Sifilide - Laboratorio di Microbiologia e Virologia Cosenza
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SIFILIDE<br />
03_1_<strong>Sifilide</strong>_MAL_0807311<br />
Proposta <strong>di</strong> Percorso Diagnostico presentato durante il<br />
XXXVII Congresso Nazionale AMCLI - Stresa, 5-8 ottobre 2008<br />
Aspetti clinici<br />
La sifilide (lue) è una malattia sistemica, dovuta al Treponema pallidum subspecie pallidum, <strong>di</strong><br />
norma a trasmissione sessuale che evolve in vari sta<strong>di</strong> e può causare, anche se raramente ,<br />
danni cronici nello sta<strong>di</strong>o finale (terziario). L’incubazione <strong>di</strong> circa 3 settimane (10-90 gg); cui<br />
segue un’ulcera superficiale, dura e indolore (sifiloma) anche se non sempre evidente, che<br />
appare nel sito <strong>di</strong> inoculo (sifilide primaria), della durata <strong>di</strong> 4-6 settimane. La localizzazione al<br />
pene, vulva, ano o cavo orale è normalmente accompagnata da linfadenite loco-regionale<br />
palpabile, mentre la localizzazione cervico-vaginale o rettale non è facilmente apprezzabile e<br />
non si associa a linfadenite inguinale.<br />
Alla fase primaria, segue un’eruzione cutanea generalizzata (sifilide secondaria con esantema<br />
maculo-papulare), non sempre apprezzata dal paziente, che può interessare anche il palmo<br />
delle mani e la pianta dei pie<strong>di</strong>. Nella fase secondaria è frequente la presenza <strong>di</strong> treponemi nel<br />
liquido cefalo rachi<strong>di</strong>ano non sempre in<strong>di</strong>ce, però, <strong>di</strong> patologia a carico del sistema nervoso<br />
centrale. Alla questa fase fa seguito un periodo <strong>di</strong> latenza che, nei primi due anni, può essere<br />
interrotta da successive eruzioni cutanee: se localizzate ai genitali o al cavo orale tali lesioni<br />
risultano altamente contagiose. La latenza può durare anche tutta la vita, ma in un terzo dei<br />
casi non trattati ed in un lasso <strong>di</strong> tempo estremamente variabile, può evolvere verso la fase<br />
terziaria con lesioni viscerali tar<strong>di</strong>ve (car<strong>di</strong>o vascolari e neurologiche) e/o gomme luetiche ad<br />
andamento cronico.<br />
In gravidanza l’infezione non trattata porta ad infezione transplacentare con possibile aborto<br />
o gravi danni al neonato. Quest’ultimo può presentare una malattia sistemica alla nascita<br />
(sifilide connatale precoce, con il quadro <strong>di</strong> una sifilide secondaria) o dopo alcuni anni (sifilide<br />
connatale tar<strong>di</strong>va).<br />
Negli ultimi anni molti paesi, soprattutto dell’Est europeo, hanno segnalato un notevole<br />
incremento dei casi <strong>di</strong> sifilide.<br />
Tempi <strong>di</strong> risposta anticorpale<br />
In fase iniziale, tra l’acquisizione dell’infezione e le manifestazioni cliniche, esiste un periodo<br />
finestra della durata, in me<strong>di</strong>a, <strong>di</strong> 15-30 giorni. Con alcuni test treponemici le IgM possono<br />
essere evidenziate me<strong>di</strong>amente circa 2 settimane dopo l’infezione e le IgG dopo circa 4<br />
settimane; i test non treponemici positivizzano 2-4 settimane dopo la comparsa delle IgM. Al<br />
momento della comparsa delle manifestazioni cliniche, la maggior parte dei pazienti presenta<br />
positività sia per IgG sia per IgM. Il sifiloma primario compare <strong>di</strong> norma 3 settimane dopo<br />
l’infezione (da 10 a 90 gg) per cui vi possono essere casi con lesione primaria in cui non sono<br />
rilevabili anticorpi soprattutto quelli non treponemici.<br />
Diagnosi:<br />
La <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>retta <strong>di</strong> infezione luetica, possibile solo presso centri specialistici, è basata<br />
sulla ricerca dei treponemi (da lesione primaria e/o secondaria umida) in campo oscuro<br />
(sensibilità >97%) o con immunofluorescenza <strong>di</strong>retta e va confermata, in un secondo tempo,<br />
con indagini sierologiche.<br />
La <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>retta con tecniche <strong>di</strong> amplificazione degli aci<strong>di</strong> nucleici è tuttora sperimentale e<br />
non ha validazione clinica anche se stu<strong>di</strong> recenti ne hanno <strong>di</strong>mostrato una buona sensibilità<br />
(>94%) e specificita (>98%) .<br />
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Proposta <strong>di</strong> Percorso Diagnostico presentato durante il<br />
XXXVII Congresso Nazionale AMCLI - Stresa, 5-8 ottobre 2008<br />
Attualmente la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> gran lunga più frequente è comunque quella in<strong>di</strong>retta, sierologica.,<br />
basata sulla <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> anticorpi contro il Treponema pallidum.<br />
La <strong>di</strong>agnosi sierologica <strong>di</strong> infezione luetica (in atto o pregressa) si esegue con due tipi <strong>di</strong> test:<br />
– test treponemici che evidenziano anticorpi <strong>di</strong>retti contro antigeni specifici del Treponema<br />
pallidum,<br />
– test non treponemici che evidenziano anticorpi <strong>di</strong>retti contro antigeni lipoidei posseduti<br />
anche dal Treponema pallidum, ma non specifici.<br />
Alcuni test utilizzati in passato per la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> lue come la reazione <strong>di</strong> Wasserman<br />
(deviazione del complemento) e il TPI (Treponema Pallidum Immobilization test) non sono più<br />
usati ed hanno esclusivamente valore storico.<br />
I test treponemici attualmente in uso sono:<br />
1. TPHA (Treponema Pallidum Haemagglutination Assay) e TPPA (Treponema Pallidum<br />
Particle agglutination Assay): si positivizzano 2-4 settimane dopo l’infezione, ed hanno una<br />
sensibilità variabile dal 60 al 99% (bassa sensibilità solo all’esor<strong>di</strong>o della malattia), ed una<br />
specificità >99% .<br />
2. EIA (test immunoenzimatico con antigeni ricombinanti), si positivizzano 3 settimane dopo<br />
l’infezione. Hanno una sensibilità > 98% ed una specificità >97%<br />
3. CLIA (test in chemiluminescenza), si positivizzano anch’essi 3 settimane, sensibilità e<br />
specificità > 98% e >97%<br />
4. FTA-ABS (test in immunofluorescenza con adsorbimento, attualmente poco usato) ha una<br />
sensibilità dell’84% nella sifilide primaria e <strong>di</strong> circa 100% negli altri sta<strong>di</strong>, con una<br />
specificità del 96%.<br />
5. Western blot Treponema p. (IgG, IgM), sensibilità 95% per le IgG specifiche, 90% per le<br />
IgM ed una specificità >99%<br />
I test non treponemici attualmente in uso sono:<br />
- RPR (Rapid Plasma Reagin - test <strong>di</strong> agglutinazione treponemica) e VDRL (Veneral Disease<br />
Research Laboratorytest - <strong>di</strong> flocculazione treponemica), che si positivizzano dopo 4<br />
settimane<br />
VDRL e RPR devono entrambe essere eseguite con meto<strong>di</strong>che quantitative poiché il titolo <strong>di</strong><br />
positività del test è correlato con l’attività della malattia e con la risposta alla terapia.<br />
I titoli anticorpali ottenuti con i due test, trattandosi <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi, non sono comparabili<br />
tra <strong>di</strong> loro. Per non avere dati <strong>di</strong>scordanti è raccomandabile eseguire questi test presso lo<br />
stesso laboratorio.<br />
Per entrambi i test e da segnalare la possibilità dell’effetto prozona (che si presenta in circa<br />
il 2% degli in<strong>di</strong>vidui con infezione) dovuto dell’eccesso <strong>di</strong> anticorpi anticar<strong>di</strong>olipina, in<br />
particolar modo nello sta<strong>di</strong>o sta<strong>di</strong>o secondario. Si consiglia pertanto <strong>di</strong> effettuare <strong>di</strong>luizioni<br />
più alte del siero (>1/8), in particolar modo quando si è davanti ad un caso clinico <strong>di</strong> sifilide<br />
florida associata valori <strong>di</strong> TPHA >1/2560.<br />
Sia per i test treponemici sia per quelli non treponemici non deve essere esclusa la possibilità<br />
<strong>di</strong> risultati falsamente positivi dovuti a reazione aspecifiche e crociate:<br />
RPR-VDRL Infezioni acute e croniche, malattie autoimmuni (lupus eritematoso, sindrome<br />
antifosfolipi<strong>di</strong>ca), gravidanza, vaccinazioni, neoplasie, età avanzata,<br />
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treponematosi endemiche (framboesia, pinta)<br />
TPHA-TPPA Mononucleosi, malattie autoimmuni, treponematosi endemiche<br />
(framboesia, pinta)<br />
T. pallidum<br />
IgG / IgM<br />
Treponematosi endemiche (Bejel, framboesia, pinta)<br />
Recentemente sono stati introdotti in commercio dei test rapi<strong>di</strong> che hanno <strong>di</strong>mostrato una<br />
sensibilità ed una specificità rispettivamente dell’ 85-98% e 93-98%. Questi test potrebbero<br />
incrementare i programmi <strong>di</strong> screening soprattutto nei paesi in via <strong>di</strong> sviluppo dove non è<br />
presente un laboratorio.<br />
Le richieste sono generalmente fatte per<br />
1. Screening (es: gravidanza, donazione, soggetti a rischio)<br />
I test <strong>di</strong> screening dovrebbero essere basati sulla ricerca degli anticorpi totali in modo da<br />
permettere sia la rilevazione delle IgM iniziali che delle IgG che possono permanere per<br />
lunghissimo tempo.<br />
I test immunometrici (EIA o CLIA) rappresentano, oggi, i test <strong>di</strong> prima scelta.<br />
Anche l’associazione VDRL/RPR – TPHA/TPPA, utilizzata da molti laboratori, è valida per<br />
lo screening mentre non è assolutamente accettabile l’utilizzo della sola VDRL/RPR in<br />
quanto non è in grado <strong>di</strong> rilevare tutti i casi <strong>di</strong> infezione.<br />
Se il test <strong>di</strong> screening è positivo occorre indagare i fattori <strong>di</strong> rischio e proseguire come al<br />
punto 2. Se risulta negativo e vi è un dato anamnestico <strong>di</strong> rischio in un periodo inferiore<br />
alle 3-4 settimane si deve procedere alla ripetizione del test.<br />
Lo screening in gravidanza resta estremamente importante: dovrebbe sempre essere<br />
eseguito nel primo trimestre e, nelle donne con fattori <strong>di</strong> rischio, ripetuto prima del parto.<br />
2. Test <strong>di</strong> conferma per conferma positività sierologica<br />
In caso <strong>di</strong> test immunometrico <strong>di</strong> screening positivo è necessario effettuare un test<br />
treponemico <strong>di</strong> conferma e un test non treponemico quantitativi. Un titolo elevato <strong>di</strong><br />
VDRL/RPR è suggestivo per infezione treponemica recente e/o attiva.<br />
Nei casi dubbi può essere utile la ripetizione dei test a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> una settimana ed<br />
eventualmente all’esecuzione del Western Blot (attualmente il test più specifico).<br />
Nelle forme pregresse o trattate il test treponemico è positivo a basso titolo mentre<br />
quello non treponemico è generalmente negativo o positivo a basso titolo (
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La positività dei test treponemici (TPHA o TPPA) si riduce più lentamente e spesso residua<br />
per tutta la vita a basso titolo ( 1/80-1/160). Il titolo dei test treponemici, inoltre, non<br />
correla con l’attività della malattia e non dovrebbe essere usato per valutare la risposta al<br />
trattamento.<br />
Se il test <strong>di</strong> screening è stato effettuato utilizzando l’associazione TPHA/TPPA –<br />
VDRL/RPR occorre effettuare un test treponemico <strong>di</strong>verso e un test non treponemico<br />
quantitativi.<br />
4 Diagnosi <strong>di</strong> lue connatale<br />
La <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> lue connatale più che sui dati <strong>di</strong> laboratorio si basa su:<br />
• dati anamnestici (mancato o insufficiente trattamento terapeutico della lue materna),<br />
• evidenze cliniche e ra<strong>di</strong>ologiche <strong>di</strong> sifilide nel neonato,<br />
• evidenziazione istopatologica dei treponemi nella placenta e nel cordone ombelicale.<br />
La <strong>di</strong>agnosi sierologica <strong>di</strong> sifilide connatale, invece, è resa <strong>di</strong>fficoltosa dal passaggio<br />
transplacentare degli anticorpi <strong>di</strong> origine materna.<br />
L’unica ricerca sierologia <strong>di</strong> riconosciuta utilità è il dosaggio comparativo, alla nascita, dei<br />
titoli <strong>di</strong> VDRL e RPR eseguito contemporaneamente sul sangue della madre e del neonato.<br />
Un titolo anticorpale maggiore (<strong>di</strong> almeno quattro volte) nel neonato rispetto alla madre, è<br />
fortemente in<strong>di</strong>cativo <strong>di</strong> lue connatale (ma la sua assenza non esclude la malattia).<br />
Non bisogna utilizzare per il test il sangue del cordone ombelicale perché può essere inquinato<br />
dal sangue materno. L’esecuzione dei tests treponemici e la ricerca delle IgM specifiche sul<br />
siero del neonato possono avere, seppur non sempre, un valore aggiuntivo.<br />
In tutti i neonati con alta probabilità <strong>di</strong> lue connatale sono inoltre consigliati: esame del<br />
liquido cefalo-rachi<strong>di</strong>ano (citochimico e VDRL/RPR), ricerca dei treponemi in campo oscuro o in<br />
immunofluorescenza <strong>di</strong>retta nelle lesioni e nei flui<strong>di</strong> corporei ( es: secrezione nasale).<br />
Il TPHA non è validato per l’utilizzo sul liquor.<br />
Nei casi dubbi è utile può essere utile ricorrere all’utilizzo del Western Blot.<br />
5) Diagnosi <strong>di</strong> neurolue<br />
L’interessamento del SNC può comparire in qualsiasi sta<strong>di</strong>o della malattia.<br />
Per la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> neurolue non è possibile utilizzare un singolo test.<br />
La VDRL è altamente specifica, ma poco sensibile. Una VDRL positiva in un liquor non<br />
contaminato da sangue è altamente probativa <strong>di</strong> neurolue.<br />
I tests treponemici, al contrario, sono poco specifici (facile passaggio <strong>di</strong> anticorpi attraverso<br />
la barriera ematoencefalica) ma più sensibili, in particolare FTA-ABS, per cui un CFS FTA-<br />
ABS negativo si ritiene possa escludere la neurolue.<br />
In<strong>di</strong>spensabile l’esame del liquor cefalo-rachi<strong>di</strong>ano che evidenzierà, nella neurolue, pleiocitosi<br />
ed aumento della componente proteica.<br />
Ricerca <strong>di</strong> altre Infezioni Sessualmente Trasmesse (IST)<br />
Tutti i pazienti positivi dovrebbero essere indagati per altre IST batteriche, soprattutto<br />
Neisseria gonorrhoeae e Chlamy<strong>di</strong>a trachomatis.<br />
In caso <strong>di</strong> ulcere genitali è utile la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>fferenziale con: infezione erpetica,<br />
linfogranuloma venereo, ulcera molle o granuloma inguinale.<br />
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A tutti i pazienti positivi per sifilide deve essere proposto il test HIV e la vaccinazione<br />
per epatite B se non sono già stati vaccinati.<br />
Esiste una forte associazione epidemiologica tra sifilide e infezione da HIV verosimilmente<br />
legata sia alla presenza <strong>di</strong> comportamenti sessuali a rischio sia alla presenza <strong>di</strong> ulcere e<br />
soluzioni <strong>di</strong> continuo delle mucose che possono costituire un porta d'entrata per HIV. Nel<br />
paziente HIV-1 positivo il quadro clinico può essere atipico e, soprattutto, si può verificare<br />
una progressione più rapida dei <strong>di</strong>versi sta<strong>di</strong> della malattia, pertanto il management <strong>di</strong> questi<br />
pazienti resta <strong>di</strong> competenza strettamente specialistica.<br />
Notifica e Contact tracing<br />
Tutti i casi <strong>di</strong> sifilide primaria, secondaria o latente recente sono soggetti a notifica.<br />
I partner sessuali e i contatti perinatali devono essere rintracciati, sottoposti a test e<br />
trattati se positivi. In particolare, in caso <strong>di</strong> <strong>Sifilide</strong> primaria dovrebbero essere rintracciati i<br />
partner dei 3 mesi precedenti le manifestazioni cliniche, in caso <strong>di</strong> <strong>Sifilide</strong> secondaria quelli<br />
dei 6 mesi antecedenti, in caso <strong>di</strong> <strong>Sifilide</strong> latente recente quelli dell’anno antecedente la<br />
<strong>di</strong>agnosi. In caso <strong>di</strong> <strong>Sifilide</strong> latente tar<strong>di</strong>va dovrebbero essere controllati il coniuge/partner<br />
fisso e i figli ed in caso <strong>di</strong> <strong>Sifilide</strong> connatale il controllo dovrebbe essere esteso alla madre ed<br />
eventualmente del suo partner.<br />
Bibliografia essenziale<br />
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