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Costantino - Associazione Giovane Europa

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TITOLO: 313 – 2013<br />

1700 anni dell’Editto di <strong>Costantino</strong>. Un uomo per la Croce<br />

DESCRIZIONE : mostra di arte paleocristiana commemorativa dei 1700 anni dell’Editto<br />

di Milano del 313. Esposizione di opere d’arte paleocristiana e antiche carte geografiche a<br />

testimonianza dello sviluppo dell’arte e cultura cristiana successiva all’imperatore<br />

<strong>Costantino</strong>.<br />

PERIODO: 2012 (anteprima) - 2013<br />

CURATORE: la Mostra è curata dall’<strong>Associazione</strong> Culturale <strong>Giovane</strong> <strong>Europa</strong>.<br />

Curatore Mostra: Gianni Brandozzi<br />

Curatore apparato didattico: Antonio Ciocca<br />

COMUNICAZIONE: sarà a cura dell’<strong>Associazione</strong> la realizzazione grafica e stampa di<br />

inviti mostra, depliant, cartelline per conferenza stampa e il catalogo della Mostra.<br />

La mostra sarà corredata da un apparato didattico creato per le scuole, con visite per<br />

studenti di ogni ordine e grado.<br />

RIPRODUZIONE TAVOLA PEUTINGERIANA: a supporto dell’iniziativa potrà essere<br />

realizzata la riproduzione fax simile della tabula peutingeriana, su carta prodotta dal<br />

Museo della carta e della filigrana di Fabriano, con apposita filigrana personalizzata.<br />

La carta sarà il risultato di maestranze artigianali, contribuendo in questo modo alla<br />

diffusione di una tesoro così prezioso e poco conosciuto. La cartellina prodotta conterrà<br />

quindi i 12 fogli della carta originale nella stessa misura di 40x60 cad.


PRESENTAZIONE<br />

Nel 313 d.C. l’imperatore <strong>Costantino</strong> emanava a Milano l’Editto con il quale il<br />

Cristianesimo otteneva la libertà di culto, ponendo ufficialmente termine alle persecuzioni<br />

religiose. Si trattava di un’evoluzione fondamentale per tutti i Cristiani, che fino a quel<br />

momento erano costretti a vivere clandestinamente la propria fede, subendo aspre<br />

vessazioni da parte del potere imperiale. L’Editto di Milano viene preceduto da un evento<br />

misterioso e sconvolgente: la conversione di <strong>Costantino</strong> e la sua vittoriosa battaglia contro<br />

Massenzio a Ponte Milvio il 28 ottobre del 312. Due fonti storiche descrivono la visione che<br />

provocò la conversione dell’imperatore, Eusebio di Cesarea e Lattanzio. Gli autori<br />

riferiscono di un fatto prodigioso: <strong>Costantino</strong> ha la visione della croce vittoriosa di Cristo<br />

sul sole, segno che egli apporrà sulle sue insegne in occasione della battaglia, secondo<br />

quanto gli sarebbe stato ordinato in un misterioso sogno la notte prima dello scontro.<br />

Come conseguenza dell’acquisita libertà da parte dei Cristiani, nasce l’esigenza di<br />

erigere nuovi edifici di culto, in sostituzione delle catacombe e delle case private utilizzate<br />

per riunioni religiose, dando così l’avvio alla costruzione delle grandi basiliche<br />

paleocristiane, primi frutti dell’immensa produzione artistica legata alla religione e cultura<br />

cristiane.<br />

Nel 2013, per la ricorrenza dei 1700 anni dalla promulgazione del celebre Editto di<br />

Milano, la mostra “313 – 2013. 1700 anni dell’Editto di <strong>Costantino</strong>. Un uomo per la croce”<br />

intende celebrare questo evento offrendo un percorso attraverso l’arte e antica cartografia<br />

che, partendo dalla valorizzazione di quel particolare momento storico, proceda<br />

analizzando lo sviluppo e la diffusione del messaggio universale cristiano, sul quale getta<br />

le proprie radici la costituzione dell’Unione Europea.<br />

La mostra sarà articolata in tre sezioni tematiche.<br />

La prima sarà dedicata alla figura dell’imperatore <strong>Costantino</strong> e all’Editto di<br />

Milano del 313.<br />

La seconda riguarderà l’arte paleocristiana, nel suo sviluppo successivo<br />

all’acquisizione della libertà di culto per i Cristiani.<br />

La terza e ultima sezione analizzerà la diffusione del messaggio cristiano dopo<br />

l’epoca di <strong>Costantino</strong> attraverso la cartografia.<br />

Il percorso espositivo sarà arricchito da un apparato didascalico creato per le scuole alle<br />

quali la mostra è dedicata. Gli studenti di ogni ordine e grado potranno essere<br />

accompagnati nella lettura delle opere esposte da pannelli didattici specifici e da visite<br />

guidate concordate.


I° SEZIONE TEMATICA<br />

COSTANTINO e il cosiddetto «EDITTO di MILANO»<br />

Nel corso del IV secolo d.C. l’assetto politico, economico, militare e sociale che per<br />

lungo tempo aveva trionfalmente retto le sorti dell’Impero romano mostrò segni di<br />

profonda inadeguatezza e crisi, al cospetto di una società in radicale trasformazione. In<br />

ambito religioso, i culti tradizionali pagani subirono un graduale processo di abbandono,<br />

soppiantati da una nuova, prorompente religio, il Cristianesimo che, nel giro di poco più di<br />

un cinquantennio, da religione minoritaria e perseguitata divenne religione di Stato. Si<br />

posero in tal modo le basi di una storia millenaria che lega l’<strong>Europa</strong> moderna alle radici del<br />

Cristianesimo antico.<br />

Una storia tutt’altro che lineare, segnata da fasi di sviluppo e momenti di crisi, da<br />

tensioni verso l’unità e drammatiche lacerazioni. Per gran parte dell’età antica la religione<br />

cristiana venne assimilata ad un culto «orientale», difficilmente conciliabile con i principi e<br />

l’ordinamento della Roma imperiale. Una svolta nella sua affermazione avvenne agli inizi<br />

del secolo IV, quando la liceità del culto fu permessa ufficialmente a seguito dell’«Editto<br />

di tolleranza», emesso nel 313 d.C. dagli imperatori <strong>Costantino</strong> e Licinio. Conosciuto<br />

anche come «Editto di Milano», dal luogo in cui esso fu emanato, riconosceva al<br />

Cristianesimo la piena libertà di professione del culto e imponeva la restituzione alle<br />

comunità cristiane dei beni loro confiscati nel corso delle persecuzioni di Diocleziano. Il<br />

testo del cosiddetto “editto” non ci è pervenuto nell’originale; il documento tramandatoci<br />

dalle fonti, nello specifico dall’opera di Lattanzio, De mortibus persecutorum, è in realtà un<br />

rescritto, una sorta di circolare direttiva imperiale inviata ai governatori delle province<br />

orientali, contenente la dettagliata esposizione dei provvedimenti concordati a Milano da<br />

Licinio e <strong>Costantino</strong>.<br />

Fu in particolare <strong>Costantino</strong> ad aver compreso come fosse giunto il momento di<br />

aprire un dialogo con le comunità cristiane, abbandonando ogni forma di repressione<br />

brutale e persecutoria, anche in considerazione del fatto che in molte città dell’Impero il<br />

Cristianesimo avesse conquistato alla sua causa esponenti di ogni fascia sociale. Il periodo<br />

in questione, meglio noto come “svolta costantiniana”, che segnò dunque l’ingresso della<br />

cristiana Ecclesia nella compagine istituzionale dell’Impero romano, va cronologicamente<br />

individuato fra il 312 d.C., anno della celebre battaglia di Ponte Milvio e il 313 d.C., anno<br />

del cosiddetto «Editto di Milano».<br />

Personaggi, fatti, eventi prodigiosi e documenti sono ampiamente attestati da fonti<br />

archeologiche, numismatiche, storiche (pagane ed ecclesiastiche), quali Eusebio di Cesarea<br />

(Historia Ecclesiastica, Vita Constantini), Lattanzio (De mortibus persecutorum), Zosimo<br />

(Historia nea), Panegyrici Latini, Rufino, Sozomeno, Teodoreto e Orosio.


II° SEZIONE TEMATICA<br />

L’ARTE COSTANTINIANA<br />

L'arte costantiniana si colloca nel IV secolo durante il dominio dell'imperatore <strong>Costantino</strong>,<br />

indicativamente dalla sconfitta di Massenzio (312) alla morte dell'imperatore (337). In<br />

questo periodo si assiste all'affermazione dello stile plebeo nell'arte ufficiale anche prodotta<br />

dal Senato, soprattutto a partire dal fregio dell'Arco di <strong>Costantino</strong>. Ma accanto allo stile<br />

"plebeo" sopravvive la corrente espressionistica del III secolo (uso del trapano, accentuato<br />

chiaroscuro) e prende il via una corrente di classicismo aulico ispirata all'arte augustea, la<br />

cosiddetta "rinascenza costantiniana".<br />

Il monogramma di Cristo o Chi Rho (o CHRISMON) è una combinazione di lettere<br />

dell'alfabeto greco, che formano una abbreviazione del nome di Gesù. Esso viene<br />

tradizionalmente usato come simbolo cristiano ed è uno dei principali cristogrammi. Il<br />

simbolo ha palesemente origine nella parte orientale dell'Impero romano, nella quale la<br />

lingua usata, e quindi l'alfabeto, era quella greca. Il monogramma di Cristo non compare<br />

sui primi monumenti cristiani, e inizia a trovarsi a partire dal III secolo in contesti di uso<br />

privato, soprattutto su sarcofagi cristiani. La sua diffusione pubblica è successiva all'editto<br />

di Milano, con cui l'imperatore <strong>Costantino</strong> I permise per la prima volta il culto pubblico del<br />

Cristianesimo e quindi permise pure che il Monogramma apparisse anche sulle chiese e<br />

basiliche cristiane. Il monogramma comparve anche sulle monete coniate da <strong>Costantino</strong> nel<br />

periodo 322-333 e dall'epoca di <strong>Costantino</strong> fu impresso sugli stendardi militari di tutti gli<br />

imperatori cristiani romani e bizantini.<br />

In occasione del decennale della presa di potere di <strong>Costantino</strong> (316) l'imperatore tornò a<br />

Roma e il Senato lo celebrò con cerimonie pubbliche e l'erezione di un arco trionfale presso<br />

il Colosseo, tutt'ora esistente e tappa fondamentale per l'arte di questo periodo.<br />

L'architettura è grandiosa, di equilibrata armonia, con un corredo scultoreo in buona parte<br />

di spoglio da monumenti anteriori (fregio spezzato e Daci prigionieri di epoca traianea,<br />

tondi adrianei, pannelli aureliani), in una sorta di commemorazione di tutti gli imperatori<br />

più amati, dopo Augusto, che concorrevano a onorare <strong>Costantino</strong>. Lo stile è completamente<br />

nuovo, con la prima inequivocabile ascesa dell'arte plebea in un monumento ufficiale del<br />

Senato romano. Tipico è l'uso di proporzioni gerarchiche, che aiutano a identificare i<br />

personaggi di maggiore importanza. Il naturalismo è ormai abbandonato in favore di una<br />

visione burocratica di "precedenze". Lo stile più aulico era invece molto più diffuso a<br />

<strong>Costantino</strong>poli, dove però le opere più importanti sono andate perdute.<br />

Moneta costantiniana recante al rovescio il Monogramma di Cristo<br />

Il monogramma di Cristo, la ruota con l'alfa e l'omega


III° SEZIONE TEMATICA<br />

COLLEZIONE CARTOGRAFICA<br />

Le carte geografiche fanno parte della Collezione Gianni Brandozzi, una raccolta in<br />

continua evoluzione. Nell’attuale posseduto comprende oltre duemila carte e vedute a<br />

stampa d’Italia e d’<strong>Europa</strong>, databili dal XV al XIX secolo, si annoverano xilografie,<br />

acqueforti, litografie, disegni, documenti dell’evoluzione storico-politica del nostro<br />

territorio e dell’<strong>Europa</strong> intera, raffiguranti strade, confini e geografie ormai scomparse. Le<br />

carte geografiche selezionate e scelte per la mostra, saranno montate su cornici dorate,<br />

rigorosamente coeve, volte a valorizzare ulteriormente il gusto dell’epoca.<br />

Tra le opere a stampa si segnala in particolare la Tabula Militaris Itineraria<br />

Teodosiana, et Peutingeriana, stampata in Italia (Iesi) nel XVIII secolo, in ottime<br />

condizioni, unico esemplare disponibile per esposizioni, composta da 12 fogli e lunga 6,80<br />

metri esatta ristampa dell’originale del IV secolo. Proprio dalla Tavola Peutingeriana<br />

inizia il percorso storico della cartografia, ossia dalla massima espansione dell’impero<br />

romano, che nel IV secolo è stato minuziosamente registrato in questa accuratissima carta<br />

dai successori dell’imperatore <strong>Costantino</strong>. L’originale è andato perduto e ad oggi si<br />

conoscono solo copie successive.<br />

In mostra anche l’opera Liber Chronicarum di Hertmann Schedel del 1493, la più<br />

grande opera illustrata dell’età degli incunaboli: contiene 1809 xilografie di grande fascino,<br />

con centinaia di rappresentazioni di città d’<strong>Europa</strong>. Datata 1511 è l’Italia del Sylvanus,<br />

primo esemplare conosciuto di carta stampata a due colori, il rosso e il nero con forma<br />

trapezoidale; nel 1540 il Munster realizza la sua Cosmografia Universale in cui descrive<br />

l’<strong>Europa</strong>, con l’insolito orientamento sud-nord, ammirando in questo modo la penisola<br />

completamente rovesciata. La collezione propone una rara edizione italiana di<br />

Cosmografia universale, completa di centinaia di xilografie e vedute di città.<br />

A cavallo tra XV e XVI secolo si collocano le carte Tolemaiche, che dopo la scoperta<br />

degli antichi manoscritti di Tolomeo (II secolo) vengono riproposte dai cartografi del<br />

Cinquecento, tra i quali il Munster e l’Ortelio.<br />

Il XVII è il secolo delle belle carte figurate: è il caso delle carte del Visscher in Tabula<br />

Italiae, Corsicae, Sardiniae et adjacentium Regnorum del 1652. Nel 1699 il padre gesuita<br />

Heinrich Scherer realizza l’Atlas Novus, rarissima opera, sconosciuta alle principali<br />

Biblioteche italiane ed straniere, ricca di numerose carte che descrivono i diversi stati<br />

d’<strong>Europa</strong> identificando i santuari, distribuiti nel territorio, dedicati alla Vergine protettrice<br />

della Nazione. L’Italia è posta sotto il manto della Madonna di Loreto con riportati tutti i<br />

santuari lauretani distribuiti nel territorio nazionale. Tale opera non è mai stata pubblicata<br />

ed esposta interamente. Affascinante il frontespizio dell’opera con la proiezione del segno<br />

della Vergine nella terra in direzione dei principali santuari mariani nel mondo.<br />

Di seguito una selezione delle carte proposte per l’esposizione, tutte originali ed<br />

appartenenti alla Collezione Gianni Brandozzi, di Ascoli Piceno, che ne autorizza il prestito e<br />

la pubblicazione nell’eventuale catalogo mostra.


Cristianopolus Podocataro<br />

Tabula Militaris Itineraria<br />

Teodosiana, et Peutingeriana<br />

IV secolo d.C.<br />

Aiesi, 1793<br />

12 fogli<br />

cm 48 x 680<br />

Bernardo Silvanus<br />

Seexta <strong>Europa</strong>e Tabula<br />

1511<br />

Xilografia intaglio in legno in<br />

proiezione trapezoidale in rosso e<br />

nero mm 410x560<br />

Sebastian Munster<br />

“<strong>Europa</strong>” in Cosmografia<br />

Monaco 1550<br />

Incisione in xilografia 36x31 cm<br />

Abraham Ortelius<br />

Da: Theatrum Orbis Terrarum<br />

Anversa 1573<br />

Incisione su lastra di rame all’acquaforte,<br />

34,9x49,8 cm


Daniel Stoopendaal<br />

Viaggi di San Paolo<br />

Anversa 1675<br />

Incisione su lastra di rame all’acquaforte<br />

485x323 mm<br />

Iacopo Castaldo Podomonatano<br />

Italia Novissima Descriptio<br />

Anversa, 1570<br />

Incisione su lastra di rame<br />

all’acquaforte 350x505 mm<br />

Abraham Ortelio<br />

Italiae Veteris Speciem<br />

Anversa, 1595<br />

Inciosione su lastra di rame<br />

all’acquaforte 350x490 mm<br />

Hartmann Shedel<br />

Liber chronicarum<br />

Norimberga 1493


ROMA –<br />

FOTO ALLESTIMENTI<br />

COMPLESSO DEL VITTORIANO – SALA GIPSOTECA<br />

DAL 31 GENNAIO AL 4 MARZO 2012


STRASBURGO – PARLAMENTO EUROPEO<br />

DAL 6 ALL’ 8 LUGLIO 2010


LORETO – MUSEO DEL TESORO<br />

DAL 6 SETTEMBRE 2009 AL 1 MARZO 2010


ROMA – MONTECITORIO – COMPLESSO DI VICOLO VALDINA<br />

DAL 17 GIUGNO AL 3 LUGLIO 2009

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