Il mercato è in rapida crescita, ma ci vuole ancora un ... - QualEnergia
Il mercato è in rapida crescita, ma ci vuole ancora un ... - QualEnergia
Il mercato è in rapida crescita, ma ci vuole ancora un ... - QualEnergia
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Energia: la promessa che viene dal Sole<br />
<strong>Il</strong> <strong>mercato</strong> <strong>è</strong> <strong>in</strong> <strong>rapida</strong> <strong>cres<strong>ci</strong>ta</strong>,<br />
<strong>ma</strong> <strong>ci</strong> <strong>vuole</strong> <strong>ancora</strong> <strong>un</strong> grosso<br />
impegno di ricerca perché il solare<br />
acquisti <strong>un</strong> ruolo di rilievo nella<br />
produzione di energia elettrica<br />
di Guido Agost<strong>in</strong>elli, Maurizio Ac<strong>ci</strong>arri<br />
e Francesca Ferrazza<br />
<strong>Il</strong> Discorso sullo Stato dell’Unione pron<strong>un</strong><strong>ci</strong>ato da George<br />
W. Bush il 31 gennaio potrebbe segnare <strong>un</strong>a svolta<br />
<strong>in</strong>aspettata nella politica energetica dell’America repubblicana<br />
dei petrolieri neo-con. Seguendo le orme<br />
del governatore della California Arnold Schwarzenegger<br />
– che ha dichiarato di volere <strong>un</strong> milione di tetti solari<br />
nello Stato entro i prossimi die<strong>ci</strong> anni, stanziando<br />
fondi per 2,8 miliardi di dollari – Bush ha aumentato di 150 milioni<br />
di dollari il budget federale per la ricerca sul solare (anche<br />
se a scapito delle altre fonti r<strong>in</strong>novabili).<br />
D’altra parte sulla stampa si trovano or<strong>ma</strong>i articoli sulle più disparate<br />
applicazioni dell’energia solare: si legge di celle solari<br />
che possono essere letteralmente dip<strong>in</strong>te sui muri, s<strong>in</strong>tetizzate<br />
dalle piante, stampate sui vestiti <strong>in</strong> film spessi appena <strong>un</strong>a frazione<br />
di micrometro. Oppure capita di sentire parlare della generazione<br />
diffusa di energia da parte di cent<strong>in</strong>aia di migliaia di sistemi<br />
fotovoltai<strong>ci</strong> connessi alla rete di distribuzione. O <strong>ancora</strong> di<br />
celle ad elevata effi<strong>ci</strong>enza per applicazioni spaziali, o terrestri a<br />
concentrazione, basate su sofisticati <strong>ma</strong>teriali semiconduttori.<br />
Spesso questi articoli sono accompagnati da commenti altrettanto<br />
eterogenei: <strong>un</strong>’occasione da non perdere, costa troppo, <strong>è</strong> il<br />
futuro, non potrà <strong>ma</strong>i produrre energia a suffi<strong>ci</strong>enza.<br />
Quando si parla di energia solare non sembra esser<strong>ci</strong> <strong>un</strong> quadro<br />
di riferimento affidabile, il che <strong>è</strong> <strong>in</strong> parte colpa degli stessi<br />
addetti ai lavori. Anche per questo <strong>ci</strong> proponiamo di fornire, <strong>in</strong><br />
queste pag<strong>in</strong>e, <strong>un</strong>a panoramica sullo stato, gli sviluppi, l’economia<br />
e le prospettive del settore: per contribuire, dati alla <strong>ma</strong>no,<br />
al dibattito sull’energia <strong>in</strong> corso e per cercare di capire quanto<br />
l’energia elettrica prodotta dal Sole possa occupare <strong>un</strong>a parte rilevante<br />
dello scenario energetico mondiale nel futuro.<br />
74 LE SCIENZE 453 /<strong>ma</strong>ggio 2006 www.les<strong>ci</strong>enze.it LE SCIENZE 75<br />
John Mead /SPL/Grazia Neri
Un <strong>mercato</strong> che cresce<br />
<strong>Il</strong> <strong>mercato</strong> dell’energia solare <strong>è</strong> <strong>in</strong> <strong>rapida</strong> <strong>cres<strong>ci</strong>ta</strong>. Relegato ad<br />
applicazioni di nicchia f<strong>in</strong>o a metà degli anni novanta, da allora<br />
il settore sta vivendo <strong>un</strong> vero e proprio boom, con <strong>un</strong>a <strong>cres<strong>ci</strong>ta</strong><br />
media di oltre il 30 per cento all’anno negli ultimi die<strong>ci</strong> anni, e di<br />
oltre il 40 negli ultimi c<strong>in</strong>que. Nel 2004 sono stati prodotti moduli<br />
per 1,2 GWp (gigawatt di picco, l’<strong>un</strong>ità di misura della <strong>ma</strong>ssi<strong>ma</strong><br />
potenza generata), quasi il 60 per cento <strong>in</strong> più rispetto al 2003, e<br />
nel 2005 per <strong>ci</strong>rca 1,5 GWp, portando il giro di affari del solare<br />
(che dà impiego a più di 35000 persone nel mondo) a quasi 6<br />
miliardi di euro. <strong>Il</strong> settore del solare però non <strong>è</strong> omogeneo: l’88 per<br />
cento dei sistemi fotovoltai<strong>ci</strong> <strong>in</strong> Europa <strong>è</strong> <strong>in</strong>stallato <strong>in</strong> Ger<strong>ma</strong>nia,<br />
che <strong>è</strong> il <strong>mercato</strong> più vasto a livello mondiale, seguito dal Giappone<br />
e, molto più <strong>in</strong>dietro, dagli Stati Uniti. In altri paesi si registrano<br />
<strong>in</strong>iziative e crescente <strong>in</strong>teresse, <strong>ma</strong> con volumi più modesti.<br />
Per molti analisti <strong>è</strong> realistico prevedere che il settore si espanda a<br />
tassi paragonabili a quelli attuali per i prossimi vent’anni. In questa<br />
prospettiva, se oggi l’energia solare copre poco meno dell’1 per<br />
cento della nuova do<strong>ma</strong>nda di energia elettrica (dati Observ’ER/<br />
EDF 2004), entro il 2025 sarebbero stati <strong>in</strong>stallati non meno di 700<br />
GWp di moduli, e il volume del <strong>mercato</strong> sfiorerebbe i 130 GWp<br />
all’anno o, se si <strong>vuole</strong>, l’equivalente di 25 nuove centrali nucleari di<br />
media potenza ogni anno. Allora<br />
il fotovoltaico potrebbe rappre- 50<br />
sentare <strong>ci</strong>rca il 4 per cento della<br />
45<br />
produzione mondiale di energia<br />
elettrica e coprire il 30 per cento 40<br />
della <strong>cres<strong>ci</strong>ta</strong> della do<strong>ma</strong>nda.<br />
35<br />
Ma se per le previsioni f<strong>in</strong>o<br />
al 2010 c’<strong>è</strong> <strong>un</strong> consenso diffuso 30<br />
sulla potenzialità di <strong>ma</strong>ntenere<br />
25<br />
<strong>un</strong> tasso di <strong>cres<strong>ci</strong>ta</strong> elevato e <strong>un</strong><br />
costo di produzione decrescente, 20<br />
sullo scenario di l<strong>un</strong>go term<strong>in</strong>e e<br />
15<br />
la reale possibilità dell’elettri<strong>ci</strong>tà<br />
solare di coprire <strong>un</strong> ruolo signifi- 10<br />
cativo nell’offerta di energia non<br />
c’<strong>è</strong> <strong>un</strong> accordo generale.<br />
5<br />
Perché il fotovoltaico diventi<br />
0<br />
competitivo con le fonti convenzionali<br />
di energia elettrica nella<br />
generazione di potenza (che hanno<br />
costi compresi tra 4 e 8 centesimi di euro per chilowattora,<br />
kWh) occorrerà attendere almeno il 2030, mentre per gli utenti<br />
residenziali, che acquistano l’energia dal gestore a prezzi tra i 10<br />
e i 20 centesimi per kWh, dovrebbe diventare <strong>un</strong>’alternativa <strong>in</strong>teressante<br />
nel giro di 5-10 anni (si veda il grafico qui sopra).<br />
L’obiettivo dell’Unione Europea per il 2010 <strong>è</strong> che le energie<br />
r<strong>in</strong>novabili forniscano il 12 per cento dell’energia totale e il 21<br />
per cento dell’energia elettrica prodotta <strong>in</strong> Europa, con il duplice<br />
scopo di ridurre l’emissione di CO2 e l’importazione di energia. <strong>Il</strong><br />
successo delle r<strong>in</strong>novabili, eolico e fotovoltaico <strong>in</strong> testa, sta portando<br />
il Parlamento Europeo a discutere <strong>un</strong> nuovo obiettivo, che<br />
prevede che per il 2020 le fonti r<strong>in</strong>novabili forniscano non meno<br />
del 25 per cento dell’energia totale nell’Unione. Contestualmente<br />
la Commissione Europea, <strong>in</strong> seguito alle analisi dedicate al settore,<br />
Costo (centesimi per chilowattora)<br />
2004<br />
Bruxelles<br />
Ro<strong>ma</strong><br />
Palermo<br />
Milano<br />
Tripoli<br />
Costo elettri<strong>ci</strong>tà per l’utenza f<strong>in</strong>ale<br />
Costo generazione di potenza<br />
2005<br />
2006<br />
2007<br />
2008<br />
Hank Morgan /SPL/Grazia Neri<br />
2009<br />
2010<br />
Evoluzione del <strong>mercato</strong> fotovoltaico<br />
2011<br />
2012<br />
2013<br />
Capa<strong>ci</strong>tà di generazione totale <strong>in</strong>stallata<br />
(gigawatt di picco)<br />
2014<br />
2015<br />
2016<br />
2017<br />
2018<br />
ha de<strong>ci</strong>so di for<strong>ma</strong>re <strong>un</strong>a piattafor<strong>ma</strong> europea per il fotovoltaico,<br />
ovvero <strong>un</strong> quadro di regolamentazione degli aspetti politi<strong>ci</strong>,<br />
nor<strong>ma</strong>tivi, f<strong>in</strong>anziari, <strong>in</strong>dustriali, tecnologi<strong>ci</strong> e for<strong>ma</strong>tivi per ottenere<br />
il <strong>ma</strong>ssimo coord<strong>in</strong>amento a livello europeo, con l’espli<strong>ci</strong>ta<br />
richiesta di for<strong>ma</strong>re uguali meccanismi a livello nazionale, che<br />
contribuiscano alla realizzazione di sforzi concertati fra le parti.<br />
La fisica di <strong>un</strong> semiconduttore<br />
<strong>Il</strong> futuro del fotovoltaico dipenderà tuttavia anche dalla capa<strong>ci</strong>tà<br />
di sviluppare sistemi sempre più effi<strong>ci</strong>enti ed economi<strong>ci</strong> per<br />
la conversione dell’energia solare <strong>in</strong> energia elettrica. Ma pri<strong>ma</strong><br />
di affrontare questo argomento vediamo brevemente com’<strong>è</strong> fatta<br />
<strong>un</strong>a cella solare. Nella sua versione più semplice, <strong>è</strong> sostanzialmen-<br />
2019<br />
2020<br />
2021<br />
2022<br />
2023<br />
800<br />
700<br />
600<br />
500<br />
400<br />
300<br />
200<br />
100<br />
2024<br />
2025<br />
Danilo Sossi su <strong>in</strong>dicazione degli autori, da <strong>un</strong>’analisi Credit Lyonnais Security Asia<br />
te <strong>un</strong> diodo di <strong>ma</strong>teriale semiconduttore, che sfrutta <strong>un</strong> gradiente<br />
di potenziale elettrico <strong>in</strong>terno per separare i portatori di carica (gli<br />
elettroni, di carica negativa, e le lac<strong>un</strong>e, di carica positiva) che la<br />
luce solare genera all’<strong>in</strong>terno della cella per effetto fotoelettrico.<br />
Per chi non ha familiarità con la fisica dello stato solido proviamo<br />
a descrivere questo processo <strong>in</strong> <strong>ma</strong>niera <strong>in</strong>tuitiva.<br />
Gli atomi che for<strong>ma</strong>no <strong>un</strong> solido cristall<strong>in</strong>o sono tenuti <strong>in</strong> posizioni<br />
ben def<strong>in</strong>ite dai legami con gli altri atomi. Le loro proprietà<br />
elettroniche sono modificate rispetto alla condizione di atomi<br />
isolati, e la meccanica quantistica <strong>ci</strong> dice che gli elettroni possono<br />
occupare due diverse «bande energetiche». Le bande sono <strong>un</strong><br />
<strong>in</strong>sieme quasi cont<strong>in</strong>uo di livelli di energia. La banda di energia<br />
<strong>in</strong> cui gli elettroni ri<strong>ma</strong>ngono legati all’atomo di appartenenza<br />
<strong>è</strong> chia<strong>ma</strong>ta banda di valenza; l’<strong>in</strong>sieme dei livelli energeti<strong>ci</strong> più<br />
alti, <strong>in</strong> cui gli elettroni sono liberi di muoversi nel <strong>ma</strong>teriale si<br />
dice banda di conduzione. Queste due bande sono separate da <strong>un</strong><br />
<strong>in</strong>tervallo o gap di energia che <strong>è</strong> più o meno grande a seconda dei<br />
<strong>ma</strong>teriali. Se <strong>un</strong> elettrone legato nella banda di valenza acquista<br />
In s<strong>in</strong>tesi/L’energia del futuro?<br />
■ L’attuale <strong>in</strong>certezza sulla disponibilità delle fonti<br />
energetiche ha riacceso il dibattito sulle energie alternative.<br />
Fra queste, il fotovoltaico ha <strong>un</strong> grande potenziale.<br />
■ Se il <strong>mercato</strong> cont<strong>in</strong>uerà a crescere con la tendenza degli<br />
ultimi anni, entro il 2025 il fotovoltaico potrebbe coprire il 4<br />
per cento della produzione mondiale di energia elettrica e il<br />
30 per cento della <strong>cres<strong>ci</strong>ta</strong> della do<strong>ma</strong>nda.<br />
■ Perché il fotovoltaico <strong>ma</strong>ntenga f<strong>in</strong>o <strong>in</strong> fondo le sue promesse,<br />
però, sono <strong>in</strong>dubbiamente necessari ulteriori sforzi <strong>in</strong><br />
ricerca e sviluppo, per migliorare l’effi<strong>ci</strong>enza delle celle già <strong>in</strong><br />
commer<strong>ci</strong>o e perfezionare i metodi di nuova concezione.<br />
EVOLUZIONE DEL MERCATO. L’istogram<strong>ma</strong><br />
a barre (a fronte) <strong>in</strong>dica la capa<strong>ci</strong>tà totale<br />
di generazione di energia fotovoltaica<br />
<strong>in</strong>stallata. I grafi<strong>ci</strong> <strong>in</strong> colore rappresentano<br />
l’evoluzione del costo reale dell’energia<br />
fotovoltaica <strong>in</strong> c<strong>in</strong>que <strong>ci</strong>ttà rappresentative<br />
di diverse latitud<strong>in</strong>i. Per confronto sono<br />
<strong>in</strong>dicate anche le previsioni per il costo<br />
dell’elettri<strong>ci</strong>tà per l’utente f<strong>in</strong>ale (quello che<br />
si paga <strong>in</strong> bolletta, oggi compreso tra i 10 e<br />
i 20 centesimi) e per la produzione <strong>in</strong> larga<br />
scala di energia elettrica (4-8 centesimi<br />
per kWh). Nel giro di c<strong>in</strong>que anni, nelle<br />
regioni con <strong>un</strong>a buona <strong>in</strong>solazione, l’energia<br />
prodotta da <strong>un</strong> impianto fotovoltaico<br />
privato connesso <strong>in</strong> rete potrebbe essere<br />
competitiva con il costo dell’elettri<strong>ci</strong>tà<br />
comperata dal gestore nelle ore di p<strong>un</strong>ta.<br />
Qui a fianco, <strong>un</strong>o dei tre complessi a energia<br />
solare della Luz International nel Deserto<br />
del Mojave, <strong>in</strong> California, capa<strong>ci</strong> di generare<br />
complessivamente 275 megawatt di<br />
potenza elettrica.<br />
<strong>un</strong>’energia suffi<strong>ci</strong>ente a superare il gap, può entrare nella banda di<br />
conduzione, <strong>in</strong>crementando il numero dei portatori di carica che<br />
possono prendere parte ai fenomeni di conduzione elettrica. Al suo<br />
posto nella banda di valenza ri<strong>ma</strong>ne <strong>un</strong>a «buca», o «lac<strong>un</strong>a», che si<br />
comporta come <strong>un</strong>a carica mobile positiva, che orig<strong>in</strong>a dall’atomo<br />
che ha perso l’elettrone e si può trasferire di atomo <strong>in</strong> atomo.<br />
Dopo <strong>un</strong> certo lasso di tempo l’elettrone ritorna nel suo stato<br />
di base, «ricomb<strong>in</strong>andosi» con <strong>un</strong>a lac<strong>un</strong>a e liberando l’energia<br />
acquistata. La luce ha questa proprietà: «dona» la propria energia<br />
agli elettroni della banda di valenza trasferendoli nella banda<br />
di conduzione. In <strong>un</strong>a cella solare si cerca proprio di sfruttare<br />
questa energia. <strong>Il</strong>lum<strong>in</strong>ando <strong>un</strong> semiconduttore omogeneo si<br />
genera <strong>un</strong> gran numero di elettroni e di lac<strong>un</strong>e, che diffondono<br />
caoticamente nel <strong>ma</strong>teriale, <strong>ma</strong> che alla f<strong>in</strong>e ricomb<strong>in</strong>ano. Se si<br />
riesce a separare gli elettroni e le lac<strong>un</strong>e generati dalla luce <strong>in</strong><br />
due regioni dist<strong>in</strong>te del dispositivo pri<strong>ma</strong> che ricomb<strong>in</strong><strong>in</strong>o, e si<br />
collegano queste due regioni a <strong>un</strong> <strong>ci</strong>rcuito esterno, si genera <strong>un</strong>a<br />
differenza di potenziale che può essere utilizzata <strong>in</strong> <strong>un</strong> <strong>ci</strong>rcuito<br />
esterno per azionare <strong>un</strong> motore, far f<strong>un</strong>zionare <strong>un</strong> computer,<br />
compiere lavoro. Questo si può fare creando <strong>un</strong> campo elettrico<br />
<strong>in</strong>terno al dispositivo; <strong>un</strong> risultato che si ottiene, per esempio,<br />
realizzando <strong>un</strong>a gi<strong>un</strong>zione tra semiconduttori di tipo diverso,<br />
come <strong>in</strong> <strong>un</strong> diodo (si veda la figura <strong>in</strong> alto a p. 79).<br />
Introducendo <strong>in</strong> <strong>un</strong> semiconduttore – come il sili<strong>ci</strong>o – atomi di<br />
<strong>un</strong>’altra spe<strong>ci</strong>e (i «droganti») si può variare <strong>in</strong> modo controllato il<br />
numero di portatori liberi, ottenendo due tipi di semiconduttore:<br />
di tipo p se predom<strong>in</strong>ano le lac<strong>un</strong>e, di tipo n se predom<strong>in</strong>ano gli<br />
elettroni. Una cella solare risulta qu<strong>in</strong>di composta di tre elementi<br />
fondamentali: due regioni omogenee di <strong>ma</strong>teriale semiconduttore<br />
di diverso tipo – com<strong>un</strong>emente detti emettitore, di tipo n, e<br />
base, di tipo p – e la gi<strong>un</strong>zione tra queste due regioni (la sola zona<br />
del <strong>ma</strong>teriale dove esiste il campo elettrico) che si comporta come<br />
<strong>un</strong>a membrana selettiva rispetto a elettroni e lac<strong>un</strong>e.<br />
76 LE SCIENZE 453 /<strong>ma</strong>ggio 2006 www.les<strong>ci</strong>enze.it LE SCIENZE 77
Che cos’<strong>è</strong> il watt di picco, Wp?<br />
<strong>Il</strong> watt di picco, Wp, <strong>è</strong> la potenza che il modulo esprime <strong>in</strong> condizioni di<br />
irraggiamento standard: 1000 watt per metro quadrato a 25 gradi di<br />
temperatura con <strong>un</strong>o spettro AM1.5G, ovvero lo spettro standard della<br />
luce solare alla superfi<strong>ci</strong>e terrestre.<br />
Che differenza c’<strong>è</strong> tra i moduli fotovoltai<strong>ci</strong> e quelli per solare termico?<br />
In entrambi i casi la fonte energetica <strong>è</strong> il Sole. Nel caso di moduli fotovoltai<strong>ci</strong>,<br />
la radiazione solare <strong>è</strong> trasfor<strong>ma</strong>ta direttamente <strong>in</strong> energia<br />
elettrica. Nel caso di pannelli solari termi<strong>ci</strong> si utilizza l’energia termica<br />
del Sole, il calore, per riscaldare l’acqua da utilizzare per uso igienico<br />
sanitario o per il riscaldamento degli ambienti.<br />
Qual <strong>è</strong> il potenziale dell’energia solare?<br />
L’energia che la Terra riceve dal Sole <strong>è</strong> dec<strong>in</strong>e di migliaia di volte superiore<br />
al fabbisogno mondiale di energia. Naturalmente non <strong>è</strong> possibile<br />
sfruttarla tutta, <strong>ma</strong> secondo le stime l’energia che si può produrre dal<br />
Sole per usi <strong>ci</strong>vili a impatto zero <strong>è</strong> superiore a 450.000 terawattora<br />
(TWh) all’anno, quasi quattro volte il fabbisogno mondiale di energia.<br />
Quanta elettri<strong>ci</strong>tà produce <strong>un</strong> impianto fotovoltaico?<br />
Sono diversi i fattori che <strong>in</strong>fluenzano la produzione elettrica da parte<br />
di <strong>un</strong> impianto fotovoltaico:<br />
Una tecnologia a molti volti<br />
Riassumendo, la luce genera nelle due regioni omogenee elettroni<br />
e lac<strong>un</strong>e che diffondono <strong>in</strong> <strong>ma</strong>niera caotica <strong>ma</strong> che, se raggi<strong>un</strong>gono<br />
la gi<strong>un</strong>zione, vengono separati: gli elettroni possono passare<br />
dalla zona p alla zona n <strong>ma</strong> non viceversa, mentre le lac<strong>un</strong>e possono<br />
passare dalla zona n alla zona p. Collegando le due regioni a<br />
<strong>un</strong> <strong>ci</strong>rcuito, si ha <strong>un</strong> passaggio di corrente. Massimizzare l’effi<strong>ci</strong>enza<br />
di conversione della cella vuol dire <strong>ma</strong>ssimizzare il numero di<br />
portatori generati dalla luce che diffondono da <strong>un</strong>a zona all’altra.<br />
La cella solare <strong>è</strong> l’<strong>un</strong>ità base di conversione di potenza di <strong>un</strong> siste<strong>ma</strong><br />
fotovoltaico. Mediante opport<strong>un</strong>i collegamenti di queste <strong>un</strong>ità<br />
base si ottengono i moduli fotovoltai<strong>ci</strong>, che a loro volta vengono<br />
assemblati per costruire l’impianto fotovoltaico <strong>in</strong> grado di fornire<br />
la tensione e l’<strong>in</strong>tensità di corrente appropriata per l’utenza.<br />
A questo p<strong>un</strong>to possiamo affrontare l’argomento del presente<br />
e del futuro tecnologico delle celle solari. In commer<strong>ci</strong>o esistono<br />
diversi tipi di celle solari: celle <strong>in</strong> sili<strong>ci</strong>o cristall<strong>in</strong>o, sili<strong>ci</strong>o amorfo,<br />
composti II-VI per applicazioni terrestri e composti III-V per applicazioni<br />
spaziali e termofotovoltaiche. Con II, III, V e VI si <strong>in</strong>dicano<br />
i gruppi di appartenenza degli atomi nella tavola periodica degli<br />
elementi. Per esempio fanno parte del gruppo V elementi quali<br />
azoto, fosforo e arsenico, tutti utilizzati <strong>in</strong> campo fotovoltaico.<br />
<strong>Il</strong> quadro diventa più complicato se si considerano le tecnologie<br />
<strong>in</strong> fase di sviluppo, dove troviamo celle a coloranti, celle<br />
organiche, sofisticate strutture quantistiche dei <strong>ma</strong>teriali più svariati.<br />
Per vedere più <strong>in</strong> dettaglio quali sono, a grandi l<strong>in</strong>ee, i tipi di<br />
celle solari che esistono <strong>in</strong> commer<strong>ci</strong>o, e quelli <strong>in</strong> via di sviluppo,<br />
utilizziamo lo sche<strong>ma</strong> di classificazione (migliorabile, <strong>ma</strong> popolare)<br />
delle «generazioni». Alla base di questa classificazione c’<strong>è</strong><br />
CINQUE RISPOSTE SUL FOTOVOLTAICO<br />
• radiazione solare <strong>in</strong><strong>ci</strong>dente;<br />
• orientamento e <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>azione della superfi<strong>ci</strong>e dei moduli;<br />
• effi<strong>ci</strong>enza dei componenti dell’impianto.<br />
Se consideriamo <strong>un</strong> impianto da 1 chilowatt di potenza nom<strong>in</strong>ale, con<br />
orientamento e <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>azione otti<strong>ma</strong>li e <strong>in</strong> assenza di ombreggiamento,<br />
non dotato di <strong>un</strong> dispositivo di «<strong>in</strong>seguimento» del Sole, <strong>in</strong> Italia <strong>è</strong> possibile<br />
sti<strong>ma</strong>re le seguenti produ<strong>ci</strong>bilità annue <strong>ma</strong>ssime:<br />
• regioni settentrionali: 1100 chilowattora all’anno;<br />
• regioni centrali: 1400 chilowattora all’anno;<br />
• regioni meridionali: 1600 chilowattora all’anno.<br />
<strong>Il</strong> consumo elettrico medio annuo di <strong>un</strong>a famiglia italiana <strong>è</strong> pari a <strong>ci</strong>rca<br />
3000 chilowattora.<br />
Quanta superfi<strong>ci</strong>e terrestre bisognerebbe coprire con moduli fotovoltai<strong>ci</strong><br />
per soddisfare la do<strong>ma</strong>nda mondiale di energia?<br />
La do<strong>ma</strong>nda mondiale di energia elettrica <strong>è</strong> pari a <strong>ci</strong>rca 17.000 TWh<br />
all’anno, e quella di energia pri<strong>ma</strong>ria arriva a <strong>ci</strong>rca 130.000 TWh. Con il<br />
10-15 per cento di effi<strong>ci</strong>enza, ai livelli di irraggiamento medio delle aree<br />
popolate del pianeta, occorrerebbe 0,07-0,1 per cento delle terre emerse<br />
(100.000-150.000 chilometri quadrati) per soddisfare il fabbisogno<br />
mondiale di energia elettrica con pannelli fotovoltai<strong>ci</strong>, risparmiando più<br />
di 20.000 TWh di energia pri<strong>ma</strong>ria, dato che oggi occorrono <strong>ci</strong>rca 40.000<br />
TWh di energia pri<strong>ma</strong>ria per produrre 17.000 TWh di energia elettrica).<br />
AMBIENTE E DESIGN. L’energia elettrica necessaria per questo futuristico<br />
palazzo per uffi<strong>ci</strong> a impatto zero di Doxford Park, <strong>in</strong> Inghilterra, <strong>è</strong><br />
completamente prodotta dai pannelli solari che ne rivestono le pareti.<br />
Col<strong>in</strong> Cuthbert /SPL/Grazia Neri<br />
Semiconduttore omogeneo Gi<strong>un</strong>zione di semiconduttori<br />
Tipo n Tipo p<br />
<strong>un</strong>a visione dell’evoluzione del <strong>mercato</strong> fotovoltaico determ<strong>in</strong>ata<br />
da fondamentali limiti di costo ed effi<strong>ci</strong>enza per diverse tecnologie.<br />
Lo sche<strong>ma</strong> non <strong>è</strong> <strong>in</strong>vece molto efficace se lo si pensa solo <strong>in</strong><br />
term<strong>in</strong>i di progresso cronologico, poiché si <strong>in</strong>contrano frequenti<br />
sovrapposizioni.<br />
La pri<strong>ma</strong> generazione comprende tutte le celle prodotte su wafer,<br />
ovvero le «tradizionali» celle a sili<strong>ci</strong>o cristall<strong>in</strong>o (si veda la figura<br />
qui sopra). Le celle di seconda generazione sono quelle a film sottile,<br />
prodotte con semiconduttori di tipo amorfo o policristall<strong>in</strong>o.<br />
Pur utilizzando <strong>ma</strong>teriali di scarsa qualità, che hanno <strong>un</strong>a più<br />
bassa effi<strong>ci</strong>enza di conversione, queste celle dovrebbero garantire<br />
<strong>un</strong> costo per <strong>un</strong>ità di potenza sensibilmente <strong>in</strong>feriore a quelle di<br />
pri<strong>ma</strong> generazione. La terza generazione comprende tutti i dispositivi<br />
studiati per superare <strong>in</strong> <strong>ma</strong>niera consistente il limite teorico<br />
di effi<strong>ci</strong>enza per le celle solari a s<strong>in</strong>golo gap (il cosiddetto limite<br />
di Shockley-Queisser) e raggi<strong>un</strong>gere rendimenti vic<strong>in</strong>i al limite<br />
termod<strong>in</strong>amico per la conversione elettrica dell’energia solare, che<br />
<strong>è</strong> dell’86 per cento. Un valore impressionante, soprattutto se lo si<br />
paragona a quelli attuali, <strong>ma</strong> queste tecnologie – con la rilevante<br />
eccezione delle celle tandem a concentrazione – non saranno presenti<br />
sul <strong>mercato</strong> che tra <strong>un</strong>a quarant<strong>in</strong>a d’anni o anche di più.<br />
Futuro prossimo<br />
Dal p<strong>un</strong>to di vista teorico la possibilità di superare il limite<br />
di Shockley-Queisser era già stata studiata negli anni settanta e<br />
ottanta. <strong>Il</strong> proble<strong>ma</strong> che si poneva era che <strong>un</strong>a cella poteva sfruttare<br />
solo <strong>un</strong>a certa frazione della radiazione solare, determ<strong>in</strong>ata<br />
dal gap di banda del <strong>ma</strong>teriale. Un gap più piccolo permetteva<br />
di sfruttare meglio la luce <strong>ma</strong> comportava, per motivi fisi<strong>ci</strong>, <strong>un</strong>a<br />
dim<strong>in</strong>uzione del voltaggio ai term<strong>in</strong>ali della cella, il che poneva<br />
<strong>un</strong> limite del 31 per cento <strong>ci</strong>rca all’effi<strong>ci</strong>enza teorica di <strong>un</strong>a cella.<br />
La soluzione era relativamente semplice: comb<strong>in</strong>are nello stesso<br />
dispositivo due o più celle di <strong>ma</strong>teriali diversi, che sfruttassero<br />
differenti regioni dello spettro solare. Queste celle si chia<strong>ma</strong>no<br />
tandem, o a gi<strong>un</strong>zione multipla. Le prime celle tandem sono state<br />
prodotte a metà degli anni ottanta – costruite con <strong>ma</strong>teriali<br />
composti, come l’arseniuro di gallio, i fosfuri di <strong>in</strong>dio e gallio,<br />
o il ger<strong>ma</strong>nio – e hanno trovato applicazione nei satelliti per le<br />
telecom<strong>un</strong>icazioni. Di recente, lo sviluppo dei sistemi a concentrazione<br />
ha reso estre<strong>ma</strong>mente <strong>in</strong>teressante l’impiego di celle a<br />
gi<strong>un</strong>zione multipla per applicazioni di tipo terrestre.<br />
Anche la cella record con effi<strong>ci</strong>enza del 39 per cento sotto luce<br />
concentrata costruita dalla Spectrolab <strong>è</strong> <strong>un</strong>a cella multigi<strong>un</strong>zione.<br />
Nei sistemi a concentrazione la luce viene convogliata da<br />
<strong>un</strong>a grande superfi<strong>ci</strong>e di lenti o specchi su celle che arrivano<br />
a essere cent<strong>in</strong>aia di volte più piccole delle loro controparti di<br />
«pri<strong>ma</strong> generazione», il che permetterebbe, anche usando tecnologie<br />
dispendiose come quelle per la produzione di celle a tripla<br />
gi<strong>un</strong>zione, di portare i costi al di sotto dei 50 centesimi di euro<br />
per watt di picco, con <strong>un</strong>a riduzione di <strong>ci</strong>rca sei volte rispetto ai<br />
costi attuali. La tecnologia c’<strong>è</strong> già; il proble<strong>ma</strong> <strong>è</strong> garantire l’affi-<br />
78 LE SCIENZE 453 /<strong>ma</strong>ggio 2006 www.les<strong>ci</strong>enze.it LE SCIENZE 79<br />
Danilo Sossi, su <strong>in</strong>dicazione degli autori (2)<br />
Effi<strong>ci</strong>enza di conversione (per cento)<br />
hv<br />
hv<br />
40<br />
35<br />
30<br />
25<br />
20<br />
15<br />
10<br />
5<br />
0<br />
1950<br />
hv<br />
hv<br />
hv<br />
1955<br />
hv<br />
Multigi<strong>un</strong>zione<br />
Sili<strong>ci</strong>o cristall<strong>in</strong>o<br />
1960<br />
hv<br />
hv<br />
1965<br />
CIGS<br />
CdTe<br />
1970<br />
1975<br />
1980<br />
1985<br />
hv<br />
hv<br />
hv<br />
1990<br />
hv<br />
Sili<strong>ci</strong>o amorfo<br />
Celle fotoelettrochimiche<br />
hv<br />
hv<br />
hv<br />
1995<br />
hv<br />
hv<br />
hv<br />
hv<br />
2000<br />
hv<br />
hv<br />
hv<br />
hv<br />
Celle organiche<br />
Campo Elettrico<br />
Tipo n Tipo p<br />
Tipo n Tipo p<br />
Tipo n Tipo p<br />
2005<br />
COME FUNZIONA UNA CELLA SOLARE.<br />
A s<strong>in</strong>istra, le proprietà della <strong>ma</strong>teria<br />
alla base dell’effetto fotovoltaico:<br />
quando la luce colpisce <strong>un</strong> <strong>ma</strong>teriale<br />
semiconduttore, genera <strong>un</strong>a quantità<br />
di portatori di carica – positivi (lac<strong>un</strong>e)<br />
e negativi (elettroni) – che dopo <strong>un</strong><br />
certo tempo si ricomb<strong>in</strong>ano, perdendo<br />
l’energia acquistata dalla luce. A destra,<br />
<strong>un</strong>a gi<strong>un</strong>zione pn, alla base di <strong>un</strong>a<br />
tipica cella solare <strong>in</strong>dustriale. Tra due<br />
semiconduttori di tipo opposto (p ed n)<br />
si genera <strong>un</strong> campo elettrico per<strong>ma</strong>nente<br />
che f<strong>un</strong>ziona da separatore delle cariche<br />
generate per effetto fotoelettrico. Gli<br />
elettroni migrano nella zona n e le lac<strong>un</strong>e<br />
nella zona p: tra le due regioni si <strong>in</strong>staura<br />
<strong>un</strong>a differenza di potenziale che può<br />
essere usata per produrre lavoro.<br />
EVOLUZIONE DELL’EFFICIENZA DELLE CELLE SOLARI per le diverse tecnologie<br />
disponibili sul <strong>mercato</strong>. Le celle con effi<strong>ci</strong>enza più elevata sono quelle a<br />
multigi<strong>un</strong>zione/concentrazione e quelle <strong>in</strong> sili<strong>ci</strong>o cristall<strong>in</strong>o. Le tecnologie<br />
a film sottile (CIGS, CdTe, sili<strong>ci</strong>o amorfo, celle fotoelettrochimiche<br />
e organiche) hanno rendimenti più bassi, <strong>ma</strong> <strong>un</strong> potenziale di riduzione<br />
dei costi che potrebbe portarle a competere con quelle ad alta effi<strong>ci</strong>enza.
Una s<strong>ci</strong>enza che viene da lontano<br />
Riassumiamo <strong>in</strong> questa tabella le pr<strong>in</strong><strong>ci</strong>pali tappe della tecnologia fotovoltaica. È possibile trovare <strong>ma</strong>ggiori approfondimenti<br />
all’<strong>in</strong>dirizzo web: http://www1.eere.energy.gov/solar/solar_timel<strong>in</strong>e.html.<br />
Anno Evento<br />
1839 <strong>Il</strong> francese Alexandre-Edmond Bécquerel osserva che «della corrente elettrica <strong>è</strong> generata durante alc<strong>un</strong>e reazioni<br />
chimiche <strong>in</strong>dotte dalla luce». Scopre così l’effetto fotogalvanico negli elettroliti liquidi.<br />
1876 I fi si<strong>ci</strong> britanni<strong>ci</strong> W.G. Adams e R.E. Day scoprono che illum<strong>in</strong>ando <strong>un</strong>a gi<strong>un</strong>zione tra selenio e plat<strong>in</strong>o si crea <strong>un</strong>a<br />
differenza di potenziale. È il primo esempio di effetto fotovoltaico nei solidi.<br />
1883 L’<strong>in</strong>ventore stat<strong>un</strong>itense Charles Fritz produce <strong>un</strong>a cella solare di <strong>ci</strong>rca 30 centimetri quadrati a base di selenio con<br />
<strong>un</strong>’effi <strong>ci</strong>enza di conversione dell’1-2 per cento.<br />
1905 E<strong>in</strong>ste<strong>in</strong> pubblica <strong>un</strong>’articolo nel quale descrive la teoria dell’effetto fotoelettrico. Proprio per questa teoria gli sarà<br />
assegnato il premio Nobel per la fi sica nel 1921.<br />
1918 Lo s<strong>ci</strong>enziato polacco Jan Czochralski sviluppa <strong>un</strong> metodo per la <strong>cres<strong>ci</strong>ta</strong> di cristalli s<strong>in</strong>goli di sili<strong>ci</strong>o. Questo metodo di<br />
<strong>cres<strong>ci</strong>ta</strong> sarà ampiamente utilizzato nella produzione di sili<strong>ci</strong>o per applicazioni elettroniche e fotovoltaiche.<br />
1940 In questi anni N. Mott e M. Schottky sviluppano la teoria dei rettifi catori a stato solido aprendo la strada alla produzione<br />
del primo diodo.<br />
1954 Daryl Chap<strong>in</strong>, Calv<strong>in</strong> Fuller e Gerald Pearson sviluppano nei laboratori della Bell Telephone <strong>un</strong>a cella solare fotovoltaica<br />
a base di sili<strong>ci</strong>o. È la pri<strong>ma</strong> cella fotovoltaica <strong>in</strong> grado di convertire suffi <strong>ci</strong>ente energia solare <strong>in</strong> energia elettrica per<br />
alimentare <strong>un</strong>a strumentazione elettrica. I Bell producono <strong>un</strong>a cella solare con <strong>un</strong>’effi <strong>ci</strong>enza di conversione del 6 per<br />
cento. Nello stesso anno anche i laboratori dell’Aeronautica stat<strong>un</strong>itense producono <strong>un</strong> cella di Cu2S/CdS. 1955 La Hoff<strong>ma</strong>n Electronics offre celle al sili<strong>ci</strong>o con effi <strong>ci</strong>enza del 2 per cento a 1500 dollari per watt.<br />
1958 Le celle solari trovano la loro pri<strong>ma</strong> applicazione a bordo del satellite Vanguard I.<br />
1963 La giapponese Sharp produce i primi moduli fotovoltai<strong>ci</strong> commer<strong>ci</strong>ali.<br />
1964 La NASA lan<strong>ci</strong>a il suo primo satellite alimentato con moduli fotovoltai<strong>ci</strong> (470 watt).<br />
1970 Un gruppo dell’Istituto Ioffe di San Pietroburgo guidato da Zhores I. Alferov crea <strong>un</strong>a cella a eterogi<strong>un</strong>zione <strong>in</strong> GaAlAs/<br />
GaAs.In questo decennio Elliot Bar<strong>ma</strong>n, con l’aiuto della Exxon, progetta <strong>un</strong>a cella solare che permette <strong>un</strong>a sostanziosa<br />
riduzione dei costi di produzione (da 100 a 20 dollari per watt).<br />
1976 David Carlson e Christopher Wronski fabbricano la pri<strong>ma</strong> cella fotovoltaica <strong>in</strong> sili<strong>ci</strong>o amorfo.<br />
1977 <strong>Il</strong> Department of Energy degli Stati Uniti avvia il Solar Energy Research Institute (http://www.nrel.gov/, oggi National<br />
Renewable Energy Laboratory, NREL), <strong>un</strong>a risorsa federale per lo studio dell’energia solare.<br />
1980 All’Università del Delaware viene prodotta la pri<strong>ma</strong> cella solare a fi lm sottile, con effi <strong>ci</strong>enza superiore al 10 per cento.<br />
1985 <strong>Il</strong> gruppo di Mart<strong>in</strong> Green dell’Università del Galles del Sud, <strong>in</strong> Australia, supera la barriera di effi <strong>ci</strong>enza del 20 per cento per<br />
celle solari di sili<strong>ci</strong>o.<br />
1986 Ch<strong>in</strong>g Tang e il suo gruppo al laboratorio East<strong>ma</strong>n Kodak di Rochester sviluppa la pri<strong>ma</strong> cella fotovoltaica basata su<br />
<strong>ma</strong>teriali organi<strong>ci</strong>.<br />
1991 Michael Graetzel propone le celle fotoelettrochimiche basate sull’utilizzo di TiO2 nanocristall<strong>in</strong>o con <strong>un</strong>’effi <strong>ci</strong>enza <strong>in</strong>feriore<br />
al 10 per cento.<br />
1992 La University of South Florida sviluppa <strong>un</strong>a cella a fi lm sottile di tellurio di cadmio con effi <strong>ci</strong>enza del 15,9 per cento.<br />
1994 <strong>Il</strong> NREL sviluppa <strong>un</strong>a cella solare fatta con GaInP/GaAs, che diventa la pri<strong>ma</strong> cella solare a superare il 30 per cento di<br />
effi <strong>ci</strong>enza di conversione.<br />
1999 La Spectrolab e il NREL sviluppano <strong>un</strong>a cella solare <strong>in</strong> grado di convertire il 32,3 per cento della radiazione lum<strong>in</strong>osa.<br />
L’alta effi <strong>ci</strong>enza <strong>è</strong> ottenuta comb<strong>in</strong>ando tre strati di <strong>ma</strong>teriale diverso <strong>in</strong> <strong>un</strong>’<strong>un</strong>ica cella. Queste celle trovano <strong>un</strong>’effi <strong>ci</strong>ente<br />
applicazione nei sistemi a concentrazione solare. La capa<strong>ci</strong>tà totale mondiale fotovoltaica supera i 1000 megawatt.<br />
2001 L’aereo della NASA Helios, alimentato a pannelli solari, stabilisce il nuovo record di volo per <strong>un</strong> aereo non alimentato da<br />
razzi viaggiando per più di 40 m<strong>in</strong>uti a oltre 29.000 metri di quota.<br />
2003 Sanyo <strong>in</strong>troduce <strong>un</strong> modulo commer<strong>ci</strong>ale HIT (Heteroj<strong>un</strong>ction with th<strong>in</strong> Intr<strong>in</strong>sic Layer) con <strong>un</strong>’effi <strong>ci</strong>enza del 19,5 per<br />
cento e <strong>un</strong>a potenza di 200 watt di picco.<br />
2005 La Spectrolab presenta <strong>un</strong>a cella a concentrazione con <strong>un</strong>’effi <strong>ci</strong>enza del 39 per cento.<br />
dabilità sul campo dei sistemi a concentrazione, perché <strong>in</strong> genere<br />
sono sensibilmente più complessi di quelli tradizionali. Ci si può<br />
aspettare che i sistemi a concentrazione <strong>in</strong>iz<strong>in</strong>o a conquistare <strong>un</strong>a<br />
significativa quota di <strong>mercato</strong> già nei prossimi 5-10 anni.<br />
Altri dispositivi classificati di terza generazione sono <strong>in</strong> <strong>un</strong>a<br />
fase di sviluppo <strong>ancora</strong> molto prelim<strong>in</strong>are, <strong>ma</strong> alc<strong>un</strong>i di questi<br />
presentano, oltre che aspetti di <strong>in</strong>dubbio <strong>in</strong>teresse s<strong>ci</strong>entifico,<br />
la possibilità pratica di andare <strong>ancora</strong> più <strong>in</strong> là, e sfondare la<br />
barriera del 60 per cento di effi<strong>ci</strong>enza. Per ragioni di spazio non<br />
possiamo dil<strong>un</strong>gar<strong>ci</strong> su queste tecnologie, <strong>ma</strong> si possono trovare<br />
<strong>in</strong>for<strong>ma</strong>zioni <strong>in</strong> <strong>ma</strong>teria sul sito del progetto di ricerca europeo<br />
Fullspectrum (www.fullspectrum-eu.org).<br />
Tornando a <strong>un</strong> futuro più prossimo troviamo la seconda generazione.<br />
Qui conviene fare da subito <strong>un</strong>a divisione tra le tecnologie<br />
a film sottile più o meno <strong>ma</strong>ture (sili<strong>ci</strong>o amorfo, sili<strong>ci</strong>o nano- e<br />
microcristall<strong>in</strong>o, composti II-VI e calcogenuri) e le cosiddette celle<br />
organiche (term<strong>in</strong>e spesso utilizzato tanto per descrivere le celle<br />
polimeriche o plastiche quanto quelle fotoelettrochimiche, che <strong>in</strong><br />
realtà possono avere applicazioni che vanno ben oltre la produzione<br />
di energia elettrica). Le celle organiche e quelle fotoelettrochi-<br />
LA TECNOLOGIA E LE APPLICAZIONI NEL SETTORE FOTOVOLTAICO sono <strong>in</strong><br />
cont<strong>in</strong>uo progresso. Qui a fianco, <strong>un</strong>a cella solare a film sottile prodotta dalla<br />
Sharp nel 2004, con <strong>un</strong>a potenza di 2,6 watt. Sopra, l’automobile solare<br />
sperimentale Momentum, realizzata dall’Università del Michigan per la North<br />
American Solar Challenge del 2005, <strong>un</strong>a corsa di 4000 chilometri per veicoli<br />
alimentati a energia solare che si svolge ogni due anni.<br />
GLI AUTORI<br />
GUIDO AGOSTINELLI <strong>è</strong> senior research s<strong>ci</strong>entist a IMEC (Belgio), <strong>un</strong><br />
centro <strong>in</strong>ternazionale di ricerca <strong>in</strong> microelettronica, dove coord<strong>in</strong>a le<br />
attività di ricerca e sviluppo sulle celle solari <strong>in</strong>dustriali. È stato coord<strong>in</strong>atore<br />
s<strong>ci</strong>entifi co di consorzi di ricerca e progetti europei, e collabora<br />
con l’International Panel on Cli<strong>ma</strong>te Change (IPCC). MAURIZIO<br />
ACCIARRI <strong>è</strong> ricercatore al Dipartimento di s<strong>ci</strong>enza dei <strong>ma</strong>teriali dell’Università<br />
Milano-Bicocca, dove si occupa di proprietà elettriche di semiconduttori.<br />
È co<strong>in</strong>volto <strong>in</strong> progetti di ricerca europei e nazionali dedicati<br />
allo studio del sili<strong>ci</strong>o per applicazioni fotovoltaiche. FRANCESCA<br />
FERRAZZA <strong>è</strong> responsabile della ricerca nel settore delle tecnologie<br />
fotovoltaiche <strong>in</strong> EniTecnologie, e membro del Gruppo di lavoro su s<strong>ci</strong>enza<br />
e tecnologia della PV Platform lan<strong>ci</strong>ata nel 2005 dalla Commissione<br />
Europea per la defi nizione delle priorità di ricerca e sviluppo.<br />
miche si scostano, nella fisica, dal f<strong>un</strong>zionamento delle classiche<br />
gi<strong>un</strong>zioni pn, anche se il pr<strong>in</strong><strong>ci</strong>pio di base ri<strong>ma</strong>ne sempre lo stesso:<br />
separare elettroni e lac<strong>un</strong>e all’<strong>in</strong>terno di <strong>un</strong> dispositivo che assorbe<br />
l’energia della luce e la trasferisce a dei portatori di carica.<br />
Queste celle hanno <strong>un</strong> vantaggio fondamentale rispetto alle<br />
altre tecnologie: si possono produrre <strong>in</strong> <strong>ma</strong>niera estre<strong>ma</strong>mente<br />
semplice, con <strong>ma</strong>teriali plasti<strong>ci</strong> poco costosi. Non hanno bisogno<br />
di essere fabbricate <strong>in</strong> ambienti particolarmente «sterili», sono<br />
flessibili e semitrasparenti, si possono «stampare» su <strong>un</strong>a grande<br />
varietà di superfi<strong>ci</strong> o tessuti. Purtroppo però per il momento hanno<br />
<strong>un</strong>’effi<strong>ci</strong>enza troppo bassa, sono diffi<strong>ci</strong>lmente realizzabili su<br />
superfi<strong>ci</strong> suffi<strong>ci</strong>entemente estese per applicazioni di tipo commer<strong>ci</strong>ale<br />
e soprattutto non sono stabili. Sono estre<strong>ma</strong>mente sensibili<br />
all’aria, all’umidità e purtroppo alla luce stessa, che le degrada.<br />
La ricerca sulle celle organiche deve fare alc<strong>un</strong>i significativi<br />
progressi pri<strong>ma</strong> che si possa realisticamente pensare alle applicazioni<br />
commer<strong>ci</strong>ali. È diffi<strong>ci</strong>le dire se accadrà tra c<strong>in</strong>que anni o tra<br />
40 (non a caso alc<strong>un</strong>i <strong>in</strong>seriscono le celle organiche tra le tecnologie<br />
di terza generazione), <strong>ma</strong> quando succederà questi dispositivi<br />
potrebbero veramente cambiare fac<strong>ci</strong>a al fotovoltaico.<br />
80 LE SCIENZE 453 /<strong>ma</strong>ggio 2006 www.les<strong>ci</strong>enze.it LE SCIENZE 81<br />
AP Photo/Aust<strong>in</strong> States<strong>ma</strong>n-American,Jay Janner<br />
AP Photo/Sharp Corp., HO
Le altre tecnologie a film sottile sono nate <strong>in</strong> contemporanea<br />
con le celle al sili<strong>ci</strong>o, se non pri<strong>ma</strong>. Negli anni sessanta più di oggi,<br />
aveva <strong>in</strong>fatti senso porsi la questione di come sostituire i costosi<br />
wafer di sili<strong>ci</strong>o cristall<strong>in</strong>o nella costruzione di celle solari. Oltre<br />
la metà del costo di <strong>un</strong> modulo era dovuta al wafer, e il processo<br />
di cristallizzazione richiedeva <strong>un</strong>a tale quantità di energia che<br />
<strong>ci</strong> sarebbero voluti die<strong>ci</strong> anni di operatività pri<strong>ma</strong> che il modulo<br />
producesse tanta energia quanta ce ne era voluta per costruirlo.<br />
Con <strong>un</strong> costo per watt di picco vic<strong>in</strong>o ai 1000 dollari, la cella di<br />
Pearson, Daryl e Chap<strong>in</strong>, <strong>in</strong>izialmente progettata per alimentare le<br />
l<strong>in</strong>ee telefoniche della Bell, prendeva la via dello spazio, per ritornare<br />
a terra solo nella seconda metà degli anni settanta. Le attività<br />
di ricerca si concentrarono sui semiconduttori amorfi. Sebbene di<br />
qualità elettrica nettamente <strong>in</strong>feriore ai cristalli, questi semiconduttori<br />
possono essere depositati direttamente su vetro, o altri tipi<br />
di supporto, <strong>in</strong> strati spessi solo qualche micrometro, com<strong>un</strong>que<br />
suffi<strong>ci</strong>enti per produrre <strong>un</strong>a cella solare. I <strong>ma</strong>teriali <strong>in</strong> via di sviluppo<br />
già dagli anni settanta sono sili<strong>ci</strong>o amorfo, tellururo di cadmio e<br />
la famiglia dei calcogenuri (composti di rame, <strong>in</strong>dio, selenio, gallio,<br />
zolfo). In anni recenti sono emersi importanti filoni di ricerca legati<br />
al sili<strong>ci</strong>o nano- e microcristall<strong>in</strong>o. L’effi<strong>ci</strong>enza <strong>ma</strong>ssi<strong>ma</strong> dimostrate<br />
<strong>in</strong> laboratorio per s<strong>in</strong>gole celle di piccola area (dell’ord<strong>in</strong>e del<br />
centimetro quadrato) variano dal 10 per cento del sili<strong>ci</strong>o amorfo a<br />
poco meno del 20 per il CIGS (<strong>un</strong> calcogenuro).<br />
<strong>Il</strong> costo di questi dispositivi potrebbe scendere al di sotto dei<br />
50 centesimi per watt di picco. Perché questo succeda, però, i<br />
moduli a film sottile devono rius<strong>ci</strong>re a soddisfare almeno <strong>un</strong>a di<br />
queste due condizioni: o raggi<strong>un</strong>gono effi<strong>ci</strong>enze stabili <strong>in</strong>torno<br />
al 12-14 per cento, oppure devono essere prodotti su <strong>un</strong>a scala<br />
commer<strong>ci</strong>ale comparabile a quella delle celle <strong>in</strong> sili<strong>ci</strong>o cristall<strong>in</strong>o<br />
(quasi due ord<strong>in</strong>i di grandezza <strong>in</strong> più rispetto alla produzione<br />
odierna). Se da <strong>un</strong>a parte <strong>è</strong> <strong>in</strong> corso <strong>un</strong> grande sforzo per raggi<strong>un</strong>gere<br />
valori di effi<strong>ci</strong>enza paragonabili a quelli ottenuti con le celle<br />
a wafer, la seconda opzione richiede <strong>un</strong> volume di produzione<br />
improponibile <strong>in</strong> <strong>un</strong> arco temporale <strong>in</strong>feriore ai 15-20 anni.<br />
Previsioni a breve term<strong>in</strong>e<br />
C’<strong>è</strong> <strong>un</strong> generale accordo sul fatto che, pur potendo coesistere<br />
tecnologie diverse, il <strong>mercato</strong> delle applicazioni di potenza sarà<br />
dom<strong>in</strong>ato <strong>ancora</strong> per diversi anni dalle celle di pri<strong>ma</strong> generazione.<br />
La cont<strong>in</strong>ua evoluzione della tecnologia <strong>in</strong> sili<strong>ci</strong>o e la <strong>rapida</strong><br />
<strong>cres<strong>ci</strong>ta</strong> della do<strong>ma</strong>nda, superiore alle più rosee aspettative, fanno<br />
<strong>in</strong>fatti va<strong>ci</strong>llare il concetto stesso delle generazioni. Inizia a farsi<br />
strada l’idea che le celle di pri<strong>ma</strong> generazione abbiano <strong>ma</strong>rg<strong>in</strong>i di<br />
riduzione dei costi che permetterebbero loro di dom<strong>in</strong>are il <strong>mercato</strong><br />
nel l<strong>un</strong>go periodo. L’<strong>un</strong>ico proble<strong>ma</strong>, almeno temporaneo <strong>è</strong> l’approvvigionamento<br />
di sili<strong>ci</strong>o: la do<strong>ma</strong>nda di wafer <strong>è</strong> tale che or<strong>ma</strong>i<br />
il <strong>mercato</strong> fotovoltaico richiede quasi la metà del sili<strong>ci</strong>o raff<strong>in</strong>ato<br />
(l’altra metà <strong>è</strong> coperta dal <strong>mercato</strong> della microelettronica): <strong>ci</strong>rca<br />
15.000 tonnellate all’anno. La capa<strong>ci</strong>tà di <strong>cres<strong>ci</strong>ta</strong> della produzione<br />
<strong>è</strong> ridotta, e f<strong>in</strong>o a quando non saranno operativi nuovi impianti la<br />
do<strong>ma</strong>nda di sili<strong>ci</strong>o per celle solari sarà più alta dell’ offerta.<br />
Negli ultimi die<strong>ci</strong> anni però <strong>ci</strong> sono stati progressi rilevanti:<br />
tanto per com<strong>in</strong><strong>ci</strong>are si <strong>è</strong> sensibilmente ridotto il costo energetico<br />
di <strong>un</strong> siste<strong>ma</strong> fotovoltaico. Oggi bastano 1,5-4 anni di operazione<br />
per restituire l’energia che <strong>è</strong> stata necessaria a produrlo, a<br />
seconda della latitud<strong>in</strong>e e del tipo di modulo. I valori più alti sono<br />
quelli per il sili<strong>ci</strong>o monocristall<strong>in</strong>o, quelli più bassi per il sili<strong>ci</strong>o<br />
ribbon («nastri» di sili<strong>ci</strong>o multicristall<strong>in</strong>o). Anche le effi<strong>ci</strong>enze<br />
sono significativamente aumentate. La giapponese Sanyo e<br />
l’americana S<strong>un</strong>power, per esempio, producono celle con <strong>un</strong>’effi<strong>ci</strong>enza<br />
media superiore al 20 per cento, che permettono la realizzazione<br />
di moduli con <strong>un</strong>’effi<strong>ci</strong>enza superiore al 17 per cento<br />
(L’effi<strong>ci</strong>enza di <strong>un</strong> modulo <strong>è</strong> lievemente m<strong>in</strong>ore di quella di<br />
<strong>un</strong>a cella a causa di <strong>un</strong>a serie di limiti strutturali.) L’<strong>in</strong>troduzione<br />
di nuove tecnologie sta permettendo di abbandonare i vecchi<br />
contatti elettri<strong>ci</strong> <strong>in</strong> pasta di allum<strong>in</strong>io, <strong>in</strong>compatibili con le celle<br />
molto sottili per ragioni di stress meccanico, e di realizzare celle<br />
su wafer sempre meno costosi. In sostanza, tutti i limiti ritenuti<br />
<strong>in</strong>valicabili per le celle <strong>in</strong>dustriali <strong>in</strong> sili<strong>ci</strong>o cristall<strong>in</strong>o sono oggi<br />
superati o a portata di <strong>ma</strong>no, e non <strong>è</strong> più <strong>un</strong> azzardo prevedere<br />
nel giro di 5-10 anni la produzione su larga scala di celle spesse<br />
qualche dec<strong>in</strong>a di micrometri con <strong>un</strong> costo sensibilmente <strong>in</strong>feriore<br />
a <strong>un</strong> euro per watt di picco.<br />
Oggi poco meno del 95 per cento del <strong>mercato</strong> <strong>è</strong> costituito da<br />
celle <strong>in</strong> sili<strong>ci</strong>o mono- e multicristall<strong>in</strong>o. Si può prevedere <strong>un</strong>a<br />
sempre <strong>ma</strong>ggiore penetrazione delle tecnologie a film sottile e<br />
di quelle a concentrazione, <strong>ma</strong> anche nell’improbabile ipotesi<br />
che queste crescano a <strong>un</strong> ritmo doppio di quelle di pri<strong>ma</strong> generazione,<br />
<strong>ci</strong> vogliono com<strong>un</strong>que almeno 15 anni pri<strong>ma</strong> che il loro<br />
volume di produzione diventi altrettanto significativo. Le celle<br />
organiche, così come i concetti più <strong>in</strong>novativi di terza generazione,<br />
potrebbero rivoluzionare la produzione di energia solare<br />
e le sue applicazioni, <strong>ma</strong> per il momento rappresentano <strong>ancora</strong><br />
<strong>un</strong> grosso p<strong>un</strong>to <strong>in</strong>terrogativo. Ecco perché occorre usare tutte le<br />
cautele del caso nel fare previsioni di <strong>mercato</strong> a l<strong>un</strong>go term<strong>in</strong>e, e<br />
perché <strong>è</strong> necessario <strong>in</strong>crementare le attività di ricerca e sviluppo<br />
per raggi<strong>un</strong>gere al più presto risultati importanti.<br />
<strong>Il</strong> quadro italiano<br />
E l’Italia? Nonostante <strong>un</strong>a posizione geografica privilegiata,<br />
che garantisce costi più competitivi, non si <strong>è</strong> <strong>ancora</strong> registrata <strong>un</strong>a<br />
<strong>cres<strong>ci</strong>ta</strong> rilevante. In realtà il nostro paese <strong>è</strong> stato <strong>un</strong>o dei primi a<br />
<strong>in</strong>stallare <strong>un</strong> numero significativo di impianti fotovoltai<strong>ci</strong> tra la<br />
f<strong>in</strong>e degli anni ottanta e i primi anni novanta, <strong>ma</strong> nel confronto<br />
attuale con paesi come la Ger<strong>ma</strong>nia, Fran<strong>ci</strong>a o Spagna tanto il<br />
<strong>mercato</strong> quanto la capa<strong>ci</strong>tà produttiva dei moduli sono modesti.<br />
Eppure l’<strong>in</strong>teresse dell’op<strong>in</strong>ione pubblica verso il fotovoltaico <strong>è</strong><br />
nuovamente forte, come testimonia il grande successo avuto dall’<strong>in</strong>iziativa<br />
di <strong>in</strong>centivo all’<strong>in</strong>stallazione di impianti fotovoltai<strong>ci</strong><br />
del luglio 2005 attraverso la tariffazione <strong>in</strong> conto energia.<br />
<strong>Il</strong> M<strong>in</strong>istro delle Attività Produttive – di concerto con il M<strong>in</strong>istro<br />
dell’Ambiente – ha <strong>in</strong>fatti e<strong>ma</strong>nato il 28 luglio scorso il Decreto<br />
M<strong>in</strong>isteriale, previsto all’art. 7 com<strong>ma</strong> 1 del D.Lgs 29/12/2003 n.<br />
387, che def<strong>in</strong>isce i criteri per l’<strong>in</strong>centivazione dell’energia elettrica<br />
prodotta da impianti fotovoltai<strong>ci</strong>. E il 14 settembre l’Autorità<br />
per l’energia elettrica e il gas (AEEG) ha adottato la Delibera n.<br />
188/05 nella quale <strong>è</strong> stato <strong>in</strong>dividuato il Gestore della rete di<br />
trasmissione nazionale (GRTN) quale «soggetto attuatore» che<br />
eroga le tariffe <strong>in</strong>centivanti.<br />
Un provvedimento atteso, se <strong>è</strong> vero che <strong>in</strong> pochissimi giorni<br />
sono pervenute do<strong>ma</strong>nde a suffi<strong>ci</strong>enza da saturare la capa<strong>ci</strong>tà<br />
prevista, tanto <strong>è</strong> vero che l’obiettivo orig<strong>in</strong>ale, de<strong>ci</strong>samente<br />
poco ambizioso, di 300 MWp al 2015, <strong>è</strong> stato <strong>in</strong>crementato a<br />
1000 MWp. Un dato <strong>in</strong>coraggiante, anche se per quell’epoca,<br />
<strong>in</strong> Ger<strong>ma</strong>nia, potrebbero essere stati <strong>in</strong>stallati qualcosa come<br />
15.000-20.000 MWp di moduli. Inoltre la spesa complessiva per<br />
il fotovoltaico ri<strong>ma</strong>rrà abbastanza contenuta, anche se con <strong>ma</strong>ggior<br />
visibilità rispetto a quanto si <strong>è</strong> verificato <strong>in</strong> passato. D<strong>un</strong>-<br />
PER APPROFONDIRE<br />
A Vision for Photovoltaic Technology for 2030 and beyond, http:/europe.eu.<strong>in</strong>t/comm/research/energy/<br />
photovoltaics/<strong>in</strong>troduction_en.html.<br />
Per altre <strong>in</strong>for<strong>ma</strong>zioni, e per quanto riguarda le asso<strong>ci</strong>azioni di categoria: FV-Fotovoltai<strong>ci</strong>, www.artenergy.<br />
it; Ises Italia, www.ilsolea360gradi.it; e GIFI, Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane, dell’asso<strong>ci</strong>azione ANIE,<br />
www.anie.it.<br />
PANNELLI SOLARI su <strong>un</strong> palazzo<br />
di Albenga, <strong>in</strong> Liguria. La posizione<br />
geografica fa dell’Italia <strong>un</strong>’area<br />
privilegiata, <strong>ma</strong> il <strong>mercato</strong> non<br />
<strong>è</strong> <strong>ancora</strong> ai livelli di altri paesi.<br />
Sotto, <strong>un</strong>a veduta ravvic<strong>in</strong>ata della<br />
superfi<strong>ci</strong>e di <strong>un</strong>a cella fotovoltaica.<br />
que, per quanto riguarda gli <strong>in</strong>centivi, vi sono lu<strong>ci</strong> e ombre: da<br />
<strong>un</strong>a parte <strong>un</strong>a r<strong>in</strong>novata attenzione istituzionale sulla base delle<br />
<strong>in</strong>dicazioni com<strong>un</strong>itarie e dell’esempio di altri paesi, dall’altra<br />
provvedimenti rivedibili e quote <strong>ancora</strong> de<strong>ci</strong>samente basse.<br />
Stimolare la ricerca<br />
In parallelo, c’<strong>è</strong> <strong>un</strong>’esigenza di <strong>ma</strong>ggiore impegno <strong>in</strong> ricerca e<br />
sviluppo. In Italia <strong>è</strong> attiva <strong>un</strong>a vivace anche se poco coord<strong>in</strong>ata<br />
com<strong>un</strong>ità s<strong>ci</strong>entifica che ha cont<strong>in</strong>uato a sviluppare tecnologia e<br />
competenze anche <strong>in</strong> assenza di programmi di ricerca nazionali<br />
di ampio respiro a partire dalla seconda metà degli anni novanta,<br />
spesso sfruttando le potenzialità offerte dai Programmi Quadro<br />
della Commissione Europea. L’impatto naturalmente <strong>è</strong> stato molto<br />
m<strong>in</strong>ore di quello tedesco o giapponese, <strong>ma</strong> <strong>in</strong> alc<strong>un</strong>i casi si<br />
registrano livelli di eccellenza <strong>in</strong>ternazionale.<br />
Questa situazione poco brillante ha cause note: pr<strong>in</strong><strong>ci</strong>palmente<br />
la delusione per il <strong>ma</strong>ncato avviamento del <strong>mercato</strong> nei primi anni<br />
novanta, solle<strong>ci</strong>tato dal governo con grossi sforzi <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di<br />
impianti dimostrativi (quello da 3,3 megawatt <strong>in</strong>stallato a Serre,<br />
presso Salerno, <strong>è</strong> stato f<strong>in</strong>o ad anni recenti il più grande al mondo).<br />
Alla delusione <strong>è</strong> seguito <strong>un</strong> progressivo raffreddamento a livello<br />
governativo e di op<strong>in</strong>ione pubblica, che ha contribuito alla drastica<br />
riduzione dei fondi per grandi programmi di ricerca coord<strong>in</strong>ati<br />
a livello nazionale, come <strong>in</strong>vece si <strong>è</strong> verificato <strong>in</strong> Ger<strong>ma</strong>nia. La<br />
privatizzazione di molte organizzazioni e la liberalizzazione del<br />
<strong>mercato</strong> dell’energia hanno poi reso necessario concentrarsi su<br />
attività che non contemplavano il fotovoltaico ai primi posti. Tutto<br />
questo ha avuto ripercussioni importanti sulla capa<strong>ci</strong>tà di svolgere<br />
attività coord<strong>in</strong>ate <strong>in</strong> <strong>ma</strong>niera cont<strong>in</strong>uativa su scala nazionale e di<br />
raggi<strong>un</strong>gere la <strong>ma</strong>ssa critica necessaria per poter essere effica<strong>ci</strong>.<br />
Di recente si osservano segnali positivi, quali il coord<strong>in</strong>amento<br />
da parte dell’ENEA di <strong>un</strong> progetto sulla concentrazione solare e<br />
proposte di progetti per nuove collaborazioni a livello nazionale<br />
<strong>in</strong> risposta a bandi promossi dal M<strong>in</strong>istero delle Attività Produttive<br />
e dal MIUR, senza dimenticare l’esistenza di <strong>un</strong>’<strong>in</strong>dustria nazionale<br />
legata a <strong>ma</strong>teriali e apparecchiature per la produzione che<br />
<strong>in</strong> alc<strong>un</strong>i casi ha posizioni di leadership mondiale. Per esempio<br />
nella produzione di <strong>ma</strong>cch<strong>in</strong>e auto<strong>ma</strong>tiche per la stampa serigrafica<br />
delle piste metalliche (Bacc<strong>in</strong>i su tutti) o nella realizzazione<br />
degli <strong>in</strong>chiostri serigrafi<strong>ci</strong> (Chimet), oltre a <strong>un</strong> notevole numero di<br />
produttori di apparecchiature elettroniche di controllo e gestione<br />
della potenza. Inf<strong>in</strong>e, <strong>è</strong> giusto <strong>ci</strong>tare la viva<strong>ci</strong>tà delle aziende operanti<br />
nella progettazione e nell’<strong>in</strong>stallazione dei sistemi.<br />
Ci si augura che <strong>ci</strong> possa essere, per il futuro, <strong>un</strong> r<strong>in</strong>novato impegno<br />
nella ricerca, <strong>in</strong>sieme alla promozione dell’uso del fotovoltaico<br />
e alla creazione di <strong>un</strong>a piattafor<strong>ma</strong> nazionale, come auspicato dalla<br />
Commissione Europea. <strong>Il</strong> fotovoltaico può diventare <strong>un</strong>a fonte di<br />
energia importante, <strong>ma</strong> questo non avverrà per caso.<br />
LS<br />
82 LE SCIENZE 453 /<strong>ma</strong>ggio 2006 www.les<strong>ci</strong>enze.it LE SCIENZE 83<br />
Cortesia Enitecnologie<br />
Pasieka /SPL/Grazia Neri