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salverai… Ma no. Facciamo che sei tu<br />
quella che crede e sarò io quella che<br />
pregherà per la tua salvezza. Tu non<br />
puoi neanche perché non sai di avere<br />
ora degli assassini spietati e<br />
determinati dentro, non sai di avere la<br />
morte davanti. E chissà... forse se lo<br />
sapessi le sorrideresti, come hai fatto<br />
sempre con tutti. Matta!<br />
Chissà se leggerai mai questa lettera.<br />
Chissà che sarà di te? Di me? Di noi?<br />
Della realtà che oggi non esiste, se si<br />
risveglierà un giorno,<br />
con o senza di te?<br />
Aria aiutami. Quante volte ti ho<br />
chiesto aiuto? Ora dovrei essere io a<br />
sorreggerti, ma chi sorreggerà me?<br />
Margherita<br />
Venezia, sabato mattina<br />
Campo San Giovanni e Paolo<br />
A CASA DI ARIANNA<br />
Sapore indimenticabile: quando eravamo ragazzine<br />
il cappuccino o il latte macchiato lo potevamo<br />
assaggiare con un cucchiaino dalla tazza di Olga,<br />
la mamma di Irina e Arianna. A casa non mi era<br />
permesso per due motivi: 1. Vietato contaminarsi<br />
con la saliva altrui, pena malattie incredibili 2. La<br />
caffeina era tabù.<br />
Proibito era anche l’alcool, per non parlare del<br />
fumo, fatta eccezione per quello del camino che ci<br />
intossicava indisturbato da sempre. Tabù uscire<br />
con la pioggia se non per andare a scuola o al<br />
catechismo. Tabù giocare con la terra e con<br />
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