anticolinergici. In alternativa si somministrano antipsicotici<br />

atipici quali risperidone e olanzapina. Le benzodiazepine vanno invece utilizzate solamente nei pazienti<br />

affetti da morbo di Parkinson o con delirium da astinenza. 1,-6<br />

Bibliografia<br />

1. National Clinical Guideline Centre (2010). <strong>Delirium</strong>: diagnosis, prevention and management. Retrieved from<br />

http://www.nice.org.uk/nicemedia/live/13060/49908/49908.pdf on 26 May 2011.<br />

2. Saiani L, Brugnolli A. trattato di cure infermieristiche. Idelson Gnocchi 2010.<br />

3. Mussi C, Salvioli G. Linee guida per la diagnosi e la terapia del delirium nell’anziano. Giornale di Gerontologia 2000;48:434-40.<br />

4. Fricchione GL, Nejad SH, Esses JA, et al. Postoperative delirium. American Journal of Psychiatry 2008;165:803-12.<br />

5. Rudra A, Chatterjee S, Kirtania J, et al. Postoperative delirium. Indian Journal of Critical Care Medicine 2006;10:235-40.<br />

6. Sanders RD, Pandharipande PP, Dvidson AJ, et al. Anticipating and managing <strong>post</strong>operative delirium and cognitive decline in<br />

adults. British Medical Journal 2011;343:d4331.<br />

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