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154<br />

CONTRO LA STITICHEZZA PER L'EBBREZZA<br />

153. MANFREDI Gianfranco - GIANCO Ricky, 1992: Zombie di tutto <strong>il</strong><br />

mondo unitevi a Nervi, M<strong>il</strong>ano, Mazzotta, 28 febbraio 1978; 16,6x12,4 cm.,<br />

brossura, pp.128, copertina a colori di Roberto Guarnaccia, fotografi e di R.<br />

Bathish & Fabio Treves. Testo completo dello spettacolo con le venticinque<br />

canzoni, le trascrizioni musicali complete di accordi per chitarra e una scelta<br />

di fotografi e di scena. "Volevamo fare qualcosa che non cercasse di<br />

nascondere la disgregazione con l’ideologia, con l’appello unitario, con<br />

la canzone slogan o l’esercizio solistico, volevamo all’opposto scegliere un<br />

luogo (...) tale da permettere una comunicazione fi sica e concreta da poter<br />

parlare sensatamente (...) di disgregazione (...). Abbiamo cercato di evitare<br />

i primi piani <strong>il</strong>luminati tra <strong>il</strong> buio totale lasciandoci la continua possib<strong>il</strong>ità di<br />

movimento su tutto <strong>il</strong> palcoscenico, scegliendo come unico elemento da usare<br />

e nel quale galleggiare, solo della carta. Carta che diventa un pallone, una<br />

fi sarmonica, una caduta di neve, fazzoletti, lenzuola a due piazze ecc. Alle<br />

nostre spalle una struttura fi ssa di ferro, con su un grosso rotolo di carta da<br />

tipografi a di grande quotidiano, che viene di volta in volta disegnata a spray e<br />

stracciata. (...) Il testo che segue è ben lontano dalla defi nitezza di un copione.<br />

E’ cambiato un sacco di volte prima, durante e dopo la rappresentazione. Cambierà ancora nei dialoghi e nelle canzoni.<br />

(...) Cos’è allora che resta fermo in questo testo? La sua forma. La forma oggettiva: una situazione di disgregazione, di<br />

carta stracciata, di rifi uti, di pezzi di manichini, di leggii vuoti, di scale che non arrivano da nessuna parte e di secchi che<br />

non servono a contenere nulla. La forma soggettiva: una relazione aperta tra due persone che hanno vissuto esperienze<br />

molto diverse, ma che continuano a incrociarsi perché vogliono farlo. (...) Questa dutt<strong>il</strong>ità di «Zombie» è fac<strong>il</strong>itata (e<br />

per certi versi complicata) dal fatto che in scena succedono sempre più cose, che spesso si elidono. Tipo: uno canta e<br />

l’altro disegna. Allora: stai a vedere <strong>il</strong> disegno o ti concentri sul canto? Oppure: segui i testi delle canzoni o i movimenti<br />

scenici? (G. Manfredi e R. Gianco, pp. 5-12). "La vera contraddizione non è oggi tra «artisti» e «movimento»:<br />

ma è tra chi vive una pratica che attraversa i corpi e le loro apparenze, e chi questa pratica la rimuove e la<br />

nasconde dietro l‘eterna riproposizione dell‘unico ruolo del Conquistatore che decide le «fasi» e fa la «Storia»<br />

divertendosi alla scacchiera del Potere" (G. Manfredi, pp. 92-93). Prima edizione.<br />

154. MANOSCRITTI ANTI-ECONOMICI ANTI-FILOSOFICI DEL 1977,<br />

Manoscritti anti-economici anti-fi losofi ci del 1977, 1977 s. l., s. ed., ottobre 1977; 22x12,5<br />

cm., brossura, pp. 46 (2). 1 <strong>il</strong>lustrazione in copertina che raffi gura Karl Marx con i fratelli<br />

Marx, e 2 <strong>il</strong>lustrazioni b.n. n.t. Libello situazionista. "Distruggere i tre atteggiamenti<br />

dell‘identità che si contendono <strong>il</strong> movimento: Barricadisti, Moderati e Indiani, questo è<br />

<strong>il</strong> nostro scopo. Non so se nei manoscritti mi sia riuscito di dimostrare che <strong>il</strong> movimento<br />

è in realtà una «cosa» fi ttizia, che la stampa ben rinforza poiché la logica del Dominio ormai ha bisogno del «movimento»,<br />

e quei pennivendoli cominciano a capirlo chiaramente, solo Amendola è lo scemo che non realizza! (...) Il semplice scopo<br />

della mia attività rivoluzionaria è affermare socialità, questi manoscritti non vogliono risolvere enigmi della Totalità, quanto<br />

cogliere dove è la vivib<strong>il</strong>ità del superamento. (...)<br />

Se è intorno alla soggettività che ruota <strong>il</strong> nostro progetto; è evidente<br />

che è sulla mia che cadono le domande radicali. Se è <strong>il</strong> vissuto ciò che è in gioco, esso impone di presentarmi al mondo<br />

come io sono, altrimenti, di che socialità staremo a parlare? Per me l‘incontro dei proletarizzati ha avuto la socialità<br />

in quei momenti in cui abbiamo lottato fra noi e contro noi stessi contro questi rapporti sociali che ci fanno scambiare<br />

invece, solo non-vissuto. (...) Non voglio conoscere altra totalità che quella di superazione della vita quotidiana. Sarà<br />

già abbastanza per me se noi due decidessimo di farlo insieme. Le idee di questi manoscritti sono forze materiali che<br />

non appartengono più a me solo. La tua critica di questi errori della passione mi<br />

sembra più importante di quella roditrice dei topi topi" (pp. 42-46). Prima edizione.<br />

157<br />

155. MARTIGNONI Gabriele - MORANDINI Sergio, Il diritto all‘odio. Dentro / fuori / ai bordi dell‘area<br />

dell‘autonomia. In appendice: Convegno dei Circoli del Proletariato Giovan<strong>il</strong>e (M<strong>il</strong>ano, dicembre 1976),<br />

Verona, Bertani Editore, settembre 1977; 18,8x12 cm., brossura, pp. (2) 424 (10), copertina <strong>il</strong>lustrata a colori<br />

(riproduzione di una litografi a di Andreina Robotti). Prima edizione.<br />

156. MELANDRI Lea, L‘infamia originaria. Facciamola fi nita col Cuore e la Politica!, M<strong>il</strong>ano, Edizioni L‘Erba<br />

Voglio, maggio 1977; 20x12 cm., brossura, pp.144, grafi ca di Enzo Mari. Due istituzioni, Scuola e Famiglia, si<br />

ricompongono in un ordine ideale, l’Ordine Delegato. Il sorriso di Franti è l’infame, <strong>il</strong> diverso, che non esita a rompere<br />

l’id<strong>il</strong>lio di una maggioranza consenziente ["«La povera donna, sospinta affettuosamente dal maestro, è uscita. C’è stato<br />

un momento di grande s<strong>il</strong>enzio. Richiusa la porta, <strong>il</strong> maestro ha guardato Franti con uno sguardo terrib<strong>il</strong>e e gli ha detto,<br />

scandendo le s<strong>il</strong>labe: - Franti tu uccidi tua madre, tu uccidi Malfatti -. Tutti ci siamo voltati verso di lui; e quell’infame<br />

ha sorriso», (Stefano Reggiani, da L’ERBA VOGLIO, n. 20, 1975)" (Citato alla nota 1 pag. 11)]. Il m<strong>il</strong>itante<br />

rivoluzionario ripensa ai suoi sogni privati e gli nasce <strong>il</strong> sospetto che la Politica sia un sogno. Ciò che è stato tenuto<br />

a bada, negato o separato, si affaccia con vergogna o con l’insidia di «voci»<br />

dissonanti, la «voce» che «discrimina, divide, indica una differenza». Ma<br />

dentro, nella crepa, trapela <strong>il</strong> sorriso di Franti: un sorriso infame che uccide<br />

insieme la madre e Malfatti, <strong>il</strong> Cuore e la Politica. (...) La ricerca di circolarità<br />

e sintesi tra personale e politico, artifi ciosamente separati, sembra l‘ultima sponda<br />

oltre la quale, o nasce un modo nuovo di esistere politicamente, o muore la politica<br />

stessa come progetto collettivo di liberazione"(pag. 11). Prima edizione.<br />

157. MIO CARO PADRONE DOMANI TI SPARO! Foglio operaio, nn. 1 - 3<br />

(Tutto <strong>il</strong> pubblicato?), Brescia, fascicoli 32x22 cm. Il titolo della testata è tratto da<br />

un disco di Paolo Pietrangeli. 1) Ottobre 1977 (n. 1): pp. 10, varie vignette n.t. Fra<br />

gli altri articoli: «Bologna: ma perché questi autonomi non sparano?», «Caffaro<br />

dove la vita è bella e sana» (sulla produzione di PCB alla Caffaro di Brescia); 2)<br />

Novembre 1977 (n. 2): pp. 12, varie vignette n.t. Fra gli altri articoli: «Le aperture<br />

della democrazia e la chiusura dei covi»; 3) Marzo 1978 (n. 3): pp. 12, varie<br />

vignette n.t. Fra gli altri articoli: «Assenteisti: i nuovi eroi della classe operaia».<br />

ROSSE ROSSE ROSSE / RISATE ROSSE<br />

153<br />

155<br />

156<br />

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